YouTrade Aprile 2021

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DISTRIBUZIONE DOSSIER: IDENTIKIT DEI MULTIPOINT

NUMERI, INTERVISTE E NOVITÀ DELLA FIERA

SPECIALE FISSAGGIO MERCATO IN ASCESA ECCO LA TOP 10 ISSN 2532 - 5671

Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.

APRILE 2021 - 118

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ANNO 14 - NUMERO 118 APRILE 2021

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Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Franco Nessi • Eternedile Claudio Troni • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it

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EDILIZIA E DISTRIBUZIONE NELL'ERA DEL SUPER BONUS DEL DIGITALE E DEL POST COVID giovedì 14 ottobre 2021 L’edilizia nell’era del superbonus. La distribuzione nell’era della omnicalità. Le costruzioni nell’era dei nuovi appalti. Quando la tempesta del coronavirus sarà finalmente terminata, si prevede alla fine di quest’anno, la filiera dell’edilizia si troverà ad affrontare un nuovo ciclo. Da una parte la sfida degli incentivi fiscali, che hanno rimesso in moto buona parte delle attività legate al costruire, dall’altra la necessità di una riorganizzazione che parte dalla filiera, passa per il negozio, transita sul web e arriva al cliente. Insomma, tanti stimoli, molte opportunità e anche parecchie domande. Perché nella moderna economia tutto si trasforma senza soluzione di continuità ed è necessaria una formazione permanente. Il XIV Convegno YouTrade, in programma giovedì 14 ottobre 2021, affronterà questi temi per offrire gli approfondimenti di esperti, con l’ausilio di una ricerca statistica condotta in esclusiva tra gli operatori del settore. Segnatevi l’appuntamento in agenda!


XIV Convegno Nazionale

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Sommario aprile Rubriche 11 Editoriale Soldi europei a rischio senza riforma degli appalti 14 Econauta Immobili, fu vera gloria? 14 Chiacchiere in cantiere Come guadagnare con il superbonus 15 L'avvocato Se scende in campo l’arbitro 16 I fatti nostri Il moto immoto 18 Digital News 20 Seggiole & Poltrone Attualità 21 Mercati Materie prime, la sfida del 2021 30 Trend È il momento dell'edilizia 4.0 36 Real Estate Sono immobili, ma non fermi 44 46 50

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Come sta andando il mercato immobiliare?

Focus Mce Idrotermosanitari - 1 Business digitale, ma reale Idrotermosanitari - 2 Il rimbalzo degli impianti Idrotermosanitari - 3 Quanta innovazione nella termoidraulica

21 Più rincari per tutti: è emergenza per le materie prime

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Dossier multipoint

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La classifica I grandi sono sempre più grandi

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Le schede Strategie & risultati

Rivendite

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Steldo Primi in Trentino e non ci fermiamo

126 Gruberg Un cantiere concentrato 132 Edil Logistica Una crescita senza limiti 134 Distribuzione Una marcia in più sullo scaffale 136 Distribuzione news Orsolini, Bigmat 138 I ferri del mestiere La carta vincente? Voi

Storia di copertina

140 Locatelli La nostra edilizia? Roba da campioni

Imprese

146 Spektra Cantieri smart con la tecnologia 150 Edilizia Coperture, nasce il gruppo Ondura 152 Geoplast La griglia verde piace all'ambiente

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Si chiama off site la nuova tendenza del costruire

154 Muoviamoci Software? Sì, ma non basta 156 Come si fa L'edilizia va alla carica

Speciale Sistemi a secco

160 Tecnica costruttiva La nuova edilizia 4x4

Case formato Lego e il fissaggio vola

164 Fibrotubi Il controtelaio facile e veloce 165 Comfort Il silenzio è su misura

Speciale Fissaggio

166 Il mercato Fermi tutti, è la nuova edilizia 170 Rassegna Le novità del mercato BioCasa 174 Italian Design Institute La casa verde comincia dentro 178 Digital House Casa smart, il mercato pronto al raddoppio 180 Luxury Goods in showroom 182 Zapping 184 Hi-tech A p r i l e

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Editoriale

Soldi europei a rischio senza riforma degli appalti

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ualcosa si muove: il governo ha nominato i commissari per 20 super cantieri. Un sostanzioso passo in avanti, ma è solo il primo. Il 2020 ha segnato, secondo il Cresme, una ripresa consistente degli appalti pubblici: +9,9%. L’anno scorso bandi per opere pubbliche sono state 21.770, per un importo di 43,315 miliardi. Positivo? Fino a un certo punto: è anche la dimostrazione di come i numeri non siano del tutto neutrali. Le medie aritmetiche, come ricordava Trilussa, spesso nascondono la verità (se tra due persone c'è chi mangia un pollo e chi no, in media fa mezzo pollo a testa). È questo il caso degli appalti, visto che il numero citato è in gran parte frutto degli investimenti di Ferrovie dello Stato, stazione appaltante dell’anno con 410 commissioni (+188%). Nel 2020 anche l’Anas ha fatto la sua parte, visto che ha promosso 588 gare (+16%) per 5,7 miliardi (+32,5% come valore). Ma c’è anche il lato oscuro della forza: i comuni nel 2020 hanno registrato complessivamente una flessione del 12,1% per 6,2 miliardi (-8,3%). Riassumendo: lo Stato, tramite Fs e Anas (che ora sono riunite sotto lo stesso cappello societario) ha cercato di sostenere il settore delle costruzioni spingendo le opere pubbliche per strade e ferrovie, mentre gli enti locali non hanno fatto altrettanto. Certo, i Comuni sono alle prese con una drastica diminuzione delle entrate a causa del covid: meno multe riscosse, meno tasse di soggiorno, meno attività economica, eccetera. Ma il covid non è tutto. Lo ha appena ribadito l’Authority per la concorrenza: niente ripresa delle commesse pubbliche se non si metterà mano al Codice degli appalti. In effetti, anche se al momento del varo gli stessi rappresentanti delle imprese avevano avallato il Codice, la legge che regola l’assegnazione delle opere pubbliche è una riforma mancata. E lo ha confermato il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini: bisogna modificare il Codice appalti e dimezzare i tempi per la realizzazione delle opere finanziate con il Recovery Plan. Bene: ora si tratta di verificare se il nuovo (ennesimo) decreto legge sulle semplificazioni programmato per metà maggio avrà delle conseguenze pratiche. Ricapitoliamo: il Codice degli appalti è entrato in vigore nell’aprile 2016, quando al ministero delle Infrastrutture c’era Graziano Delrio, artefice della legge. Ma, di fatto, non è mai stato attuato in pieno. Dopo polemiche e lunghi tira e molla è stato modificato e parzialmente sospeso una prima volta con il decreto legge cosiddetto Sblocca-cantieri del governo giallo-verde (aprile 2019), poi è stato di fatto congelato, almeno per le procedure di gara, dal decreto Semplificazioni del governo giallo-rosso nel luglio 2020. Insomma, non ha funzionato nonostante le intenzioni fossero esattamente l’opposto, cioè favorire l’assegnazione di lavori alle imprese nel rispetto della concorrenza e della legalità. L’Autorithy presieduta da Roberto Rustichelli ha avuto quindi un buon motivo per tirare in ballo il Codice degli appalti: gli oltre 248 miliardi nel cosiddetto pacchetto Next Generation Eu sono tanti, ma sarebbe paradossale incassarli e poi non riuscire a spenderli, come ha confermato Giovannini. La ricetta? Procedure più snelle, garanzie per chi deve decidere negli enti pubblici e che ora traccheggia perché teme di finire in tribunale, nel mirino di ricorsi o passi falsi involontari (fermo restando un controllo serrato sulla legalità delle procedure). Insomma, usciti dalla pandemia non dobbiamo restare vittime di un altro virus, quello della burocrazia. Vedremo se le semplificazioni promesse dal ministro Renato Brunetta riusciranno a fare il miracolo.

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Rubriche E C O N A U TA

Immobili, fu vera gloria?

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u vera gloria? Alessandro Manzoni, nella sua celebre poesia 5 Maggio 1821, dedicata a Napoleone, ha utilizzato un espediente retorico per fare sì che il lettore rispondesse: «Ma certo che l’epopea napoleonica è stata gloriosa». La stessa domanda, questa volta senza ombra di retorica, la si può porre di fronte al mercato immobiliare del 2020 (vedi articolo a pagina 36). Che si può riassumere così: meno compravendite, ma prezzi in aumento. Una contraddizione stridente secondo le regole canoniche del mercato, che suggeriscono un aumento dei prezzi in corrispondenza di una crescita della domanda. Non viviamo, però, in tempi normali. È lecito chiedersi, dunque, che cosa ha spinto il mercato immobiliare a trasgredire le regole dell’economia e, soprattutto, se i prossimi mesi confermeranno il trend. Partiamo dai numeri: nell’anno della pandemia, secondo l’Istat, i prezzi delle abitazioni nuove hanno registrato un aumento del 2,1%, mentre quelli delle abitazioni esistenti (oltre l’80%) sono saliti dell’1,9%. Questa la media in Italia. Ma, poi, ci sono differenze abissali. A Milano i prezzi sono lievitati, in media, del 7,4%, mentre le quotazioni sono calate a Roma e Torino. E rispetto al 2010 il valore delle compravendite ha registrato un aumento del 5,6%. Quindi? Secondo gli esperti di Nomisma, centro di ricerca che tutti gli anni monitora il mercato immobiliare, i dati sono l’effetto di una parte della domanda che si è spostata dal-

le metropoli ai piccoli centri, mentre nelle grandi città ci sono segni di calo. E la riduzione delle transazioni a Milano è stata del 20%. Come si spiega, allora, l’aumento di prezzo degli immobili? E proseguirà anche nel 2021? Dunque, è vero che i prezzi scendono quando la domanda cala, ma se anche l’offerta si riduce il mercato diventa più piccolo e, quindi, statisticamente i prezzi possono anche risultare più alti, perché si riferiscono a un numero minore di transazioni che, probabilmente, non potevano essere prorogate per necessità pratiche. Inoltre, va aggiunto che il 2020 segnerà forse il record negativo dei tassi, con mutui offerti dalle banche a un costo irrisorio. Due elementi congiunturali che difficilmente si riproporranno in futuro. Il tasso dei mutui, per esempio, pur rimanendo ancora a livelli bassissimi ha già registrato qualche ritocco all’insù. E la fine dell’emergenza covid potrebbe riaprire le porte a un’offerta più ampia di immobili. Insomma, fu vera gloria? Forse sì, ma breve. Federico Mombarone Giornalista

CHIACCHIERE IN CANTIERE

Come guadagnare con il superbonus

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on il superbonus 110% è tornata in auge la cessione del credito d’imposta. Una decisione che ha aperto le porte anche a chi non ha un reddito sufficiente per scontare dalle tasse l’importo della spesa. Per esempio, chi vuole applicare un cappotto e cambiare la caldaia può contare su una detrazione massima di 96 mila euro: in questo caso deve dichiarare un imponibile minimo di 65 mila euro per poter usufruire dello sconto fiscale. Ecco, quindi, che la cessione del credito d’imposta consente a tutti di bypassare il problema. Basta affidarsi a una banca o a una società finanziaria o, con lo sconto in fattura, all’impresa che esegue i lavori. Che, se non ha un fatturato sufficiente per usufruire dell’agevolazione, può cederlo a una banca o equivalente. È un business stimato sui 10 miliardi di euro e questo spiega perché tutte le grandi banche sono scese in campo per acquistare il credito d’imposta. Ottimo. Ma a quali condizioni? Le banche, tranne eccezioni, non sono prodighe di particolari. Insomma, il condominio o il singolo privato che vuole saperne di più, difficilmente riesce a capire quale sia l’oefferta più conveniente o meglio tagliata sulle sue esigenze. Certo, quasi tutte si dicono disposte allo scambio, cioè finanziare il 100% delle spese in cambio del 110% di sconto fiscale, operazione che anche a chi è digiuno di finanza appare subito come un buon affare, visto che i tassi che regolano la liquidità sono a zero o addirittura negativi. Ma ci sono anche casi interessanti, per esempio se chi conduce i lavori riesce a spendere meno di quanto finanziato dalla banca (come i 96 mila euro dell’esempio). Per esempio, da Poste Italiane e Mps si può ottenere il 3% in più, e a certe condizioni fino al 5% in più da Fineco. Insomma, il superbonus è super complicato, ma può rivelarsi anche un super business. A patto, però, che la banca conceda un finanziamento ponte per coprire le spese dell’intervento prima che diventi possibile cedere il credito. In questo modo i proprietari che hanno redditi bassi e pochi risparmi potrebbero guadagnare direttamente con il bonus. E, in più, riqualificare la propria abitazione. Franco Saro giornalista

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L’AV V O C ATO

Se scende in campo l’arbitro

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giudice ordinario. Una clausola del genere non può neanche essere considerata vessatoria, poiché un giudizio tra condomini e condominio ha come parti solo consumatori, sicché le cause di impugnazione delle deliberazioni assembleari sono proposte tra soggetti appartenenti alla medesima categoria non professionale, cioè entrambi consumatori. Meglio precisando la portata della clausola regolamentare, il Tribunale di Monza ha ritenuto che essa sia applicabile, oltre che alle liti tra condomini e condominio (con particolare riferimento all’impugnazione delle delibere assembleari), anche alle dispute tra gli stessi condomini. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu

spektra.it

l Tribunale di Monza, con sentenza dello scorso 1 febbraio, ha affermato che è improponibile l’impugnazione giudiziale della deliberazione ritenuta invalida quando il regolamento condominiale di natura contrattuale prevede che le cause tra il condominio e i condòmini debbano essere devolute ad arbitri. Il Tribunale di Monza si è così pronunciato a dopo l’impugnazione di una serie di delibere adottate dall’assemblea nel giro di pochi mesi e relative alla medesima problematica di infiltrazioni provenienti dal tetto dell’edificio. Il condominio aveva eccepito l’improponibilità delle impugnazioni proposte, rilevando la presenza, nel regolamento condominiale (che ha natura contrattuale) di una clausola compromissoria per arbitrato irrituale applicabile alle liti insorte tra i condomini, comprese quelle di impugnazione delle relative delibere assembleari. Il Tribunale di Monza ha ritenuto che una clausola di questo tipo non sia da considerarsi contraria alla legge, in quanto il suo effetto non è impedire ai condomini di impugnare le delibere invalide, che è un diritto irrinunciabile, bensì quello di derogare alla competenza del

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Rubriche I FAT T I N O S T R I

Il moto immoto

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arliamo ancora una volta di superbonus, anche se non c’è molto da dire. E allora, penserete voi, perché parlarne? Il motivo, molto banalmente, è che su questa misura incentivante ci abbiamo puntato un po’ tutti, ma la realtà, come immagino possa testimoniare la platea dei rivenditori edili, è molto differente dalle attese. Si potrebbe anche discorrere dello sconto in fattura (50%), un’altra misura che pochissimi si fidano a utilizzare, più che altro per l’incertezza sulla tempestività dei rimborsi. Da queste premesse, parrebbe che la distribuzione edile sia refrattaria a utilizzare gli incentivi fiscali come leva per la crescita. Per niente: se il superbonus per ora, nella quasi totalità dei casi, fa solo perdere tempo alla rivendita edile perché il cliente finale è convinto che la ristrutturazione della sua casa la debba pagare il rivenditore, lo sconto in fattura viene utilizzato come strumento di marketing, di promozione delle vendite. Poi, bisogna avere le spalle un bel po’ coperte per sostenere il 50% dell’immediato, mancato introito, in attesa che arrivi il rimborso, ma rispetto al Superbonus, lo sconto in fattura è un solluchero. Farà comunque piacere sapere che, alla fine di marzo, sono stati realizzati interventi per circa un miliardo di euro, relativamente al 110%. Mi viene in mente un libriccino di moda un po’ di anni fa, dal titolo: Chi ha mangiato il mio formaggio? È il caso di andarselo a rileggere, perché sicuramente ci siamo persi qualcosa. Chiacchierando come di consueto con voi lettori distributori, mi par di capire che i problemi in questo momento siano, se possibile, altri. Innanzitutto, la parte bella del problema: il lavoro c’è. Sono apparsi cantieri un po’ ovunque, da nord a sud. Tanto per cambiare, però, la distribuzione edile non riesce a racco-

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gliere una quota significativa di questo frizzante mercato. Un po’ per i demeriti già più volte segnalati, cui si aggiungono due new entry: l’aumento che parrebbe immotivato delle materie prime (mi riferisco principalmente a ferro, legname, isolanti); una difficoltà da non credere ad approvvigionarsi: ciò che prima ordinavi e arrivava dopo un paio di settimane, ora prevede tempistiche che arrivano anche a quattro mesi, peraltro senza avere idea

Un mercato in pieno fermento, una distribuzione edile che raccoglie meno del dovuto. Oltre ai soliti problemi, un aumento sconsiderato delle materie prime e difficoltà a reperire la merce. La filosofia del si salvi chi può impera di quanto il materiale costerà alla consegna. Morale, molti distributori hanno ordini che non riescono a soddisfare, oltre a preventivi da aggiornare in continuazione. Forse potremmo girare il quesito ai produttori e magari avremmo anche una risposta, ma credo che la concorrenza della produzione alla distribuzione si sia in certi ambiti esacerbata. Senza contare che certe situazioni di mercato favoriscono la speculazione. Pare infatti che i «cappottisti», tanto per fare un esempio, abbiano più o meno raddoppiato il costo

al metro quadrato. Una sorta di «bolla cappottosa», ma pensa te. Insomma, il mercato si muove, scomposto e nervoso quanto si vuole, maleducato e beffardo più del dovuto, ma la distribuzione edile nella maggioranza dei casi rimane immobile, o comunque raccoglie meno di ciò che le potrebbe spettare. Per contro, oltre alla ristrutturazione, strettamente legata agli incentivi, anche il mercato del nuovo comincia a dare interessanti segnali di vita. Il mutamento dei valori in campo, la lotta all’erosione delle altrui quote di mercato, indica che la Gdo comincia a portar via alle rivendite, in modo crescente, anche i piccoli lavori di ristrutturazione che fino a qualche tempo fa erano il terreno di caccia preferito dei distributori edili. E poi, i cantieri di considerevoli dimensioni prevedono sempre più l’utilizzo di imprese in subappalto, che in genere arrivano da non si sa dove. Gli acquisti le medie e grandi imprese li fanno direttamente alla fonte, e il rivenditore che vede spuntare cantieri come funghi attorno al suo magazzino fa fatica a vendere un mattone o una qualsivoglia attrezzatura. Ce la possiamo raccontare come vogliamo, e ce la possono raccontare come vogliono, ma dopo una crisi come quella che abbiamo vissuto (più di una, a dire il vero) ognuno si guarda prima allo specchio e poi in casa, e si comporta come meglio gli conviene. Alla fine, l’etica è una bella cosa, l’idea di sopravvivenza, fomentata da ragionevoli preoccupazioni di natura più che altro sociale, ancora di più. di Roberto Anghinoni Giornalista A p r i l e

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Digital news da youtradeweb.com casacondominio.net youbuildweb.it

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1 SUPERBONUS AL 2023, MA... Il superbonus 110% dovrebbe essere prolungato al 2023. Ma non grazie ai soldi del Recovery Plan. Tra polemiche e dribbling, alla fine (sembra) si sia trovato l’accordo. Sì al prolungamento del superbonus 110%, ma con i soldi della prossima legge di Bilancio o con il solito scostamento. Lo ha assicurato il ministro dell’Economia, Daniele Franco. È, comunque, un impegno formale e il ministro del’Economia, ex Bankitalia, non è certo uno che prende gli impegni alla leggera. Quindi, niente certezze, ma buone prospettive. https://www.youtradeweb.com/

2 RICARICARE L’AUTO IN CONDOMINIO Auto elettriche in condominio? Ma come si ricaricano? In Europa la quota di mercato dei veicoli elettrici ha raggiunto l’11,5% per le ricaricabili (di cui 5,2% plug-in e 6,3% pure elettriche) e il 12,2% per le ibride tradizionali. Mercato che totalizza poco più di 3 milioni di immatricolazioni con una quota più che raddoppiata rispetto al 2019 (fonte Il Sole 24 Ore). http://www.casacondominio.net/

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3 SONO IN ARRIVO I COOL MATERIALS Efficientamento, riduzione delle emissioni di CO2, progettazione e produzione dei materiali innovativi sono solo alcuni dei metodi green. Ma ci sono anche i cool materials, materiali organici o inorganici con elevato Sri (indice di riflettanza solare) in grado di respingere la radiazione solare. https://www.youbuildweb.it/

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seggiole & poltrone IN HITACHI COOLING & HEATING Gianfranco Calice ricopre ora il ruolo di sales manager di Hitachi Cooling & Heating Italia. L’azienda ha anche annunciato l’apertura di due nuove posizioni a supporto dello sviluppo dell’area vendite. A Calice è stata assegnata la responsabilità di gestire la forza commerciale e contribuire alla crescita del business sull’intero territorio. Dopo aver maturato esperienze presso importanti realtà multinazionali, come Vaillant, York International, Emerson e Climaveneta, assumendo ruoli sempre più strategici in ambito sales management, Calice ha guidato la direzione vendite di LG. In Hitachi Cooling & Heating gestirà il business di tutte le divisioni prodotto del canale professionale. «L’ingresso di Gianfranco Calice arriva in un momento di crescita importante per noi. La sua grande esperienza si inserisce in un quadro di sviluppo più ampio, che ci vede impegnati oggi in un rafforzamento dell’organizzazione commerciale, che ottimizzerà il nostro presidio del mercato italiano», commenta

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Laura Masiero, country manager di Hitachi Cooling & Heating Italia.

