Dimensione Pulito n.3 - aprile 2023

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EXPORT Come sostenere il Made in Italy NORMATIVA PNRR e nuovo codice dei contratti IMPRESE DI PULIZIA Formazione e innovazione NOLEGGIO Un modello distributivo dinamico
32 n. 3 APRILE 2023
2612-4068 dimensionepulito.it IGIENE DIFFUSA Alleanze tra mondo medico e imprese di pulizia INNOVAZIONE Una app per le ICA TRATTAMENTO ARIA Gli impianti HVAC PEST CONTROL Due infestazioni inusitate ANNO n. 3 APRILE 2023
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10 EXPORT Come sostenere il Made in Italy NORMATIVA PNRR e nuovo codice dei contratti IMPRESE DI PULIZIA Formazione e innovazione NOLEGGIO Un modello distributivo dinamico ANNO 32 n. 3 APRILE 2023 dimensionepulito.it ANNO 32 n. aprile 2023 INNOVAZIONE impianti IGIENE DIFFUSA Alleanze tra mondo medico e imprese di pulizia INNOVAZIONE Una app per le ICA TRATTAMENTO ARIA Gli impianti HVAC PEST CONTROL Due infestazioni inusitate ANNO 32 n. 3 APRILE 2023
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Vitulano ➥ RETRO 14 SOMMARIO ANNO 32 N. 3 | APRILE 2023 IMPRESE DI PULIZIA
Cristina Cardinali, Fabio Chiavieri, Simone Ciapparelli, Chiara Dassi, Graziano Dassi, Roberto Galli, Marco Monti, Maurizio Pedrini, Fabrizio Pirovano, Luca Tagliabue, Loredana

NORMATIVA

18

PNRR e nuovo codice dei contratti

Fabio Chiavieri

FACILITY MANAGEMENT

22

Innovazione e Green

Maurizio Pedrini

SPECIALE SANITÀ

28 8

Azioni concrete a sostegno del Made in Italy

Maurizio Pedrini News dal settore a cura di Loredana Vitulano

34

Marketing Marco Monti e Fabrizio Pirovano

SOMMARIO
INDICE INSERZIONISTI 4CleanPro 17 Cimel 17 Comac II Copertina Imesa 26 - 27 ISSA Pulire 6 Kemika 3 Paperdì 4 Sofidel I Copertina DIMENSIONE PULITO Basf S 43 4CleanPro S 4 Arco Chimica II Copertina Essecinque S 19 Falpi S 11 Filmop S 15 Hygenia S 6 Industrie Celtex S 3 Polti S 26 - 27/S 31 Rubino Chem I Copertina TTS S 20 - 21
EXPORT RUBRICHE
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ISSA PULIRE 2023

Manca pochissimo alla 26esima edizione della fiera italiana del cleaning professionale: ISSA Pulire si svolgerà dal 9 all'11 maggio e per la prima volta si terrà a Milano. Quest'anno viene introdotta una nuovissima area, grazie a un accordo con Sinergitech, il Padiglione Disinfestando, dedicato al settore della disinfestazione. Durante i tre giorni della manifestazione milanese si svolgeranno due concorsi. Il primo sarà il premio "ISSA PULIRE 2023 Prodotto dell'anno", che riconosce l'attività di ricerca svolta dalle aziende che operano nei settori della pulizia professionale, dell'igiene e sanificazione ambientale, della sicurezza, del facility management, della disinfestazione, dei servizi di lavanderia, dell'autolavaggio e della logistica, nonché l'efficacia dei prodotti immessi sul mercato ed esposti alla manifestazione. Per il secondo, l'Hackathon, diversi team si sfideranno per trovare soluzioni a un determinato problema che ruoterà intorno al tema Smart Facility: la pulizia connessa del futuro. Innovazione, aree speciali e formazione. Nei padiglioni di Fiera Milano la tre giorni proporrà anche focus su tematiche attuali.

Anche lo spazio di Dimensione Pulito sarà aperto a incontri con professionisti e saranno presentate le novità editoriali Quine. Potete venirci a trovare al Padiglione 8, Stand B30, dove distribuiremo copie gratuite delle nostre pubblicazioni. issapulire.com

QUALE OSPEDALE PER IL FUTURO?

Il Congresso Nazionale ANMDO 2023, alla sua 48°edizione, dal titolo “Quale Ospedale per il futuro... Da sempre fulcro dell’innovazione”, si terrà a Napoli dal 17 al 19 maggio a Napoli. La tre giorno si propone di delineare quello che sarà l’Ospedale del nostro futuro, nell’ottica di una valutazione accurata dei programmi, dei processi innovativi, dei cambiamenti e delle attività, delle connessioni Ospedale-Territorio, anche in relazione a quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) 2021-2026. Attraverso letture, relazioni, seminari, tavole rotonde, confronti diretti, presentazione di Comunicazioni e Poster, verranno tracciati i percorsi attesi e gli aspetti innovativi fondamentali per una nuova sanità, una nuova salute nel nostro Paese nell’ottica di un rilancio dell’Ospedale e del Sistema Sanitario Nazionale. Sarà dato particolare risalto all’evoluzione assistenziale e alle sfide dell’Ospedale del

futuro, tenendo in considerazione il nuovo assetto organizzativo Ospedale-Territorio, nonché agli aspetti comunicativi e alla loro gestione e agli strumenti futuri della comunicazione, nella sua evoluzione organizzativa e tecnologica.

Si parlerà dell’edilizia sanitaria, in termini di architettura, struttura e organizzazione, al fine di un confronto tra l’Ospedale di oggi e quello di domani e al ruolo delle Direzioni sanitarie non solo come consulenza tecnico-igienistica, ma anche di programmazione e progettazione, con lo sguardo rivolto anche ai nuovi modelli architettonici, alle nuove tecnologie e alla sicurezza delle cure. Verrà dedicato anche spazio alla responsabilità professionale, alla medicina di genere tra presente e futuro e alle strategie e ai programmi futuri nelle innovazioni preventive, diagnostiche e terapeutiche.

anmdo.org

IL PROGETTO #SAFEWORK DI ONBSI

Il Progetto #Safework è un progetto informativo nazionale promosso da ONBSI nel settore dei Servizi di Pulizia, Servizi Integrati/Multiservizi e finanziato dall’INAIL, sulla percezione dei rischi sulla sicurezza e la prevenzione delle discriminazioni e delle molestie nei luoghi di lavoro.

Potranno partecipare gratuitamente tutte le lavoratrici e i lavoratori della aziende aderenti a ONBSI, iscrivendosi a una delle edizioni previste nella Regione in cui lavorano. Per poter partecipare, sarà sufficiente prenotarsi all’e-

dizione calendarizzata per la propria Regione ed essere dotati di uno smartphone connesso a internet. Ciascuna attività si compone di due moduli della durata di 4 ore ciascuno: il Modulo A, dedicato all’organizzazione e alla percezione del rischio nel contenimento degli eventi avversi, e il Modulo B, relativo alle violenze e alle molestie sul luogo di lavoro. Ciascun modulo, a sua volta, sarà articolato in 2 ore di lezioni teoriche, in 1 ora di caso di studio e in 1 ora di debriefing.

onbsi.it/safework/

8 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
NEWS DAL SETTORE

LA RISTORAZIONE COLLETTIVA IN PIAZZA PER PROTESTA

Si è tenuta a Roma, il 23 marzo scorso, la mobilitazione Nazionale del settore della Ristorazione Collettiva, indetta da ANIR Confindustria e dalle aziende del comparto, contro la mancanza di misure del Governo per fronteggiare il caro prezzi che sta penalizzando fortemente l’intero mondo delle mense pubbliche. Centinaia di persone in piazza per chiedere un «pasto giusto contro il pasto ridotto» che, solo per la giornata di oggi, gli addetti al servizio hanno servito nelle mense delle aziende aderenti alla protesta in tutto il territorio nazionale.

“Chiediamo al Governo - ha sostenuto il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli -, interventi urgenti e strutturali per poter far fronte a questa crisi di un settore che impiega circa 120 mila persone, per l’80% donne. Diverse le interlocuzioni ma attendiamo risposte concrete e per questo, nelle mense delle aziende aderenti, abbiamo oggi servito un servizio minimo che abbiamo chiamato pasto ridotto, oltre ad essere stati costretti a scende-

re straordinariamente in piazza. Stiamo lavorando in condizioni impossibili, penalizzando i bilanci delle nostre aziende, compromettendo tanti posti di lavoro di donne e famiglie che tutti i giorni servono la comunità con impegno e dedizione attraverso migliaia e migliaia di pasti, il principio è semplice: aumentano i costi a carico delle aziende che sono obbligate dalla Amministrazione Pubblica a non interrompere e a non variare il servizio. La stessa PA, però, non riconosce l’aumento dei costi sostenuti, poiché non ha una legge che glielo impone. Questa è una concatenazione di fattori sfavorevoli che sta soffocando definitivamente le aziende”.

“Crediamo che il riconoscimento dell’aumento automatico all’indicizzazione ISTAT, almeno per i servizi pubblici, nella riforma del Codice Appalti” dice il Vicepresidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, “sia davvero una doverosa presa d’atto che, fino ad oggi, vi sia stato un comportamento di-

INVESTIMENTI NELLE ENERGIE RINNOVABILI

Il rapporto Global Landscape of Renewable Energy Finance 2023 rivela che lo scorso anno gli investimenti globali nelle tecnologie di transizione energetica - compresa l'efficienza energetica - hanno raggiunto 1.300 miliardi di dollari. Il rapporto congiunto dell'Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) e dell'Iniziativa per le Politiche Climatiche (CPI) - lanciato a margine della Conferenza Internazionale sulle Energie Rinnovabili di Madrid - rileva inoltre che, sebbene

gli investimenti globali nelle energie rinnovabili abbiano raggiunto il record di 0,5 trilioni di dollari nel 2022, essi rappresentano ancora meno del 40% dell'investimento medio necessario ogni anno tra il 2021 e il 2030. Il report evidenzia la necessità di indirizzare i fondi pubblici verso regioni e paesi con un grande potenziale di energie rinnovabili non sfruttato, ma che hanno difficoltà ad attrarre investimenti. Leggi l'edizione 2023 del rapporto completo su irena.org

scriminatorio nei confronti di un servizio come il nostro, che ha margini molto ridotti, dovuti a clausole sociale che abbiamo sempre condiviso, come quella del prezzo accessibile e dell’assunzione di tutto il personale delle commesse precedenti. Ai nostri atti di responsabilità però, non corrispondono altrettanti atti di responsabilità della politica, che solo ora mostra di non ignorare le nostre richieste”.

Diversi gli incontri che si sono succeduti nelle ore precedenti e durante la mobilitazione tra ANIR e importanti ministeri del governo, in particolare con il Sottosegretario Albano al MEF e con il Ministro Adolfo Urso al Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha attivato presso la sua segreteria con il sottosegretario Bitonci, con il Capo Ufficio Legislativo Veltri e con il capo segreteria Ciampi un tavolo di lavoro che individui soluzioni strutturali alle forti criticità che sta interessando il comparto delle mense pubbliche.

asso-anir.it

FIERE E CONVEGNI

THE CLEANING SHOW

LONDRA, 14/16 MARZO

EUROPROPRE

PARIGI, 4/6 APRILE

ISSA PULIRE DISINFESTANDO

MILANO 9/11 MAGGIO

TUTTOFOOD

MILANO, 8/11 MAGGIO

CMS BERLINO

BERLINO, 19/22

SETTEMBRE

HYGENALIA

MADRID, 7/9 NOVEMBRE

9 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Quale futuro per la logistica nel mondo della pulizia professionale

Il mondo della pulizia professionale si è sempre trovato ad avere un impatto significativo sulla vita e sulla salute delle persone. Un ambiente pulito è, sempre, un ambiente più salubre e sicuro per tutti. È questo un tema che è stato agli onori della cronaca nei lunghi mesi della pandemia da Covid-19, ma è un tema che per chi opera nel nostro comparto è da sempre molto chiaro, ed è spesso la base del nostro stesso lavoro. Per le aziende del settore, e per i distributori in particolare, è emerso chiaramente come, in momenti di grande emergenza, il tema della gestione delle scorte, della rapidità di reperimento e consegna dei prodotti, in pratica di tutti gli aspetti logistici, fosse rilevante. Quello della logistica è un tema molto sensibile per i distributori del cleaning, perché parte fondamentale della loro attività quotidiana. È un tema com-

plesso che va valutato con molta attenzione perché spesso rappresenta un puro costo, ma può anche rientrare nella voce ricavi di un’azienda, in base a come l’azienda stessa è organizzata e alla visione strategica che ha della propria politica di distribuzione. A questo scopo nascono anche nuovi modelli di collaborazione tra imprese che aiutano a gestire meglio i cambiamenti del mercato.

LA DISTRIBUZIONE

In un mondo che si è scoperto vulnerabile, in un sistema imprenditoriale che sembra essere ogni giorno più incerto il ruolo del distributore è centrale, anello di relazione tra i produttori, i commercianti e le imprese di puli-

zia. Una relazione di mercato che deve funzionare al meglio, basandosi su un’organizzazione logistica dei magazzini e della distribuzione che sia efficace, veloce, funzionale.

Per comprendere meglio come funziona il comparto e quali sono le nuove leve a disposizione dei distributori, AFIDAMP realizza ogni anno una ricerca, in collaborazione con Cerved_On, che ha lo scopo di restituire una fotografia del settore e un’analisi delle principali tendenze in atto.

Dalle indagini più recenti emerge un settore forte, che ha reagito bene allo tsunami della pandemia, affiancando i propri clienti in un momento di panico mettendo a disposizione competen-

10 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
In un mondo che si è scoperto vulnerabile, in un sistema imprenditoriale che sembra essere ogni giorno più incerto, il ruolo del distributore è centrale, anello di relazione tra produttori, commercianti e imprese di pulizia
Roberto Galli consigliere AFIDAMP
IN PROSPETTIVA

ze tecniche e scientifiche su un tema che abbiamo compreso tutti essere di vitale importanza per la nostra salute e, sottolineo, per il nostro Paese. Un settore solido, che vede il proprio punto di forza nel rapporto diretto con il cliente, nella presenza capillare sul territorio e nella specializzazione di molti distributori, capaci di offrire prodotti e servizi a comparti specifici, come l’Ho. Re.Ca, la Sanità, la GDO, ecc. La nuova tendenza è quella di una mi-

gliore organizzazione dei Distributori che si concentrano, appunto, su una gestione organizzata al meglio della logistica e sull’offerta di servizi ai propri clienti, per rispondere alle loro esigenze. Questa capacità di cambiare e adattarsi alle richieste del mercato costituisce certamente un punto di forza. Secondo l’indagine realizzata da AFIDAMP il 9% degli intervistati vede nella logistica un’opportunità di crescita per la propria azienda. Un’opportunità offerta anche dall’impiego di nuove tecnologie, capaci di migliorare i servizi al cliente e di contrastare anche le piattaforme di e-commerce che spesso generano una concorrenza difficile da arginare. Una strada può essere quella di creare dei propri servizi di e-commerce, affiancando la vendita on line al rapporto tradizionale, che mai deve venire a mancare, e imparando come la tecnologia può diventare un supporto, può velocizzare alcune applicazioni e attività. La digitalizzazione può far nascere, ed evolvere rapidamente, modelli di ap-

proccio al mercato che già si sta muovendo attraverso reti di alleanze informali tra rivenditori, gruppi di acquisto, reti di alleanze con gli imprenditori, creando un sistema virtuoso che valorizza la collaborazione, piuttosto che la concorrenza, a vantaggio di tutti.

LA CONSAPEVOLEZZA

DEL FUTURO

I nuovi modelli di approccio al mercato e di gestione degli aspetti logistici sono importanti per capire quale strada devono prendere le nostre imprese per rimanere competitive e crediamo che la scelta di collaborare, di costruire modelli utili a tutti, sia quella vincente, pur nella frammentarietà e complessità del tessuto imprenditoriale italiano. Il ruolo di noi imprese, forti della coesione in un organismo associativo come AFIDAMP deve essere quello di continuare a fare cultura sul pulito, sull’igiene, sulla salute, individuando i percorsi migliori per rendere le proprie imprese efficienti.

11 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
Roberto Galli, Consigliere AFIDAMP

Avviare un’attività di noleggio Gli errori da evitare

Anche nel mercato del cleaning, sempre più distributori sembrano intenzionati a rinnovare il proprio modello di business, implementando anche un servizio di noleggio professionale.

Si tratta di un proposito intelligente, ambizioso e in linea con i più recenti trend di mercato, ma non per questo privo di rischi. Su tutti, quello di fraintendere la logica e le dinamiche alla base di questo particolare modello di business, soprattutto nelle sue declinazioni più

moderne, ormai lontane da quelle formule finanziarie ambigue e finalizzate alla vendita che in passato, soprattutto in Italia, hanno caratterizzato i settori meno preparati a comprendere le dinamiche tipiche del noleggio moderno. In un settore in cui il noleggio è ancora poco affermato, risulta piuttosto alto il rischio di cadere in errori strategici che possono minare alla base l’organizzazione di un servizio di noleggio che porti sul mercato il suo vero valore. Una delle pratiche errate più comuni

nell’avviare un’attività di noleggio, ad esempio, è quella di andare al risparmio sulle macchine e sulle attrezzature da inserire in flotta per massimizzare il più possibile i ricavi generati dal loro noleggio. Molti iniziano a noleggiare macchine e attrezzature usate, magari con qualche anno di intenso lavoro alle spalle, pensando di poterle offrire così a prezzi inferiori, oppure allo scopo di liquidare mezzi non più commerciabili per prolungarne l’utilizzo e quindi l’ammortamento economico. Così facendo, però, ci

12 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 NOLEGGIO PROFESSIONALE
Il noleggio ha catalizzato l’interesse di molti attori della filiera, portando con sé la promessa di un nuovo modello distributivo dinamico, efficiente e in linea con le necessità più attuali del mercato. Senza la giusta preparazione il rischio di commettere errori gravi è sempre in agguato

si prepara a erogare un pessimo servizio al cliente, causandogli problemi che, alla lunga, si trasformano comunque in costi più elevati a causa degli inevitabili fermi macchina che andranno a compromettere la sua attività. Inoltre, questo approccio rischia di trasmettere al mercato un’idea distorta del potenziale e dei vantaggi che il noleggio può offrire, andando così a danneggiare anche l’immagine del noleggio come soluzione moderna. Una gestione della flotta di questo tipo, che include a volte anche mezzi nuovi, ma di scarsa qualità, non fa che respingere il cliente, abituandolo a interagire con interlocutori poco professionali a cui spuntare solo un canone più basso. Un noleggio per nulla efficiente, ed economico solo all’apparenza.

NON SVALORIZZARSI

Da questo punto di vista, puntare fin dall’inizio su strategie di prezzo al ribasso con l’illusione di essere competitivi, risulta un approccio fallimentare e alla lunga deleterio, a prescindere dall’inserimento in flotta di macchine e attrezzature non performanti. Puntare su prezzi eccessivamente bassi come elemento attrattivo, infatti, finisce per svalorizzare il servizio offerto ai clienti, la sua percezione e le sue aspettative. Il cliente deve poter immaginare (e toccare con mano) il noleggio come una soluzione a cui fare ricorso per il valore che offre, per come gli permette di lavorare in modo più efficiente e per l’ampiezza delle possibilità che gli mette a disposizione. E di farlo insieme a un partner di alto livello, capace di fornirgli tutti i servizi di cui ha bisogno. Per il noleggiatore che imposta fin da subito l’attività su canoni di noleggio molto bassi è molto complicato cambiare pelle in seguito. Oltretutto, questo approccio non permette all’attività di noleggio di sprigionare tutta la sua redditività. Offrire canoni competitivi è un vantaggio che ci si può permettere in seguito, quando l’efficienza dei processi lo consentirà, con l’obiettivo di fidelizzare una fascia di clientela che sa apprezzare la

qualità e il valore delle soluzioni erogate. Un obiettivo che, per forza di cose, non può essere raggiunto troppo rapidamente e non nelle fasi di avvio, ma che si consolida nel tempo.

NO AL NOLEGGIO PER LA VENDITA

Altro errore grossolano è considerare il noleggio come un’attività propedeutica alla vendita delle macchine e delle attrezzature in flotta. Una scelta poco lungimirante sotto molti punti di vista: in primis per la perdita dei margini di reddito superiori garantiti dal noleggio, e poi per la confusione generata presso la clientela e per la perdita di controllo sui costi. Offrire in modo confuso vendita e noleggio all’interno dello stesso servizio, porta solamente le due attività a cannibalizzarsi a vicenda.

PORRE LE GIUSTE BASI

Esempi come quelli fatti fin qui confermano quanto gli errori, per un noleggiatore che non ha ben chiari in mente obiettivi e strategie, possono essere sempre in agguato. Per avere successo, il noleggio deve essere comunicato in modo adeguato ed efficiente, sia all’esterno che all’interno dell’azienda; necessita di una conoscenza approfondita del mercato di riferimento e della concorrenza, e soprattutto di una specifica preparazione del personale.

Le società di noleggio devono mantenere occhi e mente bene aperti, per indagare, intuire e intercettare una domanda presente nel mercato ma magari ancora inespressa. Ma anche per educarla, fidelizzarla e farla crescere in consapevolezza. E corrispondere onestamente ai bisogni che generano, facendosi riconoscere il giusto prezzo.

L’analisi del mercato potenziale, della posizione strategica dei concorrenti del proprio centro di noleggio e della composizione della domanda locale, sono fattori determinanti: uniti allo studio di fattibilità degli investimenti, al reperimento delle risorse e alla previsione dei fatturati, costituiscono le basi per

avviare un centro di noleggio che potrà avere successo. Il noleggio ha elevati costi fissi, soprattutto all’inizio. Partire con il piede giusto è fondamentale per porre le basi di un’attività di noleggio che possa essere efficiente e fruttuosa sul medio e lungo termine.

TRASMETTERE IL VALORE

Abbiamo già evidenziato quanto sia importante puntare sul valore erogato ai clienti attraverso i propri servizi. Un altro aspetto fondamentale, in questo senso, è la capacità di saper trasmettere questo valore ai potenziali clienti e al mercato. Il noleggiatore deve rendere visibile sé stesso e il reale valore che sta mettendo in campo. Solo così può attrarre i potenziali clienti con tutti gli strumenti che la fantasia e la tecnologia oggi gli suggeriscono. Non investire in un’adeguata comunicazione significa scegliere di limitare il proprio successo presente e futuro. Quello che si offre al cliente deve essere chiaro e trasparente sempre, immediatamente e in ogni passaggio. Il noleggio non è un’attività di promozione, non è una campagna “una tantum”, non si esaurisce con un volantino o un cartello ben posizionato. Noleggiare significa gestire la relazione con il cliente sul lungo periodo, fidelizzarlo, cambiare le sue abitudini diventando una soluzione di cui non si vuole privare. È solo così che si può sfruttare al massimo la redditività prodotta da questo modello di business e generare un cash flow costante. Questo è anche il motivo che induce il venditore di un centro di noleggio a modificare il suo approccio. Non più venditore orientato alle caratteristiche dei prodotti, ma ai vantaggi del loro utilizzo. D’altra parte, è esattamente quello che succede già da anni in altri settori, con vantaggi e conseguenze positive per tutti gli attori che ne fanno parte.

La sua piena affermazione anche nel settore della pulizia professionale dipenderà dalla determinazione dell’offerta, e dal suo saper adottare le strategie più efficaci senza commettere errori.

13 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

FIDEN per le imprese di pulizia e facility management

Intervista ad Hans Ziegle - presidente

dell’Associazione europea - sui temi della formazione professionale e delle grandi sfide dell’immediato futuro

della

Incontriamo Hans Ziegle, presidente di FIDEN, piattaforma europea delle imprese operanti nel settore della pulizia industriale nel prestigioso contesto dell’Hilton Molino Stuky di Venezia, al termine della riunione del Consiglio Direttivo che ha affrontato i temi che investono il settore in un momento di difficoltà e grande cambiamento.

Innanzitutto, cos’è FIDEN e quali tipologie di associati rappresenta in Europa?

“Dal 1956, anno di fondazione, la nostra Associazione offre una piattaforma di formazione professionale e crescita culturale finalizzata alla cultura del pulito a tutte le piccole e medie imprese e imprenditori che operano in ambito continentale nel settore della pulizia industriale e del Facility Management. La nostra proposta di aggregazione, durante gli anni si è allargata a favore dell’intero comparto. In sostanza, attualmente FIDEN rappresenta

un importante punto di riferimento europeo non solo per le imprese di pulizia, ma anche per la filiera costituita da tutte le realtà impegnate a far sì che esse possano offrire i migliori prodotti a prezzi competitivi, rispondendo al meglio alle esigenze di pulizia, igiene e sanificazione. Possono aderire a FIDEN anche produttori di macchinari ed apparecchiature per la pulizia; produttori di detersivi; imprese di consulenza orientate al settore della pulizia, fornitori di software speciali per il comparto della pulizia industriale; associazioni interessate alla pulizia industriale operanti in ambito regionale e nazionale”.

Quali obiettivi generali perseguite?

“La nostra Associazione, che conta ormai sessantasei anni di vita, è sorta grazie al rapporto di condivisione e amicizia instauratosi tra i soci fondatori: tedeschi, spagnoli, italiani e francesi, desiderosi di creare un fattivo rapporto di collaborazione e amicizia

per lo scambio di esperienze e la conoscenza reciproca. Siamo una realtà nata dal basso, che ha sempre mantenuto questa identità, occupandosi nel tempo di tanti temi che ci stanno a cuore: dalle tendenze emergenti del mercato alla formazione professionale. Supportiamo costantemente gli iscritti nella ricerca di partner di cooperazio -

14 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 IMPRESE DI PULIZIA
Hans Ziegle, presidente di FIDEN

ne, ad esempio ai fini della formazione di comunità di fornitori operanti a livello internazionale. Consigliamo e indirizziamo i nostri soci in caso di trasferimento o acquisizione di azienda, occupandoci con attenzione del passaggio generazionale d’impresa. Favoriamo le relazioni tra le imprese che si occupano di pulizia industriale e i produttori di innovazioni tecnologiche, e non solo, che possono dare impulso concreto ai fini del miglioramento dell’efficienza e della qualità delle prestazioni nel campo dei macchinari, delle attrezzature e dei prodotti per la pulizia professionale”.

