Dimensione Pulito n.1 - gennaio/febbraio 2023

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ATTUALITÀ Il “caro prezzi” soffoca il settore dei servizi MERCATO Prodotti chimici incertezze per il futuro PROFESSIONE Pulizia ad alte prestazioni NOLEGGIO Una grande opportunità per il distributore ANNO 32 n. 1 GENNAIO/ FEBBRAIO 2023 ISSN: 2612-4068 dimensionepulito.it SICUREZZA Problematiche igieniche nel post pandemia TECNOLOGIA Nuove sfide per la ristorazione IAQ Aria sana nelle scuole PEST CONTROL Vespa crabro in una struttura scolastica ANNO n. 1 GENNAIO/ FEBBRAIO 2023 Scuola SISTEMA

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32 n. 1

2023

ARCO è un’azienda chimica certificata UNI EN ISO 9001:2000 e ISO 14001 che formula e produce prodotti rivolti al mercato delle pulizie e sanificazioni industriali, all'industria alimentare, al catering e alle convivenze. L’azienda considera molto importante anche l’assistenza, l’aggiornamento e la collaborazione con gli operatori del settore, offerta da Arco Informa, con incontri di addestramento

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Sommario 12 ATTUALITÀ Il “caro prezzi” soffoca il settore dei servizi MERCATO Prodotti chimici incertezze per il futuro PROFESSIONE Pulizia ad alte prestazioni NOLEGGIO Una grande opportunità per il distributore ANNO 32 n. 1 GENNAIO/ FEBBRAIO 2023 dimensionepulito.it ANNO 32 n. gennaio febbraio 2023 pand Scuola SISTEMA SICUREZZA Problematiche igieniche nel post pandemia TECNOLOGIA Nuove desfi per la ristorazione IAQ Aria sana nelle scuole PEST CONTROL Vespacrabro in un liceo ANNO 32 n. 1 GENNAIO/ FEBBRAIO 2023
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Enti pubblici 6. Pubblici esercizi
Hotellerie 8. Lavanderie professionali 9. Disinfestazione e servizi ambientali 10. Grande distribuzione Quine srl Via G. Spadolini, 7 20141 Milano - Italia Tel. +39 02 864105 Fax. +39 02 70057190 LA GUIDA DA PORTARE SEMPRE CON SÉ PER CONOSCERE TUTTI TRUCCHI DEL MESTIERE LA DISTRIBUZIONE NEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO GUIDE dell’Installatore Professionale 7
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PROSPETTIVA
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Più agile, più pratica, più sostenibile.

Regole per una pulizia ad alte prestazioni

NOLEGGIO PROFESSIONALE

PROFESSIONE RUBRICHE

La grande opportunità del distributore

Eventi

News dal settore

SOMMARIO 30 36 8 10 INDICE INSERZIONISTI 4 CleanPro 6 Arco Chimica I Copertina Comac 3 Diversey 15 Europropre 33 Evoksan 7 Filmop 35 Issa Pulire 11 LR Flavours 27 MK 21 Paperdì 4 Rubino Chem II Copertina DIMENSIONE PULITO Alca Chemical S 6 Eko Supply S 39 Falpi S 24 - 25 Hygenia S 4 Industrie Celtex S 3 Italsan II Copertina Kemika I Copertina MK S 30 - 31 Paredes S 19 Polychim S 21 TTS System S 14 - 15
SISTEMA SCUOLA
SPECIALE

LSWR Group compie dieci anni

La società milanese LSWR Group ha raggiunto il traguardo dei dieci anni e lo ha celebrato organizzando l'evento "La Forma del Futuro - l'evoluzione delle competenze del prossimo decennio", ospitato lunedì 30 gennaio dal Teatro Lirico di Milano, a cui hanno partecipato 1200 persone. Oggi riconosciuta come punto di riferimento per i professionisti,

LSWR nasce nel 2013 con l'acquisizione delle attività di Elsevier (marchio EDRA) in Italia e cresce attraverso una serie di operazioni, tra cui l'acquisizione del business La Tribuna da RCS. LSWR Group opera attraverso un'offerta integrata, realizza ed elabora sistemi digitali evoluti, pubblica riviste e newsletter, struttura portali specializzati, edita e aggiorna co-

stantemente testi professionali e universitari, organizza eventi e corsi di formazione per gli studiosi, i professionisti e gli enti del settore. Il Gruppo ha registrato un fatturato nell'ultimo anno pari a 66 milioni di euro. Evoluzione delle competenze, prospettive di crescita e percorsi futuri sono alcuni dei temi sviluppati nel corso

EVENTI
8 DIMENSIONE PULITO | 01/2023

dell'evento, raccontati attraverso le parole di prestigiosi ospiti.

Luca Pani, Professore Ordinario di Farmacologia e Farmacologia Clinica dell'Università di Modena e Reggio Emilia e di Psichiatria Clinica dell'Università di Miami ed ex Direttore Generale di AIFA, ha voluto testimoniare l'imprescindibilità della digitalizzazione per il prossimo decennio attraverso la disamina di alcuni dispositivi medici di ultima generazione.

Andrea Mandelli, Presidente FOFI e già Vice Presidente della Camera dei Deputati, ha sottolineato l'importanza di un cammino unico e solido per poter andare avanti, aggiungendo che: "È il momento di fare quelle riforme che consentano al Paese di tornare a crescere e di affrontare le grandi sfide che si pongono oggi al sistema sanitario. Le Professioni si stanno evolvendo rapidamente per rispondere ai bisogni dei cittadini e la crescente centralità del ruolo del farmacista all'interno del SSN ne è un chiaro esempio".

sione Bilancio ha evidenziato l'imprescindibilità dei rapporti umani, affermando che: "Dobbiamo ritornare a capire gli altri: è fondamentale tornare a educare all'empatia e recuperare la dimensione relazionale per poter evolversi e andare avanti".

Antonio Gaudioso, Ex capo della segreteria tecnica del Ministro della Salute e nuovo membro del CdA di Edra ha sottolineato l'importanza della comunità, in ottica di evoluzione della società.

Solo così riusciremo a sviluppare nuovi modelli di sapere e riplasmare il contesto professionale, guidandone con sicurezza l'evoluzione che ci attende nei prossimi dieci anni".

Beatrice

Ludovico Baldessin, socio LSWR e Amministratore Delegato della capostipite Edra, ha concluso evidenziando l'importanza di una visione sistemica per il futuro: "Abbiamo assistito a profonde trasformazioni, in particolare negli ultimi anni, ma lo scenario professionale è destinato a evolversi ancora. Radicalmente e celermente. L'insegnamento che è fondamentale applicare anche in futuro risiede nella capacità di approcciare l'evoluzione con una visione sistemica e integrata. Dobbiamo abbandonare le logiche a silos, favorendo al contrario le connessioni anche tra le competenze più diverse.

"I nostri primi dieci anni di storia ci hanno condotti a essere una realtà internazionale e strategica in diversi settori professionali, da quello della salute a quello giuridico. Sono orgoglioso di poter celebrare oggi il successo di un gruppo che ha saputo acquisire i talenti più interessanti per rispondere a tutte le sfide professionali, ma non solo - ha dichiarato Giorgio Albonetti, socio e Presidente del Gruppo LSWR. LSWR, anno dopo anno, è riuscita a coniugare un'importante pluralità di prospettive e competenze, rispondendo con efficacia alle richieste di un complesso mondo professionale. Oggi siamo fieri di celebrare un traguardo, ma rilanciamo il nostro impegno ai prossimi dieci anni, con l'obiettivo di continuare a scrivere nuove pagine di successo e disegnare soluzioni innovative per il sistema".

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SCOMPARSO ALBERTO LEONCINI

La fotografia ce lo mostra sorridente tra gli stand di una delle tante nostre Fiere cui puntualmente partecipava. Non solo come espositore, ma anche come curioso, attento visitatore a titolo personale. Questa stessa immagine di Alberto subito mi è venuta alla mente quando sono stato informato della sua scomparsa. Una notizia drammatica che ha suscitato in me, nonostante gli anni trascorsi, un ricordo vivo e preciso. Lui, Alberto della Leoncini Motorscop, era sempre il primo ad arrivare sul mio stand, quando ancora non avevo terminato i preparativi. Veniva a salutarmi con calore ed affetto e lo faceva non solo con me, ma anche con tutti gli altri espositori. Li salutava tutti in semplicità

INDAGINE CNA

È l’incertezza la grande protagonista dello scenario economico per il 2023 che emerge da un'indagine realizzata da CNA presso circa mille imprese. In questo contesto le imprese si muovono con prudenza e cautela. Quasi il 40% degli intervistati dichiara che ridurrà gli investimenti e quasi uno su tre prevede una discesa del fatturato. Nel complesso è prevista una tenuta dei livelli occupazionali: il 66,5% indica stabilità degli organici, il 21% una diminuzione del personale e il 12,5% un incremento.

L’attesa sforbiciata agli investimenti rappresenta un campanello d’allarme per la competitività del tessuto delle imprese. Un segnale a Governo e Parlamento per consolidare e potenziare

e letizia considerandoli amici e non concorrenti. Lo stesso trattamento cordiale ed amichevole riservava ai suoi colleghi venditori, dimenticando del tutto che poi li avrebbe trovati in giro come competitori accaniti sul campo della vendita ai clienti dell’area milanese. Oltre ad avere ottime capacità di venditore, Alberto era anche dedito al servizio di assistenza post vendita di macchine sue e di quelle di ditte concorrenti: le conosceva tutte, difetti e pregi grazie anche alle sue esplorazioni fieristiche.

Alberto ha vissuto, non senza qualche amarezza, la trasformazione del marketing del nostro settore che, con la grande crescita seguita negli anni a noi più vicini, si é molto spersonalizzato. Ha

scoperto a sue spese che per il cliente si resta sempre fornitori, non si diventa mai amici. Lui si illudeva fossero tali per l’impegno con cui li aveva sempre seguiti e serviti.

In ogni caso Alberto è rimasto amico di tutti, continuando il suo lavoro di venditore solitario che qualche successo gli ha pur dato e di cui era orgoglioso. È così arrivato alla fine della sua avventura commerciale: essa lo ha sempre visto, pur nella diversità di posizioni, operare come attore solerte, simpatico, attivo in ogni frangente ed animato da una carica di invidiabile, persistente entusiasmo. Chi lo ha conosciuto sul lavoro sa che questi meriti se li è tutti guadagnati per l'assoluta dedizione. Riposa in pace, caro Alberto. Chi ti ha conosciuto sul lavoro e visto sorridente all’opera, non dimenticherà mai il tuo contagioso entusiasmo e l’amicizia che hai seminato.

FIERE E CONVEGNI

THE CLEANING SHOW

LONDRA, 14/16 MARZO

EUROPROPRE

PARIGI, 4/6 APRILE

ISSA PULIRE

DISINFESTANDO

MILANO 9/11 MAGGIO

gli strumenti di incentivazione per innovare e rafforzare il patrimonio produttivo.

Un motivo in più per accelerare la messa a terra degli investimenti previsti dal PNRR.

TUTTOFOOD

MILANO, 8/11 MAGGIO

NEWS DAL SETTORE
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Made Green in Italy

AFIDAMP è al lavoro per creare la Regola di Categoria di Prodotto (RCP) delle macchine lavasciuga pavimenti

La competitività dei prodotti oggi si gioca sempre più sulla possibilità di comunicare e assicurare al cliente che questi provengano da contesti produttivi noti e riconosciuti come sinonimi di “eccellenza”. Molti degli sforzi, che negli ultimi anni sono stati attuati dal sistema produttivo nazionale nell’intento di rilanciare il cosiddetto “Made in Italy”, si sono basati su tentativi di valorizzare la qualità dei prodotti garantita dalla loro provenienza, ovvero in ragione del fatto che questi prodotti fossero ideati, progettati e realizzati in zone geografiche in cui giocano alcuni fattori premianti del “modus operandi” e “vivendi” italiani: la creatività, la salubrità, le tradizioni culturali e artistiche, la forte connessione con il territorio, l’attenzione alla qualità della vita, ecc. Questo sforzo di valorizzazione si è quindi alimentato con approcci più simili al “marketing

territoriale” che alle strategie competitive pensate per la singola impresa. Richiamare il “luogo di origine” di un prodotto, a prescindere dalla singola impresa che lo propone, significa evocare nel cliente una serie di vantaggi e di elementi qualitativi che la produzione locale di un territorio si è costruita e guadagnata attraverso decenni, quando non secoli, di attività produttiva e commerciale. Proprio grazie alla capacità di presentarsi sul mercato internazionale con un’azione di comunicazione e promozionale univoca e omogenea molti “distretti industriali” (vera spina dorsale del sistema produttivo italiano) negli anni più recenti sono stati capaci di reggere l’urto della competizione globalizzata e della concorrenza extraeuropea, facendo leva sui fattori competitivi già messi in evidenza. La promozione e la valorizzazione del “marchio locale” hanno consentito, da un lato, di condividere le risorse necessarie a sostenere tali azioni (che le singole piccole e medie imprese non sarebbero riuscite individualmente a mobilitare) e, dall’altro, a far sì che tutte le imprese operanti nello stesso

contesto territoriale potessero trarne beneficio in egual misura sotto il profilo competitivo.

La normativa sul “Made Green in Italy” ha recepito sul piano legislativo questo orientamento. Tale normativa è contenuta nell’art. 21 della legge 221/2015 inerente il Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2015 e prefigura uno sviluppo completamente nuovo per i prodotti nazionali di alta qualità. Di tale normativa è poi uscito il Decreto Attuativo del MATTM, D. n. 56 del 21 marzo 2018 e pubblicato in GU il 29 maggio 2018.

Marchio che richiede la costruzione di un disciplinare di verifica degli impatti ambientali detto “Regola di Categoria di Prodotto” (RCP), che stabilisce secondo quali regole le aziende produttrici possono ottenerlo. È di fatto assimilabile a una norma di qualità ambientale, che però si deve applicare per sua natura a tutto il processo produttivo.

Pertanto, lo sviluppo del marchio per un prodotto richiede due passaggi:

1. la costruzione della RCP e l’approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica;

2. l’applicazione delle regole della RCP alle aziende che vogliono ottenere il marchio e la verifica della loro validità

IN PROSPETTIVA

tramite un organismo di certificazione. Una strada che AFIDAMP, da sempre impegnata per lo sviluppo delle imprese del settore del cleaning professionale e anche in tutela dell’ambiente, non poteva che cavalcare, impegnandosi per individuare il percorso migliore da perseguire. AFIDAMP ha quindi partecipato al Bando e con Decreto prot. EC 85 del 04-10-2022 del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è risultata soggetto ammissibile al finanziamento per la redazione di una RCP dedicata alle macchine lavasciuga pavimenti. Per realizzare la Regola, AFIDAMP si sta avvalendo dell’esperienza di ERGO srl, società Spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il Consiglio Direttivo ha fortemente voluto che i partner consulenti facessero capo a un’Università di eccellenza che garantisse la serietà del risultato finale. Questa iniziativa sarà funzionale per il calcolo della Carbon Footprint delle macchine lavasciuga pavimenti e per valorizzare quelle tecnologie che contribuiscono alla riduzione dell’impatto ambientale.

OBIETTIVI

E PASSAGGI NECESSARI

L’obiettivo è quello di introdurre il marchio Made Green in Italy all’interno del settore delle macchine lavasciuga , identificando al suo interno le

categorie ambientali di riferimento specifiche, riferite ai prodotti rappresentativi identificati con il committente. I prodotti rappresentativi terranno conto, in particolare, delle diverse tecnologie inserite nelle macchine per l’attività durante la fase d’uso.

Il marchio Made Green in Italy si basa sull’applicazione della metodologia PEF – Product

Environmental Footprint – come fondamento per le politiche a favore del miglioramento della resource efficiency, dell’impatto ambientale dei prodotti e dei loro cicli di vita. L’implementazione di questa metodologia consente di introdurre un preciso orientamento nella produzione aziendale, che è quello di associare alla produzione di qualità il messaggio ambientale e della sostenibilità visti non solo come strumenti di valorizzazione del territorio e dell’ambiente ma anche come strumento di differenziazione sul mercato e di sviluppo dell’economia circolare.

Per quanto attiene al marchio Made Green in Italy (MGI) è importante prima di tutto sottolineare che il passaggio da prodotto di qualità e di tradizione, quand’anche sia regolamentato da precise regole di produzione, a prodotto ecologico e sostenibile, non è affatto scontato. È opportuno essere consapevoli che possono essere necessari degli aggiustamenti specifici sulla filiera produttiva, in base a come vengono definite le Regole di Categoria di Prodotto (RCP) e dal quadro delle regole europee già adottate.

Il primo passo è stato quello di definire il prodotto in relazione a un ambito specifico e di modellare il sistema produttivo della filiera.

È stato poi necessario occuparsi dell’applicazione del modello al Sistema produttivo delle macchine per la pulizia per uso industriale. Tramite

una serie di calcoli su dati che devono riguardare un gruppo di aziende che produce complessivamente almeno il 51% del fatturato del settore, sarà estratto, con procedure univoche e definite a livello europeo, un “benchmark ambientale”, ovvero una “classe di impatti medi” per il sistema produttivo descritto.

Si tratta di una fase di Screening, cruciale per la definizione di una RCP, poiché non solo definisce le principali categorie di impatto e le soglie di riferimento, ma identifica anche le principali criticità nella filiera e i criteri che possono determinare l’esclusione o meno di alcune aziende dal marchio. A questo punto viene valutata la RCP definitiva, validata da AFIDAMP e presentata al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che provvederà alla revisione e pubblicazione.

Si tratta di un passaggio molto importante che permetterà a tutte le aziende associate AFIDAMP che ne faranno richiesta di effettuare la propria PEF, farla certificare da un certificatore ACCREDIA e ottenere il Marchio Made Green in Italy, che può essere utilizzato insieme al marchio di Denominazione di Origine.

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LA PEF: COME OTTENERLA E QUALI VANTAGGI

La PEF studia gli aspetti ambientali e gli impatti potenziali durante l’intero ciclo vita del prodotto. Il ciclo è analizzato ripercorrendo gli impatti connessi col prodotto in ogni fase della sua “vita utile”, ovvero dall’acquisizione delle materie prime e preparazione, alla trasformazione, fino alla distribuzione e al consumo da parte del cliente, nonché allo smaltimento degli scarti, includendo in ognuna di queste fasi gli impatti ambientali derivanti dal trasporto.

In primo luogo, verrà condotta una identificazione e definizione del sistema-prodotto e modellizzazione dei relativi scenari di riferimento per una filiera produttiva rappresentativa delle filiere e dei prodotti considerati.

Seguirà una precisa identificazione delle unità funzionali (prodotto o prodotti medi rappresentativi) per lo sviluppo della metodologia e definizione dei confini del ciclo di vita. Queste attività saranno finalizzate all’impostazione dello screening condotto se-

condo le indicazioni e le linee guida metodologiche fornite dalla metodologia della DG Ambiente (Racc. 2013/179/ CE e aggiornamenti seguenti, come la recente PEF Guidance 6.3 del maggio 2018) e, per quanto attiene al Marchio MGI, dal Decreto Attuativo del Made Green in Italy.

Le principali categorie di impatto ambientale da tenere in considerazione riguardano l’utilizzo di risorse, la salute dell’uomo e i potenziali impatti ambientali su categorie quali l’effetto serra, l’acidificazione e l’eutrofizzazione (complessivamente sono una quindicina). L’obiettivo dell’analisi è quello di costruire un “Profilo” del prodotto, ovvero un inventario del ciclo di vita condotto tramite la raccolta e l’analisi dei dati ambientali in ingresso e in uscita dal ciclo produttivo, quantificando l’utilizzo di flussi di energia e materie prime e le emissioni in aria, acqua e nel suolo associati a quel sistema. Ciò consente l’identificazione delle unità di processo, all’interno del sistema di produzione, che generano i maggiori impatti. La

suddivisione in fasi del processo produttivo, con dati specifici rilevati o stimati per ogni fase dai quali si traggono le categorie di impatto, consente non solo di avere consapevolezza delle maggiori criticità, di definire gli elementi necessari per descrivere la RCP e delineare il processo operativo per l’ottenimento del Marchio, ma anche di introdurre strumenti di vera e propria economia circolare. Pensiamo per esempio al recupero degli scarti, alla riduzione dei consumi di energia e acqua.

Per l’elaborazione delle RCP sarà poi importante raccogliere i dati e organizzarli in uno specifico software, in modo da produrre la documentazione di supporto per la sua approvazione presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

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Labour intensive Facility Event 2022

Gli operatori del settore hanno lanciato un grido d’allarme contro il “caro prezzi” che sta soffocando il settore dei servizi. Il presidente Mattioli lamenta: “Noi ci prendiamo cura dell’Italia ma le nostre aziende hanno bisogno di aiuti concreti dal governo, perché da sole non ce la fanno”

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Maurizio Pedrini Giornalista di settore e Direttore Tecnico di Dimensione Pulito

Nei giorni 13 e 14 dicembre si è tenuto nella suggestiva cornice del Grand Hotel Parco dei Principi, nella capitale, il LiFE – Labour intensive Facility Event 2022 Rome winter edition, organizzato da Confindustria Servizi HCFS, la Federazione delle industrie dei servizi alle imprese, agli immobili e alle collettività aderente a Confindustria, costituita da alcune importanti Associazioni di categoria (ANIP, ANID, ANIR ed UNIFerr) che, pur mantenendo le loro specificità, hanno deciso di svolgere un ruolo comune nel promuovere e sostenere il comparto dei servizi. Nell’accogliente, storico albergo, immersi nel caldo clima natalizio, si sono dati appuntamento gli stakeholder della filiera del professional cleaning e del mondo dei servizi, oltre ai rappresentanti dei più alti livelli della governance del Paese. Le due giornate sono state infatti impreziosite dalla presenza in sala, il giorno 14, di numerosi Sottosegretari di Stato del neonato Governo Meloni, che si sono impegnati a farsi portavoce delle istanze espresse dagli operatori del settore, instaurando un tavolo di confronto permanente e costruttivo per affrontare i numerosi problemi emersi. Primo fra tutti un accorato grido d’allarme per il caro prezzi, che rischia davvero di strozzare le imprese, imponendone la chiusura senza appello. Il tema scelto per il confronto tra imprese, Governo e stakeholder è stato: “Avere cura dell’Italia. L’industria dei servizi alle imprese, agli immobili e alle collettività”. Autorevoli relatori, esperti ed

esponenti delle istituzioni, si sono alternati con stimolanti analisi, interventi e proposte. Mentre sono state un centinaio le aziende della filiera che non hanno voluto mancare a questo atteso appuntamento. Nella prima giornata, gli interventi dei prestigiosi ospiti hanno affrontato e dibattuto il tema: “La nuova economia dei servizi”. Moderato da David Parenzo, brillante giornalista di LA 7, sul palco sono intervenuti, incalzati dalle domande del conduttore, Lorenzo Mattioli, presidente Confindustria Servizi HCFS, Giulio Sapelli, professore di storia economica all’Università di Milano, Gabriele Fava, giuslavorista, e Michele Corradino, presidente di sezione del Consiglio di Stato. I contributi degli ospiti hanno trattato a trecentosessanta gradi i grandi temi del mercato dei servizi, il ruolo dei privati e della Pubblica Amministrazione, il delicato momento dei costi delle materie prime e il nodo del nuovo Codice degli Appalti. All’interessante confronto ha fatto seguito l’apertura dei lavori di tre Table & Speech tematici. I focus presi in esame, ampiamente dibattuti, sono stati: Labour intensive, Mercato e regole, Transizione ecologica e digitale. Nel pomeriggio gli ospiti convenuti da tutta Italia e le loro famiglie hanno avuto la preziosa opportunità di visitare con una guida i meravigliosi Musei Vaticani. Durante la prima giornata dell’importante manifestazione è stata varata la nascita della Fondazione LiFE.

La stessa è stata costituita e promossa da quattro associazioni di categoria: ANIP – Associazione Nazionale Imprese

di Pulizia e Servizi Integrati, ANIR Confindustria, ANID – Associazione Nazionale delle imprese di Disinfestazione e UNIFerr, che all’interno di Confindustria, come dicevamo, sono federate in Confindustria Servizi HCFS. La seconda giornata è iniziata con il talk: Avere cura dell’Italia, moderato da Monica Giandotti, conduttrice e giornalista RAI, al quale sono intervenute le principali istituzioni politiche e governative. Molto apprezzati i contributi di Ernesto Maria Ruffini, Direttore Agenzia delle Entrate, autore del libro Uguali per Costituzione, Claudio Durigon, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Lucia Albano, Sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico, Lorenzo Mattioli, Presidente di Confindustria Servizi HCFS, Walter Rizzetto, Presidente Commissione Lavori Pubblici della Camera, Ettore Rosato, Commissione Esteri della Camera, Niko Romito, Chef e Campus Romito, Andrea Barchiesi, Reputation Manager. Al centro del confronto i temi del lavoro, del mercato, delle regole e delle opportunità del Facility Management.

LiFE ha rappresentato, dunque, ancora una volta, un’occasione, davvero privilegiata, per affrontare a tutto tondo i temi centrali, d’importanza strategica per il grande settore economico rappresentato da Confindustria Servizi HCFS, in particolare: i costi del lavoro, i criteri di assegnazione delle gare d’appalto, l’aumento dei costi delle materie prime, le concrete azioni da intraprendere a beneficio del vasto comparto del facility

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Paolo Valente, Direttore di LiFE Fausta Bergamotto, Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy Lorenzo Mattioli, presidente Confindustria Servizi HCFS Claudio Durigon, Sottosegretario Ministero del lavoro e delle politiche sociali

Management, ormai trainante per il Sistema Economico del Paese. “Questo è un settore che conta migliaia e migliaia di piccole e medie imprese, 3,5 milioni di occupati e circa 135 miliardi di mercato”, ha dichiarato Fausta Bergamotto, sottosegretario al ministero delle imprese e del made in Italy. “A loro - ha aggiunto - va il ringraziamento per essere andati avanti prima nella pandemia e poi con il contesto geopolitico attuale. Per questo andranno sostenute per il futuro con la massima determinazione. È tale l’intendimento del nuovo esecutivo. “Il nostroha spiegato - è un ministero che già nella nuova denominazione vuole segnare un cambio di passo; infatti vogliamo assistere le imprese nel loro percorso, non disturbarle e vogliamo creare una nuova politica industriale italiana ed europea. Insomma, vogliamo essere il ministero per le opportunità”. “La nostra - ha detto

a chiusura dei lavori, Lorenzo Mattioli - è una platea preoccupata, perché questo è un momento molto difficile. Noi ci prendiamo cura dell’Italia ma le nostre aziende hanno bisogno di aiuti concreti dal governo, perché da sole non ce la fanno. Quando succede vuol dire che qualcosa non va. A noi piace sempre vedere il bicchiere mezzo pieno, ma il momento è davvero difficile e complicato. Le nostre imprese ci sono, hanno dimostrato di sapersi prendere cura delle persone e chiediamo maggiore attenzione da parte del governo.

Devo riconoscere che questa mattina le abbiamo avute dai sottosegretari Durigon, Bergamotto e Albano. Soddisfatto, alla fine della due giorni, il commento di Paolo Valente, Direttore e infaticabile organizzatore dell’evento. “Il bilanciocommenta - è assai lusinghiero. Innanzitutto la nascita di Fondazione LiFE,

che eredita tutto il lavoro e il know how svolto in questi quasi dieci anni di attività intorno a LiFE, Labour Intensive Facility Events. L’esito di questa edizione ha corrisposto pienamente alle nostre attese anche per le numerose partecipazioni – 98 tra imprese, enti ed istituzioni e i numerosi contributi arrivati, in totale quasi 85 relatori. È stata grande e autorevole anche la partecipazione istituzionale e governativa, ma soprattutto assai forti e pregnanti i temi emersi, poiché da sempre i veri protagonisti di LiFE sono i contenuti.

