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Navigare nella comunicazione Nel mare magnum della “competizione convergente”
di Vincenzo Grienti gni volta che si prende il largo per una nuova navigazione le variabili che possono condizionare la “missione” sono molteplici. Nell’era del web 4.0 e della media convergence (H. Jenkins) il richiamo alla metafora dell’equipaggio è d’obbligo: occorre avere maestranza, buon senso, spirito di adattamento, responsabilità, competenza e professionalità per affrontare il mare magnum della comunicazione e dell’informazione. Sui social network una cosa è “esserci”, un’altra è “starci”. Una semplice manovra di approntamento oppure una uscita in mare giornaliera non è paragonabile a una esercitazione su vasta scala oppure all’attività vissuta dentro uno scenario operativo. A bordo, così come on line, nulla può essere lasciato all’improvvisazione. Chi naviga per mare sa bene di essere chiamato in ogni momento del giorno e della notte ad adattarsi alle “molteplici contingenze” (P. Thaon di Revel) che via via si presentano. Lo stesso vale per il mondo dei mass media. In ogni circostanza occorre metodo, impostazione, organizzazione, ma anche capacità di pianificazione, programmazione e gestione dell’emergenza. Il Comandante e ogni membro dell’equipaggio sono chiamati a “tradurre l’intraducibile” (P. Ricoer) a tutte le ore della navigazione, in plancia, così come nella centrale operativa di propulsione, in cucina come nella “direzione del tiro”. Occorre insomma far fronte alle più disparate sollecitazioni che provengono dall’interno e dall’esterno dell’unità. La stessa cosa vale per gli operatori dei mass media e per chi si occupa di comunicazione istituzionale. Occorre tener conto dei fattori che ad intra e ad extra possono incidere sull’attività quotidiana in un mondo caratterizzato dalla frammentazione dell’utente, dalla ricerca
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N OT I Z I A R I O
D E L L A
La coperta di nave Stella Polare ripresa in navigazione.
M A R I N A