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Gru mobili e cingolate
L’America delle nostre imprese
Cari Lettori, se marzo è da sempre il mese del Conexpo, quest’anno ci aspettiamo, dalla grande fiera americana delle costruzioni, l’annuncio di una primavera anticipata. L’industria americana dell’edilizia e delle infrastrutture è premiata dagli analisti del settore con una pagella a pieni voti che testimonia l’impegno delle amministrazioni statali nell’incrementare sensibilmente gli investimenti per lo sviluppo di grandi progetti rinviati per molto tempo. L’aumento del 27% delle nuove costruzioni è una sorpresa che non si provava dal 2017, a livello federale e il merito di questa scossa pare sia dovuto in larga parte ai progetti avviati per l’edificazione dei grandi impianti di energia, come il Golden Triangle Ethylene Cracker nel Texas (per una quota dedicata di otto miliardi e mezzo di dollari), l’AltAir/World Energy di Paramount, in California (due miliardi), il nuovo terminal LNG New Fortress Energy, in Lousiana (1,2 miliardi) e via elencando, per altri conferimenti dalla somma complessiva ulteriore di quattro miliardi di dollari.
La tendenza positiva si estende anche ad altre infrastrutture e opere civili, come quelle degli stadi universitari da ristrutturare che stanno facendo registrare un vero e proprio boom di impegno finanziario, con quasi due miliardi di spesa sempre indicati per l’anno in corso. E poi le strade interstatali, i ponti, le dighe e il piano ciclopico della Casa Bianca, denominato Mega Grant (National Infrastructure Project Assistance) che prevede l’assegnazione di oltre un miliardo in sovvenzioni federali a nove progetti di infrastrutture complesse e fondamentali, soprattutto per la mobilità futura del Paese e per la messa in sicurezza di alcune aree critiche sotto il profilo geologico e atmosferico.
Ci fermiamo qui nella nostra sintesi e pensiamo, a pochi giorni dall’inizio della kermesse al Las Vegas Convention Center - che si annuncia entusiastica e affollata di espositori e opportunità - a quanti spazi di mercato si aprirebbero alle nostre imprese e ai costruttori italiani, nello specifico di macchine per il sollevamento. L’apprezzamento per l’ingegneria italiana e per la sua capacità di inventare soluzioni inedite, se non rivoluzionarie, è una passione americana ormai acclarata. Sta a noi promuovere questa eccellenza, a noi professionisti della comunicazione che dobbiamo e possiamo diventare consulenti e “palm reader” di futuro, per le tendenze che il nostro comparto industriale seguirà negli anni a venire. A partire da oggi, però, non dimentichiamocelo. Predire quello che sarà il mercato a venire e le sue mete realistiche - come quella dello sfruttamento dell’idrogeno verde per la domanda energetica globale e, nel particolare, per l’alimentazione della mobilità urbana e industriale -, predire dunque il chiarore all’orizzonte (come la tempesta o il semplice abbaglio illusorio) dev’essere un obiettivo e una missione per noi, giornalisti scrupolosi e osservatori instancabili del mondo attivo. Non perdiamo questa occasione unica e prendiamo esempio, ancora una volta, da quello che da più di un secolo, è il grande Paese delle occasioni concrete. Da creare, rinvigorire, agitare. Come nuovi capitani Achab, in acque perigliose ma vivide di promesse. Dove un’altra balena bianca può ancora spingere il cuore indomito delle nostre imprese .
Buona lettura!
Attualità, p.8
Cover Story
PM Oil&Steel
Manitex Valla, p.38
L'intervista
Gianfranco Bronzini, p.42
Gru e Autogrù
SAE Italia/Grove, p.46
Jekko, p.52
Ormig, p.56
Sennebogen, p.60
Hiab, p.64
Liebherr, p.66
Idrogru, p.70
Grandi Sollevamenti
Mammoet Italy, p.74
Autovictor, p.78
Gru Edili
Liebherr, p.82
Ple
Altek, p.86
JLG, p.90
Haulotte, p.94
Sollevatori Telescopici
Merlo, p.96
JCB p.100
Attrezzature & Componenti
Kohler, p.104
Movimentazione Industriale e Portuale
Hyundai, p.108
Hydrogen Expo, p.112
Hydrogen Expo, p.116
Clark, p.120
Ramington, p.124
TABLET EDITION SOCIAL MEDIA
In copertIna:
La nuova strategia avviata da Manitex International per PM Oil & Steel e Manitex Valla punta su produttività e innovazione per il rilancio sui mercati internazionali. Nelle parole dell’ad Giovanni Tacconi, tutta l’ambizione di un grande progetto globale
Parole di Scienza
di Roberto Vacca, p.128
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Allestimenti gemelli
Due campioni Scania per due flotte di autogrù di alto rango. Due macchine apparentemente identiche tra loro ma distinte nei dettagli, destinate ai parchi macchine di Fratelli Paradiso e Dini Autogrù. I veicoli sono stati allestiti da Liebherr in modalità truck crane – nel modello LTF 1060-4.1 – e hanno già iniziato la propria vita operativa nei cantieri d’Italia. I mezzi vantano differenze sostanziali nella catena cinematica, in relazione alla tipologia di impiego e al contesto operativo. Il profondo grado di personalizzazione e l’ottimizzazione del telaio hanno permesso di agevolare l’allestimento e di minimizzare la tara, garantendo comunque elevati livelli di robustezza e di uptime. I camion da 450 cavalli, 13 litri, sono compatibili
Export Manager d’eccezione
Una notizia dell’ultim’ora riguarda lo staff di Socage. Stefan Weber è il nuovo Export Manager del marchio emiliano. Figura autorevole nel mondo delle piattaforme aeree nazionali, Weber ha iniziato la sua carriera nel settore del lavoro in quota a partire dal 1997, acquisendo un curriculum importante al servizio di diversi produttori italiani di PLE semoventi e autocarrate (ricordiamo, tra gli altri, Iteco e GSR). Arriva in Socage dopo aver ricoperto lo stesso ruolo di Export Manager in Airo, dal 2017 a oggi. “Ho accettato di lavorare per Socage, con la consapevolezza di entrare a far parte di un’azienda storica nel settore delle PLE in Italia - ha dichiarato Stefan Weber, l’indomani della nomina - Possiamo affermare che Socage oggi offre una gamma completa di macchine e di servizi indispensabili ad alta connettività, da vero leader del mercato. Da veterano del settore, sono entusiasta di fare parte di un team aziendale giovane, dinamico e motivato, contribuendo alla promozione e all’ulteriore crescita del brand Socage nei mercati del Nord Europa”.
Innovazione Samoter, tutti i premi al sollevamento
Macchine a funzionamento ibrido o elettrico sviluppate sia per il movimento terra, sia per il mondo del sollevamento nelle sue applicazioni più diverse. Tecnologie in grado di aumentare la sicurezza e il comfort dell’operatore, aspetti che possono fare la differenza nei cantieri di tutto il mondo. Nuovi sistemi e software informatici che garantiscono una maggiore efficienza nel processo produttivo. Sono alcune delle soluzioni premiate nell’ambito della 24esima edizione del Premio Innovazione Samoter, legato alla fiera nazionale dedicata a macchine movimento terra, da cantiere e per l’edilizia, in programma dal 3 al 7 maggio a Veronafiere.
Il riconoscimento ai vincitori del concorso è stato consegnato il 23 febbraio scorso, durante la cerimonia di premiazione del Concorso Internazionale Novità Tecniche. Quest’anno la commissione giudicatrice ha selezionato sedici vincitori, distinti nelle macro-categorie: escavatori idraulici, sollevatori telescopici, macchine per il sollevamento, impianti, attachments, applicazioni software e infine altre macchine. In aggiunta è stato attribuito un premio design. Ecco l’elenco dei vincitori, relativi ai premi dedicati al sollevamento, con le relative motivazioni.
• Sollevatori Telescopici Compact TH412e di Wacker Neuson che, grazie al suo design compatto, consente di lavorare in spazi ristrettissimi, con le seguenti motivazioni: elevate prestazioni in rapporto alle dimensioni; ampliamento di una gamma elettrica sempre più com-
pleta; macchina in grado di fare fronte a un numero elevatissimo di applicazioni.
• Sollevatori Telescopici Medium 30.7 di Merlo, un telescopico compatto che innalza gli standard di sicurezza con le seguenti motivazioni: ulteriore passo avanti nella sicurezza con il sistema MAPS; ulteriore passo avanti nella gestione macchina con il Merlomobility 1.1; evoluzione significativa del sollevatore telescopico compatto ad alte prestazioni.
• Sollevatori Telescopici Rotativi High Capacity RTH 10.37 di Magni TH, con cabina operator-oriented, con le seguenti motivazioni: alte prestazioni ed elevata sicurezza operativa; nuovo concetto di ergonomia e visibilità per l’operatore; la modalità Easy Access aumenta in modo significativo la sicurezza per l’operatore.
• Piattaforme Aeree Up&Down TB22-9 di Airplatform, piattaforma per l’ispezione dei viadotti e delle infrastrutture, con queste motivazioni: concetto innovativo di polivalenza; sicurezza operativa; compattezza.
• Gru Mobili MC-250.09FL di JMG in grado di sollevare un carico importante, posizionato vicino alla macchina in termini di baricentro con le seguenti motivazioni: aumento significativo della sicurezza operativa; soluzione semplice ma efficace ad un problema concreto; elevata polivalenza applicativa.
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Nuova distribuzione nazionale
A partire dal 1° febbraio 2023, Ruthmann Italia si occupa della distribuzione e dell’assistenza per la gamma di piattaforme aeree France Elévateur e Movex su tutto il territorio nazionale, mettendo in campo la propria struttura di vendita e la rete dei centri di assistenza. Ruthmann Italia è già dealer dei prodotti Versalift nel nostro paese dal 2022. Questa nuova competenza fa seguito all’ingresso dei marchi France Elévateur e Movex, dal giugno 2022, nella galassia industriale Time Manufacturing Company (Time), proprio come Versalift e Ruthmann. Questa acquisizione consente quindi lo sviluppo di partnership sinergiche tra i marchi del gruppo. “Nell’ottica di un’ulteriore espansione e rafforzamento dell’integrazione tra tutte le società del gruppo Time MFG, siamo lieti di essere stati nominati partner di vendita e assistenza in Italia e di distribuire i prodotti France Elévateur e Movex – è il commento di Gianpiero Marti, direttore commerciale di Ruthmann Italia – Per i nostri clienti in Italia, questa novità si traduce nel vantaggio immediato di un maggior numero di opzioni per la scelta di piattaforme aeree, a fronte di un eccellente servizio clienti e un’assistenza tecnica professionale. Non vediamo l’ora di iniziare una proficua collaborazione con France Elévateur e Movex”.
GRU E AUTOGRÙ
Ritorno al vertice
Paolo Balugani, veterano delle piattaforme aeree made in Italy dalla lunga esperienza internazionale, torna in campo come direttore generale di Valla, marchio storico delle gru Pick & Carry e parte della galassia Manitex. Succede a Giovanni Tacconi, che ritorna a ricoprire il ruolo di amministratore delegato Manitex per l’Italia. Balugani manca dal settore del sollevamento dalla metà del 2021, quando lasciò l’incarico di amministratore delegato di Palfinger Platforms Italy. Oggi ritorna in campo da protagonista del settore, salutato dall’amministratore delegato di Manitex, Michael Coffey con il “lieto annuncio che Paolo entrerà a far parte di Manitex International per guidare la nostra divisione dedicata alle gru industriali elettriche. Il suo arrivo rappresenta un passo importante per le nostre strategie aziendali, in virtù della sua leadership, della profonda conoscenza del settore e della grande esperienza operativa. Elementi fondamentali per far progredire i nostri piani di crescita che includono lo sviluppo del mercato americano per le gru Valla e lo sviluppo di nuovi prodotti”.
Un partner ideale in Polonia
Multitel Pagliero prosegue con successo l’espansione commerciale nell’Est Europa. Dopo Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, l’azienda riattiva la propria presenza in Polonia grazie al recente accordo con Windex, partner consolidato, operativo sul mercato dal 1989, con sede-quartiere generale a Chojnice, nell’omonimo distretto del voivodato della Pomerania. “Noi di Windex siamo entusiasti di iniziare questa nuova avventura con Multitel – ha dichiarato Andrzej Aszyk, proprietario dell’azienda – La gamma di prodotti e la versatilità produttiva degli otto stabilimenti in Italia ci permetteranno di coprire tutte le opportunità del mercato locale e di soddisfare qualsiasi esigenza dei clienti”.
MOVIMENTAZIONE INDUSTRIALE E PORTUALE
Sostenibilità in porto
PSA Italy e Kalmar Italia hanno annunciato la firma dell’accordo per la fornitura di otto reachstacker DRG450-65S5E Eco di ultima generazione per la movimentazione di container, dotati di un powertrain innovativo con trasmissione di tipo HVT, destinati ai terminal PSA Sech e PSA Genova Pra’. La consegna è prevista per il secondo trimestre dell’anno in corso. Grazie alla nuova trasmissione, abbinata a un motore di cilindrata inferiore, gli Eco reachstacker permettono di ridurre il consumo di carburante e le emissioni di CO2 fino al 40% rispetto ai modelli più datati, e fino al 25% rispetto ai modelli più recenti, senza dover scendere a compromessi in termini di prestazioni. L’operazione di fornitura è in continuità con il piano di rinnovo degli asset aziendali annunciato da PSA Italy nel corso degli ultimi mesi, in cui la battaglia alle emissioni inquinanti è uno dei temi principali e uno dei punti di forza del programma, in Italia e a livello internazionale. Il gruppo PSA mira a ridurre del 50% le sue emissioni assolute di carbonio (Scope 1 e 2) entro il 2030, rispetto all’anno di riferimento 2019, e a raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio entro il 2050.
Tre per il podio
Due costruttori italiani ai primi due posti, nelle candidature agli IAPA’s 2023, per la categoria “Product of the YearSelf Propelled Booms & Atrium Lifts” (piattaforme aeree semoventi a braccio articolato e telescopico e da impiego in interni) e un altro campione nazionale tra i deputati al premio nella categoria “Mast Climbing Work Platforms (MCWPs)/Hoists” (piattaforme autosollevanti su colonne e montacarichi). La notizia arriva dall’annuncio di Ipaf sulla shortlist definitiva dei deputati al massimo premio annuale nel settore del lavoro in quota, che verrà conferito in occasione dell’Ipaf Summit, il prossimo 20 aprile, all’Hotel Alexanderplatz di Berlino. Sciogliamo subito la suspense e comunichiamo i nomi dei primi due candidati nazionali, nella categoria delle PLE semoventi. Si tratta di AlmaCrawler (in concorso con la Jibbi 1890 PriMO, piattaforma cingolata telescopica con jib e sistema autolivellante) e di Hinowa (che concorre con il ragno da 40 metri Lightlift 40.18). Contenderanno entrambe il premio di categoria a Manitou, che esibisce il nuovo modello semovente elettrico160 ATJ+e. L’eccellenza
nazionale che si contenderà il premio nella categoria delle cosiddette PLAC (piattaforme da lavoro autosollevanti su colonne) è la storica Maber, con il sistema MBC2000. Nelle altre categorie previste dagli IAPA’s, da rimarcare l’ingresso nella shortlist delle candidature di un’importante compagnia cinese come Horizon Construction Development, deputata al massimo premio come Società di Noleggio dell’anno, e della brasiliana Mills, concorrente in tre categorie (Società di Noleggio, Centro di Formazione Ipaf e nella nuova sezione Uguaglianza, Rispetto delle Diversità e Inclusione).
MOVIMENTAZIONE INDUSTRIALE E PORTUALE
Assiterminal contro le morti sul lavoro
Il Consiglio Direttivo di Assiterminal ha condiviso, all’inizio di febbraio, un importante comunicato in relazione ai recenti incidenti mortali nei porti italiani. Nel testo si sottolinea il “peso insopportabile sull’intero mondo del lavoro e sulla portualità italiana”, rilanciando con forza la necessità di “investimenti sulla formazione e sulla certificazione dei processi aziendali organizzati per prevenire gli incidenti e costruire sistemi che abbiano al centro la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro”. Assiterminal rivendica la paternità della “norma approvata nell’ultima legge di bilancio che istituisce un fondo per promuovere i sistemi di gestione sulla sicurezza e ulteriori strumenti per la promozione della formazione e della cultura della sicurezza sul lavoro. Ora serve il decreto attuativo che possa rendere efficace il percorso che abbiamo costruito. In questi anni, anche attraverso l’azione di aggiornamento e rinnovo del CCNL dei lavoratori dei porti, abbiamo assistito al rafforzamento delle azioni volte ad incrementare la sicurezza nei porti italiani”. A questo proposito, proprio “Assiterminal si mette a disposizione delle istituzioni, delle OO.SS, per aprire un nuovo confronto che verifichi l’efficacia degli strumenti già in campo e ragioni sulla adozione di nuove azioni dedicate alla sicurezza di tutti i lavoratori, anche attraverso, finalmente, l’aggiornamento delle normative specifiche per il nostro settore, in una visione di sistema che continua a mancare”.
GRU E AUTOGRÙ
Rappresentanza in America Latina
Jekko annuncia la collaborazione con FA.RO. Italian Technology, impresa di rappresentanza nel mercato dell’America Latina per le realtà aziendali italiane produttrici di macchinari, accessori e tecnologie innovative, con riguardo all’edilizia, all’industria mineraria e all’agricoltura. FA.RO. vanta un’ampia esperienza nei mercati del Centramerica, del Sudamerica e delle isole caraibiche, in cui è presente con uffici distribuiti nelle città più importanti, e conta su una vasta rete di contatti in continua espansione. Jekko, già presente nel mercato latinoamericano da 15 anni, ha intenzione – in virtù della nuova collaborazione con FA.RO. – di rafforzare la propria presenza e creare una rete ancora più capillare in un mercato in crescita; per questo, la stessa FA.RO. sarà rappresentante ufficiale di Jekko per tutti i paesi latinoamericani – a esclusione di Messico, Brasile, Uruguay e Argentina già seguiti rispettivamente dai dealer ufficiali Jekko ( Sitsa, Guindaste Aranha, Manger e BH Maquinarias).
Impulso alla Francia
Nella storia di CTE il mercato francese è da sempre strategico, ricco di stimoli e di importanti collaborazioni. Per questa ragione l’azienda sta compiendo passi importanti per assicurarsi una presenza capillare e di qualità sul territorio. La prima azione da rimarcare riguarda l’apertura della nuova filiale CTE France SAS nei pressi di Bordeaux, a Saint-Jean-d’Illac. La neonata CTE France SAS è stata costituita con la volontà di proporre – in particolar modo ai clienti direzionali e ai grandi noleggiatori – una struttura logistica capace di reagire immediatamente ai bisogni del mercato coordinando con personale diretto le attività commerciali e di post-vendita nel Paese sui brand Zed, B-Lift e MP per le piattaforme autocarrate, e Traccess per i ragni cingolati. Il rapporto di distribuzione tra CTE e France Elevateur si trasforma ora in una partnership di tipo industriale, dove il costruttore francese commercializzerà in Francia due modelli CTE con il proprio brand; lo stesso farà CTE in Italia con un modello furgonato prodotto da France Elevateur. Nello stesso tempo, per assicurare una copertura capillare di assistenza post-vendita per un mercato vasto come quello francese, CTE France sta definendo a breve importanti collaborazioni. Marco Govoni, Sales & Marketing Director di CTE e presidente di CTE France, ha manifestato l’auspicio che “questa nuova impostazione strategica porti nuova linfa e stimoli la crescita riportando il brand CTE dove merita in un mercato – quello francese – fondamentale per la crescita del nostro gruppo. La filiale sarà diretta da due manager che hanno tutta la nostra fiducia: Jean-Noël Ayral come responsabile commerciale e Christophe Lalisse per la parte Customer Care”. L’apertura di una filiale in Francia rappresenta un ulteriore passo per la crescita internazionale di CTE, e si aggiunge alle altre filiali CTE UK (fondata nel 2002) e CTE North America (fondata nel 2022).
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Una “prima” siciliana
Mandalà Noleggi e il “battesimo” della prima Grove GMK6400-1 in Italia. La società di noleggio siciliana Mandalà Noleggi ha potenziato la propria flotta con la prima autogrù multistrada Grove mai acquistata dall’azienda, nel modello GMK6400-1 – la prima venduta in Italia. Il nuovo modello a sei assi è già al lavoro nella manutenzione dei parchi eolici dell’isola, un core business importante per l’impresa di Palermo, che conta oltre 40 anni di attività autorevole nella fornitura di servizi di sollevamento a cantieri edili e navali, impianti industriali e impianti per le energie rinnovabili. La straordinaria autogrù multistrada da 400 t di Grove (dotata di un braccio principale da 60 m – per un’altezza massima, in allestimento completo con falcone, fino a 136 m) è stata scelta da Mandalà proprio in relazione allo sviluppo del settore eolico sul territorio siciliano, in considerazione delle buone capacità di sbraccio e della potenza di sollevamento.“Siamo rimasti molto colpiti dalla GMK6400-1, in particolare dai miglioramenti che offre rispetto al precedente modello GMK6400 – rileva Giuseppe Mandalà, titolare di Mandalà Noleggi – Ora l’autogrù è dotata del Crane Control System (CCS) e del sistema variabile degli
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stabilizzatori MAXbase. Queste funzionalità aggiuntive si traducono in una maggiore capacità del braccio principale e nella possibilità di un allestimento facile e veloce della gru che ci garantisce maggiore produttività giornaliera”. Una delle sue caratteristiche più apprezzate è l’accessorio MegaWingLift, disponibile come opzione per il potenziamento della capacità di tiro. Con l’integrazione del MegaWingLift, l’allestimento automatico può essere predisposto in meno di 20 minuti e non richiede una gru ausiliaria. L’accessorio MegaWingLift incrementa la capacità di sollevamento fino al 70% ed è particolarmente efficace quando il braccio lavora a un’angolazione marcata, caratteristica che lo rende un potente strumento per gli interventi nei parchi eolici o per applicazioni analoghe che richiedono una maggiore capacità in altezza.