Come siete organizzati nell’ambito della rappresentanza in ambito europeo?

“FIDEN ha una rappresentanza presso l'Unione Europea, a Bruxelles, e un segretariato permanente a Monaco di Baviera. La nostra rappresentanza ufficiale nella capitale del Belgio presso la sede di UEAPME (Unione europea

dell'artigianato e delle piccole e medie imprese) mantiene i contatti con le istituzioni dell'Unione europea e assicura un flusso costante di informazioni per quanto riguarda gli ultimi sviluppi, tra il Segretariato di Monaco di Baviera e i membri, in particolare in relazione a questioni specifiche di interpretazione e di attuazione dei regolamenti e dei progetti europei e nella ricerca di partner di cooperazione. Non dimentichiamo, però, che la nostra non è un’associazione sindacale o politica: questo compito è delegato alle singole associazioni dei Paesi membri che, a loro volta, fanno capo in Europa alla FENI”.

Quando si parla di piccole e medie imprese, ci si riferisce a un panorama assai variegato, a livello europeo?

“Certamente, in Germania e Francia l’aggettivo ‘piccolo’ è riferito ad imprese che possono contare tranquillamente su un numero di dipendenti variabi-

le da 1500 a 4000. In Italia, come ben sappiamo, la realtà è assai frammentata e parcellizzata. Le nostre sono imprese d’origine familiare; non possono aderire a FIDEN le società di capitale. Vorremmo che in prospettiva crescesse il numero di adesioni da parte delle imprese italiane, che rappresentano una fascia sempre più importante del macro settore dei servizi e dell’economia nel vostro Paese. Abbiamo a cuore che cresca la grande famiglia europea della pulizia professionale, in grado di perseguire a tutto tondo la crescita dell’igiene, arricchendo sempre di più la rete degli scambi culturali”.

In effetti, ai vostri congressi si respira sempre una gradevole atmosfera di amicizia che comunicate a quanti sono vostri ospiti: è così che si costruisce la cultura europea del pulito?

“Abbiamo solo l’ambizione di apportare il nostro contributo che va in questa direzione: possiamo essere amici, darci

15 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

una mano, fare rete per affrontare insieme i grandi problemi che ci riguardano: la formazione del personale, la concorrenza sui mercati, il reperimento delle risorse economiche ed umane, la sostenibilità, l’innovazione digitale e tanti altri ancora. Cerchiamo di unire l’utile al dilettevole organizzando i nostri congressi nelle città più belle e suggestive dei paesi di provenienza dei nostri associati: l’anno scorso, per esempio, siamo stati ospiti in Croazia, l’anno prossimo torneremo in Italia, per la precisione in Sardegna. Aggiungo solo che quest’anno il nostro tradizionale incontro si svolgerà a Lisbona, capitale del Portogallo”.

Quali temi vi stanno a cuore e rappresentano delle priorità, tra i molti al centro della vostra attenzione?

“Stiamo mettendo a punto un’innovativa piattaforma digitale per la formazione del personale in cui, oltre alla leva on line e alla teoria, trovi posto anche un adeguato percorso di tirocinio pratico e mirato per gli addetti alle pulizie. Sappiamo bene che in Francia e Germania esistono esperienze di formazione che partono dai livelli base di addestramento professionale per giungere a percorsi universitari assai elevati, come la preparazione per diventare imprenditori del settore”.

Quali sono le principali problematiche e le esigenze scaturite dal Covid da affrontare oggi nel post pandemia da parte vostra?

“Vi è una grande carenza di personale qualificato; le nostre imprese sono sempre alla disperata ricerca di addetti specializzati. Il problema è serio perché questo elemento, da solo, è in grado di fare la differenza, infatti sul mercato non c’è più la concorrenza basata sul prezzo, ma sul servizio svolto dal personale meglio preparato ed efficiente. Insomma, questa è la voce dell’offerta che rappresenta un vero e proprio valore aggiunto. Questo, tra l’altro, sarà proprio uno dei temi cen-

trali che affronteremo a Lisbona. Poi parleremo anche dell’offerta e di come, in misura sempre maggiore, avranno successo le imprese di pulizia che sapranno svolgere meglio l’incarico assegnato, non quelle in grado di offrire alla committenza il prezzo più basso, apparentemente più conveniente. Un’ultima importante riflessione la dedicheremo senz’altro all’immediato futuro, consapevoli che - in prospettiva - per effetto dello smart working con la possibilità di svolgere il lavoro a casa, e alle emergenti esigenze di conciliare il lavoro con la vita privata, vi saranno meno superfici di uffici da pulire. La grande sfida, per le nostre imprese ormai orientate anche al Facility, sarà quella di inventare nuovi servizi, esplorando opportunità un tempo sconosciute”.

Le rivolgo un’ultima domanda: lei è un imprenditore tedesco, CEO di Ziegle Gruppe Ludwigshafen: ci può dire se anche in Germania dovete affrontare i problemi della concorrenza sleale, specialmente nel campo della sanificazione,

e nell’aggiudicazione degli appalti al massimo ribasso da parte della Pubblica Amministrazione?

“Guardi, credo che la nostra sia una situazione profondamente diversa dalla vostra, perché il mercato è orientato da norme precise severe, applicate anche grazie a controlli piuttosto rigidi. Per esempio, durante la pandemia da SARS CoV-2 le attività di sanificazione erano assolutamente interdette alle imprese improvvisate. Tale compito era riservato solo ad imprese qualificate, in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge e di apposita certificazione per operare in contesti delicati come hotel, fiere, scuole ecc. Per quanto riguarda invece l’aggiudicazione degli appalti di pulizia da parte della PA, posso solo dirle che nel mio Paese viene eseguito alla lettera il Regolamento Europeo, per cui l’assegnazione premia chi offre le condizioni economiche più vantaggiose per lo svolgimento del servizio di pulizia. Il computo deve sostenere l’adeguato compenso alla manodopera perché in Germania il personale addetto alle pulizie è valorizzato e ben retribuito”.

16 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 IMPRESE DI PULIZIA

La potenza del vapore

Cimel dal 1978 produttore di macchinari per la pulizia professionale presenta Turbolava Vapor.net , pulitori a vapore saturo. Con una minima presenza

di micro gocce d'acqua (4/5%), emettono vapore con temperatura fino a 180 C° e pressione da 6 a 10 bar. La potenza del vapore agisce con alta temperature e pressione, e minima quantità d’acqua, così da pulire, sgrassare e sanificare tutte le superfici verticali e orizzontali, macchinari, piani di lavoro, utensili, arredi, velocemente, senza spargere acqua attorno, in sinergia o meno con

disinfettanti o sgrassanti. Con potenze da 2800 watt a 230V e fino a 18.000 watt a 380 Volts sono dotate di vari dispositivi di sicurezza. Efficace contro tutti i tipi di sporco e contro batteri e virus, il nuovo modello Vapornet Sanitary oltre che pulire e sgrassare vaporizza insieme al vapore anche disinfettanti nell’ambiente per ogni esigenza nei settori: Sanità, Commercio, Ho.re.ca., Industrie alimentari, Aziende meccaniche, Automotive.

Tutti i modelli Turbolava Vapor.net sono progettati con una struttura esterna

in acciaio di congruo spessore e sono forniti con una vasta gamma di accessori di serie per arrivare a snidare i batteri, lo sporco e il grasso anche negli interstizi più nascosti su pavimenti, piastrelle, piani di lavoro, macchinari, senza bagnare attorno e senza rovinare componenti elettrici o elettronici.

Cimel fornisce prodotti personalizzati seguendo le esigenze del cliente e progetta e realizza impianti lava nastri a vapore su misura.

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SULLE

PNRR e nuovo codice dei contratti Cosa cambia per il settore del Cleaning Professionale

Il cambiamento delle modalità con cui la Pubblica Amministrazione potrà intervenire sul mercato è una delle riforme necessarie all’ottenimento dei finanziamenti previsti dal PNRR, aprendo anche per le imprese della pulizia professionale nuove opportunità di lavoro

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), redatto dall’allora Governo Draghi e approvato dalla commissione europea a giugno 2021, è il programma attraverso il quale il Governo si è impegnato a gestire i fondi del Next Generation EU. Stiamo parlando di 208 miliardi, in parte a fondo perduto e in parte a tasso agevolato, che potrebbero rappresentare una svolta per il nostro paese da qui fino ai

prossimi decenni, ovviamente, se ben sfruttati. Di questa iniezione di denaro non può non tenerne conto anche il settore del Cleaning Professionale, la cui importanza è balzata all’attenzione dei cittadini con il tragico scoppio della pandemia. D’altronde è ormai comprovato da svariati studi scientifici che con una maggiore attenzione alle attività di pulizia, igienizzazione e sanificazione si possono eliminare

o perlomeno contenere le ICA (infezioni correlate all’assistenza) con una notevole riduzione dei costi per le strutture ospedaliere e di cura. Non va dimenticato, inoltre, che i progetti di investimento del PNRR sono suddivisi in 16 componenti, raggruppate a loro volta in 6 missioni. Tra queste la Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) e la Missione 2 (Rivoluzione ver-

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de e transizione ecologica) sono due capisaldi di tutto il Piano di Ripresa che riguardano direttamente il settore del Cleaning Professionale. Il PNNR coinvolge anche il mercato pubblico visto che quest’ultimo occupa, con tutto l’indotto, tra il 20 e il 30% del PIL nazionale, motivo per cui la Pubblica Amministrazione (PA) rimane il player più importante nell’acquisto di beni e servizi. Questa è la ragione che ha indotto l’UE a pretendere dall’Italia, in cambio dei finanziamenti, anche una riforma sugli appalti pubblici per renderli più semplici e adeguati al mercato.

Su questo tema, in relazione agli aspetti più interessanti per il comparto del Cleaning, è intervenuto l’avvocato Massimiliano Brugnoletti, Studio Legale Brugnoletti e Associati

di Roma , al convegno digitale CleaningPiù durante la sessione dal titolo “PNRR. Una reale opportunità per il settore?”.

IL NUOVO CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI O NUOVO CODICE DEGLI APPALTI

Il nuovo codice dei contratti pubblici è una delle riforme strutturali più importanti del nostro ordinamento in risposta al PNRR. Tale riforma, attualmente all’esame delle commissioni parlamentari, dovrebbe essere operativa dal 1° aprile 2023, nonostante da più parti, proprio in ragione dell’importanza strategica del decreto legislativo e della complessità delle questioni in esso disciplinate, se ne chiede lo slittamento per apportare modifiche migliorative.

“È già successo in passato – motiva questa richiesta l’Avvocato Brugnoletti – con la riforma 50/2016 approvata nella primavera del 2016, di assistere nei primi mesi dall’entrata in vigore del nuovo codice al tracollo delle gare. Vista la necessità di dover spendere subito i fondi del PNRR non possiamo permetterci in questo momento storico uno stallo di quel tipo. In effetti, abbiamo un problema soprattutto di stazioni appaltanti non sufficientemente professionalizzate, ovvero, non capaci di cogliere le importanti novità

introdotte da questo nuovo codice. La reale necessità di posticipare la sua entrata in vigore si scontra però col fatto che l’Europa varerà le nuove direttive sugli acquisti della PA nel 2024 a cui possiamo ipotizzare, nel 2026, un nuovo codice appalti: quindi più tempo aspettiamo e più il codice 2023 avrà vita breve.”

“Questo nuovo codice dei contratti ha un approccio rivoluzionario – prosegue Brugnoletti – perché è la prima volta che in una legge le norme sono precedute dai princìpi. Infatti, nel primo capitolo della bozza del nuovo codice i primi 12 articoli sono in realtà i princìpi che, generalmente, danno la chiave di lettura di ogni norma. In particolare, i due princìpi fondamentali dettati dagli articoli 1 e 2 sono i capisaldi del nuovo codice e devono essere la linea comportamentale dell’azione sia della PA che degli operatori economici.”

I due principi cardine di cui parla l’Avvocato Brugnoletti sono:

• il “principio del risultato”, inteso quale interesse pubblico primario del Codice medesimo, che afferisce all’affidamento del contratto e alla sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza;

• il “principio della fiducia” nell’azione

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Avvocato Massimiliano Brugnoletti, Studio Legale Brugnoletti e Associati di Roma

legittima, trasparente e corretta della PA, dei suoi funzionari e degli operatori economici.

“Con il primo principio dell’Articolo 1, quello del ‘risultato’, cambia totalmente l’approccio per la PA – analizza Brugnoletti. In buona sostanza esso fa capire che questo codice è volto ad acquistare dal mercato servizi, forniture o beni, ma la finalità è quella di aggiudicare la gara e, soprattutto, di eseguire il contratto. In altre parole, fa capire che bisogna passare dalla forma alla sostanza, per cui la PA non deve essere più legata ai formalismi della ‘gara burocraticamente perfetta’, ma perseguire il risultato.”

di fiducia; un passo importante se si pensa che fino a poco tempo fa era persino impossibile dialogare con la PA. È una vera sfida che il codice dà al mercato e alla PA di non fermarsi ai formalismi ma puntare al risultato in totale trasparenza.”

LA CLAUSOLA SOCIALE

NEL SISTEMA DEGLI APPALTI PUBBLICI

All’interno del nuovo codice degli appalti c’è un elemento particolarmente interessante per il settore del Cleaning, ovvero, la nuova disciplina sul contratto collettivo e sulla clausola sociale che pesa molto sui servizi di

una maggiore discrezionalità e una maggiore valutazione della capacità progettuale da parte delle imprese, sul costo del lavoro esso diventa più rigido. Il contratto collettivo, pertanto, dovrà essere dichiarato dalla stazione appaltante e indicato nel bando; l’operatore economico è libero di non utilizzare quel contratto collettivo, ma deve ugualmente garantirne tutti i benefici normativi ed economici. Tutto questo a tutela dei lavoratori e del servizio e, quindi, a garanzia della qualità della pulizia, dell’igiene e della sanificazione. Il codice evita che ci siano contratti ‘civetta’ con costi orari di lavoro bassissimi, facendo partire

“Con il secondo principio, quello della ‘fiducia’, il codice dei contratti dice che nell’acquisto di servizi, forniture o beni la PA e l’operatore economico devono essere legati da un rapporto

pulizia professionale che sono ad alta intensità di manodopera.

Spiega Massimiliano Brugnoletti: “Poiché il codice ha come obiettivo il risultato e, quindi, consente alla PA

tutte le imprese di servizi dallo stesso piano. Anche sulla clausola sociale il codice diventa meno flessibile. Per il vecchio codice l’impresa era libera di modificare l’organigramma, vicever-

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sa, il nuovo codice impone la clausola sociale del contratto, laddove prima c’era solo un’indicazione prospettica, e dice che bisogna garantire il costo del lavoro e i lavoratori presenti, mentre prima si parlava di ‘promuovere’ la stabilità lavorativa.”

I REQUISITI DI ACCESSO ALLE GARE

Sui requisiti di accesso alle gare, sancito dal D. Lgs. 231/2001, il nuovo codice dei contratti pubblici fa una scelta molto più libera venendo a mancare alcuni obblighi, mentre gli illeciti professionali da dichiarare rientrano in un elenco molto più chiaro e definito. Tuttavia, come spiega l’Avvocato Brugnoletti, qualcosa va chiarita. “Da come è stato scritto sembra che tra le sanzioni da dichiarare rientrino anche quelle pecuniarie e, addirittura, potrebbero diventare interdittive sulle gare pubbliche. Molte fonti autorevoli hanno segnalato questa ambiguità, sebbene, non bisogna sottovalutare l’importanza della sanzione pecuniaria come elemento che indurrà la PA a valutare o meno l’esclusione di un’impresa. I processi del 231, pertanto, non devono essere visti come un ulteriore orpello, bensì come requisiti per partecipare alle gare pubbliche sottoposti a un serio organismo di vigilanza.”

PERCHÉ DEVE EVOLVERE LA PA

Alla domanda “la PA è pronta ad abbracciare la spinta innovativa che il mercato è in grado di offrire o vede il rischio di continuare a percorrere le strade abituali?” Massimo Brugnoletti fa una disamina impietosa ma purtroppo attinente alla realtà.

“In questi anni abbiamo visto un ribaltamento delle posizioni di forza. Un tempo, la PA occupava un posto predominante rispetto a imprese e cittadini, ma in questi ultimi anni la situazione si è totalmente ribaltata. Abbiamo un mercato ormai maturo, imprese molto performanti tecnicamente e culturalmente, molto attente all’innovazione e alla digitalizzazione; per contro abbiamo una PA totalmente inadatta, in cui l’età media è di 53 anni solo perché viene abbassata dall’età dei militari che è normalmente bassa; la formazione è inesistente; fatto salvo per alcune punte di eccellenza assoluta c’è poca dimestichezza con gli strumenti informatici di base. La richiesta di ritardare l’applicazione del nuovo codice nasce anche da queste considerazioni.”

ROTAZIONE DELLE GARE SOTTOSOGLIA

I contratti sottosoglia sono quei contratti “per i quali l'importo a base di

gara per l'affidamento e l'esecuzione dei lavori, servizi e forniture sia al di sotto delle soglie di rilevanza comunitaria”. Tale soglia per gli appalti pubblici di servizi quali le pulizie professionali è di 140mila euro. Alla domanda su come il nuovo codice degli appalti ha risolto l’annosa questione della rotazione nelle gare sottosoglia, l’Avvocato Brugnoletti dice: “La rotazione è il cruccio della PA perché non sa mai come affrontarla. Le gare sottosoglia –a cui bisogna dare molta importanza perché secondo i dati statistici Anac sono tantissime e di valore – sono rappresentative di un settore a cui molte imprese del Cleaning guardano. Il principio della cauzione introdotto nel vecchio codice imponeva alla PA di non affidare alla stessa impresa lo stesso servizio e questo ha fatto nascere molte proteste da parte delle aziende e delle stazioni appaltanti. Il nuovo codice dice che nel ‘sotto-soglia’ bisogna ‘muovere’ il mercato, ovvero, far sì che il maggior numero di imprese possa lavorare. Questo concetto prevale sull’affidamento di un fornitore che ha svolto un lavoro perfettamente, a meno che ci si rivolge a un mercato con poca competizione (non è il caso del Cleaning) o si danno motivazioni inconfutabili sulla bontà della vecchia esecuzione.”

21 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Innovazione e Green

Alla scoperta delle nuove frontiere del Facility Management. A colloquio con Renato Santinon, Direttore Pianificazione Controllo e Innovazione per Dussmann Service

Maurizio Pedrini

22 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
FACILITY
MANAGEMENT

CHI È RENATO SANTINON

Renato Santinon Direttore Pianificazione Controllo e Innovazione per Dussmann Service, è un manager con alle spalle vent’anni di esperienza nel settore del Facility Management. Ha iniziato nel 2004 con Markas occupandosi della gestione di appalti quale Responsabile Operativo di Area. Nel 2014 è passato in Dussmann come Responsabile Servizio Tecnico Sanificazione. In questa azienda dal 2018 occupa la posizione di Direttore della DPCI garantendo il costante aggiornamento sugli sviluppi tecnologici ed organizzativi pertinenti ai servizi erogati da Dussmann, con particolare riferimento ad attrezzature, metodologie operative, organizzazione del lavoro, prodotti e sistemi di controllo. Coordina una struttura di venti persone che operano su tutto il territorio nazionale, per supportare le attività di Start Up e messa a regime degli appalti. Nell’ambito dell’innovazione mantiene e gestisce i rapporti con Università, Enti e Centri di Ricerca, Società di consulenza e fornitori nell’ambito delle tecnologie, degli impianti, delle attrezzature e dei prodotti afferenti i servizi di Dussmann.

Lo sviluppo di soluzioni di Internet of Things, la maggiore disponibilità di dati e di intelligenze, permette al mondo del facility di diventare sempre più centrale nei processi di innovazione delle imprese e delle organizzazioni. Il “mondo” del FM, sia pure tra luci ed ombre, sembra aver superato la crisi legata alla pandemia: oggi dal lato della domanda, esso si presenta soprattutto con l’obiettivo di realizzare una riduzione dei costi e, dato il periodo di crisi che stiamo vivendo, ciò è largamente comprensibile. Dal lato, invece, dell’offerta, le società di FM appaiono impegnate nel non facile compito di ricercare sempre soluzioni innovative e sempre più green, coniugando la riduzione delle spese con il miglioramento nella qualità dei servizi. Ma come sta vivendo questa complessa fase di cambiamento una grande azienda leader nel settore? Lo abbiamo chiesto a Renato Santinon, Direttore Pianificazione Controllo e Innovazione per Dussmann Service.

Possiamo, in apertura della nostra intervista, dare una corretta definizione del Facility Management?

“Il Facility Management è l’insieme di attività, core e non core, che consente ad un’azienda di funzionare in modo corretto e continuativo. Un’azienda di FM deve saper progettare, pianificare ed erogare servizi a supporto del business dei propri clienti, aiutandoli ad aumentare la produttività. In altre parole, il  Facility Management è la disciplina aziendale che coordina lo spazio fisico di lavoro con le risorse umane e l’attività propria dell’azienda. Integra i principi della gestione economica e finanziaria d’azienda, dell’architettura e delle scienze comportamentali e ingegneristiche. Detto in altri termini, il Facility Management è il processo di progettazione, implementazione e controllo attraverso il quale le facility (ovvero gli edifici e i servizi necessari a supportare e facilitare l’attività dell’azienda) sono individuate, specificate, reperite ed erogate allo scopo di fornire e mantenere quei livelli di servizio in grado

di soddisfare le esigenze aziendali, creando un ambiente di lavoro di qualità con una spesa il più possibile contenuta. Quello del Facility Management è perciò un approccio integrato che, attraverso la progettazione, la pianificazione e l’erogazione di servizi di supporto all’attività principale dell’azienda, mira ad aumentare l’efficacia dell’organizzazione e a renderla capace di adattarsi con facilità e rapidità ai cambiamenti del mercato. I tre aspetti principali che caratterizzano la disciplina del Facility Management sono quello strategico, quello analitico e quello gestionale-operativo.”

Lei ha alle spalle una lunga, ventennale esperienza, nel campo del Facility Management: come si è evoluta questa proposta al mercato?

“Questo lavoro implica la capacità di rivedere i processi che sottendono le attività quotidiane nostre e dei nostri clienti: per fare questo collaboriamo da anni con il mondo accademico che sviluppa soluzioni per l’industria applicabili al mondo del Facility Management. La robotica collaborativa sarà nel prossimo anno un ambito che modificherà l’offerta di mercato, è un percorso necessario dovuto soprattutto alla mancanza in alcune realtà di personale per lo svolgimento delle attività.”

A suo parere, qual è il know-how che deve possedere un’impresa proiettata al multiservizio in grado di offrire una proposta di qualità in questo settore? “Oggi serve un approccio multidisciplinare, non è più sufficiente basarsi sull’esperienza, occorre sfruttare le risorse tecnologiche che il mondo della ricerca sviluppa anche per altri settori. Tante soluzioni sviluppate per ambiti industriali, ad esempio, vengono prese adattate e utilizzate nel FM, quali la robotica, l’intelligenza artificiale o l’uso dei Big Data, lavorando sulle correlazioni dei dati.”

Veniamo alla sua azienda, che vanta una lunga storia e si pone senz’altro all’avanguardia in questa proposta:

23 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

quali sono le principali caratteristiche innovative che contraddistinguono la vostra offerta alla clientela?

“Dussmann Service è leader mondiale nella fornitura di servizi integrati nel settore sanitario e ospedaliero, aziendale, scolastico, dell’assistenza alla terza età, militare e dei trasporti. Da oltre quarant’anni ci occupiamo di sanificazione,

tà del cliente. La cosa più importante è riuscire a entrare in sintonia con il cliente per raggiungere i desiderata.”

Il vostro campo d’azione spazia a trecentosessanta gradi. Ci può presentare le vostre attività così differenziate? Qual è il comune denominatore che le accomuna?

“Direi senza ombra di dubbio l’attenzione verso il cliente e l’organizzazione che viene messa in campo in abiti così differenti tra loro. Aspetto non secondario è la centralità delle risorse umane, che in un’attività ad alto contenuto di manodopera fa la differenza”.

vi. Il miglioramento continuo è alla base delle attività quotidiane e lo scambio con i clienti ci permette di perseguire tale obiettivo.”

La pulizia e la sanificazione rivestono ancora un ruolo importante e sul quale l’azienda continua ad investire nell’ambito della vostra offerta complessiva?

ristorazione e Facility Management con un unico obiettivo: la soddisfazione dei nostri clienti. La presenza capillare sul territorio e l’elevata specializzazione delle funzioni ci consente di garantire lo sviluppo di soluzioni innovative e personalizzate. Dussmann Service appartiene a Dussmann Group, network internazionale di servizi specialistici per enti pubblici ed aziende. Nasce in Italia nel 1969 (inizialmente con il nome ‘Pedus Service S.r.l.’) per iniziativa del Gruppo fondato da Peter Dussmann nel 1963 a Monaco. Siamo alla continua ricerca di innovazioni che possono modificare i processi produttivi. Per fare questo sperimentiamo, collaboriamo con le più importanti Università e fornitori di soluzioni per il cleaning cercando di creare soluzioni che siano adeguate alle esigenze di ogni singolo cliente.”

Cosa significa, per voi, sviluppare soluzioni personalizzabili e vantaggiose, partendo proprio dai bisogni del cliente?

“Questo concetto è alla base della nostra cultura aziendale: riuscire a fornire la soluzione che meglio si adatta alle necessi-

In questo processo di transizione e ampliamento costante della vostra offerta, quanto contano la formazione dei dipendenti, il controllo-miglioramento continuo delle prestazioni, il rapporto di partnership e interscambio con i clienti e la ricerca della massima qualità?

