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BORGOLUCE: LA PASTA DELLA BIODIVERSITÀ Alessandro De Conto Responsabile Commerciale
Compiamo un altro passo importante nel mondo della pasta, insieme a Borgoluce come compagno di viaggio 4 minuti di lettura
IL PROGETTO Come vi avevamo preannunciato, eccoci con un nuovo progetto nell’ambito della pasta secca. Anche questa volta abbiamo deciso di portarlo avanti con un partner con cui lavoriamo già da tempo: Borgoluce.
I capisaldi del biodinamico L’agricoltura biodinamica ha l’obiettivo di migliorare il suolo e produrre piante e alimenti sani. Ecco i punti fondamentali: 1. Utilizzo dei preparati e delle tecniche biodinamiche; 2. Seguire la rotazione delle colture; 3. Rispettare la biodiversità; 4. Utilizzare esclusivamente concimi biodinamici; 5. Accrescere la fertilità della terra e del suolo.
Si tratta di un progetto pilota, quasi un test di mercato, che avrà una forte componente di stagionalità e numeri limitati, e che ci permetterà di capire quali indicazioni di semina dare all’azienda agricola per la campagna di raccolta del 2022. In epoca di disponibilità “illimitate” e “spreco alimentare” pensiamo si debba trovare il coraggio di fare con ciò che si ha a disposizione e noi avremo poco più di 1000 kg di pasta. Si tratta di un programma nuovo: Borgoluce ha alle spalle soli due anni di semina orientata alla produzione di pasta. Parliamo nello specifico di Farro Dicoccum e Grano Senatore Cappelli, e le quantità sono ancora limitate così come ancor prima sono limitati gli ettari dedicati a questi cereali. E’ un progetto sicuramente ambizioso, in primis perché le coltivazioni cerealicole avvengono in regime biodinamico e in secondo luogo perché la pasta viene prodotta da Marco Bigolin del Mulino Terre Vive di Rossano Veneto (VI), con criterio e senza lasciar nulla al caso, esclusivamente con materia prima Borgoluce. I CEREALI Forse son partito troppo all’arrembaggio... ripercorriamo quindi all’indietro la filiera e partiamo dal campo. Borgoluce ha dedicato ai seminativi, nel 2021, circa 15 ettari di
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terreno circostanti la sede di Susegana (TV), tra questi sono stati coltivati il Grano duro Senatore Cappelli, il Farro Dicoccum e il Mais Biancoperla. I principi di coltivazione si rifanno al metodo agricolo biodinamico, ossia “un biologico che pensa di più al futuro”, che coltiva cioè non solo la pianta, ma anche la fertilità biologica del suolo. La conversione al biodinamico non è nuova da Borgoluce, ma è già realtà anche per la parte di viticoltura che ha dato alla luce un paio di vini biologici. Ma torniamo ai cereali: il Farro e il Grano duro sono cereali autunno-vernini dal lungo ciclo vegetativo, questo significa che si semina in autunno e il seme inizia la germinazione, poi nella stagione fredda va in dormienza e al risveglio primaverile ricaccia (produce ancora germogli) e accestisce (fa un cespo di steli), richiedendo così un basso investimento di semina (circa 120 kg di seme/ha). SENATORE CAPPELLI Il Senatore Cappelli si caratterizza per un fusto alto anche 180 cm, una spiga compatta dal caratteristico e unico baffo nero che lo rende riconoscibile sul campo anche ai non esperti. Era la varietà di frumento più diffusa in Italia nella prima metà del Novecento, e rappresentava l’alternativa ai “grani antichi” meno produttivi. Poi il boom economico del secondo dopo guerra, l’arrivo dei concimi e la richiesta di rese più elevate e precoci ne soppiantarono l’uso. Solo negli ultimi 15 anni si è ridato valore a questa varietà, pregiata sia per un contenuto