MARCO MARI (GBC ITALIA) ESPERTO POST SISMA Il presidente di Gbc Italia, Marco Mari, ha ottenuto l’incarico in qualità di esperto a supporto del Commissario straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nei territori delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, che subirono l’evento sismico del 24 agosto 2016. Lo ha stabilito il Dpm n. 101. Mari coadiuverà il Commissario straordinario Giovanni Legnini nella definizione dei procedimenti di concessione dei contributi per la ricostruzione, nell’elaborazione delle strategie e delle misure intese a definire protocolli energetico-ambientali e processi di certificazione dell’edilizia sostenibile, anche di edifici storici, criteri di rendicontazione in ambito pubblico e sistemi di reporting per l’edilizia, processi di economia circolare e relativi sistemi di tracciabilità e verifica della filiera dei rifiuti.

VERONICA SQUINZI VICEPRESIDENTE DI ASSOLOMBARDA

Veronica Squinzi, figlia del past president di Confindustria, Giorgio, e amministratore delegato del Gruppo Mapei assieme al fratello Marco, è stata eletta vicepresidente di Assolombarda, con la delega per internazionalizzazione ed Europa. Veronica Squinzi affiancherà il presidente designato Alessandro Spada alla guida di Assolombarda per il quadriennio 2021-2025.

BORGNA VICEDIRETTORE DI RAIMONDI CRANES Diego Borgna è il nuovo vicedirettore di Raimondi Cranes, storico produttore di macchinari per il sollevamento pesante. Ingegnere, consulente di direzione aziendale, Borgna è considerato uno dei maggiori esperti del settore. «Sono lieto di dare il benvenuto all’ingegner Borgna a Raimondi Cranes, e non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con un veterano del settore con un’esperienza così leggendaria. Abbiamo piani ambiziosi in cantiere che attingeranno ampiamente alla sua esperienza e conoscenza, risorse inestimabili che verranno ora impiegate per la crescita futura di Raimondi», ha commentato Domenico Ciano, amministratore delegato di Raimondi Cranes. «Sono felice di entrare a far parte di Raimondi Cranes. Attingendo alla mia precedente esperienza nell’implementazione e nella modernizzazione della produzione snella, sono entusiasta di iniziare a lavorare a stretto contatto con i miei colleghi negli uffici operativi, commerciali e tecnici», ha aggiunto Borgna.

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ttualità L A F I A M M ATA D E I P R E Z Z I

MATERIE PRIME LA SFIDA DEL 2021 Il legno è diventato caro come l’oro, il costo dei metalli si è impennato, i cantieri sono a rischio. Tra le eredità post covid c’è anche un brusco risveglio sul fronte degli approvvigionamenti. E adesso tutta la filiera dell’edilizia rischia di subire le tensioni provocate dal riallineamento di Giuseppe Rossi

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Attualità IL PREZZO DEL PETROLIO

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Attualità

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Il prezzo in dollari di un barile di petrolio

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Attualità INNOVAZIONE

È IL MOMENTO DELL’EDILIZIA 4.0

Dettaglio della facciata altamente performante della Copenhagen International School (CIS), progettata da CF Møller, fotografia di Adam Mork, courtesy Active House Alliance

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Cambia il modo di progettare, si rinnovano i materiali, si trasforma anche la filiera della distribuzione. La ricerca e la tecnologia stanno velocemente rivoluzionando il vecchio sistema legato al tradizionale processo del costruire. Con un mutamento irreversibile di Marco Imperadori, Politecnico di Milano

L’

architettura contemporanea è ormai inserita in un processo edilizio sempre più complesso e integrato. Di fatto è una questione di Big Data, dove non esiste più un leader, un dominus (di solito l’architetto), ma le intelligenze specialistiche dialogano sin dalle prime fasi attraverso approcci multipli e complessi che ci portano verso scenari phygital. La geometria, la sostanza fisico-materica degli elementi costruttivi e degli impianti, le tempistiche e i costi si sposano, sin dall’inizio, con l’informazione digitale a essi connessa. La sequenzialità gerarchica del passato (architetto-ingegnere strutturista-ingegnere impiantista-impresa e via dicendo) è totalmente annullata in

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una sorta di Game (come lo chiamerebbe Alessandro Baricco) dove le fasi di creazione del manufatto implicano che le dimensioni di Prodotto e Progetto siano definite virtualmente e riccamente corredate di informazioni. Lo stesso vale per le fasi costruttive, dove il Processo stesso è costantemente assistito virtualmente, è ottimizzabile sino al momento che riguarderà il funzionamento a regime dove il digital twin consentirà di informare anche sulla vita propria dell’edificio che, inviando dati, diventa addirittura cognitivo-predittivo, grazie a sensoristica ormai sempre più disponibile, economica e interfacciata. In questo scenario è evidente che le architetture siano fatte da elementi costruttivi sempre più discretizzati e contabili, stratificati e assemblati a secco.

Una panoramica sul complesso della Copenhagen International School (CIS), progettata da CF Møller, fotografia di Adam Mork, courtesy Active House Alliance

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Attualità EFFICIENZA ENERGETICA Le forme e gli spazi sono diversi? In realtà la forma è abbastanza indifferente alle tecnologie utilizzate oggi e ciò è un vantaggio, poiché lascia totale libertà espressiva al progettista, che si spera colto e proteso a tematiche di sostenibilità ed efficienza energetica. L’utente vuole che la tecnologia e l’innovazione siano invisibili e trovo interessante la visione Active House, che per le architetture contemporanee unisce tre aspetti fondamentali con la stessa importanza: comfort, energia, ambiente. Ciò ha generato negli ultimi anni architetture straordinarie ricche di empatia ambientale come la Cis, Copenhagen International School, che può essere presa a esempio di questa visione innovativa. In questo caleidoscopio multi-valoriale di analisi

progettuale si evidenzia il Design Optioneering come un utilissimo processo decisionale: nessun «ego» prevale e l’essenza del progetto si definisce attraverso innovazioni condivise. Del resto progettare significa gettarsi in avanti (pro jectare) e innovare è protendersi verso qualcosa che ancora non esiste o che esiste ma è implementabile, migliorabile. IMPATTO DIGITALE I nuovi prodotti sono oggi sempre più dotati di informazioni a corredo che ne consentano un utilizzo integrato in nuove architetture e tutte le aziende hanno, in pochissimo tempo, risposto al cambiamento di paradigma, ineluttabile, e definito librerie Bim. Non è un caso che la stessa infografica, per l’immediatezza della

L’IRRESISTIBILE FORZA DELL’INNOVAZIONE Nell’edilizia è sempre più importante il fattore «I», la lettera della parola innovazione, che cambia il modo di progettare e costuire. Tecnologie, materiali, sistemi costruttivi: tutto cambia, tutto evolve, tutto si adatta alle nuove esigenze dell’abitare. Perché, naturalmente, l’innovazione non è fine a se stessa, ma segue le richieste del mercato, che possono essere semplici mode, cambiamenti dello stile di vita e, con il decisivo input della pandemia, anche del modo di lavorare. Tutti nel bosco verticale. Ma che cosa si intende per innovazione? È un concetto davvero applicabile alla progettazione e, di conseguenza, all’edilizia? Dipende. Non esiste, in effetti, un solo modo di introdurre novità, miglioramenti e semplici upgrade. Nella realtà dell’economia l’innovazione si riproduce in modi molto diversi. Ma per quanto riguarda la progettazione è, forse, elevata ad arte. I grandi architetti, da Callicrate ad Alvar Aalto, da Bernini a Le Corbusier, da Giuseppe Piermarini a Frank Lloyd Wright: di innovatori è piena la storia dell’architettura. E, per fortuna, la creatività non si è esaurita. Anzi, grazie alle nuove tecniche costruttive torna a fiorire in modo inaspettato. Fiorire nel senso pieno del termine, visto il successo di una costruzione come il Bosco Verticale di Stefano Boeri, modello replicato e copiato in tutto il mondo come un’icona del nostro tempo. E che è una specie di manifesto dell’innovazione, del nuovo modo di abitare e delle soluzioni che offre l’edilizia 4.0. Ma non c’è solo quello. L’innovazione assume anche forme meno appariscenti, ma che promettono di rivelarsi di grande impatto. Per esempio, l’accesso a un’efficienza energetica fino a ieri impensabile. La ricerca? Non basta. Intendiamoci, non è facile, perché non bisogna confondere l’attività di ricerca con il processo di innovazione. Come distingue Alfonso Fuggetta, amministratore delegato e direttore scientifico del Cefriel, spin-off misto pubblico-privato nato da una costola del Politecnico di Milano: «I processi di innovazione sono diversi

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reciproca comprensione, sia sempre più alla base del ragionamento che avviene su un progetto vivo e attivo (che sta su una piattaforma Bim, appunto, sul cloud), dove anche processi di gaming e deep learning si innestano e incontrano linguaggi ed espressioni sintetiche in grado di «vertebrare» la configurazione e l’architettura auspicata. Il mondo delle costruzioni, tradizionalmente letargico rispetto ad altre filiere industriali, sta vivendo oggi una straordinaria primavera di trasformazione e ottimizzazione e non a caso si parla di edilizia 4.0. «P» MAIUSCOLA Infine, la vera e potente innovazione che ci aspetta, spinta da idee come il New European Bauhaus, da Next Generation Eu promossi dalla Commissione Europea e

dall’obbligatorio riferimento a progettazioni sostenibili e filo ambientali, riguarda un’altra P maiuscola: Palinsesto. È infatti proprio sul Palinsesto costruito (tecnologico e architettonico), in Europa e soprattutto in Italia, che si gioca una partita fondamentale di Innovazione architettonica e urbana e che nasce da Prodotti, Progetti e Processi innovativi. Del resto è nel Dna delle nostre città essere evolute ed essersi innovate-rinnovate su sé stesse. I progettisti in grado di cogliere subito questo nuovo vento, soprattutto i più giovani, troveranno nuove vie e nuovi stimoli, anche etici, in grado di soddisfare la propria sete di conoscenza, i propri sogni e di andare sempre oltre lo sterile approccio formalista che, purtroppo, riguarda ancora (soprattutto in Italia) molta formazione e molta professione corrente.

da quelli di ricerca. Hanno tempi, dinamiche e soprattutto obiettivi,

gli edifici potranno diventare «macchine che producono energia».

fattori e criteri di successo differenti. Se la ricerca mira principalmente a

Un grande condominio, per esempio, può equivalere a una piccola

creare conoscenza, l’innovazione ha come primo parametro di successo

centrale.

l’impatto sulla società e l’economia. È dannoso e controproducente

La produzione. Tra l’altro, oltre a essere un’opportunità, la

confondere i due temi, perché porta a definire politiche e strumenti di

produzione di energia da parte delle abitazioni potrebbe diventare

intervento inefficaci. Né ha senso immaginare che si possano creare

una necessità. Secondo le previsioni, entro il 2040 i consumi elettrici

velocemente e per decreto centri di eccellenza e campioni nazionali.

saliranno di altri 60-70 terawattora, a fronte di un’ulteriore riduzione

Il problema che abbiamo nel nostro Paese non è quello di creare

del fabbisogno complessivo di energia a 1.100 terawattora. E gli edifici

nuove strutture (offerta) che, partendo da zero, si pongano l’obiettivo

sono responsabili del 40% dei consumi di energia nella Ue, oltre che del

confuso e generico di fare innovazione o di essere centri di ricerca per

36% delle emissioni di CO2. Ovvio, quindi, che edifici che producono

le imprese».

energia o diventano autosufficienti possono essere una chiave

Un’idea elettrica. Detto, questo, esempi di innovazione nel

necessaria per aprire la porta della transizione a energia più pulita.

contesto della progettazione e dell’edilizia ci sono già. Secondo le

Gli scenari previsti dagli operatori, infatti, indicano entro il 2030 una

previsioni dell’Enel, per esempio, la batteria sarà presto un nuovo

riduzione dei consumi grazie alle nuove tecnologie. E la sostituzione

indispensabile elettrodomestico. E tra poco tempo: entro una decina

tra combustibili fossili ed energia elettrica farà calare il fabbisogno

di anni, prevedono gli esperti, in cantina si troveranno già 1 milione

generale da 1.330 a 1.206 terawattora. Di questi circa il 25% sono

di accumulatori, per una potenza totale di 4 mila megawatt. Ma a

consumi di corrente, pari a circa 300 terawattora, la cui percentuale

che cosa serve una batteria in casa, visto che la corrente elettrica,

resterà invariata in una prima fase. Un orizzonte lontano? No, Terna,

fino a prova contraria, non manca? Semplice: le batterie serviranno

l’azienda che provvede alla distribuzione di corrente, sta già lavorando

per immagazzinare l’energia elettrica autoprodotta con l’impianto

con un operatore esperto di domotica per far partecipare anche

fotovoltaico sul tetto, che sarà sempre più diffuso. Un sistema che è già

aggregati di scaldabagni alle aste sulla bassa tensione per i servizi di

utilizzato, ma al momento in proporzione omeopatica. Le piattaforme,

dispacciamento. Insomma, scaldabagni che distribuiscono elettricità,

gestite da operatori come EnelX o Eni gas e luce (per citare i due player

una delle facce più sorprendenti dell’innovazione.

più grandi) sono già pronte ad assorbire l’energia prodotta per re-

Metodi costruttivi. C’è, poi, tutto il capitolo innovazione legato ai

immetterla nella rete nazionale. Ma, prevedono sempre gli esperti,

materiali. La necessità di risparmiare energia, per esempio, ha scatenato

chi possiede un’abitazione o, più propriamente, gestisce un edificio,

imprese grandi e piccole alla ricerca (e alla proposta) di soluzioni per

potrà entrare nel mercato dei servizi di dispacciamento, cioè l’attività

isolare in modo efficiente gli edifici, complici anche i vari bonus fiscali.

che impartisce disposizioni per l’esercizio coordinato tra gli impianti

Ne sono un esempio le tante piccole aziende che hanno partecipato

di produzione e la rete di trasmissione dell’energia elettrica. Insomma,

al recente Klimahouse. Materiali e metodi costruttivi che oggi sono in continua a pagina 34

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Attualità segue da pagina 33

grado di aprire nuovi inediti scenari. Un esempio: le superfici vetrate che funzionano anche come pannelli solari non sono una novità. Ma hanno avuto poca fortuna a causa della scarsa efficienza. Ora, però, potrebbero arrivare i concentratori solari luminescenti (Lsc). Sono vetrate colorate e semiatrasparenti, che sulla superficie hanno pigmenti che ricevono la luce solare e la riverberano sulle celle fotovoltaiche distribuite lungo il bordo. Al momento la tecnologia è in fase sperimentale, promossa da Alberto Vomiero, docente all’Università Ca’ Foscari Venezia e dalla svedese Luleå Tekniska Universitet. Le prove hanno ottenuto un record di efficienza usando come pigmenti nanoparticelle di carbonio, i carbon dot, e sviluppando un metodo per produrre in quantità queste particelle di dimensione inferiore al milionesimo di millimetro. L’efficienza e il metodo produttivo dei carbon dot rendono ora queste nanoparticelle luminescenti di grande interesse per l’industria del settore. Legno trasparente. Ancora: il legno che diventa trasparente, simile al vetro, ma più resistente, leggero e isolante.E che può essere utilizzato per superfici che facciano passare la luce. La scoperta è dei ricercatori dell’università del Maryland, che hanno diviso le sostanze-base con cui è composto il legno: la cellulosa e la lignina, una struttura polimerica

che in tutti i vegetali ha la funzione di legare e cementare tra loro le fibre per conferire ed esaltare la compattezza e la resistenza della pianta. La lignina contiene anche molecole chiamate cromofori che danno al legno il caratteristico colore marrone e impediscono il passaggio della luce. Dopo vari tentativi, i ricercatori hanno spennellato una soluzione di perossido di idrogeno al 30%, su assi di legno lunghe un metro e spesse 1 millimetro. Lasciato al sole, o sotto una lampada UV per circa un’ora, il perossido ha sbiancato i cromofori marroni mantenendo intatta la lignina, rendendo il legno bianco. A questo punto, le assi sono state immerse per cinque ore in etanolo, poi è stato usato il toluene e, infine, applicata una resina epossidica trasparente e resistente per riempire gli spazi e i pori del legno per poi indurirsi. Risultato: legno trasparente.

Le nanoparticelle per realizzare vetri fotoelettrici. Sotto, un quadrato di legno trasparente.

Cambiamenti interni. Non bisogna dimenticare, infine, che l’innovazione tocca anche gli interni di un edificio. Compresa tutta quella infinita serie di soluzione che va sotto il nome di home automation, un tempo chiamata semplicemente domotica. Un processo che è sempre più pervasivo ed è passato dai piccoli dispositivi in grado di regolare luci, temperatura e gestione della porta di casa, a sistemi sempre più integrati e complessi. Un esempio di innovazione anche in questo ambito è rappresentato dall’accordo tra Amazon Alexa e Bticino con Scavolini per un sistema d’arredo con elementi colorati che strutturano le finiture delle ante di una cucina molto minimal, studiata dal designer Fabio Novembre. In questo caso il design si unisce con la tecnologia dell’impianto elettrico e con l’assistente vocale dell’industria hi-tech. In fondo, niente di nuovo se presi singolarmente. Perché non occorre sempre inventare qualcosa: è innovazione anche saper combinare in modo inedito tecnologie che sono già disponibili. Insomma, non c’è niente di più sorprendente di quello che credete di conoscere. Giuseppe Rossi

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Attualità R E A L E S TAT E

SONO IMMOBILI MA NON FERMI Il covid ha reso più difficile individuare trend nel mercato delle abitazioni residenziali e i dati relativi al 2020 presentano notevoli differenze, tra calo delle compravendite e andamento dei prezzi al metro quadrato. E cresce la richiesta di appartementi ampi di Giuseppe Rossi

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Attualità

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Attualità

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Focus Mce

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GLI IMPIANTI ALLA SFIDA DEL COVID ..

