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Sperimenta nella tua cucina di sempre, le prelibatezze di ogni mondo!

Esperienze di viaggi ECO SOSTENIBILI raccontate in prima persona.

La top 10 delle nuove destinazioni dell’anno da scoprire.

Come continuare ad essere un buon viaggiatore, rispettando soprattutto l’ambiente.

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Mochilera /Mo-ci-le-ra/ Tradotto dallo spagnolo è il termine che indica una persona che viaggia con il suo zaino in spalla. Esercita escursioni e cammina in strada o risolve autonomamente i problemi del suo viaggio.

COPERTINA DI Francesca Piccioni, classe 1994, dopo aver preso il diploma in e-desing e illustrazione all’Accademia di arti digitali Nemo di Firenze, si iscrive nel 2018 al corso di Storia e tutela dei beni artistici dell’università di Firenze, con la speranza in futuro di poter collegare la passione per l’illustrazione, con la storia dell’arte.


SOMMARIO

5 EDITORIAL 6 PERCHE ECO? 8 VIETNAM 11 CRESCERE IN VIETNAM 14 SRI LANKA 16 PORTOGALLO 20 TIPS ECO 22 AUSTRALIA 25 INDONESIA 28 DANUBIO


32 PROVENZA 38 MAREMMA 41 VAL D'ORCIA 48 BERLINO 51 SUD ITALIA 54 RICETTE IN VIAGGIO 56 ACQUACOTTA 58 INVOLTINI VIETNAMITI 60 LIBRI PER CHI VIAGGIA 62 GRAZIE


Illustrazione di Francesca Piccioni


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EDITORIAL

edizione estate 2020, volume 2 VIAGGI ECO-SOSTENIBILI

Direttore Creativo e Responsabile Rachele Capiluppi Assistente Editor Isabella Conticello Design Rachele Capiluppi Immagine di Copertina Francesca Piccioni Illustratori Rachele Capiluppi Francesca Piccioni

LA MOCHILERA

Sono Rachele Capiluppi, la Mochilera. Questo magazine nasce dalla mia passione più grande, ovvero i viaggi. Mi piace confrontarmi con nuove e diverse realtà, conoscere gente e imparare nuove lingue. Sono un’illustratrice e graphic designer, ma anche un’appassionata camminatrice amante della natura, nel tempo libero.

Stampa Reprofoto Di Invernizzi Orlando & C. (S.N.C.) Via Dario Niccodemi, 3, 20156 Milano MI Contributi ospiti Roberta Bagnacani Giulio Daverio Giorgio De Palo Francesco Giro Nicolò Pellacini Francesca Pellegrini Francesca Piccioni Mariachiara Torrelli Martina Viti Lucia Zambelli Laura Zampetti


PERCHÈ ECO? Vivere in modo eco-friendly, cioè con un occhio di riguardo verso l’ambiente e la sua preservazione, per molte persone non è affatto una cosa facile. Come rinunciare di colpo alle comodità e agli agi della società moderna? Semplice: non lo si fa! Nessun errore

o controsenso, credetemi. Nel 2020, per essere eco-friendly, non è necessario ritirarsi sulle montagne o coltivare la terra, tantomeno privarsi della tecnologia, dei viaggi o di ogni comodità che non assomigli ad un calesse del 1800. Dopo tanti anni di ricerca, innovazione e sensibilizzazione di produttori e consumatori, oggi è possibile scegliere di vivere “green” senza privarsi di nulla. O meglio, privandosi solo di inquinamento, cibi dannosi e prodotti industriali di bassa qualità! Negli ultimi decenni, l’aumento considerevole di patologie, allergie, intolleranze alimentari e inquinamento ambientale ha portato obbligatoriamente un numero crescente di persone a cercare ed esigere valide alternative ai cibi industriali, al turismo del cemento e del catrame e ai prodotti usa e getta destinati a durare in eterno solamente negli oceani e mai nelle mani di chi li compra. Questa edizione infatti è dedicata ai viaggi green. Quelli che fanno bene al nostro pianeta, ben pensati e pianificati, ma non di “secondo livello”. Credo siano un’ottima fonte di ispirazione per tutti!



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VIETNAM

Mi chiamo Mariachiara Torrelli ho 25 anni e non sono mai a casa. Amo viaggiare, muovermi, conoscere persone, cose, persone, colori.. Da qualche anno amo definirmi come “coglitore di opportunità”. Sono laureata in psicologia del marketing e della comunicazione, attualmente mi trovo a Parigi e lavoro a Station F.


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“Abbiamo conosciuto persone fantastiche, visto posti meravigliosi e mangiato piatti tipici che difficilmente scorderemo.”

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opo aver vissuto un anno in Australia ho deciso di concludere il mio viaggio passando per il Vietnam. Un viaggio stupendo durato due settimane. Prima meta Hanoi, io e il mio ragazzo abbiamo subito pensato di prenderci uno scooter, non è possibile spostarsi in altri modi. Prima cosa che abbiamo imparato: non ci sono leggi stradali, o se ci sono nessuno le rispetta; gli scooter corrono senza rispettare le precedenze, spesso viaggiando senza luci e ovviamente trasportando più di tre persone per volta. Una volta ricordo che vidi un maiale intero legato al sedile posteriore di uno scooter. DOVE MANGIARE Street-food, lungo le strade principali c’è sempre una vasta scelta, i ristornati sono piccole cucine lungo i lati delle strade con tavolini di plastica posti in mezzo del marciapiede. I noodles sono ciò che ho trovato il più delle volte nei menu anche se un giorno siamo capitati (per sbaglio) in un ristorante dove il piatto principale era il cane. Ci siamo gentilmente alzati e siamo tornati a mangiare i noodles. Dopo Hanoi abbiamo viaggiato per due settimane verso il sud toccando le principali città del Vietnam. Hoi han è senza dubbio la mia città preferita, piena di luci bellissime che contornavano la contornano. DOVE DORMIRE nel corso del viaggio abbiamo incontrato e conosciuto molti vietnamiti che si sono proposti ad ospitarci. Sono molto cordiali e contrariamente a quanto possiamo immaginare non lo fanno per soldi. Non ci hanno mai chiesto nessun tipo di favore in cambio solo la possibilità di dormire nelle loro case. Alternativa si può sempre contare sugli ostelli o gli hotel che non sono molto costosi. COME SPOSTARSI tutti gli spostamenti a parte quelli della partenza e del ritorno sono stati fatti con autobus locali o scooter,


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ci metti il triplo del tempo è vero ma sono convinta che il vero viaggio sta anche nel come ti muovi non solo nella destinazione in se. Gli autobus notturni sono comodissimi, hai la possibilità di sdraiarti completamente e le ore passano davvero veloci. Gli scooter sono stati utili non solo per viaggiare da soli ma anche per fare piccoli spostamenti: gli abitanti del luogo ti prendevano e lasciavano per una piccola somma di

denaro dove volevi tu . Abbiamo conosciuto persone fantastiche, visto posti meravigliosi e mangiato piatti tipici che difficilmente scorderemo.


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Sono Lucia Zambelli e non mi è mai capitato di scendere da un aereo senza aver già pianificato quale sarà la prossima meta. Geografia è sempre stata la mia materia preferita, e già dai banchi di scuola sfogliavo l’atlante sognando

di poter scoprire ogni angolo di mondo. Da qualche anno ho scelto di diventare consulente di viaggio, per mettere a disposizione la mia esperienza e aiutare chiunque voglia a realizzare il viaggio che ha sempre desiderato.

CRESCERE IN VIETNAM

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isitare un orfanotrofio e’ stata una delle esperienze più forti e toccanti delle settimane che ho trascorso in Vietnam in uno dei miei ultimi viaggi zaino in spalla nel mio amato Sud Est Asiatico. Tempo fa mi ero imbattuta in un racconto commovente di un backpacker che aveva visitato alcuni orfanotrofi in Vietnam portando ai bambini vestiario e materiale scolastico. Io che come tanti viaggiatori durante i miei viaggi amo poter fare qualcosa di utile per i paesi che visito mi sono detta perchè non provarci anche io? Detto fatto l’organizzazione e’ stata più facile del previsto grazie ad una conoscenza in Italia che mi ha messo in contatto con la propria cugina residente a Ho Chi Min che svolge attività di volontariato proprio in una tempio buddista sede di un orfanotrofio. Devo ammettere che finche’ non ti trovi all’interno di questi luoghi non si riesce ad immaginare quanta sofferenza provochi ancora al giorno d’oggi una guerra terminata da decenni .


