Mondo Agricolo n. 3/2020

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DOPO BREXIT • ERASMUS PLUS • PROTOCOLLO MONTAGNA • TRACCIABILITÀ SEMENTI • OSSERVATORIO DIMORE STORICHE FIIAF SU RICERCA • ARNIA SMART • VIGNE INTELLIGENTI • TV NEW FARMERS • MELAGRANE DA BERE • DIDATTICA 4.0

Il contagio L’emergenza, la paura i danni diretti ed indiretti l’attacco al made in Italy Anno LXXI - n. 3 -MARZO 2020 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma 1 Aut. C/Rm/18/2012 Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 - Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Confagri Consult - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101



L’ E D I T O R I A L E nnn

#lagricolturanonsiferma

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enerdì 21 febbraio venne annunciata la presenza dei focolai di contagio del COVID-19 in Italia; nel giro di un così breve arco di tempo sono state sconvolte le nostre vite e le nostre aziende. Confagricoltura ha subito avviato un Osservatorio, in collaborazione con tutte le sedi territoriali, e monitora costantemente la situazione, in filo diretto con prefetture, amministrazioni locali e sanitarie, pubblica sicurezza, per superare, o quanto meno alleggerire, i tanti problemi sopraggiunti per restrizioni, difficoltà, danni diretti ed indiretti ricadenti sull’attività aziendale. C’è anche un confronto continuo con il governo ed il ministro Bellanova per la messa in campo repentina di strumenti fiscali e finanziari tesi a ridurre, per quanto possibile, l’impatto dell’emergenza anche sul sistema agricolo e poi per la tutela del made in Italy sotto attacco all’estero. Assistiamo a situazioni assurde con vini, alimenti e piante bloccati alle frontiere perché si vuole indebolire e denigrare un sistema-Paese vocato all’esportazione, con prodotti di alta qualità e salubrità amati e copiati in tutto il mondo. Abbiamo proposto pure, in questo momento drammatico, di eliminare subito tutti i dazi aggiuntivi introdotti negli scambi commerciali internazionali; sarebbe un modo immediato e diretto per sostenere il commercio e l’attività economica in uno scenario che è diventato particolarmente difficile su scala mondiale. Lo slogan-invito, simbolo di questi giorni convulsi è “#iorestoincasa”. Messaggio giusto e da sottoscrivere per arginare il contagio, ma è bene che si sappia che le attività agricole non possono e non vogliono rallentare o fermarsi. Tutti noi agricoltori abbiamo la responsabilità di lavorare per le nostre aziende, ma anche e soprattutto per il Paese. Produrre e fornire con regolarità quei prodotti freschi e materie prime indispensabili per la distribuzione e l’industria alimentare. Dobbiamo e vogliamo tranquillizzare i consumatori preoccupati ed in fila davanti ai punti vendita. Per questo come Confagricoltura abbiamo lanciato un nuovo hashtag: “#lagricolturanonsiferma”. Massimiliano Giansanti

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SOMMARIO L’EDITORIALE #lagricolturanonsiferma Massimiliano Giansanti................. 3 REPORTAGE CORONAVIRUS Lombardia nel ciclone Francesco Baccino........................ 5

Crescita sostenibile Alessandra Porro.......................

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Erasmus plus Elisabetta Tufarelli.....................

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INNOVAZIONE SMART LAND Dal chicco alla casa Gabriella Bechi.........................

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ATTUALITÀ PERCORSI Melagrane da bere Gabriella Bechi.........................

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Scienza fondamentale Barbara Bertuzzi.......................

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Veneto positivo Gabriella Bechi........................... 9

foto Pixabay/Sumanley Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna Editrice Confagri Consult Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Testata associata all’USPI

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La grande guerra Barbara Bertuzzi.......................

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Massimo impegno Ercole Zuccaro..........................

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PRIMO PIANO INIZIATIVE Seme di qualità.................................

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Dimore storiche Elisabetta Tufarelli.....................

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La forza della natura.....................

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Rubriche Edagricole - New Business Media srl Piazza Galileo Galilei 6, 40123 Bologna Tel. +39 051.6575.822 Fax +39 051.6575.853 pubblicita.edagricole@newbusinessmedia.it

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EPS Sorveglianza selvatici. 32 Organizzazione Siccità. . . . . . . . . . . . . 46 Organizzazione Scatta . il. .verde. Eps Economia naturale . . . . . . . . . . 48

Anga theFare beach. . . . . . .... . . . . . . . . . 51 CampiOn rosa network 52

Telecamere nei parchi Paola Castello...........................

Over65 Assistenza anziani Anga Misure giovani. . . . . .... . . . . . . . . 54 53

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Enapra Over 65Sicurezza Ageismo.. sul . . . .lavoro . . . . . .. . . . . . . . 56 58


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Lombardia nel ciclone Viaggio nella regione che, da subito, ha pagato il conto salato della pandemia. Allarme per latte invenduto di Francesca Baccino

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na situazione critica e pesante dal punto di vita sanitario, inimmaginabile fino a pochi giorni fa. Sull’Italia incombe la spada di Damocle legata all’emergenza Coronavirus, ma siamo consapevoli del lavoro che svolgiamo: colazioni, pranzi e cene per gli italiani, che in questo momento devono restare tutti a casa, li produciamo noi agricoltori, anche e soprattutto della Lombardia”. Così Matteo Lasagna, vicepresidente nazionale di Confagricoltura e imprenditore agricolo mantovano, parla dalla regione più colpita dal Covid-19, all’indomani della chiusura di tutti gli esercizi commerciali non essenziali per la popolazione. “Vogliamo solo poter svolgere la nostra attività, quella di produrre cibo per le persone - sottolinea -. Chiedere ora di rivedere

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Boselli: “Per il latte attivare una cabina di regia della filiera” i contratti sul prezzo del latte è la pagina più brutta che gli industriali potevano scrivere in questo momento così delicato e complesso”. Parecchi caseifici, come sottolinea sempre il vicepresidente nazionale, si stanno ora trincerando dietro la scusa della chiusura di scuole e mense per rifiutarsi di lavorare tutto il latte prodotto dagli allevamenti. La materia prima potrebbe essere invece destinata ad altre lavorazioni che non siano quelle del fresco. Si potrebbero trovare soluzioni assieme alla politica e alla grande distribuzione per poter smaltire, magari anche attraverso il sostegno agli indigenti, eventuali eccedenze. “Lo abbiamo fatto in

altri momenti di crisi - precisa Lasagna - ma detto questo, ripeto: le nostre aziende rimarranno aperte e ci auguriamo di non dover buttare via il latte, operazione scellerata in questo momento di crisi che colpisce tutti, indistintamente”. Il calo della domanda di latte da parte dei caseifici medio piccoli è confermata anche da Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia e numero uno di Confagricoltura Milano e Lodi (Monza Brianza): “Arrivano richieste di una riduzione della produzione di latte o addirittura comunicazioni di mancato ritiro del latte. Chiediamo una cabina di regia unica e di coordinamento, perché non siano solo i produttori di latte a dover pagare. Serve un coinvolgimento degli attori della filiera, assieme all’inAntonio Boselli


Allevamento Palosti

dustria e alla distribuzione, per condividere gli obiettivi”. Gli agriturismi sono in crisi, fa sapere ancora Boselli, così come i garden del settore florovivaistico, soprattutto se si lavora con l’estero. “Oggi il prodotto italiano - rileva - è purtroppo penalizzato. Le norme restrittive entrate in vigore il 12 marzo potrebbero essere utili. La chiusura totale del basso lodigiano per 15 giorni è servita a frenare il contagio. L’assessore all’Agricoltura lombardo, Marco Rolfi, ci ha comunque rassicurati: le nostre attività di produzione di cibo e trasformazione, con attività connesse, saranno salvaguardate. Vorrei però porre una domanda: quante cagliate estere lavora oggi l’industria? Non sarebbe buono e giusto sostenere il prodotto nazionale?” Ma come sono vissuti dal 24

febbraio al 9 marzo gli allevatori nell’ex zona rossa del basso lodigiano (creata dal Dpcm del 23 febbraio scorso)? “Ora che siamo tutti in zona protetta - spiega - non ho più il timore che non ritirino il latte solo perché proveniente da ‘zona rossa’, a causa delle psicosi da contagio - spiega Giuseppe Palosti, produttore di latte per la filiera del Grana Padano, di Vittadone, nel Comune di Casalpusterlengo. Palosti ha continuato a produrre latte e a consegnarlo al Caseificio Colla lavorando assieme al fratello, Francesco, al padre Roberto e alla madre Angela. Ogni giorno la famiglia Palosti deve gestire un allevamento di 200 vacche in lattazione, che produce 25 mila quintali di latte l’anno, e di altri 2 mila suini da ingrasso. Non è stato facile affrontare la gestione quotidiana dell’allevamento in questa situazione. La rottura di un tubo dell’olio in un macchinario di servizio per

Lasagna: “Chiedere ora di rivedere prezzo latte è una brutta pagina” l’alimentazione delle vacche ha reso necessario far arrivare il ricambio: “È stato ordinato - sottolinea Palosti - e portato fino al posto di blocco dal corriere che, intimorito, l’ha appoggiato per terra, proprio sul confine con la zona rossa di fronte ai militari, allontanandosene subito dopo in un clima di tensione”. Non è stato facile, inoltre, far arrivare il mangime in allevamento o i disinfettanti per l’impianto di mungitura: occorreva un permesso della prefettura per far passare il confine agli autotrasportatori. Ad alcuni colleghi è capitato che i corrieri non volessero entrare in zona rossa per raggiungere l’azienda agricola, anche se regolarmente muniti di mascherina e guanti». L’azienda agricola MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 7


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aveva avviato a dicembre 2019 la costruzione di un impianto di biogas da 100 Kw alimentato esclusivamente con gli effluenti zootecnici. «Il rischio - racconta sempre Palosti - di un eccessivo ritardo dei lavori poteva diventare una grande problema: abbiamo investito e abbiamo i mutui da pagare, scadenze da rispettare”.

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Ci sono state difficoltà all’inizi per la logistica delle merci e la movimentazione del personale fuori e dentro la zona rossa. Ogni azienda agricola doveva farsi autorizzare in prefettura, ad esempio, per chiamare il tecnico dell’impianto di mungitura o il personale di stalla. Lo ha spiegato bene anche Giovanni Penné, allevatore di manze a

PIANTE E FIORI RIFIUTATI ALLE FRONTIERE

Allarme nel settore florovivaistico per le disdette ed il rifiuto alle frontiere di piante e fiori destinati all’esportazione o messi in quarantena, con la motivazione che nel nostro Paese c’è l’epidemia di Coronavirus. “Il blocco dell’export di prodotti florovivaisti è assurdo, pretestuoso, per motivazioni assolutamente false perché il Coronavirus non si trasmette attraverso le piante”, ha detto il presidente della Federazione del Florovivaismo di Confagricoltura Francesco Mati. “Il successo del Made in Italy di qualità, anche in questo settore - ha aggiunto il vicepresidente della Federazione dei florovivaisti di Confagricoltura e presidente di Confagricoltura Liguria Luca De Michelis - dà fastidio e c’è chi gioca scorrettamente. I nostri produttori sono ingiustamente minacciati nei loro interessi economici, rischiano il tracollo delle loro imprese”. 8 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020

Giovanni Penné

Casalpusterlengo, sempre nella frazione di Vittadone, (legato con un contratto di soccida a un produttore di latte): “La pratica viene evasa in giornata, ma il prolungarsi dell’emergenza e la crescita delle necessità - ha sottolineato - anche solo quotidiane, potrebbe allungare i tempi di risposta”. Senza contare il rischio di ritardi per le semine di mais che richiedono operazioni di preparazione dei terreni. “Serviranno sempre i permessi - fa sapere Penné -. Dobbiamo comune riconoscere che le nostre Organizzazioni di categoria hanno sempre offerto, fin dai primi momenti, un contributo importante per la presentazione delle pratiche in prefettura, distribuendo i moduli e organizzando il nuovo adempimento in maniera sistematico”. nnn


Veneto positivo Nella regione non preoccupano solo i danni diretti della pandemia, ma anche quelli indiretti sull’economia di Gabriella Bechi

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el momento in cui scriviamo l’emergenza Coronavirus continua a imperversare con tutte le sue conseguenze dirette ed indirette nel Veneto e in tutto il Paese. Si era partiti inizialmente con un solo comune in zona rossa (Vo’ Euganeo), poi si sono estese le misure alle province di Venezia, Padova e Treviso. Una grave crisi del nostro sistema economico in cui il settore agricolo e quello agroalimenta-

re sono stati coinvolti in pieno per il calo di fatturato di molte aziende che esportano oppure che operano nell’ambito turistico, per le disdette dei contratti di lavoro di lavoratori comunitari ed extracomunitari, per le difficoltà che stanno incontrando gli approvvigionamenti di materie prime dovute ai timori dei trasportatori. Particolarmente critica la zona rossa di Vo’ Euganeo finché è stata attiva. Tutte le aziende sono rimaste bloccate, dall’esterno non MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 9


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poteva entrare nessuno, per cui sono mancati gli approvvigionamenti di mezzi tecnici e anche gli interventi essenziali di manutenzione. Inoltre non potevano uscire i prodotti finiti, oggetto di contratti di commercializzazione. Questo ha provocato gravi ripercussioni soprattutto sulle numerose cantine della zona. “Abbiamo la necessità di movimentare delle merci, che sono già pronte e devono essere spedite. Ci sono clienti da tutto il mondo che attendono e non potremo sopportare questa paralisi ancora a lungo - aveva detto Giordano Emo Capodilista, componente della giunta di Confagricoltura -. 10 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020

Situazione critica anche per agriturismi sommersi da una pioggia di disdette Dobbiamo ripartire. È perciò urgente contemperare le indiscutibili esigenze sanitarie con le necessità fondamentali delle aziende presenti nel territorio”. Ma la situazione è critica in tutto il Veneto. Tenuto conto che il nostro Paese è fortemente dipendente dall’estero per le materie prime per le produzioni alimentari e mangimistiche, c’è il problema degli approvvigionamenti in conseguenza di misure cautelari da parte di molti

Paesi. Tra le merci per uso mangimistico per le quali potrebbero verificarsi i contraccolpi più preoccupanti si evidenziano i cereali e le farine proteiche, ma non soltanto. In grande affanno anche gli agriturismi sommersi da una pioggia di disdette e preoccupate per l’avvicinarsi della Pasqua e del periodo primaverile. “Stiamo assistendo a pratiche commerciali sleali, come le richieste di certificazione sanitaria dei nostri prodotti, avanzate sia dalle catene di distribuzione europee, sia da singoli clienti - sottolinea Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova -. Una richiesta assurda,


pera per le raccolte primaverili di asparagi e fragole e successivamente per quelle della frutta estiva (ciliegie, pesche, albicocche, eccetera). “Stiamo assistendo alle dimissioni di un cospicuo numero di operai agricoli stranieri, soprattutto rumeni - dice il presidente di Confagricoltura Veneto Ludovico Giustiniani - che stanno facendo ritorno al Paese di origine per il timore che a breve questo non sia più loro consentito dalle autorità sanitarie. Per questo proponiamo sistemi veloci e snelli di assunzione, com’erano una volta i voucher”. “Dopo i primi giorni di emergenza - conclude il presidente di Confagricoltura Veneto Ludovico Giustiniani - è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare durevolmente il nostro made in Italy e il turismo”. nnn che non ha motivo di esistere, in quanto, com’è stato detto e ripetuto, il contagio avviene solo nel contatto tra persone. Eppure molte nostre aziende, sia nel bio, sia nel pollame, sia nel vino, hanno problemi a esportare la merce a causa della psicosi. Chiedono il certificato di buona salute perfino per le bottiglie di vino. A questi problemi si aggiungono quelli creati dagli autisti di tir che non trasportano i prodotti verso l’Italia, in quanto rischiano la quarantena”. Un’altra cosa che preoccupa molto gli imprenditori agricoli del Veneto è il rischio concreto di trovarsi con poca manodo-

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MADE IN ITALY ENOICO SOTTO ATTACCO

A seguito dell’emergenza coronavirus i vini italiani sono messi in stand by sui mercati esteri in attesa che i produttori offrano adeguate risposte ai timori di contagio, anche con riferimento a bottiglie e cartoni. La filiera del vino ha scritto al premier Conte ed ai ministri Di Maio, Bellanova e Speranza sollecitando che venga diffusa al più presto una dichiarazione rispetto alla sicurezza dei prodotti vitivinicoli italiani e che la stessa possa essere ripresa e condivisa dai servizi della Commissione Ue e delle autorità internazionali competenti in materia. Ci sono pure catene alimentari che pretendono strumentalmente garanzie sulla sicurezza degli alimenti provenienti dall’Italia e si verificano, allo stesso tempo, speculazioni sui prezzi all’origine. Dai vini, ai formaggi, agli agrumi: aumentano le segnalazioni di contratti disdettati e difficoltà poste all’accesso sui mercati di destinazione finale. “Siamo di fronte a comportamenti ingiustificati e privi di fondamento - ha detto il presidente Giansanti - a cui occorre reagire sul piano diplomatico a tutela dei legittimi interessi degli operatori italiani”. MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 11


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Gazzola (PC): monumento su guerra punica, 218 a.C.

