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Noi credevamo
La cooperazione italo-russa a sostegno della Serbia di Giorgio Scotoni1
I
l 28 giugno 1914 l’assassinio a Sarajevo dell’arciduca ereditario Francesco Ferdinando fu il pretesto per il redde rationem tra le potenze europee. D’intesa con Berlino, Vienna attribuì la responsabilità dell’attentato a Belgrado e, dopo un ultimatum di trenta giorni, il 28 luglio dichiarò guerra alla Serbia. La crisi di Sarajevo innescò in Europa la reazione a catena che rese irreversibile lo scontro tra i due blocchi militari: la Triplice Alleanza (creata nel 1882 da Germania, Austria-Ungheria, Italia) e la Triplice Intesa (formata nel 1907 da Francia, Inghilterra e Russia). Il 30 e 31 luglio Francia e Russia risposero a Vienna con la mobilitazione. A sua volta il 1° agosto la Germania entrò in guerra, anzitutto contro la Russia, per avere la certezza che il partito Socialdemocratico votasse i crediti di guerra. Quindi, il 3 agosto Berlino dichiarò guerra anche alla Francia. Il 4 agosto la violazione della neutralità di Belgio e Lussemburgo da parte tedesca provocò l’ingresso in guerra dell’Inghilterra contro la Germania. Il collasso dell’ordine europeo, si estese per effetto domino su scala globale, dalle colonie in Africa, Asia e Oceania, al Giappone, all’Impero ottomano. L’Europa rimase il centro del conflitto, combattuto su tre fronti principali: Occidentale (Francia, Belgio), Balcanico (Serbia, Montenegro) e Orientale (Impero russo).
Il ri-avvicinamento italo-russo (1908 -1914) All’inizio della Grande guerra Italia e Russia si collocavano, sulla carta, in due campi avversi. Il 3 agosto tuttavia il Regno d’Italia dichiarò la sua neutralità. Roma motivò la sua scelta con il carattere aggressivo della guerra dichiarata da Vienna e con la mancata consultazione da parte della Triplice.2 1 Università MEPhI (Moscow Engineering Physics Institute). 2 Il 4 agosto 1914 l’Italia fu coinvolta in appoggio alla squadra navale tedesca del Mediterraneo. Due incrociatori, il Goeben e il Breslau, partirono dal porto di Messina ed eseguirono un bombardamento contro i posssedimenti francesi sulle coste dell’Algeria; quindi fecero rientro a Messina, si rifornirono, e ripartirono per Costantinopoli. Qui il 10 agosto furono incorporati nelle forze navali ottomane, tramite una vendita fittizia alla Turchia. Nell’ottobre 1914 i due incrociatori bombardarono Odessa e Sebastopoli, determinando l’entrata in guerra della Russia contro la Turchia, schierata a fianco degli Imperi centrali