Dicembre 2022

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La famiglia

Piccola, resiliente, rifugio insostituibile nei momenti difficili. Alla ricerca di maggiori tutele

SOCIETÀ

Il cohousing come soluzione alla crisi economica Un modo condiviso di vivere per abbattere costi e solitudine

COSTUME

Natale in famiglia, tra modernità e tradizioni Storie, riti a tavola e, naturalmente, l’immancabile tombola

SCIENZE

Meditazione yoga, zen, taoista, guidata o trascendentale L’importante è liberare la mente per un benessere diffuso

Il valore dell’esperienza | DICEMBRE 2022 | Anno XLIV - n.12 - € 2,50 I.P.
INCHIESTA

Sono i posti dove ci sentiamo parte di un progetto comune; dove ognuno è valorizzato per il proprio talento e riesce a farlo splendere in ogni momento; dove tutto diventa possibile se solo si è uniti. Sono i posti che esistono perché noi li facciamo insieme ai sacerdoti.

Quando doni, sostieni i sacerdoti che ogni giorno si dedicano a questi posti e alle nostre comunità.

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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi 50&Più il valore dell’esperienza

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Assisi: anima e futuro Carlo Sangalli 5 Sotto l’albero, un futuro da protagonisti Anna Maria Melloni 6

In questo numero

Periscopio, notizie dal mondo Dario De Felicis 18 Cohousing: un rimedio anticrisi? Annarita D’Agostino 20

La mappa della Mobilità Dolce Bianca Angeli 24 Su TikTok, 4 senior contro i pregiudizi Linda Russo 30 40° Concorso 50&Più: il voto ai lettori! Ester Riva 37 Tecnologia e dintorni Valerio Maria Urru 42 Le elezioni di mid-term negli USA Leonardo Guzzo 44 Aspettando il Natale Sadìa Maccari 57 La tombola napoletana Massimo Testa 60 Il potere delle favole Anna Costalunga 62 Fisco Alessandra De Feo 76 Previdenza Luca Giustinelli 78

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Comunità energetiche, una grande opportunità

Produrre elettricità in autonomia, si può. E c’è già chi lo sta facendo di Winda Casula

Rubriche

La forma delle nuvole

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Inchiesta: La famiglia è...

Cambia il concetto di famiglia, in un nuovo scenario demografico di G. Vecchiotti, G. Valdannini, M. Pagliuca, I. Romano

Gianrico e Giorgia Carofiglio 10

Il Terzo Tempo Lidia Ravera 12 Anni possibili Marco Trabucchi 14 Effetto Terra Francesca Santolini 16 Lettere al Direttore Giovanna Vecchiotti 98

Anno XLIV - n. 12 - dicembre 2022

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SULLE SPALLE DEI CAREGIVER

In Italia, urgono soluzioni per la non autosufficienza, tant’è che, sempre più spesso, la gestione dei pazienti grava solo sui familiari.

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TORNANO I CORTI DI LUNGA VITA

Tema di questa edizione del Con corso sarà l’Energia. All’interno del numero il bando completo per iscriversi e partecipare.

Un mondo virtuale per allenare il comportamento dei bimbi autisti ci. Il progetto dell’istituto IRIB-C NR di Messina.

Sommario
di G. Cionti di G. Gatti
64
di R. Vinci
dicembre 2022 | www.spazio50.org 3 DAL METAVERSO UN AIUTO ALL’AUTISMO

Cultura

Costanza DiQuattro, scrittrice «La cultura è l’unica arma contro la tragedia quotidiana» di Lauro Tamburi 87

Direttore Editoriale

Anna Maria Melloni @ am.melloni@50epiu.it

Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it

Design Massimo Cervoni @ m.cervoni@50epiu.it

Editoriale 50&Più Srl Amministratori Antonio Fanucchi (Presidente) Giuseppina Belardinelli Franco Bonini Antonino Frattagli Brigida Gallinaro

Procuratore Gabriele Sampaolo

Amministrazione

Scienze

Scoliosi, non solo mal di schiena Acufene, quel rumore “fantasma”

Un disturbo fastidioso che affligge il 15% della popolazione nazionale

70 68 di Alessandro Mascia di Giovanna Dall’Ongaro

Controllarsi da giovani per evitare serie problematiche in età adulta

Più sani con la meditazione? a cura di Fond.U.Veronesi 72

I benefici dell’approccio olistico di Marta Ghelma 74

Cultura e tempo libero

I Viaggi di 50&Più 82 Libri, Consigliati da 50&Più, Incontro con l’autore, Arte, Teatro, Musica, Cinema 85 Vivere in Armonia 92 Giochi 94 Bacheca 95 Bazar 97

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Finito di stampare: 30 novembre 2022

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dicembre 2022

ASSISI: ANIMA E FUTURO

Nel mese di novembre, ad Assisi, si è tenuto il primo Meeting di 50&Più che ha coinvolto tutta la dirigenza dell’Associazione e la struttura organizzativa, in uno scambio di energia con cui ridisegnare il futuro e i progetti che verranno

Tante volte abbiamo ripetuto che 50&Più nasce da un’idea: la convinzione che cambiano le età, le abitudini e i percorsi di vi ta, ma non deve cambiare per forza la voglia di impegnarsi, di contribuire, di creare; la convinzione che nella vita tutto passa, ma - con la consapevolezza e la volontà - i valori che abbiamo, i progetti in cui ci impegniamo e gli affetti che costruiamo pos sono essere i punti di riferimento che ne fanno una vita ben spesa. Proprio il nostro Meeting di Assisi ha tentato di mettere a terra queste premesse: abbiamo parlato di progetti, abbiamo parlato di missione dell’associazione, abbiamo parlato di ma nutenzione della comunità che la nostra missione sottintende. Lo abbiamo fatto in tanti: 275 i partecipanti tra eletti, staff e membri della direzione centrale, che si sono messi in gioco in un’occasione di “socialità operosa”, un momento di confronto, per conoscersi e riconoscersi. Un momento che è stato anche profondamente simbolico, organizzato in uno dei luoghi più simbolici - e spirituali - del nostro straordinario Paese: la città di Assisi, dove si respira un’aria diver sa, come se, nella natura umbra, nei ciottoli

«ABBIAMO MESSO A DISPOSIZIONE LE NOSTRE ENERGIE, LE NOSTRE FACOLTÀ, LE NOSTRE SPERANZE, LE NOSTRE STORIE»

delle strade e nelle pietre delle tante chiese, fosse rimasta impressa l’impronta delle gran di anime che l’hanno abitata nei secoli. Così in questa piccola cittadina piena di turisti regna un rispettoso, inatteso, silenzio; e dopo soli pochi minuti davanti alle basiliche di San Francesco entra subito nell’animo una quiete particolare, meditativa. Ad Assisi, si sente che non possiamo essere nel mondo per caso. Questi anni, lo sappiamo tutti, hanno segnato una di quelle rare grandi cesure, fratture storiche che si generano con esperienze drammatiche, globali e collettive: prima la pandemia del Covid-19, poi il conflitto in corso, la crisi energetica e quella ambientale, il costo della vita lievitato in pochi mesi. Eppure, proprio nel continuo rincor rersi delle crisi, dobbiamo in qualche modo uscire dalla logica “dell’emergenza continua”, che ci fa consumare in qualche ora notizie e stati d’animo e confonde l’urgente con l’importante. Dobbiamo liberarci di quel “pudore” nel pensare al futuro, vi ste le angosce e le incertezze che caratterizzano il presente e ancora di più dobbiamo emanciparci dal coltivare una qualche speranza di ritornare al passato, come se quello che abbiamo appena vissuto fosse stata una tragica parentesi. Ma non si può. Noi siamo irrimediabilmente cambiati. E, irrimediabilmente,

cari amici, è cambiato il mondo. In meglio, per alcuni aspetti. In peggio, per molti. In entrambi i casi, ne dobbiamo prendere atto e da qui dobbiamo ripartire: dobbiamo ripartire dal senso del nostro stare insieme. E da qui siamo ripartiti anche con il nostro Meeting, i cui risultati (emersi da 10 tavoli tematici che hanno elaborato 66 proposte progettuali) saranno disponibili nei prossimi mesi, ma che potremmo già riassumere in tre parole chiave: appartenenza, competenza e credibilità. Appartenenza, innanzitutto, perché noi sentiamo di appartenere a quello in cui ci identifichiamo. E non c’è sviluppo associativo - non c’è oggi, forse soprattutto oggi - se non si crea una comunità alla quale appartenere. I nuovi strumenti tecnologici, a partire dai social, creano community tante volte effimere e molte altre dispersive, ma proprio in questo mondo disordinato e instabile è ancora più importante creare comunità solide di senso e di azione: come 50&Più. E poi competen za: si dice infatti “FARE associazione”, per ché l’associazionismo non è mai teoria, ma è sempre conoscenza praticata, messa in pra tica, sperimentata. E quello che trasforma la teoria in pratica sono i legami, le relazioni tra l’associato e l’associazione, tra collaboratori, tra centro e territori, tra organizzazioni. In fine, credibilità, perché tutti sappiamo che c’è bisogno di comunicare, ma che pochi si fermino a riflettere sulla necessità di buona comunicazione. Si dice che oggi non basta essere bravi, bisogna anche farlo sapere. Ma è anche vero il contrario: non basta farlo sa pere, bisogna anche essere bravi! La coeren za tra comunicazione e fatti è la prima forma di fiducia che ci lega agli associati. Ed è anche il motivo per cui questa stessa rivista di cui state oggi scorrendo le pagine è tanto importante, anche perché assolve ad un quarto concetto chiave che, trasversalmente, è stato al centro dei pensieri e dei lavori del nostro Meeting: “servizio”, parola umile e antica che signi fica mettersi a disposizione, appartenere a qualcosa e dedicarsi con tutto se stessi a quella causa; significa servire e non servirsi dell’associazione. «Donandosi si riceve, dimenticando se stessi ci si ritrova», diceva proprio San Francesco. Così, ritrovandoci nel Meeting di Assisi, abbiamo messo a disposizione la respon sabilità tanto più dovuta a qualcosa che è nostro ma che non ci appartiene personalmente; abbiamo dato voce al coraggio che ci deriva proprio dalle grandi storie a cui noi apparteniamo; infine abbiamo messo a disposizione le nostre energie, le nostre facoltà, le nostre speranze, le nostre storie; le storie a cui appartiene il nostro vissuto, a cui appartiene il nostro presente, a cui appar tiene il nostro cuore, la storia della 50&Più, a disposizione del futuro del nostro Paese.

50&Più

dicembre 2022 | www.spazio50.org 5
di Carlo Sangalli

Spazio alla redazione

SOTTO L’ALBERO, UN FUTURO DA PROTAGONISTI

Fra poco sarà Natale, a ruota ini zierà il 2023, un anno tutto da sco prire e che attediamo con un briciolo di apprensione, reduci dai tre che lo hanno preceduto. Ma per i fortunati che hanno le con dizioni per poterselo godere, il Na tale sarà il momento in cui cullarsi nella nostalgia, stringendosi agli af fetti più cari, assaporando il calore delle mura domestiche. Ed è lì che, come ogni anno, si celebrerà il ritua le dei bilanci dai quali scaturiranno i buoni propositi ai quali dedicarsi nell’anno che viene.

In cima alla lista spesso campeggia no austeri regimi alimentari, die te che oggi non possiamo assolutamente iniziare, ma che ci vedranno rigorosamente impegnati da lunedì 9 gennaio (l’Epifania nel 2023 cade di venerdì, regalandoci ulteriori due giorni di stravizi).

L’attività sportiva solitamente si guadagna il secondo posto nella lista dei buoni propositi: i 10.000 passi che dovremmo fare ogni gior no sono però oggi un’occupazione

molto seria. Il nostro smartphone ci informa implacabilmente di ogni passo compiuto aggiungendo, per i più tecnologici, orari e frequenza di marcia. Siamo tutti sorvegliati spe ciali e crogiolarsi pensando a quan to siamo stati bravi diventa sempre più difficile.

Sempre a proposito di smartpho ne, uno dei buoni propositi che vor remmo nelle lista di figli e nipoti è un uso più contenuto degli stessi. Oggi però sentiamo continuamente parlare di digital divide e dell’im portanza per noi over 50 di colma re quel gap tecnologico che ci sepa ra dalle generazioni native digitali. Forse allora potremmo pensare di avviare anche noi con i nostri nipoti una di quelle imperdibili conversa zioni on line nelle quali li troviamo sempre più spesso immersi. E così via, potremmo promettere a noi stessi di studiare di più, lavo rare di meno, dedicare tempo agli amici o a noi stessi… Di buone in tenzioni è lastricato l’inferno, reci tava un vecchio detto. Ma di buone

intenzioni possiamo supporre siano intrise anche tutte le iniziative che si propongono di mettere al centro le persone. Veniamo allora a una proposta, una proposta semplice. Quella di met tersi a disposizione di un’associa zione. La nostra? Magari, sarebbe bellissimo. Ma se tra le iniziative che 50&Più mette in campo a livello locale o nazionale non ce n’è nessu na che solletica il vostro interesse, certamente altre proposte nel contesto in cui vivete possono avvan taggiarsi del vostro contributo. Nel 2023 usciamo di casa, guardia moci attorno, verifichiamo se qual che organizzazione ha bisogno di noi. Per cosa? Dipende. Dipende da quel lo che sappiamo fare e da quello che desideriamo realizzare. Mettersi a di sposizione però è un primo passo im portante, per noi, per le persone che abbiamo attorno, per chi potrà essere sostenuto dal nostro impegno, per i giovani che ci guardano. Un bel pro getto spesso nasce da un buon pro posito. Proviamoci allora.

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Se è vero che a Natale siamo tutti più buoni, è questo il momento di fare progetti ambiziosi e di impegnarci per realizzare qualcosa di inedito

IL MARE SI RIBELLA ALL’INQUINAMENTO

Un appello per la lotta contro l’inquinamento da plastica che attanaglia i mari e gli oceani di tutto il mondo. Questo è il messaggio che tre grandi fotografi subacquei - Nicholas Samaras, Pasquale Vassallo e Guido Villani - hanno voluto portare a Watersurface, mostra iconografica in programma fino al 31 dicembre al porto di Marina Chiaiolella di Procida (Na). In questa pagina, lo scatto emblematico di Nicholas Samaras, legato alla pandemia: un cavalluccio marino si aggrappa a una mascherina monouso gettata in acqua.

PORTO DI MARINA CHIAIOLELLA, PROCIDA (NA) FINO AL 31 DICEMBRE

© Nicholas Samaras

L’intelligenza artificiale di un computer ora è in grado di creare composizioni impensabili fino poco tempo fa. È davvero arrivata la fine degli artisti?

LA NASCITA DI UNA NUOVA FORMA D’ARTE

Qualche mese fa ha fatto notizia un’oscura compe tizione a una fiera d’arte in Colorado, negli Stati Uni ti. La ragione? Il premio per la migliore opera digitale è stato attribuito a un’immagine generata da un’intelligenza artificiale. L’au tore dell’immagine, Jason M. Allen, infatti, l’ha prodotta utilizzando Mi djourney, un programma capace di creare rappresentazioni grafiche a partire da poche parole chiave. Midjourney funziona all’incirca così: tramite un processo di “apprendi mento”, il sistema di intelligenza ar tificiale impara ad associare parole e rappresentazioni visive analizzando milioni di immagini provenienti da internet. Con il tempo il sistema di venta sempre più capace di ricono scere e definire il contenuto di un’im magine, e a tradurre un input lingui stico in una o più immagini nuove, che ancora non esistevano, prenden do elementi da foto, illustrazioni, di pinti analizzati in precedenza. Per l’utente umano Midjourney asso miglia a un motore di ricerca come Google: inserendo delle parole chiave si ottengono una serie di risultati, solo che in questo caso i risultati vengono creati ex novo, dando forma a possi bilità inedite, bizzarre, anche assurde. L’illustrazione che ha vinto il concor so, intitolata Théâtre d’Opéra Spa tial, assomiglia a un dipinto iperre

alista, i cui elementi ci appaiono rico noscibili e allo stesso tempo estranei, quasi alieni. Riconosciamo delle fi gure umane, quello che pare un pal coscenico e un enorme varco roton do che si apre su un paesaggio i cui contorni sono indistinguibili. A pre scindere dal valore dell’opera - o se per questo, del premio assegnato ad Allen, di soli 300 dollari - la decisione della giuria ha scatenato le proteste di artisti e in generale risvegliato paure latenti rispetto al rischio che l’intel ligenza artificiale renda superfluo il lavoro degli esseri umani. In ambito creativo, gli sviluppi tecno logici ci pongono davanti a domande ancora più delicate: cosa può essere considerato arte? È necessario che a produrla sia un essere umano? Se un’intelligenza artificiale è capace di imitare lo stile e il lavoro di artisti viventi, le sue creazioni si possono considerare originali o sono equiva lenti a un furto?

I cambiamenti tecnologici, che siano positivi o no, ci impongono di rive dere il nostro rapporto con la realtà, ed è inevitabile che producano insta bilità e scetticismo. È successo con l’invenzione della macchina fotogra fica, definita da Baudelaire “nemica mortale dell’arte”, e più avanti con i programmi digitali di disegno e ri tocco delle foto, che richiedono una minore capacità tecnica per produrre risultati soddisfacenti.

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La forma delle nuvole Un padre e una figlia osservano il mondo
di Gianrico e Giorgia Carofiglio

Nella cultura occidentale l’idea dell’arte è inestricabilmente legata alla figura dell’artista. Molto del valore che diamo all’arte è legato al talento, o al genio, che attribuiamo all’auto re dell’opera. Il progresso tecnologi co - ma anche artistico - dell’ultimo secolo ha però messo in crisi que sta concezione: in molte opere d’ar te contemporanea l’elemento tecnico passa in secondo piano, tant’è che spesso, osservando alcune installa zioni, ci capita ingenuamente di pen sare: “potevo farlo anch’io”. Quando guardiamo un dipinto rinascimenta le, non abbiamo dubbi sul fatto che per realizzarlo siano stati necessari talento, tempo, e una tecnica difficile da replicare, mentre restiamo spae sati davanti a una tela strappata o a un orinatoio esposto nella sala di un museo. Questa sensazione di spaesa mento - la nostra incapacità di com

prendere il valore di un quadro, una scultura o un’installazione - diventa ancora più accentuata quando toglia mo l’artista dall’equazione. Eppure, uno dei problemi principali, al momento, delle immagini create da intelligenze artificiali non è tanto che non richiedono capacità tecniche o che sono prodotte in una frazione del tempo solitamente richiesto, ma che fanno uso del lavoro di artisti viventi, del loro stile e delle loro opere: non creano mai dal nulla, ma attraverso un processo di apprendimento, ap propriazione e rielaborazione di im magini prese dal web. Il rischio non è tanto che scompaiano gli artisti, ma che vengano prodotte opere per cui non è chiaro a chi attribuire il meri to, con il diritto ad essere retribuito. L’intelligenza artificiale, insomma, ha ancora bisogno degli esseri umani. Ha bisogno del lavoro di innumere

voli artisti per essere capace di gene rare immagini nuove. È una tecnologia che muove i primi passi, e poche delle sue creazioni sono di qualità ta le da mettere a rischio l’arte come la conosciamo. Queste immagini, per essere più che un mero gioco di assemblaggio elettronico, richiedono che un essere umano abbia un’idea innovativa, provi a usare associazio ni di parole inaspettate, sia capace di selezionare i risultati originali e di scartare quelli scadenti. Un umano che utilizzi queste immagini in con testi nuovi, magari dando vita a un nuovo linguaggio visivo.

L’introduzione di una tecnologia innovativa non segnerà la fine dell’arte né degli artisti, come non l’ha segnata la fotografia. Ma sare mo costretti a rivedere, ancora una volta, cosa si può definire arte e chi si può definire artista.

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IL DESIDERIO NON HA ETÀ

Oggi, care lettrici e cari let tori, in questa rubrica, parleremo di sesso, per ché ho ricevuto più di una lettera che chiedeva conto di questo delicato argomento. Prenderò in con siderazione, e ve li presenterò con le dovute precauzioni, per mantenere l’anonimato, un uomo e due donne. Lui, il signor P., ha 65 anni, una po sizione di responsabilità, è molto gra tificato sul lavoro ma sa che fra due anni andrà in pensione.

Il suo problema è che gli piacciono le donne molto giovani e ha paura di non piacere più a loro. Gli ho det to: «Il problema è che fra due an ni non avrai più da offrire il valore aggiunto della tua posizione ad una donna giovane e bella che ti preferi rebbe ai suoi coetanei». Mi ha detto che lui non ha mai mischiato sesso e lavoro. Che gli veniva naturale ama re soltanto donne che avrebbero po tuto essere amiche delle sue figlie. Puntuale arrivava l’eccitazione, e con l’eccitazione era in grado di soddisfa re qualsiasi ragazza. Invece adesso no, perché l’età lo fa sentire svantag giato, la ventinovenne che gli piace gli ha presentato il suo boyfriend. E l’ha gettato nella disperazione. Gli ho consigliato di mollare le giovanotte e trovarsi una avvenente coetanea. Non ha risposto, forse non ha letto (il nostro è uno scambio di mail), forse non vuole liquidarmi con un “ma sen ti ’sta befana…” e preferisce tacere. Molti uomini considerano bellezza

e giovinezza, anzi, la bellezza della giovinezza, come l’unico ingrediente in grado di consentire un sesso felice. Bene, le cose non stanno così. Parola di S., 67 anni, bella presen za, ma tutti i segni del tempo bene in vista. Nessun ritocco. Vedova da quattro anni, salta fuori un tipo che le faceva la corte quando andavano al liceo. Si incontrano per caso, lui le fa qualche complimento. Lei non ne sentiva da tempo, di complimenti. Non vuole crederci, pensa che si tratti della commedia della nostalgia, nien te che riguardi il suo presente di don na “anziana”. Ha torto , lui insiste, la invita a pranzo, arrivano altri com plimenti, meno elaborati, più rustici. Lei deve ammettere, e lo ammette, di sentirsi meglio, si alza di buon umo re, corre subito a controllare se c’è qualche messaggio per lei, qualche canzone postata per farle ballare il cuore, come quando li separavano soltanto tre banchi. Allora non era no arrivati a fare l’amore. Lei, figlia di una coppia di cattolici osservanti, non si sentiva pronta. Lo ricordano ridendo, di pomeriggio. La corrente di simpatia che corre fra loro spinge lui ad azzardare un invito a cena. Lei accetta, nell’attesa si lava e si leviga e si idrata come se dovesse affrontare un servizio fotografico per fotomo delle nude. Poi mi scrive confessando che vorrebbe tornare indietro e rifiu tare. Ha troppa vergogna di quelle “cose penzoloni” che ornano i suoi avambracci, non vuole essere vista,

Il
TERZO tempo
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PARLIAMONE...

Chi volesse scrivere a Lidia Ravera può farlo:

per posta - C/O Redazione 50&Più Via del Melangolo, 26 - (RM) per fax - 066872597 per email - redazione@50epiu.it

non con quella orribile pancetta che nessuna faticata in palestra riesce a ridurre a proporzioni tollerabili. Non so come sia poi andata a finire la serata. È stato celebrato l’ago gnato dopocena? Forse no. Forse S. ha preferito rinunciare a rimettere in moto la macchina del desiderio sessuale, dell’attrazione, perché ha introiettato, anche lei, l’immagine del corpo giovane e si sente, nella sua imperfezione, non desiderabi le. Vorrei invitarla a liberarsi degli stereotipi e osare.

Un essere umano non è solo un cor po, qualche metro di pelle e un ses so. Non esistono regole, al piacere bisogna imparare ad abbandonarsi senza partire dall’immagine di sé (mi sento desiderata quindi deside ro) ma dalla ricerca di una fusione possibile, con l’altro.

W. ha 73 anni ed è sposata da 50. Il suo è un matrimonio felice ma, da ormai quasi dieci anni, privo di ogni contatto sessuale. W. si chiede, e mi chiede, come fare a rinverdire la passione dopo tutto questo tempo, quando ormai si chiedono l’un l’altro “scusa” anche se soltanto si sfiorano i piedi nel letto. Non so che cosa con sigliarle: passare dal piede al ginoc chio e salire sempre più su? Baciarlo sulla bocca quando meno se l’aspet ta? Va tutto bene, basta che riusciate a riderne. Insieme. Con la complici tà che rende l’amore coniugale poco sexy ma molto rilassante.

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Anni possibili

I MONDI POSSIBILI E L’ETÀ

La signora Giovannella ha compiuto 108 anni in una RSA del Veneto. Ha supe rato per ben due volte il Covid-19 e ora si trova in buona salute. In occasione della festa di

compleanno ha affermato: «Sto benissimo, sono vecchia, ma ho la scorza dura». È la dimostrazio ne vivente che l’età non è di per sé un limite alla vita normale; anche da molto vecchi, infatti, è possibi

le stare bene, purché si abbia una “scorza dura”.

Quali sono i fattori che hanno re so possibile l’affermazione della 108enne, apparentemente così im pegnativa? Sono molti e, per alcuni aspetti, generalizzabili, come provo ad indicare di seguito.

Un primo fattore, che però non ci è noto rispetto alla signora Gio vannella, è la struttura ereditaria; anche se non è stato ancora iden tificato il gene della vita lunga, e la possibilità che venga trasmesso di generazione in generazione, è probabile vi sia qualche forma di ereditarietà della vita lunga. Fa cilmente non si tratta di un solo gene, ma di un insieme, che aiuta a plasmare un corpo e una mente in grado di vivere a lungo. Anche se ancora poco si conosce in questo campo, vi è molto impegno della ricerca, con alcune conseguenze di ordine etico: la ricerca di una vi

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«Non esiste un vero elisir di longevità. Ma per vivere a lungo è necessario, oltre che una predisposizione genetica, anche avere una “scorza dura”, la capacità di affrontare e superare ogni avversità

spesso molto duro, come era fre quente nella prima metà del secolo scorso. La signora Giovannella di 108 anni è infatti nata nel 1914 e quindi fin dalla giovinezza ha af frontato le fatiche per contribuire alla vita famigliare; molto proba bilmente il padre ha combattuto nella Grande Guerra e la famiglia ha dovuto arrangiarsi senza gran di possibilità economiche. Poi la spagnola ha avuto la funzione di “falciatrice” di molte persone fra gili; i sopravvissuti erano le per sone più forti e quindi in grado di proseguire il proprio itinera rio vitale.

stenza attenta alla costruzione di una vita serena.

Giovannella, quindi, sta vivendo un mondo possibile nonostante l’età e l’ambiente di vita.

ta più lunga e in buona salute non deve portare alla previsione di una postumanità costruita attraverso interventi fondati sulle tecnologie più avanzate.

Un secondo aspetto dipende dalle scelte compiute nel corso degli an ni, dominate da un lavoro intenso,

Un terzo aspetto riguarda la volon tà del singolo di non farsi domi nare dalle vicende della vita; l’af fermazione di avere “una scorza dura” equivale a dichiarare che si è stati e si è pronti ad affrontare senza timore di essere sopraf fatti dai problemi posti dal tempo che passa: malattie, fatiche, sof ferenze, solitudini, incomprensio ni, violenze… tutto è passato sulla testa di Giovanella, ma ha avuto una “pelle” che non si è lasciata ferire dai problemi, trovando sem pre la strada per uscirne. Sarebbe importante comprendere da dove Giovannella abbia trovato tanta forza: dall’educazione famigliare, dalla religione, dal proprio intimo. Un ultimo aspetto non seconda rio riguarda il luogo di vita degli ultimi anni; la signora è stata in grado si sopravvivere al cambio di luogo di residenza, evento che segna in modo profondo, perché l’ingresso in un RSA dal proprio domicilio comporta sempre un cambiamento, che può avere con seguenze sulla stessa durata della vita. Evidentemente la RSA dove è stata accolta offriva un’ospitalità dignitosa, libera, particolarmen te accurata, per garantire un’assi

Ma la domanda centrale a questo punto è se sia possibile generaliz zare questo stile e proporlo come modello anche ad altri. Mentre non tutti hanno la fortuna di ave re ereditato una predisposizione alla vita lunga, certamente molti anziani di oggi, anche se più gio vani di Giovannella, hanno vissuto la durezza del loro tempo; si de ve ricordare che anche le persone nate negli Anni ’40 hanno vissuto due decenni faticosi, perché fino al 1960 le condizioni di vita in molti luoghi del nostro Paese erano par ticolarmente difficili. Quindi molti ottantenni di oggi si sono confron tati con disagi pesanti e dolori di ogni tipo; ancora una volta, si è trattato di condizioni che hanno eliminato le persone più deboli, selezionando quelle più forti, de stinate ad una vita lunga.

La capacità di affrontare le difficoltà con animo leggero, ma non fatuo, è un’altra caratteristica che accompagna la costruzione di una vita possibile. È un aspetto partico larmente delicato, perché la forza di affrontare i momenti belli e brutti non è una caratteristica di tutte le persone che invecchiano.

PARLIAMONE...

Chi volesse scrivere a Marco Trabucchi può farlo: per posta - C/O Redazione 50&Più Via del Melangolo, 26 - (RM) per fax - 066872597 per email - redazione@50epiu.it

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LE NOTTI BOLLENTI COL CLIMA CHE CAMBIA

«È

troppo dannatamente caldo / Mi piacerebbe cenare con la mia ra gazza stasera / E fare l’amore con la mia ragazza stasera / Ma io non sono dalla mia ragazza stasera /Perché è troppo dannatamente cal do». Cantava così Cole Porter nella profetica canzone Too Darn Hot. Un testo del 1948 che sembra “dannatamente” adatto a parlare del periodo che stiamo vivendo, tra temperature record, ondate di calore, siccità ed eventi estremi. Ma se l’eccezionalità del caldo di questi mesi diventasse la regola? Quali po trebbero essere le conseguenze di un riscaldamento globale che rende stabili le condizioni termiche che oggi consideriamo eccezionali? E come sarebbe l’inti

www.spazio50.org | dicembre 2022 16 Effetto
Terra

mità in un mondo “bollente”?

Se ormai è ampiamente documenta to quanto il cambiamento climatico rappresenti una minaccia per l’uma nità, con l’aumento del livello del ma re, lo scioglimento dei ghiacciai, le inondazioni e la siccità, ora, a quanto pare, un nuovo problema si aggiunge a questa lunga lista.

Uno studio americano ha evidenzia to un effetto collaterale e inaspetta to dell’aumento della temperatura: potrebbe mettere a rischio la nostra vita sessuale.

