Tecnologie Alimentari N3 Maggio/Giugno 2023

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Aromi per shape shake e integratori

RIVISTA DELLE

Soluzioni intelligenti per pesatura e ispezione

Il controllo degli allergeni nei novel food

SISTEMI PER PRODURRE

La sostenibilità che funziona

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Cooling, una tappa centrale sulla strada della sostenibilità

La tecnologia Blue e+ per il raffreddamento degli armadi elettrici incrementa notevolmente l’indice di efficienza energetica, riducendo i consumi e le emissioni, con importanti applicazioni anche nel settore alimentare. Per conoscerne meglio le potenzialità, siamo saliti a bordo dello show van con cui Rittal presenta questa e altre soluzioni di gestione del clima direttamente presso le aziende.

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La sostenibilità non è solo una questione di etichetta

A Sol&Agrifood il made in Italy si è confermato campione di sostenibilità, mentre sempre più italiani investono su prodotti freschi e di qualità. Per incentivare questo cammino è però necessario aiutare agricoltori e consumatori a distinguere tra vero ambientalismo e greenwashing.

24 Qualità e continuità dell’energia: un’esigenza cruciale per l’industria

L’approvvigionamento elettrico senza interruzioni o buchi di tensione è oggi un tema centrale per le industrie energivore e a valore aggiunto. Così i sistemi Piller per la protezione di carichi critici trovano una sempre maggiore applicazione anche in campo industriale.

28 Soluzioni intelligenti per pesatura e ispezione

Minebea Intec ha presentato a Interpack 2023 una serie di nuovi prodotti. L’attenzione si è concentrata sulla pionieristica tecnologia MiWave del metal detector Mitus e su un’interfaccia utente di nuova concezione per le selezionatrici ponderali.

44 Best packaging: premiate anche ricerca e start up

Sono nove i premiati al contest Best Packaging dedicato al tema del Quality Design, tutti valutati in base a parametri estetici, sensoriali e di funzionalità. Inoltre, per la prima volta in quasi 60 anni, sono stati ammessi i lavori di ricerca universitaria e i progetti di startup innovative.

Qualità

sommario TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 MAGGIO/GIUGNO 2023 EDITORIALE Regolamento imballaggi: nel mirino le insalate in busta (A. Bignami) 5 IN COPERTINA Cooling, una tappa centrale sulla strada della sostenibilità (A. Bignami) 6 ATTUALITÀ Notizie 10 La sostenibilità non è solo una questione di etichetta 16 APPUNTAMENTI A Parma il futuro dei granuli, polveri e solidi sfusi 18 L’agenda 19 INGREDIENTI L’aroma alimentare al servizio degli integratori 20 Notizie 21 AMBIENTE Il sistema di filtraggio per recuperare fino al 95% di acqua 22 Notizie 23 ENERGIA
e continuità dell’energia: un’esigenza cruciale per l’industria (A. Bignami) 24 Notizie 27 2
MACCHINE Soluzioni intelligenti per pesatura e ispezione 28 Notizie 30 SICUREZZA Novel Food: l’importanza del controllo delle tracce di allergeni 34 SOFTWARE Piattaforma integrata per migliorare l’attività di picking 35 AUTOMAZIONE E STRUMENTAZIONE I 70 anni di Endress+Hauser, che prepara il passaggio alla terza generazione 36 Notizie 39 Destinazione All Electric Society (A. Bignami) 40 PACKAGING Best packaging: premiate anche ricerca e start up 44 Notizie 46 RUBRICHE Elenco inserzionisti 48 pag. 16 pag. 6 pag. 24 pag. 28 pag. 44

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E editoriale

Il nuovo regolamento imballaggi proposto dalla Commissione europea tocca sul vivo alcuni problemi profondi che la transizione ecologica deve considerare per poter proseguire il suo percorso senza pesanti conseguenze sul piano economico e sociale. È chiaro che la gestione corretta dei rifiuti, l’economia circolare e la riduzione di peso e quantità dei materiali di confezionamento richiedono nuove abitudini di consumo e nuovi comportamenti. Nessuna lotta al cambiamento climatico sarebbe concepibile, d’altronde, senza un ripensamento radicale dei metodi di produzione e consumo. Anche e forse soprattutto nel settore alimentare. Si tratta di un percorso, tuttavia, irto di difficoltà e bisognoso di continui aggiustamenti in corsa. Aggiustamenti che, per esempio, Coldiretti ha subito invocato, in occasione della fiera Tuttofood, per il regolamento europeo sugli imballaggi. Desta la preoccupazione degli attori della filiera food, in particolare, la proposta di eliminare dallo scaffale le buste monouso di frutta e verdura per le confezioni inferiori a 1,5 kg. È un provvedimento che mette in luce quanto sia difficile porre nella stessa direzione la transizione verde con le trasformazioni da tempo in atto nella società. Le confezioni piccole di insalata e prodotti ortofrutticoli si sono infatti imposte sul mercato inseguendo l’evoluzione di una domanda sem-

REGOLAMENTO IMBALLAGGI: NEL MIRINO LE INSALATE IN BUSTA

pre più frammentata, per l’aumento dei single, di coppie senza figli e famiglie poco numerose. Consentono di ridurre gli sprechi e di effettuare una spesa più mirata. Secondo un sondaggio di Unione Italiana Food, il 75% degli intervistati acquista questi prodotti regolarmente. Nel carrello l’81% mette le insalate in busta, il 40% preferisce le ciotole di insalata e il 30% sceglie la frutta lavata e tagliata. Coldiretti teme che il nuovo regolamento, se andrà in porto, colpirà questi consumi, a danno dei produttori agroalimentari ma anche della qualità della dieta degli italiani. È evidente la necessità di misure urgenti per mitigare l’impatto ambientale di produzione e confezionamento alimentare, ma al contempo tali misure, per essere efficaci, devono tenere conto della realtà sociale contemporanea e della tenuta economica di un settore così centrale per l’Italia.

5 www.interprogettied.com TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023

La tecnologia Blue e+ per il raffreddamento degli armadi elettrici incrementa notevolmente l’indice di efficienza energetica, riducendo i consumi e le emissioni, con importanti applicazioni anche nel settore alimentare. Per conoscerne meglio le potenzialità, siamo saliti a bordo dello show van con cui Rittal presenta questa e altre soluzioni di gestione del clima direttamente presso le aziende.

COOLING, UNA TAPPA CENTRALE SULLA STRADA DELLA SOSTENIBILITÀ

Saliamo a bordo dello show van di Rittal poco prima della sua partenza per un breve roadshow nel Nordest del Paese. Ci accolgono Gabriele Baietti, Product Manager Climate Control, insieme a Paola Morganti, Marketing Services Coordinator dell’azienda. Il van è attrezzato per la presentazione delle soluzioni per il raffreddamento degli armadi elettrici, tra cui spiccano quelle legate alla tecnologia Blue e+. La famiglia di condizionatori Blue e+, recentemente ampliata con la serie compatta Blue e+ S, è interamente prodotta nello stabilimento di Valeggio sul Mincio e punta sulla sostenibilità. Attraverso il raffreddamento ad altissima efficienza energetica permette la riduzione delle emissioni fino al 75% rispetto ai sistemi on/off: mediamente una tonnellata annuale di CO 2, equivalente a quella assorbita da un faggio in 80 anni.

Gabriele Baietti, che cos’è la tecnologia di condizionamento Blue e+ e perché è in grado di aumentare l’efficienza energetica?

“Nel condizionamento, il risparmio energetico riveste un valore ancora maggiore rispetto ad altre applicazioni, perché il calore generato non può essere recuperato ma finirebbe solo per essere disperso nell’aria”

“La gamma Blue e+ consente di ottimizzare i consumi energetici grazie a un sistema modulare regolato ad inverter invece che con il tradizionale sistema on/off. La potenza refrigerante viene modulata sulla base dei dati di temperatura provenienti sia dall’ambiente produttivo sia dall’interno dell’armadio elettrico. Nel condizionamento, il risparmio energetico riveste un valore ancora maggiore che in altre applicazioni perché il calore generato non può essere recuperato ma finirebbe solo per essere disperso nell’aria. Oltre che sull’inverter, la nostra soluzione si basa sulla presenza di due circuiti frigoriferi, che danno la possibilità di ottenere un funzionamento passivo, misto o attivo. Il funzionamen-

in copertina 6
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023
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di Alessandro Bignami

to passivo, che si ha quando le temperature dell’ambiente sono inferiori a quelle interne al quadro e a dei parametri prestabiliti, si basa su di un heat pipe che opera in pratica come uno scambiatore di calore. Nel misto, il circuito attivo e passivo funzionano in contemporanea, in presenza di una temperatura media, tipicamente intorno ai 30°C. In modalità ibrida il circuito attivo funziona, ma con portata limitata rispetto al suo pieno potenziale in quanto l’heat pipe collabora nel raggiungimento del risultato desiderato. Infine il circuito completamente attivo si utilizza con un ambiente caldo, tipicamente sopra i 35°C: in questo caso il compressore è utilizzato in modo significativo. Questo sistema ibrido, abbinato alla velocità variabile di ventilatori e compressori, incrementa notevolmente l’indice di efficienza energetica. Tutto ciò si traduce, nell’arco di un anno solare, in una riduzione tra il 70 e il 75% rispetto a un sistema on/off. La famiglia di condizionatori con tecnologie Blue e+ si è recentemente arricchita anche di una serie di condizionatori in piccole classi di potenza – da 0,3 a 1 kW – chiamata Blue e+ S. Queste unità di climatizzazione presentano un nuovo design e funzioni intelligenti, oltre a ulteriori ottimizzazioni. Ad esempio, prevedono l’utilizzo del nuovo refrigerante R-513A che riduce il potenziale di riscaldamento globale (GWP) del

Quest’anno il van di Rittal dedicato alle soluzioni di cooling ha già toccato alcune tappe nel Nordest d’Italia. In estate il Roadshow continuerà con il truck dedicato all’intera proposta tecnologica di Rittal ed Eplan

56% rispetto a altre soluzioni omologhe che impiegano il più tradizionale R-134a”.

Il risparmio energetico è un tema cruciale per l’industria soprattutto con gli sbalzi dei prezzi che abbiamo vissuto ultimamente…

“Si tratta in realtà di una sfida complessa che non può esser vinta con un solo prodotto universale. Esistono diverse soluzioni che vanno messe in

campo e calibrate di volta in volta. La refrigerazione dell’armadio elettrico è solo un pezzo del mosaico, ma è tutt’altro che banale, proprio perché, come accennavo, il suo consumo non può essere recuperato in altra forma e quindi ridurlo significa ottenere un risparmio netto in bolletta. Certo, occorre un investimento un po’ più alto all’inizio, che viene però rapidamente ammortizzato. Inoltre va da sé che, per chi deve installare o rinnovare una linea produttiva, l’acquisto del condizionatore rappresenti una voce di costo limitata rispetto all’investimento complessivo”.

Blue e+ risponde anche alle esigenze di maggiore digitalizzazione?

La gamma di condizionatori Blue e+ di Rittal consente di ottimizzare i consumi energetici grazie ad un sistema di raffreddamento ibrido e alla regolazione ad inverter invece che con il tradizionale sistema on/off

“Sul fronte della digitalizzazione, abbiamo integrato la soluzione Blue e+ con una connessione tramite modulo IoT per l’lndustria 4.0. Il condizionatore connesso in rete permette di controllare i consumi, il funzionamento, le eventuali anomalie, di eseguire la manutenzione predittiva, di ricevere la segnalazione di eventuali guasti anche in punti non presidiati dal personale. Il ruolo del condizionatore non va mai sottovalutato, poiché un’eventuale rottura può portare al rapido aumento della temperatura all’interno del quadro elettrico. Un problema che, grazie alla segnalazione proveniente dal sistema di controllo da remoto, può essere evitato facilmente con un primo intervento di base, a volte anche soltanto aprendo le porte dell’armadio. Abbiamo inoltre messo a disposizione l’app Rittal Smart Service, con la quale si può ottenere, tramite smartphone, i dati di ogni apparecchiatura, si può contattare

7 TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023
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direttamente il service, ordinare i pezzi di ricambio e configurare tutte le impostazioni: dalla temperatura alle soglie di allarme, fino alle notifiche dei guasti e altre ancora”.

Come gestite l’assistenza tecnica in Italia?

“Forniamo assistenza su tutto il territorio attraverso contratti di manutenzione che gestiamo direttamente o tramite una rete di Service Partner a livello nazionale. Stabiliamo una relazione stretta con il cliente, non limitandoci all’esecuzione di piccoli interventi di riparazione sul posto e alla sostituzione di parti di ricambio, ma seguendolo anche con controlli regolari e infine dando consulenze per il potenziamento dell’efficienza energetica”.

L’ottimizzazione dei consumi va incontro anche alla domanda di sostenibilità…

“Certo, infatti l’investimento nel no-

“Il sistema Blue e+ consente mediamente di risparmiare fino al 75% rispetto ad un condizionatore on/off, circa una tonnellata di CO2 all’anno, che equivale alle emissioni assorbite da un faggio in 80 anni”

L’app Rittal Smart Service permette di ottenere, tramite smartphone, i dati di ogni condizionatore, di contattare direttamente il service, di ordinare i pezzi di ricambio e configurare tutte le impostazioni: dalla temperatura alle soglie di allarme, fino alle notifiche dei guasti

stro sistema può essere supportato non solo dagli incentivi per l’Industria 4.0, ma anche da quelli green per l’efficienza energetica. Ricordo a tal proposito che, considerando il ruolo ancora predominante delle fonti fossili nella produzione di energia elettrica, il sistema Blue e+ consente mediamente di risparmiare una tonnellata di CO2 all’anno, che equivale alle emissioni assorbite da un faggio in 80 anni. La sensibilità verso gli investimenti green, anche per ragioni di immagine, è sempre più diffusa nel nostro paese, sebbene con intensità differenti a seconda delle dimensioni delle aziende e dei settori di appartenenza. Buona parte dei condizionatori installati in Italia è ancora in modalità on/off e quindi le potenzialità per l’affermazione della tecnologia modulare Blue e+ sono notevoli”.

Quali sono le soluzioni più adatte per l’applicazione nell’industria alimentare?

“Per la filiera del food produciamo condizionatori Blue e+ in acciaio inox. La potenza frigorifera è solitamente attorno a 1,5 kW, trattandosi di ambienti produttivi dove la temperatura è ben controllata. Abbiamo poi una serie di apparecchiature HD, ovvero Hygienic Design, per esempio scambiatori di calore e connettori progettati per essere lavati anche con lancia a pressione, in particolare in contesti di ciclo aperto, dove è necessario un lavaggio continuo. Si tratta di prodotti certificati EHEDG e in grado di evitare qualsiasi residuo di acqua e polvere”.

L’Italia è un mercato importante per i vostri condizionatori?

“Non solo il nostro paese è un grande mercato di sbocco, ma ospita, nello stabilimento di Valeggio sul Mincio in provincia di Verona, la produzione dell’intera gamma delle tecnologie Rittal per il raffreddamento. Valeggio, che impiega circa 400 persone, ha un altissimo livello di automazione e digitalizzazione ed è oggi l’unica fabbrica in Europa che realizza soluzioni per il condizionamento degli armadi elettrici. Andando poi più nello specifico, il settore del food italiano rappresenta una fetta importante del nostro fatturato industriale. L’Emilia Romagna è una delle regioni in cui siamo più presenti, per via della sua concentrazione di eccellenze produttive del comparto alimentare, in termini sia di prodotti finiti, sia di macchinari per la lavorazione. I nostri condizionatori, del resto, sono pensati per essere applicati lungo l’intera filiera del food”.

Nel 2023 il tradizionale Roadshow di Rittal toccherà altre tappe?

“Oltre al van dedicato alle soluzioni di cooling, in tour per cinque giorni nel Nordest del Paese, a luglio avremo in Italia il truck che ospita l’intera proposta di soluzioni Rittal ed Eplan. Il suo percorso è ancora in via di definizione, ma toccherà diverse città in tutto il territorio nazionale. Inoltre quest’anno abbiamo pianificato diversi eventi itineranti durante i quali presenteremo al mercato le nostre soluzioni, tool, software di progettazione, demo live e tutto ciò che può servire per migliorare la catena del valore dei nostri clienti o potenziali”.

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CAMBIO AL VERTICE DI LAVAZZA

L’assemblea degli azionisti della Luigi Lavazza Spa ha nominato lo scorso 27 aprile il nuovo Consiglio d’amministrazione che resterà in carica per il prossimo triennio, fino all’approvazione del bilancio 2025.

Giuseppe Lavazza è stato nominato presidente, mentre Alberto Lavazza ha assunto la carica di presidente onorario.