Per la prima volta l'evento dedicato al settore della termoidraulica si è svolto in formato digitale. Certo, non è stata la stessa cosa. Ma non sono mancati gli aspetti positivi, a partire dalla possibilità di incontrare chi non si sarebbe mai incontrato in una fiera tradizionale. Inoltre, sono state molte le aziende che hanno deciso di presentare nuove soluzioni, prodotti e servizi. Ecco come è andata

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Focus Mce I D R OT E R M O S A N I TA R I - 1

UN DIGITAL BUSINESS VIRTUALE, MA REALE

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Quasi 300 aziende coinvolte nell’edizione online della Mostra Convegno Expocomfort, che ha chiuso l’evento con la partecipazione di circa 35 mila visitatori. Il bilancio? È stato positivo secondo gli organizzatori. E per gli espositori? Leggete a pagina 50 di Veronica Monaco

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uello delle fiere digitali è un format nato con la pandemia, che forse ci accompagnerà anche in futuro. Dopo essere stata cancellata nel 2020 per le ovvie ragioni legate all’emergenza sanitaria, Mostra Convegno Expocomfort, la fiera di riferimento per il settore dell’impiantistica civile e industriale, sarebbe slittata al 2022 se la tecnologia non avesse offerto opportunità, strumenti ed esperienze fino a poco tempo fa impensabili. Grazie alla piattaforma digitale messa a punto dagli organizzatori di Reed Exhibitions Italia, infatti, visitatori di tutto il mondo hanno potuto partecipare ai meeting one-to-one, agli incontri pubblici e ai webinar organizzati dalle associazioni e dagli espositori. Certo, mancano le strette di mano e l’empatia dell’esperienza in presenza, ma come vuole la saggezza popolare di necessità bisogna farne virtù. In ogni caso il prossimo appuntamento a Mce sarà nuovamente in presenza, dall’8 all’11 marzo 2022 in Fiera Milano.

I NUMERI E I TEMI Secondo i dati messi a disposizione dall’ente fieristico, a Mce 2021 hanno partecipato virtualmente 290 tra aziende e brand e 35 mila visitatori da tutto il mondo. Il 38% degli operatori che hanno partecipato proveniva dall’estero, con una forte presenza da Turchia, Germania, Spagna e Grecia. I visitatori possono essere suddivisi per il 36,4% in responsabili acquisti, seguiti da professionisti del settore installazione (30,6%), studi professionali (19,6%) e agenti/rappresentanti, professionisti del settore home&building automation, scuole, università e istituti di ricerca. Durante le giornate della fiera si sono tenuti online oltre 140 sessioni di approfondimento, con più di 5 mila partecipanti, tra convegni ufficiali e webinar organizzati dalle associazioni e dalle aziende espositrici. Buona anche l’interazione tra i partecipanti, che hanno dialogato tra loro in più di 36 mila chat e organizzato più di 4 mila incontri. OK DAL MERCATO «La nostra piattaforma digitale ha messo a disposizione nuovi servizi e nuove formule di utilizzo che hanno suscitato l’interesse e l’approvazione sia tra le aziende sia tra gli operatori», è stato il commento a conclusione di Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia. Oltre alla presentazione del settimo Rapporto congiunturale e previsionale del mercato dell’impiantistica del Cresme, con gli aggiornamenti sui trend di mercato (vedi articolo a pagina 46) e le potenzialità di ritorno alla crescita offerte dal superbonus 110%, durante Mce si è dibattuto sui temi di un’edilizia sempre più intelligente e carbon neutral, sul processo di riforma del mercato elettrico per il comparto industriale italiano e sulle opportunità delle piattaforme BimBep per i processi progettuali della filiera impiantistica e le opportunità di gestione e manutenzione.

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Focus Mce I D R OT E R M O S A N I TA R I - 2

IL RIMBALZO DEGLI IMPIANTI

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Il rapporto del Cresme sul settore idrotermosanitario certifica una perdita contenuta (-6,4%) per l’anno trascorso e una prospettiva di crescita per il prossimo triennio. E Angaisa prevede una maggiore integrazione tra i diversi comparti di Valentina Anghinoni

È

innegabile: la crisi delle costruzioni indotta dalla pandemia da covid-19 ha avuto riflessi sulla domanda di impiantistica. Tuttavia, il calo stimato della produzione del comparto Its si mostra di entità inferiore a quello che è il totale delle costruzioni: gli impianti, nel 2020, hanno perso circa il 6,4% contro il 7,8% di perdite dell’intero comparto delle costruzioni. Il dato è emerso all’evento di presentazione del 7° Rapporto Congiunturale e Previsionale del Cresme sul mercato dell’installazione degli impianti negli edifici in Italia 2021-2023, presentato durante la Mostra Convegno Expocomfort Live+Digital, l’evento biennale internazionale dedicato al settore dell’impiantistica civile e industriale, climatizzazione e energie rinnovabili, che si è eccezionalmente svolto in un anno dispari e in formato phygital. D’altro canto, il rapporto indica che la ripresa del mercato Its nel 2021 sarà molto intensa, è merito anche degli incentivi fiscali messi in campo dal governo, per i quali la climatizzazione ambientale è una parte essenziale e preponderante. Per il settore è prevista, infatti, nel 2021 una crescita del valore del 12%, che entro tre anni riporterà il comparto ai livelli precedenti alla crisi del 2008. Una buona notizia, che dà speranza a tutti i protagonisti, ma che non deve essere interpretata come un invito ad adagiarsi sugli allori. Come ha spiegato Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, introducendo i contenuti del rapporto: la misura dell’auspicata ripresa dipenderà da tre fattori che si riferiscono all’intraprendenza e alle capacità di tutte le personalità coinvolte: l’attitudine dell’offerta di far fronte alla domanda, di allocare bene le risorse da parte delle imprese del settore pubblico e privato e la capacità dell’offerta di cogliere la sfida all’interno della congiuntura economica complessa nella quale attualmente ci troviamo, caratterizzata, tra le altre cose, dalla ripresa dell’inflazione e la crescita del prezzo delle materie prime. NUMERI & DATI «Quest’anno il rapporto è un po’ particolare, ma non bastano le fotografie: abbiamo bisogno di filmati che raccontino quello che sta succedendo all’interno del mercato», ha premesso Bellicini. «Siamo in un mondo sottosopra: la pandemia è arrivata in più ondate e nel mondo ci sono diversi segnali di irrequietezza, di incertezza. La tensione sociale sarà un elemento di cui il mercato dovrà fare i conti negli anni che verranno». Non poteva mancare, infatti, un breve accenno al quadro economico internazionale, che è condizionato dall’andamento della battaglia al covid-19. Il Pil mondiale nel 2020 è sceso del 3,5% e, in questo quadro, il mercato mondiale delle costruzioni ha perso 550 miliardi nel 2020, è emerso dall’analisi del Cresme. Il 2021 è previsto che si attesti sui livelli del 2019, un Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme

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Focus Mce TUTTA LA FILIERA NE PARLA Marco Nocivelli

riscoperta dell’ambiente abitativo, maggiore attenzione a confort,

PRESIDENTE DI ANIMA

efficienza e sostenibilità anche negli spazi comuni». Altri trend: il

(CONFINDUSTRIA MECCANICA)

digitale che «ha un ruolo sempre più decisivo anche negli acquisti. Poi,

«La meccanica di Anima è in prima linea

la fiscalità è diventata una leva commerciale, che ha atturato l’interesse

per supportare la spinta sia europea

dei consumatori» e, ancora, «aumenta la contaminazione tra settore

che italiana nella transizione ecologica.

Its e settore elettrico sia a valle ma anche a livello intermedio, quindi

Il contributo del nostro comparto sarà

anche la distribuzione». Infine, «grazie al superbonus 110%, c’è stata la

probabilmente il più importante per

riscoperta del mondo della progettazione».

raggiungere questi obiettivi green». Anche i bonus sono importanti: in particolare, l’associazione è stata

Marco Dall’Ombra

molto impegnata nell’ambito del bonus idrico e bonus filtri. «Sottolineo

SENIOR CONSULTANT ASSOCLIMA

che il lavoro da fare è ancora molto, in particolare stiamo chiedendo

«Il superbonus ha raggiunto uno dei

al governo di porre particolare attenzione al nuovo codice appalti

suoi primi obiettivi: portare all’interno

dell’Ue, con particolare riferimento all’applicazione dell’articolo 137,

del mercato anche i condomini»,

da parte delle stazioni appaltanti, affinché in tutta Europa, gli appalti

sottolinea

pubblici siano appannaggio delle aziende europee almeno per il

Assoclima,

50% del valore degli appalti stessi». Infine, «solo presidiando i temi

costruttori di sistemi di climatizzazione.

come sistema-paese possiamo avere il peso necessario nei lavori di

Il superbonus pesa molto nel mondo degli impianti: il 76% degli

definizione delle direttive europee: bisogna destinare maggiori risorse

interventi realizzati prevede come intervento trainante l’impiantistica.

alla sorveglianza del mercato», avverte Nocivelli.

«Assoclima e Assotermica hanno avviato una survey presso i loro

Marco

dall’Ombra

l’associazione

di dei

associati per capire come il superbonus abbia impattato sulla loro Stefano Casandrini

attività e uno degli elementi interessanti è che il 60% delle aziende

VICEPRESIDENTE ASSOTERMICA

ha integrato l’opzione dell’acquisto del credito nella propria offerta

(ANIMA CONFINDUSTRIA)

commerciale. Questo cambiamento è certamente avvenuto grazie al

«Anche il nostro sentiment su questa

fatto che le aziende possano poi cedere il credito al sistema bancario.

ripresa 2021 è che si stia ancora

Sicuramente un carico di lavoro aggiuntivo ma che ha portato anche

pescando

di

molta soddisfazione». Anche per l’associazione è chiaro che gli

incentivi. C’è ancora qualche problema

ecobonus 50 e 65% restano ancora quelli preferiti e più ampiamente

di definizione di alcuni passaggi da

utilizzati dalla clientela. «I dati di andamento del mercato della

parte dei nostri organi governativi,

climatizzazione hanno registrato nel 2020 un calo dell’8% rispetto

per

al 2019 ma con dinamiche molto diverse in base ai segmenti di

dalla

esempio,

vecchia

sulla

forma

riqualificazione

delle centrali termiche per il superbonus», chiosa il vicepresidente di

mercato, -2,5% residenziale e -17% commerciale, proprio perché è

Assotermica, Stefano Casandrini. «Il 2020 è stato caratterizzato dalla

stato maggiormente colpito dalle chiusure forzate».

anno di per sé non facilissimo per l’edilizia. Insomma, il rimbalzo del 2021 non sarà sufficiente per recuperare tutto ciò che è stato perso nell’annus horribilis, anche se ogni continente presenta le proprie dinamiche, anch’esse in divenire e soggette agli immancabili punti interrogativi che accompagnano questo tipo di analisi. Nel mondo, per esempio, tra i mercati che sembrano più interessanti dal punto di vista dello sviluppo delle costruzioni c’è l’Africa, date le dinamiche demografiche e standard di investimento pro-capite nel settore delle costruzioni ancora molto basse, anche se le incertezze non mancano. Una crescita è attesa anche per gli Stati Uniti e la Cina, che dopo uno stop nel 2020 solo del -0,2% nel 2021 attende un recupero del

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+5,7%. L’India tra qualche anno sarà il principale Paese al mondo per la popolazione, per cui per questo stato-continente si prospettano scenari di crescita molto interessanti. I VICINI DI CASA Per l’Europa, Bellicini sottolinea come i cambiamenti della politica economica determineranno un forte riposizionamento dei mercati, che sarà influenzato dalla capacità dei diversi settori di utilizzare le risorse disponibili. Riguardo le dinamiche del mercato Its, in Europa nel 2020 sono stati persi 30 miliardi di euro, anche se la caduta non è stata peggiore di quella del 2014. Le aree che mostrano segnali di recupero più A p r i l e

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temporale, ha visto una riduzione dell’11% di addetti del comparto Its, a fronte di quella del 44% delle altre imprese del settore costruzioni, e che a oggi vede coinvolti 410 mila operatori, con una dimensione media aziendale di 3,3 contro 2,27 addetti delle imprese degli altri settori. Una dimensione ancora molto contenuta ma, nota il direttore di Cresme «il nostro mercato è dimensionato alla domanda, ma c’è certamente lo spazio nei prossimi anni per una domanda più grande in arrivo». A ben guardare, «le funzionalità di aria e acqua sono forse le maggiori sfide per il futuro», grazie a standard tecnologici completamente rivoluzionati e in continua evoluzione. Una rivoluzione che non si restringe all’ambito residenziale, che già di per sé costituisce una piccola miniera, sia per quanto riguarda la riqualificazione sia l’implementazione da zero (c’è uno 0,5% di stock privo di impianti idrotermosanitari, può sembrare poco, ma va considerato in proporzione sul totale del parco immobiliare residenziale). rapido sono proprio il Sud Europa, con l’Italia protagonista (seconda in Europa per impianti, mentre la Germania mantiene comunque il primato di valore, l’Olanda segue al terzo posto) e anche alcune aree dell’Est Europa, in primis la Repubblica Ceca. La Germania è il principale mercato, ma mostra un recupero più lento. Secondo l’esperto del Cresme, se non si aprirà una nuova e drammatica crisi economica (in un mondo di incertezza come in quello in cui ci troviamo) dovremmo avere davanti una fase positiva di tre-cinque anni in cui bisognerà saper cogliere molto bene le opportunità offerte da uno scenario totalmente mutato rispetto al passato. IL MERCATO ITALIANO E arriviamo, dunque, ai dati che ci riguardano direttamente. In Italia, il ricavato delle vendite dei prodotti per l’impiantistica, effettuate direttamente dalle aziende produttrici nazionali nel 2020, si attesta a 31,3 miliardi di euro. Di questi, circa 20 miliardi sono stati destinati all’export e 11,3 miliardi al mercato nazionale, che a sua volta importa un valore di 6,5 miliardi dall’estero, per un totale del mercato d’impiego nel nostro Paese che si aggira intorno ai 17,8 miliardi di euro. Di questi, 14,5 miliardi (erano 15,6 nell’anno precedente) segnano il ricavato della distribuzione specializzata (rivendite) di materiali per impianti, sul territorio nazionale. L’importo totale incassato dagli installatori (termoidraulici, idraulici, eccetera) è pari a 25,9 miliardi (erano 27,6 nel 2019), e il ricavo delle imprese edilizie non specializzate e la spesa sostenuta per il fai-da-te si attesta a 5,9 miliardi (erano 6,6). Infine, 32,6 miliardi è la spesa sostenuta dall’utente o investitore finale nel 2020, a fronte dei 35,2 miliardi spesi nel 2019. Una filiera che, sommati tutti i fatturati delle diverse voci, nel 2020 ha raggiunto un valore di 71,7 miliardi di euro. Una nota interessante: le esportazioni italiane calano meno in Europa rispetto al resto del mondo. RIASSETTO IN VISTA Ci sono molti elementi che fanno pensare che il mercato dell’impiantistica abbia tutte le carte in regola per diventare il motore in grado di trainare la trasformazione del settore delle costruzioni. Uno di questi è la percentuale odierna di imprese di impiantistica sul totale del settore delle costruzioni: dal 2008 al 2018 è aumentata di quasi il 30% sul totale, nonostante il numero complessivo di imprese del comparto sia calato di circa l’8%. Bellicini punta il dito sull’occupazione che, nello stesso arco A p r i l e

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SOSTIENE ANGAISA Assonanza con quanto analizzato da Bellicini: l’osservatorio Angaisa, che monitora l’andamento del mondo della distribuzione Its, «ha consuntivato una perdita 2020 su 2019 di poco meno del 6%, e confrontando il dato di gennaio/febbraio 2021, abbiamo calcolato +4,7% sullo stesso periodo 2020 dunque, rispetto al periodo precedente allo scoppio della pandemia nel nostro Paese», ha puntualizzato Enrico Celin, presidente dell’Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrosanitari, Climatizzazione, Rivestimenti e Arredobagno. «Abbiamo buona fiducia nel ritenere che marzo 2021 sia ancora più in crescita di marzo 2019». Anche la distribuzione, insomma, è alle prese con l’interpretazione del quadro attuale, in cui c’è molto fermento da parte delle committenze, anche sulle vecchie agevolazioni, ovvero l’ecobonus 65% e il bonus ristrutturazioni al 50%. «Anche la distribuzione, insieme a tutti gli altri player della filiera, deve dimostrare di essere capace di interpretare una visione strategica del prossimo futuro: siamo di fonte alla necessità di fare rete e essere integrativi. Il 2021 può essere un anno di successo, soprattutto se saremo capaci di lavorare nell’integrazione», ha aggiunto Celin. Integrazione tra mondo elettrico, mondo idraulico e domotica, secondo il rappresentante della distribuzione Its, potranno essere una chiave di successo per il settore ma richiedono un forte cambiamento, fatto di investimenti in formazione per l’acquisizione di competenze che un tempo erano meno sentite dal mercato. Non da ultimo, l’avvicinarsi a ricoprire il ruolo di general contractor, per rispondere appieno alle esigenze che provengono dall’input delle agevolazioni. Senza dimenticare la digital transformation, che ormai fa parte di una nuova realtà quo- Enrico Celin, presidente dell’Associazione Nazionale Commercianti Articoli tidiana anche per i distributori Idrosanitari, Climatizzazione, di materiali per impianti. Rivestimenti e Arredobagno

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Focus Mce I D R OT E R M O S A N I TA R I - 3

QUANTA INNOVAZIONE

NELLA TERMOIDRAULICA Alla Mostra Convegno Expocomfort, in versione digitale, si sono affacciate imprese e visitatori alla ricerca di novità. Ecco una selezione delle proposte più interessanti presentate dalle aziende e un rapido sondaggio sul format online della fiera di Veronica Monaco

Caldaie già pronte per l'idrogeno Fabiano Liconti

direttore commerciale Italia Gruppo Ferroli www.ferroli.com Com'è andato il 2020? Nel 2020, anno della pandemia, siamo cresciuti di circa il 5%, mentre nel 2021 siamo oltre il 30%. Nonostante il lockdown e il fermo produzione nel periodo marzo-aprile dello scorso anno, abbiamo lavorato con gli stock a magazzino. Quindi, di fatto, l'azienda non si è mai fermata. Dopo un primo semestre complicato, abbiamo lavorato nel secondo semestre con una media di +21%

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rispetto al 2019. Questo trend ci ha permesso di coprire il calo di fatturato che abbiamo avuto nella prima parte dell'anno. Quali sono stati gli step che hanno caratterizzato il piano di rilancio aziendale? Nel 2016 è entrato come azionista di maggioranza nel capitale sociale del gruppo il Fondo Attestor Capital. Questa operazione di rilancio è stata rafforzata nel febbraio del 2019 con l'ingresso in azienda di Riccardo Garrè, in qualità di Ceo, che ha messo in atto una strategia di turnaround, come da indicazione di azionisti e stakeholder, finalizzata al riallineamento alla redditività operativa media del settore e a dare al gruppo delle prospettive di sviluppo. Dal 2019 è dunque partito un piano di rilancio dell'azienda in Italia, progetto che ha previsto un totale rinnovamento dei prodotti di consumo, quindi le caldaie murali, sia dal punto di vista del design che dell'innovazione tecnologica, e l'inserimento dei prodotti heat pump, cioè le pompe di calore. L'innovazione più grande ha però riguardato la trasformazione dell'azienda da società di produzione in società di servizi rivolti all'installatore, lavorando sia sul prevendita che sul postvendita. Quali sono i servizi che offrite oggi agli installatori? Abbiamo creato una community dedicata ai

partner Ferroli, a cui gli installatori possono iscriversi liberamente tramite una app. Attraverso questo strumento, per ogni prodotto acquistato, gli installatori possono ricevere benefit sotto forma di gift card, dai buoni benzina ai buoni Amazon, oppure abbigliamento da lavoro e corsi professionali. Oltre a premiare gli installatori, l'app ci permette di comunicare loro in tempo reale tutte le novità di prodotto, gli eventi, i webinar, oltre a fare attività promozionali ad hoc, lavorando massivamente su un territorio o una categoria di prodotti, oppure chirurgicamente sul singolo distributore per supportarlo nella fase di sell out. Questa attività ci sta permettendo di essere molto proattivi e di agevolare la rotazione dei prodotti presso i magazzini dei nostri clienti. Lanciata a metà febbraio 2020, poco prima del lockdown, oggi questa applicazione è utilizzata dal 50% dei nostri clienti. Formazione: come siete organizzati su questo fronte? Posso dire con orgoglio che Ferroli è una delle aziende che sta erogando più webinar di formazione sul mercato Italia, con sei-otto eventi tutte le settimane, per un totale di circa 900 ore all'anno. Abbiamo una struttura di 18 persone dedicate, che al momento si occupano dei corsi online. Nel nostro headquarter abbiamo anche una academy di A p r i l e

