marzo 2022 Anno 28 n. 7 settembre 2019 ISSN: 2612-4068
SUPPLEMENTO A DIMENSIONE PULITO MARZO
SPECIALE
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Ambientali UN PERCORSO FORMATIVO PER IL RISPETTO DELL’AMBIENTE ADV_153x190_Harmonix Pasta_V1.pdf
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Cambia la tua strategia
INFESTANTI Blatte, come combatterle efficacemente
Nuovo rodenticida a base di colecalciferolo: principio attivo non-anticoagulante
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CASE HISTORY Gestione mosche in un’azienda di compost
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“La disinfestazione a residuo zero nell’industria agroalimentare” con presentazione della pubblicazione “Gestione e Controllo degli infestanti nell’industria alimentare. La disinfestazione di qualità” a cura dell’Ufficio Tecnico di Copyr. 31 marzo 2022 presso PESTMED - Pad. 32 | Sala B
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Sommario ANNO 31 - SUPPLEMENTO A DIMENSIONE PULITO 2 MARZO 2022 Periodico mensile edito da
Quine Srl Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano www.quine.it | info@quine.it | Tel. 02 864105 Direttore Responsabile Giorgio Albonetti
Direttore Tecnico Maurizio Pedrini
IN COPERTINA Bayer è un’impresa globale con competenze nelle scienze della vita, in particolare nella salute e nella nutrizione. In Environmental Science lavoriamo per promuovere ambienti salubri in cui vivere, lavorare e passare il tempo libero. Tutti i giorni i disinfestatori proteggono l’igiene e la salute facendo A SCUOLA DI EFFICIENZA fronte alle sfide complesse portate dagli infestanti. Come Bayer siamo orgogliosi di sostenerli nel loro lavoro, da professionisti a professionisti.
Redazione Cristina Cardinali - c.cardinali@lswr.it Loredana Vitulano - loredana.vitulano@quine.it Tel. 342 6618995 Simone Ciapparelli - s.ciapparelli@lswr.it
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Consulenti tecnico scientifici per la sezione Igiene&Ambiente Chiara Dassi - Graziano Dassi
LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DEGLI IMPIANTI HVAC&R NORMATIVA
ANNO 8 - FEBBRAIO 2017
NOVEMBRE/DICEMBRE 2016
MARCO BOSELLI Bosch riparte da… Bosch
Organo ufficiale
ORGANO UFFICIALE ANGAISA (Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrotermosanitari, Climatizzazione, Pavimenti, Rivestimenti ed Arredobagno)
CLASSIFICHE 2015
Panoramica di inizio anno
Produttori e distributori: ce la si può fare!
Ufficio traffico e Servizio abbonamenti IMPIANTI NEGLI NZEB: #251 DALLA TEORICA ALLA PRATICA TAVOLA ROTONDA
Conto Termico e TEE. A che punto siamo?
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MARCO BOSELLI Bosch riparte IMPIANTI AD da… ARIABosch PRIMARIA VS VAV
FOCUS COMMISSIONING
Analisi del processo e case study
Organo ufficiale
bimestrale
Poste italiane Target Magazine LO/CONV/020/2010 - Omologazione n. DCOCI0168
SOTTORAFFREDDAMENTO CLASSIFICHE 2015 ADIABATICO PER LA
ITS Dove va la filiera?
A SCUOLA
FOCUS Un anno di logistica MATERIA CONNECTION
FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE Produttori e distributori: ce la si può fare!
TREND Il bagno che ti calza a pennello
N. 64 · Anno XI · dicembre 2016
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
FILTRAZIONE E QUALITÀ DELL’ARIA Responsabile Commerciale DI EFFICIENZA Luigi Mingacci - l.mingacci@lswr.it | Tel. 320 4093415
ORGANO UFFICIALE ANGAISA (Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrotermosanitari, Climatizzazione, Pavimenti, Rivestimenti ed Arredobagno)
DISTRIBUZIONE Quando la differenza la fa il “service”
ISSN: 2038-0895
N. 64 · Anno XI · dicembre 2016
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
SPECIALE BIM
ANTONIO FALANGA Una passione sempre viva
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
HANNO COLLABORATO Pubblicità e Sviluppo: Filippo Viola - f.viola@lswr.it Simone Ciapparelli, Chiara Dassi, Graziano Dassi, RISPARMIO ENERGETICO NEL TERZIARIO COMMISSIONING Guido Rossi - g.rossi@lswr.it OrganoLuca ufficiale Ilorini, FINCO Michele Ruzza, Silvia Fortuzzi, Rossi - e.rossi@lswr.it OrganoEdoardo ufficiale AiCARR www.bluerosso.it Organo ufficiale ANGAISA www.casaeclima.com LA RIVISTA CHE HA PORTATO Pedrini, Alex Pezzin Elena Brusadelli L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E LA RIVISTA PER I - e.brusadelli@lswr.it LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALEMaurizio LA PROGETTAZIONE PROFESSIONISTI DELL’HVAC&R SETTORE IDROTERMOSANITARIO IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA SOSTENIBILE IN ITALIA IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE ITS Dove va la filiera?
FOCUS Un anno di logistica
POSTE ITALIANE SPA – POSTA TARGET MAGAZINE - LO/CONV/020/2010.
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SAIE INNOVATION 2016 MEDAGLIE D’ORO A “IMPATTO ZERO”
FOTOVOLTAICO INTEGRATO STORIA E ITER PROGETTUALE PCM UNA SCELTA DA NON SOTTOVALUTARE
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Il ruolo del BIM nella sicurezza in cantiere
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DISTRIBUZIONE Quando la differenza la fa il “service”
ANTONIO FALANGA Una passione sempre viva
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Il ruolo del BIM nella sicurezza in cantiere
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ISSN n. 1974-7144
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/MI
CLAUDIO DE ALBERTIS, INGEGNERE VISIONARIO pag. 5 • NUOVE NORME UNI pag. 21 • MOSTRE E CULTURA pag. 21 • IN LIBRERIA pag. 21
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IMPIANTI FOTOVOLTAICI
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I BENEFICI DELLA NORMAZIONE
alle pagg. 1617
6 I medici dell’ambiente
alle pagg. 2223
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L’EDITORIALE
Innovazione e cambiamento
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Stampa Grafica Veneta Un CNI eletto per dare risposte In USA volano le infrastrutture Via Malcanton 2 35010 Trebaseleghe PD - Italia www.giornaleingegnere.it
N. 12 - Dicembre 2016
Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti
La crisi ancora “morde”, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri
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TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilità diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono a pag. 15
Newsletter
Nr.01 – VENERDì 13 GENNAIO 2017
, operativo Top 7 megadello unico infrastrutture del 2016 Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7
→ pag.37
2
O IN CRISI
ra trattative e consultazioni?
egli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre
sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario ni delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter rtissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di n affanno. Stabilità e certezza sono oggi più lontane per lo punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac NI e Governo che fine faranno?” / alle pagg. 1819
LA TRIVELLA
Professionisti al passo coi tempi...
a pag. 10
Eucentre per ricostruire la sicurezza A Pavia il Centro Europeo di Ricerca Formazione in Ingegneria Sismica →epag.25
a pag. 10
Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un tim→ pag.5 bro di carta per documentare la consegna.
VENERDÌ 13 GENNAIO 2017
iunge oltre 42.000 iscritti
www.ammonitore.com
Novembre/Dicembre 2016
Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.
PROFESSIONE
[pag. 10]
PROGE T TA ZIONE
50 anni di torni
Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività. Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale già a partire dalla seconda metà del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]
– Anno 72 - n. 9
www.ammonitore.com
Novembre/Dicembre 2016
MENSILE D’INFORMAZIONE PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE FINANZIAMENTI PMI
TAVOLA ROTONDA
AUTOMAZIONE
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Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?
[pag. 14]
AT T UA L I TÀ
MATERIE PRIME
Il cliente prima di tutto In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano. MISURA
Un ponte tra passato e futuro
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FINANZIAMENTI PMI
TAVOLA ROTONDA
Italia scossa
Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?
di Fabio Chiavieri Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. È la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrà più rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo”. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni più datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i più grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, più volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna così alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perché il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.
Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. È la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrà più rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo”. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni più datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i più grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, più volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna così alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perché il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.
IN QUESTO NUMERO
Maurizio Pedrini [pag. 14]
M-Steel qualità da oltre 40 anni
Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualità M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilità M-Steel si caratterizza per affidabilità, coerenza e prevedibilità nelle lavorazioni, riducendo i così costi di pro[pag. 12] duzione.
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AT T UA L I TÀ
www.meccanica-automazione.com
INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni
STORIA DI COPERTINA
TENDENZE Generative design, come cambierà il mondo
MACCHINE UTENSILI
Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati
[pag. 18]
LOTTA BIOLOGICA PANORAMA La formazione salesiana professionale SPECIALE Robotica Sempre più al centro dello sviluppo
CAD/CAM unico per il settore Lamiera
36 Quando lo scontro si fa DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron
MATERIE PRIME
Il cliente prima di tutto
In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano.
L’utensile “intelligente” è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]
AUTOMAZIONE
IN QUESTO NUMERO
LAMIERA
L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo
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riconoscimento delle cimici a cura di Simone Ciapparelli
Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualità M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilità M-Steel si caratterizza per affidabilità, coerenza e prevedibilità nelle lavorazioni, riducendo i così costi di pro[pag. 12] duzione.
40 anni di storia e successi nella robotica industriale
Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attività: una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.
UTENSILI
Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attività in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalità di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.
PROGE T TA ZIONE
M-Steel qualità da oltre 40 anni
8 Le nuove sfide del Pest Control #4maggio 2016 mensile
Editoriale
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44 Decreto sanzioni per la responsabilizzazione dell’operatore Michele Ruzza
|
INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni
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lusa la riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione
IL PERIODICO ORMAZIONE ERI E ARCHITETTI L’AGGIORNAMENTO NALE VIA MAIL
INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI
“Il museo del futuro è il mondo intero”
I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre
Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. Stabilità e certezza sono oggi più lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac cordi tra CNI e Governo che fine faranno?” / alle pagg. 1819
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Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un tim→ pag.5 bro di carta per documentare la consegna.
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SLETTER – Nr.01 – Pag.1
→ pag.37
ROBOTICA
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30 Utili o dannose? Guida al #4maggio 2016 mensile
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LA TRIVELLA
a pag. 7
Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività. Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale già a partire dalla seconda metà del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]
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GOVERNO IN CRISI
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Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.
di Fabio Chiavieri
Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7
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Un ponte tra passato e futuro
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40 anni di storia e successi nella robotica industriale
Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attività: una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.
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ISSN 2499-362X
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iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderà gli ingegneri fino al 2021, quando completerà i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialità del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è già possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione così forte per la continuità del Consiglio nazionale uscente”, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.
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di GIOVANNA ROSADA
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gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso più ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalità, metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla società o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fare” ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SI” o con un “NO”. È stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “si” e “no” dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianità dell’individuo e l’incapacità della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metà dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltà parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con più forza alla politica? n
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/ Disinfestastorie
I MEDICI dell’ambiente a cura di Graziano Dassi
I
nizierei questa breve nota con un titolo che potrebbe incutere timore: “no numeri, no disinfestazione!” (è anche il titolo di un mio articolo che ne sviluppa i concetti proprio su questo numero). Ma parlo di timore in quanto per esperienza noto una certa ritrosia ad analizzare il nostro lavoro con il rigore dell’aritmetica. Lo spunto mi viene dalle critiche alla lotta adulticida che, sia chiaro, ha due difetti non di poco conto: la non specificità e il problematico controllo delle derive. Ma mi pare strano che si adducano anche ai fenomeni della resistenza ai piretroidi (fatto innegabile, ma da specificare sia
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per p.a. sia per ceppo genetico stabilizzato) come argomento di scarsa efficacia e poi li si indichino come terapia farmacologica nei casi di virosi (accertata o sospetta). Le virosi sono una cosa seria e per definire un protocollo d’emergenza il professionista deve avere le giuste informazioni e conoscerne ogni dettaglio. Sempre considerandoci i medici dell’ambiente sarebbe bene che ci attenessimo ai criteri della clinica sanitaria. E l’analogia agli antibiotici mi pare evidente (nessun medico o veterinario confonderebbe una tetraciclina con una cefalosporina) e anche noi dovremmo porre la giusta atten-
zione perché i nostri p.a. non sono tutti uguali e neppure le varie formulazioni: una micro-emulsione acquosa non equivale a una emulsione concentrata. È pur vero che la prescrizione delle terapie antibiotiche un tempo si era diffusa sia nei casi di reale necessità sia in casi in cui il loro uso poteva considerarsi superfluo o addirittura inutile. Ma credo che nessun clinico si azzarderebbe a interdirne l’impiego. Se accettiamo questo concetto, a mio giudizio, tre sono gli aspetti da non trascurare: il primo è quello di approfondire le metodiche a cui fanno riferimento le pubblicazioni che affermano le resistenze. In questo mi sento di sottolineare che nessuna generalizzazione è ammessa. Ricordo, per esperienza diretta, le difficoltà di stabilizzare il corredo genetico di Musca domestica per valutarne la sensibilità/resistenza dei vari ceppi nei confronti del diclorvos (DDVP) [§], difficoltà che si moltiplicavano per i colleghi che si occupavano delle varie specie di zanzare. Il secondo riguarda gli accennati punti critici insiti nella lotta adulticida (con particolare riferimento alle zanzare): (A) la non specificità. In parte ritengo si possa ovviare mirando i trattamenti là dove servono, per lo stretto tempo necessario, con le attrezzature in
grado di dirigere il getto sulle aree dove si suppone esse si nascondano. I biotopi delle varie specie di zanzare sono assai differenti e nelle nostre città le specie pungenti censite non sono poche e, a parer mio, l’Aedes (Ochlerotatus) caspius è parecchio sottovalutata. Sia come sia i mezzi tecnici ci sono, basta privilegiare la precisione di tiro alla potenza. (B) il controllo delle derive che è funzione della dimensione delle microgocce, della loro carica elettrostatica dalla velocità di uscita dell’ugello erogatore. Rimando il lettore all’articolo in cui analizzerò, oltre alla deriva, la velocità di caduta e, cosa poco considerata ma determinante, al tempo di evaporabilità,
che ricordo essere funzione della natura del liquido erogato, della temperatura e dell’umidità relativa. [§] Diclorvos (DDVP) estere fosforico introdotto da Ciba-Geigy, Shell, Bayer nel 1955, regolamentato successivamente in Italia dal DM 21.04.1978 che ne consentiva l’uso solo per comprovata necessità sanitaria sancita dalle Autorità sanitarie. Oggi non più commercializzato. Agiva per contatto, ingestione e asfissia {la sua tensione di vapore era molto elevata: 1600 mPa (20°C) per avere un dato di confronto il valore relativo della deltametrina è di 0,002 mPa (25°) [*]} I primi riscontri di sospette resistenze meravigliarono non poco i ricercatori data la sua aggressività e poca residualità. La cosa fu in seguito “spiegata” dalla poca stabilità in ambiente acquoso del p.a. che era anche commercializzato in emulsione concentrata (EC) diluibile in acqua. [*] https://www.youmath.it/lezioni/fisica/termodinamica/3670-tensione-di-vapore.html
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/ Professione
Le nuove SFIDE del PEST CONTROL Sostenibilità ambientale e riconoscimento giuridico, affinché siano identificate ufficialmente l’importanza e la funzione sociale di questo settore. Marco Benedetti, presidente di ANID, associazione che rappresenta le imprese italiane del settore, traccia gli obiettivi della categoria Maurizio Pedrini
Giornalista di settore Direttore tecnico rivista Dimensione Pulito
L
a figura del pest management ha acquisito in questi ultimi due anni di pandemia un ruolo ancor più importante alla luce della richiesta di interventi mirati nel campo della sanificazione ambientale per prevenire e lottare contro la diffusione del SARS CoV 2. Alla vigilia di
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PestMed Expo, la fiera-evento degli operatori professionali del settore, in programma a BolognaFiere il 30 - 31 marzo e 1 aprile 2022, abbiamo incontrato Marco Benedetti, presidente di ANID, Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione, per rivolgergli alcune domande.
ANID è cresciuta parecchio per numero di associati e peso specifico nel contesto economico di riferimento: come si presenta la sua Associazione a questo importante appuntamento? “Direi in buona salute. Abbiamo raggiunto la quota di 520 iscritti, con un costante incremento di adesioni, indice della bontà delle nostre proposte. Nel panorama nazionale, la nostra è sicuramente l’associazione maggioritaria, alla quale guardano con sempre maggiore interesse le imprese e quanti svolgono l’attività di disinfestazione e sanificazione. Da tempo abbiamo imboccato la strada strategica della sostenibilità, stringendo - tra l’altro - un solido accordo con FederBio che rappresenta il punto di riferimento per il mondo del biologico in Italia. Il tutto con l’obiettivo di porre al centro della nostra attività un percorso che sia sempre più orientato in questa direzione, attraverso un’apposita certificazione che persegua un modello di disinfestazione sostenibile, nel quale l’impiego di sostanze chimiche sia sempre meno contemplato. Del resto, questa è la strada maestra che, a nostro parere, il pest management dovrà giocoforza seguire nel prossimo futuro: un percorso che vedrà le sostanze chimiche ed i biocidi sempre meno a disposizione”. Il disinfestatore oggi è una figura tecnica e professionale sempre più importante e riconosciuta: qual è attualmente l’identikit delle imprese associate ad ANID? “Le nostre associate corrispondono al panorama composito delle imprese iscritte alla camera di Commercio: da quelle di piccole dimensioni alle multiservizi. Dunque, parliamo sia di ditte artigianali, sia di realtà strutturate, con diverse tipologie di Codice ATECO, in grado di operare sull’intero territorio nazionale e anche in ambito continentale, pronte perciò alla sfida in ambito
Marco Benedetti, Presidente ANID
UE. La professionalità e la preparazione dei nostri associati è aumentata di pari passo con lo sviluppo dell’associazione, grazie soprattutto agli interventi di formazione. Questo percorso ci ha permesso di abbandonare definitivamente la figura del vecchio disinfestatore - che amo definire lo spruzzatore di turno, o lanciatore di esche – il quale operava senza avere l’esatta percezione del risultato di quanto stava facendo”. Vogliamo brevemente riassumere quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il pest control odierno rispetto al tradizionale servizio di disinfestazione? “È fondamentale, anzitutto, sottolineare che il pest control rappresenta un servizio di disinfestazione professionale,
tramite il quale ci si affida ad un operatore esperto e competente. La sostanziale differenza tra il pest control e un tradizionale servizio di disinfestazione risiede nel metodo applicato, che si rifà ad un concetto più ampio e articolato, denominato IPM, ovvero Integrated Pest Management. Oltre a mettere in atto tutte le misure correttive idonee ad eliminare, ridurre o prevenire la presenza degli “ospiti indesiderati”, il pest control considera una serie di procedure standardizzate, che devono essere rigorosamente seguite da chi svolge il servizio. Proprio per questa ragione, il pest control si applica in modo specifico alle aziende del settore agroalimentare, che per la natura dei loro prodotti e i servizi offerti, necessitano di un monitoraggio attento ed efficiente in ciascun settore della filiera alimentare, al fine di garantire la massima salute dei consumatori”. Una qualità professionale che oggi è particolarmente curata, qualificata e certificata? “Certamente. Oggi l’alta formazione di questa figura rappresenta un prerequisito, collegato alle certificazioni e agli standard internazionali. Mi riferisco in particolare, come dicevo, alle imprese che operano nel settore alimentare, certificate BRCGS e IFS alle quali sono richiesti elevatissimi standard di professionalità. L’unico neo,
Tabella 1. Panorama delle imprese associate ANID
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/ Professione
come lei ben sa, è rappresentato dal mancato riconoscimento giuridico della nostra figura professionale: un obiettivo per il quale ci stiamo battendo con grande determinazione”. Un traguardo ancora lontano o vi sono segnali concreti di una diversa attenzione delle istituzioni nei vostri confronti? “Le sensazioni sono positive: abbiamo da tempo avviato una fitta serie di incontri con le parti politiche affinché la figura del pest control sia riconosciuta ufficialmente, in tutta la sua importanza e funzione sociale. Stiamo spingendo anche tramite Confindustria Servizi HCFS, per raggiungere questo traguardo tramite una modifica del Decreto 7 luglio 1997 n. 274 del Ministero dell’Industria, che stabilisce i requisiti morali, finanziari e tecnici per essere iscritti nell’Albo Provinciale delle Imprese, istituito presso ogni Camera di Commercio”. Un altro passo decisivo, su questa strada, è senz’altro l’istituzione del Patentino ANID del disinfestatore: di che si tratta? “Il Patentino ANID del disinfestatore è stato da noi istituito in collaborazione con CEPAS, Istituto di Certificazione delle Competenze e della Formazione del Gruppo Bureau Veritas. La proposta di formazione e certificazione, su base volontaria, si rivolge a tutti gli operatori tecnici delle imprese associate ANID, in particolare alle aziende certificate secondo lo standard UNI-EN 16636 e/o la norma UNI-EN ISO 9001-2015. Il percorso formativo teorico e pratico punta decisamente alla formazione di un vero professionista del pest management, completo e aggiornato, colmando così, su base volontaria, ad una lacuna formativa in un settore nel quale è sempre più sentita la necessità di professionalità, stabilendo così una distinzione certa dagli operatori improvvisati o, peggio, dai falsi professionisti”.
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A questo proposito, sappiamo che durante la pandemia avete dovuto combattere la concorrenza sleale di soggetti che si sono proposti al mercato della sanificazione senza possedere i requisiti necessari. Come è andata? “Da parte nostra, ci siamo fermamente opposti a quanti erano privi di un qualsiasi riferimento giuridico per poter operare. In modo particolare, abbiamo contrastato le attività di vendita e servizio praticate con le cosiddette macchine per la sanificazione ad ozono, ed altri sistemi non ancora regolamentati, proposti al mercato senza averne le prerogative. Abbiamo segnalato puntualmente al ministero della Salute queste attività illecite e ci siamo messi a disposizione, collaborando attivamente con lo stesso. Va detto, tra l’altro, che siamo stati i primi ed unici a stilare un documento sulla corretta prassi igienica da seguire nel periodo del Covid 19. Dunque, non ci siamo limitati a curare l’aspetto delle buone procedure, ma siamo andati ben oltre, con una sorta di comunicazione all’intera opinione pubblica. Alla fine il nostro impegno è stato gratificato perché nei vari DPCM il governo ha dovuto mettere mano a questa grave situazione, specificando che l’ozono ha sì funzione disinfettante
ma che, a tutt’oggi, non è registrato quale biocida, e non può quindi venire utilizzato come disinfettante”. Guardando al futuro, quali sono le prospettive per ANID? “Come le dicevo, oltre al riconoscimento giuridico della nostra professione, intendiamo portare avanti e sviluppare ulteriormente il percorso di formazione certificata attraverso il CEPAS, guardando ad una dimensione europea. Siamo consapevoli di aver svolto, ancora una volta, un ruolo da apripista agendo al di fuori dalle logiche commerciali, convinti che in questa complessa fase di cambiamento e transizione, bisognasse investire su questo terreno e su quello culturale, puntando ad una formazione del pest control di valenza ben maggiore rispetto a quella proposta da altri corsi proposti e venduti in ambito nazionale. Parallelamente, oltre ad un pieno riconoscimento dell’associazione in Italia, stiamo stringendo preziose alleanze con l’estero. Non a caso a questa edizione di PestMed Expo avremo ospiti i rappresentanti del CEPA, Confederazione delle imprese europee di disinfestazione, e una delegazione del MEFCA, la Confederazione delle imprese arabe del comparto. Presenze che per noi costituiscono motivo d’orgoglio e grande soddisfazione”.
