arte
VITTORIO RASCHETTI
IL COLORE SELVAGGIO
B
locchi di colore elevato alla saturazione cosmica, un attimo prima del grande bang, luce dell’emanazione nei mille universi, disperso nei multi-versi del possibile: puro colore allo stato nascente. Impronta altamente idiosincratica ed espressiva, errante, libera e solitaria, emotiva ed anarchica, incandescente ed incisiva, vivida e sempre lontana dal grigio del lasciarsi vivere. Anima fauve, nelle associazioni del calore compresso sino al desiderio della deflagrazione, inquieto, mai mansueto, in nessun modo addomesticabile dentro le ragioni della decorazione. Epifania del pensiero fluido nella differenza irriducibile del colore irascibile, sempre in fuga, anche da sé stesso. Nessun timore, pura vibrazione di intensità senza paura, ricerca libera dalle costrizioni della forma, dalle camicie di forza dove ogni frammento di tela è un pezzo di autonomia conquistata. In compagnia del proprio demone personale, senza mai disabituarsi alla bellezza, anche questo è magia dell’arte: oltrepassare le porte sbarrate degli archivi segreti per catturare tutta l’intensità dello sguardo affacciato oltre la volatilità dell’immagine. Presenza dell’anima immersa nella vibrazione vitale della luce. Intensità espressiva ed auto-espressiva come ribellione anarchica di intensità gestuale, contro la dittatura della figurazione referenziale. Disseminazione di istanti cromatici che guizzano tra apparenti
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tracce di imprecisione. Il colore è temperatura esistenziale, pulsazione vitale. Il colore è sempre eccedente, non riposa mai in se stesso, ma è sempre oltre, dislocato in un movimento di avvicinamento o allontanamento, di ritenzione o espulsione di una visione mentale, di una tensione spirituale.colori vividi alternati a vibrazioni di stringhe di segni filiformi, ectoplasmi e conformazioni organiche bio-morfe di colori accesi che si urtano tra di loro generando un attrito cromatico che deflagra in un urlo espressionista senza volto. Il colore secerne il veleno del dubbio tra i frammenti ambigui di forme alla deriva ancora indecise a ricomporsi in una costellazione di senso compiuto. La pittura è un campo di battaglia, un centro di attivazione di superfici, di azione e reazione tra forze da cui scaturisce l’intensità e il tono emotivo delle immagini. Sempre nuove equilibri dinamici, rapporti tonali, armonie complesse, ritmo pulsante, visione drammatica e crudele come l’esistere gettato oltre il confine della rassicurazione della forma. Nella dinamica metamorfica della polifonia cromatica fatta di una pluralità di diffrazioni gettate nella differenza, nell’eccedenza a-centrica, atavica, simbolica. La pittura è - per Toussaint - una emozione irriducibile per accedere ad una sensazione diretta e spontanea: la più prossima al
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