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“Tempo fa mi ero imbattuta in un racconto commovente di un backpacker che aveva visitato alcuni orfanotrofi in Vietnam portando ai bambini vestiario e materiale scolastico.”

Centinaia di bambini con ogni tipo di malformazione causati dai gas utilizzati nella tremenda guerra del Vietnam o semplicemente bambini che nessuno vuole a causa della povertà delle famiglie. Ho trascorso qualche ora con questi bambini accolti quotidianamente dai monaci buddisti e che grazie all’ attività di tante maestre vengono cresciuti, istruiti ed educati fino a che non saranno in grado di trovarsi una lavoro. Abbiamo ballato insieme e dopo aver fatto merenda ho consegnato a loro quaderni e matite che avevo acquistato in un negozio poco lontano, non parlavano la stessa lingua ma non scorderò mai i loro sguardi e sorrisi di ringraziamento.


SRI LANKA

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on avevo mai sentito parlare dell’ Adam’s Peak fino a che non ho iniziato a “studiare “ per il mio viaggio in Sri Lanka. Adam’s Peak significa “Piede Sacro” e nonostante la sua sommità di 2.243 metri non abbia niente a che vedere con le ben più famose cime asiatiche la sua ascesa ha sicuramente un che di mistico. Ho vissuto la sera prima della salita tra un misto di emozione e tanta agitazione, non ero mai salita su una montagna in piena notte.

La sveglia suona poco dopo la mezzanotte, all’una in punto si parte per raggiungere la sommità prima dell’alba ; dopo poche centinaia di metri dalla partenza vedo davanti a me l’intero percorso illuminato da tante lampade, 5200 scalini in una salita vertiginosa fino alla cima. La salita e’ faticosa, i gradini sono alti e scivolosi e c’è tanto buio ma tutto e’ magico; durante il cammino incontro bambini, pellegrini di ogni eta’, anziani a piedi scalzi


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“Finalmente il sole inizia a sorgere , la notte sta per finire e la stanchezza di quella salita e’ solo un lontano ricordo ripagato dall’emozione indescrivibile di vivere tutto ciò.”

sorretti dai figli che affrontano quell’ascesa nonostante le difficoltà motorie. Man mano che si sale il freddo aumenta cosi’ come la difficoltà del nostro cammino sempre più ripido: c’è un vento forte e cosi’ decido di riscaldarmi con un te caldo all’interno delle tende allestite dai locali lungo il cammino. Manca ancora un’ora all’alba quando arrivo in cima ma ci sono già centinaia di pellegrini tutti radunati intorno al piccolo tempio contenete il piede sacro, si respira tanto silenzio e tanta pace.

Buddhisti, induisti, cristiani e mussulmani a piedi scalzi si avvicinano al piede sacro e poi si attende l’alba tutti insieme senza distinzioni di eta’, sesso o religione. Finalmente il sole inizia a sorgere , la notte sta per finire e la stanchezza di quella salita e’ solo un lontano ricordo ripagato dall’emozione indescrivibile di vivere tutto ciò.

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Il mio nome è Giorgio De Palo e sono un musicista di Roma. Dopo quattro anni a Berlino tra lavoro in ufficio e concertini per i bar della città, ho deciso di trasferirmi in Portogallo alla ricerca di mare, sole e una vita più giusta.

Al momento vivo come un cosiddetto Digital Nomad a Lisbona con la mia ragazza Manon. È stata lei ad avvicinarmi alla permacultura e a uno stile di vita più ecologico.

PORTOGALLO


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on la mia ragazza Manon era il momento di lasciare Berlino. Dopo quattro anni vissuti sotto l’incantesimo di questa città era arrivata l’ora di voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo. La destinazione per settembre era Alentejo, una regione del Portogallo a sud di Lisbona. Le aspettative erano alte, specialmente dopo aver visto foto di scogliere mozzafiato e di una natura incontaminata e selvaggia. Dopo una vita passata nelle grandi città come parte integrante della società moderna, era arrivato il momento di trovare una risposta alla seguente domanda: “Come vivere e sopravvivere in maniera autonoma ed eco sostenibile al di fuori del sistema?” Fu così che ci avvicinammo per la prima volta alla permacultura, un sistema di principi agricoli e sociali basati su ecosistemi naturali studiati per rispondere alla nuova e crescente consapevolezza del degrado ambientale globale. Su una piattaforma online chiamata “workaway” incontrammo diversi progetti interessanti; diverse famiglie, spesso con bambini, che seguivano uno stile di vita alternativo in simbiosi con la natura. Ne trovammo una pronta ad accoglierci e l’avventura potè finalmente iniziare. Giungemmo dunque in questo piccolo paradiso terrestre appartenente a degli inglesi, una giovane coppia che si era buttata alle spalle la frenetica vita londinese, genitori di una piccola peste selvaggia dai capelli d’oro che correva seminuda sui quattro ettari di terreno senza mai fermarsi. Eravamo estasiati e non vedevamo l’ora di metterci all’opera. C’era di tutto: un piccolo stagno naturale, foresta, diverse casette, alcune diroccate che erano ancora da ristrutturare. Durante la nostra prima esplorazione incontrammo un enorme pannello

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“Sembrava la cosa più giusta per l’essere umano; soprattutto pensando all’enorme quantità di persone in tutto il mondo ammassate tra quattro mura sedute davanti a uno schermo a pigiare tasti. “

solare sincronizzato con l’arco del sole che provvedeva al fabbisogno energetico della famiglia, e diversi gatti, galline e addirittura un pavone, che rendeva il tutto ancora più divertente e colorato. C’era anche una vecchia stalla abbandonata, in precedenza abitata da pecore, ora invece sommersa di fieno e letame che veniva utilizzato come fertilizzante. Il progetto era ancora relativamente nuovo e ci aspettava la parte più dura, smantellare il terreno e prepararlo per le prime semine una volta concluso l’inverno. Era stata una nostra scelta; prima di passare alla parte più piacevole, quella dei raccolti, volevamo capire bene il tipo di lavoro che comportava una vita del genere. Passammo dunque mattinate sui campi a sgomberarli dalle “er-

bacce” e renderli fertili, preparandoli per il cosiddetto “humus” che si sarebbe creato con l’umidità delle piogge invernali. 
Mattine in questo paradiso terrestre volavano e lavorare all’aria aperta, nonostante la notevole fatica fisica, sembrava la cosa più giusta per l’essere umano; soprattutto pensando all’enorme quantità di persone in tutto il mondo ammassate tra quattro mura sedute davanti a uno schermo a pigiare tasti. Ci siamo dimenticati che in fondo siamo animali, parte integrante della natura stessa…e il risultato è ben visibile, no? Arrivavo tutti i giorni per l’ora di pranzo con una fame da lupi che mi sarei mangiato un bue intero; nel frattempo il mio corpo continuava a crescere e a fortificarsi, mi sentivo rinato. I pomeriggi li passammo esplorando la regione, spe-


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cialmente la costa vicentina, parte del parco naturale “Alentejano” e i suoi piccoli paesini fuori dal tempo. Fu qui che surfai la mia prima onda, innamorandomi ancor di più di uno sport del quale avevo sempre e solo sognato. I tratti di costa con le sue scogliere ricoperte di vegetazione facevano godere di una vista spettacolare sull’oceano maestoso e infinito, che era lì a respirare di fronte ai nostri occhi. Sorgeva spontanea la domanda: “Com’è possibile che per tutti questi anni lo abbiamo maltrattato, mentre lui è sempre lì che continua a nutrire la nostra anima?”. I nostri ultimi giorni li passammo presso una famiglia francese, una coppia ancora più giovane della prima con tre figlie dai 3 ai 12 anni, che avevano deciso di educa-

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re loro stessi in casa, il cosiddetto “homeschooling”. Vivevano in delle Yurte mongole delle quali Manon ed io ci innamorammo fin da subito. Con la loro energia circolare e le loro porticine per entrare che ti costringevano a piegarti in segno di rispetto, ci sembrava di vivere un sogno. La cosa che colpì di più di questa famiglia fu che si sostentavano con 500€ al mese , mangiando quasi 365 giorni l’anno dal loro raccolto. Da loro imparammo principalmente la connessione con la propria terra, in cui fatica e sudore vengono ben ripagati. Si trattava di un rapporto emozionale e fisico a tutti gli effetti. Fu un mese incredibile, che ha piantato un seme nelle nostre anime e del quale non ci dimenticheremo mai.