Eventi
La FIERA della disinfestazione
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pre a Bologna, dal 30 marzo al 1° aprile, PestMed Expo, la Fiera Evento dedicata al mondo del pest-management per la tutela della sicurezza e della salubrità negli ambienti pubblici, privati e lavorativi. L’evento coinvolgerà stakeholders e buyer (italiani ed esteri) con l’obiettivo di creare un forte legame “tutto italiano” anche con i Paesi acquirenti del bacino del Mediterraneo. Dopo due anni di lotta al Covid, il tema della sanificazione e della disinfestazione per la tutela della sicurezza lavorativa e privata è più forte che mai. L’appuntamento di ANID (Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione) assume oggi un ruolo centrale decidendo di spostare a BolognaFiere l’evento internazionale dedicato al settore del Pest Management. PestMed Expo sarà il punto di riferimento per la salute pubblica e del cittadino negli ambienti civili e industriali (Igiene
ambientale), la sicurezza degli alimenti (Imprese della filiera agroalimentare), delle scuole, delle case, dei giardini e degli animali domestici (Igiene civile). Tre giornate fieristiche ricche di convegni, workshop ed eventi formativi su tutti i temi più importanti del settore, con importanti presenza internazionali e i principali player del settore. Normative e controllo del settore, aggiornamento professionale a livello manageriale/tecnico, innovazione, aggiornamento, formazione degli operatori (utilizzatori) e tantissimi incontri con buyer italiani ed esteri. Un’esperienza unica che coinvolgerà tutti i protagonisti impegnati nella tutela della salute e nel mantenimento salubre degli ambienti con già il patrocinio di CEPA (European Association of Professional Trained Pest Managers), FEDERCHIMICA Assocasa e l’adesione di partecipazione del MEPCA (Middle East Pest Control Association) per i Paesi del nord-Africa e Medio Oriente.
PestMed è il palcoscenico che porta il sapere scientifico e professionale di disinfestatori, operatori dei Grandi Hub (Aeroportuali, Ferroviari, Portuali e di Navigazione), dell’Amministrazione Pubblica, dei Condomini e Immobili Privati, le Società di Gestione del Verde Pubblico e Privato, l’Industria in generale, l’Industria Alimentare, la Grande Distribuzione, i Distributori e Rappresentanze Italiane ed Estere, gli operatori del sistema Ho.Re.Ca., Laboratori pubblici e privati, gli operatori della Formazione e Ricerca (Scuole), della Sanità pubblica e privata, degli Imballaggi, della Catena del freddo e gli organi di stampa. www.pestmed.it
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/ Strategie di lotta
Un viaggio a bordo delle MICRO-GOCCE Data la pericolosità delle zanzare come vettori di numerose malattie, i trattamenti adulticidi non vanno considerati come una pratica sempre evitabile ma, se effettuati in maniera razionale, rappresentano un utile strumento di contenimento a cura di Graziano Dassi
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isto che la lotta adulticida alle zanzare è indicata dai più come una tecnica da applicare solo in casi di comprovata emergenza e nella nota della Regione Emilia e Romagna mai a calendario (affermazione che non mi trova del tutto d’accordo ma in altra sede cer-
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cherò di spiegarne il perché anticipando che le radici si affondano nell’analisi storica dell’infestazione in quel dato territorio) cercherò di approfondire alcuni aspetti chimico-fisici delle micro-gocce affinché la scelta delle attrezzature e le relative regolazioni siano fatte nella maniera più consapevole.
In primo luogo parlando di microgocce mi pare giusto, come minimo, conoscerne le dimensioni e aggiungere alcune considerazioni da cui derivare protocolli pratici, fattibili ed efficaci. Come dire se prendiamo una medicina in primo luogo significa che essa è necessaria e, siccome ogni sostanza
che abbia un effetto biologicamente misurabile ha le sue controindicazioni, è bene attenersi: ■ ai giusti dosaggi ■ alla giusta posologia ■ alla giusta durata di somministrazione, ■ valutando che ci siano i giusti risultati terapeutici ■ magari intervenendo con i giusti coadiuvanti, in modo da ridurre gli effetti indesiderati della terapia (un classico è l’utilizzo dei fermenti lattici dopo la somministrazione di un antibiotico) nel nostro caso vale l’esempio di concimazioni fogliari o lavaggio della chioma anche di fronte a sindromi di sofferenza aspecifiche. Si fa presto a dire micro-gocce, ma osservandole da vicino le cose si complicano non poco. La prima domanda che mi pongo è: “è proprio vero che da un grammo di acqua [cm³ = ml (millilitro)] si ottengono ber 30.000.000 (30 milioni) di micro-gocce di 40 micrometri (µm) di diametro (ø)? Siccome l’assunto non è intuitivo una verifica mi sembra assai utile (richiamo di geometria: il volume di una sfera è 4/3 π r³) ■ 30.000.000 x 4/3 x 3,14 x 20³ µm (ø di 40 µm = r di 20 µm) ■ semplificando ■ 10.000.000 x 4 x 3,14 x 20³ µm ■ Trasformando i µm in cm ■ 10.000.000 x 4 x 3,14 x 0,002³cm ■ Come scrivere ■ 10.000.000 x 4 x 3,14 x (0,002 x 0,002 x 0,002) cm ■ Dato che 0,002 x 0,002 x 0,002 = 0,000000008 la formuletta ■ 10.000.000 x 12,56 x 0,0000000008 cm³ ■ Togliamo un po’ di 10.000.000 x 0,000000008 = 0,08 ■ 4 x 3,14 x 0,08 cm³ = 1,0048 cm³ valore che in virtù degli arrotondamenti possiamo dire, come volevasi dimostrare, pari al cm³ da cui eravamo partiti.
Quindi è stato provato che da un cm³ di acqua si ricavano ben 30 milioni di micro-gocce di 40 µm di ø. Lascio al lettore calcolare quante gocce produce un atomizzatore che eroghi 300 L di acqua in un’ora pari a 300.000 ml/h, ovvero 5.000 ml/min, e quante microgocce sono erogate in un secondo. La seconda domanda è: che superficie ha una sfera di un cm³ di volume? Questo valore si esprime sia in cm2 sia in m2 (unità di misura che facilita la
comparazione con micro-gocce di diametro nell’ordine dei micrometri). La formula della superficie (A = area) di una sfera è: [A = 4 π r2] da cui è facile ricavare la superficie che è di 4,828064 cm2 pari (arrotondando) a ≈ 0,0005 m2 mentre le nostre 30.000.000 di microgocce avrebbero una superficie totale di ≈ 15 m2. Tanto per esasperare ulteriormente il concetto, se il ø fosse di 400 µm la superficie delle micro-gocce scenderebbe 0,15 m2 e salirebbe a 1500 m2 se si riducesse a 4 µm.
DIAMETRO
N° DI GOCCE IN UN CM3 = 1 G DI ACQUA
SUPERFICIE TOTALE DELLE MICRO-GOCCE
1,242 cm (è il ø di una macro-goccia di 1 cm³ pari a 1 g di acqua)
1
m2 0,0005
≈ 0,022 m 22 mm
400 µm
30.000
m20,15
≈ 0,387 m ≈ 39 cm
40 µm
30.000.000
m21.500 (*)
≈ 39 m
4 µm
30.000.000.000
m 150.000 (§)
≈ 387 m
2
LATO DEL QUADRATO DI PARI SUPERFICIE
(*) Dato che un campo da tennis per il doppio (ossia comprese le fasce laterali) misura 23,77 m di lunghezza per una larghezza di 10,97 m, pari a un perimetro di circa 260 m2 ne consegue che la superficie totale delle micro-sfere (gocce) sminuzzate da 1 g di acqua dal nostro nebulizzatore-atomizzatore, posto il ø omogeneo di 40 µm, sarebbe pari a quasi 6 campi da tennis! (§) Per quanto riguarda i campi da calcio per le gare internazionali il regolamento prevede Lunghezza (linea laterale): minimo 100 m – massimo 110; Larghezza (linea di porta): minimo 64 m – massimo 75. Tenendo buoni i dati medi, cioè (105 x 70) = 7.350 m2 La superficie totale delle micro-sfere sminuzzate da 1 g di acqua dal nostro ULV, posto il ø omogeneo uguale a 4 µm, risulterebbe perciò pari a 20 campi da calcio!
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/ Strategie di lotta
IN TERMINI PRATICI Da quanto riportato si evince che dalle dimensioni delle micro-sfere (gocce) il cui ordine di grandezza è il nanometro, si passa ai grandi numeri delle micelle erogate e alle superfici totali delle sferette, e qui qualche numero ci può ancora aiutare prima di arrivare a concreti spunti di riflessione. Nel dubbio che la maggior parte dei lettori possa non voler fare i conteggi prima proposti, eccoli qui riportati: Quante micro-gocce di ø = 40 µm produce un atomizzatore che eroghi 300 L di acqua in un’ora pari a 300.000 ml/h? 300.000 ml/h x 30.000.000 = 9.000.000.000.000 (9.000 miliardi) Ovvero 5.000 ml/min, quindi quante in un min? Solo 150.000.000.000 (150 miliardi) Quante micro-gocce sono erogate per secondo? L’inezia di 2.500.000.000 (2,5 miliardi al secondo). IMPORTANTE: MAI NELLA MIA LUNGA ESPERIENZA DI RELATORE NEI CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE HO TROVATO UN PARTECIPANTE CHE AVESSE COSCIENZA DI QUESTI ORDINI DI GRANDEZZA, CHE RITENGO ESSERE UN PREREQUISITO PER UNA LOTTA ADULTICIDA CONSAPEVOLE, SIA NELLE SUE GRANDI POTENZIALITÀ SIA NELLE CONSEGUENZE INDESIDERATE DA MINIMIZZARE.
Un altro aspetto che ritengo fondamentale si basa sulla distanza di caduta di una micro-goccia di acqua in differenti condizioni di temperatura, umidità relativa in µm in assenza di vento (rielaborata da G.A. Matthews).
ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE Nelle affermazioni che ipotizzano la scarsa efficacia dei trattamenti adulticidi non ho mai riscontrato dati relativi alla tensione di vapore del liquido erogato e neppure i dati del Δ T (la differenza di temperatura rilevata da un termometro asciutto e uno bagnato), rilevazione determinante per valutare l’effetto di evaporazione delle gocce di acqua. Ora in mancanza di questi e altri dati (ad esempio presenza di correnti ascensionali) risulta difficile effettuare una analisi critica dei risultati.
È BENE NON DIMENTICARSI CHE… Le zanzare sono delle vere e proprie siringhe volanti, secondo Timothy Winegard (docente di storia alla Mesa University del Colorado) responsabili di eventi storici remoti e determinanti
TEMPERATURA 20° C - UR 80%
TEMPERATURA 30° C - UR 50%
Ø iniziale Micro-goccia
Durata in secondi
Distanza di caduta
Durata in secondi
Distanza di caduta
(°) 40 µm
< 14 sec
< 0,5 m
< 4 sec
< 0,15 m
50 µm
14 sec
0,5 m
4 sec
0,15 m
100 µm
57 sec
8,5 m
16 sec
1,4 m
200 µm
227 sec
136,4 m
65 sec
39 m
(°) il dato non è disponibile e le ricerche continueranno fino a che riuscirò a determinare i valori esatti, ma in questa fase affermare che i valori sono inferiori (<) a quelli riportati per il Ø di 50 µm è assolutamente corretto.
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quali la decimazione dell’esercito unno di Attila, costringendolo alla ritirata. Winegard arriva anche ad affermare che, se non ci fossero state le zanzare, la popolazione della Terra sarebbe addirittura il doppio di quella attuale. Vero è che la storia e le scienze naturali analizzano i fatti, e i fatti dicono che nel 1930 erano note solo 6 malattie trasmesse dalle zanzare, mentre oggi se ne contano 550!
RELATIVE CONSIDERAZIONI Dal fatto che la pericolosità delle zanzare come vettori non può essere trascurata e che sempre più si affacciano nei nostri areali nuove specie, ritengo legittima la tesi che i trattamenti adulticidi a programma non sono sempre e in ogni caso da considerare una pratica da evitare. A sostegno di ciò, il fatto che esistano aree dove la presenza di zanzare è endemica e si ripropone costantemente da più anni, per cui mettere a programma dei trattamenti è cosa legittima per più di una ragione: i trattamenti, chiunque li esegua, devono inserirsi in un piano in grado di adattarsi agli andamenti climatici e ai monitoraggi, ma in ogni caso preventivamente organizzato. Ciò consente anche una ragionevole stima delle risorse economiche messe a bilancio
per tempo (cosa peraltro giustamente contemplata da non pochi capitolati di appalto). Andando oltre, si può affermare che fare dei trattamenti adulticidi in assenza di zanzare adulte attive è cosa assurda, ma è altrettanto vero che eliminare le prime zanzare al loro primo apparire non sarà prevenzione, ma sicuramente è, fino a prova contraria, un utile strumento di contenimento. Rimarco che la lotta adulticida deve essere effettuata in modo razionale quando è necessaria, non solo in fase di emergenza ma anche dove l’analisi dei monitoraggi storici rendono assai probabile, per non dire certo, il superamento delle soglie di tollerabilità. Data la pericolosità sanitaria delle zanzare, la lotta mirata è un fatto di salute pubblica. Un ulteriore fattore positivo per la lotta adulticida mirata è che in una città
non esiste solo la zanzara tigre, per cui i piani regionali dovrebbero presentare delle mappe tematiche per consentire alle Autorità pubbliche e Disinfestatori di redigere dei disciplinari. Per evitare il rischio di soggiornare nell’isola di Utopia, sottolineo una delle mie esperienze in prima linea: in una città pugliese ho stimato (girando con una ape-car guidata da un emulo di Valentino Rossi) tutte ma proprio tutte le vie cittadine, giungendo alla conclusione che i punti di ovo-deposizione potevano essere valutati a 500.000 ± 20% (sull’attendibilità del dato numerico, vista la precarietà con cui ho effettuato la stima ho, io per primo, qualche dubbio, ma sull’ordine di grandezza mi sentirei di rimarcare la credibilità). Aggiungo che in un’acquasantiera di granito di Villa Pamphili a Roma ho contato 1.500 forme giovanili
di Culex pipiens molestus, con sito di ovodeposizione caratterizzato da alta probabilità di sfuggire ai monitoraggi entomologici.
A MIO GIUDIZIO CON RELATIVE RACCOMANDAZIONI Le variabili in gioco sono due: il rispetto dell’ambiente e l’efficacia terapeutica. L’armonizzazione di questi due apparentemente inconciliabili fattori è la sfida che il futuro ci propone. Encomiabile è lo sforzo che traspare dalla lettura delle “Linee guida per il corretto utilizzo dei trattamenti adulticidi contro le zanzare” a cura del Servizio sanitario della Regione Emilia-Romagna (2017), di cui raccomando vivamente la lettura. Pur tuttavia ritengo le mie tesi (in scienza e coscienza) professionalmente corrette e degne di nota.
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/ Pratiche operative
OSSERVAZIONI sulle formulazioni Quando si utilizza un prodotto bisogna tenere conto che ogni formulazione presenta delle specificità e quindi necessita, per essere correttamente distribuita, di essere abbinata allo strumento più adatto a cura di Chiara Dassi
N
ei trattamenti classici della disinfestazione spesso viene indicato il principio attivo come sinonimo del PMC o del Biocida a cui si fa riferimento. Sarebbe come dire che una trattrice agricola da 200 CV è uguale a una macchina sportiva di egual potenza. Credo che nessuno si sognerebbe di arare un campo con una spider e neppure partecipare a una corsa di velocità su pista con un trattore. Eppure in alcuni casi le carat-
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teristiche salienti di una formulazione non sono prese nella giusta considerazione. Vero è che nella pratica operativa il disinfestatore non utilizza un p.a. ma una formulazione adatta a quel determinato parassita in quel determinato contesto. I requisiti legislativi sono che tale prodotto sia registrato per l’uso che se ne intende fare, che sia efficace dal punto di vista tecnico e, per quanto riguarda la sicurezza, che siano rispettate le avvertenze riportate in etichetta.
TUTTO È SEMPLICE PER CHI NON LO DEVE FARE Le implicazioni di sicurezza ambientale, monitoraggio e ispezione sempre più sofisticate dei servizi di disinfestazione tendono a indirizzare le nostre strategie di lotta ad interventi mirati. Ma anche in questo caso uno dei colli di bottiglia è rappresentato dalle difficoltà tecnico-organizzative, dando come prerequisito una competenza dei tecnici ai massimi livelli e termini contrattuali adeguati ai costi.
Le principali tipologie di formulazioni sono: ■ Le emulsioni acquose, che essendo in base acqua non devono vedersela con le caratteristiche tossicologiche dei solventi. Le possiamo dividere in due sottosistemi: le micro-emulsioni, caratterizzate da particelle dal diametro di 0,1-0,01 micrometri (µm), dimensioni che garantiscono massima velocità di penetrazione nelle cellule; le macro-emulsioni, le cui particelle di p.a. presentano dimensioni variabili tra 0,5 e 3 µm. Questi maggiori diametri diminuiscono la velocità di penetrazione nelle cellule degli insetti, ma anche nell’epidermide degli esseri viventi non target. ■ I concentrati emulsionabili, che veicolano il o i p.a. con emulsionanti e co-formulanti e si possono diluire in acqua o in solventi. La scelta di utilizzare l’acqua o i solventi influisce in modo determinante sulla tensione di vapore delle micro-gocce erogate da irroratrici, atomizzatori, nebulizzatori e termonebbiogeni. In agricoltura è invalso l’uso di utilizzare queste sospensioni con adesivanti e/o prodotti anti deriva. ■ I micro-incapsulati, formulazioni costituite da un liquido in cui sono disperse microscopiche sfere la cui superficie esterna (una sorta di buccia) è costituita da un polimero e all’interno si trova il p.a. La caratteristica principale è costituita da un lento rilascio. Si prestano bene con tutte le attrezzature distributive dall’alto volume al volume molto basso [Very Low Volume (VLV)] per arrivare con certi accorgimenti anche all’ultra basso volume (ULV). ■ Le sospensioni concentrate, note anche come flowable, sono formulazioni costituite da una sostanza solida (p.a.) finemente micronizzata sospesa in acqua con l’aggiunta di sostanze che ne impediscono l’aggregazione.
Essi si prestano assai bene ad es. per i trattamenti sulle superfici porose. ■ I liquidi pronti all’uso non necessitano di essere ulteriormente diluiti. Il solvente in cui è sciolto il p.a. può essere oleoso (quindi apolare) oppure acquoso. In genere la concentrazione di p.a. è piuttosto bassa. Per le altre formulazioni ci si limita ad una elencazione sommaria, perché occupano un segmento di mercato di nicchia: polveri secche, polveri bagnabili, compresse, granulari, aerosol, ed esche alimentari. Le polveri secche sono un mix di sostanze minerali in cui sono mescolati in modo omogeneo il o i p.a. Hanno il pregio di avere una lunga residualità e di essere apolari. La distribuzione può avvenire con piccoli soffiatori, ma anche con attrezzature motorizzate. Le polveri bagnabili sono prodotti pulverulenti da sciogliersi/disperdersi in acqua per cui operativamente possono considerarsi dei liquidi. Le compresse sono formulazioni solide utilizzate nella lotta alle larve di zanzara che si distinguono in due categorie: quelle a lenta cessione e quelle effervescenti a rilascio rapido. I granulari sono una formulazione adatta alla lotta larvicida sia delle zanzare sia delle mosche. L’inerte a cui viene combinato il p.a. può essere minerale o organico. Gli aerosol, invece, rappresentano la grande categoria delle bombolette spray caratterizzate sia dal propellente sia dai p.a. nonché dall’ugello di erogazione o dal tipo di nebu-
lizzazione (micronizzata, con cannula di erogazione o a schiuma, a impulso o a svuotamento totale). Anche la distanza di erogazione li caratterizza, infatti ve ne sono alcune particolarmente adatte alla lotta alle vespe. Infine, i gel e le esche alimentari sono costituiti da un p.a. mescolato ad una base alimentare e svolgono la loro funzione insetticida o rodenticida solo se il parassita se ne nutre.
CERCANDO DI TIRARE LE SOMME A parte qualche formulato che non richiede attrezzature di erogazione come gli spray, i candelotti fumogeni e le esche rodenticide (che devono essere collocate in contenitori di sicurezza) tutte le altre formulazioni necessitano di irroratici, o atomizzatori, o nebulizzatori o impolveratori o mezzi in grado di facilitare il posizionamento dei gel o delle capsule o dei granuli. Inoltre, ogni formulazione ha una sua specificità che presupporrebbe anche di essere abbinata al più idoneo macchinario distributivo. Vedi ad es. la scarsa propensione delle sospensioni concentrate con le iper-aerosolizzazioni. Quanto detto ha una veridicità generale, il rovescio della medaglia è costituito dalla necessità di standardizzare i protocolli operativi, semplificandoli per renderli il più possibile a prova di errore. Trovare il giusto equilibrio fra queste variabili rappresenta uno dei patrimoni aziendali che potremmo mettere fra i “valori invisibili” ma tangibilmente importati.
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/ Formulazioni
Un pensiero su ZANZARE formulati e attrezzature Curioso è come le parole seguano le mode: agli inizi della mia ormai non breve avventura professionale nel mondo della disinfestazione si faceva riferimento alla “lotta mirata”, oggi è di moda l’IPM a cura di Chiara Dassi
A
l di là del lessico, resta l’obiettivo di contenere il diffondersi dei parassiti il cui trend è in aumento sia per il tipo di specie sia sulla loro consistenza numerica, e la necessità di realizzare tale obiettivo in modo sostenibile o/e eco-compatibile (altri termini ampiamente utilizzati). Per conciliare le due cose, le procedure più idonee sono da una parte le linee guida delle “lotta mirata” e dall’altra la pianificazione di interventi preventivi. Va da sé che la “lotta mirata” si basa su alcuni capisaldi: ■ Conoscenza topografica del territorio se l’operato si realizza su vaste aree, oppure planimetrica per le strutture industriali su cui identificare i punti critici; ■ I punti critici devono riportare Chi (le specie di parassita bersaglio) e Quanti (la stima numerica per singola specie e vedremo più avanti un esempio riguardante le zanzare); ■ Ciò definito entra in gioco la conoscenza della bio-etologia dei parassiti (in particolare per le zanzare i luoghi di ovo-deposizione e sviluppo larvale e ciclo circadiano); ■ Programma di “lotta mirata” che per le zanzare per quanto anticipato si può riassumere in: lotta larvicida mirata ai siti di ovodeposizione e sviluppo larvale per singola specie;
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lotta adulticida mirata limitata ai luoghi sensibili nei giusti periodi; naturalmente il tutto deve essere guidato da attenti monitoraggi integrati dalle segnalazioni/lamentele; ■ Una pianificazione razionale di interventi di prevenzione da attuare in parallelo; ■ Controllo documentato dei risultati in modo da creare una banca dati da cui ripartire in modo sempre più mirato e quindi efficace negli anni a venire;
■ Tutto ciò si inserirà come punto di eccellenza nei comportamenti dei cittadini o delle maestranze non direttamente coinvolte nei piani di disinfestazione, ma preziosi se collaborativi in modo informato.
LINEE GUIDA DI PROGETTAZIONE Posto che la presenza delle zanzare sia identificata nelle specie 1, 2 e 3, potremmo sintetizzare la struttura progettuale nella tabella 1.
RISORSE TECNICHE Dato un censimento cartografico non rimane che incrociare le caratteristiche tecniche del biocida e/o PMC e l’attrezzatura distributiva. Per il biocida & PMC la prima scelta è l’efficacia nel tempo. Tale caratteristica è determinata dagli stabilizzanti e dal tipo di formulazione. Alcuni esempi possono chiarire il concetto. Le piretrine naturali, se coadiuvate dal PBO, possono avere un’azione misurabile in un giorno, in assenza di tale sinergizzante la già breve persistenza si riduce di molto soprattutto se le condizioni ambientali comportano elevate temperature, luminosità e Ur. Parimenti una formulazione in polvere secca aumenta la stabilità della struttura chimica del p.a. Anche il dosaggio unitario [ml/m², o ml/m³ o ppm (parti per milione, 1 ppm = 1ml/m³)] se corrisponde a un valore molto basso si posiziona evidentemente vicino alla concentrazione minima di efficacia e se ciò accade è chiaro che la residualità si può ridurre a qualche ora, anche se il p.a. è di potenziale attività residuale. Un esempio può rendere più chiaro un concetto: se in laboratorio tratto 10 piastrelle la cui superficie non è assorbente nel modo più assoluto, con una soluzione al 2% di un formulato a base di un piretroide fotostabile in modo che risulti un dosaggio unitario di 100 ml/m² e riscontro una mortalità media superiore al 95% trascorsi 45 gg a 21-22° C, posso affermare che c’è un’ottima residualità. Se ripeto l’esperimento in modo identico tranne che il dosaggio unitario risulti pari a 50 ml/m² probabilmente la mortalità (≥ al 95%) cesserà dopo 20 gg. Se riduco ulteriormente il dosaggio unitario, poniamo a 10 ml/m², il DL 95 verrà meno dopo 24h e via discorrendo.
