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Noi credevamo
Legioni Redente I malriposti calcoli geopolitici dell’Italia ‘liberatrice di (alcuni) popoli oppressi’ di Marco Cimmino e Virgilio Ilari
Le contraddizioni della politica italiana verso le «minoranze oppresse»
D
opo Caporetto il governo italiano, su pressione della Francia e dei governi irredentisti cecoslovacco, romeno e polacco, consentì il reclutamento di volontari fra i prigionieri austro-ungarici appartenenti alle «minoranze oppresse». L’impegno maggiore riguardò i cecoslovacchi, anche con una certa speranza di poter così guadagnare influenza sul futuro stato. L’azione italiana fu però sempre poco convinta e facilmente contrastata dalla Francia che invece perseguiva, sostenuta dall’Inghilterra, la secolare strategia di formare un contrappeso alla Germania, e poi anche all’espansionismo russo e italiano. Emergono in questa vicenda le costanti implicite della politica orientale dell’Italia: la rivalità con la Francia, la sintonia con l’Austria e la Germania, la freddezza e diffidenza verso la Polonia, la preoccupazione di evitare lo smembramento della Russia, prevalente sulla paura del contagio rivoluzionario. Costanti che permanevano e frenavano l’enfasi propagandistica sulla liberazione dei popoli slavi dal giogo tedesco e austro-magiaro. L’effetto fu, contro le intenzioni dei governi liberali, di caricare l’Italia dei cocci della Monarchia Danubiana e di trascinarla nel vortice geopolitico creato a Versailles fino al fatale abbraccio col III Reich. L’idea mazziniana di un Antemurale slavo interposto tra l’Europa Occidentale e la Russia intrinsecamente “asiatica” – derivata in definitiva dalla visione del principe Czartoryski, stratega delle insurrezioni polacche del 1831 e 1863 e ispiratore del fallimentare Intermarium di Piłsudski – era stata il mantra della tradizione risorgimentale democratica, che voleva la distruzione dei grandi imperi multietnici per ricostruire l’Oriente Europeo sulla base del principio di nazionalità1. Nel 1914 furono però gli Imperi Centrali a sostenere, contro la Russia, l’irredentismo polacco; e fu la Russia a sostenere, contro l’Austria, l’irredentismo cecoslovacco e romeno. Nei confronti della causa polacca, l’Intesa e l’Italia furono condizionate dalla cobelligeranza con la Russia, fino alla rivoluzione del febbraio 1 Vedi qui gli articoli di Tamblé e di Ilari sulle Pagine Slave di Mazzini.