AFRICA: LIMITI DELLA DECOLONIZZAZIONE E DELLA GLOBALIZZAZIONE IL CASO NIGERIA

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milioni di abitanti, cuore pulsante dell'Africa occidentale. Alla luce di tutto questo, è dunque chiaro che il punto di crisi per lo Stato in Africa è la sua stessa composizione territoriale. Questa composizione fu osteggiata dalle forze internazionali al fine di mantenere la stabilità nel continente, anche se, alla luce dei fatti, è forse stata più utile a mantenere i rapporti di forza delle vecchie potenze coloniali sui loro vecchi possedimenti. Lo stato perpetuo di estrema instabilità del continente, nonostante il miglioramento dell'ultimo decennio, si è comunque dimostrato patologico e non solamente temporaneo. Si è assistito più volte nella breve storia dell'Africa post-coloniale al crollo dell'autorità statale 7. Per molti infatti le nuove entità statali ereditate dell'epoca coloniale non erano altro che una presenza estranea e sfruttatrice. La grande eterogeneità etnica, religiosa e linguistica con cui vennero creati gli Stati africani e i costanti saccheggi del territorio e delle risorse private da parte dell'ente pubblico non fecero che estremizzare questa estraneità del cittadino col proprio Stato, mentre rinsaldava l'autorità di entità non statuali come i capi tradizionali e di movimenti indipendentisti e secessionisti locali.

2.2 Il clientelismo L'eterogeneità delle società africane ha quindi offerto un sistema facile e immediato per delimitare le linee dell'inclusione o dell'esclusione nella vita statale. Queste linee erano per l'appunto quella dell'identità etnica e religiosa ed infatti la direzione dello Stato, per i politici africani, emerse non tanto come la gestione formale e impersonale attraverso la definizione di istituzioni, regole e procedure, ma piuttosto l'apparato pubblico venne utilizzato per acquisire sistematicamente il controllo dei settori economici, utilizzando rapporti informali, personali e particolaristici. L'attività economica sfumò nell'attività politica, dove per svolgere quest'ultima bisognava interpellarsi alla prima, dando dunque piena affermazione delle élites politiche e burocratiche che utilizzavano questi sistemi neo-patrimoniali. Questo sistema neo-patrimoniale o clientelistico divenne l'elemento cardine dell'esercizio di potere, portando alla diffusione della figura della personal rule del capo dello Stato che spesso utilizzava il suo immenso potere per predare le popolazioni e le economie dei territori sottoposti alle loro autorità. Infatti, chi controllava lo Stato poteva dirigere a piacimento le risorse di quest'ultimo. Questi saccheggi prendono la forma di sottrazione dei beni pubblici, l'assegnazione di posti di lavoro o appalti in base ai favoritismi partitici ed etnici o perfino lo scambio di denaro in cambio di servizi. Esemplificativo è il caso del Congo-Kinshasa (ovvero la Repubblica Democratica del Congo, RDC o ex-Zaire) di Mobutu, il 7

Per “crollo” dello Stato si vuole intendere quando le funzioni del potere centrali non sono più esercitate nel suo territorio e quando esso non riceve più sostegno e legittimazione dalla sua popolazione.

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