L’alternativa intelligente a scale, trabattelli e ponteggi
Che tu stia gestendo l’allestimento di un edificio, la ristrutturazioni di un punto vendita o un magazzino, oppure eseguendo la manutenzione in un hotel, un impianto petrolifero, un ufficio, uno spazio fieristico, uno stadio o un palazzetto, le nostre soluzioni forniscono un’alternativa efficace ed efficiente ai metodi tradizionali.
Tutti i nostri prodotti nascono tenendo in considerazione sia l’applicazione che il lavoratore. Forniamo soluzioni semplici, a bassa manutenzione, ergonomiche ed economiche con lunghi cicli di vita del prodotto.
Le nostre soluzioni per l’accesso a basse quote, generalmente utilizzate per operare in ambienti fino a un’altezza di lavoro di 5,5 metri, sono riconosciute non solo per il miglioramento della sicurezza, ma anche per la loro semplicità, efficienza e migliore ergonomia per gli operatori.
GRU E AUTOGRÙ
Fuoristrada oltre agli schemi
Tre nuove autogrù fuoristrada Grove GRT655L hanno fatto il loro ingresso nella flotta Massucco T., uno dei protagonisti del grande noleggio italiano. Compatte e maneggevoli, le unità Grove sono dotate del sistema CCS (Crane Control System) di Manitowoc che consente di adeguare facilmente le operazioni in base alle esigenze di cantiere. Il modello GRT655L vanta una portata da 60 t ed è dotato di un braccio da 43 m, cabina inclinabile e contrappeso removibile, tutte caratteristiche che di solito si trovano solo sulle gru fuoristrada di fascia più alta. I miglioramenti in termini di efficienza grazie alle tecnologie all’avanguardia intuitive della Grove GRT655L sono stati tra i fattori che hanno influito in modo determinante sulla decisione di Massucco T. per triplicare l’ordine – assolto con la consegna delle macchine nello stabilimento Manitowoc di Niella Tanaro, altra eccellenza piemontese a soli 30 minuti dalla sede centrale di Massucco T., a Cuneo. “La scelta di investire nuovamente in Grove è stata motivata da molte ragioni – spiega Roberto Borgogno, direttore commerciale di Massucco T. – La nostra precedente esperienza con il marchio e l’evidenza dell’affidabilità e dell’eccellente assistenza tecnica sono state importanti. Tuttavia, a rappresentare la maggiore attrattiva forse sono state le tecnologie avanzate della gru. Parliamo di strumenti digitali che influiscono sulla gestione e sulla manutenzione delle gru. Ad esempio, la funzione di diagnostica rappresenta un metodo estremamente importante per tenere sotto controllo i costi operativi e di manutenzione. Questo ci permette di programmare con precisione gli interventi di manutenzione in base alle ore di operatività della macchina”.
La diagnostica di bordo, che rappresenta un importante passo avanti in termini di qualità e di costo di proprietà totale, consente di registrare le ore di operatività effettive di molte funzioni della macchina (verricello, braccio, rotazione, motore, impianto idraulico e altro ancora), il che assicura che la manutenzione venga eseguita in modo puntuale. Anche la frequenza degli interventi di manutenzione viene significativamente ridotta grazie a una progettazione incentrata sull’ aumento della vita utile dei componenti. Ad esempio, capovolgendo i cilindri dei martinetti degli stabilizzatori, la parte cromata del cilindro e le guarnizioni vengono protette da sabbia, polvere e altri agenti contaminanti che potrebbero danneggiarle. Inoltre, utilizzando freni a disco idraulici a doppia pinza, anziché il più comune e meno efficiente design pneumatico, non è necessario un programma di manutenzione separato.
Un altro fattore che rende la GRT655L una gru perfetta per il noleggio è la sua compattezza e maneggevolezza. “La GRT655L ha una larghezza di soli 3 m e dispone di un contrappeso removibile; perciò è facilmente trasportabile su un rimorchio – aggiunge Borgogno – Le dimensioni ridotte della GRT655L ne consentono un trasferimento agevole e completo di ogni attrezzatura. Anche la manovrabilità è migliorata, con un raggio delle quattro ruote sterzanti di soli 6,4 m, a favore dell’accessibilità anche ai siti di intervento più angusti”.
SOLLEVATORI TELESCOPICI
Retrofit di sostenibilità
Manitou e Kiloutou, consapevoli dei vantaggi di una costante ottimizzazione della vita utile delle loro macchine e attrezzature, hanno lanciato il primo progetto di retrofit di macchine da cantiere, che coinvolge un costruttore e una società di noleggio. Il progetto, che si svilupperà nei prossimi due anni, ha lo scopo di verificare la fattibilità tecnica ed economica dell’elettrificazione di sollevatori telescopici dotati originariamente di motori a combustione interna. La prima fase del test sarà effettuata su un sollevatore telescopico della flotta di noleggio di Kiloutou, smontato e riassemblato con un kit di elettrificazione nello stabilimento Manitou di Ancenis, quindi testato in condizioni reali presso il centro di prova Kiloutou vicino a Lille. Una volta superato il test, Manitou proporrà in esclusiva al gruppo Kiloutou i kit di elettrificazione per macchine rimesse a nuovo con parti nuove o usate. La distribuzione si svolgerà in un periodo di 12 mesi a partire dall’inizio del 2024 e su più modelli. I kit comprendono vari componenti – tra cui un powerpack a batterie agli ioni di litio – e consentono di trasformare il sollevatore telescopico a motore termico in una macchina perfettamente sostenibile, a bassissime emissioni.
GRANDI SOLLEVAMENTI
Ercole sul ponte
Sono terminate le operazioni di movimentazione dell’impalcato del viadotto Po sull’autostrada A7 Milano-Genova, a cura di Fagioli. Per l’intervento, lo specialista dell’heavy lifting & transportation ha progettato un innovativo sistema di sollevamento per ponti e viadotti stradali e autostradali – mai impiegato prima, a livello mondiale – che riduce significativamente i tempi di cantierizzazione. Il viadotto Po, oggetto in questi mesi di manutenzione proprio da parte dell’azienda emiliana, con il sollevamento della quinta e ultima porzione dell’infrastruttura, ha visto la fase conclusiva di un intervento durato complessivamente quattro mesi. Il BMM 14000 – “Bridge Maintenance Machine” – questo il nome del sistema Fagioli, consente di sollevare e abbassare senza limiti di altezza porzioni di impalcato fino a 1.400 tonnellate di peso, distribuendo il carico in modo da rendere lo scarico a terra paragonabile a quello di un camion. Inoltre, il bloccaggio meccanico dell’elemento movimentato permette, nei periodi di stand by, di lavorare in sicurezza al di sotto della porzione di impalcato, senza necessità di impegnare personale dedicato. Significative anche le ricadute positive in termini di riduzione dei tempi di cantierizzazione, grazie alla possibilità di spostare di campata in campata il sistema di sollevamento – realizzato in carpenteria resistente – attraverso carrelli semoventi, (senza necessità di smontaggio e rimontaggio della struttura).
Nei cieli del Baltico
La fornitura è di quelle che brillano come stelle polari. Techoil ha conquistato Riga, capitale della Lettonia e perla del Baltico, con le prime due unità del modello di piattaforma VT75 vendute all’azienda municipalizzata che si occupa dei servizi di trasporto pubblico tramite filobus e tram. Ma la notizia è solo il preludio a un rapporto consolidato che il costruttore di Bertinoro (FC) sta sviluppando con profitto proprio con la dirigenza di Rigas Satiksme. Il 2023 inizia dunque sotto i migliori auspici per Techoil, società fondata nel 2006 come spin-off di un’importante realtà europea costruttrice di piattaforme aeree. “Le nostre VT75 andranno a sostituire il parco macchine della società lettone e rientrano in un programma più ampio di rinnovamento tecnologico dell’azienda – spiega Giovanni Adami Carbonara, direttore commerciale di Techoil – Siamo lieti che anche HCT Automotive, il nostro partner commerciale in Lettonia, abbia scommesso su Techoil, a testimonianza e dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto non solo dal nostro dipartimento commerciale, ma anche e soprattutto dalla divisione ricerca e sviluppo e dall’ufficio tecnico”.
Puntando su componenti di prima scelta e impianti elettronici all’avanguardia, Techoil ha così valorizzato e ampliato la ventennale esperienza dei soci fondatori puntando sulla progettazione e sulla qualità di costruzione delle piattaforme, ma specialmente sull’affidabilità del proprio prodotto. “L’alta professionalità dimostrata nel corso degli anni ha fatto della nostra azienda un riferimento nella progettazione e prototipazione di piattaforme ad alto contenuto tecnico –
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aggiunge Paolo Scogli managing director Techoil- Moltissimi sono infatti i progetti realizzati insieme a partner internazionali che in questo anno ci vedranno nuovamente protagonisti sullo scacchiere internazionale. Ovviamente, prima della consegna a Rigas Satiksme, abbiamo tenuto un corso di formazione sul posto che ci ha resi ancora più orgogliosi del lavoro fatto e che ha fatto davvero capire ai nuovi proprietari delle VT75 le reali potenzialità di queste splendide macchine”.
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Sinergia perfezionata
JLG ha completato l’acquisizione di Hinowa. L’azienda di Nogara farà parte quindi della divisione Access di Oshkosh Corporation – gruppo finanziario proprietario di JLG – ampliando l’offerta di prodotti del marchio americano nell’ambito di settori come l’agricoltura, la paesaggistica e la manutenzione del verde. Il marchio Hinowa sarà mantenuto sulla livrea delle piattaforme aeree cingolate, dei minidumper, dei trasporter e dei sottocarri cingolati. Anche la linea di piattaforme cingolate compatte JLG – che Hinowa produce dal 2010 per lo stesso marchio statunitense – che includono modelli elettrici, ibridi e diesel, continueranno a far parte dell’offerta di mercato del gruppo di McConnellsburg (Pennsylvania). “L’acquisizione è strategica per la crescita del nostro gruppo e delle potenzialità della divisione – afferma Frank Nerenhausen, vicepresidente esecutivo di Oshkosh e presidente di JLG – Oggi JLG e Hinowa sono entrambi marchi forti sul mercato internazionale. La loro forza industriale, accomunata, ci permette di accrescere il nostro impatto sul mercato del lavoro in quota, a livello globale. Questo è un momento molto positivo per noi JLG e siamo entusiasti di accogliere il team di Hinowa nella nostra famiglia”. I prodotti Hinowa, tra cui una nuova piattaforma aerea cingolata compatta a marchio JLG, saranno esposti nello stand W44066 al prossimo Conexpo-Con/AGG 2023 di Las Vegas, dal 14 al 18 Marzo.
Soluzioni cingolate
Si chiama I-Lift Access Solutions ed è una nuova, dinamica società attiva nella progettazione, costruzione e vendita di piattaforme di lavoro elevabili montate su cingoli, frutto di un background di oltre 20 anni dei soci fondatori. “Il progetto è nato diverso tempo fa quando, unendo diverse specificità operative nel settore, abbiamo iniziato ad analizzare le richieste del mercato e l’offerta dei costruttori – spiega Simone Boiocchi, responsabile Marketing della nuova azienda – Così è di fatto è nata I-Lift, qualche mese orsono, guardando alla produzione di piattaforme aeree facili da usare ma dalle prestazioni elevate”. Situata strategicamente a Bari, vicina all’aeroporto internazionale e all’autostrada, I-Lift vanta tra i suoi caposaldi aziendali, quello della sicurezza e per questo ha già realizzato il proprio ingresso tra i soci Ipaf (International Powered Association), l’associazione internazionale che si occupa della sicurezza del lavoro in quota. “Fin dai primi disegni di progetto, la gamma I-Lift, che oggi conta modelli da 13, 16, 18, 21 e 26 metri operativi, con diverse configurazioni e prestazioni, ha unito la semplicità d’uso delle piattaforme alla sicurezza, in ogni dettaglio – conferma Boiocchi – Già al Bauma 2022, dove eravamo presenti in maniera ufficiosa, abbiamo iniziato a stringere una serie di importanti rapporti commerciali con primari player internazionali. Accordi che stiamo continuando a creare e a incrementare e che all’Apex e al prossimo GIS ci vedranno in prima fila per presentare il nostro lavoro anche a chi ancora non lo conosce ma ne ha sicuramente sentito parlare”.
La furgonata è davvero
Si chiama HV12 Hybrid e la definizione di piattaforma aerea furgonata “verde” si attaglia perfettamente all’ultima creatura di Techoil, costruttore in ascesa nel panorama italiano del lavoro in quota. L’azienda di Bertinoro (Forlì), dopo il grande successo di mercato del modello standard HV12, la PLE montata su van apprezzata da noleggiatori e clienti finali in ambito internazionale, ne ha lanciato quindi la serie Hybrid, seguendo una richiesta di sostenibilità ambientale indotta dagli stessi utilizzatori che hanno evidenziato la necessità di poter lavorare anche nelle zone inibite alle macchine con motore termico. “In questi ultimi anni, abbiamo voluto imprimere una svolta green alla nostra azienda, a partire dal ciclo di produzione, con l’incremento della raccolta differenziata dei rifiuti e con il riciclo dei materiali – spiega Paolo
Scogli, managing director di Techoil – Con la nuovissima HV12 coinvolgiamo direttamente la nostra gamma di prodotto, producendo una versione “green” ibrida di questa nostra piattaforma su van. Nello specifico, grazie a una batteria dedicata che permette diversi cicli completi di lavoro, l’HV12 può lavorare a motore spento, limitando le emissioni alla sola fase di spostamento del van. L’HV12 Hybrid è una soluzione rispettosa dell’ambiente che assicura alta efficienza e bassi costi operativi”. Grazie all’assenza di stabilizzatori, ai 12 metri di altezza massima di lavoro e ai 7 metri di sbraccio, la serie HV è ideale per chi deve effettuare lavori velocemente portando con sé ricambi e attrezzature. “Con quasi 8 m3 di spazio e 400 kg di carico utile, nella versione Hybrid, l’HV12 è la soluzione per lavorare in spazi ridotti, nei
green
centri storici delle città e ora anche dove il motore termico è vietato”, aggiunge Giovanni Adami Carbonara, direttore commerciale dell’azienda romagnola. Tra le dotazioni di serie della piattaforma, vanno menzionate anche la gestione avanzata delle funzioni con centraggio automatico e la connessione wireless che permette di collegarsi a distanza con il service per interventi rapidi e on site. L’HV12 è montata su veicolo Renault Master, è lunga 6,632 metri, alta 3,2 metri e ha una portata in cesta di 120 kg. Il primo modello della serie Hybrid verrà consegnato nei prossimi giorni a un cliente francese mentre molti sono già gli ordini raccolti dal costruttore Italiano per altri modelli destinati alla Francia, ma anche all’Italia e ad altri mercati europei.
Trasporti Eccezionali, Movimentazione Industriale e Portuale
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NOLEGGIO
Conferma di squadra
La carica di presidente di Assodimi, con l’assemblea associativa del 27 gennaio scorso, è stata confermata a Mauro Brunelli per il quarto mandato consecutivo, con Marzia Giusto (Loxam), Luca De Michelis (CGTE) ed Elisa Taini (Meta) – indicati dallo stesso Brunelli – nominati nella funzione di vicepresidenti (Elisa Taini assumerà anche la delega dei rapporti con ERA, l’associazione europea del noleggio). Il direttore di Assodimi, Marco Prosperi, ha rimarcato la crescita dell’associazione e il rafforzamento del proprio ruolo all’interno del mercato (ad oggi, l’associazione rappresenta il 60% del fatturato per il noleggio di beni strumentali). Il Comitato Direttivo ha poi confermato Raffaele Carbotti (WeRent) come tesoriere dell’associazione e individuato Michele Mazzanti (Omec) e Marco Scarano (Elevateur) come delegati ai rapporti con Ance. È stata infine individuata una delegazione composta da Giuseppe Destro (D’Avino), Marco Scarano (Elevateur), Alessio Guasco (Coelmo) e Raffaele Carbotti (WeRent) che si occuperà dello sviluppo di Assodimi nel Sud Italia in particolar modo in previsione del 31° congresso, in programma a Napoli, il prossimo 29 settembre, nella suggestiva cornice del Museo Ferroviario di Pietrarsa.
MOVIMENTAZIONE INDUSTRIALE E PORTUALE
Prima filiale in Belgio
Con l’obiettivo di consolidare la presenza sul territorio europeo in qualità di consulente per l’automazione, diffondere i servizi su misura e le soluzioni all’avanguardia dedicate all’innovazione, CLS iMation annuncia uno storico traguardo con l’apertura della sua prima filiale in Belgio grazie all’acquisizione della società belga Alax Automation. Fondata nel 2002, Alax Automation si è rapidamente affermata sul panorama internazionale come partner affidabile per l’automazione in vari settori dell’industria. L’azienda è specializzata in assistenza post-vendita e manutenzione, progetti chiavi in mano, pallettizzatori, sistemi di visione, certificazione di linea e costruzione di macchine per il riempimento e la sigillatura. Questo investimento rappresenta per CLS il risultato del costante impegno in ricerca e sviluppo nel settore della logistica, ampliandosi con una nuova filiale oltre i confini italiani per essere ancora più vicina a tutti i clienti, oltre che e a conferma dell’importanza strategica del territorio a livello europeo nel suo complesso.
Crescita da premiare
La pianificazione oculata e strategica di Easy Lift in una contingenza difficile per il mercato, con programmi di acquisto concordati con i suoi principali rivenditori, ha premiato il bilancio consuntivo 2022 con un +20% di crescita del fatturato. Con un portafoglio ordini importante per il 2023 e un sold-out di consegne previsto fino a giugno, il costruttore di Brescello (Re) viaggia con il vento in poppa. A riconoscimento dell’eccellenza di risultati raggiunti dal proprio team di lavoratori, Easy Lift ha riconosciuto un premio produzione per un importo pari alla tredicesima (anche a beneficio di un contrasto all’inflazione che grava sul bilancio delle famiglie italiane). La
squadra Easy Lift, che nel 2022 ha visto l’inserimento di nuove figure sia nel reparto produttivo che in quello di progettazione, continuerà a crescere. Sono previsti anche per il 2023 nuove assunzioni di personale, mentre continua il progetto di espansione che vedrà Easy Lift trasferirsi in una nuova sede, molto più ampia e spaziosa, entro la fine dell’anno. Le piattaforme ragno vendute nel 2022 sono state più di 400. Il modello più venduto della gamma piccola (13-18 m) è stato l’R180. Tra i modelli che raggiungono le altezze più elevate, la macchina best seller è rimasta l’RA26, seguita a breve distanza dalla sorella maggiore RA31. Bene le vendite anche per
l’RA24, modello entrato in produzione alla fine del 2021. Ricordiamo che nel 2022, in occasione del Bauma di Monaco, Easy Lift ha presentato la grande novità RA53 dai 53 metri di altezza, la piattaforma più alta della gamma, disponibile sia nella versione standard di piattaforma di lavoro mobile, con capacità di carico in cesta di 360 kg, e in versione gru, con l’argano installato al posto della navicella, per sollevare carichi fino a 1.000 kg. Prosegue intanto la progettazione di nuovi modelli e restyling che, nel corso dell’anno, andranno ad arricchire ulteriormente la gamma Easy Lift. Nonostante per Easy Lift rimanga preponderante il mercato
estero (nel 2022 ha rappresentato l’82% del fatturato), l’Italia è diventata il secondo mercato in ordine di importanza (con il 18%) dopo gli Stati Uniti, seguita da Germania e Regno Unito. Lo sviluppo del mercato del noleggio ha portato Easy Lift a stringere nuove collaborazioni con società di noleggio estere, come la francese Codiloc e la nordeuropea Cramo (parte del gruppo Boels), acquisendo sempre più clienti anche tra i noleggiatori italiani. Per questo l’azienda è entrata a far parte di Assodimi/Assonolo, l’Associazione Distributori e Noleggiatori di Beni Strumentali che ha come principale obiettivo la divulgazione della cultura del noleggio in Italia. Non sono mancate anche nuove collaborazioni con rivenditori, in particolare in India e in Cina. E ci si aspettano ulteriori sviluppi dalla partecipazione a due manifestazioni fieristiche di grande successo, l’Apex in Olanda (6-8 giugno) e il GIS di Piacenza (5-7 ottobre).
Ritorno al futuro
La nuova strategia avviata da Manitex International per il gruppo emiliano punta su produttività e innovazione, per un piano di attuazione triennale che rilancia il marchio sui mercati internazionali. Nelle parole di Giovanni Tacconi, Amministratore Delegato PM OIL & STEEL e Vice Presidente Manitex International, tutta l’ambizione di un progetto globale rivolto ai clienti di un settore in evoluzione
Cambiamento e spinta decisiva verso il mercato. Potrebbero essere definiti con queste due istanze, gli elementi propulsivi indicati da PM Oil & Steel e Manitex Valla in questo inizio 2023. L’annuncio di una strategia di branding consolidata per le divisioni italiane di Manitex International porta tutta la novità di un’integrazione forte e coesa che riguarda la triade di brand dedicata rispettivamente alle gru idrauliche (PM), alle piattaforme aeree (Oil & Steel) e alle gru semoventi Pick & Carry (Manitex Valla). Il core business manifatturiero che arriva dall’Italia rivela grandi possibilità di sviluppo nel prossimo futuro. “I dettagli della nuova strategia industriale di Manitex International, che ci coinvolge direttamente, sono stati comunicati agli azionisti l’8 marzo scorsorivela Giovanni Tacconi, amministratore delegato di PM Oil & Steel e vicepresidente di Manitex International - Il nuovo ‘piano di marcia’, su base triennale, è stato deno minato Elevate Excellence ’25 e contempla un impulso importante alla crescita e al miglioramento dell’efficienza interna, con riguardo allo sviluppo di nuovi prodotti e all’implementazione di innovazioni in grado di influenzare il mercato di settore. Alcuni risultati tangibili di questa nuova onda programmatica sono stati esposti già al Conexpo 2023, a Las Vegas, con una selezione di modelli significativi del nuovo corso strategico declinati alle tipologie di gru idrauliche, piattaforme aeree e gru da movimentazione industriale”.