Tabella 1. SPECIE 1
SPECIE 2
SPECIE 3
X
Y
Z
N’ > a 1.000
N’’ ≈ 400
N’’’ < a 50
+++++
++
+++
Possibilità di lotta larvicida
Si
Difficoltosa
Quasi impossibile
Possibilità di lotta adulticida
Difficoltosa perché difficilmente transennabile
Necessaria per ragioni sanitarie
Possibile con le dovute precauzioni
Da valutare
Possibili
Costosi
Numerose e circostanziate per attività diurna
Non specificata
Numerose soprattutto serotine
Attendibilità dei monitoraggi con trappole adulticide
Scarsa
Da approfondire
Buona
Possibile censimento con ovitrappole
Buona
Da mettere a punto
Poco attendibile
Andamento storico
Stazionario
Di nuova introduzione
In diminuzione
Possibilità di lotta con maschi sterili o sterilizzanti
Si
In fase di studio
No
Buona
Ancora da attuare
buona
% percentuale di presenza stimata N° di aree interessate Rischio sanitario
Possibilità di interventi di prevenzione Numero di lamentele
Formalizzazione cartografica Altro
NB: evidentemente questo è un esempio ed è chiaro che le colonne dovranno far riferimento a ben più numerose specie e le righe adattate e arricchite alle specifiche esigenze.
Da non dimenticare anche che le sospensioni acquose [SC (flowable)] si prestano bene alle superfici porose e insieme ai micro-incapsulati, a parità di concentrazione di p.a., in genere, entrambe le formulazioni, sono più residuali e meno fitotossiche. Per le attrezzature mi limito a ricordare gli aspetti positivi dell’atomizzazione abbinata all’optional dell’elettrostatico.
CONSIDERAZIONI DI UN CERTO INTERESSE L’applicazione dei principi del Sistema HACCP e delle documentazioni car-
tografiche anche a realtà non appartenenti alla filiera alimentare ritengo sia una pratica virtuosa soprattutto in questo periodo di allarme virus. Confesso che fatico, in alcuni casi, ad accedere ai dati di monitoraggio-censimento entomologico e stima dei risultati relativi anche a importanti realtà urbane. Chiedendo ad alcuni conoscenti se sono informati sull’andamento dei trattamenti e sulla stima dei risultati ricevo risposte che sottolineano un certo sconcerto. Ma, per quanto un viaggio si preannunci lungo, comincia pur sempre dal primo passo.
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/ Metodologie
Attrezzature di EROGAZIONE La scelta delle attrezzature per i trattamenti adulticidi delle zanzare rappresenta il tentativo di armonizzare il trinomio composto da ambiente, prodotto e attrezzatura in una logica che contempla costi, benefici e sicurezza a cura di Graziano Dassi
O
gnuno di noi vorrebbe che il proprio medico ci curasse con terapie mirate utilizzando, quando è possibile, i farmaci con il minor numero di controindicazioni evitando l’uso di siringhe. Ora a me è capitato di andare in farmacia acquistare il farmaco e leggendo la “bugiardina” incanutire dallo spavento e pensare “ma ne vale la pena?”. Da allergopatico con complicazioni asmatiche la necessità di curarmi era inderogabile, ma sono tornato dal medico e ho concordato una terapia mirata. Nessuna ingestione di farmaci ma utilizzo di inalazioni in grado di far arrivare il farmaco agli alveoli polmonari. Avevo pattuito la tipologia di inalatore con il mio farmacista che era giunto a suggerire un farmaco in polvere del tutto speciale. Si trattava di polveri ultrasottili che non si aggregano, in grado di raggiungere anche le aree polmonari più difficili. Sia il farmacista sia la “bugiardina” di questo farmaco (che su di me ha ottenuto risultati fantastici) si raccomandavano di insufflare secondo una metodica descritta in modo molto circostanziato. Il medico è stato un poco restio a cambiarmi la prescrizione ma, sia per avergli riportato i suggerimenti del farmacista sia le minori controindicazioni del farmaco a utilizzo mirato, si è convinto che il mio dire non deriva da Google e che le motivazioni
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erano condivisibili. Il farmaco da assumere per ingestione lo tengo di scorta come intervento di secondo livello. Da quanto riportato si possono trarre sia delle considerazioni di carattere generale, ma anche analogie istruttive con i nostri servizi, come rappresentato in tabella 1. Quanto enunciato segue le indicazioni del Pest management ma è altrettanto vero che gli aspetti organizzativi di una ditta di disinfestazione sono imprescindibili per cui la “lotta mirata” deve calarsi in un protocollo il più generalizzabile possibile. Personalmente prenderei in esame una terapia di primo livello basata sull’uso di irroratrici o nebulizzatori o atomizzatori (possibilmente dotati dell’optional in grado di conferire una carica elettrostatica alle gocce erogate in modo da ridurre il rischio della deriva) abbinati a prodotti abbattenti. Come terapia di secondo livello (ovvero di fronte a un allarme rosso) terrei per buono quanto esposto utilizzando prodotti a effetto residuale con una propensione verso i formulati micro-incapsulati. Va da sé che la scelta del mezzo erogante è funzione dell’estensione territoriale e comunque deve essere calata nella specifica problematica, tenendo conto delle avvertenze e istruzioni d’uso riportate in etichetta e impiegare le attrezzature secondo quanto indicato dal libretto d’uso e manutenzione.
AMBIENTE ISPEZIONI E MONITORAGGI Mi sembra metodologicamente corretto cominciare ad analizzare l’ambiente in cui si intende operare. Diverso è affrontare la lotta alle zanzare adulte, e parlare di zanzare è riduttivo (vedremo più avanti il perché) in un parco, in un complesso turistico o in una realtà sanitaria o scolastica o residenziale. Aggiungendo che il problema delle zanzare si sta proponendo anche in non pochi allevamenti di suini.
Tabella 1 ATTORE
PRESCRIZIONE
PUNTO CRITICO
ANALOGIE
Medico
Farmaco per ingestione
Controindicazioni generalizzate
Lotta generalizzata
Paziente
Lettura critica della bugiardina
Ricerca di un farmaco alternativo
Cliente informato e attento, che non si ferma agli slogan
Farmacista
Suggerimento di un farmaco più sicuro
Posologia complessa
Informazione tecnica a 360°
Nelle realtà menzionate le unità di misura sono: 1. L’estensione territoriale in km che il nostro operatore dovrà percorrere a piedi o con un pick-up. 2. Le tipologie ambientali: ■ presenza di vegetazione (alberi, siepi, aiuole, prati, orti) ■ facilità della viabilità ■ specifici vincoli di sicurezza ■ giorni e orari in cui è possibile operare Lascio al lettore più interessato il piacere di completare queste griglie, sia che stia formulando un’offerta che un disciplinare operativo. In entrambi i casi la stima economica è la sintesi del tutto. Un punto critico non trascurabile nasce dalla stima della gravità del problema zanzare: fastidio e/o danno economico e/o rischio sanitario. La valutazione della
gravità è stabilita dalla specie di zanzare presenti che spesso hanno biotopi di ovo-deposizioni differenti, la loro quantificazione e anche i risvolti sanitari connessi reali o potenziali. Quanto sottolineo deriva da esperienze di prima linea in cui basta l’intervento di un solo individuo per creare un sacco di contestazioni. Soprattutto a livello condominiale la regola della democrazia e qualche volta del buon senso sembra non abbiano alcun peso.
PRODOTTI, FORMULAZIONI, PMC, BIOCIDI L’invito ai lettori è quello di consultare con attenzione i cataloghi dei propri fornitori e fare una prima scelta e le priorità a mio avviso sono: ■ coerenza tecnica del principio attivo e relativa formulazione ■ lettura critica del testo dell’etichetta e scheda di sicurezza
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/ Metodologie
■ valutazione critica della letteratura a supporto, possibilmente con l’aiuto del tecnico-venditore della azienda fornitrice ■ esame delle confezioni disponibili e disponibilità di forniture nell’arco dell’anno (con i tempi che corrono è un aspetto che è bene tenere nel dovuto conto) ■ dosaggi autorizzati e compatibilità con le attrezzature aziendali ■ se ha già un vissuto aziendale interpellare anche gli operatori può tornare utile valutazione del costo per unità di superficie in funzione delle possibili concentrazioni (%) di diluizione ■ eventuali punti critici (ad esempio frasi di rischio e pittogrammi) ■ rischi di fitotossicità e compatibilità con i vari materiali. Naturalmente non vanno trascurate reali alternative ope-
rative su cui dirottare eventuali protocolli operativi in situazioni critiche ■ i DPI e il rischio congiunto saranno esaminati nei prossimi capitoli Può sembrare una pedanteria, ma si deve anche tenere conto che alcuni aspetti sono regolamentati da norme cogenti e altri da eventuali norme volontarie
ATTREZZATURE Esse rappresentano la risorsa tecnica che influenza maggiormente la velocità di lavoro. Chiaramente una irroratrice spalleggiata o un nebulizzatore a corrente continua brandeggiati da un operatore appiedato possono coprire una superficie di 750 m per una altezza di 3-4 m, posto che l’operatore proceda a 50 m/ min (3,2 km/h) e che il serbatoio si svuoti in 15 min. In ogni caso non è una capa-
Tabella 2 TIPO DI ATTREZZATURA
PESO MEDIO TOTALE: KG
CAPACITÀ MEDIA DEL SERBATOIO L
VELOCITÀ DI LAVORO KM/H
TIPO DI VOLUME EROGATO
Pompa spalleggiata
3-5
4,5 - 10
2,8 – 3,2
HV MV
Irroratrice a batteria
6
Fino a 18
2,8 – 3,2
HV MV LV
Irroratrice a motore
≥ 8-10
≥ 50
Dispense se carrellata e spinta a mano o su un pick-up
HV MV LV VLV
Nebulizzatori a batteria (possibile l’effetto elettrosatico)
2-4
1,5 -5
2,8 – 3,2
LV VLV ULV
Atomizzatori spalleggiati
≥ 8-12
10 -12
2,4 – 2,8
LV VLV (ULV)
Nebulizzatori o atomizzatori a motore
≥ 30-100
300- 1000
8- 10
LV VLV ULV
Aerosolizzatori
≥ 8-30
≥ 12- 50
8
VLV ULV
HV alto volume L/1000 m²
MV Medio volume L/1000 m²
LV basso volume L/1000 m²
VLV molto basso volume L/1000 m²
ULV ultra basso volume L/1000 m²
>60
20-60
5-20
0,5-5
<0,5
I dati sono puramente indicativi, quelli reali devono essere ricavati dal libretto di uso e manutenzione
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cità operativa di poco conto. Il punto di eccellenza è la precisione distributiva se l’operatore agisce in maniera corretta. Il punto critico è l’impegno fisico richiesto, spesso aggravato dalla calura estiva, anche se le ore ottimali sarebbero la mattina presto o all’imbrunire.
COSTI, BENEFICI E SICUREZZA Appare evidente che il trinomio deve nascere da valutazioni oggettive (anche se ultimamente mi è capitato di leggere su un capitolato d’appalto importante per estensione territoriale e rilevanza economica che non era richiesto il sopralluogo neppure come autocertificazione) da cui ricavare un computo metrico estimativo coerente con l’offerta/disciplinare. Anche i costi della Sicurezza e l’adozione di DPI coerenti con le istruzioni operative e l’eventuale valutazione del rischio congiunto.
ALCUNE CONSIDERAZIONI TECNICHE Il punto critico che vorrei evidenziare è che più l’attrezzatura è potente più gli errori possibili aumentano, quindi l’integrazione attrezzature-formulato-istruzioni è un fattore importante che coinvolge per l’azienda di servizi diversi settori: il marketing, l’organizzazione, le istruzioni operative, la comunicazione commerciale, mentre per i fruitori del servizio gli aspetti che ritengo rilevanti sono la capacità di lettura critica dell’offerta, la sua coerenza con la deontologia aziendale che deve essere in armonia con l’etica aziendale (non solo a parole). In ultima analisi la capacità di selezionare fornitori degni di fiducia al giusto prezzo. Il rischio dell’incauto acquisto è reale perché sempre di più il millantato credito incombe. Un aspetto coerente dal punto di vista tecnico è l’abbinamento attrezzatura /formulato/protocolli operativi e auto controllo dei risultati garantiti dal contratto. Ed ecco un esempio pertinente: erogando formulati micro-incapsulati si evita, in modo
significativo, il rischio di vaporizzazione di una quota parte delle micro-gocce erogate in base acqua. Questo aspetto nel caso nell’offerta sia indicata tale scelta da una parte deve essere evidenziata e dall’altra valutata nel giusto modo. Le due parti devono dialogare, perché anche i formulati micro-incapsulati hanno i loro punti critici. Primi fra tutti si deve tenere conto che certi ULV li maltrattano in modo importante, per cui non sono da scartare neppure le formulazioni classiche, possibilmente mettendo in atto alcuni particolari artifici spesso usati in agricoltura, come ad esempio l’aggiunta di bagnanti, adesivanti o, meglio ancora, l’utilizzo di specifici prodotti per ULV la cui caratteristica principale è di avere basse tensioni di vapore. La tabella comparativa riportata vuole sottolineare che le competenze necessarie per attuare una lotta adulticida mirata ed efficace non sono di poco conto e dovrebbero essere esposte in modo chiaro nei disciplinari sia che riguardino un allegato delle offerte (contratto) sia che siano parte integrante dei capitolati.
Tabella 3. Comparativa di alcuni prodotti rispetto alla tensione di vapore COMPOSTO
TENSIONE DI VAPORE A 20°C
Cloroformio
293.000 Pa = 293 kPa
Alcol etilico (*)
292.750 Pa = 292,75 kPa
Acqua Glicole etilenico
PUNTO DI EBOLLIZIONE INIZIALE
2.300 Pa = 2,3 kPa 6,5 Pa = 0,0065 kPa
61° C 78,4° C 100° C 192° C
Il Pascal (Pa) è una unità di misura che si utilizza sia in acustica, sia per misurare la tensione di vapore. Si noti che più è alta la tensione di vapore e più diminuisce il punto di ebollizione. Per cui conoscere questi valori è importante per valutare il tempo di evaporabilità di una micro-goccia erogata da un atomizzatore. (*) = sarebbe interessante sapere la tensione di vapore e magari il punto di ebollizione della miscela etanolo (70%) e acqua (30%) suggerita come ottimale per ottenere una azione disinfettante.
NON TUTTO MA DI TUTTO A proposito di buona e cattiva comunicazione potremmo risalire al 1670 per incontrare il simpatico personaggio di Bertoldo nato dalla penna di Giulio Cesare Croce per avere una lezione di buon senso. Il principe chiese a Bertoldo di servire a cena la più buona pietanza del mondo e fu così che sulla tavola fu servito un piatto di lingua. Il principe adirato chiese spiegazioni e Bertoldo che si giustificò dicendo:”con la lingua si potevano dire le più buone cose”. Il principe, poco convinto, ribattè ordinando che l’indomani a pranzo fosse servito il cibo più cattivo e Bertoldo preparò lo stesso piatto della sera prima dicendo: “sua signoria sa bene quante cose false si possono dire con la lingua”.
PER CONSULENZE DI COMUNICAZIONE E DI MARKETING TECNICO: GEAM Gestione Ecologica Ambientale di Graziano Dassi geam.dassi@gmail.com MARZO / 2022 | DIMENSIONE PULITO
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/ Trattamenti
NO NUMERI, no LOTTA ai parassiti Pest Control per mezzo di irrorazione, nebulizzazione e atomizzazione e aerosolizzazione ULV a cura di Graziano Dassi
È
innanzitutto necessario partire da tre premesse: la prima è che analizzare una terapia (nello specifico la lotta adulticida) non significa proporla come la panacea universale, anzi, comportando essa non poche controindicazioni, la riterrei una risorsa a cui ricorrere con pru-
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denza e competenza. La seconda è che, se un medico dovesse somministrare un antibiotico senza nessuna precisazione diagnostica e nessuna indicazione relativamente alla posologia e tantomeno senza specificare il tipo di somministrazione: per bocca, per iniezione o altro, sarebbe consigliabile cambiare medico.
La terza, forse la più pertinente in questa enunciazione, è sottolineare la necessità di un’analisi critica di tutti i passaggi che compongono la terapia che si andrà ora a esaminare. L’analogia con il Sistema HACCP mi pare evidente (valutazione dei punti critici e loro controllo) così come con il
Sistema Sicurezza (annullare i rischi o ridurli il più possibile). Si sta cercando, in questo articolo, di fare dei paragoni arditi fra i trattamenti aerei e quelli terrestri, dai potenti atomizzatori su pick up a quelli piccoli su Ape Car per arrivare alle applicazioni pedibus calcantibus («a piedi, con le proprie gambe»). L’accostamento può sembrare forzato ma, come si cercherà di esporre, a livello metodologico le analogie ci sono. Nella terapia che sottoporremo a vari approfondimenti utilizzeremo come esempio la deltametrina, solo perché faccio riferimento a un caso reale riportato in una pubblicazione ormai classica relativa a trattamenti di lotta adulticida alle zanzare in Camargue da cui derivare importanti considerazioni sulle varie formulazioni da abbinare alle caratteristiche di alcune attrezzature distributive.
Tabella 1. Comparazione fra mezzo aereo e mezzo terrestre MEZZO AEREO A PIEDI (ALI FISSE)
MEZZE TERRESTRE
Equipaggio: 1 Lunghezza: 11 m Apertura alare: 16 m Area alare: 30,15 m² Peso a vuoto: 1.270 kg Peso massimo al decollo: 2.800 kg Motopropulsore: 410 kW (550 CV)
Motorizzato Vettore da (nello specifico Ape Car 50) Lunghezza (mm)3.400 Larghezza (mm)1.550 Altezza (mm) 1.680 Portata Utile (kg)245 Velocità max (km/h) 45 Velocità di lavoro (km/h) 6 – 8
NB: la differenza fra peso massimo al decollo e peso a vuoto rende l’idea del carico utile tra pilota, carburante, attrezzature di erogazione e soluzione oleosa = (2800 – 1270) = 1530 – 800 L insetticida = 730 kg fra carburante attrezzature di servizio e pilota
Vettore pick-up in genere da 100 CV con 2 o 4 ruote motrici con cambio manuale o automatico (in certi casi con ridotte), con ottime capacità di carico e comfort da vettura di buon livello. Importante è anche l’altezza da terra che deve consentire anche la marcia in terreni sconnessi. La velocità è ≥ a 100 km/h mentre la velocità di lavoro è fra i 5 e i 10 km/h
Velocità massima: 230 km/h Velocità di crociera: 213 km/h Velocità di lavoro: 120 ≤ 160 km/h Velocità di stallo: 96 km/h Autonomia max: 1.600 km Carico alare: 93 kg/
Per uso umano (spalleggiati) si varia dai 5 L ai 18. Con motori a scoppio o elettrici (a corrente continua o alternata) con potenze da ≈ 1 CV fino a 5. Senza trascurare le attrezzature a pressione manuale. Oggi si vanno affermando anche nebulizzatori a pistola (a corrente continua o alternata) assai interessanti sia per la disinfezione che per la disinfestazione per arrivare alla concimazione fogliare e interventi fitosanitari. La velocità media di lavoro per un tecnico con attrezzatura spalleggiata o trainata varia dai 3 ai 4 km/h.
Nb: I dati sono riportati spannometricamente, un po’ ripescati nella memoria un po’ ricavati dalle schede tecniche di un velivolo, l’obiettivo è sottolineare le performance e sottolineare che a livello metodologico non sono poi così macroscopiche.
NB: la capacità di lavoro di un operatore a piedi può arrivare a 4.000 m/h per una fascia di ≈ 5 m quindi per niente trascurabile: significa 20.000 m²/h che se utilizziamo un’attrezzatura con un serbatoio di 18 L e una portata di 1L/min’ consente di distribuire ≈ 60 L/h sulla superficie di cui sopra. Con ottimi risultati se viene utilizzato il formulato giuso al dosaggio unitario corretto.
LOTTA ADULTICIDA ALLE ZANZARE IN CAMARGUE Volutamente si fa un riferimento a una mia esperienza di parecchi anni fa, in modo che il tempo trascorso privi di qualsivoglia riferimento commerciale l’enunciato e, spero, anche di polemiche e preconcetti. Mi limito quindi a enunciare i fatti così come me li ricordo rimarcando che la differenza fra un coltello e un pugnale sta nella mano di chi lo impugna (ma l’ideale sarebbe prevenire, curare e se necessario intervenire con precisione chirurgica, quindi utilizzando il bisturi). La Camargue, nelle intenzioni dell’allora governo francese, doveva essere la risposta turistica alla Costa Smeralda. Una difficoltà era però costituita dalla massiccia presenza di zanzare. Per risolvere il problema fu potenziato l’istituto di entomologia di Montpellier e furono sperimentate parecchie tecniche di lotta, tra cui la lotta adulticida per mezzo di applicazioni aeree ad ala fissa, che prenderò come esempio affinché ne emergano i principi e le regole generale applicabili alla lotta ai parassiti sia ambientali sia agro-zootecnici.
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/ Trattamenti
I FATTI E LE RISORSE TECNOLOGICHE Furono utilizzati aerei muniti di erogatori a ULV. Velocità e quota di volo furono calcolate con la massima precisione al punto che i velivoli, pur volando con un sufficiente margine di sicurezza, non erano molto distanti dallo stallo per cui volano con gli ipersostentatori estesi al massimo. L’obiettivo era mantenere la quota di volo la più bassa possibile per evitare il più possibile le derive e accentuare al massimo l’effetto di schiacciamento al suolo dell’insetticida utilizzato. Al termine della nota si ipotizza come ottenere questi risultati anche con i mezzi terrestri (Tabella 1). Tanto per farci un’idea con un aereo si trattano 12 ha/min (120.000 m²/min), mentre un operatore ne tratta circa 0,033 ha/min (330 m²/min), ma la precisione di lavoro è assai diversa. Invece un atomizzatore motorizzato che procede a 8 km/h per una fascia larga 12 m ha un rendimento di 9,6 ha/h pari a 0,16 ha/min (1.600 m/min). Tabella 2. Velocità di avanzamento, proiezione orizzontale di lavoro e superficie trattata velocità
Proiezione in orizzontale (larghezza fascia) trattata in un’ora di lavoro espressa in mq
Km/h
4m
6m
8m
10 m
12 m
20 m
4
16.000
24.000
32.000
=
=
=
6
=
36.000
42.000
60.000
72.000
=
8
=
48.000
64.000
80.000
96.000
=
10
=
=
80.000
100.000
120.000
=
120
=
=
=
1.200.000
1.460.000
2.400.000
= Dato non riportato perché ritenuto improbabile Portata
Quantità di soluzione (ml/m²) in relazione alla portata e alla superficie trattata
L/h (L/min’)
m² 16.000
150………(2,5)
9,375
300
m² 32.000
m² 68.000
m² 100.000
m² 1.200.000
(5,0)
600……… (10) 1.200…….(20) L = litro NB: il simbolo del l litro sarebbe l (elle minuscolo) ma potrebbe confondersi con la i maiuscola – mentre ml = millilitro (un tempo indicato con cc = cmc)
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h = ora
min’ = minuti primi
Aspetto importante, la comparazione non tiene conto dei tempi morti che per un operatore e per un mezzo terrestre sono contenuti mentre per un mezzo aereo incidono parecchio e comportano un assistenza a terra di mezzi e di uomini.
