Periodico di informazione di Lapam Confartigianato
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A confronto con i sindaci del territorio Al centro i driver per la ripartenza
«Dobbiamo imparare la lezione della pandemia» Intervista a Leonardo Becchetti
Scarsità delle materie prime Si rischia lo stop della produzione
Cosa c'è per le imprese nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza La nostra analisi e l'intervista a Maria Cecilia Guerra
03 MAGGIO/GIUGNO 2021
Noi impresa - periodico di informazione di Lapam Confartigianato Imprese - Poste italiane SPA - Sped. in abb. post. D.L 353/2003 - (Conv. IN L.27/02/2004 N°46) - art.1, Comma 1, DCB (Modena C.P.O) - Euro 2
IMPRESE PATRIMONIO DEL PAESE La forza del valore artigiano
Le imprese, gli artigiani, i commercianti, i liberi professionisti e le piccole industrie sono il nostro eccezionale patrimonio, da valorizzare e tutelare. Un universo di eccellenze profondamente connesse tra loro, cuore e anima del nosto Paese, motore dello sviluppo economico e sociale. Fare rete sul territorio è la nostra forza e la nostra missione, per dare valore al lavoro e costruire insieme, ogni giorno, il nostro domani.
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EDITORIALE
Un Piano Marshall 2.0 Il piano Marshall risollevò l'Italia nel secondo dopoguerra. Un intervento straordinario per il 79% a fondo perduto voluto dagli Stati Uniti d'America, che divenne il volano per il famoso boom economico degli anni '50 e '60. Ebbene il piano Marshall, parametrato al valore attuale della moneta, peserebbe oggi per 55 miliardi di euro. Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) mette a disposizione del nostro Paese 209 miliardi di euro, circa quattro volte tanto, con 82 miliardi (circa il 40%) a fondo perduto. Basta questo dato per capire che il piano (il Next Generation Ue che in Italia abbiamo chiamato Recovery prima e Pnrr ora, ma si tratta sempre dello stesso progetto) ha la potenzialità
per cambiare davvero il nostro Paese e che rappresenta un'occasione da non fallire. Negli ultimi 30 anni in Italia si è sempre solo pensato a tagliare le spese, con risultati che non sta a noi giudicare ma che di certo non sono stati brillanti…, questa volta si tratta invece di spendere, ma di farlo bene, con criteri definiti e soprattutto con obiettivi molto chiari. Senza affogare nella burocrazia, come troppo spesso è accaduto e accade, ma con regole certe. Transizione ecologica, per evitare di rendere irreversibile la crisi climatica, digitalizzazione, per modernizzare tutto il Paese e non solo le aree più densamente popolate e industrializ-
zate per evitare che il digital divide si amplifichi ulteriormente, infrastrutture adeguate ai tempi sono le principali direttrici su cui lavorare. Le micro, piccole e medie imprese hanno già dimostrato di essere sulla strada giusta sotto il profilo della transizione ecologica, ma su tutto il resto si aspettano risposte adeguate da chi deve decidere. La pandemia ci ha portati sul ciglio del precipizio: nel secondo dopoguerra il piano Marshall ci ha dato la spinta per saltare oltre il burrone, questa è la volta del Pnrr. Francamente non è auspicabile sapere cosa potrebbe succedere in caso di fallimento.
Carlo Alberto Rossi Segretario Generale Lapam Confartigianato
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MAGGIO GIUGNO 2021
ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
IN COPERTINA
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pagina A confronto con i sindaci del territorio Al centro i driver per la ripartenza: Superbonus 110%, centri storici e turismo
8
pagina Tempi di pagamento nella media, ma chi ha fatture “pesanti” non li rispetta L'analisi del nostro Ufficio Studi sui tempi di pagamento dei Comuni alle imprese
10
pagina “Penna Bianca” Ravanelli tra i protagonisti della “tappa Lapam” in anteprima al Giro d’Italia La parola ai sindaci dei comuni dell’Appennino attraversati dalla corsa rosa
FOCUS
12
pagina Coesione territoriale e aree montane Alcuni numeri su popolazione, tessuto imprenditoriale e produttività per zona altimetrica in provincia di Modena e Reggio Emilia
14
pagina “Dobbiamo imparare la lezione della pandemia. L’economia circolare è una grande opportunità per le piccole imprese” Leonardo Becchetti legge la situazione attuale con la lente dell’economia civile. La nostra intervista
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n° 03 - 2021
pagina Cosa c'è per le imprese nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Dal rinnovo degli incentivi 4.0 al Superbonus, ma anche economia circolare, export e politiche attive del lavoro
21
pagina «Il PNRR avrà successo se l’impegno per la sua realizzazione sarà collettivo»
EDILIZIA
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pagina Sconto in fattura: la nostra soluzione per le imprese Un nuovo servizio a disposizione delle imprese che vogliano offrire questa soluzione
TRASPORTI
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La Sottosegretaria al MEF, Maria Cecilia Guerra a confronto con Lapam
pagina La class action di Confartigianato Trasporti contro i costruttori di camion
SOSTENIBILITÀ
Accusati di aver fatto cartello, aumentando i prezzi del 15%, ora dovranno rispondere davanti a un tribunale europeo
26
pagina Economia circolare: identikit di un sistema economico votato alla produttività e all’efficacia Dalla definizione alle scelte dell'Unione Europea per riconvertire il sistema produttivo
IMPRESE DEL VERDE
29
pagina Chiarimenti sui rifiuti da manutenzione del verde Il Ministero della Transizione Ecologica fa chiarezza
MECCANICA
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pagina Scarsità delle materie prime: così si rischia lo stop alla produzione Dall’aumento di prezzo alla scarsità di materiale. Cosa sta succedendo sul mercato e cosa rischiano le nostre imprese
EXPORT
MOVIMENTO DONNE IMPRESA
pagina Un'opportunità per le imprese che vogliono esportare
pagina Gli effetti della pandemia sull’imprenditoria femminile
Rifinanziato il Fondo 394-81 gestito da Sace Simest
I dati di Modena e Reggio Emilia
CREDITO
BENESSERE
pagina La carica del fintech. Ecco perché conviene conoscerlo
pagina XXI Congresso generale Lapam: categoria Benessere
Nell’anno della pandemia si è rivelato un utile strumento di credito alle imprese. Un trend destinato a crescere
Gli effetti psicologici della pandemia su imprese e lavoratori
SCUOLE E ISTRUZIONE
TERZO SETTORE
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38
pagina Quali competenze cercano le imprese tra i giovani che si affacciano al mondo del lavoro I profili più richiesti dalle imprese nel 2020
COMUNICAZIONE
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pagina Lezioni utili per ripartire dopo Covid-19 Dall’e-commerce alle nuove abitudini di consumo, passando per una comunicazione sempre più accurata. Le novità che le imprese non possono ignorare
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pagina Gian Lauro Rossi, Presidente Anap, è il nuovo coordinatore nazionale Cupla
FORMAZIONE
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pagina Corsi e Formazione organizzata da FORMart FISCO LAVORO BANDI
52
pagina • Adempimenti Fiscali • Novità in materia di Rapporti di Lavoro • Bandi a sostegno delle imprese XXI CONGRESSO GENERALE DELIBERE CONSIGLIO DIRETTIVO GENERALE Su www.lapam.eu è possibile consultare gli estratti delle delibere dei verbali del Consiglio Direttivo Generale di Lapam Confartigianato Imprese Modena, Reggio Emilia.
Il reggiano ha ricevuto il testimone da Giorgio Grenzi
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COMMERCIO
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pagina Imprese, App e consumatori contro lo spreco alimentare Combattere spreco alimentare e aiutare il commercio tradizionale
Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg.Trib di Modena n°457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore Responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari. Hanno collaborato a questo numero: Daniele Casolari, Monica Salvioli, Elena Baraldi, Matteo Roversi, Stefano Ficarelli, Alberto Beluzzi, Enzo Fanì, Nicola Boschetti, Francesco Po. Progetto grafico e impaginazione di Luca Pellacani - fotografie di Riccardo Nora e Luca Monelli, archivio fotografico Lapam, Freepik, PixBay Stampa Golinelli SpA. Per la pubblicità su Imprese&Territorio: contattaci@lapam.eu tel. 059 893 111 n° 03 - 2021
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Francesco Tosi Sindaco di Fiorano
ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Michele Goldoni Sindaco di S. Felice s.P.
Gilberto Luppi Presidente Generale Lapam
A confronto con i sindaci del territorio Al centro i driver per la ripartenza: Superbonus 110%, centri storici e turismo
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rgomenti locali, riferiti a ciascun comune, ma anche alcuni temi d'interesse generale toccati in tutti gli incontri. La nostra associazione, a cavallo tra aprile e maggio, ha svolto una serie di consigli di sede online incontrando sindaci e assessori di diversi comuni della provincia di Modena e in quello capoluogo di Reggio Emilia. Gli incontri, che stanno proseguendo, hanno già toccato San Felice, Fiorano, Sassuolo, Campogalliano, Mirandola, Pavullo, Maranello, Spilamberto, Castelnuovo, Vignola, Zocca, Formigine, Fanano, Concordia e Medolla, mentre nelle prossime settimane saranno coin-
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volti altri comuni tra cui il capoluogo Modena. Realtà più e meno grandi a dimostrazione del radicamento territoriale che rappresenta uno dei punti di forza dell'associazione imprenditoriale. Tra l'altro questo rapporto, tra l'associazione e i primi cittadini dei comuni delle province di Modena e Reggio Emilia, è ormai consolidato e prosegue da diversi anni, naturalmente al di là delle posizioni partitiche. “Al centro di questi incontri – sottolinea il segretario generale Lapam Confartigianato, Carlo Alberto Rossi - di confronto e di dialogo, di ascolto e riflessione, ci sono sempre stati gli interessi degli
Francesco Menani Sindaco di Sassuolo
Paola Guerzoni Sindaco di Campogalliano
Alberto Greco Sindaco di Mirandola
Luciano Biolchini Sindaco di Pavullo
Luigi Zironi Sindaco di Maranello
Umberto Costantini Sindaco di Spilamberto
Emilia Muratori Sindaco di Vignola
Gianfranco Tanari Sindaco di Zocca
Maria Costi Sindaco di Formigine
Stefano Muzzarelli Sindaco di Fanano
Luca Prandini Sindaco di Concordia
Alberto Calciolari Sindaco di Medolla
Massimo Paradisi Sindaco di Castelnuovo
Luca Vecchi Sindaco di Reggio Emilia
ASSOCIAZIONE E TERRITORIO imprenditori di quel determinato comune e l'attenzione ai temi strategici per la crescita e lo sviluppo sia a livello economico che sociale, tematiche che in realtà hanno una ridondanza su tutta la cittadinanza. Naturalmente, dunque, si è parlato di opere pubbliche a livello locale, di problematiche legate ai singoli comuni, ma anche di argomenti più ampi che riguardano tutto il territorio. A partire dal Superbonus 110% che abbiamo voluto mettere al centro dei dibattiti. L'accesso agli atti, competenza comunale, è stato toccato un po' ovunque come una delle criticità del provvedimento e ovunque i sindaci e gli assessori coinvolti hanno dimostrato di aver colto l'importanza del tema, pur se non dappertutto la risposta è stata già soddisfacente”. Il presidente generale, Gilberto Luppi, interviene: “Il Superbonus, comunque, è stato considerato da tutti gli interlocutori come un provvedimento determinante per la riqualificazione urbana e per la transizione ecologica. Su questo tema non mancheremo di far sentire la nostra voce nei confronti delle amministrazioni locali, in attesa di risposte sempre più adeguate”. Naturalmente si è parlato, a lungo e con attenzione, delle attività maggiormente danneggiate dalla pandemia da Covid 19, con risposte anche a livello locale (molti comuni hanno messo in campo interventi, non sempre omogenei ma comunque preziosi), con particolare riferimento alle aziende di ristorazione, del commercio, dell'artigianato di servizio. Attività tra le più colpite, che necessitano di sostegni significativi. Quasi ovunque si è parlato anche di turismo: in Appennino, naturalmente, ma anche in altri territori (basti pensare all'Area Nord dove la nuova ciclovia del sole sta già portando i primi turisti su due ruote, così come al distretto con le potenzialità del turismo legato ai
motori oltre che all'enogastronomia). Il tema è stato posto proprio per dare un impulso agli interventi dei comuni, per far sì che la ripartenza coincida con il rilancio di un comparto che sul nostro, prima dello scoppio della pandemia, stava recuperando posizioni importanti. Il presidente Lapam Confartigianato, Gilberto Luppi, ha partecipato a tutti gli incontri e conclude: “È sempre molto stimolante incontrare i consigli di sede e i sindaci dei nostri comuni, si coglie l'attenzione che hanno gli imprenditori nei confronti del proprio comune e, dall'altra parte, l'impegno di sindaci e assessori che, al di là della collocazione politica, lavorano per cercare di migliorare le cose. Sappiamo bene che a livello di enti locali non è facile incidere in profondità, ma proprio per questo da molti anni siamo a disposizione per un confronto, a volte anche a partire da posizioni differenti come è normale che sia, con l'obiettivo di sostenere le imprese e di far crescere e sviluppare l'intero territorio. Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che gli imprenditori sono prima di tutto cittadini e che, in gran parte, vivono anche sul territorio, non importa in quale comune, oltre che lavorare nei nostri paesi e nelle nostre città. Siamo dunque molto interessati non soltanto alle questioni legate allo sviluppo economico, e questo è naturale oltre che giusto, ma anche a tutto il resto, e in particolare alle questioni di carattere sociale. Sappiamo bene che senza sviluppo e senza imprenditoria il sistema di welfare a cui siamo abituati sarebbe impossibile e che la spina dorsale della micro, piccola e media impresa rappresenta un valore fondamentale per il territorio”.
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
“Penna Bianca” Ravanelli tra i protagonisti della “tappa Lapam” in anteprima al Giro d'Italia La parola ai sindaci dei comuni dell'Appennino attraversati dalla corsa rosa
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a Ponte Dolo, appena entrati nel territorio del Comune di Montefiorino, a Sestola passando per Palagano, Lama Mocogno, Montecreto e Fanano. Una pedalata attraverso tutto il
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percorso modenese della Piacenza-Sestola, la tappa del Giro d'Italia in programma martedì 11 maggio. Lapam Confartigianato ha organizzato, con tanto di ‘ammiraglia' di supporto, e tra i dieci amatori di buona gamba c'era Fabrizio ‘Penna Bianca' Ravanelli, indimenticato attaccante della Juventus e della nazionale che ha sposato una ragazza di Cerredolo e che l'Appennino, sulle due ruote, lo frequenta con assiduità.
“L'obiettivo è stato quello di mettere i riflettori sul nostro Appennino – conferma Daniele Casolari, responsabile sindacale Lapam -. Durante il percorso sono stati incontrati i sindaci dei comuni attraversati e abbiamo voluto rimarcare sia l'importanza dell'evento come promozione turistica del territorio che dare un impulso al turismo sostenibile e green come volano per la promozione dell'Appennino. Senza dimenticare l'importanza del fare rete: l'Appennino deve essere sempre più percepito come una destinazione unica e appetibile per diverse tipologie di visitatori”.