I rifiuti in plastica stanno letteralmente invadendo il nostro pianeta, soprattutto gli oceani. Per quanto sia complicato eliminare del tutto il consumo di plastica dalle nostre abitudini quotidiane, possiamo prendere alcuni accorgimenti per limitare l’utilizzo dei prodotti usa e getta. Innanzitutto, consigliamo di portare una bottiglia da riempire di volta in volta, evitando così di doverne comprare in plastica nel corso della vacanza. Ma controllate prima che l’acqua sia potabile! Per ridurre l’uso della plastica potreste anche usare una borsa di tela per la spesa e utensili da cucina riutilizzabili per i vostri picnic, rifiutare le cannucce per le bibite e acquistare shampoo e prodotti per l’igiene personale ricaricabili.

Evitate i prodotti monouso in plastica

TIPS ECO

Viaggiate nei periodi di bassa o mezza stagione

Il segreto dei turisti responsabili? Viaggiare nei periodi di bassa o mezza stagione, per evitare il sovraffollamento tipico dell’alta stagione. Oltre ad avere un chiaro vantaggio per la destinazione scelta e per i suoi abitanti, potrete dire addio alle code interminabili e alle folle di turisti. Per non parlare del lato economico: chi viaggia in bassa stagione spesso risparmia sia sui voli che sugli alloggi.

Per molti vacanza è sinonimo di viaggio all’estero, ma siete sicuri qualche attrazione imperdibile non si trovi nei dintorni di casa vostra? Il supporto all’economia locale sta alla base del turismo sostenibile, scegliete una città vicina oppure uscite dal centro abitato e immergetevi nella natura. Avete mai pensato a un tour enogastronomico nel Monferrato o a un week-end alla scoperta dei borghi rinati dopo i terremoti di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio? Ci sono tesori a due passi da voi che aspettano solo di essere scoperti.

Prendete in considerazione una destinazione vicina rispetto alle mete esotiche

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Un turista responsabile non lascia tracce: ricicla e/o smaltisce la spazzatura in modo responsabile quando possibile, non lascia assolutamente scritte sugli edifici e non altera gli habitat naturali. Oltre a non aggiungere niente all’ambiente, non sottrae nulla, quindi non prende souvenir come conchiglie, sassi, nidi, piume e altri oggetti.

Non lasciate tracce del vostro passaggio

Viaggiare in modo sostenibile e responsabile significa anche sostenere l’economia della destinazione scelta per le vostre vacanze. Cercate di evitare la grande distribuzione, comprate souvenir prodotti localmente e scegliete i ristoranti frequentati dai local. È un ottimo modo per supportare l’economia locale e soprattutto per assaggiare le specialità della tradizione! Non sapete dove mangiare o dove comprare i prodotti tipici? Chiedete a qualcuno del posto

Quando possibile, acquistate e consumate prodotti locali

Rispettate regolamenti e indicazioni

Avventurarsi lungo sentieri non tracciati, campeggiare in mezzo alla natura o dare da mangiare agli animali selvatici può sembrare fantastico... ma se esistono dei divieti un motivo c’è! Non cedete a questa tentazione e rispettate i regolamenti sui comportamenti da adottare per il rispetto della flora e della fauna, come l’obbligo di seguire i sentieri tracciati nei parchi nazionali, il divieto di attraversare proprietà private e così via. Non si tratta di imporsi dei limiti, ma di salvaguardare la natura in tutto il suo splendore per le generazioni future.


AUSTRALIA

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Sono Nicolò Pellacini, dopo essermi laureato, ho scelto di investire tutta la mia vita in un viaggio alla scoperta del mondo e di me stesso. Senza tutti quei pregiudizi e condizionamenti sociali che hanno cosÏ tanto oppresso la mia natura da avermi portato a lasciare tutto. Se ti apri alla conoscenza riceverai sempre le risposte alle tue domande piÚ intime.


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“Avevamo un modo tutto nostro di vivere il quotidiano , dispersi in questa campagna, circondati da canguri e dal sole”

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ome tanti ragazzi da tutto il mondo che atterrano in Australia, con il Working Holiday ho intrapreso il percorso “Farm 88 days”. La prima esperienza lavorativa all’estero per permettermi un altro anno di soggiorno lavorativo in Australia. Partendo da un viaggio in treno di 15 ore che da Sydney mi ha portato in un paesino disperso nell’immensa campagna del Queensland, stato del nord est Australia, lì ho raccolto limoni sotto il sole a 40 gradi per 8 ore al giorno. Dopo un mese e mezzo dove guadagnavo soldi per vivere, decisi di cambiare lavoro e spostarmi in un’altra farm, ma stavolta per potare piante di mirtilli, più interessante ma dopo sole due settimane mi licenziai (causa salari che mi permettevano solo di coprirmi le spese); per unirmi con un amico venuto dall’Italia con il quale comprammo una Van per girarci l’Australia con più comodità. Come primo viaggio andammo a Byron Bay la punta più ad est dell’Australia sede dei famosi back-packers, che specialmente nel week end accorrono numerosi con i loro Van personalizzati dove non possono mancare le tavole da surf. Già da subito sentii questa forte energia legata a tutti i turisti australiani - e non, con tanta voglia di scoprire i luoghi e le splendide coste australiane. Basta munirsi di van o macchine allestite per campeggiare e vivere la bellezza in queste terre selvagge. La tendenza giovanile è appunto quella di viaggiare e condividere il viaggio con altri ragazzi che spesso

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non si conoscono solo per il piacere di condividere insieme quest’avventura e per riuscire a dividere le spese del viaggio. Da questo momento in poi grazie ad una ragazza italiana che contattai su facebook trovai il posto perfetto per il mio farm work,: magazziniere in un’industria che macella bovini. Raccontato così sembra quasi banale, ma se aggiungi il fatto che vivevo

in cima ad una collina con altri 300 ragazzi da tutto il mondo, con i quali condividevo tutto il giorno esperienze nuove e divertentissime (sia di lavoro che di vita) .. Fa la differenza! Avevamo un modo tutto nostro di vivere il quotidiano , dispersi in questa campagna, circondati da canguri e dal sole (che anche d’ inverno faceva 25 gradi). E’ stata davvero una bellissima esperienza di vita.


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INDONESIA

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tterrati a Bali, in Asia per la prima volta, io e un mio amico abbiamo preso il primo taxi abusivo che dall’aeroporto di Denpasar ci ha accompagnato ad Ubud (centro culturale ai piedi dei grandi vulcani che la sovrastano). Bali è l’unica isola delle 17000 che compongono lo stato indonesiano ad avere in percentuale più induisti (92%) e che mussulmani (solo il 5%), religione predominante in Indonesia. Ogni aspetto della vita dei balinesi è caratterizzato dalla religione, lo noti sicuramente dalle loro offerte Canang sari o Sesajen che si possono trovare in strada, in casa, nei negozi e persino in aeroporto. Sono vassoi di foglie preparati tutti i giorni contenenti: fiori, riso, biscotti, sale, caffè e a volte anche sigarette. Preparati con bastoncini d’incenso ed acqua benedetta. Lungo le strade strettissime, a volte anche sterrate, ammiri questo popolo che vive ad un ritmo di vita completamente differente dal nostro occidentale. Vivono con semplicità e calma disarmante. La loro cucina completamente eco sostenibile composta principalmente da riso, pollo, verdure, pesce, e frutta dal sapore delizioso. Dormono nelle loro case su stuoie per terra, ed è sorprendente come siano così felici di vivere, sempre sorridenti, gentili e sempre pronti ad aiutarti dandoti tutto quello che hanno pur avendo pochissimo. Di fronte a tutto quest’amore non puoi fare altro che ricambiarlo stando con loro, imparando

“Ogni spiaggia che visitavo, raccoglievo una busta piena di rifiuti, che poi cestinavo negli appositi raccoglitori di plastica.”