RIASSUMENDO La formula riassume ed evidenzia le analogie. ■ Velocità di lavoro (m/min) per fascia trattata (m/min) = Superficie trattata (m²) ■ Superficie trattata (m²) moltiplicato il dosaggio unitario (ml/ m²) = ml di prodotto da mettere nel serbatoio ■ Portata dell’atomizzatore (ml/ min) ■ Quantità di prodotto da mettere nel serbatoio ■ Superficie da trattare (m²) per la portata (ml/min) per velocità di lavoro (m/min) ………………………. ?
www.bleuline.it
Non solo una POMPA, non solo uno spalleggiato, non solo un LV
L’
impiego di nuove tecnologie per il controllo degli infestanti ha portato allo sviluppo di un’attrezzatura completa, in grado di rispondere in pieno a tutte le esigenze operative dei disinfestatori e dei clienti, sempre più attenti all’impatto ambientale, alla professionalità e all’efficacia dei trattamenti richiesti. Il kit AS1200 & REC15 AC1 comprende una pompa di alta qualità con serbatoio da 15 litri e lancia in ottone con impugnatura ergonomica. È in grado di generare una pressione massima di 6 bar, compatibile con numerosi accessori tra cui il soffiatore AS1200. AS1200 è stato appositamente progettato per generare un potente flusso d’aria attraverso il quale viene nebulizzata la soluzione insetticida o disinfettante. Tramite il pannello di controllo
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posto sull’impugnatura di AS1200, la regolazione della portata d’aria e l’attivazione della nebulizzazione sono a portata di dito. La gittata è regolabile su 5 velocità più una modalità aggiuntiva “Turbo”, per consentire di raggiungere 13 metri di distanza, con una potenza concentrata in grado di trattare anche all’interno dei fogliami più densi. Le prestazioni del soffiatore sono garantite da 2 batterie al litio da 18V e 10 Ah di potenza della linea CAS ad innesto rapido, che consentono di eseguire trattamenti fino ad un massimo di 6 ore. Il carica-batterie, dotato di 2 slitte, consente di ridurre i tempi di ricarica completa a 70 minuti, per rendere disponibile in poco tempo la piena efficienza dello strumento. AS1200 è dotato di un porta ugello standard compatibile con tutti i comuni ugelli impiegati per la disinfestazione. È inoltre possibile installare l’ugello NF125 per generare nebulizzazioni ultra-fini, particolarmente indicate nei trattamenti di disinfezione e sanificazione, oppure in quei casi in cui è richiesta una “ridotta bagnatura” delle superfici trattate per il controllo degli infestanti. Il comfort d’utilizzo è garantito dallo schienale ergonomico della pompa con spallacci imbottiti e dal peso ridotto grazie all’impiego di materie plastiche di ultima generazione, che consentono di ottenere robustezza e leggerezza nello stesso tempo. Rispetto ai comuni irroratori spalleggiati a motore a scoppio, l’impiego di energia elettrica riduce al minimo i costi di manutenzione, rende sempre pronto all’avvio lo strumento e permette di
eseguire trattamenti nella massima silenziosità senza disturbare i clienti. È possibile impiegare AS1200 anche in combinazione con pompe carrellate e carriole con serbatoio da 75 litri e 130 litri collegate con tubazioni ad alta pressione, per eseguire trattamenti di lunga durata e favorire la capacità di movimento dell’operatore riducendo i carichi di lavoro. L’approccio green e sostenibile della clientela sempre più attenta all’impatto ambientale, causato da prodotti chimici ed idrocarburi si sposa pienamente con i nuovi prodotti di Bleu Line ed il kit REC15 & AS1200, grazie al quale si dispone di tutta la potenza necessaria e della praticità della corrente elettrica senza il vincolo di una prolunga.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
NEO FORMULSIN MULTIUSO Un disinfettante a largo spettro e con spiccata attività virucida, efficace in molteplici contesti. Disinfettante liquido concentrato per superfici virucida, battericida e levuricida a base di Cloruro di didecildimetilammonio, Composti di ammonio quaternario e Cloruro di alchil dimetilbenzilammonio. Ideale per il trattamento degli ambienti a contatto e con elevata presenza di virus e batteri. Applicabile in ospedali, studi medici, ambulatori, scuole, impianti sportivi, industria alimentare e piccola e grande ristorazione. Reg. Min. Sal. n° 21070
DEADYNA® Formulato in microemulsione acquosa contenente l’associazione di due piretroidi sintetici, Cipermetrina e Tetrametrina, che conferiscono rispettivamente ottima persistenza e velocissima capacità letale. Per la lotta contro zecche, cimice asiatica, insetti volanti quali zanzare, zanzara tigre, mosche, vespe e striscianti quali blatte di grandi dimensioni, formiche. Può essere vantaggiosamente impiegato nella disinfestazione di fabbricati ad uso civile, industriale, agricolo, rurale, locali di ricovero animali da compagnia. Il prodotto può essere impiegato in giardini, prati, cespugli ornamentali, siepi e viali alberati per il controllo delle zanzare. Reg. Min. Sal. n° 17674
PERMEX 22 E® Insetticida in microemulsione acquosa che contiene quali principi attivi l’associazione di due piretroidi sintetici: permetrina e tetrametrina sinergizzati con piperonilbutossido, che gli conferiscono efficacia rapida abbattente. È destinato alla lotta contro insetti volanti quali zanzare, zanzara tigre, mosche, vespe e striscianti quali blatte di piccole dimensioni e formiche. Può essere vantaggiosamente impiegato per la disinfestazione nei seguenti settori: igiene pubblica, industria alimentare, industria del tabacco, mezzi di trasporto e aree verdi per il controllo delle zanzare. Reg. Min. Sal. n° 14318
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/ Danni su colture
UTILI O DANNOSE? Guida al riconoscimento delle CIMICI Diverse specie di cimice colonizzano anche piante di interesse economico, ma non è corretto classificare questi insetti come sempre dannosi. Alcune cimici svolgono infatti un positivo ruolo di controllo biologico di insetti fitofagi, per questo è importante saperle distinguere a cura di Simone Ciapparelli
A
lla vasta famiglia dei Pentatomidi appartengono più di 4.000 specie di cimici, la maggior parte delle quali si alimenta di piante. Le cimici sono insetti robusti, ovoidali, di medie dimensioni, con antenne a 5 segmenti, pronoto trasverso molto sviluppato, uno scutello spesso a forma di triangolo. Le specie fitofaghe si nutrono inserendo nei tessuti vegetali gli stiletti boccali per assorbire
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i nutrienti, e le punture di alimentazione possono arrecare lesioni ai tessuti interessati, causando appassimento, deformazione o aborto di frutti e semi. Ai pentatomidi appartengono però anche specie utili predatrici di altri insetti. La Fondazione Edmund Mach ha stilato una guida al riconoscimento consistente in 25 schede che descrivono 21 specie e 4 generi; tra i non Pentatomidi, sono presenti alcune specie morfologicamente
simili ma appartenenti alle famiglie affini dei Acanthosomatidae e Coreidae, scelte per via della loro frequente presenza in ambienti agrari o aree forestali e naturali. Ad ogni specie è dedicata una scheda corredata da fotografie che comprendono anche una sintetica descrizione morfologica e informazioni riguardanti biologia e comportamento. Vediamo in questo articolo alcune tra le specie di maggior interesse.
CIMICI MARMORIZZATE Halyomorpha Halys (STÅL,1855) Cimice Asiatica Habitat: ambienti coltivati (campi e frutteti) e aree antropizzate (aree edificate, giardini, parchi urbani). Generazioni/anno: 2 nei nostri climi. Alimentazione: fitofaga. Piante ospiti: polifaga, sono stimate circa 300 piante ospiti, sulle quali può nutrirsi ed ovideporre. Tra di esse vi sono sia piante coltivate sia piante spontanee arboree ed erbacee. Danno: la saliva iniettata durante le punture di nutrizione contiene enzimi che gradualmente portano alla deformazione, disfacimento ed imbrunimento della polpa dei frutti riducendone il valore commerciale. Distribuzione: originaria dell’Asia orientale. Attualmente la specie è diffusa negli USA ed è segnalata nella maggior parte delle regioni italiane e in molti stati europei (dalla Francia alla Georgia).
LA GUIDA Nell’ambito del progetto di lotta biologica SWAT (Samurai Wasps Action Team), il gruppo di lavoro della Fondazione Edmund Mach ha realizzato questa guida, rivolta ad agricoltori, tecnici, studenti e naturalisti, per il riconoscimento di alcune specie di cimici che colonizzano gli ambienti agrari e forestali, parchi e altre aree verdi del Nord Italia. Saper riconoscere le cimici è un aspetto di grande importanza, poiché permette di distinguere le specie che arrecano danni alle colture da quelle che sono invece predatrici di altri insetti, e svolgono quindi un utile ruolo di controllo biologico. Pensata per la consultazione in campo, la guida è costituita da 25 schede e oltre 200 fotografie che descrivono i caratteri utili al riconoscimento di 21 specie e 4 generi di cimici, comprendendo gli individui adulti, i vari stadi di sviluppo e le ovature. Per facilitare la lettura, le schede sono raggruppate in quattro categorie: “cimici marmorizzate”, “cimici verdi”, “altri pentatomidi” e “non pentatomidi”. La guida si conclude con un paragrafo sull’interpretazione delle ovature di cimice, che possono essere soggette al controllo biologico, consentendo di riconoscere la presenza di parassitizzazione o di predazione delle uova. Il manuale è scaricabile gratuitamente in formato PDF dal sito della Fondazione Edmund Mach, oppure acquistato in formato cartaceo, tramite il pagamento di un piccolo contributo.
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/ Danni su colture
CIMICI VERDI Palomena Prasina (LINNAEUS, 1761) Habitat: si rinviene su diverse specie erbacee, arbustive ed arboree, in ambienti coltivati e in aree antropizzate. Generazioni/anno: 2 Alimentazione: fitofaga. Piante ospiti: polifaga, numerose piante arboree e arbustive ma anche cereali. Spesso presente su nocciolo. Danno: su nocciolo, l’attività trofica a carico dei frutti può causare danni da “cimiciato” e “aborto traumatico” dei semi. Può inoltre veicolare un patogeno, l’ascomicete Nematospora coryli Peglion. Distribuzione: diffuso in gran parte dell’Europa, comune in tutta Italia.
ALTRI PENTATOMIDI Eurydema spp. Habitat: predilige zone aperte con bassa vegetazione. Generazioni/anno: 2. Alimentazione: fitofaga. Piante ospiti: polifaga, le specie appartenenti al genere Eurydema vivono principalmente su crucifere coltivate e spontanee, ma sono anche state segnalate su cereali e patata. Danno: da attività trofica, adulti e forme giovanili pungono le foglie causando tacche clorotiche, seguite dal disseccamento dei tessuti. Distribuzione: diffuse in tutta la regione paleartica e presenti in tutte le regioni italiane.
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ALTRI PENTATOMIDI Pentatoma rufipes (LINNAEUS, 1758) Habitat: aree forestali o agrarie con presenza di latifoglie. Generazioni/anno: 1. Alimentazione: fitofaga e zoofaga. Può effettuare punture di nutrizione su ramoscelli legnosi, su frutti, è in grado di sfruttare la melata e si nutre anche a spese di uova, stadi giovanili e adulti di una gran varietà di insetti. Piante ospiti: polifaga, si sviluppa su svariate specie arboree decidue tra cui quercia, ontano, nocciolo, faggio, melo, pero, ciliegio, susino, albicocco. Danno: in melo e pero, punture nelle prime fasi di sviluppo del frutto portano a forti deformazioni. Nei piccoli frutti non è considerato dannoso al di fuori del periodo di raccolta. Distribuzione: paleartica. In Italia è maggiormente diffusa al nord e assente solo in Sardegna. In ambiente alpino è stata rinvenuta fino a 1.500 m.
LA FONDAZIONE Sita in Trentino-Alto Adige, la Fondazione Edmund Mach è un’organizzazione che persegue gli obiettivi di istruzione e ricerca scientifica in campo agrario. La fondazione è suddivisa in tre centri, supportati da un servizio amministrativo centralizzato: il centro “formazione e istruzione nel settore agricolo, forestale e ambientale”, articolato in un l’Istituto Tecnico Agrario e un Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente; il centro “ricerca e innovazione”, che svolge attività di ricerca nell’ambito del miglioramento dei prodotti agricoli e forestali e della qualità e del valore nutritivo degli alimenti, oltre che dello sviluppo di pratiche agricole a basso impatto ambientale e della conservazione della biodiversità; Il centro trasferimento tecnologico, che si occupa di fornire consulenza tecnica ed economica alle aziende agricole e alle imprese cooperative nell’ambito dell’agricoltura trentina, in particolare per i settori frutticolo, viticolo ed enologico.
ALTRI PENTATOMIDI Picromerus bidens (LINNAEUS, 1758) Habitat: ampio range di habitat, principalmente foreste e arbusteti, prati e giardini, con preferenza per luoghi freschi e umidi. Generazioni/anno: 1. Alimentazione: zoofaga. È una specie predatrice altamente polifaga, che si nutre di larve, ma a volte anche adulti o pupe, di svariate specie appartenenti a ordini diversi (lepidotteri, imenotteri, coleotteri). Come altri pentatomidi predatori, la specie è considerata un insetto utile, in quanto si nutre anche a spese di fitofagi dannosi. Distribuzione: paleartica e neartica; in Italia è assente in Sardegna.
Fonte: Fondazione Edmund Mach - Centro Trasferimento Tecnologico (2021). Cimici, guida al riconoscimento delle specie di interesse agrario nel Nord Italia
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GREEN POWER: soluzioni per il futuro del PEST CONTROL Spray Team è, da oltre 25 anni, sinonimo di atomizzatori di alta qualità operanti nei settori della sanificazione, disinfezione e disinfestazione agricola e soprattutto nei trattamenti in aree urbane e centri abitati. Il nostro obiettivo è da sempre quello di ascoltare le necessità della nostra clientela, combinandole con la volontà di soddisfare il più possibile ogni richiesta, e facendone cosi spunto per un costante miglioramento. Ed è proprio la ricerca di una continua innovazione tecnologica a spingerci sempre oltre, arrivando a realizzare e proporre sul mercato soluzioni “green” ed interamente ad impatto ambientale zero. Questo ci ha permesso di perfezionare la nostra produzione, riuscendo ad offrire, con le nostre versioni a batteria, importanti prestazioni in ottica di durabilità nel tempo e di autonomia di lavoro in continuo.
ELITE A BATTERIA Creato per soddisfare le esigenze della nostra clientela, il modello di atomizzatore ELITE rappresenta il top di gamma nelle versioni per pick-up. Questo apparato è personalizzabile scegliendo tra un’ampia disponibilità di diversi accessori che permettono una configurazione a misura delle diverse esigenze dei nostri clienti, valutando soprattutto le differenti tipologie di trattamenti da eseguire. La versione a batteria del modello ELITE conferma un ulteriore passo avanti verso la concezione di atomizzatore del futuro.
BATTERY TRACK 24V LITHIUM La combinazione tra l’accessibilità a praticamente qualsiasi tipologia di terreno ed il basso impatto ambientale offerto dall’alimentazione a batteria, permettono una libertà di utilizzo pressoché illimitata. Qualsiasi tipologia di terreno o restrizione ambientale non rappresenteranno più un ostacolo.
nita di rullo avvolgi-tubo per aumentarne ulteriormente la versatilità e permettere quindi diverse tipologie di interventi mirati. Gli atomizzatori Spray Team sono quindi la soluzione ideale per qualsiasi tipologia di trattamento in differenti aree ed ambienti. Inoltre, nel 2019, Spray Team stringe una partnership con la Gate Srl, start up innovativa e spin off dell’Università di Ferrara, con la quale perfeziona la tecnologia elettrochimica per il settore delle sanificazioni. La cella elettrolitica ideata da Gate, permette un processo di elettrolisi con acqua contenente cloruri, a pH neutro, con produzione massimale di acido ipocloroso, che trova impiego principalmente nella sanificazione ambientale. Ed è con questa tecnologia che l’azienda intende entrare nel settore dell’hospitality. Un ulteriore passo avanti verso un mondo sicuramente più sano, ma soprattutto più pulito.
DOLLY ULV A BATTERIA Il modello DOLLY è in grado di nebulizzare in modalità Ultra Basso Volume, ed è la perfetta soluzione per effettuare qualsiasi tipologia di intervento prevalentemente indoor. L’atomizzatore DOLLY abbina il notevole vantaggio delle dimensioni ridotte con prestazioni sorprendentemente elevate e un serbatoio con capienza di 120 litri. Viene accessoriata con lancia modello “mitra” ad emissione regolabile e for-
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Nuovo sistema di sanificazione eco sostenibile AWS (Automatic Water Based Sanitizer).
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Soluzione NATURALE contro le CIMICI dei letti
L
a presenza delle cimici dei letti (Cimex Lectularius) è un problema diffuso in Italia e all’estero tra gli operatori del settore alberghiero con rischi rilevanti per la reputazione e la credibilità delle strutture. Le cimici dei letti sono dei piccoli insetti parassiti che si posizionano nelle fessure e negli interstizi (per esempio nelle pieghe dei materassi, dietro le testate dei letti, dietro i comodini), e comunque, nelle immediate vicinanze di un ospite; agiscono generalmente di notte, provocando degli arrossamenti sul corpo che spesso vengono confusi per punture di insetto o di zanzara. Un’infestazione da cimici dei letti non deve essere sottovalutata, ma affrontata con metodi risolutivi, efficaci e rispettosi dell’ambiente e della salute delle persone. Polti Cimex Eradicator è la soluzione rapida e naturale per effettuare una disinfestazione da cimici dei letti. È un Dispositivo di Disinfezione a Vapore (DDV) conforme alla norma AFNOR NF T72-110- ambito medicale in grado di eliminare in maniera risolutiva le cimici dei letti e le uova senza l’uso di insetticidi. Il suo utilizzo ha inoltre dimostrato effetto virucida, battericida,
Polti Cimex Eradicator
Polti Cimex Eradicator Plus
sporicida, funghicida e levuricida: uccide fino al 99,999% dei microrganismi* compreso il virus SARS-CoV-2 responsabile della malattia Covid-19. Il suo vapore saturo secco surriscaldato fino a 180°C, generato all’interno della pistola erogatrice brevettata Polti, uccide per shock termico il 100% delle uova e il 90% delle cimici dei letti adulte già al primo passaggio**. A dimostrarlo esperimenti in vitro e test sul campo (contesti reali infestati come hotel e case private). I vantaggi di utilizzo di Cimex Eradi-
cator sono molteplici: agisce senza l’utilizzo di insetticidi e quindi senza rilasciare alcuna sostanza chimica potenzialmente pericolosa per l’ambiente e le persone; il vapore può essere erogato su tutte le superfici, i tessuti anche in presenza di persone; non ci sono tempi di attesa in quanto non lascia le superfici e i tessuti umidi e non causa danno o altera i materiali su cui viene erogato; i locali possono essere immediatamente riutilizzati al termine delle operazioni; il flusso di vapore può essere direzionato nelle zone di annidamento, raggiungendo anche gli spazi più difficili; il vapore erogato insieme al detergente HPMed abbatte l’odore tipico delle cimici dei letti e aiuta a sciogliere la sostanza collosa che lega le uova alle superfici. *Test e/o studi di laboratori terzi e indipendenti attestano che Polti Cimex Eradicator uccide fino al 99,999% di microrganismi (virus, germi, batteri, funghi, spore e lieviti). **Test effettuati da un laboratorio terzo e indipendente attestano che Polti Cimex Eradicator uccide il 100% delle uova e il 90% delle cimici del letto adulte già al primo passaggio.
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/ Lotta biologica
Quando lo SCONTRO si fa DURO Esempio di intervento effettuato in una scuola contro la Cimicetta del Platano, utilizzando lanci di nematodi e larve predatrici di Chrysoperla carnea a cura di Alex Pezzin, responsabile scientifico Biblion
C
osì come in agricoltura, anche nelle aree verdi urbane e periurbane, è possibile favorire i meccanismi naturali di controllo dei parassiti mediante opportune e mirate scelte strategiche di interventi alternativi ai tradizionali processi tecnici operativi di igiene ambientale: la scelta mirata di inserimento di alcune specie vegetali, la creazione di siepi, il mantenimento di strisce erbose non sfalciate (ma gestite e regolate), il lancio di competitori definibili “ausiliari” che predano o parassitizzano i fitofagi delle piante ornamentali (che possono accidentalmente arrecare danno o fastidio alle persone) sono, oggigiorno, non solo scelte “ponderabili e valutabili”, ma strategie fortemente caldeggiate all’interno di un’ottica generale di mitigazione del rischio derivante dall’uso dei biocidi. Nella sua concezione più classica, la lotta biologica consiste nella conservazione e nell’uso degli antagonisti naturali esistenti nell’ambiente, con l’obiettivo di controllare i parassiti per mantenerli entro limiti inferiori alle soglie di danno. Essa può essere applicata attraverso due linee di azione fondamentali, vale a dire: ■ La protezione e il potenziamento degli antagonismi presenti in natura: lotta naturale; ■ L’introduzione nell’ambiente di agenti biotici (insetti, acari, nema-
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todi, batteri, virus, funghi) che, inserendosi nell’ecosistema, ne divengono forza regolatrice di controllo, in molti casi durevole nel tempo: lotta biologica. La prima linea di azione consiste nel realizzare attività indirizzate alla conservazione e all’aumento delle popo-
lazioni dei nemici naturali dei fitofagi nell’ambiente (lotta naturale). La seconda linea di azione consiste invece nell’utilizzo di agenti biotici (entomofagi in particolare) che vengono immessi nell’ambiente per controllare la popolazione di un determinato parassita. Le maggiori possibilità applicative si riscontrano nella lotta biologica
contro gli insetti, attraverso l’impiego (lancio) di tutti quegli organismi che predano o parassitizzano gli insetti e gli acari fitofagi. Entrambe queste tipologie di azione possono essere applicate in programmi di difesa biologica del verde urbano.
L’INTERVENTO In prosecuzione ad una attività decisa e scelta da alcuni anni a questa parte, anche per il 2021, il Comune di Bologna (attraverso la coordinazione di diversi attori compartecipanti ai servizi previsti in ambito urbano) ha realizzato presso alcune alberature di platano (Platanus) presenti all’interno di una scuola cittadina, un intervento tecnico “multiplo” rivolto al contrasto dei Tingidi (Tingidae), che sono una Famiglia di piccoli insetti dell’Ordine dei Rincoti (Heteroptera). In particolare, la scuola, soffrendo la presenza stagionale ciclica e recidiva di Corythucha ciliata (Detta “Cimicetta del Platano”, insetto alloctono giunto in Italia negli anni ’60 dal Nord America) necessita di particolare attenzione operativa poiché questi insetti, cadendo a terra, pungono accidentalmente e arrecano notevole disagio ai bambini che occupano, per le loro attività ricreative, gli spazi esterni cortili scolastici. Con la supervisione Tecnica operativa di Biblion S.r.l. si è svolta dunque una intensa giornata di lavoro insieme alla Cooperativa che gestisce il verde urbano cittadino, e si sono attuate due importanti fasi di intervento: ■ Lancio di nematodi entomopatogeni in chiome di platano. Metodo di lancio: matrice acqua addizionata con chitosano e irrorazione della soluzione mediante lancia mitra a bassa pressione. Filtro largo alla cisterna. Dose di lancio: 500 milioni di nematodi in cisterna di acqua da 500 litri. ■ Preparazione e distribuzione in chioma di larve di Chrysoperla carnea (Ordine Neurotteri: larve predatrici generaliste).
Fase operativa
Materiale per l’esecuzione degli interventi
Preparazione della cisterna per la soluzione di acqua, nematodi e chitosano
Preparazione larve di Chrysoperla carnea per lanci in chioma
I buoni risultati ottenuti gli scorsi anni da questa attività e i controlli e le verifiche che seguiranno alle azioni intraprese in campo quest’anno, potranno, auspicabilmente, mettere sempre più in risalto come, grazie alla conoscenza, alla giusta scelta
tecnica rivolta al minor impatto ambientale e alla ferma fiducia in soluzione strategiche alternative (anche se fuori dai canoni tradizionali) si possono ottenere successi impattando in maniera minima o nulla sull’ambiente e sulle persone.