Lo sguardo dell’evento si è proiettato con lungimiranza in due direzioni: sulla nuova economia dei servizi e su come questi ultimi si prendono cura dell’Italia. Questi sono stati i due focus principali posti come asset alla Governance del Paese. LiFE - prosegue - nelle sue sei edizioni precedenti ha voluto superare la sempli-

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IL FACILITY MANAGEMENT

Il comparto dei servizi di “Facility Management” corrisponde a tutte quelle attività rivolte ad una “Gestione integrata di servizi e processi rivolti ad edifici, spazi ed alle persone, non rientranti nel core business di un’organizzazione, ma necessari al suo funzionamento (manutenzione, pulizia, igiene ambientale, energia, security, safety, sanificazione, logistica, ecc.)”.

È un settore di mercato “labour intensive”, cui appartengono migliaia

ce dimensione fieristico-convegnistica proponendosi quale momento e luogo multifunzionale capace di far incontrare il vasto mondo degli operatori economici impegnati nel settore per aiutare la crescita del senso di appartenenza e favorire il coinvolgimento di opinion leader dei vari settori (politica, media, cultura, comunicazione, università ecc.) sui problemi del comparto.

Devo ringraziare le tante persone che hanno reso possibile il raggiungimento di questo ambizioso risultato e che, come me, si sono già messe al lavoro per un’altra edizione di successo, un obiettivo che

di PMI e diversi grandi operatori, in continua e costante crescita nonostante la crisi che ha condotto alla contrazione di altri settori, con un impatto enorme in termini occupazionali (2,5 milioni di occupati potenziali del comparto – 135 miliardi di euro è il mercato potenziale complessivo stimato per il settore). Questo variegato e complesso settore economico avanzato ha, oggi, una grande sfida davanti a sé: costruire una nuova politica di comparto produttivo

mi auguro possa essere raggiunto grazie al fondamentale apporto della nuova Fondazione. Con la creazione di Fondazione LiFE, in definitiva, il confronto sul nostro settore non si esaurirà nel singolo evento, ma sarà attivo e vitale oltre l’ambito confindustriale. Un ultimo elemento per il quale mi ritengo molto soddisfatto è il confronto costruttivo che siamo riusciti ad instaurare con il Governo Meloni, grazie alla presenza di molti sottosegretari” “Grazie agli apprezzati interventi del presidente della Sezione del Consiglio di Stato Corradino, del professor Sapelli e del giuslavorista Fava”, afferma convinto Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi HCFS, “abbiamo avuto l’ennesima conferma di come i nostri servizi siano davvero basilari per l’Italia, essenziali anche per poter programmare e realizzare la tanto desiderata ripartenza. I dati, del resto, lo confermano pienamente: da un lato la grande presenza di lavoratrici nelle aziende associate, circa il 60% dell’intera forza lavoro; dall’altro la quota di immigrati-migranti che riusciamo ogni anno a coinvolgere in un lavoro e in un progetto di vita che restituisce loro dignità e autonomia. Parliamo infatti di un 35% dell’intera popolazione migrante ed extracomunitaria presente nel nostro Paese. Ecco perché, anche grazie

capace di interpretare i tratti comuni di attività anche molto diverse tra loro ma accomunate da una identica dimensione “funzionale”. Esplorare tutti gli spazi e gli ambiti di “comunanza”, indagare la semantica del termine “servizio”, recuperare una nuova consapevolezza del valore economico, produttivo e sociale della propria attività, sono solo alcuni dei tratti del percorso strategico che potrà portare alla definizione di una nuova “identità” del mondo dei servizi.

ad un evento capace di puntare i riflettori delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulla loro condizione, come LiFE, siamo convinti che l’Italia debba essere grata al nostro operato.

Direi che anche questa settima edizione è stata di grande spessore culturale perché è stata in grado di intercettare nuovi stimoli, ampliando gli orizzonti dell’impresa del Facility Management e dei servizi integrati. Possiamo perciò affermare di aver superato questa ennesima sfida con coraggio e visione. Questa, però, è stata solo una fondamentale tappa di un percorso ancor più ambizioso: lo sforzo maturato darà certamente nuovo impulso, in un momento peraltro assai delicato e difficile, all’intero settore, per troppi anni sottovalutato e dato quasi per scontato. Abbiamo infatti deciso di compiere un altro fondamentale passo avanti con la Fondazione, che condurrà al meglio questo lavoro per 365 giorni all’anno dedicandosi solo ad esso con l’intento di concretizzare un altro salto di qualità”.

“LiFE infatti - conclude - da evento diventa una Fondazione per aumentare la diffusione della cultura e delle politiche industriali del facility management e del lavoro labour intensive in Italia, per la cura degli spazi, degli immobili e delle persone”.

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LiFE da evento diventa una Fondazione per aumentare la diffusione della cultura e delle politiche industriali del facility management e del lavoro labour intensive in Italia

Prodotti chimici Prospettive per il 2023

Il mercato nel 2022 ha tenuto, ma crescono le preoccupazioni per il 2023. A rendere meno a tinte fosche il prossimo anno incidono le prospettive legate all’attuazione del PNRR, con segnali di fiducia legati specialmente al comparto pubblico: buona parte del business legato al cleaning professionale nel settore pubblico – sia sanitario che civile – sarà probabilmente connesso all’attuazione dei CAM, quei Criteri Ambientali Minimi che dovrebbero costituire il “sale” negli appalti erogati dalla PA.

Il mercato della detergenza chimica industriale rappresenta da sempre una delle nicchie trainanti del professional cleaning italiano, anche se il nostro Paese in Europa ha sempre dovuto sottostare alla massiccia presenza tedesca, sia in termini di volumi d’affari che fatturato. In questo comparto produttivo rientrano a pieno titolo tutti i prodotti utilizzati per la rimozione dello sporco più difficile dalle superfici più delicate. Gli ambiti di intervento e d’uso variano dal civile, ovvero magazzini e uffici, alberghi, grande distribuzione (Ho.Re.Ca), all’industria alimentare, con focus, in particolare, sulla lavorazione di carni nei macelli, conservazione del pesce, formaggi (caseifici), bevande (impianti di produzione), allevamento (porcilaie, pollai, impianti di mungitura, ecc.). Un altro privilegiato contesto d’impiego è rappresentato dal settore della ristorazione, con alberghi, mense, ristoranti e strutture ricettive con grandi cucine. Ma, come ben sappiamo, queste produzioni si rivelano assai preziose e indispensabili anche in altri contesti, quali: sanità ed accoglienza, specie nei locali ad elevato traffico di persone come case di cura, case di riposo RSA ospedali e terme; centri sportivi, lavanderie industriali, officine

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Maurizio Pedrini
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plessivo dei materiali per la pulizia. In questi anni la produzione italiana, senz’altro tra le maggiori in ambito continentale, è cresciuta costantemente: il trend positivo è derivato da un leggero aumento dei consumi interni e da un notevole rafforzamento delle esportazioni. Le aziende italiane, sempre più votate alla sostenibilità ambientale e alla diminuzione dei consumi, hanno sviluppato prodotti concentrati e sistemi di distribuzione della detergenza sempre più evoluti e tecnologicamente avanzati. La situazione del mercato è apparsa comunque, assai frammentata ed eterogenea, presentando sempre differenze notevoli, a seconda del segmento e della tipologia di prodotto: per ammorbidenti concentrati, detersivi liquidi per lavatrice, il trend con il segno più è sembrato forte, mentre sono apparsi relativamente deboli i risultati conseguiti da polveri, detergenti per bucato e stoviglie. L’emergenza dettata dal devastante impatto sociale ed economico del virus SARS CoV-2 negli anni 2020-2021 ha sconquassato indici ed equilibri di mercato che apparivano

LA TESTIMONIANZA DELLE AZIENDE

Negli ultimi anni, dopo l’effetto “droga” della pandemia, una vera e propria valanga di difficoltà e costi si è abbattuta dunque sulle industrie del comparto: dopo un buon semestre iniziale nel 2022, con buoni utili da settembre hanno visto l’intero comparto segnare il passo con una preoccupante stagnazione. Bisogna essere davvero ottimisti, di questi tempi, per parlare nei mesi a venire di incrementi di fatturato e guardare con la necessaria fiducia al futuro sostenibile e green, che pure segna da tempo la strada obbligata della produzione, per il Made in Italy. Abbiamo raccolto le dichiarazioni di alcune aziende del comparto.

“Risulta davvero complesso, in questa situazione così incerta, dare gli input all’ufficio acquisti, già sofferente per le ben note difficoltà nel reperimento delle materie prime - spiega Luca Cocconi, AD di Arco Chimica Come ben sappiamo, la filiera è in crisi anche perché sono lievitati a dismisura i prezzi delle materie prime, del packaging e degli imballaggi, per non parlare del costo dei trasporti. Mi auguro che da qui a giugno vi sia un’effettiva ripresa, ma sono consapevole che molto dipenderà dal quadro macroeconomico e geopolitico internazionale. Per quanto ci riguarda - prosegue - non abbandoneremo certo la sfida della detergenza verde, continueremo a sperimentare e proporre soluzioni sempre

ormai consolidati, determinando una sorta di stravolgimento nella filiera: in gran parte, infatti, le aziende si sono concentrate principalmente sulla produzione di disinfettanti e sanificanti. In buona sostanza, uno degli effetti prodotti dalla pandemia Covid-19, in relazione alle attività di contrasto e contenimento del virus  e in particolare alle attività di disinfezione e sanificazione, è stato il notevole incremento del numero di prodotti chimici impiegati per le mani e per le superfici. Il risultato è stato un aumento “drogato” di fatturato, con un notevole impoverimento della gamma Il forte aumento della vendita di disinfettanti negli anni 2020-2021 ha fatto crescere il fatturato di chi li produce tra il 100 e il 200% rispetto al 2019. Questa cifra è stata però bilanciata dalla mancata vendita di altri prodotti altrimenti utilizzati da scuole, uffici, palestre, alberghi e ristoranti. I prodotti detergenti generici e per la manutenzione sono crollati a percentuali vicine al -30/40%. Il “brusco risveglio” del post-pandemia è stato pesantemente condizionato, lo scor-

più avanzate ed ecosostenibili, puntando sul packaging monouso. Cercheremo così di rispondere sempre tempestivamente alle esigenze di una clientela che punta all’ottimale rapporto qualitàprezzo e al green”.

Matteo Marino, AD e presidente del Gruppo Kemika, conferma: “il mercato, nel 2022, è andato molto bene fino ad agosto, poi abbiamo registrato una flessione notevole e gli ultimi mesi sono stati quasi disastrosi. Certo, se paragonato al 2021, l’anno appena trascorso ha tirato abbastanza, ma non dobbiamo dimenticare che durante il 2020 avevamo accumulato notevoli scorte di merce invenduta nei magazzini. A fronte del pessimismo maturato nell’ultima

parte dell’anno appena trascorso e degli enormi problemi che ci troviamo a dover affrontare ogni giorno, sinceramente non sono in grado di fare previsioni. Purtroppo, sono costretto a ripetermi ormai da anni, perché all’orizzonte non c’è niente di nuovo, nel senso che al di là di tutti gli sforzi che noi produttori tentiamo costantemente di compiere, ci stiamo sempre orientando su un mercato che non possiamo nemmeno definire stabile. È sicuramente in contrazione, forse questa contrazione si è un pochino frenata lo scorso anno ma temo sinceramente che, per fattori congiunturali e strutturali, il rischio reale sia quello di ripercorrere gli stessi andamenti. Per poter stare

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MERCATO

so anno, da un mix micidiale di fattori negativi, tale da stendere al tappeto anche le più resistenti e robuste aziende: aumento pazzesco del costo delle materie prime, enormi difficoltà marcate e, spesso, insormontabili nel loro reperimento dai tradizionali fornitori sui mercati internazionali, aumento indiscriminato della bolletta energetica. Il tutto in parte generato anche dalla disastrosa e assurda guerra che dal febbraio dello scorso anno devasta e insanguina l’Ucraina.

PRODUZIONI A RISCHIO

Le problematiche del comparto della detergenza chimica vanno inquadrate senz’altro in quelle dell’intero comparto, afflitto dal pesante problema dei costi. I prezzi esorbitanti delle materie prime, della bolletta energetica e dei carburanti rischiano di affossare l’intero settore. Il presidente di Federchimica, Paolo Lamberti, ha lanciato recentemente l’SOS al governo. “Molte imprese - ha dichiarato - si trovano a dover ridurre i livelli di produzione e, per alcuni settori, si fa sempre più con-

sistente l’ipotesi di un’interruzione, con effetti nefasti sul settore manifatturiero, data la posizione preminente della chimica per quasi tutte le filiere. Abbiamo parecchi segnali, soprattut-

sul mercato, continueremo a far lavorare i nostri addetti e le nostre macchine, sapendo perfettamente di macinare sempre di meno. Senza contare che saremo costretti a ridurre i costi o i prezzi perché il mercato si orienta sempre e costantemente sul risparmio. Io però sono un’azienda che vende qualità e soluzioni innovative. Se non fosse che, per fortuna c’è ancora una certa attenzione al prodotto tecnologicamente avanzato, Kemika non esisterebbe più sul mercato; invece, per fortuna, ci siamo e i nostri sforzi sono ancora molto apprezzati”. Marco Campetella, direttore generale di ITIDET è fiducioso. “Per quanto ci riguarda, nel 2021 siamo rimasti ai livelli di fatturato del 2020: piano piano tutto quello che si era trasferito nel settore Ho.Re.Ca. e nella ristorazione è tornato indietro, quindi si sono riequilibrati i

to da aziende che hanno produzioni di chimica di base, quali ammoniaca, acido solforico, cloro soda, o che usano molta energia, come i gas tecnici, i fertilizzanti, abrasivi, e colorifici ceramici. Per molti operare in queste condizioni significa non arrivare nemmeno alla copertura dei costi variabili: questo vuol dire che bisogna fermare gli impianti”. Da qui la crisi, solo in

mercati. Nel 2022 i fatturati sono cresciuti grazie all’aumento dei prezzi ma fondamentalmente il mercato è rimasto invariato, consolidando i livelli del 2021. Il 2022 si è concluso con un mese di dicembre abbastanza strano e insolitamente statico: eravamo abituati ad una domanda crescente, che invece non c’è stata. Le prospettive per il 2023 sono comunque buone: gennaio si è concluso positivamente, con un certo dinamismo che fa ben sperare. Nel 2023 lanceremo tutta una serie di nuovi prodotti, perciò le nostre aspettative rimangono ottimistiche”.

Fabio Re direttore generale di Polychim commenta: “Il 2022 per la nostra azienda è stato più dinamico rispetto all’anno precedente, perché abbiamo assistito allo sblocco dell'accesso alle materie prime rispetto all’intasamento che si era creato nell’immediato post

parte mitigata dalla recente, notevole diminuzione del prezzo del gas, per un comparto che svolge un ruolo vitale per l’Italia. Il nostro Paese è infatti il terzo produttore chimico in Europa, con una quota del 10%, e il decimo nel mondo, con un valore della produzione di 56 miliardi. Il settore, molto impegnato sul tema della transizione ecologica, ha da sempre un ruolo anticipatore nelle tendenze e nelle dinamiche della manifattura perché rappresenta un’essenziale infrastruttura tecnologica. Oltre il 70% dei prodotti chimici viene infatti impiegato in tutti i settori industriali e nelle costruzioni, ma il suo utilizzo è assai rilevante nei servizi, così come nei consumi finali. La frenata della chimica, dettata dai costi insostenibili della bolletta energetica o dal razionamento dell’offerta avrebbe dunque pesanti ricadute, anche nel comparto della detergenza.

L’ANALISI DEL COMPARTO

In un momento così complesso e incerto, le aziende chimiche del professional cleaning appaiono alla finestra,

pandemia. Il problema più grande da affrontare e gestire rimane quello dei costi che influenzano la domanda: mi riferisco soprattutto agli imballaggi, alla carta, al cartone e alla plastica. Ma sono specialmente i costi delle materie prime a pesare come una spada di Damocle sulle nostre teste. Paghiamo come non mai lo scotto delle enormi difficoltà economiche del Sistema Paese, perché la nostra chimica di base è stata ormai completamente smantellata. Così siamo obbligati ad importare questi fondamentali componenti non solo dalla Cina, che è il nostro maggior fornitore, ma anche dalla Germania e dalla Francia, a prezzi sempre più salati, che continuano a lievitare. A questa drammatica problematica legata alla reperibilità delle materie prime, si è aggiunta la speculazione selvaggia scaturita dalla guerra. C’è stato un periodo in cui

sembrava che tutte le materie prime provenissero dall’Ucraina. Il 2023 si annuncia come un anno carico di incertezze: gennaio ha visto una frenata con relativa stabilizzazione e relativo calo nei prezzi di carta e plastica, ma viviamo alla giornata, perché nell’acquisto delle materie prime ormai si naviga a vista: nell’arco delle 24 o 48 ore tutto può cambiare. Il che ci costringe a rivedere quasi costantemente il prezzo dei listini di vendita dei nostri prodotti; mentre prima duravano almeno un anno, oggi sono validi per due mesi. Sinceramente, il mese di gennaio ha confermato questo trend e non ho visto segnali di particolare vivacità. Credo che il 2023, con l’inflazione galoppante, la guerra che non accenna a fermarsi, il problema dirompente del costo dell’energia e delle materie prime sarà un anno duro da affrontare”.

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in attesa di quanto potrà accadere alla filiera. Il trend appare, per certi aspetti schizofrenico: da un lato le aziende, impegnate a offrire prodotti di qualità (ovviamente ad un prezzo maggiore!), dall’altro la richiesta sempre più focalizzata sul prezzo, o – per meglio dire –sul fattore qualità/prezzo, un obiettivo non facile da raggiungere, visti i tempi che stiamo vivendo. Per quanto riguarda la produzione, i fatti dicono che tutta la problematica degli aumenti dei costi delle materie prime è comunque in frenata. In alcuni casi, i prezzi sono fermi, se non ancora in diminuzione con positive ricadute. La spinta speculativa, insomma, sembra aver perso l’effetto dirompente, se non devastante, dei mesi scorsi. La sensazione è che il trend sia destinato a portare ad un’ulteriore diminuzione: insomma, bisogna capire cosa concretamente accadrà. Di converso, invece, i produttori appaiono sempre più preoccupati dalla logistica, soprattutto dal costo dei trasporti che incide pesantemente sui prodotti, come quelli chimici per la pulizia professionale, caratterizzati da

prezzi bassi. L’impatto di questo fenomeno potrebbe essere riversato sulla clientela e sull’utente finale del mercato. Gli aumenti, al riguardo, sono notevoli e preoccupanti: sia da parte degli autotrasportatori che nelle tarif-

Karen Fantini, Responsabile Ufficio Marketing di Werner & Mertz Italia, commenta: “Il 2022 è stato un anno positivo in cui abbiamo beneficiato anche grazie ad una stagione estiva molto positiva. Ovviamente il tema dello scorso anno sono stati gli aumenti dei costi che ci hanno costretto a rivedere i listini in maniera importante. La nostra gamma Green Care è sempre molto apprezzata e continuiamo a investire in sviluppo e qualità, anche se il mercato sembra solo voler insistere sul fattore prezzo.

Ricordo specialmente i marchi

Green Care Professional e Tana

Professional simboleggiano l’impegno dell’intera azienda per la sostenibilità. Siamo guidati dalla volontà di rendere accessibile a tutti uno stile di vita sostenibile, anche oltre i confini dei nostri prodotti”.

“Il mercato 2020, in piena pandemia per il comparto di

fe applicate: si parla di un incremento, dovuto in gran parte all’impennata del costo del carburante, nell’ordine del 10%, con l’inevitabile ricaduta sui prezzi al consumo che tutti possiamo facilmente immaginare. La sensazione - o meglio l’auspicio - è che comunque, alla fine, l’impennata del costo di gasolio e benzina possa riequilibrarsi,

riferimento - precisa Francesco Ramundo, sales manager della Ditta Raro - è stato caratterizzato da un'alta domanda di prodotti disinfettanti, igienizzanti e sanificanti con riferimento alla disinfezione e sanificazione delle mani, delle superfici e degli ambienti; in genere questo ci ha portato a fare fatturati interessanti a discapito dei prodotti utilizzati in Ho.Re.Ca. le cui attività erano in Lock Down. Nonostante tutto i risultati sono stati positivi. Nel 2021 e fino a metà anno del 2022 la domanda si è rallentata e abbiamo avuto notevoli difficoltà negli approvvigionamenti di svariate materie prime, sia come scarsità che come aumento di prezzo fino al loro raddoppiarsi. Siamo stati costretti anche a sostituire alcune materie prime nei formulati aumentando il lavoro di Ricerca e Sviluppo, con test di efficacia e stabilità. Nel frattempo i prezzi

nel corso dell’anno da poco iniziato, con la diminuzione del costo delle materie prime. Certo, sarebbe la prima volta che, a fronte di un contesto così inedito, i costi verrebbero almeno in parte incorporati grazie ad una sorta di equilibrio. La tempesta iniziata nel 2021, che ha visto gli sproporzionati rincari del costo delle materie prime ha trovato il suo acme a cavallo dei mesi di aprile e luglio del 2022, investendo in modo pesante soprattutto la plastica, la materia prima che forse riveste il ruolo più prezioso per i produttori del settore: basti pensare ai flaconi, alle taniche, alle bottiglie destinate a contenere i prodotti detergenti, igienizzanti e sanificanti. Anche il prezzo della plastica, sembra comunque in leggera discesa, il che rappresenta un altro dato confortante. Sulle macchine, vanno senz’altro registrati ulteriori, preoccupanti aumenti di listino a inizio 2022, ma – in questo caso – i problemi sono di altro tipo, riguardando le parti e la componentistica acquistata sul mercato cinese, in quanto la mancanza di parti di ricambio, ovviamente, è desti-

variavano giorno per giorno e stando nella stagione avanzata non è stato possibile comunicare tempestivamente i prezzi nuovi ai clienti, e non si è potuto fare niente, anche con clienti con cui avevamo accordi di prezzo da 3-6-12 mesi. Il risultato è che nel 2022 si è riusciti a mantenere il fatturato consolidato anche con una crescita del 10% e si sono ridotte le % di margine. La difficoltà che si avverte maggiormente è dovuta ai tempi di incasso delle fatture emesse con scadenza nei tempi stabiliti. Per il 2023 fare previsioni espansive lo vedo un po’ azzardato: c’è molta incertezza del mercato dovuto all’inflazione, costi del denaro, spesa pubblica e investimenti. Io non sono un economista, ma esprimendo la mia opinione, preferirei che i governi contenessero l’inflazione nei punti registrati, dessero ugualmente più spazio alla

spesa pubblica e investimenti e contenessero il massimo costo del denaro. Facendo questo si potrebbe pensare di fare dei Budget a rialzo altrimenti dovremmo lavorare per mantenere le posizioni al massimo con una crescita di alcuni punti in percentuale. Per quanto riguarda il PNRR, si tratta di investimenti strutturali che mirano a risolvere o sbrogliare diversi nodi che hanno rallentato lo sviluppo economico, sociale e nazionale negli ultimi 20 anni, sono investimenti che si faranno nell’arco di 6 anni. Se gli investimenti vengono fatti mirati e in maniera puntuale sicuramente ci sarà una ricaduta in tutte le attività economiche e sociali del paese, che stimato non dovrebbe superare il 3,6% del PIL e un 3,2% in termini occupazionali. Pertanto nel breve termine non credo che possa dare dei benefici al nostro comparto.”

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MERCATO

nata a incidere non poco sui prezzi con aumenti intorno al 5%. E poi, guardando al presente, c’è da fare i conti con l’inflazione.

In media, nel 2022 i prezzi al consumo hanno registrato una crescita pari a +8,1% (+1,9% nel 2021). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l'inflazione di fondo), i prezzi al consumo sono cresciuti del 3,8% (+0,8% nell'anno precedente) e al netto dei soli energetici del 4,1% (+0,8% nel 2021). A tale riguardo le previsioni econometriche di vari istituti ed enti specializzati in stime a breve e medio termine non inducono certamente all’ottimismo. Nel 2023 il pieno impatto economico degli aumenti dei prezzi – e la crisi energetica che ne è in gran parte responsabile – si farà sentire in tutta Europa. Una recessione sta arrivando, seguita da una ripresa dolorosamente lenta. Sebbene l’Europa abbia aumentato la sua capacità di importare gas naturale liquefatto (Gnl) dopo che la Russia ha tagliato le vendite, le forniture globali di Gnl non aumenteranno di molto nel 2023, nonostante il price

cap definito in sede europea e che avrà comunque un effetto calmierante. Ciò significa che l’energia rimarrà costosa e manterrà alti i prezzi in tutto il resto dell’economia. I consumatori e le imprese duramente colpiti inizieranno a trattenersi, frenando sia la spesa che gli investimenti. La carenza di lavoratori in Europa peggiorerà, il che danneggerà le imprese ma manterrà bassa la disoccupazione. Ma a differenza delle crisi precedenti, l’economia globale non verrà in soccorso dell’Europa. Solo una volta che i prezzi dell’energia saranno scesi e l’inflazione in America sarà stata contenuta, la crescita globale sarà in grado di sostenere la ripresa dell’Europa. Questo arriverà, ma non accadrà - purtroppo - nel 2023. Resta il fatto che gli aumenti del costo delle materie prime - come dicevamo - sono stati incorporati dalle aziende - sia pure in ritardo - nel corso del 2022, per cui si presume che i produttori nell’anno in corso non dovrebbero registrare forti diminuzioni negli utili, e che i livelli dei volumi potrebbero restare stabili, sia pure in flessione rispetto agli

anni migliori. I fatturati nel corso del 2022 hanno visto un sostanziale segno positivo, dovuto naturalmente all’incremento dei prezzi, non a quello della produzione. Un altro aspetto da evidenziare è che la domanda derivante dall’Ho.Re.Ca., legata al turismo, che costituisce un aspetto primario della nostra economia, è cresciuta, grazie ad un ottimo afflusso di turisti registrato dal nostro Paese durante la stagione estiva. Per quanto riguarda la catena della distribuzione, tutti concordano sulla circostanza che gli ultimi tre mesi del 2022 non hanno fatto registrare la consueta brillantezza nelle vendite dei prodotti. A rendere meno a tinte fosche il 2023 incidono le prospettive legate all’attuazione del PNRR, con segnali di fiducia legati specialmente al comparto pubblico: siamo convinti che buona parte del business legato al cleaning professionale nel settore pubblico - sia sanitario che civile - sarà connesso all’attuazione dei CAM, quei Criteri Ambientali Minimi che dovrebbero costituire il “sale” negli appalti erogati dalla PA.

Sergio Antoniuzzi, presidente di ICEFOR non nasconde i problemi del momento, ai quali le aziende del comparto sono chiamate a far fronte. “Il 2022 - spiega - ha visto aumentare il nostro fatturato: non perché abbiamo aumentato il listino prezzi, ma perché vi è stato un significativo incremento nella vendita dei nostri prodotti. Infatti l’Ho.Re.Ca. ha tirato molto bene, il che ci ha consentito un incremento del 20 per cento di fatturato rispetto al 2021. Però possiamo affermare di aver subito anche un mancato guadagno perché non abbiamo trasferito sui listini proposti ai clienti gli effetti perversi dell’aumento dei costi delle materie prime e della bolletta energetica. Siamo stati costretti a subire questo fenomeno, a pagare di più i nostri fornitori, ma nessuna azienda - compresa la mia - è riuscita a trasferire in toto queste maggiorazioni sulla

clientela. Si è trattato di un peso rilevante, perché - come ben sappiamo - gli aumenti dei costi sono stati enormi e del tutto spropositati. Per farle capire le nostre difficoltà, le faccio l’esempio dell’incremento del costo del gas: chi, come noi, realizza produzioni di qualità ha bisogno di far funzionare giorno e notte le camere calde, con enorme impiego di questa sostanza energetica aeriforme. Tutti i reattori della nostra azienda hanno bisogno di enormi quantità di gas. Senza contare i prezzi raggiunti sui mercati mondiali dalle materie prime, specie rare, di cui necessitiamo costantemente. Non mi riferisco soltanto alla soda, che utilizziamo in grande quantità ma anche di altre sostanze naturali reperibili sul mercato da pochi fornitori concentrati in alcuni Paesi. Anche i prezzi di questi ultimi prodotti, inutile sottolinearlo sono schizzati

incredibilmente alle stelle. Antoniuzzi lamenta l’oggettiva penalizzazione, da parte di un mercato impegnato troppo spesso nella ricerca ossessiva del prezzo, di aziende come la sua, che puntano sulla certificazione di qualità delle produzioni: “Tutte le certificazioni che ICEFOR ha ottenuto in questi anni, grazie al mio personale impegno, sono a favore del mercato, a garanzia della clientela ma anche di nostri distributori. Purtroppo, a volte ho la netta sensazione che – alla fine – questo grande sforzo non sia apprezzato di questi tempi, dove imperano il prezzo e la scarsa qualità di certe produzioni. Quanto al futuro, posso solo assicurare a quanti credono in noi, che continueremo con la massima decisione sulla nostra strada, senza tradire una mission che ha fatto di ICEFOR un punto di riferimento nazionale per quanti credono nella qualità

nella produzione di detergenti industriali e professionali rispettosi dell’ambiente”.

