La Piazza di Venezia - Febbraio 2023

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Notiziario delle 11:30

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Notiziario delle 18:30

GRANDI EVENTI AL VIA. VENTURINI: “SARÀ L’ANNO DELLA QUALITÀ”

Presentato il programma del 2023 alla Bit di Milano. Oltre agli appuntamenti tradizionali annunciate anche novità

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IL SISTEMA DELLE IMPRESE VENEZIANE

REGGE: BENE L’EXPORT

In aumento le aziende a conduzione straniera, femminile e giovanile secondo i dati della Camera di Commercio

Vent’anni dopo

Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<

Sembra di rivivere la trama di “Vent’anni dopo” di Alexandre Dumas padre, quando D’Artagnan va a cercare i suoi vecchi amici moschettieri e li ritrova, certo, ma totalmente cambiati. Aramis è diventato abate e appoggia La Fronda nemica di Mazzarino; Porthos è un conte infelice perché vuole diventare barone; Athos è tutore di un rampollo che forse è anche suo figlio. E anche lui, D’Artagnan, s’è venduto al cardinale per ottenere una promozione. Insomma, i protagonisti sono rimasti se stessi ma la vita li ha trasformati nel profondo. Come succede più o meno a tutti. segue a pag 5

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Notiziario delle
del giornale L’INFORMAZIONE LOCALE IL DOSSIER “A Venezia l’Autorità europea antiriciclaggio” 5 TURISMO Nasce
per migliorare la promozione 6 CONTRIBUTO D’ACCESSO La Lega:
non devono pagare” 10 INFRASTRUTTURE Nuova viabilità per Chirignango e Forte Marghera 18 IL PERSONAGGIO Il fenomeno social di Alice Guerra e dei suoi “strafanti” 12 SPORT Venezia pronto a risalire la classifica 26 Servizi alle pagg. 8 e 9
una rete
“I veneti
Servizio a pag. 13
FEBBRAIO 2023 Periodico d’informazione localeAnno XXX n. 42 di
Venezia e Mestre

NOI SIAMO verde

ANTENORE verde

“Venezia perfetta sede dell’Autorità europea antiriciclaggio”

Vent’anni dopo

Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<

Dopo le ultime elezioni si respira la stessa aria trionfante di vent’anni fa, quando il centrodestra di Berlusconi era vincente e la bandiera era il famoso 61 a 0 della Sicilia, ottenuto polverizzando gli avversari. Per carità, la destra-centro di Meloni oggi ha tutto il diritto di cantare vittoria, perché ha davvero trionfato in Lombardia e nel Lazio. E la maggioranza di governo è più salda. Vero. Alla pari dei moschettieri tutto è come allora ma tutti i protagonisti sono cambiati. A sinistra non ci sono più D’Alema e Prodi, a destra c’è una coalizione assai diversa, oggi con baricentro spostato e come leader una deputata che ha i toni grintosi e non quelli melliflui dell’ex cavaliere; non c’è neanche più neanche la Lega schiacciasassi d’un tempo come non esiste più l’Ulivo, bensì un Pd che cerca se stesso neanche fosse Diogene ed è anima di una sinistra come sempre divisa e litigiosa.

Tutti sono se stessi e tutti sono cambiati. Anche l’elettorato non è più lo stesso: sei elettori su dieci sono rimasti a casa. Dato allarmante quant’altri mai. Perché? Perché gli elettori non hanno sempre ragione, spiega Calenda. Troppo comodo. Invece sì, in democrazia vince chi vota e ci si deve interrogare di fronte alla marea di persone rinunciatarie verso questo diritto. Intanto non è più vero che a votare vanno soprattutto gli elettori con una motivazione ideologica: alta astensione uguale vittoria della sinistra, si sosteneva. No. Alta astensione vuol dire che sono stati a casa tutti, di qui e di là. E ha vinto la destra.

Poi queste elezioni hanno visto affievolirsi l’idea di un centro ago della bilancia: non è così, al massimo è un centrino. Invece bisogna ammettere che gli elettori stanno a casa perché le proposte non hanno affascinato né sono state affascinanti.

Prosegue l’iter per la candidatura di Venezia a sede della nuova Autorità Europea per la lotta al riciclaggio di denaro e il contrasto al finanziamento al terrorismo (AMLA – Autority for anti moneylaudering and countering the financing of terrorism). Il dossier ora passa formalmente nelle mani del Comune di Venezia, che dovrà dialogare con le strutture del Governo, secondo il percorso avviato a livello regionale. Il Governo dovrà dunque identificare la candidatura italiana più efficace e trasmettere la proposta a Bruxelles; sarà messa a confronto con le altre città europee che ambiscono a ospitare l’autority.

“Si tratta di una proposta concreta, attuabile, che ho voluto costruire con grande attenzione e sulla quale sono state investite importanti energie, consapevoli dell’importanza di questo dossier” ha fatto sapere Zaia in una lettera inviata al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e al Presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità

“Ritengo - ha aggiunto Zaia - che Venezia sia la destinazione perfetta per ospitare quest’istituzione europea, in un contesto che è a tutti gli effetti un crocevia di scambi internazionali, con numerose iniziative volte a diffondere la cultura della legalità, sostenere la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo – prosegue Zaia – Restiamo ora al fianco del Sindaco Brugnaro e del Presidente Brunetta, rinnovando il nostro sostegno; sono certo che verrà profusa ogni utile iniziativa per arrivare al risultato sperato”, conclude il presidente del Veneto.

Il dossier avviato dalla Regione passa ora nelle mani del Comune

Quando ci sono in ballo questioni che toccano nel profondo, le persone si muovono: al referendum del 2016, quello che perse Renzi, l’afflusso fu alto; alle elezioni di settembre nel Veneto la percentuale è stata superiore alle regionali del 2020. Si voleva dare una spallata. Stavolta no. Tocca all’opposizione, come da copione, intercettare il cambiamento: altrimenti Meloni & c. governeranno cinque e altri cinque anni.

di Venezia e Mestre

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La

sperimentazione. Una ventina le realtà già coinvolte, tra atenei e aziende

Nasce una rete per migliorare la promozione dell’offerta cittadina

“Venezia rappresenta un brand fortissimo che vale più di quello di una singola azienda e che è composto da tanti piccoli operatori che devono solo trovare il modo migliore per organizzarsi”

Nasce a Venezia una nuova rete di imprese per il turismo, che unisce atenei ed aziende in una piattaforma digitale per offrire sempre nuove possibilità ai visitatori della città. L’unione riguarda atenei, imprese turistiche, artigiani e manifatture artistiche che hanno deciso doi fare gruppo per rendere più competitive le filiere produttive.

Sono per ora una ventina le piccole e medie aziende che hanno aderito all’iniziativa della piattaforma digitale “Smartland” per promuovere le idee per un turismo sempre più esigente.

“Si tratta – spiegano gli aderenti – di un progetto che nasce in un momento particolare per gli imprenditori del comparto, che stanno captando il nervosismo di un turista sempre più insoddisfatto dell’offerta. L’idea è stata quella di stimolare l’Accademia e le imprese a trovare soluzioni che all’uscita dalla pandemia consentissero al nostro comparto turistico di mantenere la propria competitività in un contesto completamente diverso rispetto a quello a cui ci eravamo abituati fino al 2019. Lo sco-

po è quello di fare sistema perché è il nostro territorio a dover essere messo sul mercato. Venezia rappresenta un brand fortissimo che vale più di quello di una singola azienda e che è composto da tanti piccoli operatori che devono solo trovare il modo migliore per organizzarsi”. Intanto, nasce anche un’altra idea per il turismo vene-

Dall’associazione

Piazza San Marco

scatto del servizio. Sarebbe una card comprensiva di trasporto pubblico, musei civici, bagni e sconti vari attraverso varie convenzioni con privati. Credo sia importante che si prenda dav-

l’idea di una card per gestire meglio i flussi turistici Il

ziano, con il possibile avvio di una card dedicata. L’idea è del presidente dell’associazione Piazza San Marco Claudio Vernier e nasce nell’ottica di limitare i flussi turistici. La sua proposta è quella di chiedere al turista di pagare in anticipo dei servizi che verrebbero scalati una volta arrivati a Venezia. “Il turista – spiega – prenota una cifra che le verrà scalata quando prende i mezzi o quando entra in un museo. Al momento della prenotazione si avrebbe quindi un codice univoco che servirebbe per il ri-

vero in mano la situazione e si pensi a un modo per trovare una strategia unitaria tra gestori, commercianti e autorità comunali. Ricordo che i dati della Regione della situazione pre-pandemia

parlavano di quasi 20 milioni di turisti e buona parte della cittadinanza chiede cambiamenti prima che si ritorni a una situazione simile”.

Massimo Tonizzo

Carnevale di Venezia è sbarcato nel Metaverso

Per la prima volta nella storia, il Carnevale di Venezia approda nel Metaverso grazie alla collaborazione tra PwC Italia e Vela Spa.

A chi è venuto dunque a festeggiare a Venezia per il Carnevale dal 4 al 21 febbraio si sono aggiunti gli avatar degli appassionati che sulle principali piattaforme social, di gioco e metaversi, hanno potuto divertirsi ad indossare le maschere tipiche della tradizione ricreate in chiave contemporanea rileggendo il tema dell’edizione carnevalesca 2023.

“La realtà è fatta di sogni e

di cultura e interagire con queste piattaforme e importante perché possono sviluppare fenomeni culturali di enormi proporzioni - ha commentato il sindaco Luigi Brugnaro -. Venezia ha sempre rischiato nel tempo, ha fatto grandi conquiste e scoperte: adesso dobbiamo esplorare il futuro, che è già tra noi. Un percorso che le grandi aziende stanno già facendo e che dobbiamo seguire, perché siamo una grande città del mondo”. Brugnaro fa sapere che il Comune sta pensando anche a un progetto che con-

senta di raccontare e ricostruire la storia di tutta la città metropolitana nel metaverso. “Futuro e passato insieme, per spiegare al mondo intero come è nata Venezia, raccontarla attraverso le storie che furono, i luoghi e il tempo - è la nuova sfida annunciata da Brugnaro - Pensiamo a veri e propri percorsi culturali per avvicinare le nuove generazioni e raccontare loro la “più antica città del futuro”, in un ambito virtuale che ha come punto di forza la partecipazione e il coinvolgimento”.

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Turismo

Pronti a tornare i grandi eventi che Venturini: “Questo sarà l’anno

Oltre agli irrinunciabili appuntamenti legati alla tradizione, come il Carnevale o il Redentore, Venezia farà da cornice ad alcune novità di prim’ordine

“Se il 2022 è stato l’anno della ripresa, il 2023 sarà quello della qualità”. Non ha usato giri di parole il 13 febbraio scorso l’assessore al Turismo di Venezia Simone Venturini nel presentare, nell’ambito della Bit di Milano, la Borsa internazionale del Turismo, il ricco calendario di eventi che saranno ospitati dal capoluogo lagunare nel 2023. L’impressione è che molte carte siano state messe sul tavolo ma anche che alcuni assi nella manica siano ancora lì, pronti a essere annunciati in futuro. Perché quest’anno oltre agli irrinunciabili appuntamenti legati alla tradizione, come il Carnevale o il Redentore, Venezia farà da cornice

ad alcune novità di prim’ordine.

“Tornerà dopo troppo silenzio la musica al Parco San Giuliano con la data zero del tour dei Pinguini Tattici Nucleari, per cui sono stati già venduti decine di migliaia di biglietti - ha sottolineato l’assessore - e il grande pop farà capolino anche in piazza San Marco con tre date di Laura Pausini, una star internazionale”.

Il salotto più bello del mondo ospiterà a luglio anche il ritorno del coro e dell’orchestra della Fenice che, dopo il successo dell’anno scorso con i Carmina Burana, eseguirà la Sinfonia n. 9 di Beethoven. “A proposito di novità, l’anno è iniziato nel migliore dei modi

www.lapiazzaweb.it 8 Cosa succede in città
La presentazione ufficiale nel corso della Bit di Milano. Il ritorno della grande musica

nel 2023 dell’offerta di qualità”

“Il Carnevale è un grande successo, continueremo poi con Biennale Architettura, Redentore, Festa della Sensa, regate. Spazio anche alle grandi mostre”

grazie alla prima edizione di Wine in Venice - ha sottolineato Venturini -, manifestazione che ha coinvolto i migliori operatori nazionali del settore vinicolo. L’enogastronomia, e la riscoperta del nostro territorio, costituiscono infatti quell’opportunità esperienziale su cui si gioca molto del futuro del turismo della città in chiave slow e sostenibile”. La formula è semplice nella sua aritmetica espressione, anche se di difficile realizzazione: eventi di qualità significano visitatori amanti della città, che la rispettano e che intendono entrarci in sintonia. “Un impegno forte su cui puntiamo molto - ha spiegato l’assessore davanti a un parterre di giornalisti specializzati -. Il Carnevale è un grande successo, continueremo poi con Biennale Architettura, Redentore, Festa della Sensa, regate. Spazio anche alle grandi mostre come quella dedicata a Vittore Carpaccio a Palazzo Ducale dal 18 marzo al 18 giugno, sarà un appuntamento da non perdere per approfondire il genio di uno dei grandi maestri della pittura venezia-

na”. Non mancheranno nemmeno la moda, con l’edizione primaverile e autunnale della Venice Fashion Week, e l’artigianato, con la Venice Glass Week dedicata al vetro di Murano e altre importanti iniziative ad hoc. Se in passato Venezia viveva dei momenti di forte esposizione internazionale a settembre con la Mostra del Cinema e gli altri appuntamenti legati all’arte contemporanea, nel corso del 2023 sarà costantemente al centro dell’attenzione dei media internazionali. “E’ proprio vero che non esistono più le mezze stagioni se d’inverno si inizia con il Capodanno, si continua con Wine in Venice e si conclude con il Carnevale - ha aggiunto Venturini - la primavera esordirà con la Biennale Architettura, le mostre e si congederà con il Salone Nautico all’Arsenale, quest’anno ancora più grande. L’estate sarà indimenticabile tra i grandi concerti, la Festa del Redentore, la Regata Storica e il Festival del Cinema ma anche l’autunno non sarà da meno grazie alla grande vela con la Venice Hospitality Challenge e la Veleziana (il 14 e il 15 ottobre) e la 37° VeniceMarathon”. A tutto questo si aggiunge l’attività congressistica soprattutto al Lido, location di forte richiamo che sta prendendo piede nel settore Mice (meetings, incentives, conferences, exhibitions).