La grande guerra In Emilia Romagna tante difficoltà per il settore primario. Mancano stagionali, problemi per spazio di sicurezza e chiusura market di Barbara Bertuzzi

“L’

agricoltura non può prendersi una pausa di uno o due mesi per poi ripartire più forte. Ci sono lavori che richiedono immediatezza e risposte che le imprese non possono attendere”. A lanciare il monito è Marcello Bonvicini, che elenca, nel dettaglio, i punti critici delle aziende agricole:

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“Manca la manodopera a due settimane dall’avvio dei primi interventi manuali nei frutteti, a partire dal diradamento dell’albicocco in Romagna e, a seguire, tutte le altre operazioni colturali. Per dare inizio all’attività agricola abbiamo bisogno di migliaia di lavoratori stagionali, in gran parte provenienti dai paesi dell’Est europeo, che però adesso potrebbero dirigersi altrove a causa del Covid-19. Quindi occorre reperire soprattutto maestranze locali”. Parole per altro difficili da pronunciare nel pieno dell’emergenza sanitaria in atto, che tuttavia riflettono i timori di un comparto soggetto soltanto al calendario agricolo. Diversi i quesiti che sono di difficile soluzione. A esempio, i macchinari per trapiantare le piantine di pomodoro da industria non consentono di rispettare la regola del droplet, la distanza di almeno un metro tra le persone. Dunque come procedere al fine di tutelare le numerose imprese attive da Piacenza a Ferrara fino a Bologna? Ma mantenere tale spazio di sicurezza risulta arduo pure nelle potature oppure all’in-

terno di serre e vivai. Infine, affinché sia garantito l’iter di lavorazione lungo la filiera lattiero-casearia, si sta pensando a convenzioni tra caseifici che possano sopperire a eventuali imprevisti o a chiusure delle strutture di conferimento, dovute alla presenza di dipendenti contagiati. La richiesta del mondo agricolo è corale, “servono soluzioni operative in tempi rapidi”. Intanto, a Bologna, le aziende che svolgono vendita diretta nei mercati contadini chiedono con la forza della disperazione di ripensare le decisioni, seppur comprensibili, prese dal Comune. Il sindaco Virginio Merola ha emesso un’ordinanza che impone la chiusura dei farmer’s market fino al 3 aprile. “È vietato svolgere attività di commercio su area pubblica - si legge nel testo - nei mercati previsti dal Piano delle Aree approvato dal Consiglio comunale nel 2016, compresi i mercati agricoli e quelli sperimentali: non è infatti possibile in questi casi garantire le necessarie condizioni di sicurezza per la salvaguardia della salute pubblica. Sono esclusi dal provvedimento, quindi si pos-


Costruzioni su misura per il benessere dell’animale Costruzioni in legno e acciaio per l’agricoltura e la zootecnia Vasche circolari in cemento armato per liquami e impianti biogas

Agriturismo Boschi Celati a Roncaglia (Piacenza)

sono svolgere nel rispetto del Dpcm 8 marzo 2020, i mercati rionali e il mercato cittadino diffuso A”. Una posizione che va nella direzione opposta a quella intrapresa dalle altre amministrazioni comunali dell’Emilia-Romagna dove, al momento in cui scriviamo, resta comunque confermata l’apertura. “Il mercato contadino - osserva Bonvicini - consente un approvvigionamento ‘outdoor’, all’aria aperta, di generi alimentari freschi, salubri e di qualità. Proprio ciò di cui ha bisogno la comunità in un momento così drammatico. Ci sono, inoltre, dei farmer’s market che possono garantire il controllo degli accessi, visto che per tale motivo, nell’ordinanza, sono stati invece autorizzati i mercati rionali e il mercato cittadino diffuso A”. nnn

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Non può e non vuole fermarsi il Piemonte agricolo. Difficoltà anche per latte, carne e florovivaismo, grandi incertezze per export vino di Ercole Zuccaro

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n Piemonte gli agricoltori vivono i giorni del coronavirus lavorando con il massimo dell’impegno, come ci racconta Alberto Brugiafreddo, allevatore di bovini di razza Piemontese a Racconigi, in provincia di Cuneo con il fratello Emanuele. “Abbiamo 170 animali in stalla con la linea vacca-vitello - rileva

Massimo -. Abbiamo adottato, d’accordo con i macellatori e la distribuzione organizzata, rigidi protocolli di sicurezza per quanto riguarda la prevenzione del contagio, sia in azienda, sia per le operazioni di carico e scarico degli animali. Meno problemi per la distribu-

zione, quello che danneggia è il blocco dell’attività di ristorazione, mense e hamburgerie”. La situazione si sta facendo pesante nel comparto lattiero caseario. Sono già numerosi i caseifici che hanno contattato gli allevatori chiedendo di ridurre la produzione. “Il fatto è che le vacche non hanno il rubinetto. Comprendiamo benissimo che se il mercato riduce la domanda è necessario, ciascuno per la propria parte, intervenire per adattarsi al cambiamento, ma non si può pretendere che da un giorno all’altro le mandrie smettano di produrre latte”, spiega il presidente della sezione regionale di prodotto lattierocasearia di Confagricoltura Guido Oitana, che con il fratello Ezio conduce un allevamento di 400 vacche da latte di alta genealogia a Scalenghe, nella pianura torinese verso la provincia di Cuneo. Andrea Micheletti conduce un allevamento familiare di 130 vacche frisone a Cameri, in provincia Alberto e Emanuele Brugiafreddo

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o impegno Allevatori: industrie non si approvvigionino all’estero per il latte di Novara. “Conferiamo la nostra produzione alla Latteria Sociale di Cameri, un caseificio di antica tradizione che produce toma, taleggio e gorgonzola - spiega l’allevatore -. In questo periodo, a livello di cooperativa, abbiamo un surplus di produzione e vendiamo un po’ del nostro latte in cisterna, ma stiamo collocando il prodotto con estrema difficoltà e a prezzi decisamente bassi. Occorre fare qualcosa in fretta perché il mercato nazionale sta tenendo ma alcune industrie continuano ad approvvigionarsi all’estero. Chiediamo che venga privilegiata la produzione nazionale per aiutare un comparto che è in difficoltà”. Manuela Avalle ha un’azienda florovivaistica a Collegno, nella prima cintura di Torino. Conduce un’azienda familiare specializzata nella produzione di fiori e piante e nella manutenzione di giardini.

rallentare, o dirittura bloccarsi, l’economia americana, ci sarebbero ripercussioni pesantissime a livello mondiale. “Mi ricordo molto bene le difficoltà dopo l’11 settembre 2001. La nostra azienda esporta in 46 Paesi del mondo, per un totale di oltre il 60% di ciò che produciamo, ma il mercato principale è rappresentato dagli Stati Uniti, dove il lavoro più intenso lo sviluppiamo da luglio a dicembre. Abbiamo anche ordini con Paesi che operano con i monopoli, quali Canada, Svezia e Norvegia: per il momento gli ordini ci sono e si tratterà di capire come reagiranno i consumi”. nnn Manuela Avalle

Andrea Micheletti

“Questa emergenza ci ha costretti a chiudere il punto vendita e anche le attività di manutenzione del verde sono pressoché bloccate. Dobbiamo però continuare a coltivare le piante, accudendole quotidianamente - ci dice Manuela - altrimenti rischiamo di perdere tutto, anche se temiamo che alla fine saremo costretti a svendere la produzione”. Cinzia Travaglini a Gattinara (Vercelli) è una delle più importanti realtà vitivinicole dell’Alto Piemonte, per la produzione di vini di qualità, in particolare nebbioli. L’azienda, 52 ettari di vigneti, con una ventina di addetti, realizza una produzione annua di circa 200 mila bottiglie, prevalentemente Gattinara Docg. Dal 2010 ha anche avviato la produzione di spumante metodo classico. “Il mercato interno è bloccato e fatichiamo a effettuare le consegne già programmate, in quanto le aziende non riescono a ritirare il prodotto”. Cinzia ci spiega che le crisi di qualche settimana, seppur con difficoltà, si possono superare, ma il timore è che se dovesse MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 15


PRIMO PI ANO INIZI AT I V E

Progetto di Convase. Un protocollo di certificazione per la tracciabilità delle sementi

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rano tenero, grano duro, orzo e triticale potranno essere tracciati, a partire dal seme, grazie al nuovo disciplinare “Seme di Qualità”. Gli agricoltori italiani avranno così accesso online ai dati sulle caratteristiche delle sementi che acquistano e che sono alla base di alcune delle colture più strategiche del Made in Italy. Il disciplinare “Seme di Qualità” è stato elaborato da Convase - Consorzio per la valorizzazione delle sementi, che riunisce 23 aziende che rappresentano il 40% della produzione nazionale di sementi certificate di cereali a paglia - con il supporto di Confagricoltura, CIA-Agricoltori Italiani, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari e Assosementi. L’obiettivo è disporre di uno strumento che, in maniera trasparente, fornisca dati utili per un uso agronomico ottimale delle sementi e per la produzione di raccolti di elevata qualità. Il progetto è stato presentato a Roma nel corso di un evento a cui è intervenuto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Nel 2019 le superfici produttive di grano duro, grano tenero e

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Seme di qualità orzo sono state 2 milioni di ettari, per una produzione di 7,7 milioni di tonnellate, facendo registrare un calo rispetto ai dodici mesi precedenti di oltre il 3%. Parallelamente anche l’uso di seme certificato per queste specie fondamentali per il nostro sistema produttivo e per le nostre produzioni tipiche sta registrando contrazioni significative anno dopo anno. Un esempio è il caso del grano duro, punto di partenza di un simbolo del nostro agroalimentare come la pasta, dove si assiste all’impiego di seme non certificato per oltre il 50% delle superfici. Una situazione che si riscontra anche per altre colture cerealicole, dal grano tenero all’orzo, con il risultato di non poter garantire la piena tracciabilità delle produzioni. Ciò ovviamente comporta un’involuzione dell’intero sistema produttivo, che vede ridursi costantemente la disponibilità di materiali innovativi e perde quindi in competitività, registrando, al tempo Da sinistra: Carli, Mercuri, Tassinari, Verrascina, Giansanti e Nardone

stesso, crescenti problematiche di tipo sanitario. Il nuovo disciplinare istituisce un vero e proprio protocollo di certificazione realizzato da enti terzi accreditati nel rispetto di quanto disposto da standard qualitativi riconosciuti a livello internazionale in termini di germinabilità, purezza e sanità. Inoltre, monitora e certifica tutto il processo produttivo, dal campo di produzione


Accesso online a dati su caratteristiche sementi acquistate alla selezione e confezionamento presso lo stabilimento sementiero, fino all’azienda agricola. Attraverso l’accesso al sito internet Convase, gli agricoltori potranno conoscere le informazioni sulla tracciabilità delle sementi, potendo così ottenere garanzie sulla qualità del seme acquistato ed indicazioni utili per il corretto impiego, con maggiori possibilità di ottenere produzioni elevate e di qualità. “Come Confagricoltura - ha detto Massimiliano Giansanti - stiamo lavorando assieme alle altre Organizzazioni del comparto per costruire una ‘cabina di gestione’ per i cereali, dal campo alla tavola, dal seme allo spaghetto. Una filiera tracciata che è, innanzitutto, un nuovo modello di collaborazione interprofessionale. Sementieri e agricoltori dimostrano che vogliono fare la loro parte continuando a impegnarsi per migliorare e certificare la qualità del prodotto. Questa qualità dovrà poi essere riconosciuta, selezionata e premiata da stoccatori e trasformatori”. nnn

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PRIMO PI ANO INIZI AT I V E

Villa Tasca a Palermo

Dimore storiche Nasce l’Osservatorio del patrimonio culturale privato italiano di ADSI, Fondazione Visentini, Confagri, Confedilizia e Banca Consulia di Elisabetta Tufarelli

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n Italia le dimore storiche private rappresentano circa il 17% del patrimonio immobiliare storico-artistico italiano soggetto a vincolo. Una ricchezza che, pur appartenendo ai privati, è di fatto un bene culturale e storico della comunità, da salvaguardare anche con grandi sacrifici. Un valore importante e, al tempo stesso, un fondamentale volano di sviluppo dei territori. Ma qual è veramente il contributo in termini economici, culturali e sociali che l’attività di conservazione, gestione e valorizzazione svolta dai proprietari delle dimore storiche italiane porta ai territori e alla società italiana? Finora non era mai stata calcolato. Ed ecco che nasce il primo ‘Osservatorio del patrimonio culturale privato italiano’. Promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI), la Fondazione Bruno Visentini, con

il coinvolgimento di Confagricoltura e Confedilizia e grazie al supporto di Banca Consulia, ha proprio l’obiettivo di determinare il valore, finora nascosto, di questo patrimonio culturale. “Siamo orgogliosi - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - di far parte e contribuire all’Osservatorio. Molti tra i nostri associati sono proprietari di dimore storiche realizzando un connubio che mette in contatto agricoltura e bellezza in un contesto unico al mondo fatto di qualità e di diversità che solo l’Italia può offrire. È essenziale tutelare il patrimonio artistico del nostro Paese, valorizzandolo, per far conoscere ai turisti italiani e stranieri queste opere d’arte che arricchiscono i nostri splendidi paesaggi rurali”. L’Osservatorio vedrà protagonisti gli studenti del corso magistrale LUISS Cantieri d’Europa, nel qua-


dro di una forte collaborazione, avviata già nel 2015, tra ADSI e Fondazione Bruno Visentini. La principale specificità di questo patrimonio è che l’onere e la responsabilità di mantenerlo ricadono interamente sulle spalle dei proprietari e, finora, non è mai stato adeguatamente calcolato il contributo economico, culturale e sociale per le comunità delle attività organizzate dai privati. L’Osservatorio renderà finalmente disponibili analisi puntuali sull’intero sistema, costituito da una grande varietà di beni culturali - ville, masserie, castelli, ma anche parchi, giardini e tenute agricole - che costituiscono un polo di attrazione, in particolare al di fuori dei grandi centri abitati, e un’importante opportunità di formazione e di lavoro per i giovani. Inoltre darà un importante contributo anche alle attività di valutazione del potenziale ancora inespresso del patrimonio storico, artistico e paesaggistico nazionale. I risultati di questo importante lavoro saranno rac-

Protagonisti gli studenti del corso Luiss Cantieri d’Europa colti su una piattaforma online disponibile per tutti e serviranno a fare luce sulla connessione diretta fra l’efficace gestione degli immobili storici e lo sviluppo economico delle loro aree di riferimento. Verrà anche misurato il positivo impatto sull’ambiente circostante, le sinergie con i settori di istruzione e ricerca e con il mondo delle imprese, l’impulso per la nascita di nuove opportunità professionali e la valorizzazione della storia, delle tradizioni, delle produzioni territoriali, oltre alla riscoperta di tecniche artigiane che andrebbero recuperate e valorizzate. Non mancherà, infine, l’analisi sugli investimenti necessari per la manutenzione di questo immenso patrimonio e sulle attuali carenze normative e fiscali del settore. “L’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato

rappresenta un progetto molto importante per ADSI, al cui sviluppo l’Associazione, insieme alla Fondazione Bruno Visentini, ha dedicato grandi energie nel corso degli ultimi anni - ha sottolineato Giacomo di Thiene, presidente nazionale Associazione Dimore Storiche Italiane -. Offrirà un punto di vista privilegiato sul sistema delle dimore storiche private, fornendo informazioni dettagliate sia sul contributo dato all’economia e alla società italiana, sia su quanto può ancora esprimere. L’analisi di questi dati andrà così a costituire un ‘atlante’ di orientamento per l’identificazione degli interventi, anche legislativi, più adatti per la conservazione del patrimonio culturale privato e per la definizione di strategie che possano portare ad esprimere il pieno potenziale del sistema degli immobili storici: non solo come risorsa economica, ma anche come strumento di tutela dei territori e di rafforzamento del loro tessuto sociale”. nnn

Castello di Brolio a Gaiole in Chianti (Siena)

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PRIMO PI ANO INIZI AT I V E

La forza della Confagri, Federparchi, Legambiente, Uncem per valorizzazione e sviluppo economico, ambientale e sociale di aree montane e appenniniche

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egli ultimi anni, soprattutto nelle zone appenniniche e montane, si è assistito alla chiusura di un numero sempre più consistente di attività economiche, prevalentemente agricole e forestali, e ciò non ha fatto altro che indebolire e marginalizzare il ruolo di questi territori. Una problematica, quella dell’abbandono e della marginalità che preoccupa Confagricoltura, Federparchi, Legambiente ed Uncem, che hanno definito e sottoscritto il protocollo d’intesa per la valorizzazione e lo sviluppo economico, ambientale e sociale delle aree montane e appenniniche. Il protocollo è stato presentato il 3 marzo, in occasione della “Giornata Mondiale della Natura”. Il suo obiettivo - ancor più significativo in una giornata dedicata alla conservazione della natura - è di valorizzare le attività

produttive in loco, contrastare i disagi delle popolazioni residenti e contenere i fenomeni di spopolamento. Il protocollo è stato firmato dai presidenti di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, di Federparchi Giampiero Sammuri, di Legambiente Stefano Ciafani e di Uncem Marco Bussone. Il documento - spiegano i firmatari - concentra la propria attenzione sull’individuazione di opportunità, economiche ed occupazionali, in territori caratterizzati da grandi risorse ambientali, paesaggistiche ed agroalimentari che ricadono, in buona parte, in aree protette e siti della Rete Natura 2000 e in cui le imprese agricole e forestali potranno svolgere un ruolo determinante. In quest’ottica andranno pure rafforzate le filiere agricole, zootecniche e forestali esistenti, individuandone anche di nuove, migliorando la qualità, la sostenibilità delle pro-


natura Rafforzare filiere agricole, zootecniche e forestali, individuandone di nuove duzioni e la redditività delle imprese e delle comunità locali. Si punta a far sì che i territori montani ed appenninici possano avvantaggiarsi pure della ricerca e del trasferimento delle innovazioni in campo agro-silvo-pastorale, al fine di favorire la qualità e la competitività delle produzioni agroalimentari, zootecniche e forestali, anche attraverso una diversificazione delle attività. Ciò permetterebbe alle aziende d’incrementare il reddito prodotto e garantirebbe una maggiore sostenibilità economica, ambientale e sociale, fungendo anche da presidi territoriali, contro lo spopolamento, l’abbandono dei territori e la prevenzione dei disastri ambientali legati al disse-

sto idrogeologico, e influenzati dal cambiamento climatico, poiché terreni e boschi ben tenuti e custoditi sono una sicurezza, per il territorio e le comunità. Una delle principali risorse delle aree montane ed appenniniche è quella forestale, di cui - sottolineano le associazioni firmatarie - c’è ancora una scarsa consapevolezza delle potenzialità che offre, se gestita secondo criteri sostenibili e responsabili. Potrà costituire un’ottima fonte di reddito per le aziende e per le comunità locali interessate alla valorizzazione multifunzionale del bosco ed a rilanciare la filiera legno-energia, quella ricreativa e del benessere. Si prevede la possibilità di adesione al protocollo anche da parte dei GAL (gruppi locali di azione), coinvolgendoli in modo

attivo e propositivo; e si hanno già le prime adesioni: quelle del GAL “Terra è vita” nel salernitano e di “Magna Grecia” nel tarantino. La sigla del protocollo - concludono i firmatari - fa seguito ad importanti novità delle ultime settimane: la legge di bilancio con la destinazione di nuove risorse per la ‘Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese’; l’approvazione alla Camera delle mozioni sulle aree montane, interne e rurali; la riattivazione degli ‘Stati Generali della montagna’. Inserendosi in questo quadro si vuole orientare lo sviluppo concreto del territorio. nnn MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 21


PRIMO PI ANO INIZI AT I V E

Telec nei Il programma tv “New Farmers” su TV2000 alla scoperta delle aziende agricole che operano nelle zone protette di Paola Castello