“La formazione è un aspetto importante, direi a dir poco essenziale: abbiamo realizzato una piattaforma di E-learning dove ogni nostro dipendente ha accesso a molteplici moduli di formazione che spaziano dalla sicurezza alle procedure di lavoro sino all’utilizzo degli applicati-

DUSSMANN SERVICE

Anno di fondazione in Italia: 1969

Sede: Capriate San Gervasio (BG)

Presidente e Amministratore

Delegato: Renato Spotti

Gruppo: Dussmann Service Gmbh

Fatturato in Italia: € 798 milioni

Dipendenti in Italia: 23.500

Filiali in Italia: 10

Servizi singoli offerti: oltre 70

Fatturato di Gruppo: € 2,22 miliardi

“Rappresenta un asset fondamentale, l’azienda continua ad investire per rispondere alle sollecitazioni del mercato che, con il Covid, aveva messo in luce l’importanza della pulizia e sanificazione. Sanificazione non vuol dire solo pulire un ambiente, ma far sentire a proprio agio le persone che lo vivono. Abbiamo sviluppato un pacchetto di servizi orientato con precisione ai bisogni di ciascun cliente e che garantisce non solo il raggiungimento di un alto di livello di qualità percepita, ma anche la migliore efficienza possibile  in termini di costo. Siamo infatti in grado di assicurare che i prodotti e i macchinari che utilizziamo sono compatibili con tutte le superfici e a basso impatto ambientale. Il risultato finale è un servizio innovativo di sanificazione che gioca un ruolo significativo nel mantenere alto il valore del tuo immobile. Infine, è di fondamentale rilievo sottolineare che la gestione olistica dei processi di qualità assicura che si può sempre contare su di noi in un clima di fiducia reciproca e mutua cooperazione.”

Guardando al futuro, alle grandi sfide della sostenibilità ambientale e della transizione digitale, riportate al tema del Facility Management che abbiamo cercato di sviscerare in questa intervista, quali grandi traguardi di sviluppo e crescita si pone Dussmann Service?

“Dussmann ha l’obiettivo di continuare a essere leader del mercato anche e soprattutto per quanto riguarda gli aspetti di sostenibilità ambientale e transizione digitale. Sono allo studio soluzioni per ridurre l’impatto sull’ambiente a tutti i livelli di servizio”.

24 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
FACILITY MANAGEMENT

Chi è il Facility Manager

La norma europea EN 15221-4 (edizione ottobre 2011) fornisce la tassonomia, classificazione e strutture nel Facility Management (FM).

Sul sito di IFMA Italia, capitolo italiano dell'International Facility Management Association, associazione no-profit fondata nel 1980 negli Stati Uniti allo scopo di promuovere e sviluppare il Facility Management, si approfondisce la figura del Facility Manager.

“Person responsible for the facility management organization who is the single point of contact for the client on strategic level; leads the FM organization, ensure quality and continuous improvement and conducts strategic projects and tasks. (If he is member of the board of the organization, the facility manager is also called Chief Facility management Officer – CFMO – or Chief Facility Executive – CFE)” - EN 15221- 4:2011.

Il Facility Management presuppone l’integrazione di una serie di attività e una struttura di gestione che, oltre a competenze economico-finanziarie, deve possedere cognizioni specifiche di tipo ingegneristico, architettonico, organizzativo e relazionale. Tale struttura di gestione è chiamata Facility Department con a capo il Facility Manager.

La responsabilità del Facility Manager è assai ampia e comprende l’area strategica, di analisi e controllo e gestionale-operativa relativamente al patrimonio immobiliare strumentale, ai servizi tecnici, accessori, generali, ecc.

Il Facility Manager deve non solo saper maneggiare numeri e bilanci, e gestire risorse, ma anche essere in grado di interpretare le strategie dell’azienda, coglierne le esigenze presenti e future

e utilizzare i migliori strumenti e la metodologia più adatta di controllo. Deve inoltre saper utilizzare gli strumenti più idonei a influenzare le scelte dell’azienda e a veicolare il cambiamento; deve quindi riuscire ad intervenire nel contesto dello sviluppo del business con una notevole capacità di coinvolgimento e integrazione di persone, risorse e strutture.

Il Facility Manager svolge compiti diversi ma al tempo stesso integrati tra loro:

• Attività relazionale e decisionale, che concretamente si realizza mediante riunioni con il Top Management e/o con i Manager delle diverse Business Unit, con l’obiettivo di definire le strategie e le politiche di gestione delle facility e di individuare le necessità di servizio;

• Gestione economico finanziaria ovvero previsioni di spesa, stesura budget, benchmarking, analisi degli scostamenti budget-consuntivo, definizione modalità di ripartizione costi, ecc.

• Controllo ovvero analisi dei risultati della gestione (attraverso la reportistica fornita dai fornitori di servizio), visite ispettive allo scopo di monitorare la qualità dei servizi, riunioni con i fornitori, ecc.

È inoltre responsabile della progettazione dei servizi (stesura procedure operative, definizione strategie e piani di manutenzione, ecc) e della gestione operativa (ricezione richieste dal Cliente Interno, contatto con i fornitori, ecc..). Queste attività sono svolte direttamente dalla struttura del Facility Department (che può essere interna, esterna o mista).

25 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Qual è il ruolo della lavanderia nel professional cleaning?

La lavanderia è un servizio indispensabile che non entra in scena direttamente nei luoghi di pulizia, lavora “dietro le quinte” occupandosi del lavaggio e del trattamento di MOP, frange e panni in microfibra utilizzati quotidianamente nelle operazioni di pulizia degli ambienti. Le imprese di pulizia hanno il compito di pulire e disinfettare i luoghi di lavoro per garantire la massima protezione. L’obiettivo primario della lavanderia è quello di rimuovere residui di sporco, anche quello invisibile, e disinfettare i panni di pulizia per garantire l’efficacia dell’intero processo. Alle imprese di pulizia sono richiesti standard elevati di risultato che non possono prescindere da processi di lavoro interni redditizi, rapidi e sicuri.

Ecco perché si consiglia a tutti i gestori di imprese di pulizia di affidarsi a lavatrici professionali in grado di garantire non solo la produttività necessaria, ma anche risultati perfetti grazie a programmi specifici. Tempo, efficacia e mantenimento del tessuto sono tre caratteristiche dei cicli di lavaggio specifici per settore professional cleaning studiati da IMESA.

PROGRAMMI SPECIFICI

Le lavatrici supercentrifuganti piccole come la professional PROEasyLine da 8 Kg o il modello LM 11Kg di capacità sono particolarmente indicate per il settore. Entrambe vengono fornite con programmi specifici per il lavaggio MOP e microfibre e programmi di disinfezione.

Oltre ai programmi preconfigurati vi è la possibilità di creare e memorizzare programmi personalizzati anche da remoto.

CONNETTIVITÀ

La connettività via wi-fi è una caratteristica importante delle lavatrici IMESA perché consente di monitorare le performance della lavatrice, lo status, caricare e modificare programmi e visionare eventuali errori di funzionamento anche a distanza e non solo a bordo macchina. La connettività via wi-fi risponde a tutte le esigenze di gestione in regime di noleggio.

AFFIDABILITÀ

Facile da utilizzare grazie al display selezione programmi, la lavatrice PROEasyLine è costruita con cesto, vasca, top e fronte in acciaio inox AISI 304 per una perfetta durata nel tempo. Completa di touch screen IM11 di ultima generazione la lavatrice LM11 è equipaggiata con componenti industriali, performanti e durevoli nel tempo.

PULIZIA

Il cesto della lavatrice

PROEasyLine è ispezionabile e completo di frangi flusso removibili

per una facile pulizia della vasca e rimozione di eventuali residui. Sempre in ottica di pulizia impeccabile, la guarnizione oblò è in acciaio per garantire igiene senza depositi sul bordo dell’oblò. La linea LM è completa di filtri ad alta resistenza ed è stata progettata per una comoda accessibilità ed una semplice ma accurata pulizia.

CONTROLLO DETERGENTI

La lavatrice PROEasyLine e la linea LM sono inoltre compatibili con i sistemi dosaggio detergenti smart messi a disposizioni da IMESA che consentono una precisa gestione e controllo del consumo saponi anche da remoto.

E se 8 Kg o 11 Kg non sono sufficienti? La linea lavatrici supercentrifuganti LM by IMESA include molteplici capacità, fino ai 125 Kg, per soddisfare le esigenze di ogni tipologia di cliente.

IMESA SpA sarà presente a ISSA PULIRE 2023 dal 9 all’11 maggio a Milano, per presentare le soluzioni su misura studiate per il settore cleaning professional.

LAVAGGIO PROFESSIONALE imesa.it
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Azioni concrete a sostegno del Made in Italy

Il Documento conclusivo XI della Cabina di Regia per l’internazionalizzazione, reso noto il 16 febbraio 2023 contiene le linee guida delle iniziative che andranno a sostenere anche le PMI del professional cleaning impegnate a commercializzare il Made in Italy nel mondo

28 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 EXPORT

Leggendo con la dovuta attenzione il Documento conclusivo XI della Cabina di Regia per l’internazionalizzazione, reso noto il 16 febbraio 2023 dalla Farnesina, si osservano molti spunti di riflessione anche per la PMI che rappresenta il nucleo principale dell’industria del Made in Italy nel settore del professional cleaning. Oggi sono proprio le Piccole e Medie Imprese l’asse portante dell’industria del settore, che presenta una forte vocazione all’export con circa il 50% del valore prodotto (fatturato di 884 milioni di euro) della produzione di tecnologie per la pulizia professionale esportata nel 2021 - riferita esclusivamente alla componente macchine e attrezzaturesul mercato europeo e su quelli di tutto il mondo. L’indagine CERVED pubblicata lo scorso anno aveva tracciato un quadro estremamente dinamico e competitivo e fiducioso del comparto, con circa il 40% delle aziende, specialmente quelle più strutturate, che manifestavano aspettative di crescita nel post-pandemia. Tra le criticità espresse con maggior forza: la concorrenza dei gruppi internazionali e l’aumento dei prezzi delle materie prime (16,6% degli intervistati), ma anche i ritardi nella logistica e le complesse problematiche connesse ad altre ben note difficoltà del Sistema Paese.

IL QUADRO ECONOMICO INTERNAZIONALE

Crescono le esportazioni italiane (+20,58%) ma nel 2023 rallenta l’economia mondiale. Il documento della Farnesina si sofferma innanzitutto sul quadro economico internazionale segnato dal 2020 dall’emergenza pandemica; esso - come purtroppo ben sappiamo - è repentinamente mutato con l’insorgere del conflitto in Ucraina. Il principale canale di trasmissione dell’impatto della guerra è rappresentato dalle commodities, le cui quotazioni sui mercati finanziari si sono impennate, alimentando una fase di rialzo in corso già dal secondo seme-

stre del 2021. L’inflazione elevata, i rincari delle materie prime, le difficoltà di approvvigionamento di alcuni fattori produttivi, le strozzature nei trasporti e nella logistica, insieme all’orientamento restrittivo della politica monetaria nei principali Paesi e all’incertezza sull’evoluzione del conflitto in Ucraina rappresentano attualmente un grosso freno all’economia mondiale, che si attende in rallentamento nel 2023. La congiuntura economica negativa si è così manifestata in tutte le

39,5% per un valore di quasi 605 miliardi e dell’1% in volume. Il forte incremento delle importazioni è dovuto all’aumento dei valori medi unitari, trainati in particolare dai costi dell’energia e dei beni intermedi. Al netto degli acquisti di prodotti energetici, infatti, l’aumento dell’import si riduce al 25,7%. Su questi dati pesa pertanto la componente inflazionistica, tornata cruciale nel condizionare l’evoluzione dell’economia globale. La crescita più marcata delle importazioni rispetto

filiere. In questo scenario globale, non sono stati risparmiati neanche i settori economici che negli ultimi anni hanno evidenziato le performances migliori e più resilienti. Tra di essi, infatti, quelli che hanno subito maggiori impatti negativi sono il turismo, o settori ad esso riconducibili, come il trasporto aereo, soprattutto con riferimento al segmento internazionale. Sul fronte dell’export, nel periodo gennaio-novembre 2022, rispetto ai primi undici mesi dell’anno precedente, le esportazioni italiane segnano una crescita del 20,58% per un valore di 573 miliardi di euro e un aumento anche in volume, seppur contenuto, dello +0,3%. Tuttavia, si registra un aumento ancora più pronunciato delle importazioni, pari al

alle esportazioni, determina nei primi undici mesi dell’anno, un disavanzo della bilancia commerciale pari a -32 miliardi di euro (a fronte di un avanzo di +41,8 miliardi nell’analogo periodo del 2021), da addebitare soprattutto al deficit energetico di oltre -102 miliardi (era -40 miliardi nel periodo gennaio-novembre 2021). Al netto della bolletta energetica, si registra invece un avanzo commerciale di +70 miliardi di euro rispetto a +83 miliardi dei primi undici mesi del 2021.

LE ESPORTAZIONI ITALIANE

Nel confronto con i principali partner europei, l'aumento delle esportazioni italiane nei primi dieci mesi del 2022 (+20,8%) è stato superiore a quello del-

29 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

la Germania (+14,4%) e della Francia (+19,6%), mentre si mantiene leggermente inferiore a quello della Spagna (+23,6%). Guardando, tuttavia, ai saldi della bilancia commerciale nello stesso periodo, l’Italia registra un disavanzo di -33 miliardi a fronte di un disavanzo di circa -62 miliardi della Spagna che dovrebbe proseguire nel 2023 (+2,6%) e nel triennio successivo con una media del +3,6% l’anno

Per quanto riguarda gli scenari di previsione, Oxford Economics stimava una crescita del PIL mondiale del +3,0% nel 2022 e del +1,3% nel 2023. Per quanto concerne la domanda internazionale di beni e servizi in volume, si prevedeva una crescita nel 2022 del +5,4% per poi rallentare al +2,3% nel 2023. Secondo le ultime previsioni dell’Istat, è attesa per il Pil italiano una crescita a rit-

mi ancora sostenuti nel 2022, seguita da un significativo rallentamento nel 2023 (+0,4%). Quanto invece al commercio estero, l’Istat prevedeva per il 2022 un aumento delle esportazioni di beni e servizi del +10,8% e delle importazioni del +13,2%, mentre nel 2023 il rallentamento del commercio mondiale dovrebbe portare ad un frenata sia per le esportazioni (+2%) sia per le importazioni (+2,2%).

RALLENTAMENTI NELLA CRESCITA

Ulteriori elementi di incertezza rischiano di rallentare le potenzialità di crescita dell’export Made in Italy. Ad esempio, l’ultima “Relazione della Commissione Europea sull'applicazione degli accordi commerciali dell'UE” datata 11 ottobre 2022, evidenzia come

la maggioranza degli ostacoli all’export sia determinata da misure sanitarie e fitosanitarie (102 su un totale di 455 registrati). Il settore agroalimentare italiano non è estraneo al fenomeno, sussistendo per le nostre esportazioni di alcuni prodotti agroalimentari verso alcuni mercati di importanza strategica, barriere non-tariffarie legate ad aspetti di sanità pubblica veterinaria e di salute delle piante. Con riguardo alle esportazioni italiane di servizi, si attende per il 2022 un pieno recupero dei livelli pre-Covid (grazie a un rialzo del +34,8%) dopo il recupero solo parziale registrato nel 2021.

AZIONI DI SISTEMA

Nel 2023 l’attività di sostegno pubblico all’internazionalizzazione dedicherà una rinnovata attenzione alla realizzazione di azioni di sistema, privilegiando la valorizzazione di specifiche filiere produttive e riservando un particolare rilievo al tema dell’economia circolare e della sostenibilità, settore nel quale l’Italia è leader con un tasso di utilizzo circolare degli input di produzione raddoppiato negli ultimi 10 anni e pari quasi al doppio della media europea (ITA=21,6%; EU27=12,8% nel 2020). Questo approccio consentirà di non limitarsi a promuovere solo dei prodotti, ma un paradigma innovativo di fare impresa, presentando le nostre filiere, non solo come eccellenze nel panorama internazionale, ma anche come campioni in tema di sostenibilità, transizione ecologica ed energetica. “Tale

30 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 mln euro peso % mln euro peso % mln euro peso % mln euro peso % mln euro peso % 1 Germania 58.516 12,2 56.085 12,8 67.438 12,9 55.939 13,1 65.285 12,7 16,7 2 Stati Uniti 45.536 9,5 42.433 9,7 49.348 9,5 39.648 9,3 52.837 10,3 33,3 3 Francia 50.561 10,5 45.189 10,3 53.456 10,3 44.185 10,4 52.006 10,1 17,7 4 Spagna 24.520 5,1 20.851 4,8 26.202 5,0 21.452 5,0 26.515 5,1 23,6 5 Svizzera 25.990 5,4 25.211 5,8 27.217 5,2 22.755 5,3 24.827 4,8 9,1 6 Regno Unito 25.233 5,3 22.569 5,2 23.419 4,5 19.370 4,5 22.633 4,4 16,8 7 Belgio 14.257 3,0 14.930 3,4 18.067 3,5 14.850 3,5 19.439 3,8 30,9 8 Polonia 13.544 2,8 13.160 3,0 16.444 3,2 13.658 3,2 16.153 3,1 18,3 9 Paesi Bassi 12.000 2,5 11.404 2,6 15.239 2,9 12.445 2,9 15.362 3,0 23,4 10 Cina 12.969 2,7 12.851 2,9 15.657 3,0 12.784 3,0 13.302 2,6 4,0 11 Austria 10.465 2,2 9.281 2,1 11.599 2,2 9.625 2,3 12.041 2,3 25,1 12 Turchia 8.346 1,7 7.715 1,8 9.523 1,8 7.669 1,8 10.904 2,1 42,2 13 Romania 7.838 1,6 7.015 1,6 8.511 1,6 7.002 1,6 8.187 1,6 16,9 14 Repubblica ceca 6.570 1,4 5.863 1,3 7.273 1,4 6.017 1,4 7.140 1,4 18,7 15 Giappone 7.711 1,6 7.118 1,6 7.550 1,4 6.227 1,5 6.483 1,3 4,1 16 Corea del Sud 4.860 1,0 4.677 1,1 5.273 1,0 4.312 1,0 5.892 1,1 36,6 17 Slovenia 4.707 1,0 3.643 0,8 4.603 0,9 3.774 0,9 5.753 1,1 52,4 18 Grecia 4.680 1,0 4.356 1,0 5.769 1,1 4.679 1,1 5.540 1,1 18,4 19 Svezia 5.039 1,0 4.718 1,1 5.561 1,1 4.608 1,1 5.452 1,1 18,3 20 Ungheria 4.938 1,0 4.447 1,0 5.433 1,0 4.514 1,1 5.412 1,1 19,9 21 Canada 4.495 0,9 4.269 1,0 4.833 0,9 3.928 0,9 5.248 1,0 33,6 22 Emirati Arabi Uniti 4.605 1,0 3.868 0,9 4.815 0,9 3.873 0,9 4.860 0,9 25,5 23 Russia 7.882 1,6 7.076 1,6 7.671 1,5 6.288 1,5 4.848 0,9 -22,9 24 Portogallo 4.403 0,9 3.762 0,9 4.424 0,8 3.644 0,9 4.821 0,9 32,3 25 Messico 3.865 0,8 3.116 0,7 3.856 0,7 3.097 0,7 4.545 0,9 46,7 26 Croazia 3.818 0,8 2.878 0,7 3.675 0,7 2.977 0,7 4.424 0,9 48,6 27 Australia 4.003 0,8 3.688 0,8 4.310 0,8 3.545 0,8 4.301 0,8 21,3 28 Brasile 3.966 0,8 3.623 0,8 4.574 0,9 3.768 0,9 4.196 0,8 11,4 29 India 3.992 0,8 3.028 0,7 3.879 0,7 3.068 0,7 3.878 0,8 26,4 30 Hong Kong 5.751 1,2 4.268 1,0 4.808 0,9 3.975 0,9 3.773 0,7 -5,1 (*) I dati del 2022 sono provvisori Fonte: elaborazioni Osservatorio
Istat Var. % Gen-Ott '21 Gen-Ott '22
Economico su dati
Gen-Ott
Gen-Ott
Pos. Paese 2019 2020 2021
Tabella 5A - Principali Paesi destinatari delle esportazioni italiane. Graduatoria in base ai dati del 2022 (*) '21
'22
EXPORT
Principali Paesi destinatari delle esportazioni italiane. Graduatoria in base ai dati 2022 (*)

azione - evidenzia il documento - si avvarrà, oltre che dei consueti e consolidati strumenti promozionali ICE (organizzazione di fiere all’estero, incoming in Italia di operatori esteri, azioni di comunicazione e corsi di formazione), dell’organizzazione di ‘missioni per la crescita’, secondo un approccio differenziato per Paese, sulla base di una valutazione complessiva del potenziale di crescita del Made in Italy nei differenti settori dove l’Italia esprime un elevato grado di competitività, con un particolare focus sulle piccole e medie imprese.” L’economia circolare è, infatti, un tema trasversale declinabile in ogni settore produttivo e che, nel contesto della strategia promozionale che sarà attuata, privilegerà le filiere della tecnologia industriale, dei semilavorati e delle materie prime, della chimica e delle scienze della vita, dei trasporti e della logistica, dell’agro-alimentare e dei sistemi moda-calzature e arredo casa-ufficio. La tutela e la valorizzazione del Made in Italy sono da sviluppare in modo sempre più capillare, valorizzando le tipicità dell’offerta italiana. In questo quadro, oltre alle attività che sono già realizzate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), con la direzione dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM),

sono previste attività più specifiche di assistenza alle imprese per consentire loro di operare in sicurezza sui mercati esteri, orientandole e tutelandole sul versante della proprietà industriale e della promozione dei prodotti tipici (in particolare i prodotti D.O.C., D.O.P., I.G.P.) anche in risposta al fenomeno dell’Italian Sounding. “L’esperienza di questi anni - sottolinea ancora il lavoro della Farnesina - ci evidenzia quanto

le PMI sottovalutino il tema della registrazione dei marchi, da un lato, e del fenomeno Italian Sounding, dall’altro, che impatta anche sulla competitività stessa dell’impresa.”

I punti di partenza per sostenere le nostre aziende sono quelli degli incentivi MIMIT che nel tempo si sono consolidati anche a seguito del riscontro positivo dato dalle imprese stesse; a questi si affiancheranno:

Principali prodotti esportati dall'Italia. Graduatoria in base ai dati 2022 (*)

Tabella 8A - Principali prodotti esportati dall'Italia. Graduatoria in base ai dati del 2022 (*)

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mln euro peso % mln euro peso % mln euro peso % mln euro peso % mln euro peso % 1 Medicinali e preparati farmaceutici 29.633 6,2 31.139 7,1 30.618 5,9 24.878 5,8 36.714 7,1 47,6 2 Altre macchine di impiego generale 25.913 5,4 24.109 5,5 26.975 5,2 22.136 5,2 23.957 4,6 8,2 Forni, bruciatori e sistemi di riscaldamento 1.345 0,3 1.173 0,3 1.332 0,3 1.067 0,3 1.289 0,3 20,9 Macchine e apparecchi di sollevamento e movimentazione 6.582 1,4 5.735 1,3 6.525 1,3 5.359 1,3 6.229 1,2 16,2 Macchine e attrezzature per ufficio (esclusi computer e unità periferiche) 541 0,1 476 0,1 501 0,1 404 0,1 437 0,1 8,3 Utensili portatili a motore 276 0,1 262 0,1 280 0,1 237 0,1 237 0,0 0,1 Attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione 6.617 1,4 6.360 1,5 7.360 1,4 6.149 1,4 6.919 1,3 12,5 Altre macchine di impiego generale n.c.a. 10.551 2,2 10.103 2,3 10.978 2,1 8.920 2,1 8.845 1,7 -0,8 3 Macchine di impiego generale 24.327 5,1 21.231 4,9 24.864 4,8 20.476 4,8 22.654 4,4 10,6 4 Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 13.287 2,8 8.019 1,8 13.671 2,6 10.547 2,5 20.750 4,0 96,7 5 Autoveicoli 21.207 4,4 18.844 4,3 21.534 4,1 17.729 4,2 18.846 3,7 6,3 6 Altre macchine per impieghi speciali 21.573 4,5 17.859 4,1 20.974 4,0 16.837 3,9 18.390 3,6 9,2 Macchine per la metallurgia 1.242 0,3 897 0,2 926 0,2 742 0,2 784 0,2 5,7 Macchine da miniera, cava e cantiere 3.981 0,8 3.086 0,7 3.901 0,7 3.179 0,7 3.533 0,7 11,1 Macchine per l'industria alimentare, delle bevande e del tabacco 3.799 0,8 3.274 0,7 3.845 0,7 3.144 0,7 3.310 0,6 5,3 Macchine per le industrie tessili, dell'abbigliamento e del cuoio (incluse parti e accessori) 2.406 0,5 1.886 0,4 2.501 0,5 1.984 0,5 2.286 0,4 15,2 Macchine per l'industria della carta e del cartone (incluse parti e accessori) 1.329 0,3 1.091 0,2 1.305 0,3 1.025 0,2 1.097 0,2 7,0 Macchine per l'industria delle materie plastiche e della gomma (incluse parti e accessori) 2.089 0,4 1.847 0,4 2.049 0,4 1.612 0,4 1.699 0,3 5,4 Macchine per impieghi speciali n.c.a. (incluse parti e accessori) 6.727 1,4 5.779 1,3 6.446 1,2 5.151 1,2 5.681 1,1 10,3 7 Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia 19.535 4,1 16.279 3,7 18.998 3,6 15.559 3,6 18.287 3,5 17,5 8 Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie 14.266 3,0 13.486 3,1 17.219 3,3 14.058 3,3 17.588 3,4 25,1 9 Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari 12.572 2,6 15.426 3,5 17.079 3,3 14.482 3,4 16.170 3,1 11,7 10 Articoli in materie plastiche 12.710 2,6 12.052 2,8 14.199 2,7 11.827 2,8 13.613 2,6 15,1 11 Prodotti della siderurgia 8.927 1,9 7.126 1,6 12.119 2,3 9.854 2,3 12.873 2,5 30,6 12 Parti e accessori per autoveicoli e loro motori 14.091 2,9 11.975 2,7 13.888 2,7 11.685 2,7 12.835 2,5 9,8 13 Altri prodotti in metallo 10.973 2,3 9.705 2,2 12.052 2,3 10.017 2,3 11.828 2,3 18,1 Bidoni in acciaio e contenitori analoghi 271 0,1 270 0,1 344 0,1 287 0,1 339 0,1 18,0 Imballaggi leggeri in metallo 728 0,2 720 0,2 784 0,2 657 0,2 843 0,2 28,3 Prodotti fabbricati con fili metallici, catene e molle 1.140 0,2 1.005 0,2 1.367 0,3 1.138 0,3 1.387 0,3 21,9 Articoli di bulloneria 1.818 0,4 1.586 0,4 1.986 0,4 1.668 0,4 1.946 0,4 16,7 Altri prodotti in metallo n.c.a. 7.016 1,5 6.124 1,4 7.571 1,5 6.268 1,5 7.314 1,4 16,7 14 Cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria; pellicce preparate e tinte 13.047 2,7 9.936 2,3 12.128 2,3 9.902 2,3 11.309 2,2 14,2 15 Calzature 10.640 2,2 8.956 2,1 10.661 2,0 8.817 2,1 10.658 2,1 20,9 (*) I dati del 2022 sono provvisori (**) Classificazione utilizzata: Ateco 2007 a 3 cifre Fonte: elaborazioni Osservatorio Economico su dati Istat
Pos. Prodotto (**) 2019 2020 2021 Gen-Ott '21 Gen-Ott '22 Var. % Gen-Ott'21 Gen-Ott '22

• lo sportello unico, preposto a risolvere i problemi di qualunque tipo di competenza della Pubblica Amministrazione per qualunque tipo di impresa, che avrà una declinazione dedicata e specializzata alle imprese del Made in Italy che intendono internazionalizzarsi;

• un programma per valorizzare, specie a livello di comunicazione, il Made in Italy, anche attraverso forme di etichettatura delle merci che ne esplicitino la provenienza e il processo a monte (ad esempio blockchain). In questo ambito giocheranno un ruolo fondamentale le reti di uffici che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) - tramite la propria rete diplomatica e consolare, nonché grazie al network ICE - potranno sostenere il sistema imprenditoria.