“Impossibile non ricordare

poi quanto la città sia magica nel periodo natalizio - ha concluso Venturini - tra luminarie, alberi ed eventi a tema Venezia sa regalare emozioni davvero uniche. Ce n’è per tutti i gusti, vi aspettiamo a braccia aperte”. Anche l’assessore alla Promozione del territorio, Paola Mar ribadisce il nuovo corso dopo anni difficili dovuti alla pandemia: “Venezia è molto soddisfatta del rapporto che si è instaurato con l’Unpli (Unione nazionale delle pro loco) e che consente di proporre anche quest’anno il carnevale delle tradizioni che offre al pubblico l’immagine dei carnevali di tutta Italia Il Carnevale è una festa antica che è molto importante nel sistema Italia e Venezia con il suo grande palcoscenico riesce a promuovere anche le tradizioni di altre regioni del nostro Paese”.

Piero Rosa Salva, Amministratore Unico di Vela ribadisce il ruolp di Vela: “Grazie alle indicazioni e dell’Amministrazione comunale, la società ha visto espandere negli ultimi anni i propri compiti istituzionali, arricchendo sempre più il proprio campo di azione, dall’organizzazione degli eventi, in equilibrio tra tradizione e innovazione con grande attenzione alla loro sostenibilità, alla ricerca sponsor e partnership qualificate, alle funzioni di accoglienza e promozione della città”.

www.lapiazzaweb.it 9 Cosa succede in città Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
in piazza San Marco e al parco San Giuliano, ma anche enogastronomia e cultura animeranno Venezia
L’assessore ai Grandi eventi Simone Venturini

L’affondo della Lega. Il dibattito dopo la decisione di posticipare il ticket d’ingresso

“Venezia non è Gardaland, i veneti non devono pagare”

Èstata approvata lo scorso 7 febbraio, in consiglio regionale del Veneto la risoluzione sul ticket d’ingresso a Venezia. In aula sono state discusse congiuntamente la Mozione n. 350, presentata dalla Capogruppo del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, e la Risoluzione n. 72, illustrata dal Consigliere di Lega-LV Gabriele Michieletto. La mozione, respinta dall’Aula, giudicava il contributo una misura, da sottoporre a una consultazione popolare, lesiva per una città trattata dal Sindaco come una unità produttiva. Il ticket di ingresso per entrare a Venezia, slitta però dal 16 gennaio all’estate prossima. “Abbiamo appreso – osservano i consiglieri – che l’idea del ticket d’ingresso proposta lo scorso anno dal primo cittadino di Venezia, di tassare i turisti in entrata, nel nostro capoluogo di Regione, sarà spostata probabilmente di un anno. A prescindere da quello che deciderà Venezia, chiediamo nuovamente che per tutti i Veneti non sia previsto un ticket, una tassa d’ingresso, una foto, un essere schedati da parte di un ente senza alcun motivo. Venezia non è Gardaland. La scelta di far pagare un ulteriore obolo non risolve i problemi della città lagunare. A Venezia arrivano migliaia di persone per lavorare, per motivi studio, cause al tribunale, di fatto pendolari per infiniti motivi, dal professionista, all’azienda e potremmo andare avanti ancora. È assolutamente impossibile avere un controllo efficace e capillare su chiunque entri ed esca, ed esiste già una tassa di soggiorno per chi dorme a Venezia, tassa che contribuisce a gestire il capoluogo veneto”

Critiche condivise anche dai Consiglieri del Partito Democratico Jonatan Montanariello e Francesca Zottis, mentre la Risoluzione, approvata con 43 voti favorevoli e un astenuto, esorta il Comune di Venezia a valu-

tare in ogni caso la possibilità di escludere interamente e senza nessuna limitazione i residenti nella Regione del Veneto dal pagamento dal ticket di ingresso.

“Probabilmente l’amministrazione comunale di Venezia, che ha procrastinato ancora la decisione sul ticket d’ingresso, è giunta a conclusione di aver prodotto un provvedimento assolutamente lacunoso sotto molti punti di vista. E’ importante che l’amministrazione comunale, si sia pre-

sa del tempo per rivedere il provvedimento. Ribadiamo ancora una volta che i Veneti non dovranno pagare il ticket d’ingresso anche in presenza di quel turismo definito mordi e fuggi. Tuttavia, non si può trasformare la città di Venezia in un circo di lusso. Venezia non è Gardaland – ribadiscono e concludono Michieletto e Vianello – e l’accesso alla città deve essere garantito a tutti”.

Due imbarcazioni alla Protezione civile

Due nuove barche in grado di operare in emergenza con condizioni meteo-marine avverse e di trasportare materiale e mezzi anche nei canali interni del Centro Storico.

Le imbarcazioni sono state consegnate oggi al gruppo Protezione civile del Comune di Venezia dal vicesindaco Andrea Tomaello e dal comandante generale della Polizia locale Marco Agostini, nel corso di una breve cerimonia che si è svolta nella sede del Tronchetto.

“I nuovi mezzi consentiranno di potenziare l’impegno dei volontari che operano nel Centro Storico, nelle Isole e in Laguna in numerose attività di assistenza, prevenzione e soccorso – ha detto Francesco Vascellari, responsabile del servizio di Protezione civile del Comune”.

Il vicesindaco Andrea Tomaello, con delega alla protezione civile, presente alla consegna: “La consegna delle due nuove imbarcazioni – finanziata dal comune per un importo pari a 97.500 euro – testimonia l’impegno del Comune di Venezia a favore delle attività della Protezione civile e dei tanti volontari che, non solo nelle occasioni di emergenza ma anche nella attività quotidiana, prestano il loro tempo e il loro servizio per la città e per i cittadini”. (g.g.)

www.lapiazzaweb.it 10 Attualità

Influencer locali. Spopolano le parodie del modo di parlare del veneziano e mestrino

Il fenomeno social di Alice Guerra: gli “strafanti” conquistano il web

Grande successo per una ragazza che, come spiega dalla sua pagina Instagram, si è data la missione di “diffondere il verbo veneto. La lingua veneta, che non è un dialetto”

Gli “strafanti” girano il mondo e lo conquistano, per lo meno via web. È boom social per Mestre e una delle sue parole “cult” per lo meno tra i più giovani grazie agli ormai 150mila followers via Instagram e Tiktok raggiunti da Alice Guerra.

Non una giovanissima, per lo meno per il mondo dei social, con i suoi trent’anni Alice è però riuscita in poco tempo a far imporre sul web le sue divertentissime parodie del modo di parlare del veneziano e mestrino, ponendosi sulla scia del “Milanese imbruttito” del “Corsivo” e ricevendo, oltre ai followers e ai complimenti, ovviamente anche un numero consistente di haters, con i quali però dialoga senza lasciare da parte quella stessa vena ironica che la ha portata al successo. Ma cosa sono questi “strafanti”? E’ la stessa Alice ovviamente a spiegarlo: “Lo strafanto è qualsiasi cosa totalmente inutile ma che tutti vogliono e che diventa un mito da tenere con sé ed esibire. Piccolo, però, perché sennò da strafanto si trasforma in intrigo”. E di “strafanti” si è già ri-

empita la sua pagina, con i follower che le postano gli oggetti più assurdi e più curiosi da condividere e da commentare. Un grande successo per una ragazza che, come spiega dalla sua pagina Instagram, si è data la missione di “Diffondere il verbo veneto. La lingua veneta, che non è un dialetto”.

Mestrina di Carpenedo, in pochi mesi Alice Guerra ha fatto il boom virale. “Sono

Mestrina di Carpenedo, laureata in comunicazione in pochi mesi ha fatto il boom virale

laureata in comunicazione – spiega – e ho una vera passione per i social, ma in questo caso non è stato nulla di studiato o voluto, almeno all’inizio, Ero in vacanza con il mio ragazzo e ho fatto per puro divertimento il primo video con la parodia di un certo tipo di ragazza mestrina. In poco tempo è stato un grande successo ed ho deciso di proseguire, portando sul web il mio mondo e tutto quello che vedevo girarci attorno”.

La pagina Instagram di Alice da quel momento assume uno scopo ben diverso, sintetizzato nelle parole che la stessa influencer fissa come messaggio: “Creator di video con la missione di diffondere il verbo Veneto con parodie venete e tanto disagio dalla regina suprema degli strafanti”. Nascono così le parodie di quello che va di moda in televisione, il commento in lingua veneta dei trend del momento, ma anche i video di vita quotidiana di Alice, del suo fidanzato e dei suoi gatti. Da qui il tutto diventa qua-

si un lavoro, con le prime richieste di “strafanti” a tema dei negozi e dei marchi, ma purtroppo assieme alla fama arrivano anche i temuti haters. “Mi criticano ovviamente per il modo di parlare, perché dicono che non si capisce nulla, ma arrivano anche offese sul mio aspetto fisico o proposte indecenti. Cerco di rispondere sempre con ironia, ma a volte preferisco passare oltre senza quasi leggere. Ovvio che certe cose scritte fanno male, ma è meglio lasciar perdere e continuare sulla strada che sto seguendo”.

E la strada per Alice sembrerebbe – almeno per ora – segnata verso un aumento dei followers, tra i quali figura anche il like del presidente della regione Luca Zaia, oltre a quello di numerosi colleghi e responsabili di aziende che potrebbero essere interessati al suo “prodotto”. “D’altra parte – come sintetizza Alice nel modo e nello stile che la hanno resa famosa – chi non vuole avere con sé uno strafanto da mostrare alle amiche mentre si beve lo sprizt in piazza Ferretto?”.

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Volti e storie
In foto Alice Guerra

I dati della Camera di Commercio. Bene l’export e il turismo

nell’area metropolitana

Il sistema delle imprese veneziane regge e cresce

In aumento le aziende a conduzione giovanile, femminile e anche straniera. Sale il numero anche degli artigiani

“Nonostante il difficile contesto economico, complessivamente il sistema imprese regge e rincuorano la ripresa dell’export, del turismo ed il conseguente recupero delle assunzioni”. È questo il commento del presidente della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo Massimo Zanon, che nei giorni scorsi ha presentato i dati della demografia d’impresa e dell’export 2022 assieme alle linee di indirizzo della Cciaa Venezia Rovigo per il 2023. Nel Veneziano si contano, alla fine dell’annualità 2022, 90.178 localizzazioni di impresa attive, dato in lieve calo dello 0,3% rispetto al 2021 (-250 unità), con +1,3% di unità locali e -0,8% per quanto riguarda le sedi di impresa. Si registra comunque il recupero di 104 loca-

lizzazioni rispetto a dicembre 2019, corrispondente periodo pre-pandemico.

Guardando i principali settori di attività, nel confronto su base annuale sono positivi i dati per il comparto delle attività professionali, scientifiche e tecniche, che registra un incremento del 4,1% delle localizzazioni attive rispetto al 2021 (+145 unità).

Aumentano di 142 unità (+2,7%) gli insediamenti nel settore delle attività immobiliari. Le costruzioni, che hanno continuato a beneficiare degli incentivi fiscali, salgono dello 0,6%, corrispondente a +70 unità. Gli incrementi tendenziali in termini assoluti riguardano anche altri settori: servizi di alloggio e ristorazione (+0,1%), informazione e comunicazione (+1%), noleggio, agenzie viaggio e servizi

alle imprese (+1%), sanità e assistenza sociale (+4,6%), attività sportive, artistiche e di intrattenimento (+0,4%) e altre attività di servizi (+0,6%). In rosso rispetto all’anno precedente, invece, i settori del commercio (-1,9%, -465 unità), dell’agricoltura(-3,1%, -239 unità), dei trasporti(-0,6%, -24 unità), dell’industria (-0,2%, -18 unità) e delle attività finanziare e assicurative (-1,4%, -33 unità). “Rispetto al 2021, il calo delle sedi di impresa si contiene entro lo 0,8% complessivamente” si legge nel report. Tra queste, però, le imprese a conduzione straniera contano 201 localizzazioni attive in più (+2,4%) e ben 604 se si allarga il confronto con il 2019, mentre le imprese giovanili crescono dell’1,3% con 64 ulteriori unità, proseguendo il

Un momento della presentazione trend di recupero iniziato nel 2021. Anche le imprese femminili risultano in aumento dello 0,1% rispetto all’anno precedente, con 9 unità in più e con +82 imprese rispetto al 2019. Le imprese artigiane, infine, segnano un +0,1%, corrispondente a +26 unità, rispetto all’anno precedente, ma risultano in flessione di 43 unità rispetto al 2019. Passando all’analisi della nati-mortalità imprenditoriale, tra gennaio e dicembre 2022, nella provincia di Venezia si

osserva una lieve flessione nel numero delle iscrizioni di nuove impreserispetto al medesimo periodo del 2021. Se ne contano 4.110, lo 0,8% in meno rispetto all’anno precedente. Contemporaneamente aumentano le cessazioni non d’ufficio (+3,4% rispetto al 2021) che riprendono dopo il “congelamento” registrato nel periodo Covid. Il saldo tra i due dati è comunque positivo e si attesta a quota 484.