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a sostenibilità come tutela dell’ambiente, in particolare in zone protette del nostro Paese, quali riserve e parchi nazionali e il contributo che l’agricoltura dà alla salvaguardia di questi territori: questo è stato il filo conduttore della quarta edizione di “New Farmers - Un viaggio tra i nuovi agricoltori”, programma televisivo co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito della Politica Agricola Comune e realizzato da Confagricoltura, con Icaro Communication e TV2000. Dodici puntate per dodici storie d’impresa. Protagoniste aziende di Confagricoltura all’interno o in prossimità di parchi nazionali, dove produttività, tradizione e innovazione si coniugano per-

fettamente con i principi della sostenibilità. Un viaggio, quello compiuto da New Farmers, che ha portato il grande pubblico a conoscere da vicino un’altra faccia dell’agricoltura italiana, meno nota, quella che opera in alcuni dei posti più belli del nostro Paese, tutelandoli. Dal Parco Sud di Milano, a quello del Vesuvio; dal Mugello, al Parco del Delta del Po; dai Monti Sibillini, alle Foreste Casentinesi; dal Gran Sasso al Parco del Ticino, il programma ci ha fatto incontrare imprenditori che questa agricoltura la realizzano ogni giorno, recuperando tradizioni locali, innovando e persino accogliendo. Storie significative che raccontano la bellezza del nostro Paese, nonché la ricchezza in termini di biodiversità e di eccellenze eno-


amera parchi Dodici puntate per dodici storie di imprese sostenibili gastronomiche. Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto: queste le regioni in cui il programma ha fatto tappa quest’anno. Dal formaggio di pecora del Parco Nazionale del Gran Sasso, alla birra ed il riso prodotti sul Delta del Po; dal pomodorino Piennolo Dop del Vesuvio, alla carne biologica di bovini allevati nel Mugello: queste alcune delle produzioni raccontate, durante questo viaggio. Senza trascurare un ambito del settore abbastanza recente, ma sempre più rilevan-

te, come quello dell’agricoltura sociale, attraverso la storia di una cooperativa campana che, mediante la propria attività agricola, dà l’opportunità di lavorare a fasce di popolazione deboli o svantaggiate. Best practices quelle che New Farmers ha portato in tv, ma non solo! Anche prodotti d’eccellenza, come la più piccola Doc italiana, il Moscato passito Loazzolo, prodotto da un’azienda di Confagricoltura, a Forteto della Luja, nella Langa astigiana, in un’area che è diventata oasi del WWF. Particolare anche la storia di un allevatore di trote del Parco del Ticino che riesce a portare nelle tavole degli italiani un prodotto pregiato freschissimo; c’è poi la realtà di un giovane che ha avviato una start up, in Calabria, che consente di adottare alberi a distanza, di seguirne la coltivazione tramite un’applicazione e di riceverne poi i frutti, direttamente a casa propria. New Farmers è stato anche in Toscana, sia nella zona del Mugello, sia nel Parco delle Foreste Casentinesi. A Firenzuola (zona del Mugello, appunto) alla scoperta di un allevamento biologico di bovini; nella zona del Casentino per incontrare una specie tradizionale di quelle zone, il maiale brado grigio del Casentino, che viene poi trasformato per ricavarne prosciutti crudi pregiati. Siamo stati anche in un’area vocata alla produzione di olio, come la Sabina, in cui invece un’imprenditrice determinata e amante delle sfide ha dato vita a una produzione di vino che ha rilanciato la viticoltura in quella zona del Lazio. Storie di determinazione, appunto, di grandi capacità imprenditoriali, di passione per l’agricoltura e di legami fortissimi con il proprio territorio: anche da qui nasce l’impegno a tutelarlo e valorizzarlo. Questa è la fotografia affascinante che emerge dal racconto di New Farmers. nnn

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IN GIRO PER L’ITALIA

Parco Agricolo Sud Milano Azienda Zipo di Elisa Pozzi, latte e formaggi sostenibili. Parco Nazionale del Vesuvio Masseria dello sbirro di Carlo Cozzolino, pomodorino del Piennolo del Vesuvio D.O.P. Parco del Mugello Fattoria Il Palazzo di Valeria Bruni Giordani allevamento bio di bovini e agriturismo. Oasi affiliata al WWF Langa astigiana Forteto della Luja, di Giovanni Scaglione, moscato Loazzolo DOC. Parco dei Monti Sibillini Azienda Maiale Brado di Norcia, di Valentina Fausti. Parco del Ticino La fattoria del pesce, di Maurizio Grispan, allevamento di trote. Parco del Delta del Po Azienda di Giorgio Uccellatori, riso IGP del Delta del Po. Parco delle Foreste Casentinesi Fattoria di Belvedere, di Angela Raggioli Allevatore Claudio Orlandi, prosciutto del Casentino Parco del Gran Sasso Azienda zootecnica Gran Sasso di Giulio Petronio canestrato di Castel del Monte Adozione alberi in Calabria Azienda Biorfarm di Osvaldo De Falco Agricoltura sociale Salerno Coop agricola R-Accogliamo di Teresa di Giuseppe Impegno per la Sabina Tenuta Santa Lucia di Gabriella Fiorelli, vino

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Crescita sostenibile

Syngenta ha annunciato investimenti per 2 miliardi di dollari e fissato nuovi obiettivi di innovazione per contrastare i cambiamenti climatici di Alessandra Porro

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yngenta è sempre stata attenta alle sfide crescenti che investono le imprese agricole, come quelle relative ai cambiamenti climatici, all’erosione del suolo ed alla perdita di biodiversità. In più occasioni tra cui l’ultima edizione di “Food & Science” a Mantova - l’azienda ha rimarcato la necessità di innovazione per favorire lo sviluppo delle aziende in chiave sostenibile. Ne abbiamo parlato anche su questa rivista (v. in particolare gli articoli sui numeri 12/19 pp. 3637 e 1-2/20 pp.46-47, ndr). L’obiettivo è accelerare ulteriormente la propria innovazione e garantire la sostenibilità agricola; per concretizzarlo ha lanciato un programma di investimenti quinquennali con un

budget di 2 miliardi di dollari. Insomma Syngenta - in prima persona e con un maggior impegno - vuole sostenere attivamente la crescita dell’agricoltura, aiutando i produttori a migliorare ancor più il modo in cui le colture vengono coltivate e protette ed a lavorare con i partner per trovare soluzioni che affrontino le sfide ambientali, sociali ed economiche interconnesse. La scelta è sostenuta ulteriormente dall’obiettivo che l’azienda si è prefissata di lanciare sul mercato almeno due innovazioni tecnologiche all’anno, con l’obiettivo di ridurre l’impatto dell’agricoltura sui cambiamenti climatici, di sfruttarne la sua capacità di mitigazione e di fare in modo che il sistema alimentare impatti di meno sulle risorse del pianeta. L’investimen-


to in ricerca e sviluppo per l’agricoltura sostenibile sarà affiancato da iniziative per la riduzione di almeno il 50% della carbon footprint dei processi operativi dell’azienda entro il 2030, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. L’impegno di Syngenta è stato validato e ha ricevuto il supporto da parte della Science Based Targets initiative (SBTi). I 2 miliardi di dollari verranno destinati a programmi capaci di generare vantaggi chiaramente differenzianti o tecnologie innovative in grado di promuovere un cambiamento radicale in termini di sostenibilità dell’agricoltura, intervenendo, ad esempio, sull’utilizzo del terreno, sulla salute del suolo e sulla gestione integrata dei parassiti. Inoltre, grazie a una collaborazione pluriennale con The Nature Conservancy, Syngenta sta sviluppando strategie

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Obiettivo: lanciare due innovazioni tecnologiche all’anno volte ad individuare ed a testare innovazioni e nuove tecnologie che possano portare vantaggi agli agricoltori e contribuire ad ottenere risultati positivi per l’ambiente. Tale collaborazione si basa su iniziative per la promozione della salute del suolo, dell’efficienza delle risorse e della tutela degli habitat nelle più importanti zone agricole di tutto il mondo. Ogni anno, enti di controllo indipendenti verificheranno i progressi rispetto agli obiettivi fissati, pubblicando poi un resoconto dei risultati raggiunti. La decisione è stata in larga misura presa a seguito delle 150 “listening session” organizzate a livello mon-

diale dall’azienda per identificare le azioni da intraprendere per affrontare meglio la sfida della sostenibilità. “Oggi l’agricoltura - ha dichiarato l’amministratore delegato di Syngenta Italia, Riccardo Vanelli - è in prima fila negli sforzi profusi a livello globale nel contrastare i cambiamenti climatici. In Syngenta ci siamo impegnati ad accelerare ulteriormente il passo della nostra innovazione per individuare le soluzioni migliori e sempre più sicure per affrontare la sfida comune dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità”. “Le nostre - ha concluso Vanelli non sono solo parole, ma azioni concrete che consentiranno all’azienda di aiutare gli agricoltori a far fronte ai cambiamenti climatici ed a ridurre l’impatto del settore in termini di emissioni di gas serra sul pianeta”. nnn

IN PRIMA FILA A LIVELLO GLOBALE

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Dopo la Brexit

Confagri al lavoro con associazione degli agricoltori britannici NFU sul futuro delle relazioni commerciali

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epidemia coronavirus non ferma i programmi e le scadenze in ambito europeo. È iniziato, a Bruxelles, il negoziato sulle future relazioni commerciali tra l’Unione europea e il Regno Unito. “Le trattative partono in salita”, ha messo in evidenza il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. L’obiettivo finale è condiviso. Siglare un accordo di libero scambio senza dazi, contingenti e ostacoli amministrativi, ma le posizioni sono contrastanti per quanto riguarda le condizioni e i tempi. Il governo di Londra non intende accettare, in cambio dell’ac-

cesso al mercato unico, il riferimento alla normativa europea e il giudizio della Corte di giustizia della Ue. Nel mandato negoziale affidato dal Consiglio UE alla Commissione c’è anche il riconoscimento delle norme europee in materia di indicazioni geografiche protette. Inoltre, il Regno Unito ha fatto sapere che abbandonerà le trattative, se non sarà stato raggiunto un accordo quadro entro giugno. È una scadenza troppo ravvicinata per raggiungere un accordo. Il governo britannico ha preso ufficialmente a riferimento l’intesa tra Ue e Canada che, però, ha richiesto sette anni di trattative. “Senza un accordo - ha spiegato


Alto il rischio di hard Brexit differita al 2021 Giansanti - ci troveremmo alla fine dell’anno nella situazione peggiore finora evitata: il ritorno delle frontiere tra UE e Regno Unito e il ripristino di dazi e controlli sulle merci. Il contraccolpo sul sistema agroalimentare italiano ed europeo sarebbe pesante”. Va ricordato che il Regno Unito è importatore netto di prodotti agroalimentari. Gli acquisti dagli Stati membri della UE ammontano a circa 40 miliardi di euro l’anno. Per i prodotti orticoli, ad esempio, la produzione britannica copre appena il 50% del fabbisogno. Per la frutta si scende a meno del 5 per cento. L’export italiano di settore si attesta a 3,4 miliardi di euro, di cui il 30% assicurato da prodotti a indicazione geografica protetta.

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Il Regno Unito è il quarto mercato di sbocco per le produzioni agroalimentari italiane, dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Vino e mosti e prodotti ortofrutticoli incidono per il 45% sul totale delle esportazioni destinate al mercato britannico. “Il rischio di una hard Brexit differita all’inizio del 2021 è alto. Per scongiurare questa prospettiva, lavoreremo anche in stretto contatto con l’associazione degli agricoltori del Regno Unito (NFU) - ha annunciato il presidente Giansanti -. La NFU punta come noi sul raggiungimento di un accordo di libero scambio, mantenendo gli alti standard di produzione dell’Unione. C’è il timore che il governo di Londra, in sostituzione dei prodotti in arrivo dagli Stati membri, apra la strada alle importazioni da Paesi extra UE dove vigono sistemi produttivi meno rigorosi in termini di tutela dei consumatori, del lavoro e protezione delle risorse naturali”. nnn

SUMMIT CONSIGLIERI AGRICOLI AMBASCIATE ESTERE

Summit a Palazzo Della Valle dei consiglieri agricoli delle Ambasciate estere in Italia riuniti nel Gruppo O.S.C.A.R. (Organismo Speciale Consiglieri Agricoli a Roma). L’incontro - a cui per Confagricoltura ha partecipato il componente di giunta con delega alle materie internazionali Giordano Emo Capodilista - ha visto una nutrita partecipazione di consiglieri agricoli di Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi e di altri Paesi ed è stato presieduto da Zoltán Kálmán responsabile del settore agricolo dell’Ambasciata di Ungheria. Molti i temi affrontati, dalle future relazioni con il Regno Unito agli accordi internazionali, dal quadro finanziario europeo 2021-2027 al periodo transitorio in vista della riforma della Pac, dalla politica commerciale statunitense allo sviluppo sostenibile, ai cambiamenti climatici. MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 27


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Avviato “Fields”, il più grande progetto formativo europeo per l’educazione permanente nell’agroalimentare di Elisabetta Tufarelli

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onfagricoltura, con l’Università di Torino, si è aggiudicata il coordinamento di “Fields”, all’interno dell’Erasmus lot 3, della Dg Education. “È il più grande progetto formativo europeo per l’educazione permanente nell’agroalimentare. Si rivolge a studenti che desiderano diventare imprenditori e agli imprenditori ‘under 40’ che intendono aumentare le proprie competenze. Vi sono coinvolti - ha spiegato Daniele Rossi, delegato di Confagricoltura e presidente della Ricerca ed Innovazione del Copa Cogeca - 40 partner di 12 Paesi europei, tra cui il Copa Cogeca e Food Drink Europe, e nei prossimi quattro anni informerà 20mila imprenditori”. Fields individuerà la carenza di competenze e indicherà quelle che i neo imprenditori dovranno necessariamente acquisire nei campi della bio economia, della digitalizzazione, delle

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produzioni agricole del futuro, senza tralasciare gli aspetti nutrizionali e la salute dei consumatori. Il percorso si svilupperà in quattro punti: dall’analisi dei fabbisogni formativi a quella dei trend europei, dall’esame dell’offerta formativa esistente al collegamento con le reali esigenze del settore per i prossimi dieci anni. “Per affrontare le sfide del futuro e restare competitivi - ha osservato la coordinatrice del progetto, prof.ssa Patrizia Busato del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino - si deve innovare con maggiore coraggio anche nelle competenze imprenditoriali, nei contenuti e nei meto-

40 partner di 12 Paesi. 4 anni di in-formazione per 20 mila imprenditori di formativi in tutta Europa. In questo senso va l’impegno per una progettazione educativa innovativa, a livello europeo”. Il percorso di training alternerà periodi in aula, presso istituti di ricerca ed enti di formazione, con moduli on line e tirocini pratici. Si punta sulla condivisione di una strategia e di un’agenda europea per i prossimi sette anni di programmazione 2021-2027, nell’ottica del quadro politico europeo Food 2030 e del suo piano d’azione. Il pro-


Erasmus Plus getto è ai nastri di partenza e si è già tenuta, a Torino, la prima plenaria nell’aula della Cavallerizza dell’Ateneo. “Fields - ha messo in evidenza Rossi - è un Erasmus plus da 4 milioni di euro, completamente dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei”. Questo progetto si occuperà della definizione delle nuove competenze richieste all’imprendito-

ria agroalimentare europea per restare competitiva ed affrontare le sfide del futuro globale, dal cambiamento climatico all’economia circolare, dalla nutrizione alla gestione sostenibile delle risorse naturali. Verrà elaborato un database delle principali 90 strutture didattiche, un profilo curriculare delle 10 nuove occupazioni prioritarie in Europa e 4 moduli formativi completi in 7 lingue diverse. Il progetto mira anche a preparare 102 docenti formatori e coinvolgerà 140 Organizzazioni professionali, che indirizzeranno questa piattaforma a 20 mila imprenditori e studenti laureati potenziali imprenditori. nnn MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 29


M APPAMONDO

di Jordan Nash

Anche il vino del canguro vuole saltare in India

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produttori di vino di Australia, Europa e Stati Uniti stanno cercando di entrare nel mercato indiano. Nonostante lo sfavorevole regime fiscale, le importazioni di vino in India sono cresciute del 12-13% e rappresentano circa il 35%

del consumo totale di vino del Paese in termini di valore, ma solo il 12% in termini di volume. Secondo un rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), i maggiori fornitori di vino in India sono

l’Australia e l’Unione Europea, che rappresentano quasi il 75% delle importazioni. Il governo indiano ha consentito agli hotel a cinque stelle di importare vini esenti da dazio, mentre gli altri importatori devono pagare un dazio del

150%. Pertanto, la vendita di vini importati si svolge principalmente negli alberghi di lusso. Tra il 2015 e il 2016 l’incremento del mercato del vino indiano è stato del 15%, contro il 9% della birra e il 4% dei superalcolici.

CONTRACCOLPI IN FRANCIA PER DAZI DI TRUMP

EXPORT DI VINO POST BREXIT

I viticoltori francesi, che hanno visto le loro vendite crollare negli Usa dopo l’imposizione della tassa del 25% da parte dell’amministrazione Trump, chiedono allo Stato e a Airbus un fondo di compensazione di 300 milioni di euro. Il ministero dell’Economia e delle Finanze francese ha stimato che le esportazioni del loro vino verso gli Stati Uniti sono crollate del 44% a novembre 2019 rispetto a ottobre. Per Jerome Despey, presidente del consiglio specializzato Vins de France AgriMer, con questa cifra i viticoltori vorrebbero così compensare i 250 milioni di euro di imposta supplementare affrontata e i 50 milioni di euro di perdite di mercato.

I vini dell’emisfero meridionale prospereranno maggiormente nella Gran Bretagna post-Brexit. A parere dell’ultimo Wine Trade Monitor, dell’agenzia di comunicazione alimentare Sopexa, la Brexit darà una spinta ai vini australiani. Ma non solo. La crescita dovrebbe interessare anche quelli cileni e argentini. Secondo gli esperti britannici, nel post-Brexit, oltre ai vini dell’emisfero meridionale, cresceranno anche quelli bio e biodinamici. I consumatori del Regno Unito sono disposti a pagare circa il 38% in più per una bottiglia di vino biologico rispetto a quello tradizionale e, in media, spendono ogni mese 200 milioni di sterline in alimenti e bevande bio. Si prevede anche un trend di crescita per i vini a basso tenore alcolico.