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la loro antichissima cultura e cercando di imparare qualche semplice parola come “ciao” e “grazie” per cercare di entrare ancora più in contatto con loro. Dopo un soggiorno di qualche giorno a Bali, prendiamo un traghetto e ci avventuriamo a Gili Island, comprensorio di tre atolli vicino all’isola di Lombok. Isole meravigliose con un mare dal colore turchese. L’attrattiva principale è diving e snorkeling. Sulle isole ci si può muovere soltanto con la bicicletta e con carretti trainati da piccoli cavalli simili ad asinelli. Successivamente siamo andati a visitare l’isola di Nusa Penida nuova al turismo da cinque anni, con la famosa Killinking beach a forma di T-Rex (forse una delle spiagge più belle che abbia mai visto) dato anche dal fatto che per raggiungerla devi scalare una parete rocciosa che ti porta alla vista di queste grandi onde, per finire con un panorama mozzafiato. Spesi un paio di giorni sull’isola, ci dirigemmo

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nell’arcipelago delle isole di Karimunjava. Paradiso terrestre vero e proprio! Le persone che la abitano, lo spettacolo della natura con coralli vivi e colorati, spiagge bianche con un mare ... mai visto prima. La sera con soli pochi spiccioli si cena con pesce fresco, calamari fritti e riso ai mercati locali. Il dispiacere più grosso che ho visto riguarda tutta l’Indonesia, ed è l’inquinamento di plastica nelle spiagge e nei fondali, portato dai turisti come me, che ne abusano soltanto perché non è possibile bere l acqua locale. Essendo piena di batteri, si consumano bottiglie di plastica, cannucce, buste di plastica... Inquinano non solo l’ambiente ma anche la bellezza di questi posti, che non avendo le competenze e i servizi per smaltirle le ritrovi ovunque. Io ogni spiaggia che visitavo, raccoglievo una busta piena di rifiuti, che poi cestinavo negli appositi raccoglitori di plastica.


DANUBIO

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Mi chiamo Roberta Bagnacani e sono sposata con Giovanni, con il quale ho avuto 5 figli (Anna, Chiara, Filippo, Lucia e Davide ). Amo la mia casa, mi piace cucinare, cucire, curare il giardino e sono una persona creativa. In famiglia ci sono un’infermiera, diversi musicisti amatoriali, sportivi, una stilista, un geometra, amanti della fotografia, studenti ed universitari, volontari in campo sociale ed educativo….e tanto altro ancora…


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“Abbiamo percorso 350 km in sette giorni. Proprio quello di cui avevamo bisogno….proprio ciò di cui necessita oggi l’umanità: relazione vera e rispettosa uomo – natura.”

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iamo una famiglia composta da individui un po’”curiosi”, attratti delle sfide e poco amanti della ripetitività (in vacanza, come nella vita quotidiana). Queste caratteristiche ci portano ogni anno a scegliere mete e stili di vacanze diverse, e soprattutto non concepiamo la vacanza sedentaria, pigra e statica specialmente in luoghi caotici, formali, comuni e consumistici. Nella primavera del 2017, provati dall’inevitabile routine quotidiana dei mesi invernali, siamo stati catturati dalla voglia di trascorrere le future vacanze all’insegna del movimento, della natura e per quanto possibile dell’eco sostenibilità. Ci piace di tanto in tanto fare qualche “giretto” in bicicletta. Non siamo dei ciclisti, né disponiamo di attrezzatura ed equipaggiamento particolare per questo sport: per me e mio marito è un modo per fare un po’ di sano movimento, osservando luoghi e paesaggi con tempi e prospettive diverse dagli spostamenti automobilistici, nel rispetto della natura. L’idea è arrivata da mio marito: “Quest’estate facciamo una vacanza itinerante in bicicletta?” Nonostante qualche iniziale timore, la proposta è stata accolta con entusiasmo non solo da me, ma anche dai figli. Ci siamo documentati e abbiamo scelto un itinerario relativamente semplice e già collaudato da anni, da milioni di ciclomotori: la ciclabile del Danubio. Essendo la nostra prima esperienza, ci siamo avvalsi di un’agenzia per l’organizzazione. Siamo partiti con destinazione Passau (ultimo paese tedesco lungo il Danubio, prima di passare in Austria). Qui abbiamo ricevuto tutte le indicazioni dell’organizzazione, i voucher per i servizi prenotati (cene e pernottamenti) e naturalmente le biciclette!

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L’avventura era cominciata: ogni sera guardavamo il percorso che proponeva la guida per arrivare alla tappa successiva, e le possibili varianti e decidevamo cosa visitare il giorno successivo. Per la maggior parte del tragitto ci sono due ciclovie, una a destra e una a sinistra del fiume, per cui ognuno può scegliere il proprio percorso e passare da una sponda all’altra, grazie ad alcuni ponti o a delle chiatte che in alcuni punti attraversano il fiume. Le tappe giornaliere erano circa di 50/60 km. Durante il percorso abbiamo potuto attraversare boschi, piccoli paesi caratteristici, coltivazioni, centri importanti come Linz, Melk e Krems. Abbiamo visitato il Lager di Mauthausen (…e fatta memoria per non dimenticare….), ci siamo rinfrescati nelle piscine pubbliche dei centri abitati (in particolare la piscina di Linz è molto bella e l’ingresso per una famiglia costa solamente € 3,50 per gli adulti e € 1,70 per gli studenti….!). Abbiamo gustato piccoli spuntini a ridosso

della ciclabile, senza problemi di parcheggio, di abbigliamento o la preoccupazione che ci potessero rubare le biciclette, che lasciavamo aperte con i borsoni sopra. Ci siamo seduti in zone attrezzate per i turisti, per leggere il giornale o fare una partita a carte e sdraiati sfiniti su pratini per riposarci un po’…. Abbiamo goduto di paesaggi rilassanti e rigeneranti, tutto questo con la compagnia, per gran parte del percorso, del grande fiume: il Danubio blu (che in realtà purtroppo ora di blu ha solo il titolo del valzer di Strauss…). L’unico vincolo che avevamo era di arrivare alla tappa successiva: tutto ciò che ci stava in mezzo, era a nostra libera scelta. Nessun vincolo, nessun obbligo. Le tappe erano state già programmate quindi ogni sera sapevamo che dovevamo arrivare in un luogo preciso e cercare l’hotel dove avremmo trovato i nostri bagagli. Certamente in qualche momento la stanchezza si è fatta sentire, ma nulla in confronto alla soddisfazione di


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arrivare ogni sera alla meta prefissata, stanchi ma felici e orgogliosi di noi, desiderosi e grati per la location trovata e la cena pronta e per la giornata trascorsa. Due passi per il paese o la cittadina e poi pronti ad andare a dormire eccitati e già incuriositi di ciò che ci avrebbe riservato il nuovo giorno. L’ultima tappa prevedeva un breve tratto in treno, dove abbiamo potuto ammirare come in Austria siano organizzati per gli spostamenti sui treni, con le bici al seguito, e questo certamente incoraggia l’utilizzo dei mezzi pubblici e della due ruote. Ultimi chilometri e poi l’arrivo a Vienna. Immensa gioia e soddisfazione! Ce l’avevamo fatta…..! Ce l’avevo fatta! Soprattutto io che al contrario degli altri non sono particolarmente sportiva….tantomeno allenata. Abbiamo percorso 350 km in sette giorni e lungo il percorso abbiamo incontrato famiglie con bambini piccoli, trasportati in rimorchi per bici; bambini più grandicelli con le loro biciclette; coppie di anziani che percorrevano le tappe con l’aiuto delle biciclette

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a pedalata assistita; super sportivi con attrezzature professionistiche con tanto di “valige” al seguito; gruppi di giovani con accompagnatori; disabili con le handbike, e soprattutto abbiamo visto sempre un grande senso di civiltà, di rispetto per l’altro e per la natura che ci circondava. Proprio quello di cui avevamo bisogno…. proprio ciò di cui necessita oggi l’umanità: relazione vera e rispettosa uomo – natura. Questo tipo di vacanza non è facile, leggera o frivola, ma è una vacanza intelligente perché sana, salutare e relativamente poco costosa. E’ un’esperienza avvincente e indimenticabile….per la componente naturale, per il rispetto che si deve al “creato” e in particolare, qui, al grande fiume, fonte di vita e sostentamento; per la sana fatica, che ci fa godere pienamente dei traguardi raggiunti e ci educa al sacrificio per raggiungere un obiettivo e non al tutto subito facile.