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introdurre un principio di progressività sull’Irpef comunale”

“Come gruppo consigliare del Partito Democratico abbiamo posto la necessità di trasformare l’applicazione dell’aliquota Irpef comunale secondo un principio di progressività e solidarietà per andare incontro a chi oggi è maggiormente in difficoltà, riteniamo, come sottolinea l’articolo 53 della costituzione, che non tutti debbano pagare in egual misura” così il consigliere comunale del Pd Emanuele Rosteghin.

“Oggi l’aliquota applicata da Venezia è dello 0,8% con un’esenzione di soli 10.000 euro, fra le più basse delle città metropolitane e sotto la soglia di povertà stabilita dall’Istat, una soglia peraltro ferma da anni” prosegue il comsigliere.

“La proposta che avanziamo nasce dall’opportunità data ad alcuni comuni metropolitani, fra cui Venezia, di ap-

plicare l’aliquota Irpef fino all’1% attraverso un accordo con il Ministero. Concretamente chiediamo di rendere l’applicazione dell’irpef anziché uguale per tutti progressiva secondo gli stessi scaglione di reddito dell’iperf chiedendo un maggior contributo solo per i redditi superiori ai 50.000 euro”.

E conclude: “Con l’introduzione della forma progressiva

“Serve una legge speciale ambientale”

Il report 2023 di Legambiente, Mal’aria, classifica Venezia come la sesta città più inquinata d’Italia. Sono 29 le città delle 95 monitorate che hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di Pm10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo) con le centraline di Torino (Grassi) che si piazza al primo posto con 98 giorni di sforamento, seguita da Milano (Senato) con 84, Asti (Baussano) 79, Modena (Giardini) 75, Padova (Arcella) e Venezia (Tagliamento) con 70. Queste città hanno di fatto doppiato il numero di sforamenti consentiti.

Per il Partito Democratico veneziano, di fronte al dato, una delle soluzioni potrebbe essere proporre una legge speciale ambientale per Venezia città d’acqua. Lo ha fatto la segretaria del Pd lagunare, Monica Sambo. “Riteniamo indispensabile che

sia rifinanziata non solo la legge speciale ma sostenuta economicamente anche una legge speciale ambientale per Venezia che permetta la riconversione dei motori inquinanti», afferma Sambo.

Venezia, capitale mondiale della sostenibilità, dovrebbe essere il primo luogo di sperimentazione di nuove tecnologie. “Ma anche zona di destinazione di forti finanziamenti per una vera riconversione green della città - continua Sambo - a partire proprio dall’acqua. Dobbiamo sostenere chi utilizza le imbarcazioni e mettere in campo incentivi per una riconversione immediata”.

“Nel 2022 la centralina di via Tagliamento ha registrato 70 superamenti del limite giornaliero di polveri sottili - commenta il consigliere comunale del Pd, Alessandro Baglioni - un record negativo che mette in pericolo

l’aliquota maggiore andrebbe applicata non su tutto il reddito ma solo quello eccedente i 50.000 euro, concretamente chi ha un reddito di 100.000 euro applicando l’aliquota dello 0,9% andrebbe a pagare circa 4 euro in più al mese. Chiediamo che questo extragettito venga messo a disposizione per imprese e famiglie maggiormente in difficoltà.”

la salute”.

“L’inquinamento atmosferico - argomenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - in Europa è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a un quinto di quelli rilevate in tutto il continente. È necessario agire con urgenza con politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura. In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose”. (g.f.)

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“Chiediamo che questo extragettito venga messo a disposizione per imprese e famiglie maggiormente in difficoltà”
La richiesta del Pd. “L’esenzione applicata da Venezia è tra le più basse delle città metropolitane”
“Bisogna
In foto Emanuele Rosteghin
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Il dibattito. Si accende il confronto politico, e non solo, sui possibili scenari

Tempo di riforme istituzionali: sarà una vera rivoluzione?

Si apre un periodo cruciale per l’autonomia, il presidenzialismo, il terzo mandato e la “riscossa” delle Province

Èvero. In alcuni casi se ne parla da decenni, dividendosi tra favorevoli e contrari, tra speranzosi e scettici. Fatto sta che non se ne è fatto nulla.

Di cosa stiamo parlando?Delle grandi riforme istituzionali che dovrebbero cambiare definitivamente il volto al nostro Paese.

AUTONOMIA, NOVITÀ E PROSPETTIVE

Quella certamente più sentita, almeno nel nostro territorio, è certamente la riforma in senso federale del nostro Paese.

Negli anni passati, Veneto e Lombardia celebrarono anche un referendum, la cosiddetta autonomia è stata la madre di tutte le battaglie. Il presidente Zaia chiese, a gran voce, un impianto autonomista articolato su 23 materie prevedendo, inoltre, di trattenere i 9 decimi del residuo fiscale.

In buona sostanza gli autonomisti Veneti chiedevano di poter tenere il 90% dei soldi delle tasse dei veneti garantendo di gestire, senza nulla chiedere allo Stato Centrale, 23 materie, scuola compresa.

A questa visione totalmente autonomista se ne contrapposero almeno altre due: quella dei contrari che considerano questa riforma uno “smembramento dell’Unità Nazionale” e quella dei possibilisti che, però, non parlano di residuo fiscale e che considerano più “realistico” concentrarsi su nove materie e non 23.

Rispetto a questo dibattito, dunque, quale è oggi la novità?

La novità è che il Ministro Roberto Calderoli ha portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri una cornice autonomista. Certo, c’è ancora molto da fare a partire dai cosiddetti Lep (i livelli essen-

ziali di prestazione: quegli indicatori che dovrebbero dimostrare come in qualsiasi regione, anche in presenza di una riforma autonomista, i servizi ai cittadini siano gli stessi), ma almeno è stato messo un primo punto.

PRESIDENZIALISMO E COSTITUZIONE

La seconda grande riforma della quale si parla molto è tornata alla ribalta all’indomani della vittoria elettorale di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Parliamo, ovvia-

che, elette in modo indipendente, hanno il potere legislativo e di controllo, ma non possono sfiduciare il Presidente.

Secondo i suoi sostenitori, il Presidenzialismo dovrebbe garantire maggiore stabilità politica e la possibilità di assumere decisioni in modo più agile.

dove il Sindaco Brugnaro finirà il proprio secondo mandato nel 2025 e, ad oggi, non potrebbe ricandidarsi a Padova dove Sergio Giordani ha appena avviato il proprio secondo.

mente, del presidenzialismo.

Ma cos’è? Per capirci: oggi l’Italia è una Repubblica Parlamentare dove al centro di tutto ci sono, appunto, la Camera dei Deputati e il Senato che hanno il compito, tra le altre cose, di votare la fiducia al Presidente del Consiglio incaricato e di eleggere il Presidente della Repubblica.

Con una modifica della Costituzione si vorrebbe, almeno questo è l’intendimento di alcune forze politiche di Governo, introdurre il presidenzialismo. In buona sostanza si sposterebbe si sposterebbe, in modo sostanziale, il focus dalle Camere alla figura del Presidente sia esso Presidente del Consiglio o della Repubblica che, in quel caso, sarebbe eletto direttamente dai cittadini.

In buona sostanza il potere esecutivo è nelle mani del Presidente che, eletto dai cittadini, diventa sia il capo del Governo sia il capo dello Stato ma non ha la possibilità di sciogliere le Camere

Secondo i detrattori, viceversa, servirebbe una migliore legge elettorale per garantire stabilità e lavoro, non una riforma istituzionale che rischia, inoltre, di avere un Presidente che muove in una direzione e un parlamento in un’altra creando un cortocircuito paralizzante.

In questo caso, a differenza di quanto sta accadendo con l’Autonomia per la quale almeno c’è una prima e parziale cornice che servirà per aprire un dibattito, non c’è ancora nulla. Anzi è già in corso un derby tra le forze politiche della maggioranza di Governo per quale delle due riforme debba viaggiare più speditamente e per comprendere se vi siano elementi di contraddizione tra loro.

SINDACI, SPUNTA IL TERZO MANDATO

L’altro grande dibattito in corso è legato al terzo mandato per i Sindaci e i Presidenti di Regione. Anche in Veneto sarebbero molte le città interessate: da Venezia,

Ma la grande incognita riguarderebbe la Regione Veneto. Il Presidente Zaia finirà il proprio terzo mandato nella primavera 2025, ma la “regola” che ha introdotto il limite dei due mandati è entrata in vigore dopo i suoi primi cinque anni in laguna: se passasse questa modifica, quindi, Zaia potrebbe ricandidarsi per il suo terzo mandato, visto che il primo (che sommati fa 4) non verrebbe conteggiato.

sarebbe anche una quarta, quella legata alle Province. La cosiddetta “Riforma Delrio” ha declassificato le Province a enti di secondo livello, ovvero soggetti eletti soltanto dagli amministratori comunali del territorio e non più dai cittadini e con competenze molto più ridotte rispetto al passato: una sorta di grande “conferenza dei sindaci” concentrata principalmente su viabilità e edilizia scolastica.

Anche in questo caso è in corso un dibattito, questa volta non per fare qualcosa di nuovo, ma per “tornare al passato” ovvero a delle Province elette dai cittadini e con competenze maggiormente “solide”.

Se ne parla, se ne parlerà ancora, ma anche questo elemento potrebbe contribuire ad un cambiamento importante degli assetti istituzionali del nostro Paese.

Anche in questo caso il dibattito è in corso tra i favorevoli che sostengono come gli anni della pandemia abbiano allungato i processi amministrativi e quindi per completare il lavoro servirebbe “un’aggiunta” e i contrari che ritengono “malsano” per la democrazia la mancanza di ogni tipo di alternanza. Staremo a vedere.

PROVINCE, RITORNO AL

In realtà di riforme ce ne

Di cose che bollono in pentola ce ne sono molte. Bisognerà capire come si combineranno gli ingredienti, quale sarà il primo ad essere pronto e se, alla fine, il piatto che ne uscirà sarà appetitoso, ma soprattutto nutriente. Noi proveremo a raccontare, da qui in avanti, tutti i passaggi che si susseguiranno, raccogliendo opinioni e pareri dei protagonisti di quella che potrebbe essere una vera rivoluzione o, semplicemente, un nuovo buco nell’acqua.

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Politica
PASSATO
Il Ministro Roberto Calderoli ha portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri una cornice autonomista Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
Con una modifica della Costituzione si vorrebbe poi introdurre il presidenzialismo

Mobilità. Il

In arrivo la nuova viabilità per Chirignango e Forte Marghera

Arriva l’atteso nuovo piano per la mobilità sostenibile sulla A57, con una nuova bretella, interventi di fluidificazione e un by-pass per il traffico in direzione zona industriale e due aree a scavalco che porteranno a snellire il traffico in centro.

Il Pums, il nuovo “Piano urbano della mobilità sostenibile” è stato adottato da poco dalla città metropolitana e disegnerà lo scenario della viabilità per lo meno per i prossimi dieci anni. Andando nello specifico, il Pums definirà le azioni orientate a migliorare il sistema della mobilità e la sua integrazione con l’assetto e gli sviluppi urbanistici e territoriali per concorrere al conseguimento degli obiettivi strategici a livello europeo e nazionale Le principali aree cittadine coinvolte partono dalla zona del Miranese, nel tratto che passa per Chirignago e che crea ingorgo all’altezza della strettoia davanti alla chiesa di San Giorgio. Qui sono previste due nuove strade “a scavalco”: una bretella che passerà oltre il cimitero per ricollegarsi alla Miranese dopo l’incrocio con via Trieste e un secondo collegamento tra l’inizio di via Oriago e via Trieste innestandosi su via del Parroco. L’altro fronte riguarda invece il lato dell’autostrada, dove è previsto l’arretramento del casello di Villabona e lo spostamento del traffico pesante in zona industriale senza passare più per la rotatoria dell’uscita di Marghera e sul primo tratto della Romea con snellimento anche del collegamento attuale con la Riviera del Brenta attraverso via Oriago. Dalle carte via Oriago dovrebbe essere allargata con un conseguente nuovo innesto su via Miranese. Dopo il tunnel sotto la ferrovia saranno poi realizzati dei nuovi innesti sull’autostrada .Il piano è già stato discusso anche dall’opposizione,che ha presentato alcune osservazioni. “Si tratta di un documento importante – spiega Emanuele Rosteghin, consigliere metropolitano del Pd – e per questo pensiamo che debba prima essere discusso anche con i cittadini e non solo a livello amministrativo e

politico. Sono aree, soprattutto quelle della “Porta Ovest”, cioè gli assi della A57 e, soprattutto, della Miranese, sulle quali si registrano più incidenti di tutta la città e per questo vanno attentamente valutati. Il Pums è un piano metropolitano, poi spetterà comunque ai comuni fare analisi più specifiche. Ma è importante aprire un confronto sul futuro del “Quadrante Ovest” e degli altri scenari in città come hanno già iniziato a fare in altre aree della città metropolitana”.

Il Vega verso la vendita all’asta

Per il parco tecnologico Vega si va ormai verso la soluzione della vendita all’asta. L’annunciata offerta del fondo israeliano della società Truyoins Ventures, che aveva previsto dieci milioni di investimenti, non è in realtà mai arrivata e ora si procederà con una nuova gara con la possibilità anche del cambio delle destinazioni d’uso della struttura.

Il termine ultimo per la presentazione delle offerte era stato fissato al 31 gennaio, ma la data è passata senza che l’offerta vincolante del fondo israeliano Truyoins Ventures arrivasse effettivamente. Si trattava di dieci milioni che il fondo avrebbe inizialmente messo sul banco per prendere in gestione l’intero parco tecnologico scientifico e trasformarlo uno spazio per start up legate alla nano-tecnologia e al settore biotech. “I tempi sono scaduti e noi non possiamo più aspettare – spiega il commissario liquidatore del Vega Paolo Marchiori –. Ora bisognerà procedere con la gara almeno che non intervengano novità a breve”. La gara – alla quale comunque Truyoins Ventures paradossalmente potrebbe partecipare lo stesso - non sarà più disegnata sulla manifestazione di interesse che avrebbe dovuto formulare il fondo e, contrariamente a quanto espresso in precedenza, dell’asta non farà parte l’edificio “Porta dell’innovazione” che ospita Ca’ Foscari e il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, che resterà nelle mani del Comune, con il quale poi l’eventuale vincitore dell’asta potrà poi trattare a parte. Il nuovo bando di gara sarà pronto entro metà marzo e si baserà sull’ultimo prezzo base proposto all’asta del 2019, dopo un passaggio con il comitato dei creditori per abbassare leggermente il prezzo di vendita fissato per ora a un valore di 14 milioni e 385 mila euro. (m.s.)

