LE TANTE APP DEGLI OSPEDALI TOSCANI di Virginia Landi
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Fragilità e lockdown
Quando l’isolamento è più difficile di Matteo Chiapponi e Giacomo Alberto Vieri
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iamo stati a casa, tutti quanti, diligenti e silenziosi. Ma che ne è stato di coloro per i quali, Casa, è spesso gabbia o costrizione? “Dal 9 marzo al 28 aprile”, dice Teresa Bruno, Presidentessa di Artemisia, centro Anti-Violenza fiorentino, “85 sono state le nuove situazioni di donne, e 52 quelle di minorenni, che abbiamo accolto. Per quanto riguarda le persone che avevano iniziato un percorso prima del lockdown, i colloqui e le consulenze, spesso da remoto, si sono intensificati fino a raddoppiare”. Numeri significativi, ripartenze da calibrare ora attentamente, ben coscienti che “la violenza isola e impoverisce”. Con il prolungamento della chiusura delle scuole, ci tiene a ribadire la Bruno, sarà complesso gestire le numerose richieste e “i percorsi di uscita dalla violenza che si costruiscono insieme alle donne e spesso - e per fortuna non coincidono con la necessità di un allontanamento in emergenza da casa. D’altra parte non smettiamo di ribadire che allontanarsi
è stato ed è possibile anche in tempi di emergenza sanitaria”. E la pandemia ha avuto un forte impatto anche sui pazienti psichiatrici: il Dr. Paolo Rossi Prodi, responsabile dei Servizi di salute mentale a Firenze, sottolinea che negli ultimi tre mesi i ricoveri per le patologie psichiatriche più gravi sono diminuiti del 50%. “I trattamenti sanitari obbligatori, solo 3 in questi mesi di quarantena, vanno a sottolineare come, paradossalmente, il distanziamento sociale e fisico imposto dal Covid-19 in questa particolare categoria di paziente, abbia svolto un ruolo di alleato temporaneo in quanto si tratta di disturbi molto gravi come la schizofrenia o il disturbo bipolare. Un incremento delle richieste di aiuto e supporto si è registrato invece per i pazienti affetti da disturbi più lievi come la depressione. Si sono perciò attivate le strutture per l’ascolto e la terapia riabilitativa”. Abbiamo dato alle nostre case sensi e forme nuove, tutti quanti, diligenti e silenziosi. Non ce ne scordiamo di cosa ne sarà, domani, di coloro per i quali, Casa, sarà ancora gabbia o costrizione.
Aumentata la violenza domestica, ridotti i TSO
on l’affacciarsi dell’ipotesi di dotare l’intero paese di un’App, l’ormai mitologica Immuni, si è aperto un dibattito tra sanità e privacy. Già da alcuni anni però negli ospedali toscani sono presenti strumenti che, in teoria, dovrebbero facilitare le tante operazioni. Oltre all’applicazione Careggi Smart Hospital, che permette a cittadini e utenti di accedere a informazioni sull’ospedale fiorentino, dai tempi di attesa in pronto soccorso alle fasi di un intervento chirurgico direttamente da casa, esiste tra i Servizi della Regione Toscana una piattaforma online che consente di avere il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico sempre con sé. Associata al servizio online anche l’App per cellulari Smart SST, con cui si ha accesso ai servizi della sanità toscana attraverso dispositivi mobili. Referti di esami di laboratorio e di radiologia, vaccinazioni, esenzioni per patologia, prescrizioni elettroniche farmaceutiche e scheda dei farmaci, attestato di esenzione per reddito o fascia economica per il calcolo del ticket, annullamento degli appuntamenti. Tutto in qualche click o aprendo l’applicazione dal cellulare. Usufruendone tutti costituirebbe una valida alternativa al recarsi personalmente in ambulatori e ospedali, luoghi che a causa dell’attuale emergenza sanitaria sarebbe preferibile evitare. Un servizio utile dietro cui purtroppo si nasconde una trafila a momenti incomprensibile. Attivazione della Tessera Sanitaria, acquisizione di PIN, creazione di SPID, scansione di QRCode, altre applicazioni da scaricare. Niente di impossibile, certo, ma neanche qualcosa di troppo semplice se si pensa al limite che questo può costituire per un anziano o per una persona mediamente esperta di computer. I passaggi, dedicandogli un po’ di pazienza, sono attuabili e comunque pensati per proteggere uno tra i nostri dati più sensibili: quello sanitario. Ma perché non cogliere questa occasione per smaltire le procedure e promuovere un mezzo esistente che potrebbe fare la differenza? Semplificare evitando soluzioni fai da te, senza scontentare i più scettici sul tema privacy, che in questo caso non hanno niente di cui temere.
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