Secondo gli economisti delle Uni versità di Tulane, California - Santa Barbara e Central Florida, negli Stati Uniti, la frequenza dei nostri rapporti sessuali sarebbe fortemente influen zata dall’aumento della temperatura. Prendendo in esame 80 anni di ferti

lità e temperature americane, hanno riscontrato che quando la tempera tura media nel corso di una giornata supera i 27 gradi centigradi, il tasso di natalità cala dello 0,4% negli 8-10 me si successivi. Pari a 1.165 gravidanze in meno nei soli Stati Uniti. I dati sulla temperatura e sul tasso di natalità in dicano chiaramente l’interconnessio ne tra sesso e clima: in altre parole, se la terra si riscalda, il desiderio sessua le si raffredda. Del resto, con tempera ture che raggiungono costantemente i 40 °C, non è difficile immaginare che la nostra vita sessuale non ne risenta: un conto è un amante focoso, un altro un amante accaldato. Ma non è tutto. I ricercatori hanno riscontrato che il clima caldo - oltre a influenzare la “frequenza del coito” - danneggia anche la fertilità e riten gono che l’aumento delle temperatu re potrebbe ridurre i tassi di crescita della popolazione nel prossimo secolo. Dunque, non si tratta più di preoccu parsi “solo” della perdita di biodiver sità o dell’inquinamento atmosferico, ma anche della nostra vita sessuale. E chissà se questo aspetto inedito e meno esplorato, possa sensibilizzare anche i più irriducibili scettici del glo bal warming, spingendoli a prendere sul serio il peso che il cambiamento climatico avrà sulla quotidianità di ognuno di noi. Perché dovremo cer care di mitigare e adattarci alle nuo ve condizioni, anche nell’ambito della nostra vita sessuale. Il condizionatore o il deumidificatore, ad esempio, potrebbero rendere più piacevole un’a fosa notte d’amore: in fondo anche questa è una forma di adattamento a un clima cambiato. Anche se solo questo non basterà: sono i dati a dirci che con il caldo estremo, le occasioni di amore si riducono.

Secondo la Harvard Medical School, fa re sesso equivale ad un’attività fisica “da lieve a moderata”, all’incirca lo stesso livello di intensità di una partita a ping

pong e, con il caldo soffocante, anche i movimenti più basici possono risultare faticosi e da essi tendiamo a sottrarci. Quando le temperature salgono, ogni aspetto della nostra vita viene compro messo: dalle nostre capacità cognitive alla nostra mobilità fino, a quanto pare, alla nostra capacità di fare sesso.

Per quanto possa essere intrigante per dersi nel piacere, i rischi per la salute dovuti al caldo torrido non dovrebbero essere sottovalutati.

Esiste però un rovescio della medaglia di queste nuove frontiere sessuali so cio-politiche legate al cambiamento climatico. C’è per esempio chi trova eccitante collegare sesso e lotta ecologista, come il movimento americano degli Ecosex che si “sposano” con le foreste, strusciandosi con gli alberi. Situazione grave, ma non seria avreb be detto Flaiano.

In ogni caso, comunque, ci attendono notti bollenti.

PARLIAMONE...

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La temperatura sul nostro pianeta sta salendo e questo metterebbe a rischio, oltre che la nostra salute, anche le abitudini sessuali. Meno rapporti, dunque meno natalità: un aspetto del global warming finora tenuto in poca considerazione

SULLE TRACCE DELLO YETI

Siamo nel 1986 in una regione del Ti bet orientale, a circa 4.000 metri. Du rante una delle sue salite, tra foschia e atmosfera gelida, il celebre scalatore Reinhold Messner incontra una stra na creatura; la descrive come un esse re alto circa due metri e mezzo, il cui peso si aggira intorno ai 300 chili, con un pelo folto e lungo più di 30 cm, una lunga capigliatura e braccia lunghe fino alle ginocchia. Prova a fotogra farlo, ma a causa del freddo la mac china si inceppa e perde l’attimo; poi però si sblocca e riesce ad imprimere su pellicola l’immagine di un’enorme impronta sulla neve, che sembra - in apparenza - di nessun animale cono sciuto. Questo di Messner è uno dei tanti avvistamenti dello Yeti, dal termine yeh-teh, usato dagli Sherpa, che significa “quella cosa”. Un essere, tra l’animale e l’umanoide, che possiamo definire fantastico.

Eppure esiste una scienza (o meglio, una “pseudo-scienza”) che studia que sti avvistamenti, li cataloga e li ana lizza. È la criptozoologia, la “pseu do-scienza degli animali nascosti” (dal greco kryptos, nascosto), un ibrido assolutamente non rico nosciuto dal mondo accade mico tra zoologia, biologia e folklore. Già nel 1955 lo zo ologo belga Bernard Heu velmans, che può defi nirsi il padre di questa disciplina, pubblicò due volumi sugli animali perduti. Si trattava non necessaria

mente di bestie immaginarie come l’unicorno, la sirena, la fenice o il ba silisco, ma di animali sconosciuti ep pure - secondo lui - esistenti, magari creduti estinti, di un’epoca remota, rimasti nascosti fino ai nostri giorni. Tanto più che, in qualche libro di bio logia o in qualche laboratorio univer sitario, potevano trovarsi cataloghi di animali sconosciuti o addirittura resti mummificati o conservati in formal deide di esseri a cui la scienza non riusciva a dare un nome e una col locazione.

È qui che si muove la criptozoologia, nel confuso limite tra realtà e super stizione, utilizzando un suo metodo particolare, che consiste nell’ottene re il maggior numero possibile di informazioni attingendo alle fonti più svaria te, in primis dalla mitologia, dal folklore, dalla

storia e dall’archeologia.

Pur essendo malvisti dall’ambiente accademico, i criptozoologi si vesto no lo stesso un po’ da scienziati, un po’ da Indiana Jones e un po’ da ac chiappa fantasmi, inerpicandosi nei luoghi più inaccessibili della Terra alla ricerca di un indizio, una trac cia, un racconto o uno scatto che possa provare l’esistenza di un animale sconosciuto. Perché, in fondo, a tutti piacerebbe sapere dell’esistenza del Mostro di Loch Ness.

www.spazio50.org | dicembre 2022 18
Periscopio
a cura di Dario De Felicis

42 EDIFICI A NEW YORK HANNO I LORO CODICI POSTALI

New York City è nota per i suoi enor mi grattacieli e alcuni sono così im ponenti da avere propri codici postali. In tutto sono 42. Tra questi, L’Empi re State Building, il MetLife Building, il Woolworth Building e il Chrysler Building. L’Empire State Building, ad esempio, ha 150 aziende che ricevo no posta, abbastanza da garantire alla struttura un proprio codice postale.

www.convene.com

TUTTI GLI ANIMALI DEL PRESIDENTE

Il presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt aveva una iena da compagnia. Si chiamava Bill ed era un regalo ricevu to durante un incontro con l’imperatore etiope Menelik II. Roosevelt era famoso per i suoi numerosi animali domestici, tra cui un gallo con una gamba sola, un tasso, un pony e un piccolo orso.

www.presidentialpetmuseum.com

LA GRANDE MAGGIORANZA DELLA POPOLAZIONE TERRESTRE SI TROVA AL NORD

L’emisfero settentrionale del Pianeta ospita il 90% della popolazione totale. Considerando che la Terra ha 8 mi liardi di persone, 7,2 miliardi vivono a nord dell’equatore, nell’Emisfero bo reale, in regioni climaticamente ben definite, come la fascia temperata e subtropicale.

www.bigthink.com

A PROPOSITO DI...

NUMERI DA RECORD

In giro per il mondo

IL PRIMO ROMANZO AL MONDO TERMINA A METÀ FRASE

Il Genji monogatari (“Il racconto di Genji”), scritto da Murasaki Shikibu nell’XI secolo, è considerato il primo romanzo al mondo. Iniziato nel 1001, è diviso in 54 libri. Ma l’ultimo libro si interrompe bruscamente a metà fra se. Molti traduttori sono sicuri che il lavoro sia completo così com’è, qual cun altro suppone che manchino al cune pagine perdute.

www.oubliettemagazine.com

A PASSEGGIO CON LA CAPRA

La foresta più grande al mondo, natural mente, è quella Amazzonica. Con nume ri da brividi: si estende su una superficie di 6,7 milioni di km² coprendo il terri torio di ben nove Stati sudamericani.

Fu William Kent, un architetto paesag gista inglese, che ideò nel 1733 il primo passeggino, per il terzo duca di Devon shire. Ma non ci si aspettava che geni tori nobili della classe superiore si impe gnassero a trasportare i loro figli in giro, quindi Kent progettò il suo modello in modo che fosse trainato da un piccolo animale, come una capra.

www.philandteds.com

STAMPARE NELLO SPAZIO

La fabbrica di dolciumi californiana See’s Candies ha prodotto un lecca lecca record al gusto di cioccolato di 3.176 kg. Non solo: è alto 180 centi metri, lungo 144 e largo circa 110 cm.

LE APP PIÙ SCARICATE

Le applicazioni ormai fanno parte della nostra vita quotidiana. Utili, pratiche, per comunicare o sola mente per divertirsi, vediamo quali sono quelle più scaricate in assolu to nel 2022, considerando sia An droid che iOS.

Grazie alla stampa 3D, la NASA può praticamente inviare strumenti via e-mail agli astronauti, per ogni eve nienza. Fino a qualche tempo fa, il trasferimento di nuove apparecchia ture alla Stazione Spaziale richiede va mesi o anni, ma le nuove tecnolo gie rendono possibile la creazione di strumenti in poche ore.

www.3dnatives.com

LA SCELTA DI FRANKENSTEIN

Frankenstein, nato dalla penna di Mary Shelley nel 1818, era vegetariano. Nel le pagine del racconto si legge che la creatura sceglie volontariamente di non mangiare più la carne: «Non di struggo l’agnello e il capretto, per sa ziare il mio appetito; ghiande e bacche mi danno nutrimento sufficiente».

www.earthsave.ca

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IL POLMONE DEL MONDO UN DOLCE MONUMENTALE

VIVERE IN COHOUSING: UN ANTIDOTO ALLA CRISI?

Vivere in cohousing. Sce gliere di condividere am pi spazi comuni, ma an che servizi come pulizie, lavanderia, assistenza domiciliare e sanitaria, sport e tempo libero. Una scelta che indubbiamente batte la solitudine. Ma può anche abbattere l’impennata del costo della vita, degli affitti e dei mutui?

«Partiamo da una precisazione: il cohousing è a tutti gli effetti un abi tare privato, non solo perché le sin gole unità abitative ospitano ciascu na singoli nuclei familiari, ma anche perché il loro prezzo è stimato a libero mercato - sottolinea Matteo Robiglio, professore ordinario di Architettura del Politecnico di Torino e consigliere d’amministrazione di Homers, società

benefit che accompagna le persone in progetti di cohousing -. Il vantaggio economico sta nel fatto che, in un cohousing, le unità abitative possono essere più piccole grazie a spazi comu ni più grandi. Non solo, quindi, il vano scala e l’ascensore, ma anche una sala feste, un’area fitness e wellness, un al loggio per la badante o per gli ospiti. Oppure l’area di lavoro: se in casa una stanza dedicata al lavoro deve essere per legge almeno di 9 metri quadri, in un open space condiviso da 10 perso ne non ho bisogno nel complesso di 90 metri quadri, me ne bastano 5 a testa, dunque la metà. Insomma, met tendosi insieme si ottimizzano gli spa zi e quindi i costi, anche dell’energia». Un ulteriore beneficio deriva dal percorso che conduce a realizzare un cohousing, come spiegano Lucio Massardo e Natalia Ardoino, fonda tori dell’impresa sociale MeWe Abi

di Annarita D’Agostino
www.spazio50.org | dicembre 2022 20 Società

tare Collaborativo. Recuperando una scuola dell’800 in disuso in un pic colo comune, MeWe ha concertato con gli enti e le istituzioni locali una soluzione di cohousing per un grup po di famiglie di genitori anziani con figli disabili alle prese con il “dopo di noi”. «Un intervento che, in assenza di sostegno pubblico, sarebbe costato 850mila euro - ci racconta Massar do -. Mettendo insieme tutti gli at tori coinvolti con un lungo lavoro di concertazione e “rastrellando” tutti i possibili contributi pubblici, abbiamo chiuso il progetto ad un costo per i fu turi abitanti di poco meno di 100mila euro. Ridurre il costo del mutuo, per famiglie che convivono con la disabi lità, significa liberare risorse per af frontare i costi dell’assistenza e della riabilitazione». Per Ardoino, «ancor di più, c’è un guadagno sociale se pen siamo a quanta gratificazione può da re ad un ragazzo con disabilità il fatto di essere di supporto non solo in ca sa sua, ma anche per il vicino che ha bisogno della spesa a domicilio o che qualcuno curi il suo orto. Per la co munità nel suo insieme, ogni persona diventa una risorsa nella sua specia lità. Dunque, il cohousing diventa un attivatore di rigenerazione urbana e sociale». Un valore che travalica l’età e le condizioni di salute: «Dopo il Covid, una famiglia che poteva pensare di comprare casa - osserva ancora Ardoi no - si trova improvvisamente a non avere più la sicurezza economica per farlo. Ma non solo: siamo sicuri che una giovane famiglia che oggi compra casa e dovrà mantenerla potrà, tra 10 anni, soddisfare i bisogni educativi e culturali dei figli? In un cohousing, dove ho meno spazi individuali, più spazi comuni e un’assistenza diffusa, potrò condividere i bisogni e i costi. Avrò, ad esempio, una mamma vicina di casa che mi compra le medicine in farmacia mentre io le faccio da baby sitter». È il principio della mixité, la

Condividere spazi e servizi della propria abitazione può frenare la corsa dei prezzi di cibo, energia, servizi per la cura della persona e della casa, di affitti e mutui?

Lo abbiamo chiesto ad urbanisti, ricercatori e imprese che se ne occupano sotto diversi profili. Abbiamo “scoperto” una scelta di vita attiva e solidale che combatte non solo la povertà economica, ma molto di più...

mescolanza: «Se noi mettiamo insie me fragilità diverse, abbiamo mutuo supporto; se noi mettiamo insieme le stesse fragilità, avremo sempre bi sogno di supporto esterno, estraneo, temporaneo, pagato», evidenzia. Un principio che si manifesta nel caratte re “intergenerazionale” del cohousing. «Non è un caso il fatto che le categorie che mostrino maggior interesse verso l’abitare condiviso siano, da un lato, gli anziani attivi, dall’altro le giovani coppie o famiglie con bambini picco li», sottolinea a sua volta Robiglio. Per chi lo sceglie, infatti, il cohousing è un potente generatore di relazioni e, dun que, un antidoto alla povertà di legami che, come segnalano le ricerche socio logiche, «ha effetti patologici sulla sa lute della persone - osserva il docente del Politecnico di Torino - ed è spes so anche causa di povertà economica perché la solitudine genera minore co noscenza e minori collegamenti con le

opportunità che potrei avere». In questa logica, va prestata partico lare attenzione ad interventi a soste gno di un cohousing esclusivamente “anziano” o per non autosufficienti, come la coabitazione per gli over 65 in difficoltà economica finanziata con un fondo di 5 milioni di euro dalla Legge di Bilancio 2022, o la coabitazione so lidale delle persone anziane prevista sia nel Piano nazionale per la non au tosufficienza che nel disegno di legge delega per gli anziani non autosuffi cienti. Michela Cane coordina il grup po di lavoro Social Homing, start up vincitrice del premio “Prepararsi al futuro” del Festival Nazionale dell’E conomia Civile 2022, nata in seno a MeWe Abitare Collaborativo per in dividuare forme di abitare condiviso anche fra le nuove generazioni. «Il vi vere insieme diventa un buon vivere quando offre la possibilità a diversi soggetti - famiglie, single, lavora

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tori, artigiani, giovani, anziani - di vivere insieme per scelta, poiché con dividono obiettivi, valori, stili di vita. Per le persone fragili, in particolare, il cohousing funziona nel momento in cui è un’integrazione e non diventa un “ghetto”, ognuno ha un suo posto e non si è soli». Tenendo ovviamente in considerazione il grado di non au tosufficienza della persona, evidenzia il professor Robiglio, «un cohousing che offra una sala infermieristica, at trezzata per la diagnostica domiciliare ma anche come studio medico di base o di medicina sportiva, dove la telemedicina sia integrata nella casa ma l’infrastruttura sia condivisa, è un’oc casione per non fare sentire la persona

“malata” ma parte di una comunità». Ovviamente, per tutto questo è deci sivo, come abbiamo detto, il sostegno pubblico. Ad esempio, guardiamo alla Legge di Bilancio 2022: stanziare 5 milioni di euro sul territorio nazio nale per il cohousing degli over 65 in difficoltà economica «è ben poco - evi denzia Lucio Massardo di MeWe - se si pensa che nel passato il solo Fondo di sostegno alla locazione della Liguria per un anno ne ha stanziati circa 12 di milioni. A Barcellona, l’amministra zione guidata da Ada Colau ha inve stito 152 milioni di euro nell’edilizia pubblica. Fare questo tipo di politiche implica metter mano al portafogli». L’Università degli Studi di Ferrara ha

dedicato un progetto di ricerca multi disciplinare proprio al tema “Anziani e diritto all’abitare”, somministran do un questionario ad un campione di persone anziane e di caregiver. A coordinare il team di giovani ricer catori, Maria Giulia Bernardini, ri cercatrice in Filosofia del diritto del Dipartimento di Giurisprudenza. «Ri fiutando ogni lettura medicalizzante della condizione anziana, non abbia mo considerato unicamente i servi zi sociosanitari - spiega -, ma anche quelli relativi alla mobilità e alla di mensione socio-culturale oppure alla presenza e fruibilità degli spazi pub blici e delle aree verdi». Anche se la ricerca è ancora in corso, la dottores

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Società

sa Bernardini ci ha anticipato alcuni dei risultati che stanno emergendo: «Chi vive in città è mediamente più soddisfatto della presenza dei servizi e delle opportunità di socializzazione rispetto a chi vive nelle aree rurali ed è possibile affermare che la variabile di genere contribuisce in modo deter minante all’isolamento e all’esclusio ne sociale delle donne con disabilità». Inoltre, «il cohousing può costituire una valida soluzione abitativa, perché permette non solo di abbattere i costi dell’abitare, ma anche di rispondere alle esigenze relazionali - che soprat tutto fra gli anziani sono particolar mente avvertite - e di avere un mi gliore accesso ai servizi, non solo di tipo sanitario, perché il benessere in dividuale, come è noto, è un concetto complesso, che non si limita alla sola

Un modello che, con le opportune differenze, potrebbe essere esteso anche alle persone anziane non au tosufficienti: «Credo sia necessario superare quella che mi piace indi care come “grande divisione”, ossia la distinzione tra le persone anziane che sono autonome e quelle che sono fragili e non autosufficienti. Queste differenze vanno riconosciute, per ri spondere adeguatamente alle esigen ze di ciascuno, come richiede anche

il rispetto del principio di eguaglian za. Mi sembra però che distinguere a priori porti spesso a non riconoscere alcuni diritti o a ritenere inattuabili alcune soluzioni sulla base di pregiu dizi, e non della realtà effettiva. Que sto vale anche nel caso del cohousing, che per la maggior parte è riservato alle persone anziane autonome. Ep pure, nulla vieta di estenderlo anche alle persone anziane considerate non autosufficienti, anche se chiaramente il modello dovrà essere diverso ri spetto a quello proposto per coloro che hanno gradi più rilevanti di autonomia: esistono ad esempio espe rienze che realizzano un modello in termedio tra l’assistenza in struttura e quella a domicilio, e che comunque è diretto a valorizzare la condivisione delle risorse familiari».

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salute. In quest’ottica, ad esempio, la preferenza deve andare sicuramente ad una progettazione partecipata, a soluzioni abitative che siano ubicate in zone sicure della città, che siano vicine ai servizi, e che non siano sepa rate dall’esterno: lo spazio domestico e quello urbano vanno considerati in continua relazione».

VIAGGIARE IN ARMONIA CON LA NATURA: NASCE L’ATLANTE DELLA MOBILITÀ DOLCE

Rete Ferroviaria Italia (RFI), in collaborazione con le 29 associazioni che compon gono l’Alleanza per la Mo bilità Dolce (AMODO), ha dato luce alla prima edizione dell’Atlante della Mobilità Dolce, un progetto digitale che mette insieme più di 3mila sta zioni ferroviarie, 28 linee turistiche e 900 borghi delle reti appartenenti ad AMODO (Bandiere Arancioni, Bor ghi Autentici d’Italia, Cittaslow, Co muni Virtuosi, Borghi più Belli d’Ita lia). Giusto per fare qualche numero, nell’Atlante figurano 12mila chilometri di sentieri italiani ed esteri (Sentiero Italia del CAI e i sentieri internazionali di FIE), 83 cammini, per un totale di 23mila chilometri, e 1.656 aree pro tette lungo 100mila chilometri qua drati. E ancora, 24 parchi nazionali, 147 riserve naturali nazionali, 112 oasi del WWF, 3 parchi naturali sommersi,

Con l’impegno della Rete Ferroviaria Italia e l’Alleanza per la Mobilità Dolce sarà possibile raggiungere il parco naturalistico o il sito archeologico vicino casa con mezzi di trasporto green. Per un turismo più lento e sostenibile di Bianca Angeli

66 parchi minerari, 55 siti Unesco. In aggiunta, sono previste ben 50 linee ferroviarie interne, senza considerare i 18mila chilometri a disposizione di pedoni, escursionisti a cavallo e cicli sti, tra percorsi green liberi da veicoli a motore e “ciclovie” vere e proprie. Un disegno ambizioso che permetterà ai turisti di visitare luoghi, magari non distanti da casa, ma fino ad oggi ir raggiungibili senza le quattro ruote.

GLI OBIETTIVI

DELLA NUOVA MAPPA

Il fine è chiaro: creare uno strumento (sostenibile) per rilanciare il turismo “minore”, avvantaggiando l’economia delle zone più interne del Paese, fino ra considerate destinazioni di nicchia proprio per la difficoltà di raggiungi mento con mezzi differenti dall’auto mobile. L’Atlante, di prossima pubbli cazione, prima di diventare un porta

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le consultabile da chiunque gratuita mente, rappresenterà nell’immediato uno strumento analitico a disposi zione dei diversi Enti locali (Regioni, Province, Parchi), che, in un dialogo costruttivo con le Ferrovie, valute ranno - dati alla mano - quali servizi e infrastrutture migliorare per svilup pare al meglio gli itinerari di mobilità dolce sul proprio territorio.

IL TRENO, FULCRO DELLA MOBILITÀ

La mappa di mobilità sostenibile in sé per sé non rappresenta una novità assoluta: ne esistono già diverse, (un esempio, in provincia di Siena, è il percorso cicloturistico dell’Eroica che in crocia la via Francigena e Treno Na tura), ma con l’Atlante, per la prima volta, le tre modalità di spostamento (bici, treno e cammino) vengono ufficialmente proposte in modo unitario.

QUANTO VALE ANDARE IN BICICLETTA?

Gli italiani amano le due ruote, al punto che ormai si parla di “bike economy”, un comparto ampio e variegato che include tutti quei settori e quelle attivi tà di indotto che nella bicicletta vedono un fattore di sviluppo e di crescita. Un patrimonio da valorizzare anche in vista degli investimenti del Piano Naziona le di Ripresa e Resilienza (PNRR) che si rivolgeranno all’espansio ne delle infrastrutture ciclabili e ad una maggiore attenzione verso la mobilità elettrica.

Un sistema di interscambio, del quale le stazioni ferroviarie rappresentano il perno centrale. Luoghi nei quali il turista può trovare i servizi e gli scam bi per passare dal treno al cammino (o dal treno alla bici), senza difficoltà. Un’occasione da non sprecare, dal mo mento che - precisa RFI - oltre mille delle 3mila stazioni ferroviarie mappa te non distano più di 3 chilometri da uno dei tanti cammini che attraversa no la Penisola.

LE FERROVIE?

PIÙ ECOLOGICHE E SICURE

Il progetto si inquadra in una filoso fia di viaggio sempre più attuale. Del resto i dati dell’Unione Europea par lano chiaro: i trasporti rappresentano circa il 30% delle emissioni di CO2 all’interno dell’area. I treni, che con tribuiscono solo all’1% dell’inquina mento (contro il 71% delle automobili

e il 12% degli aerei), possono quindi dare un prezioso contributo alla lotta al cambiamento climatico. Da qui la decisione di trasformare il settore fer roviario per renderlo più competitivo ed attraente agli occhi dei passeggeri, attuali e futuri.

In Italia, il Ministero delle Infra strutture e della Mobilità sostenibile lo scorso anno ha elaborato un do cumento per adeguare il comparto al “climate changing”. Tra i target, la partecipazione alla realizzazione di corridoi europei, il potenziamento e la messa in sicurezza della circo lazione ferroviaria, l’aumento degli standard di sicurezza e di efficienza energetica ed il miglioramento delle reti regionali, interregionali e dei no di ferroviari delle grandi città (consi derando anche lo sviluppo delle linee storiche ad utilizzo turistico).

IL FUTURO VIAGGIA SUI BINARI

Il trasporto ferroviario si prepara dunque ad essere una presenza ca pillare sui territori più interni italia ni. E se è vero che il settore è stato colpito duramente dalla crisi scate nata dalla pandemia, a causa delle restrizioni sui viaggi, è innegabile co me il 2022 abbia segnato il momento della ripresa. Da luglio a settembre Trenitalia ha trasportato 83 milioni di passeggeri, e oggi annuncia la sua prossima mossa sostenibile: l’entrata in servizio di Blues, il primo treno ibrido pronto a viaggiare con un im patto ambientale minimo. Signore e signori, in carrozza! Il futuro della mobilità ecologica è qui.

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Produrre, consumare e condi videre energia in modo con sapevole e attivo è la sfida delle comunità energetiche che cominciano a ritagliarsi uno spa zio nel nostro Paese, nonostante i ral lentamenti dovuti alle difficoltà buro cratiche e talvolta a lacune normative. Nelle ultime tre edizioni del rapporto Comunità rinnovabili, Legambiente ha mappato le storie di 100 fra co munità energetiche rinnovabili effet tivamente operative (35), in progetto (41) o in movimento (24), ossia quel le che si stanno appena costituendo. Di queste, 59 sono state censite fra giugno 2021 e maggio 2022, e coin volgono centinaia di famiglie, oltre che decine di enti locali e imprese. «Le comunità energetiche rinno vabili sono un nuovo soggetto giu ridico di diritto privato - spiega a 50&Più Katiuscia Eroe, responsa bile energia di Legambiente - che consente a qualsiasi utente, fami glie, singoli, imprese, terzo settore, amministrazioni (l’unico soggetto escluso sono le imprese energeti che), di mettersi insieme, produrre energia, condividerla tra i soggetti

COMUNITÀ ENERGETICHE, OPPORTUNITÀ PER CONDIVIDERE CONSUMI

E RISPARMIO

Sono tante le realtà, tra famiglie ed enti locali, che stanno prendendo la strada dell’autoproduzione di energia. Con evidenti benefici in termini di risorse e opportunità di Winda Casula che ne fanno parte, e da questo trarre dei vantaggi economici, sociali e ambientali».

Quali sono i vantaggi dell’essere parte di una comunità ener getica rinnovabile?

Essendo non profit per legge, questi soggetti sviluppano tutta una serie di vantaggi in base a quanta energia ri escono a condividere: si stabilisce un regolamento attraverso il quale ci si scambia energia, e quella condivisa, ossia utilizzata dai soci che ne fanno

parte, viene anche incentivata dallo Stato. Quindi oltre a un risparmio diretto in bolletta c’è anche un in centivo statale previsto per i prossimi vent’anni. La chiave è l’autoprodu zione: le comunità energetiche producono energia ai fini del fabbiso gno della comunità stessa. In questo modo viene incentivato il consumo locale dell’energia, con lo sviluppo della comunità. E le risorse che si ricevono vengono utilizzate sulla base delle necessità dei territori.

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Ambiente

Come si sviluppa l’iter di preparazione di un progetto?

Si parte da un gruppo di soggetti in teressati a sviluppare la comunità energetica, si verifica che apparten gano tutti alla stessa cabina primaria, facendo una richiesta al distributore locale, poi si decide la forma statu taria (impresa sociale, associazione, cooperativa energetica) e, quando si è registrato uno statuto e si è fatto un regolamento, si procede alla co struzione dell’impianto da fonti rin novabili. Poi ci si registra sul portale di GSE e, una volta approvata la regi strazione, si diventa comunità ener getica a tutti gli effetti.

In quale quadro normativo ci si muove in Italia?

Abbiamo recepito la Direttiva eu ropea (2018/2001/Ue) in maniera sperimentale attraverso il Decreto Milleproroghe, poi con il Decreto Legislativo 199/2021. Quello che manca sono le nuove regole attua tive di ARERA, l’Autorità di Rego lazione per Energia Reti e Ambien te, e il quadro dei nuovi incentivi che ora dovrà essere compilato dal nuovo Ministero dell’Ambiente e

Nel settembre scorso, in anticipo rispetto alle misure attese dal PNRR, è stato aperto il Bando per il finanziamento delle comunità energe tiche rinnovabili dedicato ai comuni colpiti dal sisma nel 2009 e nel 2016, con la possibilità di un contributo a fondo perduto del 100% della spesa prevista se gli enti promotori si impegnano a creare sistemi di condivisione o reti di teleriscaldamento. Entro il termine del 20 no vembre sono state presentate le domande di partecipazione e, anche in questo caso, Legambiente ha svolto una campagna informativa de dicata e ora continuerà a supportare i progetti ammessi al contributo. «Ci occupiamo di aree sisma da tanto tempo, e abbiamo insistito affin ché uno degli strumenti di riqualificazione fosse la comunità energetica - ha spiegato Maria Maranò, responsabile della campagna informativa nelle aree del cratere - perché agisce sia sugli aspetti comunitari di ri costruzione sociale che di innovazione dal punto di vista ambientale. Il bando è stato approvato il 30 giugno scorso, e abbiamo cominciato sin da subito un lavoro di sensibilizzazione in quelle aree, per spiegare cosa sono le comunità energetiche. Devo dire che anche tramite web abbiamo avuto una partecipazione straordinaria. È il primo bando in Ita lia che si cimenta con la possibilità di finanziare comunità energetiche al 100%. A metà ottobre, oltre il 50% dei Comuni aveva già espresso una manifestazione di interesse, poi pubblicata per chiedere l’impegno dei cittadini. I segnali che arrivano sono incoraggianti, e in questi luoghi già soggetti a spopolamento potrebbe esserci una ricaduta importante anche in termini occupazionali, perché un conto è ricevere energia da centinaia di chilometri di distanza, un altro è coinvolgere i professionisti e i cittadini del luogo per progettare un sistema di autoproduzione e condivisione pensato sulla base di esigenze reali e specifiche.

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FINANZIAMENTI PER LE AREE COLPITE DA SISMA

Ambiente

della Sicurezza Energetica. Que sti due passaggi stanno bloccando lo sviluppo di tutta una serie di co munità energetiche, quelle in attesa di nuove regole per potersi registra re e completare l’iter di sviluppo, e quelle che hanno già completato la prima fase, identificato i soggetti e l’area in cui costruire l’impianto, ma stanno aspettando gli incentivi per realizzare un progetto di fattibilità anche in termini di costi. Quante sono le comunità ener getiche già attive e qual è il risparmio calcolato?