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Pums disegnerà lo scenario per lo meno per i prossimi dieci anni
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Lotta al degrado. Partita anche la prima fase dei traslochi per liberare l’edificio

Altobello cambia volto: verso la demolizione della “Nave”

Si va verso la demolizione e la riqualificazione per l’area Ater della “Nave” di Altobello, con l’arrivo entro il 2026 del nuovo progetto che vedrà, al posto dei cento appartamenti e della struttura in cemento attuale, una serie di palazzine più piccole e moderne che si collegherà al progetto simile già in via di sviluppo nell’ex aerea Italgas tra via Ancona e via Torino. Il punto di partenza per la definizione del piano è stato lo scorso gennaio, con la prima assemblea con gli inquilini della Nave 1 e l’interessamento di una grossa impresa del territorio (della quale per ora Ater non fa il nome) che ha presentato la sua manifestazione di interesse. La strada che appare ormai tracciata è quella della demolizione e ricostruzione.

L’Ater ha infatti già incontrato l’impresa che ha presentato una manifestazione di interesse che ha fornito tutta la documentazione sull’immobile in attesa della presentazione di un vero e proprio progetto

Per Fabio Nordio, presidente dell’Ater, la speranza è una sola: “Vorrei portare a termine questo progetto entro la fine del mio mandato, tra il 2025 e il 2026. Un sogno? Se tutti fossero d’accordo, evitando di mettere bastoni fra le ruote, potremmo farcela”.

Contemporaneamente, sarà avviato un piano di massima per un bando pubblico che potrebbe portare alla demolizione totale della Nave entro otto mesi per una ricostruzione successiva nel corso di due anni. Un progetto che, nelle intenzioni di Ater, dovrà coinvolgere anche regione e comune di Venezia in un accordo di programma per edilizia residenziale pubblica rivolta anche agli studenti.

Dopo l’assemblea degli inquilini della Nave 1 è intanto partita anche la prima fase dei traslochi per liberare l’edificio che dovrà essere comunque svuotato sia nel caso ovvio di demolizione si se si sceglierà un radicale (e molto costoso) restauro totale. Da Ater fanno sapere che “Nel giro di un paio i mesi al massimo in-

contreremo tutte le famiglie residenti mostrando loro gli alloggi alternativi già pronti nella cintura di Mestre e Marghera, e poi pagheremo noi i traslochi. Stiamo cercando di andare incontro agli inquilini, soprattutto i più bisognosi e gli anziani e partiremo con gli assegnatari in regola con i pagamenti, ma anche per chi ha delle morosità studieremo dei piani di rientro”. Entro fine mese ci sarà comunque un nuovo incontro tra inquilini e tecnici dell’azienda per consentire alle famiglie di scegliere il loro futuro alloggio e per mostrare agii inquilini zone, planimetrie e documentazioni degli alloggi destinati con la possibilità di scegliere quello più adatto alle proprie esigenze.

Massimo Tonizzo

Street art, in arrivo un nuovo regolamento urbano

In arrivo un regolamento urbano interamente dedicato alla street art per autorizzare opere in aree ed edifici ben definiti. Non si tratta ovviamente di una liberalizzazione (i vincoli artistici ed architettonici veneziani restano intoccabili), ma di un primo passo per ammettere anche a Venezia e Mestre la possibilità di dipingere ed abbellire aree considerate – a ragione o a torto – in degrado parziale. Il progetto, illustrato dall’assessore comunale all’urbanistica Massimiliano de Martin, riguarderà

l’intera gamma di street art (murales, writers, land art, installazioni) e come zone vedrà coinvolte la terraferma e parte delle isole, dal Lido alla Certosa. “Ovvio che non si potrà dipingere ovunque – spiega de Martin –. Ci saranno edifici dove si potrà farlo con autorizzazione e altri vietati. E non saranno interessati solo gli spazi in verticale dei muri, ma anche piazzali o ingressi di edifici e scuole”. Non solo spazi appositi nel regolamento, ma anche una lista di soggetti adatti alla città di Venezia

(non saranno ammesse volgarità) e materiali consoni, con preferenza per vernici e colori ecocompatibili. “La street art a Venezia esiste già – conclude de Martin –, con esempi anche molto interessanti per la rigenerazione urbana, come il volto di Enrico Berlinguer in via Hermada, il murales degli studenti lungo il sottopasso dei Quattro Cantoni, la facciata del cinema Dante di via Sernaglia. Ma ci sono opere sparse nei capannoni abbandonati di Porto Marghera che meriterebbero visibilità”. (m.s.)

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Al posto dei cento appartamenti e della struttura in cemento attuale, una serie di palazzine più piccole e moderne

del nostro Ateneo è ancora quella di due secoli fa”

“Vogliamo attrarre giovani da tutto il mondo a studiare e vogliamo offrire loro opportunità di crescita professionale”

Éstato il teatro Malibran il degno palcoscenico dell’inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023 di Ca’ Foscari, alla presenza dei Primi Cittadini di Venezia e Treviso, di rettrici e rettori e altri ospiti e autorità del mondo laico e religioso, dove la Rettrice Tiziana Lippiello, nel suo discorso di apertura, ha voluto rivolgere anzitutto un messaggio di solidarietà alle popolazioni siriane e turche colpite dal terremoto.

Tanti i temi trattati e i traguardi raggiunti al 155esimo anno di fondazione dell’Università veneziana: “La nostra identità è ancora oggi quella di due secoli fa, pur con i dovuti e inevitabili cambiamenti: siamo un’università interdisciplinare e aperta al mondo, fortemente orientata all’internazionalizzazione - ricorda la Rettrice - Vogliamo attrarre giovani da tutto il mondo a studiare la cultura e l’arte, l’economia e le scienze, la lingua e la cultura italiana oltre che le civiltà classiche e moderne, le relazioni internazionali, e per sperimentare l’innovazione e la sostenibilità, e vogliamo offrire loro opportunità di crescita professionale. Per questo la collaborazione con le istituzioni e le aziende è fondamentale”. Ad oggi l’ateneo conta ben 23.000 iscritti, con un forte aumento delle immatricolazioni di studenti fuori Regione (il 69% rispetto a dieci anni

fa), ma soprattutto di studenti provenienti dall’estero (l’80% rispetto a sei anni fa) confermando quindi la sua impronta internazionale.

Nel corso dell’evento sono stati poi presentati i vari progetti su cui l’ateneo si sta spendendo, a partire dagli investimenti edilizi, fondamentali per accrescere il proprio bacino di immatricolati e fornire nuovi spazi per i futuri studenti e quelli già iscritti. L’ateneo ha infatti annunciato lo stanziamento di oltre 52 milioni di euro nei prossimi anni per la realizzazione di nuovi spazi e aule, in particolare a Rio Novo, San Tomà e San Basilio, ricordando anche quanto già fatto finora, in particolare con l’apertura di ben tre nuove residenze. A Treviso invece, dove Ca’ Foscari è presente da circa 30 anni, l’Università sta investendo, assieme al Comune, nella prossima sede nel complesso ‘Turazza’ . Non sono mancati però i malumori. Un certo scontento infatti è stato sollevato dalla rappresentante degli studenti Elisa Sartorelli, che nella sua lettera ha denunciato la mancanza di spazi che affligge l’ateneo cafoscarino, costringendo gli studenti a frequentare le lezioni per terra o in altri luoghi improvvisati, ma soprattutto la recidiva inadempienza della regione nel finanziamento delle borse di studio, che quest’anno ha

causato il ritorno della figura dell’idoneo non beneficiario tra gli studenti veneziani, finora arginata dall’ateneo con cospicui finanziamenti.

A tenere infine la tradizionale Lectio Magistralis è stato Giovanni Sartor, componente dell’Erc Scientific Council che ha presentato uno studio dal titolo ‘La ricerca di frontiera nelle scienze sociali e umanistiche. Il contributo dello European Research Council’. Nel corso della cerimonia si sono esibiti inoltre il Coro di Ca’ Foscari e l’Orchestra del Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di Venezia, un simbolo e una testimonianza della collaborazione fra università e Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica.

‘The Shape Of Water’: aperte le iscrizioni alla Summer School

Aperte le iscrizioni per la partecipazione a “The Shape of Water - Arts in Venice Summer School”, la prima summer-school inter-universitaria veneziana. L’iniziativa è stata presentata da Study in Venice, il progetto che tenta di unire le quattro istituzioni di formazione superiore di Venezia: Ca’ Foscari, IUAV, il Conservatorio Benedetto Marcello e l’Accademia di Belle Arti. L’evento durerà due settimane, tra il 3 e il 14 luglio 2023, durante le quali studentesse e studenti da tutto il mondo avranno modo di osservare e conoscere Venezia e il suo le-

game con l’acqua.

“The Shape of Water” riunirà docenti delle quattro istituzioni partner, che accompagneranno i partecipanti in un percorso che unisce l’esperienza diretta della città a visite guidate e lezioni universitarie di archeologia, architettura, storia dell’arte e della musica, arti performative e scienze ambientali. Al centro dell’indagine ci sarà l’acqua, l’elemento che più caratterizza il territorio.

Dichiara Stefano Riccioni, docente di Storia dell’arte medievale a Ca’ Foscari presso il Dipartimento di Filoso-

fia e Beni Culturali e direttore scientifico della Summer School: “Il progetto sarà fortemente esperienziale perché basato sull’on-site learning. Inoltre, le competenze che abbiamo coinvolto garantiscono un panorama pressoché completo del mondo dell’arte in un percorso che unisce l’esperienza diretta della città a visite didattiche e lezioni universitarie frontali”.

Le iscrizioni per la Summer School sono aperte fino al 20 marzo 2023 e per avere maggiori informazioni è possibile consultare il bando online. (m.d.)

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Ca’ Foscari. Inaugurato il nuovo anno accademico 2022/2023
Università
“L’identità
Marco Dario La rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Tiziana Lipiello.

L’intervista. Il volume è firmato dal giornalista veneziano Luigi Fincato

Gente di terraferma, 35 personaggi “raccontano” la storia di Mestre

Il volume è pubblicato da “Il Prato” di Luca Parisato, piccolo ma illuminato editore di Padova, affermatosi prima nel campo dell’arte e della storia e poi anche nella narrativa. In realtà il libro raccoglie molte esperienze di vita, personali e non, dell’autore, con chiacchierate (aggiornate per l’occasione), divise per argomenti ed introdotte da storie su Mestre ed il suo circondario. Conversazioni con insegnanti, medici, scrittori, forze dell’ordine, ristoratori, professionisti, sportivi, artisti e molti altri ancora.

Un totale di 35 “incontri”, che sono un modo per portare in primo piano mestrini o comunque persone che hanno a che fare con Mestre, non tutti noti. Attraverso queste storie, i ricordi e le considerazioni personali, si cerca di ricordare il passato, raccontare il presente ed ipotizzare il futuro della città.

Intanto da dove nasce l’idea di attualizzare ed utilizzare queste interviste su itVenezia per Gente di Terraferma?

Dopo tanto tempo trascorso su questo pianeta, addirittura a cavallo di due secoli, viene finalmente voglia di mettere da parte certi preconcetti e di ascoltare quanti, da anni, ti invitano a raccogliere in un volume articoli ed interviste, coerentemente con il lavoro di una vita, il giornalista. Facendolo per raccontare e raccontarsi, ma anche e soprattutto per il piacere di far conoscere persone, storie ed aneddoti che altrimenti non avrebbero altre strade. C’è poi “l’ambientazione”, cioè la città dove, nascita veneziana ed altri brevi periodi a parte, si è sempre vissuto. Ed anche qui non è stato facile lasciar da parte gli scrupoli di temere di saturare ulteriormente il mercato con un’altra pubblicazione sulla mestrinità.

Questa comunque è lontana anni luce dall’essere una storia di Mestre (ce ne sono di ottime, anche citate qui), è piuttosto uno sguardo soggettivo sulla città, ma con riferimenti -spero- sempre oggettivo rispetto alla realtà. Relativamente al passato, il racconto è limitato nel tempo, dall’arrivo su questo pianeta dell’autore, non vol-

gendo quindi praticamente mai lo sguardo a prima degli anni Sessanta. Qui però non si cercano (solo) protagonisti da prima pagina, ma la quotidianità e gli spunti di riflessione che ne derivano, oltre alla storia o alla cronaca.

Una curiosità, come mai nel titolo c’è Terraferma e non direttamente Mestre?

Intanto perchè mi piaceva il riferimento al titolo italiano di Dubliners del grande scrittore irlandese Joyce. Ma nessuna mania di grandezza, del resto Mestre non ha quarti di nobiltà da rivendicare. La sua importanza sta altrove, forse anche nei suoi stessi abitanti, da cui la ricerca di semplici ed umanissimi “eroi della quotidianità”, meglio se esempi della “working class hero” di lennoniana memoria. Magari degli anni mestrini dal boom degli anni Sessanta ai giorni nostri.

C’è inoltre un voluto distacco da estremismi da separazione amministrativa, dietro ai quali non è difficile intravedere purtroppo anche il desiderio di appropriazione non meritata di spazi politici. Per dirla con una formula quasi matematica, sarebbe da evitare che la divisione del Comune porti solo alla moltiplicazione delle “careghe”.

