Notiziario della Marina Novembre 2019

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di Antonio Cosentino

In questo numero vi raccontiamo un evento di tale portata che si ripete solo ad anni alterni. Parliamo del Simposio regionale delle Marine che si tiene a Venezia, luogo simbolo delle migliori tradizioni marinare, giunto alla dodicesima edizione e che, come è stato deciso al termine della quattro giorni di lavori, a partire dall’appuntamento del 2021 sarà promosso a livello trans-regionale avendo decisamente superato la dimensione regionale. Nella sala degli Squadratori dell’Arsenale abbiamo assistito a un importante momento di bilancio e di confronto, al quale hanno partecipato 56 Marine, per ragionare su vari aspetti chiave che interessano il settore in quello che viene definito e universalmente riconosciuto come il Secolo blu. Inutile ricordare quanto il mare sia centrale in un paese come il nostro, che possiede 8000 chilometri di costa e che fonda su questo ambiente complesso buona parte della propria economia; senza parlare degli aspetti legati alla sicurezza. Il Simposio ha dunque mantenuto le promesse e ha delineato nuove e più avanzate frontiere, per rafforzare il dialogo e la cooperazione, in quest’area marittima del mondo a volte travagliata e minacciata dalle complicate alleanze cui sa dare vita la minaccia terroristica. A cornice dell’importante evento era presente anche la nave scuola Amerigo Vespucci, simbolo della marittimità e della tradizione italiana, di rientro dalla Campagna d’istruzione.

Nel numero di ottobre lo avevamo anticipato e non potevamo venire meno alla parola data; questo mese ripercorriamo infatti le tante attività che si sono svolte a La Spezia per celebrare i 150 dalla nascita dell’Arsenale marittimo militare. Un po’ di storia prima di tutto: l’Arsenale venne inaugurato Il 28 agosto 1869, “aprendosi al mare la darsena di riparazione e uno dei quattro bacini di carenaggio”; completato tra il 1870 e il 1890, attirò quindi a La Spezia un gran numero di persone, attratte dalle prospettive di lavoro ma anche desiderose di assistere ai vari delle navi che qui venivano costruite. A questo luogo così ricco di storia sono state dedicate, il 9 ottobre, cerimonie ufficiali presiedute dal capo di Stato Maggiore della Marina mentre in piazza Patroni è stato inaugurato il monumento celebrativo del 150° anniversario, donato al Comune dall’Associazione amici del Museo navale e della storia. Esso è costituito da una figura cava che da un lato è la silhoutte di un civile e dall’altro quella di un militare e attraverso la quale è possibile vedere sia la città vecchia sia l’Arsenale con le sue mura, è infatti pensata come una porta simbolica tra queste due realtà e si chiama “Porta IX”.

Com’è noto, il processo di ridimensionamento e ammodernamento della nostra flotta è di grande attualità, portando la Marina a radiare di recente ben quattro unità che hanno lasciato la vita operativa dopo circa 30 anni con la celebrazione del loro ultimo ammaina bandiera: le due corvette Chimera e Driade ad Augusta e la fregata Euro e il pattugliatore d’altura Aviere nell’Arsenale militare di Taranto. Ha presieduto alla cerimonia a Taranto, il capo di Stato Maggiore della Marina, che ha sottolineato come l’avvio in disarmo di queste unità faccia parte del piano straordinario della Legge di stabilità del 2014 il quale permette alla Forza armata di disporre di uno strumento aeronavale moderno, efficiente e bilanciato in tutte le sue componenti e in grado di esprimere capacità operative adeguate ai tempi ed efficaci nell’adempiere ai compiti assegnati. L’argomento è stato affrontato anche a Taranto, sul ponte di volo della portaeromobili Giuseppe Garibaldi, in occasione della cerimonia di avvicendamento al Comando in capo della Squadra navale (CINCNAV), vertice dell’organizzazione operativa della Marina militare. L’ammiraglio di squadra Donato Marzano ha ceduto il comando all'ammiraglio di squadra Paolo Treu. Nel suo saluto l’ammiraglio Marzano ha rimarcato l’importanza degli equipaggi, ormai pericolosamente sottodimensionati rispetto al fabbisogno delle missioni e dei moderni mezzi introdotti. Buona lettura.

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SOMMARIO

Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954

Novembre

2019

Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

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Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione

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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli

chiuso in redazione il 31 ottobre 2019

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L’editoriale

Bordo di nave Garibaldi, 12 ottobre 2019. Picchetto d’onore in occasione del passaggio di consegne del Comando in Capo della Squadra navale. (foto di Andrea Vaccaro)

di Antonio Cosentino

XII Regional seapower symposium 2019

di Marco Gustaf Passalacqua

150° anniversario della fondazione dell’Arsenale militare marittimo

di Desirèe Tommaselli

L’Arsenale militare marittimo di La Spezia: 150 anni di storia

di Desirèe Tommaselli

L’ammiraglio Paolo Treu Comandante in capo della Squadra navale

di Antonio Cosentino

Avvicendamento al comando della seconda Divisione navale

di Andrea Bielli

Operazione Mare Sicuro: sicurezza del Mediterraneo centrale

di Federico Mariani

La Vigilanza pesca

di Alfio Alberto Gusmano

L’ultimo ammaina bandiera

di Antonello Lorusso

Tutti in fila per nave Vespucci

di Marina Viola

Giornate FAI d’autunno

di Fabio Vespucci

Realtà virtuale al servizio della Marina

di Osvaldo Marchese

A Trieste si rinnova l’appuntamento con la Barcolana

di Pasquale Prinzivalli

Trofeo del mare Città di Taranto

di Marina Viola

Curiosità e tradizioni di nave Vespucci

di Fabio Vespucci

Dis...Corsi di navigazione

di Paolo Giannetti

I pittori di Marina di Paolo Bembo

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XII Regional seapower symposium 2019 di Marco Gustaf Passalacqua

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Ponte tra storia e cooperazione tra Marine nel Secolo blu


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i è da poco conclusa la XII edizione del “Regional seapower symposium” di Venezia, svoltasi dal 15 al 18 ottobre presso l’antico arsenale navale della città lagunare. Nella stupenda cornice della Serenissima, dove marittimità e millenario prestigio si fondono indissolubilmente, si sono riuniti i rappresentanti internazionali del mondo navale, accademico, industriale e com-

merciale, quasi a voler ricordare la linea indissolubile che lega la nobile storia della marineria del vecchio continente con l’attuale posizione baricentrica dell’Italia nel contesto marittimo internazionale. Il Simposio ha segnato un record a livello quantitativo e qualitativo (56 Marine partecipanti, 34 delle quali rappresentate dai rispettivi capi, 16 attori internazionali facenti capo a organizzazioni industriali, commerciali e militari del panorama marittimo globale) confermandosi evento di riferimento nel panorama mondiale per concorrere, in un’ottica di dialogo costruttivo e cooperazione leale, alla tutela, sviluppo e gestione di un ambiente tanto indispensabile quanto articolato e complesso come il mare. Il tema del Simposio 2019, “Shaping our Navies for the Blue Century” ha rap-

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Tema conduttore del forum è stato "Shaping our Navies for the Blue Century", argomento di attualità attraverso cui è stato analizzato il ruolo delle Marine nell’affrontare le sfide connesse con la sicurezza delle reti marittime globali. presentato il punto di partenza di un profondo lavoro concettuale che, nell’arco delle tre sessioni plenarie, ha sviluppato gli argomenti di principale interesse e attualità: - la riflessione sulla validità e sull’efficacia dell’attuale quadro normativo internazionale del mare (in primis la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del mare, la cosiddetta “Convenzione di Montego Bay” del 1982); - lo sviluppo coerente delle Marine del futuro per assicurare efficacemente sia i ruoli tradizionali delle Forze armate, sia le sfide lanciate dai nuovi e mutevoli assetti geopolitici; - il supporto delle Marine alla sicurezza e al benessere collettivo, ridefinendo il concetto di potere marittimo declinato attraverso le diverse dimensioni militare, politica, diplomatica, economica e sociale. I lavori hanno beneficiato del prezioso apporto delle numerose personalità civili e militari intervenute, attraverso un dialogo costruttivo basato sulla fiducia reciproca e la volontà condivisa di conseguire risultati concreti per il bene e la sicurezza del mare. Quali risultati concreti sono emerse la comune volontà di sostenere e diffondere la consapevolezza dell’importanza del mare, per la prosperità e la sicurezza collettive, e la determinazione a rafforzare la cooperazione tra i numerosi attori che, a vario titolo, operano nei mari per individuare soluzioni efficaci, sostenibili e sicure. A latere della parte prettamente ‘accademica’ si sono svolti alcuni eventi altrettanto importanti tra i quali si ricordano gli incontri tra i ministri della N OT I Z I A R I O

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A sinistra in alto: il ministro della Difesa Lorenzo Guerini all’arrivo a Venezia accolto dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone. A sinistra al centro: il ministro della Difesa a colloquio con il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, con il comandante della Squadra navale ammiraglio Paolo Treu e con il comandante di nave Vespucci, Gianfranco Bacchi. A sinistra in basso: i capi delle Marine dei paesi appartenenti al programma ADRION. In questa pagina alcuni momenti degli incontri, in particolare in alto la Sala Squadratori.