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Olio California marchio protetto

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l disegno di legge di Cecilia Aguiar-Curry, componente dell’Assemblea della California, stabilisce che in etichetta la dicitura “California” si potrà usare solo per i prodotti che utilizzano olive californiane. “Questa misura – sottolinea - proteggerà i consumatori e gli agricoltori con informazioni

chiare sulla provenienza delle olive e degli oli”. Lo Stato produce il 4% dell’olio d’oliva mondiale da oltre 75 varietà di olive e la domanda è in costante aumento. Negli anni scorsi erano stati introdotti standard severi e l’etichettatura; ora si vuole fare un passo ulteriore. Attualmente una bottiglia di

olio d’oliva può essere pubblicizzata e marchiata “California” anche se contiene oli provenienti da altre regioni del mondo, creando confusione nei consumatori e svantaggio competitivo per gli olivicoltori e i produttori di olio locali. “Il nostro Stato – conclude Aguiar-Curry - ha i migliori prodotti agricoli

e i più alti standard ambientali e di lavoro del mondo. I consumatori cercano questi prodotti perché li associano alla qualità. Consentendo alle aziende di trarre in inganno i consumatori con l’etichetta California nei prodotti che non vengono coltivati qui, si sminuisce tutto ciò che stiamo realizzando”.

OLIO TUNISINO PUNTA SU MERCATO EUROPEO

MALCONTENTO IN SPAGNA PER CALO PREZZI

La Camera Nazionale dell’Unione degli Esportatori di Olio d’Oliva ha chiesto alle autorità tunisine e all’Unione Europea di aumentare la quota di esportazione di olio d’oliva tunisino verso l’Ue, da 56 mila tonnellate a 100 mila tonnellate. Lo sottolinea il presidente Chiheb Slama, giustificando questa richiesta con la domanda d’importazione stimata 50 volte superiore al contingente autorizzato dall’Ue e con il fatto che le quantità esportate dovrebbero raggiungere quasi 250 mila tonnellate per la stagione olivicola 2019-2020. Il settore conta 320mila produttori, 1674 frantoi, 80 unità di confezionamento e 70 esportatori di olio d’oliva confezionato, con più di 60 marchi commerciali.

Continua il malcontento degli agricoltori spagnoli. Chiedono prezzi equi per i loro prodotti, tra cui le olive da tavola e l’olio d’oliva. A loro avviso i prezzi sono rimasti a livelli “insostenibili” e per questo le associazioni di rappresentanza Upa, COAG e Asaja hanno organizzato 21 manifestazioni di protesta in tutto il Paese. Oltre ai prezzi bassi, molti manifestanti chiedono “misure di sostegno” per far fronte ai maggiori costi di produzione (come il recente aumento del salario minimo nazionale del cinque per cento all’inizio di gennaio), alle incertezze del commercio internazionale causate dalla Brexit e dall’imposizione, da parte degli Stati Uniti lo scorso ottobre, di dazi su numerosi prodotti agricoli spagnoli. MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 31


INNO VA Z IONE SM AR T L AND

RiceHouse: dall’agricoltura all’architettura. A colloquio con Tiziana Monterisi su progettazioni con materiali naturali di Gabriella Bechi

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iceHouse nasce da un sogno: quello di Tiziana Monterisi, architetto, specializzata in progettazioni con materiali naturali, che voleva far dialogare agricoltura e architettura. “Quando dalla Lombardia mi sono trasferita a Biella - dice sono rimasta affascinata dal paesaggio agricolo, fatto sostanzialmente da risaie, e seguendo le fasi della lavorazione mi sono soffermata sull’ultima: quella della bruciatura della paglia. Ho pensato che l’enorme potenzialità di tutto quello che rimaneva sul campo potesse realmente essere messa a sistema, sviluppando soluzioni concrete e attuabili, nell’ottica di far diventare i sottoprodotti dell’agricoltura una risorsa e un giacimento di energia pulita a favore delle comunità, in termini socio-economici e di sviluppo sostenibile”. Così nel 2016, dopo aver studiato a lungo i possibili utilizzi della paglia, Tiziana Monterisi fonda, insieme al compagno Alessio Colombo, RiceHouse, una realtà imprenditoriale basata sulla valorizzazione dei prodotti secondari

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della coltivazione del riso, come la paglia e l’argilla, e del risone, come la lolla, la pula, l’acqua di cottura e le ceneri, ricchi di silice, che vengono recuperati ed utilizzati per la produzione di materiali edili: isolanti, intonaci, massetti, finiture, al 100% naturali. Prodotti che garantiscono un elevato isolamento termico, eccellenti prestazioni acustiche, un’alta traspirabilità e un’ottima capacità di regolamentazione dell’umidità interna. Materiali sani, durevoli, del tutto riciclabili, estremamente ecologici, in grado di ridurre e sequestrare notevoli quantitativi di CO2 dall’ambiente nell’intero ciclo di vita.

Dalla natura all’architettura, senza produrre rifiuti, ponendo l’uomo al centro di un processo industriale il più possibile sostenibile. “È necessario iniziare a ragionare in termini di economia circolare - aggiunge l’imprenditrice -. Le materie prime devono essere prelevate dall’ambiente, trasformate, utilizzate, smaltite e re-immesse nell’ambiente stesso da cui sono state prelevate. In alcuni casi la loro gestione diventa addirittura un’attività economica in grado di sostenere la propria filiera industriale e di alimentare le esigenze di un mercato innovativo ed emergente”.


Materie prime prelevate da ambiente, trasformate e re-immesse in ambiente

Dal chicco alla casa

produzione di rifiuti e l’impatto ambientale. Case con elevatissime prestazioni energetiche, che assicurano un comfort termico equilibrato, basato su una minima fonte di energia, normalmente prodotta da fonti rinnovabili, senza la necessità di introdurre alcun impianto di riscaldamento convenzionale, riducendo il consumo di combustibili fossili ed i costi per gli allacci alla rete di distribuzione. Abitazioni che ottimizzano l’apporto passivo del sole, rispettando i canoni della bioedilizia, sfruttando il calore generato dall’utilizzo generale dell’edificio, compensando in tal modo le minime perdite invernali e massimizzando l’efficienza energetica dell’involucro edilizio. Una vera e propria “terza pelle” per chi ci vive! nnn

I​ l reimpiego dei sottoprodotti del riso ha permesso, inoltre, di disegnare un nuovo processo di sviluppo rurale nei territori più fragili, salvaguardando le produzioni primarie e le risorse ambientali e allo stesso tempo tutelando gli interessi e i profitti delle diverse realtà coinvolte, in primis gli agricoltori. Da qui nasce il brand “Risorsa”, un marchio registrato attraverso il quale si promuove lo sviluppo e la diffusione di case costruite ex novo, preferibilmente prefabbricate, o ristrutturate, con materiali provenienti da scarti di riso, secondo un approccio alla bioarchitettura che minimizzi la MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 33


INNO VA Z IONE NUOV E FR ON T IER E

In Trentino l’azienda di Preghenella ha avviato sperimentazione vitivinicola innovativa di Paola Castello

I Vigne intelligenti

l leit motiv che spesso si sente nel nostro Paese, “Si è sempre fatto così!”, non è adatto ad alcuna realtà imprenditoriale o contesto produttivo, tantomeno a quello agricolo. Essere innovatori in agricoltura è fondamentale e lo sa bene Giuliano Preghenella, viticoltore del Trentino, uno dei vincitori del Premio nazionale per l’innovazione istituito da Confagricoltura. Appassionato di agricoltura da sempre (una passione che ha determinato anche il suo percorso formativo), ha un’azienda vitivinicola di 5 ettari che conduce con il fratello e il padre, tra collina e pianura, nella zona di Roveré della Luna, al confine tra la provincia autonoma di Trento e quella di Bolzano. Un’area a forte vocazione vitivinicola quella in cui si trova la sua impresa e dove la qualità della produzione è fondamentale per essere competitivi, soprattutto se si vuole esportare all’estero, come in questo caso. Fiore all’occhiello dell’azienda è il Pinot grigio, ma non manca una quota di produzione di varietà tipiche del territorio dell’Adige.


Strenuo sostenitore del connubio tra agricoltura e innovazione, Giuliano ci racconta che ha sempre pensato che il mondo dei ricercatori e quello delle imprese agricole dovessero parlarsi di più e ha preso spunto dall’incontro con la Fondazione Bruno Kessler e con Agriot Lab per realizzare concretamente questa sinergia. La Fondazione Bruno Kessler è una realtà del Trentino che promuove, tra le altre cose, la ricerca scientifica, il progresso tecnologico e l’applicazione pratica dei risultati della ricerca, sostenendo progetti di sviluppo. Agriot Lab è uno dei più importanti centri di ricerca della regione, che si occupa di trasferimento tecnologico dell’Unità di Ricerca OpenIoT della Fondazione Bruno Kessler e che studia e implementa soluzioni e prodotti per mettere a servizio del territorio le competenze acquisite in anni di ricerca sull’IoT (“Internet of Things”). Due partner all’avanguardia nel campo della ricerca, a cui si sono aggiunti il consorzio irriguo locale, la Cantina Sociale di Roverè della Luna ed il Consorzio Cavit (Cantina Viticoltori del Trentino), realtà che raggruppa 10 cantine locali, per un totale di 4.500 viticoltori, la cooperativa più grande e rinomata del Trentino. La collaborazione tra tutti questi soggetti ha dato il giusto input all’azienda Preghenella per dare il via ad una sperimentazione. Sono state quindi installate in campo, tra i filari di viti, alcune stazioni meteo e dei sensori, messi a disposizione appunto da Agriot Lab, capaci di rilevare con estrema precisione i livelli di umidità del terreno. Rilevazioni costanti e precise che forniscono dati immediatamente consultabili da smartphone o computer e che consentono di regolare l’irrigazione secondo le reali necessità del terreno. Questo è quanto spiega, con entusiasmo, Preghenella.

La raccolta - tramite una rete a basso consumo energetico e ad ampia copertura - di poche e precise informazioni, ma effettuata in modo continuativo e con dati storici facilmente reperibili e confrontabili, permette di capire le caratteristiche del terreno, le sue necessità e come questo reagisca all’irrigazione di precisione. Si tratta di una delle nuove frontiere dell’agricoltura di precisione. Ed è proprio questa, “Nuove frontiere”, la categoria del premio istituito da Confagricoltura per la quale l’azienda trentina ha ricevuto il riconoscimento. Gli esiti dell’introduzione di questa innovazione sono stati abbastanza immediati e misurabili: un significativo risparmio delle risorse idriche, una riduzione dei consumi energetici, nonché un miglioramento qualitativo dell’uva prodotta. La facilità di utilizzo di queste tecnologie inoltre - precisa Preghenella - non ha richiesto particolari competenze o l’ingresso in azienda di nuove professionalità,

motivo in più per poter diffondere facilmente questa “buona pratica” anche in altre realtà produttive. E Giuliano, consapevole dei vantaggi dell’agricoltura 4.0, ammette di voler fare proseliti in questo senso e di voler condividere informazioni e conoscenze, nonché la sua esperienza diretta, con altri imprenditori agricoli. È per questo che è molto attivo anche sui social (twitter, linkedin, telegram), promuovendo attraverso questi canali sia la propria azienda, sia la cultura dell’innovazione applicata all’agricoltura. Il riconoscimento conferitogli da Confagricoltura ha dato una grande visibilità alla società e al progetto stesso, che Preghenella spera possa essere replicato altrove. Come ogni innovatore, Giuliano guarda già al futuro e accenna al fatto che sta avviando dei nuovi progetti insieme ai suoi partner. Perché ai sostenitori del “si è sempre fatto così”, Preghenella risponde con “Adesso proviamo a fare diversamente”. nnn

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AT T U ALI TÀ P ERC OR SI

Beesmart

Apicoltura urbana: nella sede di Confagri Parma l’alveare diventa stazione meteo

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uando la tecnologia entra dentro l’alveare, con l’ambizione di salvare l’ambiente e contrastare l’inquinamento. Nasce così l’arnia smart installata nella sede di Confagricoltura Parma in via Magani, zona San Pancrazio; la prima “arnia smart” del Parmense nell’ambito di una partnership tra Confagricoltura Parma e Beesmart Italy che coinvolge anche l’Azienda agraria sperimentale Stuard, per la corretta conduzione della famiglia di api. “L’arnia - spiegano gli ideatori Lorenzo Ovrezzi, Luigi D’Ovidio e Stefano Sarti - è dotata di una stazione meteorologica e di una serie di sofisticati sensori che permettono di raccogliere ed elaborare numerosi dati: tra questi l’umidità, il peso, la temperatura interna ed esterna, il particolato in atmosfera (Pm10 e Pm2,5), oltre ad effettuare il conteggio della popolazione attiva in volo”. “Le api - commenta Mario Marini, presidente di Confagricoltura Parma - oltre ad essere il garante essenziale della biodiversità del nostro Pianeta, sono degli

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Da sinistra: Reggiani, Zedda, Ovrezzi, Marini, Sarti e D’Ovidio

affidabilissimi organismi di monitoraggio dell’ambiente. Poter analizzare la loro opera in modo puntuale e preciso permette di utilizzarle come indicatori multispettro di dati ambientali. La nostra idea, contando sull’adesione dei soci di Confagricoltura Parma e di tutti gli agricoltori interessati, è quella di installare le arnie smart in differenti luoghi della provincia in modo da creare una rete di misurazione indipendente, in grado di garantire un monitoraggio costante e raffinate mappe dell’inquinamento dell’aria a livello locale. Collegando i sensori ad un cloud, sarà possibile raccogliere una mole notevole di dati sulla qualità ambientale di una determinata zona, aiutando i decisori e noi agricoltori ad adottare le migliori pratiche”. Pieno appoggio all’iniziativa da parte del Comune di Parma. “Avere un’installazione di questo tipo in città - commenta Sebastiano Pizzigalli, consigliere comunale delegato alle Politiche agricole e ai Rapporti con il Territorio - è sicuramente un valore aggiunto. Le funzioni hanno risvolti potenzialmente interessanti sia per il settore pubblico che privato. In particolare l’analisi dei dati da remoto permette all’imprenditore di capire quando e come intervenire in modo oggettivo e mirato, mentre per un’amministrazione pubblica sono preziosi i dati atmosferici e quelli relativi

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all’inquinamento, così da indirizzare parte delle proprie politiche ambientali. Fa molto piacere che questa idea di progetto sia nata e sia stata portata avanti proprio da tre giovani tecnici del territorio”. A sostenere l’iniziativa anche la Regione Emilia-Romagna che già a partire dal 2018, attraverso la partecipazione al Bando PSR 2014-2020 misura 6.2.01 “Aiuto all’avviamento di imprese extra-agricole in zone rurali”, ha riconosciuto alla Beesmart Italy (un’impresa che si occupa di fabbricazione di prodotti per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia) l’opportunità di ottenere un contributo a fondo perduto del valore di 15.000,00 euro per realizzare una ricerca in materia di apicoltura e ambiente. È anche grazie a questo contribu-

to che si è potuto sviluppare un prodotto altamente specializzato per il monitoraggio dell’alveare e dell’inquinamento ambientale nel quale l’alveare è inserito. L’arnia smart collocata nella sede di Confagricoltura Parma sarà gestita dall’azienda agraria sperimentale Stuard, che metterà in atto i protocolli veterinari ed effettuerà le periodiche e basilari operazioni di pulizia, al fine di garantire un’efficace lettura dei sensori di bordo che sono stati concentrati in questo alveare di generazione 4.0. nnn

NELL’ARNIA SENSORISTICA BIOMETRICA E AMBIENTALE

La Beesmart è stata concepita come uno strumento sofisticato per apicoltura sperimentale, strutturalmente costruita sul modello di arnia razionale Dadant Blatt (lo standard più diffuso) a 10 favi mobili. Oltre a consentire le normali tecniche di allevamento apistico, l’arnia è dotata di sensoristica biometrica e ambientale interna ed esterna: insieme ad una stazione meteorologica ed una serie di sofisticati sensori possono essere raccolti ed elaborati importanti dati, tra i quali umidità, peso, temperatura interna ed esterna, il particolato in atmosfera (PM10, PM2,5); contemporaneamente vengono effettuati il conteggio della popolazione di api attiva in volo, in entrata e in uscita. MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 37


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Il marchio King della start-up dei fratelli Caccia fregia frutti di qualità, succhi, bevande e Prosecco

di Gabriella Bechi

L’

idea è arrivata nel 2016 a due giovani fratelli, Mirko ed Emanuele Caccia che, a Sant’ Oreste, in provincia di Roma, hanno deciso con grande coraggio di investire nella produzione delle melagrane, un frutto poco diffuso in Italia, ma dalle grande proprietà salutistiche e dalle enormi potenzialità di mercato. “Siamo partiti piantando a melograno due ettari di terreno che ci aveva lasciato nostro nonno e commercializzando i primi frutti, nei bar di Roma, utilizzando la macchina di nostra madre. I clienti sono cresciuti rapidamente e presto abbiamo cominciato ad avere richieste anche da parte della GDO - racconta Mirko -. Così abbiamo acquistato altri terreni (oggi siamo a 30 ettari) e abbiamo realizzato una rete di contatti con produttori locali che oggi conferiscono alla nostra azienda frutti provenienti da altri 50 ettari”. Così è nato il marchio King, registrato in tutto il mondo, che identifica il prodotto attraverso

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Melagrane uno speciale bollino che lo rende facilmente riconoscibile. In azienda gli agronomi seguono tutto l’iter della lavorazione del frutto per poter offrire ai clienti una qualità unica ed inimitabile, oggettivamente superiore per caratteristiche estetiche (brillantezza della buccia, assenza di graffi, colore intenso) ed organolettiche (gusto ideale, freschezza e corretto rapporto tra zuccheri ed acidi). I melograni vengono coltivati secondo un rigoroso disciplinare di produzione, che garantisce la massima salubrità del prodotto ed il rispetto dell’ambiente. I frutti vengono accuratamente selezionati e confezionati secondo i più severi standard di controllo italiani ed europei

Investimento agricolo e industriale in Tunisia per aumento domanda (certificazioni ISO 9001 e Global Gap) in una speciale busta di plastica ad atmosfera modificata, ottenuta con una particolare tecnologia brevettata, studiata appositamente per mantenere intatta il più a lungo possibile la freschezza del prodotto. Negli ultimi tre anni l’azienda è cresciuta tantissimo, perciò, per dare continuità e coprire un ampio calendario commerciale, Mirko ed Emanuele hanno affiancato la produzione italiana con l’importazione da Perù, Su-


da bere dafrica, Tunisia, Egitto, Turchia e Spagna, offrendo la possibilità ai loro clienti di avere un prodotto sempre fresco e soprattutto di stagione. L’azienda ha quindi cercato di trovare nuove proposte per tutte le esigenze. “La spremuta di Melograno King - dice Mirko - è stata una delle prime idee che abbiamo avuto e il riscontro dei nostri clienti è stato assolutamente positivo. Questo prodotto è, infatti, l’alternativa perfetta per chi vuole consumare una melagrana in pochi minuti e ottenere tutte le sue proprietà benefiche. Insieme ai frutti diamo al circuito Ho.re.ca. la Spremitrice King, bicchieri a marchio e un apposito kit informativo e pubblicitario”.