ASSOCIAZIONE E TERRITORIO di storia di cultura e ambiente”. Fa eco Fabio Braglia di Palagano: “Il passaggio del Giro è una grandissima opportunità, per far conoscere questa parte di Appennino, che è l'ideale per fare un turismo green. Quest'estate ci aspettiamo un grande afflusso di turisti, che sapremo accogliere al meglio”. Giovanni Battista Passini di Lama Mocogno aggiunge: “Le nostre strade sono percorse da tanti cicloturisti, questa tappa del Giro darà ulteriore impulso. L'Appennino è il luogo ideale anche per fare turismo sostenibile, proprio per questo abbiamo già installato due colonnine per la ricarica delle bici elettriche”. Passiamo a Leandro Bonucchi di Montecreto: “Puntiamo molto sul turismo verde, senza dimenticare l'ambiente e l'enogastronomia. Valorizzare il territorio, come destinazione unica, è determinante”, mentre Stefano Muzzarelli da Fanano spiega: “Solo insieme si può vincere. Il nostro territorio da tempo investe nel turismo green e slow e ci stiamo preparando al meglio per l'estate”. Infine il sindaco di Sestola, Marco Bonucchi: “Crediamo molto nel ciclismo e nel turismo verde, pensiamo alle nostre piste di Mtb. Fare rete a livello territoriale è decisivo, è tutto il nostro Appennino che va promosso”. Ravanelli, che ha pedalato insieme ad amici, dipendenti Lapam e imprenditori (“Vogliamo ringraziare Matteo, Gianluca, Giorgio, Ivan, Manuela, Damiano e Lele, senza i quali questa iniziativa non sarebbe stata possibile” chiosa Riccardo Baroni, segretario Lapam Montefiorino) e che è ancora in gran forma, ha spiegato: “Sono appassionato della bicicletta e conosco bene queste zone che sono bellissime. Dopo aver smesso col calcio ho scoperto questa passione, che fa vivere sensazioni fantastiche e fa conoscere posti molto belli, come quelli attraversati dalla tappa del
Giro. Valorizzare questi paesaggi è importante ed è opportuno far sì che si organizzino iniziative, per far sì che si possano recuperare le difficoltà di quest'ultimo periodo, anche attraverso il turismo sportivo”. ‘Penna Bianca', che lavora ancora per la Juventus, ha anche parlato di calcio: “Lo scudetto all'Inter? È meritatissimo”.
La chiusura è per i tre segretari delle sedi Lapam attraversate, Baroni, Migliori e Grotti: “Il passaggio del Giro d'Italia rappresenta una grande occasione per lanciare la stagione turistica estiva, sappiamo bene che le imprese dell'Appennino hanno sofferto anche più che altrove le restrizioni, ma ora è il momento di ripartire e di farlo unitariamente”.
I sindaci dei comuni attraversati sono stati coinvolti dalla ‘tappa Lapam'. Maurizio Paladini, primo cittadino di Montefiorino: “È un volano turistico importante per noi e in favore di un territorio ricco
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Tempi di pagamento nella media, ma chi ha fatture “pesanti” non li rispetta L'analisi del nostro Ufficio Studi sui tempi di pagamento dei Comuni alle imprese
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Modena la media è di 34 giorni a Reggio Emilia di 38, di poco superiore a quella regionale che è di 36 giorni. Entrambe superano i termini previsti dalla legge, in questo caso fissati in 30 giorni. I comuni delle due province sono, si può affermare, abbastanza virtuosi quando si parla di tempi di pagamento alle imprese. L'analisi territoriale realizzata dall'ufficio studi della nostra associazione, in cui si esaminano i dati disponibili dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (2021) centrata sui tempi di pagamento dei 328 comuni dell'Emilia Romagna di cui sono stati rilevati i pagamenti nel corso dei primi tre trimestri del 2020, evidenzia che a più di 8 anni dal varo della introduzione della direttiva europea (direttiva 2011/7/UE ndr.) sui pagamenti nella normativa italiana, un solo comune della provincia di Modena (pari al 2,1% contro il 7,9% della media regionale e il 18,3% di quella nazionale) paga oltre i 60 giorni, mentre poco meno della metà (21 su 47 il 44,7% a fronte del 39,3% in regione) paga nei 30 giorni, 14 tra 31 e
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO 40 giorni, 10 tra 41 e 50 giorni, uno tra 50 e 60 e uno appunto, oltre i due mesi. Nel reggiano sono invece tre i comuni che pagano oltre i 60 giorni (pari al 7,1%), mentre meno della metà (18 su 42 il 42,9% a fronte del 39,3% in regione) paga nei 30 giorni, 6 tra 31 e 40 giorni, 13 tra 41 e 50 giorni, 2 tra 50 e 60 giorni.
Tempi medi di pagamento dei Comuni Media regionale e termini di legge
A fronte di quanto evidenziato sopra, il nostro Ufficio studi evidenzia tuttavia come a Modena solo il 27,9% degli importi viene liquidato entro i termini di legge (58 milioni di euro su 208 nei primi tre trimestri 2020), mentre a Reggio Emilia la percentuale è del 23,9% (40 milioni di euro su 167 nei primi tre trimestri 2020). Da questi numeri si evince che i comuni pagano tendenzialmente prima gli importi minori. Per questo si ha una media delle transazioni vicina ai 30 giorni, ma un importo incassato entro 30 giorni minore. Nei comuni della provincia di Modena sono 150 i milioni pagati in ritardo, il 72,1% del totale degli importi, a fronte del 63,4% della media regionale. Di questi in verità 108 milioni, oltre due terzi, vengono saldati entro i 40 giorni, mentre 40 milioni entro i 50 giorni e solo 3 milioni slittano fino a oltre 50 giorni. A Reggio Emilia sono 127 i milioni pagati in ritardo, il 76,1% del totale degli importi. Di questi solo 20 milioni vengono saldati entro i 40 giorni, mentre 98 milioni entro i 50 giorni e 10 milioni slittano fino a oltre 50 giorni Questi ritardi sono di particolare gravità nel pieno della crisi da pandemia che ha portato il 32,6% delle imprese emiliano-romagnole in crisi di liquidità.
63,8%
Modena
38
Reggio Emilia
34
giorni
Gli importi corrisposti
36,2%
Media Regione Emilia Romagna Termini di legge
5
10
15
20
25
30
35
40
Tempi di pagamento nelle province di Modena e Reggio Emilia Analisi sui primi tre trimestri del 2020 entro 30 giorni
da 40 a 50 giorni
da 30 a 40 giorni
da 50 a 60 giorni
2% 1 comune 21% 10 comuni 30% 14 comuni
oltre 60 giorni
2% 1 comune
47 comuni nella provincia
208 milioni di ¤ Totale dovuto alle imprese
27,9% Liquidato entro i termini 72,1% Liquidato in ritardo
58 milioni di ¤ Liquidati nei termini di legge 4% 2 comuni 28% 13 comuni 13% 6 comuni
Provincia di Modena
45% 21 comuni
6% 3 comuni
42 comuni nella provincia 38% 18 comuni
167 milioni di ¤ Totale dovuto alle imprese
23,9% Liquidato entro i termini
Provincia di Reggio Emilia
76,1% Liquidato in ritardo
40 milioni di ¤ Liquidati nei termini di legge
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FOCUS COESIONE TERRITORIALE
Coesione territoriale e aree montane Alcuni numeri su popolazione, tessuto imprenditoriale e produttività per zona altimetrica in provincia di Modena e Reggio Emilia Pianura sotto i 300m slm. Collina da 300m slm. a 600m slm. Montagna oltre i 600m slm. Area Interna Territori con disponibilità di risorse ambientali e culturali caratterizzati da una significativa distanza dai principali centri di offerta di servizi essenziali Emilia Romagna Distribuzione aree geografiche
Distribuzione della popolazione Nelle province di Modena e Reggio E. Residenti in
Variazione 2009/2019
Percentuale under 35
Percentuale over 65
6,6% Montagna
-2,8%
-10,7%
+1,1%
20,2% Collina
+2,9%
-5,3%
+16,4%
73,2% Pianura
+4,7%
-0,6%
+13,3%
5,3% Montagna
-4%
-11,9%
-1,8%
20,3% Collina
+3,2%
-8,1%
+17,7%
74,4% Pianura
+4,3%
-3,6%
+11,5%
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Italia Distribuzione aree geografiche
Provincia di Modena
Provincia di Reggio Emilia
FOCUS COESIONE TERRITORIALE
I
ciali di comunità e servizi sanitari di prossimità che agevolino la soluzione a problemi di disagio e fragilità sociale e innalzino l'attrattività di questi luoghi, invertendo i trend di spopolamento, invecchiamento demografico e riduzione dell'occupazione. I comuni montani
delle province di Modena e Reggio Emilia sono caratterizzati da una significativa distanza dall'offerta di servizi essenziali (mobilità collettiva, sanità, istruzione universitaria) in termini di tempi di percorrenza, che li identifica come le aree interne più periferiche.
Vocazione artigiana 36 ,4 %
18 ,1%
28 ,9 %
34 ,5 %
Peso % addetti artigianato sul totale (2018)
16 %
39 ,3 %
40 ,7 %
37 ,4 %
29 ,9 %
32 ,1%
27 ,7 %
Peso % artigianato sul totale delle imprese (2018)
19 ,6 %
l Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) pone l'attenzione sulla coesione territoriale prevedendo azioni di rilancio e valorizzazione delle aree interne attraverso investimenti per il potenziamento di infrastrutture e servizi, tra cui infrastrutture so-
50 40
Imprese artigiane 2012/2018
Addetti artigianato 2012/2018
MO
MO
RE
RE
30 20
MO
Pianura
RE
Collina
MO
RE
MO
Montagna
Valore aggiunto
RE
MO
Pianura
RE
MO
Collina
RE
Montagna
-1 1,7 % -1 3, 9%
RE
-1 4%
MO
-1 3, 7%
10
Montagna
53.093
56.556
72.753
56.171
39.076
36.509
MO
RE
MO
RE
MO
RE
Valore aggiunto per addetto (anno 2018)
Pianura
21 ,5 %
69 ,7 % 50 ,3 %
77 ,9 % 68 ,7 %
21 ,4 %
10
Montagna
Infrastrutture: banda larga % di famiglie con connessione maggiore di 30 Mbps
+5 ,8 %
+4 ,5 %
+6 ,6 %
+1 0, 2%
+9 ,4 %
12
+9 ,8 %
Crescita % del valore aggiunto per addetto nel periodo 2015/2019
Collina
MO
RE
80 60
8 6
40
4
20
2 MO
RE
Pianura
MO
RE
Collina
MO
RE
Montagna
MO
RE
Pianura
MO
RE
Collina
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Montagna
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FOCUS ECONOMIA CIRCOLARE
“Dobbiamo imparare la lezione della pandemia. L'economia circolare è una grande opportunità per le piccole imprese” Leonardo Becchetti legge la situazione attuale con la lente dell'economia civile. La nostra intervista
L
eonardo Becchetti è uno dei massimi esponenti della cosiddetta “economia civile”, un filone economico che mette al centro il valore della persona e lo sviluppo inclusivo e sostenibile, che affonda le sue radici nel pensiero economico italiano del Settecento. Becchetti, professore ordinario di economia all'università di Roma Tor Vergata, ha scritto numerose pubblicazioni e ha promosso alcune iniziative come “Next, Nuova Economia
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per Tutti”, e “Gioosto”, una sorta di mercato solidale online. È consigliere economico del ministro dell'Ambiente e coordinatore della task force Sostenibilità e Resilienza della regione Lazio, oltre a essere presidente del comitato etico del fondo Etica Sgr, partecipato tra gli altri da Banca Etica e Bper. Professor Becchetti, la pandemia ha svelato i limiti strutturali del modello economico che ha dominato gli ultimi decenni. L'economia cosiddetta civile da tempo sostiene
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FOCUS ECONOMIA CIRCOLARE l'urgenza di un cambio di paradigma. Come questo modello può aiutare a ripartire? «Quello che dobbiamo evitare è di muoverci nella stessa direzione di prima. La pandemia ci ha dato delle lezioni terribili, da cui dobbiamo imparare. Abbiamo capito, nostro malgrado, che i nostri sistemi economici sono esposti a shock sanitari e ambientali. Parlo di shock ambientali perché è evidente che tutto è correlato. Per ripartire uso questa metafora: abbiamo bisogno di una boccia da bowling che colpisca cinque birilli. E quali sono questi birilli? Il primo è il valore economico, il secondo è il lavoro, il terzo la riduzione del rischio ambientale, il quarto la riduzione del rischio pandemico, il quinto è aumentare la ricchezza del senso di vivere. Abbiamo bisogno di iniziative e di progetti di questo tipo, che abbiano a che fare con questi cinque aspetti. Come economia civile chiediamo di creare le condizioni per una società generativa, che consenta alle persone di sentirsi utili». L'Emilia è tra le regioni più dinamiche del nostro Paese e ha un tessuto imprenditoriale diffuso e radicato. Questo tessuto però rischia di essere deteriorato da questa crisi. Come reagire a questo rischio? «Quello che è importante adesso è la resilienza del sistema economico. Già prima della crisi avevamo
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capito l'importanza della digitalizzazione e della transizione ecologica, due aspetti imprescindibili. La domanda che dobbiamo farci ora è quanto del tessuto imprenditoriale emiliano e dei settori coinvolti siano effettivamente resilienti. Alcuni ambiti sono stati particolarmente colpiti, penso ad esempio al consumo realizzato in presenza (come il turismo, i trasporti, gli spettacoli dal vivo) ma sappiamo bene che molte altre categorie stanno vivendo difficoltà molto dure. Credo poi che l'obiettivo della transizione ecologica imponga, soprattutto nel vostro territorio, il ripensamento di alcuni comparti. Pensiamo, ad esempio, al ripensamento degli allevamenti intensivi, che in Emilia è tra i responsabili maggiori della qualità dell'aria. È necessario accelerare verso la transizione green». Next Generation UE rappresenta un'occasione irripetibile per il nostro Paese e per l'intero continente. Cosa è necessario fare per una transizione green realmente efficace? «Il Recovery Plan, o meglio appunto, Next Generation Ue, è una tavola imbandita, con tantissime risorse a disposizione e questioni aperte da affrontare con serietà. Quelle più importanti riguardano la cosiddetta transizione green, come l'edilizia sostenibile e l'efficientamento energetico degli edifici che contribuirà in modo molto
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FOCUS ECONOMIA CIRCOLARE significativo a migliorare la qualità dell'aria. Il provvedimento del Superbonus 110%, ad esempio, è importante ma andrebbe affinato e migliorato per raggiungere obiettivi migliori. Bisognerebbe, ad esempio, dare un incentivo maggiore a chi arriva in classe A e legare questo incentivo a sistemi di riscaldamento che non producono polveri sottili. Non dimentichiamo che una delle emergenze del Paese è la qualità dell'aria nella pianura Padana (dal 2008 violiamo costantemente le norme comunitarie e l'inquinamento provoca 218 morti al giorno). Ne sapete qualcosa voi, purtroppo e già prima del Covid. Ora la correlazione è ormai evidente e studiata tra incidenza della pandemia e qualità dell'aria, e ricordiamo che ben il 60% delle polveri sottili venivano dal riscaldamento degli edifici. E poi, tornando al piano, occorre investire sulla mobilità sostenibile e nell'economia circolare. In Emilia Romagna, e penso soprattutto ma non solo al settore agroalimentare, l'economia circolare sarà un fattore fondamentale. Aumentare il riuso e il riciclo dei materiali diventa un vantaggio competitivo molto significativo». Le piccole e medie imprese, da sempre, hanno una attenzione quasi inconsapevole a temi come l'economia circolare e la sostenibilità. Come far capire, però, che un'economia sostenibile è anche conveniente oltre che eticamente indispensa-
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bile? Il legislatore come dovrebbe intervenire? «Dobbiamo innanzi tutto stare molto attenti al fatto che la transizione non diventi una barriera per le PMI. Il lavoro che abbiamo svolto con il Ministero dell'Ambiente è stato proprio quello di trovare sistemi di rating e valutazione degli investimenti che non comportino costi di rendicontazione troppo elevati per le capacità economiche delle Pmi. Monitorare senza costi eccessivi è una sfida importante per questi tempi e riguarda appunto le piccole imprese. Nel mondo di oggi, poi, bisogna sapersi mettere assieme, partecipare a consorzi e creare reti, perché così si può competere a livello globale. Infine il tema della legislazione, che, con una grande spinta da parte della Consob e della commissione Europea ha fatto sì che oggi le imprese con più di 500 addetti siano in obbligo di rendicontare i parametri ambientali e sociali, ma evidentemente non basta occorre far scendere di molto questa asticella e dar modo anche alle piccole imprese di rendicontare, naturalmente come dicevo secondo alcuni parametri fondamentali che non ‘pesino' troppo sul portafoglio delle imprese. Meno parametri da rendicontare, ma più puntuali: è questa la sfida per la transizione green delle piccole e medie imprese».