Secondo l’ultimo censimento aggior nato a giugno scorso, in Italia ci sono un centinaio di comunità energeti che, fra attive (16) e in fase di svilup po. Quelle che hanno ricevuto la pri ma parte di incentivi sono solo tre. Nel Rapporto 2022 abbiamo raccol to le storie delle comunità energeti che, e ci sono esperienze che arriva no a percentuali di risparmio com prese fra il 50% e il 70%, tra bollette elettriche e termiche. Quando si mo difica lo stile di vita in relazione alla produzione dell’impianto si riesce a massimizzare i consumi, concen trandoli quando c’è più produzione. Abbiamo strumenti come la domo tica che in questo processo possono aiutare. Il cittadino di fatto diventa un soggetto energetico, attivo e con sapevole, abbandonando il modello tradizionale che ci mette in relazio ne con l’energia solo quando usiamo le prese elettriche e paghiamo bollette che spesso non comprendiamo nemmeno. Un po’ come accade nelle assemblee condominiali ma in sen so positivo, perché non si discute di spese ma di risorse e opportunità. Come si sta muovendo Legam biente per supportare il percorso delle comunità energetiche?

Noi ci stiamo muovendo su diversi fronti perché le comunità energetiche hanno la capacità di portare be

La chiave è l’autoproduzione: le comunità energetiche producono energia ai fini del fabbisogno della comunità stessa. In questo modo viene incentivato il consumo locale dell’energia, con lo sviluppo della comunità

neficio in qualsiasi tipologia di ter ritorio, e l’obiettivo di Legambien te è partire da quelli che hanno più bisogno: pensiamo alle periferie, un esempio fra tutti è la comunità ener getica di Napoli Est, una delle prime a essere sviluppata. Abbiamo fatto una campagna informativa per il bando dedicato ai comuni del sisma 2009 e 2016, stiamo continuando con la campagna BeCome, dai bor ghi alle comunità energetiche (le gata all’opportunità rappresentata dai 2,2 miliardi di euro che il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resi lienza destina ai comuni con meno di 5mila abitanti per la realizzazione delle comunità energetiche, n.d.r.).

Quello che cerchiamo di mettere in evidenza è l’aspetto solidale delle comunità energetiche, e per questo abbiamo creato una rete con soggetti diversi, da Libera a Federparchi fino agli studenti, affinché la comunità energetica possa diventare strumen to di welfare, se si porta dove c’è più bisogno. Un altro lavoro che stiamo portando avanti è quello con le scuo le e gli studenti, perché i luoghi del la formazione sono quelli che negli ultimi anni sono stati sottoposti a tagli consistenti: invece, vogliamo mettere le scuole al centro della co munità energetica, affinché si trovi no reciprocamente profitti e risorse per portare innovazione.

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QUATTRO SENIOR CONTRO BODY-SHAMING E AGEISMO

Nel settembre del 2016, in Cina, è stata lanciata un’app che si chiamava Douyin e che ha da subito attirato l’interesse di moltissimi gio vani. Attraverso la piattaforma, in fatti, gli utenti potevano creare vide oclip di diversa durata e modificarne la velocità di riproduzione, aggiun gendo filtri, effetti particolari e suo ni. La sua popolarità ha ben presto superato i confini, espandendosi nel resto del mondo nel 2017 con il nome di TikTok. Oggi, secondo i dati diffusi dalla stessa piattaforma, il numero di utenti che ne fruisce si aggira intorno al miliardo ed è un trend in crescita che interessa anche l’Italia, dove gli iscritti sono circa il 22,2% della po polazione maggiorenne. Numeri ben più alti rispetto a siti noti come Pin terest, Twitter o Snapchat. Analizzan do il target, poi, è facile capire come l’app sia prettamente appannaggio dei giovani: il 41% degli utenti, in fatti, ha tra i 16 e i 24 anni, creando di fatto una piazza privilegiata per la Generazione Z (quella nata tra il 1997 e il 2012). L’attrattiva, in questo sen so, appare dovuta alle risposte che il social offre a questa fascia di popo lazione. A differenza di Instagram e Facebook, più basati sulla condivi sione quotidiana, TikTok va oltre e permette ai suoi utenti di esprimersi

in modo nuovo: gli iscritti possono creare video divertenti mentre bal lano, cantano o mimano canzoni e tormentoni, ma possono prendere parte anche a sfide popolari e trend del momento con una modalità molto più veloce ed efficace. Tuttavia, contrariamente a quanto si possa pensare, c’è posto anche per i senior. Moltissime star di questo so cial, infatti, sono anziani che hanno deciso di mettersi in gioco o nonni

guidati dai nipoti. In Italia, ci sono, ad esempio, Elisa Confalonieri e il nonno Mario con oltre 220mila fol lowers, o Nonna Luigina (84 anni) con un profilo personale da oltre 2 milioni di seguaci, e Nonno Severi no (93 anni) con un milione e mezzo di fan. Nel mondo, invece, troviamo Dorothea Taylor (71 anni), conosciu ta come “Godmother of Drumming” grazie alle sue performance con la batteria che allietano più di 2 milio

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Attualità
TikTok è senza dubbio un social ad uso e consumo di un pubblico prettamente giovane, ma è sempre più frequente trovare influencer senior. Tra questi spiccano gli Old Gays, quattro uomini che usano il canale per combattere ageismo, body-shaming e omofobia

ni di fan; Barbara Costello (73 anni), che sul social dà sfoggio delle sue ca pacità culinarie con picchi di 6 milio ni di visualizzazioni; Gangsta Granny dall’Australia (75 anni), che racconta la sua vita a oltre 1 milione e mez zo di follower; l’irlandese Grandad Frank (77 anni), che in alcuni casi ha ricevuto più di 152 milioni di “like” o, ancora, Gangsta Grandma di 93 anni, che mima le canzoni moderne con tanto di costumi e accessori a te ma, garantendosi più di 2,5 milioni di ascoltatori assidui.

Tra i senior influencer, però, spicca un gruppo di quattro uomini statu nitensi che negli ultimi mesi ha con quistato TikTok. I componenti sono Robert Reeves, classe 1943, Micha el “Mick” Peterson, anno 1956, Bill Lyons del 1944, e Jessay Martin del 1953. Si fanno chiamare “Old Gays” e a novembre del 2021 hanno raggiun to il miliardo di follower sui loro so cial media. Un seguito nato dopo un video promozionale che hanno girato per Grindr, l’app d’incontri dedicata al mondo LGBTQ+, e che sarà og getto di una docuserie prodotta da Brian Graden Media, compagnia hol lywoodiana.

Tra i messaggi veicolati dai loro video ci sono la leggerezza e il saper ride re di sé, ma anche l’accettazione del proprio corpo che cambia, del tempo che passa e la lotta ai pregiudizi e agli stereotipi che interessano la comu nità LGBTQ+. Spesso, proprio per i temi che affrontano e la formazione del quartetto, sono stati accostati alle protagoniste di Cuori senza età, la se rie Tv degli Anni ’80 incentrata sulle vicende di quattro donne che vivono sotto lo stesso tetto in una villa di Miami. Eppure, gli Old Gays non sono frutto di una sceneggiatura, ma amici nella vita reale. Quasi quarant’anni fa, infatti, Robert ha incontrato Bill a San Francisco ed entrambi si sono trasferiti a Cathedral City, in Cali fornia, negli Anni ’90. Nel 2013, poi, i due hanno incontrato Mick quando ha affittato la stanza degli ospiti a casa di Robert. E l’anno dopo Jessay si è trasferito dall’altra parte della strada. L’idea di raccontare di loro, però, è arrivata quando un trentaseienne ha affittato la stanza che Robert mette a disposizione a casa propria. Notan do la splendida amicizia dei quattro e quanto si divertissero insieme, il giovane ha deciso di presentarli al marito, produttore, per documentare il tutto davanti a una telecame

Tra i messaggi veicolati dai loro video ci sono la leggerezza e il saper ridere di sé, ma anche l’accettazione del proprio corpo che cambia, del tempo che passa e la lotta ai pregiudizi e agli stereotipi

ra e dare inizio agli “Old Gays”. Da quel momento, oltre a mostrare che invecchiare non significa rinuncia re a ridere e divertirsi, hanno usato la loro piattaforma anche per parla re di diritti e tutele della comunità LGBTQ+. «Il mondo commerciale esclude i senior perché dà per sconta to che non siano più lucidi come una volta», ha commentato Robert nel corso di un’intervista al programma televisivo statunitense Today, quan do gli hanno chiesto come si senta no i quattro amici in mezzo a una community così giovane. «Se pensi di essere troppo anziano per i social media o per qualsiasi altra cosa, pro babilmente lo sei - ha continuato Jes say- . Ma se sei disposto a stare con i giovani, a continuare ad imparare e ad essere aperto a nuove idee, puoi guadagnare moltissimo».

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SULLE SPALLE DEI CAREGIVER

Nel nostro Paese, in continuo invecchiamento, c’è urgente bisogno di soluzioni legate alla non-autosufficienza. Perché troppo spesso il lavoro di cura è sulle spalle dei caregiver familiari. E il sistema di assistenza inizia a mostrare importanti crepe strutturali di Giuseppe Cionti e quello atmosfericocausa cambiamenti cli matici sotto gli occhi di tutti - stenta a partire, l’inverno demografico ha ormai preso decisamente il soprav vento, soprattutto nelle nostre società occidentali ed in Italia in particolare. A lanciare l’allarme, da tempo, sono stati demografi, scienziati, politici ed esperti di varie discipline. Ultimo, in ordine di tempo ma non certo di importanza, Papa Francesco, che da Matera - nel settembre scorso - ha affermato di «osare chiedere per l’Italia più nascite e più figli». Un fe nomeno che sembra inarrestabile e che, come ampiamente previsto, sta portando a disequilibri di vario genere ormai qua si inutili da elencare nuovamente, tanto sono sotto gli occhi di tutti. Tra questi, forse più nascosto ma non meno importante, c’è l’impatto che il progressivo invecchiamento della rete parentale - in Italia spina dorsale an che in campo di assistenza e sostegno a chi è più in difficoltà - sta avendo sui caregiver.

Chi ha tentato di misurare questo aspet to, forse da troppi sottovalutato, è sta to un recente studio condotto da BCG e Jointly, Digitale, locale, integrato. Il fu

Sturo del Welfare in un Paese che invec chia, nel quale si conferma - in estrema sintesi (semmai ce ne fosse stato biso gno) - che ci troviamo in un Paese sem pre più vecchio, con un sistema di wel fare insufficiente e puntellato con fatica dalle famiglie. Un Belpaese dove quasi un cittadino su quattro ha più di 65 anni (14 milioni in tutto) e la grande maggio ranza degli over 75 (l’85%) convive con almeno una malattia cronica. Ovvio che in una situazione del genere, la doman da di assistenza cresce di anno in anno. Peccato però che solo il 15% di questa domanda è soddisfatta delle risorse pub bliche. La spesa pubblica per la non au tosufficienza in Italia è, infatti, oggi pari a circa 31 miliardi di euro (l’1,75% del PIL), circa 24 miliardi in meno della me dia di Francia, Germania e Regno Unito. Uno “spread nella protezione sociale”, lo definisce con efficacia lo studio, che nel 2065 dovrebbe salire a ben 53 mi liardi di euro totali.

Sono, quindi, le famiglie che dovranno farsi carico, nell’oggi e ancor più in fu turo, del lavoro di cura e - quando pos sibile - dei costi che questo comporta. E qui veniamo al ruolo e alla funzione dei cosiddetti caregiver (cioè le persone che prestano assistenza agli anziani o ai

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malati), che oggi in Italia risultano essere oltre 7 milioni: per il 30% si tratta di un vero e proprio secondo lavoro.

I dati ci dicono poi che chi ha la dispo nibilità economica ricorre al privato: nel 2021 la spesa di welfare delle famiglie ha raggiunto il valore di 136,6 miliardi, pari al 7,8% del PIL, dove la salute (39 miliar di) e l’assistenza agli anziani (29 miliardi) rappresentano da sole la metà del totale. Gran parte di questa spesa (71%) è soste nuta direttamente dalle famiglie, mentre assicurazioni e corporate welfare ne co prono appena l’1,5% (in particolare, le assicurazioni Malattia e Long Term Care - LTC - in Italia sono ancora un’eccezio ne, con una penetrazione sul PIL dello 0,2% nel 2020).

I cambiamenti sociodemografici in atto e che vanno nella direzione di famiglie sem pre più “mono-nucleo e in età avanzata”, insieme alle evoluzioni indotte dalla pan demia come lo smart working, le cure da remoto e il digitale, impongono - suggeri scono gli esperti - «una riflessione urgente sul funzionamento dei sistemi di welfare (pubblico, privato e aziendale), sulla loro integrazione e sull’effettiva adeguatezza e capacità di rispondere ai bisogni degli anziani e dei loro caregiver».

La ricerca congiunta BCG - Jointly ha coin volto più di 12.000 dipendenti di aziende in diversi settori (telecomunicazione, tra sporto, alimentare, energia, credito), con lo scopo di indagare i bisogni dei lavorato ri caregiver e immaginare nuove soluzioni che coinvolgano tutti gli stakeholder, dalle aziende all’amministrazione pubblica fino ai provider e agli assicuratori.

Una ricerca che ha fatto emergere alcuni snodi critici per le famiglie con persone anziane e non autosufficienti a carico, confermando una situazione complessa che, secondo 8 intervistati su 10, è desti nata a peggiorare.

Vediamo il perché. Il 17% dei caregiver af ferma di spendere più di 10.000 euro l’an no e, in un caso su due, si tratta di spese sostenute personalmente. È del tutto com prensibile quindi, che quasi la metà degli

intervistati definisca questa situazione “pesante” o “molto pesante” e desideri (56%) fortemente poter staccare dal lavoro di cura, anche attraverso un so stegno psicologico (44%).

Dallo studio emerge poi che la coper tura del fabbisogno finanziario e di servizi, se da parte del pubblico non è sufficiente, non è affatto sostenuta da una copertura privata - sia essa assicu rativa o nella forma di welfare azienda le - definita “infinitesimale”, visto che arriva a coprire poco più dell’1% della spesa sostenuta.

In termini di servizi, la maggioranza dei caregiver è costretta così a fare da sé (38%) o a comprare dal privato (33%), sempre che se lo possa permet tere. Il settore pubblico viene scelto mediamente solo dal 25% dei caregi ver a causa della lentezza dell’eroga zione, le complessità burocratiche e la mancanza di risorse. Gli erogatori pri vati colmano solo molto parzialmente questo gap. Trattandosi principalmen te di aziende o di operatori specializ zati, il costo è raramente in linea con le possibilità di spesa e li rende inac cessibili a 6 caregiver su 10.

A fronte della barriera economica, l’offerta resta nella maggioranza dei casi poco soddisfacente, soprattutto in termini di chiarezza e navigabilità. Queste limitazioni fanno sì che - emer ge dallo studio - solo un terzo degli intervistati si rivolga abitualmente a servizi privati.

Altro tema, quello della vita personale in presenza di persone da assistere con patologie. Per figli, genitori e parenti caregiver, l’ambiente di lavoro è per cepito spesso come un limite: più di un caregiver su tre (38%), infatti, te me che parlare del proprio ruolo pos sa compromettere in qualche modo la propria carriera e uno su quattro (23%) afferma di non aver ricevuto particolare supporto, dopo aver con diviso la propria situazione. Questo mentre il welfare aziendale,

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adottato da molte aziende, è sfruttato a pieno solo dal 3% degli intervi stati, nonostante la possibilità teorica di accedere a un ampio portafoglio di servizi. Il problema - è stato denuncia to - è sia comunicativo (la metà degli intervistati afferma di non conoscere l’offerta) sia di contenuto (servizi non in linea con i propri interessi o non di effettivo aiuto).

Due sono i fattori che emergono come “prioritari” per i caregiver intervistati: la gestione del tempo e l’aspetto finan ziario, che sono considerati “rilevanti” o “molto rilevanti” rispettivamente dal 72% e dal 64% del campione. Dall’analisi condotta sempre da BCG e Jointly emerge il quadro di un mer cato frammentato che sconta anche una “domanda immatura”. In que sto scenario complesso è necessario - sono alcune delle conclusioni emer se dallo studio - definire “un nuovo paradigma a lungo termine in cui identificare nuove sinergie sfruttan do l’evoluzione digitale e di servizio degli ultimi due anni, e nuove forme di finanziamento”.

In termini di servizio, invece, aumenta l’interesse nei confronti delle soluzioni di “senior housing”: in Italia c’è ancora spazio per lo sviluppo di un modello con forte integrazione digitale, in cui l’accompagnamento alla vita quotidia

na prevale sull’aspetto puramente medicale e assistenziale.

A domicilio l’attenzione si sposta, in vece, sui servizi non medicali. Infatti, se da un lato si registra una flessione prevista nella domanda di assistenza domiciliare e in quella sanitaria (ausili medicali, infermieri, ecc.), dall’altro si prevede un aumento del 18% nella do manda di proposte non cliniche come consegna di pasti, compagnia, trasporto, calendari interattivi, video consulti. «La tecnologia - affermano gli esperti - è parte sempre più integrante delle nostre vite e può rappresentare la ri sposta ai bisogni dei caregiver e dei loro assistiti. Modelli di servizio inno vativi si uniscono ad App, intelligenza artificiale, “smart home” per indiriz zare in modo sempre più innovativo e personalizzabile i bisogni di una po polazione che invecchia».

Il Covid non ha fatto altro che acce lerare questo ricorso alla tecnologia, prima per i teleconsulti nella fase di lockdown e poi espandendosi anche alla tele-riabilitazione. La sfida nella sfida sarà dunque quella di capire co me sviluppare strumenti che stimoli no il ricorso abituale a questi servizi anche nel lungo periodo. In termini di sostenibilità, le nuove soluzioni proposte - dal “senior hou sing” all’assistenza a domicilio - be

neficerebbero senz’altro di una regia istituzionale e di una collaborazione con le aziende assicurative e quelle di welfare, tanto per la parte di co-pro gettazione e diffusione quanto per il finanziamento vero e proprio.

«Il welfare aziendale - ha commentato Anna Zattoni, presidente di Jointlypuò avere un impatto importante sul benessere delle famiglie e sulla soste nibilità del sistema socio-assistenziale nel nostro Paese. Ed è pronto a fare la sua parte, lavorando in sinergia con il settore assicurativo e con la pubblica amministrazione».

«È dovere di tutti - dalla politica al le compagnie assicurative, passando per le società di corporate welfare e assistenza agli anziani - individuare soluzioni ai bisogni crescenti legati al la non autosufficienza. Il PNRR offre una finestra per agire facendo leva sul digitale all’interno di nuovi modelli di servizio sempre più locali e integrati. Le opzioni sono molteplici: qualun que sia il disegno adottato, è certo che la strada della partnership tra attore pubblico e operatori privati può aprire una nuova stagione e costituire una so luzione pragmatica a fronte di fonti di finanziamento pubbliche limitate», ha aggiunto Alessandra Catozzella, part ner di BCG.

«Il digitale - si dicono certi gli estensori dello studio nelle loro conclusio ni - è quindi il fil rouge che può agire come fattore abilitante nell’affrontare una complessa equazione che richiede l’equilibrio tra tre attori molto diversi. Che sia tramite la facilitazione di modelli lavorativi flessibili per i care giver, o tramite l’erogazione di servizi innovativi da remoto per gli anziani, o ancora attraverso la raccolta di dati sempre più accurati per migliorare la prevenzione, la tecnologia offre possi bilità illimitate per lo sviluppo di solu zioni innovative e sostenibili in termini di demografia e sviluppo socio-economico del Paese».

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Società
Contattaci per saperne di più o richiedere la guida informativa 02.76018187 - lasciti.fondazioneveronesi.it Un lascito nel tuo testamento a Fondazione Umberto Veronesi permetterà di sostenere la ricerca sui tumori per migliorare la vita delle generazioni future e delle persone che ami di più. Scegli oggi di aiutare chi avrà bisogno di cure domani. HO SCELTO DI MIGLIORARE LA VITA DI CHI VERRÀ DOPO DI ME. Con un lascito testamentario a Fondazione Umberto Veronesi.

40° CONCORSO di Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia: è il momento del giudizio del pubblico!

Tutti possono votare per scegliere, tra le Farfalle d’Oro di questa edizione, quella più meritevole del titolo di Supervincitrice. Scopriamo come

Si è da poco conclusa, all’interno della Settimana della Creatività, la 40ª edizione dello storico Con corso 50&Più dedicato all’espressione artistica più varia. Un viaggio nell’ingegno rivolto agli over 50 talentuosi, pronti a liberare il proprio estro con fanta sia e inventiva. Un evento in linea con i valori fondanti dell’Associazione, non solo per l’importanza che arte e cultura svolgono nella dialettica e nella vita sociale, ma anche per la loro capacità di essere di stimolo all’energia, all’entusiasmo e alla gioia di vivere. Sentimenti che hanno animato i partecipanti al Concorso e che non sono certa mente sfuggiti alla giuria qualificata, composta da impor tanti nomi del panorama artistico nazionale, quali Lina Pallotta, Elio Pecora, Giulio Rigoni, Duccio Trombadori e Renato Minore. Tutti impegnati nel difficile compito di decretare i vincitori, assegnando 20 Farfalle d’Oro, 4 Libellule d’Oro, 32 Menzioni speciali e 8 Segnalazioni. Come da tradizione, nel corso dell’evento sono state pre

miate - per ciascuna sezione in concorso - anche le opere supervincitrici (le Superfarfalle di 50&Più): un ricono scimento spettante ai concorrenti vincitori della Farfal la d’Oro nell’edizione precedente, assegnato dal grande pubblico di soci e lettori della rivista. Esprimere la propria preferenza è molto semplice: è suffi ciente compilare la scheda di votazione inviandola all’in dirizzo indicato o, in alternativa, collegarsi al sito www. spazio50.org, dove è anche possibile visionare tutte le opere vincitrici, divise per sezioni. Ricordiamo ancora una volta, con piacere, i supervincitori del 2022: Evelina Mayer con l’opera Rosso, giallo, aran cio… azzurro, per la sezione Prosa; Francesca D’Errico con l’opera Acqua sui fondali, per la sezione Poesia; Car mine Raiola con il dipinto Vortice Covid, per la sezione Pittura, e Giulio Rocco Castello con Il volto del corona virus, per la sezione Fotografia. Quali saranno i prossimi?

Eventi
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SCHEDA DI VOTAZIONE PER IL CONCORSO PROSA, POESIA, PITTURA, FOTOGRAFIA

È questo il momento più atteso dai finalisti: superare la selezione. I cinque candidati al premio finale per le sezioni Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, attendono ora il giu dizio inappellabile dei lettori. Come ogni anno, con la

scheda di votazione qui proposta, sarà scelto il vincitore per ogni disciplina. Dunque, votate secondo le vostre preferenze: quella crocetta che traccerete sul quadratino posto a lato di ogni nome sarà decisiva.

Da ritagliare e inviare in originale a 50&Più - Via del Melangolo 26 - 00186 Roma entro il 31/03/2023 (eventuali schede fotocopiate/scan sionate saranno ritenute nulle). La votazione può essere effettuata anche online, all’indirizzo www.spazio50.org

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dei dati personali da me forniti. Tale trattamento avverrà nel rispetto di quanto previsto dal Rego lamento (UE) 2016/679 e delle disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale, ed ai soli fini della registrazione del voto da me espresso.

PROSA POESIA PITTURA FOTOGRAFIA

Un posto al sole Elisabetta GRECO Caro Merlo Adelino BRESCIANI Giardino fiorito Gianpiero CALZARI Spensieratezza di una vacanza al mare - Bruna ADAMI Dreams Emilia MASTRANGELO Vorrei Michela FONTANA

Prima che i ricordi svaniscano Vincenzo MINGACCI

L’ora di Monet Lorenzo OGGERO

Gallura Maria PALLACORDI

Felicità Luciana SALVUCCI

Incontro con la solitudine Giovanni SIGNORINO Il tempo Giorgio Luciano PANI

Vento in poppa Rosalba CRILLISSI Il lavoro Tiziana CALLEGARI

Vivaci riflessi di bucato Emma MARTIN

Sarò sempre la vostra luce Giuseppe PASERO

Libertà Giorgio ZATTA

Melodie romane sul Tevere Roberta MARCONI

Fibra: il nuovo Tsunami Carlo TREVISAN

Magiche atmosfere Luciano ZONI

Libellula d’Oro per la Prosa: Maria Pia CORTELLESSA, di Foggia, con l’opera L’amore tardivo Libellula d’Oro per la Poesia: Rainalda TORRESINI, di Carbonera (Tv), con l’opera Io (ovvero la noce). Libellula d’Oro per la Pittura: Claudia TENANI, di Milano, con l’opera Lotta dell’acqua e del fuoco. Libellula d’Oro per la Fotografia: Claudia TENANI, di Milano, con l’opera Sean Scully a Villa Panza Varese.

PROSA: Francesca BALASSO, Antonio BORGHESI, Attilio BOTA RELLI, Giancarlo CALLEGARI, Merville FERRARI, Giuseppe GESA NO, Mariuccia FACCINI, Simonetta MANASIA, Sonia Bernardetta SELLA, Clelia TONINI.

POESIA: Rosangela BUSNELLI, Dante CAMPUS, Lucia D’ABARNO, Rita DALL’ANTONIA, Paolo DE MARTINI, Piera GALLINA, Caterina LORENZETTI, Silvana PASINETTI, Giuseppe PONZELLI, Lolita RINFORZI.

PITTURA : Daniela TURK, Doretta IAMUNDO, Antonio FAGOT TI, Filippa RENNA, Flora TRAMONTE, Antonio PASQUALETTO, Antonio SERGI.

FOTOGRAFIA: Laura CALORE, Enrica CERIANI, Lina D’ARPA, Anna Angela FERRANTE, Sofia PALUMBO.

SEGNALAZIONI

Editoriale 50&Più S.r.l.
Prosa: Giovanni SILONIO, Luciana SALVUCCI. Poesia: Marco LENCI, Gabriella ZAGAGLIA. Pittura: Marco LENCI, Francesca SANNA. Fotografia: Vincenzo CUCCURULLO, Enzo RUBIN.
MENZIONI SPECIALI

Eventi

PER GLI APPASSIONATI DI CORTOMETRAGGI TORNA IL CONCORSO CORTI DI LUNGA VITA. CON UNA NOVITÀ

Il leitmotiv del Concorso sarà l’energia, quella capacità multiforme di reazione alle avversità e ai conflitti interiori, insita nella Natura e nell’Uomo di Giulia Gatti

L’energia, termine che evoca vitalità e dinamismo, sarà il filo conduttore della V edizione dei Corti di Lun ga Vita, il concorso internazionale di cortometraggi targato 50&Più, che promuove la realizzazione di lavori audiovisivi incentrati su anzianità e invecchiamento. La scelta del tema non è casuale. L’energia, infatti, per mea tutti gli aspetti dell’esistenza, dai fenomeni fisici alla capacità umana di superare le situazioni di crisi con co raggio e determinazione. Un’attitudine che peraltro funziona al meglio nel le dinamiche di gruppo. È quella che potremo definire energia della condi

visione, una forza in grado di genera re un movimento positivo circolare a vantaggio di tutti i componenti di un sistema. Una dote che possiamo ri trovare nella natura dell’associazione 50&Più, espressa, con vitalità, nelle iniziative e nell’impegno verso gli an ziani, ma anche nelle innovazioni che caratterizzano gli eventi associativi. Ma esiste anche un’energia che si de finisce “creativa”, e che sicuramente appartiene a quanti, soci e non, offri ranno il proprio contributo alla pros sima edizione dei Corti di Lunga Vita, uno degli appuntamenti più attesi di 50&Più. Del resto, il cortometraggio ha un forte impatto espressivo: in po

chi minuti permette di dare libero sfo go ai sentimenti e alle emozioni, coin volgendo lo spettatore e impedendogli di distrarsi. La sua capacità espressiva è tale da farlo considerare, a tutti gli effetti, una palestra tecnico-stilistica per gli autori, aumentando la possi bilità di essere apprezzati dal grande pubblico ma anche dal grande cinema. I registi che vorranno prendere parte al Concorso possono prendere visione del bando, tenendo presente che - dal 1° dicembre al 31 marzo 2023 - sarà possibile iscriversi sul sito www.spa zio50.org. Come in passato, le opere pre-selezionate verranno pubblicate sui canali ufficiali associativi, così da darne la massima visibilità.

La novità anticipata nel titolo riguarda invece l’istituzione di 3 premi in dena ro riservati agli iscritti all’Associazione e alle 50&Più provinciali. Un’occa sione per mettersi in gioco, dedicata a vecchi e nuovi talenti.

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BANDO CORTI DI LUNGA VITA 2023

Il titolo della V edizione del Concorso è ENERGIA

1. Il Concorso è internazionale.

2. Non sono posti vincoli di nazionalità, età o professione.

3. Una giuria tecnica valuterà le opere pre-selezionate dal Centro Studi 50&Più.

4. La giuria tecnica assegnerà tre premi in denaro:

a. primo premio: 2.000 euro;

b. secondo premio: 1.000 euro; c. terzo premio 500 euro;

5. Il Concorso prevede un Premio 50&Più riservato agli iscritti all’Associazione e alle 50&Più provinciali. I tre premi in denaro (primo premio: 1.500 euro; secondo premio: 1.000 euro; ter zo premio: 500 euro) verranno assegnati da una giuria la cui composizione verrà comunicata entro il 21 aprile 2023. Nel caso gli iscritti volessero partecipare al Premio 50&Più, anzi ché al Concorso generale, dovranno espressamente indicarlo nel modulo di iscrizione.

6. I titoli dei cortometraggi selezionati per essere sottoposti alla giuria tecnica, i componenti della giuria tecnica, il regolamento per la valutazione del Premio 50&Più, la data e il luogo dell’e vento conclusivo del Concorso saranno resi noti attraverso il sito www.spazio50.org entro il 21 aprile 2023.

7. Le opere dovranno avere una durata inderogabilmente ugua le o inferiore ai 7 minuti (comprensivi di titoli di testa e coda).

8. Nel caso di opere in lingua straniera, le stesse dovranno essere sottotitolate in italiano.

9. I formati e i supporti richiesti: formato DVD-VIDEO (PAL) o Blu Ray e formato .mp4 alla massima risoluzione, aspetto 16:9.

10. I cortometraggi dovranno essere inediti o editi, purché realizzati e/o trasmessi dopo il 1° ottobre 2021.

11. Ogni partecipante potrà iscriversi al Concorso con una sola opera.

12. L’iscrizione avverrà attraverso il sito www.spazio50.org dal 1° dicembre 2022 al 31 marzo 2023.

13. Nel caso di partecipanti minorenni, la domanda di iscri zione dovrà essere compilata e sottoscritta da un genitore o chi ne fa le veci, indicando di seguito il nome e cognome del ragazzo/a partecipante.

14. Nel caso di partecipazione di un ente o associazione, l’i

scrizione dovrà essere sottoscritta dal legale rappresentante.