Cercare poi di vedere Mestre anche come significativa città di transito, come insegnavano le guide turistiche del secolo scorso, che la definivano come “importante snodo stradale e ferroviario del nordest”. Da qui la scelta di parlare, e farsi raccontare la loro “mestrinità” da tutti, indigeni Doc e mestrini d’adozione e di “passaggio”. Ma anche gente di Marghera piuttosto che di Chirignago e Favaro, o addirittura “sconfinare” in provincia di Treviso, a Mogliano, dove di veneziani e mestrini ce ne sono non pochi.

Torniamo ai mestrini presenti, come sono finiti prima nel sito e poi nel libro Gente di Terraferma?

La scelta non è caduta solo su quelli che vi sono nati, ci hanno vissuto, ma anche su chi ha passato per vari motivi del tempo a Mestre. Ovvio che non ci siano molti personaggi famosi a vario titolo, ho dato poco spazio a

certe figure di primo piano, ma ambigue, già note alle cronache cittadine, nel bene e nel male. Insomma niente eroi negativi, che non sono solo quelli della cronaca nera, ma anche i dottor Jekyll e mister Hyde di casa nostra.

Basti pensare a qualche figura di imprenditore, mascherata da filantropo. Quelli, per esempio, che da un lato si sono dati da fare creando spazi per la città e dall’altro sono scivolati su bucce di banana con problemi di tasse, contratti di lavoro, beghe legali. Oppure addirittura vicende giudiziarie. Insomma, per farla breve, chi predica bene e razzola male qui non c’è. Credo che in certi casi sia meglio passare per buonisti alla Fabio Fazio, invece che dare ulteriore visibilità a chi ne ha avuto anche troppa. Comunque, fra i presenti meno noti al grande pubblico, mi piace ricordare alcune interviste. Per esempio quelle al ciclista – ambientalista Pipa Pavan, alla maestra – biodanzatrice Mara D’Ambruoso, al ristoratore – melomane Tristano Bottazzo o all’insegnante – scrittore Alessandro Tiberini.

Sulla Mestre raccontata fra passato e futuro ci sono anche considerazioni critiche…

Molti dimenticano (o fanno finta di dimenticarsi) che Mestre non è mai stata sede di una signoria, come alcune città capoluogo del nord-est, né aveva un passato particolarmente nobile. Storia illustre o meno a parte, lo scorrere del tempo, la scarsa lungimiranza e le speculazioni edilizie hanno praticamente azzerato anche quel che di bello, storico o importante c’era. Come il caso del castello medievale e di qualche palazzo o villa veneta. Fino agli anni Settanta, con l’avvento dell’emittenza locale e di altri quotidiani, l’unica fonte di notizie era il Gazzettino. Le sue

pagine dedicate all’informazione locale si chiamavano “Mestre e Terraferma”. Termine quest’ultimo che oggi a qualcuno non piace, perché sottolineerebbe una sudditanza al centro storico. Ma questo territorio è troppo complesso per essere legato o scisso dal centro storico, sono “due destini che si uniscono”, detta alla Tiromancino, ma che a volte si respingono, con tutte le

problematiche del caso. Un’occasione per salvare capra e cavoli, ma anche per dare un senso allo status quo, potrebbe essere quella di ampliare realmente le competenze della città Metropolitana. Cosa per altro prevista dalla legge. Servirebbe però un coraggio da parte della classe politica che non sempre si intravede.

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Giacomo Franchin

Calcio. A gennaio il mercato di riparazione per rivoluzionare la squadra

Venezia pronto a risalire la classifica: “Solo giocatori motivati a progredire”

“Reale interesse al progresso del Venezia nel lungo termine: il nostro messaggio alla tifoseria”

Il mercato di riparazione ha rivoluzionato il Venezia con l’obiettivo di risalire posizioni di classifica per mantenere la serie B e… Numerose sono state le operazioni in entrata e in uscita, spiegate dal direttore sportivo Filippo Antonelli. “Abbiamo effettuato molte operazioni in questa finestra: 29, sia in entrata che in uscita. Il mercato di gennaio è sempre particolare e difficile, e avevamo elaborato più strategie. Volevamo capire cosa fosse possibile fare con i giocatori che avevamo a disposizione, ma il rendimento delle ultime gare ci ha convinti che fosse necessario un cambiamento, soprattutto in termini di motivazione e di attaccamento al progetto, seguendo in questo senso anche le indicazioni e le sensazioni di mister Vanoli, in cui riponiamo massima fiducia.

Il nostro modo di operare è fondato sul bilanciamento: per ogni giocatore in uscita in un determinato ruolo, abbiamo fatto in modo di averne uno in entrata. Abbiamo incontrato anche le richieste del presidente, che desiderava una rosa equilibrata, non tanto dal punto di vista dei costi, quanto dal punto di vista dei numeri e dell’effettiva necessità di una panchina così lunga. Le

operazioni in uscita, soprattutto per quanto riguarda i giovani in prestito, vanno peraltro lette non nell’ottica dello ‘smantellamento’, quanto con il desiderio di dar loro spazio per giocare in altre squadre, dove possono trovare respiro nel breve termine: crediamo in loro, e in loro vogliamo investire, facendo maturare un po’ di esperienza altrove. Se ci siamo spinti così in la con la nostra ‘rivoluzione’, è

“Volevamo capire cosa fare con i giocatori che avevamo a disposizione, ma il rendimento delle ultime gare ci ha convinti: era necessario un cambiamento”

per l’assoluta sicurezza che ho nelle capacità di mister Vanoli di saperla affrontare, aiutato dal fatto che molti dei nuovi arrivi, nel loro percorso fino ad ora, si conoscono già e hanno già giocato insieme. Abbiamo portato avanti la nostra visione con raziocinio e con il desiderio di avere in rosa davvero solo giocatori motivati, che avessero un reale interesse al progresso del Venezia nel lungo termine, ed è questo il nostro messaggio alla città e alla tifoseria”.

Reyer Basket porterà il nome di Neven Spahija

Il corso nuovo, dopo 1 3 anni di gestione targata Walter De Raffale salutato con una bellissima lettera del presidente Casarin, porta il nome di Neven Spahija. “Sono stato molto contento quando l’Umana Reyer mi ha contattato – ha detto Spahija –. Sono arrivato qui dopo uno dei più vincenti allenatori degli ultimi dieci anni in Italia: non sarà facile prenderne il posto. Abbiamo tutte le caratteristiche per iniziare una nuova pagina e per scrivere nuove cose importanti per questa società. Come allenatore, fin qui mi sono sempre concentrato soprattutto sulla difesa e sul controllo dei rimbalzi, anche se questa squadra ha il talento per giocare molto bene nella metà campo offensiva, anche cinque

contro cinque. Sono molto contento di tornare in Italia dopo l’esperienza di Roseto: un club piccolo, ma dove abbiamo avuto un grande successo e quindi ho grandi ricordi dell’Italia da ogni

molti allenatori avversari”.

punto di vista. Ho continuato a seguire il campionato italiano, anche se mi è ancora difficile conoscerlo in maniera appropriata, ma qui ho trovato un grande coaching staff e conosco bene

Le parole del presidente Federico Casarin: “Abbiamo raggiunto l’accordo con l’intento di approfondire la conoscenza reciproca in questi mesi. I matrimoni si fanno sempre in due e l’idea è quella di iniziare un percorso lungo che sia fruttuoso e che ci dia soddisfazioni reciproche. Abbiamo gettato insieme le basi per intraprendere un percorso che possa dare soddisfazioni a noi, ai tifosi, ai nostri partner e alla gente che ci vuole bene. Penso che coach Spahija abbia dimostrato nella sua carriera il suo valore e le sue qualità. Quando ci siamo confrontati abbiamo trovato lo stesso spirito e la stessa voglia e quindi è stato facile sposare questa idea reciproca”. (c.a.)

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Sport
Il direttore sportivo Filippo Antonelli.

#Regione

Via libera dal Governo. Il ministro: ad inizio 2024 saranno esaminate le proposte presentate dalle Regioni

Autonomia: “Adesso si fa sul serio”

Calderoli: “Tra un anno sarà legge”

Inizia la lunga marcia, a tappe forzate, per l’autonomia. Il primo passo con il via libera in Consiglio dei Ministri alla prima bozza del disegno di legge sull’autonomia differenziata messo a punto dal ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli. Ora la palla passa al Parlamento che entro un anno, non di più, dovrebbe approvare la legge mentre nello stesso periodo la Cabina di regia lavorerà ai Lep, i “Livelli Essenziali delle Prestazioni”, vale a dire i servizi che lo Stato deve fornire in modo uniforme in tutto il Paese per garantire il pieno rispetto dei diritti sociali e civili dei cittadini.

“Se entrambi daranno il via alla legge e ai Lep, ed è un auspicio visto che i tempi del Parlamento non possono essere dettati, mi auguro che ad inizio del 2024 inizieremo a esaminare le proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni”, ha osservato Calderoli, sottolineando che “spetterà al buon senso e alla saggezza delle regioni

fare richieste e con altrettanta saggezza e buon senso risponderà il governo dopo aver ascoltato il Parlamento”. Materiale da maneggiare con cura, ha aggiunto il ministro, richiamando tutti alle proprie responsabilità sulle 23 materie che possono essere devolute alle regioni: “Possono piacere o non piacere ma sono nel testo costituzionale approvate 22 anni fa e confermato da un referendum popolare. Io sono autore di una riforma che modificava il Titolo V che purtroppo è stato bocciato da

un referendum popolare. Dieci anni dopo lo stesso tentativo fu fatto dal governo Renzi e anch’esso fu bocciato. Quando c’è una Costituzione la si rispetta”.

La riforma, ha concluso Calderoli, “è necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità.

L’Italia è un treno che può correre se ci sono regioni che fanno da traino ed altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del Governo, la-

voriamo insieme a Regioni ed Enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali”.

A Venezia la notizia ovviamente è stata accolta con entusiasmo, sottolineando la portata storica del disegno di legge. Zaia non ha dubbi in proposito: “Diamo corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal ’48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso; è l’inizio. Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia. Va riconosciuto a questo Governo che con molta coerenza e rispetto per gli elettori ha mantenuto gli impegni, avviando il percorso dell’autonomia”. A chi non si dice convinto e sottolinea i punti deboli del disegno di legge Zaia ribatte: “Non è il momento di polemiche, dimostreremo con i fatti che autonomia non è la secessione dei ricchi, che non è una trovata per affossare o la-

sciare indietro qualcuno, tantomeno il Sud. L’autonomia sarà una grande opportunità anche per il Sud del Paese; non sarà una nemica ma un’opportunità di crescita insieme e l’occasione di valutare fino in fondo gli amministratori. Nord e Sud sono legati a doppio filo come gemelli siamesi”. Il governatore difende a spada tratta il disegno di legge e i provvedimenti che ne seguiranno: “Ben venga la definizione dei Lep, un elemento di civiltà in un Paese in cui su questo tema non si è mai voluto fare chiarezza fino ad oggi. Se esiste un paese a due velocità non è colpa dell’autonomia ma del centralismo tanto decantato da chi si ostina a contrapporlo al percorso dell’autonomia. L’autonomia è prevista dalla Costituzione quindi è chi è contro l’autonomia a essere contro la Costituzione. Ci sono state più conferme sulla correttezza giuridica e istituzionale del percorso”.

Le reazioni. Il centrosinistra sottolinea i punti deboli della riforma, soddisfazione nel centrodestra

De Carlo:

“Ripagata

Fronte politico veneto spaccato sull’autonomia. Da una parte il centrodestra esulta, dall’altra il centrosinistra sottolinea le molte incertezze di un percorso ad ostacoli. Chi brinda al disegno di legge è il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia: “La meta dell’autonomia si fa sempre più vicina. È inconfutabilmente un risultato targato Giorgia Meloni: i cittadini alle ultime elezioni hanno scelto la concretezza e la coerenza di Fratelli d’Italia, premiandoci con la loro fiducia. In Veneto un cittadino su

la fiducia dei cittadini”, Martella: “Solo un altro annuncio”

tre ha creduto in noi e questo ci onora, e la loro fiducia va ripagata: lo facciamo oggi, con atti concreti e non con slogan, promesse o chiacchiere che hanno caratterizzato i passati governi”.

Andrea Martella, senatore e segretario del Pd Veneto è netto: “L’autonomia si arricchisce di un nuovo annuncio. Si tratta di una recita a soggetto, destinata ad arricchire scaffali di carta e destinata ad arenarsi in Parla-

mento per le troppe contraddizioni che contiene.“Le modalità con le quali si è arrivati a questo provvedimento non sono state adeguate alla serietà della questione in gioco - aggiunge il senatore dem -. Basti pensare al fatto che il ministro Calderoli non ha neppure convocato le Regioni, saltando a piè pari su un confronto che era sacrosanto. La verità è che a questa destra non interessa il merito e neppure il confronto vero sull’autonomia, sulle materie realmente realizzabili, sui Lep e sulle risorse indispensabili per realizzare la riforma”.

Per Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, “l’autonomia proposta da Calderoli è un contentino tra alleati dato alla Lega ma spaccherà il Paese. Quello sull’autonomia differenziata è un progetto che per essere anche solo considerato dovrebbe stare ad alcune condizioni. Una è avere un confronto costante con le regioni: il ministro Calderoli non le ha nemmeno convocate. Altre sono la chiarezza e la razionalità nelle materie. Il testo uscito dal consiglio dei Ministri non fa nessuna di queste cose: è semplicemente irricevibile”.

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In foto Roberto Calderoli e Luca Zaia Luca De Carlo Andrea Martella

Sfide digitali. Integrati quaranta servizi on line della pubblica amministrazione

ViviVeneto, la “super app” della Regione

Dalla sanità al pagamento del bollo auto, dalla cultura al turismo: tutto in un solo strumento facilmente accessibile. Calzavara e Zaia: “Passo importante sul fronte della semplificazione digitale, anticipiamo i tempi”

Si chiama ViviVeneto, è disponibile su Apple store e su Play store, ed è la nuova “super app” della Regione Veneto, come l’ha definita l’assessore all’agenda digitale e innovazione Francesco Calzavara.

