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T RA COL L EZ I ONI V IRTUALI M O D E LL I DI B USI NESS CIR COLAR E Ridurre l’impatto di produzione e consumo, ridisegnando anche il ciclo di vita dei capi, è un impegno verso il Pianeta e le generazioni future di Manuela Barbieri
S F I L A N D O S U L L E PA S S E R E L L E D E L M E TA V E R S O S I A B B AT TO N O S P R E C H I E CO N S U M I
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L’EVOLUZIONE GREEN DELLA FASHION INDUSTRY Secondo Sustainable Magazine, il mercato globale della moda green raggiungerà un valore di mercato pari a 8,5 miliardi di dollari entro il 2023 (+7% sul 2020). Merito della disponibilità e dell’utilizzo di materiali sostenibili e dell’introduzione di nuove tecnologie. Un incremento fino a 9,8 miliardi è previsto nei prossimi tre anni e un’ulteriore impennata fino a 15,2 miliardi entro il 2030, con un tasso di crescita annuo del 9,1%. PER SALVARE IL PIANETA, LA MODA SI AFFIDA ALLE “AVACOLLECTION” Le “avacollection”, vere e proprie collezioni virtuali disegnate e progettate su virtual bodies e indossate da modelli avatar che sfilano sulle passerelle del metaverso, riducono del 97% le emissioni di carbonio per ogni capo prodotto. L’obiettivo è realizzare pezzi digitali unici, diminuendo sprechi e consumi sia in fase di produzione da parte dei brand sia in ottica acquisti dei singoli consumer. Questi ultimi, infatti, hanno l’opportunità di scegliere e comprare interamente da remoto vestiti e accessori delle proprie misure fisiche senza l’inconveniente del reso. Questo è ciò che emerge da una ricerca condotta su testate internazionali da Espresso Communication per IgoodI (igoodi.eu), prima avatar factory italiana fondata da Billy Berlusconi (nella foto). La company realizza gemelli virtuali fotorealistici dotati di smart body, ovvero un dataset di misure antropometriche, analisi della body shape e tabella taglie personalizzata del soggetto. I vantaggi relazionati all’utilizzo degli avatar vengono sottolineati anche da Metro UK: secondo il quotidiano cartaceo più diffuso nel Regno Unito, i gemelli digitali, grazie ai quali i consumer
C L I M AT E C H A N G E : CO M P R E N D E R LO CO N L’A L FA B E T I S M O N U M E R I CO l libro “È grande questo numero?” dello statistico Andrew C.A. Elliott guida il lettore verso una comprensione intuitiva dei numeri, per capire bene i fenomeni, in tema ambiente, e la loro vera “drammaticità”. Obiettivo: diffondere una cultura dei numeri e soprattutto responsabilizzare i cittadini. Perché se non impariamo a comprendere realmente i numeri della crisi climatica, non capiremo mai fino a che punto siamo nei guai. Sappiamo, per esempio, che è necessario ridurre le emissioni di C02 (anidride carbonica), ma di quanto? Ne bastano 200 tonnellate o ne servono 200mila all’anno o addirittura molte di più? E ancora: la città di New York ha annunciato che pianterà un milione di alberi entro il 2030. Sono tanti o pochi? Per rispondere a questa domanda basta pensare al progetto milanese Forestami che punta a collocarne in città ben tre milioni nello stesso termine (ed è già a quota 300mila).
possono provare i capi, riducono del 70% la restituzione degli abiti nei negozi di alta moda. Il tutto può essere effettuato infatti anche all’interno della propria dimora, evitando così spostamenti che fanno perdere tempo. In alcuni casi si ha anche la possibilità di interagire con uno stilista virtuale, in grado di fornire consigli mirati in base a gusto e stile.
LA PRIMA “METAVERSE FASHION WEEK” Una delle conferme di questo trend è la prima “Metaverse Fashion Week” che si è svolta dal 24 al 27 marzo su Decentraland (decentraland.org). Un mondo virtuale in 3D nato due anni fa, dove gli utenti che si registrano possono organizzare eventi, partecipare a spettacoli, fare shopping (in criptovaluta Mana, pari a 2,20 euro), acquistare terreno per “costruirci” edifici, quartieri, strade. Ed è appunto nel futuristico “Luxury Fashion District” - sponsorizzato da Unxd e Vogue Arabia - che brand come Dolce&Gabbana, Etro, Philipp Plein, Tommy Hilfiger hanno sfilato virtualmente dopo essere stati fisicamente sulle passerelle di New York, Londra, Milano e Parigi.
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