Mirko Caccia

prezzo diverso, mantenendo comunque elevati standard qualitativi. Anche l’azienda dei fratelli Caccia ha aderito alla campagna “#iorestoacasa”; per fronteggiare il Coronavirus provvede alla consegna gratuita a casa dei frutti. Le melagrane, ricche di vitamine e sali minerali, sono preziosi per nnn Oggi la giovane start-up è la la salute. prima in Italia ad essersi specializzata nella produzione e commercializzazione del frutto del melograno e sta pensando a nuovi prodotti, come il succo di melagrana pastorizzato in prossima uscita e un Prosecco al melograno, a cui sta lavorando grazie al bando della Regione Lazio, “Food Innovation Hub”. E ancora il vino, la birra ed i cioccolatini. E, tra i nuovi progetti messi in campo, l’affitto a lungo termine di mille ettari in Tunisia e l’avvio di una azienda per la trasformazione e la commercializzazione in questo Paese, per soddisfare la domanda crescente, differenziando l’offerta con prodotti di MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 39


AT T UALI TÀ PERCOR SI

Ricordando Filo della Torre Il premio letterario di Pandolea che onora la memoria ed il settore olivicolo di Elisabetta Tufarelli

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L’

edizione 2020 del premio letterario ‘Ranieri Filo della Torre’, oltre che un evento per ricordare un personaggio importante del mondo dell’olivicoltura e dell’agricoltura nazionale, è stata l’occasione per valorizzare l’olivo e l’olio extravergine d’oliva. Promosso dall’associazione Pandolea - che riunisce le produttrici di olio extravergine di qualità e le donne comunque impegnate nel settore olivicolo e fortemente voluto dalla sua presidente Loriana Abbruzzetti - l’evento ha assegnato i premi ai finalisti del concorso. Per questa quarta edizione sono state coinvolte più di 80 opere in gara, tra poesie, narrativa e saggistica, tra le quali

Un’antologia con i migliori racconti e poesie la giuria, presieduta dal giornalista Rai Bruno Gambacorta e di cui hanno fatto parte Fiorella Cappelli e Loriana Abbruzzetti, sono state selezionate le vincitrici. Invece le tesi di laurea, scelte da un comitato di accademici presieduto dal Prof. Riccardo Gucci, sono state 14 e tutte di ottimo livello. La manifestazione è stata inaugurata da Marida Iacona della Motta, moglie di Ranieri, che ha portato il suo saluto. Il giornalista Maurizio Pescari, che ha moderato questa quarta edizione, ha introdotto i re-


sottolineato il valore produttivo ed economico dell’olio extravergine italiano. “Nonostante i problemi e le difficoltà, non ultima quella dei prezzi in picchiata - ha detto - c’è un’Italia di successo, creativa e ammirata nel mondo, che va sostenuta e promossa”. La presidente di Pandolea, Loriana Abbruzzetti, ha sottolineato l’importanza, anche attraverso questo premio, di mettere in evidenza il forte legame che esiste tra la terra e la cultura, facendo incontrare questi due mondi, molto più vicini di quanto si pensi, con l’obiettivo di promuoverli e farli crescere quanto meritano. nnn Pier Luigi Silvestri

latori: Bruno Gambacorta, Stefano Francia, Pier Luigi Silvestri, Maria Lisa Clodoveo, Sabrina Diamanti e Loriana Abbruzzetti. Ha subito ricordato i valori culturali e sociali dell’olio, che sono universali. Ha poi fatto un excursus paragonando il mondo dell’olio a quello del

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vino, sottolineando come, sul territorio italiano, il verde preponderante sia quello dell’olivo, non della vite. Pier Luigi Silvestri, presidente di Assofrantoi e della Federazione regionale olio di Confagricoltura Lazio, nel suo intervento, ha

50 SFUMATURE DI OLIO

“50 sfumature di olio”, è il titolo accattivante per l’antologia edita da Agra, la casa editrice romana specializzata nel campo dell’informazione sull’agroalimentare. Raccoglie le poesie ed i racconti selezionati dalla giuria di questa quarta edizione del Premio letterario Ranieri Filo della Torre, lanciato da Pandolea. D’altronde l’olivo, in tutte le sue manifestazioni, dall’albero all’olio, passando per le olive, sono sempre stati fonte d’ispirazione per gli artisti, in particolare scrittori e poeti. Gli autori hanno scritto poesie e racconti di fantasia o ispirati a fatti di cronaca con oggetto la filiera dell’olio extravergine di qualità. Oltre alle poesie e ai racconti dei vincitori, sono stati inclusi alcuni testi che la giuria ha ritenuti meritevoli di pubblicazione. MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 41


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Sulle pendici della Sila Greca l’extravergine bio dell’impresa familiare di Leopoldo Bellucci di Elisabetta Tufarelli

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a produzione dell’olio rappresenta un comparto strategico nazionale. Lo è soprattutto in Calabria, non solo perché la regione è la seconda produttrice dopo la Puglia, ma anche perché l’olio extravergine calabrese è un prodotto eccellente, grazie alla particolare collocazione geografica, che ha permesso la sviluppo di tantissime cultivar di olivo diverse. Ecco perché il nostro viaggio ci ha portato fino a San Demetrio Corone, un ridente paese d’origine albanese, sulle pendici della Sila Greca, dove incontriamo Leopoldo Bellucci. “L’azienda - spiega con orgoglio l’imprenditore familiare - nasce nel 1878 e io sono la quarta generazione che, su queste terre, si occupa di coltivazione, raccolta, lavorazione delle olive, stoccaggio, confezionamento e vendita dell’olio”. L’imprenditore ha 49 anni e due figli e la sua impresa consta di 46 ettari di cui 43 olivetati e tre a seminativo, in un territorio dove l’agricoltura rappresenta uno dei settori fondamentali dell’economia. “È proprio così - sottolinea Leopoldo - e per questo gli agricoltori

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Eccellenza

andrebbero sostenuti. Stiamo attraversando un periodo difficile: i prezzi continuano ad abbassarsi e la domanda non sale. Malgrado ciò mi auguro che la situazione migliori permettendomi di crescere ancora”. In quattro generazioni il modo di fare agricoltura è cambiato radicalmente.


Leopoldo Bellucci (a destra)

L’impresa familiare punta su sostenibilità, qualità e imbottigliamento

calabrese

“Da quando ho preso le redini dell’azienda - precisa Leopoldo - ho iniziato ad investire apportando cambiamenti e innovazioni per migliorare la qualità dell’olio che produco. Ho anche scelto di puntare sulla sostenibilità e, di conseguenza, ho convertito, dal 1998, in biologico”. L’indirizzo

olivicolo, insieme all’attenta e selezionata scelta delle epoche di raccolta e modalità di molitura nel frantoio aziendale di proprietà, si traducono in un olio di eccellente qualità, frutto di operazioni colturali a basso impatto ambientale. L’azienda traccia precisamente la sua produzione: dall’olio confezionato in bottiglia (nei formato da 0,50 e da 0,75) o in lattina si può risalire fino all’appezzamento aziendale, dove le olive sono state raccolte e conoscere anche tutti i passaggi intermedi. L’impresa familiare si avvale, oltre che di una grande esperienza nel settore, maturata in più di 140 anni, delle più moderne tecnologie per la raccolta e la lavorazione delle olive. Molte le varietà d’olivo coltivate tra cui la dolce di Rossano, la Carolea, la Coratina, la Biancolilla, la Roggianella e la Nocellara del Belice. È da queste olive che si estrae un mix eccellente di oro verde, con un sapore fruttato medio, con sentore di erba e note di pomodoro, mandorla, nocciole fresche e un retrogusto di cardo e verdura dolce. L’olio extravergine, oltre ad essere commercializzato all’ingrosso e al dettaglio, viene anche esportato in Svizzera, Regno Unito e Francia. “Quando ho iniziato - conclude l’imprenditore - il nostro olio veniva venduto prevalentemente sfuso. Mi sono impegnato, in questi anni, su tre fronti: la sostenibilità, la qualità e l’imbottigliamento. L’azienda è biologica, la qualità è eccellente e sono riuscito anche ad incrementare il quantitativo d’olio che imbottiglio direttamente dal 2% al 20% e intendo aumentarlo ancora”. nnn MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 43


AT T UALI TÀ PERCOR SI

La ricerca fa il pieno con oltre duecento agricoltori all’evento Fiiaf di Confagri Ravenna di Barbara Bertuzzi

«L’

agricoltura ha bisogno della ricerca per apportare caratteri migliorativi alle piante, adattandole al territorio e ai cambiamenti climatici: non possiamo permetterci di rinunciare al progresso scientifico». Lo hanno detto Andrea Betti, presidente di Confagricoltura Ravenna e Giancarlo Bubani, presidente provinciale dell’Impresa agricola familiare all’evento “Dai falsi miti alle nuove tecniche di miglioramento genetico”, svoltosi a Ravenna. Bisogna quindi puntare sull’innovazione per favorire la lotta alla calamità numero uno, la cimice asiatica, e a malattie fungine come la peronospora e l’oidio, ma anche per ridurre il fabbisogno idrico delle piante e lo stress vegetativo da eccesso di sale nel terreno, oppure per ottenere una varietà di soia ad alto tasso oleico e persino una di riso resistente al brusone. Non solo. La scienza sta lavorando sulla fotosintesi clorofilliana con l’obiettivo di aumentare la produttività delle colture. «Sono tutte scoperte rese possibili da innovazioni varietali scientifi-

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che, che però rischiano di rimanere chiuse in laboratorio se non si colma il vuoto normativo che tuttora blocca l’applicazione delle nuove tecniche di miglioramento genetico (New breeding techniques - Nbts) in Italia ed in Europa», ha sottolineato Deborah Piovan, dirigente confederale e portavoce del progetto ‘Cibo per la mente’, rivolgendosi a più di 200 agricoltori in sala, ai rappresentanti del mondo dell’impresa e delle istituzioni locali, alla presenza di Carlo Lasagna, presidente nazionale Fiiaf, in-


Scienza fondamentale sieme alla vicepresidente Danila Massaroli e a Luca Ginestrini, direttore dell’area organizzativa nazionale di Confagricoltura. «La ricerca deve essere inserita in un processo sociale e interattivo, per farne conoscere le reali potenzialità al fine di produrre di più e meglio, seppur con minor disponibilità di terreno e in un contesto sempre più difficile. Occorre migliorare la sostenibilità ambientale ed economica delle produzioni impattando sempre meno sull’ambiente. I terreni - è la conclusione di Pio-

van - dovranno essere utilizzati nel modo più efficiente, riducendo gli sprechi e ottimizzando l’impiego di fitofarmaci attraverso l’adozione della moderna agricoltura digitalizzata». L’evento di Confagricoltura Ravenna ha dato anche il via alla raccolta firme per la revisione della Direttiva UE 2001/18 sugli Ogm, affinché queste nuove tecniche di miglioramento genetico siano escluse dal campo di applicazione della normativa Ue, dando così il via libera alla loro sperimentazione in campo. nnn MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 45


ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO ITALIA I NOSTRI EROI DEL QUOTIDIANO

Con hastag “#noisiamoconfagricoltura”, “#lagricolturanonsiferma”, è partita la campagna di comunicazione sui social media di Confagricoltura, alimentata spontaneamente dagli agricoltori associati. Postate immagini dei produttori al lavoro. Eroi del quotidiano che sottolineano: “Orgoglioso di garantire cibo, il più buono. Quello italiano”.

TRENTO TAVOLO FAUNISTICO

Aldo Debiasi di Confagri Trentino entra a far parte del “Tavolo faunistico” provinciale in rappresentanza delle organizzazioni agricole. Il Tavolo assicurerà l’informazione, la partecipazione e il raccordo, per la definizione delle strategie e degli indirizzi, tra la Provincia e i soggetti coinvolti nei vari aspetti della gestione faunistica. 46 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020

di Alessandra Porro

CONFAGRICOLTURA CALABRIA ALLA REGIONE

Allarme siccità

“Le imprese agricole si trovano a dover fronteggiare una nuova emergenza climatica legata alle alte temperature che si registrano in questi mesi in Calabria e che stanno già comportando ingenti danni alle colture di vaste aree della nostra regione”. Lo denuncia Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria, che segnala la preoccupazione elevata tra gli operatori agricoli per questa situazione. “Dai dati del servizio Copernicus relativo ai cambiamenti climatici - sottolinea - emerge come nel mese di gennaio si siano registrate le temperature più alte della media stagionale dal 1880 (anno in cui in cui sono cominciati i moderni rilevamenti) ad oggi. A questa anomalia termica si aggiunge la totale assenza di precipitazioni in questi mesi, che ha ridotto drasticamente la portata idrica dei corsi d’acqua e conseguentemente il livello degli invasi, fondamentali per l’irrigazione di soccorso. Due concause, legate tra loro, che hanno già comportato effetti diretti sulle coltivazioni ortofrutticole primaverili e che rischiano di compromettere anche quelle future”. Una situazione che si aggrava di giorno in giorno e che, dalle segnalazioni

pervenute dalle imprese associate e dalle strutture territoriali, sta comportando danni alle colture orticole, ortofrutticole (particolarmente alla coltivazione dei finocchi nell’area del Crotonese) e arboree, nonché agli allevamenti. Tanto da mettere seriamente a repentaglio la tenuta economica di numerose strutture produttive già colpite dalla profonda crisi di mercato. Un quadro decisamente negativo già segnalato con una missiva al dipartimento agricoltura della Regione Calabria”. Da qui l’appello del presidente di Confagricoltura Calabria. Chiediamo alle massime autorità regionali di attivare fin da subito tutte le procedure tecniche e amministrative necessarie per effettuare gli accertamenti urgenti e i sopralluoghi per valutare i danni subiti dalle aziende. Questo al fine di valutare la richiesta della dichiarazione dello stato di calamità naturale per la Calabria”. Una procedura che consentirebbe in parte di superare le difficoltà che stanno incontrando gli imprenditori agricoli calabresi già alle prese con una crisi straordinaria del mercato aggravata ora dall’emergenza climatica che ha investito tutto il settore.


INIZIATIVA DI CONFAGRICOLTURA LIGURIA

CAMPANIA ZONE VULNERABILI

Orto terapia

È stato presentato ad Alassio il progetto dell’Istituto alberghiero Giancardi Galilei denominato ‘Ortogarden del Sorriso’, che affiancherà i laboratori multimediali per la didattica speciale, la ‘Cucina e bar del sorriso’. Ortogarden, progettato dall’agrotecnico Simone Cirio con il contributo dell’Azienda Garden Service di Borghetto S. Spirito, si avvarrà della partecipazione delle aziende socie di Confagricoltura Savona e della Fondazione De Mari e i Lions Club di Alassio e Albenga. Si tratta del primo esperimento di didattica speciale circolare di orto-terapia. La struttura, oltre a coinvolgere gli alunni con disabilità, garantirà alla cucina della scuola l’apporto di aromatiche per un altro progetto, “Pasta ai profumi di Liguria”, in cui sono impegnati i docenti del corso enogastronomico nell’ideazione e preparazione di paste fresche e secche impreziosite dalle aromatiche della Piana albenganese. “Ortogarden” garantirà anche agli alunni in sedia a rotelle di poter svolgere attività orto-colturali: dalla propagazione per talee, alla semina, dalla potatura agli innesti. Il nuovo laboratorio per la didattica speciale è un valido esempio di come sia possibile realizzare, attraverso la

collaborazione tra attori del territorio, iniziative altrimenti di difficile attuazione per i singoli. Una testimonianza tangibile di come fare insieme sia più conveniente e più efficace. “Questo progetto conferma la vitalità dell’istituto alberghiero di Alassio - ha detto il presidente di Confagri Liguria, Luca De Michelis - che ha saputo costruire rapporti di partnership con tutti gli attori economici e sociali del territorio, valorizzando le nostre eccellenze in un contesto di inclusione”. Confagricoltura da tempo ha puntato l’attenzione verso il sociale, mettendo in campo numerosi progetti su tutto il territorio nazionale in collaborazione con le aziende associate. Ha anche ideato il concorso “Coltiviamo agricoltura sociale” bandito dalla stessa Organizzazione, Onlus Senior-L’Età della Saggezza e Reale Foundation, con il quale ogni anno assegna tre premi del valore di 40 mila euro ciascuno e tre borse di studio per la partecipazione al Master in Agricoltura Sociale presso l’Università di Roma Tor Vergata, ai migliori progetti presentati da imprenditori agricoli singoli o associati e cooperative sociali, anche attraverso partenariati con altre associazioni.