L’assemblea ha confermato nella carica di vicepresidente Marco Lavazza, nominato nel 2011, e i consiglieri Francesca, Antonella e Manuela Lavazza, nonché Antonio Baravalle ed Enrico Cavatorta, rispettivamente amministratore delegato e chief financial & corporate officer del Gruppo Lavazza.

Completano il nuovo Consiglio di amministrazione, che è composto da un totale di 13 membri di cui 5 amministratori indipendenti, i riconfermati Robert KunzeConcewitz, chief executive officer di Campari, Nunzio Pulvirenti, membro dell’Advisory Board di Ferrero e Roberto Spada, managing partner di Spada & Partners. Accanto a loro entrano nel CDA come nuovi membri indipendenti Silvia Candiani, vice president Telecommunication Microsoft, e Daniel Winteler, consigliere delegato operazioni straordinarie e business development di The European House Ambrosetti.

Lasciano invece il Consiglio di amministrazione di Lavazza

Pietro Boroli, vicepresidente di De Agostini Spa, Gabriele Galateri di Genola e di Suniglia, presidente dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Antonio Marcegaglia, presidente di Marcegaglia Steel Spa e Leonardo Ferragamo, presidente del Consiglio di amministrazione dell’azienda di famiglia.

“È mio desiderio proseguire con

UNA MOSTRA SULLA PRIMA

FABBRICA DI BIRRA IN ITALIA

coerenza il percorso strategico di crescita, consolidando la linea che è stata tracciata nei 15 anni in cui Alberto Lavazza è stato presidente”, dichiara Giuseppe Lavazza, presidente del Gruppo Lavazza.

“Continueremo a rafforzare la nostra presenza nei segmenti e nei mercati chiave per il Gruppo, guardando con attenzione a nuove opportunità, ribadendo gli investimenti in ricerca e sviluppo”.

“In oltre 60 anni trascorsi in azienda, di cui 15 come Presidente, ho avuto – sostiene il presidente onorario Alberto Lavazza – la grande opportunità di conoscere e apprendere dalla prima, ma soprattutto dalla seconda generazione contribuendo, insieme a mio cugino Emilio, a tracciare alcuni dei grandi cambiamenti che hanno visto Lavazza crescere ed evolvere nel tempo. Un percorso che mi ha consentito di trasmettere la visione e il patrimonio valoriale della nostra famiglia attraverso le generazioni, e una leadership responsabile e aperta alle nuove sfide, creando un ponte tra presente, passato e futuro dell’impresa”.

Alberto Lavazza è stato infatti l’elemento di raccordo tra le generazioni: quella del dopoguerra, quella del “boom” economico e quella del terzo millennio.

La prima fabbrica di birra in Italia venne fondata a Brescia nel 1829 da Franz Xaver Wührer. In occasione delle celebrazioni di Bergamo e Brescia Capitali della cultura 2023, dall’8 maggio all’Antica Birreria Wührer di Brescia sono a disposizione del pubblico tante preziose testimonianze d’epoca: cartelli pubblicitari di fine ‘800, quando la birra Wührer fu insignita di uno dei riconoscimenti più ambiti dell’epoca: “Prodotto della Real Casa”; oggetti antichi e tanta storia bresciana, per raccontare l’attività birraria anche degli avi austriaci del fondatore, una stirpe che si tramandava la tradizione di padre in figlio già dal 1540; un video sulla storia della Wührer curato da Ruggero Orlando per la tv nel 1980; un acquarello dell’illustratore bresciano Capra del 1908 raffigurante una serata mondana in una birreria con la scritta Wührer sullo sfondo; preziose etichette, lamierini, carte intestate, cartoline postali pubblicitarie e tante altre testimonianze, che rappresentano quanto la birra Wührer è legata, da 195 anni, a Brescia e ai bresciani. L’esposizione rimarrà in forma permanente. Sul filo di una passione mai sopita, Federico Wührer riprende oggi la tradizione birraria di famiglia con la produzione della Cesar 1949, una bionda a bassa fermentazione, la cui ricetta fu inventata dal nonno Pietro nella fabbrica della Bornata a Brescia nel 1949.

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Il nuovo presidente Giuseppe Lavazza (a destra) con il presidente onorario Alberto Lavazza Un cartello pubblicitario della birra Wührer del primo Novecento, disegnato da Angelo Sala

EXPORT DA RECORD PER L’AGROFOOD ITALIANO

Il 2022 segna un nuovo record per le esportazioni agroalimentari italiane che hanno sfiorato 61 miliardi di euro, in crescita del 14,8% rispetto al 2021. Un risultato influenzato dalla forte dinamica inflattiva e che ha inciso però soprattutto sul lato passivo della bilancia commerciale, riportando in deficit il saldo del nostro interscambio (-1,6 miliardi di euro).

Gli scambi con l’estero del settore agroalimentare italiano sono stati al centro di un webinar organizzato lo scorso aprile da Ismea nell’ambito della Rete Rurale Nazionale, dal titolo “Le sfide globali del made in Italy agroalimentare”, a cui hanno partecipato esperti di alcune delle produzioni di punta del settore agroalimentare nazionale, come gli spumanti, le conserve di pomodoro, l’uva da tavola così come esponenti del settore della mangimistica che ha dovuto affrontare grandi difficoltà di approvvigionamento.

Tornando alle dinamiche dell’ultimo anno, il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani si conferma l’UE che, con 35 miliardi di euro, assorbe nel 2022 circa il 57% delle nostre esportazioni.

Germania, Stati Uniti e Francia rimangono i partner di maggior rilievo, con una quota complessiva del 37% e tassi di crescita a doppia cifra sul 2021.

Da segnalare anche il forte incremento delle esportazioni verso Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca e, fuori dai confini comunitari, Regno Unito, con una ripresa sia in volume sia in valore delle principali voci dell’export alimentare nazionale. In controtendenza le spedizioni verso il Giappone, dove pesa la riduzione delle forniture di tabacchi lavorati, e verso la Russia, a causa dell’irrigidimento delle relazioni commerciali.

Si evidenzia una performance positiva per tutti i principali comparti e categorie, con le uniche eccezioni, tra i primi 20 prodotti esportati, di mele e uva da tavola. I vini in bottiglia raggiungono 5,2 miliardi di euro di export (+6,6%), grazie all’aumento dei prezzi che compensa largamente la riduzione dei volumi (-2,3%); le esportazioni in valore delle paste alimentari aumentano del 38,4% rispetto al 2021 e quelle dei vini spumanti del 19,4%; crescono in misura consistente anche le esportazioni di caffè torrefatto e di prodotti da forno.

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GRANO DURO: “UNA FILIERA PIÙ COMPATTA PER FAR CRESCERE LA SICILIA”

Al convegno organizzato da Compag a Catania sono intervenuti alcuni esponenti del settore e dell’università. Lo scopo era valorizzare la produzione di grano duro siciliana, individuandone i problemi e definendo una linea d’azione comune per superarli efficacemente.

Si è svolto alla fine di aprile a Catania il convegno organizzato da Compag sulla filiera del grano duro in Sicilia per dare spazio a un confronto con i principali operatori dei segmenti nazionali di questa importante filiera produttiva e con esponenti dell’Università. Compag, la federazione nazionale delle rivendite agrarie che rappresenta i commercianti dei mezzi di produzione nonché gli stoccatori di cereali e proteaginose (per un totale di circa 4.000 imprese), si occupa della difesa degli interessi della categoria presso le istituzioni a livello europeo, nazionale e locale. Nella gremita Aula Magna dell’Università di Catania, ha riunito – in collaborazione con il Consorzio Crisma, con il patrocinio del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente e il contributo di Basf e Newpharm – i maggiori player del settore, allo scopo di valorizzare la produzione di grano duro siciliana, individuandone i problemi e definendo una linea d’azione comune per superarli efficacemente.

“È il primo di una serie di eventi che servono a compattare il terri-

torio”, ha detto in apertura dei lavori il presidente di Compag Fabio Manara.

Sono stati poi sviscerati i vari aspetti caratterizzanti la filiera, con interventi tecnici affidati a Umberto Anastasi e Giorgio Testa del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, Emanuele Blasi dell’Università della Tuscia, Gianluca Tabanelli di Basf e Stefano Cherubi di Newpharm.

La Sicilia è la seconda regione produttrice di grano duro Interessante la panoramica sulla filiera del grano duro offerta dall’esperto di filiere cerealicole Herbert Lavorano, che nel suo intervento ha sottolineato che “la Sicilia è il secondo produttore di grano duro in Italia, con un’eccedenza di circa 200.000 tonnellate disponibili per l’esportazione (insieme alle Marche, è la principale esportatrice netta di grano duro). Essendo una delle prime Regioni UE a raccogliere il grano, è anche la prima ad apparire sul mercato con il nuovo raccolto. Tuttavia, la produzione regionale subisce un

forte svantaggio derivante dalle spese di trasporto, e il settore molitorio è caratterizzato da molti semolifici di piccole dimensioni”.

Tutti aspetti ulteriormente approfonditi nella seconda parte della mattinata, quando si è svolta la Tavola Rotonda, dove si è dato ampio spazio a un confronto costruttivo tra i principali esponenti del settore che hanno avuto la possibilità di intervenire apportando il loro prezioso contributo: Francesco Casillo, presidente di Molino Casillo, coerentemente con i dati espressi nella prima parte della mattinata, ha dichiarato che “la Sicilia è oramai un player importante nel mercato mondiale del grano duro e deve essere pronta a fare un passo in avanti nella qualità dei metodi di commercializzazione del grano. Questo potrà avvenire con una maggiore conoscenza degli agricoltori e degli stoccatori sui meccanismi che regolano il commercio del grano duro, che ormai avviene su scala mondiale e non più regionale o locale”. Tommaso Brandoni, presidente della Società Produttori Sementi,

ha specificato che “la società posizionerà nel mercato siciliano nuove varietà di grano duro, frutto di una ricerca genetica moderna e innovativa, con varietà adattabili ai cambiamenti climatici, senza perdere di vista le risposte produttive e qualitative”. Patrizia Marcellini, direttrice della cooperativa Gaia, ha illustrato l’importanza del modello che può essere esportato: “la particolarità di questa cooperativa è che vengono gestiti – direttamente dalla stessa – non prodotti ma terreni. La cooperativa lavora da oltre 20 anni con i contratti di filiera, una scelta importante che ci ha consentito di operare con più tranquillità proteggendoci dalla volatilità dei mercati”. Secondo Compag, nonostante le numerose limitazioni, per la Regione si aprono anche varie opportunità: è vero che il margine per lo sviluppo delle filiere locali è piuttosto stretto, tuttavia – con gli opportuni interventi – si potrebbe riuscire a concentrare l’offerta per porsi sul mercato del Mediterraneo come competitor organizzato e affidabile, sfruttando appieno i vantaggi competitivi naturali (sanità della granella) e valorizzando i prodotti regionali (in particolare la semola rimacinata).

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Luca D’Amico, amministratore delegato di Crif Ratings:

“Il food&beverage subisce la forte esposizione del comparto all’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia”

AUMENTANO I DEFAULT NELL’AGROALIMENTARE

Le aziende operanti nel settore alimentare mostrano un significativo incremento del tasso di default, che a fine 2022 si attesta attorno al 4%. Regge meglio il comparto agricolo sebbene con tassi superiori al 2%. In generale, l’esame degli andamenti delle aziende nel 2021 e 2022 mette in evidenza come il contesto macroeconomico di instabilità abbia influenzato le performance del settore agricolo e parallelamente anche di quello alimentare, sebbene in modo differente.

Queste alcune delle evidenze principali dello studio realizzato da Crif Ratings, agenzia di rating del credito del gruppo Crif. L’analisi è stata condotta su un campione di circa 11.000 aziende italiane, selezionate sulla base dei Codici Ateco 2007 rientranti, secondo classificazione Crif Ratings, nel settore dell’Agricoltura e di cui sono stati analizzati i bilanci 2021 disponibili. Se da un lato nell’agroalimentare è stato registrato un deciso aumento dei fatturati, con una crescita generale del valore generato, dall’altro si è verificato un significativo incremento della rischiosità, con i default che a li -

FINANZA SOSTENIBILE: ACCORDO

UniCredit e il sistema di associazioni confindustriali di produttori di beni strumentali formato da Acimac, Amaplast e Ucima hanno sottoscritto un protocollo d’intesa volto ad aprire un canale diretto, costante e operativo tra l’Area Finanza associativa e l’istituto di credito per facilitare le aziende nell’attivare investimenti virtuosi.

Nel dettaglio Acimac (Associazione dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per la ceramica), Amaplast (Associazione dei costruttori italiani di macchine e stampi per materie plastiche e gomma) e Ucima (Unione dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) hanno definito con UniCredit – nell’ambito delle rispettive funzioni,

competenze e ruoli – un accordo per avviare un’azione congiunta finalizzata a mettere in atto iniziative per supportare le potenzialità di sviluppo delle aziende associate. Il protocollo d’intesa indica come aree di interesse su cui collaborare l’intero ambito ESG e lo sviluppo di internazionalizzazione ed export: le aziende rappresentate dalle tre associazioni di categorie troveranno quindi in UniCredit, player bancario strutturato con prodotti, servizi e strutture dedicate all’ambito ESG, il partner di riferimento per l’accelerazione dei loro percorsi di efficientamento energetico e sostenibilità.

“Le Pmi italiane hanno ben compreso che gli investimenti in sostenibilità, intesa nella sua accezione più ampia possi-

vello nazionale sono aumentati di almeno 1 punto percentuale.

“Questo peggioramento così marcato del food & beverage è il riflesso della forte esposizione del comparto all’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, mentre risultano più in linea con le evidenze nazionali i tassi di default nel settore agricolo”, spiega Luca D’Amico, amministratore delegato di Crif Ratings. “La crescita record dei fatturati è riconducibile prevalentemente alla spinta dell’inflazione, che ha portato le imprese dell’agroalimentare a rialzare i prezzi dei propri prodotti a listino. Nel 2023, crediamo che i fatturati continueranno a progredire per effetto dell’inflazione, ma allo stesso tempo i margini operativi resteranno sotto pressione”.

Guardando ai prossimi passi del settore agroalimentare e agli investimenti, c’è molta strada da fare sulla digitalizzazione dei processi, sulla tracciabilità delle filiere, nonché sull’ottimizzazione delle risorse idriche ed energetiche, così come su tutti quei fattori che vanno a comporre gli indici ESG.

bile, non solo non sono più rimandabili ma rappresentano un fattore discriminante di successo sui mercati globali”, dichiara Annalisa Areni, head of client strategies di UniCredit Italia. “L’accordo che sigliamo oggi mira a valorizzare l’expertise maturata da UniCredit in ambito ESG e a metterla a disposizione delle imprese associate che hanno avviato questi percorsi virtuosi”.

“Il rapporto tra il sistema imprenditoriale e il mondo finanziario – commenta il direttore esecutivo e vicedirettore di Acimac, Amaplast e Ucima Gian Paolo Crasta – è determinante e sarà sempre più utile per fornire una ulteriore leva competitiva alle aziende del made in Italy. Il protocollo che abbiamo firmato è orientato a poter fornire strumenti ancora più efficaci alle aziende associate per i loro investimenti in sostenibilità e, di conseguenza, per la loro competitività internazionale”.

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FRA UNICREDIT E ACIMAC-AMAPLAST-UCIMA

SIMONE CASTELLI NUOVO AD DI IPACK IMA

Dopo il via alle date delle prossime edizioni di Ipack-Ima e Pharmintech, in programma a Fiera Milano dal 27 al 30 maggio 2025 e Meat-Tech prevista dal 28 al 30 maggio 2024, arriva la nomina di Simone Castelli come amministratore delegato di Ipack Ima srl, società in joint venture tra Ucima e Fiera Milano.

“Il percorso che porterà a Meat-Tech 2024, Ipack-Ima e Pharmintech 2025 è già iniziato – dichiara Valerio Soli, presidente di Ipack Ima srl – e sono fiducioso del valore che un profilo come quello di Castelli può portare alla crescita delle nostre realtà fieristiche. Potenziamento e innovazione dell’offerta saranno la base dell’azione da qui ai

prossimi anni, interpretando le nuove tendenze dei mercati e seguendone le continue evoluzioni che guardano con sempre maggiore forza a presenza internazionale, digitalizzazione, innovazione tecnologica e sostenibilità”.

“Un ringraziamento importante – continua il presidente Soli – va a Rossano Bozzi, chiamato a nuove importanti sfide professionali, che ha saputo consolidare i risultati e il successo della fiera, che ha visto la presenza di quasi 60.000 visitatori, oltre 1.100 espositori per una superficie complessiva di 53.000 m2.

Una manifestazione dove sono state presentate le più importanti innovazioni tecnologiche del settore in un contesto dal forte

accento internazionale partecipato da oltre 350 buyer”.