Al suo interno sono state per ora convogliate 4 app e sono attualmente disponibili 40 servizi. Dalla sanità al turismo, dagli eventi culturali ai servizi amministrativi. Un’App sicura, veloce e gratis che, autenticandosi una sola volta con Spid o carta elettronica digitale, permette di fruire dei principali servizi digitali della nostra regione. Ma è solo l’inizio perché l’app sarà continuamente implementata con nuovi servizi. Un servizio costato 1 50mila euro e 8 mesi di lavoro.

A tenere a battesimo la app (www.viviveneto.it) insieme all’assessore Calzavara, il presidente del Veneto Luca Zaia, che l’ha presentata così: “Abbiamo messo ordine al disordine. Questa app ViviVeneto è qualcosa di straordinario e sarà implementata all’ennesima potenza. Arriveremo a fissare tutte le visite mediche tramite attraverso questo strumento, non appena le agende cartacee saranno digitalizzate. E con ViviVeneto stiamo anticipando anche un fenomeno internazionale. Tra le dieci strategie tecnologiche emergenti del 2023 ci sono le ‘super App’, cioè le applicazioni mobili in grado di fornire molteplici servizi tra cui l’elaborazione di pagamenti, la ricezione di comunicazioni ed effettuare altre transazioni. Ancora una volta, anticipiamo i tempi con la nostra super app del Veneto”.

“Si tratta di un contenitore che continuerà ad arricchirsi, in particolare con servizi della pubblica amministrazione ma non solo - ha aggiunto Calzavara -. Ad esempio nella sezione ‘Turismo’ ci sono le informazioni di Unioncamere veneto. Sempre in ambito turistico,

abbiamo in progetto di prevedere una volta a settimana una messaggistica ad hoc con le varie esperienze offerte dal nostro territorio”.

Un progetto in fieri, dunque, “un percorso che inizia e che testimonia l”obiettivo della digitalizzazione e della semplificazione digitale prevista nel programma 2020-25 del presidente Zaia – ha ricordato Calzavara –. Preciso che siamo i primi in Italia a rea-

lizzare un progetto così. E ricordo che il Veneto non ha un’agenzia esterna per la digitalizzazione, ma fa tutto con risorse interne. Abbiamo centrato un importante risultato, ma non ci fermeremo qui. ViviVeneto è un’App che valorizza gli investimenti fatti in questi anni dalla regione in ambito digitale e li mette a sistema, creando benefici diretti per i cittadini e generando economie di scala. L’App è stata realizzata

coinvolgendo ed ascoltando i cittadini, sia nella fase di progettazione sia di test e crescerà nel tempo. Infatti, tra le 16 schede del Pnrr regionale una è dedicata al potenziamento delle infrastrutture digitali e servizi per ViviVeneto, la Casa del Cittadino Veneto”. Tra gli obiettivi futuri della app, anche una sezione “Lavoro” da mettere in piedi con Veneto Lavoro offrendo un match tra domanda e offerta.

Cosa si può fare con la nuova applicazione

Nell’area Salute è possibile cercare e controllare l’affluenza nei pronto soccorso del Veneto, gestire i propri documenti sanitari (certificati, esami, visite), scegliere e cambiare il proprio medico di base. Nell’area Amministrativa si può fare tutto ciò che prima richiedeva l’accesso tramite web ai portali regionali MyPA, BolloAuto, ViviPass, come ad esempio gestire in completa autonomia tutto quello che riguarda il bollo per cittadini e imprese (pagare, controllare, prendere appuntamento, gestire avvisi di accertamento). Novità

importante riguarda la gestione dei contrassegni e delle targhe per i disabili (Cude E Ztl), dal proprio smartphone anziché doversi recare in Comune. Nell’area Turismo è possibile cercare e informarsi su eventi, spettacoli, attività, beni e luoghi del Veneto, scoprire i sentieri pedonali, ciclabili, equestri e quelli dedicati agli sport invernali, ma anche cercare le strutture ricettive per programmare le proprie vacanze e trovare notizie sul territorio, sui prodotti locali e sul meteo. Tutto questo è disponibile anche in lingua inglese.

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Regione
Il presidente Zaia e l’assessore Calzavara presentano l’app Ecco il qr-code per accedere a ViviVeneto

Regione

“La differenza tra me e Elly?

Voglio un partito di governo, non di protesta”

Stefano Bonaccini ha vinto nel voto nei circoli del Pd con circa il 55% dei consensi. Per la leadership dei democratici manca solo un passaggio: le primarie del 26 febbraio nel quale affronterà Elly Shlein, che nel voto tra gli iscritti Pd si è fermata al 33%.

C’è stato un dibattito sulla sopravvivenza stessa del partito. C’è ancora dunque del Pd nel nostro Paese?

“Da quasi due mesi sto facendo un viaggio d’ascolto nel Paese, ovunque registriamo grande partecipazione e voglia di confrontarsi. Se le chiami, le persone arrivano. È una comunità che chiede di ripartire. Per farlo servono un nuovo gruppo dirigente, una nuova agenda e un partito popolare e più forte, che torni fra la gente e parli dei problemi reali: lavoro, scuola, sanità, ambiente. Si sono già espressi 128mila iscritti e ben oltre la metà mi ha accordato la propria fiducia. Sono convinto

che dalle primarie del 26 febbraio, dove potranno partecipare tutti, non solo gli iscritti, uscirà un’ulteriore spinta”.

La vittoria delle regionali in Emilia del 2020 ha testimoniato, nonostante fosse un test nazionale e non soltanto amministrativo, che c’è un Pd che può vincere. Quale la ricetta?

“Non dimentichiamo che il Pd esprime sindache e sinda-

ci quasi nel 70 per cento dei comuni italiani, abituati ogni giorno ad ascoltare i cittadini e dare loro risposta: donne e uomini che hanno vinto le elezioni nei territori mentre, magari lo stesso giorno, venivano perse a livello nazionale. Con me c’è quindi una classe dirigente già rodata, per troppi anni tenuta in panchina: intendo ripartire da loro e dal coinvolgimento vero della base. La mia ricetta, come quella dei sindaci, è stare ogni giorno dove la gente studia, lavora, si cura o si diverte. Perché un partito popolare è così, in sintonia con le persone”. Circoli e militanti. Molti iscritti non si sentono completamente valorizzati. Come invertire la tendenza?

“Se resterà questa pessima legge elettorale, da segretario farò le primarie per scegliere

i parlamentari: devono essere i cittadini a scegliere i propri rappresentanti. Di sicuro non accadrà più ciò che ho visto alle politiche del 25 settembre, quando nessun dirigente nazionale si è candidato nel proprio collegio e i nomi sono stati paracadutati da Roma. Barmsta, adesso si cambia”. Cosa differenzia la sua proposta da quella degli altri candidati alla corsa alla segreteria? E quale il loro ruolo in caso di sua vittoria?

“C’è un confronto molto civile. Nessun partito fa più un congresso per decidere la propria identità e scegliere chi lo guida, dobbiamo essere orgogliosi di questo. Da noi scelgono iscritti ed elettori, mentre gli altri decidono in quattro a Roma nel chiuso di una stanza. La differenza principale? Io non voglio un partito di prote-

sta ma di governo, pragmatico e non ideologico. L’obiettivo è tornare a vincere. Se toccherà a me guidare il Pd, chiederò ai miei sfidanti di darmi una mano”.

Quali prospettive politiche per il Veneto, storicamente una regione nella quale il centrosinistra fa più fatica nonostante le ottime esperienze nelle amministrazioni comunali?

“Conosco piuttosto bene il Veneto: non solo siamo contigui, ma condividiamo una rete sociale e un tessuto produttivo forti. Anche a questa Regione serve una politica industriale, una formazione continua che accompagni i lavoratori nella trasformazione, una rete di servizi che sostenga l’occupazione femminile, le famiglie, la natalità. Dobbiamo rimettere al centro i giovani”.

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L’intervista. Il 26 febbraio la sfida delle primarie del Partito Democratico Bonaccini:
“L’obiettivo è tornare a vincere, serve una forza politica pragmatica e non ideologica, ma anche popolare e in sintonia con le persone”
In foto Stefano Bonaccini

Regione

Sviluppo sostenibile. L’obiettivo è intercettare le eccedenze di cibo, favorendone la redistribuzione

Da scarto a risorsa, l’impegno di Despar contro lo spreco alimentare

Lo spreco alimentare è un elemento cruciale dello sviluppo sostenibile e uno dei temi fondamentali per la sfida della sicurezza alimentare. Proprio nell’ottica di promuovere stili di vita sostenibili e comportamenti responsabili per ridurre gli sprechi, proteggere l’ambiente e garantire una sicurezza alimentare per tutti, l’Agenda ONU 2030, attraverso l’SDG 12, ha messo al centro il tema dello spreco del cibo con l’obiettivo di “dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto”. In questo quadro la GDO svolge un ruolo di primo piano per intercettare le eccedenze di cibo prima che diventino

spreco, ridando loro una seconda possibilità, favorendo la redistribuzione di alimenti ancora buoni ma non più vendibili su altri canali, e innescando un circuito virtuoso per aiutare le persone più bisognose e in difficoltà. E questo è anche l’impegno

Tre domande a Last Minute Market

Da dove nasce l’idea di Last Minute Market (LLM) e come si è sviluppata la sua rete sul territorio?

Last Minute Market nasce fra la fine anni ‘90 e l’inizio anni 2000 come progetto di ricerca accademica applicata per affiancare le aziende della Grande Distribuzione Organizzata nel recupero delle eccedenze alimentari a fini solidali. Nel tempo Last Minute Market ha ampliato e perfezionato i suoi ambiti di intervento, occupandosi di prevenzione delle perdite e degli sprechi a 360°, e promuovendo i principi dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile così come declinati dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite, permettendo di dare un contributo fattivo al raggiungimento di alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU. Dal 2022, inoltre, LMM è membro della Piattaforma Europea sulle perdite e sprechi alimentari.

La GDO è un partner importante per la raccolta del cibo, come è nata la collaborazione con Aspiag Service?

A partire dal 201 3 Last Minute Market collabora con Aspiag Service per recuperare i prodotti rimasti invenduti ma ancora consumabili. La collaborazione ha consentito di costruire gradualmente un’iniziativa strutturata attraverso cui ogni punto vendita è messo in condizioni di donare la merce in eccedenza ancora perfettamente integra ed utilizzabile, alimentare o non alimentare, ad uno o più enti del proprio territorio che assistono persone in difficoltà. Grazie a quest’iniziativa, contestualmente all’apertura di ogni nuovo negozio Aspiag Service, vengono individuati gli enti beneficiari presenti su quel territorio e viene attivato il recupero delle eccedenze. Ad oggi, oltre 9.150 tonnellate di prodotti in eccedenza sono stati donati dall’inizio della collaborazione alle 200 organizzazioni non lucra-

che vede Aspiag Service in prima linea dal 2003 in tutte le regioni in cui l’azienda opera. Un impegno che ha permesso alla concessionaria dei marchi Despar, Eurospar ed Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia di recuperare

ingenti quantitativi di cibo invenduto da destinare alle persone bisognose. “É un’attività di cui andiamo particolarmente orgogliosi e che si inserisce perfettamente nelle nostre azioni di responsabilità sociale di impresa”, spiega Giovanni Taliana, Direttore Regionale di Aspiag Service per il Veneto. Un’azione resa possibile grazie alla consolidata collaborazione con Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare che ha consentito ad Aspiag Service di creare una solida rete con oltre 200 associazioni e strutture caritative dei territori in cui l’azienda è presente. Nel 2022 Aspiag Service ha così recuperato, nelle diverse regioni in cui opera, più di 1400 tonnellate di alimenti, appartenenti a tutte le categorie merceologiche, consentendo la preparazione di oltre 3 milioni di pasti.

Una sostenibilità che guarda all’ambiente e alle persone

tive che aiutano persone in situazione di difficoltà.

Come funziona la rete che avete creato sul territorio Veneto, quali le realtà alle quali donate e come vengono scelte?

Last Minute Market non gestisce direttamente i prodotti, ma affianca l’azienda per la corretta gestione del recupero secondo la normativa vigente. Le strutture beneficiarie coinvolte in questo tipo di iniziativa sono principalmente Empori solidali, Organizzazioni di volontariato, Cooperative sociali, Case-famiglia, Comunità Terapeutiche. Tutte le strutture coinvolte sono impegnate quotidianamente nell’attività di assistenza a persone fragili. L’obiettivo è quello di accreditare gli enti beneficiari prossimi alla sede di recupero e con le caratteristiche adatte per gestire in massima sicurezza tipologia e quantità di alimenti. Una volta attivate le relazioni territoriali, LMM supervisiona le

attività di recupero, ne monitora l’andamento ed interviene in caso di necessità. Inoltre, al fine di prevenire l’insorgere di criticità operative e di mantenere un confronto costruttivo con gli enti no profit partner, LMM e Aspiag Service organizzano periodicamente incontri di restituzione dei risultati, e corsi di formazione, destinati agli operatori degli enti beneficiari finalizzati in particolare a fornire tutti gli strumenti necessari per la gestione in massima sicurezza dei recuperi.