I MERCATI PIÙ APPETIBILI

In linea generale, l’azione di sostegno all’internazionalizzazione nel 2023 si svolgerà nei mercati maturi, ossia i principali mercati di sbocco per il nostro export, e nei mercati ad alto potenziale, ovvero in Paesi di speciale in-

teresse per la compresenza di specifici fattori, quali l’elevato potere di acquisto, l’elevato numero di imprese italiane già presenti, il clima d’affari favorevole, il peso demografico e i margini stimati di sviluppo del nostro export. Infine, l’attenzione sarà rivolta anche a quei mercati emergenti che presentano uno specifico interesse in una prospettiva di medio-lungo periodo, in ragione di un notevole potenziale di crescita segnalato da una maggiore apertura agli scambi internazionali e/o da processi di trasformazione sociale e dei modelli di consumo. Il Documento propone, al riguardo, un’interessante distinzione dei Mercati più “appetibili”. Rientrano in quelli maturi: Germania, Francia, Stati Uniti, Svizzera, Spagna, Regno Unito, Giappone, Australia, Canada. In quelli ad alto potenziale sono invece compresi: Polonia, Repubblica Ceca, India, Vietnam, Messico, Brasile, Arabia Saudita, Turchia, Indonesia, Malesia, Qatar, EAU, Cina e Corea del Sud. Infine, appartengono a quelli emergenti: Serbia, Kosovo, Marocco, Algeria, Kenya, Senegal, Nigeria, Etiopia, Niger, Mauritania, Costa d’Avorio, Sudafrica, Perù, Cile, Colombia, Paesi dell’Asia Centrale (tra cui Kazakistan e Uzbekistan). In particolare, il supporto alle nostre filiere si baserà su azioni rafforzate in aree di interesse strategico per l’Italia, e prevederanno obiettivi più ampi di sviluppo socio-economico. Tali azioni riguarderanno la regione dei Balcani, l’Africa sub-sahariana e l’America Latina e saranno integrate da un accresciuto impegno sul fronte della ricerca di opportunità derivanti dall’attività di procurement delle Banche Multilaterali di Sviluppo e delle Istituzioni Finanziarie Internazionali regionali. La valorizzazione dell’innovazione, come punto di partenza per internazionalizzare la propria attività, passerà anche da strumenti per facilitare l’accesso al credito, quali il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI), finanziato da MI-

MIT, CDP e sistema bancario, che sostiene le imprese con un blending finanziario (con maggiore intensità di aiuto in caso di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione) e il basket bond per l’internazionalizzazione delle PMI con un cash collateral del MIMIT, con l’obiettivo di consentire alle PMI di finanziare i propri piani di crescita all’estero, attraverso l’emissione di strumenti finanziari obbligazionari. Nella Regione dei Balcani occidentali, si dispiegherà la strategia nazionale di rinnovato impegno lanciata in occasione della Conferenza Nazionale sui Balcani del 24 gennaio scorso. In particolare, obiettivo prioritario sarà il potenziamento della presenza delle imprese nazionali nei settori a più alto contenuto tecnologico, come infrastrutture, digitalizzazione e start-up, energie rinnovabili, transizione verde, agri-tech, oltre a quelli di tradizionale presenza delle imprese del nostro Paese (a partire dal tessile). Come primi seguiti operativi, si procederà all’organizzazione di eventi di partenariato economico bilaterale, rispettivamente in Serbia, Albania e Kosovo, privilegiando interventi sistemici che abbiano natura transnazionale. Nel continente africano, l’azione si inserirà nel più ampio disegno di promozione di un auspicabile “Piano Marshall europeo” che ponga la priorità sulla promozione degli investimenti, sul coinvolgimento del settore privato per avviare un processo di sviluppo sostenibile e sulla riduzione del livello di povertà, nonché sulla promozione in ambito comunitario di un nostro “Piano Mattei per l’Africa”, così come evocato dal Presidente del Consiglio, che miri ad un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e Paesi africani e che valorizzi il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo. In tale contesto, speciale attenzione sarà dedicata alla valorizzazione delle iniziative poste in essere a favore delle PMI da parte delle varie organizzazioni componenti della Cabina di Regia.

32 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
EXPORT

SIMPLIFY: la prima gamma carbon neutral di Papernet

Carbon neutral sono le imprese, i processi e i prodotti le cui emissioni di CO2 calcolate sono state compensate attraverso il supporto di progetti di tutela del clima riconosciuti a livello internazionale.

Dalla continua ricerca di Papernet nasce così la nuova gamma Simplify, la prima linea di prodotti Carbon Neutral nata con l’obiettivo di contribuire in maniera concreta e tangibile alla protezione globale del clima. Insieme a ClimatePartner, l’azienda calcola l’impronta ambientale dei prodotti Simplify, definendo così l’esatto ammontare di CO2 che sarà compensato attraverso un progetto di tutela climatica. Papernet ha scelto di proteggere la foresta vergine di Lábrea, nello stato federato brasiliano di Amazonas, che

tra il 2008 e il 2020 ha registrato il quarto tasso di disboscamento più alto del Brasile. Gli ecosistemi sono stati danneggiati e si sono verificati dei conflitti sociali a causa dei furti di legname, della costruzione di nuove strade e dell’intensificazione dell’agricoltura e dell’allevamento, che hanno costretto le comunità locali alla migrazione forzata.

Con l’aiuto delle attività di monitoraggio e dei corsi di formazione alla popolazione, il progetto punta a controllare il disboscamento e a salvaguardare la grande varietà di piante e animali della foresta pluviale amazzonica. Le foreste sono tra i principali assorbitori di CO2 del pianeta, ospitano un’enorme varietà di specie e sono la fonte di sostentamento per le comunità locali. Le superfici boschive

mondiali sono tuttavia fortemente diminuite negli ultimi decenni, a causa dell’aumento degli insediamenti, dello sfruttamento agricolo, del disboscamento illegale e dell’estrazione di materie prime. I soggetti coinvolti nel progetto proteggono l’area dai disboscamenti assieme alla popolazione locale, creando fonti di sostentamento economico alternativo e formazione.

Inoltre, come impegno aggiuntivo, per ogni tonnellata di CO2 compensata Papernet pianta un albero in Germania, contribuendo così all’adattamento delle nostre foreste ai cambiamenti climatici. Gli ecosistemi europei sono colpiti dai cambiamenti climatici: gli incendi boschivi stanno distruggendo vaste aree e i parassiti si diffondono con particolare rapidità nelle

foreste indebolite. Le specie arboree come l’abete rosso soffrono la siccità e il caldo perché hanno radici superficiali che non raggiungono gli strati più profondi del suolo contenenti riserve d’acqua. Per questo motivo Papernet sostiene l’afforestazione e la conversione delle foreste in foreste miste.

L’impegno per la lotta al cambiamento climatico passa anche attraverso una comunicazione credibile e trasparente.

L’etichetta ClimatePartner posta sui packaging Papernet indica che le emissioni non evitabili del prodotto sono state calcolate e compensate mediante il progetto di protezione della foresta vergine (Lábrea, Brasile), mentre il numero ID univoco consente di tracciare l’esatta quantità di CO2 compensata da Papernet.

IMPRONTA AMBIENTALE papernet.com

Set point

''Chi ha spostato il mio formaggio?” è il titolo di un best seller, un volumetto di “quick management” che racconta la storia di due topolini cui avevano spostato il magazzino da cui si rifornivano della

propria razione di formaggio quotidiana. La morale del libro è racchiusa in una semplice affermazione: reagire al cambiamento è l’unica soluzione alle problematiche portate dal cambiamento stesso. Fine degli insegnamenti e del

racconto. Il successo di un contenuto al limite dell’ovvio è rappresentato da pochi ma sostanziali ingredienti: un titolo indovinato, la narrazione sotto forma di favola per bambini (il tanto apprezzato storytelling ha una radice collodiana, probabilmente), il fatto che sia stato adottato da molti manager per dire ai propri collaboratori che era ora di cambiare. Anzi, di accettare di buon grado un cambiamento. Che è tutt’altra cosa.

IL CAMBIAMENTO CHE SPAVENTA MENO È QUELLO FATTO

FARE AGLI ALTRI

Abbiamo conosciuto un importante dirigente d’azienda, donna all’apparenza molto risoluta, che affermava sprezzante “non ho paura del cambiamento” e che - con un pizzico di sadismo - come regalo di Natale fece recapitare a tutti i propri collaboratori il famoso libretto per anticipare un cambiamento alle

MARKETING
Marco Monti Fabrizio Pirovano
Se riuscissimo ad accettare il cambiamento, sarebbe più semplice affrontare tutto quello che la vita ci riserva
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Se vuoi perdere il secondo set, gioca come hai giocato per perdere il primo

porte. Ne seguì una rivoluzione aziendale lunga e dolorosa, che fece numerose vittime e che ebbe un finale a sorpresa: il licenziamento di quella dirigente. Chi la fa, l’aspetti. La incontrammo tempo dopo, sembrava un’altra persona: della sicurezza dei giorni passati nemmeno l’ombra. Da questo capimmo una prima cosa: il cambiamento che spaventa meno è quello fatto fare agli altri.

L’IMPORTANZA

DEI “SEGNALI DEBOLI”

Parlavamo tempo fa con l’Amministratore Delegato di un’azienda leader nel proprio settore. Ci spiegava come il risultato economico più importante del bilancio della sua azienda provenisse da un servizio ormai più che datato. Quel servizio rappresentava per l’azienda un prodotto ad altissimo margine, svolto a costi irrisori e arricchito, per sostenerne il prezzo, con accessori di utilità discutibile. Per i clienti poco più di una commodity con valore aggiunto prossimo allo zero, che veniva accettata solo per accondiscendenza verso il “ricatto” implicito rappresentato dal suo monopolio sul mercato. Questo particolare, per giunta, rendeva il nostro interlocutore particolarmente tronfio della posizione di forza acquisita. E il rapporto con i clienti? Dettaglio trascurabile. Gli raccontammo la storia, famosa ed emblematica, del crollo di un monopolio, quella della divisione grandi elaboratori dell’IBM degli anni ’80, e ci permettemmo di metterlo in guardia. Un acquisto fatto “obtorto collo” non soddisfa mai chi lo compie. Se un nuovo concorrente avesse realizzato un servizio light, meno ricco, ma ugualmente apprezzabile da chi ne desiderava solo la parte essenziale, avrebbe potuto invadere il mercato e minare la sua posizione di monopolio. Perché non realizzare loro in primis quella versione light? Con l’aumento dei volumi di vendita derivante dal prezzo più abbordabile avrebbero colmato la possibile diminuzione del fatturato, ma, soprattutto, avrebbero

impedito l’ingresso ai concorrenti. La divisione IBM dei grandi elaboratori non lo fece e arrivarono i produttori di server. L’AD tagliò corto con aria di sufficienza e con il sorriso sarcastico di chi sta parlando con degli incompetenti: era in quel mercato da anni e sapeva bene che l’ingresso di concorrenti in tempi brevi era impossibile, per cui cambiare tutto sarebbe stata fatica inutile. Lo rincontrammo 6 mesi dopo e ci sentimmo come Cassandra. Lui sorrideva meno. Così capimmo la seconda cosa: l’importanza dei “segnali deboli”. Se alla parola “cambiare” si vuole dare anche il significato di “innovare”, allora cambiare significa impegnarsi ad ascoltare i segnali deboli provenienti dall’esterno; in primo luogo dai clienti, per produrre cambiamenti che vadano nella direzione di quei segnali. Ascoltare i segnali deboli è un esercizio impegnativo, che implica di essere concentrati su quello che succede “attorno a noi”, ma non necessariamente “direttamente a noi”. Magari su qualcosa che - crediamo - non ci riguarda affatto, che sta succedendo in un mercato diverso dal nostro, oppure su qualcosa che addirittura può comportare per noi uno scomodo immediato a fronte di un vantaggio di lungo periodo. Perché uscire da un’area di comfort (predominanza sul mercato, rendita di posizione, prassi consolidate, processi conosciuti, etc.) per esplorare nuove strade? Meglio difendere lo status quo acquisito. Forse.

IL CAMBIAMENTO PASSA ATTRAVERSO LA MENTALITÀ DELLE PERSONE

Cambiare è un processo virtuoso che, anche per i cambiamenti aziendali, passa innanzitutto attraverso il cambiamento della mentalità delle persone. Molto spesso le aziende vengono paragonate ai dinosauri, che si estinsero perché non furono in grado di adattarsi a un repentino mutamento delle condizioni ambientali. A differenza dei dinosauri, però, le aziende possono mo-

dificare la propria “genetica aziendale” a piacimento. Ognuno di noi ha un proprio codice genetico, fatto di pregiudizi, teorie e modalità di reazione derivanti dalla propria cultura e dall’ambiente in cui è vissuto. Noi consulenti siamo soliti chiamarla anche “mappa del mondo”. Questo background, quando l’ambiente circostante cambia, può diventare una minaccia. Col passare del tempo, l’insieme dei codici genetici dei singoli componenti dell’azienda diventa una parte integrante della struttura aziendale e ne determina i processi e le strategie. Ascoltando i “segnali deboli” provenienti dall’esterno, la soluzione si trova nel “dimenticare” per tornare ad analizzare poi il proprio patrimonio genetico partendo da zero, partendo da sé stessi come singoli individui per diventare i motori del cambiamento dell’intero gruppo. “La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”, diceva Albert Einstein. Per ottenere risultati diversi, per prevenire il cambiamento (che funziona ancora meglio che reagire) iniziamo col cambiare l’elemento che ci è più facile modificare: noi stessi.

P.S. Quell’indiscusso mito del giornalismo sportivo che è stato Gianni Clerici ha parafrasato l’aforisma di Einstein parlando di tennis: “Se vuoi perdere il secondo set, gioca come hai giocato per perdere il primo”. Con buona pace dei giocatori di club che seguitano a imprecare mentre continuano imperterriti a brandire la racchetta come una padella per il fritto misto.

35 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

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L’aggiornamento

Argomenti trattati

Dossier di approfondimento tematico su una tecnologia o un tema di interesse per il settore

Tavola rotonda

Analisi normative

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Ricerche nazionali e internazionali

Analisi dei casi di studio

Profilo dei lettori

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Alleanze tra mondo medico e imprese di pulizia

INNOVAZIONE

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ANNO 32 n. 3
APRILE 2023

SOMMARIO SPECIALE SANITÀ

IN COPERTINA

Rubino Detergenti nasce nel 1960 da un’idea di Antonio Rubino e si evolve con la passione e la professionalità del figlio Luigi, attuale Amministratore Unico, a partire dal 2002, quando si trasforma in Rubino Chem. Tra le aziende più importanti nel settore chimico nazionale, ha saputo diversificare e offrire prodotti di qualità per uso professionale e industriale.

POST-PANDEMIA

S 8

Igiene diffusa nei luoghi di cura

Maurizio Pedrini

INNOVAZIONE

S 16

L’eccellenza nella lotta alle ICA

Maurizio Pedrini

TRATTAMENTO ARIA

S 22

Gli impianti HVAC

Fabio Chiavieri

IGIENE DIFFUSA Alleanze tra mondo medico e imprese di pulizia INNOVAZIONE Una app per le ICA TRATTAMENTO ARIA Gli impianti HVAC PEST CONTROL Due infestazioni inusitate ANNO 32 n. 3 APRILE 2023
S8
S16
S22

SOMMARIO SPECIALE SANITÀ

SERVIZI IGIENICI

S 28

I bagni delle strutture sanitarie dalla progettazione alla pulizia

Cristina Cardinali

RISTORAZIONE

S 34

I pasti ospedalieri

Cristina Cardinali

PEST CONTROL

S 44

Due infestazioni ospedaliere

inusitate

Chiara Dassi e Graziano Dassi

RUBRICA

S 40

Primo Piano

Loredana Vitulano

S34
S44
S28

Igiene diffusa nei luoghi di cura

Maurizio Pedrini giornalista di settore e direttore tecnico della rivista Dimensione Pulito

Nell’ambito della sessione dedicata al tematica dell’igiene diffusa nella sanità e negli ambienti civili, a cui è stata dedicata la seconda giornata del Convegno digitale promosso dalla rivista Dimensione Pulito del Gruppo LSWR, si è tenuto l’incontro dal titolo: “Luoghi di cura: l’esigenza della massima igiene”. Moderato da Maurizio Pedrini, direttore tecnico della rivista e organizzatore dell’evento, si sono confrontati sull’importante argomento Antonio Montanile, direttore Presidio Medico Ospedaliero Brindisi (“Il punto sulle buone pratiche di pulizia e sanificazione: esigenze post pandemia e nuovi protocolli di sicurezza”); Gregorio Mangano, presidente AIISA (“L’igiene degli impianti di trattamento dell’aria, elemento fondante della sicurezza nei

reparti ospedalieri”); Camillo Rossi , vicepresidente SIMM, Società Italiana Leadership Management in Medicina (“Un nuovo approccio all’igiene ospedaliera post pandemica”), e Toni D'Andrea , CEO - director ISSA EMEA (“Percorsi formativi per certificare le competenze nell’erogazione dei servizi di pulizia”).

“Il settore delle pulizie e delle sanificazioni - ha esordito Montanile - ha svolto un ruolo essenziale nell’emergenza Covid, soprattutto nelle strutture ospedaliere, e certamente sta svolgendo ora un ruolo fondamentale per la piena ripartenza del Paese. Nel contesto emergenziale - ha aggiuntosono emerse purtroppo delle difficoltà sistemiche per gli operatori del settore. Anzitutto la concorrenza sleale da parte di imprese improvvisate, prive di

SANITÀ S•8 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
Il tema è stato ampiamente dibattuto dagli esperti nell’incontro proposto il secondo giorno del Convegno Digitale CleaningPIÙ promosso dalla rivista Dimensione Pulito. Sottolineata dai relatori la necessità che le esperienze e le alleanze tra mondo medico e imprese di pulizia, sviluppate durante la fase emergenziale, siano mantenute e rese strutturali
POST-PANDEMIA
“La Pandemia ha posto con forza la necessità di un’ulteriore regolamentazione dell’attività di pulizia/sanificazione in forma d’impresa”.
Antonio Montanile, direttore Presidio Medico Ospedaliero Brindisi

professionalità, che si sono candidate senza alcun know-how a svolgere attività delicate, come la sanificazione, che non possono prescindere nel loro espletamento dalla competenza di chi le organizza e svolge. Si è inoltre assistito al moltiplicarsi di protocolli di sanificazione fai da te, che prescindono da qualsiasi approccio scientifico. In un contesto emergenziale, come quello che speriamo di esserci lasciati alle spalle - ha evidenziato Montanile - le informazioni scientifiche su come affrontare il Coronavirus Sars CoV-2 sono state inizialmente scarse e non sempre univoche, per cui si è rivelata preziosa l’opera del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità, dell’Inail e delle strutture superiori di coordinamento medico-scientifiche create per affrontare la pandemia che hanno cercato di orientare le attività di disinfezione/sanificazione verso metodiche d’intervento intrinsecamente valide e, nel contempo, scevre da rischi di danni all’ambiente, alla salute dei cittadini, di quanti operano nel settore sanitario e in quello della pulizia/sanificazione. Montanile si è quindi soffermato sull’analisi dei Requisiti richiesti per l’esercizio dell’attività di pulizia e sanificazione in forma di impresa. Questi ultimi sono regolamentati dal D.M 7 luglio 1997, n. 274. In modo estremamente sintetico, emerge che per esercitare l’attività di sola pulizia e/o disinfezione (lettere a e b) dell’art. 2 comma 1 DM 274/97 occorrono solo i requisiti di onorabilità ed economico-finanziari; per svolgere anche attività imprenditoriale di disinfestazione e/o derattizzazione e/o sanificazione (lettere c, d ed e) dell’art. 1 DM 274/97 occorrono, oltre a quelli del punto precedente, anche i requisiti tecnico-professionali (art. 2 comma 3 del DM 274/97), tra cui la presenza del preposto alla gestione tecnica. Montanile si è quindi concentrato nella descrizione delle operazioni di pulizia principali previste per una struttura sanitaria. Come agire,

in concreto? Occorre, in primo luogo, assicurare le pulizie giornaliere e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago. Nel caso di presenza di una persona con Covid-19 all’interno dei locali, si procede alla pulizia e sanificazione secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute, nonché alla loro ventilazione. Bisogna poi garantire la pulizia accurata a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti. In ottemperanza alle indicazioni del Ministero della Salute, secondo le modalità ritenute più opportune, si possono organizzare interventi particolari/periodici di pulizia. Nelle aree geografiche a maggiore endemia, in aggiunta alle normali attività di pulizia, è necessario prevedere, alla riapertura, una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, ai sensi della circolare 5443 del 22 febbraio 2020. Montanile ha concluso il suo intervento, dedicato alle buone pratiche di pulizia e sanificazione, mettendo in risalto come, relativamente alle imprese di pulizia, sia emersa con forza la necessità di un’ulteriore regolamentazione dell’attività di pulizia/sanificazione in forma di impresa. Ha quindi posto in risalto l’importanza di specifici piani di formazione degli operatori addetti al processo di pulizia e sanificazione dell’ambiente ospedaliero, cui deve provvedere l’ente interno o l’azienda che svolge le operazioni di pulizia. La formazione, a più livelli, deve prevedere sia corsi di base sulle procedure, la sicurezza e la qualità, che anche step successivi di specializzazione, a seconda della tipologia dei locali dove l’addetto opera.

“Il tema dell’igiene e della sanificazione degli impianti di trattamento dell’aria, con particolare attenzione a quelli dei luoghi di cura - ha detto Gregorio

Mangano - è al centro dell’attenzione quale misura efficace di contrasto alla diffusione di Sars CoV-2. AIISA (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici), affronta questi temi dal lontano 2004. Si tratta di un argomento molto delicato che presenta aspetti di forti criticità e numerose opportunità. Si pensa spesso, infatti, che sia sufficiente pulire l’aria attraverso la filtrazione che elimina il particolato e il bioaerosol presente liberamente nell’aria. Non si può affrontare il tema della qualità dell’aria interna se al concetto di ventilazione non si affianca quello di filtrazione. I sistemi di trattamento dell’aria, infatti, oltre che a garantire le condizioni termo igrometriche richieste, sono in via prioritaria adibiti a ridurre le sostanze inquinanti negli ambienti interni e sono i principali artefici della qualità dell’aria che respiriamo”. Ma cosa accade agli impianti di trattamento dell’aria se non vengono controllate le condizioni igieniche, o se non vengono effettuate le corrette azioni di pulizia e sanificazione?