15. La partecipazione al Concorso è gratuita.

16. L’opera potrà essere inviata per via telematica tramite WeTransfer (all’indirizzo: cortidilungavita@50epiu.it) o spedita, in duplice copia, su supporto fisico (DVD video o Blu Ray o chiavetta USB). Si potrà ritenere valido l’invio effettuato per via telematica solo al ricevimento di una mail di avvenuta ricezione da parte del Centro Studi 50&Più. L’invio postale dovrà essere indirizzato a: Segreteria Corti di Lunga Vita, Centro Studi 50&Più - Via del Melangolo, 26 - 00186 Roma e dovrà contenere copia della mail ricevuta all’atto dell’iscri zione al Concorso, firmata dal partecipante.

17. Le spese di spedizione sono a carico del partecipante. Le opere in nessun caso verranno restituite all’autore che ne do vesse fare richiesta.

18. Le opere dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 31 marzo 2023; per le spedizioni con posta tradizionale, farà fede la data del timbro postale.

19. L’Organizzazione si impegna a promuovere il Concorso e le opere vincitrici con comunicati stampa e recensioni sia su organi di stampa che media digitali.

20. Le opere finaliste verranno proiettate durante la cerimonia conclusiva del concorso Corti di lunga vita.

21. Le opere che supereranno la pre-selezione di cui all’art.3 saranno pubblicate sul canale YouTube del Centro Studi e su Spazio50.org

22. Il materiale ricevuto verrà conservato presso il Centro Stu di 50&Più, consultabile da chiunque, previa espressa richiesta all’Organizzazione. Le copie potranno essere utilizzate a fini formativi, di studio e ricerca, di informazione e di diffusione della conoscenza, ad esclusione di ogni utilizzo commerciale.

23. Gli autori si assumono la responsabilità del materia le girato. I contenuti delle opere presentate in Concorso devono essere in regola per quanto riguarda l’eventuale assolvimento dei diritti Siae e con la vigente normativa sul diritto d’autore. L’associazione 50&Più declina ogni respon sabilità in tal senso.

24. In caso di controversie è competente il Tribunale di Roma. 25. La partecipazione al Concorso comporta l’accettazione e l’osservanza di tutte le norme del presente bando.

Tecnologia e dintorni

I primi videogiochi online sono precedenti agli Anni 2000. Il Sega Dreamcast fu la prima console a 128 bit, lanciata nel 1999, che permetteva il gioco online in tempo reale.

1DALLA CARTA AL FILE GRAZIE A GOOGLE LENS

Come trasferire appunti scritti a mano dal foglio al computer

Diciamoci la verità: è davvero noioso riscrivere al computer pagine e pagine di appunti. Il rischio è di passare ore a trascrivere testi quando si potrebbe automatizzare il processo. Google Lens, grazie ad alcune recenti funzioni, può copiare appunti scritti a mano e tra sformarli in testo. Basta fotografare la pagina e, una volta elaborato, copiare il tutto negli appunti. Un consiglio: verifichiamo sempre che abbia trascritto bene.. www.play.google.com

2

PROBLEMI CON IL WI-FI? AUMENTIAMO IL SEGNALE

Una scorciatoia semplice e rapida per incrementare la connettività

Il wi-fi è ormai fondamentale, tanto da farci sentire persi quando rallenta o ci abbandona. Ec cetto per quei casi di assenza totale del segnale dovuti a guasti, possiamo rendere più stabile la connettività. Come? È semplice se disponiamo di un sistema operativo Windows: dal tasto “Start” cerchiamo “Gestione dispositivi”, poi “Scheda di Rete”; troviamo la nostra scheda e an diamo su “Avanzate”, da qui su “Potenza di trasmissione”. Alziamo il livello al “massimo”.

3

IL FASCINO DELLA MACCHINA DA SCRIVERE SUL PC Con OverType, un simulatore online, è possibile riviverlo

In breve tempo siamo passati dal rumore metallico e inconfondibile delle macchine da scri vere a quello più soft di pc e portatili. Ma per chi è nostalgico di rulli d’inchiostro e campanelli è arrivata la soluzione: è OverType, un simulatore che replica lo stile di scrittura di una vec chia macchina da scrivere in tutto e per tutto. Se poi si volesse stampare ciò che si è scritto in modalità retrò, basta passare all’anteprima di stampa e il gioco è fatto. www.uniqcode.com/typewriter/

4

THE CHRISTMAS GIFT LIST, L’APP PER I REGALI DI NATALE

Anche le feste natalizie hanno bisogno di pianificazione

Fare la lista dei regali di Natale non è semplice. The Christmas Gift List, invece, offre la possibilità di creare un elenco delle persone a cui fare un regalo e dei doni da acquistare. Consente di aggiungere persone dai propri contatti, di pianificare persino le spese, offre comodi strumenti per visualizzare gli acquisti sotto forma di grafici e ordinamento dei dati. Questo rende più semplice gli acquisti e individuare subito eventuali dimenticanze. www.play.google.com

LO SAPEVATE CHE?

Fino al 15 dicembre si svolge il Festival della Cultura tecnica, un evento nato per valorizzare il ruolo della tecnica, della scienza e della tecnologia. www.festivalculturatecnica.it

a cura di Valerio Maria Urru
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CURIOSITÀ

Le recenti elezioni di mid-term negli Stati Uniti confermano al mondo l’immagine di un Paese diviso. La Camera va ai repubblicani, i democratici tengono il Senato. Ma qualche novità rende ancora più avvincente la corsa alle presidenziali del 2024

A«biamo vinto». All’indo mani delle elezioni di mid-term, che lo scor so 8 novembre hanno cambiato il volto del Congresso degli Stati Uniti, il presidente Joe Biden non ha avuto esitazioni. «Abbiamo preso le decisioni giuste per il po polo americano: la gigantesca onda rossa del partito repubblicano, an nunciata dai sondaggi, non c’è sta ta». Un entusiasmo forse eccessivo per una tornata elettorale che, dati alla mano, decreta l’inversione della maggioranza alla Camera dei Rap presentanti: dopo il rinnovamento di tutti i 435 seggi, dalla prevalenza del blu democratico si passa a quel la del rosso repubblicano. Il Sena to, invece, rinnovato per 35 seggi su 100, è nelle mani del partito di Bi den, che ha già conquistato 50 seg gi. Il ballottaggio in Georgia, fissato

per il 6 dicembre, diventa a questo punto ininfluente. Se anche i repub blicani dovessero vincere e pareggia re il numero dei seggi, i democratici controllerebbero l’assemblea in virtù della regola per cui, in caso di stallo, il vice presidente degli Stati Uniti (la democratica Kamala Harris) inter viene nelle votazioni dell’assemblea. Il professor Gregory Alegi, docente di Storia e Politica degli Stati Uniti alla Luiss di Roma, sottolinea la so lita difficile prevedibilità dei risultati delle elezioni di mid-term: «L’esito del voto ha smentito i sondaggi della vigilia, che annunciavano una vit toria travolgente dei repubblicani. La vittoria c’è stata - tutt’altro che schiacciante - solo alla Camera. È la conferma di quanto sia arduo per i sondaggi esprimere effettivamen te le tendenze elettorali degli Stati Uniti. La base dei votanti è troppo

ampia, difficile da raggiungere (so prattutto nelle periferie rurali) e da rappresentare nella sua complessi tà. Una cosa però appare chiara: gli sforzi economici dei repubblicani per assicurarsi una vittoria di larga misura sono falliti. Così come quelli mirati a cambiare la mappa dei col legi e a rendere più difficile l’accesso al voto a fasce sociali o gruppi etnici tradizionalmente vicini ai democra tici attraverso interventi regolatori a livello locale o statale. Questo di ce, per fortuna, una parola positiva sulla tenuta della democrazia negli Stati Uniti».

La vittoria dei repubblicani, spiega il professore, può semmai considerar si ottenuta “ai punti”, per usare una metafora sportiva. «I democratici - aggiunge - arretrano alla Camera ma tengono al Senato, subendo dagli elettori un trattamento più benevo lo di quello solitamente riservato al partito di governo. Le elezioni del Congresso sono considerate meno d’impatto rispetto a quelle del pre sidente e vengono spesso utilizzate dall’elettorato per sfogare eventuali malesseri. Storicamente il partito del presidente è penalizzato nel voto di metà mandato, con pochissime ec cezioni. Stavolta non è stato esatta mente così, anche se Biden ha rice

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di Leonardo Guzzo
Estero

vuto qualche avvertimento». La storica complessità delle elezio ni di mid-term è stata questa volta esasperata dalla discussione sul di ritto di aborto (dopo che la Corte Su prema a maggioranza conservatrice ha abolito la sentenza che lo tutela va) e dall’interferenza di altri temi di scottante attualità. «Nessuno ha prevalso in modo netto - spiega Ale gi -, probabilmente per la difficoltà di elaborare una proposta che con cili le tendenze di fondo dell’eletto rato americano: moderazione negli aspetti più tecnici della politica ma progressismo sul piano dei diritti, e un geloso attaccamento alle proprie libertà. Per il resto le elezioni di midterm si sono confermate un intricato groviglio di posizioni storiche e le gami personali, di affetto e fiducia verso singoli candidati considerati capaci o rappresentativi».

Il partito democratico, secondo tra dizione, ha portato la torcia dell’in novazione sociale: Maura Healey è la prima donna gay a governare il Massachusetts, Wes Moore è il pri mo governatore afroamericano del Maryland, il venticinquenne Ma xwell Frost il primo rappresentante della cosiddetta “generazione Z” ad

entrare in Congresso. All’interno del partito repubblicano la posizione di Donald Trump e dei suoi sostenitori appare ridimensionata soprattutto dalla straripante vittoria dell’astro nascente Ron DeSantis nella corsa a governatore della Florida.

«L’ascesa del quarantaquattrenne DeSantis, ex militare e docente uni versitario, è certo un segnale, ma

non si può ancora dire con esattez za quanto peserà negli equilibri interni del partito repubblicano. Allo stesso modo è presto per stabilire quanto il nuovo equilibrio interno alla Camera dei Rappresentanti in fluirà sulla politica presidenziale. La Camera ha un ruolo importan te, ad esempio, per quanto riguarda gli stanziamenti di bilancio: la sua perdita ha un prezzo per i demo cratici. Il Senato, invece, ratifica i trattati internazionali e le nomine dei più alti funzionari statali, come i giudici della Corte Suprema. Con tinuare a controllare l’assemblea evita a Biden parecchi problemi e non lo obbliga a cercare forzature. La vera domanda adesso è: come si comporterà in futuro il presidente? Continuerà a tenere l’atteggiamento moderato di chi mira alla pacifica zione interna o mostrerà maggiore spregiudicatezza? Come proverà a motivare i suoi elettori e a trasfor mare un sostanziale pareggio in una chiara vittoria alle elezioni presiden ziali del 2024?».

45 dicembre 2022 | www.spazio50.org
Successione
complicata? Ti aiutiamo noi!
Rivolgiti ai nostri uffici per le pratiche di SUCCESSIONE E VOLTURE CATASTALI
SUCCESSIONE
La dichiarazione di successione va presentata dagli eredi entro un anno dalla data del decesso del titolare dei beni. Ti aspettiamo nei nostri uffici per aiutarti con la presentazione della dichiarazione. Chiama il numero unico nazionale o trova la sede a te più vicina sul nostro sito www.50epiucaf.it 50&PiùCaf, grazie all’accordo stipulato con il Patronato 50&PiùEnasco, offre inoltre assistenza per la pensione di reversibilità. DICHIARAZIONE DI

LA FAMIGLIA È...

sospirò Meg guardando il suo vecchio abito. «Non è giusto che alcune ragazze abbiano ciò che desi derano ed altre niente», aggiunse Amy con un po’ di amarezza nella voce. «Abbiamo babbo e mam ma e tra noi sorelle ci vogliamo tanto bene», disse Beth dolcemente. I quattro visetti illuminati dalla fiamma si rasserenarono per rabbuiarsi poi subito quando Jo osservò tristemente: «Il babbo non c’è e chissà quando lo vedremo!». Essa non disse “forse non lo vedremo mai più”, ma tutte lo pensarono, mentre il loro cuore correva al babbo lontano, là dove infuriava la guerra. Sembra un dialogo dei giorni nostri, lo sfogo som messo di quattro adolescenti che si accingono a vivere un Natale difficile del terzo millennio, con la povertà che le avvolge e le attanaglia causata da una guerra alle porte, che arreca dolore e distru zione. Invece è lo stralcio di un’opera famosissi ma, Little Women, da noi conosciuta come Piccole donne, scritto da Louisa May Alcott nel lontano 1868. Ambientato durante la guerra civile ameri cana, il romanzo narra la storia di quattro sorelle, Meg, Jo, Beth ed Amy, che vivono con la madre mentre il padre cappellano è al fronte. La fami-

affrontare al meglio i giorni bui che stanno attraver sando. Sono periodi duri e cupi, certamente, ma le quattro sorelle hanno dalla loro un’arma vincente: la famiglia. «Abbiamo babbo e mamma e tra noi sorelle ci vogliamo tanto bene», dice Beth. Perché è questo che fa una famiglia: aiuta nei momenti di difficoltà, consiglia la strada da percorrere, ti fa sentire protetto, sicuro, quasi invincibile. La fa miglia educa, insegna l’amore, il rispetto recipro co, le regole per poter stare al mondo, si prende cura dei più piccoli e di chi è troppo grande e per questo “non ce la fa più”; crea un legame speciale di affetti che va oltre i semplici rapporti di paren tela che si esplicano dentro la stessa abitazione. “Siamo tutti una grande famiglia” si sente dire spesso in un luogo di lavoro, e quando ci si sente a proprio agio in un gruppo viene naturale dire che “sembra di stare in famiglia”. Oggi la famiglia è cambiata così com’è mutata la società che la con tiene, ma il legame che unisce i suoi componenti resta indissolubilmente lo stesso dalla notte dei tempi, perché, come dice papa Francesco: «Ogni famiglia è sempre una luce, per quanto fioca, nel buio del mondo».

VIVA LA FAMIGLIA, MA L’ITALIA RISCHIA DI ESSERE UN PAESE PER SINGLE

Nel nostro Paese cambia il concetto e la composizione dei nuclei familiari. E nonostante i numeri dicano siano in crescita - dato che varia di regione in regionepreoccupa il fatto che siano sempre più piccoli

Se chiedi a chiunque, in Italia, quale sia l’architrave sociale del nostro Paese, la risposta indubitabilmente sarà: la fa miglia. Quel nocciolo duro che, in momenti di tensione, raggiunge i cento milioni di gradi Celsius, ma che è più spesso porto e riparo da ogni tempesta. Un nucleo sociale che, almeno nella sua composizio ne, ha subìto grandi trasformazioni negli ultimi trent’anni ma conserva in sé qualcosa di indissolubile: ar caico, quasi tribale. Secondo le rilevazioni più recenti - e comunque anche sotto gli occhi di tutti -, la famiglia italiana oggi è sicuramente più composita, spes so allargata: senza dubbio, però, più precaria; o meglio, esposta agli scossoni dovuti a una vita econo mica meno solida. Ciò che colpisce, però, è che in un Paese sempre più vecchio - ci sono 14 milioni di ultra sessantacinquenni - le famiglie con

un unico componente non facciano che aumentare, arrivando, oggi, al 33,2%. Ma andiamo con ordine. Al 1° gennaio 2022, in Italia, si con tano quasi 59 milioni di persone, si fanno figli sempre più tardi e ci si sposa sempre meno, mentre cresco no le separazioni. Nel nostro Pae se, il 48,7% è uomo, il 51,3% è don na. Appena l’8,8% è di cittadinanza straniera.

E se le famiglie sono 25,6 milioniin crescita, questo sì - non si può, appunto, non notare come esse siano sempre più piccole. Lo dicevamo, se condo l’Istat, il 33,2% di esse ha un solo componente; il 27,7% ne ha due e il 18,9%, tre. Per risalire la curva discendente si deve però ricorrere a numeri percentuali più bassi: il 15,2% delle famiglie ha quattro com ponenti; il 3,9%, cinque e appena l’1,2% ha sei o più membri.

Il che vale a dire che, per la prima volta in Italia, il totale delle famiglie

single supera numericamente quello delle coppie con figli che si attesta no, ormai, al 31,2%. Dati che, se visti in prospettiva nel tempo, rischia no - le stime parlano del 2045 - di portare a un ulteriore superamento, anch’esso storico, ossia che le coppie senza figli saranno più di quelle con bambini.

Ad ogni modo, il numero delle fami glie è cresciuto e lo ha fatto indistin tamente in ogni regione del nostro Paese, ma con un ritmo di crescita che varia da zona a zona. L’incre mento più elevato - pari al 6,8% -, è stato registrato nelle Regioni centra li, mentre quello più basso (+3,5%) nelle due Isole maggiori.

Quel che è certo è che la struttura della famiglia è estremamente mu tata. Se un tempo quella agricola, patriarcale - dunque, tradizionaleera numerosa, accoglieva genitori, figli, nipoti sotto uno stesso tetto, oggi conta sulla presenza dei geni tori e generalmente su un massimo di due figli. Inoltre, se un tempo vedeva le donne occuparsi della casa e dei figli, adesso si compone spesso di genitori che lavorano entrambi fuori casa.

Si tratta di una mutazione che è avvenuta in modo piuttosto gradua le ed è figlia della conversione della nostra economia da rurale a indu striale, con una forte propensione, almeno nelle Regioni centrali, al lavoro in ambito impiegatizio. Ecco così che anche i costumi di questi nuclei hanno assunto forme del tutto diverse: i genitori sempre più spesso delegano ad altri adulti - che siano nonni o collaboratori familiari (baby sitter) - parte del lavoro di cura dei propri figli. E se un tempo si riuni vano, ad esempio, per tutti i pasti della giornata - col padre che magari rincasava per la pausa pranzo -, oggi ci si ritrova assieme attorno a

Inchiesta 50&Più
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un tavolo giusto la sera con una oggettiva difficoltà nel trovare tempo da trascorrere insieme.

Va da sé che i tempi della concilia zione casa-lavoro attendano ormai da anni forme strutturate e più congeniali allo sviluppo familiare e se la pandemia ha aggiunto all’arco la freccia dello smart working, in molti casi si è trasformato in un ulterio re sforamento dei tempi del lavoro

in quello domestico e familiare. Per non parlare di quando il lavoro di cura prevede anche il compito di as sistenza a un familiare anziano non più autonomo: lì si ha un surplus di impegno spesso non sufficiente mente riconosciuto dal mondo la vorativo e ancor più spesso a carico delle donne.

Ciò che è rimasto immutato è lo stretto legame con le figure dei non ni che, tanto più se non in coppiaperché superstiti a un coniuge morto -, vivono talvolta in casa con figli e nipoti o comunque nelle loro vi cinanze in modo da poter prestare supporto, specie se entrambi i geni tori sono impiegati, magari a tempo

pieno. Ma succede anche che, e non di rado, in caso di scarsa autono mia di un familiare anziano si ri corra alle cosiddette case di riposo, nell’impossibilita di occuparsene, visti, appunto, i problemi di conci liazione della vita tra casa e lavoro. Un cambiamento significativo se si pensa che, invece, un tempo la cura di un anziano fragile avveniva ap punto in casa.

Ora c’è da domandarsi che genere di Paese vogliamo e se siamo pronti a una brusca inversione di tenden za. Quel che è certo è che se quello che vogliamo è un Paese per single senza figli, beh… allora siamo sulla buona strada.

famiglie sono sempre più piccole. Secondo l’Istat, il 33,2% di esse ha un solo componente; il 27,7% ne ha due e il 18,9%, tre dicembre 2022 | www.spazio50.org 49
Le

POLITICHE FAMILIARI: A CHE PUNTO SIAMO?

La famiglia è da sempre oggetto di attenzione delle politiche pubbliche, dimostratesi nel tempo più o meno funzionali. Cosa prevedono, oggi, Assegno Unico, Family Act e PNRR di Mariella Pagliuca

La famiglia, descritta con i più vari aggettivi, declina ta al singolare o al plurale, contestualizzata in una vi sione conservatrice o progressista, è da sempre oggetto di attenzione pubblica, senza distinzione di colo re politico. L’articolo 31 della nostra Costituzione afferma che «la Repub blica agevola con misure economi che e altre provvidenze la formazio ne della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi […]», eviden ziando dunque la necessaria atten

zione che il legislatore deve porre ai temi ed alle politiche familiari. Con il decreto legislativo 230/2021 il governo Draghi ha istituito, a par tire da marzo 2022, l’Assegno Unico e Universale. Si tratta di una misura di sostegno economico destinato al le famiglie con figli a carico - a par tire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del ventunesimo anno, limite che decade per i figli con disabilità - che ha sistema tizzato in un unico strumento i di versi contributi economici esisten

ti dedicati al welfare familiare e al supporto alla natalità. L’importo, erogato mensilmente per un anno, varia da un minimo di 50 euro a fi glio con un ISEE pari o superiore a 40mila euro fino a un massimo di 175 euro a figlio con un ISEE infe riore a 15mila euro.

Il 12 maggio 2022 è entrata in vi gore la Legge delega 32/2022, più comunemente conosciuta con l’evo cativo nome di Family Act, con cui si è inteso strutturare una riforma organica delle politiche familiari del nostro Paese, considerando cinque aree di intervento prioritario. Più nello specifico, la Legge contiene in dicazioni per cui il governo - entro tempistiche stabilite - dovrà attivar si per: assicurare l’applicazione uni versale di benefici economici ai nu clei familiari con figli a carico; supportare le famiglie nelle spese

Inchiesta 50&Più
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destinate a scuola, educazione, at tività sportive e culturali; ripensare e riformare il sistema dei congedi parentali; incentivare l’occupazio ne femminile e l’armonizzazione dei tempi di vita e lavoro, promuovendo anche la condivisione familiare delle responsabilità di cura; sostenere l’autonomia finanziaria dei giovani. Certamente quanto previsto nel Fa mily Act si allinea con la più ampia visione di rinnovamento del nostro Paese contenuta nel Piano Naziona le di Ripresa e Resilienza (PNRR), che intende anche supportare, mi gliorare e aggiornare il sistema di welfare sociale. Ne è un esempio il Piano Asili, con il quale si intende aumentare l’offerta di strutture per l’infanzia attraverso la loro costru zione, ristrutturazione e messa in sicurezza perché si possa finalmente raggiungere un numero di posti per almeno il 33% dei bimbi sotto i 3 anni, in linea con i cosiddetti obiet tivi europei di Barcellona. Una mi sura a supporto anche della parità di genere, che incentiva le mamme a riprendere pienamente la propria vita professionale. Oltre a misure puntuali e specifi che, il PNRR è caratterizzato dalla presenza di tre priorità trasversali: una di queste è dedicata a colmare i divari di cittadinanza, intesi come i gap esistenti sul territorio del no stro Paese in termini di disponibilità ed accesso ai servizi. Si strizza l’occhio alla gestione della cura in ambito familiare: rafforzare i servi zi sociali territoriali e di prossimità per le persone disabili e anziane, anche provando ad assicurare loro - per quanto possibile - la massi ma autonomia e indipendenza, si gnifica alleggerire il carico di cura che pesa su molte famiglie. È stato inoltre previsto il potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete

sanitaria territoriale, anche attra verso l’attivazione entro il 2026 di 1.350 “Case Comunità della salu te”, ossia luoghi fisici di prossimi tà, pensati per la progettazione e l’erogazione di interventi sanitari e di integrazione sociale, dove le persone possono entrare a diret to contatto con il sistema di assi stenza sanitaria e sociosanitaria. Una visione lungimirante e neces saria, tenendo a mente che solo poche settimane fa una decisione del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità ha evidenziato l’assenza in Italia di un sistema normativo capace di tutelare e valorizzare adeguatamen te la figura del caregiver familiare. In stretta connessione con le spe

cifiche previsioni del PNRR, è in tervenuto uno degli ultimi atti ap provati in Consiglio dei Ministri dal governo Draghi. Il disegno di legge recante deleghe in materia di politica in favore delle persone anziane si configura come uno strumento nor mativo dedicato alla promozione di politiche pubbliche per valorizzare l’invecchiamento attivo, per semplificare l’accesso ai servizi sanitari e sociali, per promuovere la trasfor mazione dei piccoli centri perché possano rispondere più efficace mente alle esigenze di abitazione, mobilità, socializzazione e accesso a forme di assistenza domiciliare e di prossimità, promuovendo contem poraneamente una visione di equità intergenerazionale.

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Lo scorso maggio è entrata in vigore la Legge delega 32/2022 - conosciuta come Family Actcon cui si è inteso strutturare una riforma organica delle politiche familiari del nostro Paese

FARE RETE PER SUPERARE

I MOMENTI DI CRISI

Possiamo chiamarla “resilienza familiare”, ed è quella capacità di fronteggiare e superare, insieme, le grandi difficoltà della vita. Attingendo anche all’educazione di ciascuno, alle credenze religiose e alle capacità di adattamento

di Ilaria Romano

Sempre più spesso oggi si par la di resilienza come capaci tà delle persone di affrontare sfide, traumi, eventi stressan ti, recuperando un equilibrio e arric chendo il proprio percorso di vita. In questo processo il supporto della fa miglia può essere determinante, per ché le modalità del nucleo familiare di affrontare le crisi hanno ripercussioni importanti su ogni singolo membro che ne faccia parte.

«Il termine deriva dal latino resalio, che significa saltare, rimbalzare, e nella fisica dei materiali è usato per indicare la resistenza a una rottura dinamica - spiega a 50&Più Lucia Fiesoli, psicologa e psicoterapeu ta familiare - ossia la proprietà con cui alcuni materiali conservano la propria struttura o riacquistano la forma originaria dopo essere stati

sottoposti a schiacciamento o defor mazione. In psicologia si riferisce alla capacità delle persone di rior ganizzare la vita in maniera positi va di fronte alle difficoltà. La morte di una persona cara, la perdita del lavoro, una malattia, un fallimento lavorativo sono esperienze di vita che mettono a dura prova l’equi librio psicologico di una persona e implicano conseguenze diverse: c’è chi è sopraffatto dalla sofferenza e chi riesce ad adattarsi alle intempe rie della vita».

Si può parlare di resilienza familiare facendo riferimento a que sta capacità nell’intero nucleo e non nel singolo individuo?

Con il termine resilienza familiare si intendono un insieme di strate gie e processi di adattamento im piegati dalla famiglia intesa come

unità funzionale. Per fronteggiare una crisi, è fondamentale la moda lità con la quale la famiglia riesce a contenere i livelli di stress, tenendo conto delle risorse e non del deficit.

Le famiglie con migliori strategie cooperative, flessibilità di funzioni e ruoli e bassa conflittualità mani festano un migliore adattamento e modesti livelli di stress.

Quali sono le risorse alle qua li possono attingere i membri della famiglia?

Le risorse sono rappresentate da tutte le personali capacità, ma an che da oggetti, relazioni e servizi che facilitano l’auto-regolazione e l’etero-regolazione. Oltre alla rete familiare, pensiamo al supporto della rete sociale, e al ruolo delle proprie passioni (spirituali, artisti che, sportive). Sicuramente i comportamenti adattivi (coping) di una famiglia dipendono anche dal livel lo di resilienza di ciascun membro, da come la famiglia ha affrontato in passato altre difficoltà e dal sistema di credenze del nucleo familiare. Se pensiamo alle famiglie monogenitoriali o agli anziani che vivono da soli, possiamo estendere il concetto di resilienza familiare anche alle relazioni amicali, di vicinato, pure se non si tratta di “famiglia” in senso stretto?

Certo, il concetto di resilienza deve essere considerato come relazionale, piuttosto che una qualità indivi duale: attraverso la relazione con l’altro, lo scambio sociale, la fiducia e la cooperazione, si moltiplicano le risorse.

Quanto incidono i modelli educa tivi ricevuti e le credenze religiose nello sviluppo della resilienza familiare? E quanto invece pos sono influenzare gli stereotipi nei quali siamo immersi (di genere, di ruolo)?

Inchiesta 50&Più
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I sistemi di credenze inci dono in modo considerevole sul modo in cui si affrontano le avversità, perché appar tengono ai nostri vissuti e determinano le nostre ri sorse. È importante sviluppare e accogliere un punto di vista pervaso da ottimismo e fiducia nel poter superare le difficoltà, con la consapevolez za che subiremo grandi trasformazioni e cambiamenti e la ca pacità di accettare quello che non si può cambiare. Il locus of control, interno o esterno, de termina il modo di valutare in maniera soggettiva i fattori a cui si attribuisce la causa di eventi, intesi come con seguenza delle nostre azioni o influenzati da cause esterne. Questa modalità dipen de dal tipo di educazione che abbiamo ricevuto, dalla cultura familiare di appartenenza, dove sin da piccoli impariamo cosa è giusto e cosa è sbagliato, co me si affrontano i problemi e cosa si fa quando le cose non vanno come ci aspettavamo. La religione offre un importante supporto interno, come nel processo di elaborazio ne del lutto, ma per alcune difficoltà rappresenta un grosso ostacolo, per esempio nei processi separati vi: sancire una separazione permette di accettare l’ir reversibilità del legame affettivo e andare avanti, ma se la credenza religiosa è solida e rigida può contribuire a mantenere tale disagio. Anche per quanto riguarda il genere, la rigidità dei ruoli connessi è un ostacolo a favorire l’adatta mento necessario ad affrontare

quelle situazioni che implicano un cambiamento. Ad esempio, dopo la perdita di una persona cara, i ruoli e le funzioni di chi è venuto a manca re dovranno essere sostituiti da altri membri, e questo richiede una vera revisione. La flessibilità è la qualità che ci permette di sopravvivere al le avversità trovando un senso nel cambiamento, come il granello di sabbia che infastidisce l’ostrica ma dal quale si genera la perla.

Come sostiene Froma Walsh, autrice de La resilienza familiare, esiste una tendenza a pato logizzare le persone e le famiglie che vivono difficoltà quotidiane o hanno avuto esperienze dram matiche. Quali sono i rischi?

Sicuramente c’è la tendenza a eti chettare le persone e le famiglie che hanno avuto, nel corso della vita, difficoltà importanti, come le persone che hanno subìto un tor to, una violenza, un grosso dolo re, come se un evento non previsto nel ciclo di vita diventasse qualcosa che disturba, perché attiva le paure personali (se fosse capitato a me?), ma che fa supporre che quella per sona/famiglia sia segnata per sem pre. Il rischio è di creare una situa zione di stallo che impedisce a chi è coinvolto di reagire ed elaborare l’accaduto, per ripartire con una visione di sé e del mondo differente rispetto al passato.

Si può potenziare la resilienza familiare?

Si può con lo sviluppo di una modali tà comunicativa chiara, che accolga il punto di vista di ogni membro, e con l’accoglimento dei bisogni affettivi, in modo da condividere i sentimenti e creare empatia reciproca. Bisogna poi evitare le colpevolizzazioni perché in famiglia si appartiene alla stessa squa dra, non si è l’uno contro l’altro, tutti vincono o tutti perdono.

