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PASSIONELIBRI
IN LIBRERIA
STORIA VICENTINA
L’eredità dei Cimbri
La straordinaria Industria Vicentina? Opera dei Cimbri. Senza di loro non sarebbe mai esistita
Recensione di Roberto Brazzale
Umberto Matino autore del libro “I cimbri”
Furono i Cimbri insediatisi nel medioevo sulle montagne tra l’Altopiano dei Sette Comuni e la Lessinia l’anima ed il motore dello straordinario sviluppo industriale realizzato dopo il settecento nel nord della provincia di Vicenza. Solo per fare alcuni nomi, erano cimbri i Laverda, i Marzotto, i Conte, i Dal Brun, i Fogazzaro, i Cazzola, i De Pretto, i Barettoni, i Ciscato, i Manea, i Cortiana, i Raumer, gli Stella, gli Ziche, i Zuccato, i Rigoni, i Sella, i Caoduro, e così si potrebbe continuare molto a lungo.
Alessandro Rossi
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urono i Cimbri insediatisi nel medioevo sulle montagne tra l’Altopiano dei Sette Comuni e la Lessinia l’anima ed il motore dello straordinario sviluppo industriale realizzato dopo il settecento nel nord della provincia di Vicenza. I coloni germanici, per lo più bavaresi, che dopo l’anno mille “svegrarono”, chiamati da vescovi e conti, le nostre montagne ancora selvagge, apportarono una cultura del lavoro, un’inventiva, una dedizione, uno spirito di sacrificio ed un senso del risparmio che fornirono l’elemento umano necessario per innescare l’imponente sviluppo industriale dell’altovicentino nell’ottocento. La coltivazione delle montagne attraverso la silvicoltura, l’allevamento, l’attività mineraria mise a disposizione preziose materie prime quali legname, lane, latte e minerali in quantità tale da permettere la nascita dell’industria siderurgica, meccanica, tessile e casearia. MAGAZINE LETTERARIO
Siamo oggi abituati a identificare i Cimbri, il cui nome viene da “Tzimbar” che significa “carpentiere”, con le popolazioni residue degli insediamenti storici quali Roana, Luserna, Giazza, cioè quelle che fino all’ultimo conservarono lingua e tradizioni originarie. Commettiamo tutti l’errore di dimenticare come le nostre popolazioni di stirpe germanica nei secoli si estesero, si diffusero e si fusero con i veneti imprimendo la loro impronta a tutti gli insediamenti fino alla periferia di Vicenza. Favorisce questo equivoco l’italianizzazione dei cognomi e di molti toponimi avvenuta non solo per effetto dell’uso ma altresì imposta dall’alto come reazione alla riforma protestante e dagli stessi cimbri per dissimulare la loro origine teutonica, in alcuni momenti storici divenuta piuttosto ingombrante. Tuttavia, la ricerca onomastica e toponomastica, pur in assenza di fonti documen-