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“Controllare le condizioni igieniche ed effettuare le corrette azioni di pulizia e sanificazione delle condotte aerauliche in ambito ospedaliero è di fondamentale importanza”
Gregorio Mangano, presidente AIISA

Possono davvero compromettere la sicurezza in ambito ospedaliero? La risposta appare quasi scontata, certamente gli effetti possono essere assai dannosi. Per queste ragioni tali interventi sono di fondamentale importanza, in primo luogo per tutelare il benessere e la salute degli ospiti, dei pazienti e del personale. Le operazioni di manutenzione e sanificazione delle condotte aerauliche, regolarmente programmate e realizzate servono sia a proteggere la continuità e la qualità del servizio erogato riducendo al tempo stesso i costi operativi totali, sia a garantire la sicurezza negli ambienti e lo stato di efficienza di presidi medici e attrezzatura.” Mangano ha quindi allargato la riflessione: “nella nostra società - ha spiegato - si trascorre fino al 90% del proprio tempo in luoghi chiusi e il 30-40% di questo si passa nei luoghi di lavoro. Esistono quindi fondati sospetti che il 40% delle assenze da lavoro per malattia sia dovuto a problemi di qualità dell’aria

interna degli uffici. La IAQ, Indoor Air Quality rappresenta la caratteristica dell’aria trattata che risponde ai requisiti di purezza. Essa non contiene contaminanti noti tali da arrecare danno alla salute e causare condizioni di malessere per gli occupanti. I contaminanti, contenuti sia nell’aria di rinnovo che in quella riciclata, sono gas, vapori, microrganismi, fumo ed altre sostanze particolate”. Il presidente di AIISA ha quindi spiegato il motivo per cui gli impianti aeraulici si contaminano. “Le incrostazioni alle pareti sono composte prevalentemente da materiale organico che prolifica a seguito di condizioni climatiche favorevoli, in particolar modo temperature e una elevata umidità relativa. Queste condizioni unite costituiscono un ideale terreno di coltura per varie specie micotiche e batteriche e microrganismi). Infine, il sistema di distribuzione dell’aria favorisce il trasporto di polveri e microrganismi verso gli ambienti confinati (piscina, spogliatoi, atrio,

uffici, saloni, ecc.). Le principali conseguenze per la salute umana sono: danno alle mucose oculari, alla cute e all’apparato respiratorio degli occupanti, accelerando altresì il deterioramento delle apparecchiature presenti all’interno dei locali.” Mangano ha preso quindi in esame la legislazione nazionale in materia. “Il Testo Unico D.L. 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (30 aprile 2008) – Allegato IV – Requisiti dei luoghi di lavoro, al punto 1.9.1.4 relativo al microclima, stabilisce che ‘gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori’. Al punto successivo, specifica inoltre che ‘qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente’.” Il relatore si è poi soffermato sulle leggi guida nazionali di riferimento, elencandole in rapida successione. A cominciare delle “Linee-Guida per la Prevenzione ed il Controllo della Legionellosi”, adottate il 4 aprile 2000; a seguire, le “Linee-Guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati”, adottate il 27 settembre 2001; le “Linee-Guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali”, adottate il 13 gennaio 2005; lo “Schema di Linee-Guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione”, adottato il 5 ottobre 2006; le Linee-Guida emesse dalla Presidenza del Consiglio (Conferenza Permanente Stato-regioni) ”Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria” del 7 febbraio 2013. I tre punti focali del sistema di sorveglianza introdotto dalle Linee-Guida del 7/02/2013 prevedono: ispezione visiva degli apparati; ispe -

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zione tecnica molto più approfondita; azioni correttive di manutenzione e/o sanificazione. Infine, Mangano ha portato come esempio di riferimento in materia la Legislazione Regionale Lombarda che, con la Legge del 30 dicembre 2009 – Nuovo Testo Unico delle Leggi Regionali in materia di Sanità e Decreto attuativo della Direzione generale Sanità Lombardia – n. 1751 del 24/02/2009 all’art. 59 (Misure di prevenzione nelle strutture sanitarie) afferma: “Al fine di prevenire la diffusione di malattie infettive trasmesse da nebulizzazione derivante da impianti di distribuzione dell’acqua sanitaria e di condizionamento, le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate hanno l’obbligo di compiere, in modo continuativo, in relazione agli esiti riscontrati, le azioni di prevenzione, controllo e manutenzione dei seguenti impianti: a) impianti di produzione e distribuzione dell’acqua calda sanitaria; b) impianti di condizionamento dell’aria; c) impianti per idroterapia non termale e aerosolterapia. L’art. 2, della Legge, recita: “Le azioni di prevenzione, controllo e manutenzione di cui al comma 1, da effettuare con cadenza minima annuale, e in caso di provata contaminazione o di malattia nei pazienti, sono indicate con decreto della direzione generale competente in materia di sanità. Gli oneri sono a carico delle strutture sanitarie e sociosanitarie. Le operazioni sono certificate dalle ASL, registrate e controfirmate dal responsabile della struttura o suo delegato”. Camillo Rossi ha portato la preziosa testimonianza di come l’Ospedale di Brescia, e l’Azienda Socio-Sanitaria alla quale esso fa capo, che conta attualmente circa 7mila dipendenti, abbiano affrontato la pandemia da Sars CoV-2, trattando circa 14mila pazienti contagiati dal virus e ottimizzando sia la struttura che i mezzi e le risorse umane a disposizione. “Tra la prima e la seconda ondata - ha precisato - abbiamo studiato una specifica modalità

di assistenza ai pazienti Covid che riservasse loro alcune aree dell’ospedale. Si è deciso di usare un’area ospedaliera ad anello, operativa dagli anni Cinquanta, una parte storica realizzata dall’architetto Bordoni, un’altra, a nord, il cosiddetto Policlinico satellite, edificato negli anni Settanta, e infine il padiglione B, con un corpo di fabbrica dotato di un sistema di areazione particolarmente collaudato e sicuro. Attuando i requisiti di sicurezza richiesti a partire dall’agosto 2020, ci siamo così ritrovati a disporre di cinque piani dedicati all’emergenza Covid, con ben 170 posti letto, organizzati in funzione dell’intensità di cura. Va sottolineato come tutte le procedure adottate per il personale interno siano state puntualmente seguite, anche dalle aziende che ci forniscono il servizio di pulizie. Per quanto riguarda, invece, l’accesso dei visitatori, lo stesso era legato alla misurazione della temperatura e scheda anamnestica richiesta per stabilire le condizioni iniziali

di salute. A prescindere dal possesso del green pass base, dalla vaccinazione e quant’altro, abbiamo chiesto l’esibizione di un tampone effettuato nell’arco delle quarantotto ore e, nei periodi di massima riapertura, è stato introdotto l’accesso a giorni alterni. L’ospedale ha operato facendo i conti con le evidenze richieste dal mutare delle condizioni, ovvero dai cambiamenti organizzativi e tecnologici richiesti dalla delicata e complessa situazione da affrontare. Comunque, è bene sottolineare che non abbiamo avuto la necessità di effettuare specifici investimenti, perché la principale priorità che ci siamo posti è stata quella di rafforzare e rendere ancor più stringenti le misure di sicurezza che avevamo già introdotto da tempo. In sostanza - ha sottolineato Rossi - quando il 24 febbraio del 2020 è stato ricoverato da noi il primo paziente Covid, ci siamo trovati a poter contare, per il ricovero, solo su una struttura che disponeva di una palazzina esterna di malattie infettive realizzata negli anni Ottanta: abbiamo immediatamente implementato i posti letto fino al numero di 70, il che ci ha consentito di affrontare bene l’emergenza. Siamo stati perciò costretti ad effettuare una revisione complessiva del nostro modus operandi, serrando i ranghi e organizzando al meglio i nostri asset che si occupano di igiene ospedaliera e sanificazione, a partire dal servizio di pulizia con un apposito project financing appositamente deputato ad esso. Ci siamo resi subito conto che era necessario adottare una radicale modifica dei comportamenti rispetto alla cura dei nostri ricoverati: mentre normalmente bisogna proteggere un paziente dall’altro, i pazienti Covid erano sostanzialmente tutti uguali. Abbiamo dovuto procedere con interventi forti, assai onerosi e rapidi di formazione del personale rispetto ai DPI, che hanno attivamente coinvolto non solo il nostro personale interno ma anche quello delle imprese di pulizia

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“All’Ospedale di Brescia le imprese di pulizia, sono state prese per mano e accompagnate a svolgere un lavoro comune con il nostro personale, in piena e proficua sinergia”
Camillo Rossi, vicepresidente Società Italiana Leadership Management in Medicina

che operano all’interno della struttura nosocomiale. Inoltre abbiamo adottato subito i dispositivi di protezione individuale, in primis la mascherina FFP2, che abbiamo messo a disposizione di tutti i dipendenti, appositamente addestrati all’uso corretto della stessa. Si è agito anche per impedire tutta una serie di contatti, anche in locali che potevano sembrare di scarsa rilevanza ai fini del potenziale contagio, come i luoghi di consumo collettivo dei pasti, le mense, i bar. Mi preme sottolineare che abbiamo posto al centro dell’attenzione il concetto di comunità ospedaliera - ha detto a chiare lettere Rossi - considerando le imprese di pulizia e ristorazione quali soggetti prioritari all’interno di essa, al pari di medici, infermieri e personale paramedico. Tutte queste persone sono state prontamente sottoposte al programma vaccinale, già a partire dal 27 dicembre 2020. Lo sforzo organizzativo che abbiamo dovuto af-

frontare è stato notevole, ma ha dato ottimi risultati. In estrema sintesi, abbiamo affrontato l’emergenza Covid con le armi della velocità, dell’accuratezza, con iniziative di formazione ad hoc, revisione degli spazi ed elasticità. Ora, a proposito di quest’ultima caratteristica, dico subito che non possiamo fare passi indietro e tornare allo status quo - ha ribadito con forza il relatore. Certo, dobbiamo restare estremamente duttili, perché quando si cura la popolazione, le persone presentano bisogni che non sono spesso codificabili fin dall’inizio, ma in futuro dovranno assolutamente essere mantenuti e migliorati gli standard raggiunti in questi ultimi anni. Mi riferisco in particolare anche al rapporto con le imprese di pulizia, che sono state prese per mano e accompagnate a svolgere un lavoro comune in piena e proficua sinergia. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo potuto contare sul lavoro di un apposito staff

dedicato all’interno della Direzione Medica del presidio principale, che integra diverse professionalità e adesso sta mettendo in rete una massa di dati per poter monitorare al meglio le Infezioni Correlate all’Assistenza, ovvero quella pandemia silente che ogni anno in Italia miete 35mila vittime. Questo sforzo, come è facilmente immaginabile, ha ricadute immediate per comprendere come si muove il nostro intero ecosistema ospedaliero, in modo da sintonizzare l’uso di determinati presidi in funzione di quanto avviene, giorno dopo giorno, in ambito microbiologico. Con immediate e preziose ricadute anche sulla prevenzione e sull’intensità e le frequenze degli interventi di pulizia, sulla scelta dei prodotti, sulla logistica e su tanti altri aspetti, con l’obiettivo finale di migliorare sia le condizioni di cura dei pazienti e la loro sicurezza, sia la salubrità dell’ospedale.”

Quello della formazione o meglio del-

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la definizione di percorsi formativi, mirati e adeguati al livello di competenza e di responsabilità richiesta in materia di pulizia professionale - ha affermato Toni D’Andrea - rappresenta un tema immenso in un settore in profonda trasformazione. Da un’indagine che avevamo commissionato alcuni anni fa ad un importante istituto di sondaggi emergeva il fatto preoccupante che in Italia, soltanto il 15% degli addetti alle pulizie, sia in regime di autoservizio che di outsourcing, aveva completato un ciclo di formazione sulle tecniche e sulle metodologie di pulizia. Oltre il 90% di questo utilizzava, in ambito professionale, prodotti, macchine e attrezzature destinati ad un utilizzo domestico. Nonostante la scarsa attenzione per il nostro lavoro - ha proseguito - rimango convinto che ‘la Pulizia’ meriti un posto d’onore sia nella storia sociale che nell’immaginario collettivo. Ciò

che abbiamo, o forse avevamo capito, è che la Pulizia è un bene necessario non solo alla nostra sopravvivenza. Il che ci consente di affermare in modo concreto i valori della dignità e della socialità. Ma cosa accadrebbe se, anche per poche ore, venissero meno i servizi di pulizia? Come cambierebbe la nostra percezione di un dato luogo. Immaginate gli ospedali, gli asili, i mezzi di trasporto, e tanti altri contesti lasciati precipitare nella voragine dello sporco e della malattia. Pulizia è sempre un investimento e non un costo. E in ambito sanitario le cifre lo mostrano in modo inequivocabile. I modelli econometrici indicano che all’aumentare dell’1% l’indice di spesa per i servizi di pulizia il tasso di infezione si riduce tra lo 0,12% e lo 0,20%. Se un’azienda ospedaliera tagliasse i costi del budget per la pulizia di 58.000€ avrebbe nel breve periodo un costo aggiuntivo netto di oltre 100.000€ causato da un aumento di infezioni (più ricoveri, più medicinali, più risarcimenti). In Europa l’incidenza media delle infezioni correlate all’assistenza è di circa l’8%. Questa incidenza arriva a superare il 30% nei pazienti sottoposti a terapia intensiva. Un dato, che molti non conoscono, è che nell’ultimo decennio sulla Terra sono stati costruiti oltre 50 miliardi di metri quadrati di nuova superficie di cemento, vale a dire un Empire State Building ogni 25 minuti. Sono stati realizzati in un anno tanti edifici quanti ne conta l’intero Giappone, un trend che non cenna a diminuire visto che le previsioni per i prossimi 40 anni stimano 230 miliardi di metri quadri di nuove costruzioni, pari a una nuova Parigi alla settimana. Il processo di affermazione del Cleaning è da sempre legato a due variabili fondamentali: l’incremento demografico che alimenta la domanda di costruzione di nuovi edifici e il tasso di modernizzazione nei diversi Paesi richiedono condizioni igienico sanitarie progressivamente più rigorose, a partire dai luoghi di

cura. Nei prossimi anni l’omologazione degli standard igienici applicati nei paesi emergenti agli standard occidentali e l’incremento dimensionale dell’ambiente costruito produrranno una domanda mostruosa di servizi di pulizia. Pensate perciò - ha proseguito - a quanto il fattore competenza inciderà sulla variabile produttività, a quanto il tema della formazione e della qualificazione del lavoro giocherà il ruolo determinante nel nostro settore. L’incidenza del ‘labour intensive’ nell’erogazione dei servizi di pulizia dovrà cedere terreno alla meccanizzazione e alla robotizzazione di molte attività. Il costo della manodopera, abbiamo detto, incide mediamente per oltre l’80% del costo complessivo e dovrà essere rimodulato per assumere un ruolo più di controllo e gestione che di esecuzione. Abbiamo parlato di industria dei servizi, voglio darvi qualche numero. Costruire la consapevolezza di quanto il nostro lavoro sia importante per il mondo. In Europa esistono 290.000 imprese di servizi di pulizia che danno lavoro a 4 milioni di persone che producono un fatturato pari a 120 miliardi di euro che negli ultimi 25 anni è cresciuto con una media del 9% all’anno. Negli Stati Uniti i numeri sono simili, circa 3 milioni di operatori con un fatturato che dal 2016 al 2021 è cresciuto del 5,7% e che nel 2022 dovrebbe attestarsi a poco più di 80 miliardi di dollari. Si prevede da qui al 2029 un incremento delle assunzioni all’interno del comparto nella misura del 4% all’anno. La mia constatazione - ha concluso D’Andrea - è che negli ultimi anni, nel comparto del cleaning professionale la produttività è aumentata pochissimo. La meccanizzazione dei processi è partita solo in quei Paesi che presentano un costo della manodopera troppo alto, la formazione, che insieme all’innovazione tecnologica concorre ad elevare il tasso di produttività, è un’attività minima, marginale.”

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“L’incremento demografico che alimenta la domanda di costruzione di nuovi edifici e il tasso di modernizzazione nei diversi Paesi richiedono condizioni igienico sanitarie progressivamente più rigorose, a partire dai luoghi di cura”
Toni D'Andrea, CEO - director ISSA EMEA

Sicurezza e igiene in corsia

Alpha Metal Free e Alpha A-B Plus sono la risposta di Filmop alle esigenze della sanità: due carrelli appositamente progettati per assicurare il massimo in termini di sicurezza e igiene.

Alpha Metal Free è il primo carrello completamente privo di componenti metalliche , comprese ruote, sostegni e componentistica più minuta come viti e perni. Questa particolarità permette al carrello di accedere ovunque, anche nelle aree preposte alla risonanza magnetica e

in generale in tutti i locali sensibili nei quali non è permesso l’accesso con attrezzatura magnetizzabile.

Alpha A-B Plus si distingue invece per il trattamento con zinco piritione che impedisce la proliferazione di batteri, funghi e muffe, rendendo il carrello particolarmente indicato per la pulizia nelle sale operatorie, nelle stanze di degenza e in tutti gli ambienti in cui sia richiesto il mantenimento di un alto standard igienico. Test condotti da un laboratorio esterno indipendente hanno rilevato una riduzio-

ne del 99,9% della contaminazione di Escherichia coli e una riduzione fino al 99% di Staphylococcus Aureus. L’azione antibatterica non svanisce con il tempo ma è garantita per l’intero ciclo di vita dei materiali plastici.

Il carrello antibatterico fa parte di A-B Plus , un sistema completo di pulizia che comprende anche telai e microfibre trattati con additivi antibatterici per offrire una protezione globale contro i microrganismi.

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L’eccellenza nella lotta alle ICA

Massimo impegno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona guidata dal direttore generale, dottor Callisto Marco Bravi, nell’ottimizzare i processi di pulizia e sanificazione nei reparti e una nuova App denominata “Save”, sviluppata dall’azienda canadese

Firstline con l’obiettivo di ridurre significativamente i decessi

Una piaga silente e insidiosa che miete ogni anno migliaia di vittime in Europa e in Italia: sono ben trentatremila le persone che ogni anno in Europa muoiono a causa delle ICA, Infezioni Correlate all’Assistenza. Circa un terzo di esse nel nostro Paese che, purtroppo, si trova agli ultimi posti, insieme alla Grecia e alla Romania, in questa triste graduatoria, stando alla speciale classifica stilata dal Centro Europeo Malattia Infettive (Ecdc). Il dato è davvero impietoso: circa un paziente su quindici, infatti, ogni giorno contrae un’infezione durante un ricovero in ospedale. Impressiona, soprattutto, sapere che – stando ai dati riportati dal Centro Europeo Malattie Infettive, che ogni anno conduce un apposito studio, oggi in Italia la probabilità di contrarre infezioni durante un ricovero ospedaliero è del 6%, con 530 mila casi ogni anno: dati che pongono l’Italia all’ultimo posto in Europa. Si tratta di un incremento dovuto a

molteplici fattori: dall’aumento dei pazienti più “fragili”, ovvero con età superiore ai 65 anni, all’impiego di sistemi sempre più invasivi per l’organismo umano, come cateteri ed endoscopi che costituiscono veicoli per i batteri, ma soprattutto alla scarsa adozione di strategie di prevenzione.

UNA NUOVA APP E PROCESSI DI IGIENIZZAZIONE SEMPRE PIÙ

MIRATI: ECCO LA STRATEGIA DELL’AOUI DI VERONA PER COMBATTERE LE ICA

La pulizia ambientale è un intervento fondamentale per la prevenzione e il controllo delle infezioni in quanto la contaminazione dell'ambiente ha mostrato un ruolo decisivo nella trasmissione delle infezioni, in particolare delle superfici che vengono frequentemente toccate o entrano in contatto diretto con il paziente. Ma non basta. Da tempo ci si interroga su quali siano le strategie migliori per affrontare un

problema così complesso, cercando di invertire la spirale. Da Verona giunge la confortante e virtuosa esperienza realizzata grazie ad un’apposita “app” applicata dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata veronese. Sviluppata dall’azienda canadese Firstline, tradotto in italiano “salvezza”/”risparmio”, è stata finora positivamente testata in alcuni reparti e si appresta a divenire la prima impiegata, a livello nazionale, per il contrasto alla cosiddetta “farmacoresistenza”.

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Dott. Callisto Marco Bravi, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Ci riferiamo, ovviamente, al fenomeno, della mancata risposta – sulla scia di un impiego non sempre appropriato – alle terapie antibiotiche. I risultati della sperimentazione sono confortanti: meno 37 per cento nell’impiego di questa categoria di medicinali nei reparti Covid, con un calo dal 31 al 58 per cento nei pazienti affetti da batteri resistenti (inclusa la candida). Nei reparti pediatrici la “svolta” è ancora più marcata, ed equivale ad una percentuale che sfiora il dimezzamento. Insomma, attraverso l’azione coordinata, frutto di sempre più accurati interventi di igienizzazione mirata e app i vertici dell’AOUI scaligera, guidati dal Direttore Generale, Callisto Marco Bravi, attendono buoni frutti per ridurre consistentemente il numero delle ICA nei nosocomi in riva all’Adige. Il ruolo dell’igiene ambientale nella prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza non è generi-

co e assoluto - precisano - ma assume caratteri peculiari in base alle caratteristiche del paziente, all’infezione, del reparto dove il paziente è ricoverato (terapia intensiva, medicina, chirurgia, pediatria, ecc.). Le delicate e complesse operazioni di igienizzazione degli ambienti nosocomiali non possono prevedere interventi generici, diffusi e di eguale importanza per tutti i locali, ma deve tenere conto della tipologia di pazienti che vi soggiornano, delle patologie di cui questi sono affetti o delle terapie a cui vengono sottoposti o ancora delle manovre medico assistenziali che vengono effettuate all'interno di in questi locali. È evidente pertanto che la pulizia di una sala operatoria o di una terapia intensiva è effettuata con tempi, frequenze, modalità e prodotti diversi rispetto alla pulizia dell’atrio o di un ambulatorio e che la postazione assistenziale occupata da un paziente

infetto (Clostridium, Klebsiella, ecc.) viene adeguatamente ricondizionata prima di essere occupata da altro paziente. “L’Azienda - proseguono i responsabili - si è dotata di apposite procedure che guidano gli operatori nella scelta del tipo di pulizia da chiedere in ragione della patologia infettiva di cui il paziente è affetto. Una cura particolare è dedicata ai capitolati d’appalto che, se adeguatamente costruiti e controllati nella loro esecuzione, sono garanzia di pulizia e igiene.” La Direzione Aziendale tiene sotto controllo, attraverso le Funzioni dedicate, tutti i vari passaggi: dalla scelta del prodotto per l’esecuzione della pulizia – un semplice detergente piuttosto che un detergente/disinfettante – fino alla frequenza di esecuzione dei passaggi di pulizia o alle modalità con cui l’operatore della ditta effettua l’intervento. Un altro aspetto importantissimo da

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sottolineare è la costante regolarità con cui vengono effettuate regolari verifiche sulle prestazioni erogate dalle ditte che hanno in appalto il servizio di pulizia. Un’attenzione particolare, nell’ambito dell'Ospedale Civile di Borgo Trento, è dedicata al Polo Chirurgico Confortini, vero fiore all’occhiello della sanità veronese. “Non possiamo prescindere - commenta la Direzione Aziendale - dal modello a cui la struttura fa riferimento: ospedale nella città e città nell’ospedale. All’interno del Polo Confortini si svolgono attività più vicine a un ambiente comunitario - ne-

gozi, attività culturali, mostre fotografiche o a tema, ecc. - piuttosto che a un ospedale come la storia ce lo propone. Al Polo arrivano migliaia di persone al giorno: operatori, visitatori, pazienti che si fermano ricoverati o che devono essere trattati in giornata. Ma il Polo Confortini è pur sempre un ospedale che si inserisce in una città. Queste considerazioni devono essere tenute in debito conto nella programmazione degli interventi di pulizia in modo da pulire con un intervallo di tempo minore ciò che deve essere tenuto maggiormente pulito o ciò che si sporca più frequentemente.

GLI EFFETTI DELL’APP

SAVE: MENO 30 PER CENTO NELL’USO NON NECESSARIO DI ANTIBIOTICI E MAGGIORE ACCURATEZZA PRESCRITTIVA

Ma torniamo alla App, che tante legittime aspettative sta suscitando: Evelina Tacconelli, direttore dell’Unità complessa di Malattie Infettive non ha dubbi: “Impiegare un antibiotico dalla potenzialità e rischi di una sorta di cannone, quando basterebbe invece un’arma meno potente è l’errore che mette l’Italia in questa poco invidiabile situazione, inutile negare l’eviden-

za”. L’App ha la principale caratteristica di essere multidisciplinare, coinvolgendo numerosi reparti e diverse specialità, consentendo inoltre di fissare i confini. “Il sistema”, precisa la dottoressa, “esamina l’ecologia locale, la condizione microbiologica della struttura. Tutto ciò ha un senso ben preciso perché la prassi è una cosa, ma non è affatto detto che lo stesso antibiotico sia correttamente prescrivibile a Verona come in un qualsiasi altro ospedale d’Italia”. Il principio è quasi ovvio: le malattie possono essere uguali ma i batteri cambiano, si adattano, mutano come i camaleonti, seguendo la geografia del Paese. La strada maestra indicata dalla rivoluzionaria App che si prefigge di contrastare e ridurre la diffusione delle ICA è dunque indicata: si va dritti verso una sorta di personalizzazione del trattamento, capace di mettere ai primi posti paziente, struttura e singolo reparto di ricovero. Come dicevamo, i risultati per l’AOUI di Verona sono più che soddisfacenti: meno 30 per cento nell’uso “non necessario” di antibiotici e miglioramento quasi totale (90 su 100) dell’accuratezza prescrittiva. Altri significativi numeri ci dicono che l’applicazione Save ha mostrato i propri rincuoranti effetti su 350 pazienti (250 posti letto), per un centinaio di accessi giornalieri. Il nostro obiettivo - conclude soddisfatto il direttore generale dell’AOUI veronese – sarà quello di produrre il massimo sforzo per mantenere e accrescere i risultati fin qui ottenuti nella lotta alle ICA, puntando in una duplice direzione: da un lato attraverso una sempre sempre maggiore accuratezza ed incisività negli interventi di pulizia e sanificazione, puntando su procedure sempre puntuali, sul controllo dei risultati, sulla formazione, col monitoraggio continuo dei processi, dall’altro attraverso la digitalizzazione, che potrà essere estesa ad ogni ospedale, anche in versione predittiva.

SANITÀ S•18 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 INNOVAZIONE

Linea mop in microfibra con sistema a strappo

Negli ambienti sanitari sono fondamentali igiene e sicurezza dei pavimenti e delle superfici, ma anche la praticità nelle operazioni di lavaggio e di cambio panno.

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ra praticità e velocità nelle operazioni di cambio mop per il suo lavaggio.

I prodotti con la microfibra piatta si presentano nella versione leggera, adattabile a tutte le superfici, che non lascia aloni, oppure con filato intrecciato a fibra abrasiva, utilizzabile su pavimenti o su piastrelle più ruvidi.

Il mop in microfibra piatta unisce alle caratteristiche proprie di questo prodotto anche la presenza di una spugna interna al panno: la capacità assorbente arriva a quasi 300 ml.