Gioco di squadra per il futuro
Un approccio rinnovato al mercato, quindi, nell’orizzonte dell’Italia di Manitex International, con PM Oil & Steel e Manitex Valla in forte sviluppo di prodotti e
Giovanni Tacconi, Amministratore Delegato PM OIL & STEEL, Vice Presidente Manitex International.programmi di mercato per i prossimi tre anni. Una stagione di cambiamenti simboleggiati anche da un nuovo marchio che, nelle parole di Giovanni Tacconi “sta a simboleggiare la nascita di un lavoro di squadra rinvigorito, nell’ottica di una collaborazione globale e della creazione di valore per i nostri clienti, oltre che per i rivenditori e i for-
nitori strategici di PM Oil & Steel - Manitex Valla. Il nuovo branding consolida le linee di prodotto aziendali in cinque categorie principali, che comprendono le divisioni dedicate alle soluzioni di sollevamento e lavoro in quota e la nostra divisione generale comprensiva di tutte le soluzioni di noleggio destinate al mondo dell’edilizia".
Una strada lunga e impegnativa, quella indicata da Manitex International per PM Oil & SteelManitex Valla, un percorso virtuoso da attuarsi progressivamente e con metodo. “Per molti versi, la nuova strategia di branding non produrrà cambiamenti immediati - precisa Tacconi - Come prima, continueremo a valorizzare il nostro modello di distribuzione basato sulla rete consolidata dei dealer. Rimarremo concentrati sul cliente e continueremo a dar seguito alle attuali iniziative di sviluppo ed espansione del prodotto, per le gru PM e Manitex Valla, come per le piattaforme aeree Oil & Steel. Vorrei sottolineare il fatto che lo stesso team che oggi supporta il lavoro dei nostri clienti, continuerà a farlo con le stesse dinamiche di servizio anche in futuro. La novità sarà quella di un maggiore livello di collaborazione tra i nostri marchi di prodotto, a miglioramento della nostra capacità di crescere come squadra e di rispondere più rapidamente alle opportunità che ci vengono offerte in questo momento cruciale. Il team dirigente di Manitex International, con il sottoscritto al timone delle divisioni italiane, è pronto a sfruttare i punti di forza che il gruppo mantiene a livello globale, per offrire ancora di più ai nostri clienti in termini di modelli e soluzioni rinnovate. Alcuni di questi cambiamenti richiederanno del tempo per essere realizzati nel modo più completo. Ma le intenzioni saranno già evidenti nei prossimi mesi, con una cura e una dedizione di servizio al cliente che confermeranno le premesse e le ambizioni del grande progetto Elevate Excellence ’25”.
Nel grande cerchio del sollevamento
Da più di 30 anni, la sua Omec è la solution provider per antonomasia, capace di integrare - nell’ambito del Gruppo Bronzini - competenze, esperienza e macchine al servizio dei clienti. L’imprenditore anconetano, fondatore di questa galassia straordinaria, ci spiega tutta la complessità di un processo aziendale in continua evoluzione
La “grande nave”, destinata a solcare tutti i mari, partendo dall’Adriatico che bagna la costa di Ancona, è salpata nel 1989. Da allora, la realtà industriale di Omec si è rivelata inarrestabile, nel concepire progetti di crescita aziendale e soluzioni per una committenza sempre più vasta. Gianfranco
Bronzini è protagonista e fulcro di questo miracolo imprenditoriale che dal 2000 ha conquistato uno spazio di primo piano anche nell’ambito del noleggio europeo dedicato ai grandi sollevamenti. Più di 30 anni dopo il varo di un progetto che ha portato alla costituzione del Gruppo Bronzini, con le sue diverse divisioni di attività, la filosofia del fondatore non è cambiata. “Lavorare sempre con uno sguardo al futuro, per abbattere barriere e complicazioni, e migliorare relazioni e processi. Integriamo le persone, le idee e le tecnologie per dare vita ai progetti più ambiziosi, in grado di generare valore per tutti i nostri stakeholder”. Quelle che seguono sono le parole, altrettanto preziose, di una conversazione più ampia che Gianfranco Bronzini ha concesso in esclusiva per i lettori di Sollevare.
Omec e Gruppo Bronzini costituiscono naturalmente delle realtà industriali strettamente correlate. Ci può sintetizzare le attuali strategie di attività e il ruolo della stessa Omec nell’ambito di questo universo complesso e diversificato? Andiamo con ordine. Dopo la fondazione di Omec nel 1989, con un’attività principale dedicata alla manutenzione di macchinari di impianto in ambito industriale, è stata creata una seconda società del gruppo, la Cosmi, costituita nel 1992 con l’obiettivo di fornire servizi complementari a quelli della Omec, nell’ottica di aumentare il valore di servizio offerto ai nostri partner. Riassumendo, la business unit Omec Service si occu-
pa, quindi, della manutenzione ordinaria, straordinaria e predittiva di macchinari, impianti e attrezzature, mentre la Cosmi è specializzata nella costruzioni di impianti, parti di impianto, piping e carpenterie. Inoltre, con la nascita della divisione Noleggi nel 2000, Omec si è specializzata nella fornitura di soluzioni per la movimentazione di materiali e per i lavori in quota, arrivando a costituire, ad oggi, un parco macchine esaustivo e numeroso di modelli appartenenti alle categorie che possiamo definire “commodity”, ma soprattutto completo nella disponibilità di mezzi speciali, progettati per i lavori più complessi. Integrando il bagaglio di conoscenze tecnologiche e la competenza delle due società, di concerto con i servizi offerti dalla divisione Noleggi, il Gruppo Bronzini si insedia oggi come solution provider totale, un interlocutore unico capace di integrare competenze, esperienza e mezzi per la realizzazione di grandi progetti, come recita anche il nostro motto che riportiamo come sintesi nelle presentazioni della nostra identità imprenditoriale.
Quali sono i programmi e gli investimenti che riguardano oggi la struttura di Omec, in relazione a progetti specifici, dotazione di personale e aggiornamenti del parco macchine?
Il progetto di crescita aziendale che stiamo seguendo attualmente ha preso vita nel 2016 e riguarda l’ambito infrastrutturale, quello organizzativo e il settore della forza lavoro. Stiamo
investendo sul territorio nazionale attraverso l’apertura di nuovi presidi distribuiti lungo la penisola. La crescita dimensionale ci ha portato a potenziare l’unità dedicata alla formazione, per gestire e coordinare in maniera ottimale, in coerenza con la strategia e il nostro modello di business, tutto il percorso di inserimento dei nuovi membri del team Omec e per la riqualificazione dei nostri attuali collaboratori - un processo necessario per allineare l’intero network ai processi innovativi in corso. L’aumento della gamma di macchine è stato intrapreso considerando tre leve fondamentali: l’aggiornamento tecnologico (con l’obiettivo di fornire ai nostri clienti soluzioni sempre più efficienti nelle prestazioni e sicure); la transizione energetica (attraverso l’aumento degli investimenti in macchine eco-compatibili - con un incremento del 68% negli ultimi due anni); il potenziamento del parco mezzi di alcune filiali, in parallelo con i progetti di sviluppo e di ricostruzione dell'area di interesse. Dal 2017 abbiamo intrapreso un progetto studiato per qualificare ed enfatizzare l’identità aziendale, rafforzando al contempo il nostro brand. L’importanza del ruolo della Omec sull’attuale scenario industriale è chiaro, ma andava esplicitato, approfondito e diffuso maggiormente. Per questo, da più di cinque anni, lavoriamo al rinnovamento dell’immagine aziendale, rispettando due principi fondamentali: cambiare veste senza snaturarci e non dimenticare la storia. In generale, l’obiettivo principale del progetto di crescita è volto a creare un nuovo approccio agli stakeholder, portando l’organizzazione a una visione che mette il cliente al centro dei processi aziendali, potenziando punti di contatto fisici e digitali, risorse strumentali, risorse umane e relazioni con i fornitori per rafforzare la catena di valore.
Quali settori di applicazione risultano più importanti oggi per il noleggio di Omec?
Siamo partner consolidato di numerose realtà importanti a livello nazionale che operano nei settori navale, chimico, petrolchimico, oltre alle industrie alimentari e farmaceutiche, dove l’unità di business dell’industrial service Omec è impegnata da oltre 35 anni. La divisione noleggi è impegnata nella fornitura di soluzioni per lo sviluppo di grandi opere come ponti, viadotti, ferrovie e grandi costruzioni edili. Supportiamo in questo senso le attività di movimentazione e assemblaggio di manufatti dalle dimensioni importanti a quote molto elevate. Questo è possibile grazie al connubio tra la professionalità dei nostri operatori specializzati e i mezzi speciali di sollevamento della nostra flotta che permettono di raggiungere fino a 103 metri in quota e movimentare fino a 400 tonnellate di materiali. Inoltre, supportiamo operativamente le attività di manutenzione di grandi impianti industriali, per i quali si necessita, oltre che della fornitura di macchinari e attrezzature, anche di soluzioni in grado di ottimizzare costi e tempistiche di intervento. A questo proposito i nostri uffici tecnici sono quotidianamente impegnati a disegnare soluzioni specifiche e mirate. Le nostre soluzioni vengono impiegate anche in tutte le attività legate alla costruzione, manutenzione e ispezione degli impianti green energy on-shore. Parliamo di contesti che pongono sfide importanti in termini di sicurezza ed è per questa ragione che le nostre soluzioni hanno l’obiettivo primario di ridurre i rischi del lavoro in quota e della movimentazione di materiali.
Di recente, avete aggiunto alcune figure manageriali chiave per lo sviluppo delle vostre dinamiche interne di organizzazione, anche sotto il profilo complesso della digitalizzazione delle attività. Ci può fornire il profilo di queste nuove risorse dirigenziali?
Dal 2017, l’azienda ha dato vita a un progetto di innovazione di servizi e processi, realizzato anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali, al fine di integrare sistemi e flussi informativi necessari a generare conoscenza utile, dati puntuali e report istantanei a tutta l’organizzazione. Il primo output di questo progetto si è realizzato con l’adozione di un nuovo software gestionale che ha integrato in modo sinergico tutti i processi di business. Un passo importante, gestito e coordinato grazie all’introduzione di una nuova figura aziendale – il responsabile IT –
che ha svolto il proprio dottorato di ricerca proprio in Omec, per poi entrare ufficialmente nella nostra squadra. Negli ultimi tre anni, il progetto si è ampliato attraverso il potenziamento dell’area marketing, tramite l’inserimento di un laureando in marketing management. Lo sviluppo si sta concretizzando con la realizzazione del nuovo portale web e con l’implementazione di una strategia di Customer Relationship Management (CRM). Inoltre, abbiamo coinvolto un Project Manager Senior nell’ambito della ricerca e sviluppo per l’implementazione del lean manifacturing per i processi transazionali che porteranno l’organizzazione verso una logica di miglioramento continuo. L’avvio di tutte le iniziative che ho menzionato viene realizzata in Omec grazie alla costituzione di appositi team interni, composti principalmente da figure under 35, tra project manager, consulenti esterni e figure esecutive, che lavorano alla crescita e allo sviluppo di tutta l’organizzazione.
Che prospettive vede attualmente per il noleggio in Italia?
Per Omec è prevista un’espansione anche all’estero?
Quando si discute del concetto di “uso” che rimpiazza la “proprietà” si parla di un processo storico ed evolutivo di lungo periodo, che porterà a grandi cambiamenti e grandi sviluppi nei prossimi decenni. La pratica del noleggio in Italia è in forte espansione, dove nelle regioni del Nord stiamo assistendo a un processo di normalizzazione, mentre vi sono ancora ampi margini di crescita nel Centro-Sud. In questo senso, le attività della Omec sono e saranno strettamente connesse con il piano di sviluppo infrastrutturale del Paese e, soprattutto, con la transizione ecologica. Se consideriamo le tematiche delineate e trattate nel Piano Nazionale di Transizione Ecologica (PTE) leggeremo, per citarne alcuni, termini come decarbonizzazione, miglioramento delle risorse e delle infrastrutture idriche, mobilità sostenibile. Tutte tematiche che coinvolgono, in
un certo senso, il business Omec, se consideriamo i mercati serviti, ma soprattutto la pratica del noleggio che di per sé è sinonimo di sostenibilità. il noleggiatore professionale mette a tua disposizione macchine nuove, dall’impatto ambientale contenuto e più efficienti. Per quanto riguarda la visione di espansione all’estero dobbiamo considerare che l’internazionalizzazione della Omec è un fenomeno che ha preso vita circa 20 anni fa: abbiamo operato in Algeria, in Russia e in numerosi paesi europei. Siamo attualmente attivi in alcuni importanti cantieri albanesi, svedesi e lituani. L’obiettivo del prossimo quinquennio, sotto questo profilo, è di intensificare le attività all’estero con i nostri key account italiani, ambendo a diventare un partner sia nazionale che internazionale degli stessi. Non è in programma invece, per il momento, l’apertura di nostre filiali all’estero.
Quali progetti e quali grandi realtà state seguendo attualmente, nell’ambito delle opere infrastrutturali e della grande impiantistica industriale (settore energetico, petrolchimico e altro)?
L’unità dell’Industrial Service ha creato dei distaccamenti presso i cantieri e gli stabilimenti di alcuni clienti storici, operanti nel settore navale, chimico, petrolchimico e alimentare. Insieme alla divisione noleggi, stiamo operando alle importanti attività di ammodernamento degli impianti del gruppo API a Falconara e la raffineria Eni di Taranto (settore petrolchimico), Acciaierie d’Italia e Nuovo Pignone (settore siderurgico). Siamo attivi sulle autostrade A14, A24 e A25, nell’ambito dei programmi di manutenzione delle gallerie, delle carreggiate e dei viadotti. Stiamo contribuendo inoltre alla realizzazione di alcune grandi opere edili e infrastrutturali. Per citarne solo alcune, il Ponte Drini in Albania, la Torre Unipol a Milano e la costruzione degli stabilimenti Amazon in Centro Italia.
Una potenza senza confini
Ancora una sei assi da 400 ton, ancora una Grove GMK - questa volta in versione
6450-1, aggiornata nelle capacità di sollevamento dal Lift Solutions Team di Manitowoc - per un campione di flotta al servizio delle grandi imprese del noleggiatore di Piacenza
Sapete che cosa hanno in comune il nuovo stadio dell’Atalanta, a Bergamo, il grande stabilimento della Barilla a Rubbiano, in provincia di Parma, l’immenso Iperstore Lidl di Madrid e uno dei maggiori parchi eolici in Sardegna? Hanno in comune la maestria del montaggio e del sollevamento industriale di SAE Italia e, naturalmente, l’eccellenza di un’autogrù protagonista assoluta come la Grove a sei assi che supera addirittura la capacità delle 400 ton, grazie a un upgrade
personalizzato. La parola di commento (entusiastica) passa a Michele Albamonte, anima ideativa e direttore commerciale di una delle grandi imprese del noleggio nazionale, in visita ufficiale al Bauma 2022 per il conferimento, da parte di Manitowoc Group a SAE Italia, di una targa che premia la fedeltà pluriennale al marchio Grove, celebrando la consegna della nuova autogrù multistrada GMK6450-1, avvenuta a pochi giorni dall’inizio della fiera internazionale di Monaco. “L’abbiamo ritirata la scorsa settimana. Si tratta di un modello aggiornato rispetto alla precedente GMK6400 - già parte preponderante della nostra flotta - con caratteristiche tecnologiche inedite e una portata nomi-
nale incrementata - spiega con orgoglio Michele Albamonte - Appena arrivata, è partita per il suo primo lavoro, all’interno dell’importante centrale elettrica di Piacenza. Una committenza particolare che abbiamo svolto per conto di Fagioli, dal momento che noi di SAE Italia siamo praticamente specializzati nelle operazioni di grande sollevamento nell’ambito di siti industriali e in particolare all’interno di raffinerie e centrali energetiche”.
Con Manitowoc-Grove, SAE Italia vanta un rapporto di lunga data. “Abbiamo acquistato praticamente l’intera gamma delle autogrù multistrada e fuoristrada Grove - tiene a sottolineare Michele Albamonte - Siamo contenti delle macchine e dell’assistenza che ci è sempre stata fornita in modo irreprensibile sul territorio europeo, ovunque noi siamo stati chiamati all’azione, da Amburgo e Budapest e in molti altri contesti operativi. Oggi la nostra flotta è composta da 14 autogrù multistrada Grove. Inoltre, disponiamo di un parco macchine completo di piattaforme aeree semoventi, sollevatori telescopici, gru autocarrate con rimorchio. Lavoriamo tra magazzini automatizzati e raffinerie (Sardegna), in ambito portuale (destrutturiamo le grandi gru a portale in dismissione) e il nostro portafoglio clienti ha superato ormai le 600 aziende”.
Un bagaglio simile non poteva che portare a un progetto speciale come quello avviato in collaborazione con il Lift Solutions Team di Manitowoc. Il progetto, come abbiamo già anticipato, era quello di apportare alcune modifiche mirate al nuovo modello Grove GMK6400-1, incrementandone la capacità di sollevamento. L’esemplare che ne è risultato è la GMK6450-1, versione personalizzata per SAE Italia di una delle autogrù multistrada a sei assi più apprezzate sul mercato internazionale.
La matrice di questo progetto ad hoc, la GMK6400-1, i visitatori dello stand Manitowoc al Bauma 2022 hanno potuto ammirarla dal vivo per la prima volta. Andreas Cremer, Vice President Product & Project Management per le gru multistrada Manitowoc, ne ha rimarcato con grande soddisfazione “l’aggiornamento in grande stile di un’autogrù che ha riscosso un enorme successo rivoluzio-
nando gli schemi del mercato, in termini di potenza di sollevamento offerta da un modello a sei assi. Con la versione aggiornata GMK6400-1 abbiamo mantenuto la stessa potenza, incrementandone velocità e flessibilità”.
La nuova GMK6400-1 quindi conserva una capacità massima di 400 t e la dotazione di braccio principale da 60 m,
con il plus di svariate innovazioni che comprendono un impianto idraulico migliorato, una velocità operativa incrementata e una dinamica di movimento ancora più proporzionale e uniforme. Alla nuova macchina da 400 t è stato inoltre aggiunta l’implementazione del sistema di controllo CCS e del modulo di stabilizzazione variabile MAXbase.
“L’apporto dei sistemi CCS e MAXbase per le gru multistrada nella classe delle 400 t ha incontrato il favore più completo da parte dei nostri clienti, consultati nell’ambito del programma Voice of the Customer - rimarca Andreas Cremer - Integrare questi aggiornamenti tecnologici nella nuova versione GMK64001, con la novità ulteriore di un design rivisitato, di un motore conforme ai più recenti standard sulle emissioni (Tier 4 Final ed EUROMOT 5) e di un sistema di trasmissione idrostatica (MegaDrive) al top della categoria, ha costituito una sfida di qualità esaltante. Vinta sotto ogni profilo, con il risultato finale di uno straordinario ‘peso massimo’ per sollevamenti ancora più versatili e di maggiore produttività”. Tra i valori che restano da menzionare per la nuova GMK6400-1, citiamo ancora il sistema di sospensione Megatrak e l’equipaggiamento opzionale MegaWingLift per l’ottimizzazione della portata - un’attrezzatura dall’allestimento automatico che può essere montata in meno di 20 minuti, senza la necessità di una gru ausiliaria, per una portata che sale fino al 70% in più sul braccio principale e fino al 400% con l’integrazione del falcone a volata variabile. Un elemento cardine che fa della GMK6400-1 la gru ideale per il sollevamento di ponti, per il montaggio di parchi eolici o di gru a torre e per molteplici applicazioni nei settori delle infrastrutture, dell’edilizia e dei progetti industriali.
Intanto, la soddisfazione di Michele Albamonte è manifestata in tutto l’entusiasmo più evidente per la new entry “potenziata” per la flotta SAE Italia, nel modello GMK6450-1. “Questa gru non si è fermata un attimo, dal suo arrivo nella nostra flotta - rimarca ancora il direttore commerciale dell’azienda piacentina - Una richiesta operativa dopo l’altra, per gli interventi più impegnativi e diversificati. D’altra parte, riteniamo di esservi dotati realmente di un fenomeno dalla potenza e dalla flessibilità uniche, in grado di creare nuovo valore alla nostra missione professionale”. Gli stessi operatori di SAE Italia, intanto, si godono appieno la potenza della loro nuova “regina”, con una serie di interventi che si sta allungando sempre di più, di settimana in settimana. “L’altez-
za massima in punta arriva ai 136 m con l’equipaggiamento completo del braccio - ripetono con stupore dalla squadra tecnica dell’azienda piacentina - Senza contare la portata e il raggio d’azione straordinario. Non c’è concorrenza che
tenga, neppure con una gru a sette assi o a otto assi, considerando l’ingombro molto più contenuto. Ci siamo portati a casa un’autentica fuoriclasse, con la quale vinceremo molte partite nel campo del grande sollevamento!”.
Passaporto americano
È quello che da anni possiede il costruttore di Colle Umberto, in virtù di un favore di mercato da autentico protagonista e dell’opera preziosa condotta
dal dealer
Fascan International.