É un risultato a cui ha contribuito in modo significativo anche il Veneto attraverso il longevo e proficuo rapporto con Last Minute Market e a fianco del tessuto di volontariato sociale della nostra regione”. In Veneto nel 2022 sono state quasi 600 le tonnellate di cibo recuperate e donate a numerose associazioni sul territorio. I prodotti raccolti e redistribuiti hanno consentito la preparazione di quasi 1,3 milioni di pasti, generando un forte impatto in termini di sostenibilità e riduzione degli sprechi e degli scarti. In Veneto la quantità totale di merce recuperata ha infatti permesso di ottenere una riduzione dei rifiuti prodotti dall’azienda pari a 556 tonnellate, equivalenti a quasi 1.235 cassonetti della spazzatura. Inoltre, ha consentito di non sprecare oltre 2 tonnellate di CO2 emessa e quasi 1,2 milioni di metri cubi di acqua utilizzata per produrre gli alimenti rimessi in circolo. “I dati legati al recupero dei prodotti in eccedenza ci hanno permesso sia di aiutare concretamente le persone più bisognose, sia di intervenire in termini di sostenibilità ambientale. La lotta allo spreco alimentare è un impegno che continueremo a perseguire, in armonia con alcuni degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che la nostra azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale.

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Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto In foto Matteo Guidi, AD e socio fondatore di Last Minute Market – Impresa sociale

Progetto “Polis”. Entro il 2026 saranno 7mila gli uffici trasformati, 500 quelli del Veneto

La rivoluzione digitale dei piccoli comuni

Dall’Isee al passaporto, tutto alle Poste

Sono 500 gli uffici postali dei piccoli comuni del Veneto che entro il 2026 verranno trasformati fisicamente e digitalmente in uno Sportello Unico di prossimità, con l’obiettivo di rendere più semplice e veloce l’accesso dei cittadini ai servizi della pubblica amministrazione. Di questi, 105 sono in provincia di Vicenza, 91 di Padova, 84 di Verona, 83 di Treviso, 48 di Rovigo, 59 di Belluno e 30 di Venezia. Il progetto si chiama “Polis” ed è stato presentato a fine gennaio a Roma da Poste Italiane con un evento che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della Presidente del Consiglio dei ministri Gorgia Meloni, del Presidente del Senato Ignazio La Russa, di quasi tutti i ministri del Governo, del Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin, del Presidente di Anci Antonio Decaro e di 3.500 su 7mila sindaci alla guida di comuni con meno di 15mila abitanti. Costerà 1,2 miliardi di euro: 800 milioni di euro finanziati con risorse del piano complementare al Pnrr e 400 milioni a carico di Poste Italiane.

La ristrutturazione degli uffici postali non sarà innovativa solo dal punto di vista strutturale, con l’abbattimento ad

esempio di tutte le barriere architettoniche: nei nuovi “Uffici Polis” saranno installati dei totem self-service grazie ai quali il cittadino, affiancato da personale appositamente formato, potrà fare richiesta di alcuni documenti e certificati: carta di identità elettronica, passaporto, certificati di stato civile e anagrafici, autodichiarazioni di smarrimento, denuncia di detenzione e trasporto d’armi, richiesta di nuova emissione del codice fiscale (compresa quella del primo codice fiscale dei neonati), estratto conto delle posizioni debitorie, visura delle planimetrie catastali, esenzione del canone Rai, deleghe per i soggetti fragili, certificati giudiziari, Isee, estratto contributivo, modello Obis per i pensionati, certificazione unica, rilascio della patente nautica, denuncia e richiesta di duplicato della patente. Non è tutto, perché i nuovi uffici postali dei 7mila comu-

Nei centri con meno di 15mila abitanti i cittadini potranno richiedere attraverso un totem certificati e servizi della pubblica amministrazione.

Un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro 800 milioni sono finanziati con il Pnrr

uffici postali presenti in tutte le province, inoltre, saranno creati anche 250 “Spazi per l’Italia”, rete di coworking con oltre 10mila postazioni di lavoro e riunione, servizi condivisi, aree dedicate a eventi e formazione per professionisti, imprese, associazioni e singoli cittadini. I primi 37 spazi saranno aperti entro la fine dell’anno.

ni coinvolti vedranno l’installazione di ATM Postamat, di lockers per la consegna di pacchi (attivi 24 ore su 24), di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, di impianti fotovoltaici per l’alimentazione degli stessi uffici e di sistemi di smart building e sensori di monitoraggio ambientale. Alcuni degli uffici saranno dotati, all’esterno, di spazi attrezzati per accogliere iniziative culturali, di salute e benessere. Dalla trasformazione degli edifici direzionali di Poste e dei grandi

“Il mondo è cambiato, ma la vocazione di Poste Italiane di tenere unito il Paese si conferma”, ha dichiarato il Presidente Mattarella, che ha voluto sottolineare come la mancanza di servizi nei piccoli centri abbia portato a un impoverimento dell’Italia. Le comunità sotto i 15mila abitanti rappresentano il 90 per cento dei comuni, coprendo una superficie dell’80 per cento del territorio nazionale. Un’area nella quale vivono 16 milioni di italiani.

“Oggi l’Italia ha il dovere di garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità e la stessa

qualità del vita”, ha dichiarato la presidente di Poste, Maria Bianca Farina, che ha spiegato come il progetto “offra servizi essenziali con connessioni internet ad alta velocità alle zone periferiche, comunità piene di vita e di saperi che nel tempo hanno perso popolazione perché non efficientemente connesse”. Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste, ha aggiunto che l’attuazione del progetto “contribuisce ad accelerare anche la trasformazione digitale del Paese”. Per Giorgia Meloni si tratta di “un progetto imponente e capillare per avvicinare istituzioni e cittadini, un modello di innovazione e inclusione sociale che insegna all’Europa, che unisce l’Italia, che dice no ai servizi di serie A e di serie B, garantendo a tutti il diritto di accedere ai servizi in maniera semplice e veloce, guardando al futuro e facendo risparmiare tempo”.

Il ministro Nordio difende il lavoro dei giornalisti: “La stampa libera è fondamento della democrazia”

L’Ordine dei giornalisti compie 60 anni. È del 3 febbraio 1963 la legge che istituì la professione, voluta dal veronese Guido Gonella, primo presidente dell’Ordine, oltre che segretario della Democrazia Cristina, ex ministro di Grazia e giustizia e della Pubblica istruzione. E proprio nel Veneto di Gonella si sono aperte le celebrazioni nazionali, con un convegno organizzato alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia su “I valori del giornalismo, le sfide dell’informazione”, seguito il 3 febbraio a Roma da un evento aperto con il messaggio del Presidente della

Repubblica Sergio Mattarella che, partendo dall’art.

21 della Costituzione che tutela la libertà di informazione e del pensiero del cittadini, ha sottolineato come i giornalisti abbiano una re-

sponsabilità enorme. “Una responsabilità accentuata dalla moltiplicazione delle fonti di informazione offerta dalla rivoluzione del web. Alla professione giornalistica – ha detto Mattarella

– viene affidato il ruolo di espressione della libera critica secondo doveri di lealtà e buona fede. Ai giornalisti è rimesso il compito rilevante, ai fini della libera formazione delle opinioni dei cittadini, del rispetto della verità sostanziale dei fatti”.

Alla celebrazione nella capitale hanno preso parte il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il suo vice Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e il costituzionalista Giovanni Maria Flick.

“La stampa libera è uno dei fondamenti della democrazia liberale e della cultura”, ha detto nel suo intervento il Guardasigilli, che ha sottolineato l’importanza di “coniugare la sua prerogativa con il rispetto della dignità e della libertà dei cittadini, che può essere violata, violando la segretezza delle loro conversazioni”. Precisando che “se un giornalista pubblica una notizia riservata su un’indagine giudiziaria, la colpa non è del giornalista, che non va né incriminato né censurato. La colpa è di chi consente la diffusione di queste notizie e non vigila abbastanza”. (s.s.)

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Sergio Mattarella e Matteo Del Fante

Sicurezza stradale, la parola ai ragazzi

Sicurezza stradale, la parola passa ai ragazzi. Saranno loro gli ideatori dei prossimi messaggi di prevenzione che la Regione Veneto utilizzerà per sensibilizzare i più giovani al tema della sicurezza sulle strade.

La sfida è partita, “Un’altra strada challenge”, e invita alla partecipazione attiva al progetto i ragazzi della secondaria di secondo grado del Veneto, attraverso un’attività che si svolgerà nelle scuole.

“Guidare ti fa sentire… libero! Niente più bus affollati la mattina, niente più genitori che ti aspettano fuori, niente più pioggia finito l’allenamento. Ma non è tutto rose e fiori. – recita lo spot di presentazione del progetto che in questi giorni rimbalza nel web da una pagina all’altra delle Ulss venete -. Ci sono limiti e regole pensati per proteggerci perché, in fondo, essere liberi significa anche questo: rispettare la libertà degli altri. Scegliamo di essere responsabili. Contribuire a una strada più sicura è qualcosa che dobbiamo prima di tutto a noi stessi e puoi farlo anche tu. Partecipa a un’altra strada chellenge realizzando messaggi di prevenzione efficaci e creativi. Eh sì, anche i meme vanno bene.

Prosegue alla pag. seguente

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Il concorso della Regione, una sfida a “colpi” di meme

Salute Usa il cellulare con intelligenza

Tutela la salute e l’ambiente

Il concorso della Regione, una sfida a “colpi” di meme

Con la tua classe potrai vincere un’opportunità di crescita per te e i tuoi compagni e fondi da investire nella tua scuola. Accetta la sfida”.

“Un’altra strada challenge” è, dunque, un concorso che mette alla prova gli studenti, sfidandoli a creare il messaggio di prevenzione più efficace e accattivante, e promuovendo in loro comportamenti consapevoli e prudenti. Un’altra strada è un progetto che vuole creare awareness nelle scuole, invitando gli studenti a realizzare contenuti sul tema della sicurezza stradale, portandoli a riflettere su 3 concetti fondamentali: libertà, responsabilità e sicurezza.

Dopo un primo momento di approfondimento sul tema della sicurezza stradale, gli studenti saranno chiamati a realizzare contenuti brevi ed efficaci, con l’obiettivo di diffondere i valori della prevenzione e della responsabilità con un tono di voce fresco e creativo, mirato a diffondere consapevolezza proprio fra i giovani.

Chi può partecipare al concorso di idee? Tutte le scuole secondarie di secondo grado e gli istituti di Formazione professionale del territorio Veneto, presentando una o più proposte oh messaggi sul tema della sicurezza stradale.

“Usa il cellulare con intelligenza. Tutela la salute e l’ambiente”.

E’ il messaggio che si rinnova nella campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute e che l’Ulss 2 Marca trevigiana fa proprio veicolandone, nella sua pagina Facebook, i punti salienti attraverso una infografica sul tema.

“Gli smartphone - si legge - sono ormai parte integrante della nostra vita e sono in molti ad utilizzarli per più ore consecutive, per motivi legati alla propria professione o perché lontani dai propri affetti. Uno dei dubbi più comuni sull’uso massiccio dei telefoni cellulari è il possibile effetto nocivo dei campi elettromagnetici in radiofrequenza. Sul tema sono stati condotti numerosi studi”.

L’obiettivo è dunque informare e chiarire qualche dubbio per utilizzare correttamente gli smartphone, nell’ottica di un approccio basato sulla prevenzione. Lo smartphone e onde elettromagnetiche. Le evidenze scientifiche attualmente disponibili sul tema affermano che le emissioni di telefoni cellulari e cordless non sono pericolose per l’utilizzatore, le ricerche tuttavia sono ancora in corso: non sono ancora disponibili osservazioni fatte a più di 15 anni dall’inizio dell’uso, mentre sono ancora limitate le evidenze per le esposizioni durante l’infanzia e l’adolescenza.

“In quest’ottica - si legge nell’infografica - è prudente cercare di ridurre l’esposizione alle onde

elettromagnetiche, soprattutto per i più piccoli, in attesa che studi specifici in corso forniscano evidenze utili.

Le chiamate sono il momento in cui si è più esposti, pertanto è consigliabile utilizzare l’auricolare o il vivavoce, preferendo quando possibile i messaggi.

E’ inoltre preferibile utilizzare il telefono in condizioni di buona ricezione, così il segnale trasmesso sarà meno forte.

Se si è portatori di pacemaker è bene non tenere il cellulare vicino al cuore.

Non distrarsi col cellulare sulle strade. Niente chiamate, messaggi, foto, videogiochi, fumetti o libri mentre si è al volante o in strada. Mentre si guida o si cammina la strada non dev’essere mai persa di vista. E’ opportuno evitare di ascoltare la musica ad alto volume con gli auricolari.

Il Codice della strada, peraltro, lo prevede: è vietato toccare il telefono mentre si guida, anche se fermi in fila nel traffico, al semaforo o al casello.

Il cellulare, infatti, aumenta il rischio di incidenti: scrivere un messaggio equivale a 1 0 secondi di distrazione, si abbassa la soglia di attenzione e aumentano i tempi di reazione come quando si beve troppo.

Dove smaltire il vecchio cellulare. E bene rivolgersi direttamente ai punti vendita. E’ un servizio che viene fornito gratuitamente e senza l’obbligo di acquisto.

Da quando e fino a quando può essere presentata la domanda? La domanda di partecipazione al concorso dovrà essere presentata entro 90 giorni dalla data di pubblicazione della deliberazione del Bollettino ufficiale regionale (Bur) e nel portale Internet regionale (piattaforma telematica “bandi online” della Regione del Veneto: https//bandi.regione.veneto.it/), secondo le indicazioni e le procedure indicate nell’avviso contenuto nell’allegato della deliberazione.

Quante classi possono partecipare per singolo istituto? Non esiste un limite, però l’adesione al bando è effettuata dall’Istituto, che pertanto dovrà coordinare le proposte presentate dalle proprie classi o gruppi di studenti. Scopo dell’iniziativa è di sensibilizzare ciascuno studente al tema della sicurezza stradale e di raccogliere il maggior numero di proposte al fine di individuare quella con la maggiore efficacia a livello comunicativo. La domanda di partecipazione può essere presentata anche da un singolo alunno? No, la partecipazione al concorso di idee effettuata dall’Istituto scolastico, eventualmente anche in forma associata con altre scuole e potrà interessare più classi. Non è prevista la possibilità di presentare proposte direttamente da parte degli studenti.