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FOCUS ECONOMIA CIRCOLARE
Chi è Leonardo Becchetti Leonardo Becchetti è professore ordinario di Economia Politica della Facoltà di Economia dell'Università di Roma “Tor Vergata”, direttore del corso di specializzazione in European Economics and Business Law e del Master MESCI di Development and International Cooperation. Ha conseguito il Master of Science, in Economics presso la London School of Economics e il Dottorato alle Università di Oxford e di Roma La Sapienza. Ha pubblicato circa quattrocento lavori tra articoli su riviste internazionali e nazionali, volumi, contributi a volumi, quaderni di ricerca ed è tra i primi 70 economisti del mondo come numero di pagine pubblicate su riviste internazionali secondo la classifica mondiale REPEC (Marzo 2014). È stato membro del consiglio di presidenza della Società Italiana degli Economisti nel triennio 2011-2013, del Comitato Esecutivo di Econometica, di AICCON, presidente del Comitato Etico di Banca Etica dal 2005 al 2014 e attualmente del comitato etico di Etica SGR società leader nei fondi d'investimento etici in Italia.
www.benecomune.net. Recentemente è diventato Consigliere del ministro dell'Ambiente e coordinatore della task force della Regione Lazio (proprio in materia di sostenibilità e resilienza). È autore di numerosi saggi tra i quali ricordiamo: Felicità sostenibile (Donzelli 2005); Il denaro fa la felicità? (Laterza 2007); Il mercato siamo noi (Bruno Mondadori 2013); Winkieconomia. Manifesto dell'economia civile (Il Mulino, 2014); Capire l'economia in sette passi. Persone, mercati e benessere (minimum fax 2016); La ricca sobrietà. Economia politica (e politica economica) della enciclica Laudato Si' (Ecra 2016); (a cura) Le città del ben-vivere (Ecra 2017); Neuroscettici. Perché uscire dall'euro sarebbe una follia (Rizzoli 2019); (con Zamagni S. e Bruni L.) Economia civile e sviluppo sostenibile. Progettare e misurare un nuovo modello di benessere (Ecra 2019); Bergoglionomics. La rivoluzione sobria di papa Francesco (Minimum fax 2020)
È Presidente del comitato scientifico di Next - Nuova Economia per Tutti -, membro del Comitato preparatorio delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani e Direttore del sito
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IN COPERTINA PIANO NAZIONALE RIPRESA RESILIENZA
Cosa c'è per le imprese nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Dal rinnovo degli incentivi 4.0 al Superbonus, ma anche economia circolare, export e politiche attive del lavoro
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l governo guidato da Mario Draghi ha presentato al Parlamento il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il documento che illustra come l'Italia intende spendere le risorse messe a disposizione dall'Unione Europea attraverso il programma Next Generation EU (NGEU). Quest'ultimo, nato per far fronte alla crisi innescata da Covid-19, offre agli Stati membri due strumenti: REACT-EU, concepito per la fase iniziale di rilancio
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dell'economia (2021-2022) con un ammontare di risorse pari a 47,5 miliardi, e RRF (Recovery and Resilience Facility) che ha una durata più lunga, fino al 2026, e una dimensione complessiva pari a 672,5 miliardi, di cui 312,5 in sovvenzioni e 360 in prestiti a tassi agevolati. Venerdì 30 aprile il piano è stato trasmesso alla Commissione Europea ed entro giugno potrebbe essere approvato, dando così via libera alla prima erogazione di fondi
all'Italia. Il governo intende chiedere alla Commissione Europea il massimo delle risorse disponibili offerte da RRF cioè 191,5 miliardi di euro, suddivisi in 68,9 miliardi di sovvenzioni e 122,6 miliardi di prestiti a tassi agevolati. A queste risorse si aggiungono quelle di REACT-EU, altri 13,5 miliardi e quelle del "fondo complementare" da 31 miliardi di euro che il governo intende ricavare sul mercato dalla vendita
IN COPERTINA PIANO NAZIONALE RIPRESA RESILIENZA di buoni del tesoro. In totale 236 miliardi. Il Regolamento europeo RRF enun risorse europee. Sono: Transizione verde, Trasformazione digitale, Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, Coesione sociale e territoriale, Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, Politiche per le nuove generazioni, l'infanzia e i giovani. Per raggiungere gli obiettivi target fissati dall'Unione Europea e rispettare le raccomandazioni della Commissione in merito agli squilibri macroeconomici (rapporto sbilanciato tra debito e PIL ed eccessiva disoccupazione in primis), il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrà contribuire a riformare il paese, coerentemente con quanto previsto dalla UE.
Le riforme Il Piano presentato dal governo Draghi prevede una serie di riforme necessarie per attingere ai fondi europei. Sono suddivise in "orizzontali" (Pubblica Amministrazione e Giustizia), "abilitanti"
(Semplificazione e Concorrenza) e "settoriali" o di accompagnamento al PNRR (Riforma fiscale). Tutte perseguono l'obiettivo di mitigare gli effetti della crisi e colmare i gap che ci separano dalle economie più avanzate del Continente. A questo proposito ci limitiamo a segnalare come il governo si sia impegnato a presentare al Parlamento un disegno di legge delega per la riforma del Fisco entro il 31 luglio 2021 (obiettivi principali: taglio dell'IRPEF e contrasto all'evasione fiscale). Anche la riforma della Giustizia ha tempi serrati. Si stima che la revisione del processo civile e quella del processo penale possano essere adottate entro il 30 settembre 2021. Così come per la riforma della PA (entro il 31 dicembre 2021), della Semplificazione in materia di contratti pubblici e dell'attuazione della Legge annuale per il mercato e la concorrenza, entrambe entro luglio 2021. Le Missioni. Come abbiamo visto il PNRR è articolato in sei "Missioni". In questa sintesi elenchiamo alcuni aspetti notevoli per le imprese, così come illustrate in ciascun missione.
Digitalizzazione e innovazione La Missione 1, volta alla transizione digitale del Paese, oltre ad ammodernare la PA e a coprire l'intero territorio con reti a banda ultra larga, si pone l'obbiettivo di migliorare la competitività delle filiere produttive, agevolare l'internazionalizzazione delle imprese e rilanciare turismo e cultura. La componente 2 della Missione 1 (M1C2) destina 24,3 miliardi di euro al sistema imprenditoriale. Vengono confermati (sebbene in misura minore rispetto al previsto ndr.) i crediti di imposta contenuti nel Piano Nazionale Transizione 4.0 per l'acquisto di beni materiali e immateriali all'avanguardia e programmati "interventi a sostegno delle piccole e medie imprese", come - ad esempio - contributi pari al 40% dell'ammontare complessivo delle spese ammesse per l'acquisto di macchinari e impianti all'avanguardia. Il piano fa inoltre riferimento ad una serie di misure volte alla crescita delle compe-
Le sei missioni del PNRR 15,63 miliardi di ¤ Salute
19,81 miliardi di ¤ Inclusione e coesione
30,88 miliardi di ¤ Istruzione e ricerca
25,13 miliardi di ¤ Infrastrutture per una mobilità sostenibile
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1 191,5 miliardi di €
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40,73 miliardi di ¤ Digitalizzazione, innovazione competitività, cultura
59,33 miliardi di ¤ Rivoluzione verde e transizione ecologica
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IN COPERTINA PIANO NAZIONALE RIPRESA RESILIENZA tenze digitali e alla formazione di manager e dipendenti delle PMI. Ambizioso anche l'obiettivo di raggiungere 1 Gbps di connettività e la piena copertura 5G in tutto il Paese entro il 2026, anziché il 2030 così come fissato dalla strategia europea Digital Compass. Sempre in questa Missione viene previsto l'ampliamento delle risorse finanziarie disponibili per il Fondo 394/81 gestito da SIMEST e rivolto all'internazionalizzazione delle imprese. Infine segnaliamo come anche i nostri territori saranno interessati dalla componente 3 della Missione 1 (M1C3) che prevede investimenti sui borghi e sui piccoli siti culturali, con una dote prevista superiore a 3 miliardi di euro, per interventi volti alla riqualificazione, al miglioramento dell'arredo urbano e alla rimozione delle barriere architettoniche.
Rivoluzione verde e transizione ecologica La Missione 2, volta alla radicale transizione ecologica del paese, assorbirà la maggior parte delle risorse (59,3 miliardi) e, per quanto riguarda il sistema produttivo, si pone l'obiettivo di sviluppare una leadership internazionale nelle principali filiere della "transizione verde" (fotovoltaico, batterie, idrogeno, etc...). Un impatto diretto sulla vita delle imprese avranno i 4 miliardi destinati al miglioramento della gestione dei rifiuti, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento e smaltimento e a progetti riguardanti l'economia circolare (dove il piano sottolinea come l'Italia sia tra i primi Paesi UE ndr.). La componente 3 della Missione 2 (M2C3) destina oltre 15 miliardi di euro alla riqualificazione energetica e antisismica degli edifici che, secondo le stime governative,
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rappresentano più di un terzo dei consumi energetici del Paese. La maggioranza di queste risorse, 13,8 miliardi verranno indirizzate all'estensione del Superbonus 110%, secondo questo schema: fino al 30 giugno 2023 per interventi effettuati da IACP (le case popolari ndr.), a condizione che il 60% dei lavori siano effettuati entro il 2022; fino al 31 dicembre 2022 per gli interventi effettuati dai condomini, a condizione che il 60% dei lavori siano effettuati entro il 30 giugno precedente.
Infrastrutture e mobilità sostenibile Anche la Missione 3 è destinata ad avere un impatto sulla vita delle imprese. In particolare sul fronte degli appalti pubblici, per cui è previsto una accelerazione degli iter autorizzativi e per quanto riguarda il rafforzamento del trasporto merci su rotaia e dei collegamenti logistici, per cui la strategia UE pone l'obiettivo di un aumento al 50% entro il 2030, con una progressiva decarbonizzazione della mobilità. Gli investimenti complessivi previsti dal PNRR per la Missione 3 sono pari a 25,1 miliardi.
Istruzione e ricerca Con una dotazione di oltre 30 miliardi di euro per rafforzare la cosiddetta "economia della conoscenza" e colmare il mismatch tra scuola e lavoro, la Missione 4 rappresenta un altro aspetto cruciale per le imprese. In particolare ci soffermiamo qui sulla riforma degli ITS, gli istituti tecnici superiori e degli Istituti tecnici e professionali. Per i primi il governo prevede un incremento degli ITS, un potenziamento dei laboratori 4.0 e "un'integrazione dei percorsi post diploma
con il sistema universitario delle lauree profesionalizzanti, replicando il "modello Emilia Romagna". Per quanto riguarda gli istituti tecnici e professionali si parla invece - più genericamente - di un aggiornamento che tenga conto del "rinnovato contesto dell'innovazione digitale".
Inclusione e coesione La Missione 5 ha una dote di oltre 19,8 miliardi, di cui 6,7 destinati alle politiche per il lavoro. In particolare alla Componente 1 della Missione 5 (M5C1) si fa espresso riferimento ad una riforma complessiva delle politiche attive per il lavoro e della formazione professionale. Obiettivi del governo: aumentare il tasso di occupazione, ridurre il mismatch di competenze, investire sulla formazione continua degli occupati.
Salute Con 15,6 miliardi la Missione 6 ha l'obiettivo di rafforzare il sistema sanitario nazionale. Qui ci limitiamo ad evidenziare come le regioni che hanno dimostrato più carenze infrastrutturali e di servizio durante la pandemia, potranno beneficiare del PNRR per recuperare il terreno perduto negli anni.
Attuazione e monitoraggio del PNRR Il coordinamento del PNRR è in capo al Ministero delle Economie e delle Finanze. Il MEF sarà il punto di raccordo tra governo e Commissione Europea, che stabilirà tempistiche ed erogazione dei fondi, e con Regioni ed enti locali, su cui il ministero guidato da Daniele Franco, dovrà monitorare attuazione e avanzamento del Piano. Il PNRR avrà una durata di 6 anni ('21-'27)
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«Il PNRR avrà successo se l'impegno per la sua realizzazione sarà collettivo» La Sottosegretaria al MEF, Maria Cecilia Guerra a confronto con Lapam
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on è la prima volta che Maria Cecilia Guerra si trova nella cosiddetta “cabina di regia”. Economista di lungo corso, già Sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche sociali nel governo Monti, viceministro al Lavoro con delega alle Politiche sociali in quello Letta, da settembre 2019 occupa il ruolo di Sottosegretaria al MEF, prima nel governo Conte II ora con il governo Draghi. Un dicastero chiave per l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, presentato alla Commissione Europea e ora in fase di avvio. L'abbiamo raggiunta in occasione di un webinar che potete trovare ora sul nostro canale YouTube. Ecco invece la trascrizione della nostra intervista. Sottosegretaria Guerra, partiamo dalle riforme contenute nel PNRR. Entro il 20 maggio il governo si è impegnato a presentare un nuovo decreto legge Semplificazioni. Quali sono gli interventi che il
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IN COPERTINA PIANO NAZIONALE RIPRESA RESILIENZA governo reputa più urgenti? «Il tema della semplificazione delle procedure è cruciale. Il PNRR prevede tempi certi per la sua realizzazione, cosa a cui purtroppo non siamo abituati. È quindi un'occasione per semplificare le procedure, pur mantenendo tutti i controlli necessari. In parte queste misure sono state anticipate dal decreto Semplificazioni (D.L n.76/20) della scorsa estate. Un elemento importante su cui stiamo lavorando è quello del cosiddetto “silenzio assenso”, su cui le associazioni datoriali chiedono da tempo un intervento, rafforzando la perentorietà dei termini entro cui si devono esprimere gli organismi di controllo, in particolare la Conferenza dei Servizi. Ci sarà poi una riorganizzazione dei documenti di programmazione richiesti agli enti pubblici attraverso l'istituzione di un Piano Unico pensato ad hoc. L'altro grande tema riguarda la trasformazione digitale all'interno della PA per dar seguito a quel principio, già sancito dal nostro ordinamento ma mai applicato,
Guarda l'intervista a Maria Cecilia Guerra sul nostro canale Youtube: Scansiona il QrCode con il tuo Smartphone che prevede che l'amministrazione pubblica non debba chiedere a cittadini e imprese dati e informazioni di cui è già in possesso. Per quel che riguarda i controlli ambientali il governo intende approvare una VIA (valutazione impatto ambientale ndr.) statale e una VIA regionale, in modo da accelerare l'iter procedurale dei lavori. Così come accelerate saranno le procedure per l'avvio di impianti di gestione dei rifiuti e per le energie rinnova-
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bili. Come dicevo il rafforzamento della PA è un elemento fondamentale per semplificare l'iter dei contratti pubblici, non solamente nella fase degli affidi, ma soprattutto nelle fasi di pianificazione e progettazione dei lavori: qui ci sarà un intervento specifico. Trasparenza, semplificazione, digitalizzazione della PA, accorciamento dei tempi: saranno queste le direttrici che seguirà il governo». Sempre seguendo il crono-programma del governo, entro il 31 luglio verrà presentato al Parlamento un disegno di legge di riforma del Fisco. Quali sono gli obiettivi che si prefigge l'esecutivo e come troverete una linea comune tra le varie anime del governo su aspetti come la revisione dell'Irpef, la riforma del catasto e il contrasto all'evasione fiscale. «Le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno impostato un lavoro istruttorio con una sessantina di audizioni di personalità e associazioni titolate in materia ed entro fine giugno esamineremo le loro proposte. A oggi è difficile dire a quale sintesi si arriverà, anche perché il tema fiscale è quello più divisivo tra le parti politiche. Ci sono però alcuni temi elencati nel PNRR su cui una convergenza si può trovare. In particolare sul fronte della tax compliance, cioè permettere ai contribuenti di fare le dichiarazioni dei redditi in modo semplificato, come dicevo senza chiedere ai cittadini dati di cui l'amministrazione è già in possesso. Questo aiuta anche a combattere più efficacemente l'evasione fiscale, altro elemento fondante di questa riforma. È poi necessario intervenire sull'IRPEF, un'imposta che nel tempo ha perso la sua razionalità, con un carico tributario distribuito in modo capriccioso tra
i contribuenti. Il governo intende semplificare, conservando la progressività dell'imposta, ma permettendo anche una diminuzione del prelievo sulle attività produttive, così come richiesto dall'Unione Europea. C'è poi un tema su cui non so se riusciremo ad andare avanti, mi riferisco alla revisione del catasto richiesta dalla UE, che non vuole dire un aumento della tassazione, ma bensì un raddrizzamento delle ingiustizie palesi che presenta. Su questo penso si farà molta fatica a trovare una sintesi». Cosa può dirci sul regime della cosiddetta Flat Tax per i lavoratori autonomi e i professionisti? Verrà mantenuto così com'è? «Le audizioni in corso hanno evidenziato i limiti di questo regime. Non tanto legati all'onere o all'elemento di semplificazione, ma al
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fatto che introduce problemi di equità relativa tra chi ha quel tipo di reddito e chi ne ha un altro. Soprattutto presenta un forte disincentivo a superare il tetto di ricavi previsto (65mila euro ndr). C'è una riflessione in corso, penso che il sistema non verrà superato anche se, personalmente, ritengo importante inserire questa tipologia di imprese e professionisti nel sistema della fatturazione elettronica». Tra le altre riforme previste dal PNRR spiccano poi quella sulla Giustizia e la legge annuale per il mercato e la concorrenza. Come vi muoverete? «Sono prioritarie, soprattutto quella della giustizia civile. Credo che le differenze più grosse dal punto di vista politico si verificheranno nella riforma della giustizia penale, mentre la necessità di accelerare i processi della giustizia civile e del
contenzioso tributario è un obiettivo condiviso dalle varie anime del governo. È tra i fattori che disincentivano maggiormente ad investire in Italia e questo è un evidente freno allo sviluppo del Paese. Così come credo sia serio l'impegno a ripristinare la legge annuale per il mercato e la concorrenza perché è una legge che può valorizzare il ruolo delle imprese. Da un lato serve per la realizzazione di importanti infrastrutture nel campo delle TLC o delle reti elettriche, dall'altro aiuta a togliere quelle rendite di posizione che impediscono alle imprese di cimentarsi alla pari sul mercato, superando regimi concessori del tutto iniqui. Altri strumenti utili presenti nel Piano sono poi il rifinanziamento del Fondo 394 per l'internazionalizzazione delle imprese e il rafforzamento dei contratti di sviluppo».