“L’andamento del mercato nel 2022 - precisa Simona Zibra, AD di Dianos - ha mostrato un trend di crescita e di ripresa rispetto allo stallo del 2021. Dianos ha registrato un incremento di fatturato tornando quasi ai livelli del 2020. Il problema maggiore, per noi produttori del settore, è sicuramente rappresentato dalla crescita esponenziale dei costi di materie prime, trasporti, imballaggi ed energia che costringono ad aumenti di listino che comunque non compensano l’incremento dei costi, con conseguente contrazione dei margini. Per quanto riguarda il futuro a breve e medio termine, direi che si naviga a vista, è infatti difficile fare previsioni attendibili. Ci auguriamo di continuare sul trend del 2022 con una maggiore stabilità dei costi”.

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I player del settore chimico

Attualmente,

PAREDES ITALIA SPA paredes.it

“Paredes è pioniera per ciò che riguarda i prodotti e la riduzione del loro impatto - afferma Enrico Soliani, direttore generale Paredes Italia. La nostra filosofia EcoAttitude, nata nel 1995, ne è l’esempio. Nonostante l’attuale difficile situazione, la progettazione dei nostri prodotti ha da sempre privilegiato l’economia d’uso. Come 30 anni fa garantiamo l’equilibrio qualità/prezzo che ci caratterizza e che risponde alle esigenze di tutti i nostri stakeholder.

Non solo, in ambito di risparmio energetico e sostenibilità due aspetti sono al centro delle nostre scelte da più di 25 anni e questo si riflette nelle certificazioni adottate: ISO14001, EcoVadis, analisi del Carbon Footprint dei ns. prodotti, etc. ma anche ottimizzazione del reparto logistica con l’apertura di ParedesHub.

Inoltre un importante piano di crescita, CAPN°1, i cui punti principali saranno svelati nell’arco dei prossimi anni. Nei prodotti offerti, parlando dei plus che li caratterizzano e li rendono competitivi, operiamo sempre garantendo un’igiene impeccabile ma ‘senza farvi consumare di più’. Attualmente stiamo rivedendo e modificando i packaging per facilitarne il riciclo e per renderli il meno impattanti possibile. Non solo per i prodotti di carta ma interessanti novità anche nel settore delle detergenza, di cui parleremo a breve nei nostri canali”.

ALLEGRINI SPA

“Per Allegrini la sostenibilità è un valore fondante da oltre 75 anni, oggi centrale in ogni ambito del nostro business. Nel settore della detergenza professionale, il valore aggiunto è rappresentato dall’utilizzo dei detergenti concentrati che, diluiti mediante appositi impianti, consente un importante risparmio di plastica ed un minor impatto ambientale nella fase di trasporto, oltre ad una riduzione degli sprechi. A dimostrarlo è uno studio Life Cycle Assessment redatto da DueO, una società di consulenza che offre e progetta soluzioni sostenibili: comparando l’impiego di detergenti concentrati a quello dei detergenti pronti all’uso, evidenzia un risparmio di emissioni in atmosfera di CO2 di ben 2.355.585 Kg pari a circa il 90% nell’utilizzo della versione concentrata rispetto a quella pronta all’uso.

Inoltre, gli impianti di diluizione consentono di ottimizzare e monitorare consumi e costi, oltre ad assicurare ottimi risultati di pulizia grazie sia all’impiego di acqua filtrata. Un sistema che includendo formazione, assistenza e consulenza in tutte le fasi della partnership rappresenta il ‘metodo Allegrini’.”

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i mercati sono orientati sempre più ad un ottimale rapporto qualità-prezzo, unitamente al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. I filoni che il settore ricerca e sviluppo delle aziende portano avanti guardano all’immediato futuro, per prodotti particolarmente competitivi
Enrico Soliani, direttore generale Paredes Italia allegrini.com Elena David, Sustainability Manager & Business Executive Advisor di Allegrini FMX, innovativo sistema di diluizione Allegrini fino a 12 detergenti superconcentrati.
MERCATO
Guarda il video sullo studio LCA detergenti Allegrini

ITALCHIMICA SRL

italchimica.it

“Per Italchimica - risponde Luca Pattarello, R&D manager Italchimica - è strategico prestare particolare attenzione alla catena di fornitura delle sue materie prime per poter garantire la disponibilità dei prodotti ai propri clienti. La scarsità di certi composti durante la pandemia, ci ha spronati a sviluppare un nuovo e importante know-how su materie prime alternative ad alta resa e a ridotto impatto ambientale. Queste privilegiano ingredienti di origine vegetale e da filiera controllata, biodegradabili e con una relativamente facile e prossima reperibilità. Questo ci permette una maggiore garanzia di disponibilità e una maggior flessibilità di fornitura. I nostri prodotti oggi riflettono queste nuove competenze, hanno sempre più ingredienti naturali e stiamo, ove possibile, eliminando tutti i simboli di pericolo. Oltre a ciò, privilegiamo sia l’utilizzo di materie prime concentrate che la produzione di formulazioni concentrate che si traducono in un uso diminuito della risorsa idrica e una movimentazione a minor impatto, ottimizzando su costi di trasporto e spazi di stoccaggio.

Tutte innovazioni che vediamo essere fortemente apprezzate dai nostri clienti, sia la rete professionale che consumer. Un esempio è il nostro prodotto disinfettante Multi Activ della linea Sanitec per il mercato professionale, dove buona parte dei solventi di origine sintetica è stata da solventi di origine naturale, biodegradabili e originati da biomasse”.

Luca Pattarello, R&D manager Italchimica

“MK spa continua il suo percorso di crescita nel rispetto delle persone e del pianeta, investendo in progetti per il benessere della comunità.

Contribuendo ai Global Goals delle Nazioni Unite, MK spa lavora concretamente su alcuni dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile tra i quali, per citarne uno, il risparmio energetico: nei nostri stabilimenti abbiamo messo in atto un progetto di riduzione dei consumi di energia elettrica. Con l’inserimento di lampade di ultima generazione il consumo energetico si è ridotto del 73%. Il lancio della gamma Marka Ecolabel, inoltre, rappresenta un ulteriore passo in avanti per MK in termini di sostenibilità.

Una gamma composta da prodotti certificati Ecolabel, che ricoprono i principali ambienti applicativi, formulati con materie prime certificate, biodegradabili e provenienti da fonti rinnovabili, con performance di pari livello ai prodotti tradizionali. L’utilizzo di queste materie prime coniuga performance e sostenibilità.

Il pack 100% riciclabile e prodotto con il 50% di plastica riciclata proveniente dai rifiuti domestici post consumo, consente di dimezzare la quantità di plastica vergine immessa nell’ambiente.

MK crede fermamente nell’importanza di prendere decisioni responsabili per la salvaguardia delle risorse ambientali e il benessere di tutti e si impegna a perseguire i suoi obiettivi per rendere più accogliente il suo mondo e quello di tutti.”

ARCO CHIMICA SRL

arcochimica.it

“La nostra azienda vuole fare la differenza sul mercato offrendo alla propria clientela il prodotto unito al servizio - spiega Luca Cocconi, AD di Arco Chimica. Aladin è l’unico sistema che permette di ottenere un Costo Certo della detergenza. Aladin rappresenta una sfida singolare nell'ambito di un mercato caratterizzato da rischi per l'operatore e costi incontrollati”.

Aladin è un sistema di dosaggio automatizzato nato con l'obiettivo di fornire una soluzione altamente tecnologica e sicura nell'ambito del cleaning. Si tratta di un sistema di cleaning sicuro per l’operatore poiché la corretta diluizione del prodotto, garantita dal sistema, permette un miglioramento o eliminazione della simbologia di pericolo da detergente super concentrato a prodotto pronto all’uso. Il nostro sistema Aladin si pone l’obiettivo di ottimizzare la diluizione e l’uso dei detergenti. Esso permette, infatti, una mirata valutazione dei consumi in funzione di tutte le operazioni di pulizia previste nei cantieri.

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MK SPA mkspa.com
Andrea Righi, CEO MK
MERCATO
Luca Cocconi, AD di Arco Chimica

IDENTITY SOAP 1000 Per un futuro più sostenibile

senza profumazione, caratteristiche che lo rendono ideale anche nei contesti quali l’area preparazione cibi;

· Classic Foam, sapone in schiuma arricchito con olio di mandorle rinomato per le sue proprietà emollienti.

È nutriente e rivitalizzante per la pelle, delicato, dermatologicamente testato e certificato EU Ecolabel. Le sue note floreali attivano piacevolmente i sensi per un’esperienza di pulizia coinvolgente e positiva;

pico della gamma Identity di Lucart Professional, disponibile nelle varianti bianca e nera, e studiato per assicurare un’estrema facilità di installazione e manutenzione, anche grazie anche alle nuove ricariche con pompa monouso, che proteggendo ermeticamente il contenuto del flacone, garantiscono al contempo sicurezza e igiene totale.

Lucart Professional offre un’ampia gamma di prodotti e sistemi di dispensazione per soddisfare tutte le esigenze del mondo professionale con l’obiettivo di garantire affidabilità, performance e sostenibilità. Caratteristiche queste, tutte racchiuse anche nel nuovo sistema di dispensazione per sapone, Identity Soap 1000

Il sistema Identity Soap 1000 di Lucart Professional vanta una gamma completa di saponi 100% Made in Lucart, garanzia di qualità e controllo della filiera. Tutti i saponi sono prodotti con ingredienti di origine naturale, sono biodegradabili e studiati per soddisfare le diverse esigenze del mondo professionale,

grazie alle quattro fragranze disponibili:

· Premium Liquid, una formulazione liquida certificata EU Ecolabel, caratterizzata da una texture morbida e cremosa e dal profumo elegante di camelia che lo rendono ideale per gli ambienti dove qualità e benessere sono al primo posto. La sua speciale formulazione con Olio di Argan gli conferisce proprietà leviganti, nutrienti e idratanti per un’esperienza di pulizia delicata e rigenerante;

· Frequent Foam, sapone in schiuma ipoallergenico e certificato EU Ecolabel, arricchito con estratto di aloe vera, nota per le sue proprietà energizzanti, idratanti e purificanti della pelle, e

· Essential Foam, sapone in schiuma con fragranza neutra che dona una piacevole sensazione di freschezza e pulizia. È dermatologicamente testato e delicato sulla pelle. La sua versatilità lo rende ideale in qualsiasi contesto d’uso, per mani sempre morbide e pulite.

Il sistema è completato poi da un dispenser dal design distintivo e senza tempo, ti-

Grazie alla linea Identity Soap 1000, la gamma Identity di Lucart Professional rappresenta un insieme di soluzioni completo e armonico per la fornitura di sistemi di dispensazione necessari nell’arredo bagno. Evolvere significa lavorare per costruire un presente migliore ed un futuro più sostenibile. È l’idea di progresso di Lucart Professional che con Identity concretizza quattro valori: la sostenibilità, il design, l’efficienza e l’igiene.

SISTEMI DI DISPENSAZIONE
lucartprofessional.com

Regole per una pulizia ad alte prestazioni

Con il termine “pulizia ad alte prestazioni” si intende il processo di rimozione delle sostanze indesiderate nella misura massima o ottimale per garantire la riduzione della probabilità di effetti negativi sulle persone, sui materiali di valore e sull'ambiente naturale

Questo articolo è tratto dal numero 1, volume 2, di Cleaning Science Quarterly, la rivista ufficiale di peerreview di Ciri, l’istituto di ricerca del settore della pulizia professionale

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Le caratteristiche di questo tipo di pulizia sono le seguenti: massima estrazione di inquinanti dall'ambiente; minimizzazione dei residui chimici, particellari e di umidità derivanti dalla pulizia; pulizia finalizzata prima alla salute, secondariamente all’estetica; consapevolezza della connessione degli ambienti: pulire per migliorare la qualità misurabile del sistema ambientale totale; sicurezza degli occupanti e dei lavoratori; prevenzione dell'inquinamento e minimizzazione dei rifiuti; smaltimento corretto dei rifiuti di pulizia.

L'obiettivo primario della pulizia è eliminare o ridurre l'esposizione a sostanze indesiderate o nocive in modo da ridurre o eliminare l'esposizione a inquinanti che possono danneggiare la salute umana o avere un impatto sulle attività umane. L'obiettivo secondario è quello di proteggere o ripristinare le condizioni dei beni di valore. Con la pulizia si riduce l'esposizione alle sostanze indesiderate, riducendo il rischio di effetti negativi.

ALLONTANAMENTO DELLO SPORCO DALL'AMBIENTE

Per effettuare queste operazioni, un'attrezzatura efficace è fondamentale. Infatti, gli strumenti che utilizziamo per estrarre, soffiare via o spostare lo sporco è la chiave del successo o del fallimento dell'operazione. A volte pensiamo di stare pulendo in modo efficace quando in realtà non è così: siamo infatti in grado di vedere solo una gamma limitata di particelle da asportare, di solito quelle di dimensioni pari o superiori a 40 micrometri. Quando passiamo l'aspirapolvere su un tappeto o un pavimento, ci sentiamo sicuri di aver rimosso le particelle. Probabilmente è così, ma forse abbiamo rimosso solo quelle più grandi. Per una corretta pulizia, dobbiamo rimuovere le particelle di tutte le dimensioni, anche quelle troppo piccole per essere viste ad occhio nudo. Queste particelle sono state aspirate? È possibile, ma

spesso attraversano la camera di raccolta dell'aspiratore e tornano nell’ambiente. Le piccole particelle sono difficili da gestire e catturare e tendono ad accumularsi nel tempo. Non è realistico aspettarsi di poter estrarre tutte le particelle dall'ambiente nel quale andiamo ad operare, tuttavia rimuoverne il maggior numero dovrebbe essere una priorità assoluta. Per ottenere ciò, è necessario utilizzare attrezzature adeguate in grado non solo di aspirare ma anche di trattenere le particelle più piccole, e smaltire nel modo corretto lo sporco estratto in modo che non torni a contaminare l’ambiente.

ELIMINAZIONE DEI RESIDUI DI PULIZIA

Ogni processo, compresa la pulizia, crea un livello di diseconomia e di rifiuti. L'obiettivo della pulizia è quello di collocare i rifiuti, come prodotti chimici utilizzati e acqua sporca, in un luogo adeguato e di non lasciare sostanze o residui indesiderati nell'ambiente. I benefici della pulizia possono essere ridotti o addirittura annullati se nel processo non vi è efficienza nella rimozione di residui. In effetti, in assenza di una rimozione efficace, un processo di pulizia può trasformarsi un atto di inquinamento. Nella pulizia utilizziamo una serie di sostanze e materiali come acqua, detergenti, tensioattivi, solventi organici liquidi e gassosi, fibre, antimicrobici. Queste sostanze ci aiutano a disgregare, contenere, catturare, uccidere e rimuovere patogeni e particelle di sporco. Quando hanno svolto il loro compito, queste sostanze non sono più necessarie o desiderate. Se vengono lasciate nell’ambiente, diventano anch'esse inquinanti, perciò dobbiamo fare attenzione a rimuoverle. Infatti, i residui di detergente possono danneggiare le persone e i materiali: tensioattivi e detergenti moderni lasciati su tessuti e tappeti possono causare irritazioni cutanee e, se si diffondono nell'aria, possono irritare gli occhi e le mucose. Purtrop -

po, alcuni "professionisti" della pulizia utilizzano consapevolmente metodi di lavoro che lasciano dietro di sé detergenti e tensioattivi.

Bisogna tenere in considerazione anche altri aspetti:

Alcuni solventi per la pulizia sono idrocarburi reattivi, capaci di dissolvere in modo molto efficace gli inquinanti indesiderati. Ma essi possono anche reagire con le cellule umane e in alcuni casi danneggiarle gravemente. Quando un solvente si volatilizza o passa in fase gassosa e penetra nell'aria significa che non lo abbiamo gestito correttamente: abbiamo permesso che rilasciasse nell’aria un sottoprodotto indesiderato. L'inalazione può provocare una serie di effetti più o meno gravi sulla salute, tra cui il cancro. Inoltre, molti idrocarburi emessi nell'ambiente possono danneggiare i materiali scolorendoli o indebolendone la struttura.

Alcune apparecchiature e sistemi di pulizia rotanti spazzolano e lucidano le superfici dure per conferire un aspetto lucido e brillante. Quando i lucidi e le cere vengono applicati alle superfici dure, emettono composti organici volatili (VOC). Non tutti i VOC sono dannosi. Tuttavia, i professionisti della pulizia dovrebbero sempre conoscere i VOC emessi e valutarne i possibili effetti sull'uomo.

I sistemi rotativi e altri sistemi a spazzola utilizzati sui tappeti possono contribuire all'accumulo di residui di prodotti detergenti e di sostanze inquinanti. Questi residui possono essere così strettamente imprigionati nel materiale da non rappresentare una minaccia diretta per la salute come invece le particelle trasportate dall'aria. Utilizzando processi di pulizia che lasciano questo tipo di residui, il materiale da pulire deve essere sostituito prematuramente.

Il modo in cui gestiamo e utilizziamo l'acqua durante le operazioni di pulizia è importante. Se l'acqua rimane troppo a lungo al di fuori della sua giusta collocazione nell'ambiente, favorisce

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e incoraggia la vita di organismi che possono danneggiare la salute umana e i materiali. Durante la pulizia, sia l'uso eccessivo che la cattiva gestione dell'acqua possono causare danni. L’acqua deve essere eliminata in modo che non possa favorire la crescita di organismi o contribuire alla marcescenza e all'arrugginimento dei materiali. La chiave per una gestione efficace dell'acqua è rimuoverla il prima possibile una volta che viene a contatto con gli oggetti da pulire. Essa può essere rimossa in tre modi: può essere fatta scorrere in un luogo dove non può nuocere; può essere assorbita da panni, spazzoloni, spugne o particelle; può evaporare nell'aria.

PRIMA LA SALUTE, POI L’ESTETICA

Lo scopo principale della pulizia è proteggere la salute umana. In secondo luogo, puliamo per ripristinare e mantenere l'aspetto dei beni di valore. Troppo spesso, purtroppo, si fa il

contrario. Alcuni processi di pulizia che enfatizzano l'aspetto arrecano più danni che benefici: l'uso di particelle assorbenti e di solventi per il lavaggio a secco in ambienti chiusi è particolarmente rischioso se non vengono gestiti correttamente al momento dell'applicazione e se in seguito non vengono estratti completamente. Inoltre, un ambiente lasciato umido troppo a lungo dopo la pulizia favorisce la crescita di microrganismi.

Di conseguenza, alcuni esseri umani reagiscono negativamente a un ambiente che sembra ordinato e pulito. La loro reazione si manifesta spesso sotto forma di irritazione della pelle o degli occhi, difficoltà respiratorie, malessere generale e vere e proprie malattie e infezioni. La nostra capacità di vedere le sostanze nocive è limitata. Per esempio, non possiamo vedere i gas o le particelle che entrano nei nostri polmoni. Spesso non sappiamo fino a che punto i microbi che possono danneggiare il nostro organismo siano presenti

nell'ambiente in cui viviamo. Di solito ci adattiamo agli ambienti che contengono contaminanti, che possono non avere effetti sulla nostra salute nel breve periodo. L'esposizione a lungo termine a contaminanti che non vengono rimossi dall'ambiente, tuttavia, potrebbe permettere alle tossine di accumularsi nell'organismo. Ne sono un esempio i metalli pesanti o le sostanze chimiche organiche come il piombo. Possono accumularsi negli organi vitali e portare a condizioni come danni cerebrali, malattie polmonari o renali croniche o cancro. Per prevenire gli effetti negativi sulla salute, una strategia di pulizia attenta all'ambiente rimuove o riduce tutto ciò che può causare danni. Si consiglia di pulire regolarmente e di frequente, usando prodotti sicuri ed evitando che le persone vengano in contatto con i residui di pulizia.

AMBIENTI CONNESSI TRA LORO Dobbiamo essere consapevoli di ciò che accade all'ambiente complessivo.

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Dimostriamo il nostro interesse per l'ambiente riconoscendo che la pulizia di qualsiasi parte dell'ambiente costruito influisce in qualche modo sull'intero edificio. Nella gestione della materia indesiderata, è importante riconoscere che la materia e l'energia non vengono mai distrutte, ma solo spostate. Tutti gli oggetti presenti nel "compartimento" che è l'ambiente costruito sono sottocomparti di quell'ambiente. Un sottocomparto è semplicemente uno spazio che contiene materia ed energia. I principali sottocomparti dell'ambiente interno comprendono la pavimentazione, l'atmosfera interna, le superfici elevate come pareti, scaffali, mobili, soffitti e i sistemi HVAC. I sottocomparti sono collegati e si influenzano a vicenda nel trasferimento di materia. A seconda del carico di materia e delle condizioni ambientali, come la convezione e la ventilazione naturale, la materia indesiderata viene continuamente trasferita da un sottocomparto all'altro. A seconda dell'efficacia della pulizia, ciascuno di essi raggiunge lo scopo prefissato o crea condizioni ambientali indesiderate o pericoli. Ogni volta che puliamo una parte di un ambiente, influenziamo altre parti con i sottoprodotti dell'operazione di pulizia. Ad esempio, un aspirapolvere utilizzato per estrarre particelle da una moquette o da un pavimento rigido emetterà alcune particelle nell'atmosfera interna. Inoltre, i solventi per la pulizia che passano alla fase gassosa entrano nell'atmosfera interna e possono danneggiare il sottocomparto ambientale in cui vengono utilizzati. Infine, quando si pulisce un condotto dell'aria, è probabile che una parte delle sostanze rimosse si stacchi, si diffonda nell'atmosfera interna e si depositi sulle superfici di altri comparti.

Prima di iniziare un'operazione di pulizia, dobbiamo valutare le nostre procedure di pulizia e i prodotti chimici in relazione all'ambiente interno complessivo. Questa pianificazione anticipata ci consentirà di individuare la procedura di pulizia più efficace per 1)

ottimizzare l'estrazione delle sostanze indesiderate, 2) minimizzare i residui di pulizia indesiderati, 3) ridurre il carico inquinante complessivo dell'ambiente costruito e 4) per quanto possibile, non inquinare altri comparti. Le operazioni di pulizia che estraggono gli inquinanti direttamente all'esterno sono le più efficaci per proteggere gli altri sottocomparti dell'ambiente costruito.

NORME DI SICUREZZA

Le operazioni di pulizia sono intrinsecamente sporche e meccaniche e creano condizioni temporanee che possono essere pericolose per chi vive nell'ambiente costruito e per chi lo pulisce. Prima delle operazioni di pulizia, tutti i soggetti potenzialmente interessati devono essere avvertiti delle esposizioni pericolose e delle condizioni di pericolo, in modo da potersi proteggere. Sia gli operatori che gli occupanti devono essere protetti dagli incidenti legati alla pulizia. Le lesioni e gli incidenti più comuni sono: lesioni alla schiena e al corpo dovute al sollevamento e all'uso di attrezzature; scivolamenti e cadute; scosse elettriche; tagli da oggetti appuntiti; ustioni, reazioni e avvelenamenti da sostanze chimiche; malattie respiratorie, soprattutto asma; aumento delle reazioni allergiche; aumento dei tassi di malattie infettive. I tassi di incidenti associati a un sistema di pulizia ben progettato e a un programma di formazione saranno notevolmente inferiori rispetto a un sistema non gestito. Per la salute e la sicurezza degli occupanti degli edifici, quando possibile le pulizie dovrebbero essere condotte in ambienti non occupati. Anche il programma di pulizia meglio progettato emette allergeni nell'aria interna. Tutti i rischi fisici devono essere eliminati, soprattutto quelli legati a scivolamenti e cadute e alle scosse elettriche. Tutti i materiali tossici legati alla pulizia devono essere tenuti lontani dagli occupanti, soprattutto dai bambini. Gli agenti patogeni

a trasmissione ematica devono essere trattati separatamente dagli altri rifiuti gestiti, seguendo le precauzioni universali. Le attrezzature e le superfici di pulizia, come i pavimenti bagnati, possono creare condizioni di pericolo. I prodotti per la pulizia e i contaminanti che vengono rimossi dall'ambiente possono creare esposizioni pericolose. Inoltre, ciò che è insicuro per l'addetto alle pulizie è insicuro per gli occupanti. Che si conoscano poco o molto i pericoli delle attività di pulizia, è sempre prudente giocare d'anticipo. Le pulizie possono metterci in contatto con contaminanti tossici. Le esposizioni nocive in ambienti chiusi di solito non sono continue, sono invece accidentali e possono essere imprevedibili, conseguenza di attività inusuali o particolari o uniche per quell'ambiente. Ad esempio, nessuno prevede gli incendi o i ristagni fognari, eppure questi possono comportare rischi gravi e mortali per gli abitanti esposti agli inquinanti. Esistono anche condizioni meno pericolose: un pavimento bagnato o scivoloso, prolunghe elettriche, la forza delle macchine per la pulizia, macchine rotanti grandi e pesanti che girano fuori controllo o linee di acqua calda in cattivo stato sulle macchine per la pulizia dei tappeti. Un'operazione di pulizia comporta sempre l'esposizione a sottoprodotti e sostanze inquinanti. La pulizia può creare concentrazioni elevate di solventi tossici o di inquinanti rimossi, e chi non deve lavorare in queste aree deve essere tenuto fuori. Gli addetti alle pulizie devono essere consapevoli dei rischi associati alle operazioni di pulizia: non possiamo pensare che l'esperienza da sola ci insegni ciò che dobbiamo sapere, ma dobbiamo acquisire questa consapevolezza attraverso una formazione professionale. Le procedure di pulizia devono essere svolte periodicamente alla luce di nuove informazioni sulla sicurezza o di pericoli precedentemente trascurati.

Per quanto ci affidiamo al potere dei

34 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 PROFESSIONE

Conoscere per scegliere responsabilmente

Nell’ottica di un miglioramento continuo e una maggiore consapevolezza degli impatti legati alla pulizia, Filmop ha deciso di fare un importante passo in avanti: un lungo lavoro di analisi, pianificazione e sviluppo ha permesso all’azienda di realizzare un sistema per la quantificazione della Carbon Footprint di Prodotto, certificato da un ente di verifica indipendente e accreditato dopo un’accurata valutazione.

Mediante il Carbon Footprint Systematic Approach, Filmop può quantificare l’impronta climatica dell’intera gamma di carrelli, dai secchi e carrelli strizzatori ai carrelli multiuso, inclusi i carrelli di servizio. L’impatto ambientale viene calcolato conteggiando le emissioni di CO2

legate a ogni fase della vita del carrello: dall’approvvigionamento delle materie prime alla produzione, passando per il trasporto e l’utilizzo da parte del consumatore fino allo smaltimento a fine vita. Conoscere il quantitativo delle emissioni fornisce un’indicazione utile da cui partire per mettere in atto azioni specifiche mirate alla loro compensazione. A tal proposito, già nel 2011 Filmop si è resa energeticamente autonoma evitando di rilasciare nell’atmosfera tonnellate di CO2 ogni anno. Quantificare l’impatto dei prodotti è il successivo passo compiuto dall’azienda che pone le basi per l’implementazione di nuove azioni di compensazione, in aggiunta alla produzione e utilizzo di energia rinnovabile.