Difesa e quindi tra i capi delle Marine dei paesi appartenenti all’iniziativa Adriatico-Ionica (ADRION) e il meeting del ECGII (European carrier group interoperability initiative). Il Simposio ha rappresentato anche un’eccellente occasione per rafforzare la conoscenza e la fiducia reciproca: in tre giorni il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, ha condotto più di 20

incontri bilaterali con i suoi omologhi per sviluppare programmi di cooperazione dedicati, intensificando così la già robusta rete di collaborazione e supporto tra l’Italia e diverse nazioni amiche. In tal senso, ha assunto particolare im-

portanza la firma, da parte della Marina del Pakistan, del Notice of accession (un vero e proprio atto d’ingresso) all’iniziativa T-RMN (Trans-regional maritime network) per lo scambio di dati e di tracce sul traffico marittimo a favore di una sempre più completa Maritime situational awareness e, quindi, di una maggior sicurezza marittima. Il Simposio di Venezia ha confermato la sua centralità nel panorama marittimo e navale come uno dei pochissimi eventi a rilevanza oramai globale che attira l’attenzione e la presenza di un numero sempre maggiore di vertici di Marine e organizzazioni internazionali legate al mare. Il successo dell’edizione rappresenta il miglior tributo all’impegno profuso da tutto il personale coinvolto a vario titolo e pone le basi per un Simposio 2021 ancora più ambizioso.

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Si sono svolte a La Spezia le celebrazioni per i 150 anni dell’Arsenale militare marittimo

150° anniversario della fondazione dell’Arsenale militare marittimo

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ercoledì 9 ottobre è stato il giorno delle cerimonie ufficiali, presiedute dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone. Alla presenza del sindaco di La Spezia, Pierluigi Peracchini, del prefetto, dottor

di Desirée Tommaselli

Antonio Lucio Garufi, del vescovo, monsignor Pierluigi Palletti, e di numerose personalità civili e militari, le celebrazioni hanno avuto avvio dall’alzabandiera solenne cui è seguita la deposizione della corona, in ricordo dei funzionari, degli impiegati e degli

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operai caduti per la patria, presso il monumento situato all’interno della base navale. Dopo lo scoprimento della targa commemorativa della storia dell’Arsenale, è stato inaugurato, presso piazza Gino Patroni, il monumento celebrativo del 150° anniversario dell’Arsenale militare marittimo. Donato al Comune della Spezia dall’Associazione amici del museo navale e della storia, esso idealizza l’unione tra l’Arsenale e la città attraverso una figura cava che da un lato è la silhoutte di un civile e dall’altro quella di un militare. Realizzato in marmo botticino, è significativamente intitolato “Porta IX”; la figura cava, attraverso la quale è possibile vedere sia la città vecchia sia l’Arsenale con le sue mura, è infatti pensata come una porta simbolica tra queste due realtà, che si fondono, identificandosi l’una con l’altra. Realizzato grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, che ha indetto un concorso apposito, è opera della giovane artista Giulia Vaccari. Le autorità e gli ospiti si sono poi trasferiti al Museo tecnico navale, dov’è stato prima presentato il francobollo celebrativo dedicato all’Arsenale e l’annullo filatelico, e poi inaugurato il nuovo percorso museale, dedicato alle celebrazioni dei 150 anni dello stabilimento militare marittimo. “Il Museo ha oggi una nuova veste e, soprattutto, un nuovo percorso, studiato proprio per mettere in risalto la simbiosi che da sempre esiste tra il Museo stesso, l’Arsenale, la città di La Spezia con il suo indotto”, ha affermato il direttore dello storico istituto culturale, comandante Leonardo Merlini, che ha

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In alto a sinistra, il capo di Stato Maggiore della Marina e il sindaco di La Spezia scoprono il monumento celebrativo “Porta IX” in piazza G. Patroni; in basso, il francobollo celebrativo del 150° anniversario dell’Arsenale militare marittimo. In questa pagina: in alto, la cerimonia di inaugurazione del nuovo percorso di visita nel Museo tecnico navale, con il taglio del nastro da parte della dottoressa Claudia Ceroni, presidente della Fondazione Carispezia; a fianco, il comandante Merlini illustra all’ammiraglio Cavo Dragone e agli intervenuti la teca contenente l’unico esemplare di mignatta esistente.

anche sottolineato: “Se La Spezia e il suo golfo non avessero avuto delle particolari conformazioni geografiche e orografiche, non ci sarebbe stato l’Arsenale e se non ci fosse stato l’Arsenale non ci sarebbe questo museo a La Spezia”. Il nuovo look del Museo è il frutto di oltre 6 mesi di intenso lavoro svolto da tutto il personale dell’istituto, sia civile sia militare, che il direttore ha ringraziato pubblicamente. “È un nuovo passo verso la riqualificazione e la rimodulazione di questo museo, orgoglio della Marina, di questa città e dell’Italia in quanto custode della tradizione marittima e navale italiana,

di cui tutti noi dobbiamo essere fieri; il nuovo percorso, che oggi inauguriamo, vuole proprio sottolineare questo unicum millenario di specificità marittima e navale dell’Italia, di tradizioni marinare, di potere marittimo”. Il calendario degli eventi celebrativi è proseguito con le giornate di studio dedicate all’Arsenale, (10 - 11 ottobre), con il concerto serale del "Sax Off Limits Ensemble" del conservatorio "G. Puccini" della Spezia e della fanfara di presidio presso il Teatro civico della città (11 ottobre) e con l’apertura della Base navale in occasione delle giornate FAI d’autunno.

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L’Arsenale militare marittimo di La Spezia: 150 anni di storia di Desirèe Tommaselli

Intimamente connesso con la storia e il lavoro dell’Arsenale è il Museo tecnico navale, il più antico d’Italia tra gli istituti culturali militari

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uesto è il paese dell’avvenire… Così appariva La Spezia agli occhi della contessa di Castiglione dopo l’inaugurazione dell’Arsenale. La nobildonna spezzina, cugina di Camillo Benso conte di Cavour, scriveva, infatti, al futuro presidente della Repubblica francese, Adolphe Thiers: “…dalla finestra della mia camera vedo una nave in partenza per il Canale di Suez e un’altra che entra nel bacino per essere armata. È un bacino immenso: i

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marinai dicono che è il più bello del mondo…”. Nel giro di pochi anni il pittoresco borgo, meta di poeti romantici e di pittori paesaggisti, nonché nascente località turistico-balneare, assunse una funzione militare, con inevitabili ricadute sul piano demografico, sociale, urbanistico e storico. È storia nota che a volere l’Arsenale militare marittimo di La Spezia fu Cavour, conoscitore di quel golfo, dove si recava


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in villeggiatura dagli Oldoini, suoi parenti. La vocazione militare del luogo era già stata intuita secoli prima, nel 400, da Galeazzo Maria Sforza che aveva iniziato a edificare sulla spiaggia spezzina una darsena in cui varare la prima grande flotta del ducato milanese. Ma il precedente più prossimo, che fu di ispirazione per lo statista sabaudo, fu francese. Come sottolineava la contessa di Castiglione all’amico Thiers, l’Arsenale era infatti stato “ideato dal vostro Napoleone

A sinistra: Arsenale di La Spezia, prima darsena con deposito di carbone, 1872 ca. (foto Archivio fotografico Arsenale M.M., da 18692009. L’Arsenale militare Marittimo della Spezia, La Spezia 2009).

