M APPAMONDO
di Jordan Nash
Anche il vino del canguro vuole saltare in India
I
produttori di vino di Australia, Europa e Stati Uniti stanno cercando di entrare nel mercato indiano. Nonostante lo sfavorevole regime fiscale, le importazioni di vino in India sono cresciute del 12-13% e rappresentano circa il 35%
del consumo totale di vino del Paese in termini di valore, ma solo il 12% in termini di volume. Secondo un rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), i maggiori fornitori di vino in India sono
l’Australia e l’Unione Europea, che rappresentano quasi il 75% delle importazioni. Il governo indiano ha consentito agli hotel a cinque stelle di importare vini esenti da dazio, mentre gli altri importatori devono pagare un dazio del
150%. Pertanto, la vendita di vini importati si svolge principalmente negli alberghi di lusso. Tra il 2015 e il 2016 l’incremento del mercato del vino indiano è stato del 15%, contro il 9% della birra e il 4% dei superalcolici.
CONTRACCOLPI IN FRANCIA PER DAZI DI TRUMP
EXPORT DI VINO POST BREXIT
I viticoltori francesi, che hanno visto le loro vendite crollare negli Usa dopo l’imposizione della tassa del 25% da parte dell’amministrazione Trump, chiedono allo Stato e a Airbus un fondo di compensazione di 300 milioni di euro. Il ministero dell’Economia e delle Finanze francese ha stimato che le esportazioni del loro vino verso gli Stati Uniti sono crollate del 44% a novembre 2019 rispetto a ottobre. Per Jerome Despey, presidente del consiglio specializzato Vins de France AgriMer, con questa cifra i viticoltori vorrebbero così compensare i 250 milioni di euro di imposta supplementare affrontata e i 50 milioni di euro di perdite di mercato.
I vini dell’emisfero meridionale prospereranno maggiormente nella Gran Bretagna post-Brexit. A parere dell’ultimo Wine Trade Monitor, dell’agenzia di comunicazione alimentare Sopexa, la Brexit darà una spinta ai vini australiani. Ma non solo. La crescita dovrebbe interessare anche quelli cileni e argentini. Secondo gli esperti britannici, nel post-Brexit, oltre ai vini dell’emisfero meridionale, cresceranno anche quelli bio e biodinamici. I consumatori del Regno Unito sono disposti a pagare circa il 38% in più per una bottiglia di vino biologico rispetto a quello tradizionale e, in media, spendono ogni mese 200 milioni di sterline in alimenti e bevande bio. Si prevede anche un trend di crescita per i vini a basso tenore alcolico.
30 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020