Il PNRR è articolato in sei missioni. Per quanto riguardo la prima, quella ribattezzata “digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, su oltre 40 miliardi di risorse, 24,3 sono indirizzate all'innovazione del sistema produttivo. In particolare al rafforzamento del Piano Transizione 4.0 e alla connessione ubiqua ad alta velocità. A questo proposito vorrei chiederle se il MEF sta pensando alla possibilità di cedere i crediti di imposta maturati per investimenti 4.0 (un po' come avviene oggi per il Superbonus 110%) e – per quanto riguarda la connettività ultra veloce – qual è la previsione che fa il governo per coprire al 100% territori periferici come il nostro Appennino. «Su Transizione 4.0 ci sono circa 24 miliardi di cui una buona parte sono risorse aggiuntive a quelle finanziate nell'ambito del
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IN COPERTINA PIANO NAZIONALE RIPRESA RESILIENZA Pnrr. Vengono incentivati non solo gli investimenti 4.0 e digitali, ma anche quelli più tradizionali. È stata avanzata l'ipotesi di rendere immediatamente spendibili i crediti di imposta maturati con la misura tramite cessione del credito, ma c'è un problema legato alla contabilizzazione. Le nuove regole di Eurostat sembrano imporre agli Stati membri, in caso di cessione del credito, la copertura nell'anno iniziale. Se così fosse la misura richiederebbe una distribuzione del finanziamento molto diversa da quella attualmente prevista. Il discorso è aperto, ma è bene ricordare che si tratta di una misura di trasferimento e - a mio avviso - bisognerebbe ragionare su un trasferimento monetario esplicito che renda più trasparente il significato dell'intervento statale. Per quanto riguarda la connettività ubiqua, il PNRR affronta questo tema come fosse un diritto di cittadinanza. L'accesso alla rete viene considerato come un diritto sostanziale, quindi da garantire su tutto il territorio nazionale, anche nelle aree periferiche». Era anche l'obiettivo di Agenda Digitale, ma non ci siamo riusciti… «Il PNRR stabilisce obiettivi e tempistiche molto precisi. È una garanzia sufficiente perché le cose avvengano? No. Siamo di fronte a una scommessa epocale, ci vuole quindi uno sforzo generale per riuscire. Il PNRR è stato studiato perché tutto ciò sia possibile ma serve un grande impegno collettivo, soprattutto per completare gli investimenti più corposi». A proposito di risorse e bandi che verranno offerti al tessuto imprenditoriale. Lei ritiene possibile il superamento della logica dei clic day, così come richiesto in tante occasione dalle nostre imprese? «Credo che sia ampiamente superato, i suoi limiti sono evidenti. Il clic day è stato un meccanismo
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per distribuire risorse in situazioni in cui non era possibile dare una quantificazione della copertura, o si sapeva che la copertura era insufficiente. Io credo che sia uno strumento da superare, larga parte dei progetti che vanno attraverso selezione sono affidati oggi con bandi non con clic day e nell'ambito del PNRR non credo che questo problema sussista». Nella Missione 2, “Rivoluzione verde e transizione ecologica” si parla anche di Superbonus 110%. Oltre all'orizzonte temporale fissato dal PNRR, è possibile aspettarsi un'ulteriore proroga della misura o, in caso contrario, una rimodulazione al rialzo degli incentivi per l'efficientamento energetico e antisismico degli edifici? «Il tema è all'attenzione del governo e supportato trasversalmente dai partiti, quindi sicuramente una probabilità c'è. Non ancora una certezza. Tuttavia il discorso non è affatto chiuso. Ad oggi possiamo dire che c'è una discussione in corso per semplificare le procedure del Superbonus. L'elemento delle tempistiche solleva, a mio avviso, due temi. Il primo è la possibilità di potenziare l'incentivo nel tempo. Il secondo, se non ci fossero risorse sufficienti, è quello di garantire un tempo più lungo per completare gli interventi in corso. Penso inoltre che, alla luce dei rincari delle materie prime, questo incentivo debba essere attentamente monitorato dal governo per evitare fiammate inflazionistiche improprie. Sarebbe meglio diluire l'incentivo piuttosto che creare delle strozzature. Ad ogni modo credo sia giunto il momento di prendere una decisione di razionalizzazione degli interventi con finalità socialmente più rilevanti, come quelli legati all'efficientamento energetico e antisismico degli edifici». Nella Missione 3, “Infrastrutture
IN COPERTINA PIANO NAZIONALE RIPRESA RESILIENZA per una mobilità sostenibile”, per ciò che riguarda le imprese, possiamo dire che l'accelerazione degli iter autorizzativi dei progetti, il rafforzamento delle linee ad Alta velocità e il potenziamento delle linee regionali (sebbene Legambiente abbia fatto notare che non si sia fatto abbastanza), sono destinate ad avere un impatto sulla vita di cittadini ed imprese (l'Europa chiede di aumentare il trasporto merci su rotaia del 50% entro il 2030). A questo proposito vorrei però chiederle se (e come) verranno velocizzati progetti in cantiere da anni, come l'atteso raccordo autostradale Campogalliano-Sassuolo. «Il collegamento Campogalliano-Sassuolo rientra tra le 58 opere considerate prioritarie dal “Decreto Sblocca Cantieri”, quindi sicuramente è una delle opere che dovrà avere una realizzazione veloce. Come lei sa la parte politica a cui appartengo considera quest'opera vecchia, superata, in parte inutile e dannosa per il territorio. Sono invece utili i poli logistici di Dinazzano e Marzaglia» Quale obiettivo si pone il PNRR per colmare il mismatch tra im-
prese e scuole, un tema a noi molto caro e su cui il Piano fa riferimento nella Missione 4 “Istruzione e ricerca”, in particolare con la riforma degli ITS e l'ammodernamento di istituti tecnici e professionalizzanti… «Su questo tema avverto la necessità di un potenziamento del PNRR. Un sistema che unisca formazione e imprese è urgente. Ritengo però che la formazione di competenze tecniche funzionali alle esigenze del territorio abbia un'evoluzione troppo veloce. È quindi fondamentale garantire in tutti i percorsi scolastici capacità che diano le basi per un continuo apprendimento. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di una formazione continua sugli imprenditori, perché sono quelli più preparati che sono in grado di sfruttare meglio l'innovazione. Bisogna quindi rafforzare le competenze imprenditoriali, anche con competenze esterne. È importante poi rafforzare l'istituto dell'apprendistato evitando che sia utilizzato come forma di arruolamento a basso costo. Deve essere un elemento di investimento, non di sconto sul costo del lavoro. L'investimento in capitale umano è anzi, in questa
fase, un asset strategico per lo sviluppo del Paese». Per concludere, Sottosegretaria, il nostro Paese ha a sua disposizione una ingente mole di risorse. Cosa succede se non riusciamo a spenderle nei tempi previsti? «Se non li spendiamo nei tempi previsti, cioè se non rispettiamo gli impegni temporali secondo gli obiettivi, non otterremo le risorse UE e dovremo finanziare i progetti con nuovo debito pubblico italiano. Potrebbe anche essere che alcuni progetti non partano e quindi semplicemente – non lo dico a cuor leggero - perderemo quell'opportunità. Ad ogni modo il governo ha aggiunto 31 miliardi con un fondo extra PNRR, che comprende un ulteriore insieme di progetti che si intende realizzare con le stesse modalità rigorose previste per quelle del PNRR, Il MEF avrà una responsabilità di monitoraggio molto forte, ma saranno le amministrazioni centrali e decentrate che dovranno occuparsi dei singoli interventi, anche attraverso un quadro di governance che dovrà passare dal Parlamento insieme al decreto Semplificazioni».
Chi è Maria Cecilia Guerra Maria Cecilia Guerra è una economista e politica italiana. Docente di Scienza delle Finanze al Dipartimento di Economia dell'Università di Modena e Reggio Emilia, di cui è stata anche direttore, ha fatto parte di numerose commissioni ministeriali sui temi della tassazione e delle politiche familiari. Il sito della Treccani, da cui abbiamo tratto le informazioni di questo paragrafo, ricorda come, nel periodo 19891999, M.C Guerra ha partecipato a gruppi di lavoro e commissioni
istituite presso il Ministero delle Finanze, nel 2006 ha presieduto la Commissione sulla tassazione dei redditi di capitale e finanziari diversi, istituita presso il Ministero dell'Economia e partecipato, nel 2007-2008, alla Commissione consultiva e di studio sul trattamento fiscale dei redditi delle famiglie e sulla disciplina in materia di assegni familiari. Alle elezioni politiche del 2013 è stata eletta al Senato nelle fila del Partito Democratico. Sottosegretario di Stato per il lavo-
ro e le politiche sociali del governo Monti, è stata viceministro del lavoro e delle politiche sociali del governo Letta, con delega per le pari opportunità. Nel febbraio 2017 ha aderito al gruppo parlamentare Articolo 1 Movimento democratico e progressista, di cui è stata capogruppo, movimento politico che è entrato a fare parte di Liberi e Uguali. Dal 2019 è Sottosegretario di Stato al MEF, prima nel secondo governo Conte e ora nel governo Draghi.
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SOSTENIBILITÀ
Economia circolare: identikit di un sistema economico votato alla produttività e all'efficacia Dalla definizione alle scelte dell'Unione Europea per riconvertire il sistema produttivo
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e volessimo trovare una definizione efficace di "Economia Circolare", potremmo dire che si tratta di: "un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, consistente in condivisione, riutilizzo, riparazione e riciclo di materiali e prodotti il più a lungo possibile riducendo quindi al massimo gli sprechi e contrapponendosi a un sistema di tipo lineare dove il fine di vita di un prodotto è la discarica". Ecco, dietro questa breve e - apparentemente - semplice definizione c'è un mondo fatto di sfide che possono trasformarsi in opportunità per le imprese. Ma facciamo un passo indietro e analizziamo qualche dato. A discapito di quel che si pensa l'Italia è uno dei paesi più avanzati su questo fronte. Il rapporto 2021 di Circular economy Network ha esaminato i risultati raggiunti nell'ambito della produzione, del consumo, della gestione circolare dei rifiuti oltre che degli investimenti
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e dell'occupazione nel riciclo, nella riparazione e nel riutilizzo comparando tra loro i principali paesi europei. “L'indice di performance sull'economia circolare” conferma nel 2020 la prima posizione dell'Italia con 79 punti, seguita dalla Francia, Germania , Spagna e Polonia.
L'Italia tra i paesi virtuosi Per la produttività delle risorse, il nostro Paese crea il maggiore valore economico per unità di consumo di materia: ogni kg di risorsa consumata genera 3,3 € di PIL. Ecco come quello che viene considerato rifiuto in questo paradigma diventa valore. D'altro canto attraverso il voto espresso dal Parlamento Europeo lo scorso febbraio è entrato in vigore il Circular Economy Action Plan che indica il concetto di circolarità come “strumentale” per raggiungere l'obiettivo UE di neutralità climatica entro
SOSTENIBILITÀ il 2050, rimarcando una serie di misure relative all'intero ciclo di vita dei prodotti agendo sia a valle per prevenire la produzione di rifiuti trasformandoli in risorse oltre che trasparenza e responsabilizzazione per i consumatori relativamente alla durata e durabilità dei prodotti, che a monte agendo tramite strumenti concreti come il design (il cosiddetto eco-design) oltre che l'introduzione di standard minimi obbligatori per gli appalti verdi delle pubbliche amministrazioni. Frans Timmermans, Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo ha così commentato la decisione: “Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, preservare il nostro ambiente naturale e rafforzare la nostra competitività economica, è necessaria un'economia completamente circolare. Oggi, la nostra economia è ancora per lo più lineare, con solo il 12% di materiali e risorse secondari riportati nell'economia. Molti prodotti si rompono troppo facilmente, non possono essere riutilizzati, riparati o riciclati o sono fatti solo per un singolo utilizzo. Esiste un enorme potenziale da sfruttare sia per le imprese che per i consumatori.”
I settori sul quale il piano si concentra sono quelli che utilizzano la maggior parte delle risorse e con forte potenziale di circolarità come elettronica e ICT (azioni contro l'obsolescenza programmata e per il trattamento e trattamento dei rifiuti); batterie e veicoli; packaging; materie plastiche; tessile-abbigliamento; costruzione ed edifici; alimentazione. Il circular economy action plan sottolinea anche come circa l'80% degli impatti ambientali di un prodotto è determinato dalla sua progettazione. Per questo la Commissione europea vuole stabilire dei principi di sostenibilità e altre modalità adeguate per disciplinare gli aspetti seguenti:
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SOSTENIBILITÀ
il miglioramento della durabilità, della riutilizzabilità, della possibilità di upgrading e della riparabilità dei prodotti, la questione della presenza di sostanze chimiche pericolose nei prodotti e l'aumento della loro efficienza sotto il profilo energetico e delle risorse; l'aumento del contenuto riciclato nei prodotti, garantendone al tempo stesso le prestazioni e la sicurezza; la possibilità di rifabbricazione e di riciclaggio di elevata qualità; la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e ambientale; la limitazione dei prodotti monouso e la lotta contro l'obsolescenza prematura; l'introduzione del divieto di distruggere i beni durevoli non venduti; la promozione del modello "prodotto come servizio" o di altri modelli in cui i produttori mantengono la proprietà del prodotto o la responsabilità delle sue prestazioni per l'intero ciclo di vita; a mobilitazione del potenziale di digitalizzazione delle informazioni relative ai prodotti,
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ivi comprese soluzioni come i passaporti, le etichettature e le filigrane digitali; un sistema di ricompense destinate ai prodotti in base alle loro diverse prestazioni in termini di sostenibilità, anche associando i livelli elevati di prestazione all'ottenimento di incentivi. Fondamentale in questo contesto la responsabilizzazione dei cittadini rispetto a temi quali la riparabilità dei prodotti (diritto alla riparazione), la protezione contro l'ecologismo di facciata (greenwashing) e l'obsolescenza prematura, stabilire requisiti minimi per i marchi/loghi di sostenibilità e per gli strumenti di informazione.