Il nuovo traguardo green raggiunto

CERTIFICAZIONE DEL CARBON FOOTPRINT SYSTEMATIC APPROACH

Realizzato in conformità alla norma UNI EN ISO 14067:2018, il sistema certificato permette di quantificare la CO 2 emessa in ogni fase del ciclo di vita dell’ intera gamma di carrelli

ATTREZZATURE filmop.com
www.filmop.com

prodotti chimici durante le pulizie, non dobbiamo dimenticare che viviamo in una società chemofobica e timorosa verso questi prodotti. Il timore che le sostanze chimiche siano velenose ha una base legittima: ogni sostanza chimica è tossica in concentrazioni e volumi sufficienti. Il professionista delle pulizie deve usare i prodotti chimici in modo non tossico, mantenendo le concentrazioni al livello più basso possibile e raggiungendo comunque l'obiettivo della pulizia. I prodotti chimici per la pulizia sono progettati per essere utilizzati in situazioni di pulizia specifiche a concentrazioni specifiche. Devono essere applicati in un certo modo e per un certo tempo. Prodotti chimici diversi reagiscono con materiali diversi in diversi modi. I singoli prodotti chimici possono non rappresentare un pericolo immediato per la salute, ma se combinati possono essere altamente tossici. Ad esempio, se mescolati, ammoniaca e ipoclorito di sodio (candeggina per uso domestico) producono un gas di cloro altamente tossico. I prodotti chimici per il fai-date non vengono solitamente testati con metodi all'avanguardia per verificarne la tossicità. Rappresentano un pericolo per l'uomo perché possono provocare danni inaspettati. Consideriamo i disinfettanti. Uccidono gli organismi. Per essere utilizzati in modo sicuro, devono essere testati. A volte queste sostanze chimiche sono utilizzate in modo improprio, perché vengono impiegate per scopi diversi da quelli per cui sono state progettate. L'uso improprio delle sostanze chimiche assume diverse forme; dimostriamo di comprendere l'uso sicuro delle sostanze chimiche quando evitiamo queste pratiche:

Uso di un prodotto chimico non adeguatamente testato, non adeguatamente registrato o di un prodotto chimico registrato utilizzato in modo improprio.

Prodotti chimici non conservati correttamente

Uso di un prodotto chimico non

adeguatamente abbinato al lavoro o testato sul luogo di pulizia.

Mancata ventilazione durante la pulizia.

Utilizzo di una quantità eccessiva di un prodotto chimico

Utilizzo di prodotti chimici mescolati

Smaltimento improprio dei rifiuti chimici.

CORRETTO SMALTIMENTO

DEI RIFIUTI DI PULIZIA

Un corretto smaltimento è l'obiettivo finale della pulizia. Ci sono tre domande fondamentali da porsi quando si smaltiscono i rifiuti di pulizia: lo smaltimento è legale? Lo smaltimento è socialmente accettabile? Lo smaltimento è compatibile con l'ambiente? Se la risposta a tutte queste domande è affermativa, allora abbiamo eseguito correttamente la fase di smaltimento della pulizia. Se smaltiamo i rifiuti in modo dannoso, non stiamo pulendo. I rifiuti di pulizia possono essere trattati e resi sicuri, oppure possono essere decomposti in modo da restituire i loro elementi ai cicli naturali, in par-

ticolare quelli derivanti dalla fotosintesi. L'acqua è la sostanza più semplice da pulire. I rifiuti a base di acqua possono sempre essere trattati e riportati a uno stato pulito. Molte sostanze possono essere riutilizzate. Tutti i rifiuti di pulizia devono essere smaltiti nel sistema di trattamento delle acque reflue o di gestione dei rifiuti solidi. È importante comprendere la natura dei rifiuti e il loro corretto smaltimento. Un rifiuto liquido o solido è "pericoloso" se è infiammabile, corrosivo, reattivo, produce una reazione chimica violenta o è tossico. Quando i rifiuti pericolosi sono mescolati con quelli non pericolosi, i rifiuti combinati sono classificati come pericolosi. Chi partecipa alle operazioni di pulizia non dovrebbe essere coinvolto nella gestione dei rifiuti pericolosi se non è pienamente consapevole dei requisiti di legge, Inoltre, bisogna considerare che i rifiuti umani o biologici devono essere gestiti separatamente dagli altri rifiuti.

Bibliografia completa disponibile su dimensionepulito.it

36 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 PROFESSIONE

Le proposte Comac per ogni esigenza di pulizia

Sono macchine ad alta pressione che offrono potenza, affidabilità e grande maneggevolezza anche nelle situazioni di uso più gravose. Oltre alla vasta gamma di macchine, Comac offre anche numerose tecnologie capaci di coinvolgere l’utilizzatore ad un uso responsabile delle risorse.

Comac da quasi 50 anni progetta e realizza una gamma completa di macchine per la pulizia professionale.

Grazie ad un uso responsabile delle risorse, Comac si impegna a minimizzare l’impatto ambientale dell’intero processo produttivo con l’obiettivo di sensibilizzare il settore della pulizia verso soluzioni che rispettino l’ambiente.

La gamma di lavasciuga pavimenti comprende numerosi modelli uomo a terra e uomo a bordo in grado di garantire una pulizia efficace di spazi sia piccoli che molto ampi, progettate per essere anche estremamente semplici da utilizzare.

Le spazzatrici Comac sono indicate per pulire pavimenti di ogni tipo. Disponibili in

diverse versioni: dalle spazzatrici uomo a terra, indicate per superfici di piccole o medie dimensioni, alle uomo a bordo, adatte per spazi più ampi; si arriva infine alle spazzatrici stradali equipaggiate con sistema TwinAction che garantiscono alte prestazioni e ottimi risultati. Comac nella sua gamma offre anche una vasta scelta di aspiratori sia industriali che professionali, adatti per l’aspirazione di polveri e liquidi. Maneggevoli e robusti, gli aspiratori Comac garantiscono un’ampia versatilità e rispondono a diverse esigenze di applicazione.

A disposizione dei clienti Comac esistono inoltre vari tipi di monospazzole a ingranaggi, orbitali e ad

alta velocità, perfette per la manutenzione, il ripristino, la pulizia di fondo e la lucidatura dei pavimenti. Tra le offerte della gamma possiamo inoltre trovare una vasta scelta di sanificatori, con la quale Comac ha permesso ai suoi clienti di fare fronte alle esigenze nate negli ultimi anni di pandemia. Disponibili nella versione a pistola spray, a carrello o uomo a bordo, i sanificatori Comac riescono ad igienizzare velocemente sia piccoli che grandi ambienti distribuendo sulle superfici le soluzioni sanificanti in modo efficace e uniforme. A completare la gamma di prodotti troviamo le idropulitrici professionali, disponibili nella versione ad acqua calda e ad acqua fredda.

La tecnologia CFC – Comac Fleet Care è lo strumento di Comac che permette di gestire al meglio l’intera flotta. Tramite computer, smartphone o tablet è possibile controllare a distanza lo stato di salute delle macchine, se sono in uso, da chi e se necessitano di manutenzione, così da intervenire in modo tempestivo, evitando fermi macchina e costosi interventi di manutenzione.

La tecnologia CFC permette anche alle macchine di rientrare nel nuovo piano governativo italiano di transizione Industria 4.0, che consente alle imprese di investire nell’aggiornamento e nella digitalizzazione delle operazioni di pulizia accedendo alle agevolazioni fiscali previste nel piano grazie al credito d’imposta.

Le tecnologie e i numerosi accessori disponibili per le macchine Comac permettono di ottenere soluzioni personalizzate e capaci di soddisfare al meglio ogni esigenza di pulizia.

MACCHINE
comac.it

La grande opportunità del distributore

Prendendo spunto dall’automotive, in altri settori industriali l’evoluzione del mercato ha portato il noleggio a ricoprire un ruolo sempre più centrale all’interno delle attività dei dealer.

Si tratta di un cambiamento irreversibile: per sua natura, il noleggio rappresenta un punto di incontro ideale tra le necessità di diffusione dei produttori e quelle dei distributori concentrati nel trovare nuovi servizi per incrementare la marginalità. Al contempo, un servizio professionale di noleggio a breve permette a questi ultimi di moltiplicare le occasioni di contatto con i clien-

ti, che possono usufruire dei migliori prodotti e di un’ampia gamma di servizi aggiuntivi costruiti intorno ai loro bisogni.

Questa tendenza sta assumendo dimensioni rilevanti anche nel settore della pulizia professionale, come evidenziano le più recenti ricerche di mercato. In alcuni casi, l’interesse nasce come risposta all’attuale scenario economico che, in seguito all’aumento dei costi e alla mancanza delle materie prime, ha visto diminuire tanto la capacità produttiva dei costruttori quanto quella di acquisto delle imprese. Nei casi più lungimiranti, invece, non si tratta di un comportamento reattivo, ma piuttosto di una scelta strategica conseguente alle opportunità che il noleggio porta con sé per i dealer e per il mercato, coerenti con il trend della domanda.

NUOVI ASSETTI

Sempre più aziende di distribuzione hanno individua-

38 DIMENSIONE PULITO | 01/2023
Integrare con un efficace e puntuale servizio di noleggio la propria attività distributiva è un processo articolato, complesso e delicato, che richiede competenze specifiche e basi teoriche molto solide
NOLEGGIO PROFESSIONALE

to nel noleggio la soluzione ideale dei problemi atavici sia del settore – che si presta alle soluzioni integrate verso la clientela finale – sia della loro stessa identità, in cerca di un nuovo assetto e margini diversi rispetto a quelli tradizionali della vendita, messi sempre più a rischio anche dai diversi marketplace. Sono aspetti che ben si combinano con le necessità degli utilizzatori finali, sempre meno legati alla proprietà delle macchine e orientati a modificare il loro comportamento verso l’uso dei prodotti, mettendo in discussione l’acquisto come unica soluzione. In Italia, molte imprese di pulizia rimangono fortemente legate alla proprietà, in special modo per le necessità continuative e basilari della loro attività. Altrettante, si sono però avvicinate al noleggio come modalità d’uso continuativa, non solo per i picchi di lavoro, ma per una questione di maggior controllo dei costi e di massima flessibilità nella scelta delle macchine da utilizzare nelle diverse applicazioni.

Questi nuovi soggetti, che si affacciano al noleggio con grande consapevolezza, rappresentano una domanda in grado di apprezzare rapidamente tutti i vantaggi garantiti dai prodotti e dall’organizzazione offerta da un noleggiatore professionale e, in genere, ripagano il dealer con una fedeltà che non ha pari oggi nella vendita. Il noleggiatore, a sua volta, sarà in grado di nutrire questa fedeltà fornendo soluzioni sempre puntuali e personalizzate alla sua clientela, svolgendo un’importante funzione in termini di

educazione della domanda. Eliminando il focus esclusivo sulla vendita, offrire il noleggio permette ai dealer di incrementare la competitività e la redditività attraverso l’erogazione di servizi di qualità e di valore aggiunto imparagonabili rispetto alla concorrenza sempre più agguerrita e incentrata sul basso prezzo dei marketplace digitali (soluzione che resta efficace per il semplice acquisto ma spesso a scapito del dealer) generando un cash flow continuo che migliora la liquidità e, talvolta, copre molto più della gestione caratteristica.

CAMBIARE IDENTITÀ

Integrare con un efficace e puntuale servizio di noleggio la propria attività distributiva è però un processo articolato, complesso e delicato, che richiede competenze specifiche e basi teoriche molto solide non assimilabili all’attività commerciale o finanziaria. Avviare o potenziare un’attività di noleggio senza averne piena consapevolezza espone il dealer a errori grossolani, come ad esempio cercare la competitività attraverso canoni al ribasso, che svalutano l’immagine dell’azienda e la natura del servizio offerto. Oppure, considerare il noleggio un’attività unicamente propedeutica alla vendita. Si tratta, purtroppo, di fraintendimenti molto diffusi perché legati alla vecchia identità del dealer che, però, in un contesto come questo rischiano di rendere controproducenti gli sforzi fatti per migliorare la qualità percepita dei servizi e il loro ritorno economico.

Per strutturare un’attività di noleggio efficiente e produttiva è necessario effettuare un cambio di paradigma imprenditoriale rispetto all’attività commerciale. Significa spostare il focus dal prodotto alla gestione della relazione con il cliente. Un cambio di pelle necessario per poter soddisfare la clientela e fidelizzarla con soluzioni che generano vantaggi economici e operativi inequivocabili, derivanti dall’uso di prodotti svincolati dalla proprietà. Per farlo, il dealer deve mostrare una mentalità aperta a rivedere il proprio modello di business, ristrutturandolo intorno alle necessità dei suoi clienti, individuate con chiarezza in uno scambio continuo di informazioni, e differenziate sulla base di specifici bisogni in evoluzione. Attraverso una corretta organizzazione dei processi, improntata alla qualità della relazione, il mercato degli utilizzatori – nella sua più ampia accezione – sarà messo nelle condizioni di percepire il noleggio come un servizio ampio e di alto livello, gratificante sotto ogni punto di vista.

Per portare a termine un cambiamento di tale portata, è fondamentale potersi avvalere di un personale reso consapevole da una formazione specifica, che consenta a tutte le funzioni aziendali di gestire in modo sinergico ed efficace gli elementi fondanti del noleggio, come la conoscenza delle principali dinamiche reddituali, l’organizzazione delle attività, la comunicazione dei vantaggi ai clienti e la gestione dei rapporti commerciali con i partner.

39 DIMENSIONE PULITO | 01/2023

Newsletters

L’aggiornamento

Argomenti trattati

Dossier di approfondimento tematico su una tecnologia o un tema di interesse per il settore

Tavola rotonda

Analisi normative

Tutorial di aggiornamento professionale

Case history selezionate dal comitato

Ricerche nazionali e internazionali

Analisi dei casi di studio

Profilo dei lettori

Progettisti d’impianti, società di engineering, contractor, manager, esco, enti, associazioni di categoria,

Piano editoriale

NumeroArgomento Focus

Impiantistica ospedaliera

Data Center

Qualità dell’ambiente IAQ IEQ

decisori
VRF-VRV
Sistemi
Ventilazione filtrazione BEMS Accumulo Recupero calore Edifici scolasticiPompe Quine Business Publisher I LSWR Group Via G.Spadolini 7 - 20141 Milano nazione - Domotica, dei - Nuove -Recupero sparmio -Sistemi -Accumuli Distribuito Klimahouse MCE SAIE Ecomondo Oltre Attualità, notizie, mercato, news e trends in tempo reale
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Scuola SISTEMA

SICUREZZA

Problematiche igieniche nel post pandemia

TECNOLOGIA

Nuove sfide per la ristorazione

IAQ

Aria sana

nelle scuole

PEST CONTROL

Vespa crabro in una struttura scolastica

ANNO 32 n. 1
GENNAIO/ FEBBRAIO 2023

Prodot ti per l'igiene e la prof umazione nella c omunità

Depuratori d’aria a raggi UV-C per la sanificazione dell’aria in ambienti chiusi

AIR SANITIZER 240

Tratta sino a 485 m3/h

Lampade: 240 W-UV-C

Doppio filtro HEPA

Timer + telecomando 3 velocità

Double safety system

AIR SANITIZER 60/120

Tratta sino a 100 m3/h

Lampade da 60-120 W

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Sommario

SPECIALE SISTEMA SCUOLA

IN COPERTINA

KEMIKA, dal 1976, sviluppa, produce e distribuisce specialità chimiche e attrezzature per le pulizie professionali e per il settore Ho.Re.Ca. Propone inoltre macchine che commercializza con il marchio NOVA: lavasciuga, spazzatrici, monospazzole, aspiratori, macchine ad iniezione-estrazione, battitappeto. È presente sul mercato nazionale, in altri paesi europei o dell’area mediterranea. Azienda certificata ISO 9001, ISO 14001.

POST-PANDEMIA

S 8

Massima igiene. Priorità assoluta

Maurizio Pedrini

INTERVISTA ANDIS

S 16

Scuole più pulite, sicure e salubri.

Bisogna fare rete

Maurizio Pedrini

SERVIZI MENSA

S 26

Nuove sfide per la ristorazione

Francesca De Vecchi

SICUREZZA Problematiche igieniche nel post pandemia TECNOLOGIA Nuove sfide per la ristorazione IAQ Aria sana nelle scuole PEST CONTROL Vespacrabro a lezione ANNO 32 n. GENNAIO/ FEBBRAIO 2023
SISTEMA
Scuola
S8 S16 S26

SOMMARIO SPECIALE SISTEMA SCUOLA

INTERVISTA CISL SCUOLA

S 32

Più risorse e formazione per una scuola pulita

Maurizio Pedrini

SICUREZZA

S 36

Pulizia e igiene: una questione culturale

Fabio Chiavieri

S 40

Le scuole sicure che tutti vorremmo

Massimo Bosetti e Davide Luraschi

INDOOR AIR QUALITY

S 42

Aria sana nelle aule.

Le linee guida.

a cura di Simone Ciapparelli

DISINFESTAZIONE

S 48

Linepithema (Iridomyrmex) humilis

Sintesi di due interventi.

Chiara Dassi

S 50

Un’invasione di arvicole

Graziano Dassi

S 52

Vespa crabro . Un esempio di lotta

Giulio Saredi

S32 S42 S52

Massima igiene priorità assoluta

La scuola non ha scordato la dolorosa “lezione della pandemia”. Dopo anni di emergenza e isolamento, con lezioni on line, gli alunni sono tornati a scuola, ma la “normalità” è solo apparente perché il malessere psicologico è ancora diffuso tra bambini e ragazzi

SISTEMA SCUOLA S•8 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 POST-PANDEMIA

Asettembre la scuola italiana ha riaperto i battenti con la prospettiva di un apparente ritorno alla normalità: eliminate le mascherine e le rigide procedure anti Covid, i vaccini, le mascherine, i distanziamenti e i “banchi a rotelle”, sembra che la lunga fase d’emergenza dettata dal SARS CoV 2 rappresenti, ormai, solo un ricordo. Ma non è così, per varie ragioni: pensiamo, anzitutto al profondo malessere dei nostri bambini, dei giovani, figli o nipoti, che hanno vissuto una fase della vita così emotivamente e psicologicamente difficile, tanto complessa quanto imprevedibile. Il loro è un malessere profondo, destinato a restare impresso nella memoria, anche a livello inconscio, carico di incertezza personale. In un momento così delicato, come quello che stiamo attraversando, con la guerra alle porte di casa, la crisi economica e la po -

vertà galoppante che pesa sul Paese, questo disagio si aggiunge alla grande incertezza sul futuro che aleggia in tutti noi. Inutile nascondere, inoltre, che nel mondo della scuola, come nella società e in tutti noi, è rimasta la paura del contatto fisico, del ritrovarsi e stare insieme. Anni di lezioni e interrogazioni a distanza, ore e ore vissute tappati in casa con relazioni virtuali, frequentazioni on line e lavoro digitalizzato in smart working, hanno generato - anche in molti docenti - l’errata convinzione che si possa fare e vivere la scuola in questo modo un po’ perverso, facendo di necessità virtù. Quando invece, ben sappiamo, che la scuola è - innanzitutto, palestra di vita reale, in comunità, luogo privilegiato dove - prima delle nozioni e dei tecnicismi - si dovrebbe imparare a diventare cittadini, apprendendo e praticando la democrazia. Non

sarà poi così facile, dunque, tornare a quella normalità che dovrebbe andare a braccetto, soprattutto in un ambiente educativo privilegiato, con la parola serenità.

Per raggiungere questo non facile obiettivo, reso ancor più difficile dalla permanenza del Covid 19 tra noi, sia pure in forme e varianti meno gravi e dannose, ma pur sempre pericolose per la nostra salute, anche il mondo della scuola e le famiglie - a nostro avviso - dovranno impegnarsi congiuntamente al massimo, per evitare che un timore legittimo spezzi i legami sociali, trasformandosi in una sorta di diffidenza generalizzata verso l’altro e finisca per isolare ancora di più le giovani generazioni in una vita in cui la maggior parte del tempo e degli interessi sono concentrati davanti all’attrattiva irreale di uno smartphone. Sono, a nostro avviso, proprio

S•9 DIMENSIONE PULITO | 01/2023

le esperienze mancate di bambini e ragazzi a pesare maggiormente sulla loro crescita: in questi due anni di pandemia, questi cittadini di domani hanno fatto meno sport, meno musica, meno  attività ricreative e sociali. Soprattutto hanno fatto meno amicizie, si sono conosciuti e frequentati di meno, innamorati di meno. E hanno avuto meno conflitti relazionali da gestire. Aggiungiamo anche che hanno corso di meno, cantato e danzato di meno, costruito con le loro mani in misura minore. In un contesto, come quello italiano, dove alle giovani generazioni si propongono sempre meno esperienze pratiche e manuali, gli effetti di questa dipendenza dalla dimensione virtuale e puramente intellettuale, rischiano di essere devastanti, sia per la qualità della vita che per l’approccio al mondo del lavoro, con l’ulteriore abbandono delle attività professionali artigianali e pratiche, come quelle - che a noi stanno particolarmente a cuore - connesse alla pulizia e all’igiene professionale, le quali mai come ora, così come l’ambito dei servizi alla persona, offrirebbero prospettive di occupazione.

CURA DELLA PULIZIA

Legittimo, perciò domandarsi cosa sia rimasto, di buono, di importante e utile di quei due anni di terribile pandemia che hanno segnato anche la scuola, come l’intera società italiana. Tra gli insegnamenti positivi, c’è sicuramente la rinnovata attenzione alla cura della pulizia: a partire dalla riscoperta delle più semplici, basilari e sagge nozioni di igiene personale, che un tempo i nostri genitori e maestri ci inculcavano nella mente. Lavaggio accurato e asciugatura paziente delle mani, pulizia delle scarpe (a volte, nelle scuole elementari di montagna) depositate in appositi armadietti a scuola per essere sostituite da calzari e pantofole; igienizzazione periodica di banchi e cattedre; ricambio frequente dell’aria nelle aule, ecc. La pandemia ha generato la stesura di protocolli per la sanificazione delle superfici, l’impiego di prodotti e attrezzature specifiche per la pulizia. Non solo: si è creato un clima di vigilanza e monitoraggio costante sulla pulizia, divenuta elemento centrale e discriminante, con formazione del personale, in primis dei collaboratori scolastici, finalmente

valorizzati e incentivati in questo loro prezioso ruolo; per non parlare degli investimenti che forse, per la prima volta, il Governo ha destinato in misura significativa a questa “voce” del bilancio, troppo spesso trascurata. Anche tra i Dirigenti Scolastici è cresciuto l’interesse per le problematiche legate all’igiene, inquadrata in termini di sicurezza e prevenzione per la salute degli alunni e del personale. Basti pensare che l’attenzione per il rischio di contagio delle particelle contenenti il virus - peraltro rivelatosi comunque contenuto sulla base di numerosi studi scientifici - nell’aria indoor, ha acceso la curiosità e l’attenzione di molti dirigenti scolastici sulle problematiche connesse alla ventilazione, al ricambio e alla qualità dell’aria nelle scuole: un'attenzione sollecitata anche da tre Decreti Legge e indicazioni strategiche emanate lo scorso anno, che temiamo rischino di rimanere disattesi. Ciò che, a nostro avviso più conta, è che sia cambiato sostanzialmente il clima, l’approccio stesso alla tematica, a lungo trascurata, dell’enorme importanza della pulizia nella scuola, di quegli edifici scolastici nei quali i nostri figli e nipoti trascorrono ore cruciali, spesso gran parte del tempo delle loro giornate di vita. Come accettare che non siano pensate, pianificate e attuate tutte le procedure e siano messe in campo le massime risorse economiche ed umane per far sì che questi ambienti siano igienicamente protetti e salubri?

C’È IL RISCHIO CHE LA DOLOROSA “LEZIONE” IMPOSTA DAL SARS COV-2 VENGA

DIMENTICATA. LA SPERANZA

È CHE LA “SANTA ALLEANZA” PER L’IGIENE SI RAFFORZI

C’è il rischio che, nell’ambito della scuola, passata l’emergenza, si ritorni alla situazione precedente alla pandemia, ignorando la preziosa, anche se dolorosa “lezione” imposta dal SARS CoV-2? Speriamo proprio di no. Rite -

SISTEMA SCUOLA S•10 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 POST-PANDEMIA

niamo che quella mobilitazione non debba affatto diminuire, che quel patrimonio di esperienze, conoscenze e condivisione di sforzi, debba anzi vedere sempre più impegnati tutti i soggetti protagonisti della “santa alleanza” per l’igiene, proficuamente sviluppata negli anni scorsi. Quando, poi, parliamo di cura della pulizia e dell’igiene a scuola, cosa intendiamo, in concreto? Facciamo alcuni esempi, frutto anche di una lunga esperienza maturata sul campo come docente. La pulizia dei banchi dovrebbe avvenire quotidianamente, in modo accurato, per limitare la diffusione e l’esposizione di batteri e virus che sono spesso la causa prima di raffreddori e influenze. L’attrezzatura per una corretta sanificazione - evidenziamo questo termine legato all’ordinarietà e alla quotidianità degli interventi di pulizia delle superfici, non alla straordinarietà - include: un secchio, acqua calda, guanti di gomma, spugna di buona qualità, detergenti specifici, disinfettanti, panni per l’asciugatura. Il detergente indicato è senz’altro di tipo professionale, concentrato, polivalente o a base alcolica, particolarmente adatto per rimuovere la sporcizia superficiale con l’ausilio di una spugna. Guanti di gomma e mascherina (non sempre presente, purtroppo sul volto dei collaboratori scolastici addetti alle pulizie), sono consigliati per evitare il contatto con i detergenti e sgradevoli, a volte pericolose, inalazioni. Residui di colla, vernice o gomma da masticare, sono difficilmente eliminabili con il solo detergente. Per una sanificazione completa dei banchi, il detergente va passato anche su gambe e scomparti o cassetti. Una volta pulito, il banco di scuola va disinfettato tramite prodotti specifici e poi asciugato con panni che non lascino pelucchi o depositi d’acqua. Soffermiamo brevemente la nostra attenzione anche sulla disinfezione delle classi: per consentirne, a suo tempo, la riapertura, sono state fornite ai dirigenti scolastici precise

direttive allo scopo di mantenere gli ambienti scolastici puliti e igienizzati a dovere, mettendo cioè in pratica attività intensive di pulizia, disinfezione e sanificazione, indirizzate a bloccare non solo l’avanzata del contagio da Covid, ma anche di altre possibili malattie. La corretta disinfezione dei luoghi scolastici parte da una completa pulizia di ambienti ed elementi d’arredo con acqua e detergenti comuni, ma prevede anche la decontaminazione tramite ipoclorito di sodio allo 0,1% o etanolo al 70%, dopo la pulizia con un detergente neutro. Inoltre, durante le operazioni di pulizia con prodotti chimici, è di fondamentale importanza assicurare la ventilazione costante e accurata di tutti gli ambienti che compongono la struttura scolastica.

LA GUIDA INAIL

La guida dell’INAIL, rappresenta, a nostro avviso, una “guida sicura” da seguire costantemente, un vademecum su come vanno effettuati gli interventi di pulizia. Intitolata: “Gestione delle operazioni di pulizia, disinfezione e sanificazione nelle strutture scolastiche”, rappresenta un prezioso punto di riferimento per docenti e personale ATA che comprende istruzioni obbligatorie, suggerimenti e indispensabili consigli per la pulizia della scuola. Un primo suggerimento è quello di prestare sempre una particolare attenzione alle zone utilizzate da tante persone: qui è assolutamente necessario effettuare una pulizia più profonda e una disinfezione perfetta, per minimizzare il rischio di diffusione di batteri, polveri, virus e altri agenti patogeni, consentendo lo svolgimento di tutte le attività in sicurezza. Un’altra indicazione, - se vogliamo legata al buon senso - ma mai detta abbastanza, è quella di impiegare strumenti e procedure che non consentano il sollevamento di pulviscolo, destinato inesorabilmente a depositarsi su superfici e pavimenti, ma anche su operatori addetti alle pulizie e altre persone. Le

scuole, perciò, dovrebbero ricorrere a una pulizia con aspirapolveri dotati di filtri ad alta efficienza, riducendo anche la possibilità di rilasciare allergeni nell’aria, provocando allergie, asma o problemi respiratori in genere. Per quanto riguarda gli interventi di disinfestazione, volti ad eliminare parassiti o ratti, è preferibile svolgere questo tipo di pulizia invasiva nei periodi di assenza di docenti, alunni e personale. Riflettendo su queste linee guida, come abbiamo detto, di grande rilievo, sorgono due domande. La prima è come mai, pochi istituti scolastici investano sulla pulizia meccanizzata, acquistando e dotando i collabora-

tori scolastici di aspirapolveri, aspiraliquidi, monospazzole e lavasciuga pavimenti, per una più funzionale ed efficace igienizzazione delle superfici. La seconda riguarda proprio la qualità degli interventi di pulizia, che richiedono personale adeguatamente e costantemente formato, aspetto ancora non adeguatamente sviluppato, anche con specifiche forme di aggiornamento, in particolare sull’uso dei prodotti chimici. Qualche anno fa si sviluppò anche la polemica circa l’apertura alle imprese di pulizia specializzate delle porte scolastiche, almeno per gli interventi di pulizia straordinari. Personalmente riteniamo che i collaboratori scolastici, se preparati e motivati, anche sotto il profilo economico, possano svolgere al meglio anche i loro compiti di “custodi” della pulizia e sicurezza nelle scuole.