In America sono di casa da anni e ci stanno benissimo. Stiamo parlando delle minigrù Jekko che si apprestano ad affrontare la kermesse di Conexpo 2023 (dal 14 al 18 marzo, nei grandi spazi espositivi del Las Vegas Convention Center) con la rappresentanza del proprio dealer ufficiale Fascan International. Nell’area di 1.672 metri quadrati dello stand F9627, i visitatori potranno trovare la bellezza di 11 macchine con la livrea del costruttore di Colle Umberto (Tv), e tra queste l’attenzione sarà senz’altro calamitata dai più recenti modelli del marchio, ovvero le gru SPX328 e JF235, e il minipicker MPK20R, lanciati su mercato lo scorso ottobre 2022 in occasione del Bauma 2022, a Monaco di Baviera.
Rivediamo insieme le caratteristiche di questi campioni in scena, nella più importante manifestazione espositiva Usa dedicata alle costruzioni. La minigrù telescopica SPX328 è caratterizzata dal concetto primario di macchina user-friendly, testimoniato da un radiocomando con display di controllo touch interattivo da 10” (con grado di protezione IP67) che permette di impostare il lavoro in modo guidato. È proprio questo l’elemento primario di questa minigrù telescopica cingolata, ideata e sviluppata sia per gli operatori entry level che per gli utilizzatori più esperti, candidata alla preferenza di scelta nelle flotte dei grandi noleggiatori. La portata massima di 2.800 kg e l’altezza di lavoro (braccio principale) di 10,5 m - con il jib, si arriva ai 12,8 m - sono prerogative importanti
A Conexpo 2023 vedremo i frutti maturi dell’ultima stagione di ricerca e sviluppo per la gamma di minigrù e minipicker
La macchina della solidarietà
Oltre alle ultime novità sulle soluzioni per il sollevamento da poco introdotte sul mercato da Jekko, il dealer ufficiale Fascan International per l’evento Conexpo ha organizzato un’iniziativa a scopo benefico che si concretizzerà in una lotteria con in palio un minipicker MPK20, del valore di 90.000 dollari, personalizzato per l’occasione.
I biglietti per partecipare sono acquistabili al prezzo di 500 dollari e tutti i proventi saranno devoluti al Kennedy Krieger Institute, struttura che si occupa di fornire servizi e assistenza alle famiglie con bambini affetti da problemi cognitivi a vari livelli di gravità. Sono stati proprio i proprietari di Fascan International, Bernie e Mike Faloney, molto sensibili al tema, a voler fortemente questa iniziativa di raccolta fondi, intrapresa per sensibilizzare il pubblico sulle problematiche dell’autismo infantile e per contribuire con risorse concrete a supporto delle famiglie. L’estrazione del vincitore della lotteria si terrà il 17 marzo, negli spazi dello stand Fascan International.
che si abbinano al peso contenuto in soli 2.300 kg, con dimensioni sorprendenti che rilevano misure di 2,95 m (lunghezza), 1,61 m (altezza) e 73 cm (larghezza), di assoluta compattezza per una macchina alimentata da batterie agli ioni di litio. La SPX328 è inoltre il primo modello completamente elettrico e indipendente rispetto all’idraulica della macchina. Sempre per la serie delle minigrù telescopiche cingolate SPX, saranno presenti, oltre alla vedette SPX328, i modelli SPX532 e SPX650.
Per le minigrù articolate della linea JF, il primo piano è per il modello JF235, il più piccolo della serie. Propulsione bi-energy, dimensioni da 4,74 m di lunghezza, 1,6 m di larghezza e 2,6 m di altezza, la personalità distintiva della macchina è conferita dal braccio principale a quattro sfili e dal jib con quattro estensioni - elementi che consentono alla minigrù prestazioni dello stesso livello dei modelli JF più grandi, per una capacità fino a 6.150 kg e un’altezza di lavoro fino a 16 m con braccio principale (25 m con jib). La JF235, come la SPX328, dispone di un touch screen da 7’’ che facilita l’impostazione dei para-
metri della gru prima del suo utilizzo. In campo a Conexpo, per la stessa serie, anche i noti best seller e “ammiraglie di gamma” F545 e JF990. Veniamo infine ai minipicker della serie MPK. A Las Vegas, Jekko porterà i modelli MPK06, MPK10 e il nuovo MPK20R, versione rinnovata del modello elettrico MPK20. Le dimensioni della nuova macchina sono di 2.390 x 1.510 x 880 mm e l’alimentazione è a batterie. Al peso di 1.955 kg e alla capacità massima di 2 t, si associa un’altezza operativa di 6,5 m - con braccio principale implementato da uno sfilo manuale, oltre ai due sfili idraulici - per prestazioni di sollevamento fino a 850 kg a un’altezza massima di 7 m. La colonna principale può ruotare di +/- 6° gradi per lato ed è prevista la possibilità di installare il manipolatore per vetro da 600 o da 990 kg. Anche questo modello dispone di un display da 5’’ e di un radiocomando. Parlando di accessori, Jekko esporrà in fiera la linea di ventose per vetrate nei modelli JVL450 e JVL600, dalla capacità massima rispettivamente di 450 e 600 kg.
Pick & Carry in the USA
A Conexpo 2023, dal 14 al 18 marzo, le gru elettriche del marchio di Ovada (Al) saranno presentate nei modelli più attuali, per diverse classi di peso operativo. In primo piano, l’"ammiraglia" 100iE dalle 100 tonnellate di portata
Speciali nelle soluzioni e nella ricerca
Anche a Conexpo, la maggiore fiera Construction degli Stati Uniti, il valore di una gamma come quella di Ormig - con modelli pick & carry elettrici Indoor che vanno dalle 15 alle 100 tonnellate operative - è rilevata da dettagli importanti come quelli relativi ai contrappesi modulari, in combinazione perfetta per facilitare il trasporto stradale delle gru. Sotto il profilo dinamico, ricordiamo ancora, per tutti i modelli iE di Ormig, il sistema di sterzatura già descritto da Gian Paolo Aschero. Con un assale posteriore appositamente studiato e brevettato dal costruttore piemontese, le gru possono ruotare su se stesse, mantenendo sempre quattro punti di contatto sul terreno per garantire la migliore stabilità laterale quando si spostano a carico applicato. Il brevetto consta in un meccanismo cinematico che collega lo sterzo elettronico con lo sterzo meccanico, con lo scopo di evitare lo strisciamento delle ruote sul terreno e di ottimizzare la precisione e la fluidità dello sterzatura stessa. Un’altra caratteristica fondamentale che garantisce sicurezza alle gru è il telaio scatolato, perfetto per gestire le forze e le sollecitazioni torsionali e longitudinali tipiche di una gru pick & carry.
Gli Stati Uniti sono una terra di mercato ben conosciuta da Ormig. Le gru pick & carry del costruttore di Ovada (Al) hanno da sempre conquistato la preferenza degli operatori industriali a stelle e strisce ed per questo che la presenza del marchio piemontese alla prossima edizione di Conexpo rientra tra le maggiori attese del made in Italy per i visitatori della fiera di Las Vegas. Negli spazi dello stand F8748, saranno diversi i modelli di gru elettriche da movimentazione industriale proposti al pubblico, e la rappresentanza in prima linea sarà costituita naturalmente dal modello 100iE, la macchina con maggior capacità di sollevamento della gamma Indoor full electric. “Questo autentico top di gamma si conferma particolarmente apprezzato dal mercato internazionale della movimentazione industriale, grazie alle dimensioni contenute e alla versatilità di utilizzo - sottolinea Gian Paolo Aschero, amministratore delegato di Ormig - La 100iE, progettata e costruita interamente nei nostri stabilimenti di Ovada, vanta una larghezza di soli 2,44 m, ed è in grado di ruotare a compasso intorno all’asse anteriore, con un raggio di sterzo minimo. La partico-
larità tecnica firmata Ormig è quella del brevetto che riguarda il meccanismo di sterzo, che unisce il controllo meccanico a quello elettronico a garanzia della massima precisione e maneggevolezza nelle manovre”. La Ormig 100iE, come tutte le gru della gamma di Ovada, assicura quattro punti di appoggio al suolo anche in fase di completa sterzata, così da non compromettere la stabilità laterale in caso di dislivello o sbilanciamento del carico.
“La vera ‘perla tecnologica’ della nostra ammiraglia di gamma, in prima applicazione per questa tipologia di gru, è insediata in punta al braccio - rimarca ancora Aschero - Si tratta di una testa oscillante a movimentazione idraulica in grado di sollevare, movimentare e posizionare carichi notevoli con estrema facilità. Questa attrezzatura è dotata di un robusto cilindro idraulico che ne permette la movimentazione con 80° di brandeggio, consentendo all’operatore di ottenere un grado di libertà aggiuntivo nel posizionamento di precisione del carico”.
Il telaio, scatolato - anche centralmente - per garantire rigidezza torsionale alla macchina quando in movimento, risulta oltremodo snello e, grazie alla
modularità dei contrappesi, rende la gru facilmente trasportabile oltre che versatile nell’impiego. “La 100iE, così ridotta nelle dimensioni, può operare anche come una gru di portata inferiore - aggiunge Aschero - Con una diversa configurazione dei contrappesi, è in grado di coprire un intero ventaglio di possibili impieghi. Un’altra testimonianza di come la ricerca e sviluppo Ormig, da sempre, conservi l’obiettivo di incontrare le richieste dei propri clienti, fornendo soluzioni innovative e di multifunzionali”.
Gru e Autogrù Sennebogen
Media Ottima
Il nono modello nella serie delle cingolate telescopiche del marchio tedesco è un completamento cardine per il cliente. Dedicato ai cantieri infrastrutturali e al montaggio di prefabbricati
Una manutenzione in souplesse
La gru cingolata telescopica 683 E di Sennebogen rivela tutta la propria ergonomia anche nella facilità di assistenza. Un punto di lubrificazione centrale per la base del braccio, il cilindro di brandeggio e la ralla riduce notevolmente la manutenzione da parte dell'operatore. L'accesso ottimale ai punti di manutenzione e la chiara identificazione dei componenti consentono inoltre di risparmiare tempo prezioso nella gestione quotidiana della macchina.
Le 80 ton di capacità parlano di leggerezza e agilità e l’intento di Sennebogen era proprio quello, all’atto del concepimento. I progettisti di Straubing hanno aggiunto il nono tassello alla propria gamma di gru cingolate telescopiche e, certo, quello della 683 E è un segmento fondamentale, a completamento strategico della fascia media di serie, tra i modelli 673 E e 6103 E. La nuova gru cingolata vanta una lunghezza del braccio principale di 42 m e già in questa misura importante rivendica una vasta gamma di applicazioni in regime heavy duty - in ragione, tra l’altro, del design robusto della macchina e della potenza dei motori dedicati alla traslazione e alle operazioni di sollevamento. In quali ambiti la 683 E si presenta come macchina ideale? Nei cantieri di fondazione e nelle grandi opere infrastrutturali - per la costruzione di ponti, ad esempio, come macchina di supporto alle palificazioni e come gru ausiliaria agile e versatile - contesti di cantiere in cui la nuova telescopica Sennebogen può lavorare anche con pendenze di 4° nelle fasi di marcia e negli interventi di tiro. La 683 E è alimentata da un motore Cummins da 186 kW con pre-trattamento dei gas di scarico in regime Stage V. Gli argani principali e ausiliari sono gestiti da un motore a pistoni ad alta pressione, che fornisce una notevole forza di trazione di 72 kN a ogni componente e una velocità della fune fino a 120 m/ min. Il braccio a quattro sezioni è basato sulla tecnologia multisfilo, con un sistema di controllo senza manutenzione a estensione variabile e autobloccante. In opzione, la lunghezza-braccio principale di 42 m può essere ulteriormente estesa fino ai 57 m con un jib doppio-articolato che favorisce gli interventi con necessità di angolazioni in fase di tiro, a supporto di interventi complessi – ad esempio – nei progetti di ingegneria strutturale. Il carro telescopico estensibile del modello 683 E può raggiungere una larghezza massima di 4,2 m, con la possibilità di essere retratto simmetricamente o asimmetricamente fino a 2,68 m (e con i grafici di carico che si adat-
Sollevamento, Trasporti Eccezionali, Movimentazione Industriale e Portualetano automaticamente alla larghezza prescelta della base cingolata). Questa gru da 80 t contempla un accento di agilità notevole. Può scendere in completa autonomia dal veicolo di trasporto e con l'ausilio del radiocomando è completamente automontante. Con i cingoli retratti, la larghezza in assetto di trasporto è di soli 3,5 m. Lo smontaggio della base cingolata riduce il peso complessivo di quasi 20 t, e ulteriormente anche la larghezza (fino ai 3 m).
Gli operatori apprezzeranno senz’altro i vantaggi ergonomici della cabina Maxcab, particolarmente spaziosa. Allo scopo di ottenere una visuale confortevole anche di carichi a notevole distanza, la cabina offre un'inclinazione standard che arriva fino ai 20 gradi. La gru può anche essere dotata - in modo opzionale - di una cabina sollevabile idraulicamente che può essere inclinata di 30 gradi, a un'altezza della visuale di 5,55 m. Le vetrate di grandi dimensioni offrono una vista ottimale dell'intera area di lavoro, con ogni prospettiva per operare in totale sicurezza (tenendo comunque presente che la gru può essere azionata anche dall'esterno della cabina, con il radiocomando).
Le telecamere e un ampio monitor estendono il campo visivo dell'operatore sul lato posteriore e a destra e possono essere utilizzate anche per monitorare il movimento degli argani. Il sistema di controllo elettronico a doppio asse è dotato di pulsanti di gestione sul joystick per gli accessori opzionali e del limitatore del momento di carico, visualizzato graficamente. Il sistema fornisce un avviso audiovisivo e blocca la leva di comando quando i limiti di carico vengono raggiunti o superati. L'intuitivo sistema di controllo Sencon fornisce, infine, una diagnostica puntuale e completa oltre a informazioni fondamentali su carichi utili, angolo di tiro, lunghezza del braccio e raggio di sollevamento, supportando così l'operatore nel suo lavoro con la massima completezza.
Prospettiva avanzata
Si chiama Effer iQ.950 HP e fa parte della gamma heavy, il nuovo modello da 90 t/m valorizzato dal profilo V12-Power del braccio e implementato con il sistema di controllo SPACEevo
Senz’altro è più di una gru telescopica da autocarro genericamente destinata a un impiego heavy duty. Basta guardare alle capacità di elevazione verticale e di sbraccio della Effer iQ.950 HP - ultimo risultato della
per altrettanti mezzi d’opera. Le dinamiche precise e sicure della gru sono gestite dal sistema di controllo avanzato SPACEevo, che provvede a fornire moduli di funzionalità avanzata a vantaggio degli operatori più esperti come a supporto dei gruisti
il modulo VSL+ (Variable Stability Logic-plus) che raccorda il carico in funzione della capacità di stabilizzazione, mentre la funzione DLC-S (Dynamic Load Chart) riduce i tempi richiesti dalle prime fasi di messa in opera della gru stessa.
Alle dinamiche di controllo è dedicato anche il nuovo radiocomando CombiDrive4, con nuove possibilità di personalizzazione dei settaggi, con la calibrazione della velocità di sollevamento, in accordo alla funzione Confirmed View di riconoscimento della posizione dell’operatore rispetto all’area di stabilizzazione.
“Il lancio costante di nuovi modelli Effer è una chiara risposta da parte nostra alla richieste dei clienti per avere a disposizione gru sempre più moderne ed efficienti, con un maggiore carico utile sul camion e un incremento della capacità di sollevamento – considera Marcel Boxem, Vice President Sales & Product Management della divisione Loader Cranes Heavy & Super Heavy di Hiab – Offrire modelli che abbiano capacità comparabili con le gru di gamma superiore permette di realizzare allestimenti dai costi più contenuti. La Effer iQ.950 HP, inoltre, contempla il sistema di controllo Space Evo, il più avanzato di Hiab nelle funzionalità dedicate a una gestione precisa, completa e facilitata per gli operatori”. Alla campagna di lancio della nuova iQ.950 HP sono seguiti i primi ordini in tutte le filiali Effer dirette e nella rete dei concessionari autorizzati.
Componenti a prova… di tempo
La Effer iQ.950 HP condivide, come già dicevano, molti componenti (oltre al sistema di controllo) con gli altri modelli di gru Hiab delle serie iQ. ed iX. la Effer iQ.950 HP condivide molti componenti con gli altri modelli di gru iQ e iX, oltre al sistema di gestione e controllo. Un vantaggio per gli operatori che possono passare, in questo modo, da un modello all’altro della stessa gamma, e per i gestori delle flotte che saranno avvantaggiati nell’ottimizzazione della ricambistica dedicata alle varie unità del parco macchine. L’idraulica della gru è caratterizzata da una pompa a portata variabile a garanzia delle maggiori prestazioni di distribuzione e di un minore consumo di carburante. Nanotecnologia per la verniciatura a vantaggio di una protezione durevole, anche in funzione anticorrosione e di protezione delle parti dagli agenti atmosferici.
Pragmatiche e di carattere
Fanno parte della flotta di Arienti Autogrù le nuove arrivate
LTM 1110-5.1 e 1120-4.1, candidate da subito a punte di diamante per interventi da svolgere con agile velocità e totale efficienza operativa.
Nei cantieri come all’interno degli impianti industriali.
Sempre e comunque sulla strada, per una libertà senza limitazioni
Se la puntualità dei lombardi è proverbiale, la declinazione di questa precisione temporale ai servizi di sollevamento e trasporto trova un campione locale nella Arienti Autogrù di Desio, insediata nel territorio di confine tra la Brianza più urbana e la cintura della Grande Milano. L’occasione di incontrare questa realtà storica del noleggio con gru mobili è costituita dalla consegna delle due nuove all terrain Liebherr che vanno a corroborare una flotta proprietaria già notevole per completezza e quali-
tà. Parliamo dei modelli LTM 1110-5.1 e 1120-4.1, candidati a rappresentare l’avanguardia di Arienti Autogrù nella domanda dei clienti che richiedono interventi contraddistinti dall’agilità di trasporto su strada e dalla velocità di allestimento in cantiere.
Accompagnati da Salvo Somma, area manager Liebherr in Italia per l’area Nord-Ovest, incontriamo, nella grande sede dell’azienda di Desio, all’interno dell’area industriale di via Rossini, il direttore commerciale Francesco Arienti che ci accoglie con la più schietta cor-
dialità, presentandoci l’attività attuale dell’impresa. “Le nostre autogrù svolgono servizi di sollevamento e trasporti nell'area di Milano e della sua provincia, in Brianza e in generale nelle zone che confinano con la metropoli lombarda - ci spiega Francesco Arienti - Siamo un’azienda fortemente insediata sul territorio e la nostra efficienza si basa innanzitutto sulla concentrazione del lavoro in aree circoscritte e ben definite, a vantaggio anche delle tempistiche di intervento e delle eventuali necessità di assistenza per i mezzi operativi che mettiamo in cam-
po”. Questa attualità, come dicevamo all’inizio, arriva da molto lontano. “Da una storia che ben rappresenta l’evoluzione dei servizi di trasporto e sollevamento nell’ultimo secolo - come rimarca Arienti - La nostra è un’attività familiare che è nata nel 1940, con il lavoro di carrellamento dei vagoni ferroviari. Poi sono arrivati i primi autocarri e la specializzazione nel settore dei trasporti su strada. Nei primi anni Sessanta, agli autocarri abbiamo abbinato le prime autogrù e negli anni successivi anche una serie di veicoli speciali per trasporti eccezionali. Dagli anni Settanta in poi, la nostra specializzazione nel sollevamento
con autogrù si è estesa al montaggio dei prefabbricati, all’insediamento di impianti industriali con il trasferimento di componenti pesanti, all’edilizia, per il montaggio di gru edili e così via. Oggi il nostro parco mezzi comprende una selezione completa di autogrù in grado di far fronte a ogni richiesta di servizio della nostra clientela, a garanzia di un servizio tempestivo e, soprattutto, di qualità”. Una qualità basata soprattutto sulle autogrù Liebherr che costituiscono il cuore del parco macchine Arienti, costituito da circa 20 unità, tra modelli all terrain e truck cranes, per una schiera operativa che va dalle 12 alle 200 ton (al parco gru, poi, vanno aggiunti i mezzi idonei per il trasporto eccezionale fino a 150 ton). Mentre parliamo con Francesco Arienti, raggiungiamo l’area esterna del quartier generale di Arienti Autogrù per la “posa ufficiale” delle due nuove regine di flotta. Salvo Somma ce ne illustra in
sintesi il profilo tecnico. “L’autogrù LTM 1110-5.1 è una delle cinque assi di maggior successo per Liebherr, anche nelle flotte di noleggio italiane - rivela l’area manager di Liebherr Italia - Contempla notevoli capacità di sollevamento, con un braccio telescopico da 60 metri e stabilizzatori posteriori a doppia trave che costituiscono una sorta di perimetro trapezoidale che assicura l’assetto della macchina in modo ottimale durante le operazioni di tiro. Il sistema VarioBase Plus combina poi questa base di stabilizzazione trapezoidale con il modulo originario VarioBase di Liebherr. Va sottolineato per questa gru, inoltre, il fattore dell’agilità di trasferimento su strada, secondo configurazioni di guida flessibili e sempre efficienti”.