Il Tar ha bocciato la delibera della Regione Campania sulle nuove delimitazioni delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, unitamente alla relazione tecnica di accompagnamento, basata sui dati dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente della Campania. La richiesta di sospensiva era stata avviata dai legali di Confagricoltura Campania e da un gruppo di aziende associate a tutela degli interessi degli imprenditori agricoli, in particolare degli allevatori, che si sentono lesi ingiustamente dalle norme contenute nella delibera. “Continuiamo ad apprezzare quanto la giunta regionale ed il presidente della Regione Campania fanno per l’agricoltura e la zootecnia dei nostri territori, ma, in attesa di una maggiore chiarezza di intendimenti sul caso dell’applicazione della Direttiva nitrati 91/676, non potevamo astenerci dalla legittima tutela degli interessi degli agricoltori e degli allevatori campani”, ha commentato il presidente di Confagricoltura Campania Fabrizio Marzano. MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 47


EPS Ente Produttori Selvaggina di Landolfo di Napoli

DISEGNO DI LEGGE PER RIFORMARE LE AZIENDE FAUNISTICO-VENATORIE

Economia naturale Alla Camera dei Deputati è stato presentato il disegno di legge n. 2347/20 d’iniziativa dei deputati D’Attis e Nevi per la modifica di alcuni passaggi della legge 157/92 riguardanti l’istituzione di aziende faunistico-venatorie (AFV), di abilitazione alla caccia di selezione agli ungulati, nonché di riconoscimento dell’abilitazione all’esercizio venatorio rilasciata dagli Stati appartenenti all’Unione europea o allo spazio economico europeo. Obiettivo principale dei proponenti è di formulare una nuova impostazione normativa diretta a favorire lo sviluppo delle zone rurali e d’ integrare, con l’esercizio delle attività faunistico venatorie, il reddito delle aziende agricole interessate; tra l’altro rendendo possibile anche in Italia il perseguimento dell’“economia naturale”. Le AFV si trovano attualmente in una sorta di “limbo” giuridico-legislativo, soprattutto in materia amministrativa e fiscale; nessuna disposizione prevede espressamente le corrette regole da seguire per ge-

stire la loro attività, determinando così una situazione nebulosa ed insostenibile. Gli ultimi dati disponibili (2014) indicano che in Italia esistono 1.560 istituti privati che operano in totale su circa 1.060.000 ettari di territorio agro-silvo-pastorale. Di queste realtà, molte (1.560 aziende) sono AFV che, se opportunamente disciplinate con assetti statutari idonei, potranno contribuire allo sviluppo delle imprese agricole, affiancando la gestione faunistico venatoria a quelle attività e servizi riconducibili alle situazioni previste dall’art.2135 del codice civile, quali: l’allevamento di selvaggina, alimentata con mangimi ottenuti dai terreni di cui dispone l’azienda; la vendita della stessa; l’impiego di mezzi e attrezzature prevalentemente agricole; gli interventi agro-forestali volti a

mantenere e ricostituire gli habitat; la ricezione, l’ospitalità e la concessione dell’esercizio dell’attività venatoria a terzi, dietro pagamento di un corrispettivo. Oltre a tale rilevante innovazione la


proposta di legge delinea anche nuove norme per l’abilitazione alla caccia di selezione agli ungulati, mettendo fine ad alcune caotiche situazioni originate da un’impropria interpretazione delle norme, permettendo che le abilitazioni già conseguite o da conseguire in conformità ai programmi e alle modalità stabilite da ISPRA (l’Istituto superiore per

la protezione e la ricerca ambientale) abbiano validità su tutto il territorio nazionale. La proposta prevede, infine, di riconoscere - al pari di quanto avviene da sempre in altri Paesi che l’abilitazione all’esercizio venatorio rilasciata da Stati appartenenti all’Unione Europea o allo spazio economico europeo sia equiparata all’abilitazione all’e-

sercizio venatorio rilasciata dalle autorità italiane. Riteniamo che queste norme, di cui auspichiamo un rapido iter parlamentare, potranno consentire alle aziende agricole di diventare - nella gestione dell’ambiente rurale, della fauna e della flora - soggetto attivo e non più passivo, in balia dei più disparati interessi altrui.

Rafforzata collaborazione A Roma, a Palazzo Della Valle, c’è stato l’incontro della giunta di Confagricoltura e del presidente Massimiliano Giansanti, con il presidente di EPS (Ente Produttori Selvaggina) Galdino Cartoni. L’obiettivo è stato quello di rafforzare la collaborazione centrale e territoriale e condividere un programma di ampio respiro, nel rispetto delle rispettive identità. La collaborazione tra Confagricoltura e EPS vige già da lunga data, ma si rinnova alla luce delle nuove esigenze del settore primario e di quello faunistico-venatorio. Entrambe le Organizzazioni condividono infatti la necessità di un maggiore coinvolgimento del mondo agricolo nella gestione della caccia, così come emerge dalla discussione in merito alla revisione dalla legge nazionale 157, guardando a una regolamentazione generale del comparto basata sul rispetto di tutti i ruoli.Le aziende faunistico-venatorie, i centri di allevamento, di addestramento e i cacciatori aderenti a EPS, le im-

prese agrituristiche e le aziende agricole multifunzionali di Confagricoltura - è stato ricordato dai presidenti Giansanti e Cartoni - condividono molte linee operative, seppur nel rispetto recipro-

co, per una gestione efficiente ed efficace del comparto, soprattutto laddove sono necessari interventi mirati a una corretta gestione del territorio e del patrimonio faunistico e ambientale.

Giunta di Confagricoltura con, al centro, Giansanti e Cartoni

MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 49


FORMAZIONE

di Antonella Torzillo

SVILUPPO DELLE COMPETENZE NEL SETTORE VITIVINICOLO

Didattica 4.0 Tempo per un primo bilancio dell’attività formativa che Enapra e Confagricoltura hanno messo in campo. Negli ultimi anni Enapra, l’Ente di formazione di Confagricoltura, ha promosso la messa a fuoco del tema della formazione come driver decisivo per la competitività delle aziende, specie nell’attuale contesto di cambiamento strutturale dell’organizzazione aziendale basato sull’innovazione e digitalizzazione. A partire da una serie di iniziative presentate a lo scorso anno al Vinitaly, è stato introdotto per la prima volta il tema della formazione per lo sviluppo delle competenze nel settore vitivinicolo. “Negli ultimi tre anni - ha dichiarato Luca Brondelli di Brondello presidente Enapra - abbiamo sostenuto con forza il tema della formazione intesa come componente necessaria per lo sviluppo delle aziende. Non solo quindi il mercato, il prodotto e l’organizzazione, ma anche le competenze sono una parte decisiva per la

crescita. Abbiamo attivato collaborazioni stabili con qualificati enti di ricerca e di formazione come Wine Monitor (Nomisma) e Intesa Sanpaolo Formazione (Banca Intesa Sanpaolo) che ci hanno portato, già nel 2018, alla progettazione di un’offerta coordinata e concreta in risposta ai fabbisogni formativi delle aziende vitivinicole raccolta nel catalogo “Skills4wine” (disponibile sul sito www.enapra.it ). Il nostro impegno per la qualificazione professionale dei dipendenti - prosegue Luca Brondelli di Brondello - che operano nelle nostre imprese è costante: solo in questi ultimi tre anni abbiamo progettato e realizzato interventi per oltre 300 aziende vitivinicole, tra le più prestigiose del settore, e formato oltre 1.000 dipendenti. All’interno delle prossime manifestazioni oppure con incontri mirati con le imprese che hanno partecipato ai nostri percorsi formativi, o che intendono farlo, verificheremo gli esiti delle attivi-

tà per una valutazione dei risultati raggiunti e di eventuali nuovi obiettivi formativi da realizzare”. Oggi, il vino rappresenta uno dei principali prodotti agroalimentari globalizzati ed è indubbiamente un prodotto il cui mercato ha su-

Parola chiave del mese: Interoperabilità L’interoperabilità è, in ambito informatico, la capacità di un sistema o di un prodotto informatico di cooperare e di scambiare informazioni o servizi con altri sistemi o prodotti in maniera più o meno completa e priva di errori, con affidabilità e con ottimizzazione delle risorse. Obiettivo dell’interoperabilità è dunque facilitare l’interazione fra sistemi differenti, nonché lo scambio e il riutilizzo delle informazioni anche fra sistemi informativi non omogenei (sia per software che per hardware). Il termine interoperabilità è utilizzato in ambito tecnologico anche per indicare un elevato grado di sinergia di sistemi diversi con il fine di offrire servizi o funzionalità nuove. È direttamente legato alla ormai consolidata tendenza a far convergere su alcune tecnologie evolute una vasta gamma di servizi. Quando in tale ambito ci si riferisce a software o linguaggi di programmazione che risultano interoperabili su diverse piattaforme informatiche si usa più comunemente il termine “portabilità”. (da Glossario dell’Agricoltura 4.0 - Osservatorio Smart Agrifood - Politecnico di Milano).

50 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020


FORMAZIONE

bito in pochi anni una profonda evoluzione determinata da vari aspetti: l’attenzione per il prodotto, la qualità e la sostenibilità intesa nelle sue forme, ambientale, sociale ed economica. Nei prossimi anni la cosiddetta agricoltura 4.0 finirà sicuramente per portare una completa riorganizzazione del settore nelle modalità di produzione, ma anche in quelle di vendita. Ne sono convinte le imprese stesse, le quali intervistate - in occasione di un’ultima indagine Nomisma - hanno dichiarato di aver rinunciato all’introduzione di innovazioni per la mancanza al proprio interno di figure professionali dotate di conoscenze e competenze adeguate per la corretta applicazione e utilizzazio-

ne di queste nuove tecnologie. Con il Catalogo Skills4wine, in continuo aggiornamento e adeguamento, proprio allo scopo di andare incontro alle numerose e variabili esigenze formative delle imprese vitivinicole, Enapra si propone come partner qualificato per le imprese che intendono cogliere con successo le opportunità generate dai nuovi scenari. “La parte fissa dell’offerta formativa Skills4wine - spiega Michele Distefano, direttore di Enapra -, è formata da 16 corsi suddivisi in 2 sezioni. Ovviamente l’offerta è integrabile con ulteriori percorsi costruiti su misura per ciascuna azienda. Tutti i corsi presenti nel catalogo possono essere realizzati gratuitamente - per le imprese iscritte al For.Agri - attraverso lo

strumento del voucher formativo oppure a pagamento, per le imprese non aderenti al Fondo”. Anche la didattica diventa 4.0: i corsi del catalogo Skills4wine sono offerti oggi in presenza, con esercitazioni pratiche in campo, ma sono in fase di realizzazione pillole formative raccolte in collection. Infatti, grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo Formazione, gli stessi contenuti didattici saranno all’interno della piattaforma SKILLS4AGRI. “Per arricchire l’offerta formativa stiamo sperimentando anche corsi realizzati in realtà virtuale e aumentata che - conclude Distefano - stiamo studiando con Intesa Sanpaolo Formazione e con primarie aziende del settore didattico e informatico”. MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 51


CAMPI ROSA

di Elisabetta Tufarelli

ODDI BAGLIONI SU INNOVAZIONE ROSA

GENDER GAP

Fare network

In agricoltura sono un milione 340 mila le imprese femminili attive in Italia e Confagricoltura Donna, nata nel 2012, ha l’obiettivo di sviluppare e valorizzare e sostenere proprio le varie declinazioni delle imprese al femminile nel settore primario.

Lo spirito che accomuna le associate è quello di “fare network”, favorire lo scambio di esperienze e di conoscenze. “Il nostro - sottolinea la presidente Alessandra Oddi Baglioni - è, senza dubbio, uno dei settori produttivi più antichi e tradizionali, ma allo stesso tempo è uno di quelli maggiormente investiti dall’innovazione. Non c’è dubbio che, ancora oggi, continuino ad esistere difficoltà per le donne che svolgono un’attività imprenditoriale. Il nostro compito è anche quello di affiancare le nostre associate, fornendo strumenti e know how, che le aiutino a superare gli ostacoli. È la formazione a giocare un ruolo chiave nella crescita professionale e imprenditoriale delle agricoltrici. Proprio per questo abbiamo avviato un percorso formativo strutturato, riservato alle nostre associate”.

SIRIANA CONGEDI è la nuova presidente di Confagricoltura Donna Puglia. L’Imprenditrice agricola salentina, che ha ricoperto importanti incarichi territoriali in Confagricoltura, è stata eletta durante l’assemblea dei soci che si è tenuta a Bari venerdì scorso, 23 febbraio 2020. Succede a Cinzia Ceci, eletta di recente vicepresidente nazionale dell’Associazione che riunisce le imprenditrici del sistema confederale. L’assemblea di Confagricoltura Donna Puglia ha anche eletto le quattro vicepresidenti in rappresentanza dei territori: Elisa Aquilano (Foggia), Graziella Velat Didonna (Bari), Lucrezia Cantoro (Brindisi) e Grazia Tucci (Taranto). 52 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020

Nell’analisi sul gender gap, presentata dal Cnel alla Camera dei deputati, dal confronto tra i dati Istat e quelli della Commissione Europea, emerge che, in Italia, per gli occupati maschi la retribuzione oraria media è di 11,61 euro, superiore del 7,4% rispetto a quella delle donne (10,81 euro). Il trend tuttavia risulta essere in calo rispetto all’8,8% del 2014. Nel Gender Equality Index 2019, curato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, l’Italia è al 14 esimo posto nell’Ue. Questo, per effetto di una maggiore crescita della retribuzione oraria media delle donne (+2,4%) rispetto a quella maschile (+1%). Dati che consentono all’Italia di essere uno dei paesi UE con il minore differenziale retributivo tra uomini e donne. In Francia e in Spagna il differenziale è maggiore rispetto a quello italiano. Così come in Germania, dove risulta anche più marcato. Tuttavia, come rilevato dalla Commissione europea, un minore divario retributivo di genere, in alcuni Paesi, non significa automaticamente che le donne siano pagate meglio. Un divario retributivo più basso spesso si verifica in Paesi caratterizzati da un tasso di occupazione femminile più basso. È il caso questo dell’Italia e, per questo motivo, il Cnel sottolinea come la questione fondamentale sia portare più donne sul mercato del lavoro.


INCONTRO CON ISMEA

IL PUNTO

Si è svolto a Palazzo della Valle un incontro informativo con i funzionari di Ismea sulle opportunità dell’Istituto destinate ai giovani. A fare da padroni di casa Francesco Mastrandrea, presidente dei Giovani di Confagricoltura - Anga e Donato Rotundo, Responsabile dell’Area Sviluppo Sostenibile e Innovazione di Confagricoltura. Obiettivo dell’appuntamento è stato informare sulla nuova normativa e i criteri di accesso alle agevolazioni Ismea. Ad introdurre i temi Giovanni Razeto, della Direzione sviluppo imprenditoria giovanile di Ismea, che ha illustrato l’impegno dell’istituto sui vari fronti, non ultimo quello della Banca delle terre, le cui novità sono state presentate recentemente al Mipaaf, con la messa al bando di un lotto di terreni, ben 386, per un’estensione complessiva di 10 mila ettari. Il nuovo bando - ha precisato Razeto - prevederà, come i precedenti, uno stanziamento significativo per il primo insediamento: 70 milioni di euro, di cui 35 milioni per il nord e altrettanti per il sud. Fabio Federico ha illustrato poi per ogni misura, Primo insediamento, Subentro/Ampliamento e Resto al Sud, i requisiti necessari sia per i giovani che vogliono usufruirne, sia per le aziende in cui avviene l’insediamento; i punti di forza delle nuove misure (tasso fisso, scelta della durata del mutuo, ecc); i possibili motivi di esclusione dal bando (ad esempio la non conformità con quanto dichiarato) e l’iter istruttorio, nonché le modalità di presentazione delle domande. Federico e Massimo Bancheri (altro funzionario Ismea) hanno sottolineato inoltre le principali novità del bando 2020: l’allungamento a 5 anni del periodo di preammortamento (invece dei 2 anni dei bandi precedenti); le verifiche, che verranno fatte ex-ante e poi al 6° anno (non più al 3° e al 5°) e la possibilità che nella composizione fondiaria dell’azienda coinvolta nelle agevolazioni, ci siano più di dieci corpi (mentre prima questo era il limite previsto). I Giovani di Confagricoltura - ha ricordato il presidente Mastrandrea - consapevoli dell’importanza e dell’efficacia degli strumenti messi in campo dall’ISMEA auspicano che anche nel 2021 Bruxelles autorizzi questo regime di agevolazioni. Paola Castello

Il momento per l’Italia intera è uno tra i più difficili degli ultimi decenni. Stiamo combattendo contro un nemico, il Corona Virus, che, oltre a minare fisicamente il Paese, insinua anche l’incertezza del domani. Incertezza condivisa da tutte le imprese, anche quelle dei giovani. Ma teniamo alta la guardia, anche contro un altro nemico in circolazione adesso: le fake news sulla salubrità dei nostri prodotti, notizie false che continuiamo a smascherare e segnalare, riconducendo i consumatori alle fonti ufficiali dell’informazione. Guardare avanti: questo il nostro compito ora più che mai! Nel blocco totale di tutte le attività economiche, l’agricoltura rientra tra quelle la cui operatività è garantita. Noi produttori di cibo siamo chiamati a continuare il nostro lavoro per far andare avanti tutto il Paese. Lo facciamo con determinazione, consapevoli che il nostro settore deve tornare al centro delle scelte politiche e strategiche per il Paese. I Giovani agricoltori ci sono e il loro impegno prosegue per il futuro della nostra amata Italia. Francesco Mastrandrea Presidente Nazionale Anga

a cura di Paola Castello

Bancheri, Razeto, Mastrandrea e Federico

Giovani di Confagricoltura

Misure per i giovani

MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 53


Giovani di Confagricoltura

E-COMMERCE

RINNOVO CARICHE IN ANGA

Giosuè Arcoria

Che l’agricoltura oggi non possa prescindere dal digitale è sempre più evidente. Di questo è assolutamente consapevole Giosuè Arcoria, past president dei Giovani di Confagricoltura - Anga Catania e tuttora in prima linea con Anga e con la sua attività. Arcoria è titolare di una grande azienda che, da tre generazioni, in oltre 100 ettari di terreno, produce agrumi, frutta fresca stagionale, Olio Extra Vergine di Oliva, il tutto bio. Giosuè, con uno spirito da pioniere, si è da poco lanciato nell’avventura dell’e-commerce: da pochi mesi ha lanciato il brand “Agrume puro” con cui commercializza on line, in tutta Italia e anche in Francia, Germania e Polonia, i suoi prodotti biologici. Cavallo di battaglia dell’azienda sono le arance tarocco, ma con l’e-commerce sono in vendita anche prodotti trasformati, quali confetture e sughi. Sebbene avviato alla fine dell’anno scorso, il nuovo filone di attività sta già dando grandi soddisfazioni e sta registrando una progressiva crescita. Dai primi monitoraggi registra che più del 50% della clientela che ha ordinato una volta, torna ad acquistare ancora. Il segreto di questo successo? Innanzitutto la qualità dei prodotti, verso cui c’è un’attenzione grandissima, ma anche la cura, quasi maniacale, nell’intero processo produttivo, dalla raccolta dei prodotti (vengono spediti il giorno stesso in cui vengono raccolti) al packaging e alla consegna a casa. Con un’attenzione alla soddisfazione del consumatore che non lascia niente al caso. Il consumatore che acquista on line non vede fisicamente il prodotto, questo dunque deve essere perfetto, ancor più che in un negozio fisico, dice Arcoria. Un progetto avviato recentemente ma per il quale si pensa già al futuro: l’anno prossimo l’azienda conta di ampliare sia il personale dedicato a questo ramo dell’attività, sia la tipologia di prodotti da vendere on line.