Nella categoria troviamo inoltre il mop a riccio o filo continuo, nella versione solo microfibra o microfibra intrecciata al cotone. Il filo continuo è più resistente e trattiene maggiormente lo sporco e la polvere. In particolare, nel prodotto

in microfibra e cotone misti sono riunite le capacità pulenti delle due fibre e inoltre il cotone permette al prodotto di conservare la giusta umidità: rimanendo bagnato più a lungo si possono pulire più metri di superficie.

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La pulizia al servizio della sanità

Secondo l’indagine condotta dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), ogni anno in Europa si contano circa 8,9 milioni di infezioni correlate all’assistenza prestata negli ospedali e nelle strutture di lungodegenza: un numero ancora troppo elevato e un campanello d’allarme che richiede la massima attenzione. La stessa Europa è stata testimone di 100 milioni di casi Covid nei primi due anni di pandemia: un’emergenza che ha reso ancora più metodiche le procedure di pulizia e sanificazione al fine di contenere la diffusione del virus.

IGIENE ASSICURATA CON POCKETY

Per ridurre il livello di rischio nelle strutture sanitarie è essenziale innanzitutto evitare il contatto diretto con virus e batteri: l’uso dei guanti non è sufficiente, le

mani sono infatti un pericoloso veicolo di contaminazione ed è quindi necessario prevenire il passaggio di microrganismi da una superficie all’altra. Inoltre, adottare rigorose procedure di pulizia e gestire l’attrezzatura utilizzata come se fosse potenzialmente contaminata contribuisce ulteriormente a mantenere un alto livello di igiene. Partendo da questi presupposti, TTS ha progettato un sistema per lo sgancio touch-free dei ricambi: grazie a Pockety, dismetterli senza entrare in contatto con sporco, virus e batteri è finalmente realtà. Diversamente dai sistemi tradizionali che obbligano l’operatore a toccare le fibre sporche per rimuovere i ricambi, Pockety li sgancia e li raccoglie in sicurezza direttamente nel secchio. Eliminando qualsiasi contatto con le mani e confinando lo sporco alla sola area di raccolta si assicura il controllo della contaminazione crociata

L’igiene è un fattore cruciale, in particolar modo nei contesti legati alla sanità, i quali richiedono prodotti e sistemi di pulizia all’altezza del compito
ttsystem.com

In aggiunta, l’innovativo sistema tutela la salute dell’operatore e previene l’insorgenza di malattie professionali dovute a posture scorrette e movimenti ripetitivi stressanti: non richiede alcuno sforzo, permette di mantenere una postura corretta e non obbliga a continui piegamenti per raccogliere i ricambi usati dal pavimento.

Pockety migliora inoltre l’efficienza operativa, riducendo i tempi e i relativi costi: l’esclusivo coperchio sgancia i ricambi istantaneamente mentre il telaio perfettamente simmetrico li aggancia in un attimo assicurando una rapida messa in opera. Infine, facilita la gestione della lavanderia, rendendo le operazioni più semplici: l’apposito sacco a rete posizionato nel secchio raccoglie i ricambi dismessi, velocizzando e rendendo ancora più igienico lo svuotamento.

Pockety è compatibile con l’intera gamma di ricambi con tasche, lava-

bili e usa e getta: l’operatore può così utilizzare il ricambio più adeguato al tipo di superficie da pulire e al grado di sporco presente.

Abbinare Pockety al sistema di impregnazione on demand Dosely permette di assicurare la massima igiene lungo tutto il processo: dalla pulizia di ogni area con un ricambio pulito alla dismissione del ricambio sporco senza alcun contatto con le mani.

MICROFIBRE INFALLIBILI

CONTRO VIRUS E BATTERI

Lo sporco non è uguale ovunque: negli ambienti sanitari la contaminazione delle superfici costituisce un nodo cruciale che richiede l’adozione di procedure di pulizia efficaci e l’utilizzo di attrezzature adeguate. La microfibra è senza dubbio la miglior soluzione, è però fondamentale scegliere quella più adatta a ogni operazione e superficie e assicurarsi di utilizzare esclusivamente prodotti di qualità per ottenerne i benefici.

TTS offre un’ampia gamma di microfibre ad alta prestazione studiate per rispondere adeguatamente alle esigenze delle diverse superfici da trattare. Le microfibre TTS assicurano una pulizia profonda, senza limitarsi allo sporco visibile: analisi condotte da un laboratorio esterno dimostrano che i ricambi Microblue e Microriccio rimuovono il 99,9% del Coronavirus 229E dalle superfici in acciaio. Inoltre, ulteriori test hanno rilevato ottimi risultati anche nella rimozione dei batteri, rispettivamente fino al 96,6% e al 98,79%. Anche Exon si distingue per l’efficace azione meccanica: il solo passaggio del panno semi-usa e getta sulla superficie, senza l’aggiunta di detergenti o disinfettanti, rimuove il 99% del Coronavirus 229E e fino al 94,2% dei batteri

La capacità di raccolta delle microfibre TTS consente di ridurre la quantità e l’aggressività del chimico necessario a garantire l’igienizzazione e conseguentemente il rischio di creazione di batteri resistenti ai disinfettanti. Inoltre, l’ele-

vato potere assorbente assicura una lunga autonomia che si traduce in un significativo risparmio di acqua Microblue, Microriccio ed Exon sono disponibili anche nella versione con tasche, abbinabile al sistema Pockety e alla stazione d’impregnazione Dosely per ottenere il massimo in termini di igiene.

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Gli impianti HVAC

Purificazione dell’aria indoor nelle strutture sanitarie

Preoccuparsi della qualità dell’aria negli ambienti indoor è fondamentale per la salute delle persone, a maggior ragione nelle strutture sanitarie dove il rischio di contrarre malattie da virus e batteri è potenzialmente più alto. La soluzione per ottenere un microclima ideale all’interno di questi edifici è rappresentata dagli impianti HVAC purché opportunamente progettati e realizzati. Su questo tema abbiamo intervistato l’ingegner Susanna Azzini nota esperta del settore

Passiamo gran parte della nostra giornata in ambienti chiusi e in compagnia di altre persone, motivo per cui occorre prestare molta attenzione alla qualità dell’aria che in questi luoghi respiriamo. Gli impianti HVAC (acronimo di heating, ventilation and air conditioning) rappresentano la migliore per avere un micro -

clima ideale all’interno degli edifici sia privati che pubblici, in particolare nelle strutture ospedaliere e di cura. Con HVAC si intende un impianto integrato per la qualità dell’aria e il comfort termico, a minor impatto ambientale possibile, la cui progettazione richiede particolare cura. All’ingegnere Susanna Azzini di 3WHE

Teamwork e membro del Consiglio Nazionale CNETO (Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera) abbiamo rivolto alcune domande sull’argomento con particolare riferimento all’edilizia sanitaria.

Ingegnere, quanto conta, in termini di prevenzione, soprattutto in spazi

SANITÀ S•22 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 TRATTAMENTO ARIA

confinati che ospitano soggetti deboli come una struttura sanitaria, la corretta progettazione di un impianto HVAC?

“La realizzazione di un efficace impianto di ventilazione nelle strutture sanitarie è strettamente correlata con il benessere ambientale e la sicurezza di pazienti e operatori. Ne consegue che la sua corretta progettazione è fondamentale per garantire i requisiti di qualità dell’aria richiesti dalle esigenze specifiche di carattere igienico-sanitario per i vari reparti e/o aree di trattamento e lavoro (per esempio blocchi chirurgici, degenze, pronto soccorso, laboratori, diagnostiche per immagini, day hospital ecc.).”

Gli ospedali e, in generale, le strutture sanitarie, sono ambienti complessi. Quali sono le osservazioni e le considerazioni tecniche preliminari alla progettazione di un impianto HVAC?

“Un impianto HVAC a servizio di aree di tipo sanitario (Ospedali ma anche Poliambulatori, Case di comunità e Centri di cura) deve essere studiato per garantire funzionalità e continuità di esercizio in ogni condizione climatica e ambientale. Preliminarmente alla progettazione andranno valutate con la Direzione Sanitaria e gli igienisti

gli obiettivi da raggiungere e garantire per ogni area funzionale in merito a diversi parametri ambiente tra cui, oltre alle consuete temperatura e umidità relativa, sono rilevanti e strategici il differenziale pressorio, il numero di ricambi d’aria esterna di rinnovo, la filtrazione e l’eventuale possibilità di ricircolo. Saranno inoltre da prendere in considerazione scelte di natura strategica legate alla futura adattabilità/ modificabilità degli impianti progettati e alla loro sostenibilità ambientale ed economica.”

In tali ambienti, da cosa è influenzata la qualità dell’aria e come bisogna intervenire?

“La qualità dell’aria in ambienti confinati è strettamente correlata fondamentalmente a fattori esterni (inquinamento dell’aria esterna immessa in ambiente, presenza di pazienti portatori di cariche batteriche o virali che accedono alle strutture sanitarie senza preliminare screening) e a fattori interni (presenza di colonie batteriche dovute a scarsa igiene degli ambienti e delle attrezzature, inquinamento indoor generato da materiali presenti, rilascio di sostanze tossiche o comunque dannose da fonti e/o impianti interni

presenti ecc.). Per questo motivo oltre a una corretta progettazione degli impianti di ventilazione deve essere associata una sua corretta manutenzione e pulizia e cicli di igienizzazione ambientale precisi e frequenti in funzione delle aree funzionali.”

Quali caratteristiche deve avere oggi un impianto HVAC in ambito sanitario per garantire il suo ruolo strategico in caso di emergenze sanitarie?

“A seguito della pandemia da Covid 19 ci si è resi conto che gli impianti HVAC devono essere progettati e costruiti con caratteristiche quanto più possibile di flessibilità e adattabilità attraverso interventi in urgenza che ne consentano la modificazione e l’adattamento in pochi passaggi. Per esempio, la realizzazione di torri impiantistiche (in edifici a sviluppo verticale) consentirebbe una rapida e poco costosa modifica delle portate e delle pressioni o dell’introduzione di un sistema di filtrazione supplementare magari non richiesto in fase di realizzazione. Fondamentale è anche la possibilità di dotarsi di più ampi spazi di alloggiamento delle componenti meccaniche con aree libere per eventuali installazioni in emergenza.”

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Susanna Azzini, 3WHE Teamwork e membro del Consiglio Nazionale CNETO

Parliamo di digitalizzazione e Ospedale 4.0: in che modo questo approccio progettuale sta indirizzando la realizzazione degli impianti HVAC con particolare riferimento al monitoraggio e alla manutenzione?

“Gli impianti di ventilazione e condizionamento dell’aria sono tra quelli che hanno subito minore rinnovamento negli ultimi decenni. Anche se la gestione digitalizzata dei parametri è stata introdotta già negli anni ’90 del secolo scorso, purtroppo non viene utilizzata appieno per le sue potenzialità. Inoltre, l’avvento di IOT e di altri sistemi di rapida e facile interazione tra le macchine richiede un rinnovo degli apparati installati e una loro implementazione anche ai fini manutentivi. Non dimentichiamo infatti che solo una corretta e continua manutenzione permette di garantire l’efficacia del risultato di qualità dell’aria previsto dal progetto.”

Quali sono le linee guida sulla qualità dell’aria nelle strutture sanitarie a cui attenersi nella progettazione degli impianti HVAC ospedalieri?

“Esistono alcuni riferimenti normativi in applicazione di disposizioni legislative (DPR 207/1997, Delibere Regionali ecc.) e le NORME UNI che, pur essendo di applicazione volontaria, costituiscono un ottimo e valido riferimento per la progettazione (non dimentichiamo che in assenza di leggi specifiche il ricorso alle NORME costituisce adempimento alla Regola dell’Arte). Diverse associazioni quali AiCARR e ASHRAE hanno pubblicato monografie su temi specifici in ambito sanitario.”

IL RUOLO DELLA PROGETTAZIONE OSPEDALIERA

Sull’importanza della qualità dell’aria respirata negli ambienti sanitari l’Ing. Azzini è intervenuta anche in occasione del convegno digitale Costruirepiù dello scorso mese di febbraio. La sessione curata da CNETO ha sottolineato la necessità di aggiornare le conoscenze nell’ambito della progettazione ospe-

daliera a seguito dell’evento pandemico che ha messo in crisi i sistemi sanitari di tutto il mondo. Con la relazione dal titolo “Qualità dell’aria negli ambienti sanitari”, Susanna Azzini ha evidenziato la problematica legata alla salubrità degli spazi all’interno delle strutture sanitarie.

La qualità dell’aria indoor (IAQ, Indoor Air Quality) si riferisce all’aria interna che si respira negli ambienti confinati in cui rientrano gli ospedali. Per parlare di qualità dell’aria bisogna cominciare dall’igiene degli ambienti sanitari. Grazie agli studi iniziati nel corso del 1800 oggi sappiamo che la contaminazione tra persone chiuse nello stesso ambiente avviene attraverso agenti patogeni, più generalmente inquinanti di origine biologica (virus, batteri ecc.), chimica (anestetici, antiblastici,

talità della popolazione mondiale che l’aria è in realtà un mezzo di trasporto, per cui l’espirato carico di virus di un paziente affetto da una patologia respiratoria può raggiungere una persona sana anche a una distanza ritenuta in passato sufficientemente sicura - dichiara Azzini. L’aria, dunque, può essere estremamente pericolosa nel momento in cui l’ambiente è chiuso o confinato, come per esempio una sala di aspetto di un ospedale. La ventilazione di un ambiente serve proprio a rimuovere dall’ambiente stesso la parte di aerosol carico di patogeno emesso dalla persona portatrice. A maggior ragione è indispensabile che gli ospedali, dove si ha la maggiore concentrazione di persone potenzialmente affette da malattie respiratorie o comunque con problematiche di natura

detergenti ecc.) o di altra natura come per esempio il particolato atmosferico, l’amianto, il Radon ecc. A questi va aggiunta la tematica legata al rilascio in ambiente di inquinanti di natura chimica da parte di arredi o componenti edilizie che determinano un potenziale rischio. Tutti questi inquinanti si muovono nell’aria.

“Il Covid-19 ha insegnato, a discapito della vita di milioni di persone, alla to-

infettivologica o batteriologica, siano dotati di impianti che consentano, attraverso il “mezzo aria”, di rimuovere il contaminante di qualsiasi natura.” D’altronde è scientificamente provato che la ventilazione, in base al numero di ricambi di aria che si danno all’ambiente, può rimuovere rapidamente i patogeni e riportare a una situazione di salubrità o quantomeno ridurre il rischio di contagio. In particolare, la

SANITÀ S•24 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 TRATTAMENTO ARIA

concentrazione di patogeno nell’aria in un ambiente di 50 m3 alla presenza di una persona malata che tossisce ogni 30 secondi diminuisce con l’aumentare del numero di ricambi d’aria permesso dal sistema di ventilazione.

“Per poter definire la qualità dell’aria negli ambienti sanitari occorre fare un’analisi del rischio a cura degli igienisti a beneficio dei progettisti degli impianti che devono effettuare le opportune valutazioni. Una volta valutato qual è il rischio accettabile, il progettista potrà dimensionare gli impianti e stabilire strategie di azione. Poiché l’ospedale è una struttura complessa e articolata è necessario definire requisiti dell’aria nelle diverse aree ospedaliere in funzione dell’uso e quindi del rischio. Nel 1997 il Decreto Bindi – che ha sancito come si accreditano le strutture sanitarie - e altri Decreti regionali specifici hanno stabilito i requisiti minimi impiantistici per cui sono state date le prime indicazioni sui blocchi operatori, le terapie intensive, le centrali di

sterilizzazione ecc. relative alle condizioni ambientali, ovvero, temperatura, umidità, ricambi d’aria, a queste si sono aggiunte la norma UNI 11425 per le sale operatorie e la UNI 14644 per le camere bianche e ambienti associati controllati. L’INAIL è uscita successivamente con ulteriori indicazioni sulla ventilazione per le RM e una linea guida sulle sale operatorie.”

“Per operare correttamente – prosegue l’ingegner Azzini - gli impiantisti dovrebbero avere a disposizione il prospetto delle normative che indicano per ogni ambiente, dopo che è stata fatta l’analisi del rischio da parte degli igienisti, quali sono i parametri corretti da garantire relativamente a temperature estate/inverno, umidità relativa, differenza di pressione tra gli ambienti e numero di ricambi ora di aria di rinnovo da dover garantire.”

Su questi temi, CNETO sta sviluppando in collaborazione con AiCARR degli studi che consentiranno anche a seguito delle esigenze particolarmen-

te evidenziate durante e a seguito della pandemia, di progettare impianti di ventilazione in funzione della qualità dell’aria in alcune aree specifiche ancora non normate quali il Pronto Soccorso o, più in generale il DEA, e le Degenze, prevedendone anche livelli di flessibilità e adattabilità sinora non attuati. Di fondamentale importanza sarà l’introduzione di sistemi di monitoraggio che consentano di valutare l’efficacia del risultato di qualità dell’aria richiesto e previsto in progetto. Il tutto sempre con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale ed economica anche alla luce della crisi energetica.

“Poiché gli impianti di ventilazione sono per loro natura particolarmente ‘rigidi’, è fondamentale - conclude Azzini - lavorare insieme agli architetti per condividere le scelte edilizie che permettano la realizzazione di soluzioni impiantistiche adattabili ad eventuali emergenze pandemiche che si dovessero ripresentare in futuro.”

S•25 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Disinfezione degli ambienti con Polti Sani System

nuvola avvolgente di vapore saturo secco surriscaldato fino alla temperatura di 180°C. L'erogazione avviene senza contatto con le superfici e non richiede l’asciugatura con altri strumenti, prevenendo la cosiddetta cross-infection. Inoltre, la disinfezione può essere ripetuta più volte durante la giornata. Adatto a tutte le superfici compresi i tessuti, il vapore agisce in pochi secondi e arriva ovunque, anche sugli oggetti a geometria complessa.

Dal 1978 Polti è impegnata nel promuovere un approccio all’igiene contemporaneo e sostenibile, facendo cultura sulle qualità del vapore e sulla sua efficacia, supportata da numerosi test e studi svolti sia in Italia che all’estero.

L’azienda italiana, conosciuta nel mondo per le applicazioni del vapore nella cura dei capi, la pulizia e la disinfezione in ambito domestico e professionale, offre una gamma completa di apparecchi professionali che hanno ottenuto il riconoscimento di Dispositivi di Disinfezione a Vapore (DDV) secondo la

norma AFNOR NF T72-110 (al momento l’unica a livello internazionale che definisce uno standard per validare la disinfezione con dispositivi a vapore) per la loro efficacia disinfettante: il vapore dei DDV Polti elimina fino al 99,999%* di virus, germi, batteri, funghi e spore.

DISINFEZIONE

Da sempre il vapore Polti è un alleato potente: agisce immediatamente inattivando gli agenti patogeni e permette di disinfettare anche in presenza di persone e animali perché privo di sostanze tossiche. I DDV

Polti, infatti, funzionano con la semplice acqua del rubinetto.

Apparecchi che possono essere utilizzati in ambito medicale e civile, che offrono tutta la sicurezza del made in Italy, frutto dell’esperienza di un’azienda che, grazie a costanti investimenti in ricerca e sviluppo, ha fatto del vapore la sua vocazione.

Polti Sani System è la gamma completa di Dispositivi di Disinfezione a Vapore brevettati sviluppati in collaborazione con la Facoltà di Medicina e di Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia, che erogano una

La gamma Polti Vaporetto MV è invece dedicata a chi, oltre a voler disinfettare i pavimenti con l’utilizzo della spazzola Vaporflexi, vuole pulire e igienizzare diverse superfici: infatti i modelli Polti Vaporetto MV, oltre ad essere dei Dispositivi di Disinfezione a Vapore, sono dei potenti pulitori a vapore multifunzione dotati di aspirapolvere integrato. La gamma si caratterizza per la sua versatilità: i modelli, grazie all’ampia disponibilità di accessori opzionali, possono essere personalizzati a seconda delle esigenze di chi li utilizza.

*Test e/o studi di laboratori terzi e indipendenti attestano che Polti Sani System uccide fino al 99,999% di microrganismi (virus, germi, batteri, funghi, spore e lieviti)

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polti.it

IL NOSTRO VAPORE PROTEGGE IL TUO LAVORO

Polti Sani System è un Dispositivo di Disinfezione a Vapore (DDV) brevettato e conforme alla norma AFNOR NF T72-110 –ambito medicale e ha dimostrato effetto virucida, battericida, sporicida, fungicida e levuricida.

Disinfetta in pochi secondi le superfici e i tessuti e asciuga rapidamente

Tecnologia Brevettata Superheated Chamber vapore secco surriscaldato fino a 180°C

No cross-infection: nessun contatto con le superfici trattate

Rispettoso dell’ambiente e utilizzabile in presenza di persone

*Test e/o studi di laboratori terzi e indipendenti attestano che Polti Sani System uccide fino al 99,999% di microrganismi (virus, germi, batteri, funghi, spore e lieviti).

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I VANTAGGI DEL VAPORE DI POLTI SANI SYSTEM

I bagni delle strutture sanitarie dalla progettazione alla pulizia

Èpossibile fornire risposte efficaci alle circostanze specifiche di ogni contesto, curando la progettazione degli ambienti e ponendo la stessa attenzione nei riguardi sia degli operatori assistenziali, sia degli ospiti, facendo riferimento alle regole di carattere generale stabilite dal D.Lgs. 502/1992. A queste norme le strutture sanitarie di tutto il territorio nazionale devono adeguarsi al fine di essere autorizzate all’accoglienza e alla gestione dei pazienti.

IL BAGNO ASSISTITO

Nelle strutture ospedaliere l’operazione più frequente in termini di igiene assistita di una persona non autosufficiente è quella che viene svolta al posto letto. Il ricorso ad altri sistemi varia in base al grado di autonomia e autocontrollo dei pazienti, alle caratteristiche strutturali dell’ambiente e alle abitudini professionali degli operatori. Sarà quindi necessario personalizzare, in base allo studio delle necessità e delle problematiche, la proposta as-

sistenziale. Da questo punto di vista è utile porre particolare attenzione alla posizione degli arredi del bagno, perché assistente e paziente corrono il rischio di urtare facilmente gli spigoli dei mobili nelle operazioni di movimentazione e trasferimento.

In termini progettuali è opportuno ricordare come il bagno assistito debba comunque avere caratteristiche generali comuni indipendentemente dalla tipologia di attrezzature valutate come idonee:

SANITÀ S•28 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 SERVIZI IGIENICI
In base alla tipologia sia delle strutture, sia degli ospiti, occorre individuare una serie di soluzioni che consentano di progettare e allestire ambienti che rispondano a necessità ed esigenze diverse Cristina Cardinali

• temperatura ambientale adatta allo scopo;

• presenza di tutti i sanitari e relativi ausili;

• presenza di piletta di scarico a pavimento aggiuntiva per raccolta di acqua di spandimento;

• spazio di manovra di almeno 100 cm su ogni lato dell’attrezzatura prescelta;

• porta di accesso con larghezza utile di 120 cm.

IL BAGNO DISABILI

Viene definita barriera architettonica qualunque elemento costruttivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi, specialmente per le persone con limitata capacità motoria. Da questo consegue che un elemento che non costituisca barriera architettonica per un individuo può invece essere di ostacolo per un altro; si capisce quindi che il concetto di barriera viene percepito

in maniera diversa da ogni individuo. Il bisogno di garantire al maggior numero di persone il diritto alla libertà di movimento, ha portato alla ricerca di parametri comuni. Il passo più importante è stato fatto a livello normativo andando a individuare quali elementi costruttivi siano da considerarsi barriera architettonica. Alla riduzione delle barriere architettoniche deve tuttavia corrispondere un adeguato livello operativo delle strutture a cui sono delegate le attività di assistenza e cura.

CRITERI DI PROGETTAZIONE

Servizi igienici. Per garantire la manovra e l'uso degli apparecchi anche alle persone con impedita capacità motoria, deve essere previsto, in rapporto agli spazi di manovra, l'accostamento laterale alla tazza WC, bidet, vasca, doccia, lavatrice e l'accostamento frontale al lavabo.

A tal fine devono essere rispettati i se -

guenti minimi dimensionali:

• lo spazio necessario all'accostamento e al trasferimento laterale dalla sedia a ruote alla tazza WC e al bidet, ove previsto, deve essere minimo 100 cm misurati dall'asse dell'apparecchio sanitario;

• lo spazio necessario all'accostamento laterale della sedia a ruote alla vasca deve essere minimo di 140 cm lungo la vasca con profondità minima di 80 cm;

• lo spazio necessario all'accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo deve essere minimo di 80 cm misurati dal bordo anteriore del lavabo. Relativamente alle caratteristiche degli apparecchi sanitari inoltre:

• i lavabi devono avere il piano superiore posto a cm 80 dal calpestio ed essere sempre senza colonna con sifone preferibilmente del tipo accostato o incassato a parete;

• i WC e i bidet preferibilmente sono

S•29 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

di tipo sospeso, in particolare l'asse della tazza WC o del bidet deve essere posto a una distanza minima di 40 cm dalla parete laterale, il bordo anteriore a 75-80 cm dalla parete posteriore e il piano superiore a 45-50 cm dal calpestio.

Qualora l'asse della tazza WC o bidet sia distante più di 40 cm dalla parete, si deve prevedere, a 40 cm dall'asse dell'apparecchio sanitario, un maniglione o corrimano per consentire il trasferimento;

• la doccia deve essere a pavimento, dotata di sedile ribaltabile e doccia a telefono.

Pavimenti. Materiali antisdrucciolevoli, assenza di variazioni di livello, controindicazioni all’uso di tappeti o zerbini non incassati e guide in risalto. Antisdrucciolevoli con coefficiente di attrito 0,40 per elemento scivolante cuoio su pavimento asciutto e 0,40 per elemento scivolante gomma dura su pavimento bagnato. Giunture tra elementi < a 5 mm. Grigliati inseriti nel pavimento, inattraversabili da sfere 20 ø mm.