Sopra: i bacini di carenaggio nn. 5 e 6 visti dalla collina di Fabiano dopo il 1897, (foto Archivio fotografico Arsenale M.M., da “1869-2009. L’Arsenale militare marittimo della Spezia, La Spezia 2009).

e realizzato dal nostro Cavour”. Bonaparte, volendo dotarsi di una moderna ed efficiente flotta da guerra, aveva pianificato di ampliare il sistema di stabilimenti di lavoro per le navi militari, con la fondazione di un nuovo arsenale a La Spezia; questa, che avrebbe dovuto costituire così l’autre Toulon, al contempo avrebbe preso su di sé le funzioni militari, lasciando a Genova esclusivamente quelle di scalo commerciale. Con il Congresso di Vienna, e la cessione della Liguria al Regno di Sardegna, La Spezia divenne strategica per consolidare il potere marittimo sabaudo nel Mediterraneo. “Là sarà il grande Arsenale Marittimo Italiano, siccome un luogo più di ogni altro capace di contenere la flotta, non solo, ma che più forse d’ogni altro si presta per una difesa efficace della medesima”, preconizzò Vincenzo Gioberti nel 1851. Nel 1855 il confusionario imbarco delle truppe piemontesi per la Crimea, la prima spedizione fuori dal territorio italiano al fianco delle potenze europee,

convinse definitivamente Cavour che la coesistenza delle funzioni mercantili e militari nel porto di Genova era diventata insostenibile. Con la Legge n. 2257 del 4 luglio 1857 Cavour, in qualità di ministro della Marina, Industria e Agricoltura, trasferiva da Genova a La Spezia la Regia Marina, che avrebbe avuto la sua base nel futuro Arsenale. Inizialmente fu individuato il Varignano quale luogo in cui edificare lo stabilimento navale. Ma Domenico Chiodo, maggiore del Genio navale, prospettò a Cavour l’opportunità di costruirlo tra il limite occidentale dell’abitato di Spezia e la piana di San Vito, “proprio in fondo al Golfo, per le condizioni più vantaggiose per stabilirvi un arsenale marittimo”. Lo spazio del Varignano risultava esiguo, soprattutto alla luce del processo di unificazione; il nuovo Stato, quasi interamente circondato dal mare, imponeva un notevole investimento sulla flotta militare. I lavori del “primo Arsenale d’Italia” iniziarono il 20 luglio 1862, sotto la direzione di Domenico Chiodo, considerato

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il “fondatore della città”. Il 28 agosto 1869 l’Arsenale militare marittimo di La Spezia veniva inaugurato, “aprendosi al mare la darsena di riparazione e uno dei quattro bacini di carenaggio”. Fu un avvenimento nazionale: quel giorno una parte del vasto stabilimento entrava “nello esercizio più interessante alla nostra Marina ed al nostro Erario, quello cioè del raddobbo delle navi da guerra” e, soprattutto, si presentava “degno di una giovine nazione che aspira a schierarsi fra le grandi potenze marittime di Europa” (da La Nazione, 28 agosto 1869). Completato tra il 1870 e il 1890, l’Arsenale attirò a La Spezia tanti migranti

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provenienti da altre zone del Paese, spronati dalle prospettive di lavoro, ma anche folle di spettatori, curiose di assistere agli emozionanti vari delle navi della flotta d’Italia qui costruite. In alto: l’ingresso del Museo inaugurato nel 1924 nella “sala a tracciare” della direzione delle Costruzioni all’interno dell’Arsenale (foto Archivio del Museo tecnico navale di La Spezia); in basso: varo della R.N. Regina Elena nell’Arsenale di La Spezia il 19 giugno 1904 (fotografie Ufficio storico della Marina militare, fondo Fraccaroli).

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L’Arsenale e il Museo tecnico navale Il Museo della Marina fu istituito con Regio decreto nel 1925. La legge, in verità, andava a formalizzare uno stato di fatto giacché l’istituto, inteso come raccolta di oggetti di interesse storico scientifico, esisteva all’interno dell’Arsenale fin dalla sua fondazione. Qui erano state infatti trasferite le collezioni relative alla Marina piemontese, il cui nucleo originario coincideva con quanto sopravvissuto del museo dell’arsenale sabaudo di Villafranca (vicino Nizza), formatosi a partire dai cimeli della battaglia di Lepanto e ordinato nel 1775 dal guardiamarina Felix de Costantin. Nella Real Marina sarda approntata dal vice ammiraglio Des Geneys, de Costantin, diventato direttore dell’Arsenale di guerra di Genova col grado di maggior generale, trasferì in questa sede le raccolte del museo di Villafranca, cui aggiunse alcuni cimeli raccolti a Cagliari. Arricchitasi di testimonianze della Marina toscana e di quella napoletana dopo l’unificazione, la collezione dell’Arsenale di Genova fu trasferita a La Spezia, trovando sede nel fabbricato dei mezzi di esaurimento dei bacini piccoli e venendo posta alle dipendenze della direzione


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A destra: varo della R. N. Regina Margherita nell’Arsenale di La Spezia il 30 maggio 1901; in basso: la “sala dei documenti” e la “sala di architettura navale” del medesimo Museo (foto Archivio del Museo storico navale di Venezia).

Artiglieria e Armamenti. Il museo, interno all’Arsenale, rimase chiuso durante la Prima guerra mondiale, nel corso della quale molti materiali andarono perduti. Negli anni successivi alla Grande guerra, in pieno boom dei musei militari, l’istituto spezzino fu riordinato e collocato negli spazi più ampi della vecchia “sala a tracciare” della direzione delle Costruzioni. Progettato nel 1922 e iniziato nel 1923, fu inaugurato nel giugno 1924. Con il riallestimento e l’atto istitutivo successivi al primo conflitto mondiale, il ruolo “comunicativo” del museo spezzino, che nei decenni precedenti aveva raccolto testimonianze della produzione arsenalizia, veniva identificato con il “mostrare nell’evoluzione del materiale, l’opera tenacemente svolta per formare la nostra potenza marittima e condurre la nostra flotta alla agognata e meritata vittoria” (Nani Mocenigo). Durante la Seconda guerra mondiale i locali adibiti a museo crollarono e i danni al patrimonio dell’istituto furono notevoli. Dopo il conflitto il direttore dell’epoca, Luchetti, svolse una frenetica attività di individuazione e recupero di materiali, anche incoraggiando le donazioni, nel tentativo di risarcire come possibile le perdite e in previsione della inaugurazione del museo nella sua nuova sede, a sinistra della porta monumentale dell’Arsenale, avvenuta il 12 maggio 1958. La scelta di spazi - a La Spezia come a Venezia - non più interni allo stabilimento bensì facilmente accessibili al pubblico esterno è la chiara manifestazione della volontà della Forza armata di far “conoscere a larghe masse di visitatori, cittadini e turisti nazionali e stranieri, quanto può servire a porre in giusta luce l’operato della Marina, ad avvicinare, soprattutto i giovani, alla vita del mare e alla conoscenza di quelle tradizioni che ne costituiscono la vera essenza e la più bella legge morale” (Luchetti).

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L’Ammiraglio Paolo Treu

Comandante in capo della Squadra navale

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di Antonio Cosentino

pochi mesi dalla nomina dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato Maggiore della Marina, un’altra nomina importante in un posto chiave della Forza armata, il Comando in capo della Squadra navale (CINCNAV), vertice dell’organizzazione operativa della Marina militare. L’ammiraglio di squadra Donato Marzano, dopo 44 anni di servizio attivo, di cui tre alla guida di CINCNAV, cede il comando all'ammiraglio di squadra Paolo Treu, nominato lo scorso 12

settembre dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. La cerimonia di avvicendamento si è svolta il 12 ottobre sul ponte di volo della portaeromobili Giuseppe Garibaldi, ormeggiata nella stazione navale Mar Grande di Taranto, alla presenza del capo di Stato Maggiore della Marina militare. L’ammiraglio Marzano ha partecipato a numerose e diversificate missioni, nazionali e internazionali, condotte da

A Taranto, sulla portaeromobili Giuseppe Garibaldi, è avvenuta la cerimonia di passaggio di consegne tra gli ammiragli Marzano e Treu

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equipaggi e unità della Squadra navale, tra le quali spiccano l’operazione Mare sicuro, l’operazione Sea Guardian per la sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo sotto egida NATO, l’operazione Atalanta, per il contrasto alla pirateria marittima, le operazioni europee Triton e Eunavformed Sophia, nonché le numerose esercitazioni nazionali, NATO, EU e ambito iniziativa “5+5”. Commoventi sono state le parole dell’ammiraglio Marzano, dalle quali è emerso tutto l’amore per la Marina e per i suoi uomini che ha ringraziato per essere stati un formidabile team, elogiando il rispetto dei ruoli ma valorizzando l’importanza di ogni individuo in una missione comune. Quelle parole rotte dalla commozione, in un excursus di una vita vissuta per il mare e per il proprio paese, si alternano

per dare la giusta importanza agli equipaggi, ormai pericolosamente sottodimensionati rispetto al fabbisogno delle importanti e vitali missioni, nonché dei mezzi più moderni introdotti. L’ammiraglio Paolo Treu, assumendo il comando della Squadra navale, altrettanto conscio delle difficoltà da affrontare in questo momento storico, continuerà con forza, fermezza ed equilibrio una missione complessa a favore del benessere del paese e della Marina. L’ammiraglio Treu, uomo di grande forza e tenacia, di grande competenza e lungimiranza, assume l’incarico di comandante in capo della Squadra navale dopo aver ceduto l’incarico di sottocapo di Stato Maggiore della Marina all’ammiraglio di divisione Aurelio De Carolis.