PROVENZA

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Sono Francesco Giro, metà reggiano e metà parmigiano, ho 24 anni, sono laureato in Lingue e letterature e studio Editoria. Sono giornalista free lance e musicista a tempo pieno. Appassionato di arte, cinema e libri, quando le tasche e il tempo lo permettono amo riempire lo zaino e partire all’avventura. Giramondo per passione, sognatore per indole.


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“Qui le automobili sono vietate, tanto quanto edificare, campeggiare e addirittura fumare.”

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ulla cartina dei posti che più sono riusciti a entrarmi nel cuore, una puntina è doveroso piazzarla sulla bella e incontaminata Provenza. Due mete poi, insistono affinché parli di loro in questo breve diario di viaggio: l’isola di Porquerolles e la selvaggia Camargue. Allacciate le cinture, o gonfiate le ruote della vostra bici: si parte. L’isola provenzale – raggiungibile dal porto di Hyères – dalle acque cristalline e spiagge caraibiche, fa parte del Parco nazionale di Port-Cros, motivo per cui le automobili sono vietate, tanto quanto edificare, campeggiare e addirittura fumare. Il consiglio è quello di noleggiare una bici (a prezzi veramente ridotti) una volta sbarcati, quanto meno se come il sottoscritto avete intenzione di girarla in lungo e in largo. Se anche per voi l’intenzione è dunque quella di rinunciare alla caotica veste del turista cittadino e indossare il costume dell’ozio marittimo, mi sento in dovere di consigliare caldamente almeno quattro spiagge che, nell’arco di una giornata intera, avrete sicuramente il tempo di visitare: la Plage d’Argent, a 2 chilometri ovest del paese; la Plage de la Courtade, a 500 metri est; la Plage du Langoustier, al confine ovest dell’isola; e infine, menzione d’onore per la Plage de Notre-Dame, che dista circa 3 chilometri a est del villaggio. Quest’ultima rappresenta il simbolo dell’intera isola: la sabbia è bianca e fine, mentre il mare pare uscito da un dipinto di Monet. Armatevi di fotocamera, telo e ombrellone, perché da qui, garantito, non vorrete più andarvene. Se le gambe sono allenate, e il sole non vi ha ancora strinato a dovere, potrete decidere di pedalare fino a Cap des Mèdes, il confine est dell’isola di Porquerolles: si tratta di un sentiero scosceso e con un notevole dislivello, ma che per la pace incontrastata e la veduta spettacolare, merita appieno lo sforzo. Restando in tema ‘wild’, se avete la possibilità di rimanere più di una giornata, potrete affittare una cabina nelle due imbarcazioni attraccate al porto che affittano un letto e poco più per i visitatori più avventurosi: un’esperienza rilassante e a diretto contatto con la natura, anche perché la più economica alternativa della tenda qui è –

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purtroppo – bandita. Proseguendo il nostro ‘green travel’ in terre provenzali, è doveroso consigliare la regione della Camargue: tra le zone più selvagge dell’intera Francia. Il tragitto che sarete obbligati a percorrere per arrivare a Saintes-Maries è costellato di paludi, distese d’erba interminabili, torrenti d’acqua dolci che vanno a riversarsi nel mare, e, soprattutto, un’incredibile fauna. Macchina fotografica alla mano, perché poche altre volte nella vita vi capiterà di fotografare fenicotteri rosa, cavalli e tori, tutti rigorosamente selvatici. Uno spettacolo più unico che raro. Dopo un lungo rettilineo arriverete nel centro della cittadina, famosa per essere la capitale gitana europea. Ogni anno, il 24 e il 25 maggio, migliaia di zingari da tutto il continente si riversano nelle strade di Saintes-Maries-de-la-Mer per portare in processione la loro santa patrona Sara verso il mare. Non potrà che ricordarvi la Spagna: forse per la sua vicinanza alla penisola iberica, o per la sua esuberante cultura gitana, ma qui paella e sangria sono all’ordine del giorno. Sul lungomare è possibile gustarsi la cucina di decine di ristoranti e osterie locali. L’arena dei tori poi, aiuterà ulteriormente la vostra immersione in questo fantastico mix tra cultura iberica e francese. Da sottolineare, però, è la grande differenza tra corrida spagnola e camarguese: a Saintes-Maries, ai tori non viene fatto alcun male. L’obiettivo è semplicemente – si fa per dire – quello di sottrarre agli animali le coccarde colorate posizionate loro in testa. Le vie del piccolo paese, inoltre, riportano alla mente un tipico villaggio greco: il bianco delle abitazioni, i tetti bassi, i profumi del pesce e del vino, le differenti culture che si mescolano e si fondono tra loro. Se siete amanti di tradizioni, folklore e natura, SaintesMaries-de-la-Mer, e la Provenza tutta, conquisteranno prepotentemente un posto anche nel vostro cuore.


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Sono Martina Viti, fiorentina trapiantata a Copenaghen, lavoro con la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Da fervente viaggiatrice, il mio nuovo obiettivo è di organizzare le mie esperienze in modo da essere il piÚ sostenibile possibile.

SLOVENIA

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a Slovenia è forse la più sottovalutata delle vicine dell’Italia. In effetti è una piccola Nazione, ma offre ogni tipo di esperienza: dal mare alle Alpi, passando per laghi e campagne. Il mio interesse nei confronti della Slovenia è nato nel 2016, quando la sua capitale Ljubljana (italianizzata Lubiana) è stata nominata Capitale Verde d’Europa. In effetti la Slovenia fa del turismo verde il suo principale obiettivo, con un intero sito dedicato allo “Schema verde del turismo sloveno”, dove gli aspiranti viaggiatori possono esplorare tutte le possibili mete verdi e le strutture alberghiere più ecosostenibili del Paese. E come se non bastasse, nell’ambito di questo programma nazionale ogni anno viene assegnato il premio “Slovenia Green” alle attrazioni turistiche più sostenibili. La combinazione di questo interesse verso il turismo sostenibile, volto alla tutela dell’ambiente e delle comunità locali ha ispirato il mio viaggio, che ho intrapreso con la mia amica Martina a fine agosto 2017. La capitale Ljubljana è facilmente raggiungibile con varie linee di autobus (6 ore da Firenze), e da lì si può proseguire verso ogni principale attrazione slovena via bus o treno. Quello che abbiamo fatto noi, una volta arrivate nella capitale, è stato prendere immediatamente un altro bus alla volta del lago di Bled, famoso per le foreste al suo intorno e la sua singola isoletta. Dopo un giorno di esplorazione del lago, che ha un bellissimo sentiero che permette di costeggiarlo per intero e un servizio “navetta” per l’isola al suo centro, io e Martina abbiamo deciso di provare qualcosa di più adrenalinico. Aiutate dallo staff dell’ostello abbiamo perciò deciso

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“Il mio interesse nei confronti della Slovenia è nato nel 2016, quando la sua capitale Ljubljana (italianizzata Lubiana) è stata nominata Capitale Verde d’Europa.”