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circa 600 metri quadri, con tre sale tecniche e 107 prodotti installati funzionanti, e una sala dedicata interamente alle pompe di calore. Che cosa vi ha convinto a partecipare all'edizione Mce Digital? Gruppo Ferroli mancava da un po' di tempo a Mce. Dal 2019, però, il gruppo è in una fase di rilancio molto importante, quindi ci sembrava doveroso essere presenti anche quest'anno, nonostante la modalità totalmente diversa dall'evento in presenza: sia per onorare i nostri clienti, che ci stanno ripagando degli sforzi profusi in questi anni con risultati molto positivi, sia per dare l'opportunità di approfondire le novità. Dovevamo partecipare già lo scorso anno e avevamo realizzato uno stand molto bello. Poi, a causa del covid è stato tutto rimandato. Avete presentato novità di prodotto? Ogni due-tre mesi lanciamo un prodotto nuovo. In occasione della fiera abbiamo presentato due novità molto interessanti, frutto di accordi strategici con importanti aziende tecnologiche, volte proprio a rilanciare il brand Ferroli. La prima è quella con Vodafone, che ci ha permesso di presentare Sublime, la prima e unica caldaia con Iot (internet delle cose ndr) integrato. Grazie a una sim virtuale, appena la caldaia è alimentata elettricamente, risulta già connessa alla rete internet. Questo consente un telemonitoraggio continuo da parte della centrale Ferroli, ma anche un processo di autogestione della caldaia stessa che, in caso di problemi o in previsione di un malfunzionamento, verifica direttamente presso il magazzino del centro assistenza a cui è registrata se è disponibile il pezzo di ricambio. Qualora non fosse disponibile, la caldaia lo ordina direttamente in Ferroli. Ogni pezzo di ricambio è tracciabile, quindi appena il cliente firma la ricevuta di ricezione, la caldaia viene informata e contatta il centro assistenza per l'uscita del tecnico. La seconda novità? La seconda novità, con cui abbiamo vinto a ottobre 2020 il Premio Innovazione Smau, è frutto della partnership con Hevolus, partner internazionale di Microsoft per la Mixed Realityt. Con Hevolus abbiamo sviluppato una applicazione di realtà aumentata che consente all'installatore Ferroli di eseguire un sopralluogo virtuale presso il cliente finale. Attraverso un link via smartphone, senza scaricare nessuna applicazione, si stabilisce una videochiamata. L'installatore ha così modo di verificare che tipo di prodotto il cliente finale ha installato in casa, prendere A p r i l e

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le misure, mostrare nuovi modelli e come starebbero nell'ambiente prescelto, mandare fermo immagine, oltre a inviare i cataloghi e le offerte. In più, tramite degli occhiali a realtà aumentata, i centri assistenza possono collegarsi con un tecnico Ferroli, che direttamente dalla sede può assisterlo in caso di difficoltà per lavori di manutenzione in centrali di una certa importanza o sui sistemi ibridi. Dietro questa innovazione ci deve essere anche un'ottima organizzazione logistica. Sì, prima l'azienda disponeva di quasi 11 magazzini che gestivano i ricambi sparsi in tutta Europa. Oggi abbiamo creato a San Bonifacio, in provincia di Verona, dove ha sede l'azienda, il più grande centro di ricambi in Italia, dal quale garantiamo consegne in 24 ore, anche il sabato mattina. Ogni pezzo è tracciabile, in maniera tale che il centro assistenza può ordinare il pezzo e farlo arrivare direttamente a casa del cliente. Anche il vostro centro ricerche ha un ruolo importante. Quante persone vi lavorano e quanto investite in innovazione?

La maggior parte degli intervistati sembra soddisfatta. Ma non manca la nostalgia per i tradizionali eventi in presenza A livello mondiale il nostro reparto ricerca e sviluppo conta circa 150 ingegneri e tre diverse sedi, in Italia, in Cina e in Spagna. La nascita dei nuovi prodotti deriva da un'analisi approfondita del benchmark di mercato e dallo studio continuo da parte della divisione marketing dell'evoluzione normativa, a livello sia nazionale che internazionale. Per esempio, sono orgoglioso di comunicare che siamo l'unica azienda ad avere già in catalogo caldaie a condensazione H2 plug-in, cioè equipaggiate per riconoscere e adattarsi all’utilizzo delle nuove miscele di idrogeno e gas naturale, che nei prossimi sei-sette anni dovrebbero diventare il nuovo standard europeo. Chi sceglie una caldaia Ferroli H2 plug-in non sarà dunque costretto a cambiare generatore. Tra i vostri clienti ci sono anche i progettisti? Assolutamente sì. All'interno della Ferroli Academy contiamo 18 ingegneri, con due livelli di esperienza. Gli ingegneri senior hanno una profonda conoscenza dei prodotti e

degli aspetti normativi, e possono dare un contributo importante nella realizzazione di progetti complessi. Gli ingegneri più giovani lavorano invece sul territorio e assistono la rete commerciale. Infine, da poco abbiamo inserito delle nuove figure professionali, gli installator supporter, che assistono gratuitamente l'installatore, dall'acquisto del prodotto fino al primo avviamento. Che tipo di supporto offrite agli studi di progettazione? Oltre al supporto formativo attraverso i webinar, mettiamo a disposizione del progettista tutta la documentazione tecnica, che può essere scaricata direttamente dal nostro sito internet. In più, per i progettisti che si registrano al portale Ferroli, mettiamo a disposizione un «preventivatore», strumento di lavoro che, in base al generatore scelto, fornisce gli accessori specifici, gli schemi meccanici ed elettrici. Infine, in collaborazione con Harley Dikkinson e Poste Italiane, abbiamo chiuso un accordo per la gestione dello sconto in fattura: attraverso la funzione delega anche il progettista può iscriversi e gestire le pratiche per conto dei suoi clienti. La vostra rete di distribuzione comprende anche i rivenditori di materiali edili con reparti dedicati alla termoidraulica? Certamente. Per esempio, Zanutta e Orsolini sono nostri clienti. L'azienda vuole intercettare tutta la filiera, dal distributore Its al rivenditore edile o di materiale elettrico. Per noi è importante costruire un rapporto e un percorso di crescita reciproca, per cui non ci precludiamo nessuna strada. Quale sarà il prossimo passo dell'azienda? Da un punto di vista strategico è terminato il piano di rilancio, quindi stiamo rafforzando la struttura commerciale. Al momento abbiamo raddoppiato il numero di funzionari, proprio per andare a rafforzare la nostra presenza sul territorio. Vediamo i prossimi due-tre anni con ottimismo, anche in prospettiva del superbonus. Ancora non è decollato, ma pensiamo sarà un trend importante che assorbirà tutto il nostro settore e porterà molto lavoro. Come saranno le fiere una volta terminata l'emergenza covid? Le persone non torneranno facilmente a frequentare luoghi affollati. Le fiere post-covid resteranno un momento fondamentale, soprattutto in un settore come il nostro dove la presenza e il rapporto umano è ancora molto importante, ma saranno fortemente ridimensionate. Saranno eventi molto più concreti e focalizzati, con meno apparenza e più sostanza.

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Focus

Impianti solari chiavi in mano Luca Di Gianatale

responsabile marketing e comunicazione Cordivari www.cordivari.it Qual è la novità più importante che avete presentato a Mce e a quale tipologia di cliente si rivolge? La novità più importante riguarda i nuovi impianti solari termici con pompa di calore monoblocco, che abbiamo immesso sul mercato all'inizio di quest'anno. Si tratta di applicazioni residenziali per la produzione di acqua calda sanitaria per il riscaldamento e il raffrescamento estivo, proposte in pacchetti completi, già pronti per l'installazione, che vanno dalla centrale termica fino al terminale ventilconvettore. Quindi soluzioni chiavi in mano rivolte all'utenza domestica. Per questa tipologia di prodotti vi rivolgete all'installatore o vi appoggiate ai distributori? Questi prodotti arrivano sul mercato sempre attraverso i distributori di materiale termoidraulico e le rivendite edili. All'installatore e al progettista offriamo tutto il supporto necessario in termini di prevendita e postvendita attraverso i nostri centri assistenza, oltre a offrire il primo avviamento gratuito di tutti gli impianti. Quale consiglio dare ai rivenditori di materiali edili per approcciarsi nel modo giusto al mercato idrotermosanitario? È un mercato molto difficile e competitivo, come del resto quello dei materiali edili. Credo che l'approccio giusto sia quello di individuare dei partner che siano in grado di fornire un supporto sia in termini di soluzioni innovative che di servizi di prevendita.

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Che tipo di competenze sono necessarie per trattare i prodotti termoidraulici? È necessario conoscere le esigenze impiantistiche e termiche degli edifici per individuare le giuste soluzioni da proporre. Da diversi anni la nostra azienda organizza incontri di formazione rivolti anche ai rivenditori, per supportarli a livello tecnico. I corsi si tengono sia presso la nostra sede che presso i punti vendita, e ultimamente anche on-line. Com'è andato il 2020 e come sta andando il 2021? Il 2020 è stato un anno molto difficile. Abbiamo perso due mesi di fatturato, anche se da maggio in poi abbiamo recuperato tanto da chiudere l'anno solo in leggera flessione. Il 2021, invece, sembra partito in forte crescita, quindi ci aspettiamo un anno assolutamente positivo, con un incremento a due cifre. Che cosa vi ha convinto a partecipare all'edizione Mce Digital? Per Cordivari gli eventi fieristici sono un momento imprescindibile di condivisione e crescita, in cui mostrare al mercato le novità e incontrare fornitori, clienti e stakeholder. Da oltre 30 anni partecipiamo a fiere nazionali e internazionali e abbiamo voluto rinnovare la partecipazione a Mce, aderendo anche a questo format digitale. Crediamo molto in questa manifestazione, a maggior ragione in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo a causa del covid, abbiamo voluto esserci e non tirarci indietro. È la prima fiera in edizione digitale a cui partecipate? No, è la seconda esperienza. Abbiamo partecipato all'Ish di Francoforte ed è andata abbastanza bene. Certo, la fiera è qualcosa di molto diverso, ma penso che il digitale possa in qualche modo arricchirci quando si tornerà in presenza. Come saranno le fiere una volta superata l'emergenza covid? Sicuramente ci sarà una commistione tra evento in presenza e piattaforma online. Gli strumenti digitali possono aiutare ad approfondire alcuni aspetti o dare l'opportunità anche a chi non ha avuto modo di farlo presso lo stand di mettersi in contatto con l'azienda. Credo che in futuro torneremo a incontrarci fisicamente come abbiamo sempre fatto, magari focalizzandoci di più sulle cose importanti, e meno sugli aspetti di contorno.

Nuove macchine per il trattamento aria Massimiliano Baravalli

responsabile sviluppo e vendita VRF Clivet-Midea www.clivet.com www.hbt.midea.com Clivet e Midea Group: a quando risale questa alleanza? Da circa quattro anni Midea Group, multinazionale cinese tra le prime 500 aziende del mondo, ha acquisito l'80% di Clivet. Oggi l'azienda può vantare un portafoglio completo di soluzioni chiller, pompa di calore, packaged, mono e multisplit e VRF (Variable Refrigerant Flow). Avete delle novità? Sì, la più importante alla luce dell'attuale situazione pandemica è sicuramente la gamma di macchine per il trattamento dell'aria ElfoFresh Evo, per abitazioni e uffici da 90 a 250 metri quadrati, e Zephir 3, per grandi ambienti con portata fino a 14 mila metri cubi di aria, dotati di un efficiente sistema di recupero termodinamico attraverso uno scambiatore di calore a espansione diretta. Queste macchine sono dotate di filtri elettrostatici che consentono di abbattere le particelle di Pm10 e hanno un elevato potere microbicida. Sempre in quest'ottica abbiamo presentato la nuova gamma di pompe di calore di tipo rooftop per ambienti ad alto e medio affollamento, che possono essere dotate di filtri elettronici e di lampade Uv-C che utilizzano le radiazioni ultraviolette per purificare l’aria da batteri, muffe e virus. Infine, abbiamo presentato una nuova gamma A p r i l e

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di chiller fino a 1600 kW, adatti ai nuovi gas refrigeranti come l'R32, R1234ze e R513A. Altre novità in collaborazione con Midea? Con Midea, Clivet ha sviluppato tutto il settore a espansione diretta, cioè dagli split e i sistemi VRF per raffrescare ambienti molto voluminosi. Siamo in grado di offrire una gamma che va da 2,7 kW a 11 kW con macchine mono e multisplit, per applicazioni in ambito residenziale, mentre in ambito VRF proponiamo macchine fino a 90 kW con possibilità di collegare fino a 50 unità interne, con applicazioni che possono andare dal residenziale al commerciale e alberghiero. A quale tipologia di cliente vi rivolgete? Dall'utilizzatore finale, in caso di grossi impianti, ai progettisti, dagli installatori ai grossisti di materiale idrotermosanitario. In

questo caso, diciamo che un 40% dei nostri clienti è rappresentato dai grossisti termoidraulici, un altro 40% dagli installatori e il rimanente 20% dal canale diretto. Com'è andato il 2020 e come sta andando il 2021? Ottimamente. Nonostante il mercato dell'espansione diretta abbia segnato nel 2020 da -2 a -4% sui rack e -15% sui sistemi VRF, Clivet ha registrato un incremento del 20% sui primi e del 10% sui secondi. L'azienda è entrata in questo settore quattro anni fa, quindi è ancora facile guadagnare quote di mercato. Tuttavia, aver raggiunto questi risultati non è male, soprattutto con la pandemia in corso. Anche gli altri prodotti sono andati bene, e alla fine del 2020 abbiamo fatto registrato un incremento totale del 5%

sull'anno precedente. Il 2021 si prospetta in miglioramento, con un rimbalzo che dovrebbe farci oltrepassare il 10%. Il settore VRF già oggi registra una crescita del 30% rispetto all'anno scorso. Come saranno le fiere una volta superata l'emergenza covid? Mi auguro che si torni in presenza. All'inizio scambiare quattro chiacchiere in videoconferenza era anche divertente, a lungo andare però è una modalità di interazione un po' fredda. La fiera ha bisogno del contatto umano. Che cosa vi ha convinto a partecipare all'edizione Mce Digital? Non potevamo star lontano dai nostri clienti e volevamo approfittare dell'edizione digitale per presentare le nostre novità.

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Focus

La ventilazione diventa smart Massimo De Benedittis

sales area manager per il mercato Italia Vortice www.vortice.it Avete delle novità? Come anteprima assoluta possiamo citare sicuramente Bra.Vo, sistema domotico di ventilazione che si compone di tre prodotti: due aspiratori per l'estrazione dell'aria negli ambienti, uno da parete e uno da incasso, e un recuperatore di calore. Queste unità possono essere combinate per migliorare l’aria nei locali e raggiungere il massimo dell’efficienza, recuperando l'energia contenuta all'interno degli ambienti, che andrebbe altrimenti dispersa una volta aperte le finestre. Queste macchine hanno bassi consumi e dispongono di sensori che consentono loro di regolarsi in maniera automatica in funzione dei dati che rilevano all'interno dell'ambiente in cui sono installate, ma anche delle condizioni climatiche esterne. In più, grazie alla connettività wifi, si integrano perfettamente con i principali assistenti vocali come Google Assistant e Amazon Alexa. Insomma, è proprio un sistema intelligente di ricambio d'aria. L'utente ha comunque a disposizione una app con cui può eseguire tutta una serie di controlli e regolazioni per monitorare le macchine. Altri prodotti? Al sistema Bra.Vo si affianca anche una nuova gamma di recuperatori di calore per singoli ambienti. Si tratta di quattro modelli, due con diametro da 100 millimetri e due con un diametro da 160 millimetri. Questi prodotti hanno anche il vantaggio di avere un sensore di umidità incorporato e possono essere co-

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mandati attraverso un telecomando. Inoltre, stiamo presentando un prodotto di assoluta attualità rispetto all'emergenza pandemica che stiamo vivendo, cioè la serie di depuratori d'aria Depuro Pro e Depuro Pro Evo. Si tratta di sanificatori e depuratori portatili progettati per essere utilizzati in superfici che vanno dai 100 ai 150 metri quadrati, quindi vanno molto bene in uffici, negozi, studi medici. Queste macchine consentono una depurazione quasi assoluta degli ambienti grazie alla loro elevata capacità filtrante. In particolare, la coppia di filtri assoluti Hepa H14, usata anche in ambito medico, è in grado di trattenere inquinanti e microparticolati potenziali vettori di virus e batteri. La serie Depuro Pro Evo, in più, possiede al suo interno un modulo di fotocatalisi che, attraverso una lampada Uvc, è molto efficace nella sanificazione del flusso d’aria, anche contro il covid. Questa macchina è stata certificata presso i laboratori dell'Ospedale Sacco di Milano, e risulta quanto mai attuale. Avete già effettuato installazioni di questa macchina? Sì, abbiamo diverse referenze, soprattutto all'estero. In Italia abbiamo venduto Depuro Pro ad alcuni ospedali, studi medici e qualche scuola. Diciamo che questo prodotto sta avendo molta più richiesta all'estero, dove ci sono degli incentivi fiscali che ne facilitano la vendita. Che cosa vi ha convinto a partecipare all'edizione Mce Digital? Il gruppo Vortice ha sempre partecipato a Mostra Convegno Expocomfort. In questo momento in cui non è possibile partecipare in presenza, abbiamo voluto sostenere questa vetrina che per noi resta un evento molto importante per rimanere in contatto con tutta la filiera e dare un senso di continuità. Quali aziende compongono il gruppo? Vortice è l'azienda madre che si occupa della distribuzione dei prodotti attraverso le due filiere storiche del materiale elettrico e idrotermosanitario. Poi, c'è Vortice Industrial, che si occupa della produzione e vendita di prodotti per la ventilazione industriale. Infine, nel 2019 Vortice ha acquisito Casals, marchio spagnolo leader nell'aspirazione industriale, strategico sia per il mercato domestico che per l'export. Quali sono i plus di Vortice rispetto ad altre aziende presenti sul mercato? Il prodotto Vortice è storicamente riconosciuto come affidabile, di qualità e dal design ricercato. Nel corso di 60 anni di storia molti prodotti sono stati insigniti di vari riconoscimenti a

livello nazionale e internazionale. Di elevata reputazione, Vortice è sempre stato riconosciuta come azienda molto seria, soprattutto dal punto di vista delle politiche commerciali. Com'è andato il 2020 e cosa vi aspettate dal 2021? Il 2020 è andato abbastanza bene. Fino marzo i risultati sono stati decisamente buoni, con un incremento rispetto al pari periodo del 2019. Poi, con il lockdown si è creata una spaccatura e il fermo ha provocato un gap negativo che non siamo più riusciti a recuperare del tutto, nonostante la ripresa costante da maggio in poi. Se non ci fossero stati quei mesi di blackout avremmo raggiunto un risultato sicuramente positivo: non abbiamo chiuso in crescita ma è andata molto meglio di quanto ci aspettassimo. Il 2021 sta andando bene: nei primi tre mesi il comparto elettrico e idrotermosanitario sono stati molto performanti, quindi stiamo tornando ai livelli del 2019, se non qualcosa in più. Il desiderio è di chiudere con un incremento a doppia cifra, anche se molto dipenderà dall'andamento climatico delle stagioni estiva e invernale. La nostra sensazione vede comunque un mercato in crescita, non solo per le opportunità legate all'ecobonus, ma anche perché le persone hanno iniziato a riprendere in mano lavori che l'anno scorso hanno tenuto in stand-by. Quindi c'è fervore, c'è movimento. Come saranno le fiere una volta finita l'emergenza covid? Mi auguro di tornare alle fiere in presenza, in quanto momento di relazione, di contatto, di socializzazione, anche se la crisi pandemica che ha investito il mondo cambierà un po' i paradigmi degli eventi. Sicuramente le fiere saranno più contingentate, non ci saranno più le resse agli ingressi, ma saranno gestite in maniera più organizzata e scaglionata. La formula digitale restringe un po' le potenzialità. Il numero dei team member è limitato, è meno immediato il contatto e la relazione. È una formula sicuramente funzionale per la situazione attuale, ma non sostituisce la performance di una fiera in presenza.