La seconda all terrain esemplare del mercato odierno di Liebherr in Italia, scelta sempre da Arienti per la notevole compattezza a fronte della grandi capacità
di sollevamento, corrisponde al modello LTM 1120-4.1 - presentata per la prima volta al Conexpo 2020 di Las Vegas - Dire che, ad oggi, è tra le quattro assi più potenti sul mercato, può sembrare un’ovvietà, dopo aver costituito la scelta preferenziale di innumerevoli professionisti del settore. Il braccio da 66 metri e la capacità di 120 ton fa della LTM 1120-4.1 una validissima alternativa a un’omologa cinque assi di categoria superiore, soprattutto per montaggi industriali e, ancora, di gru edili. I sistemi VarioBase e Vario Ballast costituiscono un ausilio tecnologico che si aggiunge al carattere di spiccata connettività delle attuali gru Liebherr. “La costanza di servizio contraddistingue da sempre la fornitura di autogrù Liebherr ai nostri clienti - sottolinea Salvo Somma - A questa costanza, che fa da garanzia di assistenza per chi acquista le nostre macchine, si abbina proprio lo sviluppo importante della connettività applicata ai modelli attuali. Una diagnostica avanzata
e un controllo da remoto preciso e puntuale aiutano lo stesso cliente nell’offrire un’affidabilità di servizio irreprensibile. Il portale My Liebherr è l’anello di congiunzione di questa connettività, con il vantaggioso servizio di ricambistica online, il Work Planner dedicato a ogni singolo modello di gru, il Crane Finder che favorisce la scelta del modello più adatto a quel particolare sollevamento. Gli sviluppi più recenti vanno nella direzione di un intervento di diagnostica della gru da remoto, nei casi di anomalie risolvibili in tempo reale, con un assistenza totale e qualificata alla risoluzione delle criticità immediate”.
Servizi digitali, l’avanguardia dell’assistenza
La fedeltà a Liebherr Italia di Arienti Autogrù ha una giustificazione ben precisa. “La capacità di servizio della filiale italiana di un costruttore così notevole fa la differenza nelle nostre scelte di acquisto delle macchine - ci spiega Francesco Arienti - La nostra è un’attività quotidiana che non ammette ritardi e disfunzioni. Pena, la credibilità stessa di un’azienda come la nostra. La struttura di Liebherr Italia ci ha sempre garantito questa eccellenza nell’assistenza e nelle modalità avanzate di service. A quanto già detto da Salvo Somma, riguardo ai grandi progressi nella connettività delle gru ai servizi offerti da Liebherr, vorrei aggiungere una nota ulteriore sul Crane Planner. Questo strumento è in grado di offrire una simulazione tridimensionale preventiva degli interventi programmati, con tutti i parametri e le difficoltà prevedibili in campo, utilizzando le Google Maps. In questo modo, il calcolo delle capacità di carico, le configurazioni delle gru e gli eventuali aggiustamenti dell’intervento, in relazione agli spazi disponibili, sono operazioni che il noleggiatore può programmare già in fase di progetto, secondo una dinamica precisa e sicura".
Personalità… scarrabile
Un progetto d’eccezione, quello concepito per il modello KT250, ribattezzato per l’occasione con l’acronimo SAC (Stand Alone Crane). Autonomia operativa al massimo grado per una gru che può “scendere” dal camion e lavorare al top della potenza in ogni situazione
Che ne dite di una gru su camion che, in completa autonomia, può “lasciare” il proprio mezzo di allestimento per lavorare con la più grande libertà di movimento in ogni contesto operativo, soprattutto se è richiesto un sollevamento all’interno di fabbriche o capannoni? Straordinario, no? Ma quella di cui parliamo nelle righe che seguono non
è semplicemente un’idea. È diventata una realizzazione vera e propria, nel pensiero e nelle mani tecnologiche di Idrogru.
La novità, rivelata da Roberto Vezzelli - titolare della storica azienda di Modena specializzata nel progetto, nella realizzazione e nell’allestimento di gru telescopiche su camion - consiste nell’autentica rivoluzione “di un modello che abbiamo reso
Una tigre (elettrica) nel motore
Il powerpack elettrico a batterie al litio brushless (senza spazzole) da 50 kW, applicato alla KT250 SAC, costituisce un’evoluzione ulteriore nel campo dei motori elettrici.
“È un modulo che conferisce minore resistenza meccanica e un maggior grado di affidabilità e autonomia, a fronte di una minima necessità di manutenzione - specifica
Roberto Vezzelli - Anche in questo caso, abbiamo introdotto un’elettronica avanzata a questo motore elettrico a batterie al litio, con un apposito software di gestione dello stesso powerpack. I 50 kW di potenza danno all’operatore la garanzia di poter lavorare con la gru fino a sei ore consecutive, a carica completa. Senza dimenticare che c’è sempre la possibilità di effettuare il biberonaggio delle batterie, attraverso il collegamento alla rete elettrica, mentre la gru è in piena attività”.
completamente scarrabile, nello specifico la nostra gru KT250, il top della gamma Idrogru, ribattezzato per l’occasione con l’acronimo SAC (Stand Alone Crane). La richiesta di un nuovo cliente che opera nell’industria era quella di poter entrare all’interno di aree coperte dagli spazi angusti, ‘scarrare’, ossia far scendere la gru dal camion e portarla a lavorare in completa autonomia, impiegando un powerpack applicato da 50 kW, con
batterie al litio. L’applicazione per cui è stata richiesta questa modalità di allestimento riguarda il sollevamento di manufatti pesanti (come le presse di grandi dimensioni, per intenderci). Questi manufatti possono essere collocati su un semirimorchio che successivamente può insediarsi sotto gli stabilizzatori della gru. Quindi, i componenti da movimentare possono essere sollevati dalla gru stessa in totale flessibilità e sicurezza operativa, con una soluzione che ne ottimizza la portata (considerando la posizione del semirimorchio, perfettamente in asse con la stabilizzazione della gru, e la possibilità di traslare il manufatto sul semirimorchio il più possibile vicino al centro ralla di rotazione)”.
La gru è installata sull’autocarro con un sistema composto da una doppia coppia di perni e di cunei, per essere poi retro-traslata in modalità scarrabile tramite un cilindro idraulico. “Lo stesso modello KT250, in assetto Stand Alone, contempla un suo diagramma di portate specifico - precisa Vezzelli - Può auto-caricare comunque fino a 23,5 ton di zavorra e questa facoltà risulta come ottima compensazione all’assenza dell'autocarro come base operativa e di contrappeso. Un’altra opzione tra le tante suggerite per questa gru scarrabile - opzione che verrà
seguita sempre dal cliente che ne ha richiesto il progetto - è quella di essere collocata a bordo di un SPMT (Self Propelled Modular Transporter) dalla propulsione ibrida diesel-elettrica. “Calcolando la portata massima consentita a bordo dell’SPMT, la gru praticamente si trasforma in una sorta di Pick & Carry in grado di movimentare carichi importanti - ci spiega Vezzelli - Le potenzialità di allestimento veloce di un’Idrogru SAC ne fanno, praticamente, un vero e proprio Transformer a misura dei mezzi più diversificati e dei contesti di intervento più vari, complessi e di difficile accessibilità”.
Altro dettaglio fondamentale, indicativo del mercato attuale, riguarda il fatto che la gru è stata richiesta e progettata per il cliente senza la cabina. “Tutte le funzioni della macchina sono state implementate su un radiocomando Scanreco, sviluppando
un software apposito con funzioni supplementari - sottolinea Vezzelli - Queste funzioni avanzate comprendono, ad esempio, la visualizzazione sul display del sistema di telecamere applicate alla KT250, adibito tra l’altro al controllo del movimento dell’argano”. Come avrete capito, Idrogru ha portato la gru telescopica su camion a un livello ulteriore di emancipazione, frutto del confronto assiduo con il cliente più sofisticato ed esigente, oltre che della ricerca continua che contraddistingue il costruttore emiliano. La stessa ricerca che all’ultimo Bauma ha conquistato gli addetti ai lavori internazionali, con richieste di gru senza cabina in modalità scarrabile, dopo un’anteprima presentata a Monaco, insieme ai più recenti progressi sull’elettrificazione dei modelli. “Sono proprio i risultati della nostra ricerca interna ad averci fatto ‘esordire’ su un mercato interessante per noi come quello francese, a fronte di una prima richiesta da parte di un nuovo cliente, con altri ordini in arrivo dalla Germania. La nostra evoluzione paga sempre in termini di autorevolezza nel settore, all’estero come in Italia, dove lo sviluppo delle dinamiche legate all’Industria 4.0 ci ha meritato il successo in un’ampia platea di noleggiatori e specialisti del sollevamento”.
A passo deciso Mammoet Italy
Senza dubbio, un ruolo di primo piano nell’heavy lifting & transportation nazionale lo ha confermato in più di un settore di intervento. Il 2022 è un anno di crescita decisiva per Mammoet Italy e lo rilevano i dati di un consuntivo che vede persino un incremento del personale per la nostra (con sede a Milano) del colosso olandese specializzato nei grandi sollevamenti e nei trasporti eccezionali, con l’inserimento di quattro nuove figure specializzate.
L’incremento di personale per Mammoet Italy è stato indotto senz’altro dalla marcia sostenuta delle commesse in diversi ambiti operativi. Il mercato del trasporto e della movimentazione di moduli industriali pesanti nel settore dell’Oil & Gas - in particolare nell’ambito LNG (Liquid Natural Gas) - costituisce ancora una direttrice di sviluppo importante per Mammoet Italy – che ha triplicato la portata della commessa Block (e rafforzato la propria attività nel cantiere di Carrara-Avenza, con la recente operazione di pesatura per tre moduli da 3.000 tonnellate l’uno), assicurandosi un incremento pianificato degli interventi per i prossimi anni.
In crescita per Mammoet Italy anche il mercato delle grandi riparazioni navali, dove la filiale italiana ha acquisito una forte specializzazione nel campo della sostituzione – sia in mare che in porto – dei grandi componenti di propulsione e degli alberi motore. Nel 2022, a oggi, sono quattro gli interventi eseguiti. In ambito offshore si è invece rinnovata, dopo parecchi anni, la collaborazione con Saipem Offshore (con la base operativa nel porto di Arbatax, in Sardegna).
Il coinvolgimento di Mammoet Italy in alcune commesse per le infrastrutture nazionali, soprattutto su ponti e viadotti, è una novità che Alberto Galbiati, CEO della società, definisce “soddisfacente, anche se non posso però far a meno di sottolineare che nel nostro Paese l’approccio di affidamento degli appalti pubblici continua ad avere come metro di misura il prezzo più basso possibile per ogni singola attività. In questo modo si rinuncia non solo ad utilizzare le tecnologie più innovative, più rapide e meno rischiose, ma paradossalmente non si riesce a ottenere comunque il costo finale più basso a livello di progetto. Le nuove tecnologie, che Mammoet utilizza regolarmente in
Europa e a livello internazionale, consentono risparmi di tempo significativi, eliminano i tempi morti e migliorando la sicurezza sul lavoro (per esempio, riducendo al minimo le attività in quota). Tutti questi fattori in base alla nostra esperienza permettono di tagliare del 10-20% i costi globali di un progetto”. Sul fronte dei mezzi tecnici, Mammoet Italy è in prima linea nella transizione energetica. Ad esempio, tutti i carrelli SPMT della flotta hanno motorizzazioni Euro 6 – caso unico in Italia per riduzione dell’impatto ambientale da parte delle flotte di movimentazione. In generale l’azienda si sta dotando anche di mezzi elettrici per operare in ambienti chiusi o ad accesso ristretto. Si sta inoltre sperimentando l’impiego di gru e carrelli ibridi o totalmente elettrici. Lo stesso progresso riguarda l’adozione delle più avanzate tecnologie digitali. Mammoet ormai è in grado di effettuare rilievi in 3D degli spazi di cantiere per costruire altrettanti digital twin sui cui svolgere simulazioni dei lavori per scegliere le soluzioni migliori e individuare i possibili punti critici. Proprio Mammoet Italy sta svolgendo queste attività per conto di grandi EPC contractors
Bilancio positivo, quello del 2022, con buone prospettive anche per l’anno corrente, soprattutto nei comparti dell’LNG e nelle infrastrutture. Seguendo sempre le pratiche tecnico-ingegneristiche più avanzate del settoreAlberto Galbiati
anche fuori dall’Italia, in altri paesi europei e negli Stati Uniti.
“Mammoet Italy è a tutti gli effetti una società italiana – sottolinea Galbiati – Come tale, non solo rispetta scrupolosamente le direttive nazionali, per esempio in materia delle recenti sanzioni internazionali, ma partecipa alla vita del settore nazionale in cui opera. Recentemente abbiamo aderito alla Federazione Italiana Trasporti Eccezionali per portare il nostro contributo alla soluzione di una serie di difficoltà strettamente burocratiche che stanno rendendo il lavoro complicato per tutto il settore. Ci sembra però che spesso, come in occasione di recenti e meno recenti calamità a risonanza nazionale e internazionale, la nostra italianità non sia riconosciuta, a volte col sospetto che si tratti di un grossolano pretesto per effettuare vere e proprie scorrettezze non solo nei nostri confronti e dei nostri fornitori locali ma anche delle buone pratiche tecnico-ingegneristiche del settore”.
La marcia in più
Se la formazione è sempre motivo di encomio, nell’impegno assiduo di un’impresa che si occupa di grandi sollevamenti, movimentazioni e trasporti, quello che si merita Autovictor, in questo momento cruciale per lo sviluppo delle costruzioni nazionali, è un riconoscimento esemplare sotto ogni aspetto di merito. Con l'obiettivo di incrementare l’attività formativa del 20% rispetto al 2022 - un anno che ha visto lo svolgimento di una trentina di corsi base e di aggiornamento, distribuiti sulle varie tipologie di macchine da sollevamento - l'impegno formativo di Autovictor nel nuovo anno sta assumendo una fisionomia sempre più strutturata e in grado di offrire sempre qualcosa in più rispetto agli standard del settore.
Sollevamento a 360°
La scuola di Autovictor, abilitata dalla Regione Piemonte, può erogare formazione sia per gli operatori dell'azienda stessa sia per i clienti del territorio regionale. L'accreditamento include l'intera famiglia delle gru mobili, le gru su autocarro, i carrelli elevatori industriali, i sollevatori telescopici fissi e rotativi e tutte le tipologie di piattaforme aeree per il sollevamento di persone.
Una grande opportunità di lavoro
Autovictor vuole compiere un ulteriore passo in avanti, trasformando la formazione in una vera opportunità di lavoro. Ce lo anticipa sempre l’ingegner Santo. “Stiamo portando avanti un progetto molto ambizioso che prevede l'istituzione di un corso per gruisti con la finalità dell’assunzione - conferma il coordinatore RSPP - Partendo da una formazione base prevista per legge, all'interno di un corso ad hoc sarà mio compito selezionare le due figure più adeguate che saranno inserite in azienda con un contratto di sei mesi al fine di continuare l'attività formativa. E, al termine dei sei mesi, vi sarà la possibilità di entrare a far parte della squadra Autovictor a tempo indeterminato”. L'idea di Autovictor è quindi quella di formare direttamente i propri futuri gruisti, possibilmente compresi in una fascia d'età che va dai 18 ai 45 anni. “La nostra vuole essere una vera scuola per gruisti, che non si limiti all’attestato - rimarca Gianluca Santo - L’attestato viene prodotto, è ovvio, ma non ci fermiamo lì perché vogliamo quantomeno prevedere una o due settimane di training per capire quale figura può completare il percorso e quindi entrare nell'organico. Inoltre aggiungo che il corso base di 40 ore è totalmente gratuito. Insomma una bella opportunità”. Per partecipare alla selezione per il corso è sufficiente inviare il proprio curriculum a sicurezza@autovictor.it.
Si chiama Gianluca Santo, l’ingegnere che si occupa - per l’impresa piemontese - della sicurezza nei cantieri, con il ruolo di responsabile e docente per l'attività formativa teorica e pratica degli operatori. Una formazione perseguita con criteri di eccellenza, ancora più poliedrica e dall’alto valore professionale
I corsi prevedono da un minimo di sei a un massimo di 12 partecipanti, dove la parte pratica ha sempre un rapporto con il docente di uno a sei: ogni docente può avere un massimo di sei discenti. “Ogni corso prevede sempre una parte di teoria, in aula, e una parte pratica, alla quale si accede solo dopo aver superato l'esame teorico - ci illustra l’ingegner Gianluca Santo, responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) in Autovictor - La sezione in aula (che varia a seconda della macchina oggetto della formazione, dal momento che ogni tipologia ha caratteristiche proprie, con rischi, modalità operative e condizioni di sicurezza che vanno spiegate in ogni dettaglio) va da un minimo di quattro a un massimo di otto ore, cui si devono aggiungere i tempi dell'esame. Poi si passa alla parte pratica che, in genere, si svolge nel campo prova presso la nostra sede. Abbiamo però introdotto un'importante novità: la possibilità di erogare il corso anche presso il cliente, utilizzando le sue attrezzature, oppure portando presso la sede del cliente le nostre macchine”. Com'è facile intuire, si tratta di un'evoluzione importante perché va incontro alle specifiche e diversificate necessità di tutti i clienti Autovictor insediati sul territorio del Piemonte. “La sezione pratica è fondamen-
tale e deve essere svolta in un campo delimitato perché non ci siano interferenze con altre attività - aggiunge l’ingegner Santo - Si parte dal presupposto che il discente stia imparando a usare un mezzo, quindi viene spiegato il mezzo da fermo, con tutte le sue caratteristiche, anche in base a quello che è stato detto in aula. Facciamo vedere e mostriamo il funzionamento di tutti i sistemi di sicurezza, poi si inizia a fare una reale attività di pratica. Vengono fatte eseguire al discente alcune manovre con supervisione: stabilizzazione della macchina, sbraccio in fase operativa, simulazione dell'attività lavorativa, che è ovviamente differente in base alla tipologia di macchina utilizzata. Per le gru mobili, ad esempio, facciamo anche l'attività formativa sull'imbrago delle attrezzature. Questo è molto importante perché il gruista, anche se non imbraga personalmente il carico in un cantiere, nel momento in cui decide di sollevare il carico vuol dire che ha giudicato l'imbracatura idonea. Su richiesta dei destinatari della formazione e delle
è l'abilitazione, ma anche se il lavoratore fosse già abilitato viene sempre predisposto un periodo di prova. In questo modo un operatore esperto trasferisce le competenze al neoassunto. Infatti in nessun caso affidiamo una macchina a un operatore appena inserito in organico, solo perché mostra un attestato. Addirittura in Autovictor, se un gruista impiega già con perizia una certa tipologia di macchina e c'è la necessità di trasferirlo su una macchina più grande per concedergli una possibilità ulteriore di crescere professionalmente, gli si dedica comunque periodo di training con il supporto di altro gruista esperto”.
Formazione e sicurezza, la connessione necessaria
Questo sistema di formazione si collega al più grande tema della sicurezza. “Innanzitutto dobbiamo attenerci alla legge, ma l'obiettivo è che quanto si trova scritto nei documenti venga applicato e sia applicabile nei cantieri - sottolinea ancora il responsabile di Autovictor - Il mio approccio è molto pratico, sia quando trasferisco le informazioni sia nei sopralluoghi in cantiere: se vedo che le persone fanno qualcosa di sbagliato spiego sempre i motivi di utilizzo di un determinato dispositivo, o perché una procedura va applicata magari in modo diverso. La sicurezza è fondamentale, i lavoratori devono avere tutte le informazioni necessarie a operare in un cantiere in totale sicurezza. Se c'è un cambiamento o un'evoluzione normativa è indispensabile che lo sappiano. Proprio per questo, oltre ad avere rapporti con la direzione per il mio ruolo di RSPP, ho la necessità di parlare con i nostri operatori, che mi devono conoscere bene”.
aziende, è possibile organizzare anche un addestramento più prolungato e non limitarsi all'attestato base, cioè quello che impropriamente viene chiamato patentino e che ha una durata minima prevista per legge. E questo, in sostanza, è quanto avviene normalmente per tutti gli operatori di Autovictor. Nel momento in cui la società assume un operatore la prima cosa
Sollevamento, Trasporti Eccezionali, Movimentazione Industriale e PortualeUna torre fra le aquile
Montaggio da spettacolo mozzafiato, in elicottero sul Monte Bianco, per una gru 150 EC-B 8 allestita per la costruzione di una stazione funicolare e di un nuovo centro naturistico ad alta quota. Una pianificazione irreprensibile per assemblare la torre nel modo più rapido ed efficace
Questa volta la regina delle nevi è una gru a torre. Nello specifico, un modello 150 EC-B 8 di Liebherr, insediata sulle pendici del Monte Bianco, sul versante francese, per realizzare una nuova stazione per la funivia, trasformandone la struttura ricettiva in centro naturistico, allo scopo di rendere studenti, turisti e residenti ancora più consapevoli degli effetti dei cambiamenti climatici. L’allestimento sostenibile della gru a torre Liebherr, con un assemblaggio spettacolare che ha richiesto l’uso di un elicottero, è parte integrante di questo progetto innovativo. Le fasi di montaggio della 150 EC-B 8 sono tutte da descrivere, nel loro significato di impresa ad alta quota di professionalità.
L’elicottero ha consegnato una sezione di torre dopo l’altra alla stazione a monte di Montenvers ad un’altitudine di 1.913 metri, dopo che l’ancora di fondazione era stata assicurata al massiccio. Quattro ingegneri specialisti nel montaggio del partner di Liebherr FT Montage e sei assistenti di volo diHeliswiss International hanno preso in consegna i pezzi dall’alto, li hanno collegati e si sono fatti strada fino a un’altezza della torre di oltre 40 metri. Il team ha avuto poco tempo per apprezzare il panorama mozzafiato che offre il massiccio del Monte Bianco, la montagna più alta delle Alpi e d’Europa. “L’assemblaggio è stato un vero lavoro di squadra che non sarebbe stato possibile senza la perfetta coesione di tutti noi - sottolinea Guil-
Logistica meticolosa
Il punto di consegna della gru 150 EC-B 8 doveva essere facilmente accessibile per i camion e offrire spazio sufficiente. La location scelta è stata una zona di Chamonix sul fiume Arveyron, a circa 3,5 chilometri dalla stazione a monte di Montenvers. Questa distanza relativamente breve ha contribuito a mantenere al minimo i tempi di volo, e quindi il rifornimento di carburante.
