Maggio 2022

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Periscopio

CYBERCONDRIA, QUANDO L’ANSIA È A PORTATA DI CLICK a cura di Dario De Felicis Può capitare, soprattutto dopo una certa età, di svegliarsi la mattina con qualche dolorino. Nulla di preoccupante, poco più di una dolìa. All’inizio non ci facciamo caso, con tutte le cose da fare, eppure quel dolorino continua ad infastidirci e ad essere ricorrente, finché non decidiamo che è ora di dargli attenzione. Chi non è un medico non sa da cosa possa derivare, e inizia una lieve inquietudine che diventa ansia in breve tempo. Ci serve un responso veloce, un consulto rapido per dissipare ogni dubbio. Ma chi può aiutarci? Il computer, naturalmente; anzi, nello specifico il motore di ricerca Google. Una veloce digitazione del dolore che ci affligge e il risultato è impressionante. Secondo i siti consultati, il piccolo fastidio può essere sintomo di innumerevoli, gravi malattie che spesso includono anche la morte. Ed è a quel punto che in molti si scatena il panico, che generalmente porta a consultare un altro sito e poi un altro ancora per avere conferma di quanto letto: con l’unico risultato di vedere moltiplicate le possibilità di malanni, spesso irreversibili. Risulta del tutto normale, a quel punto, entrare in uno stato di angoscia e preoccupazione che prende il nome di Cybercondria, una sorta di ipocondria tecnologica. Il problema è che il web offre una vastità

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pressoché inesauribile di informazioni mediche fornendo, però, risposte non sempre affidabili e accurate. Per molti psicologi la Cybercondria è considerata come una vera e propria patologia, per la componente ossessivo-compulsiva unita alla sfiducia nei confronti del medico curante. La pandemia, poi, ha acuito questo disturbo anche nei più giovani, che spesso si affidano ad internet per qualsiasi informazione. Ad oggi, questa “ipocondria 2.0” sembra crescere in maniera esponenziale, caricando il potenziale paziente di stress e preoccupazioni che possono addirittura aggravare i sintomi della “presunta malattia”. In qualche maniera è necessario fermarsi in tempo da questa consultazione esasperata, imprecisa e senza fine. Le soluzioni per uscire da questo circolo vizioso sono semplici ma, al tempo stesso, difficili da mettere in atto. Innanzitutto, cercare di ristabilire un rapporto di fiducia col proprio medico curante, per esporre di persona tutti i sintomi. Per chi non ci riuscisse, iniziare un percorso di psicoterapia per equilibrare gli stati d’ansia e staccarsi dal giogo del web. Perché, ricordiamolo, è sempre meglio non fidarsi troppo del “Dottor Google”.

www.spazio50.org | maggio 2022

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14/04/22 15:12


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