PULIZIA E DISINFEZIONE DEI SERVIZI IGIENICI

Col termine di “pulizia” in ospedale e strutture sanitarie si intende il complesso di procedimenti e di operazioni atto a rimuovere e asportare rifiuti, polveri e sporco, di qualsiasi natura esso sia, dalle superfici e dagli ambienti. Lo scopo è quello di concorrere sia ad una migliore qualità della vita del paziente e di chi ci lavora sia a diminuire la probabilità di diffusioni di microrganismi portatori di infezioni. L’operazione di pulizia di superfici e ambienti è un’operazione preliminare e indispensabile alla successiva disinfezione. Infatti, nessun disinfettante è adeguatamente efficace se impiegato su materiali non preventivamente puliti. La pulizia e la disinfezione possono essere effettuate separatamente o essere condotte con un unico processo utilizzando prodotti che hanno du-

plice azione; la disinfezione non deve mai sostituirsi alla pulizia, dal momento che residui di sporco possono contribuire all’inefficacia del successivo processo di disinfezione; quindi un adeguato ciclo di pulizia deve essere pertanto eseguito prima della disinfezione o comunque combinato con essa. Quando non è necessario creare condizioni di carica microbica particolari ma è sufficiente una situazione ambientale con una carica microbica entro limiti igienicamente accettabili può essere condotta un’attività di “sanificazione”.

Ogni ambiente, pertanto, ha uno standard ottimale che è funzione della destinazione d’uso dell’ambiente stesso e dei flussi circostanti.

Le operazioni di pulizia devono essere condotte possibilmente negli orari che non creino intralci o impedimento alla normale attività ospedaliera. Tipologicamente sono inquadrate come:

• pulizie ordinarie: comprendono attività di pulizia di carattere continuativo e routinario;

• pulizie periodiche: comprendo attività di pulizia più profonda a periodicità più lunga da svolgersi con frequenze prestabilite;

• pulizie straordinarie: comprendono interventi imprevedibili richiesti per esigenze occasionali che possono comprendere attività di tipo quotidiano e periodico.

OPERAZIONI

La pulizia e la disinfezione dei servizi igienici rientrano tra le pulizie ordinarie. Attrezzature: carrello, secchi, panni con codifica colore, mop. Nei servizi igienici per evitare contaminazione tra un’area e l’altra, preferibilmente utilizzare panni di colore diverso, per esempio: rosso: solo per wc e bidet; blu: per lavabo, vasca, doccia, piastrelle.

Prodotto: detergente per superfici, detergente disincrostante per sanitari, disinfettante.

Tecnica operativa: arieggiare il locale. Detersione:

• Pulire tutte le superfici con apposito detergente.

• Lavare i distributori di sapone e asciugamani.

• Nebulizzare dall’alto verso il basso il detergente sul lavabo e sulle vasche, sulle docce, sulla rubinetteria.

• Rimuovere i residui del detergente. Preferibile un detergente che non fa schiuma, esercitando la dovuta azione

SANITÀ S•30 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 SERVIZI IGIENICI

PROTEZIONE NATURALE PULIZIA PROFESSIONALE

I prodotti della gamma Polti Vaporetto MV sono Dispositivi di Disinfezione a Vapore (DDV) conformi alla norma AFNOR NF T72-110* – ambito medicale e hanno dimostrato effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e virucida. Sono ideali per una pulizia profonda, naturale e immediata e garantiscono eccellenti risultati di disinfezione* in ambito domestico, medicale e professionale. Personalizzabili attraverso i numerosi accessori, sono la soluzione perfetta per tutti gli ambienti. Polti Vaporetto MV, pensato per la tua protezione quotidiana.

*L’efficacia dei prodotti della gamma Polti Vaporetto MV utilizzati con la spazzola Vaporflexi o con il Kit Polti Sani System per Polti Vaporetto MV è stata testata per l’ambito medicale in conformità alla norma AFNOR NF T72-110 – marzo 2019 dimostrando effetto disinfettante battericida, sporicida, fungicida, levuricida e virucida.

MV 60.20 MV 40.20 MV 20.20 MV 10.20

meccanica.

• Pulire con panno di colore codificato e detergente il bordo superiore, la parte interna ed esterna del bidet.

• Rimuovere con lo scovolino eventuali residui presenti nel wc, avviare lo sciacquone e immergere lo scovolino nella tazza.

Disinfezione:

• Disinfettare tutte le superfici precedentemente pulite utilizzando il detergente e un panno di colore codificato e lasciare agire secondo il tempo richiesto, quindi risciacquare il prodotto utilizzato con acqua pulita.

• Distribuire nella tazza il disinfettante e lasciare agire il tempo richiesto.

• Disinfettare tutta la parte esterna del wc con panno di colore codificato immerso nella soluzione detergente disinfettante.

• Sfregare la parte interna con lo scovolino e dopo l’azione del disinfettante avviare lo sciacquone.

• Sanificare il manico dello scovolino e immergere lo scovolino e il relativo contenitore in soluzione di disinfettante per il tempo richiesto.

Disincrostazione:

Per gli interventi di disincrostazione degli idrosanitari si usano prodotti appositamente formulati da utilizzare nel caso siano presenti incrostazioni calcaree, in particolare sugli idrosanitari e sulla rubinetteria. Quando vengono utilizzati prodotti di questo tipo è auspicabile:

• indossare sempre i DPI necessari.

• distribuire uniformemente il prodotto lungo le pareti e nel pozzetto dell’idrosanitario.

• lasciare agire il prodotto per il tempo indicato sulla propria etichetta.

• sfregare con panno dedicato.

• risciacquare accuratamente.

REGISTRAZIONE DEGLI INTERVENTI DI PULIZIA ESEGUITI

Ogni attività di pulizia giornaliera e periodica deve essere documentata e registrata su apposite schede di rilevazione.

Per esempio al termine di ogni intervento di pulizia quotidiana è opportuno registrare i seguenti dati:

• zona sottoposta all’intervento;

• data di conduzione dell’intervento;

• fase giornaliera di conduzione dell’intervento (inizio giornata, metà giornata, fine giornata, tra un intervento e l’altro);

• nome e firma dell’operatore che ha condotto l’intervento di pulizia. Tutte le registrazioni dovranno essere opportunamente conservate per un tempo definito al fine del monitoraggio e della rintracciabilità dell’attività di pulizia e sanificazione condotti.

L’USO DEL VAPORE

Il vapore, in quanto fonte di calore, ha numerosi effetti sulla vitalità dei microrganismi (conversione delle proteine, destrutturazione degli acidi nucleici, destabilizzazione delle membrane cellulari, ecc.). Il vapore acqueo è utilizzato generalmente all’interno di recipienti speciali (autoclavi), in grado di sopportare le pressioni richieste per la sterilizzazione.

Per mezzo di getti di vapore si potrebbe eliminare lo sporco e ridurre la carica microbica delle superfici trattate. Tuttavia, esistono solo pochi dati scientifici che permettono di valutare dettagliatamente l’efficacia di questo metodo per il trattamento dei suoli e delle superfici in ambito ospedaliero. Sono stati realizzati tre studi differenti:

• valutazione dell’attività pulente del vapore su superfici appositamente contaminate da sporco composito in osservanza alla norma di comparazione ISO/TS 15883-5-2006 con vapore più detergente.

• Valutazione dell’efficacia biocida del generatore di vapore, secondo una metodologia basata su norme europee in vigore per la valutazione dell’attività biocida degli antisettici e dei disinfettanti: NF EN 14562:2007, NF EN 14562: 2006, NF EN 14563:2004.

• Verifica soprattutto dei risultati ottenuti rispetto ad uno sporco noto par-

ticolarmente resistente ai detergenti e disinfettanti chimici: i biofilm batterici prodotti su supporti inerti.

Relativamente allo studio dell’attività pulente è stato riscontrato che la concentrazione residuale media di proteine dopo l’applicazione della procedura di trattamento è risultata di circa 112 µ g/20 cm2 (inizialmente era di 8550 UFC/20 cm2) e una riduzione media del numero di batteri vivi inizialmente presenti sulla superficie di almeno 3,3 unità logaritmiche.

Relativamente alla valutazione dell’efficacia biocida su ceppi batterici precedentemente preparati è stato riscontrato che con l’utilizzo del vapore si ha una riduzione delle concentrazioni per l’Enterococcus hirae, Pseudomonas aeruginosa, Staphylocuccus aureus, Mycobacterium terrae, Mycobacterium avium, Candida albicans e Aspergillus niger

Inoltre i prelievi effettuati non hanno messo in evidenza fenomeni di trasferimento di microrganismi vitali dalle superfici inquinate alle superfici vicine, eccetto che per quantità di Enteroccoccus hirae e spore batteriche. Relativamente alla verifica dei risultati ottenuti dopo il trattamento con vapore e detergente su biofilm batterici prodotti su supporti inerti è stata riscontrata una riduzione del numero di batteri vitali aderenti superiore a 7,0 unità logaritmiche. La riduzione della concentrazione residuale di proteine e di polisaccaridi è invece rispettivamente del 73% e del 68,8%.

I risultati quindi, dimostrano che il vapore potrebbe essere un strumento di supporto ai metodi convenzionali, che comunque restano al momento, quelli più utilizzati nella pulizia e sanificazione in ambito sanitario per quanto riguarda le superfici.

Fonti: D.Lgs. 502/1992; Decreto ministeriale n. 236 del 14 giugno 1989; installatoreprofessionale.it/focus/41-sicurezza-in-bagno; anmdo.org/wp-content/ uploads/2016/10/LibroPulizia-2.pdf

SANITÀ S•32 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 SERVIZI IGIENICI

MEGAMINI E-CONTROL: igiene, riduzione degli sprechi e sostenibilità nei bagni delle strutture sanitarie

La pandemia ci ha lasciato un grande insegnamento rispetto all’igiene: la pericolosità delle infezioni e delle contaminazioni crociate trasmesse da superfici non correttamente sanificate. L’argomento è di assoluto rilievo per chi lavora nel settore dell’accoglienza sanitaria. Muoversi in sicurezza in ambulatori medici e ospedali è un must irrinunciabile. Purtroppo, tuttora tra gli ambienti più a rischio c’è l’area bagno che, a causa della fitta affluenza di pazienti, necessita di particolare attenzione. Oltre alla pulizia di routine, è importante anche prevenire i rischi, dotandosi di soluzioni che garantiscano maggiore igiene.

La linea Megamini E-Control di Industrie Celtex, soddisfa le esigenze di igiene professionale grazie ai sistemi di dispensazione elettronici dal funzionamento no-touch per un’esperienza ancora più igienica dell’area bagno. Una gamma articolata che include dispenser per asciugamani, sapone in schiuma, ma anche per gel igienizzante per la sanificazione delle mani e delle superfici del bagno. Una soluzione ottimale per le strutture sanitarie.

E-Control Towel, punta di diamante della linea, è il dispenser per asciugamani in carta che eroga uno strappo alla volta attraverso il semplice passaggio della mano in prossimità del sensore, senza che l’utente entri in contatto con la scocca. Inoltre, grazie al doppio alloggio interno, il dispenser riesce ad ospitare contemporaneamente due rotoli, quello ad esaurimento e il nuovo. A rotolo terminato, il secondo si attiva automaticamente, garantendo una perfetta continuità di servizio e non sprecando nemmeno uno strappo di carta.

E-Control si arricchisce anche di un altro plus sostenibile, grazie all’alimentazione con batterie ricaricabili

Il ciclo di vita di una batteria ricaricabile E-Control corrisponde a 4000 batterie tradizionali e genera 0,4 kg di rifiuti a fine vita contro i 540 Kg delle classiche batterie alcaline. Inoltre per batteria ricaricabi-

le generata c’è un risparmio di 1.600 Kg di emissioni di CO2 proprio in fase produttiva. Una soluzione che sgrava il gestore della struttura dall’incombenza dei riassortimenti di pile e dagli oneri di acquisto e smaltimento delle pile tradizionali.

E-Control Towel, accompagnato dai complementi di gamma, come il dispenser per sapone in schiuma e quello per gel igienizzante

per sanificare l’asse del wc, si trasforma in una soluzione che arreda il bagno e restituisce una perfetta igiene ad ogni paziente, elevando il livello della struttura stessa e donando al contempo un tocco di design per tutti gli ambienti in cui anche l’aspetto estetico ha la sua importanza.

Megamini E-Control: performance superiore, efficienza ricaricabile, igiene assoluta.

DISPENSAZIONE NO-TOUCH industrieceltex.com

I pasti ospedalieri

a cura di Cristina Cardinali

In ambito ospedaliero (comprendendo anche le strutture di riabilitazione e le nursing home) - come già segnalato anche nelle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera e assistenziale e nel documento Food and nutritional care in hospitals: how to prevent undernutrition. Report and recommendations of the committee of experts on nutrition, food safety and consumer protection - la malnutrizione per difetto o per eccesso ha un’elevata prevalenza nei pazienti ricoverati. Tale prevalenza tende oltre tutto a peggiorare durante il ricovero. Ciò comporta:

• maggiori complicanze, tempi più lunghi di ricovero, impossibilità di ot-

tenere risultati soddisfacenti;

• peggioramento della qualità di vita dei pazienti;

• ricorso ad interventi nutrizionali con integratori o nutrizione artificiale;

• giudizio negativo sulla qualità globale dell’assistenza da parte degli utenti;

• aumento dei costi assistenziali. Nelle residenze assistenziali per anziani (RSA) le conseguenze della malnutrizione ed in particolare la sarcopenia, peggiorano la ripresa di autonomia e il recupero in salute, aumentano il rischio di complicanze (lesioni da pressione, infezioni, cadute con conseguenti fratture, peggioramento di preesistenti patologie cronico-degenerative, comparsa o peggio -

ramento di depressione e apatia), la complessità gestionale, i costi sanitari e socio-assistenziali, mentre riducono le probabilità di rientro al domicilio. In ambedue i casi, il servizio di ristorazione collettiva, deve tendere al raggiungimento di un ottimale livello sia in termini di qualità nutrizionale, che di qualità sensoriale, unitamente alla progettazione di un’organizzazione efficiente del servizio.

OBIETTIVI DA PERSEGUIRE

Gli obiettivi della ristorazione collettiva riguardano l’igiene degli alimenti, gli aspetti nutrizionali, le problematiche organizzativo/gestionali, la qualità certificata dei prodotti, la

SANITÀ S•34 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 RISTORAZIONE
La ristorazione collettiva in ambito ospedaliero rappresenta uno strumento indispensabile nella prevenzione e nella cura delle malattie che oggi affliggono maggiormente la comunità. I pasti erogati devono garantire prioritariamente i requisiti di food safety (sicurezza igienicomicrobiologica) e di food security (apporto di energia e nutrienti adeguato alle esigenze dell’utente), adeguando al contesto le definizioni stesse, considerandole un insostituibile completamento dei percorsi di prevenzione e cura

provenienza e l’origine del prodotto a dimostrazione del legame con il territorio.

Nella pratica si riscontra una scarsa attenzione per tali obiettivi, che porta spesso a relegare il servizio di ristorazione in una posizione secondaria, al di fuori del “core business” aziendale/ pubblico istituzionale, alla pari di quei servizi ritenuti “dovuti/obbligati”, nei confronti dei quali si investe in maniera limitata, nonostante la proclamata centralità dello stato di salute/nutrizione dell’utente.

La lista delle priorità consente la costruzione di strategie di ristorazione collettiva e la definizione di capitolati d’appalto, con effetti facilmente ed oggettivamente confrontabili.

È importante considerare che le priorità devono essere tutte rispettate e che, in particolare, gli aspetti economico/finanziari non possono incidere in maniera prioritaria sugli aspetti sostanziali pena la perdita del significato della ristorazione collettiva. Quello che può essere un vincolo (l’aspetto economico/finanziario) non può diventare l’obiettivo della ristorazione collettiva.

Gli obiettivi prioritari perseguiti dal servizio di ristorazione dovrebbero essere chiaramente esplicitati all’utenza ed all’opinione pubblica con specifiche, e facilmente reperibili, modalità comunicative (carta del servizio, dépliant, capitolati, siti web, ecc.). Lo stato nutrizionale della popolazio -

ne è abbastanza critico (elevata prevalenza di malnutrizione per eccesso o per difetto) e ciò comporta importanti conseguenze sul piano clinico, funzionale e della qualità di vita.

ASPETTI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI

Il recupero del ruolo sanitario della ristorazione collettiva passa attraverso il coinvolgimento (in tutte le fasi: stesura del capitolato di appalto, organizzazione, gestione e controllo) di personale qualificato (medici, specialisti in scienza dell’alimentazione, laureati in dietistica o in scienza della nutrizione) attraverso i servizi di Dietetica e Nutrizione Clinica ospedalieri o territoriali.

S•35 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Ai fini del miglioramento continuo della qualità, è auspicabile che i soggetti “gestori” di mense dispongano nell’organico di tecnologi alimentari (per gli aspetti merceologici, tecnologici, impiantistici e logistici) e cuochi formati nella ristorazione collettiva. Una politica di qualità del sistema di ristorazione collettiva richiede una formazione in servizio che promuova lo sviluppo delle competenze degli operatori dei diversi ambiti operativi, lungo l’intera filiera della progettazione, produzione, gestione e controllo del servizio.

Qualsiasi sia la tipologia di produzione e distribuzione, definita in capitolato (preparato il loco o in altro centro di cottura, distribuito con le modalità idonee alla organizzazione definita) il pasto deve rispondere a requisiti di qualità nutrizionale e sensoriale. La scelta del legame produttivo è strettamente correlata alle disponibilità economiche, alle strutture e agli impianti dedicati, alla logistica e al personale previsto; Nell’ambito delle strategie di contenimento degli sprechi nella ristorazione collettiva è necessario intervenire lungo tutta la filiera, partendo da un’attenta pianificazione dei pasti e dell’approvvigionamento delle derrate necessarie, rilevando sistematicamente le eccedenze e i residui e predisponendo una procedura di monitoraggio standardizzata.

FIGURE PROFESSIONALI

Un efficace servizio di ristorazione collettiva, sanitaria in particolare, non può prescindere dall’identificazione di un nucleo di controllo interno in grado di monitorare le varie fasi: stesura del capitolato di appalto, organizzazione, gestione e controllo. Le figure professionali minime che andrebbero ufficialmente incaricate sono un economo-provveditore per gli aspetti normativo-gestionali, un medico specialista in scienza dell’alimentazione per la supervisione clinico-nutrizio -

nale (auspicabile l’appartenenza ad una struttura pubblica: Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica o ad un Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione-SIAN). Laddove tale competenza risulta assente, si dovrebbe provvedere ad una consulenza specifica o all’identificazione di un medico interno con interessi nel settore, un laureato in dietistica o in scienza della nutrizione. Accanto al ruolo di supervisione sanitaria risulta importante, ai fini del miglioramento continuo della qualità, la condivisione degli obiettivi con i soggetti “gestori” del servizio cucina/mensa, sia per le specifiche competenze richieste dal ruolo, sia per la sempre maggiore assunzione di “responsabilità sociale d’impresa” alla quale sono chiamati.

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Una politica di qualità del sistema di ristorazione collettiva richiede una formazione in servizio che promuova lo sviluppo delle competenze degli operatori dei diversi ambiti operativi, lungo l’intera filiera della progettazione, produzione, gestione e controllo del servizio. Anche il codice degli appalti (decreto legislativo 50/2016) evidenzia la necessità che la stazione appaltante inserisca la qualità della formazione degli operatori nei criteri di valutazione.

Sul piano delle responsabilità è compito dell’ente appaltante e/o dell’impresa di ristorazione da esso designata di formare gli operatori che producono e distribuiscono i pasti nelle strutture sanitarie e assistenziali.La formazione deve rispondere in modo puntuale alle esigenze di ogni figura professionale e alla necessità di orientare il lavoro verso quegli obiettivi comuni che consentono una continuità operativa e di progetto tra le diverse fasi di realizzazione del servizio. Oltre a fornire pasti buoni, sani e sicuri l’obiettivo è quello di realizzare una ristorazione con una precisa identità, percepita dagli sta-

keholders come capace di fare della sicurezza nutrizionale, oltre quella alimentare, un prerequisito e un’occasione per una valida educazione alla sana alimentazione.

La frequenza e l’impegno orario della formazione dipendono dal contenuto dei progetti e dalla natura dei problemi da affrontare, tenendo conto delle prescrizioni riportate nei contratti di lavoro che rappresentano la condizione di base da cui partire per programmare ed incentivare gli interventi. I contenuti della formazione debbono riguardare in particolare:

• la promozione della salute e l’educazione alimentare con particolare riferimento al modello mediterraneo;

• l’impiego delle metodologie di comunicazione e delle modalità di relazione idonee a sostenere gli utenti nell’acquisizione di corrette abitudini alimentari;

• le procedure per definire i requisiti nutrizionali della giornata alimentare o del singolo pasto;

• la corretta porzionatura degli alimenti;

• le modalità per la preparazione e il consumo in sicurezza delle diete speciali;

• la verifica della qualità del servizio offerto e dell’adeguatezza dell’ambiente nel quale vengono consumati i pasti;

• la valutazione del consumo, degli scarti, delle eccedenze di produzione, allo scopo di ridurre gli sprechi. Alcuni di questi ed ulteriori contenuti della formazione del personale riguardanti le misure per la riduzione degli sprechi alimentari, per la sanificazione a minori impatti ambientali di superfici dure, stoviglie e tessuti, per la gestione dei rifiuti e la minimizzazione dei consumi di acqua ed energia, sono indicati nel documento dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per il servizio di ristorazione collettiva.

La formazione è un prerequisito indispensabile ad un miglioramento della qualità del servizio in quanto ha la capacità di dar valore alle persone, mettendole in condizione di trovare

SANITÀ S•36 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 RISTORAZIONE

le giuste soluzioni, con la consapevolezza di costituire, con la loro partecipazione e il loro know-how, la risorsa principale per realizzare un servizio di qualità.

QUALE TIPOLOGIA DI PASTO?

Qualunque sia la tipologia di produzione e distribuzione del pasto definita in capitolato (preparato in loco o in altro centro di cottura, distribuito con le modalità idonee alla organizzazione definita), il pasto deve rispondere a requisiti di qualità. La scelta del legame produttivo è strettamente correlata alle disponibilità economiche, alle strutture e agli impianti dedicati, alla logistica necessaria, al personale previsto. Tale scelta comporta che menu, ricette, ingredienti, rispondano in modo ottimale agli standard qualitativi definiti per ogni tipologia del legame stesso. La scelta tra le diverse tipologie di produzione/distribuzione del pasto andrà fatta, tenendo conto delle condizioni operative, e con l’intento di tutelare la sicurezza, l’efficienza e la sostenibilità del sistema. A tale riguardo, sono preferibili quelle a legame espresso (cook&serve) e a legame fresco caldo (cook&hold&serve)

ASPETTI NUTRIZIONALI VS PATOLOGIE

Lo schema generale di riferimento della Carta dei servizi pubblici sanitari, relativo all’elenco dei diritti dei ricoverati contenuti nelle carte proclamate a livello locale, riporta, al punto 80 dell’allegato 8, che il paziente ha diritto “ad avere diete e nutrizione variata, di buona qualità, igienicamente sicura e adeguata alla propria malattia”. Da notare che buona parte dei pazienti ricoverati assume una quota significativamente inferiore a quanto fornito dal servizio di ristorazione.

Ogni servizio di ristorazione rivolto ad utenti con problematiche cliniche, deve ufficializzare un dietetico ospedaliero che preveda un vitto comune

e diete specifiche per patologie:

1. il vitto comune, per persone adulte ricoverate, dovrebbe assicurare 18002000 kcal giornaliere (lipidi 30%, protidi 18%, carboidrati 52%) articolate su tre pasti (colazione 20%, pranzo e cena 40%);

• nel dietetico ospedaliero sono riportate le diete predisposte per coprire le esigenze nutrizionali dei pazienti ricoverati, che non seguono, per motivi clinici, il vitto comune (trattasi del 2030% dei ricoverati a seconda dei casi);

• nell’elencazione delle diete costituenti il dietetico ospedaliero, dovrebbe essere privilegiata la denominazione relativa alla composizione bromatologica piuttosto che quella relativa alla patologia;

2. il cartellino nutrizionale per l’allestimento dei vassoi personalizzati dovrebbe prevedere le seguenti indicazioni: piatti prenotati, composizione bromatologica e l’eventuale presenza di allergeni come previsto dal Regolamento UE n° 1169/2011;

genza non permetta di rilevare nel paziente a vitto comune particolari vantaggi clinico-nutrizionali, il percorso di cura ospedaliero inizia spesso ben prima del ricovero (fase di pre-ospedalizzazione) e termina ben oltre la dimissione dall’ospedale (dimissione protetta). Considerando tali fasi nella globale presa in carico del paziente, è possibile affrontare in maniera più efficace le problematiche nutrizionali. Inoltre la ricaduta positiva a livello psico-emotivo ed anche clinica nella fase di convalescenza, giustificano ampiamente le attenzioni, teoricamente dovute, sia a livello gastronomico, che nutrizionale.

Nell’organizzazione del servizio di ristorazione ospedaliera, la standardizzazione delle procedure e dei vitti per coprire il più ampio spettro di quadri clinici, apporta indubbi benefici in termini di compliance del degente e di contenimento dei costi di gestione economali (acquisti di derrate e materiale di consumo) e professionali (personale di cucina, dietisti, specialisti in

3. nei casi che non rientrano nel vitto comune o speciale (dietetico) deve esserci la possibilità di allestimento di menu personalizzati.

Nonostante la durata media della de -

scienza dell’alimentazione).

L’elaborazione del dietetico può essere strutturata in diverse fasi successive, logiche e sequenziali, dalla definizione degli standard di riferimento,

S•37 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

all’analisi nutrizionale dei menu fino alla comunicazione ai pazienti.

DIETETICO OSPEDALIERO PEDIATRICO

Per un’ottimale copertura dei fabbisogni, il computo di energia e nutrienti dovrà fare riferimento ai LARN, tenendo conto delle diverse fasce di età dei ricoverati e delle Linee Guida per una sana alimentazione. In questo senso appare necessario che in tutte le strutture siano presenti protocolli specifici di valutazione nutrizionale, atti ad identificare i bambini con o a rischio di malnutrizione.