Questo è il secondo assemblaggio effettuato con elicotteri per Heliswiss International e Liebherr. Nel 2015, sempre con un elicottero, fu trasferita una gru flat-top 150 EC-B 6 sullo Zugspitze per lavorare alla costruzione della nuova stazione della funivia Eibsee. Con un’altitudine di 2.975 metri, la gru ha lavorato allora nel cantiere più alto della Germania.
laume Riband, Operations Manager France Centre East di Vinci Construction France - FT Montage ha vinto il Trophée des Grues à Tour (premio viene assegnato annualmente dalla CPMDG-Commissione professionale per le professioni e le attrezzature delle gru a torre della Federazione DLR, ndr.) nella categoria Assemblaggio dell’anno proprio per la complessità e la difficoltà dell’operazione”. Un lavoro come quello realizzato per l’assemblaggio della 150 EC-B 8 nel cuore delle Alpi non è certo un evento consueto. La gru, con un braccio di 45 metri e un’altezza al gancio di 42 metri, sarà al servizio della costruzione per la nuova stazione della funivia e dell’International Glacier and Climate Interpretation Centre fino a giugno 2023. Il nuovo “Glaciorium” diventerà l’attrazione di punta di Montenvers, la riqualificazione di Montenvers costerà oltre 50 milioni di euro e dovrebbe essere completata nel dicembre 2024. Il progetto è stato concepito per esprimere un’elevata qualità ecologica e architettonica al fine di ridurre al minimo l’impatto sulla natura in termini di consumo energetico, smaltimento dei rifiuti e sensibilizzazione dei visitatori.
Una delle maggiori sfide che l’impresa edile ha dovuto affrontare è stata la scelta della gru giusta. Originariamente, il sito richiedeva una gru di 250 tonnellate a causa dei carichi che dovevano essere spostati. Questo valore si basa sul raggio (m) e sulla capacità di sollevamento (t) e serve a classificare le dimensioni della gru. Poiché una gru di questo tipo è troppo pesante per il montaggio con un elicottero, Liebherr ha lavorato con Solumat GAT (Divisione materiali,
Gruppo Vinci) e CBCE Grenoble (una società di costruzioni locale che fa parte del Gruppo Vinci) per trovare alternative economiche. A seconda della temperatura e dell’altitudine, l’elicottero può spostare un massimo di 3.800 chilogrammi. Alla fine, Liebherr ha suggerito l’uso di una 150 EC-B, in considerazione del fatto che il controbraccio - del peso di 3.600 kg - è abbastanza leggero per essere gestito in modo sicuro dall’elicottero. Inoltre, la gru può essere facilmente smontata in più parti singole grazie al suo design flessibile. Gli architetti del cantiere e l’impresa edile hanno anche adattato la pianificazione in modo che i carichi da spostare non superassero la capacità massima di sollevamento della gru di otto tonnellate. Ciò è stato in parte ottenuto attraverso l’uso di elementi in calcestruzzo più leggeri. Per motivi di sicurezza, il treno di Montenvers, che risale al 1910, è stato temporaneamente sospeso a causa della vicinanza delle sue linee elettriche al cantiere. La ferrovia a cremagliera elettrica in stile retrò collega Chamonix-Mont-Blanc e Montenvers. Si sale ripidamente per oltre cinque chilometri e i visitatori raggiungono il capolinea a un’altitudine di 1.913 metri dopo circa 20 minuti.
Grazie alla giusta scelta della gru, alla buona preparazione e a un team ben coordinato, il montaggio sul Monte Bianco si è svolto senza intoppi. L’insolito assemblaggio della 150 EC-B 8 è durato circa otto ore. Durante questo periodo, un potente elicottero Kamov KA 32 A11 BC di Heliswiss International ha volato avanti e indietro 30 volte per consegnare tutte le parti della gru e gli elementi del sistema della torre.
PROGETTISTA GIUSEPPE NAPPO E DI
Avanguardia Autosollevante
DEL SOLLEVAMENTO EDILE, È NATA DELLE PLAC (PIATTAFORME DI LAVORO
Dall’esperienza quarantennale del progettista
CAMPIONE DI SERIE È IL MODELLO G -32, IMPLEMENTATA CON IL SISTEMA DI
G iuseppe N appo e di R ossano R icciardi, personalità storica del sollevamento edile, è nata Altek, realtà tecnologica nel settore delle Plac (piattaforme di lavoro autosollevanti su colonne). Il primo campione di serie è il modello G -32, valorizzato dai requisiti Industria 4.0 e implementato con il sistema di gestione S mart Control
come può esserlo che ha urgenza
al più pre-
la volontà un’attrezzatura che rientrasse nei canoni dell’industria 4.0. Il progetto di Nappo e Ricciardi ha comportato, naturalmente, la nascita di un’azienda vera e propria che oggi si chiama Altek. Un’impresa che oggi può contare sul supporto di professionisti esperti per proporre un’identità tecnologica di primo piano nel panorama delle macchine da sollevamento deputate all’impiego in cantiere e in molti altri settori.
esperienza straorditorre e di altre sollevamento automatizzati, il Nappo ha quella che fa,un’impresa incontrato un sollevamento Ricciardi e l’idea Smart Control 4.0
creare una certificata caratteristiche tecniche nessuno voleva ci racconta il ripetevano ponteggio
mai potuto di
vanno versificate solo. I grandi e a quello industriali nostre standard
“La ricerca e sviluppo è nel nostro DNA sottolinea Nappo - La necessitàdi fondare una struttura che si occupasse, oltre che del progetto, anche di produzione, vendita e assistenza per le nostre piattaforme autosollevanti e per gli ascensori da cantiere, si è concretizzata definitivamente.
Altek attualmente è una realtà professionale che propone soluzioni di sollevamento sicure, moderne ed efficienti. La sede del gruppo è insediata a Milano, da dove gestiamo gli aspetti commerciali e logistici dell’attività.
L'idea “era stimolante e la volontà di realizzarla forte come può esserlo un’intuizione unica, che ha urgenza di essere concretizzata al più presto”. Dopo 40 anni di esperienza straordinaria - dal progetto di gru a torre e di altre tipologie di macchine per il sollevamento, fino ai progetti industriali automatizzati - il project manager Giuseppe Nappo ha dato corpo finalmente a quella che sembrava, fino a pochi mesi fa, un’impresa impossibile. “Ho incontrato un autorevole veterano del sollevamento edile come Rossano Ricciardi e l’idea della G-32 con sistema Smart Control 4.0 è decollata - ci racconta il progettista napoletano - Avevamo pensato di creare una piattaforma autosollevante certificata secondo le caratteristiche tecniche dell’Industria 4.0 ma nessuno voleva seguirci su questa strada. Ci ripetevano continuamente che un ponteggio autosollevante non avrebbe mai potuto contemplare le caratteristiche di un’attrezzatura che rientrasse negli stessi canoni dell’industria 4.0”. Il progetto di Nappo e Ricciardi, invece, si è realizzato ma ha comportato, naturalmente, la nascita di un’azienda vera e propria che oggi si chiama Altek. Un’impresa corroborata dal supporto di professionisti esperti, in gra-
Sotto l’aspetto progettuale, come dicevo prima, la ricerca di soluzioni alternative e ad elevato contenuto tecnologico
do di proporre un’identità tecnologica di primo piano nel panorama delle macchine da sollevamento deputate all’impiego in cantiere e in molti altri settori.
“La ricerca e sviluppo è nel nostro DNA - sottolinea Nappo - La necessità di fondare una struttura che si occupasse, oltre che del progetto, anche di produzione, vendita e assistenza per le nostre piattaforme autosollevanti e per gli ascensori da cantiere, si è concretizzata definitivamente. Altek attualmente è una realtà professionale che propone soluzioni di sollevamento sicure, moderne ed efficienti. La sede del gruppo è insediata a Milano, da dove gestiamo gli aspetti commerciali e logistici dell’attività. Sotto l’aspetto progettuale, come dicevo prima, la ricerca di soluzioni alternative e ad elevato contenuto tecnologico vanno incontro alle necessità più diversificate dei clienti dell’edilizia
Expo. “L’interesse per questa macchina si è rivelato subito notevolissimo - rimarca con orgoglio Giuseppe Nappo - e questa attenzione da parte degli addetti ai la-vori è dovuta all’implementazione della piattaforma autosollevante G-32 con il nostro sistema Smart Control 4.0, innovativo, automatizzato e computerizzato, che permette la ricerca di eventuali anomalie e la gestione da remoto della piattaforma stessa. Il sistema, collegato a un pannello di controllo, presenta un’interfaccia-display sul quale vengono visualizzate tutte le informazioni funzionali e gli allarmi sulle potenziali criticità dell’impianto elettrico, subito rilevabili da parte dell’operatore che sta manovrando la piattaforma e anche da remoto su un normale PC, tablet o smartphone
La facoltà di autodiagnosi della nostra piattaforma G-32 favorisce quindi la rapidità degli interventi di ripristino e, grazie al sistema Smart Control 4.0, è possibile analizzare in modo approfondito, con report dedicati, le ore e le condizioni di utilizzo della macchina, in modo da pianificarne la manutenzione preventiva”.
Il Sistema autosollevante G-32 per l’edilizia, integrato con il modulo Smart Control 4.0, ha le caratteristiche di una piat-
ma non solo. I nostri prodotti sono dedicati alle grandi costruzioni, al settore aeroportuale e a quello energetico, alle manutenzioni industriali e civili. Tutti i modelli delle nostre macchine sono inoltre certificati da standard internazionali CE”. Guardiamolo in dettaglio, allora, il primo progetto fondamentale di Altek, quella piattaforma autosollevante certificata in ambito Industria 4.0 che ad altri sembrava impossibile realizzare. Si chiama G-32, dunque, e la prima rivelazione in anteprima è avvenuta all’ultima edizione del GIC, le Giornate Italiane del
Calcestruzzo a Piacenza Expo. “L’interesse per questa macchina si è rivelato subito notevolissimo - rimarca ancora, con orgoglio, Giuseppe Nappo - Questa attenzione da parte degli addetti ai lavori è dovuta all’implementazione della piattaforma autosollevante G-32 con il nostro sistema Smart Control 4.0, innovativo, automatizzato e computerizzato, che permette la ricerca di eventuali anomalie e la gestione da remoto della piattaforma stessa. Il sistema, collegato a un pannello di controllo, presenta un’interfaccia-display sul quale vengono visualizzate tutte le informazioni funzionali e gli allarmi sulle potenziali criticità dell’impianto elettrico, subito rilevabili da parte dell’operatore che sta manovrando la piattaforma e anche da remoto su un normale PC, tablet o smartphone. La facoltà di autodiagnosi della nostra piattaforma G-32 favorisce, quindi, la rapidità degli interventi di ripristino. Grazie al sistema Smart Control 4.0, è possibile analizzare in modo approfondito, con report dedicati, le ore e le condizioni di utilizzo della macchina, in modo da pianificarne la manutenzione preventiva”.
Il Sistema autosollevante G-32 per l’edilizia, integrato con il modulo Smart Control 4.0, ha le caratteristiche di una piattaforma a ponte dalla struttura reticolare, in grado di raggiungere una lunghezza massima di 32 m e improntata alla massima flessibilità operativa. “La piattaforma G-32 nasce dall’esigenza di costruire una macchina con soluzioni tecniche consolidate, dettate propriodalla mia lunga esperienza in questo settore e con uno sguardo particolare alla sicurezza - precisa
ancora l’ingegner Nappo - La produzione di questa piattaforma è realizzata da personale tecnico altamente specializzato, utilizzando materiali di prima scelta e attrezzature automatizzate. Questo sistema ci permette di offrire una PLAC (Piattaforma di Lavoro Autosolle- vante su Colonne) con tutte le caratteristiche richieste per rientrare nel Piano Nazionale Industria 4.0, offrendo al mercato una macchina finalmente all’altezza delle esigenze complesse di un moderno operatore dell’edilizia in quota”.
Ascesa Svelt per le basse quote
A distanza di oltre un anno dalla fornitura della linea Power Tower, i risultati conseguiti dall’azienda-partner di Bagnatica hanno superato le aspettative, conquistando un'ampia platea di clienti
L'accesso a basse quote… va sempre più in alto. La conferma arriva dallo straordinario successo conseguito dalla partnership tra JLG e Svelt, l’azienda di Bagnatica (in provincia di Bergamo, con filiali anche in Spagna, Romania e Irlanda) specializzata nella progettazione e produzione di scale e trabattelli. A distanza di oltre un anno dalla fornitura da parte di JLG della linea dedicata alle piattaforme aeree per basse quote della linea Power Tower, i risultati conseguiti da Svelt hanno su-
perato le aspettative, conquistando un ampio pubblico di clienti che si sono rivolti allo specialista bergamasco proprio per richiedere le stesse PLE Low Level del costruttore internazionale, rinominate con il marchio Sveltlift (con il vantaggio di poter usufruire del servizio post-vendita JLG insediato in modo capillare in tutta Italia).
In particolare Svelt ha messo in pronta consegna i modelli Sveltlift 350 e Sveltlift 420, rispettivamente con altezze di lavoro fino a 3,5 e 4,2 m. Veloci, effi-
cienti facili da usare in modalità manuale (basta salire sulla piattaforma e girare l’apposita manopola), le PLE a basse quote della linea Power Tower di JLG sono macchine leggere, facili da trasportare e utilizzabili anche su solette con portata limitata. Ecologiche, silenziose, senza motore né batteria, né alimentazione elettrica, grazie al sistema di elevazione brevettato a energia accumulata, in pochi secondi sollevano l’operatore con un movimento fluido fino all’altezza di lavoro desiderata. I princi-
pali utilizzatori dei modelli Sveltlift 350 e 420? Le aziende che si occupano della realizzazione di impianti, della gestione di servizi, dell’installazione di data center, fino alla manutenzione e ispezione aeronautica.
“Le micro piattaforme sono un settore in cui Svelt ha sempre creduto e la partnership con JLG/Power Tower non ha fatto altro che rafforzare questo convincimento – dichiara Davide Agosta, responsabile commerciale di Svelt –Il mercato italiano tenderà nel tempo
sempre più a rivolgersi a questo tipo di attrezzature, abbandonando scale e trabattelli, i nostri prodotti tradizionali. La nostra gamma, dopo quasi 60 anni di produzione, aveva bisogno di un upgrade di questo genere e le micro piattaforme Sveltlift ne sono a pieno titolo l’evoluzione naturale. Siamo davvero soddisfatti del ritorno sull’investimento in questo progetto, tanto che
stiamo investendo in uno stock sempre più cospicuo e in un numero di modelli sempre crescente per far fronte alla costante richiesta di macchine da parte di un mercato esigente che ha sempre fretta di approvvigionarsi e per il quale il pronta consegna è d’obbligo”.
Anche Nicola Pontini, General Manager di JLG Italia è pienamente soddisfatto della partnership e della complementa-
rità delle due aziende. “I canali su cui lavora Svelt sono spesso completamente diversi dai nostri tradizionali, e questo ci permette di raggiungere utenti che altrimenti non avremmo mai incontrato – rileva Pontini – Notiamo un sempre maggiore interesse per questa nicchia di prodotti, soprattutto quelli completamente manuali come le tipologie Pecolift e Ecolift, non solamente perché
più sicuri, ma anche per la possibilità di aumentare l’efficienza e limitare lo stress da lavoro che ergonomico, che a lungo andare crea problematiche serie al lavoratore. Mi complimento con Davide Agosta di Svelt e tutti i suoi collaboratori per l’ottimo lavoro fino a qui svolto e per avermi mostrato l’utilizzo delle piattaforme Power Tower in applicazioni per me inimmaginabili”.
Una scelta pratica e sempre efficace
SS Facility, azienda che si occupa di direzione dei servizi all’interno di Philip Morris, ha trovato nelle piattaforme Power Tower la soluzione ideale per la pulizia e la funzionalità degli impianti produttivi; Amazon le impiega per il cablaggio elettrico e la gestione dei server, mentre Michelin affida alle PLE a basse quote del marchio la gestione degli impianti di estrusione di gomma. Altri utilizzatori d’eccezione della linea Power Tower sono le realtà primarie nel settore delle energie rinnovabili per la costruzione di impianti, container e serbatoi di raccolta. Le piattaforme low level di questa serie proprietaria JLG vengono utilizzate anche da carpenterie metalliche e aziende di produzione di filati per tutti i lavori a bordo macchina. La scelta di questi modelli si realizza in virtù della solidità e sicurezza strutturale, oltre che per l’assenza di batterie e di olio nell’impianto delle macchine.
Le “celle” liberano lo scissor
Con Bouygues Energies & Services, durante l’evento Hyvolution, il costruttore francese ha implementato il primo prototipo di piattaforma aerea che sfrutta l’idrogeno come combustibile
La sorpresa non è da poco, anche se la collaborazione era già nota e proficua. Nell’ambito della partnership siglata qualche mese fa con Bouygues Energies & Services, Haulotte si è presentata alla fiera Hyvolution di Parigi, all’inizio di febbraio, con un prototipo di piattaforma scissor elettrica dotata di un sistema di alimentazione a celle di combustibile a idrogeno. La rivelazione al pubblico francese ha riguardato, come base di applicazione, il modello a pantografo elettrico fuoristrada HS18 E PRO, dotato di un prototipo del generatore “Range Extender”, rimovibile e intercambiabile, che funziona con un sistema a celle a combustibile alimentato a idrogeno grazie a una soluzione progettata proprio da Hyvision di Bouygues Energies & Services.
“Esporre una piattaforma Haulotte a una fiera dedicata all'idrogeno è un'opportunità da cogliere - ha sottolineato Stéphane Hubert, CSO del Gruppo Hau-
lotte - Il team di Bouygues Energies & Services ci ha offerto una grande vetrina per mostrare il nostro prototipo. Siamo lieti di questa partnership, che ci consentirà di continuare l'implementazione della gamma Pulseo, che sta gradualmente rinnovando tutti i modelli a propulsione termica con architetture elettriche accoppiate su richiesta da Range Extender con un mix energetico vario”.
Fa eco alla voce di Haulotte, quella del suo partner tecnologico per lo sviluppo dell’energia applicata a celle a conbustibile. “Siamo lieti di questa collaborazione.” - ha affermato con soddisfazione Caroline Mazzoleni, Head of Smart Energy Division, Bouygues Energies & Services - “Nell'ambito di questa partnership vogliamo unire l'esperienza di Haulotte e quella di Bouygues Energies & Services nella progettazione di attrezzature innovative per le costruzioni basate sull’alimentazione a idrogeno. È una collaborazione che mira ad ampliare l'offerta di macchine a basse emissioni di carbonio e accelerare così la decarbonizzazione dei cantieri”.
In questo contesto, Bouygues Energies & Services testerà, in condizioni reali, una piattaforma di lavoro aereo dotata di un sistema di celle a combustibile, in diversi cantieri, per la durata di un anno. I test inizieranno il prossimo marzo, e saranno oggetto di un’analisi costante sui progressi operativi rilevati sul campo.
Bouygues, protagonista di eco-transizione
Filiale di Equans, Bouygues Energies & Services è un operatore chiave nella transizione energetica e digitale di territori, industrie ed edifici. Bouygues Energies & Services riunisce più di 21.000 dipendenti, che generano 3,9 miliardi di euro di fatturato nei paesi in cui opera - Germania, Canada, Francia, Gran Bretagna, Italia e Svizzera - mentre è attivo, al servizio dei propri clienti, anche in Africa, Asia e Oceania.
Equans è un leader mondiale nel settore dell'energia e dei servizi, presente in 20 paesi, con 95.000 dipendenti che lavorano in cinque continenti e un fatturato annuo di oltre 17 miliardi di euro. Equans progetta, installa e fornisce soluzioni su misura per migliorare le apparecchiature, i sistemi e i processi tecnici dei propri clienti e ottimizzarne l'utilizzo nel contesto delle loro transizioni energetiche, industriali e digitali. Grazie ad una forte impronta territoriale legata ai suoi storici marchi locali e ad un eccellente know-how tecnico, gli esperti altamente qualificati di Equans sono in grado di supportare territori, città, industrie, edifici nei settori HVAC (riscaldamento, ventilazione e condizionamento), refrigerazione e sicurezza antincendio, facility management, digitale e ICT, elettricità, meccanica e robotica. Equans è leader nei principali mercati europei (Francia, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito) ed è ben posizionata anche negli Stati Uniti e in America Latina. Equans è una società del gruppo Bouygues.
Sinergia d’azione
Versatilità e dinamismo
per i modelli TF45.11 e P40.17 nel cantiere ex Rizzoli a Milano, a supporto di una demolizione da 400.000 m2.
Una prova di multifunzionalità nelle differenti accezioni d’uso di macchine sempre pronte ad affrontare le prove più impegnative
Èla grade impresa Vitali la protagonista della terza puntata di Partners for Life, il format demo di Merlo che dà voce ed evidenzia il lavoro dei clienti del costruttore principe dei sollevatori telescopici made in Italy. Vitali si affida a Merlo da 25 anni per i telehandlers destinati alla propria flotta proprietaria e la fedeltà in questo caso non è un dato scontato. Questa società di costruzioni, nata alla fine degli anni ottanta, la cui gestione si tramanda con successo da
tre generazioni, si traduce oggi in una struttura solida che è in grado di rendere operativi in tutto il paese 350 uomini e 400 mezzi, assicurando un intervento di notevolissima professionalità anche entro le 24 ore. Quattro sono le divisioni nelle quali opera Vitali: sviluppo immobiliare, demolizioni speciali, infrastrutture per la mobilità e produzione di calcestruzzi, asfalti e inerti. A questo Partner for Life d’eccezione, il marketing Merlo ha abbinato anche CMO Maren, importante
Una flotta che cresce
La CMO Maren di Treviolo (Bg), oltre alla vendita di macchinari nuovi, dispone attualmente di una flotta a noleggio importante. All’interno di questo parco mezzi, sono disponibili 40 unità di sollevatori telescopici Merlo. “La richiesta di queste tipologie, comunque, è in continuo aumento - sottolinea l'amministratore delegato di CMO Maren, Paolo Entrade - Per questo, la sezione della nostra flotta dedicata ai sollevatori Merlo è destinata a crescere decisamente nei prossimi anni”.
concessionario di mezzi per le costruzioni, insediato a Bergamo, che serve Vitali e centinaia di altri clienti, promuovendo tra l’altro la diffusione dei sollevatori telescopici Merlo nei cantieri edili da oltre trent'anni.