Simone Castelli, che ha ricoperto i ruoli di vicedirettore generale in Ucima (Unione Nazionale Macchine per il Packaging) ed Acimac (Associazione Nazionale Macchine per Ceramica), mette in campo una pluriennale esperienza nazionale e internazionale nell’industria fieristica.

“È per me un onore e un piacere poter lavorare con una struttura di alto livello che negli anni si è distinta nell’organizzazione di eventi fieristici internazionali in ambito processing e packaging”, afferma Simone Castelli. “Il mio impegno sarà quello di consolidare il lavoro svolto fino ad ora e sviluppare nuove strategie”.

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A Sol&Agrifood il made in Italy si è confermato campione di sostenibilità, mentre sempre più italiani, investono su prodotti freschi e di qualità. Per incentivare questo cammino è però necessario aiutare agricoltori e consumatori a distinguere tra vero ambientalismo e greenwashing.

LA SOSTENIBILITÀ NON È SOLO UNA QUESTIONE DI ETICHETTA

Qualità e tipicità, marchi di fabbrica di Sol&Agrifood, il Salone dell’agroalimentare di qualità, non bastano più. Ora tocca alla sostenibilità. Il tema è stato al centro del convegno inaugurale della 23° edizione della rassegna che si è tenuta a Veronafiere all’inizio dello scorso aprile.

“Il mondo agroalimentare italiano è leader della sostenibilità nel mondo e dobbiamo essere pronti ad affrontare la competizione con altri Paesi meno sensibili su questo tema”, ha dichiarato Luigi D’Eramo, sottosegretario del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. “Il valore della sostenibilità, infatti, va declinato nei suoi tre aspetti: ambientale, economico e sociale.

Valori, questi, che difendiamo e vogliamo promuovere”.

“Abbiamo la conferma costante del ruolo centrale che il prodotto agroalimentare italiano recita da sempre nel mondo, Sol&Agrifood ne è un esempio”, commenta Raul Barbieri, direttore commerciale di Veronafiere. “Veronafiere

investe costantemente per dare voce e valore ai protagonisti di questo straordinario settore produttivo”.

Al convegno è emerso che un consumatore su tre nel mondo è preoccupato dai cambiamenti climatici, dato rilevabile dalla relazione di Eugenio Puddu, Consumer Product Sector Leader di Deolitte Italia. Inoltre, l’ansietà maggiore dei consumatori si concentra su crisi economica e inflazione, poiché incidono fortemente sulla qualità del cibo. Il 26% degli italiani compra alimenti di qualità, contro il 22% che acquista prodotti low-cost. Il 37% degli italiani preferisce acquistare prodotti freschi, contro il 14% di prodotti elaborati. La salute e il benessere determinano, infatti, l’indirizzo di scelta: secondo la ricerca l’80% dei consumatori identifica la salute come variabile determinante per gli acquisti rispetto al prezzo e per il 91% degli intervistati, invece, è la sostenibilità. Ne è una conferma la disponibilità a spendere un premium price per i prodotti

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attualità

più sani e sicuri. Nonostante il 61% dei consumatori dichiari che il prezzo li influenzi di più della sostenibilità, il 78% degli intervistati italiani si dichiara disposto a pagare almeno il 5% in più per alimenti sostenibili, locali (79%), biologici e fair trade (76%). La scelta di prodotti sostenibili è preferita dai consumatori italiani rispetto alla media di quelli europei, dove in 7 su 10 tra sostenibilità e prezzo scelgono quest’ultimo. Una tendenza che si fa largo anche tra le imprese, dimostratesi pronte a investire nei report di sostenibilità.

UN PERCORSO GRADUALE

L’agroalimentare italiano è già pronto a raccogliere la sfida. “Anche se l’o-

livicoltura italiana è dominata da piccoli appezzamenti e da olivicoltori anziani questo non significa che manca sensibilità sulla sostenibilità”, ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente di ItaliaOlivicola. “Certo gli olivicoltori vanno aiutati lungo questo percorso, sono l’ultimo anello della catena, dove si scaricano i costi ma non i ricavi. Anche i consumatori vanno aiutati a comprendere i valori dietro alla parola sostenibilità, da un lato l’Unione Europea promuove la sostenibilità e la tracciabilità, dall’altra mette a rischio i produttori facendo fare un passo indietro all’obbligo di vendere l’olio extra vergine d’oliva imbottigliato, aprendo la vendita dello sfuso”.

“Il più grande nemico dell’agroalimentare italiano siamo noi, purtroppo. Il Parmigiano Reggiano Dop è uno dei simboli del Made in Italy, un prodotto italiano che tutto il mondo ci invidia, tanto per rispondere alle recenti polemiche del Financial Times”, ha spiegato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Dop. “Le Dop come il Parmigiano Reggiano non sono immobili: sono frutto di secoli di miglioramenti, oggi anche sulla sostenibilità, ed è tutto chiaro e trasparente perché scritto sui nostri disciplinari di produzione, alla base del progetto che ha reso il Parmigiano Reggiano uno strumento di sviluppo del territorio del quale è espressione”.

I prodotti che si dichiarano sostenibili in etichetta sono sempre di più, ma bisogna distinguere tra vero ambientalismo e greenwashing.

“Prendiamo a prestito la traduzione di sostenibilità in francese: durabilità. È forse un concetto più semplice da comprendere, produrre qualità dando futuro alle imprese e al pianeta”, ha affermato Roberto Berutti, membro di gabinetto del Commissario all’agricoltura Ue. “Un pensiero ricorrente del Commissario europeo all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, è che il modello agricolo italiano sia quello migliore per produrre valore (8500 euro/ha in Italia contro 1500 euro/ha della media europea). La Commissione europea non è insensibile al tema della sostenibilità, ha emanato documenti importanti sul tema ed è al lavoro per regolamentare la materia. Sappiamo che il mondo del commercio alimentare è veloce, vuole novità in continuazione, ma la Commissione europea vuole fornire un quadro normativo-giuridico certo, che riguardi tutta la filiera fino al consumatore, ma soprattutto di lungo respiro. Guardiamo al biologico. Il primo regolamento è del 1991. È stato aggiornato diverse volte ma i valori fondanti sono rimasti immutati”.

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attualità
Taglio del nastro durante l’inaugurazione della 23° edizione di Sol&Agrifood
Il 78% degli intervistati italiani si dichiara disposto a pagare almeno il 5% in più per acquistare alimenti sostenibili

A PARMA IL FUTURO DELLE TECNOLOGIE DEI GRANULI, POLVERI E SOLIDI SFUSI

Dal 14 al 15 giugno il debutto italiano di Solids, la fiera dedicata all’industria della lavorazione dei solidi sfusi: tavole rotonde, un talk show dal vivo e tanto business.

Si avvicina il primo ed atteso appuntamento italiano con Solids Parma, che registra già un sold-out degli spazi espositivi e si prepara ad accogliere circa 2.500 operatori professionali, provenienti dall’Italia e dall’estero: decision-maker del settore delle tecnologie dei processi industriali, figure con potere d’acquisto e d’investimento che definiscono la domanda concreta del mercato, in cerca di nuove soluzioni per la lavorazione delle materie sfuse.

Ad esporre saranno circa 150 aziende produttrici di macchine per la movimentazione, lo stoccaggio, l’analisi e la trasformazione dei materiali a grana fine e grossa, che mostreranno le soluzioni più innovative e anticiperanno le nuove tendenze nei settori gomma e plastica, alimentare, agricoltura e mangimi, chimica e farmaceutica, lavorazione dei metalli, minerario, carta e vetro.

trici di macchinari per la ceramica (settore in cui la manifattura italiana è indiscussa leader mondiale), plastica e packaging (Italia e Germania leader mondiali) ha raggiunto i 14 miliardi e 220 milioni di euro. Si tratta di tre comparti che anno dopo anno confermano la posizione di leader tecnologici nel mercato, grazie a vari fattori, tra i quali i consistenti investimenti nella ricerca e nello sviluppo e alla lunga storia di una filiera che vede raccolte nelle regioni del nord Italia, e in particolare in Emilia-Romagna, la maggior parte delle imprese attive nell’industria di processo.

In particolare, nell’analisi di MECS si stima che il mercato globale delle macchine packaging raggiungerà nel giro di quattro anni poco meno di 60 miliardi di euro, con una crescita media annua del 3,8% stimolata in primis dal settore del Food (+3,9% all’anno per un totale di circa 20 miliardi di euro), poi della Cosmesi e dalle macchine del secondario e del fine linea. Per chi crea, costruisce ed esporta tecnologie per il packaging il mercato di riferimento sarà quello americano (+2,4 miliardi di euro nei prossimi quattro anni), seguito da quello cinese e giapponese. A rimetterci qualcosa sarà il Made in Italy che vedrà un rallentamento nella crescita delle esportazioni (ad eccezione del settore “chiuditrici”, +4% annuo).

I convegni

vivo sui temi dell’economia circolare, recycling e sostenibilità: “Search & Tech live: a Solids Talk Show” (14 e 15 giugno, 11:00-16:00).

Alcuni dati sulle macchine per la lavorazione dei materiali

Secondo gli ultimi dati forniti da Euromap, in Europa l’industria dei macchinari per la produzione e la lavorazione dei materiali è leader nelle esportazioni mondiali, grazie ad una domanda che cresce costantemente (previsto un +21% nel periodo 2021-2026).

Come sottolinea l’analisi svolta dal Centro Studi MECS, aggiornata a febbraio del 2023, nel corso del 2022 il giro d’affari complessivo delle aziende italiane costrut-

Tre le tavole rotonde previste, che affronteranno i temi più caldi dedicati al settore delle macchine strumentali:

1. L’innovazione al servizio della manifattura 4.0: approcci, tecnologie e agevolazioni a supporto degli investimenti (14 giugno, 11:30-13:00);

2. Nella filiera alimentare due problematiche quasi sconosciute: M.O.C.A. e ATEX. (14 giugno, 14:00-15:30);

3. Tracciabilità dei prodotti in polvere e segregazione dei lotti (agrario) (15 giugno, 11:30-13:00).

Organizzato anche un talk show dal

Il tema del riciclo, in particolare, è di importanza cruciale nel settore delle industrie che trattano materie plastiche. In Europa, infatti, ogni anno si raccolgono circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, di cui solo il 16% trova nuova vita nel riciclo: il restante 84% finisce in discarica, esportato o incenerito, e contribuisce all’aumento delle emissioni di CO2 e allo spreco di risorse potenzialmente utilizzabili come materie prime secondarie al posto delle materie prime fossili. Per raggiungere gli obiettivi indicati dall’UE in materia di neutralità climatica e circolarità entro il 2050 e quelli in materia di contenuto riciclato per il 2030 diventa dunque necessario sviluppare soluzioni di riciclaggio chimico come soluzione complementare a quello meccanico.

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A BOLOGNA GLI STATI GENERALI DEL BIO

A Norimberga, in occasione di Biofach lo scorso febbraio, è stata presentata la 35a edizione di Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale promosso da BolognaFiere in collaborazione con FederBio, AssoBio e Cosmetica Italia, che si terrà a BolognaFiere dal 7 al 10 settembre prossimi. Assieme alle linee generali della manifestazione sono stati sintetizzati i dati aggiornati del biologico a cura di Nomisma. In Italia il mercato interno del biologico vale 5 miliardi di euro (+132% negli ultimi dieci anni), di cui 4 miliardi di consumi a casa e 1 miliardo nel fuori casa, e può contare su un export di 3,4 miliardi di euro (+181% negli ultimi dieci anni, il 16% in più solo nell’ultimo anno).

È sempre più significativa la vendita di prodotti biologici nella distribuzione moderna organizzata che oggi rappresenta il 58% del totale, per un valore complessivo di 2,3 miliardi e un +1,6% registrato sul 2021. Hanno acquisito in questo ambito sempre più spazio i prodotti a marchio del distributore, in crescita del 4% rispetto al 2021.

L’agenda

Mecfor

23-25 maggio 2023

Parma

www.mecfor.it

SPS Italia

23-25 maggio 2023

Parma

www.spsitalia.it

Slow Fish

1-4 giugno 2023

Genova www.slowfish.slowfood.it

DJAZAGRO

5-8 giugno 2023

Algeri, Algeria en.djazagro.com

Solids Parma

14-15 giugno 2023

Parma

www.solids-parma.de

Foodpack East Africa

15-17 giugno 2023

Tra i prodotti biologici più consumati dagli italiani, latte, cereali per la colazione, uova, creme spalmabili e cibi per la prima infanzia. Tra i Paesi che acquistano maggiormente il biologico italiano spiccano la Germania, la Francia e il Benelux.

Per la prima volta l’edizione 2023 sarà totalmente B2B, ovvero interamente dedicata ai professionisti e ai buyer del settore, e darà ampio spazio al segmento dei prodotti Veg e del free-from.

Come ogni anno saranno gli Stati Generali del biologico con Rivoluzione bio, a inaugurare la 35a edizione di Sana. “La manifestazione di settembre sarà come sempre occasione per fare il punto sui trend e le innovazioni di mercato con tutti gli stakeholder del settore”, hanno commentato Domenico Lunghi e Claudia Castello, direttore di BolognaFiere ed exhibition manager di Sana. Rivoluzione bio è parte del progetto Being Organic in EU, gestito da FederBio in partenariato con Naturland DE e cofinanziato dall’Ue nell’ambito del Reg. EU n.1144/2014.

Kampala, Uganda www.mxmexhibitions.com/ foodpack-uganda

Sana

7-10 settembre 2023

Bologna www.sana.it

Powtech

26-28 settembre 2023

Norimberga, Germania www.powtech.de

SAVE Verona

18-19 ottobre 2023

Verona www.exposave.com

Cibus Tec

24-27 ottobre 2023

Parma www.cibustec.it

FI Europe - HI Europe

28-30 novembre 2023

Francoforte, Germania www.figlobal.com

Marca by Bolognafiere

16-17 gennaio 2024

Bologna www.marca.bolognafiere.it

Sigep

20-24 gennaio 2024

Rimini www.sigep.it

Fieragricola

31 gennaio - 3 febbraio 2024

Verona

www.fieragricola.it

Anugafoodtec

19-22 marzo 2024

Colonia, Germania www.anugafoodtec.com

Cibus

7-10 maggio 2024

Parma

www.cibus.it

Ipack-Ima

27-30 maggio 2025

Milano

www.ipackima.com

Meat-Tech

28-30 maggio 2024

Milano

www.meat-tech.it

Drinktec

15-19 settembre 2025

Monaco, Germania

www.drinktec.com/en

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L’AROMA ALIMENTARE AL SERVIZIO DEGLI INTEGRATORI

LR Industries offre al settore degli shape shake e degli integratori un ampio portafoglio di profili aromatici di alta qualità: dagli aromi naturali a quelli che nascono dalla ricerca in laboratorio, capaci di ricreare qualunque sapore.

Nell’ambito della più vasta produzione dell’industria alimentare, gli aromi, ove impiegati, assumono solitamente il delicato ruolo di esaltare il gusto o gli ingredienti principali della ricetta di un prodotto finito. Le svariate funzionalità li vedono, oggi più che mai, protagonisti d’eccellenza nelle applicazioni legate al mercato degli integratori alimentari.

A tal proposito LR Industries, seguendo con attenzione i trend dei gusti dei consumatori finali, ha sviluppato un ricco portafoglio di profili aromatici capaci di coprire e celare i sapori spesso sgradevoli dei principi attivi (vitamine, proteine, aminoacidi ecc.) presenti all’interno dei formulati, qualunque sia il loro stato: liquido o polvere.

La Divisione Aromi di LR, in collaborazione con il proprio Laboratorio, offre a tutti i clienti un servizio di supporto e sviluppo di soluzioni “ad hoc”, sovente testate sulle basi neutre, al fine di individuare l’aroma più performante per ciascun progetto.

L’impegno e l’etica professionale, che da anni ne contraddistinguono

la produzione, si concretizzano altresì nella continua ricerca di materie prime di qualità e nella rigorosa osservanza degli standard produttivi, a tutela della sicurezza alimentare e a garanzia delle proprietà che deve possedere l’aroma stesso.

L’arte di aromatizzare shape shake e integratori

Gli aromi alimentari sono una vera e propria arte nell’ambito della produzione alimentare. La ricerca ha oggi sviluppato linee di sapori capaci di andare incontro a ogni esigenza e gusto per aromatizzare bevande energetiche e integratori, consentendo così di creare un’offerta di shape shake e altri prodotti variegata e sempre nuova. Non solo frutta, ma anche sofisticati gusti che evocano precise percezioni. Lo sanno bene a LR Industries, azienda italiana che dal 1988 dimostra come gusto e qualità possano andare di pari passo nella scelta di un integratore alimentare. Scelta che non deve limitare la creatività della gamma dei gusti da proporre per i propri prodotti: aromi naturali – per un gusto alla frutta – e aromi che nascono dalla ricerca in laboratorio, capaci di ricreare qualunque sapore. Dalla papaya al biscotto al caramello salato, è per rispondere a tutte le esigenze che nel 2014 l’azienda ha fondato la Divisione Flavours, specializzata nella creazione e produzione di aromi alimentari per il settore Food.

