Il territorio come luogo di cura per il fine vita

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Martinelli - Mondin - Pomaro - Quanilli - Rensi - Rizzi - Russo

personale, il “dopo di noi”, i servizi di volontariato e l’associazionismo, ecc.; • costruire con l’équipe e la famiglia progetti alternativi al ricovero se l’hospice non è più il ricovero adatto (rientro al domicilio, servizi domiciliari, rete Cure Palliative, collegamento con i servizi del territorio per la co-costruzione del progetto, ecc.); • promuovere una cultura delle Cure Palliative, in qualsiasi occasione e momento, attraverso un linguaggio appropriato e una divulgazione sul concetto di care globale, insito nell’accompagnamento al fine vita. Questo tipo di operatività – e possiamo metterci dentro molto altro del nostro lavoro – è rendere possibile il diritto alla persona di utilizzare i servizi. Non nego che nei primi tempi di lavoro nell’hospice mi sono chiesta spesso “io che ci faccio qui? Io mi occupo di futuro” e avvicinarmi al grande tema del morire non è stato semplice, ma gradualmente ho sentito la profondità del messaggio, del valore delle Cure Palliative: noi ci occupiamo di vita, di un tratto finale di vita, e ci occupiamo di qualità di vita, valore professionale che rientra pienamente nella professionalità di un Assistente Sociale. E la qualità di vita è solo la traduzione un po’ più concreta del fondamentale principio etico della dignità umana. Introduco il secondo punto di analisi citando una frase che ho ascoltato a un convegno lo scorso anno da Ines Testoni che ho fatto mia: “L’intervento di Assistente Sociale e psicologo nelle Cure Palliative declina la dignità del fine vita”. La riflessione che svolgerò riguarda la qualità di vita e la dignità come diritto di legge. La qualità di vita è dignità; è un diritto del cittadino che nei servizi sia garantita una buona qualità di vita attraverso il rispetto della dignità della persona e della sua famiglia. La legge n. 38/2010 all’art. 1, comma 2 recita: È tutelato e garantito l’accesso alle Cure Palliative e alla terapia del dolore da parte del malato, nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza […] al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze. 32

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Il termine dignità, che considero come uno dei fondamentali va-

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