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/ Case History
Gestione delle MOSCHE in un’AZIENDA di produzione compost Analisi di un caso concreto di applicazione delle linee guida dell’Integrated Pest management e dei benefici scaturiti dall’utilizzo di questa metodologia Michele Ruzza, Consultant and Pest Management Advisor
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a segnalazione di disagio per l’eccessiva presenza di mosche è giunta all’azienda di compost in esame durante la primavera del 2021, da parte di residenti in abitazioni limitrofe alla struttura industriale. Il primo passo è stato recarsi presso l’azienda al fine di valutare qual era il suo sistema di controllo delle mosche e che azioni venivano messe in atto. Dall’analisi dei dati dell’anno 2019 e 2020 si è potuto rilevare come, al fine di limitare la presenza di infestanti, l’azienda aveva
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affidato il servizio ad una impresa di pest control che eseguiva, per il contenimento delle mosche, trattamenti adulticidi spaziali quindicinali nel periodo primaverile e autunnale diventando settimanale nel periodo estivo (da giugno a settembre) con interventi calendarizzati, a prescindere da eventuali condizioni metereologiche avverse nelle ore successive al trattamento. Dall’analisi è poi emerso che non erano state contemplate altre metodologie di controllo per le mosche, sia in area interna che in area esterna.
In accordo con il Responsabile dello stabilimento si è valutato di studiare una nuova metodologia di controllo, sviluppata sull’IPM e sulla base del processo produttivo del compost andando ad analizzare i vari processi produttivi. Lo studio dell’azienda ha quindi portato a valutare alcune aree come sensibili quali: Zona A: costituita da n°2 capannoni nei quali i rifiuti venivano conferiti e lasciati in maturazione per almeno 4 settimane con lo spostamento della massa ogni 7 giorni. Il capannone, a lato della massa
di rifiuti, evidenziava un’area con presenza di liquami oltre ad una corsia atta al passaggio dei macchinari di lavorazione e due aperture principali, una per il carico e la seconda per lo scarico con apertura settimanale. Zona B: costituita da n°4 capannoni con unico ingresso (utilizzato sia per carico che per scarico) con la funzione di riposo della massa prelevata dai capannoni della zona A. In tali capannoni variava la tempistica di riposo della massa da un minimo di quattro settimane a qualche mese. Zona C: si è ritenuto di considerare l’area esterna dell’azienda come area potenzialmente sensibile e quindi di adottare anche in tale areale un programma di controllo.
Stabiliti quindi i prodotti da utilizzare si è costruito il piano operativo che ha previsto, per quanto riguarda la stagione 2021: Trattamenti larvicidi: nei capannoni nella Zona A trattamento ogni due settimane, nei capannoni della Zona B trattamento mensile. Inizio servizio il 19 aprile e conclusione il 13 settembre fatto salvo temperature favorevoli alla recrudescenza del problema; Trattamenti adulticidi “fisici”: si è valu-
Da un controllo della presenza di mosche si è evidenziato come durante tutto il periodo d’intervento le trappole a cattura massale in prossimità delle porte avevano una quantità media di mosche all’incirca doppie rispetto alle trappole presenti nel perimetro esterno, e durante i trattamenti adulticidi non era presente una elevata quantità di mosche nelle pareti degli edifici. Tale fatto ha trovato conferma anche nelle interviste eseguite al personale,
tato il posizionamento di 20 pannelli per capannone per quanto riguarda la Zona A e 5 pannelli per capannone Zona B, per un totale complessivo di 60 pannelli (10 x 30 cm) con cambio quindicinale. In area esterna si sono invece valutate due linee difensive con le trappole a cattura massale, posizionandone 2 per ogni ingresso dei capannoni (per un totale di 8 trappole) e 10 trappole in area perimetrale, tutte con cambio mensile. Trattamenti adulticidi spaziali: la valutazione è partita con trattamenti a partire dal 3 giugno con cadenza ogni venti giorni da concludersi il 16 settembre, fermo restando un monitoraggio continuo delle condizioni meteo e della presenza di infestazione per poter variare la cadenza. Si è valutato inoltre di eseguire gli interventi alle prime luci dell’alba e non ad un orario prestabilito.
che ha identificato una diminuzione della percezione della presenza di mosche nelle aree esterne dell’azienda di compost. Dato ancora più importante, non sono pervenute proteste da parte dei residenti delle strutture abitative limitrofe. Si può quindi identificare come, per il controllo delle mosche, l’applicazione di un controllo/protocollo coordinato tra interventi larvicidi, interventi fisici e interventi adulticidi possa garantire una effettiva diminuzione della pressione dell’infestante, in un’ottica di IPM. Naturalmente i principi dell’IPM valgono anche nella protezione igienico-sanitaria dell’ambiente, sottolineando anche la necessità di attivare una stretta collaborazione fra Direzione e Funzione addetta alla disinfestazione.
SCELTA DEI TRATTAMENTI Una volta provveduto a identificare le diverse zone sensibili, il primo step operativo è stato quello di valutare quali potevano essere i prodotti e le attrezzature più performanti per il servizio e sulla base di quelli poi andare a studiare le metodiche di applicazione degli stessi. Per quanto concerne i trattamenti larvicidi si è valutato di eseguire trattamenti periodici con due prodotti, il primo a base di S-Methoprene e l’altro a base di Diflubenzuron, al fine di evitare possibili fenomeni di resistenza. Si sono poi valutati i controlli degli adulti da sviluppare con due metodiche. Il primo metodo di controllo è stato l’utilizzo di pannelli cromotropici attivati con spennellature con prodotto a base di Clothianidin e Tricosene (Pesguard® CT 2.6) e con trappole a cattura massale attivate con componente proteico. Il secondo metodo è stato quello di realizzare trattamenti adulticidi spaziali con un prodotto a base di Pralletrina e Cipermetrina (Cymina Super) che garantiva buona azione abbattente e residualità prolungata, ma con la sola frase di rischio H410.
(*) Consulente Integrated Pest Management
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MOSCHE, mosconi & Co.
a cura di Michele Ruzza(§) e Silvia Fortuzzi (§§)
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e mosche sono una costante nella vita di ognuno di noi. Se infatti riflettiamo nel corso di una nostra giornata tipo identificheremo sempre un momento nella quale una mosca ci ha fatto visita, dalla mattina mentre gustiamo un caffè prima di recarci al lavoro sino alla sera quando, ormai stanchi, ci apprestiamo a guardare il nostro programma preferito in televisione. Tra tutti gli infestanti di interesse igienico sanitario la mosca è comunque uno degli insetti più difficili da contenere e
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controllare per molteplici fattori che partono dalla sua alta prolificità (una femmina può deporre fino a 1.000 uova) alla velocità di sviluppo in condizioni ottimali, che può essere inferiore alle due settimane, senza dimenticare la variabilità delle specie di mosche presenti e della loro specificità. Volendo approntare una veloce differenziazione in due gruppi principali di mosche, possiamo identificare delle specie lambitrici, che non provocano danni diretti all’essere umano, e delle specie entomofaghe, che causano delle
vere e proprie eruzioni cutanee in persone ed animali dopo il pasto di sangue. Tra le specie lambitrici possiamo annoverare diverse specie, tra cui la mosca comune (Musca domestica) presente e identificabile in abitazioni, bar, ristoranti e in tutto il settore Food, la piccola mosca domestica (Fannia canicularis) solitamente identificabile in case, allevamenti e abitazioni, il moscone delle soffitte (Pollenia rudis) presente tipicamente nelle abitazioni, i mosconi della carne (Sarcophaga spp.) che non depongono uova ma piccolissime larve
e possono essere facilmente ritrovati nel settore Food (ristorazione, lavorazione proteine animali e GDO), i mosconi metallizzati (Lucilia spp & Calliphora spp.) dai brillanti colori metallizzati blu o verde e tipiche anch’esse del settore Food, sino alle specie più piccole per dimensioni quali la mosca del formaggio (Piophila casei) possibile flagello in aziende alimentari, dato che ama nutrirsi, nelle forme larvali, di sostanze proteiche di formaggi e salumi, e il moscerino dell’aceto (Drosophila melanogaster) rilevabile facilmente dove si hanno dei prodotti in fermentazione, frutta verdura e sostanze zuccherine in genere. Volendo continuare l’elenco delle specie di mosche lambitrici si potrebbe proseguire con un trattato specifico di entomologia, ma si vuole chiudere con una specie particolare, la mosca Eristalo (Eristalis tenax) spesso scambiata per un’ape per la sua caratteristica mimetica, ma che si nutre di nettare, risultando tra i più importanti impollinatori; le mosche non sono quindi tutte uguali, fastidiose e dannose. Tra le mosche entomofaghe, che possiedono un
apparato boccale succhiatore pungente, non possiamo certamente non citare i tafani (Tabanidae spp.) che, se visti al microscopio, presentano un caratteristico colore metallico degli occhi composti, necessario per la comunicazione tra i sessi delle diverse specie e le cui femmine necessitano di un pasto di sangue, la mosca cavallina (Hippobosca equina) vero flagello degli allevamenti e la falsa mosca cavallina o mosca del carbonchio (Stomoxys calcitrans) che si sviluppa in materiale organico vegetale in decomposizione; in questo caso, entrambi i sessi necessitano di un pasto di sangue.
LA LOTTA IERI E OGGI Le mosche sono quindi un grave problema e già dal secolo scorso erano state emanate delle leggi per il loro contenimento, come ad esempio la Legge n° 858 del 29 Marzo 1928, contenente disposizioni per la lotta contro questi ditteri. Tra i suoi punti base possiamo identificare delle disposizioni che sarebbero ancora oggi attuali e applicabili ad un corretto approccio dell’Integrated Pest Management, come la corretta rac-
colta “delle immondizie e delle materie putrescibili”, il mantenimento e la pulizia in stalle e scuderie in genere (art. 6 delle norme attuative secondo il D.C.G . 20/05/28 “delle scuderie e delle stalle”) fino a quanto identificato all’art. 6 del D.C.G del 20/05/28 “degli esercizi pubblici” che identifica come “i locali nei quali si tengono, conservano o preparano i cibi e le bevande devono avere le aperture esterne munite di mezzi di protezione contro le mosche, conformi alle prescrizioni date dal podestà, sentito l’ufficiale sanitario”. Già quasi 100 anni fa era stato quindi identificato come le mosche fossero un problema e un vettore di patogeni da cui proteggersi, e che oggi possiamo contenere attivamente adottando le più moderne strategie di Integrated Pest Management al fine di garantire Sicurezza Alimentare e minori fastidi. Nella corretta gestione di un piano IPM, la prima parte del controllo deve essere eseguita con delle opere di prevenzione aventi lo scopo di impedire l’ingresso e sviluppo di tale infestante. La principale opera di prevenzione resta da sempre una corretta gestione dei rifiuti, visto che uno dei principali substrati di sviluppo delle mosche sono i rifiuti stessi, alla quale deve associarsi nelle aziende alimentari (e non solo) un Cleaning attento e responsabile. Ma ciò non risulta sempre sufficiente: a volte sono quindi opportune misure di Pest Proofing per proteggere gli ambienti interni e tali misure sono date da una corretta disposizione di barriere fisiche, tra cui possiamo annoverare l’apposizione di zanzariere, l’utilizzo di lame d’aria, l’applicazione di strisce in PVC (molto utilizzate nel Settore Food). Alle opere di prevenzione è poi necessario affiancare dei metodi di contenimento delle forme larvali. In
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stalle, allevamenti e ovunque sia applicabile, una efficace forma di contenimento è dato dall’utilizzo di insetti utili quali la Spalangia cameroni, il Muscidifurax zaraptor e la Nasonia vitripennis che hanno la capacità di parassitizzare le pupe delle mosche non permettendo all’insetto di nascere e quindi interrompendo il loro ciclo di sviluppo. Si può altresì intervenire anche con trattamenti larvicidi con prodotti di sintesi che hanno lo scopo di interrompere il ciclo di sviluppo larvale; tra le principali molecole ad oggi utilizzate ricordiamo l’S-Methoprene, il Diflubenzuron e il Pyriproxyfen.
lisi del rischio dell’azienda considerata. Per il contenimento delle forme adulte, prima di ricorrere a interventi insetticidi spaziali è possibile agire anche con un controllo chimico con esche. Sono presenti, infatti, in commercio molti prodotti che possono essere inseriti in appositi contenitori d’esca, a sicurezza per gli animali no-target, dove la mosca si va a nutrire e dopo un tempo variabile in funzione al principio attivo utilizzato (da poche ore a qualche giorno) muore. Alcuni di questi prodotti, oltre ad essere utilizzati tal quali, possono essere anche applicati con spennellature su appositi
abbattimento delle forme adulte presenti, delle eventuali larve ma non agiscono in alcun modo sulle ovature presenti. Possiamo quindi affermare che per le mosche e per tutti gli altri infestanti di interesse igienico-sanitario è fondamentale agire con dei piani di Integrated Pest Management che vedono, fermo restando le azioni di pulizia, gestione rifiuti e protezione passiva, inizialmente un attento e costante controllo delle forme larvali, andando a identificare con correttezza dove le stesse si vanno a sviluppare e soprattutto i loro cicli biologici, per poter interrompere
supporti e distribuiti negli ambienti (solitamente stalle) per ottenere la mortalità dell’infestante. È importante ricordare che rispetto al recente passato, dove le spennellature venivano fatte direttamente sul muro, attualmente questi prodotti devono essere applicati su pannelli collanti, meglio se di colore giallo, per garantire un attrattivo cromotropico sull’infestante, e quindi applicati in aree non a diretto contatto con gli animali no-target. Come ultima ipotesi, è possibile agire anche con Trattamenti adulticidi Spaziali, anche se è utile ricordare che i trattamenti eseguiti con prodotti di sintesi quali piretroidi tipo cipermetrina, deltametrina, etofenprox, ecc. garantiscono un rapido
preventivamente il loro sviluppo. A ciò devono essere affiancate delle metodologie di controllo delle forme adulte con mezzi fisici e/o chimici a basso impatto ambientale in un’ottica di interazione tra le due metodologie e senza il rilascio di molecole chimiche nell’ambiente. Solo in caso estremo, e a seguito di eventuali superamenti di soglia, dopo una attenta analisi del rischio e delle cause che hanno portato ad una azione correttiva, eventualmente agire con dei prodotti chimici di sintesi a livello spaziale, localizzando l’intervento ove si rilevi strettamente necessario.
TRATTAMENTI ADULTICIDI Non sempre però il controllo delle larve di mosca raggiunge ottimi risultati, anche perché non sempre viene utilizzato con costanza come accade in altri ambiti (vedi il controllo delle larve di zanzara) sebbene possa essere considerato il punto cardine di una corretta gestione secondo i dettami dell’IPM. Quindi per le forme adulte si tende ancora ad intervenire con trattamenti adulticidi, ma prima di arrivare ad un utilizzo degli stessi, possono essere introdotte altre tecniche che presentano un impatto ambientale minore se non nullo. Per gli adulti è quindi indispensabile attuare una lotta con mezzi fisici e tra questi, in tutti gli ambienti esterni, utilizzare delle trappole a cattura massale che, se correttamente posizionate e controllate, possono garantire una elevata cattura di questi infestanti. Sono tendenzialmente da applicare ad una altezza media di 1,5-2 metri e necessitano di un tempo medio di attivazione di 2-3 giorni, mentre in ambienti interni il controllo deve essere eseguito con trappole a luce UV con pannello collante, anch’esse applicabili ad una altezza media di circa 2 m e disposte in modo da poter proteggere le aree d’ingresso di tali infestanti (es. baie di carico) e tutte le aree ove si possa identificare un’area di rischio sulla base di una corretta gestione dell’ana-
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(§) Consultant and Pest Management Advisor (§§) Technical Pest Management
Scheda bio-etologica
SPECIE: Musca domestica NOME VOLGARE: Mosca domestica INQUADRAMENTO SISTEMATICO Classe: Insecta Ordine: Diptera Sottordine: Brachycera Famiglia: Muscidae DIMENSIONI Larva: 12 mm Pupa: 6 mm Adulto: 5 - 9 mm CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE L’adulto ha occhi bordeaux, il torace è grigio con 4 strisce nere, l’addome presenta 2 ampie macchie giallastre ai lati. L’apparato boccale è costituito da una proboscide retrattile. La larva è biancastra di forma conica. Questa specie è cosmopolita e diffusissima ovunque. HABITAT Larva: entro escrementi, letame, rifiuti e materiale vegetale in fermentazione, purché sufficientemente caldi ed umidi. Adulto: nell’aria, nei pressi di letamaie, discariche, industrie agro-alimentari, ecc.: ubiquitario e sinantropico. Permane in genere presso il focolaio di infestazione, con spostamenti di 0,5 - 5 Km. ABITUDINI ALIMENTARI Larva: batteri e lieviti presenti entro i substrati in cui vivono. Adulto: sostanze alimentari di ogni genere, sierosità animali, escrementi, ecc. Il caratteristico modo di nutrirsi (rigurgito emesso per sciogliere i cibi solidi) ne determina la pericolosità. CICLO BIOLOGICO Uovo > larva > pupa > adulto Durata del ciclo: 6 - 8 gg in condizioni ottimali N° generazioni/anno: 12 – 15 N° uova/femmina:600 - 900, in gruppi di 100 - 200 elementi. La femmina è monogama, il maschio no Svernamento: come adulto in luoghi riparati (abitazioni, stalle); talvolta come larve in microclimi idonei (letamaie e discariche). LIMITI TERMICI PER LO SVILUPPO Temperatura minima: 10°C (uova e larve)
12°C (arresto attività adulti) 0° C per lunghi periodi (mortalità adulti) Temperatura ottimale: 35° - 38°C; UR ottimale: 50 - 90% (larve) 30°C (adulti) Temperatura massima: 50°C (larve) DANNI Diminuzione delle produzioni negli allevamenti per la molestia arrecata agli animali. Danni sanitari: vettore potenziale di numerose patologie. Danni economici e di immagine nelle aree turistiche. Danni nelle industrie agro-alimentari. DIFESA Prevenzione Pulizia frequente: eliminazione di residui alimentari e rifiuti organici. Corretta gestione di alimenti e rifiuti: chiusura ermetica di entrambi in contenitori idonei e possibilmente in ambienti separati. Uso di pratiche di esclusione: installazione di reti a maglie sottili alle finestre e di doppie porte con ritorno. Corretta gestione del letame negli allevamenti: asportazione frequente in concimaie con base in cemento e canalette per la raccolta dei liquami; copertura della letamaia con teli di plastica per aumentare la temperatura di fermentazione. Tecniche di lotta Contro gli adulti: lotta biologica con maschi sterili; uso di trappole, esche e strisce vischiate; trattamenti con prodotti abbattenti e residuali
Contro le larve: lotta biologica con parassitoidi; trattamenti larvicidi nei focolai di infestazione con prodotti a basso impatto ambientale Calendario dei trattamenti 5 - 10 trattamenti da iniziare al primo comparire dell’infestazione. Si consiglia di eseguire i primi interventi in primavera, per contenere le successive infestazioni. In estate, in forte presenza di mosche, avvicinare i trattamenti a intervalli di 10 – 20 gg, in funzione della persistenza del prodotto nell’ambiente in esame. Prodotti Adulticidi: ■ Estratto naturale di piretro ■ Piretroidi ■ Esteri fosforici a bassa tossicità Larvicidi: ■ Esteri fosforici a bassa tossicità ■ Antichitinizzanti ■ Iuvenoidi Attrezzature ■ Irroratrici Tecnica del trattamento Le irrorazioni murali vanno fatte insistendo in particolar modo sulle zone intorno alle entrate (porte e finestre), nonché su quelle maggiormente frequentate dalle mosche. I trattamenti larvicidi devono interessare la zona della concimaia in cui non vi è apporto di letame fresco. Intervenire anche lungo il perimetro delle aree di stabulazione, dove non avviene una continua azione di calpestamento.
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/ Normativa
DECRETO SANZIONI per la responsabilizzazione dell’operatore La legge entrata in vigore alla fine dello scorso anno rappresenta un altro passo verso una sempre maggiore professionalizzazione del disinfestatore e un utilizzo sempre più consapevole dei prodotti Michele Ruzza, Consultant and Pest Management Advisor
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l 14 dicembre 2021 è entrato in vigore in Italia quello che, per il mondo del Pest Management, è stato identificato come Decreto Sanzioni, ovvero il D.Lgs n°179 del 02/11/21 che definisce la “Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (UE) n°528/2012 relativo alla messa a disposizione sul mercato e all’uso dei biocidi” e che porta all’abrogazione del Regio Decreto 27 luglio 1934 n°1256 (G.U. n°186 del 09/08/34 – Suppl. Ordinario n°186) e D. Lgs. 25 febbraio 2000 n°174 (G.U. 149 del 28/06/2000 – Suppl. Ordinario n° 101). Grazie alla consulenza dell’Ingegnere Roberta D’Onofrio, analizziamo il Decreto Legge e i vari articoli che lo compongono: oltre a normative specifiche per chi produce o immette nel mercato biocidi, si possono identificare due articoli specifici per i Pest Control Operator (P.C.O.), l’articolo 3 e l’articolo 14. Andando ad esaminare nel dettaglio i due articoli si evidenzia come: Articolo 3: “Violazioni in materia di messa a disposizione sul mercato e uso dei biocidi di cui all’articolo 17 paragrafo 1 del regolamento”: in questo articolo si evidenzia come un Utilizzatore Professionale o Industriale che impiega un prodotto biocida non autorizzato o un prodotto biocida autorizzato in violazione delle relative condizioni di utilizzo indicate nell’autorizzazione è punito con l’arresto fino a tre mesi e con l’ammenda da euro 1.000,00 ad euro 10.000,00. Articolo 14: “Violazioni in materia di immissione in commercio o produzione di presidi medico-chirurgici di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 ottobre 1998, n. 392”: in questo articolo si evidenzia come chi immette nel mercato o fa un utilizzo professionale o industriale non conforme di un P.M.C. sia punito con l’arresto fino a tre mesi e con l’ammenda da euro 1.000,00 ad euro 10.000,00.
Da una interpretazione di questo D. Lgs, si può certamente considerare come lo stesso vada nella direzione di una sempre maggiore professionalizzazione del P.C.O., delle sue mansioni e della conoscenza dei prodotti che utilizza. Il P.C.O. viene infatti identificato come utilizzatore professionale ed è quindi fondamentale che conosca gli “strumenti” con cui opera, che abbia la certezza che il prodotto utilizzato sia autorizzato e che l’uso che intende farne sia conforme all’etichetta. Nel caso desiderasse effettuare degli approfondimenti o avesse dei dubbi interpretativi, egli può verificare che l’etichetta corrisponda effettivamente alle disposizioni delle autorizzazioni. Per i biocidi, è possibile interrogare il registro di ECHA dei prodotti autorizzati (https://echa.europa.eu/it/information-on-chemicals/biocidal-products), dove vengono riportati i decreti e gli SPC (Summary of Product Characte-
ristic) che riportano le condizioni di utilizzo autorizzate e che devono corrispondere all’etichetta del prodotto immesso in commercio. Per quanto riguarda i PMC, valutato che non esiste un registro similare, è possibile richiedere al titolare dell’autorizzazione o al distributore copia del decreto di autorizzazione. Sulla base del D.Lgs emerge quindi come il P.C.O. debba garantire nei confronti dell’utente finale una attenta conoscenza del prodotto e delle sue caratteristiche, del campo d’applicazione e delle condizioni di utilizzo, fermo restando una costante e continuativa comunicazione con i titolari/ distributori dei biocidi in merito ad aggiornamenti, modifiche, ecc. Il Decreto Legge risulta quindi essere un altro tassello nella responsabilizzazione di una figura professionale che, nel Pest Management, troppo spesso presenta ancora contorni indeterminati.
