arte
VITTORIO RASCHETTI
MATAFISICA DEI NUMERI DA ROMAN OPALKA A ANFREAS LUETHI
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na visione richiede meditazione: nessuna più raffinata di quella sui numeri, pitagorica e neo-platonica chiave di accesso a verità misteriose, dottrine antiche che non suggeriscono facili risposte, ma, come i miti, pongono domande, interrogano i problemi ogni volta moderni, suggerendo sempre la via più complicata e salda. Una mistica dei numeri capace di svelare il senso del mondo, di risvegliare il desiderio della verità tracciata dal lento ma sicuro disporsi delle cifre nello spazio seguendo un ordine dettato dalle qualità metafisiche inscritte nel mistero dei numeri. Rispecchiarsi, incontrarsi a distanza col grande maestro Opalka, è per Andreas Luethi - una sfida che rispetta e omaggia il modello e si protende oltre il recinto concettuale, mantenendo il rigore del grande artista - per riuscire nell’impresa ambiziosa di attualizzarlo in un omaggio che non è solo citazione, prestito o pastiche, ma autentica osmosi dello stile per restituirne la forza, la potenza concettuale della poetica di Opalka, riscaldata dalla temperatura psicologica della vibrazione cromatica di Luethi: una cosmogonia di colori che si irradiano da una fitta distesa di numeri in un enigmatico intreccio di cifre significanti. Opalka si offriva in una dilatata agonia dell’infinito siderale dell’Io a confronto col grigio dell’essere e il tempo: nel
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bianco senza sbiadire, nel bianco senza sbagliare. In Luethi la visione an-iconica del maestro franco polacco si dischiude sul ritorno a una possibile raffigurazione del mondo mediata da una post-pittura di campi armonici che risuonano su superfici vibranti di velature trafitte da linee affilate attraversate da uno sciame di segni liberi e mobiliti che scalfiscono la superficie incidendo e mappando una cartografia ipersensibile del foglio mondo. Specchiarsi nel volto del maestro rivela i lati eccentrici di una singolarità ottica, un salto logico dell’immagine attraverso un passaggio segreto, una porta della percezione dove l’immagine si mostra ribaltata non in un mondo alla rovescia, ma nel rovescio di un mondo: un salto dimensionale in un multi-verso che tiene insieme due artisti diversi nella sensibilità e nelle biografie ma uniti nel corrispondersi, nel rinviarsi, nel consegnarsi il testimone di una sfida impossibile e parossistica. Opalka e Luethi sono come due atleti di uno sport estremo, entrambi percorrono in solitaria un cammino a piccoli passi sul filo del paradosso, rischiando i nervi in una sfida col fraintendimento e la perdita di concentrazione. Aria di famiglia, ma anche poetiche analoghe nell’origine e differenti nei corollari, Opalka e Luethi condividono quella hegeliana “fatica del concetto” rimodulata in “fatica del numero”, immersi nell’estrema
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