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Focus

Purificatori a raggi Uv Gianluca Figini

air solution director LG Electronics Italia www.lgbusiness.it A quale tipologia di cliente si rivolgono i vostri prodotti? Al mercato residenziale, quindi al consumatore finale. Tuttavia, LG Electronics si rivolge anche al mondo B2B e in questo senso presentiamo delle novità, come i sistemi Vrf Multi V al cui interno abbiamo inserito le nuove unità interne a cassetta Dual Vane. In questo caso ci rivolgiamo a grandi aziende e tutti gli attori della catena del valore, dalle società di progettazione ai consulenti, dagli installatori ai rivenditori. Che cosa vi ha convinto a partecipare all'edizione Mce Digital? Volevamo dare continuità alla nostra presenza a Mce, a cui partecipiamo da molti anni. A causa di forza maggiore ci siamo dovuti adeguare a questi nuovi format: devo dire, però, che si tratta di piattaforme molto efficienti e le attività svolte hanno dato molta soddisfazione. Ormai ci siamo abituati a gestire in maniera digitale attività che in passato abbiamo sempre fatto fisicamente, velocizzando processi già in atto, ma che avrebbero impiegato più tempo per essere implementati. Avete presentato novità? L'innovazione è il motore della nostra azienda e abbiamo sempre tante novità. Le più importanti in ambito residenziale riguardano una caratteristica fondamentale di grande attualità, cioè la purificazione dell'aria. Grazie all'innovativa tecnologia

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Uvnano, che utilizza la luce ultravioletta dei raggi Uv-C, è possibile eliminare i microrganismi che potrebbero annidarsi sul ventilatore dell’unità interna. Questa tecnologia è applicata ad alcuni dei nostri prodotti di punta per la climatizzazione residenziale, cioè Dualcool Deluxe e Artcool Mirror. La purificazione dell'aria è il filo conduttore anche di altri prodotti che abbiamo presentato l'anno scorso come la gamma Dualcool Atmosfera e i purificatori free standing della gamma PuriCare. Inoltre, abbiamo interessanti novità per il mercato del riscaldamento e delle pompe di calore aria-acqua. Negli ultimi anni abbiamo rinnovato e ampliato l'offerta sia in termini di ampiezza che di profondità di gamma, e quest'anno stiamo lanciando due novità: uno scaldacqua in pompa di calore e il rinnovamento della gamma a serbatoio integrato. Sono prodotti di grande attualità, in linea con le recenti normative e i requisiti dei bonus legati alle varie forme di ristrutturazione, estremamente interessanti per il consumatore finale. Com'è andato il 2020 e come sta andando il 2021? Il 2020 ha avuto un andamento altalenante. È partito in modo estremamente positivo in tutti i comparti, poi all'inizio del lockdown c'è stato un arresto che ha coinvolto tutte le famiglie di prodotto, sia nel residenziale che nei grandi progetti, congelati a causa della pandemia. Da giugno c'è stata una progressiva ripresa, che è proseguita fino al mese di dicembre, estremamente significativa negli ultimi mesi dell'anno, con crescite a doppia cifra, difficili da vedere anche negli anni passati. Quindi, c'è stato un recupero e alla fine dell'anno abbiamo chiuso in maniera stabile rispetto al 2019, migliorando la nostra quota di mercato. Per il 2021 ci sono invece buone prospettive, l'anno è partito molto bene e la campagna stagionale si è conclusa in maniera positiva. Ora chiaramente gli incentivi statali giocheranno un ruolo fondamentale, e anche il superbonus sta diventando sempre più concreto, alimentando le vendite di climatizzazione e riscaldamento, che LG Electronics sta proponendo insieme al fotovoltaico. In qualità di produttore di pannelli fotovoltaici, infatti, vogliamo sfruttare la sinergia

tra pompe di calore e pannelli, soprattutto in ottica di superbonus. Come saranno le fiere una volta superata l'emergenza covid? Se da una parte la digitalizzazione ci ha portato maggiore efficienza, dall'altra parte vengono meno tutti gli aspetti relazionali che sono fondamentali nelle fiere. Spero che manifestazioni come Mce, una delle più significative per il comparto Hvac, torneranno alla normalità il più presto possibile.

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Focus

Un radiatore a piastra basculante Mara Margutti

marketing communication & PR manager Zehnder Group Italia www.zehnder.it Avete presentato delle novità e per quale tipologia di cliente? Come sempre ci rivolgiamo all'impiantista, al progettista e a tutta la filiera dei rivenditori. Come prodotti nuovi abbiamo proposto Zehnder Timia, che entrerà nel nuovo listino in vigore da giugno. Si tratta di un radiatore a piastra, che ha però la possibilità di essere basculante, offrendo interessanti funzionalità, anche sul fronte della pulizia. Abbiamo presentato poi una variante dell'unità per la ventilazione meccanica controllata Zehnder ComfoAir Q e delle nuove bocchette estetiche sempre per la Vmc. Diciamo che più che un prodotto, Zehnder vuole puntare molto sul tema del benessere e del comfort nella propria casa. Com'è andato il 2020 e come sta andando il 2021? Considerando la situazione pandemica a livello mondiale, possiamo dire che l'anno 2020 è stato comunque un buon anno che ci ha permesso di avere dei risultati soddisfacenti. Il 2021 si sta configurando come un anno con elevate prospettive. Il 2021, invece, ha delle ottime prospettive, al di là del superbonus 110%. Ogni individuo ha rivalutato la propria abitazione con l'intenzione di investire nel proprio comfort indoor. Ci auguriamo che tutto il comparto dell'edilizia proceda con questo trend positivo. Come saranno le fiere una volta superata

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l'emergenza covid? Sicuramente le fiere di settore torneranno a esserci, quando e come è tutto ancora da definire. Troppe le incognite che ci vietano di dare una valutazione certa ora. Certo è che siamo cambiati tutti noi ed è cambiato il nostro modo di relazionarsi. Che cosa vi ha convinto a partecipare all'edizione Mce Digital? Abbiamo condiviso con la direzione della fiera che fosse importante organizzare "un ponte" dalla precedente edizione a quella prevista per il prossimo anno. Abbiamo gradito l'iniziativa della versione on line che reputiamo interessante, soprattutto se affiancata a delle soluzioni in presenza.

L'acqua è più dolce e costa meno Aldo Frati

business development manager Hydropath Italia www.hydropath-italia.it Qual è la tipologia di cliente più importante? Principalmente installatori e rivenditori, interlocutori che abbiano una mentalità aperta e una predisposizione alle nuove tecnologie. I nostri dispositivi sono piuttosto innovativi e presentano una tecnologia completamente differente rispetto alle tradizionali modalità con cui oggi si opera per evitare la formazione di calcare negli impianti idraulici e di riscaldamento, cioè l'addolcimento o l'utilizzo di polifosfati. Il condizionatore d’acqua Hydropath, invece, attraverso onde elettriche, agisce sulle molecole di calcio, senza modificare la struttura chimica dell'acqua ed evitando la formazione di incrostazioni di calcare. Quali sono i plus della vostra tecnologia? I nostri prodotti sono già consolidati molti anni. Ne sono stati venduti più di un milione in tutto il mondo e dagli anni '90 vengono consigliati dalla British Gas come protezione delle caldaie. Il vero elemento di novità, che ci pone in una posizione estremamente vantaggiosa sul mercato, è l'uscita avvenuta a gennaio della nuova direttiva europea 2020/2184, la cosiddetta Drinking Water Directive, che esplicita parametri piuttosto stringenti per il trattamento dell'acqua, e sposa in pieno le caratteristiche principali del nostro prodotto. Innanzitutto, la direttiva indica chiaramente che i sistemi di trattamento dell'acqua a uso alimentare non devono pregiudicarne la potabilità o alterare la composizione chimica, cosa che invece avviene con sistemi tipo l'addolcimento che, oltre a rimuovere minerali preziosi per l'organismo come calcio o magnesio, aggiungono sodio, che fa male alla salute e altera i sapori. La nostra tecnologia, invece, non modifica la composizione chimica dell'acqua, che arriva intatta fino A p r i l e

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al rubinetto di casa. Un altro parametro è relativo ai materiali a contatto con l'acqua potabile. Se finora godevano di una sorta di autocertificazione, per cui il produttore ne dichiarava la non nocività per la salute umana, in futuro questi materiali dovranno essere certificati da laboratori accreditati. Il vantaggio dei nostri sistemi è che non entrano affatto in contatto con l'acqua, ma nascono per essere alloggiati intorno alla tubazione di ingresso. Questo sistema protegge anche dalla legionella? Esatto, l'induzione del campo elettrico generato dal sistema HydroPath garantisce anche un efficace trattamento antibatterico. Questa funzione antibatterica trova una particolare applicazione anche nella lotta alla legionella, con un plus importante. Il nostro sistema, infatti, non solo ha una funzione battericida, ma rimuove il biofilm presente nelle condutture andando ad impedire la formazione di nuove colonie. A chi si rivolge in modo particolare questa tecnologia? HydroPath abbraccia in maniera trasversale il privato, le industrie e i progettisti. Dal mio punto di vista i maggiori fruitori saranno i

privati. L'addolcitore oggi la soluzione più adottata contro il calcare, ma richiede spazio, una installazione idraulica, una costante manutenzione e costi elevati per il sale e per la sostituzione periodica delle resine. I nostri dispositivi, invece, non richiedono alcun intervento di personale specializzato o manutenzione e hanno una durata di decenni. Se si cambia casa, si smonta il dispositivo grande poco più di uno smartphone, e lo si monta nella nuova abitazione. Tra qualche anno usare l'addolcitore sarà come usare oggi il fax. Com'è andato il 2020 e che cosa vi aspettate per il 2021? Il 2020 è andato bene, compatibilmente con la pandemia. Abbiamo registrato una crescita di qualche punto percentuale rispetto al 2019. Le prospettive per il 2021 sono positive e questo è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di partecipare a Mce Digital. C'è una forte attenzione alla sostenibilità, la nostra tecnologia ha un impatto zero sull'ambiente e riteniamo che questo possa aiutarci ulteriormente nel nostro percorso di crescita. Stiamo puntando molto sul mercato italiano, dove prevediamo una crescita a doppia cifra, e siamo alla ricerca di agenti e rivenditori di materiale idrotermosanitario per diffondere

ancora di più il nostro prodotto. A livello di prezzo, come si colloca il vostro prodotto? I nostri dispositivi costano molto meno degli addolcitori all'acquisto, in più non hanno oneri di installazione e di manutenzione e il consumo di energia elettrica è assolutamente trascurabile, meno della spia della televisione. Che cosa vi ha convinto a partecipare all'edizione Mce Digital? Carboli è distributrice in esclusiva del sistema inglese Hydropath, oltre a commercializzare diverse altre tecnologie per il trattamento dell'acqua. Rivendite Its, progettisti e idraulici sono tutti potenziali clienti dei nostri prodotti. Tutti gli impianti che utilizzano l'acqua possono trovare una naturale applicazione dei nostri dispositivi per eliminare il problema calcare. Come saranno le fiere una volta finita l'emergenza covid? Credo ci sia una gran voglia di tornare a stringersi la mano guardandosi negli occhi. Questi eventi digitali sono benvenuti perché consentono comunque di fare networking e creare contatti, ma quando sarà possibile tornare in presenza, le fiere torneranno ad avere un ruolo prioritario.

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Focus

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A quale tipologia di cliente vi rivolgete? Alle medie e grandi aziende che operano nel settore della distribuzione. Siamo in grado di offrire soluzioni per ogni complessità

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ed esigenza gestionale, dalla gestione della marginalità alla gestione dei listini, degli sconti, delle promozioni, alla gestione dei budget verso i fornitori alla gestione dei premi. Siamo un'azienda che investe molto nella ricerca e sviluppo e da quando siamo nati, nel 1984, abbiamo avuto solo clienti nel mondo della distribuzione, sviluppando negli anni un ecosistema di soluzioni che danno una risposta a 360 gradi a questo settore. Un valore aggiunto che altri competitor non possono vantare. Avete presentato delle novità? Novità che integrano il nuovo standard internazionale di classificazione per i prodotti tecnici, ETIM. Abbiamo integrato questo sistema sia nella parte del gestionale che dell'e-commerce, e in questo modo è possibile comparare tipologie di prodotti con le stesse caratteristiche, indipendentemente dal marchio. Com'è andato il 2020 e come sta andando il 2021? Cambiare un sistema informativo implica

la possibilità di lavorare assieme al cliente gomito a gomito e il 2020 ci ha impedito in buona parte di iniziare collaborazioni attive. Tutto è stato rimandato al 2021, anno in cui ci siamo prefissati di portare a casa i risultati attesi lo scorso anno. Come saranno le fiere una volta superata l'emergenza covid? Sicuramente questa situazione pandemica porterà dei cambiamenti. Non sarà tutto diverso, ma qualche cambiamento nel modo di approcciare il prossimo ci sarà. I rapporti diretti rimarranno, ma gli strumenti digitali ci daranno una mano a ottimizzare i nostri tempi e le attività di tutti i giorni. Che cosa vi ha convinto a partecipare all'edizione Mce Digital? VM Sistemi da 37 anni è sul mercato come azienda nello sviluppo e realizzazione di sistemi software per la distribuzione organizzata. A Mce possiamo incontrare numerose realtà distributive a cui presentare le nostre soluzioni.

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Dossier MULTIPOINT LA SFIDA A CHI CRESCE DI PIÙ Anche quest'anno il Centro Studi YouTrade ha interrogato un numero significativo di distributori di materiali edili che gestiscono più di un punto vendita. L'anno per il settore si prospetta positivo e anche il 2020 non è andato male, considerando la sciagura del covid. Ma il futuro è pieno di interrogativi: aumentare ancora la dimensione oppure accontentarsi?

a cura del Centro Studi di Youtrade schede a cura di Veronica Monaco

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LA CLASSIFICA

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I GRANDI SONO SEMPRE PIÙ GRANDI Dall’analisi del bilancio di 40 multipoint emerge che le imprese con una crescita migliore del fatturato sono quelle oltre la soglia dei 100 milioni di euro, con un aumento del 12,%, seguite da quelle con ricavi compresi tra 10 e 20 milioni di euro di Federico Della Puppa

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INDICATORI DELLA COMPETITIVITÀ DEI MULTIPOINT FATTURATO 2019

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LE MIGLIORI PERFORMANCE DI FATTURATO MULTIPOINT

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Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

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ARCHIVIO DOCUMENTALE ONLINE ACCESSIBILE AI CLIENTI DOSSIER MULTIPOINT

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UN 2021 IN RECUPERO DOSSIER MULTIPOINT

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UNA MARCIA IN PIÙ CON LE DIVISIONI SPECIALIZZATE DOSSIER MULTIPOINT

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Da sinistra: Giuseppe Dal Maistro, Roberto Battocchio e Fabio Garzotto

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NOVITÀ SUL FRONTE DELLA LOGISTICA CARTA D’IDENTITÀ

Rino Orsolini

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DOSSIER MULTIPOINT

GESTIONE FAMILIARE ED ESPERIENZA AL SERVIZIO DEL CLIENTE CARTA D’IDENTITÀ

Roberto Raminelli

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DOSSIER MULTIPOINT

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DOSSIER MULTIPOINT

INVESTIMENTI PER LA DIGITALIZZAZIONE CARTA D’IDENTITÀ

Giancarlo Demuro

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DOSSIER MULTIPOINT

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DOSSIER MULTIPOINT

IL SITO WEB SARÀ PIÙ INTERATTIVO CARTA D’IDENTITÀ

Federico Mattei

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DOSSIER MULTIPOINT

APERTI ANCHE A NUOVE AGGREGAZIONI CARTA D’IDENTITÀ

Enrico Chistè

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LOGISTICA DEL MAGAZZINO AL CENTRO DEL PROGETTO CARTA D’IDENTITÀ

Thomas Kerschbaumer

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SALE IL FATTURATO, MA ANCHE I PREZZI DEI MATERIALI CARTA D’IDENTITÀ

Brunetto Fanti

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UN’AMPIA GAMMA DI PRODOTTI CERTIFICATI CAM CARTA D’IDENTITÀ

Da sinistra, Michele Labellottini e Luca Passini

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E SISTEMI TERMO-ISOLANTI PER INFISSI

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PREMIATA E RICONOSCIUTA TRA LE ECCELLENZE PRODUTTIVE ITALIANE

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DA SESSANT’ANNI VERSO IL FUTURO “Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso” (Nelson Mandela)

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SCOPRI IL PROGETTO DeFAVERI al cubo

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AD: ALTRARETE.COM

MONOBLOCCHI COIBENTATI


DOSSIER MULTIPOINT

IL 2020? CHIUSO CON UN AUMENTO A DUE CIFRE CARTA D’IDENTITÀ

Da sinistra Gianluca e Vincenzo Zanutta

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DOSSIER MULTIPOINT

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ivendite STELDO

PRIMI IN TRENTINO E NON CI FERMIAMO

Il multipoint, che ha una speciale partnership con il Gruppo Miniera San Romedio, progetta un’ulteriore espansione e ha saputo sfruttare lo strumento dello shopping online, accanto ad attività tradizionali come il noleggio di macchine. E nel 2021 prevede di crescere a due cifre di Veronica Monaco

Alessandro Mereghelli, direttore commerciale del Gruppo Miniera San Romedio

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Enrico Chistè, socio e responsabile commerciale di Steldo

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Il team di Steldo. Sotto, l'esterno della sede a Riva del Garda

«G

entilissimi, grande showroom e vasta scelta», «Prodotti di eccellenza al giusto prezzo... bravi», «Ottimi consigli, pazienza e sempre pronti! vasta scelta per creare la vostra casa ideale». Sono alcune delle recensioni che si leggono online dei clienti di Steldo, multipoint della distribuzione edile con sette punti vendita in Trentino, in grado di offrire un servizio per tutte le fasi di progetto, dall’idea iniziale alla posa. Una specializzazione a 360 gradi, che conta anche su partnership storiche con le aziende produttrici leader del mercato, come il Gruppo Miniera San Romedio che, con il marchio Tassullo, lavora insieme a Steldo da oltre 25 anni. «Diciamo sempre che, prima di sposare i nostri clienti, bisogna sposare i fornitori», afferma Enrico Chistè, socio e responsabile commerciale della rivendita. «Esempio ne è il nostro rapporto con Tassullo, oggi marchio del Gruppo Miniera San Romedio. Un sodalizio che dura da oltre 25 anni e che abbiamo mantenuto anche negli anni più difficili dell’azienda. Siamo stati tra i clienti che non l’hanno mai abbandonata. La nuova proprietà ci ha riconosciuto questa fedeltà e oggi ci tiene in considerazione come uno dei suoi maggiori partner». Domanda. Quali sono i motivi che vi hanno portato a continuare a scegliere Tassullo? Risposta. Una delle nostre principali caratteristiche è quella di non cambiare i fornitori, se non in casi eccezionali, e di portare avanti i rapporti negli anni. Il fornitore ti dà la sicurezza di avere alle spalle A p r i l e

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Rivendite CON TASSULLO UN MATRIMONIO CHE DURA DA 25 ANNI

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L’appartenenza geografica a uno stesso territorio, il Trentino, è forse

la rivendita?

l’ingrediente segreto che ha cementato la partnership ultraventennale

R. Abbiamo prodotti con una storicità consolidata, dai rasanti alle

tra Steldo e Tassullo, oggi marchio del Gruppo Miniera San Romedio.

finiture, dai collanti per cappotti a tutta una serie di prodotti a base di

Nato nel 2018 per salvaguardare il know-how centenario di Tassullo,

calce idraulica naturale che hanno molta richiesta sul mercato.

che aveva attraversato un periodo di difficoltà aziendali, il gruppo

D. Quali sono i principali servizi che offrite al rivenditore?

è tornato ai livelli di piena produzione, con un assetto societario

R. Siamo in grado di proporre un servizio alla progettazione, che in

rinnovato che ha ricostruito una rete commerciale efficiente e capillare.

parte supporta anche la distribuzione edile. Tassullo infatti punta a

«Il prodotto non ha mai avuto problemi, ha sempre funzionato,

un approccio tecnico che spesso aiuta il rivenditore a risolvere delle

garantendo sempre un’ottima qualità», spiega Enrico Chistè di Steldo.

criticità o richieste che arrivano dall’impresa stessa o dal progettista.