Il cuore del gusto

Un’offerta, quella degli aromi alimentari, particolarmente utile nel settore degli shape shake: popolari tra chi cerca di perdere peso o aumentare la massa muscolare, spesso possono avere però un sapore poco invi-

tante. La gamma di aromi può invece offrire una vasta scelta di sapori che si integrano perfettamente con gli ingredienti di frullati proteici e integratori, offrendo una nuova dimensione di gusto e benessere. La scelta per chi punta a un prodotto naturale sono gli aromi alimentari estratti da frutta e spezie. Oltre ai classici fragola e banana, laboratori moderni come quelli di LR Industries sono capaci di coniugare tradizione e innovazione per offrire a shape shake e integratori sapori pieni e decisi: dal cocco al lampone, ma anche i più audaci o esotici liquirizia, peperoncino, menta, cannella, zenzero, papaya e guaranà. Svolte di gusto con un elemento in comune: aromi creati con sole materie prime di alta qualità e seguendo rigorosi standard di produzione per garantire la massima qualità e sicurezza alimentare.

Ma i laboratori della Divisione Flavours dell’azienda puntano anche a innovare in maniera creativa. Per questo, grazie alla sua esperienza e all’attrezzatura all’avanguardia, LR Industries può fornire al mercato degli Shape Shake proteici e degli integratori qualunque gusto si desideri: dal sapore di torta cheescake a quello energizzante del caffè freddo, l’unico limite sarà la fantasia. I suoi aromi alimentari di alta qualità rendono l’assunzione di bevande energetiche e integratori piacevole e gratificante.

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FARAVELLI TRIONFA AI COMMUNICATOR AWARDS

I vincitori del 29° Annual Communicator Awards sono stati annunciati dall’Academy of Interactive and Visual Arts (AIVA) il 2 maggio 2023. Tra i vincitori di questa manifestazione internazionale, anche l’italiana Faravelli, distributore internazionale di materie prime chimiche. L’azienda milanese è stata infatti premiata con due Awards of Excellence – il massimo riconoscimento – per le campagne FARAemotions (categoria Design Features-Overall Design) e “Behind a great group are always great women” (categoria General-Corporate Social Responsibility). Inoltre, ha ricevuto un Award of Distinction per The Great Satisfaction Campaign (categoria Campagne pubblicitarie B2B - categoria Film e Video). Gli Award of Excellence, il più alto riconoscimento, sono assegnati ai progetti giudicati come i migliori del settore. L’Award of Distinction viene assegnato

ai progetti che superano gli standard del settore in termini di qualità e risultati.

“Siamo davvero felici di ricevere questi riconoscimenti da un’organizzazione così prestigiosa come l’AIVA e siamo grati alla giuria per il suo apprezzamento”, afferma Silvia Di Tommaso, responsabile della comunicazione di Faravelli. “Vincere ai Communicator Awards è per noi una grande soddisfazione e una conferma del nostro lavoro.

I complimenti per l’importante risultato vanno anche al team creativo di Puzzle per il supporto nello sviluppo dei nostri progetti di comunicazione”.

Fondati quasi tre decenni fa, nel 2023 i Communicator Awards hanno ricevuto circa 3.000 candidature da parte di aziende, agenzie, studi di comunicazione di tutte le dimensioni, il che lo rende, a livello globale, uno dei più grandi premi del suo genere.

I Communicator Awards sono giudicati e curati da AIVA - the Academy of Interactive & Visual Arts, l’Accademia delle Arti Interattive e Visive, attraverso un gruppo su invito composto da professionisti di alto livello provenienti da rinomate aziende del settore dei media, della comunicazione, della pubblicità, della creatività e del marketing.

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UN SISTEMA DI FILTRAGGIO PER RECUPERARE FINO AL 95% DI ACQUA

I cambiamenti climatici stanno influenzando la disponibilità di risorse idriche, per questo il settore agroalimentare ha davanti a sé grandi responsabilità. In questo senso, Culligan ha progettato una soluzione capace di recuperare l’acqua di scarto delle filling machine e di riutilizzarla nel processo.

I cambiamenti climatici stanno modificando drasticamente la disponibilità delle risorse idriche nelle diverse aree del mondo, con conseguenze che impattano direttamente su persone e imprese. L’acqua potabile che scende costantemente dai nostri rubinetti potrebbe non essere più un fatto scontato. Il problema è aggravato dal trend di crescita della popolazione mondiale, che secondo l’ONU arriverà a quasi 11 miliardi entro la fine del secolo (Rapporto delle Nazioni Unite “The World Population Prospects 2019: Highlights”), facendo di conseguenza decollare i consumi di acqua.

La disponibilità di acqua dolce per l’agricoltura, l’industria, l’alimentazione e la salute sarà sempre più a rischio, tanto che, Secondo il World Economic Forum, già entro il 2030 la domanda potrebbe superare l’offerta del 40% (World Economic Forum 2023).

Il settore agroalimentare ha davanti a sé grandi responsabilità, dato che oltre a causare un terzo delle emissioni globali, è anche autore complessivamente del 90% dei consumi mondiali di acqua, tra agricoltura, che da sola ne consuma il 70%,

e industria di trasformazione degli alimenti. Le industrie agroalimentari, quindi, sono oggi chiamate ad adottare un approccio sostenibile che ponga il risparmio idrico tra le proprie priorità.

Un orientamento green che prevede investimenti in tecnologie per il risparmio idrico, inoltre, comporta vantaggi dal punto di vista economico, soprattutto per quelle realtà multinazionali che operano in determinate aree del mondo. Basti pensare che i costi dell’acqua variano dai 0,6 €/m3 circa dell’Italia sino ai 5 €/m3 del Middle East e Brasile.

Risparmio economico e idrico

La ricerca e sviluppo ha reso disponibili innovazioni intelligenti antispreco che consentono il recupero delle acque utilizzate nei processi produttivi, coniugando risparmio idrico ed economico. Tra queste, il sistema Water Filtering Station di Culligan, attivo a livello mondiale nel settore del trattamento acqua con un’esperienza di oltre 80 anni e un ap-

proccio trasversale che copre tutta la filiera della qualificazione dell’acqua.

L’obiettivo era sfidante: entro il 2020 bisognava ridurre del 40% i consumi di acqua degli stabilimenti nel mondo, rispetto ai consumi del 2010. Con in mente questo traguardo, un’importante azienda attiva a livello mondiale nel settore del packaging si è affidata a Culligan chiedendo un sistema di trattamento acqua in grado di recuperare gli scarichi delle macchine riempitrici (filling machines) per poterle riutilizzare nuovamente all’interno dello stesso processo. L’acqua potabile veniva utilizzata per il raffreddamento delle confezioni in modo continuo ad alte temperature (50°C), con una portata variabile da 5 a 40 litri/min per macchina per poi essere scaricata con alti livelli di oli, grassi e perossido di idrogeno utilizzato per la sterilizzazione dei pacchetti.

Grazie al sistema Water Filtering Station (WFS) progettato da Culligan, l’azienda è oggi in grado di recuperare il 95% dell’acqua di scarto delle filling machine e di riutilizzarla nel processo. Gli impianti, realizzati con diversi stadi di filtrazione, provvedono alla rimozione completa di oli, grassi e perossido di idrogeno. Dopo la filtrazione, l’acqua viene inviata in un sistema di disinfezione UV che distrugge i microrganismi e poi raffreddata a temperature sotto i 15°C. Infine, l’acqua viene sottoposta a test di controllo per misurare il pH per poi essere reimmessa nel ciclo produttivo. Gli impianti sono dotati di un sistema di controllo automatico che si interfaccia direttamente con le macchine riempitrici.

ambiente 22 www.interprogettied.com
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023

ERIDANIA ABBATTE LE EMISSIONI GRAZIE AL TRASPORTO SU ROTAIA

Eridania, marchio icona della dolcificazione dal 1899 che ha il suo head quarter a Bologna, continua il suo impegno “green” per ridurre l’impatto ambientale dei trasporti, consolidando il sistema di trasporto su rotaia che consente di abbattere ogni anno le emissioni di CO2 rispetto al trasporto più tradizionale su gomma. Supportata da Mercitalia Rail (Gruppo Fs Italiane), nel 2022 l’azienda esperta della dolcezza ha fatto viaggiare su ferrovia l’equivalente di 531 camion (dato calcolato su scenario medio: camion da 40 tonnellate, 28 tonnellate nette di merce, 70% fattore di carico) evitando che questi si spostassero su strada. Il “risparmio” per l’ambiente è stato di oltre 320 tonnellate di

CO2, comportando una riduzione di oltre l’80% di emissioni di anidride carbonica.

La rilevazione – che mette a confronto l’impatto dei trasporti merci ferroviari con l’equivalente modalità stradale – riguarda il 2022 e in particolare il tragitto tra Russi (RA), sede del terminal di Eridania dedicato al trasporto su rotaia, e il deposito di

Maddaloni (CE).

Il trasporto via treno continua anche lungo la tratta Francia-Italia: per minimizzare l’impatto ambientale del trasporto primario, già dal 2017 è stato sostituito il trasporto su strada dai terminal intermodali di Segrate e Lugo con un percorso diretto su rotaia verso lo stabilimento di Russi, sfruttando le potenzialità di stoc-

caggio e riducendo sia l’impatto ambientale sia i costi logistici. Il titolo di “azienda sostenibile” passa anche dalle certificazioni: tra le diverse ottenute da Eridania c’è la certificazione Epd, ovvero la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, che descrive in maniera oggettiva e chiara gli impatti ambientali legati alla produzione di una determinata quantità di prodotto e definisce il consumo di risorse (materiali, acqua, energia) nelle varie fasi del ciclo di vita del prodotto stesso. L’Environmental Product Declaration ha evidenziato per Eridania un percorso migliorativo nei confronti dell’ambiente, sottolineando come l’azienda negli ultimi sette anni sia riuscita a ridurre del 35% le emissioni di CO2

www.interprogettied.com ambiente TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023 23

L’approvvigionamento elettrico senza interruzioni o buchi di tensione è oggi un tema centrale per le industrie energivore e a valore aggiunto.

Così i sistemi Piller per la protezione di carichi critici trovano una sempre maggiore applicazione anche in campo industriale.

QUALITÀ E CONTINUITÀ DELL’ENERGIA: UN’ESIGENZA CRUCIALE PER L’INDUSTRIA

Le soluzioni Piller per la protezione dei carichi critici e per l’alimentazione in continuità dell’energia trovano da tempo un’importante applicazione nei settori industriali energivori o nei quali è essenziale evitare interruzioni di produzione e processi. La gamma Piller comprende UPS rotanti da 200 kW a 3,2 MW ad asse verticale con volani fino a 60 MJ, sia in bassa che in media tensione. Con oltre 7.000 dispositivi di accumulo dell’energia cinetica e più di 6.000 UPS rotanti fino a 3600 kVA installati, Piller ha clienti in più di 40 nazioni. La società è presente nel nostro paese con una filiale situata ad Agrate Brianza (MB), dove abbiamo incontrato l’ingegner Lanfranco Pedrotti, da 14 anni amministratore delegato di Piller Italia Srl.

Ingegner Pedrotti, ci può presentare brevemente la realtà di Piller?

“L’azienda ha la sede centrale in Germania ed è una divisione del gruppo inglese Langley Holdings plc, specializza-

to nel settore dell’ingegneristica e dell’industria. Il gruppo nel suo complesso è formato da circa 5.800 persone ed è organizzato in tre divisioni: Power Solutions, Print Technology e Other Industrials. Oltre a Piller, la divisione Power Solutions comprende la Bergen Engines, che produce motori a gas, e Marelli Motori, che realizza motori elettrici e generatori. Piller produce nell’headquarter di Osterode e in un altro stabilimento a Bilshausen, dal lamierino fino alla macchina finita. Il business principale dell’azienda, che impiega oltre mille addetti a livello globale, è rappresentato dagli UPS rotanti ad asse verticale. Si tratta di soluzioni destinate a processi energivori e dove l’affidabilità è cruciale. Fra questi, figura anche l’industria alimentare”.

Il tema dell’approvvigionamento energetico è sempre più centrale per l’industria. Qual è la situazione in Italia?

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023 24 energia www.interprogettied.com
Sistemi a volano
di Simone Ghioldi e Alessandro Bignami
L’ingegner Lanfranco Pedrotti, amministratore delegato di Piller Italia

“Nel nostro paese la qualità della rete elettrica ha subito negli ultimi anni un peggioramento. Ciò si deve in gran parte alla crescente presenza di impianti fotovoltaici ed eolici, che sono connessi alla rete tramite inverter, quindi con un potere di corto circuito inferiore rispetto alle tradizionali centrali elettriche. In questo contesto in evoluzione le possibilità di buchi di tensione e microinterruzioni sono aumentate. Ecco perché gli UPS, un tempo pensati soprattutto per i data center, oggi sono fortemente impiegati anche in campo industriale. Ma a spingere la loro applicazione nelle industrie è anche la maggiore sensibilità delle utenze. Le produzioni hanno un’automazione avanzata, spesso con cicli di lavoro h24, o magari in camere bianche e ambienti sterili. In tempi di Industria 4.0, le esigenze energetiche sono più complesse e le tolleranze di tensione più ristrette. La qualità e la continuità dell’energia elettrica non possono venire meno se non si vuole andare incontro a mancate produzioni, danni alle apparecchiature e a un costoso e complicato ripristino dei processi.

Piller come risponde a queste esigenze dell’industria?

“Anzitutto i nostri UPS possono con-

A fianco, l’edificio che ospita gli uffici di Piller Italia ad Agrate Brianza (MB). Sotto, la sede centrale a Osterode, in Germania

tare sui sistemi a volano fino a taglie da 60 MJ, che sono i più grandi al mondo e riescono a garantire un’autonomia di un minuto a un carico di 1 MW. Hanno quindi prestazioni simili a un sistema batteria, ma con notevoli vantaggi: per esempio la vita attesa molto più lunga, fino a 25 anni, il ridotto spazio necessario per l’installazione, fino a cinque volte inferiore, e il minor costo, se consideriamo di voler proteggere carichi da 5 o 10 MW. Nel settore industriale, i nostri volani stanno trovando crescente applicazione anche nell’ambito della cogenerazione, dove garantiscono il funzionamento in isola e la protezione del carico.

Utilizzando motori a gas, infatti, i cogeneratori soffrono molto le variazioni di carico. L’UPS Piller protegge l’impianto di cogenerazione dalle microinterruzio-

ni e dai buchi di tensione e stabilizza frequenza e tensione, consentendo l’esercizio in isola dello stabilimento”.

Piller Italia come è organizzata?

“La filiale è concentrata sul mercato italiano e si occupa dell’attività commerciale, dell’assistenza e manutenzione delle macchine Piller, che vengono costruite negli stabilimenti in Germania. Svolgiamo l’installazione e la messa in servizio dei nuovi macchinari, oltre alla manutenzione ordinaria e straordinaria. La tecnologia Piller, per la verità, è talmente affidabile da richiedere interventi su chiamata davvero molto rari”.

In quali settori industriali avete trovato i maggiori riscontri negli ultimi anni?

“Sotto il profilo delle vendite, il 2022 è stato l’anno delle aziende del settore semiconduttori. Stiamo stati coinvolti inoltre nel progetto per la costruzione della più grande fabbrica europea di pannelli fotovoltaici in Sicilia. Negli anni precedenti, dal 2019 al 2021, abbiamo lavorato molto per il settore farmaceutico, anche grazie agli ordini di una grande multinazionale. Prestigiose referenze non sono mancate infine nell’industria alimentare. Per noi, i grandi stabilimenti rappresentano un target piuttosto naturale, poiché siamo in grado di fornire anche sistemi in media tensione”.