Come si ripensa un prodotto in chiave sostenibile? Ma come ripensare a un prodotto in chiave sostenibile? Una delle sfide iniziali è quella di riuscire a mappare tutte le risorse attualmente necessarie per la sua realizzazione , questo implica una profonda conoscenza dei processi all'interno della propria filiera cosi
da riuscire a individuare i problemi come le opportunità, per farlo esiste uno strumento visuale necessario a identificare i flussi delle risorse chiamato circularity compass. Una mappa in cui queste hanno un ingresso e delle strategie di chiusura del ciclo. Altro passaggio è quello che riguarda la progettazione di un prodotto o servizio tenendo conto dell'intero ciclo di vita di quest'ultimo, per applicare i principi dell'ecodesign ai processi produttivi viene in aiuto la metodologia LCA (Life Cycle Assessment – Valutazione del Ciclo di Vita), un approccio che valuta l'impatto ambientale di questi lungo tutto il loro ciclo di vita. Attraverso la misurazione delle emissioni di CO2 e l'utilizzo di risorse la LCA consente di valutare, quantificare ed interpretare le relazioni che intercorrono tra le azioni umane e l'ecosistema, e il conseguente impatto su di esso. Oggi, la procedura per l'esecuzione di questa metodologia è standardizzata da dalle norme ISO 14040:2006 e ISO 14044:2018.
IMPRESE DEL VERDE
Chiarimenti sui rifiuti da manutenzione del verde Il Ministero della Transizione Ecologica fa chiarezza
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l Ministero della Transizione Ecologica ha emanato una nuova circolare allo scopo di fornire alcune interpretazioni a seguito dei numerosi quesiti pervenuti sulle recenti modifiche del Testo Unico Ambientale (D.Lgs.vo 152/06) introdotte dal recepimento del pacchetto di direttive comunitarie sull'economia circolare ed in particolare dal D.Lgs.vo 116/2020. Nella circolare ministeriale, protocollata venerdì 14 maggio, non sono ricomprese le implicazioni sulla relativa disciplina fiscale della TARI, oggetto della circolare del ministero prot.37259 del 12 aprile scorso.
Rifiuti da manutenzione del verde (art. 185) I materiali derivanti dalle attività di manutenzione del verde pubblico o privato NON sono classificati come rifiuti se: sono costituiti da paglia e altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso derivano da buone pratiche colturali;
Matteo Roversi Referente categoria giardinieri
siano riutilizzati in agricoltura e in silvicoltura o per la produzione di energia da biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi. Se impiegati in processi diversi da quelli sopraindicati, è possibile qualificare il residuo come sottoprodotto, dimostrando sussistenza delle condizioni previste dall'articolo 184-bis del decreto legislativo n.152/2006. Se i materiali non siano qualificabili come esclusi o come sottoprodotti devono essere qualificati come rifiuti distinguendo le seguenti casistiche: rifiuti urbani: materiali prodotti nell'ambito di una attività di manutenzione del verde pubblico o materiali prodotti nell'ambito di una attività di manutenzione del verde privato “fai da te”, posta in essere da privati (EER 200201) rifiuti speciali: materiali prodotti nell'ambito di una attività di manutenzione del verde privato da un'attività d'impresa (non risultando l'attività in questione ricompresa tra quelle individuate nell'allegato L-quinquies del D.lgs 116/2020)
059 893 111 matteo.roversi@lapam.eu n° 03 - 2021
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EDILIZIA
Sconto in fattura: la nostra soluzione per le imprese Un nuovo servizio a disposizione delle imprese che vogliano offrire questa soluzione
L
o sconto in fattura è una possibilità offerta dal legislatore per incentivare gli interventi di efficientamento energetico e antisismico degli edifici, così come previsto dal Decreto Rilancio. Possono richiedere lo sconto in fatture tutte le persone e le imprese che vogliano utilizzare il superbonus 110%, l'ecobonus, il sisma bonus, il bonus ristrutturazione e il bonus facciate. Rimangono quindi esclusi da questa possibilità il bonus verde e il bonus mobili. La scelta di Lapam è stata quella di offrire un'opportunità alle micro e piccole imprese, dare una risposta alle richieste delle imprese associate che, prima dell'entrata in vigore del Decreto Rilancio, non avevano accesso allo strumento dello sconto in fattura, appannaggio esclusivo delle sole grandi imprese del comparto costruzioni.
Offrire un servizio di acquisto del credito d'imposta acquisito attraverso l'opzione dello sconto in fattura, contribuisce a dare Per saperne di più o per ricevere competitività alle micro un preventivo, visita il sito imprese, anche in caso di interventi di medio www.superbonus110lapam.it bassa entità, tipicamente oggetto di detrazioni minori, che sul mercato spesso non vengono presi in considerazione.
Alberto Belluzzi Referente categoria edilizia
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Alcune indicazioni operative Se l'impresa che esegue i lavori è disposta a concedere lo sconto in fattura, anticipando la spesa detraibile fino a un massimo del 100%, il beneficiario deve inviare una comunicazione all'Agenzia delle Entrate. Può farlo anche attraverso la nostra associazione. Una volta completata l'operazione, l'Agenzia delle Entrate, il decimo giorno del mese successivo all'invio, renderà visibile il credito sul cassetto fiscale dell'impresa che per disporne dovrà accettarlo. Il credito che ne deriva, potrà essere detratto direttamente dall'impresa o eventualmente ceduto ad altri soggetti. Lapam nel fornire il servizio di acquisto del credito, è in grado di accompagnare l'impresa sin dalla fase della fatturazione che deve rispondere ai requisiti di legge. Per agevolare le imprese interessate, l'associazione ha messo a punto un simulatore che si trova sul sito www.superbonus110lapam.it accessibile liberamente, dove inserendo l'importo dei lavori, l'IVA applicata, oltre alla percentuale di sconto concordata dai contraenti, è possibile avere un quadro completo dei costi, comprensivo degli oneri finanziari non detraibili che dovranno essere regolati a parte.
059 893 111 alberto.belluzzi@lapam.eu
TRASPORTI
La class action di Confartigianato Trasporti contro i costruttori di camion Accusati di aver fatto cartello, aumentando i prezzi del 15%, ora dovranno rispondere davanti a un tribunale europeo
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rocede verso il rush finale la class action delle imprese di autotrasporto merci contro i produttori di camion condannati dall'Unione europea per aver fatto cartello e alterato almeno del 15% i prezzi dei mezzi superiori a 6 tonnellate. Il mercato alterato dal cartello dei produttori è quello degli autocarri medi da 6 a 16 tonnellate e dei mezzi pesanti oltre le 16 tonnellate nel periodo tra il 17 gennaio 1997 e il 18 gennaio 2011, con possibili effetti anche nei periodi successivi. La class action è stata avviata nel 2017 e pende davanti al Tribunale di Amsterdam. Hanno già aderito migliaia di imprese europee per le quali rappresenta un'opportunità fondamentale per vedersi risarcite. Da sole, infatti, non potrebbero
Stefano Ficarelli Referente categoria trasporti
sperare di ottenere il ristoro dei danni subiti considerata la forza contrattuale dei costruttori di veicoli. Al fianco di Confartigianato nell'azione risarcitoria collettiva vi è il Fondo Omni Bridgeway, specializzato nel contenzioso antitrust a livello internazionale, scelto per la difesa dei diritti dei propri associati davanti al Tribunale di Amsterdam, il più attento in Europa su questo tipo di risarcimenti. «Con Confartigianato – spiega Gian Marco Solas, legal counsel di Omni Bridgeway e responsabile dell'iniziativa italiana – abbiamo deciso di realizzare un'iniziativa su misura per imprese italiane associate a Confartigianato. Abbiamo creato una piattaforma digitale sulla quale raccogliere le adesioni grazie alla collabora-
zione delle associazioni territoriali della Confederazione». Ma quali sono le attese di risarcimento? Per chi ha acquistato un TIR di grandi dimensioni (con costi compresi tra gli 80.000 e i 120.000 euro), il risarcimento stimato è tra gli 8mila e i 10mila euro a TIR. Gli autotrasportatori e le imprese artigianali, commerciali o industriali che hanno acquistato (o avuto in leasing) veicoli nuovi o usati, sia in conte terzi che in conto proprio, nuovi o usati, da almeno 60 quintali dai costruttori coinvolti (Volvo/ Renault, Man, Daimler/Mercedes, Iveco, DAF, e Scania) hanno potenzialmente diritto al risarcimento e al recupero del sovrapprezzo pagato. Un'occasione estesa anche alle imprese cessate, incorporate o che si sono trasformate.
059 893 111 stefano.ficarelli@lapam.eu n° 03 - 2021
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MECCANICA
Scarsità delle materie prime: così si rischia lo stop alla produzione Dall'aumento di prezzo alla scarsità di materiale. Cosa sta succedendo sul mercato e cosa rischiano le nostre imprese
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l forte rincaro delle materie prime, in particolare di metalli e acciai, si sta sommando un altro grosso problema: la scarsità sul mercato. In occasione del XXI Congresso della categoria Meccanica della nostra associazione, svoltosi lo scorso 20 maggio, la problematica è emersa nelle parole e nei dati presentati da Gianclaudio Torlizzi, analista e amministratore di T-Commodity società specializzata in servizi legati al mercato delle commodities (materie prime e particolari beni ndr.) e in quelle delle imprese partecipanti. «È necessario un intervento delle istituzioni, Governo e Unione Europea, per garantire l'operatività delle imprese in una situazione di tendenziale ripresa dell'economia» spiega Davide Gruppi, riconfermato alla presidenza del Consiglio
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direttivo di della categoria che raggruppa oltre 800 imprese attive sulle province di Modena e Reggio Emilia. «Le cause di questa situazione – spiega Torlizzi – sono generate da un'accelerazione molto forte dei consumi di Cina e Stati Uniti, le due economie mondiali ripartite meglio dopo il disastro Covid-19. Gli eccezionali stimoli fiscali e monetari promossi dai due Paesi hanno infatti permesso loro una ripartenza di consumi e produzione in tempi record. D'altra parte hanno trovato del tutto impreparate le filiere produttive e di trasformazione delle materie prime, in molti casi ancora alle prese con lockdown e altre misure di contenimento della pandemia». Risultato? Ora la domanda eccede l'offerta e a farne le spese sono soprattutto
i Paesi e le imprese europee, alle prese con un lead time (il tempo tra ordine e consegna ndr.) dilatato all'inverosimile. I tempi di consegne di acciaio e alluminio, solo per fare due esempi, possono allungarsi anche di 8 mesi e i fornitori abituali, soprattutto i grandi gruppi siderurgici del nord Italia, non forniscono particolari rassicurazioni su quando potrebbe terminare l'emergenza. «Insieme ai nostri clienti abbiamo assorbito, seppur con qualche difficoltà, gli aumenti di costo di acciaio e metalli – continua Gruppi - oggi però siamo al paradosso. Pur avendo ordinativi, rischiamo di non riuscire ad onorare le consegne a causa di una sempre più diffusa scarsità di materia prima».
MECCANICA
Cosa fare? «Dobbiamo sollecitare un'azione più incisiva da parte del Governo italiano e dell'Unione Europea, in particolare è necessario allentare i dazi sull'import di acciaio cinese, almeno sino a quando non verrà ripristinata la piena operatività degli impianti italiani ed europei, ILVA di Taranto in primis. È poi importante
accendere i riflettori sul ciclo dei rifiuti ferrosi. Il rottame, in un'economia in transizione energetica, diventerà sempre più prezioso e non possiamo permetterci di sprecarne esportandolo all'estero in favore di altre acciaierie. Come fatto nel caso della golden power esercitata per la prima volta dal governo su LPE, l'azienda lombarda produttrice di semiconduttori finita nel mirino di acquirenti esteri, anche in questo caso dobbiamo avere una politica industriale capace di tutelare le imprese italiane. Il rischio più concreto generato da uno stop forzato alla produzione è una crisi occupazionale che in questa fase non possiamo permetterci». Conclude Gruppi. «È importante affrontare la questione ambientale con lungimiranza» chiosa Torlizzi. «Purtroppo mi sembra di vedere molti politici scollegati dalla realtà. Stiamo entrando in un nuovo ciclo macroeconomico, abbandonando una politica deflazionista caratterizzata da bassi prezzi e bassi salari, due elementi tipici della globalizzazione, che dura da oltre 20 anni, per entrare in una nuova era. Ma all'avvento di questa nuova epoca sarà importante garantire gradualità, per evitare scompensi rilevanti in termini di occupazione ed eccessiva discontinuità nei principali settori industriali». In sintesi Stati Uniti ed Europa fanno bene a promuovere web tax, politiche fiscali perequative, azioni a tutela del clima, etc… ma attenzione a non sacrificare sull'altare del cam-
biamento la maggior parte di chi – non solo in Italia – si trova ancora a metà del guado. «Un sistema serio come quello rappresentato dall'Unione Europea dovrebbe garantire una transizione più lenta e ragionata, monitorando gli effetti collaterali prodotti e sussidiando chi soffre maggiormente questa situazione» spiega Torlizzi. Ma non è tutto. Lato imprese è fondamentale comprendere i cambiamenti in atto. «Con il rincaro dei prezzi e i costi di produzione limati al centesimo è la produttività la leva che determinerà la sopravvivenza di un'azienda. Se non si può intervenire sul costo del lavoro e si subisce il rincaro delle materie prime, bisogna implementare i processi produttivi». Una prospettiva di lungo termine? «Per anni abbiamo considerato la lean production (o produzione snella, il sistema di gestione nato per minimizzare gli sprechi in impresa ndr.) come l'emblema dell'efficienza delle catene globali del valore. Oggi ci si rende conto che qualcosa non funziona più. Secondo me il futuro vedrà una maggiore importanza dei fornitori più prossimi geograficamente e soprattutto premierà chi ha livelli di patrimonializzazione importanti. Non bisogna usare l'azienda come un bancomat, bensì un approccio razionale».
Nuovo Consiglio Direttivo di Categoria È stato eletto il nuovo consiglio direttivo della categoria: Davide Gruppi, Ivo Biagini, Gianluca Benedetti, Elena Picciati, Luca Lolli, Daniele Zanasi, Gilberto Luppi, Livio Lazzari Referente categoria meccanica
Carlotta Giovetti, Gianluca Vandelli, Tullio Ori, Michele Ballestri, Marco Sola, Silvia Pecorari, Paolo Preti, Mauro Guglielmi.
Il Consiglio ha poi confermato la presidenza di Davide Gruppi.