«Il problema era nell’organizzazione aziendale. La nuova proprietà è

D. Come rispondete al bisogno di formazione delle rivendite

riuscita a ricostruire l’affidabilità del marchio, offrendo organizzazione

e dei suoi clienti?

e presenza dove prima c’era l’abbandono». «Quando siamo partiti

R. Abbiamo collaboratori e key account tecnici in grado di fare

due anni fa, la nostra sfida principale è stata quella di riconquistarci la

formazione sia alla forza vendita dei rivenditori che ai clienti finali. In

fiducia e la credibilità sul mercato, e ci siamo riusciti grazie soprattutto

funzione delle richieste che arrivano, siamo in grado di proporre la

alla qualità dei prodotti», afferma Alessandro Meneghelli, direttore

soluzione più corretta.

commerciale del Gruppo Miniera San Romedio. «Abbiamo chiuso il

D. Come avete fatto nel periodo di emergenza covid?

2020 con un incremento del 20%, un risultato in netta controtendenza

R. Abbiamo attivato una serie di webinar rivolti ai vari ordini professionali

con tutti gli indicatori di mercato, che ci ha dato grande soddisfazione.

e organizzato meeting su appuntamento per formare il personale delle

Siamo in fase di investimento e stiamo puntando anche a nuovi mercati,

rivendite. Quando si tornerà in presenza vogliamo tornare ai corsi

quindi siamo ottimisti anche per il futuro».

formativi in presenza in sede e offrire la possibilità di far visita alla miniera,

Domanda. Quanti rivenditori il Gruppo Miniera San Romedio

un’esperienza unica che lascia in tutti un bellissimo ricordo.

ha come partner sul territorio nazionale?

D. Qual è il prossimo obiettivo dell’azienda?

Risposta. Abbiamo un pacchetto clienti che sfiora le 1800 unità e i

R. Miriamo a essere presenti in modo più capillare e siamo alla ricerca

rivenditori equivalgono a oltre l’80% del fatturato.

attiva di personale. Recentemente abbiamo inserito nuove figure,

D. Il rapporto tra Tassullo e Steldo è storico. Come si articola il

solo nella direzione commerciale

vostro rapporto con gli altri rivenditori?

abbiamo

R. Abbiamo rapporti sia con i gruppi di acquisto che con i rivenditori

assunzioni, puntando su persone

indipendenti. Lo zoccolo duro del nostro fatturato è il Nord Est, anche

con una comprovata formazione

per motivi storici e produttivi, vista la presenza dei due stabilimenti

tecnica, che ci facciano fare un

a Ville d’Anaunia e Mollaro, in provincia di Trento. Oggi copriamo

salto di qualità.

completamente il territorio nazionale, da Vipiteno alla Calabria, e

D. A fine 2021, qual è la vostra

stiamo puntando alla Sicilia. Ci arrivano richieste anche da zone in cui

proiezione?

fatto

sei

nuove

non c’è copertura commerciale e questo ci dà grande soddisfazione.

R. Una crescita a doppia cifra.

Abbiamo inoltre un’importante quota di fatturato all’estero, soprattutto

D. In questo momento c’è

in Austria e Germania, e stiamo cercando di aumentare ulteriormente il

scarsità di materia prima.

nostro raggio di azione.

Come

D. Quali sono i plus che offrite ai rivenditori?

questa situazione?

R. Tassullo è un marchio con oltre 110 anni di storia, e la calce idraulica

R. Abbiamo in casa le principali

naturale è il prodotto che ci ha fatto conoscere in tutto il mercato

materie prime e abbiamo scorte

nazionale. Oltre all’innegabile qualità del materiale, puntiamo a

importanti che ci garantiscono il

valorizzare le materie prime, sia il legante che l’inerte stesso, garantendo

fabbisogno ordinario, quindi ci

soluzioni che diano un valore aggiunto al distributore. Vogliamo

sentiamo abbastanza tranquilli.

smarcarci dalla logica del prezzo e offrire un approccio più tecnico, per

Siamo comunque alla ricerca attiva

aggiungere valore al lavoro del rivenditore e lavorare in sinergia.

di ulteriori fornitori per evitare

D. Quali sono le principali soluzioni che distribuite attraverso

possibili difficoltà produttive.

state

affrontando

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una base certa e sicura, per poter offrire poi un certo tipo di servizio ai clienti. Per le finiture abbiamo scelto Tassullo perché è un partner naturale. A parte la vicinanza geografica, l'azienda offre veramente degli ottimi prodotti rivolti al benessere dell’abitazione. Il cliente che usa i prodotti Tassullo ne percepisce effettivamente la salubrità e ne riconosce i plus. Steldo non cerca il partner più economico, ma quello

Interni della sede Steldo a Riva del Garda

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Rivendite

Diversi angoli espositivi di arredo in showroom

che lascia la sensazione migliore sul costruito. D. Quali sono gli altri marchi che attualmente trattate in rivendita che vi offrono un forte valore aggiunto? R. Generalmente preferiamo i leader del mercato, perché abbiamo bisogno di partner forti con cui fare progetti a lungo termine e operazioni ben precise sul territorio. Oltre Tassullo, tra i nostri partner principali ci sono Xella, Mapei, Soprema, Danesi, Grigolin, Panaria, Alfa Acciai, Fassa Bortolo, Unilin, Florim, Garofoli e altri. D. Che realtà è Steldo oggi? R. È orgogliosa di essere la prima azienda in Trentino nella distribuzione

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di materiali edili. Abbiamo raggiunto una posizione consolidata con diversi punti vendita su tutto il territorio provinciale e, in un futuro non troppo lontano, vogliamo crescere ulteriormente per coprire le aree in cui non siamo ancora presenti, rimanendo però in Trentino. Steldo è frutto della fusione tra due aziende storiche del Trentino-Alto Adige: la Edilmateriali Chistè e la Parolari Gildo. Nel 2012 io e mio fratello e i fratelli Parolari abbiamo deciso di «sposarci» e creare un’unica azienda, caratterizzata da uno stile familiare e da forti radici nel territorio. D. Quanti punti vendita avete attualmente? R. Oggi Steldo ha sette punti vendita. Siamo partiti nel 1989 con il A p r i l e

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Uffici Steldo. A sinistra, alcuni macchinari nell'area colorificio

primo punto vendita a Riva del Garda, oggi sede dell’azienda. Poi, siamo cresciuti fino ad arrivare a sei punti vendita nel 2020. Quest’anno, a marzo, abbiamo aperto un nuovo punto vendita a Cimego (Trento) e per l’anno prossimo abbiamo intenzione di aprirne un’altro, sempre in Trentino. D. Perché non in altre regioni? R. Siamo convinti che in Trentino possiamo portare avanti la nostra filosofia di distribuzione. In altre regioni ci sono competitor con altre strutture e filosofie aziendali, e sarebbe molto più difficile. D. Come sono distribuiti i vostri punti vendita sul territorio? R. Negli anni abbiamo cercato di razionalizzare la nostra presenza territoriale cercando di posizionare i punti vendita a una distanza ben definita. La nostra idea è che un magazzino debba avere massimo 20

chilometri di influenza per seguire il cliente in maniera capillare. Quindi, nel tempo abbiamo chiuso punti vendita che non avevano ragione di esistere e aperto nuovi magazzini, ovviamente nell’ambito del nostro territorio di competenza, proprio per dare ai nostri clienti una copertura e un servizio migliori. Ovunque si trovi a lavorare, il nostro cliente ha sempre un punto vendita Steldo a cui appoggiarsi. D. Steldo però da qualche anno porta avanti anche un progetto di shop online: come siete strutturati? R. Mio fratello ha sempre visto lungo e circa cinque anni fa ha avviato questo progetto. Abbiamo aperto il nostro portale www.steldoshop.it e abbiamo raggiunto numeri molto interessanti. L’anno scorso molti si sono lanciati a capofitto nell’e-commerce, perché sembrava fosse l’unico modo di vendere durante la pandemia, ma la vendita online è un’attività

Minisilos Tassullo. A destra, forniture in partenza

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Rivendite

Due addetti al magazzino e alcune aree di stoccaggio

che va pensata e costruita in maniera strategica e ci vogliono anni prima che funzioni. A parte qualche vendita spot piuttosto originale, per cui capita di spedire un pennello a Milano o un barattolo di vernice a Firenze, devo dire che l’e-commerce è molto interessante e permette di raggiungere un numero di persone impensabile con i metodi tradizionali di promozione. Inoltre, lo shop online ci permette di ideare piani su misura su prodotti ben specifici insieme a determinati fornitori, operando in maniera molto più capillare sulla clientela. D. Con la pandemia avete organizzato iniziative commerciali particolari? R. Appena arrivata la pandemia, abbiamo capito subito che le cose stavano cambiando velocemente. Oltre a promuovere l’e-commerce, abbiamo realizzato un progetto molto più mirato tramite Whatsapp con numeri dedicati per ricevere gli ordini da parte dei clienti. Tutte le mattine ricevevamo gli ordini in chat e nello stesso pomeriggio dalle filiali partivano i furgoncini per fare le consegne. Consegnavamo qualsiasi cosa, dalla fioriera al prato sintetico, dal barattolo di colore alla

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ferramenta. Abbiamo fatto un lavoro che non mi sarei mai aspettato e devo dire che il team è stato fantastico. D. Passata la pandemia, tra le novità organizzative che avete messo a punto, c’è qualcosa che manterrete? R. Quello che è stato fatto è stato dettato dall’emergenza, ma ci ha dimostrato di avere una squadra vincente. Ci siamo trasformati tutti in addetti al colorificio, tutti siamo saliti sul furgone per fare le consegne, il team è diventato molto più forte e affiatato. Non abbiamo praticamente mai chiuso, i nostri clienti sono stati sempre seguiti al massimo, e siamo veramente orgogliosi dei risultati raggiunti. Tutto questo è stato possibile anche grazie al fatto di avere un’azienda a carattere famigliare, che ha permesso di avere una struttura molto più snella e reattiva al cambiamento. D. Qual è stato il fatturato dell’azienda nel 2020? R. Grazie al grande impegno dei nostri collaboratori, nel 2020 abbiamo mantenuto lo stesso fatturato dell’anno precedente, chiudendo a 18 milioni di euro. Siamo davvero contenti perché mantenere il fatturato A p r i l e

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in un anno così difficile, migliorando anche la redditività, non è da tutti. D. Come sta andando invece il 2021? R. Avendo aperto un magazzino nuovo, il 2021 è in crescita. Abbiamo anche grandi aspettative legate al superbonus. Finora abbiamo realizzato tantissimi preventivi e seguito con servizi di consulenza gli studi tecnici, ma a oggi non abbiamo ancora concretizzato alcun lavoro. Sono tuttavia convinto che succederà presto e che il superbonus porterà grandi numeri su alcuni comparti ben specifici, anche se questa bolla speculativa che si è creata sulle materie prime sta mettendo in seria difficoltà i produttori, soprattutto di Eps. Diciamo che se dovessimo partire domani con tutti i lavori che abbiamo in cantiere, saremmo in seria difficoltà nelle forniture. D. Per quanto riguarda il superbonus, come siete strutturati per rispondere alle richieste dei clienti? R. Avendo una struttura ben organizzata, abbiamo deciso di creare un team dedicato solo ai bonus fiscali in grado di offrire assistenza e consulenza. In più siamo in grado di prenderci in carico il credito d’imposta grazie alla nostra elevata capienza fiscale. D. Negli ultimi anni la rivendita di materiali edili si sta trasformando: come vede il futuro della distribuzione in Italia? R. Il futuro non è delle piccole aziende, ma delle aziende strutturate. Vista la frammentazione della nostra distribuzione edile, il processo di trasformazione non sarà così veloce, ma in futuro molte piccole rivendite non avranno grandi prospettive. Il mercato sta cambiando, il cliente chiede sempre più preparazione e materiale in pronta consegna, quindi servono aziende in grado di operare sul territorio in maniera organizzata e coordinata, offrendo servizio, consulenza, assistenza, partnership. Steldo opera proprio in questa ottica, cercando di seguire il cliente dall’inizio del cantiere fino all’ultima finitura. Il nostro pacchetto è veramente completo: abbiamo un centro per la lavorazione del ferro, offriamo un servizio di consegna e posa di muri prefabbricati e solai, abbiamo un colorificio e ne apriremo a breve un altro, abbiamo posatori assunti come dipendenti che assicurano un lavoro a regola d’arte in tempi precisi. Insomma, siamo in grado di seguire il cliente a 360 gradi. D. Ma seguire il cliente a 360 gradi non complica troppo il lavoro del rivenditore? R. Non siamo una rivendita tipica. Diciamo che se fossimo in un altro territorio approcceremmo il lavoro in maniera differente. Qui in Trentino, invece, con valli strette e numerose difficoltà di accesso, il cliente ha bisogno di avere un referente unico. Il fatto, poi, di essere disponibili, versatili, non dire mai di no, ci ha reso più amici che fornitori dei nostri clienti, instaurando rapporti che spesso vanno al di là del lavoro. E con il passaparola sono loro stessi a procurarci altro business. D. In questo tipo di servizio non può mancare il noleggio di

macchine e attrezzature: come siete attrezzati? R. Offrire il servizio di noleggio in prima persona era un investimento troppo oneroso, quindi da circa dieci anni abbiamo siglato una partnership con la TecnoEdil di Trento, che ci fornisce un parco macchine senza limiti. Abbiamo poi ampliato il servizio anche con piccole macchine di nostra proprietà di uso quotidiano, come intonacatrici e tagliapiastrelle, per offrire un servizio completo. Inoltre, abbiamo un’officina interna con due meccanici per fare assistenza e manutenzione sia sulle nostre macchine che su quelle a noleggio. D. Qual è la maggiore difficoltà che avete dovuto affrontare quando avete inserito il noleggio? R. La formazione del personale, non tanto nel noleggio, quanto nella chiusura della pratica. Le macchine vanno controllate in uscita e in entrata, va redatto un apposito verbale e scattate delle foto. Il personale non era abituato a questo tipo di procedure e questo ci ha complicato un po’ la partenza, ma una volta redatti i moduli ed evidenziati i punti critici, è andato tutto liscio. D. Qual è oggi la macchina più richiesta a noleggio? R. Il miniescavatore dai 17 ai 20 quintali. D. Qual è il fatturato del noleggio? R. Tra i 70 e 90 mila euro. D. Come si immagina Steldo in futuro? R. Per il mercato della distribuzione questo è il momento della selezione: quindi, o finiamo mangiati da qualcuno, e speriamo di no, oppure cresciamo ancora e copriamo il territorio in maniera ancora più capillare. Sono veramente innamorato di quello che faccio, quindi il mio obiettivo è più quello di crescere che di cedere, penso anche alle famiglie dei nostri dipendenti e ho delle responsabilità morali. D. Non ha mai pensato di entrare in un gruppo? R. In passato Steldo ha fatto parte di Rivea, poi per più di dieci anni di Cometa, che ha chiuso di recente. Oggi collaboriamo con Baugroup in Alto Adige, ma come partner esterno. I gruppi e i consorzi sono nati come anticamera delle fusioni, risultato mai raggiunto. Molte rivendite a carattere famigliare non hanno voluto perdere la propria proprietà e identità, ma questo è stato un limite perché ha permesso ad alcuni grandi competitor di crescere moltissimo. Così i multipoint si sono rafforzati, mentre gruppi e consorzi sono rimasti al palo. D. Che cosa si aspetta a livello di proiezione di fatturato nel 2021? R. Andando a regime con il nuovo magazzino che abbiamo aperto quest’anno a Cimego, mi aspetto di superare i 20 milioni di euro. Prospetto dunque una crescita a due cifre, ma soprattutto un incremento della redditività. Non servono i numeri per fare i numeri, ma bisogna avere i margini, per continuare a investire e crescere. Chi si ferma è perduto.

Sala di formazione pratica

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Rivendite GRUBERG

UN CANTIERE CONCENTRATO Dopo la vendita e il noleggio di macchine per edilizia, l’azienda lombarda che fa parte del consorzio Dec ha allargato il campo d’azione anche ai materiali, dal cartongesso alle finiture e ai cappotti. E sull’onda del superbonus prevede una crescita a doppia cifra di Veronica Monaco

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utto quello che serve in cantiere, dalla A alla Z. Così Gruberg, nata nel 1994 come azienda specializzata nella manutenzione di gru edili, si è evoluta diventando in meno di 30 anni un riferimento in Lombardia per il noleggio e la vendita di macchine, attrezzature e materiali edili. Con un punto vendita situato a Cologno al Serio, in provincia di Bergamo, l’azienda offre anche un servizio di assistenza e formazione per i professionisti del cantiere. Enrico Bergamelli, amministratore delegato di Gruberg, racconta a YouTrade presente e prospettive future della rivendita, alla luce anche dei recenti dati di mercato e del nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, volto a incentivare le imprese che investono in beni strumentali tecnologicamente avanzati.

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Enrico Bergamelli

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Il punto vendita di Cologno al Serio, in provincia di Bergamo

Domanda. Secondo l’Osservatorio Assodimi/Assonolo, il settore del noleggio di macchine e attrezzature in Italia nel 2020 avrebbe registrato +1,4%. Questi dati sono in linea con la vostra esperienza? Risposta. I ricavi di noleggio sono rimasti invariati all’anno precedente, con uno scostamento di poche decine di migliaia di euro, mentre quelli della vendita di macchine e attrezzatura edile, a causa anche del covid, hanno fatto registrare un calo del 20%. Le vendite di materiale edile, dal cartongesso alle finiture e cappotti, hanno invece registrato un aumento del 30%. Il superbonus 110% ha influito un po’ su questo incremento, insieme al fatto che abbiamo

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conquistato commesse importanti, anche grazie all’ingresso nel consorzio Dec due anni fa. D. Quali sono stati i motivi che vi hanno spinto alla scelta del consorzio Dec? R. A differenza di altre aggregazioni, il consorzio Dec ci ha permesso di lasciare inalterata l’immagine del brand Gruberg. Siamo presenti sul mercato da 27 anni e volevamo mantenere intatta la nostra identità. Siamo molto contenti della scelta fatta, anche sul fronte del lavoro quotidiano. L’ingresso nel Dec ci ha permesso, infatti, di agevolare tutto il lavoro inerente l’ufficio acquisti. Grazie a una piattaforma

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Rivendite digitale, dove sono caricate tutte le condizioni commerciali, abbiamo potuto sfoltire l’agenda degli appuntamenti con i vari fornitori, seguendo di persona solo i contratti più importanti. D. Sempre secondo Assodimi, nel 2021 il noleggio crescerà del 5,3%. È una previsione che vi trova d’accordo? R. In prospettiva, la vaccinazione contro il covid consentirà di ipotizzare con maggior sicurezza una graduale soluzione della crisi sanitaria e sono fiducioso che la crescita si potrà attestare su quanto previsto da Assodimi. In più sono certo che parecchi noleggiatori sostituiranno e integreranno il loro parco macchine sfruttando le agevolazioni messe in campo dal Piano Nazionale Transizione 4.0. D. E per quanto riguarda la vendita? R. Grazie ai benefici fiscali della Transizione 4.0, alle agevolazioni relative al superbonus 110 % e al bonus facciate prevedo una crescita delle vendite di macchine edili e materiale per la ristrutturazione. Un anno così ricco di opportunità difficilmente ricapiterà nella storia delle costruzioni. Le prospettive sono ottime. In più, avendo programmato gli ordini con un certo anticipo, non abbiamo grosse problematiche di consegna, diversamente da altri competitor che sono un po’ in difficoltà. Avere una gru a magazzino al momento è come possedere un tesoro. Sono arrivati ordini anche dal Nord Europa, e questo ha messo in crisi la produzione dei principali costruttori italiani. D. Qual è l’impatto dei vari bonus sulle vendite? R. Sono certo che avranno un impatto positivo, salvo gli aumenti di prezzi che i produttori faranno per scarsità della materia prima e che determinerà un aumento del costo delle opere edili. A discapito delle imprese che hanno acquisito in precedenza delle commesse, le quali si troveranno ad affrontare con i propri committenti una revisione dei prezzi precedentemente contrattualizzati.