S•11 DIMENSIONE PULITO | 01/2023

FORMAZIONE

C’è, infine, il fattore che potremmo definire “pedagogico”: come educare concretamente i bambini e le giovani generazioni alla cultura del pulito? In altri Paesi, l’approccio, come abbiamo già sostenuto, è assai più pratico del nostro. Da noi qualche genitore si scandalizza ancora se un docente, maestro o professore, invita o “forza” gli alunni a raccogliere le carte per metterle nel cestino, o a tenere pulito il suo banco. Fortunatamente si va diffondendo progressivamente nelle scuole la cultura della sostenibilità ambientale e della raccolta differenziata finalizzata al riciclo dei rifiuti. Progetti di eco-sostenibilità prevedono campagne che non disdegnano “giornate ecologiche”, in cui allievi, insegnanti e genitori si impegnano a raccogliere, con tutte le opportune precauzioni, i

rifiuti abbandonati da maleducati e incivili cittadini nei luoghi pubblici. La mentalità poco avvezza alla pratica, sta lentamente lasciando il posto ad un approccio diverso, più concreto. L’introduzione dei nuovi programmi di educazione civica nei vari gradi scolastici, con una grande attenzione all’Agenda 2030 e alla Cittadinanza attiva, apre ulteriori importanti possibilità da sfruttare per diffondere la cultura dell’igiene e del rispetto dell’ambiente nelle scuole. Ma non basta: la scuola italiana pubblica, come avviene in Francia e in altri Paesi come il Brasile, dovrà prevedere un percorso di studi superiori e universitari per addestrare dai livelli più “operativi” a quelli più elevati e dirigenziali/manageriali le figure professionali specializzate in igiene professionale, di cui abbiamo estremamente bisogno. Finora questo compito

è stato delegato ai corsi organizzati da imprese, aziende e privati, con il sostegno di Regioni o altri enti. Secondo il nostro modesto parere, è giunto il momento della svolta: lo Stato deve intervenire con una formazione pubblica, qualificata e accessibile, che punti a certificare le competenze, come avviene in tanti ambiti professionali. Le esperienze pilota avviate all’Università di Bergamo e il progetto che AFIDAMP sta portando avanti per la creazione di un apposito Istituto Professionale, ci inducono a sperare che, finalmente, il Governo, le Istituzioni e la politica, si rendano conto che la società italiana ha bisogno di una vera e propria “scuola del pulito professionale” che formi a trecentosessanta gradi i professionisti di questo importante e delicatissimo settore, così prezioso per la società e la civiltà.

SISTEMA SCUOLA S•12 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 POST-PANDEMIA

Aladin, il sistema di dosaggio automatico sicuro per l’operatore

contenga rimanenza di prodotto dal giorno precedente. Infatti la bilancia, pesandone il contenuto, riempie il flacone per differenza.

Il sistema Aladin azzera completamente il rischio chimico in quanto, le taniche di prodotto super concentrato sono chiuse a chiave in un vano posto sotto il sistema di dosaggio, accessibile solo agli operatori autorizzati. Il prodotto miscelato e diluito dal sistema Aladin perde ogni simbologia di pericolosità rendendolo innocuo per chi lo utilizza. Il buon senso e il rispetto delle normali norme di sicurezza fanno il resto.

Aladin è ideale per molteplici settori: Sanitario, Assistenziale, Ospitalità, Scolastico e Universitario, Wellness e be-

nessere, Commerciale, Civile e Industriale.

Il sistema Aladin è in linea con le linee guida dettate dal Decreto Ministeriale del 29 Gennaio 2021 riguardante i prodotti detergenti a marchio Ecolabel e i sistemi di dosaggio che ne permettano il controllo. Aladin permette, in automatico, di ottenere i dati di consumo di ogni singolo detergente sulla base del periodo selezionato, di averne il report stampabile direttamente dalla piattaforma web. Il monitoraggio dell’impatto ambientale riguarda imballi di plastica, imballi di cartone, acqua, energia elettrica e CO2 con riduzioni significative fino all’80%. Aladin è la soluzione ideale per il rispetto dell’ambiente.

I VANTAGGI DEL SISTEMA ALADIN

Il sistema Aladin, progettato e realizzato da AR-CO Chemical Group, produttore italiano di detergenti professionali, permette, attraverso la nuova piattaforma web Aladin, la programmazione preventiva delle diluizioni del prodotto preparate sulla base delle attività da svolgere nel cantiere e in base alle esigenze del cliente. Terminata la configurazio-

ne questa viene inviata alla macchina che, da subito, attraverso una bilancia elettronica gestita da un tablet, eroga prodotto chimico super concentrato e acqua in funzione del contenitore e del dosaggio programmato.

La bilancia elettronica permette di ottenere sempre la corretta diluizione del prodotto nel flacone sia che sia completamente vuoto o che

• Programmazione preventiva dei dosaggi

• Gestione e monitoraggio dei consumi

• Azzeramento del rischio chimico

• Riduzione degli stock di magazzino

• Controllo e riduzione dei costi

• Controllo e tracciabilità delle operazioni via remoto

• Report aggiornato in tempo reale del miglioramento dell’impatto ambientale

• Formazione del personale continua

• Linea completa di detergenti con linee personalizzate Food, Hotel, Ecolabel e Probiotici

DETERGENZA
arcochimica.it

La pulizia al servizio della scuola

Un carrello versatile, uno strizzatore che strizza da solo, un sistema per ottimizzare i processi: TTS presenta la triade pensata per la pulizia delle scuole

Spazi angusti, operazioni macchinose, sprechi di tempo ed energie: la pulizia si trova ad affrontare una serie di problematiche che inficiano la qualità del servizio e compromettono la salute degli operatori se non opportunamente affrontate con strumenti idonei e procedure adeguate. Le soluzioni professionali di TTS si propongono di rendere la pulizia più leggera ed efficiente oltre che efficace, superando brillantemente le sfide che ogni ambiente e operazione porta necessariamente con sé.

IL CARRELLO COMPATTO DAI GRANDI DETTAGLI

Progettato per assicurare il minimo ingombro e la massima flessibilità, Nickita è la soluzione ideale per la pulizia professionale degli ambienti scolastici di diverse metrature: il carrello può essere attrezzato indistintamente con due secchi da 15 o 25 litri, ottenendo una configurazione da 50 litri per ampi spazi o una ridotta da 30. Il sistema doppio secchio con codice colore contribuisce al mantenimento di elevati standard di igiene in quanto separa in modo chiaro l’acqua pulita da quella di risciacquo, evitando in questo modo di contaminare la soluzione detergente durante le operazioni di lavaggio.

Non solo versatilità e igiene, Nickita si distingue anche per la compattezza che consente di muoversi agevolmente tra l’arredo scolastico, lungo i corridoi e nei passaggi più stretti mentre la maniglia ergonomica lo rende estremamente semplice e comodo da condurre.

Il carrello è conforme ai CAM in quanto attrezzato con secchi provvisti di manici colorati, realizzati in plastica riciclata certificata PSV - Plastica Seconda Vita.

www.ttsystem.com

LO STRIZZATORE

CHE STRIZZA PER TE

Nickita è ora disponibile nella versione con Wiz, il nuovo strizzatore a piastra che massimizza le prestazioni minimizzando gli sforzi. Il tempo di asciugatura del pavimento si riduce con Wiz che strizza dal 10 al 20% in più rispetto agli strizzatori tradizionali, eliminando subito tutta l’acqua in eccesso.

Il sistema di regolazione permette di impostare quattro diverse intensità di strizzaggio, variando l’umidità del ricambio in base alle esigenze e mantenendola costante a ogni strizzatura: il risultato non è più legato alla forza dell’operatore che deve semplicemente accompagnare la leva fino a fine corsa, senza essere obbligato a ripetere l’operazione più volte.

Qualunque sia il ricambio utilizzato o l’intensità di strizzaggio impostata, Wiz richiede sempre la metà degli sforzi rispetto agli strizzatori tradizionali, riducendo il rischio di infortuni e dolori muscolari: test sul campo evidenziano infatti una riduzione dello sforzo dal 50 al 70% che si traduce in un minor affaticamento.

IL PRIMO SISTEMA

DI AGGANCIO E SGANCIO IMMEDIATO

Nickita si è recentemente arricchito di un nuovo alleato che permette di trasformarlo in una stazione di lavoro completa: grazie a Lampo è finalmente possibile attrezzare il carrello con tutto il necessario per la spolveratura e il lavaggio, evitando continui viaggi allo sgabuzzino per prendere l’attrezzatura o recuperare scale e sgabelli per raggiungere le superfici più alte.

L’innovativo sistema di aggancio e sgancio immediato permette di usare un solo manico con tutta l’attrezzatura di cui si può necessitare: l’operatore può fissarlo in un attimo a piumini e scovoli per pulire in altezza, agganciandolo successivamente ai telai pavimento così da completare la pulizia degli ambienti. Con Lampo si può passare in pochi istanti da un telaio spolvero a uno lavaggio sganciandoli direttamente sul carrello evitando il contatto delle mani con superfici contaminate.

Nickita è disponibile nella versione con due dispositivi Plug Lampo per lo sgancio touch-free dei telai e nella versione con un Plug Lampo e una pratica vaschetta portaoggetti.

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Scuole più pulite, sicure e salubri Bisogna fare rete

SISTEMA SCUOLA
INTERVISTA PRESIDENTE ANDIS

La dottoressa Paola Bortoletto, padovana, dirigente scolastica con una lunga esperienza alle spalle, è alla guida di ANDIS, Associazione Nazionale Dirigenti scolastici. Il suo, come quello di tanti colleghi, è diventato un ruolo assai impegnativo e, per certi aspetti, scomodo, anche a seguito del processo di autonomia scolastica. Lo Stato ha infatti delegato gravose responsabilità a queste figure, fra cui la gestione della sicurezza, ben sapendo che i margini di intervento e azione di chi è alla guida dell’istituzione scolastica sono circoscritti da invalicabili limiti burocratici e finanziari.

I dirigenti scolastici sono chiamati ad affrontare parecchi problemi, tra cui quelli in materia di sicurezza e prevenzione, che investono la pulizia nelle scuole. Che ne pensa?

“In effetti questi temi ci stanno molto a cuore: li abbiamo affrontati a più riprese in tutte le sedi istituzionali, in particolare durante un incontro alla Camera dei Deputati, con i parlamentari, poco prima che scoppiasse la pandemia. Il problema della sicurezza è entrato prepotentemente alla ribalta con il Decreto Legislativo 81 del 2008, o Testo Unico sulla sicurezza, che regola la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro. Ci siamo battuti con determinazione per fare chiarezza rispetto

ad una situazione assai ibrida, perché il dirigente scolastico ha in carico la gestione della sicurezza della scuola, del personale, degli alunni e dei locali, quando funziona il servizio scolastico.

Però, come ben sappiamo i proprietari dei fabbricati sono i Comuni, per quanto riguarda il primo ciclo, e le Province, per quanto concerne il secondo ciclo. Quindi vi è sempre la necessità di un costante interscambio tra Istituti Scolastici ed enti locali: in alcuni casi, questi ultimi si dimostrano sensibili rispetto alle nostre richieste, mentre in altri - anche per carenza di risorse - il dialogo è assai difficile e improduttivo. Il risultato di questa condizione, così incerta, che dobbiamo subire è che talvolta, a fronte di una comprovata situazione di rischio legata alla sicurezza dell’edificio, viene a mancare o si dilatano i tempi per gli interventi di messa in sicurezza da noi richiesti. Noi, in questi casi, possiamo solo interdire il passaggio degli alunni e dei docenti in un certo spazio, scala, aule o corridoio, ma il lavoro effettivo è compito di chi è preposto ad eseguirlo. A Roma, a suo tempo, abbiamo posto sul tavolo dei decisori l’assoluta necessità di distinguere compiti e responsabilità tra il gestionale e il proprietario, così è stata fatta un’apposita Legge, però – come purtroppo accade spesso in Italia –non sono stati emessi i decreti attuativi, così ci ritroviamo in una situazione di stallo assoluto.”

Si ha il timore che, col venir meno delle disposizioni e degli obblighi connessi alla prevenzione della diffusione del virus SARS CoV-2 nella scuola si abbassi la guardia sulla prevenzione e sull’igiene. È una preoccupazione fondata?

“Secondo me no, assolutamente. Ad agosto sono state emanate da parte del ministero dell’Istruzione, su indicazione dell’Istituto Superiore della Sanità, precise linee guida per prevenire l’avanzata del SARS CoV-2: da strategie di contrasto della diffusione dell’infezione si è passati, infatti, a strategie di mitigazione. L’obiettivo perseguito è contenere l’impatto negativo dell’epidemia sulla salute pubblica per la Scuola. Sono state indicate un insieme di misure di prevenzione di base da attuare sin dall’avvio dell’anno scolastico, individuando ulteriori possibili misure da realizzare su disposizione delle autorità sanitarie qualora le condizioni epidemiologiche peggiorino, al fine di contenere la circolazione virale e proteggere i lavoratori, la popolazione scolastica e le relative famiglie. Ci siamo adeguati scrupolosamente ad esse perché il periodo di emergenza è terminato il 31 agosto, mentre quelle formulate all’inizio dell’anno scolastico in corso, orienteranno a lungo la pratica effettiva: a partire dalla grande attenzione alla problematica respiratoria che investe direttamente le qualità dell’aria

S•17 DIMENSIONE PULITO | 01/2023
“Quello del cleaning professionale nella pulizia delle scuole, per noi rappresenta comunque un tema importante e delicato, che esige la nostra massima attenzione e competenza”, spiega la presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici
Maurizio Pedrini

indoor respirata dai nostri ragazzi. Io credo che queste nuove ‘regole’ saranno puntualmente applicate, così come è avvenuto nei due anni di pandemia, per quelle ‘straordinarie’ che ci hanno guidato per i due anni di pandemia, divenute per tutti noi un’abitudine, nel senso più positivo del termine. È un compito assai impegnativo, di questo siamo perfettamente consapevoli, che attueremo utilizzando al meglio le risorse a nostra disposizione, dedicandovi una particolare attenzione educativa e pedagogica affinché i nostri alunni divengano i veri artefici di questo importante processo.”

Parliamo di pulizia, igiene, disinfezione e sanificazione a scuola: crede che dopo il Covid 19 la sensibilità e le conoscenze dei dirigenti scolastici in materia siano aumentate?

“È chiaro che l’emergenza dettata dal SARS CoV-2 ci ha fatto entrare nel vivo di tutta una serie di problematiche che non tutti i dirigenti scolastici conoscevano adeguatamente, comprese quelle dell’igiene e della pulizia professionale nelle scuole. I vari DPCM con le indicazioni da seguire per mettere in atto le idonee misure di prevenzione previste dalle autorità sanitarie, ci hanno permesso di approfondire questa problematica, anche perché - non dimentichiamolo mai - abbiamo dovuto assolvere al ruolo di front-office per l’utenza che, il più delle volte si rivolgeva a noi, anziché ai servizi dell’Ulss, per avere ulteriori chiarimenti e informazioni. Inoltre è bene ricordare che durante il lock-down negli anni 2020 e 2021, mentre le scuole superiori erano chiuse, quelle della primaria hanno sempre funzionato, perciò abbiamo dovuto gestire famiglie sempre più spaventate, svolgendo un prezioso ruolo di supporto pratico e psicologico. Anche perché succedeva, specialmente per i più piccoli, che i genitori li mandassero a scuola con un po’ di raffreddore e qualche linea di febbre. Direi che dopo l’esperienza del Covid

19, l’attenzione per la salute, l’igiene, la pulizia e la prevenzione nel mondo della scuola è nettamente aumentata ed è giusto e doveroso che, da parte nostra e di tutto il personale della scuola, si ponga la massima attenzione a tutti questi aspetti, così delicati per la sicurezza e il benessere dei nostri alunni”.

Possiamo dire che è stato fatto un passo avanti verso una direzione di marcia dalla quale non si tornerà in -

dietro, anche per la promozione della cultura del pulito nel mondo della scuola?

“Sicuramente, anche perché il dirompente impatto del Covid 19 ci ha fatto molto riflettere. È vero che, dopo un’emergenza, quando si rientra nella cosiddetta ‘normalità’ certe routine rimangono, mentre altre scompaiono, però restano obblighi ben precisi, ai quali noi dirigenti scolastici, appartenendo alla Pubblica Amministrazione, non possiamo assolutamente sottrarci.

Dirigente scolastico dal 2007 nell’Istituto Comprensivo di Spresiano (TV) Paola Bortoletto ha svolto più anni di reggenza in altri Istituti comprensivi della provincia. Attualmente è in posizione di comando presso ANDISAssociazione Nazionale Dirigenti Scolastici - in cui ricopre la carica di Presidente nazionale dal maggio 2022. ANDIS è un’associazione non sindacale che dal 1988 offre una ricchezza di esperienze formative e professionali per la maturazione del ruolo di dirigente scolastico ed è impegnata a rappresentare al decisore politico e all’amministrazione scolastica le esigenze professionali dei propri iscritti (www.andis.it). Precedentemente ha svolto l’attività di insegnante e insegnante psicopedagogista per più di vent’anni. Nell’ambito dell’attività formativa di ANDIS ha curato (e cura) l’organizzazione di convegni, seminari, corsi di aggiornamento, webinar, tavole rotonde, di livello nazionale, regionale, provinciale. Dette iniziative sono state rivolte a dirigenti scolastici e docenti (anche

non soci) e hanno riguardato le più rilevanti tematiche legate allo specifico professionale e alle riforme in atto. Ha svolto ulteriori attività di formazione per docenti e genitori su tematiche quali l’inclusione, le competenze di cittadinanza e cittadinanza globale, la valutazione, l’autovalutazione e il miglioramento, il segmento 0-6. Ha collaborato, inoltre, alla stesura dei documenti ANDIS illustrati e depositati nelle audizioni presso le Commissioni di Camera, Senato e Ministero, curandone successivamente la diffusione presso le autorità competenti e gli organi di stampa: in particolare sulla violenza di genere, sulla violenza fra minori e sui minori, sull’introduzione dello psicologo nella scuola, sulla dispersione scolastica. Dal 2013 dirigente di scuola polo della Rete per la promozione della salute della provincia di Treviso, in collaborazione dapprima con l’Ulss n. 9, poi Ulss n.2 ha partecipato alla stesura della “Carta per una promozione della salute globale centrata sulle competenze”, al laboratorio per il futuro e a molte iniziative elaborate dalla rete interistituzionale scuola/ULSS/ EE.LL/famiglie sulla promozione della salute.

SISTEMA SCUOLA S•18 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 INTERVISTA PRESIDENTE ANDIS
CHI È PAOLA BORTOLETTO

Dobbiamo adempiervi sviluppando una missione di grande valore sociale ed etico, offrendo sempre un servizio di qualità e all’altezza delle aspettative. Per quanto mi riguarda, posso assicurarle che i miei collaboratori scolastici hanno sempre lavorato cercando di dare il massimo, curando in ogni dettaglio la pulizia dei reparti. Io dirigo un Istituto Comprensivo che ha anche una scuola dell’infanzia, quindi le lascio immaginare cosa significhi, in concreto, tutto ciò: i bimbi escono in cortile durante la ricreazione, toccano giocando la terra e si mettono le mani sporche in bocca. Quando rientrano nelle aule portano residui di terra nelle scarpine, lasciandoli nei corridoi e nelle aule sotto i banchi. Insomma è necessario che i collaboratori scolastici possiedano requisiti di attenzione, professionalità, pazienza, nutrendo affetto per questi piccoli allievi. Un’attenzione per la pulizia che, personalmente, ho sempre cercato di coltivare e valorizzare in tutti i modi possibili. In passato, ad esempio, ho predisposto e fatto somministrare agli alunni e al personale un questionario, intitolato:

‘La tua scuola è pulita?’, in cui ponevo tutta una serie di quesiti nel tentativo di elevare l’asticella dell’attenzione e della cura su questo fondamentale aspetto di civiltà. Certo, poi ci sono situazioni oggettive, che possono facilitare o rendere enormemente difficile l’obiettivo di raggiungere adeguati standard di igiene nelle scuole. Alcuni edifici, di recente costruzione, sono stati progettati in modo tale da agevolare la loro pulizia, e mi auguro che lo siano anche i 216 edifici scolastici previsti da PNRR, però non dimentichiamo che la stragrande maggioranza del patrimonio scolastico dello Stato è assai vecchio: molte scuole sono addirittura prive del Certificato Prevenzione Incendi”.

Ritiene che anche i dirigenti scolastici possano maturare ulteriori conoscenze nello specifico settore della pulizia professionale?

“Senz’altro. Noi, oltre ad essere un’associazione professionale, siamo anche un ente di formazione che opera in ambito nazionale. Quello del cleaning professionale, per noi rappresen-

ta comunque un tema importante e delicato, che esige la nostra massima attenzione e competenza. Ciò, nonostante sia il Dsga a occuparsi dell’acquisto dei prodotti per le pulizie, così come sia suo il compito di stabilire le assegnazioni e coordinare l’attività dei collaboratori scolastici. Noi, però, abbiamo la necessità di conoscere i prodotti chimici usati per le pulizie, i principi attivi che ne sono alla base, la loro sostenibilità in un’ottica di sicurezza e green. Così come è giusto che ci siano dati gli elementi di conoscenza per valutare gli strumenti e le tecnologie più idonee ad affiancare il lavoro del personale addetto alle pulizie. La sottoscritta, quando si è palesata la necessità di dotare una scuola media di macchine lavasciuga pavimenti e monospazzole si è informata e documentata perché voleva essere parte attiva e responsabile di questa scelta. Abbiamo tanti fornitori che ci propongono i più svariati prodotti per la pulizia: noi dobbiamo scegliere i più adeguati, facendo leva non solo sull’aspetto economico e sull’ottimale rapporto qualità-prezzo, ma anche sulle caratteristiche assai delicate del contesto scolastico e dell’utenza. Infatti, se con i ragazzi più grandi puoi comportarti in un certo modo, con i bambini devi avere sempre una particolare attenzione. Credo che su questi temi sia necessaria una formazione accurata e costante, con corsi periodici e iniziative specifiche per noi dirigenti scolastici così come per tutto il personale della scuola, così come viene fatto per gli aggiornamenti sulla sicurezza e sulla privacy. Insomma, anche in questo campo, il dirigente scolastico non può delegare: a nostro avviso deve essere sempre saldamente alla guida dei processi decisionali, avvalendosi dell’apporto del suo staff, in primis del Dsga”.

Non trova, restando sul tema della pulizia, che nella scuola italiana si faccia tanta teoria e poca pratica.

SISTEMA SCUOLA S•20 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 INTERVISTA PRESIDENTE ANDIS

Pulito professionale con prodotti Polychim

Passate le vacanze Natalizie

è tempo per studenti, collaboratori scolastici ed insegnanti di tornare in aula, nella speranza che i mesi futuri non costringano a nuove sospensioni delle attività scolastiche per cause sanitarie. Proprio per assicurare ambienti salubri è importante non abbassare la guardia mantenendo alto il livello di attenzione nei confronti delle buone pratiche di pulizia ed igiene di superfici, ambienti e

mani. Per aiutare il personale addetto alle pulizie a mantenere elevati standard igienici Polychim mette a disposizione una ricca gamma di prodotti tra i quali scegliere i più indicati per le proprie esigenze. Molti di questi prodotti svolgono anche azione igienizzante contribuendo all’asportazione di sporco, germi e batteri nel rispetto di superfici ed arredi.

Un best seller nel settore scolastico è senza dubbio VET ROSSO, detergente pronto all’uso in flacone spray da 750 ml studiato per sostituire l’alcool etilico nella pulizia di banchi e scrivanie.

E’ infatti risaputo che l’alcool etilico sia infiammabile e quindi pericoloso

e che rilascia negli ambienti un odore persistente. VET ROSSO non è infiammabile, non ha odori sgradevoli e non è classificato pericoloso pur garantendo una elevata efficacia nel rimuovere tracce di biro, inchiostro e pennarelli oltre allo sporco corrente.

Un altro prodotto molto apprezzato è SANFORM, detergente con azione igienizzante per tutte le superfici dure lavabili con acqua. Utilizzabile per pavimenti, pareti, arredi e sanitari, è disponibile in flacone da 1,5L ed in canestro da 5L, si impiega diluito in acqua da 20 a 50 ml per litro e si utilizza panno strizzato, mop e frange di lavaggio.

DETERGENZA polychim.it

Nel senso che esistono programmi educativi validi e importanti, ma poi quando si chiede in concreto a bambini e ragazzi di raccogliere una carta da terra, tenere puliti il proprio banco o l’aula…apriti cielo!

“Guardi, come al solito, dipende molto dalla singola scuola, dagli insegnanti e dal contesto educativo. Le scuole, come sa, sono autonome e hanno imboccato strade diverse, però esiste un comune denominatore per tutte, ovvero la Legge 92 del 2019 che ha istituito l’insegnamento obbligatorio dell’Educazione Civica in tutti i gradi e ordini scolastici. Del resto, anche la ricca legislazione precedente relativa alla cosiddetta educazione alla cittadinanza riguardava tutte le scuole, non solo la primaria. Le linee programmatiche sono precise e ben definite: i dirigenti scolastici hanno l’obbligo di far sì che i Collegi Docenti stilino dei curricoli di educazione civica riservati agli alunni dai tre ai diciotto anni seguendo alcuni filoni. I grandi temi al centro dell’attenzione sono legati alla Costituzione, all’Agenda 2030, alla sostenibilità ambientale, allo sviluppo del benessere psico-fisico della persona, nonché alla Cittadinanza attiva di cui accennavo in precedenza. Ricordo che la legge, composta di dodici articoli, prevede che nel primo

e nel secondo ciclo di istruzione sia istituito l'insegnamento trasversale dell'educazione civica e che iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile siano avviate dalla scuola dell'infanzia. Sono previste almeno 33 ore annue e il voto in pagella. Non mancano certo, per bambini e ragazzi, le opportunità di tradurre in azioni concrete lo studio della materia, anzi: sono previste Giornate ecologiche e della sostenibilità ambientale, ma anche specifiche campagne di raccolta differenziata e pulizia degli edifici per mettere in pratica quanto si è appreso. Naturalmente iniziative di questo genere chiamano in causa il coinvolgimento di una rete di soggetti: dai genitori agli enti locali, perché servono risorse, permessi e vi sono numerosi ostacoli burocratici da superare, anche perché tutto deve essere fatto con un’ottima organizzazione e in piena sicurezza. È inoltre importante coinvolgere le associazioni presenti sul territorio e fare rete, per questa ragione il precedente ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, aveva puntato molto sui patti educativi di comunità. Vedremo se, come speriamo, saranno riproposti anche dall’attuale ministro Giuseppe Valditara che attualmente è alla guida del dicastero. Credo che l’esperienza da me maturata in una

scuola primaria in cui ho effettuato la reggenza sia interessante: gli insegnanti si sono impegnati a stimolare i bambini a tenere più pulite le aule; per una settimana sono stati più attenti a non gettare o raccogliere le carte da terra, a pulirsi le scarpe al rientro dalla ricreazione trascorsa in cortile, a curare la pulizia sotto i banchi, curando tanti altri piccoli preziosi aspetti come la pulizia nei servizi igienici. Alla fine i diplomi che ho consegnato hanno premiato le classi che hanno raggiunto il traguardo prefissato dimostrando spirito di squadra e rispetto dell’ambiente”.