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Quando “BLATTA ci cova”…. La presenza di questi insetti ovunque vi siano alimenti stoccati, preparati, o serviti è giustamente considerata inaccettabile e doverosamente si deve intervenire, anche se eradicare le infestazioni può essere piuttosto difficile a cura di Alex Pezzin, Responsabile servizio tecnico-scientifico Biblion servizi Area centro Nord
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li scarafaggi sono animali resistenti, persistenti, elusivi e prolifici, associati a numerosi organismi patogeni, fonte di allergeni per l’uomo e inevitabilmente il loro manifestarsi in un ambiente è in genere sinonimo di scarsità d’igiene. Questi insetti hanno la capacità e l’abilità di potersi muovere e spostare facilmente con le merci (trasporto passivo tramite gli imballaggi), si riproducono rapidamente e si annidano vivendo assembrati all’interno di crepe e fessure. Il primo passo per debellarli consiste nella corretta identificazione della specie: cosmopoliti ed appartenenti ad un proprio ordine, per convenienza e
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priorità di importanza, in questo articolo si restringerà il breve campo descrittivo e introduttivo alle due specie “regine” dell’argomento, ricordando solo che, comunque sia gli scarafaggi, o blatte, non vivono solo ed esclusivamente accanto all’uomo (specie sinantrope) ma sono presenti sulla terra da milioni di anni e, contrariamente a quello che si pensa, la maggior parte delle specie vive tranquillamente in natura, lontano dall’uomo e rientrando naturalmente nel contesto dei vari ecosistemi: per esempio la specie Ectobius vittiventris (blatta silvestre) vive nel verde e, seppur si può avvicinare alle abitazioni per fototropismo positivo, evita di entrarci. Concen-
triamoci dunque, come sopra detto, sulle due specie che più facilmente vengono rinvenute e cioè: ■ Blattella germanica (chiamata “fuochista”): l’infestazione può innescarsi, presumibilmente, localizzata all’interno dell’abitazione o in quelle attigue: locali facilmente presi di mira possono essere i bagni e le cucine, queste blatte hanno infatti necessità di luoghi caldi e umidi. ■ Blatta orientalis (chiamata “blatta nera”): più che nel singolo locale o ambiente, predilige svilupparsi a livello della rete fognaria e poi, risalendo anche attraverso gli scarichi delle acque nere, può manifestarsi in interno.
In generale queste due specie di blatte hanno un’elevatissima capacità di adattamento ambientale, per le loro esigenze bio-etologiche hanno sostanzialmente bisogno di quattro tasselli per compiere il puzzle del loro successo di vita: riparo, calore, cibo e acqua. Le blatte si aggregano naturalmente nei luoghi vicino a dove sono presenti queste condizioni e prolificano aumentando velocemente il numero di esemplari. Entrambe le specie amano il buio (lucifughe) e la maggior parte passa gran parte della propria vita nei nascondigli, uscendo solo per cercare cibo. Mentre i maschi cercano il cibo attivamente e quotidianamente, le femmine (come parzialmente anche le giovani ninfe), passano normalmente 3/4 della loro vita senza alimentarsi e possono sopravvivere più di un mese a digiuno, a patto di avere accesso ad una fonte idrica per abbeverarsi. La ricerca del cibo avviene quasi esclusivamente di notte e può essere disturbata dalla presenza dell’uomo. Gli individui appartenenti a popolazioni numerose sono più attivi e meno selettivi dal punto di vista alimentare rispetto a quelli di popolazioni più piccole, perché devono competere maggiormente fra loro per il cibo. Di spiccato comportamento abitudinario, gli scarafaggi, quando hanno imparato dove foraggiare, acquistano esperienza alimentare e compiono percorsi mirati verso la fonte di approvvigionamento: questa caratteristica comportamentale mette in risalto l’importanza in sede di trattamento, cioè in un contesto ambientale di operatività; se si è in presenza di una elevata competizione alimentare per abbondante presenza di disponibilità di cibo, infatti, a causa di un posizionamento frettoloso e
mal ragionato alcuni tipi di prodotti potrebbero non essere presi neanche in considerazione dalle blatte. I programmi per il controllo degli scarafaggi che comportano un solo ciclo di trattamento con esca in gel non hanno molte probabilità di fornire un controllo sufficiente e duraturo. Nella maggior parte dei casi, un controllo duraturo richiede un approccio integrato, basato sulla solida conoscenza delle abitudini degli scarafaggi. Un’ispezione minuziosa, pulizia e un programma di trattamenti che includano sia il posizionamento di esche che il trattamento in crepe e fessure (se necessario e fattibile con il contesto d’intervento) ad oggi sono lo standard metodico preferenziale. Nel nostro lavoro, quotidianamente, abbiamo a che fare con le problematiche riferite alla presenza delle blatte, sia in ambito pubblico che privato. Cittadini privati, amministrazioni comunali, aziende sanitarie, aziende del settore alimentare sono tutte potenziali realtà che possono richiedere necessità di intervento per manifestazioni di questi artropodi di interesse igieni-
co-sanitario. Nei Capitolati Speciali di appalti pubblici, per esempio, un punto fisso riguarda la loro gestione in caso di loro manifestazione sia in esterno (caditoie stradali) che in interno (per esempio uffici, biblioteche, scuole), addirittura in alcune regioni (come la Puglia) si emanano ordinanze regionali per la lotta e il contrasto alla loro proliferazione, con periodici trattamenti stagionali da eseguire all’interno delle caditoie pubbliche in aree o quartieri ritenute “a presenza endemica”. Le tematiche per la loro gestione, controllo e monitoraggio nella filiera alimentare è cosa risaputa e permane ai vertici, come importanza, dei piani di controllo e gestione del pest control.
UN CORRETTO MODUS OPERANDI È possibile elencare una serie di fasi che ritengo indispensabili per approcciare la problematica in maniera tecnica corretta: ispezione ambientale valutativa, scelta e posizionamento dell’esca biocida, trattamento di crepe e fessure con prodotti abbattenti e residuali, piani
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di controllo e verifiche. Dato che le blatte di nostro interesse si aggregano in rifugi protetti e si cibano principalmente di notte, è fondamentale un’analisi fornita da una ispezione approfondita delle aree infestate per pianificare un trattamento, o per meglio dire una serie di trattamenti, mirati. Idealmente sarebbe ottimale poter condurre l’ispezione di notte, con una torcia e un piccolo specchietto flessibile per esaminare le aree più nascoste e meno accessibili per cercare, oltre a esemplari vivi, anche delle tracce rapportabili ad escrementi, esuvie o ooteche. Erogare (in sicurezza) un pochino di prodotto insetticida con principio attivo “snidante” (per esempio la permetrina e la pralletrina) in crepe e fessure può essere un escamotage efficace per mobilitare temporaneamente le blatte, costringendole a uscire allo scoperto per identificare così i siti occupati e ponderando l’entità della loro presenza e quindi del grado di infestazione. Terminato un programma di eradicazione, le trappole collanti sono un buon sistema di monitoraggio per stabilire se l’area debellata è stata definitivamente bonificata oppure possono essere considerati dispositivi utilizzati per un monitoraggio ordinario a prescindere dall’aspetto valutativo “post intervento”. Devono essere poste in aree comunemente frequentate per l’alimentazione, in particolare luoghi caldi e umidi, come dietro ai frigoriferi e altri elettrodomestici, giunzioni pavimento/parete, intorno ai bordi di arredi e apparecchiature, sotto i mobili, ecc. Parlare col cliente o informare un referente è sempre un aspetto qualitativo fondamentale nel nostro lavoro quando si parla di blatte: le infestazioni di scarafaggi sono quasi sempre più estese e difficili da controllare dove la pulizia è scadente; di conseguenza, limitare il cibo e i nascondigli può essere un valido aiuto per il loro controllo. Riuscire ad ottenere una “collaborazione d’intenti”, spiegando e convincendo i clienti che
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una buona pulizia in prossimità delle esche consente di controllare questi insetti più facilmente: riducendo le fonti alternative di cibo e acqua, aumenta la possibilità di contatto tra scarafaggi, attirati per motivi alimentari dai coformulati presenti all’interno del prodotto stesso ed esca. Sempre a titolo di buona prassi e indicazione comportamentale, le popolazioni di scarafaggi che infestano gli ambienti possono essere ridotte o eliminate rimuovendo il disordine, o i mobili e gli elettrodomestici pesantemente infestati. Siccome le modifiche ambientali sembrano interferire con le abitudini radicate, le pulizie possono essere utili per combattere la diffidenza all’esca.
POSIZIONAMENTO DELLE ESCHE Dal punto di vista dei risultati l’efficacia di un’esca insetticida dipende dal numero di individui che se ne cibano. Per questo è importante usare esche appetibili e che mantengano la loro appetibilità per un periodo di tempo prolungato, scegliendo un numero adeguato di punti di applicazione in base al grado di infestazione individuato e valutato. Ritengo, personalmente, che per essere efficaci le esche devono essere collocate il più vicino possibile ai rifugi degli scarafaggi in un’area infestata. Come visto per le trappole collanti, le esche devono essere piazzate in modo da essere intercettate dalle blatte
adulte, per evitare che si allontanino da esse. I punti esca posizionati nei luoghi caldi, umidi e bui, che le blatte prediligono, hanno più probabilità di essere efficaci. Ove ritenuto possibile (anche grazie all’ausilio di apparati di manutenzione che possano eseguire tale operazione per spettanza) può risultare utile rimuovere i pannelli di accesso all’impiantistica strumentale di una cucina o di un laboratorio, al fine di raggiungere le zone interne piuttosto che posizionare l’esca solo sulle superfici esterne: questi punti sono ambiti dalle blatte. Per un controllo ottimale e più duraturo, gli insetticidi devono poter arrivare in quantità sufficiente anche alle femmine, che non provvedono, se non poco, al proprio foraggiamento, e alle ninfe, che rimangono all’interno dei nidi e compiono (almeno inizialmente) solo dei brevi giri perlustrativi da dove è localizzata la “nursery”. Come un “effetto domino”, si potrà impattare contro le femmine e le ninfe che si ciberanno tramite una sorta di cannibalismo alimentare, degli individui intossicati che si sono nutriti nei punti esca in gel a principio attivo “a lento rilascio” (per esempio imidacloprid) e che tornano per morire nel nido, o delle loro
feci, soprattutto se hanno un limitato accesso ad altre fonti di cibo. L’efficacia di questa strategia, nel controllare le popolazioni che non foraggiano, dipenderà naturalmente dal tipo e dalla scelta dell’insetticida. Dalla nostra esperienza di disinfestatori, difficilmente le infestazioni di considerevole entità potranno essere eliminate completamente in un solo passaggio, soprattutto se si tratta di blatte orientali invece che di blatte germaniche. Il controllo è inoltre difficoltoso se l’infestazione è relativamente estesa, o se sono presenti molte fonti alternative di cibo. Anche con un posizionamento ottimale dell’esca in gel, può essere necessario integrare con un trattamento complementare di crepe e fessure. L’efficacia delle esche tende a essere limitata, quindi ha un minore “effetto domino”, quando esistono ostacoli al loro consumo. Allo stesso modo, un controllo completo può essere raggiunto quando le uova si sono schiuse e le ninfe sono maturate fino allo stadio di foraggiamento, o hanno assunto sufficiente insetticida, cibandosi degli individui avvelenati, o delle loro feci. Il modo migliore per superare queste difficoltà è integrare il trattamento mirato dei siti chiave di nidificazione, spruzzando un insetticida liquido residuale. Se la valutazione dello stato delle cose iniziale può far supporre che l’infestazione sia elevata, invece di un approccio impostato sul metodo unico con applicazione di insetticida in gel (punti esca), si dovrà virare verso un trattamento integrato, scegliendo un numero variabile di punti dove posizionare le esche, magari differenziando i prodotti (in modo da valutare quale sia il più gradito) ed in più, eseguire un trattamento mirato dei siti chiave di nidificazione, spruzzando un insetticida liquido residuale. Resta inteso che, per diversi motivi, il trattamento per eccellenza (e preferenziale) nella maggioranza dei programmi di controllo per convenienza, facilità di
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utilizzo e minimo disturbo per il cliente, così come per questioni di odore ed esposizione allo stesso, rimane l’applicazione e l’uso delle esche in gel.
UN INTERVENTO INDIMENTICABILE In esterno, preparando adeguatamente con i giusti DPI i tecnici operatori, abbiamo sovente svolto operazioni di intervento contro le blatte per conto di amministrazioni pubbliche in diverse caditoie stradali di vie, porzioni di vie o piazze. Trattandosi di operazione complessa, viene attivata la collaborazione dell’apparato manutentivo, che provvede a sollevare i piastroni fognari (botole di copertura) al fine di permettere il nostro intervento tramite irrorazione (con lancia mitra collegata a motore atomizzatore su pick-up) di insetticidi adulticidi snidanti, abbattenti e residuali. In numerosi anni di servizio tecnico faccio onestamente fatica a ricordare, anche solo spannometricamente, quante richieste di intervento per blatte siano giunte alla nostra attenzione, ma devo ammettere che certi contesti si sono rivelati (da un punto di vista tecnico) sorprendentemente affascinanti e hanno rivelato aspetti inerenti a questa tematica del pest control che posso annoverare tra i ricordi indelebili. Per esempio, alcuni anni fa, ho eseguito nel contesto di un appalto riguardante i servizi di igiene ambientale di un ente di gestione di edifici pubblici di una importante città del nord Italia, un sopralluogo valutativo in un appartamento di una casa popolare in una palazzina in pieno centro storico: posso garantirvi che ho assistito ad una infestazione attiva di Blattella germanica davvero importante, gli elettrodomestici (dal frigo al forno) ne erano invasi e centinaia di esemplari di tutte le età erano tranquillamente visibili in pieno giorno…. non ho osato immaginare quale potesse essere la situazione di notte! I muri e la tappezzeria
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ne erano brulicanti, insomma ricordo che, a causa di un degrado purtroppo generato da una trascuratezza disarmante, con grande fatica, siamo riusciti a debellare una infestazione con otto interventi a cadenza quindicinale. Un tale contesto aveva generato la richiesta di intervento anche negli appartamenti adiacenti (per i quali si sono poi
a principi attivi abbattenti, snidanti e residuali attentamente distribuiti in modo tale da non porsi in antagonismo ai punti esca armati col Biocida in gel. In questo caso, davvero grave, abbiamo integrato il piano di intervento con la nebulizzazione di insetticida che ha portato la saturazione ambientale. Il caso è stato davvero difficile, ma siamo
programmati degli interventi a parte: come prima cosa, tramite l’ausilio dei servizi sociali, si sono spostati gli occupanti, poi col supporto sinergico degli operai della manutenzione comunale si è atteso lo smantellamento degli elettrodomestici fatiscenti, la rimozione di parte delle tappezzerie e degli immobili e in seguito siamo intervenuti ripetutamente con utilizzo di Biocidi insetticidi in formulato gel (su stipiti, battiscopa, cerniere di mobili, canaline…) e PMC insetticidi adulticidi (formulati liquidi) erogati con pompe a bassa pressione
riusciti alla fine a debellare una situazione in cui, davvero, gli insetti avevano preso il sopravvento! Che sia interno o esterno, pubblico o privato, lieve o grave, il problematico rapporto che correla l’uomo con questi ostinati insetti permane e permarrà sempre. Le loro capacità di presenza e proliferazione, traendo vantaggio dalle nostre svariate attività, sono praticamente infinite e, dopo tutto, è davvero facile osservando un ambiente, poter affermare, come buona probabilità di azzeccarci, “qui blatta ci cova!...”.
es.bayer.it
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CATALOGO BAYER Professional Pest Control 2022 Nuove soluzioni professionali contro zanzare, scarafaggi, roditori e nei disinfettanti
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el nuovo Catalogo Bayer Professional Pest Control 2022 ecco tante novità per le imprese di disinfestazione che con il loro lavoro mantengono gli ambienti protetti da insetti e roditori (ma anche da virus e batteri): ■ Solfac TRIO MAXX, nuovo insetticida in emulsione concentrata (a base di Cipermetrina, Pralletrina e Piperonilbutossido) per aree esterne e aree verdi, adatto contro Zanzare e scarafaggi. È attivo già a diluizioni dello 0,2-0,3%. ■ Solfac COMBI MAXX, insetticida bicomponente in Sospensione Concentrata (a base di Deltametrina, Pralletrina e Piperonilbutossido) per interne, esterne ed aree verdi, efficace contro Zanzare, scarafaggi, cimici dei letti. Agisce contro le zanzare a concentrazioni dello 0,4% ■ Harmonix Pasta è il nuovo rodenticida a base di colecalciferolo, un principio attivo non persistente e non bioaccu-
mulabile ma molto efficace contro topi e ratti, inclusi quelli resistenti. Harmonix Pasta è utilizzabile anche per derattizzare aree esterne e discariche. ■ Rely+ On Virkon, disinfettante concentrato ad ampio spettro testato su oltre 400 ceppi di batteri e oltre 100 ceppi virus, con azione detergente e adatto per la disinfezione di ambienti come industria alimentare, mezzi di trasporto, ambienti contaminati. Tra le altre novità entrano a Catalogo anche il larvicida contro le mosche Baycidal GR4 e il nuovo formato da 240 ml di K-Othrine PARTIX, l’insetticida formulato con la nuova tecnologia Partix, il formato da 240 ml permette un dosaggio ancora più accurato (anche solo 5 ml di prodotto) con il dosatore incorporato nel flacone. Il Catalogo Bayer Professional Pest Control 2022 è disponibile anche online.
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www.colkim.it
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COLKIM: una tradizione fatta di INNOVAZIONE
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ualità, tradizione e innovazione sono solo alcuni degli elementi che da sempre caratterizzano le proposte di Colkim: con l’avvento del nuovo anno, il catalogo si mostra perfezionato ed innovato con prodotti e dispostivi che meglio supportano le sfide quotidiane di ogni PCO. Tra le principali novità di quest’anno, emerge il D-Gel: gel per blatte biocida a base di Dinotefuran. Caratterizzato da un “effetto a cascata”, il prodotto presenta assenza di attività repellente, elevata attrattività dell’esca e un meccanismo d’azione 23 volte più rapido rispetto ai tradizionali gel in commercio.
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Attenta ad un mondo sempre più sostenibile, Colkim introduce il primo erogatore prodotto, interamente, con il 100% di plastica riciclata: Squit, erogatore d’esca che racchiude tutte le caratteristiche fondamentali dei migliori erogatori presenti sul mercato. Dalla vaschetta interna removibile, all’invito posteriore per ancoraggio ai pali sino al pavimento interno ruvido, Squit rappresenta la vera innovazione in casa Colkim: un prodotto 100% “Made in
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Italy” che si aggiunge allo storico erogatore Ristorat. Innokua insetti: repellente liquido concentrato a base di Geraniolo registrato come PMC. Ideale per il controllo delle zanzare, in ottemperanza al PAN e alle diverse linee guida regionali, è utilizzabile nei sistemi di erogazione automatica per giardini, bar e ristoranti. Chameleon® Qualis, innovativa lampada a Led per il controllo degli insetti volanti. Caratterizzata da tubi a LED in grado di garantire un’emissione luminosa a 360°, non presenta mercurio e antiscoppio. Il vantaggio? performance uguali alle tradizionali lampade a tubi UV, con un risparmio energetico in grado di arrivare fino a 27 watt. Oltre a queste importanti novità, Colkim arricchisce ulteriormente la sua gamma di prodotti con due esche in gel a base di Imidacloprid: Imidasect, per scarafaggi e formiche, e con trappole collanti per il controllo di topi, ratti e insetti striscianti. Tra le numerose proposte, il catalogo 2022 presenta: Procesan trappola a cattura per larve di processionaria del pino e Flysan trappola a feromoni per il
controllo degli adulti di processionaria del pino; Picusan, trappola a feromoni per il controllo del punteruolo rosso. Innovazione e tradizione si combinano ulteriormente con la tecnologia dell’IPM System: software modulare, personalizzabile ed altamente intuitivo. Sviluppato in partnership con Evomatic, azienda leader nel panorama IT italiano, il sistema risulta testato da oltre dieci anni in realtà pubbliche e private. Costituito da diversi moduli, il gestionale, integrabile con altri sistemi, è totalmente personalizzabile dal PCO. Sempre in ambito tecnologico, Colkim introduce sul mercato italiano l’innovativo sistema IQ™ di Bell Sensing per trappole ed erogatori. Tra le novità, anche la Scuola della disinfestazione Infestalia, rinnova la sua proposta formativa con diversi corsi base ed avanzati in presenza e live da remoto, avvalendosi della collaborazione di docenti e professionisti del settore. Un’offerta questa, di prodotti e servizi, in grado di soddisfare le più alte esigenze rispettando la nuova visione del futuro “more than chemistry”.
www.copyr.it
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Appuntamento con le NOVITÀ COPYR
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ssere un punto di riferimento in un settore complesso come l’igiene ambientale richiede competenza ed esperienza, che Copyr ha costruito attraverso i tanti anni di lavoro al fianco dei professionisti dell’igiene ambientale e le numerose collaborazioni con i principali centri di ricerca e Università di eccellenza internazionale. Esperienza e competenza, insieme ad un’ampia offerta di prodotti e servizi caratterizzati da un elevato livello di innovazione e sicurezza sono tra gli elementi che permettono all’azienda di affiancare i professionisti in molteplici contesti. L’evoluzione normativa e l’esigenza di prodotti efficaci e con un buon profilo tossicologico, sempre più rispettosi degli operatori, delle persone e dell’ambiente, hanno portato l’azienda a investire nello sviluppo di formulati di concezione moderna, come quelli che utilizzano MGK-264 come sinergizzante
per il Piretro. Questo tipo di soluzioni ad alto contenuto tecnico che si inseriscono all’interno di scenari di intervento sempre più complessi, richiedono competenze specifiche che possono essere acquisite solo attraverso corsi di formazione strutturati o una consulenza puntuale da parte di tecnici altamente qualificati. Oltre ai prodotti chimici, una grande rilevanza nell’efficacia dei trattamenti la ricoprono le attrezzature. La scelta di metodiche appropriate, idonee a combattere l’infestante bersaglio e impiegate all’interno dell’ambiente specifico, è fondamentale per ottenere risultati ottimali e operare in sicurezza. Copyr è il partner che consente di poter scegliere tra un’ampia offerta di attrezzature: dai piccoli nebulizzatori portatili a termonebbiogeni di grandi dimensioni per grandi cubature. PestMed 2022 sarà l’occasione per conoscere e toccare con mano in anteprima il
nuovo Nebulo EVO a batteria, un nebulizzatore ULV progettato per 2,5 ore di erogazione continua – senza interruzioni e senza cavo – di formulati insetticidi, deodoranti e disinfettanti, consentendo all’operatore di muoversi con ampia libertà in molteplici ambienti, in particolare anche in quelli congestionati e ristretti, oppure in spazi in cui l’accessibilità alla rete elettrica è resa difficile o ancora laddove l’esigenza sia di ottimizzare, da un sito all’altro, i tempi di fermo richiesti dalle operazioni preparatorie e di manutenzione della macchina. Oltre alle attrezzature, sarà possibile toccare con mano anche altri prodotti innovativi come NARA, attrattivi per topi e ratti privi di allergeni per l’industria alimentare, o la linea di erogatori Gulp Box la cui modularità permette di adattarsi a ogni esigenza di utilizzo.
I SERVIZI AD ALTO VALORE AGGIUNTO La recente pubblicazione del libro “Gestione e Controllo degli infestanti nell’industria alimentare. La disinfestazione di qualità” intende fornire informazioni teoriche e pratiche per aiutare chi opera a tutti i livelli, dal responsabile qualità all’impresa di servizi, a definire e attuare piani di Pest Management di qualità, grazie alla condivisione di esperienza pluriennale e competenza acquisita sul campo. Questo volume va ad affiancarsi all’ampia offerta formativa dell’azienda, costituita dai corsi certificati Campus Copyr (ISO 21001:2019) e da Radio Copyr quale format digital-native strettamente informativo. Per conoscere tutta l’offerta dell’azienda per l’industria alimentare, Copyr sarà presente a PestMed 2022 con due stand: Padiglione 32, stand A13 e Padiglione 31 stand C12.