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I MODELLI EDUCATIVI ALLA SFIDA DEL DIGITALE

La comunicazione tra membri della stessa famiglia, oggi, passa molto attraverso cellulari o tablet. Ponendo inediti interrogativi sull’incontro tra relazioni e digitale

di Ilaria Romano

Sempre più spesso, nella quotidianità delle famiglie, le re lazioni interpersonali vissute fianco a fianco si mescolano con la comunicazione online che avviene tramite dispositivi digitali. Questa tendenza all’ibridazione, con i suoi aspetti positivi e negativi, influenza i rapporti familiari, li modifi ca, e pone nuovi interrogativi sui modelli educativi e sui rapporti intergenerazionali.

«Il processo di digitalizzazione della vita quotidiana è ormai avviato da tempo - ha spiegato a 50&Più Fran cesco Belletti, direttore del Cisf, Centro Internazionale Studi Famiglia - e il punto di svolta è stato il 2007, quando lo smartphone è diventato uno strumento perso nale in mano ad ogni componente della famiglia. Nel corso di questi ultimi anni, le famiglie italiane hanno fatto i conti con una nuova modalità di vivere le relazioni, i rapporti a di stanza, le comunicazioni e, nel complesso - a livello europeo -, sono state più prudenti nei processi di digitalizzazione; altrove sono stati molto più radicali». Cosa comporta la digitalizzazione nell’ambito della comunicazione familiare?

Spesso oggi si parla di vita “onlife”, facendo riferimento al le esperienze vissute ogni giorno mentre si resta connessi a dispositivi e ambienti digitali. Si tratta di un processo a doppio risvolto, con manifestazioni positive in alcuni casi, negative in altre. Per esempio, durante la pandemia, quan do non ci si poteva incontrare di persona, tantissimi anziani ospiti delle RSA o chiusi in casa per il lockdown sono riusciti a restare in contatto con i familiari tramite telefoni e tablet. Questo ha dimostrato che anche la generazione anziana, se adeguatamente accompagnata, è capace di usare il digitale. In negativo, per qualcuno il digitale è un’occasione di reclu sione, soprattutto fra gli adolescenti: pensiamo al fenomeno degli “hikikomori” in Giappone, ri guarda più di un milione di persone che restano chiuse per giorni, anche settimane in casa, per rimanere ininterrottamente connessi, ed uscire solo per le necessità più strette. La digitalizzazione delle relazioni è stata un passaggio importante, è un fenomeno ormai inarrestabile, che presenta delle grandi opportunità ma anche dei rischi, sui quali ragionare nel quotidiano familiare. Come comportarsi con i minori, rispetto all’uso delle nuove tec nologie e alla comunicazione mediata dai dispositivi?

L’esposizione ai media digitali va accompagnata da chi è responsabile educativo, non si può affidare uno strumento così potente all’autonomia dei minori. Si tratta di un com pito davanti al quale molti genitori fanno fatica, perché la

soluzione non è proibire, ma insegnare un uso adeguato e intelligente, perché ci sono dei rischi anche solo nell’eccesso di uso, non solo rispetto agli incontri che si possono fare, alle scene che si possono vedere, ai fenomeni di sexting o di cyberbullismo. Quindi è una priorità aiutare i genitori a parlarne, a formarsi su come accompagnare i figli, per il benessere delle famiglie.

Come comunicano in famiglia le giovani generazioni di nativi digitali con i più adulti?

Questo è un punto interessante perché rivoluzionario rispetto a tutta la storia dell’umanità finora vissuta: fino a pochi decenni fa, le generazioni più adulte ne sapevano sempre di più rispetto ai giovani. Oggi, invece, gli adulti fanno spesso la figura dei non competenti rispetto alle modalità di utilizzo di questi strumenti, che sono complessi da apprende re ma molto intuitivi e quindi gestibili in maniera semplice dai più piccoli che hanno una maggiore acculturazione digitale. Il digitale sfida i modelli educativi, perché l’autorevolezza dei genitori viene messa in discussione. Possiamo stilare un identikit delle famiglie più “tecnologiche”? Più il livello di istruzione è elevato, più cresce l’esposizione al digitale; anche il livello di reddito ha una sua correlazione, come pure l’età dei genitori, perché cominciano ad esserci fra i genitori non ancora i nativi digitali, ma comunque persone che passano in rete molto tempo. L’area geografica conta, ma con differenze non tanto fra Nord e Sud, quanto piuttosto piccoli centri e aree metropolitane, dove chi vive nelle grandi città è più esposto alle nuove tecnologie. Un aspetto interessante è che la spesa per il digitale è uguale per tutti i livelli di reddito, e chi ne ha uno basso tende a sacrificare altri consumi, ma ritiene un bene indispensabile quello tecnologico. Qui entra in gioco anche il tema dello status, e non è solo una questione di regole, ma anche di cultura del consumo: quando si tratta di acquistare un device digitale non si bada a spese. Nella nostra indagi ne abbiamo rilevato che ci sono famiglie in condizioni di marginalità, economicamente svantaggiate anche dal pun to di vista informatico, ma mediamente anche i nuclei con reddito basso sono molto attenti a questo tipo di consumi. L’ingresso del digitale nella vita quotidiana delle famiglie è un fattore unico, che offre possibilità e creatività di gestio ne di questi strumenti dentro le relazioni familiari, il punto è non trasformare tutta la rete di relazioni interpersonali in una rete digitale, perché c’è una bella differenza fra essere connessi e essere in relazione.

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Aspettando

il Natale

hi non ha amato il personaggio nato dalla penna della scrittrice svedese Astrid Lindgren? Parliamo di Pippi Calzelunghe, poi di venuta famosa sullo schermo grazie all’omonima serie Tv appar sa, per la prima volta, nel 1969. Irresistibile quella sua smania di libertà, il contatto profondo con gli uomini e la natura e la sua colorata casa - una casa tutta per sé -, nel piccolo villaggio verde, sull’isola di Gotland. E chi ha amato Pippi Långstrump non può non ricordare la sua puntata sul Natale con gli amici Tommy e Annika intenti a celebrare la festa nell’atmosfera calda e dolciastra della loro casa affacciata sul prato. Ed è così: chissà in quanti nel Natale abbiano vissuto o ricercato proprio quell’at mosfera lì - calda e dolciastra -, tipica di una casa sotto le Feste, in campagna come anche in città. A queste latitudini il Natale è sicuramente diverso: non meno atteso, non meno sognato; di certo, molto festeggiato, coi bam bini nella loro emozionata attesa e i grandi che, negli occhi dei piccini, riscoprono il senso di una festa che, da adulti, è più che altro una data. Ma ciò che è più bello - oltre a essere il Natale la festa della famiglia (ristretta o allargata che sia) - è il fatto che questa giornata rappresenti la festa della tradizione, della consuetudine che passa di casa in casa. E ha una sua peculiarità, a ogni singola regione legata. C’è, perciò, la Lombardia col suo panettone e la storia che sa di un tempo passato, fatto di cose semplici. Pare infatti che il garzone di un forno, nel tentativo di dare calore al freddo invernale, si inventò di arricchire del pane col burro, le uova e la frutta candita. Il dolce che ne venne fuori - e che le famiglie portano ancora oggi in tavola - fu poi così amato, in Italia e non solo, che è diventato il dolce per antonomasia della tradizione natalizia nostrana. Ma si sa, c’è chi al panettone preferisce il pandoro e, per scoprire le sue origini, occorre guardare al Veneto di fine ’800, quando il pasticcere veronese Domenico Melegatti presentò il brevetto di un dolce natalizio al Ministero di Agricoltura e Commercio dell’allora Regno d’Italia. Una ricetta ispirata all’impasto del Levà - un dolce ricoperto da granella di zucchero e mandorle - cui Melegatti tolse la

Tradizioni

copertura aggiungendo, però, uova e burro per rendere soffice il composto. La forma arrivò più avanti e porta la firma di un pittore di origine veronese, Angelo Dall’Oca Bianca, che diede al dolce la tipica forma di piramide tronca. Ma, anche fuori dalle cucine delle nostre case, una tradizione antica c’è e ricor da in ciascuna delle nostre regioni uno spicchio della nostra storia. In Alto Adi ge, ad esempio, le famiglie si ritrovano nei caratteristici mercatini di Natale che richiamano la consuetudine popolare dello scambio di doni artigianali, rigo rosamente fatti a mano. Ma è ancora in famiglia che si confeziona anche la Corona dell’Avvento, la cui realizzazio ne vede la partecipazione di tutti. Un tempo infatti - in alcune case ancora avviene -, ci si ritrovava per intrecciare rami di abete e nastri rossi di seta. Im

mancabili, poi, quattro candele accese - una alla volta - nelle domeniche pre cedenti il giorno di Natale. E che dire della tradizione degli addob bi nel Meridione? C’è la Campania con Napoli, le sue case addobbate e il suo sacro e profano rapporto coi presepifamosi in tutto il mondo - in bella vista nelle case e sui banchi delle botteghe nella nota strada di San Gregorio Ar meno. Ma Natale in Campania è anche spaghetti con le vongole, baccalà frit to, insalata di rinforzo, pizza di scarole, brodo di cappone, agnello e struffoli a volontà. Se entrate invece in una casa piemontese, vi potrebbe capitare di tro vare un personaggio che i bambini co noscono bene: è Gelindo, considerato il primo pastore a giungere alla capanna della Natività per omaggiare il Bambi no Gesù. Per lui, ogni anno, si svolge la

Sfilata dei Pastori con canti tipici, tutti rigorosamente in dialetto alessandrino. Nel Lazio la consuetudine vuole che l’8 dicembre le famiglie credenti si ritro vino a Roma, attorno al Santo Padre, per la deposizione di fiori in Piazza di Spagna, omaggio alla statua della Ma donna che si trova in prossimità della chiesa della Santissima Trinità dei Mon ti. Questa giornata dà il via all’addobbo degli alberi di Natale e all’allestimento dei presepi nelle case. Il 24 dicembre è il giorno della messa di mezzanotte in Vaticano, mentre il 25 il messaggio del Papa arriva da San Pietro, dove il pon tefice si affaccia dalla sua finestra. Nelle case, intanto, si respira il profumo di brodo di gallina, abbacchio con patate, coratella, biscotti tozzetti - duri, con le noci -, o le nocchiate: palline croccanti con nocciole e miele. Le nociate, invece, tipiche della Sabina, sono simili al tor rone con impasto a base di miele e noci. E sul torrone non c’è concordia. Ama to da un capo all’altro della Penisola, in pochi ne conoscono l’origine esatta. Qualcuno lo fa risalire a un’invenzione araba, passata per la Spagna e quindi arrivata in Sicilia; altri, lo collegano a Cremona, al ’400, agli Sforza quando un dolce a forma di torre - il Torrazzo, appunto, da cui torrone - fu preparato per le nozze di Bianca Maria Viscon ti e di Francesco Sforza. Ma Natale è anche gli zampognari e chissà quanti di noi - tra i più grandi, quando erano piccini - li hanno incontrati e ammirati col naso all’insù e lo sguardo un poco imbambolato.

Natale, però, nelle case degli italiani è anche gioco. Il più diffuso? Sicura mente la tombola, anche se in Sicilia, ad esempio, la tradizione vuole il gio co della Zecchinetta: una sfida a carte che pare fosse importata dai lanziche necchi nel XVI secolo. Risate, anche qui, tra sfidanti e vincitori col banco che paga chi si aggiudica la mano. E qual è la vostra tradizione storica del Natale in famiglia?

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Un nuovo Anno di Felicità

Tradizioni

Nell’album dei ricordi del le famiglie italiane non può mancare la tombola napoletana, l’antico gio co da tavolo, che riunisce piccoli e adulti, alternativa “casalinga” al celebre Lotto. Ma dove e quando è nata questa tradizione? La versio ne più accreditata chiama in ballo la proverbiale arguzia del popolo napoletano e un re, che escogitò il modo di rimpinguare l’erario a sca pito dei patiti del gioco d’azzardo.

LE ORIGINI

Siamo nel XVIII secolo e a Napo li regna Carlo III di Borbone. Già da tempo in città si è diffusa l’abi tudine di giocare (illegalmente) al Lotto, scommettendo su qualsiasi cosa: dal sesso dei nascituri alla morte del papa. Il Re in questo in travede la possibilità di un facile guadagno per l’Erario e nel 1734 ufficializza il gioco, in modo da po terlo controllare e dirottarne i pro fitti a vantaggio della Corona. Ne scaturisce una controversia con un frate domenicano, Gregorio Maria Rocco, che giudica la pratica im morale, anche perché capace di di stogliere i bravi fedeli dalle attività religiose della domenica. La spunta (come prevedibile) il Sovrano, con l’accordo che il gioco sarebbe sta to sospeso nelle feste natalizie per lasciare spazio alla preghiera. Un divieto che però non scoraggia i na poletani, pronti ad ideare una versione “casalinga” del divertimento: così i 90 numeri del Lotto finiscono dritti in un cesto - il “panariello”e vengono inventate le cartelle con i numeri disegnati. Ed ecco spiegata anche l’origine del nome, collegata alla forma del panario di vimini simile, per l’ap punto, ad un tombolo, lo strumen to utilizzato per realizzare pizzi e merletti.

LA TOMBOLA NAPOLETANA: STORIA E CURIOSITÀ

Un breve viaggio alla scoperta del gioco che più di ogni altro rappresenta l’atmosfera gioiosa e spensierata delle feste natalizie di Massimo Testa

I NUMERI DELLA TOMBOLA

E IL SIGNIFICATO

DELLA SMORFIA NAPOLETANA

A chi non è capitato durante una par tita a tombola di sentire abbinare ai numeri i nomi della Smorfia? Que sto termine è legato al dio del sonno, Morfeo, perché molto spesso i nume

ri da giocare “nascono” proprio du rante il sonno, ma, più in generale, si pensa che l’origine della Smorfia napoletana sia collegabile alla Qabbālāh ebraica, secondo la quale ogni parola, lettera o segno è correlata ad un significato da interpretare. Allo stesso modo, infatti, la Smorfia si può

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considerare una sorta di dizionario che associa ad ogni situazione, sogno o persona un numero da 1 a 90, che in tal modo viene poi “chiamato” anche durante l’estrazione. Non c’è bisogno infatti di essere nati a Napoli per sapere che l’1 è l’Italia, il 10 rappresenta i fagioli, il 15 il ragazzo, il 20 la festa, il 25 Natale, il 33 gli anni di Cristo, il 42 il caffè, il 46 i denari, il 47 il morto, il 48 il morto che parla, il 52 la mamma, il 63 la sposa, il 75 Pulcinella e il 90 la paura.

LA TOMBOLA VAJASSA, UN’ALTERNATIVA “PICCANTE”

Ma c’è una tombola che solo a Napoli si può giocare, divertente, irriverente e “scostumata”: vajassa appunto. È la tombola dei femminielli, giocata nei vasci, i bassi cittadini, non per dena ro ma per puro divertimento. Quella

dei femminielli è una cultura chetra sacro e profano - affonda le radici nella notte dei tempi, mostrata senza pudore e rispettata proprio per la sua dualità. Basti solo ricordare, a questo proposito, il pellegrinaggio al San tuario di Montevergine, noto come la “juta dei femminielli”, che si tiene ogni anno il 2 febbraio, nel giorno della Candelora. Nella tombola scostumata il femminiello, considerato un portafortuna scaramantico, assu me un ruolo quasi “sacerdotale” per la distribuzione del numero e diven ta il vero protagonista del gioco. A lui spetta infatti di estrarre i nume ri dal panariello con la caratteristica espressione “Jammo, numeri e ffore”, e proclamarli ad alta voce secondo la colorita Smorfia, inventando al contempo storie salaci per divertire il pubblico presente.

SOLO PER I PIÙ ESPERTI: la marcatura alla francese

La tombola è un divertimen to per tutte le età, con poche e semplici regole. Chi estrae i numeri ha il compito di inserirli in un tabellone, mentre i parte cipanti li segnano sulle cartelle con qualsiasi oggetto a portata di mano (ceci, bucce di manda rini, bottoni…). In realtà, esiste anche un altro modo per “si glare” i numeri usciti: la mar catura alla francese che utilizza un solo “fagiolo” per riga. La prima mossa è quella di posi zionare il marcatore a sinistra della prima casella di ogni riga. Successivamente, ogni volta che viene estratto un numero, il fagiolo della riga corrispon dente viene fatto avanzare fi no alla prossima casella bianca verso destra. In questo modo il numero di caselle bianche occupate indica quanti sono i numeri estratti per ogni riga. Al raggiungimento del bordo destro della scheda si ottiene la cinquina, quando tutti e tre i fagioli di una scheda arriva no al traguardo si annuncia la tombola. Questo metodo per mette di segnare i numeri mol to velocemente, anche se non si può conoscere quali sono i numeri estratti ma solo quanti sono. Meglio dunque lasciarlo ai più esperti!

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QUEL “LIETO FINE” DELLE FIABE CHE PIACE TANTO AI BAMBINI, E LI FA CRESCERE PIÙ SICURI DI SÉ

Le favole tradizionali si servono dei “cattivi” - streghe, matrigne, lupi - per raccontare, senza moralismo né etica, i risvolti oscuri della mente umana. Un aspetto che i bambini amano molto, a patto che alla fine della storia, tutti vivano “felici e contenti”

Nelle vecchie fiabe il lieto fi ne non era sempre assicu rato e la vittoria dei buoni quasi sempre si accompa gnava a torture e punizioni degne di un film splatter. Che dire delle origini fosche di Cenerentola, ragazza mite e gentile nel racconto di Charles Per rault, ripreso da Disney? Nell’ante cedente raccolta di fiabe popolari, Lo cunto de li cunti, la prima in ordine di tempo, Giambattista Basile descrive le vicissitudini di Zezzolla, una gio vane vessata dalla seconda moglie del padre e dalle sue sei sorellastre che, per vendicarsi dei torti subiti, spez za il collo alla matrigna. Nella prima versione de La Bella Addormentata, questa viene violentata nel sonno dal

principe che poi la abbandona. Nel racconto originario di Cappuccetto Rosso, invece, si scorgono tracce di cannibalismo e molestie sessuali. Nel le versioni più antiche non c’è traccia del cacciatore, ma abbondano detta gli raccapriccianti sul lupo che - dopo aver divorato la nonna - convince l’in genua Cappuccetto a mangiarla, invi tandola poi a spogliarsi e ad entrare nel letto con lui. Solo alla fine del ’600 Perrault elimina le scene più crude, edulcorando la trama, per mettere in guardia le innocenti fanciulle contro certi pericolosi “lupi a due zampe”. Il cacciatore salvifico, che uccide la bel va, è invece un’invenzione posteriore dei fratelli Grimm. La Sirenetta del tormentato Andersen rinuncia a tutto

Da qualche tempo un movimento di genitori inglesi chiede di riscri vere i finali delle favole perché giudicati troppo horror, inappro priati o politicamente scorretti. Nelle nuove versioni Cappuccet to Rosso e il Lupo diventano ami ci, il Brutto Anatroccolo - ormai adulto - mette paura ai bulli che lo hanno preso in giro da piccolo, il Lupo dei tre porcellini in real tà è un vegetariano e il Principe deve chiedere alla Bella Addor mentata il permesso di baciarla.

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LA PAROLA AI GENITORI: MEGLIO LE FIABE “POLITICAMENTE CORRETTE”

per un amore non corrisposto che la condanna a vagare nell’aria. Questa dicotomia tra un racconto horror e il “vissero tutti felici e contenti” caratterizza tutte le fiabe classiche, al punto da far dubitare che fossero state scritte per i bambini. E infatti, men tre l’intento di Perrault è di trasmet tere alle giovani un’etica da salotto, adatta alla Corte francese del XVIII secolo, la prima raccolta dei fratelli Grimm, risalente al 1812, è farcita con gli ideali romantici rivolti alla nascen te nazione tedesca. Jacob e Wilhelm girarono infatti il Paese per trascrivere gli antichi racconti popolari: un patri monio culturale necessario per affer mare l’identità di Patria, intriso di mi sticismo e non privo di crudeltà, che affonda nella notte dei tempi. Così, la loro strega di Biancaneve vuole il cuore della bambina per mangiarlo “con gusto” e nel cupo finale non c’è alcuna traccia del bacio salvifico. Saranno infatti i servi del Principe, per dispetto, a prendere a calci la bara di

cristallo, finché Biancaneve non sputa la mela avvelenata, risvegliandosi. C’è poi la prima versione di Raperonzolo, madre di due gemelli avuti dal “solito” principe, che per punizione viene trasportata nel deserto, dove, anni do po, la ritroverà il suo amato, divenuto frattanto cieco ad opera della strega. Ma tutto questo era veramente troppo per la buona società ottocentesca, puritana e borghese. I due perciò do vettero riscrivere le fiabe, epurandole dai dettagli più truculenti, dando il via alle versioni che conosciamo oggi. Paola Santagostino, psicologa e psico terapeuta, ha elaborato una tecnica di utilizzo terapeutico della fiaba, su cui conduce attualmente workshop e semi nari. Tra le sue pubblicazioni Guarire con una fiaba (Feltrinelli, 2013). Dottoressa, pensa sia giusto negare alcune fiabe ai bambini perché troppo paurose o politi camente scorrette?

No, lo trovo sbagliatissimo. Innanzi tutto le fiabe “paurose” spaventano i

grandi e non i bambini, ai quali inve ce piacciono moltissimo, purché sia loro garantito il lieto fine. Ad esem pio, Andersen andrebbe vietato ai minori di 18 anni: ogni fiaba riflette l’animo del suo inventore ed, essen do stato lui un uomo profondamente disturbato, le sue fiabe spesso hanno un finale tragico e sono simbolicamente del tutto sbilanciate. Traendo spunto dalla sua esperienza, quanto è efficace lo strumento della fiabaterapia per aiutare adulti e bambini ad affrontare situazioni difficili, come la malattia?

Posso affermare che la fiabaterapia ha effetti veramente incredibili: ho uti lizzato le fiabe per più di 40 anni in psicoterapia e nel counseling svilup pando un metodo di applicazione per sonale, e sono ancora stupefatta e af fascinata dai risultati. Inventare una fiaba ad occhi chiusi facilita la risoluzione di problemi relazionali emotivi e fisici, come anche la malattia.

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Tecnologia e disabilità

REALTÀ VIRTUALE

UN AIUTO PER L’AUTISMO

L’IRIB CNR di Messina sperimenta un modello di assistenza gratuita per le famiglie con bambini affetti da spettro autistico, con teleabilitazione per i genitori

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La realtà virtuale vista co me una palestra per al lenare i comportamenti, grazie ad avatar digitali pensati ed ideati per bambini autistici. La tecnologia concepita come ponte tra la disabilità e l’autonomia perso nale e sociale. È un modello virtuoso di assistenza gratuita quello messo in atto nella realtà messinese. L’istituto IRIB-CNR di Messina, in fatti, è all’avanguardia nello sviluppo tecnologico nell’ambito dei sistemi intelligenti per la salute, delle neu roscienze e della neuropsichiatria infantile. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Flavia Marino, psicologa dell’istituto. «Ci occupiamo di medicina traslazionale - spiega -. L’inter disciplinarietà del gruppo di lavoro (ingegneri biomedici, informatici, psi cologici e neuropsichiatri) che vi è al suo interno, permette di strutturare nuovi interventi di ricerca in ambito clinico e riabilitativo, fornendo nuovi protocolli di trattamento sperimenta le, supportati da tecnologia innovati va, che potrebbe essere traslabile nelle realtà sanitarie».

Dottoressa Marino, il vostro è un approccio sperimentale che raccoglie una delle sfide di que sto secolo: usare la tecnologia per colmare molti gap scaturiti dalla disabilità. È davvero possibile tutto ciò?

La tecnologia a supporto della disabi lità permette non solo di colmare gap ma anche di abilitare la persona che potrebbe persino non aver bisogno del sostegno per tutto il corso della sua esistenza. In alcuni casi, infatti, la tec nologia è solo un ponte tra la disabilità e l’autonomia personale e sociale. Il vostro istituto porta avanti da tempo proposte di intervento rivolte a gruppi di bambini con il disturbo dello spettro autistico. Di che tipo di progetti si tratta? Si tratta di progetti, come per esem

pio InterPares, finanziato con fondi Poc Metro dal comune di Messina, che accompagnano le persone con que sta condizione nello sviluppo di abilità sempre più complesse, fino ad arriva re all’inclusione lavorativa. Il suppor to tecnologico alla base di questo e di tutti gli altri progetti permette l’analisi dell’evoluzione dell’apprendimento di ogni partecipante agli studi, la rileva zione di parametri fisiologici per com prendere quanto le attività hanno un impatto sulla persona e si dimostra efficace nella mediazione tra uomo e macchina.

Invece, il progetto Prima Pietra, nel 2013, cosa ha dimostrato?

Il progetto “Prima Pietra” ha visto una collaborazione fattiva tra il no stro istituto, a quell’epoca di Fisiologia Clinica, e il Policlinico di Messina. Si è trattato dell’applicazione di un mo dello di intervento evolutivo compor tamentale, ESDM Early Start Denver Model, coordinato dalla ricercatrice Liliana Ruta, attualmente tra le poche trainer italiane certificate. Il modello, ideato dalla dottoressa Sally Rogers del Mind Institute di Sacramento, prevede un trattamento precoce sui bambini, dai primissimi mesi di età fino ai quattro anni, a rischio di au tismo. Tale approccio, che rispetta la fascia evolutiva precocissima dell’infanzia, permetterebbe la modifica di importanti traiettorie di sviluppo del disturbo, riducendone il rischio. Quali risultati sono emersi? I nostri lavori hanno prodotto dei risultati significativi che negli anni han no visto la pubblicazione di articoli su riviste internazionali ad alto impatto scientifico. Abbiamo dimostrato, am piamente, come le adeguate strategie di intervento sull’autismo, coadiuvate dalla tecnologia di avanguardia, pos sono risultare maggiormente effica ci nel trattamento di tale condizione. Negli ultimi anni, abbiamo prodotto diversi lavori che evidenziano come i

robot umanoidi, per esempio, se op portunamente programmati, posso no risultare una grande risorsa per gli interventi abilitativi per i bambini e i ragazzi con autismo, fungendo da adeguati mediatori sociali e da grandi motivatori.

Cosa significa essere genitori di un bambino affetto da autismo? Essere genitori di una persona con au tismo significa fare un viaggio che non sempre ha la rotta che ci si aspetta. È una grande sfida fatta di compor tamenti difficili da gestire nella quo tidianità e di una società che non è ancora adeguatamente consapevole di cosa sia l’autismo. Negli ultimi anni, sono cresciuti gli ambiti di supporto alle famiglie e si sono create attività di sostegno per queste.

Nel vostro istituto avete attiva to percorsi di consapevolezza sull’autismo rivolto alle famiglie. In cosa consistono?

Oltre ad aver fornito una panoramica sul disturbo e la sua manifestazione, sono state avviate attività in teleabi litazione per accompagnare i genitori anche nelle condizioni quotidiane di vita familiare. La condizione autistica, mettendo a dura prova tutto il sistema familiare, spesso produce effetti de vastanti, anche a livello psicologico, sui genitori; è per questo che stiamo portando avanti una sperimentazione su un gruppo di mamme e papà che prevede la visione di scenari, in realtà virtuale, per favorire un incremento di benessere psicologico ed emotivo. Il metaverso apre diversi interrogativi dal punto di vista delle dinamiche relazionali. Molti lamentano che un eccessivo “rifugio” nel virtuale porti a perdere il contatto con la realtà. Perché, secondo lei, fa così paura?

Il metaverso, come tutte le cose che non sono ancora del tutto definite, è fonte di interrogativi. Si tratta, di certo, di una tecnologia dalle mille

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Tecnologia e disabilità

sfaccettature che ha bisogno di es sere messa a punto in modo da poter garantire il giusto utilizzo e, soprat tutto, un chiaro obiettivo nei diversi campi in cui potrà essere applicata, da quello del gioco a quello più am bizioso, della clinica.

La diffidenza e la paura verso la realtà virtuale sono aumen tate a seguito degli anni della pandemia?

La pandemia ha fatto emergere tante fragilità umane che fino ad allora era no state “camuffate”. Trovo che la so litudine forzata di quel periodo storico abbia rinforzato, in modo importante, l’utilizzo di strumenti che potessero arginare le sensazioni di angoscia e poca aderenza alla società.

E come può, la realtà virtuale essere usata a sostegno di soggetti già fragili dal punto di vi sta delle relazioni? Non rischia di essere un boomerang?

La realtà virtuale, applicata soprat tutto in condizioni di maggiore fragi lità, ha bisogno di essere pianificata in modo strutturato e tenendo presente

quali possano essere i rischi ma anche i benefici. La realtà virtuale dovreb be rappresentare, in questi casi, una versione più “protetta” della realtà e questo potrebbe garantire un maggio re apprendimento di competenze che andrebbero poi generalizzate in con testi più ampi di vita quotidiana. La realtà virtuale dovrebbe fungere da “palestra per allenare comportamen ti”, avendo la possibilità di visionarne i possibili scenari. Quali sono le nuove frontiere dell’inclusione?

L’inclusione è un qualcosa che ancora non è avvenuto in maniera completa. Secondo me, la nuova frontiera è quella di organizzare ambienti comuni in contesti in cui tutti hanno accesso, grazie al supporto di tecnologie che ne facilitino la comprensione e le dinamiche. Come si colloca, l’Italia, nel pa norama di questo tipo di ricerca? Robotica e realtà virtuale hanno il giusto peso nell’ambiente scientifico o c’è ancora una grande diffidenza? In questi ultimi anni, i gruppi di ri-

cercatori che si sono interessati alla robotica e alla realtà virtuale, in Italia, sono aumentati in maniera significa tiva. Non credo ci sia diffidenza ma solo attenzione nel promuovere pro dotti che siano scientificamente validi e, soprattutto, utili.

Il vostro modello è ancorato al territorio o c’è la possibilità di espanderlo al di fuori della provincia di Messina, e della regio ne Sicilia?

I progetti portati avanti dal nostro istituto e promossi fortemente dal re sponsabile della nostra sede di Mes sina, il primo ricercatore Giovanni Pioggia, sono già modelli di intervento esportati fuori dalla provincia di Messina. In alcune città siciliane (Trapani, Siracusa e Catania) e oltre lo Stretto, Lecce e Bari esistono già realtà che ri propongono lo stesso nostro modello.

La realtà virtuale a sostegno delle famiglie dei bambini con autismo: realtà o utopia?

È una piccola realtà che già promuo ve percorsi di cura e supporto per le famiglie.

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Un tintinnio, un sibilo, un ronzio, un fruscio, un ru more di fondo, un suono che c’è, esiste, non è il lusorio, ma sembra venire dal nul la perché non si riesce a trovarne l’origine. Non viene emesso da al cuna fonte. È interno e non c’è mo do di farlo smettere. Stiamo parlan do dell’acufene, un disturbo di cui soffre il 15% della popolazione na zionale e per il quale non esiste un farmaco specifico. Nuove soluzioni sono in fase di sperimentazione e i trattamenti attuali, non farmaco logici, variano a seconda del tipo di problema e delle caratteristiche del paziente. Perché gli acufeni possono essere di varia natura e dipendere da cause differenti.