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D. Quali sono le tipologie di macchine più richieste? R. Le macchine movimento terra, i sollevatori telescopici, le gru edili, che hanno la predisposizione per usufruire delle agevolazioni Industria 4.0. Per quanto riguarda le gru, le più richieste al momento sono le automontanti da 35-40 metri di braccio in su, le cui consegne sono però già slittate al 2022, e le gru a rotazione alta da 50 metri di braccio in su. D. E per quanto riguarda le attrezzature? R. Di riflesso ci sarà un aumento per effetto dell’aumento delle macchine, ma più contenuto. D. Proponete anche usato? R. Sì, proponiamo sia usato proveniente dal nostro parco noleggio, che usato proveniente dalle permute su vendita di macchine nuove. Mediamente si tratta di macchine che hanno quattro-cinque anni.

Oltre ai materiali tradizionali per l'edilizia, la rivendita spazia dalle finiture alla ferramenta, dall'abbigliamento da lavoro alle attrezzature per il cantiere

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L'area dedicata al noleggio macchine. A destra, alcune proposte di attrezzature da cantiere a marchio Norton Clipper. Sotto, il reparto colorificio

D. Oltre alle macchine, in quali altri settori opera Gruberg? R. Abbracciamo tutti i prodotti legati all’edilizia, dando molta importanza al servizio di assistenza. Abbiamo tecnici specializzati che operano nel settore dell'assistenza per gru e macchine edili. D. Quante persone lavorano per il servizio di assistenza? R. Cinque persone, tre dedicate all’assistenza per le macchine movimento terra e due tecnici montatori per il reparto gru. Poi operiamo con alcuni artigiani esterni selezionati, ma prevalentemente privilegiamo il nostro personale. D. Vi rivolgete solo all'utente professionale o anche al privato? R. La nostra utenza si compone prevalentemente di utenti professionali, ma abbiamo la possibilità di fornire anche i privati, per di più per la vendita di ferramenta e attrezzature in negozio. D. I vostri clienti lavorano in prevalenza in cantieri edili oppure per opere infrastrutturali? R. I nostri clienti prevalentemente lavorano in cantieri edili e stradali, ma abbiamo una clientela diversificata che svolge lavori anche nell'agricoltura e nell'industria. D. Il covid ha impattato sul vostro business? R. Fortunatamente il covid ha avuto un impatto minimo in quanto, nel periodo del primo lockdown, abbiamo implementato la vendita dei dispositivi di protezione individuale e prodotti igienizzanti e sanificanti per le persone e per i locali. Grazie a una ricerca approfondita sono stati individuati fornitori partner professionali che ci hanno permesso di avere una garanzia sulle tempistiche di consegna e che ci hanno permesso di acquisire commesse importanti. D. Quando avete capito che la vendita di dispositivi di protezione individuale poteva diventare un business? A p r i l e

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R. Fin da subito. D. E oggi quanto conta in percentuale sul fatturato? R. Nel 2021 la richiesta di Dpi è calata rispetto alla prima ondata e adesso abbiamo solo richieste saltuarie. Nel 2020 però è stata una voce di fatturato piuttosto significativa, intorno al 6%. D. Gruberg è nata nel 1994: quali sono stati i principali step di crescita dell’azienda? R. Gruberg è nata nell’ottobre 1994 grazie all’intuizione di mio padre che ha permesso a me e mio fratello di avviare e far crescere questa

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Rivendite

Un'altra immagine del piazzale con le macchine a noleggio. Sotto, il magazzino

azienda con grande umiltà, dedizione e costante impegno. Grazie al contributo di tutti i nostri collaboratori, lo sviluppo dell’azienda è stato costante nel tempo. Inizialmente Gruberg era specializzata nella manutenzione e montaggio di gru edili, poi è stata inserita l’attività dedicata al noleggio di macchine e attrezzature. Successivamente abbiamo inserito anche la vendita e nel 2006 ci siamo trasferiti nella sede attuale. Dopo la crisi dell’edilizia e del crollo della vendita delle macchine, nel 2012 abbiamo deciso di ampliare la nostra proposta anche ai materiali edili. Da allora è stata una crescita continua, tanto da arrivare oggi ad aver raddoppiato il fatturato, passando dai 5 milioni e mezzo di otto anni fa ai 10 milioni del 2020. D. Sul totale del fatturato attuale, quanto è deputato alle macchine e quanto alla vendita di materiali edili? R. Su 10 milioni di euro di fatturato, 2 milioni di euro derivano dal noleggio, 800 mila euro dall’assistenza, il resto riguarda la vendita: 50% per le macchine, 15% per l’attrezzatura e 35% per i materiali edili. D. È stato difficile passare dalle macchine ai materiali?

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R. All’inizio è stato complicato. Mi sono fatto aiutare da un amico che vendeva materiali edili, poi abbiamo fatto tanta formazione interna e alcuni esperimenti con qualche fornitore. Pian piano dal 2012 abbiamo costantemente ampliato la gamma di materiali e un anno fa abbiamo inserito anche gli inerti. Oggi siamo una struttura unica in tutta la Lombardia, che vende tutto quello che serve al cantiere, dalle macchine all’attrezzatura fino ai materiali. D. In quale territorio operate? R. Prevalentemente in Lombardia e nel Nord Italia, ma con il noleggio di gru abbiamo sconfinato anche all’estero, seguendo un nostro cliente in alcune commesse oltre i confini nazionali. D. Gruberg ha anche uno showroom? R. Sì, la sala mostra di 600 metri quadri ospita una vasta gamma di prodotti, un colorificio e tutto quello che può servire per il cantiere. D. Com’è invece organizzata la logistica? R. Abbiamo collaboratori dedicati all’organizzazione della logistica che programmano l’attività con personale diretto e indiretto. D. Fate anche e-commerce? R. Abbiamo iniziato a vendere da sette-otto mesi anche con e-commerce, sfruttando la piattaforma Archiseller, ma credo che dovremo aspettare alcuni mesi per vedere i risultati. D. E per quanto riguarda la formazione, come siete organizzati? R. Ogni anno la nostra azienda organizza corsi per il proprio personale: solo nel 2020 abbiamo fatto un totale di 49 ore di formazione. Per i clienti organizziamo parecchi corsi di formazione, che vanno dalla sicurezza sul lavoro all’utilizzo di macchine edili, gru, mezzi di sollevamento. In collaborazione con la Compagnia delle Opere e altre società esterne, organizziamo anche corsi per la certificazione di gruisti, carrellisti, e corsi antincendio. Offriamo inoltre un servizio di medicina sul lavoro, grazie alla collaborazione con uno studio medico che è presidiato presso i nostri locali. D. Qual è il vostro prossimo obiettivo? R. Nel cassetto ho un progetto sempre legato alla filiera dell’edilizia, ma al momento non posso rivelare niente. D. Proiettiamoci a fine 2021: che cosa si aspetta in termini di risultati economici? R. Sicuramente mi aspetto un incremento. Sono sicuro che supereremo i 10 milioni di euro di fatturato, segnando una crescita a doppia cifra. A p r i l e

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Rivendite EDIL LOGISTICA

UNA CRESCITA SENZA LIMITI Le quattro piattaforme fanno registrare incrementi importanti anche in un anno, come il 2020, che certamente non è stato privo di difficoltà. Una testimonianza in più del valore del servizio, a cui si accede facilmente via internet, nel mercato della distribuzione edile di Franco Saro

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a piattaforma di Edil Logistica conferma la sua crescita anche nel 2020: il valore del prodotto in uscita dalle quattro sedi di Pogliano Milanese (Milano), Moncalieri (Torino), Albenga (Savina) e Trezzo sull’Adda (Milano), per una superficie totale di 25 mila metri quadrati, è aumentato del 9% rispetto al 2019. Le ragioni sociali dei clienti rivenditori sono aumentate del 18,4%: erano 386 nel 2019, sono diventate 457. In aumento anche le aziende produttrici, che a fine 2020 erano 51, con un numero di referenze pari a 5.180 articoli. PIÙ ASSORTIMENTO L’assortimento delle piattaforme di Edil Logistica si arricchisce in modo costante e continuo. La produzione apprezza sempre più la possibilità di presidiare nuovi territori e aumentare così il numero dei clienti e il fatturato, senza dover organizzare uffici commerciali dedicati. Un fattore che l’emergenza pandemica ha favorito, spingendo i produttori già presenti ad aumentare il numero delle referenze. In particolare, numerose aziende hanno visto in Edil Logistica la possibilità di stoccare i loro prodotti nelle quattro zone presidiate dai centri di logistica, con grandi semplificazioni a livello di gestione delle scorte e con il conseguente miglioramento delle vendite.

obsolescenza dei prodotti. Tutto questo con la certezza di riuscire sempre a soddisfare le richieste dei clienti in tempi molto rapidi. COME SI UTILIZZA La formula di accesso a Edil Logistica e ai suoi servizi è semplice ed efficace: attraverso il sito internet edillogistica.com si accede tramite una password al magazzino, si verifica la disponibilità dei prodotti, Il Centro Edil Logistica di Pogliano Milanese (Milano), che dispone di 9 mila metri quadrati di superficie esterna e 3 mila di superficie coperta, e ospita oltre 5 mila referenze

RIFERIMENTO Da parte loro, i clienti rivenditori, come detto in deciso aumento, trovano un sempre più importante punto di riferimento nelle piattaforme di Edil Logistica, grazie alla possibilità di acquistare anche piccoli quantitativi di materiali, ovvero, quel che serve quando serve. Un servizio molto apprezzato perché permette alle singole strutture distributive di contenere il livello delle scorte di materiali, abbassare di conseguenza gli oneri finanziari ed evitare il rischio di

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UNA MARCIA IN PIÙ SULLO SCAFFALE

Sorini, rivendita di materiali edili di Pistoia, ha puntato sul servizio Retail360 di Unifix per ampliare la gamma prodotti offerta. Obiettivo: rispondere alle esigenze del mercato sia per il settore privato sia per i professionisti e aumentare anche la capacità di rotazione di Franco Saro

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ra i clienti Unifix più attivi in Toscana, e in particolare nella provincia di Pistoia, dal 1951 opera una realtà che negli anni è diventata un punto di riferimento nel settore edile, distinguendosi per la qualità e la vasta gamma dei suoi prodotti, l’equilibrato rapporto fra qualità e prezzo e la professionalità del servizio offerto: Sorini. Simone Sorini, responsabile sala esposizione, spiega a YouTrade il motivo della scelta. Domanda. Perché avete deciso di rinnovare il vostro punto vendita attraverso il servizio Retail360 di Unifix? Risposta. Se da una parte la diminuzione delle nuove costruzioni ha contribuito a ridurre il numero dei punti vendita nostri concorrenti, dall’altra l’aumento della presenza di strutture riconducibili alla Grande distribuzione specializzata e il diffondersi dell’e-commerce e degli acquisti online, hanno generato forme di competizione agguerrita e organizzata. Abbiamo quindi avvertito la necessità di migliorare l’immagine dell’azienda e ampliare la gamma prodotti per rispondere alle esigenze di un mercato in forte trasformazione. Quando Unifix ci ha proposto il servizio Retail360, abbiamo subito compreso che si trattava esattamente di ciò

che stavamo cercando. Assieme ai loro consulenti di vendita abbiamo messo a punto la soluzione migliore per rendere il nostro punto vendita più efficiente e performante, ottimizzando al meglio la scaffalatura (fornita da Unifix) per valorizzare i diversi prodotti e le categorie merceologiche. D. Avete dedicato un ampio spazio al settore ferramenta. Perché? R. L’esigenza è nata a partire da un’analisi delle attuali richieste di mercato e dalla forte capacità di rotazione di questi prodotti, sia per il settore privato che per i professionisti. Abbiamo dunque sensibilmente aumentato la nostra struttura iniziale (7 metri lineari di prodotti minuteria Unifix) perché questo, grazie all’utilizzo del sistema Uniformat di Unifix, ci ha consentito di creare un’offerta più rispondente alle esigenze dalla nostra clientela, ampliando il numero degli scaffali e inserendo ulteriori gamme come guanti e dischi. D. Com’è organizzato questo spazio? R. La struttura è suddivisa in 21 metri Unifix, con la gamma completa sia per il privato che per il professionista, 1 metro Cetaform, con utensileria manuale, 1 metro Plano per la gamma proteggi utensili. Inoltre, con una serie di scaffali, sempre forniti da Unifix, con prodotti di altre gamme non vendute da loro: taglia piastrelle, prodotti per il giardinaggio,

La sede di Sorini, a Pistoia. Al centro, Simone Sorini. A destra, Remo Sorini, fondatore dell'azienda (dall'album storico). Nella pagina a fianco, la disposizione dei prodotti con il servizio Retail360

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elettroutensili e vernici. D. Come sono esposti i prodotti Unifix? R. Abbiamo scelto di posizionare i prodotti Unifix dando loro la massima rilevanza perché, all’interno del punto vendita, sia per la qualità della loro offerta che per la forza del brand, sono la merce più richiesta dai nostri clienti. D. Qual è il vostro rapporto con Unifix e qual è il giudizio sull’azienda? R. Sono molti i player presenti sul mercato, ma crediamo che Unifix abbia davvero una marcia in più. Apprezziamo molto sia la loro organizzazione aziendale sia l’innovativa gamma delle proposte commerciali. Il plus è sicuramente Unishop, il servizio di gestione degli ordini tramite scanner, che è un valore aggiunto al servizio Uniformat. Abbiamo inoltre instaurato un ottimo rapporto professionale col loro agente commerciale di zona, Giuseppe Fasini, che ci ha fornito una consulenza puntuale ed efficace anche durante il momento di restyling del negozio. Grazie alla loro quarantennale esperienza nel settore, i prodotti Unifix, oltre a garantire un elevato standard di qualità, sono molto richiesti e apprezzati sia dalla clientela privata che da quella professionale. D. Com’è nato il rapporto con Unifix? R. Abbiamo allestito il nostro primo metro di viteria 11 anni fa, per poi aumentare via via la superfice commerciale e, conseguentemente, la gamma dei prodotti a scaffale. Questo processo è stato anche sospinto dalla modalità espositiva di Unifix che, rispetto a quella degli altri fornitori, risulta maggiormente impattante e soprattutto più funzionale per i clienti. I nostri rapporti con l’azienda dell’Alto Adige si sono ulteriormente consolidati quando hanno iniziato a proporci non solo prodotti di qualità, ma anche servizi che avevano come obiettivo quello di migliorare e far crescere il nostro business. Questo tipo di approccio di strategia commerciale condivisa è indubbiamente una delle armi vincenti di questo sodalizio lavorativo. D. Qual è la storia di Sorini? R. Sorini nasce nel 1951, da un’idea imprenditoriale di Remo Sorini che, dopo aver lavorato per anni in questo settore, decide di aprire un piccolo negozio che, grazie all’ampliamento eseguito all’inizio degli anni Duemila ha portato alla costituzione della grande azienda di oggi, grazie anche all’indispensabile supporto dei figli Lauro e Luca. D. Fra la vastissima offerta di vostri prodotti, in questo particolare momento, qual è il più richiesto? R. Sorini propone un’ampia gamma di prodotti dedicati al mondo dell’edilizia, con un costante aggiornamento del suo catalogo che spazia dai laterizi alla ferramenta. In questo inizio di 2021, soprattutto grazie alle azioni di Governo in tema di bonus edilizi, la richiesta si orienta verso il settore dei prodotti e dei materiali legati all’isolamento termico dell’abitazione, come ad esempio cappotti termici o sistemi di coibentazione per prevenire la presenza di muffe. D. Il covid-19 ha avuto un impatto sulla vostra attività? R. In realtà, non molto. Anche nei momenti più critici del 2020, abbiamo quasi sempre lavorato a pieno regime, se si esclude solo la parte dedicata allo showroom. In sintesi si può dire che abbiamo avuto una recessione monetaria ma non è stata così rilevante da assumere i contorni di una vera e propria crisi. D. Com’è organizzata oggi l’azienda? R. Sorini ricopre un ruolo molto importante nel panorama edile e ha sviluppato un’ampia gamma di prodotti in linea con le esigenze dei clienti. A p r i l e

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A seguito della ristrutturazione del punto vendita, grazie a Retail360 di Unifix, oggi l’azienda è dotata di un settore ferramenta suddiviso in tre reparti: ferramenta, edilizia e colore. Inoltre, all’interno della struttura espositiva, è presente uno showroom dedicato alle finiture per interni ed esterni, piastrelle, porte e molto altro. All’esterno del punto vendita trova spazio l’area dedicata alla vendita di polveri e laterizi. Oltre a tutto questo Sorini, vantando un’esperienza ventennale nel settore, offre ai propri clienti una consulenza attiva sia nel settore dell’edilizia (con particolare attenzione a quello delle piastrelle), che a quello della ferramenta e delle vernici. Quest’ultimo occupa una parte considerevole del punto vendita e ha come plus quello dell’utilizzo del tintometro come strumento in grado di generare tonalità di colore personalizzate e replicabili per successivi utilizzi. D. È disponibile anche un servizio di recapito a domicilio? R. Per venire incontro alle esigenze dei nostri clienti, Sorini si è dotato di una flotta dei mezzi di trasporto per offrire un servizio a domicilio di consegna dei materiali sia a privati che presso i cantieri. D. Quali sono le previsioni per il 2021? R. Anche se il nostro settore appare piuttosto fluido e fare previsioni è sempre rischioso, possiamo affermare con una certa tranquillità che quello che ci aspetta, anche considerando i trend del primo trimestre, sarà un anno positivo. Contiamo di incrementare le vendite grazie a Unifix e all’investimento fatto con Retail360 sul punto vendita, perché crediamo che in un momento così particolare sia stato fondamentale operare una riorganizzazione di vendita, con l’obiettivo di affrontare al meglio gli anni che verranno.

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Rivendite News B I G M AT

NUOVI PUNTI VENDITA IN TRENTINO E VENETO

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igMat incrementa la sua presenza nel Nord Est con l’ingresso di due nuovi punti vendita: si tratta del sesto store di BigMat Edilklima a Lonigo (Vicenza) e il nuovo BigMat EdilSilver a Pelugo (Trento). Edilklima Group è un punto di riferimento per il territorio vicentino. Con 10mila metri quadri di superficie e un’offerta completa di soluzioni e di servizi, la sesta rivendita BigMat Edilklima aperta a Lonigo si inserisce in un più ampio progetto di presidio capillare del territorio e ricoprirà un ruolo importante nel quadro della strategia di stoccaggio e distribuzione interna dei prodotti. Così racconta l’amministratore Roberto Battocchio che, insieme a Giuseppe Dal Maistro e Fabio Garzotto, guida l’azienda, da gennaio 2019 nel Gruppo BigMat. Nel nuovo punto vendita di Lonigo è possibile trovare prodotti in cartongesso, utensileria, elettroutensili, accessori e ricambi, L'esterno del nuovo punto vendita BigMat Edilsilver di Pelugo

BigMat Edilklima a Lonigo

ferramenta, abbigliamento tecnico e tutto l’occorrente per il mondo colore. Tra i servizi offerti anche la consulenza in cantiere, capitolati e preventivi, trasporto dei materiali in cantiere, un servizio gru e la posa in opera, assistenza post-vendita e corsi di formazione. «In un periodo non facile per tutti, vogliamo continuare a portare avanti i nostri progetti e credere nei nostri sogni. Investire per crescere è il nostro principio ispiratore ed essere parte di un Gruppo come BigMat, da ormai quasi due anni, è per noi un valore aggiunto che contribuisce alla nostra crescita», conclude Battocchio. Il secondo ingresso fa invece riferimento al nuovo punto vendita di BigMat EdilSilver, aperto a inizio marzo a Pelugo (Trento). La rivendita di 9mila metri quadri, compresa l’area esterna, offre un’area ferramenta e un’area a libero servizio, con annesso colorificio, a cui si aggiungono legna e pellet e angoli espositivi per prodotti da giardino e barbecue. «La vasta gamma di soluzioni e materiali che mettiamo a disposizione della clientela e l’assistenza tecnica che offriamo sono i nostri punti di forza ed è ciò che più ci contraddistingue. Abbiamo scelto la Val Rendena per la nostra nuova rivendita per rispondere alle richieste di artigiani e imprese della zona che ci volevano più vicini alle loro sedi» sottolinea il titolare Silver Zanetti. Consulenza pre e post vendita, rilievi in cantiere, consegna, noleggio e montaggio di ponteggi sono i servizi che l’azienda offre grazie al know-how del proprio staff, un team competente ed esperto anche nell’assistenza e nel supporto alla gestione delle procedure relative al superbonus 110% e alle altre detrazioni fiscali. Una realtà in costante evoluzione che continua a investire per la propria crescita grazie anche al supporto e al sostegno del Gruppo BigMat «di cui facciamo parte con grande soddisfazione dal 2016», conclude il titolare Silver Zanetti.

