AFRICA: LIMITI DELLA DECOLONIZZAZIONE E DELLA GLOBALIZZAZIONE IL CASO NIGERIA

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crescita delle economie degli Stati africani potesse realmente motivare questa crescita 13. Di conseguenza, i governanti acquisirono un grande rilievo nei diversi processi economici che prendevano vita nel paese. La vita economica dello Stato dunque sfumava in quella politica, provocando l'ascesa di presidenti monarchi che riuscirono a mantenere il potere per svariati mandati, figure di cui la recente storia africana offre numerosi esempi. Questa sorta di dittatori o neomonarchi esercitavano un potere di tipo personalistico che travalicava il potere istituzionale che la figura ricopriva. Ponendosi al di sopra della legge, essi governavano in modo arbitrario, utilizzando fondi pubblici a proprio piacimento. In altre parole, essi erano il centro politicoeconomico dello Stato. Regimi come quelli di Mobutu in Zaire o di Idi Amin in Uganda sono esempi di manifestazioni estreme dell'uso personale delle risorse pubbliche, tali da far diventare irrilevanti le istituzioni statali.

3.2 Lo sviluppo della democrazia in Africa Emerge dunque che politica ed economia per gli Stati postcoloniali africani sono intimamente legate. Nonostante l'apertura di molti paesi ad elezioni pluripartitiche, la realtà rimane ben diversa, queste democrazie sono caratterizzate da basse possibilità per i cittadini di partecipare alla loro vita politica. Il gioco politico si svolge tutto all'interno di un'élite preesistente, le cui differenze interne non hanno nulla di ideologico, ma piuttosto rappresentano gruppi di potere diversi. Infatti, l'occupazione dello Stato garantisce lo sfruttamento delle risorse, degli aiuti stranieri e la gestione dell'uso dei finanziamenti pubblici, utili a garantirsi la fiducia dei rapporti clientelari. In altre parole, la democrazia in Africa rimane un'istituzione di facciata, conseguenza della spirale negativa dell'economia africana, che ha lasciato poche opportunità alla sua élite se non quella di accettare le richieste della comunità internazionale di dotarsi di un apparato democratico. Il fine per i paesi africani è quello di poter accedere ad aiuti internazionali e a grossi investimenti, potendo così anche accedere ai programmi di aggiustamento finanziario promossi da istituzioni internazionali come l'FMI. Dunque, i mercati sono riusciti ad imporre allo Stato africano una maggior democrazia e stabilità. L’aumento della democrazia multipartitica è stato da sempre considerato un elemento essenziale per la riduzione degli scontri etnicoreligiosi, ma nella realtà, come osserva anche 13

A titolo esemplificativo, nella sola Tanzania gli impiegati nel settore pubblico passarono da 65.708 nel 1966 a 295.352 nel 1980.

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