HUB Style vol.02_2021

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C O V E R

S T O R Y

I NUMERI IDEALI DEL CASHMERE Il sette è (anche) l’equilibrio. Quello che Michele Pagliero e la moglie Elena hanno saputo ricercare in Settefili, facendo convivere quello che è stato e quello che sarà di Sara Cinchetti

S

ettefili Cashmere è una storia che trascende il tempo. Era la Ferrara del 1953, quando nasceva questa realtà produttiva dedita alla maglieria, poi negli anni acquisita da Michele Pagliero e dalla moglie Elena. A partire da quest’intuizione, in cui la conoscenza delle magliaie è stata affiancata alla visione cosmopolita degli imprenditori, è nata un’azienda in cui passato e futuro coesistono. “Al di là di tutto, la nostra esperienza dice che se hai un sogno lo devi perseguire fino alla fine. E se insisti arrivi dove devi arrivare. Certo, non subito e non facilmente”, ci racconta Pagliero parlando di quello che oggi non è più solamente un sogno nel cassetto. “A suo tempo tutti gli amici industriali del settore mi sconsigliarono di aprire una realtà produttiva. ‘I dipendenti produttivi sono un costo fisso’ o ancora ‘in questo Paese non si può fare azienda’, mi sentivo continuamente ripetere. Ma io ed Elena ci trasferimmo da Milano per seguire il progetto da vicino. E piano piano ci siamo riusciti, creando ben oltre quella che è un’azienda. La definiremmo piuttosto un’impresa-team dove la collaborazione è imprescindibile. Tutto questo poi finisce magicamente sui nostri capi”.

Ci racconti come è nato il brand e le sue evoluzioni? Il progetto nasce dalla mia grande passione per i colori e per il prodotto maglia. Da un mio background di figura puramente commerciale, decido di fare tutto il possibile per salvare una realtà produttiva ferrarese sorta nel 1953 che rischiava la chiusura definitiva. Come per altre aziende di altissima qualità artigianale, oggi non sarebbe certo possibile partire dal nulla. Servono radici, occorre l’esperienza pluridecennale di chi ha lavorato con passione per anni. Convinto di questo, ho deciso di creare una nuova struttura produttiva e non una semplice realtà commerciale. Volevo le magliaie artigiane vicino a me, vivere in diretta quel momento in cui il filo si trasforma in un capo. L’idea vincente è stata quella di collegare questa antica esperienza con un gusto di prodotto moderno e contemporaneo. Penso infatti che un sarto capace che lavora e costruisce una giacca con alti contenuti di pregio, spesso realizzi un magnifico capo ma non riesca a trasferire totalmente modernità e freschezza. Forse perché non mette mai in discussione le vecchie regole.

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