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L’ammiraglio De Carolis ha concluso un biennio di comando navale a Taranto passando il testimone all’ammiraglio Pezzutti

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Avvicendamento al comando della seconda Divisione navale di Andrea Bielli

ella suggestiva cornice della stazione navale Mar Grande di Taranto, lo scorso 30 settembre l’ammiraglio di divisione Aurelio De Carolis ha passato il testimone, come comandante della seconda Divisione navale e l’associato incarico di Commander Italian Maritime Forces nella struttura delle forze NATO, al parigrado Paolo Pezzutti. L’ammiraglio De Carolis aveva assunto entrambi gli incarichi il 30 novembre 2017 e per un intensissimo biennio di attività, in mare e a terra, ha gestito un ciclo di attività trasversali – operative, addestrative, tecnico-manutentive e di promozione d’immagine – che lo hanno visto impegnato N OT I Z I A R I O

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contemporaneamente su diversi fronti. In campo nazionale, nella tradizionale funzione di preparatore di forze per l’impiego delle forze navali dipendenti – tra cui la portaerei Cavour, 3 cacciatorpedinere, 4 moderne fregate tipo FREMM e 2 unità logistiche e da rifornimento – a beneficio dell’operatività dello strumento marittimo nazionale, nonché quale comandante tattico di gruppo navale, ruolo che lo ha visto assumere la guida dell’operazione Mare sicuro per tre turni d’impiego: da dicembre 2017 a febbraio 2018; da dicembre 2018 a marzo 2019 e poi nuovamente da maggio ad agosto 2019. In campo NATO, il comando divisionale di Taranto esprime a rotazione,

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con omologhe realtà delle Marine di Francia, Spagna e Regno Unito, il comando di componente marittima (Maritime Component Command – MCC) della Forza di reazione rapida dell’Alleanza (NATO Response Force – NRF). Nell’ambito di questa peculiarità l’ammiraglio De Carolis ha assunto dal 1° gennaio scorso l’incarico di MCC per la NRF 2019, dopo aver superato il propedeutico e vincolante processo di certificazione a standard NATO, sviluppatosi lungo tutto il 2018. Un percorso lungo e complesso articolatosi in una sequenza addestrativa e valutativa che ha visto lo staff della Divisione – opportunamente rinforzato con figure specialistiche


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di altre Forze armate e istituzioni nazionali nonché di altre nazioni della NATO – gestire tutte le fasi di un intervento di crisi simulato in un contesto “articolo 5” – cioè di risposta ad aggressione armata a un paese dell’Alleanza, nel caso specifico la Norvegia – da parte di un avversario cosiddetto “near-peer”, ovvero in possesso di forze a capacità militari consistenti,

quasi paragonabili a quelle della NATO. L’ammiraglio Pezzutti subentra al comando della seconda Divisione navale dopo aver lasciato, il 23 settembre 2019, quello del Raggruppamento Subacquei ed Incursori del Varignano – il ben noto COMSUBIN – che ha retto per quasi 4 anni. La cerimonia di avvicendamento, che ha seguito il protocollo della tradizione navale – con l’esecuzione di 15 salve di cannone quale forma di saluto alla discesa dell’insegna dell’ammiraglio uscente e alla salita a riva di quella del subentrante sull’unità di bandiera della Divisione, il cacciatorpediniere Caio Duilio – è stata presieduta dal comandante in capo della Squadra navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano, superiore diretto dei comandanti delle tre divisioni navali e dei comandi specialistici intermedi in cui è strut-

turata la componente operativa della Marina militare. L’evento è stato anche occasione di saluto dell’ammiraglio Marzano alle articolazioni della Squadra navale che insistono sul comprensorio tarantino, in previsione della sua cessazione dall’incarico, avvenuta il 12 ottobre 2019. La partecipazione è stata pertanto numerosa e calorosa permettendo così di compendiare diverse opportunità: dal rafforzamento del rapporto privilegiato tra la Marina e la realtà tarantina – istituzioni, forze attive e cittadinanza – alla promozione dello spirito di corpo in seno alla grande famiglia della Squadra navale, concorrendo fattivamente all’azione di proiezione d’immagine sul ruolo e sull’attività della Forza armata, attraverso il braccio operativo della Squadra navale, al servizio del paese, per la protezione e la salvaguardia degli interessi nazionali. Taranto, 30 settembre 2019. Gli ammiragli Paolo Pezzutti (a sinistra) e Aurelio De Carolis, durante la cerimonia dell’avvicendamento al comando della seconda Divisione navale.

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Operazione Mare Sicuro:

sicurezza del Mediterraneo centrale di Federico Mariani

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are sicuro è un’operazione di sicurezza marittima avviata nel Mediterraneo centrale il 12 marzo 2015, a seguito dell’aggravarsi della minaccia terroristica. La sicurezza marittima del Mediterraneo centrale è infatti un interesse primario per il nostro paese che ha 8.000 chilometri di costa; l’Italia è infatti il secondo paese europeo per interscambio via mare, con una flotta mercantile che è prima al mondo per navi traghetto, seconda in Europa per numero di navi e per pescherecci. L’operazione prevede il dispiegamento di un dispositivo aeronavale della Marina

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militare che assicura attività di presenza, sorveglianza e deterrenza nel Mediterraneo centrale e nello Stretto di Sicilia, tutela gli interessi nazionali e contrasta i traffici illeciti condotti via mare, in particolare nel tratto di mare prospiciente Libia e Tunisia. Dal 1 gennaio 2018, una delibera del consiglio dei Ministri ha ampliato i compiti della missione includendo anche le attività di supporto e di sostegno alla Libyan Navy e alla Libyan Naval Coast Guard per il ripristino dell’efficienza dei mezzi al fine di consentirne la ripresa delle attività in mare. È un’attività di Maritime capacity building e mentoring

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che viene svolta da personale italiano militari e civili della Marina - da bordo del moto trasporto costiero Pantelleria in porto a Tripoli (unica nave militare straniera a essere ormeggiata nel porto libico). La costante presenza degli assetti della Marina militare in area di operazioni, inoltre, consente di assicurare il monitoraggio e la protezione delle linee di comunicazione, delle installazioni offshore di interesse dell’italiana ENI, il contributo alla raccolta informativa e la vigilanza sulle attività di pesca, assicurando al contempo un concreto supporto a


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Dal 2018 sono stati ampliati i compiti della missione includendo anche le attività di supporto e di sostegno alla Libyan Navy e alla Libyan Naval Coast

favore dei pescherecci e dei mezzi nazionali che operano in tali aree. Le unità di Mare sicuro conducono anche interventi di assistenza medica e tecnica e azioni preventive di protezione a favore dei pescherecci nazionali prevedendo, in alcuni casi, anche l’immissione a bordo di personale della Brigata Marina San Marco, dei team imbarcati per controlli ispettivi e per la prevenzione di possibili sequestri. L’operazione Mare sicuro, inoltre, fornisce il necessario supporto a tutte le iniziative/operazioni/attività che si svolgono a livello internazionale/interministeriale/in-

terforze in Mediterraneo centro-meridionale e sul territorio libico, quali EUNAVFORMED SOPHIA, FRONTEX THEMIS e NATO SEA GUARDIAN. Tra gli ulteriori contributi forniti dall’operazione vi sono anche il concorso all’Aeronautica militare per la compilazione della situazione aerea nell’area di operazioni, il pre-posizionamento in caso di interventi per esigenze di estrazione ed evacuazione del personale dei contingenti dispiegati su territorio libico, il contributo all’accrescimento del patrimonio informativo nazionale relativo all’area del Mediterraneo centro-meridio-

nale. La Marina militare, con la sua continua presenza e sorveglianza degli spazi marittimi del Mediterraneo centrale e il suo potenziale di deterrenza, difesa avanzata e proiezione di capacità, tutela e promuove l’interesse nazionale in area, garantendo il libero e sicuro uso del mare. Con le sue funzioni di polizia dell'alto mare, inoltre, assicura anche il contrasto delle crescenti minacce e attività criminali nella dimensione marittima – come terrorismo, pirateria e traffico di esseri umani – concorrendo alla salvaguardia della vita umana in mare: prima regola di ogni marinaio!

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La Vigilanza pesca Le operazioni della Marina militare

di Alfio Alberto Gusmano

Tutte le attività di Vi.Pe. nello Stretto di Sicilia sono svolte giornalmente sotto il controllo operativo del Comando in capo della Squadra navale

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a Vigilanza pesca (Vi.Pe.) è, sin dal 1959, una delle operazioni primarie condotte dalla Marina militare nel mar Mediterraneo, nelle acque internazionali dello Stretto di Sicilia interessate storicamente dalle attività di pesca condotte dalle imbarcazioni dei pescatori siciliani. Le unità della Marina militare destinate a tale attività hanno il compito di assicurare il libero esercizio dell’attività di pesca, da parte dei pescherecci nazionali, in acque internazionali, nel pieno rispetto della normativa nazionale in vigore. La Vigilanza pesca si inquadra nell’ambito delle funzioni di polizia marittima spettanti alle navi da guerra in acque internazionali e trova specifico fondamento


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giuridico nella Legge n. 979 del 31 dicembre 1982 “Disposizioni per la difesa del mare” che consente alla Marina militare la vigilanza sulle attività economiche sottoposte alla giurisdizione nazionale nelle aree situate al di là delle acque territoriali italiane. Tale operazione navale ha visto, da più di mezzo secolo, l’incessante impegno, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, delle unità navali – in primis pattugliatori e corvette con i rispettivi equipaggi – appartenenti

al Comando delle forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera (COMFORPAT), con il prezioso supporto della componente aerea e in particolare delle stazioni elicotteri della Marina militare. Tutte le attività di Vi.Pe. nello Stretto di Sicilia sono svolte giornalmente sotto il controllo operativo del Comando in capo della Squadra navale (CINCNAV). Nel corso del 2019, alla data del 1 ottobre, le navi della Marina militare hanno

già svolto 19 missioni di Vigilanza pesca per un totale di circa 5.000 ore di pattugliamento e più di 30.000 miglia percorse, a tutela degli interessi nazionali, in stretta collaborazione con il dispositivo aeronavale dell’operazione Mare sicuro, impiegato dal marzo 2015 nel Mediterraneo centrale. La presenza costante di unità navali si rivela altresì una preziosa risorsa per tutti i mercantili operanti nel Mediterraneo. Difatti, nel recente passato, piccole imbarcazioni di pescatori o mercantili in transito sono stati in più occasioni assistiti dalle unità della Marina militare per esigenze di primo soccorso sanitario o per circostanze più delicate legate alla salvaguardia della vita umana in mare.