I pazienti con patologie croniche o con patologie acute per fatti intercorrenti/stressanti (virosi, traumi, interventi chirurgici), associati a catabolismo e ad iporessia, possono necessitare di incrementare gli apporti complessivi rispetto alla popolazione sana. In relazione a tali necessità il dietetico ospedaliero pediatrico deve contenere:

• vitto comune rappresentato da un insieme di menu fruibili in tutte le situazioni patologiche che non richiedono un trattamento dietetico speciale. Esso si articolerà in colazione, pranzo, spuntino e cena, con variazione settimanale dei menu al fine di evitare scelte ripetitive e monotone e con orari rispettosi delle abitudini domestiche;

• diete standard speciali ovvero schemi dietetici adatti a specifiche patologie con caratteristiche nutrizionali precodificate;

• diete personalizzate ovvero schemi dietetici prescritti per le necessità cliniche del problema nutrizionale del singolo paziente previa consulenza dietistica e/o specialistica.

ASSISTENZA MINIMA AL PASTO

L’osservazione clinica quotidiana evidenzia una frequente difficoltà all’assunzione del pasto legata a motivazioni cliniche (disabilità, alterate funzioni sensoriali, di masticazione o di deglutizione, patologie che impat-

tano sulla funzione cardio-respiratoria o gastroenterica, ecc.) e non (logistico-organizzative, di tempistica, ecc.) che incidono significativamente sul benessere e sull’outcome clinico del paziente.

All’ammissione in reparto deve essere pertanto valutata la possibilità/ capacità del paziente di alimentarsi adeguatamente e nel caso in cui ciò non sia possibile, dovranno essere predisposti percorsi di assistenza al pasto che coinvolgano il personale di reparto, volontari e familiari opportunamente formati.

L’assistenza deve essere mirata a faci-

messa è necessario:

o fornire al paziente stoviglie adeguate alle sue necessità e al suo livello di autonomia; o somministrare alimenti in forma (consistenza, dimensioni) adeguata; o non imboccare il paziente in posizione sdraiata, nei momenti di sonnolenza o di agitazione, al fine di evitare il rischio di soffocamento;

o rispettare i tempi necessari alla masticazione controllando la deglutizione; • in caso di disfagia, sorvegliare l’assunzione del cibo rispetto al rischio di aspirazione di contenuti alimentari all’interno delle vie respiratorie, infor-

litare l’assunzione del pasto ed aiutare la raccolta dei dati inerenti l’alimentazione (tramite diario alimentare guidato o analogo strumento predisposto all’interno del reparto).

In particolare:

• in caso di iporessia è necessario facilitare l’assunzione del pasto, privilegiando, in funzione della causa del ridotto apporto alimentare, alimenti a più elevata densità calorica e proteica, a ridotta consistenza o in grado di stimolare maggiormente le funzioni sensoriali, a seconda dei casi;

• in caso di autosufficienza compro -

mando sui segni e i sintomi “sentinella”. È pertanto necessario, qualora l’assistenza non sia fornita da personale di reparto, che sia predisposto un percorso informativo/formativo di chi (parenti o volontari stabilmente operanti all’interno del presidio ospedaliero) viene coinvolto nell’assistenza al pasto.

(Fonte: Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica, Ministero della Salute, Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione)

SANITÀ S•38 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 RISTORAZIONE

Kubi Kid: il mondo della fantasia entra nei reparti pediatrici

Kubi Kid di Falpi è un carrello sviluppato su commissione nell'ambito di un progetto molto peculiare. Tale occasione ha offerto lo spunto per estendere la proposta dei carrelli Kubi in tutti quei contesti che sono frequentati dai bambini: dai reparti pediatrici degli ospedali, alle scuole materne, fino ai centri per l’infanzia.

Kubi Kid è disponibile in tutte le configurazioni della gamma Kubi e conserva pertanto tutte le certificazioni di qualità e le prestazioni della linea originale.

Agli aspetti di compattezza, versatilità ed ergonomia qui si aggiunge anche l'aspetto ludico: la possibilità di

personalizzare il carrello con stickers allegri e colorati. Il prototipo è stato realizzato applicando su un carrello di colore “lime” delle immagini che rappresentano in forma cartoonesca gli animali della giungla, dando vita a uno scenario che può stimolare la fantasia dei bambini, distraendoli dalla situazione potenzialmente noiosa o pesante in cui si trovano, e alleggerendo le mansioni di genitori, tutori o operatori presenti. Il design "tutto chiuso" di Kubi permette di tenere i prodotti chimici e le attrezzature al riparo dalla straordinaria e innata curiosità dei bimbi, garantendo la loro sicurezza.

Kubi Kid è interamente personalizzabile sulla base del contesto a cui è destinato

(sia nei moduli, sia nei colori, sia nella grafica degli stickers).

ATTREZZATURE falpi.com

PRIMO PIANO

Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale

COMAC

Innova Comfort: elevate prestazioni e massima comodità per le operazioni di pulizia  Il settore sanitario impone elevati standard di pulizia, igiene e sanificazione per questo Comac ha progettato una macchina in grado di unire le operazioni di lavaggio e disinfezione grazie alla tecnologia CED.

Innova Comfort è una lavasciuga pavimenti uomo a bordo comoda e semplice da utilizzare, grazie alla tecnologia ECO Mode sa garantire la massima discrezione nelle operazioni di pulizia, riducendo notevolmente il livello di emissioni sonore e i consumi. L’impostazione di guida rialzata e il sedile confortevole con braccioli assicurano il massimo confort e una completa visibilità per l’operatore rendendo Innova Comfort particolarmente adatta ad operare in ambienti caratterizzati da un ampio passaggio di persone come ospedali, case di cura e RSA.cCon la tecnologia Comac Electrostatic Disinfector, Innova Comfort può lavare, asciugare e contemporaneamente nebulizzare una soluzione sanificante nell’ambiente, rendendo le operazioni di pulizia facili e veloci. comac.it

HYGENIA

Mop intelligente

Hygenia presenta Hy-genio, il primo mop che consente di analizzare le prestazioni e sapere con precisione quanti metri quadri sono stati lavati. È un componente hardware che trasforma il mop in un sistema in grado di catturare l’effettiva attività di pulizia svolta all’interno di una struttura. Utilizzando un set specializzato e ottimizzato di sensori e algoritmi dedicati, Hy-genio fornisce informazioni in tempo reale per costruire analisi e modelli predittivi. La trasmissione dati avviene tramite rete Wi-Fi per garantire una maggiore velocità e sicurezza nel trasferimento.

hygenia.it

SANITÀ S•40 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 VETRINA
a cura di Loredana Vitulano

4CLEANPRO MIRA con filtro HEPA

Nel settore sanitario è necessaria una particolare attenzione alla pulizia e alla sanificazione, dato che gli ambienti inerenti al settore come ospedali, cliniche, case di riposo e studi medici vedono la presenza costante di degenti, personale sanitario, e più in generale grande afflusso di persone che sostano negli ingressi, nelle sale di attesa, nei reparti ambulatoriali e nelle accettazioni. Sono dunque necessari standard igienici molto elevati. È nata così Mira Hepa: una macchina dotata di filtro Hepa su motore di aspirazione, filtro Hepa in uscita aria del serbatoio di recupero, con telaio in telaio in acciaio inox AISI 304 con 410 mm di larghezza di lavoro. Con 3 litri di serbatoio soluzione ha una capacità di pulizia di oltre 1000 metri quadri. Grazie alla funzione “eco” si riesce a risparmiare energia senza compromettere il lavoro. È dotata di Batterie al litio 36V - 13 Ah con più di 1 ora di autonomia macchina indispensabile per le pulizie di fondo nei locali più piccoli e pieni di ostacoli. Anche questa tipologia mantiene il caratteristico timone snodato che permette di accedere sotto i tavoli, mobili, scaffali e simili.

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PAPERDI

Lenzuolini Paperdi, super assorbenti e resistenti

La linea dei lenzuolini Paperdi, super assorbenti e resistenti, è sempre più completa con un’offerta di referenze in pura cellulosa o carta ecologica di differenti metrature e dimensioni. Per le più svariate richieste e per ogni ambiente di lavoro ed esigenza Paperdi si propone quindi di offrire il giusto rotolo garantendo qualità certificata fino all’ultimo strappo e massima igiene grazie al confezionamento singolo di ogni rotolo.

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KEMIKA

Pulizia e sanificazione

Per ambienti sanitari e con elevata presenza di persone, Kemika propone Sanidart, Deter Disinfettante Universale, pronto all’uso. Contiene Clorexidina e Quaternari in soluzione idroalcolica, abbina, quindi, l’azione di due principi attivi con la presenza di alcool, questo gli permette di sviluppare un’azione disinfettante rapida e ad ampio spettro d’azione. Sanidart, Presidio Medico Chirurgico al Ministero della Salute n° 20454, ha ottenuto la certificazione UNI EN 14476, legato all'attività virucida. Non necessita di risciacquo ed è utilizzabile per la Deter Disinfezione di qualsiasi tipo di superficie, anche le più delicate. Sanidart è conforme ai test: UNI EN 1276 / EC1 Attività battericida in sospensione, UNI EN 13697 Attività battericida e fungicida di superficie, UNI EN 1650 Attività fungicida in sospensione, UNI EN 14476 Attività virucida in sospensione.

kemikagroup.com

S•41 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

RUBINO CHEM Igiene delle superfici

Incentrati sulla creazione di prodotti innovativi di alta gamma per la pulizia, Rubino Chem offre una soluzione per ogni tipo di sporco. Le principali caratteristiche richieste a un prodotto di pulizia, sono efficacia e cura delle superfici, con i suoi prodotti l’azienda soddisfa tutti i requisiti aggiungendo l’alta qualità. Domoform Pro-Line, specifico per la detergenza e igienizzazione professionale del settore medicale ed estetico, è un detergente igienizzante idroalcolico a base di alcol etilico al 75%, perossido di idrogeno al 1%, glicerolo e SaniEssenza Balsamica. Evapora rapidamente, non lascia aloni e non necessita di risciacquo. La sua speciale formula ha un alto potere nella rimozione di germi e batteri – rimozione di germi e batteri con mera azione meccanica; non è un biocida, è un detergente igienizzante – e idonea per HACCP.

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ARCO CHIMICA

Blu RTU Plus. Detergente igienizzante sgrassante

In ogni ambiente dove sono presenti molte persone è sempre necessario porre attenzione a tutte le attività di pulizia e disinfezione al fine di ridurre al minimo eventuali infezioni, contagi, allergie. È pertanto necessario prestare particolare attenzione alle modalità di pulizia dei locali, alle sostanze utilizzate e programmare una pulizia ambientale più accurata per ridurre il rischio di diffusione e di deposito negli ambienti interni di quantità significative di batteri, virus, allergeni, polveri e animali oinsetti indesiderati. Una corretta ed efficace pulizia e disinfezione eseguita a “regola d’arte” consente di gestire non solo la normale attività, ma anche quella emergenziale. A venire incontro a queste esigenze di protezione è ARCO con il nuovo disinfettante BLU RTU PLUS, con Presidio Medico Chirurgico N°20826 del Ministero della Salute. BLU RTU PLUS è un disinfettante inodore pronto all’uso ad azione sgrassante per la pulizia di tutte le superfici. È attivo contro batteri, virus e funghi. Può essere impiegato in molteplici situazioni e nei più svariati ambiti: Sanitario, Luoghi di comunità, Mezzi di trasporto di persone o merci, Industria alimentare, Piccola e grande ristorazione; Ideale per i piani H.A.C.C.P e per la disinfezione di prese e griglie di ventilazione dei condizionatori. Blu Rtu Plus è disponibile nel formato trigger da 750ml con spruzzino. arcochimica.it

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Più Igiene per una migliore Assistenza a lungo termine

L’igiene è essenziale nelle strutture per lungodegenti. Le soluzioni per l’igiene Tork favoriscono una maggiore autonomia degli ospiti, riducono il rischio di infezioni, migliorano pulizia ed efficienza nelle strutture.

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Ecco perché Tork offre soluzioni certificate Easy to use , che migliorano l'ac-

Sono una parte fondamentale dell'assistenza quotidiana e contribuiscono a garantire l'indipendenza e la dignità degli ospiti delle

cessibilità, supportano chi ha una forza limitata e trova difficile usare dispenser che richiedono di azionare leve o di strappare per pro-

curarsi un asciugamano.

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Ecco perché Tork offre dispenser ad alta capacità, veloci da riempire e propone soluzioni avanzate, che permettano di capire quali dispenser devono essere riempiti, in modo da non doverli aprire tutti: Tork

Vision Pulizia , utilizzando dati in tempo reale, informa il personale che così sa esattamente quali e quando devono essere riforniti, eliminando i controlli non necessari. In questo modo si garantiscono gli standard igienici e si risparmia tempo al personale, che può concentrarsi sui degenti.

Il momento di passare al digitale per il cleaning è ora.

STRUMENTI E SERVIZI tork.it

Due infestazioni ospedaliere inusitate

Sarebbe interessante effettuare un censimento degli artropodi con cui i disinfestatori si sono trovati a cimentarsi. Dei due che brevemente ne darò un resoconto il primo mi ha lasciato stupefatto a cura di Graziano Dassi

SANITÀ S•44 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 PEST CONTROL

PRIMO CASO

Alcuni anni fa in un reparto di pediatria si sono notati degli strani insetti dalla forma allungata che nessuno aveva mai avuto occasione di vedere. Anche per me il riconoscimento ha comportato qualche difficoltà. La forma allungata, la livrea per lo più aranciata e le corte elitre che coprivano una piccola parte dell’addome mi ha consentito di identificare gli insetti come appartenenti alla famiglia degli Staphylinidae (invero ho faticato un poco a convincermi che fossero dei coleotteri).

In effetti non sono andato oltre nella classificazione, ma ho avvisato la Direzione Sanitaria che sospettavo trattarsi del genere Paederus e, se così fosse stato, il rischio di dermatiti era reale. Infatti questi insetti secernono una sostanza fortemente irritante la pederina (un’ammide tossica vescicante che si trova nell’emolinfa dei coleotteri stafilinidi Paederus).

Tanto per dare un’idea della morfologia e dell’etologia degli stafilinidi (in genere predatori di altri insetti e piccoli invertebrati) sono coleotteri lunghi e stretti (5 mm x 1). Alcune specie arrivano a ricordare le sembianze di alcune di formiche (mirmecomorfismo) e alcuni di essi vivono all’interno dei formicai. E proprio questa loro “mirmicofilia” ci ha indirizzati a scoprire l’origine dell’infestazione.

Era accaduto che un parente avesse portato una splendida azalea nel cui terriccio si erano insediate delle formiche e con esse anche una colonia di stafilinidi (sospetto gene o sotto tribù Pederus).

La soluzione è stata la restituzione dell’azalea raccomandando di effettuare un mirato intervento di geo-disinfestazione al terriccio. Per quanto concerne la camera in cui si erano palesati quegli strani insetti è bastato effettuare una meticolosa pulizia con un uso mirato di un’aspirapolvere. Avendo cura di sigillare il sacchetto dopo aver spruzzato un paio di getti con una bomboletta spray.

SECONDO CASO

Questa infestazione in effetti non presentava pericoli sanitari, rappresentava una fastidiosa presenza nell’entrata secondaria della farmacia ospedaliera, collocata in un’area semi-interrata di un presidio a più blocchi con aree a prato e in un areale umido e piovoso. In questo caso la classificazione degli ospiti indesiderati fu relativamente facile (comunque non confermata da un esperto di isopodi) per quanto era nelle mie competenze si trattava di un crostaceo terrestre: Armadillidium vulgare (Latreille 1804) noto come porcellino di terra, corrierina, porcellino di Sant’Antonio o onisco.

La mattina nell’area interna prossima alla porta a vetri che dava sull’esterno si notavano una decina di questi crostacei in palese sofferenza: alcuni rovesciati sul dorso altri con movimenti scoordinati. Il sospetto, assai probabi-

le, era che qualcuno avesse spruzzato di sua iniziativa una bomboletta di insetticida contro scarafaggi e formiche. Nessun allarmismo, ma la loro presenza poco si addiceva ai locali della farmacia ospedaliera per cui vennero adottate alcune azioni che risultarono risolutive:

• Sigillare con una guaina anti spifferi la porta che però spesso era tenuta aperta per favorire il ricambio d’aria.

• Uso di prodotti lavapavimenti con profumazione al pino o all’eucalipto (era opinione condivisa che tali profumazioni avessero azioni repellenti (ogni giorno in coincidenza con i programmi di pulizia).

• Irrorazioni mirate di un piretroide in formulazione flowable a base di piretroide fotostabile sul piccolo marciapiede antistante la porta (4m x 1,80m). Due applicazioni a distanza di 2 settimane.

• Una micro irrorazione dello stesso prodotto a concentrazione ridotta per 6m lungo il confine fra il marciapiede e il prato (una sola applicazione).

Le cause di tale “infestazione” non sono state individuate e, sia come sia, la presenza di tali crostacei terrestri non si è più ripetuta.

Una nota di colore è rappresentata dal fatto che negli USA Armadillium è tenuto in terrario come animale domestico.

S•45 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
Formula chimica della pederina

Porcellini di terra

Chi l’avrebbe detto che in alcune cantine umide e in certi terreni umidi si potessero incontrare dei cugini delle aragoste, astici, scampi e gamberoni eppure così è: si tratta dei porcellini di terra esemplari terrestri appartenenti agli isopodi. Tanto per prenderla alla lontana dovremmo partire dal phylum degli artropodi (quella dei ragni e delle zecche tanto per fare degli esempi vicini al modo della disinfestazione); per arrivare ai crostacei che ne costituiscono un subphylum. Quando ci si inoltra nella sistematica del regno degli animali e in particolare degli invertebrati il mal di testa è obbligatorio. Ma con un po’ di pazienza e di curiosità la chiarezza ci premierà. Teniamo conto che Crustacea è stato formalizzato nel 1772 dallo

zoologo mineralogista danese Morten Thrane Brünnich (1737-1827). Orbene i crostacei hanno il loro habitat sia nelle acque marine che dolci e vi sono anche specie terrestri di cui ci occuperemo in dettaglio più avanti.

I nostri porcellini di terra appartengono all’ordine degli isopoda, sono sprovvisti di carapace e hanno sette

paia di zampe tutte uguali (da cui il nome), il capo include anche il primo segmento del torace e quelli terrestri hanno un solo paio di antenne. Per inciso le dimensioni variano da 1 a 3 mm dei Microcerberidi (abitatori ciechi e depigmentati degli anfratti marini) per arrivare a sfiorare il mezzo metro nel Bathynomus giganteus dell’Oceano Pacifico (vedi immagine).

Le specie di porcellini di terra sono assai simili e ho avuto occasione di confrontarmi anche e in più di un’occasione con una specie, il Porcellio scaber di cui rimando alla scheda bio-etologica di EcoPlan.

SANITÀ S•46 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
ISOPODI
Sopra, Glomeris marginata Sotto, Armadillidium vulgare. Bathynomus giganteus

Armadillidium vulgare (Latreille 1804) è un crostaceo dell’ordine degli Isopoda. È conosciuto con numerosi nomi comuni: porcellino di terra, corrierina, porcellino di Sant’Antonio o onisco. Il suo aspetto lo rende confondibile con Glomeris marginata ma i due animali sono molto differenti, poiché appartengono a due subphylum diversi degli Artropodi. Per sopravvivere, questo animale necessita di umidità, in quanto il suo tegumento non gli consente di preservarla efficacemente. Per tale motivo, questi animali si muovono soprattutto di notte per andare alla ricerca di cibo: vegetali ed animali morti. Alle volte, è possibile vederli deambulare sotto il sole: in quei casi, probabilmente, l’animale è alla ricerca di un rifugio umido, in quanto il vecchio si è seccato. È possibile trovarli in montagna come in pianura; di giorno, si nascondono sotto terra, al di sotto di sassi o in tronchi marcescenti. Quando riposano o quando sono disturbati, si appallottolano formando una sfera che non offre appigli all’aggressore. Le

SPECIE Porcellio scaber

NOME VOLGARE: Porcellino di terra, onisco delle cantine.

INQUADRAMENTO SISTEMATICO

Classe: Crustacea

Ordine: Isopoda

Famiglia: Porcellionidae

uova frutto dell’accoppiamento vengono trasportate in una sacca umida sotto l’addome. Quando cresce troppo per il proprio esoscheletro, l’animale effettua delle mute in cui il vecchio tegumento viene abbandonato. Questo avviene in due tempi, poiché il crostaceo effettua prima la muta della parte posteriore e poi di quella anteriore; il vecchio tegumento viene mangiato. Gli onischi rappresentano un esempio di Crostacei che sono riusciti a colonizzare l’ambiente terrestre.

Può raggiungere una lunghezza massima di 18 mm e durante l’inverno entra in uno stato di dormienza che rende possibile all’isopode di sopportare temperature che altrimenti gli sarebbero letali (risultano letali per A. vulgare temperature al di sotto dei -2°C e superiori ai 36°C)].

A. vulgare è ampiamente presente nei terreni calcarei e nelle zone costiere dell’Europa. In particolar modo esso è diffuso nella regione mediterranea, nella meridionale ed orientale dell’Inghilterra e dell’Irlanda (la sua presenza è

DIMENSIONI

Adulto: 17 - 20 mm

CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE

Marroncino, con dorso convesso e provvisto di tubercoli. Quando viene toccato assume un caratteristico aspetto a pallottola. Molto diffuso.

HABITAT

Abitazioni, terrazzi, giardini, orti, cantine, luoghi riparati oscuri e con elevata UR.

ABITUDINI ALIMENTARI

Generalmente si nutre di sostanze vegetali in decomposizione e di detriti, ma può anche attaccare semenzali, radichette, steli e foglie.

CICLO BIOLOGICO

La femmina depone le uova in una

molto limitata, se non rara, nelle zone costiere settentrionali ed occidentali).

È stato anche introdotto anche in molte località del Nord America, dove può raggiungere densità di popolazione fino a 10.000 individui per metro quadrato[!!]. Nel 2008 era una delle specie di invertebrati più abbondanti negli habitat delle praterie costiere della California. È stato introdotto anche, in misura minore, in tutto il mondo.

Nonostante siano visti (anche se innocui) come infestanti, in alcune parti del mondo (specialmente negli Stati Uniti) gli onischi sono tenuti come animali domestici. Gli isopodi in tal caso dovranno essere tenuti in un habitat umido e ricco di materiale vegetale in stato di decomposizione. Essi possono vivere fino a 3 anni.

Secondo diversi studi i porcellini di terra sono bioaccumulatori di metalli pesanti (ad esempio rame, zinco, piombo e cadmio), in grado di ripulire il terreno dagli stessi.

(fonte: wikipedia)

tasca tra le zampe e ivi trattiene i piccoli per circa 44 giorni dopo la schiusura. I giovani compiono varie mute prima di diventare adulti.

Durata del ciclo: circa un anno

N° nidiate/anno: 2 o più

N° uova/femmina: circa 28 per nidiata, trattenute in una sorta di marsupio fino alla schiusa

DANNI

Può danneggiare piante d’appartamento o frutta e verdura immagazzinate. In condizioni ambientali idonee ed in assenza di nemici, può comparire massivamente, invadendo muri, locali e altri luoghi in cui risulta essere indesiderato.

Si può anche moltiplicare su resti di animali morti o nelle discariche.

S•47 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Coleotteri stafilinidi

Gli stafilinidi sono una famiglia dell’ordine dei coleotteri che comprende ben 20.000 specie con habitat assai vari: prati, alberi, grotte, formicai e, addirittura il corpo di altri animali e hanno abitudini altrettanto varie.

Il ciclo biologico segue lo schema uovo larva pupa adulto. La femmina dopo essere stata fecondata depone non numerose uova piuttosto grandi protette da un guscio resistente dai disegni geometrici. Curioso è il comportamento del genere Bledius presente

anche in Italia nei terreni sabbiosi ove scavano gallerie verticali ove depongono le uova a una a una fissandole alle pareti con una goccia dei propri escrementi. Le larve si nutrono delle alghe unicellulari che proliferano nelle varie celle appositamente scavate.

Disegno b/n da Grandi. A) larva di Stenus sp. B) larva di Paedus riparius C) adulto di Staphylinus olens

SANITÀ S•48 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
STAFILINIDI

La durata della vita larvale varia ad esempio per il genere Bledius una ventina di giorni se tenute a 25°C con circa 85-95% di umidità e con abbondante cibo mentre le Atemeles hanno generalmente una sola generazione all’anno.

Molte specie di stafilinidi convivono pacificamente con le formiche o le termiti che le ospitano anzi collaborano a tenerne puliti i nidi nutrendosi dei detriti presenti. Altre specie si comportano da veri e propri parassiti infatti secernono una sostanza di cui le operaie sono ghiotte che ha un’azione inebriante che spinge le malcapitate a trascurare i loro compiti di nutrici e a fornire cibo agli ospiti invasori.

Gli adulti della specie Zyras hamifer invece è una divoratrice di termiti e ha un metodo di caccia assai feroce.

Raggiunge una apertura del termitaio e vi introduce l’addome muovendolo in modo da attirare l’attenzione di una termite che subito la insegue, ma è l’obiettivo della Zyras che così l’attira in un luogo appartato dove la divora. Non è raro trovare poco lontano dal nido delle termiti veri e propri cimiteri con i resti delle incaute termiti.

I rapporti con l’uomo vanno dai danni causati dalle secrezioni degli stafilinidi

del genere Paederus in grado di causare dermatiti anche gravi al Belonuchus formosus che preda le larve dei Ditteri Tripaneidi; infatti, la specie è stata utilizzata nella lotta biologica alle mosche dell’ulivo (Bactrocera oleae) e degli agrumi (Ceratitis capitata).

Disegno b/n da Patrizi ridisegnato da Grandi. Uno stafilinide della specie Smectonia gridellii strappa a viva forza una larva di Anomma sp. per divorarla mentre una formica custode tenta invano di impedirlo

S•49 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

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