Una demolizione complessa
La sinergia virtuosa tra i soggetti di cui abbiamo parlato si è realizzata con grande dinamismo anche a Milano, dove Vitali si è occupata della demolizione del complesso industriale dismesso ex Rizzoli. Un tempio dell’editoria che ha dominato l’area di via Rizzoli 2, angolo via Cazzaniga, allietare del Parco Lambro, dove avevano sede rotative, redazioni, uffici e abitazioni dei dipendenti della casa editrice. Dopo la demolizione, inizia ora una nuova storia, quella del progetto Welcome, feeling at work, esempio di quartiere votato alla sostenibilità e al benessere che ospiterà uffici, spazi di co-working, attività commerciali, spazi per la socialità e la cultura. Un progetto molto complesso di riqualificazione, in cui la demolizione di 400.000 metri quadrati di edifici ha costituito la fase preliminare decisiva per avviare le operazioni successive di fondazione speciale.
Proprio in ragione di questa complessità, le operazioni di demolizione avevano la necessitò di svolgersi in modo chirurgico, con particolare precisione e con l'obiettivo di ridurre al minimo l'impatto ambientale. “Per alcune operazioni di supporto, abbiamo scelto i sollevatori Merlo
perché, a parità di ingombro, offrono prestazioni elevate e una garanzia di maggiore versatilità nei cantieri”, spiega Giuseppe Bonacina, direttore marketing di Vitali, coadiuvato nel giudizio dal capocantiere Alessandro Peluzzi, che conferma la polivalenza del sollevatore telescopico per un compito molto particolare. “Nell’ambito di demolizioni come questa, si verifica una produzione massiva di polveri, anche fini - rileva Peluzzi - Per dotarci di una macchina deputata all’abbattimento delle polveri, abbiamo individuato proprio il sollevatore TF45.11, appositamente allestito, con l’ausilio di Maren e di Merlo, per azionare un’autobotte che nebulizzasse l’acqua e raggiungesse così ogni angolo del cantiere. Questo ha consentito di effettuare le opere di demolizione riducendo notevolmente l’impatto ambientale".
Il modello TF45.11 fa parte della linea Alta Capacità della gamma Merlo ed è destinato a lavorare nelle condizioni più impegnative, dove le prestazioni in termini di capacità di sollevamento e potenza motore fanno la differenza. Per questo cantiere Vitali ha noleggiato poi, sempre da CMO Maren, anche un sollevatore P40.17, dotato di pala, forche e gancio di sollevamento. Queste attrezzature, facilmente interscambiabili sul sol-
levatore telescopico Merlo grazie al sistema di aggancio rapido Tac-Lock, rendono il mezzo estremamente versatile. "La pala viene utilizzata sia per movimentare piccoli cumuli di macerie e riadattare le rampe di passaggio dei mezzi, sia per eseguire raccolte e movimentazioni di materiali ferrosi - spiega ancora Alessandro Peluzzi - Il gancio è utile per sollevare materiali di differenti tipologie, oltre a movimentare in sicurezza le attrezzature che devono essere montate sugli escavatori; le forche sono invece indispensabili per spostare materiale, sia pellettizzato che no, come i new jersey utilizzati per la sicurezza in can-
tiere”. Insomma, una sinergia perfetta d’azione, che trova nella fedeltà di Vitali una ragion d’essere sottolineata dallo stesso direttore marketing dell’impresa. “Merlo costituisce una realtà produttiva completamente italiana - sottolinea Bonacina - Per noi, questa è una garanzia ulteriore di maggiore celerità nel reperimento di componenti e parti di ricambio, oltre alla certezza di un servizio post vendita di ottimo livello. Queste dinamiche di servizio, per noi, sono molto importanti, dal momento che la velocità di intervento in cantiere è una componente fondamentale del nostro lavoro".
Piccolo, unico e dominante
Il lancio è di quelli assolutamente storici per il costruttore inglese e riguarda il modello 514-40, ad oggi il più compatto per dimensioni della gamma Loadall. Con prestazioni da gigante
Si può dire che il nuovo sollevatore telescopico JCB 514-40 è il risultato di oltre 45 anni di sviluppo nel segmento dei sollevatori telescopici? Certo che si può dire, trattandosi di JCB, perché non è mai capitato fino ad ora che una macchina tanto compatta riunisse in dimensioni così contenute il massimo del comfort e della capacità operativa disponibili sul mercato per un telehandler di questa categoria. Rivelia-
mo l’identikit, allora, di questo piccolo grande prodigio. Alto solo 1,8 m e con una larghezza di 1,56 m, il 514-40 è stato progettato per accedere anche ai luoghi di intervento più angusti. Piccola al punto da poter passare attraverso una porta alta 2 m, la macchina offre una manovrabilità senza pari grazie alla sterzatura integrale, abbinando due caratteristiche che la rendono una soluzione ideale per lavorare agevolmente all’interno delle rivendite
di materiali, oppure al servizio dei manutentori paesaggisti, nell’allestimento di eventi pubblici e come campioni versatili nelle flotte delle aziende di noleggio. Alimentato da un motore diesel da 18,4 kW (24,7 CV) a bassa manutenzione che soddisfa lo standard sulle emissioni EU Stage V - senza la necessità di un complesso filtro antiparticolato diesel (DPF) o di additivi - il 514-40 è dotato di trazione integrale permanente e quattro ruote
Idrogeno in anteprima a Conexpo 2023
JCB svelerà per la prima volta a livello internazionale la propria tecnologia di propulsione all’idrogeno al Conexpo di Las Vegas. Il nuovissimo motore a fuel cells di JCB verrà mostrato in anteprima alla fiera americana, nell’ambito dell’International Fluid Power Exposition (IFPE).
Il presidente di JCB, Lord Anthony Bamford, che sta guidando personalmente il progetto per sviluppare questa tecnologia sostenibile ed efficace ha affermato che “Il team dei nostri ingegneri ha fatto passi da gigante in un breve lasso di tempo per sviluppare un motore a combustione interna a idrogeno che alimenta già i prototipi di una terna e di un sollevatore telescopico”. All’avanguardia nel settore ambientale, sociale e di governance (ESG) per il settore delle macchine per l’edilizia, JCB è stata responsabile di una serie di innovazioni fondamentali nell’ambito della propria strategia “Road to Zero”. JCB è sempre stata all’avanguardia anche nell’elettrificazione, lanciando la gamma E-Tech - senza contare l’avanzata tecnologia dei motori diesel a basse emissioni. Tutti questi contenuti di progresso saranno presentati in primo piano alla grande kermesse di Las Vegas.
sterzanti. La portata massima è di 1.400 kg, mentre l’altezza massima di sollevamento è di 4,0 m (la capacità di sollevamento al massimo sbraccio è di 525 kg). Con un peso a vuoto di 2.695 kg, la macchina vanta un rapporto peso/potenza superiore del 17% rispetto al suo predecessore, il Loadall 516-40, e può essere trasportata su un rimorchio leggero da 3,5 tonnellate trainato da un mezzo 4 x 4 o da un veicolo commerciale leggero.
La cabina operatore è più grande del 20% rispetto a quella del 516-40 e più larga di 200 mm rispetto ai modelli della concorrenza. Ciò garantisce all’operatore un ambiente di lavoro confortevole, mentre l’ampia vetratura offre un’eccellente visibilità su tutti e quattro gli angoli. La cabina risulta immediatamente familiare agli utilizzatori di altri modelli Loadall grazie ai comandi ergonomici intuitivi JCB, che rendono la 514-40 una delle macchine più facili da usare sul mercato. Le caratteristiche standard della macchina comprendono una sfera di traino da 50 mm con impianto elettrico a 7 pin, allarme di retromarcia, luci stradali, il sistema di controllo del carico brevetta-
to JCB e il sistema telematico LiveLink Lite di JCB. Gli optional includono un pacchetto di luci da lavoro a LED, fari ambra e verde con cintura di sicurezza arancione, che possono essere protetti dall’Immobilizer Key Pad JCB. Il 51440 implementa anche un nuovo portattrezzi leggero ed è in grado di lavorare con forche flottanti o una benna da 0,41 m3. L’idraulica ausiliaria a doppio effetto consente di operare con un’ampia gamma di accessori JCB in modo da aumentare la versatilità di questa macchina compatta. Gli utilizzatori possono inoltre scegliere una vasta serie di pneumatici industriali e compatibili con manti erbosi.
Ampio respiro
Conferenza stampa Kohler al Bauma 2022. Risultato: evento assoluto per un costruttore consapevole della propria strategia, esposta in tutta la ricchezza di contenuto nei punti salienti di un programma impressionante. L’affollato parterre che ha assistito all’evento, all’interno della kermesse più importante nel mondo delle costruzioni, non ha potuto che prendere atto di una visione chiara e definita in ogni dettaglio. Un piano a lungo termine e tanti passi progressivi verso la trasformazione delle dinamiche del gruppo “da produttori di energia a fornitori di energia”. Energia pulita, naturalmente, declinata all’industria delle costruzioni e alle macchine mobili off-road, in un costante impegno verso la decarbonizzazione che non mette da parte la tecnologia ICE (Internal Combustion Engine), ma la trasforma nel solco di una transizione energetica reale e tangibile.
Nel corso delle ultime grandi esposizioni internazionali dedicate al mondo delle costruzioni e dei macchinari per l’industria edile, mineraria, portuale e agricola, abbiamo assistito a lli presentazione costante di prodotti dall’assoluta eccellenza tecnolo-
Il costruttore di motori, all’avanguardia nel mercato delle macchine mobili, prosegue sulla rotta di un’innovazione ecosostenibile che comprende diverse direttrici di ricerca, dalle soluzioni ibride all’idrogeno, fino all’impiego proficuo di carburanti HVO
KSD, un motore sempre da premiare
Un altro caposaldo della strategia sostenibile di Kohler si chiama KSD, motore simbolo del 2022 appena trascorso, vincitore del premio Engine of the Year (under 175 hp) al Diesel Progress Summit. Il KSD è un motore all'avanguardia nella categoria inferiore ai 19 kW di potenza che presenta un rivoluzionario sistema di combustione a iniezione indiretta a controllo elettronico, in contrasto con l'iniezione indiretta meccanica standard adottata di consueto in questa categoria. I motori Kohler KSD sono stati selezionati come top finalisti anche per il Next Level Awards Program, a Conexpo 2023, un premio dedicato ai costruttori più coraggiosi e attivi sotto il profilo dell’innovazione tecnologica nel settore delle costruzioni.
gica, tutti, o quasi versati all’elettrifazione come rivoluzione principale; si è parlato anche di Idrogeno, di HVO, e di molteplici forme di impiego rinnovabile e sostenibile di fonti di approvvigionamento per la propulsione.
Kohler entra nel dibattito del progresso con la novità di motori a combustione interna che riqualificano la propria funzione sostenibile con soluzioni sempre più innovative, allo scopo di migliorare l'efficienza energetica e ridurne l’impatto ambientale. A partire dal 2022, tutta la gamma di motori diesel Kohler, per esempio, è ufficialmente conforme all’utilizzo di HVO, senza che il loro impiego comporti alcuna necessità di modifica o aggiornamento specifico. L'HVO è un combustibile rinnovabile che può essere prodotto a partire da vari oli e grassi vegetali.
Deriva da rifiuti biologici e, privo di oli di derivazione fossile, è un prodotto riciclato al 100%.
Sempre sulla strada dell'energia pulita, un altro passo avanti sul fronte delle propulsioni alternative all’ICE è già stato compiuto da Kohler con l’acquisizione di Curtis, leader nelle applicazioni per veicoli elettrici e ibridi. L'acquisizione espande e diversifica il portafoglio di prodotti del marchio, sfruttando l'esperienza di Curtis nell'elettrificazione e consolidando l'impegno di Kohler per le stesse soluzioni ibride ed elettrificate.
A Monaco, poi, Kohler ha presentato l'evoluzione della serie K-HEM, propulsore ibrido che sfrutta la soluzione combinata di potenza elettrica e meccanica. La gamma passerà dalla versione boosterhybrid - primo progetto di soluzione alternativa ibrida di Kohler a risoluzione del problema dell'oneroso post-trattamento per i cicli intermittenti - alla versione ibrida versatile, che consente il funzionamento solo elettrico. La cosiddetta nuova opzione P2 arriva al risultato delle emissioni zero attraverso una funzionalità full electric, mantenendo il motore diesel sempre reattivo per aggiungere potenza mecca-
nica quando necessario o per ricaricare la batteria (la nuova opzione ibrida sarà applicata alla nuova piattaforma ragno Cela DT40).
Con una tecnologia in continua evoluzione, la necessità di concentrarsi sui combustibili alternativi è sempre più evidente, tenendo conto del fatto che le tipologie a basse emissioni di carbonio sono più economiche e gestibili dal punto di vista logistico. Kohler ha fatto proprio questo percorso di rinnovamento, iniziando con l'adesione alla eFuel Alliance, che rappresenta le aziende e le altre organizzazioni che sostengono e promuovono su scala industriale l'utilizzo di combustibili alternativi da energia rinnovabile, con l'obiettivo di sensibilizzare opinione pubblica e OEM sul tema.
In parallelo, Kohler ha deciso di seguire anche la strada dell'idrogeno come combustibile alternativo importante per il proprio percorso di sostenibilità. Una fonte energetica incredibilmente versatile, quella dell’H2, anche in questo caso con una tecnologia in rapida evoluzione. Kohler sta sviluppando un motore a combustione interna a idrogeno derivato dal modello diesel KDI 2504 (propulsore common rail a quattro cilindri, raffreddato a liquido) per applicazioni off-road commerciali. Si tratta di una soluzione carbon neutral ad emissioni complessive pari quasi a zero, che contribuisce a spianare la strada verso un risultato energetico in completa sinergia con le politiche ambientali che cambieranno la nostra economia e l’intera filiera industriale nel prossimo futuro.
Industriale e Portuale Hyundai
Quando il lavoro si fa duro
Una destinazione che è testimoniata già dal nome. Heavy Line, la linea di prodotto di Hyundai Material Handling deputata all’impiego pesante nelle attività industriali come nelle operazioni di movimentazioni in ambito portuale e terminalistico. Parliamo di una nuova gamma che il produttore coreano ha declinato in 10 modelli con capacità da 7 a 30 tonnellate, sviluppata dai progettisti della divisione Material Handling sulla base
degli analoghi carrelli diesel più leggeri che hanno riscosso da tempo un grande successo di mercato. Tra i valori tecnologici dei nuovi forklift Heavy Line, le valvole di controllo principali con rilevamento del carico e il sistema telematico Hyundai Hi Mate che consente soluzioni efficienti di gestione della flotta. Ora guardiamo ai dettagli della nuova serie, a partire dal comfort e dall’ergonomia. Progettata secondo le esigenze dei clienti, la cabina di nuova generazione
Hyundai presenta un nuovo layout della consolle e un volante più piccolo che aumentano lo spazio per l’operatore. Il parabrezza monoblocco, a raggio costante, migliora la visuale anteriore senza distorsione ai bordi, mentre le porte completamente vetrate contribuiscono a ridurre il livello di rumorosità in cabina di ben 5,9 dB. La nuova consolle incorpora un display a colori con pulsanti di facile accesso per le funzioni utilizzate più di frequente. Il display multifunzionale
La divisione Material Handling del gruppo coreano presenta la gamma di carrelli elevatori diesel Heavy Line con una cabina rinnovata, motori conformi alle normative sulle emissioni UE Stage V e con l’opzione del sistema di monitoraggio telematico Hi Mate
visualizza i dati operativi rilevanti della macchina e all’occorrenza può fornire avvisi di tagliando e codici di errore. Un secondo display da 7″ mostra le immagini della telecamera posteriore. La nuova valvola di controllo principale con rilevamento del carico combinata ai comandi rende la gestione delle operazioni ancora più precisa. Come optional, è possibile scegliere un sedile con sospensione pneumatica o per un sedile girevole, che può essere ruotato di 20° a
Forza estrema e un “ufficio in cabina”
La gamma dei carrelli elevatori diesel Hyundai Heavy Line parte dal modello 70D-9V da 7 tonnellate fino al 300D-9VC da 30 tonnellate e le attese di mercato di Hyundai Material Handling sono rilevate con entusiasmo dal direttore vendite Christopher Thompson. “Abbiamo ascoltato attentamente le esigenze dei nostri clienti per sviluppare queste macchine Heavy Line – è il commento di Thompson - Questi nuovi carrelli offrono all’operatore una sorta di ‘ufficio in cabina’ e una migliore gestione della flotta proprio grazie all’implementazione del sistema Hi Mate”.
sinistra e di 10° a destra per una migliore visibilità in retromarcia e per agevolare l’accesso in cabina. Per i modelli da 12 tonnellate in su, il sedile premium offre sia la sospensione pneumatica che il meccanismo girevole.
Tutti i modelli Heavy Line sono alimentati da motori diesel Hyundai e Cummins UE Stage V che offrono prestazioni potenziate ed emissioni ridotte. I motori Cummins Serie B non richiedono più il ricircolo gas di scarico (EGR), semplificando gli interventi di assistenza e manutenzione sui modelli più pesanti. I carrelli contemplano un pulsante in cabina per impostare le prestazioni del motore nelle modalità Standard (80%) o Power (100%) in base alle esigenze dell’applicazione, riducendo il consumo di carbu-
rante quando non è richiesta la potenza massima.
Con la struttura dalla cabina ribaltabile su un lato, elettricamente, l’accesso al gruppo propulsore risulta semplificato per agevolare la manutenzione di routine. La durata del filtro carburante è stata estesa da 500 a 1.000 ore, mentre l’olio idraulico Long-Life consente di prolungare gli intervalli di cambio olio a 5.000 ore, riducendo i costi e i tempi di inoperatività per il cliente.
I nuovi carrelli elevatori Heavy Line possono essere dotati come optional di uno dei due livelli del comprovato sistema telematico Hyundai Hi Mate e consentire il monitoraggio e la diagnosi da remoto mediante tecnologia di trasmissione dati GPS. Il sistema Hi Mate standard offre
il monitoraggio in tempo reale della posizione della macchina e delle informazioni operative, con avvisi di geofencing che offrono un ulteriore livello di sicurezza contro il furto della macchina o l’utilizzo non autorizzato. Il sistema Hi Mate Premium aggiunge il controllo di accesso dell’operatore mediante codice o scheda, questionari di avviamento personalizzabili, monitoraggio dello stile di guida e rilevamento collisioni. Le macchine con motore Cummins possono essere dotate come optional, inoltre, del sistema di diagnosi connessa del motore, fornito in collaborazione con il produttore del propulsore stesso, allo scopo di personalizzarne la manutenzione, consentire la ricerca guasti da remoto e ridurre ulteriormente i costosi tempi di inattività per il cliente.
Energia
in movimento
Nella sua versione “verde liquida”, l’idrogeno è l’elemento che guida una tecnologia di sviluppo - anche nel material handlinga cui guardano con interesse molti potenziali investitori nel settore della Green Economy. Ma è l’intera filiera dei produttori e della logistica a suonare la sveglia della ricerca avanzata
Ne abbiamo parlato spesso, su queste stesse pagine. Ora che i fatti procedono velocemente, “repetita iuvant” e la tecnologia dell’idrogeno merita senz’altro di essere ribadita nel suo ruolo di protagonista della logistica prossima ventura. Nell’ultimo decennio, il comparto della movimentazione merci ha fatto passi da gigante nello sviluppo della propulsione
a idrogeno e uno degli esempi più citati risale a oltre quattro anni fa, quando la più grande flotta di carrelli (ben 137, con l’obiettivo di arrivare a oltre 200 unità) dotati di celle a combustibile alimentate a idrogeno in Europa diventò operativa nel grande deposito Carrefour di Vendin Le Vieil sotto l’egida del progetto europeo HyLift-Europe (con la rappresentanza italiana della Fast, la Federazione del-
le associazioni scientifiche e tecniche). Fu il risultato della collaborazione tra la stessa Carrefour e realtà primarie come Air Liquide - che realizzò la stazione di rifornimento di idrogeno - e come Still, pioniere tra i costruttori di carrelli con celle a combustibile.
La strada dell’idrogeno nella logistica oggi è aperta, quindi. Anzi, spalancata, dal momento che l’idrogeno definito
“verde” è l’elemento più pulito al mondo, prodotto con l’elettricità generata dal sole o dal vento attraverso un processo di elettrolisi dell’acqua (scomposta nelle sue componenti con emissione di ossigeno e preservazione dell’idrogeno, che viene così immagazzinato). Se ne sono accorti attori industriali globali, come la Ballard Power Systems, capofila alla borsa Usa tra i produttori di celle a combustibile de-
stinate proprio a carrelli elevatori, autobus e altre applicazioni in ambito marino.
I costruttori di carrelli, intanto, avanzano sul fronte dello sviluppo di modelli e tecnologie. Riprendendo il discorso sull’eccellenza pionieristica di Still, parliamo di una strada percorsa con il veicolo concettuale dei 'moduli a batteria sostitutiva' (‘battery replacement modules’, BRMs).