Con l’aiuto di Maurizio Barbara, pro fessore di Otorinolaringoiatria alla facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza” di Roma, cerchiamo di capire qualcosa di più su questo misterioso suono “fantasma” che so miglia a una persecuzione di cui non ci si riesce a liberare. Professore, sappiamo che a vol te può “mandare al manicomio”. Cos’è esattamente un acufene? L’acufene è la percezione di un suono in assenza di stimolazione esterna in un orecchio, in entrambi o in testa. Questo sintomo può accompagnarsi o meno ad una diminuzione di udito da danno della coclea oppure del ner vo acustico. Tutte le possibili cause di sordità possono essere associate alla comparsa di acufene. In età avanzata, per esempio, una problematica circo latoria può provocare alterazioni del flusso vascolare all’interno dell’orec chio procurando una riduzione della capacità uditiva che può scatenare l’acufene. L’acufene, cioè, non è il problema ma il sintomo di un proble ma. Per farci capire meglio, l’acufene è paragonabile al dolore associato al la ferita. La ferita è il danno originale,

ACUFENE, QUEL RUMORE “FANTASMA”

È una patologia fastidiosa che può avere diverse origini. Qualcuno la sopporta meglio, in altri casi può portare addirittura a gravi problemi psicologici; tuttavia, nella grande maggioranza dei casi, non è correlata ad una condizione fisica particolarmente seria di Giovanna Dall’Ongaro

il dolore è il sintomo. L’acufene è un sintomo molto fastidioso…

Non c’è una regola generale. L’in tensità del disturbo varia molto a seconda della reazione individuale.

A parità di intensità alcuni soggetti ne soffrono più di altri. C’è chi rie sce a conviverci rassegnandosi alla presenza del suono anomalo e chi, invece, finisce per inserirlo in un qua dro psicotico.

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Scienze

Come si cura?

Non esiste un farmaco ad hoc. Pro prio perché le patologie che sono all’origine dell’acufene sono varie. Tra queste c’è, ad esempio, l’otosclerosi, una patologia della capsula ossea la birintica che finisce per bloccare il movimento di uno degli ossicini, la staffa. La soluzione in caso di perdita sensibile di udito può essere un inter vento chirurgico che risolve la perdita uditiva in una percentuale elevata dei casi e consensualmente anche l’acu fene. Altro caso è quello dei soggetti con perdita completa uditiva in en trambe le orecchie, che possono re cuperare grazie ad un impianto co cleare. Dopo l’intervento circa il 5070% dei pazienti che lamentavano anche l’acufene hanno sperimentato la scomparsa del sintomo. Non ci sono soluzioni indicate specificatamente per l’acufene non accompagnato da perdita dell’udito?

Esistono dei “mascheratori” acusti

ci che mascherano, appunto, i suoni esterni e consentono - dopo un po’ di tempo - di percepire il suono co me normale. Si possono tenere per un periodo di tempo sufficiente ad arrivare a una convivenza accettata. Questi mascheratori non sono altro che apparecchi acustici che invece di amplificare, generano dei suoni. Sap piamo che sono in fase di sperimen tazione altre soluzioni specifiche per chi soffre di acufene ma non ha una perdita uditiva. Si tratta di dispositivi posizionati all’interno dell’orecchio con tecniche non invasive in grado di stimolare l’orecchio elettricamente. L’efficacia di questi dispositivi verrà valutata in base alle opinioni dei pa zienti che assegneranno un punteg gio al beneficio percepito. Come si diagnostica l’acufene? Prima di parlare di acufene si devono escludere alcune patologie, come l’o tosclerosi, di cui abbiamo già parla to, oppure formazioni tumorali beni gne che interessano il nervo acustico

(specie nelle forme monolaterali) o la malattia di Meniere, che presenta l’acufene come un sintomo associa to a crisi vertiginose. È importante rivolgersi all’otorino per valutare la funzione uditiva con un esame audio logico e i sintomi associati. Esistono farmaci che possono favorirne l’insorgenza?

C’è una categoria di farmaci chiamati ototossici che possono determinare perdita uditiva neurosensoriale, si mile a quella provocata dall’invec chiamento. Tra questi, per esempio, gli antibiotici aminoglicosidici pos sono portare a perdita uditiva e poi, di conseguenza, all’acufene. Ma an che l’aspirina o gli antinfiammato ri da banco, che procurano però il sintomo solo durante il periodo di assunzione.

Ci sono altri fattori che possono scatenare l’acufene?

L’esposizione ai rumori intensi è un fat tore di rischio. La musica troppo alta o i rumori forti sul luogo di lavoro.

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Salute

SCOLIOSI: NON SOLO MAL DI SCHIENA

Innanzitutto è utile chiarire che si parla di scoliosi quando la co lonna vertebrale presenta una deviazione laterale che deve però essere “sempre associata alla ro tazione” delle vertebre coinvolte. Nel caso in cui le immagini radiografiche non dovessero mostrare una compo nente di rotazione non si può parlare di scoliosi ma soltanto di “atteggia mento scoliotico”, che normalmente è transitorio, ma che se trascurato potrebbe comunque evolvere in una scoliosi vera e propria.

Di rado formata da una curva, la sco liosi, nella maggioranza dei casi, ne presenta due o anche tre (nelle forme più complesse si possono contare fino a quattro curve).

Dalla scoliosi “non si guarisce”. Le scoliosi necessitano di un tratta mento riabilitativo di “Rieducazio ne Posturale individuale”, che deve iniziare il prima possibile (anche a partire dai 4-5 anni) e deve conti nuare per tutto il periodo dell’accre scimento osseo, fino a quando non ci sia evidenza di una stabilizzazione

delle curve e si possa a quel punto escludere il rischio di un ulteriore peggioramento. Purtroppo la verità è che il trattamento riabilitativo delle scoliosi non finisce mai! Questa affermazione può sembrare eccessiva. In realtà, è proprio così. Gli effetti delle alterazioni dei rap porti articolari delle vertebre, e più in generale di tutte le articolazioni del corpo, evolvono durante l’arco di tutta la vita.

La fascia di età compresa tra i 20 e i 50 anni non presenta particolari rischi di peggioramento per quelle scoliosi che si sono ormai stabiliz zate. Ma i problemi cominciano a presentare il conto in seguito, verso i 50-60 anni, quando si mostrano più evidenti gli effetti della progressione

artrosica delle articolazioni sottopo ste da sempre a carichi asimmetrici, squilibrati e sbilanciati.

Le conseguenze più evidenti del la scoliosi nell’adulto sono a carico delle ossa e delle articolazioni. Con l’artrosi e con la diminuzione del tono calcico (osteopenia ed osteoporosi) le vertebre si possono deformare (a cu neo anteriore o laterale) dando inizio ad una nuova fase di peggioramento delle curve che purtroppo può non avere mai fine.

Gli effetti delle curve della scoliosi producono effetti negativi anche ne gli arti inferiori e superiori.

A carico degli arti inferiori si svilup pano adattamenti posturali nelle an che, nelle ginocchia e nei piedi. Que ste forze torsionali velocizzano l’evo

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RISCHIO DELLE
Per le scoliosi più gravi, nei soggetti
osteoporosi, lo squilibrio della distribuzione dei
notevolmente il rischio di fratture da
funzionale.
del
di un corretto
IL
FRATTURE SPONTANEE
anziani affetti da
carichi può aumentare
sovraccarico
L’importanza
controllo
allineamento della colonna vertebrale nel bambino è un concetto ormai acquisito da tutti. Ma quali possono essere le conseguenze della scoliosi in età più avanzata?

luzione artrosica e la deformazione assiale degli arti verso il valgismo o verso il varismo.

Invece, per gli arti superiori gli effetti sono meno evidenti in quanto subi scono meno lo stress indotto dalla forza di gravità. Ma nella scoliosi, ol tre alle vertebre, anche le costole so no le prime a deformarsi (come con seguenza diretta della rotazione delle vertebre). Le articolazioni più colpite sono le spalle, in quanto la loro liber tà di movimento è condizionata dal rapporto meccanico della scapola sul torace e ancor più in presenza di un gibbo dorsale.

Ma non finisce qui. Ci sono altri ef fetti che rivestono un ruolo fonda mentale. Sono le conseguenze della scoliosi sulla fisiologia degli organi interni. I primi organi a subire gli effetti della alterazione morfologica della colonna vertebrale sono i siste mi cardiocircolatorio e respiratorio.

Il cuore “soffre” per la minore possi bilità di movimento dovuta alla com pressione della zona basale del torace e al rapporto diretto con il muscolo diaframma (primo muscolo respi ratorio per importanza) ipomobile per la deformazione del torace, so prattutto nei soggetti che hanno una scoliosi con angolo di curva maggiore di 30 gradi. Tra gli effetti diretti a livello cardiaco ci possono essere le al terazioni del ritmo e della frequenza (come le aritmie, la tachicardia, le ex trasistole) oltreché il maggiore sforzo necessario per pompare il sangue in condizioni di compressione.

Per lo stesso motivo si evidenzia no effetti anche a carico dei mantici polmonari. La diminuita mobilità delle costole riduce lo scambio dei gas tra anidride carbonica ed ossi geno. Queste sono zone a maggiore rischio di infezione ed infiamma zione per la minore ventilazione e per la compressione dei bronchioli e degli alveoli polmonari.

TRA PREVENZIONE E TRATTAMENTO

Per fortuna la progressione delle scoliosi ha un decorso molto lento e si ha tutto il tempo per rallentarne l’evoluzione. È fondamentale mantenere sempre una buona forma fisica, praticare attività aerobica per favorire il più possibile la mo bilità completa del torace, del bacino, della colonna vertebrale e di tutte le altre articolazioni. È sempre necessario farsi seguire da un ortopedico specializzato nella gestione dei dismorfismi della colonna vertebrale e affidarsi a fisioterapisti specializzati in metodiche di rieducazione posturale individuale (come la “Riedu cazione Posturale Globale” ideata dal professor P.E. Souchard). Tutta la terapia manuale è di grande supporto. In particolare, l’osteopatia offre un ulteriore e prezioso contributo per il trattamento degli effetti della scoliosi sugli organi in terni. Inoltre, laddove necessario, gli squilibri di carico possono essere mitigati con l’utilizzo di plantari confezionati su misura da tecnici ortopedici specializzati.

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Salute

MEDITAZIONE E PANDEMIA

Secondo un sondaggio PetitBamBou e YouGov, nei primi mesi di emergenza Covid-19 e di lockdown è raddoppiato il numero di italiani che dichiarava di meditare ogni giorno, arrivando al 18% degli intervistati. Quasi tutti affermavano di stare meglio e di voler continuare a meditare anche dopo l’emergenza, sostenendo che tale pratica dovrebbe essere insegnata nelle scuole e nei contesti di lavoro.

MEDITO, DUNQUE SONO… PIÙ SANO?

Da pratica millenaria a disciplina di tendenza, la meditazione nel le sue tante modalità conosce in questi anni un rinnovato gradi mento e un crescente interesse da parte della comunità scientifica, che si interro ga sulle sue potenzialità effettive e indaga anche con le tecnologie più recenti i mec canismi che legano la salute della mente e quella del corpo.

E proprio su una combinazione di tecniche mentali e fisiche si basa la meditazione, finalizzata a sospendere il normale flusso di pensieri che occupano la mente, libe randola o focalizzandola su un elemento specifico, come il respiro, un’immagine, un suono, una parte del corpo. Le tecni che sono tante e diverse e, in genere, per essere padroneggiate richiedono la guida di una persona esperta, anche se c’è chi si approccia alla pratica da autodidatta. Originariamente legata a pratiche religiose o filosofiche, oggi la meditazione è avvici nata spesso anche da chi cerca semplice mente di stare bene e migliorare il proprio stato psicofisico. Fra i benefici più deside rati ci sono il rilassamento, la riduzione dell’ansia e dello stress, il raggiungimento di una condizione di consapevolezza. Ma che cosa dice la scienza? Gli studi scien tifici sono migliaia e migliaia, dagli Anni ’50 ad oggi, e si sono concentrati sull’intero campionario dei malanni della salute uma na: lo stress, l’insonnia, il dolore, i pro blemi del sistema immunitario, i tumori,

Scienze

l’invecchiamento, le dipendenze. In generale, gli scienziati mettono in guardia dal trarre conclusioni ge neralizzate e da certi entusiasmi fa cili; molte indagini condotte hanno limiti di metodo, ad esempio, non controllano l’effetto placebo o si ba sano esclusivamente su questionari e autovalutazioni soggettive. Inol tre, la materia stessa è difficile da definire e da inquadrare in analisi standardizzate e confrontabili sul piano scientifico.

Di recente, però, si è cercato di mi surare in maniera oggettiva l’effetto della pratica meditativa sulla salute. C’è chi ha osservato con tecniche di imaging variazioni nel cervello di chi medita assiduamente, e chi ha cercato dei marcatori utili. Ad esempio, un gruppo di ricercato ri del Max Planck Institute, in Ger mania, si è concentrato sullo stress. Che, come sappiamo, è più di uno spiacevole stato di tensione emoti va, è correlato ad un aumento del rischio di problemi cardiovascolari, psicologici, degli stati infiammatori e anche di diabete. Lo stress ha un campanello d’allarme ben visibile: un ormone chiamato cortisolo, che si concentra in varie parti del cor po e anche nei capelli o nella saliva. Diventa quindi una sentinella interessante e semplice da rilevare. Il test degli scienziati tedeschi ha considerato un gruppo di persone coinvolte in un programma basato sulla mindfulness, rilevando che nei primi sei mesi della pratica, i livelli di cortisolo andavano calando. Diversi studi si sono concentrati anche su popolazioni particolari, come i pazienti oncologici. Alcuni dati suggeriscono che praticare la meditazione nei malati di cancro può contribuire a ridurre lo stress, migliorare l’umore e la qualità del sonno, ridurre la stanchezza fisica associata alla malattia e alle terapie

(la fatigue), diminuire ansia e pen sieri negativi.

Così come lo yoga o le tecniche di ri lassamento o qualsiasi approccio di medicina complementare, è fonda mentale tenere a mente che possono essere utili ad aumentare il benes sere psicofisico, ma non possono in nessun caso sostituire le cure con venzionali per trattare le malattie oncologiche o per gestire gli effetti collaterali delle terapie.

Un altro ambito di grande interes se per la sperimentazione delle tec niche di meditazione è quello delle dipendenze e delle sostanze d’abuso. Una recente e approfondita indagi ne è stata condotta dalla Cochrane, una rete indipendente di ricercato ri e revisori che cerca di tirare le somme sulle evidenze scientifiche intorno a specifiche tematiche. Ana lizzando 35 studi su diversi tipi di dipendenze, dall’alcol agli oppioidi, è emersa una certa utilità degli in terventi basati sulla mindfulness per prolungare l’astinenza, aumentando il numero di giorni liberi da sostan ze. Meno evidenti i benefici sui di sturbi legati alle tossicodipendenze, come la continuità dell’astinenza, la riduzione dei consumi e il bisogno di assumere la sostanza. In generale, però, è stato evidenziato un valore aggiunto che medici e psicologi ben riconoscono: le pratiche meditative non provocano effetti avversi.

MEDITATE, GENTE… MA COME?

Yoga, zen, taoista, sufi, guidata o trascendentale, la meditazione è materia variegata e complessa. Fra le forme più comuni:

• la contemplazione: implica il concentrare la mente su una do manda o una questione esisten ziale;

• i mantra: si basano sulla ripe tizione, a voce alta o a mente, di una frase, una parola o anche so lo un suono;

• la focalizzazione mente-corpo: richiede la concentrazione su una sensazione fisica;

• la focalizzazione sulle emozioni: parte da un focus su un’emo zione specifica (ad esempio, che cosa ci rende gentili, o che cosa ci rende felici);

• il movimento: può prevedere movimenti corporei, il cammino o anche il solo respiro;

• mindfulness: punta ad aumen tare la consapevolezza del mo mento presente, accogliendo e osservando i pensieri e le sen sazioni in modo non giudicante;

• la focalizzazione visiva: si basa sull’immagine di un oggetto reale o su un’immagine mentale.

a cura di Fondazione Umberto Veronesi
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Scienze

L’approccio olistico alla vita (olos in greco antico signi fica “tutto”) ci insegna che, con il passare del tempo, sarebbe bene lasciarsi alle spalle l’a bitudine tipica della gioventù di vivere e pensare la propria vita a “comparti menti stagni” - ad esempio, il lavoro, la salute, l’amicizia, la spiritualità, le relazioni sentimentali, il divertimento, gli hobby, e così via... - per abbracciare invece una visione più ampia, d’insie me, finalizzata a raggiungere un be nessere duraturo che coinvolga in un modo bilanciato e armonioso il corpo, la mente e lo spirito. Questo è impor tante soprattutto dopo i cinquant’anni, quando una certa “dose” di saggezza raggiunta e la somma delle esperien ze vissute ci predispone, forse con più naturalezza, a osservare la vita come un unicum e a comprendere che se un aspetto di essa non sta funzionando proprio come dovrebbe o come ci sa remmo immaginati, a concorrere non è mai solo una causa ma sono molteplici. Il primo “step” verso la consapevolezza e una cura di sé a 360°, già individuato tra gli antichi greci così come nei testi della medicina cinese e dell’ayurveda in India, è quello di considerare e trattare ciascun individuo nell’unione sincreti ca dei suoi tre livelli (corporeo, mentale e spirituale), soffermandosi a cercare e indagare in profondità le cause del malessere senza “precipitarsi” a inter venire immediatamente sul sintomo. È così, in un certo senso, che l’approccio olistico “educa” i nostri occhi (esteriori e interiori) a osservarci nella totalitàche è anche la “via” attraverso la quale facciamo esperienza di noi stessi, de gli altri e del mondo - e ci incoraggia a diventare più “competenti” rispetto a noi stessi. Anche in via preventiva. Un buon inizio è darsi del tempo, quoti dianamente, e introdurre nella propria routine delle attività di benessere che includano la natura, la meditazione e un circuito di persone con le quali con

I BENEFICI DELL’APPROCCIO OLISTICO

A volte, per essere davvero in pace con sé stessi, basta fermarsi un attimo e guardarsi dentro. E trovare quel qualcosa che ci rende realmente felici di Marta Ghelma

dividere conversazioni a un livello più profondo delle chiacchierate informali. Non serve necessariamente rivolgersi a una Spa o partecipare a costosi re treat - anche se la condivisione con gli altri ospiti e con i professionisti del settore è sempre un’ottima fonte di ispi razione e di nuove conoscenze - ma, a seconda del luogo e del contesto in cui si vive, ci si può iscrivere a un hiking club (l’hiking consiste nel camminare lungo sentieri attraverso aree naturali N.d.R.), organizzare una vacanza che non consumi ulteriori energie o conce dersi, perché no, delle belle nuotate in

inverno. A volte è un massaggio o una buona conversazione, altre volte è una sessione di yoga o un semplice bicchie re di acqua aromatizzata sorseggiato davanti a un bel panorama: le chiavi sono diverse per ogni individuo ma pri ma o poi arriva quel “click” che apre la porta al cambiamento e lentamente ci accompagna per il resto della vita. Di sentire il cambio e capire che era il momento di abbracciare e condividere l’approccio olistico è successo anche a Marina Efraimoglou, fondatrice e CEO dell’Euphoria Retreat, un wellness re sort a Mistra, nel Peloponneso.

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ORDNER-SYMBOLEUPHORIA RETREAT PRESSEBILDER

LA STORIA DI MARINA

«Avevo soltanto 29 anni e una brillante e ben avvia ta carriera nella finanza a Wall Street quando mi fu diagnosticato un tipo di tumore molto aggressivo con una bassa previsione di sopravvivenza. All’epoca de cisi di sottopormi a una chemioterapia sperimentale ma, allo stesso tempo, cominciai a pensare a che cosa ci fosse di sbagliato nella mia vita, a che cosa avrei dovuto cambiare e a quale sarebbe potuto essere l’insegnamento nel caso poi fossi guarita. Fortuna tamente per me fu così. Tornai al lavoro e fondai la mia banca, ma nel frattempo cercavo di trovare una risposta alla duplice domanda esistenziale che, per me, era ormai diventata cruciale: come potevo ren dere grazie alla vita per il dono che mi aveva fatto (la guarigione, n.d.r.) e quale era, a questo punto, il mio scopo nell’essere “qui e ora”? Dopo le cure che mi avevano salvato la vita, cominciai a esplorare l’approc cio olistico come detox per riallineare il mio sistema

immunitario viaggiando per il mondo e sperimentando diversi luoghi, differenti “guru” e vari metodi, fino ad arrivare a comprendere che il mio desiderio era quello di fondare un “mio” luogo di guarigione. Avevo circa 40 anni e decisi di vendere la banca. Fondamentale fu l’incontro con Mary Vandaorou, la mentore spirituale insieme alla quale, nel 2018, ho inaugurato l’Euphoria Retreat, un “viaggio di trasformazione” attraverso il nostro particolare methodos (in greco antico significa “la via”) che combina le filosofie e le pratiche di gua rigione della medicina cinese, dell’ayurveda indiana e dell’antica Grecia, nate quasi contemporaneamen te tra il VI e il V secolo a.C. dalle menti di Lao Tzu, Confucio, Buddha, dai testi dell’Ayurveda, Socrate, Platone e Ippocrate. Lo scopo finale è di raggiungere l’ euphoria , un’altra parola greca che significa “colui che porta il bene”, in sostanza la felicità. Il retreat si trova in un luogo “magico”, immerso nel fitto del bosco a ridosso delle rovine dell’antica città bizan tina di Mistra, nel cuore del Peloponneso».

BONUS PSICOLOGO, nuove istruzioni

Entro il 7 dicembre l’INPS ufficializzerà l’approvazione delle graduatorie per l’assegnazione del beneficio, provvedendo contestualmente a comunicarlo agli interessati

Come è noto il D.M. 31 mag gio 2022 ha introdotto il cosiddetto Bonus psicolo go, una misura finalizzata a sostenere le spese per sessioni di psi coterapia eventualmente resesi neces sarie per coloro che, nel periodo della pandemia e della correlata crisi eco nomica, hanno visto accrescere le con dizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, come specificato con un intervento chiarificatore, da parte dell’INPS (circolare n. 83 del 19 luglio 2022). Detta misura di “aiuto”, come noto, poteva essere richiesta at traverso il servizio online “Contributo sessioni psicoterapia”, secondo le in dicazioni illustrate dall’INPS nel mes saggio del 21 luglio 2022, n. 2905, con termine già scaduto in data 24 ottobre 2022, come indicato nell’articolo pub blicato nel mese di settembre. L’INPS è nuovamente intervenuto in materia con il messaggio n. 3820 del 21 ottobre 2022, con cui fornisce delle ulteriori istruzioni e con cui comunica che, entro il 7 dicembre 2022, ufficia lizzerà, con un apposita comunicazio

ne, l’approvazione delle graduatorie per l’assegnazione del beneficio. Contestualmente, l’Istituto informerà gli interessati, con le modalità già in dicate nella suddetta circolare INPS n. 83 del 19 luglio 2022, e sulla base dell’ammontare delle risorse finanzia rie disponibili. Dal giorno di pubblica zione del messaggio decorrono, per il beneficiario, i 180 giorni utili per usu fruire del Bonus e sostenere le relative sessioni di psicoterapia.

Dall’8 dicembre 2022 sarà disponi bile, inoltre, la procedura per le pre notazioni delle sedute e le conferme delle stesse da parte dei professio nisti. Con un successivo messaggio saranno pubblicate le istruzioni ope rative per gli specialisti.

Per una più esaustiva informativa, si riporta integralmente il contenuto della citata nota n. 3820/2022: “Come indicato nel messaggio n. 2905/2022, il termine ultimo per la presentazione delle domande per il contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia (cosiddetto Bonus psi cologo 2022), introdotto dall’articolo

1-quater, comma 3, del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, converti to, con modificazioni, dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15, è fissato alle ore 23.59 del 24 ottobre 2022.

Pertanto, come parzialmente anticipa to nella circolare n. 83/2022, al fine di consentire la corretta erogazione della prestazione nei termini stabiliti, si precisa quanto segue.

Dal 1° novembre 2022, l’Istituto ha 30 giorni di tempo per effettuare l’istrut toria centralizzata delle istanze acqui site ed entro tale termine gli operatori delle Strutture territoriali devono effet tuare il riesame delle domande presen tate con ISEE incompleto e/o difforme. A tal fine gli operatori delle Strutture territoriali dovranno verificare che l’I SEE incompleto e/o difforme sia sta to regolarizzato entro 30 giorni dal termine ultimo di presentazione delle domande, attraverso le tre modalità alternative previste dal D.P.C.M. 5 di cembre 2013, n. 159.

Completata l’istruttoria, l’Istituto, en tro il 7 dicembre 2022, ufficializzerà con apposito messaggio l’approvazio ne delle graduatorie per l’assegnazio ne del beneficio e contestualmente provvederà a darne comunicazione agli interessati con le modalità già indicate nella circolare n. 83/2022, sulla base dell’ammontare delle risor se finanziarie disponibili.

Dal giorno di pubblicazione del pre detto messaggio decorrono, per il be neficiario, i 180 giorni per usufruire del bonus in esame e sostenere le ses sioni di psicoterapia con l’utilizzo del “codice univoco”.

Dall’8 dicembre 2022 sarà disponi bile la procedura per le prenotazioni delle sedute e le conferme delle stesse da parte dei professionisti. Rispetto a tale fase, con successivo messaggio saranno pubblicate le istruzioni ope rative per i professionisti, relative alla prenotazione e alla conferma delle sedute di psicoterapia”.

a cura di Alessandra De Feo Fisco
www.spazio50.org | dicembre 2022 76

IN PENSIONE ANTICIPATA CON OPZIONE DONNA

QUALI SONO I REQUISITI PER BENEFICIARE DI OPZIONE DONNA?

58 anni di età per lavoratrici dipendenti 59 anni di età per lavoratrici autonome almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021

Le lavoratrici riceveranno la pensione di anzianità a partire dai 12 o dai 18 mesi successivi alla data di maturazione dei requisiti. Gli uffici 50&PiùEnasco sono a tua disposizione per una consulenza gratuita e per l’inoltro della domanda di pensione.

Chiama il numero unico nazionale o trova la sede a te più vicina sul nostro sito www.50epiuenasco.it

Verifica presso il Patronato 50&PiùEnasco se hai i requisiti PER ANDARE IN PENSIONE ANTICIPATA CON OPZIONE DONNA
DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE
ISTITUTO

REDDITO DI CITTADINANZA: QUALE DESTINO?

A quattro anni dall’introduzione di questa misura di contrasto all’indigenza, proviamo a fare un bilancio, tra domande respinte, illeciti e nuove possibili prospettive

Mai, forse, si era vista nel recente passato una mi sura di natura previden ziale o assistenziale così controversa e divisiva come il Reddi to di cittadinanza, che ha polarizzato le posizioni delle varie forze politiche; alcune (soprattutto, ovviamente, il Mo vimento 5 Stelle, padre ed ispiratore del Rdc) ne continuano a fare una “misura bandiera” ed hanno fondato su di essa gran parte della propria recente cam pagna elettorale; altre, invece (le forze dell’attuale maggioranza), hanno una posizione critica e ne chiedono il supe ramento o, comunque, una profonda revisione, sostenendo l’opportunità di dirottare su altri obiettivi - “Quota 41”, ad esempio - parte delle risorse (circa 8 miliardi all’anno) oggi destinate al suo finanziamento.

A poco più di quattro anni da quell’av ventato e improvvido annuncio: «Ab biamo abolito la povertà» (e con in mez zo una pandemia epocale, una guerra nel cuore dell’Europa, una crisi ener getica di vaste proporzioni), quale bi lancio possiamo tracciare del Reddito di cittadinanza?

I detrattori di questa misura puntano il dito in primis sulle truffe - tentate o andate a segno - legate alla percezione del sussidio, che non di rado hanno conquistato l’onore delle cronache. Di recente, l’INPS ha fornito i dati dell’attività di vigilanza che ha operato da aprile 2019 ad oggi per il contrasto di condotte fraudolente e per evitare erogazioni indebite a chi non possedesse i requisiti richiesti: circa 1,7 milioni di domande respinte a soggetti non aventi

diritto, 871mila percettori decaduti dal beneficio per perdita dei requisiti e circa 214mila benefici revocati. Eppure, nonostante le verifiche “ex an te” operate sulle autodichiarazioni rese dai richiedenti, l’Istituto viene additato da molti come il principale responsabile di quella mancata verifica dei requisiti di cittadinanza, anagrafici e di residenza che è alla base degli illeciti emersi, che hanno portato alla luce complessivi 171 milioni di euro indebitamente percepiti. Cifre sicuramente importanti (ahimè, i “furbetti” nel nostro Paese non man cano mai), ma che sono forse fisiolo giche per una misura che ha coinvolto nel periodo quasi 1,8 milioni di nuclei familiari, per complessivi circa 3,4 mi lioni di percettori. Attenzione, però, a parlare in maniera indiscriminata di truffe; è pericoloso e fuorviante generalizzare, soprattutto quando si ha a che fare con situazioni di povertà diffusa, associata in molti casi ad un basso grado di scolarizzazio ne. Non bisogna commettere l’errore di etichettare come furbizia quello che in molti casi è dovuto semplicemente ad ignoranza (e in alcuni casi, va detto,

anche a leggerezza e superficialità di chi ha raccolto le domande) va scam biata per furbizia.

Un’altra critica che viene mossa al “red dito” consiste nel suo effetto disincenti vante sull’occupazione. Circolano testi monianze di imprenditori che, davanti ad un’offerta di lavoro si sarebbero sen titi opporre un rifiuto da parte di poten ziali lavoratori che avrebbero preferito (il condizionale è d’obbligo) continuare a percepire il Rdc standosene comoda mente sul divano (o, in alcuni casi, con tinuando a lavorare in nero), piuttosto che rinunciare al beneficio entrando ufficialmente nel mercato del lavoro. Difficile dire se si tratti di reali effetti dell’introduzione del Rdc o solo di leg gende metropolitane. È probabile, però, che la percezione sia in qualche modo falsata anche da uno scetticismo ver so lo strumento del Reddito, alimenta to dall’effettiva difficoltà da parte delle imprese di alcuni settori di reperire la manodopera di cui necessitano e dal pregiudizio di chi - constatando come la maggior parte dei percettori risieda in aree del Centro-Sud alle quali si ten de ad associare il luogo comune di una scarsa propensione al lavoro - associa automaticamente la percezione del Rdc ad una scarsa voglia di lavorare e ad un assistenzialismo inteso nel senso più de teriore del termine; o, ancora, dall’idea diffusa di un connubio stretto tra per cezione del sussidio e lavoro in nero, che disincentiverebbe la ricerca di una occupazione stabile e in chiaro.

Tuttavia, la maggiore critica che si può avanzare al Reddito è, effettivamente, il suo totale fallimento quale misura di incentivo all’occupazione, a dispet to delle dichiarazioni di intenti dei suoi promotori.

