Satira
Decreto Concretezza di Antonella BUCCINI
La dottoressa Carolina De Michelis sembrava affondare non solo lo sguardo ma la testa tutta nel pc. Faceva scorrere il mouse su colonne di numeri, su e giù, su e giù. Programmi… Missioni… quelle formule del bilancio tradivano, secondo la dottoressa De Michelis, ambizioni, come dire, velleitarie. Facevano presupporre dei programmi, cioè le idee chiare, ma ancor più le missioni con evidenti assonanze a Bond, James Bond o addirittura a Tom Cruise. E, in effetti, davvero si trattava di una mission impossible per la dottoressa: doveva assolutamente trovare le somme necessarie per garantire la refezione scolastica. La porta si spalancò come per un colpo di vento o una scossa ondulatoria ma la dottoressa appena appena girò la testa. «C O N C R E T E Z Z A!», urlò l’uomo entrando e la risma di carte con una perfetta piroetta atterrò sulla scrivania. «Buongiorno dottore» sussurrò lei liberandosi degli occhiali. «Dottoressa, finalmente…. finalmente - disse lui - concretezza. Sa cos’è?» e indicò il pacchetto di A4 lì a portata di mano. La dottoressa inforcò di nuovo gli occhiali e gettò uno sguardo. «Il decreto concretezza - scandì l’uomo con un sorriso pieno - guardi, guardi pure. Siamo in una botte di ferro. Ah… questo governo del cambiamento …» e sorrise da leader. «Davvero? - chiese lei - Ci sono i soldi per la refezione?» «Ma no, ma no Carolina - la chiamava per nome quando era di buon umore e non aveva richieste speciali - Legga, legga bene stavolta, disse, calcando un po’ su “bene”». Si riferiva a quando lei si era rifiutata di pagare 1000 euro di caffè per i saluti di fine anno nella sede del partito. 27