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L’ultimo ammaina bandiera di Antonello Lorusso


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uattro navi della Marina militare lasciano, dopo circa 30 anni, l’attività al servizio delle istituzioni e della collettività celebrando l’ultimo ammaina bandiera. Dalla banchina Tullio Marcon di Augusta il comando delle Forze di pattugliamento ha salutato nave Chimera e

nave Driade. Le due corvette fin dal varo hanno assolto il prestigioso incarico affidato loro, ovvero assicurare presenza e sorveglianza degli spazi marittimi, la difesa delle zone costiere di traffico, il pattugliamento della zona economica esclusiva, oltre alla vigilanza sull'attività di pesca nel Canale di Sicilia.

La Marina militare saluta quattro delle sue navi a Taranto e Augusta

Inoltre, hanno collaborato alla tutela dell'ambiente marittimo nazionale, con specifici compiti di contrasto all'inqui-

Momenti della cerimonia dell’ultimo ammaina bandiera. Sopra: la fregata Euro e il pattugliatore d’altura Aviere in arsenale a Taranto. In basso le due corvette Driade e Chimera, ormeggiate ad Augusta.


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namento, e hanno ospitato numerose sessioni di Scuola comando a favore dei futuri comandanti di unità navali. Alla toccante cerimonia di ammaina bandiera ha partecipato il comandante in capo della Squadra navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano, che ha ricordato come nave Driade e nave Chimera, ultime corvette ancora operative, siano state impiegate efficacemente in molteplici missioni nazionali e nei vari contesti internazionali testimoniando, in tal modo, l’eccellenza della tecnologia, l’inventiva e l’originalità N OT I Z I A R I O

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Legge di stabilità del 2014. Tale piano permette alla Forza armata di disporre di uno strumento aeronavale moderno, efficiente e bilanciato in tutte le sue componenti e in grado di esprimere capacità operative adeguate ai tempi ed efficaci nell’adempiere ai compiti loro assegnati. Con la radiazione delle quattro navi dal naviglio militare continua il processo di ridimensionamento e di ammodernamento della flotta della Marina mili-

che da sempre contraddistinguono il made in Italy. Nell’Arsenale militare della Città dei due mari, invece, la Forza armata, con ventuno salve di saluto, ha ammainato le bandiere della fregata Euro e del pattugliatore d’altura Aviere. Ha presieduto la cerimonia il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone. Il capo della Marina, durante il suo intervento, ha voluto sottolineare come l’avvio in disarmo di queste unità faccia parte del piano straordinario della

Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone riceve la bandiera di combattimento che sarà custodita a Roma all’interno dell’Altare della patria nel museo del sacrario delle bandiere delle Forze armate. Nelle altre immagini momenti delle cerimonie.

tare. Ora le bandiere di combattimento riposeranno nel sacrario delle bandiere che si trova a Roma, all’interno dell’Altare della patria.

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Tutti in fila per nave Vespucci Toccati i porti di Salerno, Ancona,Trieste e Venezia. La nave scuola ha dato l’opportunità a studenti tra i 16 e i 26 anni di imbarcare e far parte dell’equipaggio.

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di Marina Viola

a regina dei mari continua a stregare i cuori degli italiani. Ne sono prova le lunghe code per visitarla in tutti i porti che ha toccato nella sua attività post-Campagna d’istruzione. Concluso il periodo di addestramento degli allievi della prima classe dell’Ac-

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Grande successo per l’attività post-Campagna della nave scuola della Marina militare

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cademia navale di Livorno, l’Amerigo Vespucci ha infatti intrapreso un tour che l’ha portato a scalare i maggiori porti italiani mettendosi a disposizione della popolazione e delle istituzioni locali per visite guidate ed eventi da ospitare a bordo. Grazie alla collaborazione tra la Marina militare e l’Associazione marinai d’Italia, un gruppo di 37 ragazzi tra i 16 e i 26 anni, provenienti da tutta Italia, ha avuto l’opportunità di imbarcarsi a Livorno il 21 settembre sulla nave scuola e sbarcare il 4 ottobre ad Ancona. A fine settembre, nave Vespucci, era a Salerno, prima sosta postCampagna, ormeggiato al porto comM A R I N A

merciale. La visita a bordo del veliero, tra le attività organizzate in occasione del XX raduno nazionale ANMI (Associazione nazionale marinai d’Italia), è stata un successo. La nave scuola ha proseguito poi lungo il suo itinerario, risalendo l’Adriatico fino ad Ancona. Presso lo scalo dorico ha fatto tappa dal 4 al 6 ottobre, in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni dalla partenza per la Terra santa di Francesco d’Assisi, santo patrono d'Italia. Nonostante fosse la decima volta che la nave approdava nel capoluogo marchigiano, la sua presenza nel porto antico ha suscitato grande


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A destra al centro: il sottosegretario alla Difesa, onorevole Angelo Tofalo, a colloquio con il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

entusiasmo; circa 17mila persone hanno affrontato di buon grado una lunga attesa pur di visitare il gioiello della nostra Marina militare. Proprio per far fronte al rilevante afflusso di pubblico, sono state apportate modifiche alla viabilità all’interno del porto e posizionate delle transenne per consentire un ordinato ingresso dei visitatori. Tale e tanto è stato l’affetto ricevuto da nave Vespucci che la Marina militare

ha voluto ringraziare la cittadinanza dalla propria pagina Facebook: “#naveVespucci. Un caloroso ringraziamento alle oltre 14.000 persone che l'hanno visitata nel porto di Ancona”. Il numero

è poi cresciuto ulteriormente toccando, come sappiamo, le 17.000 unità. Il veliero è quindi salpato alla volta di Trieste dove era atteso in occasione della Barcolana, la storica regata velica

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giunta quest’anno alla 51esima edizione, che si è tenuta domenica 13 ottobre. Appena arrivata a Trieste, ormeggiata alla Stazione marittima, nave Vespucci è stata presa letteralmente d’assalto dai visitatori. Per la nave scuola della Marina si trattava della 19esima presenza nel porto giuliano e della seconda alla manifestazione velica. Durante la sosta triestina sono stati ospitati a bordo diversi eventi come la conferenza stampa di presentazione della “Settimana velica internazionale Accademia navale e città di Livorno 2020” (vedi box di approfondimento, ndr); nell’occasione è stata illustrata anche l’iniziativa di solidarietà “Vienna sul Lago” che vede coinvolti gli allievi dell’Accademia navale di Livorno, per concludere con la presentazione del calendario istituzionale 2020. Sempre a bordo è stata presentata alla stampa ‘Ambasciatrice’, una bicicletta con pedalata assistita ispirata alle linee eleganti della nave. Ultima tappa del tour postCampagna di nave Vespucci - che ha concluso l’attività il 25 ottobre nel porto di La Spezia - è stata Venezia che ha ospitato, dal 15 al 18 ottobre, il XII "Regional seapower symposium",

forum biennale cui hanno preso parte 56 Marine militari di tutto il mondo, 34 capi di Stato Maggiore più organizzazioni internazionali, industriali e accademiche. Il veliero, con la sua indiscussa bellezza, è stato uno straordinario biglietto da visita per la nostra Marina nelle giornate del simposio. Una folla di estimatori e curiosi l’attendeva al suo arrivo nella città lagunare, lunedì 14 ottobre, quando è stato ormeggiato di fronte all’Arsenale militare. Durante la sosta in laguna il Vespucci ha ospitato a bordo anche un incontro del programma di cooperazione transnazionale Adrion cui ha preso parte il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, con i rappresentati istituzionali di Albania, Croazia, Grecia, Montenegro e Slovenia, paesi dell'area balcanica che si affacciano sull'Adriatico e sullo Ionio.