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www.ekosupply.it
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Formazione e SOLUZIONI per le aziende DEL FUTURO
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kosupply è un’azienda che offre consulenza, fornitura di prodotti e formazione negli ambiti del pest control e del professional cleaning. Ancor prima di formalizzare la vendita, Ekosupply propone soluzioni idonee e professionali per un acquisto mirato ed appropriato a soddisfare tutte le esigenze del cliente. La mission aziendale consiste nell’essere sempre focalizzati sul Cliente, offrendo le soluzioni e le forniture di strumenti e servizi più idonei nei settori della disinfestazione ambientale e della pulizia professionale. Un Team di specialisti a disposizione del cliente, in grado di offrire formazione profes-
sionale nel concetto di Lifelong Learning Professional, ossia la formazione in tutto il percorso della vita professio-
nale, con la continua ricerca di soluzioni innovative al passo con i tempi ma contemporaneamente attente all’ambiente, permettendo così di proiettare la propria attività verso il futuro. Formazione, informazione e innovazione sono i criteri da perseguire per soddisfare un mercato sempre più esigente e assicurare alla propria azienda un corretto percorso professionale. Ekosupply sarà presente a PestMed, la fiera evento per i professionisti del pest management e della sanificazione, che si terrà a Bologna dal 30 marzo al 1 aprile 2022. Sarà possibile visitare l’azienda allo Stand C25, Padiglione 32.
SAREMOPRESENTI PRESENTIAL AL SAREMO
Dal Marzo 1 Aprile Dal 3030 Marzo al al 1 Aprile
CONSULENZA FORMAZIONE FORMAZIONE PRODOTTI CONSULENZA PRODOTTI E E ATTREZZATURE PER: ATTREZZATURE PER: Disinfestazione ambientale Disinfestazione ambientale Pulizia professionale Pulizia professionale
VIENICI TROVARE VIENICI AA TROVARE Siamo PAD - STAND C25 Siamo al al PAD 3232 - STAND C25 MARZO / 2022 | DIMENSIONE PULITO
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www.ekommerce.it
EKOMMERCE, la forza del REBRANDING
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eriodicamente le aziende sperimentano il bisogno di un cambiamento evolutivo. La definizione di nuovi obiettivi e il rinnovamento della brand image sono quasi sempre gli strumenti attraverso i quali questa evoluzione si concretizza e prende forma. Poche settimane fa Ekommerce, azienda di riferimento nel mercato del Pest Control, ha lanciato il suo nuovo logo aziendale.
futuro. Da qui il nostro nuovo logo, il cui carattere distintivo trae ispirazione dal Koru, una forma a spirale ricavata dal profilo naturale della felce d’argento, pianta che nell’antica cultura Maori simboleggia la nuova vita, la crescita, la forza e il rinnovamento. Siamo convinti che il nostro nuovo logo riuscirà a mantenere stretto il legame con il passato e allo stesso tempo a condurre l’azienda verso un nuovo modo di rappresentarsi e farsi conoscere.”
Abbiamo chiesto all’Amministratore, Ilaria Casalanguida, cosa ha mosso un’azienda così profondamente radicata nel mercato di categoria a cambiare la propria immagine. Quale percorso ha portato Ekommerce al cambiamento?
Le imprese professionali che erogano servizi di disinfestazione, derattizzazione e sanificazione operano in un mercato molto frammentato. I temi di interesse spaziano dalla tutela della salute pubblica, a quella dei beni culturali e degli edifici, fino alle esigenze del privato cittadino. Come risponde Ekommerce ad un mercato così diversificato?
“Abbiamo colto l’occasione del nostro ventesimo anniversario per regalarci un nuovo logo. Ovviamente questo non è stato l’unico motivo che ci ha spinti a un cambiamento così importante. Il rebranding per un’azienda è rappresentativo di un processo di cambiamento profondo e avviene solitamente in concomitanza con un momento importante, come quello di un passaggio generazionale. Ai suoi esordi Ekommerce è stata la prima azienda in Italia a proporre un’alternativa alle metodiche di derattizzazione tradizionali introducendo, con il primo Ekomille, il concetto di derattizzazione ecologica e animal friendly. Nel tempo abbiamo ampliato la nostra offerta, cavalcando l’onda della sostenibilità con concretezza e responsabilità - Ekommerce non conosce la deriva del greenwashing - e lo abbiamo fatto promuovendo l’applica-
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Ilaria Casalanguida, Amministratore Ekommerce
zione di tecniche integrate di gestione degli infestanti e proponendo prodotti in grado di ridurre rischi e impatti sulla salute umana e sull’ambiente. Avevamo bisogno di un’immagine più somigliante alla nostra rinnovata filosofia aziendale e alla nostra visione di
“Avendo un approccio “sartoriale”. Ovvero offrendo soluzioni tagliate “su misura” per ciascun cliente. Diversificando e ampliando la nostra offerta in termini di prodotti, servizi e programmi formativi. Restando fedeli, nel nostro quotidiano, ai nostri valori più cari: quello dell’affidabilità, dell’innovazione, della qualità di prodotto, della competenza e della sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di offrire un servizio qualificato. Valorizzando le persone. Contribuendo all’accrescimento delle loro competenze e favorendo interconnessioni e scambi reciproci.”
Parliamo delle linee sviluppate da Ekommerce. Quali sono le
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direttrici che avete seguito per arrivare a questi risultati? “Abbiamo puntato sulla ricerca scientifica. Su questa, infatti, poggiano lo sviluppo e l’innovazione delle nostre linee, che sono sempre alla ricerca dell’elemento di “unicità”. La linea Ekomille, ad esempio, è protagonista di un’evoluzione senza precedenti. Lo scorso settembre abbiamo lanciato sul mercato Ekomille RC e molto presto sarà la volta di Ekomille CO2. Entrambi hanno apportato cambiamenti rivoluzionari nella gestione del servizio di derattizzazione. Il primo, dotato di un sistema di controllo integrato che consente di gestire da remoto le principali funzionalità, è lo strumento attraverso il quale i professionisti della disinfestazione potranno ottimizzare la gestione degli interventi sui cantieri e l’impiego delle risorse. Il secondo, integrato di un sistema di soppressione rapida e indolore con anidride carbonica, rappresenta un importante passo avanti verso la cultura della
tutela del benessere degli animali, tema molto sentito all’estero, specialmente nel Nord Europa e nei paesi anglosassoni. Anche la linea di piastre e trappole collanti Tak sta crescendo molto. In pochissimo tempo è riuscita a conquistare il mercato internazionale portando alto il nome del Made in Italy.” È in arrivo anche un’altra novità, ma per ora non posso darvi ulteriori informazioni.
Ekommerce è da 20 anni socia ANID e lei da pochi mesi ha esordito come consigliere. Cosa vuol dire operare al fianco di un’associazione di categoria? “Vuol dire fare rete. Sostenere le aziende e tutelare gli interessi professionali degli associati. Cercare di dare “valore” alla categoria, mediante tutta una serie di attività, che non sono altro che piccole semine in un vasto campo arato, i cui frutti saranno visibili nel tempo. Ma l’obiettivo più importante è quello di cooperare, attraverso l’attività
formativa e l’aggiornamento tecnico, l’accrescimento della professionalità e della competenza degli operatori. Siamo fortemente convinti del valore della formazione quale leva per crescere e fare la differenza. La formazione è, infatti, un dialogo che arricchisce gli interlocutori. Ogni incontro si rivela un’occasione di crescita reciproca in nome di un obiettivo comune, quello di rispondere proattivamente alle crescenti esigenze di innovazione e differenziazione espresse dal mercato.”
Quali sono gli appuntamenti più importanti dell’anno ai quali Ekommerce parteciperà? “Abbiamo inaugurato il 2022 con il PestEx a Londra, a marzo sarà la volta del PestMed a Bologna. Seguirà il Benelux Pest in Olanda, l’Expocida Iberia a Madrid per poi continuare a maggio con il Pest Protect a Berlino e il Buyer Point a Milano. Finiremo il tour in bellezza con l’ICUP a Barcellona e il PestWorld a Boston.”
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www.indiacare.it
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Una linea efficace per NATURA
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NDIA da sempre è attenta alle richieste dei PCO e delle pubbliche amministrazioni, per questo motivo ha inserito nella gamma degli adulticidi i prodotti della Linea Pyr, tutti accomunati dall’estratto di Piretro che conferisce loro un rapido effetto abbattente nei confronti di insetti volanti e striscianti, garantendo così oltre all’azione insetticida, un potente effetto snidante sugli infestanti nascosti in fessure e anfratti. La Linea Pyr è composta da 4 formulati che permettono di intervenire in molteplici contesti: dall’industria alimentare a parchi e viali alberati, da mense e ristoranti ad ambienti di comunità, teatri, scuole, caserme... e, ovviamente, anche in contesti domestici. Green Pyr è una formulazione in microemulsione acquosa a base di estratto di Piretro utilizzabile in luoghi di somministrazione di alimenti e per trattamenti in viali e parchi cittadini, negli ambienti pubblici o dove si vive in comunità, su mezzi di trasporto, aree industriali, depositi rifiuti, ma anche su superfici esterne di fabbricati rurali. Tra i target riporta in etichetta scarafaggi, mosche, zanzare e infestanti dell’industria alimentari: Ephestia, Plodia e Lasioderma, Oryzaephilus e Tribolium castaneum. Infatti Green Pyr è particolarmente adatto a trattamenti di saturazione volu-
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metrica: test di laboratorio dimostrano che applicato al 2% contro i lepidotteri (tignola della farina) fa registrare il 100% della mortalità dopo 20 minuti; utilizzato per i coleotteri dell’industria alimentare ottiene il 100% di mortalità in 3 ore. Quando diventa necessario associare all’effetto abbattente dell’Estratto di Piretro un p.a. che conferisca maggior persistenza per il controllo dell’infestazione nel tempo, si può scegliere tra Delta Pyr SC e Delta Pyr PBO. Entrambi sono applicabili nelle aree interne ed esterne negli ambienti pubblici o dove si vive in comunità, negli edifici ad uso
PERCHÈ SCEGLIERE IL PIRETRO? • Ha origine naturale e una storia antica. • È sicuro e con bassa tossicità per animali a sangue caldo (mammiferi e uccelli). • Il suo è un Profilo Green: si degrada velocemente ad opera della luce solare. • È efficace ed è dotato di grande rapidità d’azione: effetto abbattente insuperabile. • L’azione insetticida è svolta da un pool di molecole: piretrina I e II, cinerina I e II e jasmolina I e II.
produttivo o commerciale, compresi gli ambienti dell’industria alimentare, in agglomerati urbani, viali e parchi cittadini, villaggi turistici, campeggi, su mezzi di trasporto, aree industriali, depositi rifiuti, fabbricati rurali, stalle, concimaie. Delta Pyr SC è una sospensione concentrata a base di Deltametrina ed estratto di Piretro, idonea anche per la lotta alle zanzare. Tra i target sono riportati in etichetta blatte, pulci, formiche e altri insetti striscianti, zanzare e la cimice asiatica (Halyomorpha halys). Delta Pyr PBO è una microemulsione acquosa a base di Deltametrina, estratto di Piretro e PBO. Tra i target riporta in etichetta blatte, pulci, zecche del cane, formiche. In laboratorio è stato possibile osservare che permette di controllare l’infestazione di B. Orientalis fino a 14gg dopo l’applicazione. Completa la Linea Pyr un prodotto ad elevata prestazione, inodore e a ridotto impatto ambientale, che ben si adatta sia a trattamenti in esterno che in interno, anche con il termonebbiogeno. Micro Pyr è un insetticida liquido concentrato in microemulsione acquosa a base di estratto di Piretro e PBO, privo di solventi, ad ampio spettro ed immediata azione abbattente. È stata verificata in reali condizioni di impiego la riduzione della popolazione di B. germanica di oltre l’80% in 3 giorni.
Linea Pyr Efficace per natura
Pyr è la nuova gamma di prodotti contenente estratto di Piretro, con effetto abbattente insuperabile per efficacia e rapidità. Le molecole che compongono il Piretro svolgono un’azione insetticida a ridotta tossicità degradandosi alla luce solare. Il profilo Green la rende applicabile in molteplici ambiti.
santacroceddc.it - photo: Francesca Vinci
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www.inpest.it
TRATTAMENTI volumetrici nell’industria ALIMENTARE, passato o FUTURO?
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n’azienda alimentare si augura l’assenza di infestanti intesi in senso lato. In queste condizioni, l’attività da parte del PCO, riguarda i consigli e le segnalazioni in materia di prevenzione gestionale e strutturale, la sorveglianza attraverso il monitoraggio, l’attivazione di misure correttive in caso di comparsa di anomalie o di criticità. Nella situazione sopra accennata l’ingresso di un infestante, inteso come popolazione, può essere arginato in tempi brevi spesso senza ricorrere all’impiego di biocidi o, meglio, senza che questi possano rappresentare lo strumento principale; risulta chiaro che per l’individuazione tempestiva della manifestazione di una specie infestante servono reti di controllo e dispositivi adeguati da controllare con cadenza adeguata.
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La realtà dei fatti ci pone talvolta o spesso, al cospetto di situazioni che richiedono un percorso più complesso di eradicazione dell’ospite indesiderato, che passa anche attraverso l’uso ripetuto e su ampia scala dei trattamenti. Ragionando in merito agli insetti, possiamo ritenere che i trattamenti volumetrici sono lo strumento più rapido di abbattimento degli adulti per le principali specie volatrici associate alle derrate e delle popolazioni degli insetti ambientali, quali ad esempio Blattella germanica, in questo caso meglio se associati ad un trattamento per irrorazione delle superfici dove ipotizziamo il transito degli individui snidati, considerazione questa che vale anche per i coleotteri delle derrate prevalentemente striscianti.
Prima di procedere con un trattamento insetticida è indispensabile un’attenta lettura dell’etichetta, per valutare la sicurezza del trattamento verificando pittogrammi e frasi di rischio, l’ambito di applicazione di quel biocida e le specie bersaglio, infine per operare con i dosaggi di prodotto corretti in relazione alle volumetrie su cui intervenire. Attualmente un trattamento volumetrico in ambito alimentare può essere condotto con un numero limitato di prodotti e un numero ancora minore di sostanze attive, è evidente quindi che la differenza può essere fatta dallo strumento di erogazione del prodotto, che dovrà garantire il minimo stress sulla molecola insetticida, la generazione di un aerosol omogeneo, stabile, capace di esprimere la massima efficacia di contatto con
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l’organismo target, e di diffusione utile in tutti i punti degli ambienti trattati, anche i più angusti. Anche se il quadro tossicologico dei biocidi utilizzabili per i trattamenti volumetrici risulta spesso più confortante rispetto a prodotti per i trattamenti residuali su superfici, dobbiamo considerare come maggiori siano le probabilità di contatto con superfici critiche che possono venire a contatto con gli alimenti. Nonostante l’utilizzo di sostanze non residuali, è altresì opportuno gestire con i responsabili delle aziende queste situazioni oltre che richiedere e verificare l’assenza di alimenti che possano essere contaminati nel corso del trattamento. Naturalmente sarebbe irragionevole pensare ai trattamenti come unica soluzione ad una infestazione, infatti senza la gestione di pulizia dei depositi e degli
impianti, compresi quelli di aspirazione delle polveri, non è possibile l’eliminazione del problema, in particolare per gli infestanti delle derrate, gli stessi substrati alimentari rappresentano un rifugio capace di impedire il contatto tra gli insetti e biocida, in particolare per gli stadi preimmaginali.
Dobbiamo inoltre considerare che gli insetti basano il proprio successo su una elevata prolificità che si pone a contrasto proprio con la mortalità naturale e indotta, pertanto il metodo più utile e duraturo di lotta riguarda la sottrazione di risorse allo sviluppo, che si traduce in pulizia dei residui negli impianti e sulle superfici delle aree di lavorazione, attività questa ovviamente inapplicabile sulle materie prime e prodotto finito in stoccaggio che dovranno invece essere sorvegliate e segregate qualora infestate. Infine, nuove tecniche per l’azienda alimentare, quali gli insetti utili e la riscoperta di sistemi meno recenti come le tecniche di confusione sessuale contro le tignole delle derrate, garantiscono ancora un insieme di strumenti efficaci di lotta da considerare sempre come tessere di un unico mosaico.
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www.newpharm.it
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Azione RAPIDA e senza residui
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er il 2022 Newpharm lancia la tecnologia Spring, la vera alternativa ai solventi di derivazione idrocarburica che tanto impattano sull’ambiente. La nuova generazione di prodotti con solvente a basso impatto ambientale riporterà il logo S.P.R.I.N.G. sulla confezione e coinvolgerà le formulazioni EC (Emulsioni Concentrate).
Dopo il Blucyp EC, il secondo pilastro della nuova primavera di insetticidi è formato dal Nuvex NO PBO: l’insetticida a base di Piretro Naturale privo di PBO (PiperonilButossid) e qualunque altro sinergizzante in formulazione. Il Nuvex NO PBO trova applicazione in tutte quelle situazioni in cui si necessita rapidissima azione insetticida, multi-target, senza lasciare residui persistenti. L’industria alimentare, va da sé, è il principale terreno di gioco del Nuvex NO PBO. Tuttavia, viene impiegato con successo in tutte quelle situazioni in cui lo scopo è teso alla rapida bonifica ambientale da insetti sia volanti che striscianti. Ciò è di prassi negli ambienti zootecnici, per esempio nelle sale di mungitura all’interno delle quali le mosche devono essere debellate per la tranquillità e il benessere ani-
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male garantendo allo stesso tempo la salubrità degli alimenti. Mosche, zanzare, le tignole nei magazzini di stoccaggio di derrate e alimenti, vespe, formiche e pure insetti di grossa taglia come gli scarafaggi, sono bersaglio del NUVEX NO PBO. Per stanare efficacemente gli insetti striscianti annidati, il NUVEX NO PBO esercita inoltre il massimo potere snidante possibile, offerto proprio dalle caratteristiche impareggiabili dell’estratto di Crisantemo e dalle ben sei sostanze attive differenti in esso contenute. Il prodotto si usa sia all’interno che all’esterno degli ambienti; può essere erogato mediante nebulizzatori elettrici o a batteria, capaci di erogare particelle finissime, come pure con le tradizionali pompe irroratrici diluendo il prodotto in acqua al 2%.
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presta ad un utilizzo professionale di saturazione dell’ambiente da trattare. Air Control Sanitizer® Disinfettante PMC è utilizzabile in ambito civile (magazzini, scuole, cinema, negozi, alberghi e strutture ricettive, palestre, cucine, ristoranti, mense, servizi igienici, etc..), domestico (abitazioni, condomini, cantine, bagni) e sanitario (ospedali, ambulatori, sale d’attesa, studi veterinari, studi medici e dentistici), in edifici pubblici (caserme, uffici, luoghi di riunione), nell’industria (spogliatoi, aree produttive, zone comuni, uffici), nell’industria alimentare, all’interno dei mezzi di trasporto (autoveicoli, treni, camper, pullman, mezzi pubblici, natanti,
container, stive di carico, aeromobili) e negli impianti di areazione (climatizzatori, impianti di aspirazione, condotte). Air Control Sanitizer® è conforme agli standard: ■ EN14476 e EN16777 di efficacia su virus incapsulati e alcuni non incapsulati; ■ EN 13697:2015 e A1:2019 di efficacia battericida e levuricida; ■ EN1276:2019 di efficacia battericida; ■ EN1650:2019 di efficacia levuricida.
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/ Tendenze
Soluzioni PROFUMATE per la derattizzazione del FUTURO Sono numerosi gli studi dei players dell’universo pest control, anche in collaborazione con prestigiose università ed enti di ricerca, per sviluppare soluzioni nuove ed innovative sia per l’attività di derattizzazione che per quella di disinfestazione Luca Ilorini, chimico e divulgatore scientifico
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a disinfestazione è un tema di grande attualità, una procedura che ha trovato, se necessario, un’ulteriore spinta e un rinnovato interesse anche in seguito alla pandemia che ha sconvolto il globo.
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Concetti come disinfezione e sanitizzazione abbracciano nella loro ampiezza il mondo della disinfestazione e derattizzazione, dal momento che le ultime due attività sono basilari e propedeutiche per parlare di un ambiente disinfet-
tato e sanificato. I topi hanno un olfatto molto più acuto di quello umano; tipici sentori e profumi che i topi odiano sono cannella, aceto, olio di chiodi di garofano e pepe di caienna. In alte concentrazioni, l’olio di chiodi di garofano può
mostrare una certa repellenza. La sfida, quando si tratta di utilizzare oli essenziali come repellente, consiste nel fatto che spesso essi devono essere mantenuti a concentrazioni così elevate da risultare sgradevoli da annusare per il proprietario della casa. Alcune società hanno a lungo provato, con fortune alterne, a sviluppare nebulizzatori con oli essenziali a tale scopo. Una volta che l’odore diventa accettabile per la persona, non respinge più i roditori. In secondo luogo, un determinato roditore non sarà scoraggiato dall’odore. Una sfida che da tempo numerosi players dell’universo pest control hanno deciso di raccogliere, sviluppando soluzioni alternative: in alcuni laboratori sono infatti in corso di sviluppo soluzioni profumate che utilizzano molecole particolari. Le profumazioni sono state realizzate utilizzando fragranze progettate ad-hoc, con una selezione di sostanze in grado di legarsi ai recettori olfattivi dei roditori. La problematica legata alla maggior parte dei rodenticidi è proprio legata alla loro elevata tossicità, che li rende utilizzabili, soprattutto in ambienti come quello scolastico, solo prestando un’attenzione maniacale. Non tutte le materie prime di utilizzo nell’universo essenziero sono in grado di legarsi con pari efficacia ai recettori olfattivi del roditore: vengono selezionate le sostanze dotate di maggior affinità e si cerca di realizzare soluzioni profumate sviluppate in questo modo. Un’innovazione ancora under evaluation, ma decisamente promettente sotto numerosi punti di vista. Tra i prodotti più utilizzati per la loro efficacia, merita doverosa citazione l’olio di eucalipto. Tra le famiglie di piante con oli essenziali promettenti usati come repellenti ci sono Cymbopogon spp., Ocimum spp., Thymus spp., Eucalyptus spp. Tra gli oli essenziali, l’olio di eucalipto, in particolare, è più utile in quanto è facilmente estraibile commer-
cialmente e possiede un’ampia gamma di proprietà desiderabili che vale la pena sfruttare per la gestione dei roditori. Questo olio è un liquido incolore, con un odore simile alla canfora e un sapore speziato e rinfrescante. Possiede un ampio spettro di attività biologiche tra cui figurano antimicrobica, fungicida, insetticida/repellente per insetti, erbicida, acaricida e nematocida. L’attività disinfestante dell’olio di eucalipto è dovuta a componenti come 1, 8-cineolo, p-cimene, eucamalolo, limonene, linalolo, α-pinene, -terpinene, α-terpineolo, alloocimene e aromadendrene. L’uso dell’olio di eucalipto come potenziale disinfestante naturale è di immenso significato in considerazione delle implicazioni ambientali e tossicologiche dell’uso importante di soluzioni sintetiche e del superamento/riduzione del problema della possibile resistenza in fase di sviluppo.
L’IMPORTANZA DI UNA DERATTIZZAZIONE SICURA L’attività di prevenzione e il trattamento delle infestazioni di roditori richiede una combinazione di eliminazione dei
punti di accesso che ratti e topi potrebbero utilizzare per entrare in casa, rimozione di fonti di cibo e riparo che attirano i roditori e utilizzo di trappole per sbarazzarsi di ratti e topi esistenti all’interno o intorno alla casa. L’utilizzo di un approccio multi tattico per gestire i roditori riduce il rischio di affrontare future infestazioni, poiché un pezzo significativo del puzzle è l’adozione di misure preventive come il blocco dell’accesso e l’eliminazione delle fonti di cibo e acqua che attirano ratti e topi. I rodenticidi consistono in diversi tipi di veleni usati per uccidere i roditori. Le esche rodenticide possono però essere letali per qualsiasi mammifero o uccello che le ingerisce e non sono velenose solo per i roditori; di conseguenza, tutte le esche rappresentano un alto rischio di avvelenamento per animali non bersaglio che potrebbero mangiare l’esca o nutrirsi di un topo che ha ingerito del veleno. L’aggiunta delle profumazioni all’interno di alcuni rodenticidi implica la necessità di adottare misure di sicurezza ulteriori, legate alla natura allergenica delle stesse e alla gestione di miscele pericolose. I principali rego-
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/ Tendenze
lamenti europei sul tema derattizzazione hanno già recepito tali indicazioni e hanno apportato le modifiche del caso, ove necessario. Per esempio a livello inglese, la pietra angolare per un corretto approccio alla tematica è un codice di buone pratiche per l’uso di rodenticidi pubblicato all’inizio del 2015 e recentemente rivisitato. L’applicazione di rodenticidi secondo il codice preverrà l’esposizione non necessaria della fauna selvatica e di altri animali non bersaglio e contribuirà a raggiungere gli obiettivi del regime. L’obiettivo è garantire che tutti gli utilizzatori di esche rodenticide esclusivamente professionali rispettino il Codice di buone pratiche CRRU (Campaign for Responsible Rodenticides Use) e lavorare con schemi di garanzia per allineare gli standard con il Codice di buone pratiche CRRU del Regno Unito.