Parliamo di salubrità dell’aria nelle aule scolastiche dove bambini e ragazzi trascorrono molte ore della loro vita: è presente alla vostra attenzione e quali sono le proposte che vi sentite di formulare al Governo?

“Quello del microclima a scuola è un problema sul quale posso dirle di aver verificato più volte grande attenzione da parte dei colleghi dirigenti scolastici, che hanno espresso più volte il desiderio di volerlo affrontare in modo organico utilizzando i fondi promessi dal Governo e, almeno in parte, stanziati. Anche noi come ANDIS abbiamo espresso a più riprese, durante i nostri convegni, questa profonda volontà, ricollegandoci sempre alle evidenze scientifiche emerse a livello accademico sui vantaggi della ventilazione meccanica controllata e sugli impianti di depurazione e sanificazione dell’aria indoor nelle scuole. Ovviamente per portare avanti tutti questi buoni propositi servono adeguate risorse, perché non basta fare un buco alla parete. Purtroppo, invece, le amministrazioni comunali e le scuole devono fare sempre i conti con tagli ai bilanci, il che ci induce ad un certo scetticismo circa la reale fattibilità di questi interventi. Noi, comunque, continueremo a batterci in tutte le sedi per vederli realizzare”.

SISTEMA SCUOLA S•22 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 INTERVISTA PRESIDENTE ANDIS

Kemika e il Progetto Scuole Sicure

La pandemia da coronavirus è ancora un’emergenza di salute pubblica di rilevanza internazionale. Lo ha dichiarato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), a conclusione della quattordicesima riunione del Comitato internazionale di emergenza per le norme sanitarie, durante la quale è stato anche riconosciuto come la pandemia si trovi in una fase di transizione.

In questo delicato momento, Kemika ritiene che il proprio compito non possa esaurirsi nella produzione e commercializzazione di detergenti e disinfettanti destinati alla pandemia. L'obiettivo principale deve essere, necessariamente, il fornire agli Istituti scolastici un preciso e professionale servizio di consulenza, formazione e addestramento delle figu-

re che all’interno di questi ambienti svolgono e / o organizzano le operazioni di detersione e disinfezione destinate alla lotta a questa pandemia.

Con questo obbiettivo nasce “Progetto Scuole Sicure”, il protocollo che Kemika ha studiato e preparato specificatamente per i vari ambienti presenti in un Istituto scolastico. Il Protocollo si attiene a quanto comunicato, con specifiche circolari e report, dai principali Organismi qualificati, e informa, con estrema semplicità e chiarezza, sull’importanza, nell’uso dei disinfettanti, della corretta preparazione della concentrazione d’impiego della soluzione disinfettante in uso e il rispetto dei tempi di contatto sulle superfici che i vari principi disinfettanti necessitano.

Spiega, poi, quali sono i principi disinfettanti impiegabili nel combattere il CoViD 19, entrando nel dettaglio di ogni singolo principio attivo e di questo analizzando pro e contro. Prosegue con la descrizione dettagliata di ogni singolo processo di detersione e disinfezione dei vari locali presenti in una scuola, entrando nello specifico della tecnica d’intervento da effettuarsi prima dell’apertura della scuola e negli interventi programmati periodicamente. Il protocollo permette di pianificare le operazioni da effettuarsi nelle aule, nei servizi igienici e nelle parti comuni. Descrive ogni singola operazione, quando questa viene effettuata impiegando atomizzatori e / o nebulizzatori o in alternativa quando viene

svolta manualmente utilizzando panni in microfibra e / o panni in carta monouso. Anche in questa situazione Kemika, con il Progetto Scuole Sicure, dimostra la propria presenza da protagonista sul mercato delle pulizie professionali, confermando di essere il riferimento, non occasionale ma continuo, dove gli Attori protagonisti del nostro comparto possono acquisire preziose informazioni che, trasferite nel loro lavoro quotidiano, permettono di ottenere il massimo rendimento sotto il profilo professionale ed economico.

Scrivi a info@kemikaspa. com, il Team Kemika provvederà ad inviarti il Protocollo di detersione e disinfezione ambientale per gli istituti scolastici.

PROGETTO SCUOLE SICURE

Il Progetto Scuole Sicure prevede, se l’istituto scolastico ne fa richiesta a Kemika, di intervenire presso il plesso scolastico nella pianificazione delle attività di preparazione, avvio e controllo delle procedure da applicarsi all’interno della scuola:

1. Sopralluogo presso l’istituto scolastico per verificare le reali esigenze della scuola.

2. Pianificazione degli interventi secondo le linee guida ministeriali e a quanto riportato nel protocollo.

3. Formazione e Addestramento di tutto il Personale addetto alle pulizie con Training specifico sul tipo di lavoro che andranno a svolgere.

4. In fase di avvio delle procedure personale Kemika è presente per verificare l’esecuzione corretta delle procedure predisposte.

5. Dopo 30 giorni dall’avvio dei lavori viene pianificato un sopralluogo di controllo della corretta applicazione delle metodologie operative da parte degli Addetti.

PROTOCOLLI kemikagroup.com

Il nuovo configuratore Kubi Fun

L’ufficio tecnico Falpi è da tempo impegnato nella creazione dei modelli 3D che consentono di generare, in tempo reale, il carrello scelto step by step e oggi può finalmente annunciare che il configuratore di carrelli Kubi Fun è operativo al 100%, anche in modalità 3D.

La versione aggiornata del configuratore permette infatti di selezionare i componenti tra quelli disponibili e, contemporaneamente, visualizzare la creazione del carrello Kubi

Fun in 3D, fino ad inviare la richiesta di preventivo o dell’ordine. Si amplia così il progetto di Falpi che consente al cliente di interagire al 100% con l’azienda, in tempo reale e in totale autonomia, con uno scambio reciproco di informazioni, che permettano, all’azienda, di erogare un servizio sempre più completo e al cliente di ottenere quanto realmente è necessario alla sua attività.

Annullare le distanze, ottimizzare tempi, innalzare ulteriormente gli standard di

qualità, riqualificando anche i rapporti umani e con la massima attenzione alla tutela dell’ambiente: queste le componenti fondamentali alla base della filosofia di Falpi.

Con i nuovi configuratori KubiPro, Kubi Fun e Soli presenti sul sito Falpi, in costante aggiornamento, il cliente potrà "creare" i carrelli che meglio si adattano alle proprie esigenze, aggiungendo o escludendo accessori e componenti, e sviluppando in real-time il modello 3D. Inoltre colle-

gato al configuratore è stato sviluppato il calcolatore della Carbon FootPrint in grado di fornire i dati necessari al calcolo dell'impatto di CO2 del carrello appena configurato, questa novità è stata presentata durante la fiera Issa Interclean Amsterdam 2022 e per potervi accedere bisogna essere in possesso di un account "pro" (info@falpi.com).

Tra Azienda e Cliente ci sarà sempre la massima trasparenza, grazie all’intelligente utilizzo delle nuove tecnologie.

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(*) riservato ai possessori di un account “pro”

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Nuove sfide per la ristorazione

I servizi mensa rischiano di soffocare a causa dell’impennata delle bollette energetiche e degli aumenti dei prezzi di materie prime, trasporti e materiale per l’imballaggio

Francesca De Vecchi Tecnologa alimentare

SISTEMA SCUOLA S•26 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 SERVIZI MENSA

Ache punto è la ristorazione scolastica? Dopo le restrizioni dovute alla pandemia quali sfide dovrà affrontare, anche per adeguarsi alle mutate esigenze sociali? Come il settore sta affrontando l’attuale congiuntura economica fra aumento dei costi e dell’inflazione?

Diciamo subito che gli operatori della ristorazione, sia quella commerciale sia quella che opera nei servizi pubblici (scuole, ospedali e comunità), hanno reagito prontamente alle difficoltà della pandemia e lo hanno fatto dando prova di saper trovare, anche

Camera dei deputati, l’Associazione nazionale delle imprese della ristorazione collettiva (Anir), Confindustria servizi, Lega delle Cooperative e Confcooperative, hanno voluto richiamare l’attenzione sul problema. Per voce di Lorenzo Mattioli, presidente Anir, hanno chiesto un piano d’azione “per un settore che rischia di scomparire”.

È necessario portare proposte che, da subito, possano dare fiato ad un'industria che, ogni giorno, garantisce i pasti a categorie fragili e speciali in tutta Italia: anziani, studenti, malati e lavoratori.

in emergenza, le soluzioni adeguate. Il 2022, quello che poteva essere un anno di ripresa ha invece aggravato la situazione economica generale. Il problema è l’aumento dei costi variabili, senza che sia previsto alcuno strumento di compensazione, a fronte di un servizio che deve mantenere gli stessi standard. Le aziende della ristorazione collettiva chiedono al Governo un cambio di passo “per uno stato di allarme senza precedenti”. Lo scorso 17 novembre durante una conferenza stampa congiunta alla

“Mentre si cominciava a rialzare la testa - ha ribadito Massimo Piacenti, vicepresidente Anir - caro prezzi e inflazione senza precedenti negli ultimi 40 anni hanno di nuovo colpito gli operatori. Servono risposte concrete per affrontare in maniera organica il futuro”. Un’attenzione particolare è rivolta alla manovra finanziaria e alla revisione del Codice Appalti messa in atto dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, che non soddisfa le aspettative riguardanti l’adeguamento automatico dei prezzi della

ristorazione collettiva con adeguate coperture di bilancio nella finanziaria e nella revisione del codice appalti”, ha detto Lorenzo Mattioli. L’aumento dei costi affligge in modo particolare i servizi mensa per scuole e ospedali, che rischiano di soffocare a causa dell’impennata delle bollette energetiche e degli aumenti dei prezzi di materie prime, trasporti e materiale per l’imballaggio. Carlo Scarsciotti, presidente dell’Osservatorio ristorazione collettiva e nutrizione (Oricon) ha dichiarato che con il 15% dell’aumento dei costi, le aziende stanno operando con una perdita del 10% e ha chiesto al Governo di intervenire per salvare il settore (fonte Adnkronos).

IL RUOLO CENTRALE DELLA TECNOLOGIA

Gli obiettivi e le sfide per la ristorazione pubblica riguardano l’esistenza stessa delle aziende. Il servizio oggi deve affrontare anche il tema dello scarto, nell’ambito delle azioni di transizione ecologica verso economie sostenibili. Quanto la tecnologia può aiutare a proporre soluzioni sostenibili

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Tecnologie per cottura lenta Sous vide

da un punto di vista economico ed ambientale? Ne abbiamo parlato con Gabriella Iacono, consulente per le aziende di ristorazione collettiva e commerciale, esperta in innovazione e strategia d’impresa nel settore food. Parlando dei costi del servizio partiamo dal fare alcune considerazioni in merito alle gare d’appalto. “La maggior parte delle gare hanno prezzi a pasto coerenti col servizio che richiedono, ma altre spesso non tengono conto di alcuni fattori: dei maggiori costi derivati dall’emergenza Covid (laddove vengano ancora applicate alcune restrizioni) visti i rincari per le modalità di somministrazione pasti a cui le aziende hanno dovuto adeguarsi; dei costi dovuti al consumo energetico e di quelli generati dall’applicazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi). Nel complesso sono tutti motivi che spiegano il fatto che molte gare sono andate deserte, nel passato più recente”.

Si vedono comunque tentativi di rinnovamento. “Per le scuole il Comune di Roma ha indetto una gara di ristorazione con prezzo fisso a 5,50€ e il 100% dei punti sono stati attribuiti solo al parametro della qualità. Tutta la gara si è giocata su quella caratteristica. Hanno poi fatto altrettanto i Comuni di Firenze e di Torino”.

È un approccio che segna un cambiamento importante, che potrebbe permettere alle aziende una maggior indipendenza nelle proposte. Se in fatto di organizzazione le aziende hanno tutte reagito molto bene alle richieste ed anche velocemente, dimostrando flessibilità e capacità di adattarsi alle emergenze, va detto che serve trovare nuovi strumenti e modalità di organizzazione e gestione del servizio. La tecnologia potrebbe aiutare?

“A livello organizzativo generale non si intravedono grandi novità in termini di innovazione tecnologica e di processi. Del resto, i capitolati degli Enti pubblici non lasciano molto spazio all’innovazione e all’espressione del know-how proprio dell’azienda di ristorazione - riferisce Iacono - dal momento che molti capitolati sono espressi nel minimo dettaglio.”

Le proposte progettuali avanzate dalle aziende sono quindi molto simili fra loro. “Le Amministrazioni dovrebbero lasciare un maggiore spazio di espressione alle imprese. Di contro vi è il rischio che i criteri qualitativi di valutazione delle offerte siano maggiormente rappresentate da criteri discrezionali, ciò che può favorire a volte valutazioni delle proposte tecniche non sempre adeguati e trasparenti.” Sarebbe l’opportunità per far emergere soluzioni innovative che potrebbero portare al servizio vantaggi diversi anche in ambito di sostenibilità, un tema centrale nel contesto di transizione verso sistemi produttivi orientati alla salvaguardia ambientale, alla circolarità e al risparmio di risorse. “Un esempio riguarda la preparazione dei pasti - spiega Iacono. Oggi si opera per lo più in regime di legame

fresco-caldo. Altre modalità - per esempio il legame refrigerato - permetterebbero una maggior flessibilità, una riduzione degli sprechi alimentari, un aumento delle rese e un controllo e contenimento dei costi”.

Vediamo prima le differenze operative fra le due modalità. Il legame fresco-caldo è oggi lo schema di preparazione ed erogazione largamente utilizzato nella refezione scolastica. Prevede che il pasto, dopo la sua produzione sia mantenuto alla temperatura di preparazione (caldo o freddo a seconda) e somministrato senza che siano previsti ulteriori trattamenti termici. La preparazione, la cottura e il consumo avvengono nella stessa giornata; i piatti caldi sono mantenuti a temperature superiori a +60°/+65°C e trasportati fino al luogo di consumo in appositi contenitori (i piatti da consumare freddi sono conservati a temperatura inferiore a +10°C). Una tecnologia alternativa è quella del legame refrigerato: in questo caso il pasto, dopo produzione, è immediatamente refrigerato tramite abbattimento rapido della temperatura (0/+3°C), ed è poi riportato in temperatura solo prima del consumo (rinvenimento a temperatura superiore a +70°C al cuore). Il legame refrigerato, come anticipato, consente flessibilità nella gestione di alcuni parametri. “Il legame refrigerato - spiega Iacono - può essere usato in abbi-

SISTEMA SCUOLA S•28 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 SERVIZI MENSA
Gabriella Iacono, Tecnologa alimentare

namento ad una atmosfera protettiva oppure prevedere cotture sottovuoto; queste ultime oltretutto migliorano molto gli aspetti sensoriali visto che le carni risultano più tenere e sapide; da un punto di vista nutrizionale preservano i nutrienti e i micronutrienti non si disperdono con la cottura. La garanzia di igiene con il sottovuoto è massima. Le rese poi sono superiori: la perdita massima per un arrosto è fra l’8 e il 12%, contro circa il 30% della cottura tradizionale.”

“Anche da un punto di vista di organizzazione dei tempi e gestione degli ordini il legame refrigerato presenta vantaggi: una migliore gestione degli ordini dei pasti, una riduzione dello spreco e il miglioramento della qualità sensoriale del pasto e una maggior sicurezza nella gestione delle diete speciali.”

Come gestire questa ipotesi da un punto di vista contrattuale? “Si potrebbe, prevedendolo nei capitolati, applicare il legame refrigerato solo ad alcune delle preparazioni (per esempio: i secondi e le verdure preparate in sottovuoto, primi piatti in fresco-cal-

do; oppure sughi in refrigerato e pasta in legame fresco caldo)”.

Conoscendo il calo peso sarebbe più semplice calcolare i costi sul netto.

“L’organizzazione della produzione ne avrebbe un grande beneficio: lavorando in legame fresco-caldo si è sempre di corsa e il rischio di errori soprattutto nella composizione e destinazione delle diete sanitarie è elevatissimo”. Il legame refrigerato, secondo Iacono, risolverebbe dunque molte criticità.

“In termini di spreco, il miglioramento della accettabilità aiuterebbe a diminuire la quantità di cibo non consumato e scartato”. Altre soluzioni potrebbero prevedere l’elaborazione di un doppio menu. Come sta facendo il Comune di Modena: qui sono stati adottati due menu (studiati e bilanciati): a inizio anno viene data la possibilità alle famiglie di scegliere fra due alternative di uno dei piatti (o primo o secondo o contorno) coniugando preferenze alimentari dell’utenza e salute.

Di fronte a queste opportunità viene da chiedersi il motivo per cui, a parte pochi esempi, queste tecnologie sicure

e sperimentate in altri ambiti della ristorazione, trovino questa resistenza.

“Nell’ambito della ristorazione scolastica, a meno che sia presente un consulente che affianchi gli Enti nella gestione e valutazione dei servizi mensa, c’è un problema di non conoscenza, ma molto più forte è la remora di proporre ‘cibo cucinato prima’ e poi riscaldato, che evoca il prodotto precotto” - conclude Iacono. Una preclusione che non ha ragion d’essere, dati gli ottimi risultati in termini organolettici.

L’emergenza sanitaria, secondo il Rapporto Osservatorio Ristorazione 2021 di Oricon, ha fatto sì che “nell’arco di pochi mesi si mettesse in moto un percorso di innovazione tecnologica decennale che ha coinvolto l’intero comparto, dalla ristorazione pubblica a quella commerciale. È il caso, ad esempio, delle cotture sous vide (sotto-vuoto) e a basse temperature, dell’introduzione di prodotti semi-pronti o semi-lavorati da centri di cottura e laboratori esterni; oppure dei forni elettrici per ultimare la cottura o mantenere la temperatura durante il trasporto”.

Sono stati introdotti su larga scala menu digitali, sistemi di prenotazione online, chiamata del personale di sala a distanza con appositi dispositivi, nuove applicazioni per gestire turni del personale, fatturazione e rapporti con i fornitori, pagamenti cash-less al tavolo e in cassa. La tecnologia non ha quindi rivoluzionato solamente il modo in cui i clienti scelgono e si fidelizzano ma anche i servizi di sala e cucina. Potrebbe essere la chiave per la rinascita di un settore tanto importante per l’intero comparto alimentare italiano.

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Dispositivo di cottura Sous vide nella cucina di un ristorante

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Tripla azione: deterge, igienizza e rimuove la mu a

Più risorse e formazione per una scuola pulita

Investire

Ivana Barbacci vive a Perugia, dove si è laureata e ha insegnato nella scuola dell'infanzia, per passare poi a primaria e secondaria di I grado come docente di lettere. Entrata a far parte della segreteria nazionale della CISL Scuola nel 2015, dopo aver ricoperto la carica di segretaria regionale dell'Umbria, ne è diventata segretaria generale, eletta nell’importante ruolo al 7° congresso nazionale, tenutosi a Riccione nel marzo dello scorso anno. L’abbiamo incontrata per raccogliere il punto di vista di uno dei principali sindacati italiani sulle complesse tematiche che investono oggi la scuola italiana, con l’attenzione puntata sull’igiene quale fondamentale garanzia di prevenzione e sicurezza a beneficio di quanti frequentano ogni giorno gli edifici scolastici.

Qual è a suo avviso lo stato di salute della scuola italiana nel post pandemia, e quali problemi vanno prioritariamente affrontati?

“La scuola italiana ha sostanzialmente superato le difficoltà sanitarie legate alla pandemia. Ora occorre recuperare il gap registrato in alcuni processi di apprendimento. Per questa ragione, in prospettiva, sarà indispensabile intervenire con politiche di respiro più ampio, non circoscritte al solo ambito dell’istruzione: se questo non avverrà, rischia di essere compromessa anche l’efficacia delle risorse assegnate alle scuole, che non bastano da sole a garantire il successo delle azioni di contrasto alla dispersione scolastica.

È indispensabile agire in un’ottica di sistema, cercando di aggredire e risolvere le criticità rilevate: un’esigenza che chiama in causa diversi livelli di

responsabilità, da quelli del Governo centrale fino ad arrivare a ogni singola istituzione scolastica”.

SISTEMA SCUOLA S•32 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 INTERVISTA CISL SCUOLA
con convinzione nella cultura dell’igiene professionale è un passo fondamentale per rendere più salubri, sicure e confortevoli le strutture scolastiche. Ma si può e si deve fare ancora molto per diffondere e valorizzare questo principio
Ivana Barbacci, segretaria generale nazionale Cisl Scuola

Crede che il patrimonio di esperienze e conoscenze maturato in questi anni di pandemia debba essere valorizzato diffondendo maggiormente la cultura del pulito?

“La Cisl è stata sempre sensibile non solo alle tematiche sanitarie strettamente legate alla fase pandemica, ma soprattutto e più in generale alla diffusione della sicurezza nei luoghi di lavoro e alla prevenzione degli infortuni. Un diritto di chi lavora, un preciso dovere per datori pubblici e privati. Il nostro sindacato ha ripetutamente dato prova di credere particolarmente nella cultura dell’igiene e della prevenzione. Ovviamente ritengo che si possa e si debba fare ancora molto per diffondere e valorizzare questo fondamentale obiettivo: continueremo a operare in tutte le sedi, a partire da quella governativa, ma anche attraverso la formazione e la

sensibilizzazione dei nostri iscritti, per raggiungerlo. È giusto, però, ricordare anche le non poche cose già fatte per conciliare al meglio il diritto alla salute e all’igiene dei docenti e del personale con quello all’istruzione. I nostri documenti, le guide prodotte e le molteplici iniziative sviluppate testimoniano questa forte volontà”.

Quanto è importante il tema della formazione e degli investimenti per garantire la massima igiene nelle scuole italiane?

“La formazione in tema di sicurezza e prevenzione è un tassello fondamentale e deve investire tutta la comunità educante, non solo i collaboratori scolastici che comunque hanno un ruolo di primaria importanza nel garantire l'igiene e la pulizia dei locali. Come è noto, formazione e informazione costituiscono le attività attraverso le

quali viene data concreta attuazione al principio di attiva partecipazione al sistema della sicurezza e prevenzione dai rischi. Essa è obbligatoria per i dirigenti, per i preposti, per i lavoratori, per gli studenti equiparati ai lavoratori, per il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), per i dirigenti-RSPP, per gli addetti antincendio e al primo soccorso. Siamo convinti che l’esperienza della pandemia abbia posto con forza l’esigenza di rafforzare ulteriormente tutti gli aspetti formativi che investono l’igiene e la pulizia, elementi centrali di qualsiasi strategia di prevenzione e sicurezza a scuola”.

Un aspetto abbastanza trascurato anche durante la pandemia è stato quello della salubrità dell’aria indoor. Crede che questo problema vada finalmente affrontato seriamente?

“Certo, occorrono risorse, mezzi adeguati e formazione specifica. La salubrità dell'aria indoor è una tematica particolarmente delicata, perché negli ambienti chiusi gli agenti inquinanti sono molti. Di sicuro occorre una costante ventilazione e ricambio dell'aria, che in determinati contesti non sempre è sufficiente.

Le linee guida del 3 agosto sull’aerazione stabiliscono – tra l’altro - che “il dirigente scolastico richiede alle autorità competenti (Dipartimenti di prevenzione delle Asl e dell’Arpa) di effettuare le attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria e di individuare le soluzioni più efficaci da adottare”. La nota ministeriale del 19 agosto, denominata Riferimenti tecnici e normativi relativi all’avvio dell’anno scolastico 2022-2023, ha successivamente ribadito che, sulla base degli esiti di suddetta attività, “il dirigente scolastico è tenuto a chiedere all’ente proprietario dell’edificio di attivarsi, per porre in essere gli interventi necessari proposti da Asl e Arpa. Siamo sinceramente preoccupati in quanto, nei fatti, il protocollo non sembra funzionare, anche perché il rischio concreto

S•33 DIMENSIONE PULITO | 01/2023

è quello di scaricare le responsabilità di un problema così delicato e complesso solo sui dirigenti scolastici. Per questo motivo ho proposto di costituire una task force che metta attorno ad un tavolo vari soggetti e rappresenti un concreto aiuto per i dirigenti scolastici nell’affrontare, per quanto di loro competenza, un problema che chiama in causa direttamente anche gli enti locali, Comuni e Province, proprietari degli edifici scolastici”.

investire in prodotti chimici, attrezzature, macchinari per la pulizia e formazione di collaboratori scolastici e docenti. Questo compito, che ha visto impegnati in prima linea i Dsga, ha creato un rapporto più stabile e qualitativamente elevato da parte delle realtà scolastiche con le aziende fornitrici del settore. Il tutto in un contesto inedito, finalizzato a far sì che anche questo sforzo potessero garantire in futuro un funzionamento concreto, sostenibile e

investito abbastanza nella formazione del personale scolastico per far comprendere il valore della pulizia e dell’adozione di corrette prassi igieniche?

“Il mondo della scuola ha dimostrato grande senso civico, sia per quanto concerne l'adempimento degli obblighi vaccinali che nel corretto uso delle prassi anti contagio. Credo che esso abbia dato a tutti una testimonianza di che cosa significhi saper coniugare la propria libertà individuale e il senso di appartenenza a una comunità. Su questo abbiamo sempre voluto fare nostri e porre in grande risalto i messaggi che nella fase più acuta della pandemia sono venuti dal presidente Mattarella (sul rispetto di regole e prescrizioni come dovere civico) e da papa Francesco, di cui ci ha particolarmente colpito la frase “vaccinarsi è un atto di amore”.

CISL Scuola continuerà a garantire il suo prezioso apporto sul delicato terreno della pulizia/sanificazione e igienizzazione, in termini di suggerimenti, indicazioni metodologiche ed operative per supportare l’azione di Dsga, collaboratori e dirigenti scolastici?

Il feedback pervenuto dai vostri iscritti ha confermato un salto di qualità negli investimenti da parte delle scuole nella scelta di attrezzature e prodotti per curare il più possibile la pulizia delle aule e degli ambienti indoor?

“Gli istituti scolastici hanno investito molte risorse per garantire la sicurezza durante la fase pandemica, su questo non c’è alcun dubbio. Più in generale, va detto che la pandemia da Covid-19 ha posto le scuole nella necessità di

innovativo dei settori dell’istruzione e della cultura. Noi riteniamo che il Governo debba continuare a investire in maniera massiccia anche nell’ambito dell’igiene e della sicurezza, elemento essenziale della prevenzione e della qualità della vita scolastica delle nuove generazioni”.

Come ha reagito il mondo della scuola all’istanza di tutela della salute della comunità scolastica mediante le varie misure previste dai DPCM? Si è

“Le posso assicurare che ci impegneremo sempre al massimo su questo terreno. Del resto, il contributo offerto dalla Cisl Scuola, nella ricerca delle migliori soluzioni atte a garantire la sicurezza, è stato sempre apprezzato sia dalle istituzioni nazionali che locali. Questo approccio rappresenta una costante del nostro modo di essere e fare sindacato, attraverso l’aderenza alla concretezza dei problemi e l’impegno fattivo a ricercare soluzioni, non fermandosi mai alla sola denuncia, ancorché doverosa. Siamo un sindacato, come dimostrato in più occasioni, che punta ai risultati. È una delle ragioni del consenso ampio di cui continua a godere la nostra organizzazione, non a caso la più rappresentativa del settore”.

SISTEMA SCUOLA S•34 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 INTERVISTA CISL SCUOLA

Celtex Megamini: dispensazione sicura e carta protetta a scuola

Nei locali del fuori casa, dove affluenza di persone e ritmi di consumo sono elevati, è fondamentale garantire un adeguato livello di pulizia, sempre in linea con i requisiti richiesti. L’area bagno rappresenta uno dei luoghi più critici tra gli ambienti condivisi fuori dalle mura dome-

stiche. Tra i luoghi maggiormente penalizzati, ci sono le scuole perché, ancora oggi, sono sprovviste di sistemi di dispensazione adeguati: carta igienica e asciugamani monouso vengono posizionati su superfici inadatte, non protetti e, quindi, esposti a contaminazioni esterne.

