CREDITO
La carica del fintech. Ecco perché conviene conoscerlo Nell'anno della pandemia si è rivelato un utile strumento di credito alle imprese. Un trend destinato a crescere
L
'anno della pandemia sembra aver sdoganato definitivamente le ultime diffidenze nei confronti della finanza alternativa. A dimostrarlo sono i dati presentati dal Politecnico di Milano e dalla relazione annuale di Italia Fintech, l'associazione che riunisce le più innovative aziende operanti nel settore, su impieghi e prestiti concessi alle imprese tra il 2020 e il primo trimestre 2021. Tra gennaio e marzo del 2021, come raccontato dal Sole 24 Ore, l'ammontare delle operazioni è quasi triplicato rispetto allo stesso periodo del 2020, da circa 230 milioni a oltre 637 milioni (+177,6%) per un totale di 1.795 imprese finanziata, erano 676 a inizio 2020, perlopiù di piccola e media dimensione. Come vedremo, una goccia rispetto all'ammontare complessivo degli impieghi, ma comunque un segno inequivocabile dei tempi. Le tecnologie digitali messe a disposi-
zione delle società fintech e la semplificazione degli aspetti procedurali, ha reso sempre più appetibile questo canale di approvvigionamento. Di questo e molto altro si è discusso in un webinar (disponibile ora sul nostro canale YouTube), giovedì 15 aprile, insieme a Fabio Bolognini esperto e socio fondatore di Workinvoice, società fintech specializzata nel mercato dell'anticipo fatture tramite la cessione del credito e a Paolo Pasqualetti, direttore di Artigiancredito. Bolognini ha inquadrato la finanza alternativa nella più ampia cornice del cosiddetto “credit crunch” letteralmente stretta sul credito. Per circa un decennio l'erogazione del credito bancario è calato di quasi il 30%, passando da 916 miliardi a gennaio 2011, a 669 miliardi a gennaio 2021. All'inizio di marzo 2020, complice la crisi innescata da Covid-19, si è assistito ad una ripresa degli
n° 03 - 2021
Imprese & Territorio 35