Gli step del progetto sono tre: preparazione, creatività, partecipazione dei migliori progetti.

La preparazione. Ogni insegnate che intende iscrivere il proprio istituto scolastico può registrarsi e scaricare il “Kit dello studente” e i documenti allegati da leggere con attenzione insieme agli studenti. Creatività. L’invito rivolto agli studenti è di creare il contenuto più interessante (sia esso un meme divertente oppure un video emozionante), virgola facendoli lavorare da soli o in gruppo.

La partecipazione. L’insegnate individuerà i prodotti migliori selezionando i lavori più efficaci dei suoi studenti, poi dovrà caricare il materiale tramite il profilo della scuola, senza dimenticare nessun documento al momento dell’upload.

Premi in palio. Al termine del concorso una giuria esaminerà i contenuti e decreterà le tre opere vincitrici che saranno premiate con una somma di denaro: 5.000 euro per la scuola prima classificata 3.000 euro per la seconda classificata e 2.000 euro per la scuola terza classificata.

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La campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute rilanciata dall’Ulss 2 Marca Trevigiana sul corretto utilizzo degli smartphone
L’appello

Prevenzione. La campagna di screening della Regione Veneto

Prevenzione del tumore del collo dell’utero, con una diagnosi precoce si può curare

Tumore del collo dell’utero, si può prevenire e curare, grazie ad una diagnosi precoce, che può davvero salvare la vita. E’ questo il mantra che è stato in più occasioni ribadito. Il messaggio rivolto alle donne è chiaro e si può sintetizzare in tre parole: informati, aderisci allo screening e fai il vaccino.

La campagna della Regione del Veneto sulla sensibilizzazione alla prevenzione del tumore del collo dell’utero parte proprio dal programma di screening oncologico della cervice uterina.

In generale, si spiega sulla pagina web della Regione, i Programmi di Screening hanno lo scopo di ridurre la mortalità favorendo la diagnosi precoce che accresce le possibilità di cura e di guarigione, sono rivolti a tutte le persone che abitano in Veneto e che sono in una fascia di età in cui il rischio di ammalarsi di questi tumori è più alto.

Nello specifico quello della cervice uterina è un percorso gratuito per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, che accompagna la persona dal momento dell’adesione all’invito, alla diagnosi, fino alla cura dell’eventuale lesione. Ha lo scopo di favorire la diagnosi precoce di tumori e di lesioni che potrebbero evolvere in tumore (lesioni pretumorali), per ridurre la mortalità e accrescere le possibilità di cura e di guarigione.

L’invito ad aderire è rivolto a tutte le donne che hanno residenza in Veneto, a partire dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale per la vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV), e fino ai 64 anni. Le

donne vaccinate contro HPV entro i 15 anni hanno un rischio molto ridotto di sviluppare tumori o lesioni pretumorali, per cui iniziano lo screening a 30 anni. Le donne non vaccinate contro HPV entro i 15 anni, invece, iniziano lo screening a 25 anni.

Il Programma di Screening della cervice uterina, propone tramite lettera d’invito, il Pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 29 anni non vaccinate contro HPV e il test HPV ogni 5 anni a tutte le donne dai 30 ai 64 anni. Viene offerto il test di screening più appropriato ad ogni fascia d’età, sulla base delle caratteristiche del test e sul rischio della donna di sviluppare tumore o lesioni pretumorali.

Differenze tra test HPV e Pap test. Il test

HPV è un esame di recente introduzione che ricerca l’infezione da HPV, mentre il Pap test ricerca le lesioni causate dall’infezione stessa. Il test HPV è più sensibile rispetto al Pap test e, per tale ragione, può essere eseguito ogni 5 anni anziché

3. Tuttavia, poiché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti e nella gran parte dei casi regrediscono spontaneamente, il test HPV è raccomandato a partire dai 30 anni.

Come si procede. La lettera d’invito a effettuare il test arriva a casa alle donne nelle fasce di età interessate da parte della Ulss di appartenenza. Una volta effettuato il test, se l’esito è negativo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e, dopo l’intervallo programmato, un successivo invito.

Se la risposta è invece positiva, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di appro-

fondimento (visita ginecologica con colposcopia): Successivamente, in caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso.

Se il test HPV risulta positivo, viene effettuato, sullo stesso campione, il Pap test.

Se anche il Pap test risulta positivo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di approfondimento (visita ginecologica con colposcopia). Successivamente, in caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso.

Se invece il test HPV è positivo, ma il Pap test risulta negativo, la donna riceverà una comunicazione dell’esito dei test ed un invito a ripetere il test HPV dopo un anno. E’ bene precisare che un test positivo (test HPV o Pap test) non indica la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma indica un aumentato rischio. Per questo motivo è importante eseguire gli esami di approfondimento proposti.

La vaccinazione contro il papilloma virus.

In Italia è raccomandata e offerta gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi, a partire dagli 11 anni di età, e viene somministrata in due dosi a distanza di sei mesi. Se il ciclo vaccinale inizia dopo il compimento dei 15 anni, le dosi previste sono tre.

Come difendersi dai cyberbulli, alcuni suggerimenti proposti dall’Ulss 5 Polesana

Cyberbullismo e giovani. L’occasione per riflettere sul tema è stata offerta dalla celebrazione, lo scorso 7 febbraio, della Giornata mondiale contro il bullismo, in tutte le forme in cui esso si manifesta.

L’Ulss 5 Polesana ha concentrato l’attenzione proprio sul cyberbullismo e ha fornito, attraverso la sua pagina Facebook, un serie di indicazioni per aiutare i ragazzi che hanno a che fare con questo tipo di molestie.

Intanto, è opportuno sapere che per cyberbullismo s’intende l’uso delle nuove tecnologie per intimorire, infastidire, mettere a disagio o escludere altre persone.

Quando accade la prima cosa da fare – secondo le indicazioni

dell’Ulss 5 Polesana – è inviare un messaggio al bullo, esplicitando il fatto che il suo comportamento infastidisce e disturba, invitandolo a non continuare con il suo atteggiamento.

E’ opportuno non avviare un botta e risposta con chi offende on-line. Il rischio è di fare il suo gioco.

La mossa successiva è quella di

bloccare tutti i profili social del bullo. E’ la strategia più efficace per non rimanere intrappolati nella sua dinamica.

In ogni caso, conviene tenere traccia delle conversazioni o degli sms molesti: potrebbero tornare utili come prova in caso di denuncia.

Non è il caso di visitare community o chat in cui si è attaccati in modo offensivo; così come non è il caso di isolarsi ma, piuttosto, reagire informando i genitori o un adulto di riferimento su quanto sta avvenendo.

L’invito rivolto ai ragazzi è quello di denunciare sempre, se si è testimoni, gli episodi di cyberbullismo perché questo tipo di testimonianza rappresentano un valido aiuto per chi si trova in difficoltà.

A partire dai 25-30 anni e fino ai 64 anni di età l’invito rivolto alle donne è di aderire al percorso gratuito di controllo, diagnosi e cura della eventuale lesione pretumorale

Antibiotici sì, ma con cautela. E’ il monito che anche la Regione Veneto rinnova, invitando ad un uso corretto e consapevole di tali medicinali. Un uso improprio degli antibiotici contribuisce, infatti, a rendere i batteri resistenti ai successivi trattamenti.

Inoltre, è bene sottolinearlo, gli antibiotici sono efficaci solo contro le infezioni da batteri, non aiutato perciò a guarire dalle infezioni causate da virus, come i comuni raffreddori o l’influenza.

Gli antibiotici, pertanto, vanno usati solo con prescrizione e su indicazione del medico. Forse non tutti lo sanno ma gli antibiotici non utilizzati non devono essere conservati e vanno smaltiti secondo mo-

dalità ben precise. Da questo punto di vista molto utili possono essere le indicazioni fornite dal farmacista.

Se continueremo ad usare gli antibiotici nella stessa quantità in cui lo facciamo oggi, potrebbe accadere in futuro che non funzionino più, proprio nel momento in cui potrebbero essere più necessari. La conclusione, quindi, è che possiamo contribuire a mantenere efficaci gli antibiotici solo se ricorriamo ad essi quando servono e lo facciamo in modo corretto.

Chi volesse avere ulteriori informazioni al riguardo può consultare la pagina web della Regione Veneto all’indirizzo www.regione.veneto.it/web/ sanita/antimicrobico-resistenza

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Salute
Antibiotici, vanno usati in modo corretto per essere efficaci

La testimonianza. Sebastiano Rizzardi del Consorzio di Cooperative Sociali CSS racconta

I fantastici cinque schierati per abbattere le barriere architettoniche

La storia di cinque ragazzi, tra i 20 ed i 28 anni, affetti da autismo, che realizzano colorate rampe di mattoncini Lego, utilizzate nei negozi e in strutture pubbliche per permettere l’accesso alle persone con disabilità motoria

Sichiamano Enrico Balestra, Nicola Barzon, Ludovico Lancia, Enrico Ortile e Alessandro Padrin, hanno tra i 20 e i 28 anni e sono accomunati dal fatto di essere tutti e cinque affetti da autismo e di lavorare in nome di un obiettivo comune: aiutare chi - come loro – convive con una disabilità. Come? Realizzando delle coloratissime rampe di mattoncini Lego che vengono utilizzate all’interno di negozi e strutture pubbliche per permettere l’accesso alle persone con disabilità motoria e abbattere così le barriere architettoniche.

E’ una bella storia che viene raccontata attraverso la testimonianza di Sebastiano Rizzardi del Consorzio di Cooperative Sociali CSS, che raggruppa otto realtà che, tra le altre cose, si occupano – con la piattaforma “Habile” - di inserimento lavorativo di persone con disabilità e con cui il Servizio di Integrazione Lavorativa (SIL) della Ulss 6 Euganea da tempo collabora.

“Eravamo durante il primo lockdown –

racconta Rizzardi - e dovevo organizzare un laboratorio di comunicazione un paio di pomeriggi la settimana per tre giovani seguiti dal SIL. Dopo un inizio tentennante abbiamo applicato concretamente la maieutica di socratica memoria, facendo emergere da loro gli ambiti su cui se la sentivano di affinare le abilità di espressione, sapendo che autismo e comunicazione sono spesso due mondi ben lontani. Ludovico ed Enrico Ortile mi dissero che a loro piaceva scrivere e anzi il primo aveva anche già pubblicato un libro. Enrico Balestra invece mi disse che a lui piacevano i Lego e la volta dopo mi portò un Super Mario di mattoncini di cui andava tanto fiero perché lo faceva sentire forte e sicuro di sé. Anche agli altri due ragazzi piacque l’idea di cimentarsi in qualcosa di pratico durante questo laboratorio: unendo questi loro intenti con l’idea della nonna tedesca Rita Ebel, che già da tempo costruiva le rampe per i disabili con i Lego, venne fuori la nuova

missione del nostro laboratorio: realizzare per il nostro territorio questo tipo di rampe”.

Da questi esordi ad oggi la strada fatta è stata tanta: i Talents sono diventati cinque, le rampe costruite sono arrivate a sette – dislocate tra il padovano e il vicentino – e ce ne sono in cantiere almeno altrettante: a Padova, e poi a Selvazzano Dentro, Rubano, Conselve, Noale.

Ogni rampa è costituita da migliaia di pezzetti che, prima di essere minuziosamente assemblati, vengono raccolti e selezionati. I ragazzi basano quindi il loro lavoro sulla generosa disponibilità di mattoncini che provengono sia da privati cittadini che da negozi, che vengono a sapere dell’iniziativa attraverso il tam tam mediatico e i testimonial, tra cui c’è il campione paralimpico Damiano Marini.

“La tenacia, la dedizione, la precisione e la costanza di Enrico Balestra e degli altri ragazzi permettono di realizzare

qualcosa di concreto per chi si trova ad affrontare quotidianamente il dramma delle barriere architettoniche e questa intuizione – conclude Rizzardi – ha consentito di sviluppare una comunicazione di Habile e delle nostre imprese

sociali come non avremmo mai potuto immaginarla, veicolando concetti complessi in maniera pop e leggera e consentendo di immaginare una concreta inclusione lavorativa in un ambito creativo come quello della comunicazione”.

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ARIETE BILANCIA Oroscopo

Siete partiti in quarta e riuscite finalmente ad affrontare e risolvere tutte le questioni rimaste in sospeso, in ambito domestico, familiare ma anche lavorativo

State attraversando una fase di passaggio che talvolta genera confusione e disorientamento, ma è un percorso necessario. Presto tutto sarà più semplice e chiaro

GEMELLI

E’ un periodo di alti e bassi dal punto di vista emotivo. Non lasciatevi travolgere e date spazio alla razionalità che in questo periodo vi guiderà nelle vostre scelte

Il mese è iniziato nel migliore dei modi. Una rinnovata energia vi consente di ottenere approvazione e successo, a volte anche insperati. Approfittatene per puntare in alto nei vostri obiettivi

LEONE

Se le cose non vanno proprio come avevate sperato affidatevi all’ottimismo e alla vostra innata gioia di vivere che vi consentiranno di superare con successo tutte le ostilità

l’informazione locale sempre con te!

All’impulsività che vi tenta talvolta opponete il vostro sano realismo che vi consente di affrontare con lucidità ogni prova. Ne trarrete beneficio in ogni situazione

E’ tempo di rialzarsi in piedi e tirare fuori tutta la grinta di cui siete capaci per lasciarvi alle spalle quella fase di incertezza che avete vissuto in modo passivo. Si volta pagina e si ricomincia

Il cuore avrà la meglio, accompagnato da una fervida immaginazione che vi consentirà di mettervi in gioco con più leggerezza nelle relazioni. Non fatevi distrarre troppo

La situazione è molto più semplice di quanto possa apparire se affrontate le cose con un po’ di spensieratezza e col sorriso. Gli amici sono una risorsa incredibile

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