Maggio 2022

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La forma delle nuvole

Un padre e una figlia osservano il mondo

L’INGANNO DELLA FACILE CONOSCENZA di Gianrico e Giorgia Carofiglio

U Viviamo un periodo storico in cui ogni informazione è di facile reperibilità. I social media sono l’emblema di questa conoscenza “self service” che, però, ha un risvolto insidioso: è solo un sapere effimero, spesso privo di attendibilità 10

na neuroscienziata dell’UCLA, Maryanne Wolf, ha elaborato un concetto appropriato per i nostri tempi: perdita della pazienza cognitiva. Si tratta della riduzione - se non dell’abolizione - della capacità di esaminare accuratamente le questioni, i temi, in un impegno autentico di comprensione e diagnosi. La riduzione della capacità di astenersi dal giudizio in assenza dei necessari elementi, del necessario approfondimento. Scompare la pazienza cognitiva nel comportamento di chi cerca di acquisire informazioni nel modo più veloce e meno faticoso possibile. Ciò naturalmente è propiziato dalla disponibilità, soprattutto attraverso internet e i social media, di un’enorme mole di dati su ogni argomento. Questo genera l’illusoria convinzione di poter sapere tutto senza studio, senza sacrificio, senza la fatica necessaria per imparare davvero. L’accesso a un grande quantitativo di fonti, combinato con l’incapacità di esaminarle criticamente, produce una conoscenza apparente e insidiosa. Nella migliore delle ipotesi ci limitiamo alla superficie delle questioni, senza approfondirle, senza comprenderle, senza essere in grado di elaborarle e farle diventare sapere critico. Trasformiamo la possibilità di arrivare a qualsiasi informazione con la persuasione infondata di poter interloquire

su tutto. Da questo nasce il pericoloso rifiuto - quasi il disprezzo - per le (vere) competenze e per i (veri) saperi. A ciò si aggiunga che la ricerca accelerata, nevrotica, ossessiva di atomi di conoscenza sconnessi tra loro è dominata dalla fretta, altra perniciosa categoria della modernità. L’accelerazione fine a se stessa non consente il controllo degli eventi, delle dichiarazioni, della formulazione delle opinioni. Dipende (anche) dall’ansia - un’ansia generale, strutturale - e nelle azioni che genera non vi è precisione, non vi è reale intenzione. La fretta impedisce l’approfondimento, ostacola la comprensione e produce, nel migliore dei casi, delle mezze verità; nel peggiore e più frequente dei casi, un totale fraintendimento delle idee e dei fenomeni. Particolarmente efficace, e per certi aspetti tragica, la definizione di social media elaborata dallo scrittore francese Jerome Ferrari: “Dove cercano tutti disperatamente di esistere, e invece, con l’esibizione delle loro opinioni, commenti, fotografie non costruiscono che un tempio vuoto dedicato a un fantasma”. Le piattaforme social sono progettate per sfruttare i nostri difetti e distorcere impulsi sani o perlomeno neutri, come il desiderio di mostrare il nostro lato migliore in pubblico o di avere l’approvazione di chi ci sta intorno. Fondamentale nel modello di business dei social media

www.spazio50.org | maggio 2022

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14/04/22 15:10


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