059 893 111 livio.lazzari@lapam.eu n° 03 - 2021
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EXPORT
Un'opportunità per le imprese che vogliono esportare Rifinanziato il Fondo 394-81 gestito da Sace Simest
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'articolo 210 della Legge di Bilancio 2021 ha rifinanziato il Fondo Rotativo 394/81 per l'internazionalizzazione fino al 2023. Confermata anche l'esenzione della presentazione della garanzia per le imprese che accedono ai finanziamenti fino al 30 giugno 2021. Il Fondo 394/81 concede finanziamenti agevolati per lo sviluppo internazionale delle imprese e aveva temporaneamente chiuso lo sportello il 21 ottobre per esaurimenti delle risorse a disposizione. Con l'approvazione, il Decreto Sostegni Bis non lascia dubbi per ciò che concerne i finanziamenti a tasso agevolato erogati da SIMEST. Infatti nel decreto si legge: «Per fare fronte all'esigenza prioritaria di sostenere la penetrazione dei mercati esteri da parte delle imprese italiane, la disposizione prevede il rifinanziamento per 1,2 miliardi di euro per l'anno 2021 del fondo 394/81 destinato ad erogare crediti agevolati a sostegno dell'internazionalizzazione». Risulta confermata anche l'esenzione di garanzia: tutte le imprese, infatti, potranno ottenere un finan-
ziamento agevolato senza garanzie, con il vantaggio di non doversi sottoporre, dopo la concessione del finanziamento, ad un'ulteriore valutazione del merito creditizio da parte delle banche. In questo modo, le PMI beneficiarie potranno ricevere materialmente il finanziamento entro circa un mese dall'avvio dell'istruttoria. Inoltre, le imprese potranno richiedere una quota tra il 30% e il 50% del finanziamento a fondo perduto. Le misure di finanziamento disponibili sono le seguenti: Patrimonializzazione delle imprese esportatrici: la misura è finalizzata ad accrescere la competitività internazionale migliorando la sua solidità patrimoniale. L'intervento non è legato ad investimenti specifici e non richiede rendicontazione; Fiere Internazionali, Mostre e Missioni di Sistema: lo strumento è destinato ad agevolare la partecipazione ad una iniziativa promozionale internazionale, per diffondere la conoscenza del proprio marchio e/o prodotto; Inserimento Mercati Esteri: la
Matteo Roversi Referente internazionalizzazione e mercati esteri
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misura è finalizzata a sostenere l'apertura di una struttura commerciale stabile all'estero (ufficio, show room, negozio, centro di assistenza post vendita,..) per la diffusione di prodotti e/o servizi in paesi esteri; Temporary Export Manager e Digital Export Manager: lo strumento permette di finanziare la realizzazione di progetti di internazionalizzazione dell'impresa (anche in forma digitale) attraverso l'affiancamento temporaneo di un professionista specializzato; E-Commerce: lo strumento è dedicato al finanziamento di progetti di export digitale attraverso lo sviluppo di una propria piattaforma e-commerce o tramite l'adesione ad un market place; Studi di Fattibilità: la misura è finalizzata a supportare la verifica, in via preventiva, della fattibilità di un investimento commerciale o produttivo in un mercato estero. L'apertura del nuovo sportello per la trasmissione delle richieste di finanziamento è prevista per il 3 giugno 2021. 059 893 111 matteo.roversi@lapam.eu
CREDITO
La carica del fintech. Ecco perché conviene conoscerlo Nell'anno della pandemia si è rivelato un utile strumento di credito alle imprese. Un trend destinato a crescere
L
'anno della pandemia sembra aver sdoganato definitivamente le ultime diffidenze nei confronti della finanza alternativa. A dimostrarlo sono i dati presentati dal Politecnico di Milano e dalla relazione annuale di Italia Fintech, l'associazione che riunisce le più innovative aziende operanti nel settore, su impieghi e prestiti concessi alle imprese tra il 2020 e il primo trimestre 2021. Tra gennaio e marzo del 2021, come raccontato dal Sole 24 Ore, l'ammontare delle operazioni è quasi triplicato rispetto allo stesso periodo del 2020, da circa 230 milioni a oltre 637 milioni (+177,6%) per un totale di 1.795 imprese finanziata, erano 676 a inizio 2020, perlopiù di piccola e media dimensione. Come vedremo, una goccia rispetto all'ammontare complessivo degli impieghi, ma comunque un segno inequivocabile dei tempi. Le tecnologie digitali messe a disposi-
zione delle società fintech e la semplificazione degli aspetti procedurali, ha reso sempre più appetibile questo canale di approvvigionamento. Di questo e molto altro si è discusso in un webinar (disponibile ora sul nostro canale YouTube), giovedì 15 aprile, insieme a Fabio Bolognini esperto e socio fondatore di Workinvoice, società fintech specializzata nel mercato dell'anticipo fatture tramite la cessione del credito e a Paolo Pasqualetti, direttore di Artigiancredito. Bolognini ha inquadrato la finanza alternativa nella più ampia cornice del cosiddetto “credit crunch” letteralmente stretta sul credito. Per circa un decennio l'erogazione del credito bancario è calato di quasi il 30%, passando da 916 miliardi a gennaio 2011, a 669 miliardi a gennaio 2021. All'inizio di marzo 2020, complice la crisi innescata da Covid-19, si è assistito ad una ripresa degli
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CREDITO
impieghi, trainati dalle richieste delle grandi imprese che hanno richiesto le garanzie concesse dal Fondo Centrale di Garanzia. Circa due milioni di domande per 153 miliardi complessivi. «Ma attenzione - precisa Bolognini – i nuovi prestiti ammontano a circa 45 miliardi, mentre i restanti 110 sono vecchi prestiti con nuove garanzie dello Stato». Un escamotage utile soprattutto alle banche. Da giugno 2019 a gennaio 2021 si assiste poi ad un altro fenomeno provocato dalla pandemia, cioè la crescita (+17%) del credito a 6 anni e il contestuale crollo di quello a breve termine (-31%), tipicamente
imputabile all'anticipo fatture e allo sconto delle RiBa (ricevute bancarie ndr.). L'effetto dei due decreti “Cura Italia” e “Liquidità” offre quindi ai grandi gruppi industriali la sostituzione di vecchi prestiti con nuovi garantiti dallo Stato e lo spostamento del credito da breve a medio termine. Come detto dei 669 miliardi di impieghi bancari verso società non finanziarie, il grosso va alle medie e grandi imprese, mentre una quota stimabile intorno ai 150 miliardi è destinato alla piccola e media impresa. Rispetto a questi numeri precisa Bolognini - la finanza alternativa è una goccia nel mare, che
ha messo a disposizione del sistema produttivo 5,5 miliardi di euro (ripartiti in 4 miliardi di minibond e 1,5 miliardi per le restanti tipologie ndr.). A differenza però del sistema bancario classico, la finanza alternativa non disdegna la piccola impresa. Chi opera nella finanza alternativa ha anzi indirizzato proprio a questa tipologia d'impresa la propria vocazione. Inoltre, a livello di flussi, negli ultimi 12 mesi la finanza alternativa cresce di 2 miliardi di impieghi contro i -25 miliardi del canale tradizionale. Vedi grafico nº1
Grafico nº1
669 miliardi Outstanding Minibond
4 miliardi Outstanding Minibond 1,5 miliardi Fondi i lending/invoice
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-25 miliardi Flussi ultimi 12 mesi 19/20
Banche In prevalenza a grandi e medie imprese
+5 miliardi Flussi ultimi 12 mesi 19/20
Finanza alternativa In prevalenza a micro e piccole imprese
CREDITO
Quando nasce? La finanza alternativa in Italia nasce con la regolazione “light” per le emissioni obbligazionarie, i cosiddetti minibond, nel giugno 2012. L'anno successivo nascono le prime piattaforme fintech per i finanziamenti alle imprese e per lo smobilizzo dei crediti commerciali, sulla base di esempi simili nati negli USA e nel Regno Unito. Ma quali sono gli elementi che per-
mettono lo sviluppo dei canali alternativi al credito bancario? Come detto in premessa un ruolo cruciale è giocato dal digitale. Grazie all'utilizzo di tecnologie di nuova generazione (API, AI e algoritmi per i processi commerciali e per l'analisi dei rischi), ai costi contenuti e all'usabilità offerta ai clienti, il fintech attira il forte interesse di investitori privati e istituzionali, in un momento di bassi rendimenti offerti dalla finanza tradizionale. Tuttavia la
finanza alternativa presenta anche degli svantaggi in termini di costi e alla forte tendenza ad essere altamente selettiva nei confronti delle aziende che vi si rivolgono. Infine è più pericolosa o meglio, volatile se vogliamo usare un termine tecnico. Gli investitori infatti possono togliere il loro supporto con una certa rapidità. Vedi grafico nº2
Grafico nº2
Invoice trading
939 1.157
P2P lending
84 180
Equity crowdfunding
49 77
Minibond
281 331 200
Ma cosa fa nel concreto la finanza alternativa? Sostanzialmente quello che un tempo facevano le banche tradizionali. Si scontano le fatture con le piattaforme di invoice trading o per le imprese più strutturate con il reverse factoring; si ottengono finanziamenti a breve termine attraverso minibond collocati a banche, Confidi e investitori isti-
Federico Cantelli Referente ufficio credito
400
600
800
1000
tuzionali; si ottiene credito a 3/5 anni, garantito oggi anche grazie a Mediocredito Centrale e Sace, si finanziano progetti immobiliari e si possono emettere obbligazioni in luogo di mutui o finanziamenti. Per la parte di capitale di rischio, grazie alle piattaforme di crowdfunding si possono infine predisporre operazioni difficilmente immaginabili fino a poco tempo fa. Ma tutto questo è alla portata della piccola e micro impresa italiana? Nì, secondo Bolognini: «quasi sempre queste soluzioni si rivolgono a
Finanza alternativa Finanziamenti a PMI
luglio 18/19 luglio 10/20
società di capitali, ma negli ultimi tempi si stanno aprendo anche a soluzioni rivolte a società di persone e alle ditte individuali». Per questo, aggiungiamo noi, è bene inserire rapidamente nozioni sul mondo fintech nella propria cassetta degli attrezzi.
059 893 111 federico.cantelli@lapam.eu n° 03 - 2021
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SCUOLE ISTRUZIONE
Quali competenze cercano le imprese tra i giovani che si affacciano al mondo del lavoro I profili più richiesti dalle imprese nel 2020
I
l 2020 è stato un anno complicato sotto diversi punti di vista, non ultimo quello relativo all'occupazione giovanile, già complesso di per sé, soprattutto per chi deve fare il suo primo ingresso nel mondo del lavoro. Il tasso di occupazione dei giovani tra 18 e 29 anni in provincia di Modena è del 48,7% (-4,9 punti rispetto all'anno precedente). In provincia di Reggio Emilia il tasso invece è del 49,5% (in calo di 5,5 punti rispetto all'anno precedente). Ciò significa che meno della metà della popolazione giovanile lavora, ma al contempo è cresciuta la difficoltà delle imprese dei due territori a reperire i candidati con meno di 30 anni da assumere. È quindi aumentata ulteriormente la forbice dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro, la cui gestione oculata da parte degli addetti ai lavori (centri per l'impiego, istituti scolastici e formativi, addetti all'orientamento scolastico e professionale, per citarne alcuni) favorirebbe entrambe le categorie di soggetti. È proprio in quest'ottica che si inserisce l'attività della nostra Associazione nelle scuole medie e superiori delle province di Modena e Reggio Emilia.
Elena Baraldi Referente rapporti con le scuole
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Cosa cercano le imprese del territorio? Considerando l'anno particolare che abbiamo vissuto e che ha portato grande incertezza, come abbiamo detto, anche in termini di assunzioni, abbiamo registrato un incremento anomalo dell'occupazione nel comparto sanitario. Al primo posto per numero di profili ricercati dalle imprese nel 2020 nelle province di Modena e Reggio Emilia, che in questo caso sono speculari, c'è il diploma tecnico in amministrazione finanza e marketing, mentre al secondo posto troviamo la qualifica professionale a indirizzo meccanico, ambito che viene confermato anche al terzo posto con il diploma tecnico a indirizzo meccanico, meccatronico ed energia. Per quanto riguarda le lauree la prima per numero di entrate previste dalle imprese, per entrambe le province, è ad indirizzo economico, seguita da Ingegneria industriale a Modena e da Scienze dell'insegna-
059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu
SCUOLE ISTRUZIONE mento e della formazione a Reggio Emilia. Un dato rilevante è quello relativo all'occupazione derivante dagli ITS (Istituti Tecnici Superiori) che vedono al primo posto, per numero di assunzioni le “Nuove tecnologie per il made in Italy: meccanica”. Il sistema degli ITS sta prendendo sempre più piede grazie alla qualità della formazione tecnica superiore post diploma abbinata a molte ore di formazione in azienda, un binomio che piace sempre di più alle imprese e agli studenti.
I profili professionali più difficili da trovare Quali sono invece i profili professionali più difficili da trovare, e dunque più contesi tra le imprese?
i laureati in indirizzo linguistico per traduttori e interpreti e quelli in ingegneria elettronica e informatica. Anche a Reggio Emilia sono in testa i diplomati ITS sulle nuove tecnologie per il made in Italy: sistema casa; a seguire abbiamo i laureati in ingegneria informatica e dell'informazione, infine i diplomati ITS sulle nuove tecnologie per il made in Italy: meccanica. Tra le competenze tecniche più trasversali le imprese delle due province richiedono innanzi tutto un'ottima padronanza della lingua italiana, alla quale segue l'alta attitudine al risparmio energetico con attenzione al green e alla sostenibilità (recepite anche nel PNRR), servono inoltre elevate competenze digitali (altra linea guida europea). Tra le altre è rilevante anche la conoscenza di una o più lingue straniere.
A Modena sono in testa i diplomati ITS sulle nuove tecnologie per il made in Italy: sistema casa, meccanica e moda; a seguire abbiamo
Profili e competenze
Tasso di occupazione dei giovani tra 18 e 29 anni
Profilo tecnico/professionale maggiormente cercato dalle imprese
48,7% Occupazione nella provincia di Modena
49,5% Occupazione nella provincia di Reggio Emilia
Competenze trasversali maggiormente richieste dalle imprese
1º profilo più cercato Diploma in amministrazione finanza e marketing
1ª competenza trasversale Ottima conoscenza della lingua italiana
2º profilo più cercato Qualifica professionale in indirizzo meccanico
2ª competenza trasversale Attitudine al risparmio energetico, green economy e sostenibilità
3º profilo più cercato Diploma in indirizzo meccanico, meccatronico ed energia
3ª competenza trasversale Competenze nell'uso delle tecnologie digitali
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COMUNICAZIONE
Lezioni utili per ripartire dopo Covid-19 Dall'e-commerce alle nuove abitudini di consumo, passando per una comunicazione sempre più accurata. Le novità che le imprese non possono ignorare
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a cosiddetta “nuova normalità” ha accelerato la consapevolezza tra le imprese dell'importanza di essere online, di avere un e-commerce, di essere presenti, raggiungibili, riconoscibili. E allo stesso tempo, se ancora ce ne fosse bisogno, ha reso evidente come le abitudini di acquisto dei clienti (quindi le nostre) si siano modificate con la frequentazione sempre più assidua di marketplace ed e-commerce. Il digitale ha creato nuovi mercati, cambiando i tempi e le regole del business, ma - e questa è la notizia positiva - non ha cambiato quelle del marketing. Per essere efficaci tanto un'azienda manifatturiera, quanto una pizzeria, devono sapere come creare, comunicare e distribuire valore ai clienti, utilizzando empatia ed intelligenza. Giovedì 22 aprile ne abbiamo parlato con Gianluca Diegoli, uno dei massimi esperti in materia, in un webinar gratuito che ora trovate sul nostro canale YouTube.
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Un buon e-commerce parte da una domanda Non esiste una soluzione valida per tutti ma, secondo Diegoli, alcuni trend aiutano a mettere a fuoco i cambiamenti in atto. Nel 2020 l'e-commerce è cresciuto del 50% rispetto al 10-20% all'anno del periodo pre Covid. Un balzo che proietta il commercio elettronico e le capacità delle imprese di implementare canali di vendita online sui propri siti, di 4-5 anni rispetto al passato. Tecnologie, investimenti e servizi dedicati hanno visto un vero e proprio boom e questo nonostante il calo di un settore tradizionalmente attento all'online come il turismo. Ma, secondo il fondatore di Digital Update, c'è un dato forse ancor più notevole da considerare: le ricerche su Google. Il digitale si conferma sempre più uno strumento di valutazione delle opportunità com-
merciali. Se qualche anno fa Google stimava una media di quattro ricerche prima dell'acquisto, oggi non è più così. Questo numero è letteralmente esploso e per questo, aggiunge Diegoli, avere un e-commerce non significa automaticamente ottenere i risultati sperati. Diventa piuttosto indispensabile un'analisi comparativa tra offerte simili e una chiara definizione di quale valore aggiunto proponiamo al mercato di riferimento. Se da una parte strumenti come Shopify, la piattaforma canadese che consente in pochi clic di aprire un negozio online, ha assecondato i cambiamenti imposti dalla pandemia, dall'altra rimane intatta una barriera al successo. «Se non riesco ad essere utile a un segmento di clienti – sostiene il fondatore di Digital Update - se non risolvo loro un “problema”, è inutile essere online». Il tema non è quindi essere presenti su Amazon, o avere un e-commerce, bensì soddisfare un'esigenza, risolvere una problematica,
COMUNICAZIONE
sollevare il cliente da un'incombenza. Ecco spiegato il boom della spesa online o dei servizi di consegna a domicilio di cibo per animali offerti ad abbonamento. Morale? Non basta vendere un prodotto per essere competitivi online, bisogna ripensare il proprio posizionamento.
ferenziarsi se la nostra proposta commerciale è quella di un rivenditore di prodotti terzi, per cui nel mare magnum dell'online i margini si riducono, o piuttosto quella di un produttore di prodotti propri, per cui - in teoria - è più semplice individuare una nicchia di mercato disposta ad acquistare.