Secondo i dati forniti dall’ANPAL, a giu gno 2022, solo 660mila beneficiari del Reddito sarebbero tenuti a sottoscrivere il Patto per il lavoro e appena 115mi la sono decaduti dal beneficio perché hanno trovato un lavoro mentre era

Previdenza
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no percettori del sussidio, ma non si sa se questa occupazione sia stata trovata grazie alle politiche attive del lavoro (ed ai famosi “Navigator”) o per altre vie. L’errore, ad essere obiettivi, era sotto gli occhi di tutti fin dall’inizio: non solo quello di legare un sistema di welfare alle politiche attive del lavoro (senza te nere conto, tra l’altro, che due terzi dei percettori sono inabili o comunque non collocabili), ma anche l’idea di affidare queste politiche ai Centri per l’Impie go, una rete di strutture scarsamente funzionanti che - a dispetto del nome - storicamente faticano ad incrociare domanda ed offerta di lavoro e a for nire reali opportunità di impiego. Né l’introduzione dei famosi “Navigator” (altra figura nel mirino dei detrattori di questo sussidio) ha cambiato le sorti di una partita dall’esito scontato.

In definitiva, quindi, il Reddito è da but tare? Assolutamente no! Anzi, costitu isce e dovrà continuare ad essere uno strumento importante di lotta e con trasto alla povertà, come ce ne sono di simili in molti altri Paesi. Del resto, se condo l’ISTAT, sono oltre 5 milioni le persone (1 milione e 778mila famiglie) che vivono in povertà assoluta in Italia, un quadro destinato probabilmente ad aggravarsi a causa della crisi energe tica e di un’inflazione a due cifre, che comporteranno presumibilmente una crescita del numero di quanti vivono nell’indigenza.

Ma chiamiamolo per quello che è: un sussidio di contrasto all’indigenza, senza continuare a volerne fare uno strumento di volano dell’occupazione,

obiettivo che continuerebbe presumibilmente ad essere destinato al fallimento, fornendo nuove frecce all’arco di chi, in vece, vorrebbe eliminarlo del tutto per dirottare quelle risorse verso obiettivi e politiche più confacenti alla propria visione della società.

Del resto, neanche la maggioranza usci ta dalle urne ritiene ormai percorribile un superamento tout court del sussidio e pensa invece ad una sua riforma, con ipotesi che vanno dal mantenimento del sussidio per i soli soggetti fragili (con la conseguente esclusione dei beneficiari in grado di lavorare) fino ad un deca lage (sia in termini di durata che di im porto) del beneficio. Probabilmente, quindi, il 2023 vedrà un restyling complessivo del Reddito per l’intera platea degli attuali beneficiari: l’ipotesi più accreditata al momento è quella di un meccanismo di “sospensio ni” e successivi rinnovi per periodi sem pre più brevi e con un importo a scalare, con un sistema di decalage che possa costituire un disincentivo a rimanere a lungo nel sussidio e un incentivo, inve ce, a ricercare un’occupazione. È pro babile anche che venga prevista la de cadenza dal beneficio dopo il rifiuto di una sola offerta di lavoro congrua (oggi la decadenza avviene dopo due rifiuti). Le stime del Governo prevedono che queste modifiche avranno effetto su un terzo degli attuali percettori - ossia quei 660mila già oggi tenuti alla sotto scrizione del Patto per il lavoro e quei 173mila occupati ma con un reddito da lavoro così basso da non farli decadere dal beneficio - e che, a regime, produr

Tra le varie proposte di riforma, si parla anche di un sistema di controlli non più affidato all’INPS, con un maggior coinvolgimento degli enti locali (in particolare i Comuni) che sono in grado di conoscere le reali situazioni locali di povertà, necessità e disagio.

ranno un risparmio di circa 3 miliardi, dirottabili su altri obiettivi.

Le soluzioni dovranno anche tenere conto di un’altra variabile: la platea “oc cupabile” dei percettori del Reddito ap pare poco appetibile per le aziende, per ché costituita da persone che risiedono in larga parte (75%) al Sud o nelle Isole, aree in cui minori sono le opportunità lavorative; che in gran parte (73%) non hanno mai avuto un contratto di lavo ro nei tre anni precedenti; che hanno per lo più una bassa scolarizzazione (il 70,8% ha al massimo la licenza media) e hanno quasi per la metà (48%) più di 40 anni. Profili, insomma, che in molti casi rendono difficoltoso non solo l’in serimento lavorativo, ma anche l’avvio di un percorso formativo mirato. Tra le varie proposte di riforma, si par la anche di un sistema di controlli non più affidato all’INPS, con un maggior coinvolgimento degli enti locali (in particolare i Comuni) che meglio sono in grado di conoscere le reali situazio ni locali di povertà, di vera necessità e disagio. Tutto giusto, in teoria. Purché si abbia la consapevolezza che questo sistema - senza più l’asettica potenza informatica dell’INPS e le sue poten zialità di sinergia con le altre PP.AA. detentrici delle informazioni da incro ciare e verificare - potrà essere sog getto a varie “pressioni” locali e a zo ne grigie in cui potrebbero annidarsi interessi clientelari o comportamenti fraudolenti - o anche solo negligentiche tornerebbero a gettare cattiva luce su una misura essenziale per molte famiglie realmente indigenti.

dicembre 2022 | www.spazio50.org 79
a cura di Luca Giustinelli

Abruzzo

Telefono

L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F 0862204226

Chieti - Via F. Salomone, 67 087164657

Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 0854313623

Teramo - Corso De Michetti, 2 0861252057

Basilicata Telefono

Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 0835385714

Potenza - Via Centomani, 11 097122201

Calabria Telefono

Cosenza - Viale degli Alimena, 5 098422041

Catanzaro - Via Milano, 9 0961721246

Crotone - Via Regina Margherita, 28 096221794

Reggio Calabria - Via Tenente Panella, 20 0965891543

Vibo Valentia - Via Spogliatore snc 096343485

Campania Telefono

Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 082538549

Benevento - Via delle Puglie, 28 0824313555

Caserta - Via Roma, 90 0823326453

Napoli - Via Cervantes, 55 int. 14 0812514037

Salerno - Via Zammarelli, 12 089227600

Emilia Romagna Telefono

Bologna - Strada Maggiore, 23 0516487548

Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 054324118

Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 0532234211

Modena - Via Begarelli, 31 0597364203

Piacenza - Strada Bobbiese, 2 - c/o Unione Comm.ti 0523/461831-32-61

Parma - Via Abbeveratoia, 61/A 0521944278

Ravenna - Via di Roma, 104 0544515707

Reggio Emilia - Viale Timavo, 43 0522708565-553

Rimini - Viale Italia, 9/11 0541743202

Friuli Venezia Giulia Telefono

Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 048132325

Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 6 0434549462

Trieste - Via Mazzini, 22 0407707340

Udine - Viale Duodo, 5 0432538707-538705

Lazio Telefono

Frosinone - Via Moro, 481 0775855273

Latina - Via dei Volsini, 60 0773611108

Rieti - Largo Cairoli, 4 0746483612

Roma - Via Cola di Rienzo, 240 0668891796

Viterbo - Via Belluno, 39/G 0761341718

Liguria

Telefono

Genova - Via XX Settembre, 40/5 010543042

Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 0183275334

La Spezia - Via del Torretto, 57/1 0187731142

Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 019853582

Lombardia Telefono

Bergamo - Via Borgo Palazzo, 133 0354120126

Brescia - Via Trento, 15/R 0303771785

Como - Via Bellini, 14 031265361

Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 037225745-458715

Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 0341287279

Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 0371432575

Mantova - Via Valsesia, 46 0376288505

Milano - Corso Venezia, 47 0276013399

Pavia - Via Ticinello, 22 038228411

Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C 0342533311

Varese - Via Valle Venosta, 4 0332342280

Marche Telefono

Ancona - Via Alcide De Gasperi, 31 0712075009

Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 0736051102

Macerata - Via Maffeo Pantaleoni, 48a 0733261393

Pesaro - Strada delle Marche, 58 0721698224/5

Molise Telefono

Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 0874483194

Isernia - Via XXIV Maggio, 331 0865411713

Piemonte Telefono

Alba - Piazza S. Paolo, 3 0173226611

Alessandria - Via Trotti, 46 0131260380

Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 0141353494

Biella - Via Trieste, 15 01530789

Cuneo - Via Avogadro, 32 0171604198

Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 032130232

Torino - Via Andrea Massena, 18 011533806

Verbania - Via Roma, 29 032352350

Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 0161215344

Puglia Telefono

Bari - Piazza Aldo Moro, 28 0805240342

Brindisi - Via Appia, 159/B 0831524187

Foggia - Via Luigi Miranda, 8 0881723151

Lecce - Via Cicolella, 3 0832343923

Taranto - Via Giacomo Lacaita, 5 0997796444

Sardegna Telefono

Cagliari - Via Santa Gilla, 6 070280251

Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 0784232804

Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G 078373612

Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 079243652

Sicilia Telefono

Agrigento - Via Imera, 223/C 0922595682

Caltanissetta - Via Messina, 84 0934575798

Catania - Via Mandrà, 8 095239495

Enna - Via Vulturo, 34 093524983

Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 090673914

Palermo - Via Emerico Amari, 11 091334920

Ragusa - Viale del Fante, 10 0932246958

Siracusa - Via Eschilo, 11 093165059-415119

Trapani - Via Marino Torre, 117 0923547829

Toscana Telefono

Arezzo - Via XXV Aprile, 12 0575354292

Carrara - Via Don Minzoni,20/A 058570973-570672

Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 055664795

Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 0564410703

Livorno - Via Serristori, 15 0586898276

Lucca - Via Fillungo, 121 - c/o Confcommercio 0583473170

Le sedi 50&Più provinciali

Pisa - Via Chiassatello, 67 05025196-0507846635/30

Prato - Via San Jacopo, 20-22-24 057423896

Pistoia - Viale Adua, 128 0573991500

Siena - Via del Giglio, 10-12-14 0577283914

Trentino Alto Adige

Telefono

Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 0471978032

Trento - Via Solteri, 78 0461880408

Umbria Telefono

Perugia - Via Settevalli, 320 0755067178

Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 0744390152

Valle d’Aosta Telefono

Aosta - Piazza Arco d’Augusto, 10 016545981

Veneto Telefono

Belluno - Piazza Martiri, 16 0437215264

Padova - Via degli Zabarella, 40/42 049655130

Rovigo - Viale del Lavoro, 4 0425404267

Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 042256481

Venezia Mestre - Viale Ancona, 9 0415316355

Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 0444964300

Verona - Via Sommacampagna, 63/H - Sc. B 045953502

Le sedi 50&Più all’estero

Argentina Telefono

Buenos Aires 0054 11 45477105

Villa Bosch 0054 9113501-9361

Australia Telefono Perth 0061 864680197

Belgio Telefono Bruxelles 0032 25341527

Brasile Telefono

Florianopolis 0055 4832222513

San Paolo 0055 1132591806

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Burnaby - Vancouver BC 001 6042942023

Hamilton 001 9053184488

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Montreal Riviere des Prairies 001 5144946902

Montreal Saint Leonard 001 5142525041

Ottawa 001 6135674532

St. Catharines 001 9056466555

Toronto 001 4166523759

Germania Telefono Dusseldorf 0049 021190220201

Spagna Telefono

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USA Telefono

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FISCALE

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CROCIERA DEI 50&Più

CROCIERA FLUVIALE: “IMPRESSIONI FRANCESI”

Le Havre, Rouen, Les Andelys, Giverny, Versailles, Parigi

Una delle più belle crociere fluviali che l’Europa possa offrire

Da Le Havre e la costa della Normandia fino a Parigi attraverso incantevoli paesaggi, città antiche, castelli e scenari romantici, la cui luce ha stregato i pittori impressionisti. La Senna ha tanto da offrire: tornanti e meandri, ponti e vigneti, castelli, abbazie e cittadi ne che invitano allo sbarco, regalando sorprendenti sensazioni in un’atmosfera di completa rilassatezza.

Navigazione sulla Senna da Le Havre a Parigi a bordo della motonave Viva Gloria dal 30 marzo al 6 aprile 2023

IN NAVIGAZIONE

Si parte da Le Havre, la “porta sull’Oceano Atlantico” im mersa in quella luminosità speciale che incantò Monet e gli impressionisti. Da qui, attraversando la Normandia caratterizzata da scogliere di gesso bianco e dalle sue spiagge, si arriva ai luoghi teatro dei combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, tra cui la famosa Omaha Beach dove avvenne lo sbarco del D-Day (escursione facoltati va). Dalla costa settentrionale, si scorge l’isola rocciosa di Mont Saint Michel con la sua abbazia gotica, “Meraviglia dell’Occidente”, che appare come per incanto dal mare (escursione facoltativa). Navigando la Senna, si arriva a Rouen, la splendida capitale normanna: un migliaio di case a graticcio intatte per una vera città-tesoro (Monet ne ha dipinto la cattedrale ben 40 volte a tutte le ore del giorno); le falesie di calcare bianco e le rovine di Chateau Gaillard, la fortezza di Riccardo Cuor di Leone caratterizzano Les Andelys e poi Giverny, il paese natale di Monet. E per chiudere in bellezza “et voilà Paris”! Mitica, trendy, pop, centro mondiale di arte, cultura, moda e gastronomia. Caratteristici i suoi boulevard, la tour Eiffel simbolo della città, l’Arco di Trionfo, Notre Dame tra i suoi più illustri monumenti. Da non dimenticare Versailles con la mera vigliosa Reggia barocca, residenza di Luigi XIV, il Re Sole.

(Aut. Reg. 388/87) Tel. 06 6871108/369 Fax 06 6833135 - Email: info@50epiuturismo.it www.50epiuturismo.it

www.spazio50.org | dicembre 2022 82

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE

Suite Cabina doppia

Ponte Superiore Diamante

€ 1.630 € 1.530

Ponte Intermedio Rubino € 1.560 € 1.460

Ponte Inferiore Smeraldo € 1.360

Quota supplementare per i non soci 50&Più: € 50

La quota comprende: Crociera di 8 giorni/7 notti in cabina della categoria prescelta - Trat tamento di pensione completa a bordo dalla cena del 1° giorno alla prima colazione dell’8° giorno - Cocktail di benvenuto e cena di gala a bordo - Escursioni e visite guidate inserite nel programma (ingressi esclusi, ove previsti) - Tasse portuali - Assicurazione medico/bagaglio e annullamento viaggio (fino a un massimale di Euro 2.000) - Assistenza medica a bordo e staff 50&Più.

La quota non comprende: Viaggio dall’Italia per Parigi e viceversa - Assicurazione integrativa (ol tre il massimale indicato) - Ingressi durante le visite, ove previsti (da pagare in loco) - Escursioni indicate come facoltative (da acquistare in loco) - Eventuali adeguamenti costo carburante aereo/nave - Tutte le bevande, mance, extra in genere e tutto quanto non sopra specifica to - Trasferimenti dall’aeroporto o stazione al porto di imbarco A/R In aereo. Voli di linea o voli low cost per e da Parigi dai principali ae roporti italiani. Al momento della prenotazione saranno verificate le migliori tariffe in funzione delle classi di vendita disponibili. Trasferi menti A/R dall’aeroporto, da definire alla chiusura delle prenotazioni.

LA MOTONAVE VIVA GLORIA

Rinnovata nel 2022, la Motonave dispone di 3 ponti con 76 cabine tutte rivolte verso l’esterno. Le cabine dispongo no di Tv a schermo piatto, radio, minibar, cassaforte, asciugacapelli, aria condizionata, doccia, wc. I Ponti Diamante e Rubino, collegati da un ascensore, hanno balconi alla francese. Inoltre, la Motonave dispone di bar panoramico, pista da ballo, boutique di bordo, ristorante, area benessere con idromassaggio, sauna, bagno turco e solarium.

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dicembre 2022

SERENÈ VILLAGE BLUSERENA

a Marinella di Cutro in Calabria, sul Mare Ionio

“Incontri 50&Più” è un evento importante, una grande festa di inizio estate dove oltre 2.000 soci 50&Più si ritroveranno per condividere il piacere di una vacanza, all’insegna del bel mare, del diverti mento e del relax. Il soggiorno personalizzato e ar ricchito con attività culturali, incontri dedicati, corsi danza con “gara di ballo”, tornei di burraco e altri divertimenti, oltre all’assistenza in loco dello staff 50&Più e 50&Più Turismo, sono il vero valore aggiun to che determina il grande successo di partecipazione.

SERENÈ VILLAGE

Il Serenè Village è un villaggio turistico 4 stelle diret tamente su una bellissima spiaggia della costa ionica, bordata da un grande bosco di eucalipti. Sorge in Località Marinella di Cutro, a 18 km dall’aeroporto di Crotone e a 80 km da quello di Lamezia Terme. Dispone di 480 camere poste su due piani, dotate di tutti i comfort, vicinissime al mare (300 m). Il vil laggio è privo di barriere architettoniche.

CAMERE - Le 480 camere, poste su due piani, sono suddivise in camere Classic, Family, Premium e Comfort. Inoltre, camere bivano (senza porte fra i due vani) con 5 posti letto. Le camere al piano terra dispongono di giardino, quelle al primo piano di balconcino. Su richiesta, possibilità di camere comunicanti e per diversamente abili. Tutte le camere sono dotate di aria condizionata con rego lazione individuale, TV, mini frigo, cassaforte, bagno. Disponibili Dog Room in cui sono ammessi cani di piaccola taglia (max 10 kg).

SPIAGGIA - L’ampia spiaggia sabbiosa e privata del Serenè Village (profonda 40 e larga 400 m) è attrezzata con ombrelloni riservati, lettini e sdraio, spogliatoi e docce, desk informazioni e servizi del Bluserena SeaSport (alcuni a pagamento) tra cui barche a vela e windsurf , canoe, pedalò, campi da beach tennis e beach volley.

RISTORAZIONE - Il Serenè Village offre una ristorazione ricca, varia e di qualità con menu show cooking alla scoperta del ter ritorio regionale, delle tradizioni italiane e di proposte culinarie dal mondo. Sono presenti: un ristorante centrale con due sale climatizzate e Patio, oltre al ristorante gourmet Il Gusto (con servizio al tavolo) e il Blu Beach Restaurant (a buffet), entrambi su prenotazione.

SERVIZI - A disposizione degli ospiti: piscina di 500 mq e piscina per il nuoto, campi polivalenti, campi da tennis, campi da bocce, Parco Avventura per bambini, Area fitness ultramoderna. L’animazione, sempre presente e mai invadente, quotidianamente proporrà: spettacoli, corsi di vela e windsurf (collettivi), acquagym, tornei sportivi, balli di gruppo e tanto altro.

INCONTRI 50&PIÙ 2023 dal
4 al 18 giugno 2023
(Aut. Reg. 388/87) Tel. 06 6871108/369 Fax 06 6833135 -
4-11 giugno 11-18 giugno 7 notti 8 giorni QUOTE SETTIMANALI INDIVIDUALI DI PARTECIPAZIONE IN FORMULA EXTRA ALL INCLUSIVE DOPPIA DOPPIA USO SINGOLA TERZO LETTO ADULTI 1° TURNO | 4 -11 giugno (con possibilità di estensione dal 1° giugno su richiesta - 10 notti) € 695 € 870 € 555 2° TURNO | 11 - 18 giugno (con possibilità di prolungamento fino al 25 giugno su richiesta - 14 notti) € 780 € 955 € 625 Riduzioni 3° letto bambini: 0/3 anni gratuito (€ 85 Coccinella Baby care); 3/8 anni - 80%; 8/12 anni - 50% - Riduzioni 4° letto: su richiesta Quota supplementare per i non soci 50&Più: € 50 - Quotazioni viaggio a/r da tutta Italia: su richiesta.
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Cultura

ROSA E DONNA EVELINA A CACCIA DI MISTERI, CON LA FILOLOGIA

Nino Motta, alias Paolo Di Stefano, costruisce il suo noir intorno a due donne curiose, attente e sagaci. Figlia e mamma si calano nella risoluzione di due omicidi che sembrano legati tra loro, trasportando il lettore tra le vie dell’immaginario (ma non troppo) paese siculo di Pizzuta

di Renato Minore

Coinvolta nel nuovo mistero di un doppio, irrisolto omicidio, la filologa Rosa Lentini, ironica e disincantata: lei che, un po’ stanca dei raggiri universitari, si concede il congedo sabbati co dell’indagine suppletiva. Applicando al crimine il metodo di lettura di antichi codici, ci ha preso gusto ad affrontare il caso, avendo accanto la spalla canonica di ogni poliziesco, cioè la ciarliera madre Evelina. E ci ha preso gusto Nino Motta, in questa sua seconda inchiesta noir. Ha alle spalle il tesoretto (ambiente, modalità e tic caratteriali, stereotipi vivacemente rinforzati, ammicchi meta-testuali a Camilleri e Gadda) acquisito con La parrucchiera di Pizzuta. Qui Rosa era già la Rosa di Ragazze troppo curiose: con la sua grinta indiziaria che è forte spinta conoscitiva, ben sedimentata nella verifica “filologica” dei fatti, in azione nell’immagina rio - ma non troppo - paese siculo di Pizzuta, indaga sulla morte di una giornalista oscuramente legata a quella di un

CANZONE NERA di W. Szymborska Adelphi 154 pagine 14 euro

antiquario. Vicende lontane che permettono di far emergere il volto di una provincia nella cui facciata di perbenismo si celano torbidi traffici, e molto ancora. Nino Motta è lo pseu donimo di Paolo Di Stefano, il critico e scrittore, ed è anche il personaggio principale di un suo romanzo, Tutti contenti, del 2003. Tutto si mescola e tutto in fondo si distingue. Con questi due libri di timbro e natura diversa, ma con sottili contiguità, Di Stefano coltiva un altro da sé come narratore. Ironico e graffiante, in grado di far funzionare, con sorniona e impeccabile sapienza costruttiva, il modello di una crime story la cui complessità dei torbidi fatti dell’esistenza riesce a fatica ad essere decifrata dalla pur “scientifica”, rigorosis sima “lente” filologica che la viviseziona. Da questo scarto, nasce la felicità inventiva, il gusto anche un po’ parodico, la ragionevole e profonda leggerezza di un racconto che re stituisce lo scivolare divertito e avvolgente sulla pagina.

Un po’ di poesia, di vera poesia. Quella di Wislawa Szymborska, Nobel nel 1996, autentica icona della cultura pop, con canzoni di Jovanotti e Vecchioni, spettacoli teatrali, mostre, film, libri, lanciata da Saviano a Che tempo che fa. Ora arriva la traduzione della raccolta Canzone nera, il primo tempo di questa poetessa ironica e visionaria che, con parole leggere e profonde, sa parlare della vita, del dolore, dell’amore, della nostra fragilità. Il tempo della guerra e del primo dopoguerra. Il tempo della distruzione e il tempo della ricostruzione si intrecciano, tra due prospettive: la catastrofe e la speranza. La storia di un popolo e la memoria personale, in una Varsavia che crolla a pezzi e i ragazzi di strada stringono le bottiglie di benzina da scagliare contro i carri armarti tedeschi.

dicembre 2022 | www.spazio50.org 85
Libri

EPIGENETICA. COME BACI, CAREZZE E COCCOLE TI CAMBIANO IL DNA

CARLO

Dissensi 470 pagine, 21 euro

«Fin dall’alba della civiltà, l’uomo si è sempre sforzato di arrivare alla comprensione dell’ordine che regola il mondo in generale e i fenomeni biologici in particola re. Noi siamo tutti diversi e per quanto brutta possa sembrare la vita, c’è sempre qualcosa che uno può fare e con successo, perché finché c’è vita c’è la speranza di produrre il cambiamento». È questo pensiero tanto complesso quanto interessante del cosmologo Stephen Hawking che Carlo Militello, biologo e già ricercato re clinico del farmaco, ha usato per introdurre - tra gli altri - il suo lavoro letterario dal titolo Epigeneti ca. Come baci, carezze e coccole ti cambiano il DNA , pubblicato recentemente con Dissensi Edizioni. Uno “straordinario viaggio”, come lo definisce l’autore, che ripercorre i momenti salienti di una conferenza che si è tenuta a Firenze nel 2019, e che ha visto al centro del dibattito una rivoluzione scientifica incentrata sull’epi genetica. Si tratta di una nuova disciplina biologica che intende tutto ciò che sta “sopra” il patrimonio genetico e studia le esperienze che lasciano una impronta sul

DNA, senza modificarlo, condizionandone però l’atti vità. L’interesse e la curiosità del lettore si scatenano già dalle prime pagine, talmente avvincenti, puntuali e notevoli che diventa impossibile non proseguire il viaggio per capire, poi, che il programma contenuto nel DNA può essere espresso, inibito o modulato dal comportamento degli esseri viventi. Questi ultimi di spongono di un potenziale di azione sul genoma che può alterare le funzioni, senza mutare la sequenza nucleotidica. Senza svelare oltre l’intensità e la preci sione che si evincono dalle pagine di Epigenetica tra cure materne, voli spaziali e esperimenti, ricordiamo le parole dell’autore, Carlo Militello: «Il mio libro vuole essere un modestissimo tentativo di tracciare la storia veramente affascinante di questa rivoluzione scientifi ca; se volete, vuole essere un viaggio coinvolgente den tro l’ormai iconica doppia elica, per giungere a scoprire che un destino genetico, già irrimediabilmente tracciato nel momento della penetrazione dello spermatozoo nella cellula uovo, non esiste».

www.spazio50.org | dicembre 2022 86 Consigliati da 50&Più Cultura

Il direttore di RaiTre, Franco Di Mare, ha detto di Giuditta e il monsù, terzo romanzo di Costanza DiQuattro: «Rac conta di un amore impossibile in una Sicilia bruciata dal caldo e dalle pas sioni; decadenza e futuro si incontrano e scontrano nella verità di un libro tenero e crudele al contempo». «È la storia di una famiglia, emblema tica di una certa classe sociale isolana, e di una tragedia che avviene dentro questa storia», ci dice la scrittrice. Nel maggio 1884 a casa del marchese Guglielmo Chiaramonte sta per arrivare il quarto figlio. Do po tre femmine tutti attendono il maschio, ma nasce Giuditta. Una vera iattura in un mondo dove le donne contavano molto poco... In realtà la Sicilia è donna. E le donne vi hanno sempre avuto un ruolo deter minante, perché la gestione economica, dei figli, della casa, era appannaggio loro. È uno degli stereotipi che andreb bero cambiati. Quelle dei miei romanzi, che sono storici e devono fare i conti con i diversi periodi della narrazione, sono volitive, un po’ presuntuosette, controcorrente rispetto alla volontà degli uomini.

Vivere un ruolo imposto dalle convenzioni porta il marchese a cau

Incontro con l’autore

Costanza DiQuattro

arma contro la tragedia quotidiana»

Costanza DiQuattro ha de buttato con La mia casa di Montalbano (2019), roman zo dedicato all’abitazione di villeggiatura della sua fami glia, diventata il set per la vil la del commissario più famo so d’Italia.

Donnafugata (2020) racconta le vicende del barone Corra do Arezzo nella celebre loca lità presso Ragusa, dove i Di Quattro hanno restaurato un teatro, di cui Costanza si oc cupa attivamente dal 2008. Giuditta e il monsù, seleziona to per il Premio Strega, è una storia d’amore e di forma zione, corale e introspettiva, ambientata in una magione nobiliare siciliana di fine ’800.

sare molti dei problemi che la famiglia vive durante il racconto. Di quali stimoli hanno bisogno oggi gli over per essere meno rigidi e supportare figli o nipoti in tempi così complessi?

L’unico modo per creare una vicinanza con i figli e i nipoti e cercare di com prenderli credo sia quello di parlare, di non ergersi mai a giudice, di non imporre dictat, di non dire “si fa così” per il mio ruolo e la mia autorità, ma con l’autorevolezza, e anche la com plicità che deve avere un genitore o soprattutto un nonno, portare i ragazzi ad aprirsi, parlare, capire.

Il confronto dei ragazzi con la tragedia nel suo romanzo arriva verso la fine. Nella nostra realtà è quasi quotidiano...

In tre anni hanno vissuto l’epidemia, la costrizione, la privazione e la guer ra del nostro vicino di casa, da cui non possiamo tirarci indietro. L’u nica arma che possiamo fornire loro contro il dolore, la sofferenza, l’igno ranza della guerra - qualsiasi guerra è legata all’ignoranza - è la cultura. Questi ragazzi devono leggere, sco prire, conoscere, viaggiare. Veramen te devono continuare ad abbeverarsi, non devono mai smettere.

dicembre 2022 | www.spazio50.org 87
di Lauro Tamburi
«La cultura è l’unica
© LAURA DI MARTINO

Due grandi esposizioni propongono, a Milano e Padova, oltre 500 opere del nume della pop art. Inconfondibile e geniale

ANDY WARHOL: LA MITIZZAZIONE DEL

NULLA

di Ersilia Rozza

Oggi le opere di Andy Warhol (19281987) sono disperate vestigia di un passato che ha sconfitto l’utopia del la profondità, della ricerca, della cul tura, e che ci ritorna con tutte le sue ambiguità, chiave di lettura di un pre sente feroce e implacabile. Le Marilyn e le Coca-Cola, i Kennedy e le file di dollari, gli animali e le pistole sono le vestigia di un rito ripetitivo, inevita bilmente uguale, che, grazie a pochi interventi di colore, a sbavature che sembrano involontarie, riesce a “redi mere” verso un empireo dell’arte mi tico, ma sterile, piatto, che ci esalta senza offrirci un domani. È questo che mostrano le due gran di rassegne aperte a Milano e a Pa dova, con i titoli più attrattivi che emblematici rispettivamente di La pubblicità della forma e di Icona pop. Sostanzialmente simili, porta no a leggere il cinismo beffardo di Warhol come adesione all’onnivora cultura di massa. Il critico Achille Bonito Oliva, curatore della rasse gna milanese, lo definisce “il nuovo Raffaello”, perché «Warhol è sana mente nichilista. Il suo nulla non si gnifica non esistere, ma dare valore alla neutralità e all’oggettività, alla

macchina più che all’uomo». Le immagini sono notissime, raffi gurate con la blotted line (il diver so assorbimento dell’inchiostro crea numerosi originali da una medesi ma immagine), la serigrafia su tela, l’iterazione, le elaborazioni delle foto e delle polaroid, fino al ritorno delle qualità coloristiche negli Anni ’80. E deprivate di significati, ridotte a mo mento decorativo, perché Warhol è sempre rimasto fedele al suo cliché: mitizzare il nulla.

Informazioni sulle mostre: ANDY WARHOL La pubblicità della forma Fabbrica del Vapore

Via Procaccini n. 4, Milano Orario: lunedì-venerdì 9.30/19.30; sabato, domenica e festivi 9.30/20.30 Biglietto intero € 13,50 Fino al 26 marzo

ANDY WARHOL Icona pop Centro Culturale Altinate

Via Altinate n. 71, Padova Orario: mercoledì-venerdì 10/13 e 15/19; sabato, domenica e festivi 10/19 Biglietto intero € 12 Fino al 29 gennaio

BREVI PROPOSTE

NICOLA MIGLIOZZI A NAPOLI

Per i suoi 70 anni l’artista campa no, noto per i complessi scultorei monumentali, è celebrato con la personale La voce della luna, in cui, con stile inconfondibile, passa dal dramma di un naufragio alla dol cezza di un incontro amoroso, alla serenità di un tramonto o all’ironia del grottesco.