54 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020

Nomine a Rovigo e Catania ROVIGO - Nuovo presidente dei Giovani di Confagricoltura - Anga Rovigo è Claudio Previatello. Previatello, 34 anni, conduce assieme al padre un’azienda ortoflorovivaistica a Grignano Polesine, una frazione del comune di Rovigo. Già rappresentante dei Giovani all’interno della Federazione nazionale per il Florovivaismo di Confagricoltura, collabora anche con la Federazione di Bioeconomia in materia di filiere per le energie rinnovabili. Negli ultimi anni è stato protagonista per Anga e Confagricoltura nazionali nello sviluppo del settore canapa (pianta che lui stesso coltiva) con molti convegni sui temi riguardanti la legislazione e le problematiche della commercializzazione. Subentra a Francesco Longhi, che resta comunque in qualità di vicepresidente, insieme a Carlo Fonsato. CATANIA - l nuovo presidente di Anga Catania è Salvo Lombardo. Lombardo - 28 anni, catanese, imprenditore del settore cerealicolo e zootecnico - succede a Giosuè Arcoria. Laureato in Scienze Agrarie, Lombardo fa parte di una famiglia di storici imprenditori agricoli della Val Dittaino. “L’agricoltura ha bisogno di innovazione e di attenzione da parte delle istituzioni - ha detto - per essere parte importante dell’economia italiana e di quella del Sud in particolare. Mi farò interprete delle richieste che arrivano dai giovani imprenditori, a partire dalla formazione specifica e continua e dall’accesso al credito meno farraginoso”. Vicepresidenti sono Edoardo Orlando, imprenditore nei settori cerealicolo e della canapa industriale e Rosario Grasso, imprenditore agrumicolo.


PRESIDENTE ANGA LODI

La presidente dei Giovani di Confagricoltura - Anga Lodi, Emma Cogrossi, titolare di un’azienda zootecnica nella provincia di Lodi, ci ha raccontato delle difficoltà riscontrate da aziende come la sua per via dell’epidemia di Coronavirus COVID-19. “Nella nostra zona siamo stati in quarantena da subito, trovandoci nel lodigiano, area che è stata la prima ad essere isolata dal resto della regione e d’Italia”, ci ha detto Emma. “All’inizio c’è stata parecchia confusione, soprattutto sulle disposizioni da seguire per lo spostamento di persone e il trasferimento di merci. La mobilità dei dipendenti dell’azienda andava in qualche modo garantita, per poter continuare le attività, per questo - ha raccontato l’anghina - ci siamo subito attivati per chiedere alla prefettura dei lasciapassare”. Due i problemi principali riscontrati in questo tempo: le difficoltà di approvvigionamento (proprio per la chiusura di aziende fornitrici) e le disdette o i consistenti ridimensionamenti degli ordini (la domanda ha subito un calo vertiginoso a causa della chiusura di tutte le strutture ricettive e di ristorazione). Una situazione che ha avuto un impatto su tutti gli anelli della catena produttiva. Tra mille difficoltà - non ultima l’impossibilità dei veterinari di recarsi nelle aziende - le attività delle imprese agricole non possono, né devono fermarsi. Anga Lodi, come tutte le sedi di Confagricoltura, è a fianco delle imprese, facendosi portavoce - anche in questo frangente così difficile - delle loro istanze.

Giovani di Confagricoltura

Testimonianza su Coronavirus

MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 55


CENTRO STUDI

di Riccardo Calabrese e Giorgio Lo Surdo

NEL 2019 FLESSIONE PER PRODUZIONE E PREZZI

Indicatori economici

N

el 2019, i principali indicatori economici del settore agricolo (ISTAT Stima preliminare dei conti economici dell’agricoltura - Anno 2019, pubblicazione 21 gennaio 2020) evidenziano, rispetto al 2018, una leggera (-0,6%) riduzione del valore complessivo della produzione, determinata dalla sensibile flessione del valore delle produzioni vegetali (-2,1%), compensata solo in parte dalla crescita del valore delle produzioni animali (+0,8%) e delle attività connesse (+2%). Esaminando i principali macrosettori dell’agricoltura, la maggiore riduzione del valore della produzione riguarda i vini (-17,2%), seguiti dalla frutta (-8,2%), per effetto, oltre che di inferiori quantità di prodotto (vino -12%), anche della flessione dei prezzi (vino -6%). Le colture foraggere hanno segnato -4,7% in valore, anche se la quantità è cresciuta del 3,5%, a causa di una forte diminuzione dei prezzi (-7,9%). Tutte le altre colture hanno registrato valori in crescita, con in evidenza ortaggi e patate (+10,5%) e soprattutto l’olio d’oliva (+30,9%), reduce dalla grave crisi quantitativa della produzione del 2018. Il calo del valore complessivo della produzione del settore agricolo (-0,6%), e l’incremento (+1,5%) del costo dei mezzi di produzione, hanno determinato anche l’andamento negativo del valore aggiunto (-2,1%); e del reddito dei fattori (-2,2%), che rappresenta la di-

56 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020

g

Valore della produzione agricola (valore milioni di euro) Valore 2019

Produttori/ Preparatori

Totale aziende agricole bio

Var. % totale su anno prec.

Produzioni vegetali

30.878,7

-2,4

+0,4

-2,1

Produzioni animali

15.861,8

-0,3

+1,1

+0,8

Attività connesse

9.838,7

- di cui servizi

5.098,8

+0,4

+1,5

+1,9

- di cui secondarie non agricole

4.739,9

+1,3

+0,9

+2,2

56.579,2

-1,3

+0,7

-0,6

Produzione agricola totale

Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Istat

g

Andamento delle produzioni del settore agricolo (valore milioni di euro) Valore 2019 M.ni euro

Var. % Volume 2018-2019

Var. % Prezzi 2018-2019

Var. % Valore 2018-2019

Meno produzione, prezzo e valore Vini

30.878,7

-2,4

+0,4

-2,1

Frutta

15.861,8

-0,3

+1,1

+0,8

Colture industriali

9.838,7

Bestiame

5.098,8

+0,4

+1,5

+1,9

Meno produzione, più prezzo e valore Cereali

3.659,0

-2,6

+3,1

+0,4

363,5

-1,5

+2,1

+0,6

Prodotti zootecnici

6.440,4

-0,5

+3,3

+2,9

Ortaggi

9.988,5

+1,1

+9,0

+10,1

Patate

668,7

+2,0

+12,6

+14,9

Servizi

5.098,8

+0,4

+1,5

+1,9

Secondarie non agricole

4.739,9

+1,3

+0,9

+2,2

Altri prodotti vegetali

Più produzione, prezzo e valore

Più produzione e valore, meno prezzo Oli d’oliva

1.623,3

+32,0

-0,8

+30,9

Più produzione, meno prezzo e valore Piante foraggere

1.811,2

+3,5

-7,9

-4,7

Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Istat

sponibilità per remunerare il la- Restano sostanzialmente stavoro (dipendente e indipenden- bili gli impieghi complessivi te) e formare l’utile d’impresa. di manodopera (ULA - Unità


di Lavoro Annue -0,1%), per effetto della flessione della manodopera indipendente (conduttori dell’azienda, non salariati -0,4%) e del quasi pari incremento della manodopera dipendente. Il confronto con i principali Paesi agricoli dell’Unione Europea conferma per l’Italia il terzo posto per il valore complessivo della produzione del

g

settore agricolo (preceduta da Francia e Germania), il secondo posto per il valore della produzione vegetale (preceduta dalla Francia), il quinto posto per il valore della produzione zootecnica (preceduta da Germania, Francia, Spagna e Regno Unito), il primo posto per il valore della produzione delle attività connesse (davanti a Francia e Paesi Bassi). L’Italia inoltre si

Valore aggiunto del settore agricolo 2010

2015

2018

2019

UE

154.321

169.608

181.966

188.113

Italia

26.448

32.610

32.544

31.863

Francia

27.862

29.615

32.989

31.027

Spagna

22.366

24.538

28.813

26.465

Germania

16.910

14.718

16.476

21.060

Regno Unito

7.811

11.755

10.466

11.582

Paesi Bassi

9.589

10.158

10.682

10.969

(milioni di euro - arancio = minimo, verde=massimo) Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Eurostat

conferma al primo posto per il valore aggiunto del settore agricolo. Ma, in ragione dell’elevato impiego di manodopera rispetto ai maggiori concorenti (1.125 mila ULA), la quota di valore aggiunto per ULA (28,3 mila euro) è quasi due volte e mezzo inferiore a quella dei Paesi Bassi (69,6), intorno a una volta e mezzo inferiore a quelle di Germania (44,5) e Francia (41,9) e comunque sensibilmente meno di quelle di Regno Unito (39,1) e Spagna (30,7). D’altra parte, più che in Italia (-2,1%), il valore della produzione vegetale è diminuito in Francia (-4,5%) e in Spagna (-7,1%), pur in un contesto di prezzi di vendita in lieve crescita, evidenziando gli effetti negativi dei mutamenti climatici.

NOMISMA WINE MONITOR

Caos dazi in USA

I

dazi aggiuntivi statunitensi mettono nel caos l’export del vino. E a farne le spese, a dicembre, non sono solo i Paesi penalizzati in dogana, ma anche l’Italia. È quanto rilevato dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, che ha elaborato i nuovi dati delle dogane Usa sui 12 mesi del 2019. Secondo l’Osservatorio, la guerra commerciale Usa-Ue ha creato negli ultimi mesi una serie di dinamiche negative che hanno riguardato anche l’Italia che, a dicembre, ha perso il 7% a valore rispetto al pari periodo dello scorso anno, con un -12% per i suoi vini fermi.

In questo circuito vizioso i produttori Ue segnano il passo, con la Francia che negli ultimi due mesi vede i propri fermi cadere a -36% e la Spagna a -9%. Per contro, volano le forniture da parte del Nuovo Mondo produttivo, con la Nuova Zelanda che sale a +40% in valore e il Cile a +53%. Facendo una panoramica su tutto il 2019, è di 5,55 miliardi di euro il valore complessivo del vino importato dagli Usa, in crescita del 5,7% sull’anno precedente grazie alla corsa della domanda di spumanti (+11,1%). Tra i principali fornitori, è sempre testa a testa tra la Francia, a 1,92 miliardi di

euro (+7,7%), e l’Italia (+4,2%) a 1,75 miliardi di euro, mentre è ottima la performance della Nuova Zelanda anche nei 12 mesi (+11,9). Tra le tipologie, faticano ancora i fermi&frizzanti italiani, in positivo dell’1,7% mentre sono convincenti una volta di più gli sparkling tricolori, anche lo scorso anno in doppia cifra a +13,7%. MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 57


OVER 65

di Elisabetta Tufarelli

Non discriminare gli anziani

L’età influenza la salute delle persone anziane? Più che l’età è l’ageismo, ovvero la discriminazione che viene fatta in base all’età. Con l’invecchiamento della popolazione mondiale e i costi sanitari che continuano a crescere, i ricercatori dell’Università di Yale hanno analizzato 422 studi in 45 Paesi dal 1970 al 2017, che hanno coinvolto sette milioni di persone della terza età affrontando, in modo specifico, la discriminazione e gli esiti sanitari. Becca Levy, professore di epidemiologia presso la Yale School of Public Health, ha studiato la questione a livello in-

dividuale, ma guardando oltre le persone, per vedere come l’impatto dell’età sulla salute si manifestasse a livello sociale e strutturale. In effetti è colpevole proprio l’ageismo, che rende depressi, scontrosi e diventa un enorme salasso per l’economia. La ricercatrice ha stimato che, in un anno, questo tipo di discriminazione nei confronti degli over 60, negli Stati Uniti provoca 17,04 milioni ripercussioni sulla salute, come le malattie cardiovascolari, quelle respiratorie croniche e il diabete mellito, con un prezzo annuale di 63 miliardi di dollari.

MANGIARE NOCI

Mangiare noci fa bene e può aiutare a rallentare il declino cognitivo nella popolazione anziana. Sono un alimento importante per la nostra salute, una vera e propria miniera di proprietà benefiche, ricche di proteine, grassi e una fonte di calcio e ferro. È quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori della California e della Spagna. Sostituire la merenda con qualche noce fa bene. I ricercatori hanno esaminato 42 individui per sei settimane ai quali, al posto di patatine fritte e cracker, sono state servite due manciate di noci. Al termine dell’esperimento tutti i partecipanti hanno visto scendere i loro livelli di colesterolo e di batteri intestinali, riducendo il rischio di malattie cardiache.

DIETA MEDITERRANEA e longevità. Seguire la dieta mediterranea per un solo anno altera il microbioma delle persone anziane, migliorando la funzione cerebrale e favorendo la longevità. Lo ha rivelato una ricerca che ha analizzato 612 anziani provenienti da Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito. Sono stati coinvolti 323 individui per un anno, che hanno mangiato pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino ai pasti regolari. Il risultato è stato che la dieta mediterranea ha rallentato la perdita di diversità batterica e la produzione di marker infiammatori potenzialmente dannosi, come la proteina C reattiva e l’interleuchina-17, a tutto vantaggio della salute. 58 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020


MUSICOTERAPIA

La musicoterapia è un toccasana per tutti ed è molto indicata per gli anziani, perché coinvolge l’aspetto fisico, psichico, emozionale e si basa sulla capacità dei suoni di favorire una comunicazione che oltrepassa l’uso del linguaggio, promuovendo l’espressione dei vissuti più profondi. Numerosi studi hanno sottolineato come possa migliorare l’umore, respingendo la depressione. Iniziare un percorso preventivo/ terapeutico con la musica è molto importante per tutti, perché attiva selettivamente i sistemi neurochimici e le strutture cerebrali associati a stato d’animo positivo, regola emozioni, attenzione e memoria, come sostiene Kim Innes, professore di Epidemiologia presso la School of Public Health della West Virginia University.

I benefici dell’olio d’oliva

L’olio d’oliva è una vera e propria fonte inesauribile per la salute umana. Lo conferma una ricerca dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibbc) e dell’Università della Tuscia. Sarebbe l’idrossitirosolo, un componente presente in abbondanza anche negli scarti di lavorazione, ad avere la capacità di “ringiovanire” il cervello degli anziani. Naturalmente presente nell’olio extravergine di oliva, ha forti capacità antiossidanti e protettive sulle cellule. «L’assunzione per un mese di idrossitirosolo - spiega lo scienziato del Cnr Felice Tirone - conserva in

vita i nuovi neuroni prodotti durante tale periodo, ancora più nell’anziano, nel quale stimola anche la proliferazione delle cellule staminali, dalle quali vengono generati i neuroni» Ma non solo: grazie alla sua attività antiossidante “ripulisce” anche le cellule nervose riducendo le lipofuscine, gli accumuli di detriti nelle cellule neuronali. «L’effetto dell’idrossitirosolo - conclude - si traduce in un aumento di funzionalità dell’ippocampo». Tra l’altro si apre la strada al possibile impiego degli scarti di lavorazione delle olive, che contengono una grande quantità di idrossitirosolo.

L’ALZHEIMER è una malattia neurodegenerativa che inizia trent’anni prima della comparsa dei sintomi e non è ancora curabile. Per Massimo Tabaton, professore di neurologia presso l’Università di Genova e vicedirettore del Journal of Alzheimer’s disease, occorre giocare d’anticipo mantenendo uno stile di vita sano, a partire dall’alimentazione, insieme all’esercizio fisico costante e ad un regime alimentare corretto. E’ possibile così ridurre del 30% le possibilità di contrarre questa patologia. «E’ noto da tempo – spiega Carlo Ferrarese, direttore scientifico del centro di neuroscienze dell’Università di Milano-Bicocca - che i fattori di rischio per le patologie vascolari, quali ipertensione, diabete, obesità, fumo, scarsa attività fisica, contribuiscano anche a un rischio maggiore di sviluppare l’Alzheimer». MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 59


AGRITURISMO

di Gabriella Bechi

AGRITURISMO LE OCCARE A RUNCO DI PORTOMAGGIORE (FE)

Speciale guesthouse

I

mmerso nel verde e nella tranquillità della campagna adiacente Ferrara, a Runco di Portomaggiore, sorge un agriturismo veramente speciale: “Le Occare”, una tipica guesthouse, di quelle che si possono trovare in Inghilterra o in Francia, dove regna l’eleganza e il calore dell’ospitalità di una casa privata. Una tipica corte aperta ferrarese, all’interno di un’azienda agricola di 72 ettari appartenente da oltre un secolo alla famiglia degli attuali proprietari, dove si coltivano seminativi, soia, mais e grano, circondata da 4 ettari bosco micorizzato, densamente popolato da uccelli. L’edificio principale, risalente alla metà del 18° secolo, è stato completamente restaurato in maniera conservativa, rispettando integralmente

l’architettura originale e l’ambiente circostante, utilizzando però le tecnologie più moderne. L’arredamento interno, estremamente curato, è costituito da mobili d’epoca appartenenti alla famiglia. Gli ospiti sono accolti in tre grandi stanze matrimoniali e in una suite nella casa padronale. La piccola piscina ed il bosco circostante permettono un piacevole ozio, oppure passeggiate a piedi, in bicicletta o a cavallo e, particolarmente apprezzata, la ricerca del tartufo con i cani. Per la sua posizione, inoltre, adiacente alle Delizie Estensi del Belriguardo e del Verginese, prossima al Parco del Delta del Po e a pochi chilometri da Ferrara, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, “Le Occare” rappresenta un’ottima

Maria Cristina Maresi foto di Francesca Romano 60 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020

base di partenza per escursioni naturalistiche e culturali. Ma il vero cuore dell’agriturismo è il piccolo ristorante di charme, volutamente limitato a soli quattro tavoli, arredato con cura, con antiche tovaglie di lino, vasellame e posate d’epoca e cristalleria di classe, aperto anche al pubblico esterno, regno incontrastato della proprietaria, la signora Maria Cristina Maresi, farmacista con la passione per la cucina che, dopo aver lasciato un prestigioso incarico in una multinazionale della chimica, ha ricominciato qui, insieme al marito Giovanni Tosti Meloncelli, un nuovo progetto di vita.


foto di Giampaolo Atzeni

La cucina propone ricette regionali rivisitate, ispirate ai sapori del territorio, principalmente incentrate sui prodotti della fattoria. L’utilizzo delle erbe spontanee, dei funghi, dei tartufi e dei prodotti naturali dei campi, dell’orto e del bosco permette una creativa riscoperta dei sapori tradizionali. Un’attenzione particolare viene riservata alle antiche ricette del territorio, come il Pasticcio di Maccheroni alla Ferrarese, servito nei banchetti della corte degli Este, preparato sul tradizionale piatto di rame, costituito da un involucro esterno di pasta frolla riempito di maccheroni pasticciati con besciamella, ragù, tartufi, eventualmente

funghi ed animelle. E poi Cappelletti in brodo, Vellutate, Tagliatelle con il tartufo, Ragù alla genovese, Uovo in camicia con fonduta di parmigiano e tartufo. La struttura dispone anche LE OCCARE