Le domande da porsi
Mai partire senza un business plan
Secondo l'autore di “Svuota il carrello” (UTET 2020) per farlo è bene partire da alcune domande. Una su tutte è legata ai proprio concorrenti. Chiedersi: “chi sono davvero i miei competitors?” aiuta a comprendere quali servizi hanno implementato, pensiamo ad esempio alla customer care, o a farsi un'idea su come investono il loro budget destinato all'advertising. Quest'analisi può partire dalle pagine web per estendersi alle diverse proposte su Amazon o Ebay. La nostra strategia dovrà poi dif-
Dopo questa accurata fase di “autoanalisi” e benchmarking si può cominciare a disegnare la propria presenza online. Ma, secondo Diegoli, anche qui è bene seguire un metodo. Spendere tutte le proprie risorse sul sito, dimenticandosi di destinare una parte consistente del budget all'impianto pubblicitario, rischia infatti di vanificare tutti gli sforzi compiuti. Avere testi e immagini curate, campagna advertising ben costruite e un servizio di assistenza al cliente perfettamente funzionante, sono gli ingredienti
Livio Lazzari Referente categoria comunicazione
indispensabili per avere un ritorno adeguato sull'investimento. Per questo, dopo aver fatto un business plan a prova di bomba, il suggerimento dell'esperto è quello di rifarsi al cosiddetto schema dei quattro quarti: ¼ delle risorse destinato alla piattaforma online, ¼ alla pubblicità, ¼ alla cura dei contenuti e ¼ alla customer care. Dopo aver pianificato l'investimento, magari facendosi aiutare da agenzie di marketing specializzate, è importante individuare dei ruoli specifici come ad esempio quelli dello store manager, del referente alla customer care, dell'advertising manager e così via. È poi importante capire come funzionano i meccanismi che regolano la pubblicità online, così come in generale quelli dei social media. Infine non bisogna mai interrompere la ricerca di nuovi trend, tendenze e prodotti, per cui – fortunatamente – possiamo farci aiutare da specialisti come Gianluca Diegoli.
059 893 111 livio.lazzari@lapam.eu n° 03 - 2021
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MOVIMENTO DONNE IMPRESA
Gli effetti della pandemia sull'imprenditoria femminile I dati di Modena e Reggio Emilia
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ome noto gli effetti della pandemia si sono rivelati molto più pesanti per le donne, allargando ulteriormente i gap di genere e mettendo ancor più in evidenza le fragilità esistenti. I dati sul trend del fatturato 2020 rispetto a quello 2019 - rilevato attraverso il sondaggio web ‘Effetti crisi Coronavirus sulle MPI' realizzato a inizio febbraio 2021 a cui hanno partecipato circa 2.400 imprenditori1 di MPI e imprese artigiane non commerciali - fornisce ulteriore conferma di quanto premesso. Difatti la riduzione di fatturato 2020, registrata dalle imprese femminili rispetto a quelle maschili, risulta più pesante e pari al -27,7%, maggiore rispetto al calo del 24,3% registrato in media da MPI gestite da uomini. Le motivazioni alla base di questa differenza sono diverse, dalla maggior presenza di donne nei servizi, settore più colpito dalla crisi Covid-19, all'innalzamento del livello di difficoltà nella conciliazione delle attività di cura e lavorative; le donne con difficoltà nella gestione dei tempi di cura, infatti, sono anche quelle che hanno registrato diminuzioni di fatturato più pesanti nel 2020 pari al -29,7%.
Posti di lavoro persi nel 2020 uomini donne
Confronto del calo di fatturato tra imprese maschili e femminili
I dati Istat regionali sull'occupazione femminile nel 2020 indicano 29 mila donne occupate in meno in Emilia-Romagna, un terzo delle quali lavoratrici indipendenti, che sono 10 mila in meno rispetto al 2019 (-7%). Da quando esiste la rilevazione ISTAT (1993) le lavoratrici indipendenti non sono mai state così poche nella nostra Regione. Secondo i dati rilevati da Unioncamere la fotografia delle imprese femminili di Modena e Reggio Emilia vede 10.000 imprese gestite da donne a Reggio Emilia e 15.000 a Modena, di queste 2.600 sono imprese artigiane a Reggio Emilia e 3.500 a Modena. Entrando nello specifico, a Reggio Emilia, 1.081 sono gestite da giovani donne under 35 che diventano 1.380 a Modena, di queste sono artigiane 369 imprese a Reggio Emilia, e 372 a Modena.
Fatturato 2019 -24,3% Imprese maschili
-27,7% Imprese femminili Imprese femminili nelle provincie di Modena e Reggio Emilia 3.549 Imprese artigiane
Confrontando il numero di imprese artigiane registrate nel 2020 rispetto a quelle del 2019 si rileva una maggiore difficoltà, per calo più accentuato, da parte di imprese artigiane gestite da giovani donne e di imprese attive nel settore manifatturiero e dei servizi alla persona.
Elena Baraldi Referente Movimento Donne Impresa
15.307 imprese Provincia di Modena 2.592 Imprese artigiane 9.998 imprese Provincia di Reggio Emilia
059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu n° 03 - 2021
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BENESSERE
XXI Congresso generale Lapam: categoria Benessere Gli effetti psicologici della pandemia su imprese e lavoratori
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'evento collegato al rinnovo della categoria nella parte pubblica ha approfondito un tema poco trattato ma molto sentito dalle imprese e cioè le ricadute psicologiche della pandemia. Partendo da una serie di dati che inquadrano il tema, forniti dalla dott.ssa Monica Salvioli del nostro ufficio studi, la psicologa Michela Bombardini del Poliambulatorio Minerva, ci ha parlato del rapporto tra Covid 19 e lavoro, delle sue ricadute psicologiche e dei possibili scenari futuri. Diversi studi condotti in ambito europeo, infatti, rilevano che, a causa della pandemia che stiamo vivendo e delle conseguenze economiche che ne derivano, tra le categorie di imprenditori, artigiani e titolari di azienda sono in aumento i casi di sindrome ansioso-depressiva. Con il Covid è cresciuta l'attenzione verso il benessere e la salute mentale, in particolare lo stress psicologico e il benessere generale (wellbeing) ricevono maggiore
attenzione all'interno delle imprese europee nel 2021. C'è poi la generale intenzione a mantenere alto il livello di consapevolezza sul tema anche dopo la fine della crisi sanitaria. La maggiore flessibilità richiesta sul lavoro, ad esempio con lo smart working, introduce l'esigenza di nuovi strumenti per fornire un supporto fisico e mentale ai lavoratori, al fine di prevenire malattie e stress. La psicologia, quindi, oggi più che mai, è chiamata a mettere in campo un contributo essenziale per sostenere questi forti processi di cambiamento, che sembrano provocare forte distress. L'evento ha quindi offerto una panoramica su come la pandemia ha inciso sulla psiche dei lavoratori modificandone la qualità della vita, e ha stimolato un dialogo e alcune riflessioni su come poter affrontare e gestire al meglio questo periodo e ciò che può risultare importante per fronteggiare i mesi a venire.
Nuovo Consiglio Direttivo di Categoria Nella parte privata è stato eletto il nuovo consiglio direttivo della categoria: Accorsi Alice, Caiumi Manuela, Cassanelli Margherita, Celino Francesco, Fauville Caroline Helene, Galli Simone, Guicciardi
Elena Baraldi Referente categoria benessere
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Alberto, Matonti Gaetano, Merola Alberto, Santunione Giancarlo, Sassatelli Federica e Torresan Elisa. Il Consiglio ha poi confermato la presidenza di Giancarlo Santunione.
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TERZO SETTORE
Gian Lauro Rossi, Presidente Anap, è il nuovo coordinatore nazionale Cupla Il reggiano ha ricevuto il testimone da Giorgio Grenzi
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i è tenuto il passaggio di consegne del Coordinamento nazionale del Cupla, il Comitato unitario dei pensionati del lavoro autonomo (che comprende i sindacati dei pensionati di Lapam Confartigianato, Confcommercio, Agricoltori italiani, CNA, Coldiretti, Confagricoltura e Confesercenti), con l'elezione del coordinatore che guiderà Cupla per i prossimi due anni. Giorgio Grenzi, presidente nazionale di Federpensionati Coldiretti, ha consegnato il testimone a Gian Lauro Rossi, presidente provinciale e regionale Anap e componente della presidenza nazionale dell'Anap. Siamo onorati di assumere questo incarico, che intendiamo portare avanti con senso di responsabilità e grande determinazione, con il proposito di lavorare in modo congiunto e coordinato con le altre sigle sindacali del Cupla, avendo Luca Levratti Referente terzo settore
come obiettivo quello di proseguire l'attività sui temi già in agenda e di sviluppare altre importanti iniziative in un momento particolarmente difficile per il Paese, per i suoi cittadini e per gli anziani che sono stati così duramente colpiti dalla pandemia in corso. Il primo banco di prova è rappresentato dal ‘Recovery Plan', in merito al quale chiediamo al Governo Draghi di includere molti aspetti che riguardano gli anziani e le persone più fragili, soprattutto riguardo ai temi della sanità, della non autosufficienza, della parità fiscale, della tutela del potere di acquisto delle pensioni, delle nuove tecnologie e della digitalizzazione. Sarebbe paradossale che gli anziani, che hanno pagato il prezzo più pesante della pandemia in termini di morti, fossero esclusi dagli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
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COMMERCIO
Imprese, App e consumatori contro lo spreco alimentare Combattere spreco alimentare e aiutare il commercio tradizionale
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a oltre 10 anni le app sono entrate a far parte della nostra quotidianità e scandiscono le nostre giornate, dalla sveglia mattutina alle mail di lavoro passando per social network , indici di borsa e food delivery. Quante di quelle che utilizziamo possono definirsi realmente utili? Too Good To Go è una di quelle che si ripromette di essere utile contro lo spreco alimentare e al tempo stesso di aiutare i negozianti a risolvere il problema dell'invenduto di fine giornata e farsi conoscere. Il loro motto è salva il cibo, aiuta il pianeta. Lo scopo della società
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danese è infatti quello di salvare il cibo rimasto invenduto (ma ancora buono ) presso i negozi della nostra città in una box dal contenuto segreto e a un prezzo vantaggioso. A oggi ci sono quasi 4 milioni di Italiani iscritti e aderiscono circa 15 mila bar, ristoranti, supermercati, panetterie, hotel ecc. Una rete che lega consumatore e negozianti uniti contro una piaga che colpisce i paesi occidentali dove, in particolare in Italia, vengono sprecati circa 27 kg di cibo ogni anno a persona (dati Waste Watcher). Come premesso lo scopo è duplice, permette infatti ai negozianti
di vendere l'invenduto, prodotti vicino alla scadenza o non commerciabili il giorno successivo come paste, pizzette a fine giornata oltre che far conoscere il proprio locale a nuovi potenziali clienti, una volta un'attività aderisce l'app la geolocalizza mostrandola agli utenti, lasciando spazio a tutte le annesse strategie di cross selling attuabili poi dal negoziante una volta che il consumatore entra nel punto vendita a ritirare la box prenotata. Inoltre, In occasione della Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, Too Good To
COMMERCIO
L'obiettivo
Go ha lanciato il Patto contro lo Spreco Alimentare. Un'alleanza virtuosa tra aziende, supermercati e consumatori che intende abbattere gli sprechi alimentari nei prossimi tre anni con azioni e iniziative concrete a tutti i livelli della filiera agroalimentare: dall'Etichetta Consapevole, da apporre sui prodotti per interpretare meglio il significato del TMC (termine minimo di conservazione), alla creazione di un hub a Milano per raccogliere le eccedenze delle aziende e dare vita alle magic box XL, fino alla collaborazione con Croce Rossa. “L'obiettivo del patto contro lo
spreco alimentare è creare una rete virtuosa di attori che si impegnano sia a informare e sensibilizzare su una problematica che sta diventando sempre più importante, sia a compiere azioni concrete per avere un impatto diretto.
“In questa fase storica abbiamo bisogno più che mai di costruire sinergie tra imprese, terzo settore, istituzioni e cittadini. Serve ripensare un modello sociale, culturale ed economico che nella pandemia ha mostrato tutte le sue fragilità. Contrastare lo spreco alimentare non è solo un fatto di riduzione quantitativa, piuttosto una opportunità per creare nuovo valore nella filiera economica, inclusione sociale e maggiore consapevolezza nei cittadini”, sottolinea l'On. Maria Chiara Gadda, prima firmataria della c.d. legge “anti-spreco” 166/16. Un altro interessante progetto nato da poco è Bestbefore, il primo e-commerce dedicato alla vendita di prodotti in scadenza, imperfetti o di fine stock che grazie all'utilizzo di un algoritmo permette di salvare cibo e acquistarlo ad un prezzo scontato collaborando con i piccoli produttori locali e fuori dal circuito della grande distribuzione. In questo obiettivo comune sono fondamentali le associazioni territoriali come Porta Aperta di Modena, che dal 1978 si occupa di contrasto alle povertà e alle disuguaglianze a cui si aggiungono attività che intendono promuovere la cultura del recupero e del riuso (mercatino Arca e Charity shop), un emporio sociale (Portobello) e iniziative culturali che mirano a creare una conoscenza più approfondita dei fenomeni di vulnerabilità (il Festival della migrazione) e percorsi di contrasto allo spreco alimentare.
Il fatto che così tante realtà abbiano deciso di accogliere il nostro invito non fa altro che rafforzare il nostro impegno per portare il contrasto allo spreco alimentare sempre più al centro dell'attenzione e del dibattito”, spiega Eugenio Sapora, Country Manager Italia di Too Good To Go.
