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Noi credevamo
La Conferenza interalleata di Roma del gennaio 1917 di Mariano Gabriele «Ciò che avrebbe potuto essere è un’astrazione che rimane perpetua possibilità solo in un mondo ipotetico. Ciò che avrebbe potuto essere e ciò che è stato, puntano a un solo fine, che è sempre presente». Thomas Stearns Eliot, Four Quartets, 1943
F
ederico Savater scrive che «nel passato, dove Hegel vede una necessità razionale già compiuta, Kierkegaard continua a contemplare la possibilità di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato»1. Pare una riflessione utile per comprendere che talvolta è possibile - e forse anche utile - immaginare anche quello che non è accaduto perché le linee d’azione adottate non sono state idonee a conseguire uno scopo che, compreso e perseguito a fondo nella maniera appropriata, poteva essere risolutivo. La scelta di evitare il contrasto frontale contro l’avversario più temibile, attaccando prima i suoi alleati più deboli o esercitando la pressione lontano dall’epicentro della lotta è tradizionale nella strategia britannica. E’ possibile che se una tale linea fosse stata adottata nella strategia dell’Intesa e le operazioni conseguenti fossero state condotte in maniera tale da avere successo, il lungo assedio agli Imperi centrali dopo la prima Marna sarebbe potuto durare di meno e l’Europa si sarebbe risparmiata una parte della guerra e qualche milione di morti. Ovviamente, tutti sappiamo che la storia non si scrive almanaccando su quello che non è successo, tuttavia qualche volta può diventare istruttiva anche una riflessione di questo tipo. Per tutto l’Ottocento i Dardanelli costituirono un punto dolente della politica britannica nel Mediterraneo orientale, condizionata fino all’ossessione dalla prospettiva di un accesso zarista ai mari caldi, una preoccupazione che non derivava soltanto dalla supposta minaccia alla imboccatura settentrionale del Canale di Suez, ma soprattutto dal timore che ne fosse insidiato il cuore della potenza inglese nel Mediterraneo orientale. Nemmeno l’acquisto di Cipro, nel 1878, fu considerato a Londra pienamente risolutivo, anche perché in Mar Nero i russi avevano rifiutato il disarmo navale dopo la Crimea e il trattato di Santo Stefano 1 Storia della filosofia raccontata da Fernand Savater, Bari, Laterza, 2010.