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La tesi di Montemaggi sull’operazione “Olive” e l’origine italiana della Guerra fredda di Giorgio Scotoni
L
a profonda divergenza (‘important divergence’) tra il presidente Roosevelt e il primo ministro Churchill è tema ampiamente trattato nella storiografia occidentale. Con riguardo alla Campagna d’Italia lo storico che forse più ne ha indagato implicazioni e premesse è Amedeo Montemaggi (1923-2011). Negli anni 1980 e 1990 egli espose i risultati delle sue ricerche in una serie di grandi studi dedicati alla Battaglia di Rimini e all’offensiva alleata Olive.1 Basandosi sui documenti d’archivio e le memorie dei protagonisti, Montemaggi interpreta l’operazione Olive come l’ultimo atto dell’annosa querelle sulla strategia alleata in Europa. Come noto, Olive fu la più massiccia offensiva condotta in Italia dall’esercito britannico – i 4/5 degli effettivi schierati in campo. Il piano del generale Alexander si imperniava sullo sfondamento della Linea Gotica a sud di Rimini per sgominare le forze tedesche a nord del Po, congiuntamente alla 5a Armata USA. Churchill, che presenziò all’avvio dei combattimenti, prefigurava una avanzata lungo la costa adriatica fino a Venezia, con l’obiettivo di prendere Trieste entro settembre.2 Nel disegno originario egli proponeva poi uno sbarco in Istria, per sviluppare la penetrazione alleata su Vienna lungo il c.d. “corridoio di Lubiana”.3 L’attacco fu lanciato il 25 agosto 1944 dall’8a Armata britannica col supporto delle forze statunitensi, che avanzavano da Firenze in direzione di Bologna. 1 Tra le opere principali Offensiva della Linea Gotica. Autunno 1944, Linea Gotica avamposto dei Balcani. 2 Così precisa il 28 giugno 1944 a Roosevelt: «(...) General Wilson conceives it possible that, on this plan, he and General Alexander could have possession of Trieste by the end of September» (Copy of Prime Minister message n. 717, 6-28-44, to the President - p.11 Part IV. National Archives and Records Service F. D. Roosevelt Library p. 124). 3 Vedi mappa in accluso.