25 energia
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023
UPS rotante

✔ Soluzioni per l’Industria 4.0

4.0

✔ Sistemi di controllo (DCS, PLC, PC industriali)

✔ Strumentazione industriale di misura e controllo

✔ Interfacciamento HMI

✔ Sensoristica

✔ Quadri e regolatori

✔ Software per l’industria

✔ SCADA, telecontrollo e reti tecnologiche

✔ Strumentazione da laboratorio

✔ Valvole e attuatori

✔ Efficienza energetica

✔ Motion control

✔ Fieldbus e comunicazione

✔ IoT per l’industria

Fiera di Verona

18-19 ottobre 2023

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Verona si conferma l’evento verticale
riferimento Organizzato da 18 edizioni di successo 7.000 operatori previsti +200 aziende rappresentate 20 convegni plenari +40 workshop Sessioni anche online In concomitanza con MCMA Mostra Convegno Manutenzione Industriale e Asset Management
di

RISPARMIARE ENERGIA E CO2 GRAZIE ALLA COGENERAZIONE

Nel 2021 l’industria dei salumi ha fatturato 8.2 miliardi di euro (dato Ismea, l’istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), nonostante la congiuntura non proprio favorevole dell’ultimo periodo, confermando una crescita rispetto all’anno precedente. Clai (Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi) è una cooperativa agricola che opera nell’agroalimentare sia nel settore dei salumi, con una particolare specializzazione nel segmento del salame, che in quello delle carni fresche, dei formaggi e dei latticini. Questa cooperativa, fortemente legata al territorio, è stata fondata nel 1962, vanta

245 soci, oltre 570 dipendenti, 3 stabilimenti produttivi, 1 allevamento di proprietà, 350 ettari di terra e 7 negozi di vendita diretta al pubblico.

Clai ha colto la sfida di razionalizzare i consumi di energia e di ridimensionare l’impatto ambientale, optando per la cogenerazione di

AB, punto di riferimento globale di questo settore. L’impianto di AB è stato installato nello stabilimento di Via San Silvestro, a Faenza (RA), sulla base dei risultati positivi ottenuti grazie alla precedente esperienza con un impianto di biogas realizzato nel 2012, ritenendo la soluzione cogenerativa molto interessante per abbattere i costi energetici e rendere la produzione meno impattante sull’ambiente.

Il cogeneratore è stato realizzato da AB nel secondo semestre del 2020 ed è entrato in funzione nel febbraio 2021. L’impianto ha una potenza elettrica pari a 900 kWt

> estrusori > dosatori > componenti > trasporto pneumatico > sistemi completi

e l’energia prodotta viene quasi totalmente impiegata per il sito produttivo. La potenza termica è di 935 kWt e il calore recuperato tramite la caldaia viene utilizzato direttamente nel processo produttivo o utilizzato per scaldare acqua (anche vapore) sempre a servizio dello stabilimento. I benefici totali si riassumono in una riduzione dei consumi energetici di circa il 20-25%, un taglio delle bollette di elettricità e metano della stessa percentuale e in un abbattimento di immissione di CO2 in atmosfera di circa 1070 tonnellate l’anno. In un periodo di crisi e insicurezza energetica come quello attuale, per un’impresa riuscire ad abbattere i costi energetici fa davvero la differenza.

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Minebea Intec ha presentato a Interpack 2023 una serie di nuovi prodotti. L’attenzione si è concentrata sulla pionieristica tecnologia MiWave del metal detector Mitus e su un’interfaccia utente di nuova concezione per le selezionatrici ponderali.

SOLUZIONI INTELLIGENTI PER PESATURA E ISPEZIONE

Il rilevatore di metalli Mitus, grazie all’innovativa tecnologia MiWave, rileva i più piccoli corpi estranei metallici anche in presenza di grandissimi effetti prodotto

Con le nuove celle di carico EMFC sviluppate internamente, Minebea Intec amplia il proprio portafoglio e offre ora ancora più prodotti specifici per l’impiantistica. Nel settore delle selezionatrici ponderali, l’azienda ha presentato a Interpack 2023 le novità della selezionatrice ponderale Essentus, oltre ad aver esposto il nuovo sistema di ispezione a raggi X DyPipe e l’innovativo indicatore di peso Touch Midrics 3: l’ultima soluzione di visualizzazione per le bilance a piattaforma. Tutti i prodotti sono versatili e soddisfano i requisiti del settore con standard qualitativi estremamente elevati. Il pezzo forte dello stand espositivo di Minebea Intec è stato però il metal detector Mitus® che, con l’innovativa tecnologia MiWave, consente un rilevamento preciso di oggetti estranei, anche in presenza di elevati effetti prodotto. I dispositivi di rilevamento metalli affidabili nell’industria alimentare si distinguono perché compensano gli effet-

ti del prodotto, ossia l’influenza che il prodotto stesso ha sul campo elettromagnetico. Il metal detector Mitus affronta questa sfida con la tecnologia MiWave. MiWave utilizza un processo per modulare il segnale di trasmissione per un certo numero di frequenze, quindi le separa e le valuta singolarmente utilizzando un algoritmo intelligente. Grazie a questa suddivisione in più segnali, i prodotti possono essere ispezionati da più punti di vista.

Questo contenuto informativo aumentato consente di ottenere una maggiore sensibilità di ricerca nonostante gli elevati effetti prodotto. Inoltre, questa tecnologia è meno sensibile alle fluttuazioni, come le variazioni di temperatura o i processi di condensazione. Il risultato per i produttori di alimenti: massima sicurezza dei prodotti e massima produzione. Il metal detector Mitus è disponibile in dimensioni standard con la bobina di rilevamento

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023 28 macchine www.interprogettied.com

rettangolare, rotonda o compatta, il che significa che può essere integrato in sistemi di produzione anche con spazio limitato. Ciò significa che il Mitus può anche essere facilmente combinato con una tecnologia di pesatura aggiuntiva, se necessario.

“Con il Mitus offriamo agli utenti una soluzione premium per il rilevamento dei metalli”, ha spiegato Linus Dellweg, Global Product Manager di Minebea Intec. “Gli utenti possono inoltre contare sulla nostra alta qualità ‘Made in Germany’”.

INTERFACCIA PER LE SELEZIONATRICI PONDERALI

Un altro punto di forza dello stand espositivo è stato la nuova interfaccia utente per le selezionatrici ponderali. L’interfaccia è caratterizzata da un funzionamento intuitivo e offre quindi la massima facilità d’utilizzo. Le selezionatrici ponderali possono essere facilmente configurate, controllate, testate e verificate con l’interfaccia. Sia che si tratti di programmare un nuovo prodotto, di regolare i parametri della linea o di definire un protocollo di lotto, l’interfaccia semplifica il lavoro e lo rende più efficiente. Il terminale operatore visualizza l’efficienza complessiva dell’apparecchiatura (OEE) e altre statistiche basate sui risultati di pesatura correnti. Sono di-

sponibili varie funzioni di registro per le verifiche. Il terminale operatore è completamente certificato MID con la tecnologia di pesatura Minebea Intec.

DYPIPE, IL SISTEMA DI ISPEZIONE

A RAGGI X

I visitatori dello stand, inoltre, hanno potuto vedere in azione il nuovo si stema di ispezione a raggi X DyPipe. DyPipe garantisce un livello di sicu rezza elevato per i prodotti viscosi e liquidi ed è stato sviluppato per rile vare in modo attendibile i corpi estranei in metallo, pietra, plastica, ossa e vetro e allo stesso tempo espellere i prodotti di fettosi o contaminati.

DyPipe è dotato di un sistema di intro duzione dei campioni di prova che consente una verifica nel proces so. In questo modo è

Con la nuova interfaccia utente è possibile configurare, controllare, testare e verificare facilmente le proprie selezionatrici ponderali

garantita la certezza di un processo di produzione ottimale, senza dover perdere tempo per eseguire delle verifiche a impianto fermo. Per gli elevati requisiti igienici previsti nelle applicazioni di trattamento della carne, DyPipe è equipaggiato con un espulsore facile da aprire che è stato sviluppato appositamente a questo scopo. Questo sistema con -

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LA TECNOLOGIA DI AETNA GROUP ARRIVA IN ALGERIA

Un appuntamento di grande richiamo arriva dall’area nordafricana: è Djazagro, la fiera dedicata ai settori della lavorazione, conservazione e imballaggio dei prodotti alimentari in programma al Palais des Expositions de la SAFEX di Algeri (Algeria) dal 5 all’8 giugno 2023. La manifestazione prende il nome da “Djazair” – che in lingua locale significa Algeria – e “agro”, a richia-

mare la filiera agroalimentare che, negli ultimi 15 anni, si è sviluppata a tal punto da imporsi quale seconda industria del paese dopo quella degli idrocarburi. L’Algeria, infatti, rappresenta a tutti gli effetti una terra dalle grandi opportunità: le città, i terreni agricoli e le attività industriali concentrate nel Nord si sposano con un’area meridionale caratterizzata dal deserto del Sahara, ricco di risorse naturali e di idrocarburi.

Aetna Group è consapevole dell’importanza di un sistema commerciale capace di valorizzare il Made in Italy della propria tecnologia in tutto il mondo, con un servizio tailor made in grado di interpretare le esigenze differenti delle varie aree di mercato: è ciò che rappresenta il DNA della sua filosofia aziendale di One Global Company con una strategia local for local ben definita e strutturata. La presenza

del Gruppo a Djazagro asseconda questi principi e vede protagoniste le BU Robopac Packers e Robopac Systems allo Stand D038 del Padiglione Centrale.

Le fardellatrici a film continuo e barra saldante con film termoretraibile, le macchine wrap-around, i vassoi, le linee combinate e i palettizzatori: sono queste le “anime” tecnologiche che sottendono la progettazione e la realizzazione di fardellatrici e incartonatrici di Robopac Packers, riconosciuta quale partner d’eccellenza dalle più grandi multinazionali attive in differenti settori e alle quali garantisce competenza e soluzioni innovative. Ad essa si affiancano i sistemi e le macchine automatiche dedicate alla stabilizzazione dei carichi palettizzati di Robopac Systems, la cui tecnologia supporta la produzione di tavole, bracci e anelli rotanti, macchine avvolgitrici orizzontali e macchine avvolgitrici a nastro.

UN WHITE PAPER PER INDAGARE LA STORIA E LE EVOLUZIONI DEL FLOWPACK

Si è da poco conclusa l’edizione 2023 di Interpack, fiera dedicata al mondo del packaging che si è tenuta a Düsseldorf, in Germania, e che riunisce le innovazioni e le principali tendenze del momento. Dalla sostenibilità alla digitalizzazione, l’appuntamento è ormai un importante trendsetter globale per i temi futuri dell’industria a cui partecipano tutti i principali attori del settore.

Tra loro c’è anche Cavanna Spa, azienda esperta nei sistemi di confezionamento flowpack attiva nella progettazione, produzione e distribuzione globale di macchine automatiche e sistemi “chiavi in mano” per confezioni singole e multipack di prodotti alimentari e farmaceutici. Una realtà primaria del comparto

che ha portato in fiera, al fianco di innovativi macchinari, anche il white paper “Flowpack: il massimo col minimo. Alta protezione a basso impatto”; pubblicazione tecnico-scientifica nata da un’intuizione del Presidente di Cavanna Spa Riccardo Cavanna e a cura delle ricercatrici del Politecnico di Torino Beatrice Lerma, Doriana Dal Palù e Ottavia Burello in collaborazione con i principali player ed esperti del tema.

“Questo white paper nasce dalla volontà di rispondere a una domanda fondamentale, ovvero se sia possibile ipotizzare un futuro per il flowpack”, dichiara Riccardo Cavanna. “Un’idea nata e cresciuta con la consapevolezza che, come industria del packaging, è no-

stro dovere riscoprire la storia di questo pacchetto eccezionale guardandolo da più punti di vista, con l’obiettivo di valorizzare le sue straordinarie qualità e renderlo allo stesso tempo sempre più sostenibile.

La strada è già tracciata, ciò che bisogna fare ora è avviare una vera e propria taskforce tra produttori, decisori e consumatori per preservare il flowpack, oggi spesso demonizzato senza considerarne la storia, le potenzialità e le caratteristiche.

Un percorso da fare necessariamente insieme: da qui la volontà di fissare nero su bianco le informazioni e gli studi contenuti nel white paper, così da creare poi una community che, insieme, percorra la stessa strada”.

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023 30
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SAMSON -A name recognized worldwideas a synonym forhigh-quality work, entrepreneurial spirit and innovative strength. Today SAMSON is a worldwide leadingmanufacturer of expertlyengineered control valves, solutionsand accessories for all industrial processes

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TRE LINEE DI CONFEZIONAMENTO PASTA INSTALLATE IN MOZAMBICO

Altopack si rivela un partner tecnologico importante anche nei mercati emergenti: negli ultimi anni ha fornito tre linee produttive, una in piena pandemia, a Merec, azienda africana specializzata nel settore della pasta e dei prodotti da forno.

È una partnership relativamente recente, ma già di successo, quella in essere tra Altopack e Merec. L’installazione della prima linea produttiva risale al 2012, anno in cui l’azienda africana commissiona ad Altopack tre macchine “AOD PL” per il confezionamento di pasta lunga dotate anche di sistema di alimentazione. AOD è una confezionatrice per flow-pack a media velocità che può arrivare – a seconda della configurazione – a produrre fino 130 confezioni al minuto ed è caratterizzata da un elevato livello di automazione e da elevata flessibili-

ciclo di confezionamento, compreso quello secondario. La cartonatrice può riempire i cartoni di diverse dimensioni, il caricamento avviene dall’alto con un sistema pick and place ed è caratterizzata dalle sue dimensioni ridotte ed una totale compattezza.

tà. La versione PL della macchina è dedicata nello specifico al confezionamento di pasta lunga quali spaghetti, fettuccine e tagliatelle. Caratteristiche che l’hanno resa la scelta ideale per Merec, gruppo con sede in Mozambico che nel 2012 si è trovato a dare una risposta rapida all’esigenza di incrementare la produzione e il confezionamento per pasta.

Le performance di produzione sono state tali da portare Merec, pochi anni dopo, a commissionare una seconda linea produttiva, basata sempre su una macchina AOD dotata di sistema di caricamento. In questo caso la sfida non è stata soltanto tecnica: l’installazione è avvenuta infatti nel pieno della pandemia di Covid-19 ed ha richiesto di risolvere complesse problematiche connesse all’emergenza sanitaria: dal trasporto delle macchine, alle operazioni di installazione e messa in opera. Tutto si è svolto seguendo i più stringenti protocolli sanitari, sfruttando al

massimo le tecnologie in remoto: a partire dalle video call fino all’impiego di sistemi per l’assistenza a distanza. Le macchine Altopack sono infatti in linea con i protocolli dell’Industry 4.0 e dispongono di avanzati sistemi per il monitoraggio e controllo in remoto. In conclusione tutto si è svolto senza intoppi ed il collaudo della linea è avvenuto nei tempi previsti. Anche in questo caso, la linea ha messo in luce performance di produzione elevate, senza presentare problemi di funzionamento e manutenzione, fattori che hanno portato Marec ad ordinare una terza linea, in fase di installazione proprio in questi mesi. In tal caso non parliamo soltanto del confezionamento, ma anche della successiva fase di incartonamento, che verrà gestita tramite una macchina cartonatrice, ad ulteriore riprova della fiducia che Merec ripone in Altopack, un partner in grado di coprire efficacemente tutto il

Un’area in forte crescita

Merec non è il solo partner di Altopack sul continente africano. L’azienda italiana vanta infatti un portafoglio consolidato di clienti e un’ampia piattaforma di macchine già installate: 263 in totale all’interno di un mercato che comprende anche l’area Middle East e che è in fortissima crescita. L’approccio che Altopack adotta coi clienti è sempre lo stesso ed è basato sulla costruzione di un rapporto di fiducia reciproca e su un’assistenza costante, ma non solo. Altopack propone infatti una strategia di acquisto tarata in base alle specifiche esigenze di produzione e pensata in modo da consentire a tutti l’accesso alla soluzione più adeguata. Tutti possono avere accesso alla tecnologia Altopack, dai grandi brand ai piccoli contoterzisti, passando per le aziende di piccole e medie dimensioni.

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La sede centrale di Altopack ad Altopascio (LU) Confezioni di pasta lunga prodotte da Merec
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La filiale di Bologna

NOVEL FOOD: L’IMPORTANZA DEL CONTROLLO DEGLI ALLERGENI

Si chiamano novel food i cibi che utilizzano nuove tecnologie e inediti processi di produzione. Tra questi, anche la farina a base di insetti che, come conferma l’UE, può causare dei rischi e necessita di precisi requisiti di etichettatura per quanto riguarda l’allergenicità.

(Alphitobius diaperinus), congelati, in pasta, essiccati oppure in polvere.