Dietro l’eccellenza e il successo riscosso da nave Vespucci c’è il grande lavoro delle donne e degli uomini di bordo. Nella pagina accanto ecco i volti di alcuni membri dell’equipaggio del veliero

Cambio di comando su nave Vespucci

Ad Ancona, la mattina dell’8 ottobre, è avvenuto il passaggio di consegne al comando di nave Vespucci. Alla presenza del comandante in capo della

Squadra navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano che ha di recente lasciato il servizio attivo, il capitano di vascello Stefano Costantino ha ceduto il comando della nave al capitano di vascello Gianfranco Bacchi. N OT I Z I A R I O

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A bordo di nave Vespucci presentata la “Settimana velica internazionale Accademia navale e città di Livorno”

A bordo di nave Vespucci, ormeggiata nel porto di Trieste, si è tenuta sabato 12 ottobre la conferenza stampa di presentazione della “Settimana velica internazionale Accademia navale e città di Livorno 2020” in programma dal 25 aprile al 3 maggio 2020. L’ammiraglio Flavio Biaggi, comandante dell’Accademia navale, ha illustrato il programma delle regate e delle manifestazioni insieme con la vice sindaca del comune di Livorno, Monica Mannucci e il rappresentante dei circoli velici livornesi, Andrea Mazzoni. La competizione sarà articolata su 10 diverse classi di regata, con le classi Hansa 303, 2.4 M e Martin 16 riservate agli equipaggi composti da marinai disabili. Previste, come sempre, la “Regata dell’Accademia navale”, regata d’altura di oltre 600 miglia, e la “Regata delle vele d’epoca”, organizzata dalla Lega navale italiana sezione di Livorno. Organizzata anche quest’anno, in collaborazione con il circolo velico Antignano e con la Lega italiana vela, la “Naval academies regatta”, regata internazionale che coinvolge numerose accademie estere. Si svolgeranno anche, promossi dalla Marina militare, un convengo sulla tutela dell’ecosistema marino e un concorso artistico su ‘Il mare e le vele’ riservato agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello; i lavori selezionati saranno esposti all’interno di una mostra allestita presso la galleria allievi dell’Accademia.

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Giornate FAI d’autunno

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di Fabio Vespucci

abato 12 e domenica 13 ottobre, in 260 città italiane, il FAI (Fondo ambiente italiano) ha organizzato le Giornate d’autunno, tradizionale appuntamento che quest’anno ha coinvolto 330.000 visitatori attraverso itinerari tematici e aperture speciali che hanno permesso di scoprire luoghi insoliti, raramente visitabili e di straordinaria bellezza presenti nel Belpaese. Tra i luoghi inseriti nel programma, l'Arsenale militare di La Spezia si colloca al secondo posto tra i più visitati del weekend, con oltre 6.000 ingressi per due giorni di apertura al pubblico. L’Arsenale militare per valenza militare, storica, culturale ed economica ha contribuito notevolmente alla trasformazione e allo sviluppo urbanistico di La Spezia; concepito

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da Napoleone e voluto da Cavour venne inaugurato nel 1869 e, durante la Seconda guerra mondiale, fu quasi completamente distrutto e venne ricostruito in tempi record. I bacini dell’Arsenale e tutte le strutture ivi presenti sono importanti siti manutentivi, impiegabili anche per funzioni non militari come, ad esempio, la manutenzione di navi civili, e rappresentano un volano per l’occupazione e la valorizzazione del territorio. L’inserimento nel programma del FAI è stato solo uno degli eventi finalizzati alla celebrazione dei 150 anni dell’Arsenale

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L’Arsenale militare di La Spezia è stato il secondo sito più visitato di La Spezia, un vero e proprio viaggio nel passato attraverso la visita dei luoghi operativi della struttura marittima, tra i quali l'ex scuola operai, l'officina congegnatori con lavorazioni meccaniche, i bacini galleggianti e il ponte girevole. Non sono mancate performance musicali (con gli allievi del liceo musicale Cardarelli), teatrali (Associazione culturale gli scarti) e degu-


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stazioni di piatti tipici spezzini (istituto alberghiero Casini) che hanno ben illustrato l'evoluzione della cucina locale pre e post nascita dell'Arsenale, riproponendo pietanze tipiche del “rancio di bordo”. Migliaia di persone hanno visitato il cacciatorpediniere Caio Duilio, ormeggiato alla banchina scali e dotato di un elicottero

EH 101 appartenente al 1° Gruppo elicotteri di Luni, immedesimandosi a pieno nella complessa vita operativa dell’equipaggio di bordo. Nella giornata conclusiva, domenica 13 ottobre, la mattinata è stata caratterizzata dal defilamento in darsena della veleggiata Marconiana 2019; la manifestazione si è conclusa con il concerto

della banda di presidio della Marina militare, in piazza Europa, e con l’ammainabandiera solenne, consolidando così il rapporto di collaborazione tra la Marina militare e il FAI e mettendo in luce le proprie strutture e il proprio capitale umano.

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Realtà virtuale al servizio della Marina

Installato nella Scuola comando navale di Augusta il ‘Simulatore navale avanzato di manovra’

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di Osvaldo Marchese

ondurre un pattugliatore in porto, interagendo con il traffico locale, oppure manovrare una fregata in acque ristrette, magari in condizioni meteomarine sempre più difficoltose. Sono soltanto alcuni degli scenari di fronte ai quali si potranno

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trovare gli ufficiali frequentatori della Scuola comando navale ad Augusta dove, da qualche mese, è entrato in funzione il nuovo ‘Simulatore navale avanzato di manovra’. Il sistema, composto da una rete di dieci postazioni utente e di una consolle istruttore, affianca e integra le regolari attività in mare, permettendo ai futuri


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comandanti della Marina militare di navigare, manovrare ed effettuare complesse e realistiche esercitazioni navali senza dover mai mollare gli ormeggi. Ogni postazione è infatti dotata di una consolle che riproduce i comandi che usualmente si trovano in plancia, collegata a tre monitor che consentono la visualizzazione di una cartografia elettronica, della schermata radar e della visuale esterna dal ponte di comando. Inoltre, al fine di rendere l’esperienza di navigazione ancora più immersiva, i frequentatori sono dotati di un visore di realtà virtuale collegato alla consolle comandi, in modo tale da offrire una visione a tutto tondo dell’ambiente circostante. Attualmente il simulatore consente di riprodurre le caratteristiche di 5 unità maggiori e ausiliarie della Marina militare ma non è escluso che in futuro il

Il sistema, tecnologicamente ispirato ai serious games, permette di ricreare scenari operativi realistici ed esercizi accattivanti, fornendo agli ufficiali della Marina l’opportunità di conseguire un livello elevato di preparazione e conoscenza delle procedure da attuare, poi, nell’addestramento in mare

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sistema possa arricchire la sua flotta virtuale. A spiegarcelo è il capitano di fregata Francesco Laghezza, capo del 1° Ufficio - Sistemi avanzati e netcentrici presso il “C4 e sicurezza”, il reparto che ha coordinato lo sviluppo del progetto: “Il software è basato sulla soluzione MANTA (Multipurpose advanced naval training architecture) della ditta CETENA, una società del gruppo Fincantieri, ed è stato testato e adattato alle specifiche esigenze presso il Centro di programmazione della Marina militare di Taranto. Attualmente - ha aggiunto il comandante Laghezza - il sistema è in grado di simulare 4 aree geografiche portuali in 3D (Taranto, La Spezia, Augusta, Stretto di Messina), oltre che lo scenario d’alto mare per effettuare attività di manovra in formazione da parte di più unità. Il software ha caratteristiche tali che consentiranno di aggiungere

nuove funzionalità, ulteriori modelli di unità navali e nuovi scenari. L’apertura verso protocolli informatici diffusi permetterà inoltre di integrare il simulatore di manovra con il progetto ‘Addestramento sintetico di flotta’ della Marina militare, consentendo sessioni addestrative condivise con altri sistemi di simulazione interconnessi fino a raggiungere, in un prossimo futuro, anche l’integrazione con capacità similari di altri Paesi”. Chiaro dunque come il simulatore costituisca per la Marina militare un valido strumento tecnologico al servizio della formazione del proprio personale, raggiungendo livelli di preparazione sempre più orientati all’eccellenza.A confermarlo è il capitano di vascello Pasquale Perrotta, direttore della Scuola comando navale e comandante delle Forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa

costiera (COMFORPAT) con sede ad Augusta: “La possibilità di generare scenari con mutevoli condizioni meteorologiche consente un efficace addestramento dei frequentatori alla gestione della manovra e del mezzo, anche in circostanze proibitive, in totale sicurezza. In questo modo il ‘tirocinante’ potrà cimentarsi e testare le proprie capacità di manovra su navi con performance sempre differenti”.

Una serie di immagini dell’addestramento virtuale presso la Scuola comando navale di Augusta, dove è stato installato il simulatore navale avanzato di manovra, con il personale della Marina che indossa il visore VR e si esercita alla consolle.