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di provare il canyoning. Si tratta di salire a monte di un fiume di montagna e poi si scendere a valle nel fiume stesso, arrampicandosi tra le rocce, nuotando e anche lanciandosi dalle varie cascatelle. Passata la paura iniziale, è stata una esperienza incredibilmente divertente, che raccomando a chiunque abbia voglia di provare qualcosa di nuovo! Ljubljana, che secondo alcuni deriva dalla parola slava “luba”, cioè amore, è una città in effetti molto romantica, che mi ha sorpreso positivamente. È molto giovane, attiva, economica e, ovviamente, verde. Il centro storico è molto contenuto, ci sono varie attrazioni da visitare: il Castello in collina, il Ponte dei Draghi e la cattedrale di San Nicola, ma una giornata è abbastanza per vedere tutto. Come ultima avventura, io e Martina ci siamo

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riservate una gita fuori città alle grotte di Postumia e il castello di Predjama, molto vicini tra loro e perciò facili da accoppiare per una gita di un giorno. Le grotte di Postumia sono grotte carsiche, le uniche con una ferrovia interna, e, per quanto meta turistica molto sfruttata, sono davvero spettacolari. In conclusione, la Slovenia è una ottima scelta per turisti che vogliono essere sicuri di sostenere un turismo verde, che ha a cuore l’ambiente e la comunità locale, senza dover spendere esageratamente. Credo che la Slovenia stia lanciando un ottimo modello di turismo, che spero venga adottato presto anche dall’Italia. Ma nel frattempo, perché non visitare i nostri vicini?


MAREMMA

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otrebbe essere una delle frasi che i viaggiatori italiani si sentono maggiormente dire, quasi un cliché: “Ma che ci vai a fare dall’altra parte del mondo? Qui in Italia abbiamo tutto! Mare, montagna, campagna, si potrebbe viaggiare all’infinito!” Per quanto io sia una fervente sostenitrice dell’ampliare i propri orizzonti, trovo sempre difficile controbattere a questa affermazione: il nostro Paese è ricchissimo di mete mozzafiato, e il mio viaggio in Maremma è sempre il primo che mi viene alla mente quando ripenso a tutti i magnifici posti che

devo ancora scoprire, per quanto vicini. Torniamo indietro di qualche anno: fresca di patente e in cerca di nuove destinazioni, mi propongo di intraprendere un road trip nella Maremma toscana insieme alla mia amica Rachele. Organizzato un breve itinerario, io e la mia amica ci siamo lanciate in una settimana on the road. Il piano era semplice quanto intrigante: tre giorni sulla costa e poi quattro nell’entroterra. Tre tra agriturismi e bed and breakfast locali prenotati, uno zaino di vestiti (più che altro costumi) e via per le sterrate.


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“Organizzato un breve itinerario, io e la mia amica ci siamo lanciate in una settimana on the road.”

La prima tappa è stata il Parco Naturale dell’Uccellina, dove la natura è ancora indomita e offre un incomparabile spezzato della originale Maremma. Il visitatore può scegliere tra una vasta gamma di opzioni per la visita: a piedi con guida, gita a cavallo, addirittura girata in carrozza. Nel nostro caso, abbiamo scelto la visita a piedi con a guida, per una esperienza più dettagliata possibile! Dopo una nottata in un agriturismo dell’entroterra, dove abbiamo potuto banchettare con marmellate e ricotta chilometro zero ci siamo dirette verso l’Argentario: attraverso le pinete dei tomboli, passando per Orbetello e infine il giro panoramico del promontorio. La paura dello sterrato a picco sul mare viene vinta dalla emozione di scoprire nuove, scintillanti calette ad ogni tornante. La tentazione di tuffarsi nell’acqua pulita il più spesso possibile è irresistibile, perciò un giorno intero vola in un attimo. Già dal terzo giorno ci lasciamo il mare alle spalle, dirigendoci verso le sorelle di tufo: Sovano, Sorana e Pitigliano. Queste tre perle etrusche nascoste nella bassa Maremma hanno viste mozzafiato su pianure infinite, e vicoli in cui perdersi. Una meta da non perdere durante il viaggio verso questi paesi sono le Terme Di Saturnia, usate da tempi immemorabili, sempre aperte e gratis. I Bed and Breakfast locali abbondano, ed


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è facile trovare una stanza in centro. È un piacere visitare questi paesi la sera, quando il sole estivo è calato, ed i vari bar offrono aperitivi a base di specialità locali. Noi ci siamo fermate a Pitigliano, in quanto paese più grande, ma un’altra opzione suggestiva è Sorano, dove si possono visitare le misteriose Vie Cave, sentieri etruschi scavati nel tufo e percorribili ancora oggi. Infine, l’ultima tappa del nostro viaggio sconfina nel Chianti, con la visita di Monteriggioni, San Gimignano, Volterra e Siena, sulla strada per Firenze. Il paesaggio si addolcisce e i turisti aumentano, ma la sensazione di star riscoprendo posti conosciuti non abbandona. Non abbiate paura di dare un’altra possibilità a quello che pensate di conoscere!


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Sono Laura Zampetti , di professione Social Media Manager e Travel Blogger. Una vera amante delle fughe nel weekend e di tutto quello che riguarda il mondo digital. Amo imparare e conoscere, e per questo, ogni fine settimana, parto per scoprire nuove destinazioni, in Italia o in Europa.

VAL D’ORCIA

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a Val D’Orcia è un territorio meraviglioso: colline con file di Cipressi e antichi casolari che dominano il paesaggio. Organizzare un viaggio in Val d’Orcia è stato veramente affascinante. E’ uno dei territori più ricchi e belli d’Italia ed è piena di posti eco-friendly! Questo territorio è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco e offre esperienze multisensoriali: da una degustazione di vini a un bagno alle terme, senza dimenticare del calore che emanano i colori di questa terra. Il primo borgo in cui ci mi sono fermata è stato Montalcino, patria del Brunello. A dominare tutto il paese si trova una fortezza, un’architettura militare del 1300 al cui interno si nasconde una ricchezza di inestimabile valore: un’enoteca con bottiglie di Brunello da 3000 euro l’una. Qui puoi dedicarti a lunghe passeggiate in mezzo alla natura, fino a raggiungere l’Abbazia di San Antimo, una chiesa romantica e suggestiva dove ancora oggi si celebrano i canti gregoriani. La mia seconda tappa è stata San Quirico d’Orcia. Protetto da una cinta muraria si tratta di un piccolo paesino di origine etrusca dove si respira aria di spiritualità. Se vuoi fare una pausa gastronomica, l’agriturismo “Il Rigo” è il posto giusto. Un’azienda agricola biologica a conduzione familiare dove perdersi in bellissimi itinerari gastronomici a Km0 e godersi un po’ di pace e tranquillità. Puoi anche affittare una bicicletta per arrivarci e goderti, nel tragitto, le bellezze naturalistiche della zona. La colazione è servita negli spazi comuni e i proprietari deliziano gli ospiti con cereali e marmellate

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“Si hai la possibilità di percorrere diversi itinerari: a cavallo, a piedi, in bici, tutto rigorosamente a ritmo slow.” fatte in casa. Da San Quirico ho proseguito il mio cammino verso Pienza. Questa è famosa per le sue degustazioni di vino e per le camminate che puoi fare sui sentieri che collegano i tre gioielli della Val D’Orcia: il piccolo borgo medievale di Monticchiello, Pienza appunto e Montepulciano, altro paese che merita assolutamente una visita. La Val D’Orcia è famosa anche per i suoi percorsi termali, ricca di percorsi d’acqua fin dal Medioevo. Bagno Vignoni e le Terme di San Filippo sono solo due dei tanti posti dove beneficiare delle proprietà delle acque termali. Queste ultime, in particolare, sono famose per l’abbondanza di zolfo, calcio e magnesio. Immerse nel bosco dell’Amiata. Sulle vie Cassia e Francigena poi, hai la possibilità di percorrere diversi itinerari: a cavallo, a piedi, in bici, tutto rigorosamente a ritmo slow. COME ARRIVARE Se hai deciso di fare un viaggio eco-friendly, probabilmente hai anche scelto di non usare la macchina ma scegliere mezzi differenti. Puoi raggiungere Siena in treno e poi arrangiarti con i mezzi pubblici, a seconda di quale sarà la tua prima tappa. Oppure alternativa valida che riduce al minimo gli sprechi è trovare un passaggio con Bla Bla Car. Bla Bla Car ti permette di vedere se altre persone raggiungono la tua destinazione e di fare il viaggio con loro, dividendo le spese di benzina e pedaggi. In questo modo si riempie una macchina sola invece di prenderne 4 o 6 differenti. Spero di averti ispirato ad andare in Val D’Orcia. Credimi non te ne pentirai.