Consapevole di quanto sia importante rispettare le normative in fatto di pulizia ed educare, fin dall’infanzia, all’igiene, Industrie Celtex propone Celtex Megamini, la linea di dispensazione professionale che porta l’igiene nei bagni del fuori casa ad un livello superiore, unendo elevate prestazioni d’uso ed affidabilità. Le soluzioni di dispensazioni Celtex, rigorosamente Made in Italy, sommano funzionalità e qualità proteggendo ogni servizio di prodotto, sempre all’insegna della massima efficienza, evitando blocchi o inceppamenti della carta. L’utente entra in contatto solo con la carta e sapone erogati, in totale sicurezza, senza contaminare il resto del dispensato, che resta perfettamente cu-

stodito dalla struttura del dispenser. I sistemi Celtex Megamini sono concepiti per erogare solo quanto necessario, determinando un’importante diminuzione dei consumi. La finestra semitrasparente, presente nella scocca dei dispenser, consente agli operatori delle pulizie di verificare con rapidità lo stato del prodotto così da valutare la necessità o meno di ricarica. Lineari nelle forme, grazie al design piacevole e regolare, i dispenser Megamini elevano il concetto di arredo-bagno negli ambienti dell’Away From Home, che da luoghi improvvisati ed esposti a contaminazioni si trasformano in ambienti sicuri, igienici ed eleganti. Grazie alla completezza della gamma, Celtex offre soluzioni che ben si adattano alle principali necessità di servizio: dai dispenser tradizionali per asciugamani piegati, adatti per bagni a piccola e media affluenza, ai sistemi a taglio meccanico, che alloggiano asciugamani a rotolo compatti e di lunga metratura per bagni più affollati, fino ad erogatori di saponi in morbida e profumata schiuma per la detersione delle mani.

DISPENSER
industrieceltex.com
Celtex Megamini: design Made in Italy, continuità di servizio e massima igiene garantita.

Pulizia e igiene una questione culturale

La manutenzione degli edifici scolastici deve essere condotta perseguendo soprattutto una cultura della cura e del rispetto della “cosa pubblica”, che in Italia è pressoché sparita da tempo

SISTEMA SCUOLA S•36 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 SICUREZZA

Sono ormai tanti anni, troppi, che si parla di un percorso di rinnovamento e messa in sicurezza delle scuole. La sensazione, tuttavia, è che la nostra scuola viva in un perenne stato di emergenza in cui i piccoli miglioramenti registrati appena dopo l’emergenza Covid si stanno già arenando, lasciando implacabilmente spazio alle solite desolanti immagini che si presentano agli occhi degli studenti quando passano le soglie dei loro istituti scolastici: pareti sporche o scrostate, macchie da infiltrazioni, generale senso di obsolescenza. Una situazione perdurante e alquanto anacronistica soprattutto in un’epoca in cui ci si sforza di pensare a un mondo ecosostenibile che sta aprendo le porte ai paradigmi di Industria 5.0 che punta a un’innovazione tecnologica umano-centrica, ovvero che metta al centro di tutto l’uomo e il suo benessere. La scuola è la base per la crescita di ogni giovane essere umano, un luogo dove si dovrebbero studiare non solo le materie necessarie alla propria cultura, ma anche assorbire nozioni preziose di educazione civica che si dovrebbero armonizzare con il contesto scolastico nel suo insieme, a cominciare dalla cura della struttura in cui si trovano le aule che, in fin dei conti, sono posti di lavoro e come tali vanno trattati. La XXII edizione di Ecosistema Scuola, il report di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, non fa altro che confermare, con dati 2021, questa condizione tracciando un quadro non propriamente soddisfacente sullo stato di salute di 5.616 edifici ubicati in 94 capoluoghi di provincia tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Il primo dato allarmante, sempre con riferimento alla cogente necessità di risparmiare sui costi energetici, soprattutto se pubblici, è che solo il 4,2% delle scuole indagate risulta in classe energetica A, mentre il 74,8% è fisso sulle tre ultime classi energetiche. Ma in generale, proprio sul fronte

della messa in sicurezza degli edifici e dell’efficientamento energetico, la situazione della scuola italiana risulta alquanto deficitaria. L’indagine sottolinea ancora che sebbene alcuni sforzi siano stati compiuti tra gli anni 2017 e 2021 con interventi di manutenzione straordinaria (un grande aiuto è arrivato dai fondi Covid), resta ancora molto da fare visto che un’ampia percentuale di edifici scolastici è ancora in attesa di opere straordinarie. Purtroppo, come spesso capita nel nostro Paese, il divario cresce spostandosi da Nord a Sud.

CULTURA PER LA “CURA” E LA “MANUTENZIONE”

La storia ci insegna che le rivoluzioni non sono né facili, né sempre vantaggiose, per cui molto spesso i risultati migliori si ottengono con politiche dei piccoli ma radicali passi in avanti. La manutenzione delle scuole va certamente condotta su un piano sistemico all’interno di una cultura dell’ordinaria amministrazione (ben prima che straordinaria) ma soprattutto di una cultura della cura e del rispetto della

“cosa” pubblica che in Italia è pressoché sparita da tempo. La scuola può andare avanti solo su questi due pilastri. Gli aiuti economici ovviamente servono e fortunatamente qualcosa di buono si è anche visto. L’indagine di Legambiente ci dice che la pandemia è servita perlomeno a dare un nuovo impulso agli investimenti in manutenzione sia ordinaria che straordinaria che sono cresciuti nel 2021 (soprattutto rispetto al 2019) grazie a maggiori stanziamenti, a eccezione dei comuni del Centro Italia. I numeri ci aiutano a capire meglio l’entità degli investimenti in gioco: a livello nazionale lo stanziamento per la manutenzione straordinaria passa da 28mila euro a edificio (2019) a 34mila euro (2021); per la manutenzione ordinaria la capacità di spesa passa da 6,5mila euro a 8,4mila euro a edificio. Questa volta vale la pena sottolineare che la spesa delle amministrazioni del Sud Italia passa da 2mila euro 7mila euro per edificio.

Tra le proposte di Legambiente per cercare di dare risposte concrete al quadro che abbiamo accennato c’è

S•37 DIMENSIONE PULITO | 01/2023

anche “l'attivazione di processi di amministrazione condivisa sulla base di patti educativi di comunità”. Con questi “patti” si intende stabilire un nuovo modo di operare che veda un territorio, una comunità protagonisti della propria rinascita. Ma chi sono i principali protagonisti delle nostre scuole? Gli studenti. In Giappone, per esempio, fermo restando la presenza di personale addetto alle pulizie, insegnano agli alunni, fin da bambini, a tenere in ordine e pulite le aule come se fossero a casa propria, non tanto con l’idea di fare un favore a sé stessi, bensì con il meritevole proposito di consegnare alle generazioni future la scuola in buone condizioni. Sotto questo aspetto sono illuminanti le parole di un professore giapponese che sull’argomento ha dichiarato: “A scuola, un alunno non solo studia le materie, ma impara anche a prendersi cura dei luoghi comuni e a essere un cittadino più consapevole.” In Italia una proposta simile potrebbe passare per una provocazione se non addirittura per “sfruttamento di lavoro minorile”, in realtà basterebbe insegnare ai nostri studenti che l’incuria produce solo danni e i danni si possono riparare solo con spese a carico della comunità di cui anche loro fanno parte. Esiste poi un altro aspetto di carattere educativo, ovvero quello delle cosiddette buone pratiche per l’igiene e la pulizia delle scuole che devono puntare alla creazione di un ambiente sano e sicuro per alunni e professori. Consegnare agli studenti e ai docenti ambienti accoglienti e curati non può che migliorare la qualità diffusa della scuola, così come quella di qualsiasi altro luogo pubblico in cui si deve convivere per molte ore al giorno. Un aspetto, quest’ultimo, non trascurabile perché la sfida del futuro si giocherà sempre più spesso sul piano igienico-sanitario all’interno del nostro stile di vita e delle nostre professioni. La scuola italiana ha molte difficoltà di carattere organizzativo e didatti-

co ma, come abbiamo detto finora, anche la condizione delle strutture esterne e interne degli edifici rappresenta un reale problema che ha ripercussioni sugli aspetti igienici già messi a dura prova da altre lacune del nostro sistema scolastico quali la scarsa pulizia e la mancanza di materiali per l’igiene.

IL PNRR COME BASE

DI PARTENZA

Di questi tempi la panacea di tutti i mali si chiama PNRR. Come per molti altri ambiti, il ben noto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riserva grazie alla Missione 4 fondi anche “Istruzione & Ricerca”, non solo per realizzare riforme scolastiche ma anche per gli investimenti in strutture e infrastrutture. Tra tutti i fondi destinati a queste ultime vale la pena ricordare quelli messi a disposizione per la realizzazione di 195 nuovo scuole entro il 2026-2027

Se con questi fondi si tenderà a ringiovanire il parco scuole e a crearne di nuove, rimane aperto il tema della manutenzione e della pulizia/igiene. Oltre all’aspetto culturale che rimane certamente importante, va considerata anche la formazione del personale coinvolto nell’impiego di pitture, vernici, stucchi, detergenti e disinfettanti. Come sempre, poi, va considerata la differenza tra pulito e pulito igienico: un ambiente pulito non significa igienicamente a prova di germi, virus e batteri. La formazione è poi determinante se torniamo al discorso dell’ecosostenibilità di ciascun processo che richieda l’uso di prodotti specifici. Detergenti e disinfettanti vengono inalati e finiscono nell’ambiente, per cui bisogna adottare una serie di accorgimenti che non vanno assolutamente sottovalutati, a cominciare dalla quantità di prodotto utilizzato, fino ad arrivare alle indicazioni dei produt-

(!), pari a 800 milioni di euro e quelli destinati alla messa a norma degli istituti scolastici che saranno ben 3,9 miliardi per un totale di 2.158 interventi di edilizia scolastica che, secondo gli esperti, sono un po’ una goccia in mezzo al mare se paragonato agli oltre 40mila edifici in Italia.

tori, agli usi simultanei di prodotti diversi ecc.

La scuola non ha solo l’obbligo di educare gli alunni, ma anche quello di salvaguardare la loro salute e quella di tutto il personale scolastico. L’obiettivo è di garantire una permanenza a scuola confortevole e sicura.

SISTEMA SCUOLA S•38 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 SICUREZZA

Soluzioni Innovative al passo con i tempi

Ekosupply nasce nel 2016 dall’idea di due professionisti che decidono di unire le loro competenze per offrire al mercato uno straordinario mix di capacità imprenditoriale: Franco Bambino esperto imprenditore e consulente nel settore dei servizi integrati e Maurizio Priola , nel Pest Control dal 2008.

Grazie alle capacità imprenditoriali dei due fondatori, negli anni l’impresa è diventata un punto di riferimento per il B2B, soprattutto nel centro e nel sud Italia, vantando partnership con importanti multinazionali del settore.

La missione di Ekosupply è offrire ai Clienti il supporto necessario per

consulenze, sopralluoghi, assistenza post-vendita, formazione, accompa gnandoli lungo tutto il percorso pro fessionale.

L’ampio mix di offerta spazia dai prodotti di consumo ad atomizzatori per la disinfestazione, da spazzatrici stradali per la pulizia professionale a software per la gestione aziendale come Byronweb by CodeBase, un’applicazione completa per la gestione dell’azienda di disinfestazione e delle attività nei confronti della clientela. Inoltre, offre consulenza nell’ambito delle certificazioni, sia per quanto concerne i rinnovi sia per l’avvio di processi del genere.

Ekosupply è una realtà in continua

evoluzione, così come lo è il mercato in cui opera, e per questo investe costantemente nella ricerca di soluzioni innovative e sostenibili. L’azienda crede molto anche nella formazione dei propri clienti, nell’ottica del Lifelong Learning, la formazione costante per l’intero percorso della vita professionale.

Ekosupply sarà presente a ISSA PULIRE Milano, dal 9 all’11 maggio, nell’area Disinfestando.

PRODOTTI E SERVIZI ekosupply.it Consulenza Prodotti e Formazione per il Pest Management e il Professional Cleaning info@ekosupply.it www.ekosupply.it

Le scuole sicure che tutti vorremmo

A peggiorare il tutto è la mancanza di adeguamento alla norma

Le scuole sono centro di formazione, ma anche centro di aggregazione comunitaria e fucina delle nuove generazioni. È certamente fondamentale puntare sulla qualità degli insegnamenti, sull’efficientamento energetico e sul retrofitting, così come sul miglioramento architettonico e distributivo, trovando nuove modalità di insegnamento. Tuttavia, è altrettanto imprescindibile garantire che le scuole siano ambienti sicuri. Nel 2019 è risultato che appena il 28% delle scuole italiane era in possesso del CIS (Certificato di Collaudo Statico), mentre solo circa il 19%, nemmeno una su cinque, era a norma con la certificazione antincendio (gli altri non avevano nemmeno presentato la Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio). Oggi la situazione è migliorata, anche se i dati più recenti indicano che almeno il 50% degli edifici scolastici italiani non è ancora a norma. Siamo ben lontani dall’avere le scuole sicure che tutti vorremmo. Molte sono

inadeguate ad accogliere in sicurezza ogni giorno studenti, docenti e personale scolastico. Si tratta troppo spesso di strutture obsolete, maltenute e inefficienti che, in caso di emergenza, possono rivelarsi trappole per chi si trova al suo interno. A peggiorare il tutto è il fatto che la mancanza di adeguamento alla norma, il più delle volte, è dovuta semplicemente alla carenza di risorse economiche per fare fronte all’impegno normativo, piuttosto che a negligenza. Frequentemente, infatti, emerge una reale difficoltà nel recuperare quelle risorse che, di norma, sono elargite con il contagocce, oppure vengono destinate ad altre attività, magari reputate più urgenti o più inerenti al contesto didattico. L’adeguamento alla norma di un impianto di illuminazione di emergenza funzionante, per esempio, può essere valutato di secondaria importanza rispetto all’acquisto di un proiettore o di una nuova lavagna.

COMPRENDERE LA SICUREZZA

Solo con la consapevolezza dell’utilità di questi interventi nasce la volontà

di adattarsi, e nell’ambito delle scuole ciò passa anche attraverso l’informazione e la formazione a tutti i livelli. Solo quando la sicurezza è compresa e sentita nasce il desiderio di raggiungerla. Qualche anno fa, proprio in un convegno promosso con il Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, si era lanciato un accorato appello alla politica per richiedere una proroga proporzionata alle scadenze temporali di adeguamento e fondi con durate temporali differenziate a seconda della valutazione del rischio. Ebbene, oggi abbiamo la possibilità di accedere a dei fondi che possono e devono poter essere messi a disposizione per risolvere queste prioritarie necessità. Oggi con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si presenta un’occasione unica e irripetibile per rendere questi spazi privi di pericoli e accoglienti, lavorando prima di tutto sul patrimonio esistente e pensando poi alla costruzione di nuove strutture. Il Piano, infatti, prevede lo stanziamento di 3.9 miliardi di euro per la realizzazione di interventi di adeguamento sismico e dei sistemi antincendio, per

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Strutture obsolete, maltenute e inefficienti che, in caso di emergenza, possono rivelarsi trappole per chi si trova al suo interno.
Massimo Bosetti* e Davide Luraschi** *Presidente FOIM, Fondazione Ordine Ingegneri di Milano
SICUREZZA
**Presidente CIAM, Collegio Ingegneri e Architetti di Milano

opere di efficientamento energetico e di sostituzione edilizia. A questi si aggiungono altri 800 milioni di euro per la realizzazione di nuovi edifici destinati all’istruzione di primo e secondo grado, oltre ai fondi indirizzati ad asili nido e scuole dell’infanzia, nonché al potenziamento delle infrastrutture per lo sport, per le mense e per la costruzione di “Scuole 4.0”. I primi due sono interventi essenziali – in alcuni casi complessi e strutturali, in altri di più semplice attuazione – accomunati dal fondamentale obiettivo di preservare e proteggere la vita umana. Per esempio, facendo in modo che le vie di esodo siano facilmente individuabili, accertandosi che siano sempre sgombre e sicure e rendendo i piani di evacuazione applicabili in modo intuitivo anche in situazioni critiche. Oppure, adeguando gli impianti elettrici, che da soli sono la causa di circa il 30% degli incendi in edilizia civile, e quelli di emergenza. Essendo la scuola, dal punto di vista della sicurezza, una macchina complessa, occorre immaginare una distribuzione degli adeguamenti su base prioritaria, dando la precedenza a quelli ritenuti più importanti. Azioni concrete potrebbero includere il mantenimento in perfetta efficienza e funzionalità dei dispositi-

vi già esistenti, come estintori, idranti, porte d’esodo e porte tagliafuoco, ma soprattutto l’aumento della conoscenza, con l’aiuto di prove e simulazioni e con una manutenzione efficiente, ma anche efficace delle infrastrutture. Più del 70% delle scuole non ha ancora attivato contratti di piccola manutenzione e poche di queste hanno definito i dispositivi di protezione individuale (DPI) necessari per il personale. La maggior parte dei fruitori delle scuole non è a conoscenza delle procedure d’esodo e, più in generale, di come comportarsi in caso di un evento problematico. Basterebbero anche poche istruzioni, coordinate e ragionate, per aumentare sensibilmente la sicurezza: studenti, corpo docente e tutto il personale presente saprebbero così come agire per rendere più sicuri gli ambienti. Una conoscenza e una cultura della sicurezza diffuse a tutti i livelli, quindi, devono essere la base di partenza.

INVESTIRE

SUL FUTURO

Sul territorio italiano esistono oltre 55.000 strutture dedicate alla scuola: sono circa 43.000 istituti scolastici statali e 12.000 istituti paritari e la maggior parte di questi (circa il 60% del totale) ha un’età ben superiore ai 50 anni. Appare evidente, dunque,

che pur avendo un elevato tasso di copertura dell’edilizia scolastica, si tratti perlopiù di strutture datate, inefficienti e spesso anche poco sicure (dal Rapporto sull’edilizia scolastica, Fondazione Agnelli). Stando alla più recente Elaborazione dati anagrafe edilizia scolastica del Ministero dell’Istruzione, la maggior parte delle strutture non rispetta gli standard imposti dalla normativa vigente. Considerando i soli parametri energetici, all’85% delle scuole viene attribuita una classe energetica molto bassa (E, F o G). In particolare, la maggioranza degli edifici risale al periodo compreso tra il 1960 e il 1975 e rispondeva quindi alle necessità di un Paese che oggi è profondamente mutato: allora, in un periodo di benessere, si assisteva a una crescita importante della natalità, mentre oggi le nascite sono sempre meno e le previsioni segnalano un ulteriore calo. Urge quindi un riadattamento di questi edifici che, ove possibile, devono essere rimodulati, oppure ricostruiti. Proprio per questo, il PNRR appare oggi ancor più essenziale. Ingegneri e architetti sono chiamati a una sfida più alta: disegnare oggi la scuola di domani, una scuola sicura, sostenibile e inclusiva. Infatti, per adeguare un edificio non possiamo limitarci a metterlo in sicurezza, verificarne la tenuta e la qualità dei materiali o installare luci d’emergenza. Dobbiamo anche ripensare gli spazi, ridisegnare l’aspetto di aule, laboratori, mense, creare luoghi per l’incontro e la condivisione. Le scuole rinnovate e le nuove scuole devono essere funzionali a soddisfare le mutate esigenze didattiche e di studio. Ciò significa dare ai bambini e ragazzi di oggi, gli adulti del domani, le migliori condizioni possibili per imparare, esprimersi e relazionarsi in assoluta sicurezza. In definitiva, siamo chiamati a investire sul futuro.

Articolo tratto dal n.5/2022 de Il Giornale dell'Ingegnere

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Aria sana nelle aule Le linee guida

La qualità dell’aria indoor è un requisito essenziale per una buona salute della popolazione scolastica. L’eventuale scelta di apparecchi per la sanificazione e filtraggio dell’aria deve tenere conto delle specifiche tecniche dei prodotti e degli obiettivi che si intendono raggiungere a cura di Simone Ciapparelli

Per migliorare la gestione degli ambienti scolastici e contenere i possibili rischi per la salute è importante garantire una buona qualità dell’aria nei suddetti ambienti,

prestando attenzione alle fonti degli inquinanti chimici e dei patogeni, sia interne che esterne, alla gestione delle attività, al numero di occupanti, alla natura e configurazione degli spa-

zi, alle misure preventive in atto, ecc. Tutte queste variabili possono influire sensibilmente sulla qualità dell’aria di una classe, così come l’utilizzo di dispositivi di sanificazione, purificazio-

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SISTEMA
SCUOLA TRATTAMENTO ARIA

ne/ventilazione. L’utilizzo dei suddetti dispositivi è di giovamento solo se comporta un miglioramento dell’aria indoor. È possibile, ad esempio, che la semplice ventilazione delle aule attraverso l’apertura delle finestre possa migliorare sensibilmente la qualità dell’aria, favorendo la diluizione e la riduzione sia di agenti chimici liberati all’interno (es. da materiali, arredi e finiture, attrezzature didattiche, prodotti per la pulizia, ecc.), sia di virus e batteri rilasciati dagli occupanti. Le fonti esterne di inquinanti in prossimità delle aule (es. parcheggi di mezzi a motore in prossimità delle finestre) sono ulteriori elementi da considerare. Allo stesso modo, l’osservanza di semplici norme quali il divieto di fumo in tutto il perimetro scolastico, l’assenza di arredi e materiali inquinanti, l’igiene e trattamento di pavimenti e superfici, ecc., è un prerequisito importante in questo contesto. In altre parole, si raccomanda che l’utilizzo di dispositivi aggiuntivi di sanificazione, purificazione e ventilazione sia preso in considerazione solo una volta che le misure sopra indicate in modo esemplificativo siano state identificate e intraprese, e ciononostante, sia dimostrato che la qualità dell’aria non sia adeguata. Qualora le valutazioni tecniche individuassero la necessità di ricorrere a dispositivi/apparecchi specifici per la purificazione/sanificazione degli ambienti, ad integrazione delle altre azioni di prevenzione e riduzione del rischio, tra le quali anche l’ottimizzazione dei ricambi dell’aria mediante l’apertura delle finestre, i dispositivi dovranno essere selezionati sulla base delle specifiche tecniche descritte genericamente nel presente articolo. La scelta della soluzione tecnica più idonea, a cura di personale qualificato, deve tenere conto anche degli obiettivi che si intendono raggiungere con l’utilizzo di tali dispositivi. Occorre, inoltre, considerare possibili controindicazioni dei dispositivi, quali emissioni, rumori, rischi per la sicurez-

za, costi di acquisto e di esercizio, eventuali emissioni e consumi energetici. È importante sottolineare che l’utilizzo di apparecchi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell’aria deve essere finalizzato a integrare, e non sostituire, le principali misure anti-contagio e non può prescindere da o escludere la valutazione delle condizioni microclimatiche e della qualità dell’aria indoor e outdoor, i materiali, i prodotti e le tecnologie di costruzione, le conoscenze e i modelli di comportamento degli occupanti che tengano conto delle misure di prevenzione vigenti e verifica della loro attuazione, la gestione dei rifiuti, le politiche di sostenibilità, e altre soluzioni già presenti o pianificate per il miglioramento della qualità dell’aria indoor e delle superfici.

La qualità dell’aria indoor nelle scuole assume un particolare significato e rilievo, sia per le vulnerabilità dei soggetti (es. studenti e lavoratori alcuni con suscettibilità e disabilità più o meno complesse, con malattie respiratorie, asmatici e allergici, con alterazione del sistema immunitario, ecc.), sia per gli elevati tempi di permanenza. Pertanto l’attenzione sulla qualità dell’aria indoor nelle scuole si tradurrà nel suo com-

plesso in un beneficio significativo per tutta la vita sulla salute degli studenti e del personale scolastico.

VENTILAZIONE NATURALE E MECCANICA

La ventilazione, naturale o meccanica, è parte strategica degli interventi di prevenzione e controllo della riduzione del rischio di trasmissione di malattie infettive. I ricambi dell’aria possono essere migliorati utilizzando quanto più possibile le aperture delle finestre e dei balconi, creando una corrente d’aria, aprendo quindi contemporaneamente finestre e porta dell’aula per pochi minuti più volte al giorno (ad esempio operare la ventilazione intermittente durante il cambio d’ora); questo rappresenta il modo più semplice per implementare sin da subito l’ingresso di un flusso “d’aria esterna” regolare, intermittente o incrociato e assicurare la diluizione/riduzione degli inquinanti di diversa natura prodotti all’interno, comprese le eventuali particelle virali presenti. Inoltre, sul piano operativo è utile ricordare che l’ottimizzazione dei ricambi dell’aria e, più in generale, della ventilazione, sebbene faccia parte della generale strategia di

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prevenzione, è solo una delle azioni da intraprendere, e da sola incide solo parzialmente nel ridurre il rischio di contaminazione e trasmissione dei virus, se non vengono rispettate tutte le altre azioni personali di prevenzione e riduzione del rischio, come il lavaggio delle mani, l’etichetta respiratoria per la tosse e gli starnuti, la sanificazione delle superfici. Alcuni studi enfatizzano la necessità di sviluppare standard di ventilazione naturale e meccanica che considerino adeguatamente l’elevato rischio di infezione da patogeni per via aerea. Per sviluppare sistemi di ventilazione flessibili, a seconda delle finalità e della tipologia degli edifici (es. scuole), è necessario coinvolgere le parti competenti del settore del condizionamento dell’aria e della ventilazione e/o figure professionali competenti/qualificate.

SCELTA DEI DISPOSITIVI

La scelta sulla “opportunità di utilizzo” della soluzione tecnica deve essere

effettuata da personale qualificato in considerazione della valutazione dei rischi e deve tenere anche presenti gli obiettivi che si intendono raggiungere (es. ricambio d’aria, abbattimento carica patogeni nell’aria e/o del materiale particellare).

Come raccomandazioni generali, i dispositivi/apparecchi, qualora destinati agli ambienti scolastici, devono essere chiaramente identificabili, sicuri, efficaci, utilizzabili in presenza di astanti se previsto dal costruttore e solo in condizioni di sicurezza, muniti di o abbinati a, ove necessario, dispositivi/sensori in grado di misurare anidride carbonica (CO 2) e/o altri composti emessi primariamente o secondariamente (sottoprodotti) e particolato, nonché i principali parametri microclimatici. Possono essere utilizzati anche gli apparecchi polivalenti (es. strumenti che garantiscano il ricambio d’aria e/o filtrazione di particolato e/o abbattimento della carica dei patogeni e/o abbattimento di in-

quinanti chimici) anche combinati con prodotti/sistemi per la sanificazione delle superfici. Gli apparecchi scelti dovrebbero essere sempre accompagnati da documentazione attestante test specifici che dimostrino: efficacia e sicurezza nelle condizioni di utilizzo, i.e., in ambienti simili agli ambienti scolastici in cui si intendono installare (es. volume degli ambienti testati, tassi di ricambio dell’aria, modello di occupazione); durata di funzionamento che influenza la capacità di abbassare la concentrazione degli inquinanti; frequenza della manutenzione per un corretto funzionamento; livello/classe rumore dB(A) durante il funzionamento alla massima portata d’aria.

RICAMBIO D’ARIA

L’OMS considera ottimale un ricambio dell’aria pari ad un valore indicativo di almeno 10 L/secondo/persona. Per i sistemi meccanici che agiscono anche mediante il ricambio di aria/ ventilazione, in aggiunta ai mecca-

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SISTEMA SCUOLA TRATTAMENTO ARIA

nismi cosiddetti di “sanificazione/ igienizzazione”, deve essere documentato il tasso di ricambio dell’aria (espresso in termini di litri di aria per persona al secondo) in relazione al volume da trattare, al potenziale numero di occupanti e all’identità delle sostanze chimiche presenti sia come inquinanti sia come sottoprodotti delle sostanze attive. La ventilazione non dovrebbe essere mai utilizzata in sostituzione alla limitazione/controllo del numero delle sorgenti per ridurre al minimo le concentrazioni inquinanti negli ambienti indoor per il rischio di generare flussi che trasportino eventuali agenti patogeni nell’aria verso altre zone dove sono presenti altre persone, come dimostrato dalla letteratura scientifica su focolai epidemici sviluppati in ambiente indoor a causa di ventilazione. È preferibile che gli inquinanti evitabili siano eliminati/mitigati alla sorgente.