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A Trieste si rinnova l’appuntamento con la BARCOLANA di Pasquale Prinzivalli

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Sono state 2.015, numerose come sempre, le imbarcazioni che hanno partecipato alla tradizionale Barcolana di Trieste, giunta alla 51esima edizione

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alle supermaxi alle medie, passando per le piccole imbarcazioni, la Barcolana 2019, storico appuntamento per la città di Trieste, ha registrato ben 2015 iscrizioni. Anche quest’anno il Golfo di Trieste è stato il teatro naturale di una accesa lotta tra i grandi equipaggi favoriti per la vittoria finale. Il poco vento ha reso molto complessa e lenta la partenza che è stata data poco dopo le ore 10 di domenica 13 ottobre.

Trieste, 13 ottobre 2019. La flotta delle imbarcazioni che hanno partecipato all’edizione 2019 della Barcolana, in mare prima della partenza.


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Trieste, 11 ottobre 2019. Suggestiva immagine di nave Vespucci ormeggiata al molo Bersaglieri nel porto di Trieste (foto di Alessandro Lentini). A destra, alcuni momenti vissuti a bordo di nave Vespucci, durante la presentazione degli eventi: “Settimana velica internazionale Accademia navale e città di Livorno 2020”, “Vienna sul lago” e del “Calendario della Marina militare 2020.” N OT I Z I A R I O

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Una grande festa della vela, resa più sobria quest’anno per lo choc subito dalla città di Trieste e dall’Italia tutta a causa di quanto successo nei giorni precedenti, con l’uccisione di due poliziotti durante il folle attacco nella Questura triestina. In un’edizione caratterizzata dalla quasi totale mancanza di vento, che ha causato la riduzione del percorso di regata, a spuntarla è stata Way of Life che ha vinto la Barcolana 2019 imponendosi con una regata magistrale, riuscendo a sfruttare quei pochi nodi di vento nel golfo di Trieste. A fare da madrina alla regata con più alta partecipazione al mondo, la nave scuola Amerigo Vespucci. “Per la terza volta a Trieste, in occasione della Barcolana, la presenza della nave scuola Amerigo Vespucci è un sodalizio con la città che si sta sempre più rinsaldando”, ha detto il comandante, capitano di vascello Gianfranco Bacchi. A bordo di nave Vespucci, ormeggiata presso il molo Bersaglieri nel porto di Trieste, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della “Settimana velica internazionale Accademia navale e città di Livorno 2020” in programma dal 25 aprile al 3 maggio 2020. Per l’occasione, il comandante dell’Accademia navale, ammiraglio Flavio Biaggi, la vice sindaca del Comune di Livorno, dottoessa Monica Mannucci, e il rappresentante dei circoli velici livornesi, dottor Andrea Mazzoni, hanno illustrato il programma delle regate che, anche per la prossima edizione, vedranno la partecipazione di 10 diverse classi di regata (Tridente 16, Optimist, Laser Bug, Hansa 303, 2.4 Mr, Martin 16, Contender,Altura,Vele Latine e Vele d’Epoca). A dare maggior prestigio alla manifestazione, la Settimana velica internazionale ospiterà anche per questa edizione la “Regata dell’Accademia navale” e la "Regata delle vele d’epoca", organizzata dalla Lega navale italiana di Livorno. Anche solidarietà e cultura a bordo del veliero con la presentazione, da parte del notaio Claudio Limontini, presidente dell'associazione “Vienna sul lago”, dell’iniziativa legata al gran ballo della Venaria Reale. A seguire gli ospiti e i giornalisti hanno potuto scoprire, grazie alle immagini presentate dal capitano di vascello Alessandro Dionigi, il calendario istituzionale 2020 a tema: “La Marina militare vista attraverso gli occhi della Brigata Marina San Marco”. Quest'anno la Marina ha dedicato il calendario all’associazione “Lega del Filo d’oro”.

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Trofeo del mare Città di Taranto di Marina Viola

l Trofeo del mare città di Taranto, quest’anno alla sua terza edizione, si è svolto nella Città dei due mari tra il 5 e il 20 ottobre scorsi. Ancora una volta l’organizzazione dell’evento è stata curata dal Comando marittimo Sud della Marina militare, in collaborazione con ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR), am-

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ministrazione comunale di Taranto, associazioni sportive, associazioni culturali e sponsor. A tirare le somme al termine della manifestazione, facendo il punto della situazione e già guardando all’edizione 2020, è l’ammiraglio di divisione Salvatore Vitiello, comandante marittimo Sud, intervistato dal Notiziario della Marina

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In occasione della terza edizione del Trofeo del mare Città di Taranto, incontriamo l’ammiraglio di divisione Salvatore Vitiello, comandante del Comando marittimo Sud


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Ammiraglio a conclusione di questa edizione del Trofeo, che bilancio sente di poter tracciare? Sicuramente posso dire che i numeri sono in crescita: abbiamo avuto la partecipazione di oltre 500 studenti, provenienti da 17 istituti scolastici superiori. Quest’anno, poi, abbiamo superato il confine provinciale con scuole di Bari, Molfetta, Mesagne e Gallipoli. Hanno partecipato nove federazioni, oltre 15 associazioni sportive e 19 sponsor. Il Trofeo si è sviluppato con 800 sessioni di addestramento, 150 gare, 43 trofei di varie specialità. Novità di quest’anno è che alcuni studenti sono diventati agonisti. Sono state disputate, infatti, anche delle regate FIV (Federazione italiana vela) zonali nella classe tridente e i primi 4 equipaggi hanno preso parte alla tappa tarantina del campionato italiano sempre classe tridente, a testimonianza della crescita sportiva di questi giovani velisti.

Che impressione ha avuto dei ragazzi? Ho visto giovani animati da tanto entusiasmo, in grado di raggiungere ottimi livelli in tempi rapidissimi. Il primo giorno di prove pratiche, per esempio, come era lecito aspettarsi, nella

darsena della sezione velica della Marina c’era un po’ di confusione: barche armate, barche da armare, qualche vela ancora piegata. Per lasciare il porticciolo c’è voluta una buona mezzora. Alla gara, però, la darsena era popolata da oltre 20 barche tutte perfettamente armate. A un breve cenno del nostromo tutti sono usciti ordinatamente e in pochi minuti hanno guadagnato i campi di regata. L’ho visto accadere altre volte, ovviamente, ma mai così in fretta. Sicuramente, i tanti istruttori coinvolti hanno dato molto ma anche i ragazzi hanno fatto la loro parte. E questo in tutte le discipline. I ragazzi un po’ impacciati dei primi giorni hanno lasciato spazio a dinamici sportivi in grado di relazionarsi come squadra, di identificarsi come equipaggio.

Avvicinare i giovani alle discipline marinaresche, attraverso il modello dell’equipaggio, era uno degli obiettivi dichiarati di questo trofeo. Altre aspettative? L’altro obiettivo, altrettanto ambizioso, che ci siamo dati, è quello di sviluppare e promuovere una vera e propria cultura del mare attraverso iniziative che affiancano le attività sportive. E’ stato presentato il Sunrazor 01, prototipo

di imbarcazione alimentato a energia solare, a elevato contenuto tecnologico, sviluppato da imprenditori locali e varie università; il Castello Aragonese ha ospitato una mostra dedicata ai pittori di Marina, mentre l’associazione Mare vivo, il Club Unesco e l’Università del Salento hanno dato spazio a temi di biologia marina e inquinamento del mare dalle microplastiche.

C’è un momento che ricorda con particolare emozione? L’apertura straordinaria del ponte girevole che ha consentito a oltre 25 barche a vela di sfilare lungo il canale navigabile, guidate dal Corsaro II, nave scuola a vela della Marina militare, insieme con un vero e proprio carosello di lance a remi, gozzi, canoe, stand up paddle, flyboard e altro ancora. È stato un vero e proprio momento di festa del mare, sul mare, in grado di evidenziare le tante potenzialità di crescita della nostra città in questo settore, molto apprezzato dai tanti spettatori che si sono intrattenuti lungo corso due Mari a pochi passi da alcuni dei simboli più amati della nostra città, il ponte girevole, il Castello Aragonese e il monumento ai marinai . Il Trofeo del mare si può considerare una sorta di banco di prova in vista dei Giochi del Mediterraneo 2026 che si svolgeranno a Taranto? La manifestazione è articolata e poliedrica; coordinare le varie attività e le tante associazioni e istituzioni coinvolte è stato sicuramente oneroso. In questa chiave può essere interpretato quale attività prodromica ai Giochi del Mediterraneo del 2026, forse più complessi ma sicuramente alla portata del grande equipaggio che ha condotto questa manifestazione: dalla Marina, parte integrante e integrata della città, alle istituzioni scolastiche rappresentate dal MIUR, alla giunta comunale che si è spesa con tutti i suoi assessori, al CONI e alle numerose associazioni sportive del territorio, agli imprenditori che ci hanno voluto sostenere. Tutti sono stati in grado di fare sistema. E, sono sicuro, tutti sapranno fare la loro parte anche per i Giochi del Mediterraneo 2026.