Al MANN, fino al 16 dicembre

Image Capital. La fotografia come tec nologia dell’informazione racconta la storia della fotografia come stru mento che ha supportato in ma niera determinante la conoscenza umana. Immagini, testi e altri mate riali di ambito scientifico, culturale e industriale offrono una narrazione stratificata.

Al MAST, fino all’8 gennaio

www.spazio50.org | dicembre 2022 88
FOTOGRAFIA E INFORMAZIONE A BOLOGNA Arte Cultura

VIVACE FERMENTO CON I GRANDI DELLA SCENA

A teatro per condividere un percorso creativo fatto di classici e novità drammaturgiche, senza confini geografici e temporali, ponte ideale con il territorio

Il Teatro di Roma - Teatro Nazionale vive questa stagione come una Stagio ne di Riconnessione, «che faccia alza re il sipario su un progetto culturale consapevole e responsabile che tenga conto della migliore offerta teatrale, nazionale ed estera, e contempli re sponsabilmente il recupero di alcune creazioni sospese nel periodo pande mico». Queste le parole del Commis sario Straordinario Gianluca Sole sul programma 2022-2023. Quaranta i titoli nel cartellone dei Teatri Argen tina, India e Torlonia fra spettacoli prodotti, ospitalità e altri allestimen ti. Dietro, una macchina creativa di straordinari registi e interpreti ac canto a talenti emergenti. Dalla rilettura dei classici alla dram maturgia contemporanea, da scrittu re originali al Teatro Ragazzi fino al Laboratorio Teatrale Integrato Pie ro Gabrielli, ecco il programma ar

tistico del Teatro di Roma che vanta presenze consolidate come quella di un indiscusso interprete della scena quale Massimo Popolizio, che all’Ar gentina riprende Furore (6-18) da Steinbeck su drammaturgia di Ema nuele Trevi e Popolizio legge Belli . Sonetti erotici e filosofici con Vale rio Magrelli (26-27). Fino al 4 torna Giorgio Barberio Corsetti con Amle to, suoi l’adattamento e la regia. Dal 14 racconti e canzoni natalizie per piccoli e grandi con Storie di Natale. Al Teatro India, fino al 4 , Giuliana Musso indaga il delicato tema degli abusi sessuali con Dentro. Una storia vera, se volete. E poi una carrellata di grandi fra i quali segnaliamo Mau ri, Orsini, Branciaroli, Andò, Dante, Castellucci, Papaioannou, Tolcachir, Malosti, Calamaro.

Info: 06684000314

EVENTI

FIRENZE

Al

via la stagione dopo il restyling

Tre gli appuntamenti di questo mese alla Sala Grande del Teatro della Pergola: L’interpretazione dei sogni, dal libro di Freud, con Stefano Massini; I fratelli De Filippo di e con Sergio Rubini; Uomo e Galantuomo di Eduardo De Filippo, con Geppy Gleijeses. Info: 0550763333

BOLOGNA

Al

Duse, fra tradizione e innovazione

Massimo Dapporto e Antonello Fassari in scena con la commedia Il delitto di via dell’Orsina. Quindi Alessandro Baricco legge Novecento. Segue Mine vaganti, con Francesco Pannofino. Dal 29 al 1° gennaio, Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta in Scusa sono in riunione…ti posso richiamare?

Info: 051231836

dicembre 2022 | www.spazio50.org 89
di Mila Sarti
Teatro

IL MONDO È DI TIZIANO FERRO

L’11 novembre, a tre anni dal precedente album di inediti, è uscito il nuovo cd del cantautore di Latina, che vive da alcuni anni a Los Angeles

«Jovanotti, quando abbiamo fatto insieme Balla per me, mi guardò e mi disse: “Tu devi capire che ormai sei un classico. Quando hai almeno 20 canzo ni che tutti conoscono, ti devi percepi re così. Se pensi alla musica italiana, prima c’erano Baglioni, De Gregori, e ci sono ancora. Adesso ci sono io, e ci sei anche tu: potresti smettere domani di fare questo mestiere e resteresti un capitolo importante”. Non so se avesse ragione, però mi ha fatto sentire bene». Sarà per la crisi dei quarant’anni, che ha compiuto il 21 febbraio 2020, ma Tiziano Ferro per dar ragione a Lo renzo, si è messo d’impegno a scrivere e registrare una serie di nuove can zoni pronte a non lasciare per molto tempo le orecchie degli italiani. So no 13, raccolte nel nuovo Il mondo è nostro, il suo nono cd, se contiamo anche la compilazione di brani altrui

Accetto miracoli: l’esperienza degli altri, di due anni fa.

Nel ventennale dal debutto - il suo singolo d’esordio Xdono fu il terzo più venduto in Europa nel 2002 e l’album Rosso relativo da allora è arrivato a oltre due milioni e mezzo di copie - Ti ziano, che ha recentemente vissuto an che l’esperienza della doppia paterni tà, propone il suo stile elegante e soul ful, dalle tinte sempre cangianti e ogni volta aggiornate quel tanto che basta. Come dimostrano i brani migliori: il singolo La vita splendida, R()t()nda con Thasup, L’angelo degli altri e di te stesso con Caparezza e For Her LoveSempre amata con Sting.

Come dice Roberto Vecchioni, con il quale duetta ne I Miti, «Tiziano è un uomo che dissemina amore ed empa tia e solo questo vuole in cambio». Lo stesso fanno le sue canzoni.

… ma ci ha lasciato giusto nel di cembre di 20 anni fa. Per ricordare le due date è uscito da poco il co fanetto con 4 cd Joe Strummer 002: The Mescaleros Years, che raccoglie, oltre a tutti i brani incisi con la band tra il 1998 e il 2002, anche inedi ti, demo, outtake, interviste e foto inedite. Poeta del punk, l’ex-Clash aveva ritrovato i livelli giovanili con queste canzoni forti e dure, dai testi politicizzati e vitali.

RISCOPERTA

Un primo cd che segue vari spet tacoli live in Italia, Francia e Belgio non può che essere già un prodotto maturo e pieno di consapevolezza della proprie qualità. Così è per il quintetto salernitano, che sprigio na energia e groove in ognuno dei brani di questo Bouncing, stimo lante fin dal titolo (“rimbalzando”) e dall’iniziale title-track. Funk, hip hop, jazz e rock miscelati in manie ra sempre propulsiva e vivace, con l’aiuto del rapper canadese L. Teez, vari fiati e archi campionati.

www.spazio50.org | dicembre 2022 90 Cultura
di Raffaello Carabini
IL SUPERDEBUTTO DEI C’AMMAFUNK Musica Cultura
AVREBBE 70 ANNI JOE STRUMMER…

FILM IN USCITA

MUSICALE BIOGRAFICO

WHITNEY - UNA VOCE

DIVENTATA LEGGENDA

Regia: Kasi Lemmons con: Naomi Ackie

AVATAR. LA VIA DELL’ACQUA

«È una storia di famiglie che cercano di stare insieme e proteggersi». Così Sigourney Weaver sull’atteso sequel di “Avatar”, diretto da James Cameron. Il franchise avrà altri tre episodi

Potremmo chiamarlo ritorno a Pandora, ma sarebbe riduttivo nei confronti di James Cameron e del suo kolossal eco-ambienta lista. Un film live action che dal 2009 parla al cuore di chi difende la questione dei “nativi” e si meraviglia di fronte alla bellez za di una natura incontaminata. Con Avatar 2 lo spettatore viene proiettato dal cuore della foresta pluviale, territorio dominato dal grande Albero sacro, verso gli az zurri e i cobalto degli scintillan ti oceani di Pandora. Jake Sully (Sam Worthington), ormai diventato un Na’vi a tutti gli effetti, e sua moglie Neytiri (Zoe Saldana), insieme con i loro figli si trasferi scono verso le coste di Pandora per trovare un luogo in cui inse diarsi e vivere pacificamente con

la tribù, lontani da ogni minaccia. La colonizzazione dei territori am plifica quell’armonia che gli alieni dalla pelle blu instaurano natural mente con le altre creature. Jake e Neytiri sono chiamati a gestire sia i problemi di coppia che quelli ge nitoriali, gestendo l’educazione dei figli nella trasmissione di valori e principi etici. Cameron, insomma, ci pone di fronte a un fantasy con l’anima, dirigendo magistralmen te una sinfonia di visioni e spunti di meditazione che svilupperà nei prossimi episodi in sala nel 2024, 2026 e 2028. Nel cast ritroviamo Sigourney Weaver e Giovanni Ri bisi. New entry: Kate Winslet, Mi chelle Yeoh e Vin Diesel.

Ci sono delle belle voci e voci immor tali. A 10 anni dalla scomparsa, Hol lywood celebra Whitney Houston con un film che ne ripercorre la vita e i successi. Un’artista tra le più pre miate e amate di sempre, attrice, mo della e produttrice, ma soprattutto un raro talento vocale - Oprah Winters la chiamava “The Voice” -, Whitney brilla sullo schermo grazie all’interpretazio ne carismatica di Naomi Ackie.

DRAMMATICO

THE FABELMANS

Regia: Steven Spielberg con: G. LaBelle, M. Williams, P. Dano, S. Rogen e J. Hirsch

Tra finzione e biografia, nell’ultimo film di Spielberg c’è molto della vita del maestro di E.T., Indiana Jones e Ju rassic Park. The Fabelmans, applaudito alla Festa del Cinema di Roma, narra la storia del giovane Sammy, cresciuto in Arizona nel secondo dopoguerra tra l’amore per la settima arte e un pesan te segreto di famiglia.

dicembre 2022 | www.spazio50.org 91
Regia: James Cameron
Cinema
di Alessandra Miccinesi

Vivere in armonia

BENVENUTO INVERNO!

seguendo le stagioni

«Comincerò dall’inverno, che ebbe principio fin dal 21 Dicembre, quando lo sfolgorante Sole fece glorioso ingresso nel segno solstiziale di Capricorno».

Almanacco Barbanera 1815

a cura di:

DICEMBRE

Nel periodo più festoso dell’an no le giornate riprendono ti midamente ad allungarsi. In differenti ai rigori dell’inver no ci si addentra nei boschi, dove a rallegrarci si troveran no le bacche del pungitopo e i frutti polposi del corbezzolo. E mentre in casa entra l’albero di Natale e la natura si offre per la preparazione di ghirlande e addobbi “fai da te”, in pentola bollono i frutti della stagione fredda, cachi e corbezzoli ge nerosi dei profumi di indimen ticabili confetture. In cucina tutto è pronto per portare in tavola gli antichi sapori del la tradizione, ma già si guarda avanti e si getta il cuore oltre l’ostacolo. Ed ecco che dopo il Solstizio, il Natale e la scop piettante notte di San Silve stro, la terra si prepara ad una nuova stagione. In giardino, nell’orto e sul balcone, dove solo qualche coraggiosa aro matica non ha ceduto al fred do, mani indaffarate pensano già alla primavera.

L’ORTAGGIO

Il Radicchio (Cichorium intybus)

Per l’alto contenuto di oligoelementi e minerali, ne è consigliato il consumo a chi soffre di artrosi e reumatismi. Ma è anche depurativo e capace di aiutare chi soffre di cattiva digestione.

Il proverbio Chi mangia radici e salata fa la vita beata. Coltiviamolo così

Per la coltivazione sul balcone i vasi, meglio se rettangolari, devono essere lunghi al meno un metro e profondi 25 cm. È necessario terriccio a medio impasto con sabbia, argilla, torba e ghiaia per favorire il drenaggio dell’acqua.

La semina

Si effettua anche in terra tutto l’anno, in Luna calante, interrando i semi a 5 cm l’uno dall’altro e alla profondità di 1/1,5 cm. Annaffiare spesso in estate, ridurre da metà ottobre. Quando le piante presenta no 3/4 foglie si devono diradare. Raggiun to il diametro di circa 30 cm, legare le fo glie con filo di rafia per l’imbianchimento.

Raccolta e conservazione

Tagliare i cespi di radicchio 60-90 giorni do po la semina. Si possono lasciare le radici al loro posto per una nuova fase vegetativa. Come tutte le insalate va consumato fresco. Si mantiene per una settimana se messo in frigorifero avvolto in un panno umido o in un sacchetto di carta bucherellato.

www.spazio50.org | dicembre 2022 92

BUONO A SAPERSI!

Trapunte da donare Cosa fare coi vestiti smessi? Tap peti, trapunte... Per creare i primi tagliare lenzuola o vestiti vecchi a striscioline, annodarle e poi la vorarle all’uncinetto. Per fare tra punte, basta unire - secondo uno schema - le stoffe a disposizione. Ricordate di scegliere un’imbot titura di ovatta di cotone o lana trattata per andare in lavatrice. Una bella idea è realizzare una trapunta con i vestitini smessi dei bambini, sarà come abbracciare un album fotografico e ricorderà i momenti felici della loro infanzia.

NEL CESTINO DEL MESE

COLTIVARE CON LA LUNA

NELL’ORTO, NEL GIARDINO, SUL BALCONE

Anche l’inverno dona i suoi salutari frutti. Nell’or to, con la Luna crescente, cominciate la raccolta dei cavolfiori per il consumo fresco e anche quella dei cardi. Seminate in semenzai protetti il radicchio da taglio. Togliete la neve dai rami dei sempreverdi, per evitare danni alla pianta: il peso potrebbe spezzare i rami. Controllate i frutti messi a conservare, rimuovendo quelli deteriorati. Nell’orto, in Luna calante si mettono a dimora, in semenzai protetti, rucola, radicchi, lattughe e valerianella. Arieggiate i tunnel nelle ore calde per evitare eccessi di umidità, che favoriscono attacchi parassitari. Concimate gli alberi da frutto con il compost - con cime organico - miscelandolo a letame, e coprite con paglia. Potate gli arbusti dei piccoli frutti e castagni. Raccogliete gli ultimi cachi ancora acerbi e fateli maturare in cassette insieme alle mele. Potate gli agrumi. In giardino, invece, ci sono da interrare i bulbi - in Luna crescente -per le fioriture primaverili e alberi e cespugli da piantare. Se vivete sulla costa, potete ancora mettere a dimora i cespugli frangivento come pittospori e tamerici. Piantate in vaso le piantine da bacca che decorano, come le gaultherie. Portate al caldo e alla luce i giacinti nei vasi preparati a ottobre e che hanno ben radicato, per vederli fiorire. Con la Lu na Calante, inve ce, raccogliete gli agrumi per favo rire una successi va fioritura. Nelle piante giovani la sciate pochi frut ti per non inde bolire la pianta.

ORTAGGI: cardi, carote, cavolfiori, ca volini di Bruxelles, cavoli broccolo, ca volo cappuccio, cavolo verza, cicorie, cicorino da taglio, cime di rapa, cipolle invernali, finocchi, indivie, lattughe, porri, radicchi rossi, rape, sedano, spi naci, valerianella e zucche.

FRUTTA: arance, bergamotto, cedri, cotogne, limoni, clementine, mandarini, mele, nocciole e pompelmi.

AROMI: rosmarino, salvia e santoreggia.

SE HAI ½ GIORNATA

Per la salvaguardia delle piante è necessario mettere in pratica alcune semplici azioni. La prima cosa da fare, se si vive in una zona dove il freddo è forte, è proteggere quelle che non si possono trasportare con dei teli di tessuto non tessuto fissati alla base del tronco. Portate invece in casa quelle trasportabili più delicate, come agrumi o gerani. Solo tenendole lontane dal freddo, vicino alle finestre, è possibile farle sopravvivere. Se non si possono tenere in casa, metterle in un luogo fresco e buio, per favorirne il riposo e moltiplicarle per talea così da avere nuove piantine a primavera.

IL SOLE

Il 1° sorge alle 07.08 tramonta alle 16.30.

L’11 sorge alle 07.18 tramonta alle 16.29.

Il 21 sorge alle 07.25 tramonta alle 16.32.

Le giornate si allungano. Il 1° si hanno 9 ore e 22 minuti di luce solare e il 21 si hanno 9 ore e 7 minuti: si perdono 15 minuti di luce.

LA LUNA

Il 2 tramonta alle 00.56 sorge alle 13.42.

L’11 tramonta alle 10.14 sorge alle 19.08.

Il 21 sorge alle 05.06 tramonta alle 14.36.

Luna crescente dal 1° al 7 e dal 24 al 31.

Luna calante dal 9 al 22. Luna Nuova il 23. Luna Piena l’8.

dicembre 2022 | www.spazio50.org 93

Lionello e Favolino

TEST 1

Osservate attentamente le undici lettere sotto riportate per 30 secondi e individuate la parola che si forma uti lizzando tutte le lettere.

REBUS Lionello 6 3 2 7 9...

REBUS Lionello ...1 2 11 2 9

» PAROLE…PAROLE

Parole parole…Nel cuore la vita mi ha dato soltanto parole: dapprima l’Amore, poi baci e dolore… infine la Morte e il Pianto.

» RITRATTO DI AMANTE

Mi piace il tuo calore, il tuo profumo, i tuoi capelli d’angelo, i tuoi occhi di stelle, e nel mirarti da vicino vedo i tratti dal Parmigianino.

INDOVINELLI Favolino

TEST 2

Osservate attentamente i dieci numeri a tre cifre qui sotto riportati e dite quale di essi, secondo logica, può essere considerato “intruso”.

TEST 3

Osservate attentamente le seguenti dieci frecce e rag gruppate in 20 secondi quelle della stessa lunghezza.

TEST 4

Osservate attentamente la seguente figura e andate a pagina 96.

Soluzioni a pag. 96

www.spazio50.org | dicembre 2022 94
Giochi di
Cervello
Diglio
Stuzzica
di Enrico
R D C L A A O T S R E 871 440 431 634 743 532 211 954 624 550 a) b) c)
N.4
d) e) f) g) h) i) l) ITEM

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Relazioni personali

75enne pensionato, libero, residen te a Napoli, conoscerebbe, per ami cizia, signora sola e libera, preferibil mente della Campania. Telefonare al 3801275003.

Signore 67enne, molto giovanile, sportivo, raffinato, bella presenza, co noscerebbe una lei - preferibilmente del centro Italia - con bella mente ed animo ricco, per amicizia ed eventua li sviluppi. Telefonare al 3336574837.

75enne pensionato, giovanile, libe ro, residente in provincia di Como, conoscerebbe signora max 70enne, graziosa, longilinea per eventuali fu turi sviluppi. Non ho l’auto quindi cerco una persona che risieda a Como o provincia. Astenersi perditempo o senza requisiti richiesti. Telefonare al 3334276676.

Signora 70enne, cerca signore a sco po amicizia, onesto e serio, libero da impegni familiari. No convivenza, no perditempo. Solo persone serie. Telefonare al 3533980646.

71enne, piacente, giovanile, al legro, curioso, positivo. Mi piace viaggiare e divertirmi. Affettuoso,

emotivo ma flemmatico. Adoro pas seggiare anche sotto la pioggia. Vorrei conoscere una compagna ami ca, non fumatrice, per condividere i medesimi interessi e magari altri che non conosco. Trieste e Regione. Incontriamoci per un caffè. Telefonare al 3517978899.

Pensionato, 79 anni, di bella pre senza, cerco compagna con sani principi, per una seria convivenza, che voglia venire a vivere con me in Calabria, in provincia di Cosenza. Vivo in un paese piccolo, immerso nella natura, bello, vicino al mare, in collina. Solo contatto telefonico, non uso social network. Telefonare al 3333776072.

67enne, pensionato, di aspetto gio vanile, cerco donna con un grande cuore dai 50 ai 65 anni e, siccome tutte le donne sono belle, può par tecipare tutta l’Italia. Insieme si ri comincia e, se sei fortunata, sarò il tuo uomo.

Telefonare al 3883454926.

68enne distinto, buona cultura, al to 1,80, gradirebbe conoscere don na disposta a trasferirsi nel Veneto per un rapporto di amicizia finaliz zata ad eventuale unione. Serietà e discrezione.

Telefonare al 3381032900.

Ho 76 anni, ma, grazie ai caratteri ereditari, non li dimostro. Sono vedova, con desiderio di conoscere una persona, per sola seria amicizia. Esi go che sia libera da impegni familiari, napoletana, laureata, educata, gentile e non fumatrice.

Telefonare al 3294198887.

Disperatamente alla ricerca di un vedovo o single ligure, senza figli, per una donna libera come la sottoscritta settantenne, tanto romantica, dina mica ottima guida, amante musica e gite, disposta a trasferirsi amando tanto il mare.

Telefonare al 3334360822 (dal lunedì al venerdì).

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Cerco in regalo borsette, portafogli, gioielli, per organizzare mercatini. Telefonare al 3498431745.

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LA REDAZIONE NON RISPONDE DEL CONTENUTO DELL’INSERZIONE. L’art. 6, comma 8, del D.L. 4/6/2013 n. 63, convertito nella L. 3/8/2013 n. 90, ha imposto di riportare negli annunci di vendita o di locazione di immobili, l’indice di prestazione energetica dell’involucro edilizio globale o dell’unità immobiliare e la classe energetica corrispondente. Lo stesso D.L. ha previsto, inoltre (art. 12), che in caso di violazione di tale obbligo, il responsabile dell’annuncio è punito con una sanzione amministra tiva non inferiore a 500 euro e non superiore a 3.000 euro. A tal proposito, evidenziamo che per la pubblicazione accetteremo solo annunci che riportino anche quanto previsto dal suddetto art. 6, comma 8.

dicembre 2022 | www.spazio50.org 95

TUTTE LE INSERZIONI SONO PUBBLICATE GRATUITAMENTE E NON DEVONO SUPERARE LE 50 PAROLE

Soluzioni giochi

REBUS (6 3 2 7 9...)

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...ED iri; S T abili; R è la, no RM; alita = ...e di ristabilire la normalità

Stuzzica cervello

TEST 1 - La parola che si ottiene utilizzando tutte le undici lettere date è CALDARROSTE.

TEST 2 - Il numero a tre cifre che tra i dieci dati può essere considerato “intruso” è 634. Esso, infatti, è l’unico numero in cui la prima cifra da sinistra non si ottiene addizionando la seconda e la terza cifra del numero stesso.

871 8=7+1 440 4=4+0 431 4=3+1 634 3+4 = 7 743 7= 4+3

532 5=3+2 211 2=1+1 954 9=5+4 624 6=2+4 550 5=5+0

TEST 3 - Le frecce date possono essere divise in due distinti gruppi in base alla loro lunghezza: al primo gruppo appartengono le frecce (di lunghezza inferiore) contrassegnate dalle lettere a), c), e), h), l); al secondo gruppo appartengono le frecce (di lunghezza maggiore) contrassegnate dalle lettere b), d), f), g), i).

TEST 4 - Quale delle quattro seguenti figure rappresenta quella prima vista?

GIOCHI IN VERSI INDOVINELLI Parole…parole = Il dizionario
Ritratto di amante = La minestrina in brodo
a) b) c) d)

BAZAR

SOLIDARIETÀ

IL NATALE SI ASPETTA INSIEME

Da tempo, gli anziani ospiti di 14 RSA del gruppo Orpea Italia - punto di riferimento nella cura della fragilità - lavorano per cre are con le loro mani dei calendari dell’Avvento solidali destinati ai reparti infantili degli ospedali o a piccole associazioni che si occu pano di bimbi con difficoltà fisi che, emotive o sociali. L’iniziativa si chiama “Insieme. Aspettando il Natale” e unisce due fragilità, quella degli anziani delle RSA e quella dei bambini dei reparti ospedalieri o che vivono in dif ficoltà. Un modo per coniugare diverse attività volte all’incontro intergenerazionale. www.orpeaitalia.it

OVER 50 E TESTAMENTO SOLIDALE

In Italia, la propensione a fare testamento risulta piuttosto elevata presso chi ha un titolo di studio alto (27%), fa volontariato (22%) e ha più di 70 anni (il 22% vs il 15% della fascia 50-69 anni): è la fotografia scattata dal Comi tato Testamento Solidale. Ma vi è anche un 5% di favorevoli al testamento, circa 450mila italia ni over 50, che introduce spontaneamente l’elemento della so lidarietà. Nel nostro Paese sono ormai quasi 800mila gli italiani over 50 che hanno predisposto un lascito solidale, un milione quelli che lo farebbero e quasi 5 milio ni quelli che lo considerano una possibilità concreta. www.testamentosolidale.org

Questo spazio offre informazioni, curiosità, notizie utili. Come ogni bazar, sarà luogo d’incontro e di scambio. Potete quindi inviarci le vostre segnalazioni e quesiti a: centrostudi@50epiu.it

PET-THERAPY

GERIATRI E VETERINARI UNITI PER GLI ANZIANI

Dalla collaborazione tra geriatri e ve terinari è nato il progetto “Vet-Eris”, per delineare linee-guida sul ruolo delle attività e terapie assistite da ani mali che migliorino la qualità di vita degli anziani. Il piano è stato presen tato a novembre durante il congresso “Florence Geriatric Health Alliance 2022” a supporto di un invecchia mento attivo e sano. La presenza di un animale stimola l’anziano a fare movimento, favorisce le interazioni sociali e risveglia l’elasticità mentale. Studi scientifici confermano benefi ci come la diminuzione dello stress, l’abbassamento della pressione, il mi glioramento della circolazione e livelli di colesterolo più bassi.

CAREGIVING

MILIONI DI LAVORATORI DELL’ASSISTENZA NELL’UE

Il lavoro di cura e di assistenza è in espansione in tutta Europa. A dirlo è l’Osservatorio Domina che ha pub blicato Domestic work in Europe: a fast-growing sector, primo dossier europeo sul lavoro domestico. Il documento analizza i diversi modelli di welfare e le profonde differenze nella gestione del lavoro di cura e di as sistenza alla persona. Complessiva mente, sul territorio UE 27, nel 2020 sono presenti quasi 11 milioni di lavo ratori dell’assistenza. A livello econo mico, il settore ha prodotto un valore aggiunto di 39,4 miliardi di euro, pari allo 0,33% del totale nell’area UE 27, con picchi massimi in Italia (1,09%) e Spagna (0,88%).

SALUTE

ALZHEIMER:

LO RIVELA UN TEST DEL SANGUE

Attualmente, per diagnosticare la de menza sono necessari due tipi di esa me invasivi e costosi: scansioni Pet (tomografia a emissione di positroni) o punture lombari spinali. Ora, però, secondo uno studio della Central University in North Carolina (USA), un semplice test del sangue potreb be rivelarne l’insorgere anni prima del manifestarsi dei sintomi. Il test, in fase sperimentale, ha identificato due proteine “canaglia” nel cervello di persone con lieve deterioramento cognitivo che si presentano nel pla sma, due biomarcatori individuabili con un semplice esame del sangue.

LIBRO

LA CURA IN MODALITÀ PALLIATIVA. LE PAROLE, LE REGOLE, LE PRATICHE di Sandro Spinanti

ED Editrice Dapero, 2022, pp.192 Rivolto ai professionisti delle RSA, il volume approfondisce il tema delle cure palliative partendo pro prio dalle problematiche ad esse collegate: parole scorrette, norme carenti e pratiche inappropriate. L’autore intende superare questi limiti, accompagnando il lettore ol tre l’idea diffusa che la palliazione serva solo quando non c’è più nul la da fare. La cura, invece, quando viene permeata dai valori della pal liazione, si trasforma in un proget to su misura per ogni persona, che si fonda su parole e gesti che sanno incontrare l’altro e accompagnarlo nel suo percorso esistenziale.

dicembre
| www.spazio50.org 97
2022
a cura del Centro Studi 50&Più

Risponde Giovanna Vecchiotti Direttore responsabile 50&Più

SE I NIPOTI FANNO PERDERE

LA TESTA

Quando si diventa nonni, forse è vero, si perde un pochino la ragione per i propri nipoti. Si amano tanto, ci si gioca per ore e si viziano un po’, ma senza mai dimenticare che l’educazione primaria spetta ai genitori

Gentile Direttrice, le scrivo questa lettera per complimentarmi con lei per l’inchiesta che è stata pubblicata sul numero di ottobre, e che riguarda i nonni. L’ho letta con particolare attenzione perché anche io sono nonna di quattro splendidi nipoti, “i miei gioielli” li chiamo, e devo dire che mi rendo conto di essere quasi più orgogliosa di loro di quanto lo fossi dei miei figli alla stessa età. Quando nacque il primo nipotino, una mia amica mi disse: «Benve nuta nel club dei rimbambiti per amore, perché i nipoti fanno vera mente perdere il lume della ragione», ma io non ci volevo credere. Invece è proprio così. Quando sono con loro, mi sembra di tornare bambina e faccio giochi che non avevo mai fatto neanche quando ero piccola, vuoi perché i tempi sono cambiati vuoi perché ora di tempo ne ho in abbondanza (sono vedova, i miei tre figli sono tutti sposati e quindi vivo da sola). Ma devo dire una cosa “a discolpa” dei nonni: non è vero che viziano i nipoti, è vero invece che si pon gono verso di loro in maniera diversa rispetto a come un genitore si pone di fronte ad un figlio. Il genitore deve educare, e questo lo faccio fare ai miei figli e alle nuore, ma i nonni avendo più tempo da dedicare ai bambini sono più disposti ad ascoltarli, ad assecondare i loro tempi, ad accettare i capricci perché sanno per esperienza che il capriccio è di per sé passeggero e come è arrivato se ne va. E devo dire che quest’attenzione, questo amore che ho verso i miei nipoti mi viene ricambiato non una ma cento volte. Ed io, lo con fesso, mi “rimbambisco ogni giorno di più”.

Diciamo che quando “il rimbambimento” deriva dall’amore, signora Adele, va tutto bene. C’è una frase nella sua lettera che mi ha col pito molto: “l’amore che ho verso i miei nipoti mi viene ricambiato non una ma cento volte”; mi riporta alla mente le immagini di un video, che è possibile vedere sul web, girato in Ucrai na, precisamente a Kherson, l’indomani della ritirata dei soldati russi dalla città. Nel breve filmato si vede un giovane soldato ucraino che attraversa di corsa la strada mentre una signo ra anziana sta uscendo di casa. La signora, che ha riconosciuto nel soldato suo nipote sano e salvo, allarga le braccia per accogliere il ragaz zo e grida piangendo di felicità mentre si in ginocchia. Il soldato lascia cadere il suo fucile e stringe con forza a sé la nonna in un lungo abbraccio. È una scena molto commovente che non racconta soltanto il dolore di una guerra e la gioia di ritrovarsi, ma anche l’amore di una nonna e di suo nipote che nessun conflitto potrà mai distruggere. Grazie lettera, signora Adele, e grazie a tutti voi lettori che ogni me se leggete le pagine di questa rivista. A nome mio e di tutta la redazione, un caloroso Buon Natale e un Felicissimo 2023.

PARLIAMONE...

Chi volesse scrivere a Giovanna Vecchiotti può farlo: per posta - C/O Redazione 50&Più Via del Melangolo, 26 - (RM) per fax - 066872597 per email - g.vecchiotti@50epiu.it

Lettere al direttore
www.spazio50.org | dicembre 2022 98

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