L’efficienza del ricambio di aria/ventilazione si misura in base ai volumi/ora o ai litri/secondo/persona, ovvero alla capacità di ricambiare l’aria interna con aria esterna, o aria di ricircolo trattata non contenente particelle contaminanti. Si sottolinea che l’aria di ricircolo fornita non sostituisce in nessuna maniera i ricambi dell’aria, che avviene mediante introduzione di “aria fresca esterna”, quindi le finestre e i balconi devono essere aperti per pochi minuti ad intervalli regolari, per creare la ventilazione intermittente. L’utilizzo dei purificatori/ sanificatori/igienizzatori senza ingresso di aria esterna, potrebbe non ridurre i livelli e le concentrazioni di alcune sostanze (es. CO2) e potrebbe anche causare false allerte da sensori che rilevano nell’ambiente i livelli di queste sostanze per usarli come indicatori di qualità dell’aria indoor e comunque potrebbe non rimuovere tutti gli agenti come accade quando viene effettuato il ricambio dell’aria esterna non inquinata. In ambienti in cui non risulta possibile aprire le finestre, il ricambio d’aria può essere soddisfatto da aria

esterna pulita in percentuale compatibile con la potenza degli apparecchi di trattamento aria.

REQUISITI DEI DISPOSITIVI

In ambito scolastico è necessario prendere in considerazione in primis la sicurezza dei sistemi che producono e utilizzano sostanze chimiche, alcune delle quali sono in fase di valutazione secondo la normativa europea (regolamento UE n. 528/2012) e quindi non sono utilizzabili come “disinfettanti” in ambienti indoor e inoltre richiedono l’intervento di personale qualificato.

In relazione alla tipologia del sistema (chimico, chimico-fisico, fisico) è necessario che il fabbricante fornisca le informazioni sulle caratteristiche tossicologiche delle forme chimiche reattive e dei sottoprodotti che eventualmente si formano o sulle caratteristiche di pericolo degli agenti fisici. Devono essere identificati e descritti eventuali sottoprodotti nel caso di generazione di forme chimiche reattive indesiderate anche se corrispondenti a un principio attivo biocida già approvato o in fase di valutazione. La formazione di sottoprodotti dipende dalla composizione della matrice trattata, dalle caratteristiche del sistema, dal tempo di funzionamento e dagli articoli/materiali e dal numero di persone presenti nell’ambiente. Infatti le sostanze eventualmente rilasciate (es. ozono) possono interagire con i COV emessi dalle diverse sorgenti (es.aria outdoor, fotocopiatrici, stampanti, ecc.) o con materiali e prodotti presenti o utilizzati negli ambienti indoor, portando alla possibile formazione secondaria di sostanze indesiderate con elevata tossicità, inclusi i cancerogeni (es. formaldeide) e di PM10, PM2,5, particelle ultrafini, nanoparticelle, radicali ossidrilici o altri sottoprodotti.

Ciò può avvenire anche attraverso reazioni omogenee ed eterogenee con materiali indoor di largo consumo (es. terpeni presenti in profumatori per

ambienti o detergenti). Deve essere indicata l’eventuale incompatibilità del sistema con materiali comunemente presenti negli ambienti indoor (es. materiali per costruzioni, arredi), che potrebbero causare la formazione di sottoprodotti o la degradazione dei materiali stessi per l’azione delle sostanze chimiche eventualmente originate dal sistema sanificante/igienizzante. Per i sistemi che prevedono l’irraggiamento UV-C deve essere esplicitato che non vi sia emissione di radiazione UV-C all’esterno del sistema che esponga le persone presenti oppure che tale emissione non superi i limiti di esposizione alla radiazione UV-C fissati a livello internazionale e adottati nella normativa nazionale per la protezione dei lavoratori.

I sistemi di purificazione dell’aria possono utilizzare diverse tipologie di filtri, tra i quali si riportano i filtri HEPA, ULPA e di tecnologie innovative di purificazione. Tali tecnologie devono rispettare le norme di riferimento internazionali di verifica e sicurezza. Il dispositivo deve prevedere un manuale d’uso e di manutenzione in materia di sicurezza, destinazione d’uso, movimentazione e immagazzinamento, installazione, scelta del punto di posizionamento nell’ambiente, precauzioni d’uso, manutenzione, anomalie, rumorosità, la scheda tecnica e altre informazioni nel rispetto delle normative vigenti. L’efficacia, intesa come abbattimento della carica microbica/ virale rivendicata, deve essere supportata da evidenze sperimentali idonee, basate su protocolli standardizzati (es. norme EN, ISO, ecc.), rilasciati da laboratori di prova o da Centri di saggio competenti.

Fonte: DPCM del 26 luglio 2022, “Linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici”

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PRIMO PIANO

Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale

4CLEANPRO

MIRA ERGO. Per un ambiente di lavoro più sicuro e igienico La pulizia professionale è uno degli aspetti fondamentali dell’accoglienza e l’utilizzo di adeguate tecnologie appare fondamentale per una reale igienizzazione. In particolare i modelli di lavasciuga pavimenti più compatti risultano molto utili in questo settore, garantendo un alto livello di igiene, operazioni rapide, pavimenti subito asciutti e calpestabili senza fatica. Dall’esperienza trentennale di 4CleanPro nasce il nuovo modello MIRA ERGO, lavasciuga realizzata con materiali di primissima scelta: il telaio e tutte le parte metalliche sono in acciaio inossidabile AISI 304. Questa importante caratteristica la troviamo in tutte le macchine 4CleanPro ed è fondamentale per poter lavorare in ambiente scolastico, alimentare, ospedaliere e piscine. Impedisce, infatti la formazione di ossidazione sulle parti in inox e la formazione di muffe, microbi o batteri legato alla corrosione.

4cleanpro.com

ALCA CHEMICAL

Igiene nelle scuole

La pulizia e l’igiene nei luoghi frequentati dai nostri bambini e ragazzi deve continuare ad essere di primaria importanza, come abbiamo potuto imparare dall’esperienza della pandemia, tutt’altro che terminata. Un locale al chiuso in cui gli arredi (soprattutto i banchi e le sedie) sono regolarmente puliti e tenuti in ordine è infatti molto più confortevole, e rassicurante, di un altro invece soggetto a trascuratezza. Per questo motivo ALCA propone per la rapida pulizia e disinfezione delle superfici lavabili il P.M.C. SANITER PLUS (reg. n° 20935), a base di sale quaternario d’ammonio, avente attività battericida, fungicida e virucida

EVOKSAN

Pulizia e igienizzazione delle superfici

Evopan System è un innovativo sistema basato su panni in TNT monouso preimpregnati per superfici (Evopan Multy) o per pavimenti (Evopan Floor).

Evopan Floor è preimpregnato di detergente e igienizzante certificato e consente di effettuare una rapida scopatura a umido insieme a un veloce lavaggio sanificante con semplici e pratici passaggi (un panno copre 15/20 mq). Evopan Multy è un panno preimpregnato sanificante certificato ed è idoneo per la pulizia e l’igienizzazione di superfici e oggetti di qualsiasi tipo.

evoksan.com

PAREDES

Paredis Style, dispenser a taglio automatico Paredes presenta il nuovo Paredis Style, dispenser del già collaudato sistema a taglio automatico, è garanzia di affidabilità, comfort e igiene. L’innovativa lama in ceramica garantisce una maggiore efficacia e il posizionamento della stessa permette un utilizzo sicuro. Con un design dalle linee moderne, che facilita la pulizia e la manutenzione, il distributore presenta una sezione in trasparenza che permette costantemente di mantenere sotto controllo il livello del prodotto. Il nuovo nottolino, che serve da attacco al distributore, oggi è in 100% cellulosa azzerando l’utilizzo della plastica nel materiale di consumo e producendo un unico rifiuto al termine del rotolo. Questo può essere scelto tra una vasta gamma di prodotti certificati Ecolabel in linea con la filosofia EcoAttitude.

paredes.it

in pochi minuti e senza risciacquo. Non contiene solventi, né alcali caustici e non lascia odori. Ideale quindi per la rapida pulizia e disinfezione quotidiana degli arredi lavabili di un’aula scolastica. Per la rimozione di macchie di biro e di pennarelli dalle superfici degli arredi delle aule, ALCA propone il DESK NET, detergente rimuovi-macchie pronto all’uso. La sua microemulsione penetra nelle macchie anche vecchie e ne permette la successiva rimozione con un panno. Non lascia odori sgradevoli durante l’uso e non necessita di risciacquo.

alcachemical.it

SISTEMA SCUOLA DIMENSIONE PULITO | 01/2023 VETRINA
a cura di Loredana Vitulano

RUBINOCHEM Olè Ressenza, alta azione igienizzante

RubinoChem presenta Olè Ressenza, un formulato polifunzionale ad alta concentrazione con un’alta azione igienizzante e pH neutro utilizzato per detergere, rimuovere germi e batteri con azione meccanica, spolverare, profumare e deodorare ambienti e superfici. Il formulato Olè Ressenza è stato progettato per rispondere alle necessità degli utilizzatori professionisti. Il marchio registrato Trademark e il formulato hanno mantenuto nel tempo la peculiare alta qualità e identità riconosciuta e apprezzata dai clienti utilizzatori finali.

rubinochem.it

HYGENIA

Mop intelligente

Hygenia presenta Hy-genio, il primo mop che consente di analizzare le prestazioni e sapere con precisione quanti metri quadri sono stati lavati. È un componente hardware che trasforma la mop in un sistema in grado di catturare l’effettiva attività di pulizia svolta all’interno di una struttura. Utilizzando un set specializzato e ottimizzato di sensori e algoritmi dedicati, Hy-genio fornisce informazioni in tempo reale per costruire analisi e modelli predittivi. La trasmissione dati avviene tramite rete Wi-Fi per garantire una maggiore velocità e sicurezza nel trasferimento.

hygenia.it

ITALSAN

Depuratori d’aria UV-C AIR

ITALSAN ha progettato e realizzato due tipi di macchine che utilizzano lampade a luce ultravioletta germicida e virucida con raggi a 254 nm: Air Sanitizer 60-120 ed Air Sanitizer 240. Le radiazioni UV-C emesse da questi purificatori d’aria hanno la capacità di disattivare, distruggendo il DNA e l’RNA di virus e batteri, fino al 99,99% degli agenti patogeni presenti in atmosfera all’interno degli ambienti trattati. Agiscono anche contro muffe, spore e funghi. Sono efficaci in ambienti come scuole, uffici, ospedali, palestre, aeroporti, alberghi, sale d’attesa, ristoranti, stazioni di servizio, condomini, ecc. Una volta accesi iniziano immediatamente a sanificare e agiscono uniformemente in tutto l’ambiente, sfruttando il riciclo continuo dell’aria presente nell’ambiente; una volta spenti non lasciano alcun tipo di traccia chimica o organica.rezzata dai clienti utilizzatori finali.

italsan.it

PAPERDI

Dispenser no-touch Paperdì

Soavex Professional è il nuovo sistema di dispensazione by Paperdì pronto a soddisfare le crescenti esigenze del mercato in termini di garanzia d’igiene, costo d’uso e autonomia. Una gamma completa di dispenser no-touch dal Design moderno, innovativa, tecnologica e pratica. Soluzione ideale per garantire concreti benefici al tuo business combinando massima efficienza, elevata autonomia, controllo dei costi. paperdi.it

S•47 DIMENSIONE PULITO | 01/2023

Nell’impostare la struttura di questo “speciale scuola” si sono affacciati alla mente molti pensieri: il viso della mia maestra delle elementari (non avrei mai immaginato che sarebbe riaffiorato così nitido dopo 74 anni…) in seconda battuta le parole con cui un maestro di nuoto mi consegnò un gruppo di bimbi a cui avrei dovuto insegnare a nuotare: “Si ricordi, mi disse, che il primo passo che dovrà fare sarà quello di far loro amare l’acqua”. Il “lei” con cui l’istruttore mi apostrofò

mi sorprese non poco e forse contribuì a rafforzare la raccomandazione che, ogni tanto, riaffiora soprattutto nei Corsi di formazione e sviluppo professionale per disinfestatori. Infatti, la parte più delicata, importante e difficile, non è informare ma motivare gli addetti ai lavori che l’ars disinfestandi ha lo scopo di garantire un livello igienico il più adatto all’ambiente in cui operiamo, affiancato naturalmente a quello di farci sbarcare il lunario il meglio possibile.

Nella “scuola” l’obiettivo igiene deve concretizzarsi in totale sicurezza, in modo tempestivo e, naturalmente, essere risolutivo. Oltre a tutto in termini economici accettabili dalle sempre più scarse disponibilità di cassa dei nostri Enti pubblici. La quadratura del cerchio al confronto è un gioco da ragazzi. Coerenti con quanto premesso gli articoli che seguiranno esporranno (1°) un breve accenno a due interventi contro le formiche attuati con tecniche differenti, (2°) un episodio

di lotta alle arvicole di molti anni fa in un liceo prestigioso nell’hinterland milanese che sottolinea un vuoto nell’attuale farmacopea e (3°) un esempio di trattamento di lotta alle vespe risolutivo ben condotto da un disinfestatore, anche apicultore il che gli conferisce una sensibilità professionale di alto livello che si conclude con una osservazione naturalistica entomologica che apre un orizzonte di riflessioni assai interessanti su cui ragionare.

Linepithema (Iridomyrmex) humile

Sintesi di due interventi

SISTEMA SCUOLA S•48 DIMENSIONE PULITO | 01/2023
a cura di Chiara Dassi
DISINFESTAZIONE

Per sottolineare l’importanza della scelta delle risorse tecniche in funzione dell’ambiente in cui si opera. Nello specifico siamo in due scuole di una cittadina di circa 50.000 abitanti a Nord di Milano e precisamente una scuola elementare posta alla periferia e circondata da verde e una scuola media sita nel centro storico con un ampio cortile. In entrambi i casi l’entità infestante era la formica argentina, ma nel primo caso la presenza delle formiche era in un’aula a pian terreno e, nel secondo in un locale in cui erano custoditi materiali vari: detersivi, scope, secchi e un paio di carrelli di quelli usati dalle imprese di pulizia.

I criteri di scelta portarono ad adottare nell’aula didattica le bombole aerosol schiumogene e stucco francese (però

quello che asciugando non si fessura) e nel secondo caso, locale di servizio, delle esche gel. La motivazione che mi sembra condivisibile era che nell’aula lasciare delle gocce di gel, sia pure poste con cautela, potevano essere soggette a manipolazione da parte degli scolari per cui iniettare della schiuma insetticida nelle crepe da cui uscivano le formiche per poi sigillarle appariva il metodo più sicuro. Il punto critico era quello di operare in orari in cui il formicaio fosse a riposo. L’intervento ha comportato un paio d’ore; tempo così suddiviso: circa 20 min per l’erogazione della schiuma e asportazione di quella fuoriuscita mentre il resto per la sigillatura delle crepe e dei pertugi invero assai numerosi. Nonostante l’attenzione posta

è stato necessario ripetere dopo un paio di giorni un trattamento complementare utilizzando uno spray a base di piretro perché qualche formica vagante era sopravvissuta.

Nel locale-magazzino furono applicate poco meno di una cinquantina di gocce-gel impiegando poco più di un quarto d’ora e, dopo qualche giorno, non fu più notata la presenza di formiche. La parte critica riguardò l’asportazione delle gocce della cui posizione si era persa memoria. Mi limito a riportare questi due esempi sottolineando il differente approccio terapeutico che, pur frutto di un razionale ragionamento, potrebbe anche non essere totalmente condiviso. Resta il fatto che in entrambi i casi il problema ha trovato una positiva soluzione.

Specie: Iridomyrmex humilis

Nome volgare: Formica argentina

Dimensioni

Formica di colore castano opaco le cui dimensioni sono per la regina 4,5 - 4,9 mm e le operaie 2,1 - 2,6 mm.

Forma lunghe file su muri, piante e terreno. Si distingue

per il peziolo (la tipica strozzatura tra torace e addome) formato da un solo segmento. Diffusa in tutta l'area del Mediterraneo soprattutto in Liguria e nelle zone costiere del Tirreno, dello Ionio e del basso Adriatico. I formicai spesso ospitano più regine e possono annoverare qualche migliaia di individui. Sono polifaghe ma prediligono sostanze proteiche e zuccherine.

Ciclo Biologico

Uovo > larva > pupa > adulto

Durata del ciclo: 3 mesi circa

N° generazioni/anno: svariate. In edifici riscaldati possono comparire forme sessuate alate, in grado di dare origine a nuove colonie in ogni periodo dell'anno. N° uova/femmina: FECONDA circa 30 al giorno per regina

Svernamento: più colonie vicine si riuniscono in luoghi caldi e riparati (ad es. sotto mucchi di letame).

Lettura consigliata “La formica argentina” di Italo Calvino pubblicato per la prima volta nel 1952. (tempo di ascolto 1h e 20 min).

S•49 DIMENSIONE PULITO | 01/2023

Un’invasione di arvicole

Il caso riportato risale al secolo scorso e precisamente verso la fine del ventesimo secolo. Ne è quindi passata di acqua sotto i ponti e potrebbe essere avanzata l’obiezione che acqua passata non macina più. Pur tuttavia le arvicole sono ancora presenti nell’italico territorio, ma sono scomparse dalle etichette dei nostri biocidi, il che giustifica, o mi pare che lo faccia, le mie perplessità. Vero è che mi sembra di essere l’unica voce che richiama l’attenzione su certi eccessi legislativi, ma questo potreb -

be sottolineare che non sono dalla parte della ragione, ma anche se così fosse il problema rimane. Vedi anche quanto riportato nelle conclusioni. In estrema sintesi l’evento è accaduto in una cascina riadattata a Liceo (prestigioso) posto alla latitudine di 45° e 22’ e a 9° e 10’ di longitudine. Quindi nel milanese. Il contesto è fantastico, ricco di alberi (anche da frutto), siepi, aiuole e prati all’inglese. In uno di questi di circa 4 pertiche milanesi, visto che siamo in area ex agricola, l’unità di misura mi sembra pertinente; quindi circa 2.500

m². Orbene in questa area in poco più di due anni si è concretizzata una infestazione di arvicole disseminate per tutta l’area a macchia di leopardo. Mi sembra di ricordare che i fori di entrata ammontassero a oltre il centinaio concentrati in sei punti del prato.

Il timore era che l’infestazione si diffondesse ulteriormente per cui fu deciso di intervenire interpellando una ditta di Bolzano che produceva esche rodenticide che, vox populi, erano utilizzate soprattutto nei meleti assai estesi in quelle zone.

SISTEMA SCUOLA S•50 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 DISINFESTAZIONE

Su indicazione del servizio tecnico di quella azienda (non più presente sul mercato) posizionammo numerosi punti esca esponendo cartelli indicatori che interdivano l’area al passaggio di chicchessia.

Ricordo che il calendario dei trattamenti fu impostato su 5 cicli a distanza di 30-40 gg e il protocollo esigeva di asportare l’esca alla fine di ogni ciclo. I risultati furono soddisfacenti tanto che, nell’anno successivo, non vi furono avvistamenti.

L’esca mi sembra che fosse a base di

bromadiolone e la base alimentare costituita da granaglie e ogni punto esca pesasse ≤ 20 g. Il totale di esca utilizzata non fu quindi di poco conto e il consumo reale di ± il 25%.

CONCLUSIONI

Certamente il nostro operare alla luce dei protocolli attuali lascerebbe molto a desiderare sia dal punto di vista della sicurezza che dell’ambiente, ma passare a non menzionare nelle etichette entità infestanti e parassiti mi sembra eccessivo anche alla luce del-

le sempre più numerose segnalazioni di specie aliene molto invasive. Un riferimento metodologicamente corretto, a parer mio, lo si trova nel testo delle etichette dei disinfettanti, antisettici e antibiotici (sia di uso umano sia veterinario) in cui viene indicato uno spettro di azione che contempla l’efficacia nei confronti di gruppi di parassiti simili dal punto di vista sistematico, valga l’esempio degli antibiotici in cui si indica: “efficace nei confronti dei batteri Gram positivi e Gram negativi”. Parliamone.

Nome Scientifico: Arvicola terrestris

Nome italiano: Arvicola acquatica - ratto d’acqua

Nome inglese: Water Vole

Nome spagnolo: Rata topera

Inquadramento Sistematico

Phylum: Vertebrati

Classe: Mammiferi

Ordine: Roditori

Famiglia: Microtidi

Specie: Arvicola terrestris

Dimensioni

Adulto: Lunghezza (corpo + testa): 100-220 mm

Lunghezza coda: 70-120 mm

Peso: 100-180 g

Caratteristiche e Diffusione

Simile alla Arvicola agreste, è grande il doppio e la coda è più lunga (circa la metà del corpo). Pesante e di struttura robusta. La testa è tondeggiante con muso breve, le orecchie sono piccole e poco visibili e gli occhi sono piccoli. I piedi posteriori sono sproporzionalmente lunghi. Il pelo è scuro, di colore brunastro. Abile nuotatore è legata alle zone umide e alle pianure ed è diffusa in tutta Italia tranne la Sardegna e le isole minori. Attiva durante il giorno e la notte, anche d’inverno.

Abitudini Alimentari

Si nutre di parti ipogee ed epigee dei vegetali.

Ciclo Biologico

Piuttosto prolifico in annate favorevoli e tale fenomeno può causare distruzione di intere coltivazioni.

Durata della gestazione: 19-22 gg

N° parti/anno: 3-4

N° nati/parto: 2-6

Peso alla nascita: 0,5-1 g

Maturità sessuale: a 42-60 gg dalla nascita

Vita media: 2-4

S•51 DIMENSIONE PULITO | 01/2023
Il topo campagnolo è una arvicola (Arvicole microtus) e il genere contempla numerose specie.

Vespa crabro Un esempio di lotta

timetri e, a un attento esame, non vi erano altre vie di fuga, è stata svuotata una bombola a base di piretro naturale, munita di una cannuccia di erogazione, all’interno della cavità della tettoia. Le norme precauzionali hanno previsto l’allontanamento di tutte le persone e, con l’aiuto del custode, si è impedito che dei curiosi entrassero nell’area transennata. Inoltre si è provveduto a:

a cura di Giulio Saredi

Settembre 2022, alla riapertura di una scuola elementare della provincia di Milano al confine con

quella di Bergamo la quasi improvvisa apparizione di calabroni crea un notevole allarme. Con grande tempestività, insieme al tecnico comunale e al custode si provvede a transennare l’area in modo da metterla in sicurezza. La specie infestante è la Vespa crabro (vedi scheda bio-etologica EcoPlan) il cui nido è stato costruito all’interno della pensilina posta a protezione dell’entrata secondaria della scuola.

L’INTERVENTO

Visto che il foro di entrata al nido presentava un diametro di pochi cen-

• indossare una tuta in tessuto non tessuto e caschetto da apicoltore;

• utilizzare occhiali protettivi, maschera naso bocca con un solo filtro, scarpe antinfortunistica e guanti da vetraio che, oltre a fornire un’ottima protezione, consentono una presa sicura;

• utilizzare una scala professionale;

• chiudere l’entrata con uno straccio consentendo l’inserimento della cannula ma non la fuga dei calabroni.

Il trattamento vero e proprio è stato effettuato all’imbrunire, verso le 18:30, quando era logico supporre che tutti i calabroni fossero rientrati all’interno della pensilina. Dopo lo svuotamento della bombola si è provveduto ad estrarre la cannuccia dell’erogatore inserendo con maggior vigore lo straccio. L’operazione è durata circa dieci minuti e, al cessare di ogni ronzio proveniente dall’interno della cavità, facendo attenzione che non vi fossero calabroni ritardatari intorno all’entrata del nido, lo straccio è stato spinto all’interno, per consentire di sigillare l’entrata con del silicone.

SISTEMA SCUOLA S•52 DIMENSIONE PULITO | 01/2023 DISINFESTAZIONE
I calabroni possono rappresentare una seria minaccia per l’uomo, specialmente se nidificano nei pressi di ambienti come le scuole. In questi casi bisogna intervenire con tempestività, ricordandosi di utilizzare un equipaggiamento protettivo adeguato

IL RISULTATO

Il giorno seguente è stata consegnata la documentazione amministrativa del lavoro svolto, compresa la scheda della bombola utilizzata. Si è inoltre controllato che non ci fossero vespe attive intorno all’entrata del nido. La loro assenza ha comprovato il risultato positivo del trattamento, confermato anche dall’assenza di successive chiamate.

UN’OSSERVAZIONE DEGNA DI NOTA

L’esposizione di questo intervento fa tornare alla mente dell’autore un episodio purtroppo non documentato fo-

tograficamente, pertanto non è stato possibile determinare in maniera approfondita la specie delle vespe in oggetto. Si trattava comunque di vespe del genere Vespula spp. L’intervento in questione, effettuato con urgenza in una scuola media di una cittadina della bergamasca, riguarda un piccolo magazzino pieno di materiali accatastati, ben riscaldato (temperatura stimata 24-25°C) e circondato da vespe male intenzionate. Si disponeva di dispositivi di protezione appena sufficienti. Correva l’anno 2019, erano gli ultimi giorni di febbraio. I dati meteo del milanese rilevati dai bollettini ufficiali di quel periodo mostravano assenza di

piogge e una temperatura media attorno ai 9°C. Dopo aver risolto il problema delle vespe attive per mezzo di due bombole a svuotamento totale si è proceduto all’asportazione del nido, che è risultato ricco di larve vitali. Questo fatto, abbinato al numero di vespe attive (in numero non elevato ma eccessivo rispetto al mese in cui ci si trovava ad operare) ha fatto pensare a chi scrive che la colonia fosse sopravvissuta all’inverno. Fatto in netto contrasto con quanto riportato dalla letteratura, però l’ipotesi sembrò legittima sia allora che oggi, nonostante non sia più capitato di imbattersi in una situazione del genere.

Specie: Vespa Crabro

Nome volgare: Calabrone

Inquadramento sistematico

Classe: Insecta

Ordine: Hymenoptera

Famiglia: Vespidae

Dimensioni

Adulto: operaie 21 - 35 mm

Caratteristiche e diffusione

È una vespa molto grossa e robusta, dal volo rumoroso.

L’inizio dell’addome è bruno-rossastro. Capo e torace sono di colore bruno-nero, irti di peli rossastri. Le zampe sono rosso-bruno e le ali sfumate di giallo-bruno. È una specie molto comune e diffusa in tutta Italia. Fortunatamente non è molto aggressiva nei confronti degli esseri umani, a cui si raccomanda di non fare gesti bruschi nel tentativo di allontanare l’insetto, gesti che potrebbero essere interpretati come una minaccia dal calabrone che potrebbe diventare aggressivo.

Habitat

L’insetto costruisce un nido sferico di consistenza cartacea su muri, travi, alberi o in cavità. Esso aumenta di dimensioni col crescere della colonia; in estate può ospitare fino a 4000 individui.

Larva: in celle poste entro il nido.

Adulto: si allontana dal nido alla ricerca del cibo ed è

Ciclo biologico

quindi possibile rinvenirlo negli ambienti più disparati, tra i quali frutteti, industrie agro-alimentari, pasticcerie, macellerie, pescherie, o in prossimità di rifiuti.

Abitudini alimentari

Larva: viene nutrita con sostanze proteiche (carne, pesce, insetti).

Adulto: si ciba di sostanze zuccherine e frutta.

uovo > larva > pupa > adulto

Durata del ciclo: la colonia, fondata in primavera, raggiunge il massimo sviluppo in estate e si scioglie in autunno, con la morte di tutti gli individui, eccetto le femmine fecondate.

Svernamento: come femmina fecondata.

Danni

Attacca la frutta in maturazione sugli alberi, potendo causare forti perdite. Può attaccare in modo massivo le api e addirittura penetrare negli alveari, dove preda provviste e covate, provocando ingenti danni. L’insetto può pungere molto dolorosamente l’uomo; le conseguenze possono essere più o meno gravi o persino letali, in rapporto al numero di punture e alla sensibilità individuale.

S•53 DIMENSIONE PULITO | 01/2023
SCHEDA BIO-ETOLOGICA Scheda bio-etologica Ecoplan

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