IL REGOLAMENTO UE

Il 24 gennaio 2023, infatti, è entrato ufficialmente in vigore il Regolamento (UE) 2023/5 che consente la commercializzazione per uso alimentare della farina parzialmente sgrassata di Acheta domesticus all’interno di tutta una serie di prodotti che si è soliti consumare. Ad esempio:

• prodotti a base di cioccolato

• frutta a guscio e semi oleosi

• snack diversi dalle patatine

• preparati a base di carne

È innegabile che l’Unione

Lo scorso 24 gennaio è entrato in vigore il Regolamento (UE) 2023/5 che consente la commercializzazione per uso alimentare della farina parzialmente sgrassata di grillo. È necessario che vengano previsti precisi requisiti di etichettatura, in quanto gli insetti possono contribuire a causare pericolose reazioni allergiche. È per questo motivo che i laboratori pH di TÜV SUD si sono subito adoperati e sono in grado di svolgere un ruolo chiave per verificare l’assenza di allergeni in questi nuovi prodotti alimentari. L’inserimento di farine a base di insetti negli alimenti è una pratica ancora relativamente nuova e il loro uso è limitato in molti Paesi. Tuttavia, negli ultimi anni ci sono stati significativi progressi nell’accettazione da parte dei consumatori e delle autorità di regolamentazione nei confronti degli insetti come fonte di proteine per l’alimentazione umana. Alcune aziende hanno iniziato a introdurre alimenti contenenti farine di insetti sul mercato, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti.

Questi nuovi alimenti appartengono alla categoria dei novel food, ossia a tutti quei cibi innovativi o prodotti, tradizionalmente consumati al di fuori dell’UE, che utilizzano nuove tecnologie e processi di produzione. Questi prodotti hanno iniziato ad essere regolamentati nei mercati europei a partire già dal 2021: a giugno è arrivata la larva del Tenebrio molitor (inizialmente solo in forma essiccata e poi nel 2022 anche congelata), alla fine del 2021, la Locusta migratoria e adesso la farina parzialmente sgrassata di grillo (Acheta domesticus) e i vermi della farina minore

• pane e panini multicereali, cracker e grissini, barrette ai cerali

• premiscele per prodotti da forno (secche), biscotti, prodotti a base di pasta (secchi), prodotti a base di pasta farcita (secchi)

• salse

• prodotti trasformati a base di patate

• piatti a base di leguminose e di verdure

• pizza e prodotti a base di pasta

• siero di latte in polvere

• prodotti sostitutivi della carne

• minestre e minestre concentrate o in polvere

• snack a base di farina di granturco

• bevande tipo birra

Europea veda negli insetti, e in generale nelle cosiddette proteine alternative, una possibile soluzione all’aumento del costo delle proteine animali, al loro impatto ambientale, all’insicurezza alimentare, alla crescita della popolazione e alla corrispondente e crescente domanda di proteine. Tuttavia, l’UE è ben consapevole anche dei rischi che possono derivare dai novel food e per questo istituisce precisi requisiti di etichettatura per quanto riguarda l’allergenicità. Gli insetti, infatti, possono causare reazioni allergiche anche gravi (shock anafilattico) a soggetti già sensibili a crostacei, molluschi ed acari della polvere, specie evolutivamente vicine e che condividono tra di loro quindi potenziali allergeni. Nell’etichettatura di questi novel food va specificato che possono provocare reazioni allergiche in soggetti che sono già allergici a crostacei, molluschi ed acari. E anche il consumo prolungato e assiduo potrebbe condurre ad una sensibilizzazione anche in chi non è allergico.

Con l’introduzione di questo nuovo ingrediente nella filiera alimentare, considerando la sempre più articolata e complessa catena di approvvigionamento e produzione, si possono verificare più frequentemente casi di contaminazione crociata, anche a causa di una maggiore presenza di tracce di Acheta domesticus in prodotti che normalmente non lo dovrebbero contenere.

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sicurezza

PIATTAFORMA INTEGRATA PER MIGLIORARE L’ATTIVITÀ DI PICKING

Silwa è il software di gestione del magazzino sviluppato a partire dalle esigenze del cliente, in grado di supportare le attività degli operatori, ottimizzare i processi, migliorare la gestione della merce e garantire un flusso di picking ben congeniato.

Realtà trevigiana che da oltre 25 anni opera nell’ambito della supply chain attraverso la progettazione, la realizzazione e l’avviamento di software di supervisione dei sistemi logistici e produttivi di piccole, medie e grandi aziende, Stesi ha messo a punto Silwa, una piattaforma software integrata che combina in un unico sistema le funzionalità dei sistemi WMS e MES.

Il WMS (Warehouse Management Solution) gestisce le operazioni di evasione degli ordini, dal centro di distribuzione allo scaffale del negozio (accettazione, stoccaggio, prelievo, imballo e spedizione), mentre il sistema MES (Manufacturing Execution System) gestisce l’intero sistema produttivo di un’azienda, monitorando la produzione, raccogliendo dati e ottimizzando i processi favorendo la tracciabilità dei lotti, il rilevamento dei tempi di lavorazione e il miglioramento della produzione. I due software sono in grado di integrarsi con facilità con i sistemi già in uso presso i clienti, garantendo l’ottimizzazione dello spazio di magazzino e dei mezzi impiegati, un minor impiego di personale, un minor rischio di infortuni sul lavoro, una maggiore produttività e, non ultimo, un minor livello di emissioni e consumi a tutto vantaggio dell’impatto ambientale dell’impresa-cliente.

È proprio l’utilizzo di Silwa ad accomunare aziende apparentemente così diverse fra loro, come Roberto

Alimentare (leader di mercato in Italia nel settore dei prodotti da forno), Samo Industries (noto brand del mondo dell’arredobagno) e Alluflon (brand del gruppo manifatturiero internazionale Alluflon Group operante nel campo degli utensili da cucina e presente sul mercato anche con i brand Moneta e Berndes) e molte

altre aziende operanti nei settori più diversi: alimentare, vendita al dettaglio, mobili, elettronica, meccanica, chimica, edilizia, refrigerazione, trasporti e logistica.

UN SUPPORTO AGLI OPERATORI

La suite Silwa consente alle aziende, tra l’altro, di gestire e supervisionare uno degli aspetti più importanti delle loro attività quotidiane: il picking, l’attività di prelievo, smistamento e ripartizione di materiale da un’unità di carico ad un’altra, processo fondamentale nella gestione logistica del magazzino.

“Il picking può essere considerato a tutti gli effetti il cuore pulsante di un’azienda ed è evidente che la sua ottimizzazione non comporta solo benefici in termini di risparmio (di tempo, denaro e risorse impiegate), ma anche di fluidità ed efficacia dell’azienda stessa”, spiega Matteo Corazza, Product Owner di Stesi.

In tempi come quelli attuali, in cui la quantità di prodotti in circolazione, il numero di ordini e le aspettative sono estremamente elevate, gli errori devono necessariamente essere ridotti al minimo. È qui che emerge l’utilità delle nuove tecnologie, in grado di supportare le attività degli operatori, ottimizzare i processi e la gestione della merce, come Silwa.

Quella del picking di magazzino è

un’attività che ha un grande impatto sull’economia dell’azienda. Considerato che i costi associati al prelievo dei materiali possono superare il 50% dei costi complessivi di magazzino, non sorprende che il picking sia stato oggetto di importanti evoluzioni nel tempo, trasformandosi in una procedura sempre più ottimizzata e capace di aumentare i rendimenti aziendali. Un flusso di picking ben congeniato, inoltre, è l’ideale per riuscire ad eliminare gli errori. Non si tratta, naturalmente, solo di selezionare il giusto materiale e recuperarlo nel minor tempo possibile e con il minor dispendio di energie, ma anche di ottimizzare nel complesso l’intera gestione del magazzino, a partire dalla distribuzione della merce tenendo conto di pesi e ingombri all’interno dell’unità di carico per posizionare la merce più pesante in basso e quella più delicata o piccola in alto, ma anche considerando scadenze dei lotti e date di produzione, per garantire lo svuotamento ottimale del magazzino.

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Il genio di Georg H. Endress e la solidità di Ludwig Hauser diedero vita nel 1953 a una realtà destinata a diventare un player globale della strumentazione di misura e dell’automazione. L’azienda sta affrontando con successo il ricambio generazionale: Matthias Altendorf sarà il nuovo presidente e Steven Endress, nipote del fondatore, entrerà nel Supervisory Board.

I 70 ANNI DI ENDRESS+HAUSER, CHE PREPARA IL PASSAGGIO

ALLA TERZA GENERAZIONE

E dire che tutto era partito, nel 1953, da una coppia che a prima vista pareva improbabile che potesse creare un’azienda, ovvero quella formata dall’ingegnere svizzero Georg H. Endress, di 29 anni, e dal tedesco Ludwig Hauser, di 58 anni, direttore di una banca cooperativa. Invece i due si completavano perfettamente. La visione e l’impulso dell’uno, quanto la prudenza e l’esperienza dell’altro sono stati determinanti per il successo.

DAL RETROBOTTEGA AL MERCATO INTERNAZIONALE

L. Hauser KG aprì i battenti il primo di febbraio di quell’anno. La giovane azienda aveva sede nell’appartamento di Hauser a Lörrach, in Germania, ed era finanziata con un modesto capitale iniziale di 2.000 marchi tedeschi. L’azienda prese il nome dalla moglie di Ludwig Hauser, Luise, che figurava nel registro delle imprese come azionista.

La giovane realtà iniziò con la vendita di innovativi sensori di livello elettronici. Non passò molto tempo prima che Endress iniziasse a sviluppare strumenti per conto proprio. Nel 1955 registrò il suo primo brevetto presso quello che oggi è noto come Istituto federale per la proprietà intellettuale. La produzione avveniva in spazi affittati, con i dipendenti distribuiti in diversi edifici che venivano chiamati scherzosamente, ma affettuosamente “capanne”.

Nel 1957 l’azienda iniziò ad operare con il nome di Endress+Hauser, registrando una forte crescita e continuando a ritagliarsi nuove nicchie di mercato. Ampliò continuamente il portfolio aggiungendo nuovi principi di misura e perseguendo opportunità commerciali in altri paesi. La prima filiale estera fu creata nel 1960 nei Paesi Bassi. Altri centri di vendita seguirono praticamente ogni anno.

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In alto,la sede della Holding a Reinach, vicino a Basilea

L’azienda ha poi ampliato la propria offerta attraverso acquisizioni e start-up. La registrazione, l’analisi dei liquidi e le misure di portata sono stati aggiunti come nuovi campi di attività, seguiti successivamente dalle tecnologie di misura della pressione e della temperatura. Endress+Hauser si è trasformata in un fornitore completo per l’indu -

stria di processo. A quel punto, l’era Hauser era già storia. La famiglia Endress divenne l’unico azionista nel 1975.

PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DIVENTANO GLOBALI

Klaus Endress ha preso le redini del Gruppo dal padre nel 1995. Negli anni successivi ha ampliato l’attività

rapporto tra la famiglia Endress e l’azienda

al di là della strumentazione di processo, passando ai servizi e alle soluzioni di automazione. Ha anche affrontato le sfide commerciali in un mondo globalizzato. Dopo aver creato centri di vendita in tutto il mondo, anche la produzione è diventata globale; le moderne tecnologie informatiche hanno garantito l’interconnessione tra i vari settori.

Per 19 anni Klaus Endress ha dato la sua impronta personale non solo al Gruppo, ma anche alla cultura aziendale. Ha sempre riconosciuto la lealtà e la responsabilità come valori fondamentali nelle relazioni tra clienti, dipendenti e azionisti. Il futuro dell’azienda, in quanto familiare, gli è sempre stato a cuore. Ha guidato i lavori per la stesura di uno statuto in cui la famiglia azionista dichiara che Endress+Hauser deve rimanere un’azienda familiare di successo. Alla morte di Georg H. Endress, nel 2008, questa frase è diventata la sua eredità.

FOCUS SULLA DIGITALIZZAZIONE E L’ANALISI

Operatori nello stabilimento di Maulburg, in Germania, nel 1961

Nel 2014 Matthias Altendorf ha assunto la carica di CEO. Non è un membro della famiglia Endress, ma lavora nell’azienda da oltre 25 anni. Lo specialista di analisi di laboratorio Analytik Jena faceva già parte del

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Il Family Council decide su tutte le questioni importanti che riguardano il

Gruppo in quel momento. Ulteriori acquisizioni hanno rafforzato l’analisi dei processi e la misura dei parametri di qualità. Inoltre, Matthias Altendorf ha portato avanti il tema della digitalizzazione nei prodotti, nell’interazione con i clienti e nei processi aziendali.

Durante la pandemia di Coronavirus, la digitalizzazione estesa ha dimostrato il suo valore. Endress+Hauser ha potuto assistere i clienti a distanza

Il nuovo management

e ha affrontato bene la crisi. Ma le sfide non accennano a diminuire. L’attacco russo all’Ucraina ha portato a dure sanzioni; Endress+Hauser ha dovuto smettere di lavorare in Russia. Il conflitto ha inoltre offuscato le prospettive economiche.

UN ANNIVERSARIO NEL SEGNO DELLA FIDUCIA E DELLA STABILITÀ

Tuttavia, Endress+Hauser entra nell’anno del suo anniversario con

fiducia. Il Gruppo supporta i clienti in sfide importanti come la digitalizzazione e la decarbonizzazione. Endress+Hauser contribuisce all’approvvigionamento, alla nutrizione e alla salute delle persone. L’azienda è solida; la sua impronta globale garantisce stabilità. E la famiglia di azionisti ha tutte le carte in regola per garantire un passaggio di responsabilità senza problemi alla terza generazione.

Klaus Endress, come confermato dall’azienda in un comunicato di febbraio, lascerà le sue responsabilità di Presidente del Supervisory Board. Gli succederà il Ceo Matthias Altendorf. Il prossimo Ceo del Gruppo sarà Peter Selders, attuale responsabile del centro di competenza per la tecnologia di misura di livello e pressione. Steven Endress, attualmente amministratore delegato di Endress+Hauser UK, diventerà il secondo membro della famiglia a far parte del Supervisory Board.

Klaus Endress ha dato la sua impronta allo sviluppo di Endress+Hauser per quasi 45 anni. Nel 1979 è entrato a far parte dell’azienda fondata dal padre. Ha poi assunto la direzione del Gruppo nel 1995.

Nel 2014 ha ceduto la gestione quotidiana dell’azienda a Matthias Altendorf ed è diventato presidente del Supervisory Board. L’impronta che ha dato all’azienda è viva ancora oggi. Negli ultimi anni si è anche concentrato per garantire un agevole ricambio generazionale all’interno della famiglia degli azionisti.

Matthias Altendorf assumerà la carica di presidente del Supervisory Board il primo gennaio 2024. Sarà proposto per l’elezione all’assemblea generale annuale del 3 aprile 2023.

Secondo Klaus Endress, gli azionisti ritengono che sia la persona giusta per questa posizione: “Conosce la nostra azienda da 35 anni e ha guidato il Gruppo con prudenza e successo per quasi un decennio. Altendorf incarna inoltre in modo esemplare la cultura di Endress+Hauser e rappresenta i valori che contraddistinguono la nostra azienda”.

Peter Selders assumerà il ruolo di Ceo. Il dirigente 53enne, che ha conseguito un dottorato di ricerca in fisica, è entrato in Endress+Hauser nel 2004 e dal 2019 guida il centro di competenza per le tecnologie di misura di livello e pressione con sede a Maulburg, in Germania.

Queste decisioni sono state prese con grande attenzione e con ampie discussioni tra gli azionisti, la famiglia e il Supervisory Board. “È ovvio che la famiglia continuerà a essere strettamente

legata all’azienda”, sottolinea Klaus Endress. Come in precedenza, sarà rappresentata da due membri del Supervisory Board. Oltre a Sandra Genge, Steven Endress entrerà a far parte del Consiglio di amministrazione il primo gennaio 2024. Il 44enne nipote del fondatore dell’azienda lavora per Endress+Hauser dal 2012 e dal 2016 ricopre il ruolo di Ceo nel Regno Unito.

Anche se Klaus Endress non avrà più un ruolo attivo in Endress+Hauser, rimarrà presidente del Family Council, che decide su tutte le questioni importanti nel rapporto tra la famiglia e l’azienda.

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Dal primo gennaio 2024 Matthias Altendorf succederà come presidente del Supervisory Board di Endress+Hauser a Klaus Endress, figlio del fondatore

LA SPETTROSCOPIA IR RADDOPPIA LA GARANZIA DI QUALITÀ IN RAVIOLIFICIO

Un microforo nel packaging comporta una riduzione della shelf life dei prodotti, nonché conseguenze importanti sulla qualità. Negli alimenti confezionati in MAP (modified atmosphere packaging) provoca, ad esempio, la formazione di muffe, il cambio di colore e la variazione del sapore, portando a possibili richiami o ritiri, con conseguenze economiche e danni alla reputazione del brand. Per ovviare a ciò, l’azienda di pasta fresca “Scoiattolo” ha introdotto la spettroscopia IR per il controllo in linea dei microfori sviluppata da Antares Vision Group – partner tecnologico d’eccellenza nella digitalizzazione e nella gestione integrata dei dati, leader globale nelle soluzioni di tracciabilità, e tra i principali player nei sistemi di ispezione per il controllo qualità – con tecnologia FT System. Oltre al riscontro sui fori, la macchina consente di verificare la correttezza delle informazioni obbligatorie in etichetta (come data di scadenza o codice lotto) e nel codice a barre, la cui assenza renderebbe il prodotto invendibile. Un errore, infatti, nei dati obbligatori di etichettatura comporta il richiamo del bene o il ritiro dal mercato, con conseguenze sulla reputazione del brand, sulle spese di smaltimento e su quelle legali in caso di controversie.