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curiosita’ e tradizioni

Nave Vespucci

Siamo giunti al sesto appuntamento dedicato alle curiosità e alle tradizioni legate a nave Vespucci. In questo articolo parliamo dei bastingaggi, del servizio lavanderia di bordo e dell’occhio di Panama di Fabio Vespucci I bastingaggi: la logistica di bordo Nella parte centrale di nave Vespucci vi sono dei cassoni contigui alla murata, utilizzati per custodire le amache, l’attrezzatura marinaresca e le diverse dotazioni di bordo: questi prendono il nome di bastingaggi, termine derivato dalla lingua francesce (bastingage) e sono l’emblema di come ogni minimo spazio di bordo risulti di vitale importanza per stivare merci e attrezzatura. Momenti di vita a bordo: il servizio lavanderia Uno dei servizi fondamementali per le esigenze dell’equipaggio è il servizio lavanderia. A bordo di nave Vespucci è presente il locale lavanderia che, a seguito dei recenti lavori di ammodernamento, è stato attrezzato con i più moderni mac-

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chinari industriali (lavatrici, asciugatrici, etc.), essenziali per poter servire costantemente 400 persone nel corso delle navigazioni e non.

Occhio di Panama: occhio al colore! L’occhio di Panama è una fenditura situata nella parte prodiera delle navi. Per tradizione, la sua bordatura è colorata a seconda delle navigazioni effettuate dalle navi della Marina militare italiana (esempio: rosso per il transito della linea equatoriale o blu per il transito nel canale di Panama o dei circoli polari). Nave Vespucci non possiede un occhio di Panama ma non ha rinunciato a questa tradizione, trasformando il proprio collare di bompresso in una sorta di occhio di Panama, pitturato in blu cordoba.


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Dis...Corsi di navigazione La Brachistocrona ovvero… “La rotta di minor tempo” di Paolo Giannetti

n una precedente puntata erano state descritte l’Ortodromia e la Lossodromia come, rispettivamente, il percorso più corto che si possa tracciare e il percorso più facile da mantenere tra due punti di una superficie sferica assimilabile a quella terrestre.Tra due punti esiste inoltre una “terza via” più efficiente dal punto di vista operativo (tattiche navali e/o di regata) detta Brachistocrona. Il termine Brachistocrona deriva dal greco, brachistos, il più breve, e chronos, tempo ed è anche definita come la rotta di minimo tempo. La conoscenza delle condizioni meteooceanografiche previste durante la navigazione consente, di fatto, di individuare un prevedibile percorso di minima durata. Con questo approccio la navigazione marittima si avvicina a quella aerea che da molto più tempo si avvale delle informazioni meteorologiche, con carte di analisi attuali e di previsione alle varie quote. Per comprendere questo nuovo concetto, proviamo a immaginare che per navigare da un punto A di partenza a un altro B di arrivo (vedi figura 1), si debba attraversare un tratto di mare con correnti di intensità N OT I Z I A R I O

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e direzioni variabili da zona a zona. Posizionati i punti A e B sulla carta, questi possono essere uniti con un arco di circolo massimo (ortodromia). Consideriamo varie rotte uscenti da A, da una parte (1, 2) e dall’altra (4, 5) rispetto alla rotta (3) di cerchio massimo. Su ognuna di queste rotte risolviamo il problema della corrente sommando vettorialmente la velocità di propulsione(Vp) con cui la nave intende navigare e la corrente (Vc) la cui influenza è diversa, nel fascio di rotte, per il diverso angolo di incidenza tra la direzione della corrente e quella di ogni singola rotta. Su ogni rotta considerata (1, 2, 3, 4, 5) si ricavano i vari vettori della velocità effettiva Veff. La velocità effettiva è il primo riferimento nella determinazione della rotta di minimo tempo. Moltiplichiamo il modulo Veff per 6h o 12h o 24h (intervalli in cui si assumono invariabili gli elementi meteo oceanografici) e riportiamo i percorsi corrispondenti sulle rotte considerate; si ottengono i punti S1 S2 S3 S4 S5 del primo fronte temporale definito come il luogo dei punti in cui ipotetiche navi,tutte con la stessa velocità di propulsione Vp, si

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troverebbero dopo “enne” ore di navigazione. La linea del fronte temporale è tanto meglio definita quanto più numerose sono le rotte considerate nel fascio. Da un elevato numero di punti del primo fronte temporale riparte l’operazione sopra descritta; da ogni punto si riapre un fascio o ventaglio di rotte e su ogni rotta s’individua la velocità effettiva. Se questa operazione venisse fatta per ciascun punto S1 S2 … S5, il complesso delle rotte diverrebbe 25 (5x5). Si accavallano cinque fronti temporali (vedi figura 1). Se intendessimo scoprire il luogo dei punti in cui si trovino le ipotetiche numerose navi naviganti con Vp al termine delle successive ore di navigazione (6h o 12h o 24h), saremmo costretti, per inseguire una buona precisione, a considerare numerosi “n” punti (n > 5!) sul primo fronte temporale e altrettante numerose rotte in ogni fascio. Su ciascuna rotta sono calcolati Veff e cammino corrispondenti. Alla fine di questa lunga e complessa operazione, risolvibile soltanto con un calcolatore, si scopre la curva tangente ai vari fronti temporali: essa è l’inviluppo dei fronti che viene denominato fronte iso-


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figura 1

Tra due punti esiste una “terza via”, la più efficiente dal punto di vista operativo detta Brachistocrona... il termine deriva dal greco, brachistos, il più breve

crono. Con questi criteri di lavoro ci avviciniamo al punto B notando che il tratto di mare separante B dall’ultimo fronte isocrono sia breve o non più influenzato da elementi meteo - oceanografici. Per scoprire la rotta di minimo tempo si fa idealmente centro in B col compasso e si va a cercare il punto di tangenza T sull’ultimo fronte.Trovato T, l’ultima rotta è TB: su di esso rimane confinato il cammino più breve che separa B dall’ultimo fronte isocrono. Le antecedenti rotte della brachistocrona si ottengono abbassando da T la perpendicolare (normale) al penultimo fronte isocrono; dal punto H così ottenuto si procede analogamente per trovare il punto K sul precedente fronte isocrono, fino ad arrivare, di normale in normale, al primo Figura1: Brachistocrona o rotta di minimo tempo fra A e B. Figura 2: curva di prestazione di una nave con mare mosso (per una velocità di 18 nodi).

ristiche della nave: dimensione, potenza dell’apparato motore, robustezza, tipo di carico trasportato, ecc. da cui dipendono le prestazioni della nave (Curve di James in figura 2). Nella più completa elaborazione della rotta di minimo tempo viene pertanto tenuto conto del criterio sicurezza della nave, oltre al criterio di economia. La Brachistocrona è elaborata da attrezzate stazioni meteorologiche terrestri. Quando si rendono disponibili carte sinottiche di analisi e di nuove previsioni del tempo, si tracciano i nuovi fronti isocroni e la rotta di minimo tempo è periodicamente ricercata e rinnovata nel divenire delle ore. Fonte: www.quadrenimarinari.it

velocità della nave in nodi

fronte temporale. Si unisce Z (fra S4 e S5) con A e si completa la scoperta a ritroso della composita traiettoria di minimo tempo da A a B. Ampliamo il discorso e immaginiamo che le varie zone di mare siano interessate, oltre che dalla corrente, anche da vento e mare. Nel vento va ricercata, su ogni rotta, la velocità superficiale. Il comportamento della nave in moto ondoso è funzione dell’altezza delle onde e dell’angolo che la direzione di propagazione delle onde fa con l’asse longitudinale della nave. Il mare di prora è quello che rallenta di più e oltre alla perdita di velocità (o di guadagno, se il mare è in poppa) vengono prese in considerazione anche le caratte-

altezza delle onde (in piedi)

figura 2

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I pittori di Marina

di Paolo Bembo

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er completare al meglio la carrellata sui pittori di guerra (riferendoci alla Seconda guerra mondiale) di cui avevamo cominciato a parlare nel numero scorso, è necessario proporre almeno altri cinque nomi senza porre tempo in mezzo. Come al solito, le immagini parlano da sole. Incontriamo ora Attilio Giuliani, che in questo veloce disegno ritrae sommergibili all’ormeggio. È seguito da Nazareno Pancino con una sintesi che dice tutto a chi l’ambiente l’ha vissuto: anche in quest’opera è raffigurata una plancia. Poi viene Giovan Battista Rubin de Cervin, con un bel Vespucci invelato, seguito da un’altrettanto bella prora, con un primo piano sui grossi calibri di una corazzata, di Sergio Vatteroni. Per finire, un’incisione: il ritratto di un palombaro colto prima o dopo la sua fatica, umile quanto necessaria, da parte di un altro grande artista, Mario Romoli.

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