Un BRM è un sistema chiuso che corri-
sponde in forma, dimensione e peso a uno scomparto per batteria specifica. Il BRM contiene tutti i componenti necessari per generare elettricità: le celle a combustibile, il serbatoio per l'idrogeno, i connettori del serbatoio, una piccola batteria al litio, e altri elementi funzionali. Quando il serbatoio è stato riempito di idrogeno - operazione che richiede solo pochi minuti - la cella a combustibile produce energia elettrica per l'applicazione prevista, direttamente a bordo del carrello. Il processo genera emissioni di vapore acqueo puro o di acqua. La batteria al litio integrata funge da deposito di energia, rifornendo il carrello con un flusso costante di energia. Mediante questo processo, l'eventuale energia in eccesso o di recupero viene temporaneamente immagazzinata, il che significa che il carrello può facilmente soddisfare picchi di consumo di elettricità, ad esempio quando si tratta di sollevare un peso.
Tra gli altri grandi produttori che hanno sposato di recente la tecnologia delle celle a combustibile, la Toyota Material Handling forklift ha realizzato - già due anni fa - nella sede di Bologna, un carrello elevatore “fuel cells”, declinando con successo la collaborazione con altri partner internazionali nell’ambito del progetto europeo Hawl (Hydrogen and warehouse logistics) che ha l’obiettivo di incrementare la diffusione scientifica e culturale dei benefici derivanti dalla stessa tecnologia delle celle a combustibile applicata ai carrelli elevatori. Anche in
Idrogeno d’Europa e d'Italia
L'Unione Europea ha fissato l'obiettivo "Green EU 2050": i Paesi dell'Unione Europea dovranno essere climaticamente neutri entro il 2050, con il fine ultimo di evitare le emissioni di CO2. Un approccio alla riduzione dei gas di serra è l'utilizzo dell'idrogeno verde (H2) che può essere convertito in energia e calore mediante un procedimento rispettoso del clima. Diverse istituzioni finanziano questa tecnologia. Tra queste, a livello generale europeo, la Fuel Cell and Hydrogen Joint Undertaking, Funding & Financing (fch.europa.eu). In Germania, il National Hydrogen and Fuel Cell Technology Innovation Programme (NIP) e il Project Management Organisation Jülich. In Francia, l’Ademe (Agence de la Transition Écologique).
questo caso di ricerca applicata, l’idrogeno, nel carrello, viene erogato da un serbatoio a pressione molto leggero e affluisce - insieme all’ossigeno - alle celle a combustibile. Le celle, quindi, combinano idrogeno e ossigeno, generando energia elettrica in virtù di una reazione controllata e l’energia viene erogata al motore elettrico di trazione - per la marcia del carrello elevatore - e al motore elettrico della pompa, per le operazioni di sollevamento e brandeggio.
Uno dei punti nodali del vantaggio complessivo costituito dall’idrogeno nel mondo dei carrelli elevatori - rispetto allo sviluppo delle tecnologie funzionali elettriche a batterie - riguarda il rifornimento. Rapido, realizzabile in pochi minuti.
Una sostenibilità, dunque, che conserva (a emissioni zero) lo stesso livello di produttività dei carrelli termici. Se pensiamo a un carrello elettrico standard con batterie al piombo-acido, in grado di assicurare un’autonomia operativa massima di sei ore, con la necessità di una ricarica realizzabile almeno in otto ore, possiamo ben immaginare lo svantaggio costituito da cicli lavorativi particolarmente intensi, distribuiti su più turni giornalieri. il
ricorso a batterie supplementari è inevitabile, con la previsione di intervalli per la sostituzione delle batterie stesse. Problematiche importanti, completamente eliminate dalla tecnologia “fuel cells”, proprio nella circostanza dell’impiego intensivo, in virtù di una ricarica di idrogeno che richiede tre minuti. C’è di più. I carrelli stessi possono diventare essi stessi generatori di corrente in caso di necessità oppure durante le emergenze.
Parlando di infrastrutture dedicate alla ricerca e al testing, a Osio Sopra, in provincia di Bergamo, è stato progettato e messo in funzione, in soli tre anni, un nuovo impianto automatizzato di test per
motori alimentati a fuel cells (prodotti da Nuvera), grazie ai componenti e all’esperienza del gruppo danese Danfoss. Se l’Europa della logistica volerà sulle ali dell’idrogeno, l’Italia sarà senz’altro a bordo. Se non addirittura al comando, guardando alle più rosee aspettative per un futuro industriale alternativo (e sostenibile).
Industriale e Portuale SPECIALE
Il flusso che avanza
L’innovativa mostra-convegno italiana dedicata al comparto tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, è in programma a Piacenza dal 17 al 19 maggio.
Sarà un’occasione unica per fare il punto su quella che viene considerata, su scala globale, l’alternativa più efficiente per alimentare l’industria e i trasporti
L’orizzonte di un’alternativa “più sostenibile”
Nel quartiere generale di Hydrogen Expo si respira aria di innovazione, soprattutto perché l’intuizione lanciata dall’organizzatore Mediapoint & Exhibitions, già dalla prima edizione dello scorso anno, viaggia su binari di interesse sempre più veloci. “Sono davvero soddisfatto del numero elevato di adesioni a questa seconda edizione della Hydrogen Expo - conferma Fabio Potestà, presidente di Mediapoint & Exhibitions - Si tratta di un evento che attirerà - ne sono certo - migliaia di operatori qualificati, molti dei quali provenienti anche dall’estero. L’Italia, infatti, è il secondo Paese manifatturiero a livello europeo, e sono moltissime le imprese che vedono nell’idrogeno l’unica soluzione per rispondere all’urgente domanda energetica, riducendo al massimo le emissioni inquinanti con un’alternativa sostenibile ed efficiente. Nel mese di marzo, pubblicheremo il calendario dei numerosi convegni che si terranno durante la tre giorni piacentina - convegni che riguarderanno l’utilizzo dell’idrogeno sia in campo industriale, sia nel trasporto su gomma, marittimo e ferroviario e in altri settori ancora. Queste occasioni di confronto saranno organizzate in collaborazione con le numerose associazioni di categoria che patrocinano Hydrogen Expo, e questo coinvolgimento incrementerà certamente l’interesse da parte degli operatori chiamati a intervenire ai vari eventi in programma”.
Sempre più al centro delle politiche energetiche italiane, con il supporto del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (Pnrr) che sbloccherà investimenti complessivi per oltre due miliardi di euro a favore della nuova tecnologia green. Parliamo dell’idrogeno, al centro di un flusso tecnologico che vede l’Italia al quinto posto in Europa per numero di brevetti depositati in questa direttrice - dopo Germania, Francia, Paesi Bassi e Danimarca - soprattutto nella sua declinazione “verde”, ovvero per un idrogeno ricavato da fonti non fossili. Temi e novità che riguardano l’idrogeno e il suo avvenire nell’orizzonte energetico globale saranno al centro della seconda edizione di Hydrogen Expo, l’innovativa mostra-convegno italiana dedicata al comparto tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, in programma dal 17 al 19 maggio 2023 negli spazi del Piacenza Expo.
Dopo il successo della prima edizione del 2022, l’appuntamento fieristico organizzato a Piacenza da Mediapoint & Exhibitions si è già imposto come palcoscenico ideale per creare network e sinergie tra i player della filiera. Il fitto programma di incontri, workshop e convegni analizzerà situazione attuale e prospettive dell’intero comparto. Alla mostra-mercato saranno naturalmente presentate le principali novità in termini di tecnologia applicata. “Sfruttare il potenziale fornito dall’idrogeno è un elemento fondamentale della strategia europea per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 – ha affermato António Campinos, presidente dell’European Patent Office – Ma se vogliamo che l’idrogeno svolga un ruolo importante nella riduzione delle emissioni di CO2 e nel contrasto al cambiamento climatico, è necessario e urgente innovare un’am-
pia gamma di tecnologie per portare queste invenzioni sul mercato”. Una delle direttrici è senz’altro quella dei trasporti, con attori come Eni e Snam in prima linea. “Cominceremo ad avere stazioni multifunzionali che comprenderanno l’idrogeno tra le energie di alimentazione alternative - dichiara Claudio Descalzi, Ceo di Eni - Prevediamo una crescita della domanda nel prossimo futuro, a partire dal trasporto pesante. In questo momento, la mobilità più leggera necessita di stazioni per rifornimento a 700 bar. Occorre rendere più efficiente il passaggio ma l’idrogeno presenta già molti vantaggi; ad esempio, nei tempi che occorrono per fare rifornimento, che richiedono pochi minuti. Per i veicoli pesanti la pressione per
il caricamento scende a 350 bar e in questo ambito la crescita sarà dominante”.
Durante la tre giorni piacentina saranno inoltre analizzate le principali novità legislative introdotte dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in materia di energie rinnovabili. Come, per esempio, il decreto attuativo sottoscritto dal Mite (Ministero per la Transizione Ecologica) il 21 ottobre 2022, che stanzia oltre 500 milioni di euro per il recupero delle aree industriali dismesse, da riconvertire in siti dedicati alla produzione di idrogeno verde (Attuazione dell’Investimento 3.1 “Produzione in aree industriali dismesse» e dell’Investimento 3.2 “Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate”, della Missione 2, Componente 2 del PNRR (22A06807), pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” del 2 dicembre 2022).
In prospettiva si tratta di un potenziale enorme, perché tale decreto riguarda aree estese lungo tutto il territorio nazionale e grandi complessivamente quanto la superficie dell’Umbria. Secondo una stima del 2011, infatti, in Italia vi sono circa 9.000 chilometri quadrati di aree industriali dismesse, zone che potrebbero essere sfruttate a fini produttivi. Questo intervento –come gli altri contenuti nel Pnrr riguardanti l’idrogeno – nel medio-lungo periodo dovrebbe permettere all’industria italiana di compiere un importante passo in avanti verso le fonti rinnovabili, aumentandone la competitività sul mercato e riducendone drasticamente l’impatto ambientale. Un processo di riconversione energetica non più procrastinabile che troverà nei padiglioni del Piacenza Expo, durante l’Hydrogen Expo,
un fondamentale momento di confronto e sintesi. Del resto il territorio del Piacentino mira a imporsi come la Sylicon Valley italiana della tecnologia dell’idrogeno.
“Hydrogen Expo rappresenta un’opportunità di fondamentale importanza per approfondire e valorizzare il legame tra innovazione, ricerca e sostenibilità – sottolinea il sindaco di Piacenz,a Katia Tarasconi – Sono particolarmente orgogliosa che il nostro territorio confermi la sua vocazione in quest’ambito, dopo il successo della prima edizione organizzata nel 2022. Quello che ci attende, dal 17 al 19 maggio nei padiglioni di Piacenza Expo, è un appuntamento di grande rilievo in termini di progresso scientifico e pianificazione strategica, a medio e lungo termine, di uno sviluppo tecnologico capace di conciliare competitività economica e contenimento dell’impatto ambientale. Una sinergia, questa, da cui non solo non possiamo più prescindere, ma sulla quale, anche grazie all’impulso dato dai fondi Pnrr, occorre investire risorse e progettualità in misura
crescente: per questo Hydrogen Expo è un’occasione preziosa di confronto, conoscenza e analisi non solo dello status quo, ma anche delle prospettive future del settore”.
Industriale e Portuale
Ausiliario compatto
Dal marchio americano arriva il nuovo transpallet per applicazioni leggere con traslazione e sollevamento in modalità esclusivamente elettrica
Il lancio è senz’altro attrattivo per ogni attore industriale che contempli necessità di movimentazione in magazzino e in qualsiasi area di deposito. L’ultima novità di Clark è quella di un nuovo transpallet a bassa portata per il trasporto leggero. Il veicolo, denominato LWio15, ha una capacità di carico di 1.500 kg ed è adatto per brevi distanze nella distribuzione delle merci, nella produzione o nel magazzino. Il veicolo è dotato di una batteria agli ioni di litio potente e di lunga durata, che rende l'LWio15 un aiuto affidabile nell'industria, nel commercio e nella logistica. Soprattutto quando un carrello elevatore basso è necessario solo occasionalmente, l'LWio15 si distingue per la sua efficienza in termini di costi.
L'LWio15 si muove e si solleva in modalità esclusivamente elettrica; l’operatore può quindi utilizzare il carrello in modo sicuro ed ergonomico senza alcuno sforzo. Con una lunghezza fino alla parte anteriore delle forche (dimensione L2) di soli 400 mm e una larghezza della corsia di soli 1.810 mm, il carrello elevatore ribassato è estremamente compatto e maneggevole. Grazie a un interruttore integrato nella barra ergonomica, il carrello può essere spostato anche con il timone sollevato. Questo rende il carrello elevatore basso ideale per l'uso in aree di lavoro con problemi di spazio e corridoi stretti. I rulli di supporto laterali opzionali impediscono il ribaltamento del veicolo e garantiscono una movimentazione stabile e sicura anche in curva. LWio15 ha un'altezza di sollevamento di 105 mm ed è disponibile con una lunghezza delle forche di 900 mm o 1500 mm, a seconda dell'applicazione.
L'LWio15 è dotato di serie di una batteria agli ioni di litio da 24 V (20 Ah) e di un vano portaoggetti in cui è possibile alloggiare una seconda batteria, anch'essa da 24 V (20 Ah), come opzione. Una ricarica intermedia, ad esempio durante le pause, può prolungare il tempo di funzionamento del veicolo ed evitare i fermi macchina senza limitarne la durata. Per caricare la batteria, è sufficiente collegare il caricabatterie esterno in dotazione a una presa da 230 V. La batteria può essere rimossa in modo rapido e sicuro. La batteria può essere rimossa in modo rapido e sicuro dalla fiancata quando deve essere sostituita.
Vantaggi operativi, risparmi d’esercizio
L'operatore beneficia inoltre di numerosi vantaggi che si ripercuotono positivamente sui costi di esercizio. Rispetto alla batteria a blocchi, la batteria agli ioni di litio ha una durata maggiore. Non ci sono spese aggiuntive per la manutenzione dell'acido, dal momento che la tipologia agli ioni di litio non richiede questa necessità preventiva. La ricarica intermedia può essere effettuata senza un locale dedicato, in virtù del fatto che non vengono rilasciati gas durante la ricarica stessa.
Sollevamento, Trasporti Eccezionali, Movimentazione Industriale e PortualeIndustriale e Portuale Ramington
Viva la leggerezza
L'entusiasmo di Robert Nigel Fonisto è contagioso come la fiducia che trasmette all’ascoltatore, quando parla dei “suoi” prodotti dedicati al sollevamento, negli ambiti più differenziati della logistica di magazzino. La grande scommessa di Fonisto si chiama Ramington e fa riferimento a una gamma di carrelli elevatori frontali (elettrici, termici e con batterie agli ioni di litio), stoccatori elettrici, transpallet manuali e transpallet elettrici; tutti prodotti in Inghilterra, secondo requisiti di qualità e innovazione davvero distintitivi sul mercato attuale di settore. “L’avventura di Ramington è cominciata nel 2007 e da allora lo sviluppo
Da una gamma innovativa che arriva dall’Inghilterra, il mercato italiano è pronto a sfruttare tutti i vantaggi del transpallet
Capricorno EPT15H. Elettrico, dalle funzioni smart e con molteplici vantaggi d’uso per l’operatore di magazzino
di questo marchio si è sempre svolto nel segno della qualità e dell’attenzione alle esigenze del cliente internazionale - ci spiega l’imprenditore napoletano, che distribuisce le linee Ramington nel nostro Paese - Oggi la rete nazionale che coordino dalla sede di Casoria (Na) può contare su diversi partner che si occupano di vendita e assistenza per i prodotti del brand in Emilia-Romagna, Marche, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia”. Per la gamma Ramington in Italia, oltre alla vendita, si sta sviluppando anche il noleggio, con un parco mezzi in crescita che comprende tutte le tipologie Ramin-
gton oggi disponibili nelle serie in produzione.
La scommessa flessibile
“Di recente, abbiamo messo al centro delle nostre strategie di prodotto un modello su cui contiamo molto per conquistare un’ampia platea di utilizzatori - ci informa Massimiliano Fonisto - Si tratta del transpallet elettrico leggero Capricorno EPT15H, dalla portata di 15-18 quintali, azionata da una batteria agli ioni di litio da 48/10 Ah, che offriamo con una
garanzia fino a 24 mesi. Questo modello di notevole efficienza è dotato di un timone multifunzione e di un powerpack a batterie estraibile (con possibilità di ricarica rapida). Sollevamento, discesa e trazione del transpallet si svolgono in modalità completamente elettrica e l’EPT15H è in grado di sollevare da 1,3 a 1,5 ton di materiale mentre affronta pendenze del 6%. L’assenza di manutenzione di questo transpallet è abbinata, inoltre, alla praticità nel cambio della batteria (che richiede solo sei secondi) e della ruota motrice (sostituibile in un minuto). In nuova sostanza, per l’operatore di ma-
gazzino il Capricorno EPT15H costituisce un investimento più che vantaggioso, tenendo presente che il telaio di questo transpallet è coperto da una garanzia di ben cinque anni”. Le forche integrali implementate sull’EPT15H (ideali per i pallet monoblocco) hanno dimensioni di 1.150 x 540/680 mm, mentre le funzioni smart gestibili con il timone comprendono la “velocità tartaruga”, la guida verticale e la modalità manutenzione (in caso di emergenza, con freni disattivati). “Questa attrezzatura è un fenomeno di
agile polivalenza, in grado di conquistare le imprese di settore più esigenti - sottolinea ancora Fonisto - Senza dubbio, la flessibilità del Capricorno EPT15H incontra il favore del cliente che vuole avere a disposizione uno strumento di movimentazione in grado di lavorare senza problemi a ciclo continuo, passando da un operatore all’altro in tutta scioltezza, evitando tra l’altro le sessioni faticose e usuranti che contraddistinguono l’impiego assiduo dei transpallet a funzionalità esclusivamente manuale”.
Comunicare chiaro per salvarci
È la cultura
fa parlare e scrivere con chiarezza, proteggendoci anche dalle mode negative - come il ricorso agli acronimi - che degradano la nostra prosa
Irischi sono tanti. Oltre a quelli noti, giustamente temiamo fenomeni come la guerra nucleare, lo strapotere delle elite, droga, e poi fedi mal poste, razzismo, lassismo, giochi perditempo, dittature, ignoranza, cattivo gusto, errori nostri e altrui. Da questa olla potrida globale ci possono salvare solo idee e conoscenze, che vanno meditate e comunicate con chiarezza seguendo norme ben note (l’ho detto con chiarezza, ad esempio, nel mio saggio “Comunicare come”, pubblicato da Garzanti). Queste norme ci proteggono anche dalle mode negative che degradano la nostra prosa. Fra le mode antiche sono deleteri l’uso eccessivo di termini astratti e quello di aggettivi e avverbi sopranumerari che rendono i testi difficili da leggere.
La mansione dell’editor che rivede e corregge uno scritto da pubblicare, è anzitutto quella di eliminare le parole inutili. Poi farà bene a sostituire le parole troppo lunghe con sinonimi più brevi.
Una brutta abitudine di saggisti e pubblicisti (antichi e moderni) è il ricorso ad acronimi. Enti, aziende, istituti, associazioni si possono ben citare con la loro ragione sociale. Invece va evitata la costruzione di nuovi acronimi per indicare discipline o strumenti di analisi o elaborazione. La lettura di articoli su quotidiani, riviste e siti web ne risulta disagevole e, talora, incomprensibile. Chi, comunque, cita acronimi deve sapere bene a chi o a che cosa corrispondano per poter fornire dettagli a chi li chieda. Da vari anni quasi tutti noi sappiamo interpretare l’acronimo LGBTQ [Lesbian Gay Bisexual, Transgender, Queer], anche se qualche volta siamo incerti su come rendere uno dei termini in italiano. Io leggo spesso saggi e articoli sulle variazioni del clima e risento le continue ripetizioni degli acronimi IPCC (International Panel on Climate Change) e NIPCC (Nonintergovernmental International Panel on Climate Change).
Dal 1909 è attiva negli Stati Uniti la National Association for the Advancement of Colored People, che organizza corsi e iniziative culturali per neri e altre minoranze e conduce azioni per garantire uguaglianza dei diritti. Utilizza l’acronimo NAACP. Recentemente sono usati talora anche gli acronimi BIPOC (Black Indigenous People of Color) e AAPI (Asian American & Pacific Islanders). So di una simpatica signora - competente in statistica e probabilità - che partecipa a un gruppo di lavoro interessante, ma eterogeneo. Ogni volta che parla di un valore atteso (la somma dei possibili valori di una variabile ciascu-
più solida quella che ci
no moltiplicato per la probabilità che si verifichi), lo chiama concisamente con le iniziali “VA” – pronunciate “Vu-a”. Spesso non viene capita e deve spiegare questa sua abitudine.
Per rilanciare l'economia dopo la pandemia di COVID-19, il Governo italiano ha definito e adottato nel 2021 il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che dovrebbe favorire coesione, protezione della salute pubblica e creazione di infrastrutture ottimizzate permettendo lo sviluppo verde e digitale del Paese. Il piano viene citato spesso con l’acronimo PNRR. Chi lo discute non sempre ricorda il significato di quelle quattro iniziali, né il contenuto delle 270 pagine che lo costituiscono.
Usando le sole iniziali di un acronimo, si rischia inoltre di trarre in inganno il lettore: perché la stessa sequenza di lettere è usata come codice per riferirsi ad altri enti o sequenze di parole. Ho trovato Howard Hayden, emerito dell’Università del Connecticut, citato come esperto in AMO – Atomics, Moleculars e Optics. Però l’acronimo AMO è usato anche da: un istituto olandese
che stabilisce definizioni di termini di legge, economia, business, politica; da uno studio belga di ricerche di architettura; da una scuola superiore di perfezionamento medico di New York e a Praga da un’associazione di studi di affari internazionali. Anche Elon Musk dal 2010 impone ai dipendenti delle sue aziende Tesla e Spacex di usare solo acronimi che lui abbia formalmente approvato. Sostiene, infatti, che “Acronyms Seriously Suck” (= gli acronimi rompono seriamente le palle) e quindi chiama ASS la sua regola. – ma “ass” in inglese è “asino” e, volgarmente abbreviato da “arse”, anche “culo”.