La scelta di Scoiattolo si è rivelata lungimirante, visto che l’azienda ha registrato una riduzione di non conformità dovute a microfori e a confezioni non correttamente saldate pari a circa

La tecnologia di Antares Vision Group per il controllo in linea dei microfori ha consentito a Scoiattolo di aumentare la shelf life e ridurre i richiami dei prodotti.

il 45% (periodo settembre-dicembre 2022 vs settembre-dicembre 2021).

“L’adozione di questo tipo di soluzioni è stata valutata all’interno di un progetto più ampio che ha, come fine, il miglioramento dei flussi di produzione”, spiega Giacomo Tamborini, Innovation & Edp Manager di Scoiattolo. “La scelta, supportata da analisi, confronti con Antares Vision Group e con le figure operative del reparto di confezionamento, nonché da varie prove effettuate su produzioni campione, è ricaduta sul sistema di ispezione FT System, la cui adozione ci ha permesso di introdurre un controllo puntuale e completo su possibili non conformità della confezione di pasta, a ulteriore garanzia della qualità del processo”.

UN OCCHIO ALLA SOSTENIBILITÀ

La vera innovazione è stata l’introduzione dell’ispezione dei microfori nel packaging, che permette il controllo non distruttivo – senza la necessità di distruggere il campione, permettendo la ripetibilità della misura esattamente sullo stesso prodotto – della totalità delle confezioni, con un impatto positivo sulla sostenibilità”, specifica Tamborini. “La tecnologia sostituisce i metodi tradizionali, distruttivi e a campione, di controllo qualità dei prodotti MAP riducendo così la quantità di

packaging destinato a diventare rifiuto. “Gli impatti positivi prospettati si sono in gran parte tradotti in una forte riduzione delle non conformità derivanti da fori e fessurazioni. Come per ogni investimento, la fase preliminare ha visto anche la valutazione del ROI ma, al di là dell’impatto economico, Scoiattolo ha ritenuto di procedere con l’introduzione di questa tecnologia per aumentare ancor più il livello qualitativo della produzione, tema per noi imprescindibile e centrale. Avere statistiche puntuali relative agli scarti e alle relative cause ci permette di intervenire in modo tempestivo, riducendone le percentuali all’interno del reparto di confezionamento”, conclude Tamborini. Un miglioramento netto, dunque, anche in termini di lotta allo spreco.

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Phoenix Contact festeggia 100 anni con una crescita record e lo sguardo costantemente rivolto al futuro, grazie a soluzioni per l’automazione e l’elettrificazione che favoriscono la riduzione delle emissioni e la sostenibilità dei processi industriali.

DESTINAZIONE ALL ELECTRIC SOCIETY

Dopo un secolo di storia, Phoenix Contact continua ad avere voglia di futuro. Un futuro che per il pianeta sarà possibile solo se verrà condotta una reale transizione energetica ed ecologica. Ne è ben consapevole l’azienda che ha sede centrale a Blomberg, in Germania, e che da tempo sta orientando investimenti e sviluppo verso la sostenibilità. Con una mission chiara: dare un contributo determinante nella realizzazione della “All Electric Society”. Un impegno che sta interessando tutti i quattro “pillars” di Phoenix Contact: Industria, Infastrutture, Energia e E-mobility.

ITALIA, UN MERCATO STRATEGICO

Protagonista internazionale nelle soluzioni per il settore automazione, elettrificazione e messa in rete, Phoenix Contact compie dunque nel 2023 i suoi primi 100 anni, che ha voluto festeggiare anche in Italia, un mercato strategico per la società, con una conferenza a Milano lo scor-

so febbraio. “Non è così scontato che una lunga esistenza sia sinonimo di successo. Alcuni colossi del Novecento oggi sono ridimensionati per non aver colto i passaggi chiave dell’innovazione. La nostra realtà non ha invece mai smesso di crescere, nelle dimensioni ma anche nella raccolta di nuove sfide e nell’espansione in nuovi mercati”. Francesco Lanzani, presidente e direttore generale di Phoenix Contact Italia, si appassiona nel raccontare le tappe principali della storia e i prossimi progetti dell’azienda alla stampa tecnica intervenuta nell’avveniristica location di Factory NoLo, a pochi passi da Piazzale Loreto. “Oggi stiamo vivendo una nuova fase di cambiamento, avendo intrapreso il percorso verso la All Electric Society”.

Phoenix Contact conta oltre 20mila addetti, 11 stabilimenti produttivi e 55 filiali nel mondo. Nel 2022 ha generato un fatturato record di oltre 3,5 miliardi di euro. “La società è cresciuta nel tempo anche attraverso le acquisizioni, che

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sono sempre state inerenti alla nostra tecnologia e integrate nell’organizzazione”, ha continuato Lanzani. Non sono mancati i momenti complicati. “Anche i nostri numeri hanno risentito della crisi finanziaria del 2008 e 2009, e dell’emergenza Covid nel 2020, ma appena i mercati si sono normalizzati siamo ripartiti rapidamente e con slancio. Una reazione consentita anche dalla motivazione e dalla serenità dei dipendenti, che nei momenti più duri dell’economia internazionale sono sempre stati rassicurati dai vertici: l’ultimo esempio riguarda gli aumenti salariali erogati per aiutare le famiglie ad affrontare l’incremento delle bollette energetiche. Gli scorsi due anni sono stati di crescita intensa, che in Italia nel 2022 ha superato il +19%, grazie a un fatturato di 151 milioni di euro”.

La capacità attrattiva dell’azienda appare esemplificata dalla stessa biografia di Lanzani, in forza a Phoenix Contact Italia ormai dal 2000.

“Abbiamo una mission chiara, sem pre più orientata al tema della so stenibilità, cruciale per la stessa esistenza futura del pianeta. Credo che le aziende stiano mostrando di poter contribuire alla questione ambientale laddove la politica da sola non riesce”.

Se gli stabilimenti produttivi in Germania sono già carbon neutral dal 2021, l’obiettivo della società è raggiungere entro il 2030 le emissioni zero per tutta la sua catena del valore. Ma il contri buto alla “All Electric Society” passa ovviamente anche dalle soluzioni per la riduzione delle emissioni dei propri clienti e per le tante applicazioni nella produzione di energie rinnovabili, oltre che per l’e-mobility, un settore destinato a una crescita esponenziale. In tale contesto, in veloce evoluzione, il mercato italiano continua a essere centrale per l’azienda, venendo solo dopo a Germania, Usa e Cina. Lanzani ha commentato anche il pro-

blema della carenza di chip sulle filiere globali che ha contraddistinto la fase di ripresa post Covid. “Certo non è stato facile governare il rilancio della domanda nel 2021 e 2022, soprattutto per le complicazioni nell’approvvigionamento dei semiconduttori, ma ora la situazione sta nettamente migliorando”.

VERSO LA PRODUZIONE INTELLIGENTE DI ENERGIA PULITA

Phoenix Contact ha ridefinito le proprie strategie e riorganizzato la sua struttura a livello mondiale per raggiungere gli obiettivi a favore del clima nel 2030.

Da un paio di anni a questa parte, l’azienda ha effettuato importanti investimenti nel networking, nell’elettrificazione e automazione, potenziando la ricerca e sviluppo per la creazione di tecnologie a favore di una sempre più concreta “All Electric Society”. Per Phoenix Contact la sostenibilità si sviluppa su tre dimensioni: sociale, economico-finanziario e ambientale, insieme creano un circuito virtuoso capace di rendere disponibili a tutti le energie ottenute da fonti rinnovabili.

“All Electric society” significa anche fare in modo che l’elettricità diventi a sua volta energia primaria prodotta in modo sostenibile, convertita in altre fonti di energia liquida o gassosa, assolutamente neutre dal punto di vista della CO2

Il cosiddetto accoppiamento di setto-

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re rende concreto il concetto di produzione intelligente dell’energia pulita. Si tratta di un collegamento in rete completo e intelligente dei settori dell’energia, dell’industria, della mobilità, delle infrastrutture e dell’edilizia, sia in termini di informazioni che di energia. “L’obiettivo è un sistema globale efficiente ed equilibrato in cui l’energia in eccesso possa sempre essere indirizzata dove è necessaria. La base per questo è la massima elettrificazione e la successiva digitalizzazione, l’interconnessione e l’automazione di tutti i settori.

Le tecnologie di base sono già disponibili: dal 5G via TSN al Single Pair Ethernet, è possibile implementare un’infrastruttura di comunicazione senza interruzioni tra i numerosi dispositivi installati dal livello sensoreattuatore fino al sistema IT.

Su questa base, gli standard di comunicazione come OPC UA, le piattaforme di controllo aperte come PLCnext Technology di Phoenix Contact, le soluzioni software per container come Docker, i progetti open source come il framework MORYX pubblicato da Phoenix Contact su Github e gli ambienti di sviluppo low-code accelerano la gestione di progetti e applicazioni intersettoriali.

Phoenix Contact propone una serie di soluzioni che, acquisite dai clienti, sono in grado di lasciare all’interno della filiera un’impronta sostenibile. I settori coinvolti sono: E-mobility, Smart Industry, Smart Energy. La mobilità, per esempio, è un mercato in forte espansione e transizione, che richiede l’immissione di nuove soluzioni a livello industriale, e l’azienda vanta una grande esperienza

in tema di connettività e gestione intelligente dei dati, elementi in forte ascesa in questo comparto.

In ambito di elettrificazione Phoenix Contact offre un vasto programma di soluzioni che contribuiscono all’alimentazione dei sistemi, alla loro stabilità e continuità. Sul fronte del networking, l’azienda punta molto sulla comunicazione, sulla sicurezza, sulla cyber security con importanti investimenti in ricerca e sviluppo. Nell’automazione, PLCnext Technology fa da padrone con funzioni di controllo e di sicurezza innovativi, anche per l’analisi dei dati di sistema e dal campo. Phoenix Contact ha ridefinito gli ambiti nei quali operare, dedicando risorse in funzione delle specificità dei diversi comparti e investendo in innovazioni che contribuiscono ad una maggiore sostenibilità. In questo processo multisettoriale, l’azienda fa da precursore, ad esempio attraverso l’ecosistema PLCnext Technology quale valido strumento per realizzare progetti innovativi e funzionali all’accoppiamento di settore. La piattaforma di controllo è basata su Linux e consente la programmazione libera da vincoli e supporta applicazioni già esistenti. PLCnext Technology è la soluzione in grado di integrare in modo sicuro la tecnologia esistente e obsoleta nel sistema di controllo. La svolta energetica pone infatti nuove sfide per le centrali di produzione dell’energia elettrica, che devono essere modernizzate in modo da soddisfare le esigenze future. In questo contesto l’ecosistema PLCnext Technology permette l’espansione tecnica degli impianti esistenti grazie alla sua apertura e compatibilità. Oltretutto, tecnologie che oggi potrebbero non esistere ancora, potranno essere facilmente integrate nell’ecosistema in un secondo momento, ad esempio, tramite le applicazioni caricate nel PLCnext Store. In questo modo gli impianti saranno a prova di futuro anche per i prossimi decenni.

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Sono nove i premiati al contest Best Packaging dedicato al tema del Quality Design, tutti valutati in base a parametri estetici, sensoriali e di funzionalità. Inoltre, per la prima volta in quasi 60 anni, sono stati ammessi i lavori di ricerca universitaria e i progetti di startup innovative.

BEST PACKAGING: PREMIATE ANCHE RICERCA E START UP

Sono stati premiati, a Milano, in occasione della Milano Design Week i 9 vincitori dell’edizione 2023 del contest Best Packaging, dedicato al tema del Quality Design. Sul palco a dialogare con i vincitori di innovazione e futuro, Alessandra Fazio, presidente di Istituto Italiano Imballaggio, insieme all’attore comico e formatore Diego Parassole.

La Giuria, presieduta dalla professoressa Valeria Bucchetti, coordinatrice del corso di Design della Comunicazione del Politecnico di Milano, ha valutato i progetti in base alla dimensione strutturale, valutando l’innovatività della soluzione formale e sue qualità estetiche, semantiche, sensoriali, all’impianto visuale, considerando l’originalità del modello narrativo e la qualità delle forme grafiche, all’attenzione informativa, attraverso la qualità delle soluzioni grafiche, tese a veicolare contenuti informativi riferiti all’imballaggio e/o al suo contenuto, e infine, alla funzionalità e modi d’uso, con particolare attenzione al miglioramento ergonomico, di servizio e prestazionale.

Cinque soluzioni, tra primarie e da trasporto, sono state scelte per aver rispecchiato a pieno i criteri riportati nel regolamento del contest. È stato, inoltre, assegnato un premio speciale ambiente, patrocinato da Conai, alla soluzione che più di tutte ha mostrato di aver attivato i criteri di ecodesign, in termini di prevenzione alla fonte. Un altro premio speciale è stato tributato per l’innovazione tecnologica, con il patrocinio di Ipack-Ima. Infine, con il supporto di Fondazione Carta Etica

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packaging
Il progetto POMOPLA2 di Benedetta Rotondo La nuova visual identity dei Classici Barilla

del Packaging, sono stati assegnati un premio speciale all’innovazione a una startup innovativa, al servizio del settore packaging e a una tesi di ricerca. In quasi 60 anni di storia del contest, per la prima volta, sono stati ammessi i lavori di ricerca universitaria e progetti di startup innovative, che abbiano progettato prodotti, servizi, consulenza per il mondo del packaging, che si contraddistinguano per la novità e l’originalità o l’alto contenuto tecnologico offerto. “Ho voluto portare nel contest le categorie studenti e startup, perché sono proprio i giovani il motore dell’innovazione”, ha spiegato Alessandra Fazio, presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio e Fondazione Carta Etica del Packaging.

SEZIONE QUALITY DESIGN

I vincitori per la sezione quality design sono stati:

• Barilla G&R F.lli: la nuova visual identity per i Classici Barilla rende la confezione più essenziale, incisiva e assertiva aumentandone l’impatto mediatico. Un’evoluzione ottenuta anche grazie al ruolo di ‘cardine visuale’ attribuito al logotipo e alla variazione della cromia, ora più profonda e vibrante.

• CoopItalia: la nuova confezione è un esempio efficace delle potenzialità di un imballaggio in grado di coniugare i valori della marca, fornire informazioni chiare, incrementare il servizio offerto al consumatore. Tanto più pregevole, in quanto esprime attenzione e sensibilità nei confronti di categorie di consumatori con problemi di intolleranze e allergie alimentari.

• Happy: la progettazione della testu rizzazione tridimensionale del fondo della vaschetta permette il ricircolo dell’aria, offrendo un importante servizio a supporto del mantenimento ottimale delle caratteristiche organolettiche dell’alimento, unitamente a una maggiore efficacia e semplificazione dei processi di confezionamento e la riduzione dei materiali utilizzati.

• Sipa: prima bottiglia in PET in com

mercio per vini spumanti. Nata per ovviare alla carenza e agli alti costi delle bottiglie in vetro, presenta numerosi vantaggi, quali il riempimento su linee esistenti, la leggerezza, l’infrangibilità, mantenendo invariata la user experience grazie a collo e fondo analoghi alla versione iconica in vetro.

• Vimar: il progetto prevede un equilibrio dimensionale e una stampa che offre ottimi risultati grafici e di resistenza. L’interno della confezione è liscio e patinato, per evitare danneggiamenti alle superfici dei prodotti, riducendo quindi rotture e scarti.

I PREMI SPECIALI

Il premio speciale ambiente è andato a Latteria Montello - Nonno Nanni: Il nuovo packaging, con incarto esterno riciclabile e vaschetta prodotta con il 50% di riciclato, riduce le emissioni di CO2 del 35%, l’utilizzo di plastica vergine del 29%, la quantità di imballaggio smaltito del 33% e l’impatto sull’impronta idrica del 61%, garantendo analoghe prestazioni rispetto all’imballaggio precedente.

Il premio speciale tecno

Sopra: la vaschetta Happy con testurizzazione tridimensionale del fondo per garantire un maggiore ricircolo dell’aria

A destra: il prototipo di robot umanoide Altopack, in grado di interagire e rifornire autonomamente le macchine per il packaging, alleggerendo il lavoro pesante e ripetitivo svolto dall’essere umano

logia è andato ad Altopack: Il prototipo di robot umanoide è in grado di interagire autonomamente con macchine per il packaging quali incartonatrici, astucciatrici e flow-pack, per rifornirle in continuo dei materiali consumabili necessari per il loro funzionamento, alleggerendo il lavoro pesante e ripetitivo svolto dall’essere umano.