Francesco Po Referente categoria commercio e pubblici esercizi
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Corsi e Formazione organizzata da FORMart Contatta le sedi Lapam per accedere a percorsi di formazione finanziata per la tua impresa Benessere
Modena
Contabilità generale
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Gestione d'Impresa
Linfotaping: applicazione del taping elastico in ambito estetico
Obiettivo: saper gestire in autonomia l'amministrazione d'azienda, dagli aspetti basilari della contabilità clienti e fornitori alla liquidazione e relativo versamento dell'IVA. Il taglio pratico e operativo lo rende adatto sia a coloro che non hanno basi di ragioneria sia a coloro che posseggono una formazione tecnica coerente e desiderano renderla concreta per maturare autonomia operativa Durata: 42 ore Periodo: dal 7 giu al 28 lug Costo: 470,00¤ (+IVA)
Gestione d'Impresa Dal contatto al contratto Obiettivo: acquisire le competenze per vendere con successo, adottando un approccio strategico alla vendita, e gestire la trattativa con clienti e potenziali clienti dall'approccio fino alla chiusura del contratto
Obiettivo: il corso è rivolto a chi desidera acquisire competenze e conoscenze tecnico pratiche inerenti l'utilizzo del taping elastico in ambito estetico, al fine di stimolare la circolazione linfatica e riossigenare i tessuti Durata: 8 ore Periodo: dal 05 lug 2021 Costo: 190,00¤ (+IVA)
Carrelli elevatori Addetti alla conduzione dei carrelli elevatori industriali semoventi con conducente a bordo Obiettivo: il corso è rivolto agli addetti all'utilizzo dei carrelli industriali semoventi con conducente a bordo. Fornisce le conoscenze necessarie per legge in materia di sicurezza e prevede esercitazioni operative Durata: 12 ore Periodo: dal 08 giu al 09 giu Costo: 220,00¤ (+IVA)
Lingue Straniere English conversation: rules and functions Obiettivo: il corso si prefigge di offrire ai partecipanti le conoscenze necessarie per gestire una conversazione in lingua, perfezionando la pronuncia e acquisendo padronanza delle formule linguistiche necessarie nei contesti formali e informali Durata: 15 ore Periodo: dal 08 giu al 06 lug Costo: 150,00¤ (+IVA)
Lingue Straniere L'inglese dei contratti Obiettivo: acquisire le competenze per vendere con successo, adottando un approccio strategico alla vendita, e gestire la trattativa con clienti e potenziali clienti dall'approccio fino alla chiusura del contratto Durata: 21 ore Periodo: dal 09 giu al 21 lug Costo: 270,00¤ (+IVA)
Durata: 24 ore Periodo: dal 15 giu al 08 lug Costo: 310,00¤ (+IVA)
FORMart Modena Via Emilia Ovest 693/8, 41123 M
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059 336 9911 info.modena@formart.it
Durata: 150 ore Periodo: dal 28 giu al 29 ott Costo: 990,00¤ (esente IVA)
Informatica Informatica base Obiettivo: fornire informazioni preziose per poter usare da subito un PC: come è fatto, quali sono i programmi più utili per il lavoro e per il tempo libero. Inoltre viene spiegato come funziona Windows e quali sono i suoi strumenti di maggior utilità. Viene illustrato l'utilizzo di Internet e della posta elettronica. Vengono fornite avvertenze su come proteggersi dai virus Durata: 15 ore Periodo: dal 07 giu al 05 lug Costo: 122,95¤ (+IVA)
Innovazione nel settore immobiliare: tecnologie per la virtualizzazione
Obiettivo: Il "prodotto" immobiliare ha bisogno di tecniche e modalità particolari per poter essere presentato al pubblico. Questo percorso propone strumenti e tecniche per impostare correttamente il flusso di lavoro, evitando i principali e più comuni errori nella realizzazione di fotografie per l'ambito immobiliare Durata: 24 ore Periodo: dal 15 giu al 08 lug
Innovazione commerciale e digital marketing: la relazione commerciale con il cliente estero
Cad – Cam Mastercam
W EB IN A R
Obiettivo: diventare una Guida Ambientale Escursionista, professionista in grado di condurre turisti o gruppi in ambienti montani, collinari, acquatici, parchi e aree protette; Approfondire le tipicità dell'Emilia-Romagna per illustrare, durante l'escursione, gli aspetti ambientali, naturalisti e storici del territorio; Apprendere le basi di gestione economica e marketing turistico
Fondo Sociale Europeo Corsi finanziati a Modena W EB IN A R
Percorso formativo per GAE: guida ambientale escursionistica
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Turismo
Obiettivo: Il software Mastercam, leader per il settore meccanico, potrà essere un valido strumento per programmare facilmente macchine fino a 5 assi e per ottimizzare il ciclo di produzione e di esecuzioni lavori. La flessibilità e la facilità di calcolo nonché la gestione ne fanno il software di riferimento per la programmazione CAM. Questo corso ti consentirà di ripensare i processi di prototipazione valorizzando al massimo le potenzialità del sistema Mastercam Durata: 24 ore Periodo: dal 08 giu al 01 lug
Obiettivo: guida i tuoi clienti alla migliore scelta d'acquisto e promuovi prodotti e servizi con dimestichezza e professionalità. Questo corso ti aiuterà ad utilizzare l'inglese per costruire un'efficace relazione d'affari con i tuoi clienti, interpretandone le esigenze e fornendo loro risposte, soluzioni e proposte commerciali immediatamente comprensibili Durata: 24 ore Periodo: dal 18 giu al 23 lug Operazione Rif. PA 2019-11703/RER approvata con DEL 1336 in data 29/07/2019 co-finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna.
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Scritture contabili per la chiusura del bilancio e aspetti fiscali
Obiettivo: fornire le conoscenze contabili e fiscali necessarie per effettuare le scritture di rettifica e di assestamento al bilancio di chiusura esercizio Durata: 8 ore Periodo: dal 23 giu al 14 lug Costo: 110,00¤ (+ IVA) W EB IN A R
Gestione d'Impresa Controllo di gestione: fai il check up online
Obiettivo: monitorare l'andamento aziendale, valutare lo stato di salute dalla propria impresa e intervenire per migliorare la gestione e massimizzare gli utili Durata: 8 ore Periodo: dal 20 lug al 27 lug Costo: 125,00¤ (+ IVA)
Informatica Progettare con autodesk inventor Obiettivo: il corso offre le conoscenze e le competenze tecniche necessarie per utilizzare il software autodesk inventor e realizzare un modello 3d sia di parte che di assieme, con relativa messa in tavola parametrica completa di quotatura e di simbologia tecnica Durata: 24 ore Periodo: dal 05 lug al 29 lug Costo: 390,00¤ (+IVA)
Archiviazione e analisi dati aziendali con excel
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W EB IN A R
Gestione d'Impresa
Fondo Sociale Europeo Sistema servizi commercio e turismo Obiettivo: fornire alle risorse aziendali tutti gli strumenti operativi necessari a massimizzare la produttività nell'utilizzo dall'applicativo di excel, sfruttandone pienamente le funzionalità per ottenere risultati migliori, in modo più veloce e sicuro Durata: 24 ore Periodo: dal 08 giu al 13 lug
Strumenti on line gratuiti per l'email marketing
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Reggio Emilia e Correggio
Sistema della meccanica, meccatronica e motoristica Obiettivo: progettare creare e modificare professionalmente newsletter per inviare comunicazioni commerciali accattivanti, periodicamente, ai propri clienti è uno dei tanti modi che le imprese hanno per “tenere caldo” il contatto con i propri clienti: ma è importante sapere cosa dire e come dirlo. Questo corso ti aiuta a sviluppare, gestire gli aspetti organizzativi, tecnologici, grafici e di contenuto relativi alle attività di e-mail marketing attraverso le newsletter Durata: 24 ore Periodo: dal 08 giu al 01 lug Operazione Rif. PA 2019-11703/RER approvata con DEL 1336 in data 29/07/2019 co-finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna.
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FISCO LAVORO BANDI
Fisco Slitta al 20 agosto 2021 la prima rata dei contributi IVS di artigiani e commercianti
La prima rata sui contributi minimi IVS richiesti con l'emissione 2021, dovuta dai lavoratori iscritti alle Gestioni autonome speciali degli artigiani e degli esercenti attività commerciali, in scadenza il 17 maggio 2021 (poiché il 16 cade di domenica), è stata differita al 20 agosto 2021. Lo ha reso noto ieri l'INPS con il messaggio n.1911, dopo aver ricevuto il nulla osta da parte del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali che autorizza lo slittamento quale misura per attenuare gli effetti negativi causati dal prolungarsi dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e favorire la ripresa. In particolare, il differimento del termine di pagamento della prima rata è dovuto al ritardo con cui sono stati definiti i criteri e le modalità di attuazione dell'esonero contributivo per i lavoratori autonomi e professionisti introdotto con l'art.1 commi da 20 a 22-bis della L. 178/2020. Si ricorda, infatti, che, ai sensi dell'art. 1 comma 21 della L. 178/2020, il decreto interministeriale del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle finanze, attuativo della misura in argomento, doveva essere emanato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio 2021 (1° gennaio 2021), ma è stato firmato solo pochi giorni fa (si veda “Decreto sull'esonero contributivo di autonomi e professionisti in arrivo” dell'8 maggio 2021). Il decreto, il cui iter di
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pubblicazione è ancora in corso di definizione, ha individuato l'ambito soggettivo della misura, le modalità di attuazione, i contributi oggetto di esonero, i termini di presentazione delle domande nonché la suddivisione delle risorse stanziate, pari a 2.500 milioni di euro (che costituisce anche il limite di spesa).Pertanto, i lavoratori iscritti alle Gestioni degli artigiani e degli esercenti attività commerciali potranno versare la prima rata entro il 20 agosto 2021, termine entro il quale dovrà essere pagata anche la seconda rata dei contributi minimi 2021. Entro il 16 novembre 2021 e il 16 febbraio 2022 dovranno invece essere versate, rispettivamente, la terza e la quarta rata riferita ai contributi minimi di competenza 2021.
La deducibilità parziale dell'IMU dei fabbricati strumentali
Il decreto, ha rivisto l'aumento della deducibilità dal reddito d'impresa / lavoro autonomo dell'IMU relativa agli immobili strumentali fissandola alle seguenti percentuali: 50% per il 2019 60% per il 2020 e il 2021 70% per il 2022 100% dal 2023 La Legge n. 160/2019 (Finanziaria 2020) ha: confermato la deducibilità dell'IMU al 50% per il 2019 (art. 1, commi 4 e 5); confermato la deducibilità della “nuova” IMU nella misura del 60% per il 2020 e il 2021 (art.1, comma 773); previsto, a decorrere dal 2022, la deducibilità integrale dell'IMU relativa agli immobili strumentali ai fini della determina-
zione del reddito d'impresa / lavoro autonomo. La stessa è indeducibile ai fini IRAP (art. 1, commi 772 e 773).
“Bonus canoni locazione” pagati nel 2021 Risposta interpello Agenzia Entrate 19.4.2021, n. 263
Il c.d. "bonus canoni locazione" di cui all'art. 28, DL n. 34/2020, c.d. "Decreto Rilancio" spetta anche per i canoni di locazione dei mesi agevolati 2020 pagati nel 2021. In particolare il conduttore, per “maturare” il diritto alla fruizione del credito d'imposta, può (deve) pagare la somma “residua” dei canoni a seguito della cessione del credito al locatore con sconto di importo pari a quanto ceduto.
FISCO LAVORO BANDI
Lavoro Lo smart working come attualmente disciplinato dai vari provvedimenti emergenziali COVID
Il DL 52/01 ha ulteriormente prorogato – al momento fino a tutto il 31 luglio 2021 – il cd “smart working semplificato”, ovvero il lavoro agile svolto anche in assenza degli accordi individuali formalizzati previsti dalla normativa “ordinaria”; semplificazione che riguarda anche la comunicazione al Ministero del lavoro da parte dei datori di lavoro. A fianco di questa disposizione applicabile alla generalità dei casi, restano poi le specifiche disposizioni sul lavoro agile destinate a specifiche categorie di lavoratori: genitori di figli conviventi under 16 in casi di sospensione didattica in presenza, infezione o quarantena: fino al 30 giungo 2021 uno dei due genitori (alternativamente all'altro) ha diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell'attività didattica in presenza del figlio, alla durata dell'infezione da SARS Covid-19 del figlio, nonché alla durata della quarantena del figlio disposta dall'ASL territorialmente competente; lavoratori fragili e con disabilità grave; fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, i lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio da virus SARS-CoV-2 in ragione dell'età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento
di terapie salvavita o, comunque, da comorbilità che possono caratterizzare una situazione di maggiore rischiosità hanno diritto allo svolgimento delle prestazioni di lavoro in modalità agile (la valutazione è demandata al medico competente). Laddove il lavoro agile non sia “praticabile” ed il datore di lavoro non abbia la possibilità di adibire il dipendente ad una mansione diversa (purché ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento), l'assenza del lavoratore – almeno fino al30 giugno 2021 – è da equiparare – anche ai fini dell'indennizzo al ricovero ospedaliero; lavoratori genitori di figli disabili gravi: fino al 30 giugno 2021, e anche in assenza degli accordi individuali, i genitori lavoratori dipendenti privati con almeno un figlio con disabilità grave hanno diritto di svolgere l'attività lavorativa in modalità agile, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore non lavoratore e che l'attività lavorativa non richieda necessariamente la presenza fisica.
precedente Modello SR41. La novità procedurale riguarda tutti gli ammortizzatori sociali (CIGO, FIS, Deroga), anche non riconducibili ad una causale Covid-19 ed ha l'ulteriore pregio – per aziende ed intermediari che ne gestiscono gli adempimenti – di utilizzare un unico canale di comunicazione con l'Istituto (il flusso Uniemens) già utilizzato mensilmente per l'effettuazione delle ordinarie denunce contributive. Al momento i due flussi (UniEmens “ordinario” ed UniEmens – CIG) restano ancora distinti (sono dunque due adempimenti separati); l'auspicio è che il prossimo passo sia l'ulteriore semplificazione con l'unificazione in un solo flusso che consenta di assolvere ad entrambi gli obblighi.
Ammortizzatori a pagamento diretto INPS; dall'SR41 al flusso UniEmens-CIG
Per le richieste di pagamento diretto dei trattamenti di integrazione salariale riferiti a periodi successivi al 1° aprile 2021, i datori di lavoro hanno a disposizione un nuovo strumento (UniEmens-Cig) che consentirà di abbreviare sensibilmente le tempistiche di gestione dell'istanza e di effettuazione dei pagamenti da parte dell'INPS. È comunque previsto un periodo transitorio (sei mesi) in cui sarà ancora possibile utilizzare il
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FISCO LAVORO BANDI
Bandi Sostegno alle imprese Regione Emilia Romagna ha pubblicato un bando per il sostegno di alcune categorie di imprese. Il bando, ribattezzato Ristori 2, ha una dotazione complessiva di 13.350.000 di euro e si rivolge ad alcune categorie di attività, particolarmente colpite dalla crisi generata dalla pandemia. In particolare il provvedimento si articola in sette "Misure" per altrettante categorie beneficiarie. Eccole: discoteche e sale da ballo (Misura 1); commercio su area pubblica nelle fiere, ristorazione ambulante (Misura 2); spettacolo viaggiante (Misura 3); gelaterie, pasticcerie e altre attività da asporto e ristorazione (Misura 4); palestre (Misura 5); settore cinematografico (Misura 6); imprese culturali (Misura 7). Il provvedimento è molto articolato e per accedere ai ristori sono richiesti determinati presupposti, proprio per questo vi consigliamo di leggere il bando allegato. La Regione ha poi individuato in Unioncamere E-R, il soggetto idoneo alla pubblicazione e alla gestione del bando. Come detto sopra, il bando si rivolge ai soggetti economici individuati dalle sette "Misure", che presentano determinati requisiti generali, tra cui: sede legale o unità locale in Emilia-Romagna iscritte al Registro delle Imprese della Camera di commercio competente e/o al Repertorio Eco-
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nomico Amministrativo (per le sole Misure, 6 e 7). Per la sola Misura 6 il requisito è circoscritto all'avere sede legale in Emilia-Romagna; essere attivi alla data di presentazione della domanda; in situazione di regolarità contributiva nei confronti di INPS e INAIL (DURC regolare). Attenzione, qualora tale condizione non dovesse essere riscontrata alla data del 10 settembre 2021, il contributo non sarà concesso ed i soggetti non saranno considerati ammissibili; Ad ogni soggetto economico interessato è consentito presentare una sola domanda a valere sul Bando. Nel caso di presentazione di più domande da parte del medesimo soggetto economico, anche a valere su diverse misure, sarà considerata esclusivamente la prima domanda ammissibile presentata in ordine cronologico e ogni ulteriore domanda sarà considerata inammissibile.
Come ed entro quando presentare domanda Il bando apre il 12 maggio alle ore 10:00 e si chiude il 4 giugno alle ore 12:00. Regione Emilia Romagna precisa tuttavia che non si tratta di un click day. La domanda di contributo dovrà essere inviata dal legale rappresentante del soggetto richiedente, dotato di SPID o CNS, esclusivamente per via telematica, attraverso la nuova piattaforma ReStart (con la solo eccezione dei destinatari delle Misure 6 e 7 iscritti al REA). Non sono quindi ammesse le domande presentate con altre modalità e da un soggetto diverso dal legale rappresentante. Il regolamento pubblicato da Regione e Unioncamere chiarisce inoltre che ad ogni "soggetto
economico interessato è consentito presentare una sola domanda di contributo. Nel caso di presentazione di più domande da parte dello stesso soggetto economico, anche a valere su diverse "Misure", sarà considerata esclusivamente la prima domanda ammissibile, presentata in ordine cronologico e ogni ulteriore domanda sarà considerata inammissibile". Oltre ad essere in regola con gli obblighi contributivi, i richiedenti devono poi rispettare la normativa antimafia e non devono essere in stato di difficoltà ai sensi delle disposizioni europee.
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