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10 VACANZE GREEN INGHILTERRA La zona costiera di questa nazione contrasta con l’immagine delle città più frenetiche e caotiche. Lungo la costa inglese è possibile trovare relax e tranquillità durante le passeggiate o esplorando le scogliere alla scoperta della fauna marina.

BHUTAN Il Bhutan si aggiudica il primo posto nella classifica stilata da Lonely Planet. Questo piccolo angolo paradisiaco a zero emissioni di carbonio si appresta a diventare completamente biologico entro il 2020. Oltre a monasteri buddisti e fortezze, i visitatori potranno godere di panorami mozzafiato nella natura incontaminata annidata sull’Himalaya orientale.


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PAESI BASSI L’efficiente rete di collegamenti ferroviari e la promozione di forme di mobilità sostenibile attraverso lo sviluppo delle ciclabili rende i Paesi Bassi, ed in particolare Amsterdam, una località ideale per chi ama il turismo eco-friendly.

URUGUAY Posizione di spicco nel turismo sostenibile e nella tutela dell’ambiente. Ma a rimanere impresse nella memoria dei viaggiatori sono le persone alla mano, rilassate e gentili, e la discreta ma profonda bellezza dei paesaggi, dalla lunga e selvaggia costa atlantica agli sconfinati spazi aperti delle pampas.

MAROCCO Ricca di attrazioni culturali e paesaggistiche, questa destinazione sta potenziando il sistema di collegamenti grazie ad una linea ad alta velocità per spostarsi da Casablanca a Tangeri in sole due ore.

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ARUBA All’insegna del colore, con artisti locali e internazionali che decorano i muri delle strade e festeggiamenti estemporanei che prolungano l’atmosfera di allegria oltre le festività canoniche. Aruba sarà un hub di sperimentazione di soluzioni green, sta lavorando per implementare nel 2020 il divieto di utilizzo di plastica monouso.

COSTA RICA La zona costiera di questa nazione contrasta con l’immagine delle città più frenetiche e caotiche. Lungo la costa inglese è possibile trovare relax e tranquillità durante le passeggiate o esplorando le scogliere alla scoperta della fauna marina.

LIBERIA Offre le onde più belle dell’Africa ai surfisti. Grazie a un innovativo accordo con la Norvegia per porre fine a ogni attività di disboscamento entro il 2020, questo patrimonio naturale sarà salvaguardato per le generazioni future.


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MACEDONIA DEL NORD Ha adottato il nuovo nome dopo decenni di contese con la confinante Grecia. il paese offrirà stimoli inediti agli amanti della cultura e dell’avventura grazie ai nuovi voli appena inaugurati per il Lago Ohrid, patrimonio UNESCO, e al recente High Scardus Trail, un sentiero di 495 km che tocca le vette più spettacolari dei Balcani.

ESWATINI Una delle destinazioni più sottovalutate (e meno visitate) dell’Africa meridionale. I variegati paesaggi di parchi e riserve serbano una sequenza continua di sorprese emozionanti, tra cui zip-line, trekking, rafting e straordinari incontri ravvicinati con i rinoceronti.

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BERLINO

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Sono Giulio Daverio e abito a Berlino da due anni, sono finito qui per caso dopo essermi laureato in design della comunicazione all’ Accademia santa Giulia di Brescia. Berlino mi ha travolto con le sua mille facce, facendomi scoprire passioni che non sapevo di avere.


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“La vegetazione convive con il cemento: il fiato si accorcia, le gambe non si fermano e la mente viaggia con il corpo. “

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uando penso a Berlino penso ai contrasti: est e ovest, geometria e disordine, essenzialità ed eccessi, bianco e nero. Ed è proprio in questo concetto che ho trovato l’essenza della mia fotografia - togliendo i colori l’occhio si sofferma sulla forma e sulla composizione - e attraverso esso la città prende forma. La vegetazione convive con il cemento: il fiato si accorcia, le gambe non si fermano e la mente viaggia con il corpo. Mai mi sarei aspettato di ritrovare a Berlino il desiderio di stare a stretto contatto con la natura. Vivo la città spostandomi in bici. Quest’ultima possiede la velocità perfetta per conoscerla; non troppo lenta per soffermarsi sui dettagli e non troppo veloce per perderli di vista. Più volte mi sono chiesto come poter raccontare una città tanto complessa e allo stesso tempo speciale attraverso le mie fotografie; quale fosse il modo migliore. Solo dopo ho capito che la risposta era quella più semplice: in sella alla mia bicicletta.

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Vi state dunque chiedendo quale sia il miglior modo per esplorare Berlino? Io non ho dubbi.


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Siamo Silvia e Francesca Pellegrini. Due sorelle: una guida e l’altra sceglie la musica. Condividiamo la passione per i viaggi in macchina, i bagni in mare, le viste, la luce del tramonto sulle cose, il profumo dei forni, i consigli degli anziani. Mai state brave a fare piani. Sempre in prima fila per una nuova avventura.

SUD ITALIA

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uasi un mese in viaggio e quasi 5000 km di strada. Una laurea da festeggiare e una FIAT Punto come inseparabile compagna. Due sorelle: una guida e l’altra sceglie la musica. Tantissimi amici incontrati lungo la strada. Senza andare troppo lontano da casa, però. Forse è questa la cosa che più di tutte rende il nostro viaggio green. Si, perché se è di questo che si parla in questa rivista, devo ammettere di averci pensato due volte prima di dire si, questo viaggio fa parte del gioco. Ma in tempi in cui prendere un aereo costa quasi sempre meno che prendere un treno, dove passare le proprie vacanze in un altro continente è sempre più alla portata di tanti, pensare di viaggiare in Europa o ancora di più in Italia è sì, una scelta controcorrente e ancor di più ecosostenibile. Totalmente assorti dall’esoticità del nostro feed di Instagram finiamo per dimenticarci quanto bello sia il nostro continente e soprattutto il nostro paese. Lo diamo per scontato. Anche noi che prima di allora non avevamo visto granché del Sud Italia, non abbiamo mai dubitato delle bontà che ci avrebbero aspettato laggiù. Quella che invece è stata una piacevolissima sorpresa è stata l’ospitalità che abbiamo trovato lungo il viaggio, in qualsiasi termine. In programma infatti c’era di fermarci qualche notte da amici in vacanza o residenti al Sud, ma per tutto il resto del viaggio puntavamo tutto su Couch surfing - l’applicazione che permette a sconosciuti di ospitare altri sconosciuti sul proprio divano. “Ah quindi pensate di dormire per un mese su divani di estranei? Ma secondo voi ci sono persone che usano l’app? Ad Agosto poi saranno tutti via...” Noi non siamo partite troppo convinte e anche i nostri amici e parenti non ci hanno proprio riempite di positività, ma a farci ricredere sono state le tantissime risposte positive che abbiamo avuto fin dai primissimi giorni. Viaggiare con in questo modo infatti è molto

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"Ed è stata questa ospitalità incredibile e travolgente ciò che più ci siamo portate a casa da questo viaggio."