Premio speciale carta etica del packaging è andato a:

• La startup GENC con I CONE: in linea con l’edizione focalizzata sul Quality Design, il progetto della startup, che opera nel settore cosmetico, è riconducibile a diversi valori della Carta Etica del Packaging: è bilanciato e responsabile nel design del prodotto, contemporaneo e lungimirante nella forma e nelle potenzialità che offre, inoltre educativo e sostenibile nel suo minimalismo.

La confezione CoopItalia per consumatori con problemi di intolleranze e allergie alimentari

• La studentessa Benedetta Rotondo con POMOPLA2: una tesi di laurea magistrale che contribuisce alla ricerca su un nuovo biocomposito performante che valorizza i sottoprodotti delle industrie agroalimentari, nello specifico del pomodoro. Seguendo i principi dell’economia circolare si vuole dare una seconda vita agli scarti di produzione attraverso lo sviluppo di POMOPLA2, che rappresenta un sostituto promettente delle attuali plastiche fossili. Riconducibile ai valori: responsabile, sicuro e sostenibile.

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LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE: NASCE LA GAMMA

DI PRODOTTI PER LA BRAND PROTECTION PACKAGING

Per garantire l’originalità dei prodotti Fedrigoni ha concepito, a livello trasversale tra Paper e Self-Adhesives, delle soluzioni in carta e in materiale autoadesivo destinate a tutti gli stampatori e i converter che realizzano packaging per gourmet food, o merci di cui sia necessario garantire e tracciare l’integrità e l’originalità.

Se in precedenza ad essere contraffatti erano perlopiù abiti di alta moda e accessori, negli ultimi anni il mercato del falso ha colpito anche il gourmet food, i cosmetici, i giocattoli e perfino i medicinali.

L’originalità e l’esclusività di un prodotto rappresentano una diretta estensione del brand, sono espressione della sua qualità e del suo prestigio, e giocano un ruolo fondamentale nelle preferenze d’acquisto dei consumatori.

Da qui nasce l’esigenza del Gruppo Fedrigoni, operatore globale di riferimento nella produzione di carte speciali ad alto valore aggiunto per il packaging di lusso e altre applicazioni creative, nonché di materiali autoadesivi per la creazione di etichette premium, di compiere un ulteriore passo verso la lotta alla contraffazione: presentare una gamma unificata

di prodotti in carta e materiale autoadesivo dedicata alla brand protection nel settore commerciale.

Grazie alla sinergia tra le Business Units Paper e Self-Adhesives, Fedrigoni ha realizzato soluzioni di brand protection personalizzabili, con materiali diversi e molteplici funzionalità, che consentono di rispondere in modo specifico agli obiettivi di anticontraffazione e antimanomissione specifici per ogni settore.

L’offerta di Fedrigoni in materia di anticontraffazione copre tutte le esigenze per la creazione di sigilli in materiale autoadesivo e packaging di garanzia: dai voids, prodotti in film personalizzabili che trasferiscono un disegno o un testo sul supporto quando vengono rimossi dall’articolo e non si possono più riposizionare; ai materiali ultra-distruttibili che, una volta applicati, si rompono irrimediabilmente se si cerca di toglierli, a quelli delaminanti, che si distruggono per delaminazione; agli olografici, che si possono personalizzare con diversi livelli di elementi di sicurezza per la protezione del brand; alle soluzioni tamper proof appositamente studiate per lacerare il cartone su cui viene applicato il sigillo se si tenta di aprire la confezione; fino alle carte di sicurezza, in cui è possibile integrare fibre, coriandoli e altri pigmenti speciali per aumentare il livello di autenticazione.

Ogni prodotto ha una modalità di verifica e autenticazione differente, a seconda delle necessità: dalle soluzioni overt, immediatamente ri-

conoscibili da tutti semplicemente osservando o toccando l’etichetta, fino alle forensic, che necessitano di apparecchiature altamente specialistiche per la loro verifica.

“Autenticità, sicurezza e integrità di marchi, prodotti e packaging sono l’obiettivo di ogni impresa e costituiscono un asset strategico sotto il profilo economico e valoriale”, dichiara Michele De Pascalis, Product Manager per i prodotti di sicurezza. “Proprio le esigenze dei grandi marchi del lusso e della moda, ma anche dei produttori di gourmet food e pharma, ci hanno portato a spostare il focus dei materiali per la sicurezza a tutti gli stampatori e converter che si occupano di packaging

per prodotti di alta qualità”. Forte di una lunghissima esperienza nel campo della security, unita a un dipartimento R&D impegnato a sviluppare e testare tecnologie sempre più innovative, Fedrigoni si impegna così a contrastare un fenomeno che danneggia brand e consumatori, e dunque un’intera economia: il problema infatti non è solo che si paghi come autentica una merce contraffatta – potenzialmente pericolosa per la salute se si fa riferimento a farmaci, tessuti non certificati, cibo o bevande – ma anche che articoli a tutti gli effetti originali vengano deviati verso i cosiddetti ‘mercati grigi’ ed escano dalla catena di distribuzione corretta.

packaging TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023 46 www.interprogettied.com

IDENTIFICAZIONE E TRACCIABILITÀ DEGLI ALIMENTI

Si è concluso con un superamento del 20% del budget previsto l’esercizio 2022-2023 di SATO Italia, il cui anno fiscale si è chiuso a marzo. Questi dati sono in linea con l’andamento globale della multinazionale giapponese, che da aprile a dicembre 2022 ha registrato una crescita delle vendite del 17,3% e del reddito operativo del 49,3%.

Tornando all’Italia, l’anno appena concluso ha registrato una buona crescita dell’azienda nel settore della sanità, dove sono stati sviluppati interessanti progetti, ad esempio per il tracciamento delle sacche di sangue e delle protesi ortopediche, grazie a PJM (Phase Jitter Modulation) che, a differenza della tecnologia RFID standard, ha un campo di lettura tridimensionale, mentre i tag sono letti senza errori a prescindere da orientamento e posizione. Ciò significa che non è necessario predisporre accuratamente le merci etichettate prima di

posizionarle nel lettore a tunnel. Nel nuovo anno fiscale (aprile 2023-marzo 2024) SATO Italia, nel cui ambito di responsabilità rientrano, anche Grecia, Malta, Cipro e una parte del Canton Ticino, si focalizzerà con particolare attenzione ai settore retail e HO.RE.CA (Hotel, Restaurant and Café). Per quanto riguarda il retail un significativo valore aggiunto è dato dalla piattaforma software AEP, un’intelligenza integrata sviluppata da SATO e disponibile sulle stampanti industriali, di medie dimensioni e portatili, che permette di personalizzare il comportamento della stampante per semplificare il processo di etichettatura ed evitare così costosi errori umani. Nell’HO. RE.CA particolare attenzione sarà data alla gestione della sicurezza alimentare che richiede lo sviluppo di procedure basate sulla normativa HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Point) per mante -

SEALED AIR DIVENTA SEE

Sealed Air Corporation ha annunciato di aver ufficialmente cambiato il proprio marchio aziendale in SEE®, compiendo un nuovo passo nel rinnovamento dell’azienda.

I marchi aziendali ormai iconici di Sealed Air si sono evoluti in SEE, identificando un’azienda orientata al mercato, orientata al cliente e alle soluzioni. SEE collabora con i propri clienti per fornire soluzioni di imballaggio che integrino automazione, digitale e sostenibilità, creando un valore significativo per le loro aziende. La crescita e gli utili di SEE sono aumentati in modo significativo negli ultimi cinque anni, grazie al suo modello operativo e all’eccellenza operativa.

“Stiamo reinventando senza sosta SEE, da azienda guidata dai prodotti ad azienda di livello mondiale, guidata dal mercato e alimentata dall’automazione, dal digitale e da soluzioni di imballaggio sostenibili”, spiega Ted Doheny, Presidente e CEO.

SEE fornisce imballaggi per oltre 30 miliardi di prodotti all’anno in tutto il mondo. Il nuovo logo aziendale di SEE rappresenta la potenza dei suoi marchi e delle sue soluzioni, che comprendono attrezzature, servizi e materiali. L’azienda è

nere traccia del processo di tutta la filiera produttiva degli alimenti, dall’origine fino al momento del consumo.

cresciuta e si è evoluta al di là di ciò che era un tempo, e il nuovo marchio e il logo aziendale sono un riflesso diretto di questa trasformazione. SEE ridefinisce continuamente ciò che il packaging fa e può fare, integrando automazione, digitale e sostenibilità in soluzioni che vanno oltre le esigenze dei propri clienti.

SEE consente ai clienti di migliorare la produttività e risparmiare progettando, producendo, validando e fornendo soluzioni di imballaggio automatizzate con ritorni sull’investimento inferiori a 3 anni. L’azienda è intenzionata a raddoppiare ampiamente il suo portafoglio di automazione entro il 2027.

La stampa digitale e i servizi online a valore aggiunto di SEE consentono ai proprietari di marchi di migliorare le prestazioni aziendali e l’efficienza operativa. L’azienda prevede che entro il 2027 oltre l’80% delle vendite sarà effettuato in digitale.

SEE, inoltre, offre ai clienti materiali e applicazioni innovativi che riducono gli sprechi, estendono la durata di conservazione, aumentano la protezione, consentono la circolarità e riducono l’impronta di carbonio dei prodotti e degli imballaggi.

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Le copertine di TECNOLOGIE ALIMENTARI

DIRETTORE RESPONSABILE: Simone Ghioldi

REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com), Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)

IMPAGINAZIONE: Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana, Rossella Rossi (www.studiograficopage.it)

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Il 2022 segna un nuovo record per le esportazioni agroalimentari italiane che hanno sfiorato 61 miliardi di euro, in crescita del 14,8% rispetto al 2021. Un risultato influenzato dalla forte dinamica inflattiva e che ha inciso però soprattutto sul lato passivo della bilancia commerciale, riportando in deficit il saldo del nostro interscambio (-1,6 miliardi di euro)

Informativa dell’editore al pubblico ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n° 196 e dell’art. 2 comma 2 del Codice deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica. Interprogetti Editori - titolare del trattamento - rende noto che presso i propri locali siti in La Valletta Brianza (LC), Via Statale 39, vengono conservati gli archivi personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti, pubblicisti e altri soggetti (che occasionalmente redigono articoli o saggi) che collaborano con il predetto titolare attingono nello svolgimento della propria attività giornalistica per le finalità di informazione connesse allo svolgimento della stessa. I soggetti che possono conoscere i predetti fati sono esclusivamente i predetti professionisti, nonché gli addetti preposti alla stampa ed alla realizzazione editoriale della testata. Ai sensi dell’art.7 d. lgs. 196/2003 si possono esercitare i relativi diritti, tra cui consultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro utilizzo, rivolgendosi al predetto titolare. Si ricorda che, ai sensi dell’art. 138 d. lgs. 196/2003, non è esercitabile il diritto di conoscere l’origine dei dati personali ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera a), d. lgs 196/2003, in virtù delle norme sul segreto professionale, limitatamente alla fonte della notizia.

(Fonte: Ismea) N.3 - MAGGIO/GIUGNO 2023 ABS FOOD 11 ACIMAC 14 AETNA GROUP 30 ALTOPACK 45 AMAPLAST 14 ANTARES VISION 39 ANTICA BIRRERIA WÜHRER 10 BARILLA 45 BASF 12 CAVANNA 30 CIBUSTEC 33 CLAI 27 CONAI 44 COOP ITALIA 45 CRIF RATINGS 14 CULLIGAN 22 DEOLITTE 16 EIOM 26 ENDRESS + HAUSER 36 ERIDANIA 23 FARAVELLI 1, 21 FEDRIGONI 46 GENC 45 HAPPY 45 ICOTEK 21 IPACK IMA 15, 44 ISMEA 27 KONICA MINOLTA 15 LATTERIA MONTELLO 45 LAVAZZA 10 LR INDUSTRIES 20, 23 MECFOR 3A COP. MEREC 32 MEURENS NATURAL 9 MINEBEA 28 MONTENEGRO 27 NEWPHARM 12 OQEMA 13 PARMIGIANO REGGIANO 17 PASTIFICIO SCOIATTOLO 39 PHOENIX CONTACT 42 PILLER 24 PULITORI E AFFINI (GRUPPO CONSOLI) 4A COP. RITTAL 1A COP., 6 S4S 3 SAMSON 31 SANA 19 SATO ITALIA 47 SEE 47 SIPA 45 SOL & AGRIFOOD 16 SOLIDS 18 STESI 35 TÜV 34 UCIMA 14 VEGA 2A COP. VIMAR 45 48 TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 2023 www.interprogettied.com RIVISTA DELLE SISTEMI
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La sostenibilità che funziona SISTEMI PER PRODURRE www.mecforparma.it 23-25 Maggio 2023 Diamo colore alla vostra applicazione! www.vega.com/vegabar www.mecforparma.it 23-25 Maggio 2023 Diamo colore alla vostra applicazione! www.vega.com/vegabar

23-25 Magg io 2 02 3

Fiere di Parma

Tre saloni distinti ma integrati, indipendenti e perfettamente

Macchinari innovativi rispondenti ai criteri di sostenibilità ambientale.

Dalla meccanica alla plastica dedicato agli operatori interessati ad acquisire prestazioni, esternalizzando parte della propria attività, sia nei settori tradizionali che in quelli più innovativi.

L’unico salone in italia dedicato a revamping e retrof titting di macchine utensili. Grazie a questo tipo di intervento i sistemi di produzione possono avere una seconda vita, rispondendo inoltre ai criteri di economia circolare

Salone dedicato al tornio e alle tecnologie ad esso collegate. Il tornio, macchina utensile per di produzione presente sia nelle piccole e medie imprese, che nei grandi gruppi internazionali.

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In questo numero abbiamo parlato di...

2min
pages 50-51

IDENTIFICAZIONE E TRACCIABILITÀ DEGLI ALIMENTI

2min
page 49

BEST PACKAGING: PREMIATE ANCHE RICERCA E START UP

6min
pages 46-48

DESTINAZIONE ALL ELECTRIC SOCIETY

5min
pages 42-46

LA SPETTROSCOPIA IR RADDOPPIA LA GARANZIA DI QUALITÀ IN RAVIOLIFICIO

2min
pages 41-42

I 70 ANNI DI ENDRESS+HAUSER, CHE PREPARA IL PASSAGGIO ALLA TERZA GENERAZIONE

4min
pages 38-40

PIATTAFORMA INTEGRATA PER MIGLIORARE L’ATTIVITÀ DI PICKING

2min
pages 37-38

TRE LINEE DI CONFEZIONAMENTO PASTA INSTALLATE IN MOZAMBICO

5min
pages 34-36

UN WHITE PAPER PER INDAGARE LA STORIA E LE EVOLUZIONI DEL FLOWPACK

1min
page 32

LA TECNOLOGIA DI AETNA GROUP ARRIVA IN ALGERIA

1min
page 32

SOLUZIONI INTELLIGENTI PER PESATURA E ISPEZIONE

2min
pages 30-31

RISPARMIARE ENERGIA E CO2 GRAZIE ALLA COGENERAZIONE

1min
pages 29-30

QUALITÀ E CONTINUITÀ DELL’ENERGIA: UN’ESIGENZA CRUCIALE PER L’INDUSTRIA

3min
pages 26-28

ERIDANIA ABBATTE LE EMISSIONI GRAZIE AL TRASPORTO SU ROTAIA

1min
pages 25-26

UN SISTEMA DI FILTRAGGIO PER RECUPERARE FINO AL 95% DI ACQUA

2min
page 24

FARAVELLI TRIONFA AI COMMUNICATOR AWARDS

1min
page 23

L’AROMA ALIMENTARE AL SERVIZIO DEGLI INTEGRATORI

2min
page 22

A PARMA IL FUTURO DELLE TECNOLOGIE DEI GRANULI, POLVERI E SOLIDI SFUSI

2min
page 20

LA SOSTENIBILITÀ NON È SOLO UNA QUESTIONE DI ETICHETTA

3min
pages 18-19

SIMONE CASTELLI NUOVO AD DI IPACK IMA

1min
pages 17-18

FINANZA SOSTENIBILE: ACCORDO

2min
page 16

AUMENTANO I DEFAULT NELL’AGROALIMENTARE

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page 16

BASI DI CEREALI PER CREARE FACILMENTE PRODOTTI A BASE VEGETALE

7min
pages 11-16

COOLING, UNA TAPPA CENTRALE SULLA STRADA DELLA SOSTENIBILITÀ

6min
pages 8-11

REGOLAMENTO IMBALLAGGI: NEL MIRINO LE INSALATE IN BUSTA

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E editoriale

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page 7

RAW MATERIALS GREAT

1min
pages 3-4
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