UN AIUTO AL SAPORE DI ARGILLA Alcuni studi molto promettenti analizzano nuove possibilità future per una disinfestazione differente. La formulazione di bio-insetticidi è stata sviluppata da argille naturali del Camerun utilizzando l’olio essenziale di Ocimum gratissimum come agente attivo. La capacità di assorbimento dell’aroma è stata determinata e migliorata da modificazioni chimiche dell’argilla e dalla sua integrazione con oli essenziali profumati. Il trattamento con acetiltrimetilammonio è risultato particolarmente efficace e il fenomeno è stato spiegato con l’aumento di affinità delle molecole di adsorbato verso l’adsorbente. Sono stati condotti test insetticidi contro il punteruolo del mais (Sitophilus zeamais) che hanno dimostrato che gli effetti insetticidi delle formulazioni sono stati migliorati dopo le modifiche apportate sull’argilla. La formulazione preparata con argilla non modificata perde completamente la sua attività insetticida dopo 30 giorni, mentre la
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formulazione con argilla modificata ha perso circa il 60% della sua piena potenza insetticida nello stesso tempo. L’effetto residuo delle formulazioni a base di olio essenziale variava con l’adsorbente utilizzato. Le argille modificate aumentano la durata dell’effetto insetticida degli oli essenziali e possono essere utilizate per svariati utilizzi industriali.
ULTRASUONI, STUDI DI EFFICACIA E FALSI MITI Un repellente ad ultrasuoni è un dispositivo elettronico di controllo che emette un suono acuto a una frequenza che può causare disagio, uccidere, allontanare o inabilitare i parassiti domestici. I dispositivi in genere vengono collegati a una presa elettrica. Tuttavia, alcuni dispositivi funzionano a batteria, per poter essere utilizzati in modo più semplice in campi, giardini, capannoni e altre aree che non sono cablate per l’alimentazione. Quando è accesa, la macchina emette suoni acuti o vibrazioni ad alta frequenza, che sono tipicamente impercettibili per l’orecchio umano, anche se possono essere sentite da alcuni individui con un udito più sensibile. Anche se sono disponibili numerosi dispositivi repellenti per
roditori ad ultrasuoni, dal mercato emerge che nessuna di queste soluzioni è decisamente efficace. Uno dei problemi principali quando si utilizza un repellente per roditori ad ultrasuoni è il posizionamento del dispositivo. Questi repeller necessitano di prese elettriche per funzionare: se non c’è una presa vicino al luogo di attività dei roditori, il dispositivo sarà completamente inefficace. Essendo i topi creature piuttosto resistenti e adattabili, la frequenza delle onde sonore ultrasoniche necessarie per respingerli con successo sarebbe abbastanza forte da causare danni anche agli esseri umani e agli animali domestici. L’uso di un repellente per topi ad ultrasuoni può funzionare per un breve periodo di tempo: esso rappresenta una soluzione attuabile finché il topo non impara a evitare l’area interessata dalle onde sonore ultrasoniche o si adatta semplicemente al rumore di fondo. Sono in fase di sviluppo sistemi ad ultrasuoni, comprendenti devices in grado di permettere il rilascio graduale di profumazioni realizzate ad hoc contro i roditori: queste soluzioni possono favorire l’efficacia dei sistemi ad ultrasuoni, perlomeno su un periodo di tempo più lungo di quanto previsto ed abituale fino a questo momento.
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a Divisione Vebi Tech si rivolge alle aziende e ai professionisti della disinfestazione, offrendo un’ampia gamma di prodotti e soluzioni con molteplici tipi di formulazioni e principi attivi per la lotta a roditori e insetti nocivi. Inoltre, l’assortimento si completa con diserbanti, repellenti, disinfettanti, lampade a luce U.V., attrezzature per la sanificazione e soluzioni naturali per la cura del verde. Ricerca continua, investimenti in innovazione e miglioramento costante: sono gli elementi che contraddistinguono il dipartimento Ricerca e Sviluppo di Vebi Tech. La Divisione vanta una profonda conoscenza del settore, frutto del lavoro di tecnici esperti, sperimentazione sul campo e in laboratorio, sinergie di idee in collaborazione con professionisti, enti accreditati, clienti, fornitori e Università. Vebi Tech garantisce attività di consulenza, formazione e supporto agli operatori del settore e alle aziende, attraverso corsi pensati ad hoc per soddisfare le esigenze specifiche del cliente. Infatti, l’obiettivo è affiancare i nostri clienti nell’individuazione del problema, analizzandone ogni aspetto per un intervento mirato, radicale ed efficace. Dalla collaborazione tra Vebi Tech, azienda con più di 75 anni di esperienza e Byron, leader nei servizi integrati per il pest control, nasce Spectre, tra i primi sistemi di monitoraggio e cattura degli infestanti da remoto. Il dispositivo è stato studiato appositamente per soddisfare le esigenze delle aziende di disinfestazione per garantire riduzione dei costi di intervento, risparmio di tempo nella gestione del cliente e aumento dell’efficienza.
Grazie a Spectre le stazioni di avvelenamento diventano “intelligenti”: attraverso un monitoraggio costante e una comunicazione istantanea, il Sistema aiuta a prevenire le infestazioni, garantendo un sistema non cruento e a basso impatto ambientale. Il Sistema Spectre è composto da una rete di sensori ad alta tecnologia che vengono aggiunti alle stazioni di avvelenamento posizionate strategicamente nell’area di controllo. Il sensore installato rileva il passaggio o la cattura del roditore, la centralina con raggio molto esteso trasmette l’informazione al server, il quale, a sua volta, invia una notifica in tempo reale tra-
mite SMS al cellulare, tramite e-mail al computer oppure tramite APP sia per il sistema operativo iOS sia per Android. Ciò consente all’operatore di concentrare l’attività di controllo nei punti esca in cui è stata rilevata un’attività, evitando di dover monitorare in continuazione tutta l’area. Spectre può essere associato a un numero illimitato di sensori, siano essi di monitoraggio o di cattura, e a un software gestionale che consente di gestire l’anagrafica del cliente e l’anagrafica dei cantieri. Questo innovativo Sistema opera attraverso il protocollo di trasmissione LoRa (long range), il quale garantisce una facilità di installazione e una copertura molto estesa del segnale. Questa tecnologia rispetta le norme CE in materia di occupazione banda, evitando quindi congestioni e interferenze con altri dispositivi che trasmettono nella stessa frequenza.
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/ Approfondimento
Due passi tra i RODITORI Sono numerose le specie che possono causare disturbi, sia invadendo le nostre abitazioni sia arrecando danni alle coltivazioni. Vediamo caratteristiche, habitat e abitudini delle specie di maggior rilevanza a cura di Chiara Dassi
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al consistente mondo dei roditori che occupa una buona parte delle specie dei mammiferi, restringo il campo ai roditori italiani fra cui spiccano le numerose arvicole [famiglia dei cricetidi a cui appartengono anche i simpatici criceti (Cricetus cricetus Linnaeus, 1758) nelle tante varietà in commercio], il topo muschiato [(Ondatra zibethicus (Linnaeus, 1766) con caratteristiche per certi versi simili alle nutrie], i topi campagnoli, il topolino domestico, i ratti, i ghiri (moscardini e quercini), le marmotte, gli scoiattoli, gli istrici per arrivare alle nutrie. Mi occuperò delle specie particolarmente problematiche: Rattus norvegicus, Rattus rattus, Mus domesticus e Myocastor coypus. Ricordando però che anche i ghiri, Glis glis (in Sardegna è presente il Myoxus glis melonii), in certe circostanze possono arrecare disturbi, se si insediano nelle nostre abitazioni, o danni alle coltivazioni di pini da pinoli. Senza trascurare che lo scoiattolo grigio nordamericano, Sciurus carolinensis, può essere un esempio di quanto una specie aliena possa essere di nocumento alla fauna autoctona, nello specifico lo scoiattolo comune detto anche scoiattolo rosso, Sciurus vulgaris, problema non solo italiano, ma anche europeo. Interessante è riportare un semplice esperimento fatto per testare il diverso comportamento delle tre specie sinantrope nei confronti del cibo. Se in un
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labirinto con la copertura in plexiglas per poter osservare il comportamento dei soggetti si pone del cibo in un luogo lontano dall’entrata e poi si immette nel labirinto un ratto norvegese tenuto a digiuno per una giornata, si nota che l’animale, attirato dall’odore, si fionda immediatamente sul cibo. Se la cosa viene effettuata con un topolino domestico il topolino, una volta raggiunto il cibo, si nutre quel tanto per smorzare la fame senza però abbuffarsi e poi esplora il labirinto. Non trovando altre fonti di cibo, torna a sbocconcellare da
buongustaio il cibo messo a disposizione dagli sperimentatori. Una via di mezzo fra queste caratteristiche comportamentali è rappresentata dal ratto dei tetti. Naturalmente l’esperimento è stato realizzato in più riprese con soggetti differenti per dare significato statistico alla cosa. A tal proposito la dieta alimentare di un ratto norvegese adulto è di poco meno di 50 g, che si riducono a circa 30 per il ratto dei tetti e scende a 1,5 g per il topolino che però suddivide il cibo in una decina di assunzioni pro die (un vero assaggiatore).
Scheda bio-etologica
SPECIE: Rattus norvegicus NOME VOLGARE: Ratto di fogna - ratto grigio - ratto norvegico - ratto delle chiaviche - surmolotto DIMENSIONI (ADULTO) Lunghezza (corpo + testa): 200-270 mm Lunghezza (coda): 170-230 mm Peso: 250-600 g CICLO BIOLOGICO Durata della gestazione: 22-24 gg N° parti/anno: 3-7 N° nati/parto: 5-12, nudi e ciechi Peso alla nascita: 5-6 g Maturità sessuale: a 60-90 gg dalla nascita Vita media: 1 anno (in stabulario anche 2 o 3) CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Di forma tozza, con coda glabra, grossa e più corta del corpo compresa la testa; ha orecchie piccole che non sporgono dal profilo e muso arrotondato. Il mantello è grigio-bruno con ventre biancastro. Originario delle steppe russe, intorno al ‘700 migrò in massa (per questo i tedeschi lo chiamano Wander rat) e in breve tempo conquistò prima l’Europa e poi il mondo intero.
HABITAT Vive in colonie spesso numerose e costruisce tane sotterranee preferendo ambienti umidi, tollerando anche climi freddi. Scava lunghe gallerie fornite di numerose ramificazioni con camere per la raccolta del cibo ed altre per la cura della prole. Abile nuotatore. È attivo durante tutto il giorno, ma soprattutto all’alba e al crepuscolo.
ABITUDINI ALIMENTARI Assai vorace ed aggressivo, ha un regime dietetico onnivoro pur prediligendo cibi di origine animale. Può assalire persino pulcini e coniglietti. Non disprezza però piccoli insettivori, quali talpe e toporagni. Può devastare anche coltivazioni erbacee, ad esempio un campo di mais.
SPECIE: Rattus rattus NOME VOLGARE: ratto dei tetti - ratto nero - ratto dei granai DIMENSIONI (ADULTO) Lunghezza corpo + testa 160-230 mm Lunghezza coda 190-250 mm Peso 140-350 g CICLO BIOLOGICO Durata della gestazione: 22-24 gg N° parti/anno: 3-7 N° nati/parto: 5-12, nudi e ciechi Peso alla nascita: 5-6 g Maturità sessuale: a 60-90 gg dalla nascita Vita media: 1-1,5 anni (in stabulario anche 2 o 3) CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Di colorazione grigio scura o nera, poco più piccolo del R. norvegicus, suo competitore alimentare (invadente e vincente). Rispetto al ratto delle chiaviche presenta una corporatura più slanciata, una mole poco minore e una coda più lunga rispetto alla somma del corpo e della testa. Ha orecchie grandi, arrotondate e poco pelose. Meno legato all’acqua rispetto al Ratto delle chiaviche,
ma molto più abile ed amante delle arrampicate. Non va in letargo. HABITAT Preferisce ambienti asciutti, come solai, tetti, travature, granai, fienili ed alberi: non si adatta a vivere nel terreno e non può tollerare gli ambienti umidi, ma è un buon scalatore. Quindi non scava gallerie, ma costruisce la tana in intercapedini, in fori nei muri e negli alberi. Costruisce il nido voluminoso e rotondeggiante, accumulando paglia, foglie secche, peli, carta ed altro. Spesso vive sugli alberi in compagnia di altri roditori, come scoiattoli, ghiri e moscardini. ABITUDINI ALIMENTARI È di abitudini notturne, poiché cerca di evitare pericoli essendo prudente; non conosce ostacoli soprattutto quando deve raggiungere il cibo. Accumula gli alimenti nella tana ma non solo, infatti preferisce
lasciare diversi mucchietti sparsi ovunque. Onnivoro ma predilige alimenti vegetali quali granaglie, ma anche frutti e semi di piante erbacee ed arboree (ad esempio i pinoli del Pino marittimo).
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/ Scheda bio-etologica
SPECIE: Mus domesticus NOME VOLGARE: Topo domestico - topolino delle case - sorcio DIMENSIONI (ADULTO) Lunghezza (corpo + testa): 54-100 mm Lunghezza (coda): 65-95 mm Peso: 12-30 g
HABITAT Vive in ristretti gruppi familiari, con nidi costruiti nei luoghi più vari all’interno delle abitazioni (suppellettili, tubature, intercapedini, ecc.), nei magazzini, nelle industrie alimentari o in altri ambienti chiusi, purché in stretto contatto con l’uomo (molto più adatto come animaletto da compagnia dei criceti). È attivo per lo più di notte ed ama ovattare la tana con materiali cartacei e tessili.
CICLO BIOLOGICO Piuttosto prolifico. Durata della gestazione: 19-22 gg N° parti/anno: 6-10; all’aperto 3-4 N° nati/parto: 4-12, nudi e con gli occhi chiusi Peso alla nascita: 0,5-1 g Maturità sessuale: a 42-60 gg dalla nascita Vita media: 3-4 mesi CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Topolino dal muso appuntito e dalle orecchie grandi e sporgenti; ha coda glabra lunga quanto il corpo più la testa. È piccolo, grazioso, socievole ed intelligente. Il mantello è grigio o grigio-bruno con il ventre biancastro; gli occhi scuri e sporgenti. Cosmopolita: diffuso ovunque, sia
in città che in campagna. Nidifica o visita volentieri le abitazioni umane di ogni genere.
ABITUDINI ALIMENTARI Si nutre preferibilmente di granaglie, ma può adattarsi facilmente ad alimenti di vario genere, anche rifiuti umani. È resistente alla sete, purché i cibi ingeriti contengano oltre il 16% di umidità.
NOME SCIENTIFICO: Myocastor coypùs Nome italiano: Nutria o Castorino Nome inglese: Nutria - Coypu Nome spagnolo: Coipo - Nutria DIMENSIONI Adulto: fino a 1 m, di cui 35-40 cm di coda Peso: 15 kg Alla nascita: 10cm
sotto il livello dell’acqua. Vive generalmente in colonie, talvolta numerose. In alcuni casi si possono rinvenire parecchie tane distanti tra loro solo un metro. La nutria vive in gran parte dell’America meridionale. In Italia la diffusione degli allevamenti per la produzione di pellicce ne ha causato l’acclimatazione allo stato selvatico in molte zone. Se disturbato diventa aggressivo.
CICLO BIOLOGICO N° piccoli per parto 4-10: Gestazione: 120-130 gg Durata allattamento: 40-60 gg Nuovo calore: a poco più di 50 gg si accoppia di nuovo Maturità sessuale: a 7 mesi di età CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Aspetto somigliante ad un grosso ratto con la testa da castoro (triangolare e massiccia, con occhi e orecchie piccoli); ha una lunga coda rivestita di piccole squame quadrangolari. Mantello bruno, più scuro ventralmente e rossastro sui fianchi. Denti
Fonte: banca dati Eco-Plan
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HABITAT Fiumi ed altri corsi d’acqua, laghi, paludi, ecc.
arancione rossastri. È un animale legato all’elemento acquatico che scava la tana partendo da qualche centimetro appena
ABITUDINI ALIMENTARI Vegetali: erbe, canne, radici, bacche cortecce e germogli di piante palustri o fluviali. Sono stati segnalati ingenti danni alle colture e dissesti idrogeologici
www.pestcontrol.basf.it
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PREVENZIONE della Tossicità SECONDARIA
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a tempo immemore, l’uomo ha cercato di proteggere le aree in cui vive dalle infestazioni da roditori. La ragione è essenzialmente di carattere sanitario, in quanto le specie commensali (ratti bruni, ratti neri, topi) possono trasmettere agli uomini un ampio numero di malattie (Firth et al., 2007). Le specie di roditori rurali (arvicole e topi di campagna) invece sono controllate soprattutto per il loro impatto economico sulle colture. L’efficacia su tutti i roditori bersaglio e la possibilità di aggirare il fenomeno della avversione al gusto (grazie ad un’azione ritardata) hanno contribuito alla diffusione delle esche anticoagulanti quale metodo di controllo chimico di prima scelta. ANTICOAGULANTI DI PRIMA GENERAZIONE
ANTICOAGULANTI DI SECONDA GENERAZIONE
Warfarin
Bromadiolone
Coumatetralyl
Difenacoum
Chlorophacinone
Flocoumafen
Diphacinone
Difethialone Brodifacoum
Romain Lasseur, tossicologo (PhD, MBA), fondatore di IZInovation. Esperto di roditori e insetti con oltre 15 anni di esperienza nella gestione dei parassiti. Romain ha supervisionato numerosi progetti internazionali di gestione delle infestazioni e partecipa attivamente a progetti di innovazione e sviluppo in materia di gestione delle infestazioni. Attualmente si occupa di formazione nel settore del controllo degi infestanti.
Tutti gli anticoagulanti usati come rodenticidi possono causare tossicità primaria (nel caso in cui l’esca venga consumata da specie non bersaglio) ma anche tossicità secondaria (ovvero quando una specie non bersaglio si nutre di roditori che hanno ingerito l’esca anticoagulante) (Berny et al., 2010). La tossicità primaria riguarda animali domestici e altri animali non bersaglio che ingeriscono accidentalmente esche rodenticide. La tossicità secondaria riguarda animali domestici e la fauna selvatica che si nutre principalmente di roditori.
PREVENZIONE DELL’AVVELENAMENTO INDESIDERATO La maggior parte dei casi di tossicità secondaria si verifica nelle aziende agricole dove le esche anticoagulanti sono usate per proteggere le colture da estese popolazioni di roditori, che
attirano un ampio numero di predatori. L’uso di anticoagulanti per il controllo dei roditori ai fini della salute pubblica nei contesti urbani genera invece bassi livelli di tossicità secondaria in quanto le carcasse dei roditori sono spesso visibili e possono essere smaltite e i roditori urbani hanno meno predatori e tendono a vivere all’interno di edifici o sotto terra. Per ridurre l’incidenza della tossicità secondaria, è importante: ■ Formare gli addetti sull’uso corretto dei rodenticidi anticoagulanti. ■ Posizionare sempre il prodotto all’interno di una stazione esca, così da proteggere l’esca. ■ Raccogliere e smaltire le carcasse dei roditori così da proteggere le specie non bersaglio. Considerare l’utilizzo di rodenticidi che non presentano effetto di bioaccumulo nella catena alimentare, a condizione che siano efficaci sui roditori bersaglio.
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artignani è sinonimo di qualità, competenza e tecnologia nell’ambito di attrezzature per la disinfestazione e l’igiene ambientale. L’azienda è da sempre protagonista in fatto di nebulizzazione, con decine di brevetti depositati e riconoscimenti nazionali ed internazionali. Fiore all’occhiello dell’offerta Martignani sono senza dubbio i nebulizzatori pneumatici-elettrostatici, che rispetto al classico atomizzatore offrono una serie di vantaggi in efficienza e omogeneità della distribuzione, con grande risparmio d’acqua. Tutto questo si riflette anche nella qualità della gamma Martignani per la disinfestazione e l’igiene ambientale. Una linea particolarmente indicata per: trattamenti alle alberature a medio ed alto fusto in viali e parchi cittadini; lotta ULV contro gli insetti nocivi (zanzara tigre, mosche, vespe, ecc.); tutte le operazioni di disinfestazione in aree industriali, magazzini ed uso civile; trattamento ULV degli odori in stazioni di compostaggio, discariche, ecc. Tra i modelli destinati al mondo della disinfestazione spicca la gamma di nebulizzatori pneumatici Phantom Superecology Compact da 16 CV e capacità di 300 l, e Trekker, sempre da 16 CV e serbatoio da 100 l, progettati per piccoli automezzi o addirittura per transporter cingolati. Compatti e leggeri, si segnalano per il prezzo altamente competitivo e le grandi performance, e si rivolgono soprattutto ai piccoli disinfestatori che non vogliono rinunciare al top della tecnologia e della qualità. I Nebulizzatori Pneumatici Phantom Superecology Luxor (da 16 a 52 CV) abbinano invece tecnologia, funzionalità e design d’avanguardia per tutti i professionisti dell’igiene ambientale.
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DIMENSIONE PULITO | MARZO / 2022
Un’altra gamma molto interessante per le imprese è quella dei termonebbiogeni brevettati: Power fogger è semplice, pratico, sicuro ed efficace per la disinfestazione di magazzini e capannoni industriali, grandi silos, depositi di derrate alimentari, reti fognarie. Il modello è integrato con l’azione fluidodinamica dei ventilatori ed applicato al collettore di scarico dei motori nei nebulizzatori della Serie Phantom Superecology con serbatoio del formulato oleoso da 25 l in polietilene trasparente. Il modello K800, di tipo semovente e portatile, è montato su carrello interamente in acciaio inox con ruote e manubrio smontabili e, infine, il modello M751 è dotato di motore autonomo per montaggio su pianali di automezzi pick-up.
DISINFESTAZIONE 4.0 Le soluzioni Martignani per la disinfestazione sono pronte per il mondo 4.0. Infatti, ad oggi è possibile acquistare modelli dotati di un dispositivo 4.0 per un assoluto controllo da remoto di tutti i parametri del trattamento. Il sistema 4.0 Martignani consente: controllo da remoto, connessione tra nebulizzatore
e azienda tramite cloud, interfaccia semplice ed intuitiva, flusso continuo di dati, possibilità di impostare aree geografiche di lavoro, possibilità di monitorare il numero di giri del motore e la pressione istantanea di esercizio da remoto.
DISINFESTAZIONE SOLUZIONI INTELLIGENTI PER UN’IGIENE AMBIENTALE MODERNA ED ECO-SOSTENIBILE
Controllo da remoto tramite dispositivo CNC
Sistema completo di autodiagnosi e flusso di dati continuo
Nebulizzatore connesso all’azienda tramite cloud
Possibilità di impostare aree geografiche di lavoro
MARTIGNANI S.r.l. Via Fermi, 63 (Zona Industriale Lugo 1) - 48020 S. Agata sul Santerno (RA) Tel. +39 0545 23077 - Fax +39 0545 30664 - martignani@martignani.com www.martignani.com
Interfaccia utente semplice ed intuitiva
Possibilità di monitorare il numero di giri del motore e la pressione istantanea di esercizio da remoto
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