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più che andare a risparmio sull’alloggio (che comunque non é da sottovalutare). Sentirsi a casa ovunque. Conoscere persone incredibili lungo la strada, soprattutto persone che altrimenti non conosceresti mai: altre età, interessi, passioni. Ed è la chiave più semplice per viaggiare come un local. Offrire il proprio divano su Couchsurfing spesso infatti è la scusa per offrire il proprio tempo o per lo meno condividerlo con i propri ospiti, portarli a vedere la loro piazzetta preferita, a bere al bar del loro amico e chiaramente al forno notturno di fiducia, che alle tre e mezza escono le pizzette. Ed è stata questa ospitalità incredibile e travolgente ciò che più ci siamo portate a casa da questo viaggio. Abbiamo dormito in un garage, in un hotel a 4 stelle o piantato la tenda in giardino, perché “piuttosto che dirvi di no posso proporvi questa cosa qui”. Ed ogni volta ad aspettarci abbiamo trovato persone meravigliose ed ospitali. E se la parola d’ordine doveva essere condivisione non potevano mancare qualche passaggio con BlablaCar lungo la strada! Ed oltre a qualche sconosciuto, la parte più bella e fondamentale (per non ucciderci tra sorelle) è l’aver condiviso con tantissimi amici parti dell’itinerario per celebrare tutti insieme la bellezza dell’estate italiana. Da Reggio Emilia a Noto, passando per l’Abruzzo, la Puglia, il Molise, la Basilicata, la Campania e la Calabria (mamma mia quanto è lunga quando fuori ci sono 40 gradi). Abbiamo fatto il bagno in spiagge bellissime, mangiato sempre fino a scoppiare, abbiamo conosciuto persone splendide e abbiamo imparato quanto tante volte non ci sia bisogno di andare così lontano da casa per sognare un mondo diverso.


RICETTE


IN VIAGGIO


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ACQUACOTTA

La ricetta dell’acquacotta è una preparazione semplice, gustosa e non sprecona che è possibile realizzare con le verdure avanzate e il pane di qualche giorno fa. L’origine di questo piatto è da ricercarsi nella tradizione contadina della Maremma più povera: si tratta sostanzialmente di una zuppa con molta acqua calda per sfamarsi e riscaldarsi. Da quelle umili origini sono nate tante varianti che preservano orgogliosamente la ricetta tradizionale ma prevedono un piatto più ricco, nutriente e gustoso nel suo complesso. INGREDIENTI • • • • • • • •

4 fette di pane toscano (nel libro trovate come farlo con la pasta madre) 1 litro di brodo vegetale 2 cipolle grandi 250 g di pomodori maturi 2 gambi di sedano verde (comprese le foglie) 4 uova formaggio pecorino toscano da grattuggiare olio evo, basilico sale e pepe q.b.


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PREPARAZIONE

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. Preparate il brodo vegetale: in una pentola con un po’ d’acqua fate bollire una carota, una cipolla e un gambo di sedano con qualche foglia di alloro. . Affettate la cipolla e il sedano, comprese le foglie. Appassite le verdure con olio evo, possibilmente in un tegame di coccio (in alternativa va bene anche una pentola antiaderente).

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. Aggiungete il pomodoro e il brodo tagliato a pezzetti, e fate cuocere per mezz’ora mettendo il basilico spezzettato a mano. La minestra deve essere liquida e le verdure non sfatte. . Intanto tostate a parte le fette di pane e grattuggiateci sopra del pecorino. Rompete poi le uova nella minestra e lasciatele cuocere in camicia.

. Raccoglietele con una schiumarola e disponetele sulle fette di pane, una per ogni commensale. Versate un paio di mestoli di zuppa in ogni fondina e portate in tavola ben calda.


INVOLTINI VIETNAMITI 60 LA MOCHILERA


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INGREDIENTI PER GLI INVOLTINI • • • • • • •

6 cialde di riso già pronte 40 gr. di spaghetti di soia 80 gr. di verza (se preferite potete sostituirla con la lattuga) 30 gr. di carota 30 gr. di porro 30 gr. di sedano olio e.v.o.

PER LA SALSA DOLCE • • • • • •

10 pomodori maturi 2 cucchiai di zucchero 3 cucchiai di aceto 2 cucchiai di salsa di soia 1 spicchio di aglio q.b. di sale

Mondate le verdure e ponetele su un tagliere. Taglietele a listarelle della stessa dimensione. Cuocetele a vapore per 5 minuti dalla bollitura dell’acqua. Terminate la cottura in un tegame antiaderente con un pò d’olio (se preferite potere cuocerle direttamente in tegame senza la precottura a vapore, ma saranno ovviamente meno leggere). Salate e spegnete. Fate una x sulla pelle dei pomodorini e tuffateli nell’acqua bollente per qualche minuto. Spellateli e privateli dei semini interni. Frullateli con il mixer e mettete la salsa in un tegame con il resto degli ingredienti. Fate cuocere a fiamma bassa per 10 minuti. Cuocete gli speghetti come da indicazione della confezione (si immergono nell’acqua bollente leggermente salata per circa 3 minuti a fiamma spenta e poi si passano sotto l’acqua fredda). Unite gli spaghetti alle verdure. Preparate le cialde di riso così come indicato nella confezione (si immergono nell’acqua calda per pochi istanti e si pongono su di un canovaccio asciutto). Suddividete il condimento in sei mucchietti e ponetelo al centro delle cialde. Ripiegate le cialde come nelle foto. Friggete gli involtini ottenuti in olio bollente. Ponete gli involtini per qualche minuto sulla carta assorbente, quindi impiattate e servite con la salsa agrodolce e la salsa di soia.


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LIBRI PER

SULLA STRADA Il viaggio attraverso gli Usa più famoso di sempre. Senza una meta precisa ma con al volante la più ispirata voce della beat generation, Jack Kerouac, e il compagno di strada che tutti vorremmo avere, l’indimenticabile e folle Dean Moriarty. Sulla strada, per qualsiasi sincero viaggiatore è davvero una lettura obbligatoria, almeno una volta nella vita.

NELLE TERRE ESTREME Un viaggio solitario nella natura selvaggia del Grande Nord. Ma, allo stesso tempo, un viaggio nella propria anima, per ritrovare l’appartenenza al mondo. La storia vera di questo viaggiatore realmente esistito, Chris McCandless, è stata ricostruita dapprima in questo bel libro di Jon Krakauer, e poi trasformata in film da Sean Penn con Into the Wild..

STRADE BLU Sulle carte stradali americane le strade principali, battute dalle masse, sono indicate in rosso. Poi ci sono quelle disegnate in blu, le vie secondarie, che passano da località anonime. William Least-Moon ha scelto queste per vagare in libertà fra praterie e villaggi di un’America sconosciuta. Poi, tornato a casa, ha scritto questo capolavoro assoluto della letteratura da viaggio.


IN UN PAESE BRUCIATO DAL SOLE Bryson è uno dei più divertenti scrittori di viaggi, anche se negli ultimi tempi si è dedicato anche ad altri argomenti (Breve storia di quasi tutto e altri). Qui percorre in lungo e in largo l’Australia, dall’entroterra desertico alla barriera corallina. Occhio curioso, penna sempre pronta all’ironia. Un libro spassoso quanto interessante.

UN INDOVINO MI DISSE Il titolo viene dalla predizione di un indovino cinese che così avverte il giornalista Terzani: “Non viaggiare in aereo nel 1993 altrimenti morrai”. Ecco quindi giungere l’anno dell’oracolo: Terzani approfitta della scusa e dà il via a un meraviglioso viaggio attraverso la vera Asia. Questo libro di enorme successo ci mostra il Terzani cronista di viaggio, meno mistico rispetto ai testi successivi, ma attentissimo a osservare l’incredibile realtà che via via gli si fa incontro nel cammino.

COME VIAGGIARE DA SOLI Vuoi fare un regalo speciale a una persona per te importante? Regala un libro che può cambiare la vita. Questo manuale spiega come organizzare e vivere un viaggio da soli: un’esperienza bellissima, che fa riflettere, crescere e naturalmente anche divertire, ma che ancora molte persone non si sentono di affrontare.

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CHI VIAGGIA

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GRAZIE A Contributi speciali ospiti Roberta Bagnacani Giulio Daverio Giorgio De Palo Francesco Giro Nicolò Pellacini Francesca Pellegrini Francesca Piccioni Mariachiara Torrelli Martina Viti Lucia Zambelli Laura Zampetti

Featured facebook: Roberta Bagnacani @thingsiwantedtodo @giorgiodepalomusic facebook: Francesco Giro @nico_pellacini @pelleness behance.net/Francescapiccioni @marilight_littlebull facebook: Martina Viti www.raccontidiviaggio.it www.weekendier.com @i_weekendieri


Illustrazione di Francesca Piccioni

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“I veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole” Charles Baudelaire



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volume 2. Estate 2020, €12


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