Via Quartiere 156 Portomaggiore - Runco (FE) tel. 0532329100, cell. 3485633162 email: cris@leoccare.com

di un antico forno a legna restaurato per la cottura del pane, che permette di gustare quello tipico ferrarese, la celebre “coppia” (ciupéta), preparata e cotta come si faceva nel passato. Ma la vera prelibatezza è il Caviale Ferrarese, ovvero il caviale cotto al forno e conservato sott’olio secondo una ricetta segreta del 1500, passata rocambolescamente di mano in mano, fino alla sua scomparsa nel 1972, e che Maria Cristina Maresi ha faticosamente recuperato. Oggi il Caviale Ferrarese è tornato a deliziare i palati dei buongustai. È un marchio registrato, viene prodotto nell’agriturismo “Le Occare” ed è esportato in tutto il mondo. MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 61


VINO

di Gabriella Bechi

MONTEVECCHIO PIGNOLETTO DOCG DI SOCIETÀ AGRICOLA CAVAZZI ISOLANI

Nettare bio figlio della storia

V

ecchie carte, ritrovate negli archivi di famiglia, documentano che in queste terre, sulle colline bolognesi, la famiglia Isolani produceva vino per le proprie cantine sin dal lontano 1456 e da allora le botti non sono mai state vuote, così che, accumulata esperienza e tradizione, gli odierni discendenti hanno deciso di iniziarne la commercializzazione. Da qui nasce l’etichetta Montevecchio Isolani, prodotto di qualità Doc e per alcune varietà Docg, imbottigliato in numeri molto ridotti, che ha avuto, nel corso degli anni, numerosi riconoscimenti. Tredici ettari di vigneti, situati ad un’altitudine di 210 metri sul livello del mare sulle prime pendici dell’Appennino Emiliano, su un terreno sedimentario argillo-sabbioso che originariamente costituiva il fondo del mare, come testimoniano le conchiglie fossili presenti in abbondanza. L’esposizione a nord-est, pur assicurando una grande luminosità, preserva i vigneti dall’eccessivo calore estivo, consentendo una lenta

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maturazione dei grappoli, con il massimo accumulo di profumo e sapore. La potatura principale ha lo scopo di mantenere ridotta la produzione a vantaggio della qualità delle uve, mentre quella estiva tende a rimuovere l’eccesso di vegetazione che toglierebbe luce ai grappoli. La coltivazione rispetta il disciplinare dell’agricoltura biologica dell’Unione europea. Le uve coltivate sono quelle tipiche delle denominazioni dei Colli Bolognesi: Pignoletto, varietà autoctona e molto antica della zona, Cabernet Sauvignon e Merlot. Sei le etichette: Pignoletto Superiore Docg, Pignoletto Spumante Docg, Pignoletto Frizzante Docg, Palazzo di Montevecchio, Rosso Bologna e Rosso Bologna Riserva. Il più tradizionale è il Pignoletto Frizzante. Metodo charmat, con la

particolarità che la fermentazione inizia direttamente dal mosto per poi continuare novanta giorni in autoclave, il che conferisce al vino molti più profumi di lieviti. È affinato tre mesi in bottiglia. Ottenuto dalle uve Pignoletto prodotte dal vigneto di Montevecchio, ha colore giallo chiaro cristallino con riflessi lievemente verdi, profumo delicato di agrumi e fiori di ligustro selvatico, sapore fresco e armonico, secco. Ideale come aperitivo, accompagna molto bene i primi piatti della cucina bolognese: i passatelli in brodo, i risotti, i piatti di pesce e in particolare i fritti. Trentacinquemila le bottiglie prodotte, con una potenzialità di 60 mila, destinate soprattutto al circuito Ho.re.ca locale e alle altre attività della famiglia. Gli Isolani, infatti, desiderosi di mantenere le vecchie tradizioni, sono oggi impegnati, oltre che nella produzione di vino, in molte e diverse attività, che sfruttano il patrimonio che la storia ha loro regalato. In quest’ottica, nella splendida collina di Montevecchio, a Zola Predosa, nei pressi di Bologna, nei possedimenti di famiglia è nato un agriturismo diffuso: 26 posti letto tra la pittoresca casa colonica la “Torre”, la tranquilla e suggestiva residenza “Il Colmo”, circondata da boschi e prati, e la “Fornacina“, una villetta indipendente su due livelli ricavata da un’antica fornace. Inoltre, è stata creata la “Isolani Meeting”, grazie alla quale le splendide residenze della famiglia sono aperte per accogliere eventi.


RISTORANTE SCACCOMATTO A BOLOGNA

Estro vincente

L’

anima della cucina è Mario Ferrara, chef di origini lucane arrivato a Bologna a 17 anni, dove trovò lavoro presso L’Antica Osteria Brunetti e dove rimase per 3 anni, integrandosi con la città e imparando non solo un nuovo modo di lavorare, ma anche di vivere. Dopo aver consolidato la sua formazione in diverse città del nord Italia, insieme al fratello Enzo, nel 1987, dà vita al ristorante “Scaccomatto” portando a Bologna innovazione e gastronomia della sua terra di origine, la Lucania appunto, allora quasi sconosciuta sotto le Due Torri. “Era una pizzeria messa malissimo - ricorda Mario -. La chiamai ‘Scaccomatto’ perché in quel periodo imparai a giocare a scacchi proprio da mio fratello Enzo”. L’esperimento ebbe un gran successo e da allora il ristorante cominciò la sua continua evoluzione. Oggi, sebbene le radici gastronomiche si siano mantenute, Mario e il suo staff, portano avanti l’idea di una cucina in movimento, sempre aperta alle novità e alle sperimentazioni, che ha i suoi punti di forza nella genuinità, nell’ottima qualità delle materie prime utilizzate e nella turnazione stagionale dei pro-

dotti impiegati. Un menù quindi molto ricco e variegato, che accosta prodotti di mare, di terra e carne, in abbinamenti sempre nuovi e stimolanti, accompagnato dalla ricerca di metodi di cottura sempre diversi che esaltano i sapori originali degli ingredienti. Assaporando le pietanze dello “Scaccomatto”, si apprezza l´estro, ma si percepisce sempre e comunque un forte legame con la terra, con i sapori forti di una tradizione antica. Mario è un maestro nell’ utilizzo delle verdure: nella stragrande maggioranza dei suoi piatti, siano essi a base di carne o di pesce o negli stessi antipasti, vi troverete sempre accanto una verdura di stagione capace di esaltare (o contrastare) la materia prima. Allo “Scaccomatto” vegetali, molluschi, crostacei, mitili, tonno, corzetti, paccheri, cavatelli, piccione, anatra, vitello si compongono in piatti con non più di due-tre ingredienti, trattati con giudizio da un fuoco sapiente e accostati mai per sacrificarsi, ma solo per esaltarsi a vicenda. La seduzione

è palatale, e nemmeno l’occhio viene mai trascurato. La presentazione delle pietanze è sempre accattivante e quasi artistica. Tra gli antipasti, Carciofi arrostiti, mandorle, su crema di lattuga e salsa di acciughe, Coscette di piccione, cavolo rosso e salsa ponzu, Gamberi scottati, maionese di cavolfiore e olio alla vaniglia. Tra i primi piatti, Riso allo “zafferano bolognese” ed ossobuco; i Passatelli classici in brodo di cannolicchi e fagioli freschi; lo Spaghettone piccante in salsa acida ai ricci di mare. Tra i secondi, Orecchie e piedini di Mora Romagnola ceci e lumache, piatto dedicato a Christina ed Alex del ristorante “I”Aliança d’anglès 1919”; Agnello dell’Appennino emiliano, carciofo, parmigiano e radicchio tardivo; Calamaro e capasanta arrosto, gel di nero, crema di bietola e mandorle. Infine, tra i dolci, Ricordo francese, lemon parte, gelato al sambuco, terra di olive; Come un millefoglie con zabaione al moscato e salsa di frutti di bosco; Tortino al cioccolato, amarena e arancio. Il servizio è di classe, gentile, attento e riservato. Enzo e il suo staff in sala sono sempre pronti a consigliare gli abbinamenti più calzanti e a proporre i numerosi fuori menù giornalieri. Via Broccaindosso, 63, Bologna MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 63


BUONO A SAPERSI

GIUSEPPE MARCHETTI TRICAMO SU EDITORIA E LETTURA

Il tempo dilatato

“È

il momento del viaggio in un tempo dilatato, quello in cui ci si concede una lettura diversa, migliore, consapevole. Essere colti, sapere, conoscere, riflettere, essere credibili rappresenta oggi un’opportunità per noi e per tutto il Paese”. Lo dice Giuseppe Marchetti Tricamo già dirigente Rai, direttore di Rai Eri, responsabile del palinsesto di Rai Notte, docente universitario di Editoria e Analisi dell’informazione dell’Università La Sapienza di Roma e storico direttore di “Leggere:Tutti”, l’ottimo mensile di libri e letture di Agra Editrice. Pubblica ora il pregevole volume “Il tempo dilatato” (Ibiskos Ulivieri) che raccoglie i suoi editoriali per “Leggere:Tutti”, proposti in ordine rigorosamente cronologico dal maggio 2005 al marzo 2018. I suoi scritti che coprono un arco temporale di ben 13 anni, accorpati, diventano una meditazione a tutto tondo, sul mondo dell’editoria e della lettura e, di riflesso, sullo stato di salute del Paese, vedendo la parola scritta come la leva per risollevarsi. L’autore comincia con una domanda, antica come quella se è nato prima l’uovo o la gallina. La domanda vecchia, ma estremamente attuale, da cui partire è: “Perché leggere?”. Già, parte tutto da questo interrogativo a cui rispondere è davvero impos-

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sibile. A dire il vero la rivista da lui diretta molto a lungo è nata più che da una domanda, da un invito, da un imperativo: “Leggi!”. Leggere è una grandissima occasione, forse - almeno per noi - un dovere. Ha un’innata voglia di conoscenza: “Mi incuriosiscono gli scrittori e la loro vita e da loro vorrei comprendere

come e quando scatta l’ispirazione e come si fa a trasformare un’idea in un successo in libreria”. Nelle 384 pagine del saggio si comprende come l’autore abbia scandagliato a fondo l’argomento editoria, condividendo con i suoi lettori - quelli che appena aprivano la rivista, correvano a

leggere subito il suo editoriale - la passione per la lettura e la buona consuetudine di frequentare librerie e biblioteche per scegliere i propri libri, senza cedere alle lusinghe delle classifiche dei più venduti. Anche io ho fatto parte di quei lettori del magazine di Agra che partivano dal suo editoriale, prima di dedicarsi al resto, pungolato dalle sue domande, ricercando la personale “memoria di carta” (titolo di un suo articolo): il primo libro non si scorda mai? E’ vero, il mio è stato senz’altro “Moby Dick” di Herman Melville. E condivido la sua riflessione: “I cosiddetti ‘libri per ragazzi’ in realtà non esistono. Esistono i libri che si leggono da ragazzi e che ciascuno continua a portarsi dentro traendone insegnamenti, suggestioni, metri di giudizio, parametri - in definitiva - per osservare il mondo e se stessi nel mondo”. Ha attraversato, negli anni di direzione, anche i cambiamenti tecnologici, ha visto affermarsi il digitale, l’e-book, il kindle, ma senza nostalgie retrò, al contrario invitando a cogliere le nuove opportunità che il progresso porta: “Oggi - annota - il mestiere dell’editore non si esercita più soprattutto col cuore (come asseriva in anni lontani, era il 1949, Arnoldo Mondadori in una lettera al ‘Nobel’ Salvatore Quasimodo), ma soprattutto con


DAL BOSCO DISTRUTTO LEGNO PER CASSE ACUSTICHE

Il suono dell’albero Giuseppe Marchetti Tricamo

la testa. E gli editori, la testa, devono assolutamente usarla, devono cogliere le infinite potenzialità di Internet, impegnare nuove figure professionali in grado di sfruttare le grandi opportunità offerte loro dalle nuove tecnologie. Insomma l’editoria vuol respirare aria nuova”. Nell’ultimo editoriale di commiato (e di chiusura del volume) paragona la rivista ad un treno che compie il lungo viaggio della vita, delle esperienze, delle letture con scrittori che salgono nei vagoni per fare un percorso assieme. Se il magazine è un frecciarossa, Marchetti Tricamo è stato il suo prezioso capotreno, che non manca di fare un’ultima citazione, con i versi della poesia di Giorgio Caproni ‘Congedo del viaggiatore cerimonioso’: “Credo che sia meglio per me cominciare a tirare giù la valigia”. Per inciso, c’è un verso in quella lirica di una bellezza sconcertante: “Son giunto alla disperazione calma, senza sgomento”. Bando alle inquietudini, perché Marchetti Tricamo ha un approccio giovanile. Ricorda pure, in un suo scritto, un artista amato dai ragazzi, Cesare Cremonini quando canta “L’estate torna sempre, torna sempre, torna qui”. Gaetano Menna

P

artire da una catastrofe ambientale e trovare il modo di restituire quanto tolto alla natura, grazie al design: è questa la missione della startup Vaia che ha dato vita a “Vaia Cube”, una cassa passiva di legno massello pregiato che permette, senza l’uso di alcun tipo di energia, di amplificare quanto si sta ascoltando con il proprio smartphone (www. vaiawood.eu). Il progetto prende il nome dalla tempesta Vaia, la forte perturbazione che ad ottobre 2018 interessò il Triveneto causando la più grande catastrofe forestale italiana degli ultimi 50 anni. Il maltempo colpì 494 comuni, provocando la completa distruzione di oltre 42 mila ettari di foresta (il 3% della superficie forestale del territorio) e comportando la presenza di circa 8.5 milioni di m3 di legname a terra. “Volevamo trovare una soluzione concreta alla problematica di tutti questi alberi abbattuti e ormai inutilizzabili per le grandi strutture - spiega Federico Stefani, cofounder di Vaia -. Da qui l’idea di usare quel legno, per creare un oggetto di design che potesse anche lanciare un messaggio forte e allo stesso tempo sostenere la ripresa del territorio”. Vaia Cube permette di propagare in maniera completamente naturale qualunque suono inserendo al suo interno il proprio smartphone: “Per noi si tratta di una metafora forte e

concreta, una cassa attraverso la quale amplificare ulteriormente il grido di aiuto della natura e mantenere alta l’attenzione sul cambiamento climatico - prosegue Stefani - creando allo stesso tempo un progetto sostenibile”. La cassa viene realizzata da artigiani e falegnami locali e nelle Dolomiti il team della startup sta coinvolgendo chi si occupa delle foreste pubbliche per la piantumazione di nuovi alberi. Infatti, Il territorio oggi presenta notevoli dissesti idrogeologici ed è a rischio frane a causa della deforestazione. La startup si fa portavoce di un ulteriore messaggio concreto: con l’acquisto di un Vaia si contribuisce a piantare un nuovo albero e far rinascere così la foresta, la prima piantumazione avverrà all’inizio dell’estate. Un primo grande risultato è stato già raggiunto superando quello che era il primo obiettivo prefissato dei primi 5mila alberi da piantare.

MARZO 2020 | MONDO AGRICOLO | 65


CAMPI SONORI

di Gaetano Menna

AFFACCIARSI E REGISTRARE

Paesaggi sonori

C

on gli abitanti chiusi in casa, per il COVID-19, le città si sono ammutolite. All’improvviso una campana o il cinguettio di un uccello o i colpi ritmici di martello rompono il silenzio quasi assordante; così il silenzio si fa portavoce dij ambientazioni uniche che avevamo soffocato nel rumore stradale. Poi, si sta scoprendo il senso di appartenenza, uniti nell’orgoglio dell’italianità; i canti corali alle finestre - dell’Inno di Mameli, di “Azzurro” di Celentano, di “Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano (a Roma Garbatella), di “Abbraciame” di Ai tempi del COVID-19 Andrea Sannino (a Napoli) - unisco- ICBSA acquisisce e archivia no e confortano. Ai balconi ci sono le testimonianze uditive

FRUTTI GENUINI

Canzoni d’umore

N

ove canzoni d’umore che raccontano piccole storie tragiche o a lieto fine, scanzonate o un po’ canzonatorie. Un prodotto genuino, come quello appena raccolto dall’orto, che porta il buonumore. “Canzoni d’umore” (Almendra Music) è il terzo album degli Utveggi: un selfie sonoro che prende affettuosamente in giro i luoghi comuni del pop italiano e indirettamente la stessa band, indipendente nel senso più profondo del termine, “indie” a patto di non prendere sul serio l’etichetta e il mondo che simboleggia. Sonorità al crocevia tra progressive, indie, punk, pop e demenziale, con una spregiudicata mescolanza anche di linguaggi come italiano, siciliano e anche giapponese. Il loro è “divertissepunk”, esperimento alieno rispetto ai canoni del rock indipendente italiano, Già il video di “Stupido Otello” - che “si ispira” a Stupido Hotel di Vasco Rossi – fa comprendere il campo d’azione. “La nostra - dicono - è una parodia di noi stessi che cercavamo di spacciarci per band indie”.

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pure coloro che suonano tromba, chitarra o violino. Giunge ora l’invito dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA, ex Discoteca di Stato), di affacciarsi alla finestra, registrare il “paesaggio sonoro” di questi strani giorni e fornire l’audio registrandosi sul sito “locateyoursound. com”. Le testimonianze uditive verranno conservate e studiate da ICBSA, dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova e da LYS - Locate Your Sound (l’avanzato sistema di archiviazione sonora della società “mOOviOOle”, che mette in rete i fondi sonori di tutto il mondo). A futura memoria.

Fiore di loto “Lotus Sedimentations” (New Model Label) è il concept album della chitarrista e sperimentatrice di Bari Simona Armenise, ispirato alla cultura nipponica (con doppia titolazione inglese - giapponese), realizzato con la collaborazione di Ares Tavolazzi, lo storico bassista degli Area. Il CD è dedicato alla filosofia del fiore di loto, pianta acquatica che, nella cultura orientale, è simbolo di elevazione spirituale; ciò deriva dal fatto che il fiore, pur affondando le radici della pianta nel fango, è in grado di rimanere puro e incontaminato. Ed i brani del disco sono un viaggio affascinante nel proprio mondo interiore, attraverso elettronica e sperimentazione. Si alternano sia sequenze realizzate con software, synth, sia campioni di suoni ripresi ed elaborati e loop machine, sia chitarre con accordature non standard suonate con archetto e chitarra baritona. Lavoro eterogeno - con momenti molto lirici, strutturati e non - che spazia, tra postrock, psichedelia, ambient, nu-jazz nordeuropeo.


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