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FESTA DELL’EDILIZIA CON IL CASHBACK

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on l’iniziativa Festa dell’Edilizia per tutto il mese di maggio nei punti vendita Orsolini saranno attivate promozioni e iniziative formative rivolte alle imprese edili e ai professionisti del settore. «L’edilizia sta vivendo un momento storico importante e dopo quasi 20 anni di stallo il settore delle ristrutturazioni vive una nuova ripresa che siamo pronti a cavalcare, supportando le nostre imprese partner da ogni punto di vista. Per questo abbiamo dedicato al settore professional delle offerte commerciali con forti sconti sui prodotti indispensabili per ristrutturare e costruire, ma anche una promozione mai vista prima che potremmo chiamare il cashback alla Orsolini», racconta Giuseppe Belli, responsabile settore professional dell’azienda. Tutte le imprese edili che durante il mese di maggio acquisteranno materiali nei punti vendita Orsolini otterranno infatti un 10% di cashback fino a un massimo di 500 euro. In più attraverso l’Accademia Orsolini si terranno una serie di corsi formativi e di aggiornamento, offerti anche

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La carta vincente? Voi

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n qualsiasi tipo di gioco arriva sempre un momento cruciale, quello in cui si decidono le sorti di una partita. Come all’ultima mano di una briscola equilibrata e combattuta, di quelle in cui la sorte ha distribuito una carta vincente a ogni singolo giocatore. Alla fine, vincerà colui che saprà riconoscerla e giocarla al momento giusto. Ogni vero giocatore sa benissimo che non è mai solo una questione di fortuna. E siccome è risaputo che il gioco è una metafora della vita, anche nella realtà di tutti i giorni è importante sapere qual è la nostra carta vincente. Purtroppo, osservando le strategie aziendali di molte organizzazioni è difficile capire qual è la loro carta vincente. O non sanno di averla, oppure non la valorizzano, perché puntano su troppe carte allo stesso tempo. Come possiamo riconoscere una carta vincente? Basta rispondere a una semplice domanda: chi siamo veramente? In teoria, «chi siamo» dovrebbe essere la pagina più importante di ogni sito aziendale, la prima da leggere per capire che cosa rende riconoscibile un’azienda. Che cosa la rende unica rispetto alle altre che forniscono lo stesso prodotto o servizio. In pratica, questa pagina o quelle dove sono descritte la missione, i valori e la visione azien-

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dale, troppo spesso sono un insieme di belle frasi a effetto, scritte da reparti marketing o agenzie di comunicazione per compiacere l’ego delle persone che le hanno commissionate. Per capire di che cosa parlo, aprite i siti web di aziende similari e leggete le pagine che le descrivono. L’80% di quanto leggiamo sembra scritto dalla stessa mano. Di conseguenza, è nel restante 20% che si nasconde la possibile carta vincente. Dico si nasconde, perché in quei contenuti non è, quasi mai, scritto che cosa rende davvero unica l’azienda. Inoltre, per decifrarli, dobbiamo «dezzipparli» come se fossero cartelle compresse. Fortunatamente esiste un modo per portare alla luce quel tipo di contenuto e distinguerci dai competitor. I prodotti sono simili tra loro in ogni categoria di prodotto e anche se è vero che un’azienda si distingue per i suoi, alla resa dei conti lo scozzo finale avviene mettendo a confronto schede tecniche, troppo spesso sovrapponibili. Allora, che cos’è che rende unica un’azienda? Come possono i clienti riconoscere i suoi prodotti, in mezzo a tanti altri? Ebbene, la carta vincente di un’azienda è la sua storia. La sua unicità vive negli alleli del suo Dna. Come e perché è nata, come e perché progetta, produce

e fornisce prodotti apparentemente simili a tutti gli altri, anche se profondamente diversi nella loro anima. Se pensiamo alle aziende che amiamo di più e siamo sinceri con noi stessi, in cuor nostro sappiamo che le scegliamo per la loro storia, per le emozioni che proviamo ogni volta che usiamo un loro prodotto. Perché nella loro storia vive una parte di noi. È quella dove vibrano le nostre corde più intime. Altrimenti come spieghiamo il fatto che non cambiamo prodotto, anche quando ci crea dei problemi? Non è mai una questione di prezzo, perché in qualsiasi fascia di prezzo decidiamo di acquistare, cerchiamo di provare sempre le stesse sensazioni. Le stesse emozioni. Anche se, razionalmente, raccontiamo a noi stessi che scegliamo in base al rapporto prezzo qualità. Nella storia di un’azienda ci sono tutte le argomentazioni di vendita che servono, tutti i contenuti essenziali per il marketing e tutti i requisiti per disegnare una carta vincente. È questo che i clienti cercano sui canali di comunicazione dell’azienda. Scegliete la vostra carta vincente e fate il vostro gioco. Mostratela al mondo e affiancatela a ciascuna delle altre carte del mazzo, per rendere vincente ogni mano di gioco. La cosa bella di una carta vincente è che ci rende unici, qualsiasi trend decidiamo di seguire. Pensate a quanto è difficile distinguersi parlando di ecobonus, sostenibilità ambientale o economia circolare. Perché, mentre un trend uniforma tutti, la nostra carta vincente ci permette di intonare una melodia originale e gradita alle orecchie dei clienti. La vita di un’azienda è la sua carta vincente.. di Marco Buschi Marco Buschi si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale. A p r i l e

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LA NOSTRA EDILIZIA? ROBA DA CAMPIONI L’azienda che sponsorizza la sciatrice Sofia Goggia lancia KapLoc, sistema a cappotto certificato Cam che vanta prestazioni garantite: comprende pannelli isolanti di ultima generazione, in Eps e in lana di roccia, frutto di partnership con i più importanti produttori del mercato

di Veronica Monaco OPTHP EDGERGERG ERDFBDFBDFBDF

OPTHP IL THTHTRH EHERGERGRGER ISSN 2532 - 5671

Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.

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Pietro Locatelli, amministratore delegato Gruppo Locatelli

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na storia lunga quarant’anni quella di Locatelli, azienda di Clusone (Bergamo) specializzata in un’ampia gamma di prodotti per l’edilizia, dalle malte predosate a quelle studiate per applicazioni specifiche di risanamento o rinforzo strutturale, dai rasanti ai sistemi a cappotto. Tra le ultime novità c’è KapLoc, il Sistema Cappotto Sicuro, certificato Cam, che vanta una testimonial d’eccezione: Sofia Goggia, la giovane sciatrice azzurra, campionessa mondiale, simbolo di passione e forza. La stessa che caratterizza Pietro Locatelli, amministratore delegato alla guida dell’azienda bergamasca, con uno sguardo sempre rivolto al futuro. Domanda. La scelta di un personaggio di primo piano come Sofia Goggia per accompagnare il marchio Locatelli è stata premiante? Risposta. Negli ultimi anni Locatelli ha avuto diversi testimonial dal mondo dello sport, come lo sciatore Cristof Innerhofer o il campione di windsurf Matteo Iachino. Quest’anno abbiamo scelto Sofia Goggia, una giovane sportiva, personaggio emblematico a livello mondiale, in grado di comunicare passione e forza solo tramite la sua presenza. La sua grinta, la tenacia, la voglia di affrontare le sfide sono i motivi per i quali abbiamo scelto proprio lei. Ho sempre voluto comunicare la mia azienda e i miei valori attraverso personaggi che mi rappresentassero... E poi io stesso sono maestro di sci e ho in comune la grande passione per questo sport. D. Il concetto di campioni vale anche per il mercato dell’edilizia? R. Siamo tutti un po’ campioni nel nostro piccolo. Locatelli cerca di essere riferimento per il mercato, mettendo in campo le tecnologie che ha a disposizione e creando prodotti sempre più innovativi. Siamo un'impresa in prima linea, investiamo costantemente in ricerca e sviluppo per realizzare prodotti innovativi ed esclusivi anche rispetto ad altri competitori. D. Locatelli ha capito fin da subito l’importanza della comunicazione: quali strumenti avete messo a disposizione del marketing? R. Il marketing è in continua evoluzione e come tale si adatta alle nuove sfide. Dal 2015 stiamo utilizzando piattaforme digitali per la formazione a distanza con webinar e videoconferenze, , uno strumento utile per essere vicini a tutti coloro che ruotano intorno all’azienda per fare team. A livello di marketing abbiamo creato una comunicazione diretta con i rivenditori, spingendo sulla digitalizzazione, anche attraverso il nostro sito internet. Insomma, già prima del covid, eravamo pronti. D. Quindi, il covid non vi ha trovato impreparati? R. Assolutamente no.

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Storia di copertina

Deposito logistico linea premiscelato

D. Il coronavirus ha impattato sulla vostra attività? R. Nessun grande cambiamento, solo una maggiore attenzione alla sicurezza e alla salute. Bergamo è stata colpita pesantemente, ma da buoni bergamaschi non ci lamentiamo. Stiamo andando avanti più o meno come prima. D. E dopo che la pandemia sarà passata... R. Locatelli ha una stabilità e una forza tali che le consentiranno di andare avanti come prima. Il covid non sarà un impedimento. D. Quante linee di prodotto ha Locatelli e quali ambiti di intervento coprono? R. Abbiamo circa 20 linee di prodotto, che coprono diversi ambiti di intervento: dai sistemi contro l’umidità al risanamento nelle

ristrutturazioni, dai cappotti al rinforzo strutturale. Siamo specializzati nelle malte: Locatelli è nel settore da oltre 40 anni, abbiamo una storicità e un know how che rappresentano i nostri punti di forza. Inoltre, grazie agli investimenti fatti negli anni a livello di impianti e tecnologie, siamo già proiettati verso il futuro. Ogni anno siamo alla ricerca di novità e siamo molto sensibili ai movimenti del mercato. D. Lavorate sempre con uno spirito innovativo? R. Sì, per esempio, nella linea predosata Duo abbiamo inserito un’essenza naturale brevettata, al profumo di limone, che non va a inficiare la chimica del prodotto, ma che aggiunge una nota originale all’olfatto. I nostri clienti oggi sono affezionati al prodotto, non solo per la sua qualità, ma anche per il suo profumo. Confezionamento pallet della linea predosato. A sinistra, uno degli impianti della linea predosato

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D. Quali sono attualmente i prodotti più richiesti? R. Siamo forti nei prodotti tradizionali, quindi malte e intonaci. Negli ultimi anni abbiamo certificato tutti i nostri prodotti con il marchio Ce, garanzia di qualità spendibile sul mercato. Stiamo spingendo molto sulla tecnologia, non solo per malte e intonaci in applicazioni verticali, ma anche su sistemi a cappotto, malte risananti, malte da ripristino e colle per ceramica. C’è inoltre molta sensibilità sul tema dell’antisismica, quindi una maggiore attenzione ai prodotti per il rinforzo strutturale. D. Quali sfide deve affrontare un gruppo come il vostro nei prossimi anni? R. Aumentare la propria dimensione, creando joint-venture e reti d’impresa in grado di sviluppare sinergie di costi che ci consentano di avere più spazio nel mercato, non tanto in termini di produzione quanto di visibilità. D. Avete già iniziato a creare questi contatti? R. Sì, il futuro è in questa direzione. Oggi ci sono troppi attori sul mercato, ma il settore delle costruzioni non è più quello degli anni Novanta. Ci sarà un naturale ridimensionamento anche dei produttori, quindi credo che sarà obbligatorio creare delle piattaforme di imprese e attività condivise di vendita. Diciamo che è una sfida piuttosto difficile per gli imprenditori italiani, che non sempre sono abituati a fare un passo indietro e cedere le proprie funzioni in azienda. D. Che importanza rivestono l’attività di ricerca e sviluppo e la tecnologia nella proposta dei prodotti? R. Sono fondamentali. Anche i componenti interni del prodotto devono essere di prim’ordine e di qualità: per questo siamo molto selettivi nella scelta dei fornitori. Non è il prezzo che definisce la qualità di

Locatelli, ma le tecnologie e gli investimenti sempre all’avanguardia, che permettono di offrire al mercato prodotti dalle prestazioni garantite. In più, grazie a un sistema aziendale a cascata, i feedback che riceviamo dai clienti sono subìto recepiti dal team interno, consentendoci di essere molto reattivi. Credo molto anche nella capacità di innovazione in ambito tecnologico, a partire dagli impianti: gli investimenti fatti ci consentono di avere una marcia in più rispetto agli altri competitor e di creare prodotti e soluzioni sempre nuove. D. Quali sono le maggiori difficoltà da affrontare nella gestione dell’innovazione? R. La comunicazione tra il produttore, il rivenditore e l’impresa. La mancanza di tempo e i ritmi di lavoro stressanti non consentono sempre di trasferire questa innovazione agli interlocutori esterni all’azienda, in ottica di trasparenza e conoscenza. Ci sono troppi prodotti sul mercato e questo non consente di dare uno spazio per tutti: è il paradosso dell’offerta. Ecco allora che le piattaforme digitali diventano la nuova dimensione del lavoro per condividere informazioni e conoscenze. Non può però essere solo il produttore a crederci, ma tutta la filiera. D. Ci sono prodotti su cui state puntando di più? R. Sicuramente i prodotti tradizionali, perché consentono di abbattere i costi di trasporto, anche se il tema del momento è l'isolamento termico con il sistema a cappotto, che farà da padrone sul mercato per i prossimi dieci anni. La nostra linea IlletaCol propone collanti e rasanti cementizi con varie granulometrie in funzione delle diverse applicazioni. E dato che il mercato della ristrutturazione sarà sempre più predominante, stiamo puntando su prodotti a basso spessore e ad alta conducibilità termica, e tecnologie, come fibre metalliche, di carbonio, sfere di vetro,

Reparto confezionamento automatizzato predosato. A destra, confezionamento pallet della linea premiscelato

A p r i l e

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Storia di copertina Fasi di sperimentazione e controllo dei prodotti nel reparto prove di laboratorio

per realizzare soluzioni versatili e sempre più performanti, con rese maggiori in termini assoluti. Un altro aspetto importante riguarda il processo della sostenibilità con la riciclabilità dei prodotti, elemento che darà un enorme valore aggiunto all’offerta aziendale. Sono convinto che tutte queste tecnologie avranno sempre più impatto sul mercato e ci daranno grandi soddisfazioni. Bisogna essere pronti, produttivamente e tecnologicamente, e avere le idee chiare sulla strada da intraprendere. D. Per il 2021 avete delle novità nel cassetto? R. Abbiamo appena lanciato KapLoc, sistema a cappotto certificato Cam, con pannelli pannelli isolanti di ultima generazione, in Eps e in lana di roccia, frutto di partnership con i più importanti produttori del mercato. Il sistema KapLoc è in grado di rispondere ai requisiti

richiesti per accedere alle detrazioni fiscali del superbonus 110%. Il sistema a cappotto KapLoc è sponsorizzato da Sofia Goggia con lo slogan «Quando vincere il freddo fa la differenza!». D. Avete già iniziato a installare questo sistema con il superbonus 110%? R. A breve apriranno cantieri importanti a Bergamo e Milano in cui andremo a installare KapLoc, un sistema certificato Cam con prestazioni garantite. Un elemento fondamentale per l’asseveratore che deve collaudare il sistema e certificare i lavori. D. Quando è stato lanciato KapLoc? R. Nel 2020 abbiamo creato un team di sviluppo per studiare le direttive, definire le linee guida e intraprendere un percorso preciso

Test di resistenza dei prodotti nel reparto prove di laboratorio

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in una situazione normativa e fiscale ancora poco chiara a inizio 2021. Dopo quasi un anno di lavoro abbiamo pubblicato un catalogo tecnico dedicato ai professionisti, un elemento di sintesi per conoscere i dettagli della normativa e le soluzioni che siamo in grado di mettere in campo. Abbiamo anche realizzato una brochure informativa per il cliente privato. D. Il mercato della riqualificazione ha spostato l’accento sul consumatore finale: questo comporta qualche cambiamento per l’azienda? R. No, la nostra clientela è molto fidelizzata. L’imprenditore edile continua a comprare i prodotti Locatelli e a darci fiducia perché è sereno dei suoi acquisti: è abituato a comprare Locatelli e sa cosa aspettarsi. Anzi, quando introduciamo qualche miglioria, sono i primi a notarla. La nostra azienda non è posizionata per il prezzo, ma per la sua tecnologia. D. Il rivenditore edile riesce a trasferire la qualità Locatelli all’utilizzatore? R. Assolutamente sì, il rivenditore è un veicolo molto importante. Anche se chi compra Locatelli sa già che troverà soddisfazione anche nei prodotti che non ha mai utilizzato. D. Come si è evoluto il rapporto di Locatelli con i rivenditori di materiali edili? R. È un rapporto famigliare, creato in anni e anni di lavoro. La nostra rete vendita è ormai storica e i clienti conoscono l’azienda da più di 40 anni. Anche chi non è nostro cliente diretto parla bene del marchio e questo è motivo di orgoglio e soddisfazione. Oggi l’azienda è alla terza generazione e continua a portare avanti questo rapporto di fiducia reciproca. Devo ringraziare i rivenditori che consentono all’azienda di brillare, senza di loro non avremmo futuro. D. Si parla molto di e-commerce, ma nell’edilizia sembra stentare: è un problema culturale oppure per il settore non è una soluzione valida? R. Credo non sia una soluzione valida per il nostro settore, soprattutto per la mancanza di consulenza. Le piattaforme di e-commerce non offrono informazioni di nessun tipo, né sulla tecnica né consigli di applicazione, inoltre su alcune tipologie di prodotto i costi di trasporto A p r i l e

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incidono ancora pesantemente. Locatelli non ha un e-commerce e non abbiamo intenzione di creare una piattaforma online per la vendita nuda e cruda di qualche prodotto. D. Parliamo di sostenibilità in edilizia: che cosa fa Locatelli a riguardo? R. La sostenibilità ci sta molto a cuore e stiamo lavorando sulla ricerca di prodotti riciclati, adeguando anche i materiali di fornitura. Stiamo lavorando anche sui packaging, in modo da avere imballi con una parte di plastica riciclata. D. L’edilizia cambia e, come il resto dell’economia, sta diventando più globale: cosa significa questo per un’impresa come la vostra? R. Questo aspetto non ci tocca direttamente. Questa globalizzazione riguarda prevalentemente gli scambi di informazione, non tanto la capacità di influire realmente sul mercato. I protagonisti del settore delle costruzioni in Italia resteranno i produttori locali collaudati da tanti anni. Per quanto ci riguarda, visto l'elevata incidenza dei costi di trasporto per i nostri prodotti, operiamo prevalentemente nel Centro-Nord Italia. D. Come state vivendo il trend economico-congiunturale del settore? R. Il primo trimestre ha già segnato +10% sui primi tre mesi rispetto all’anno scorso. L’ecobonus e il superbonus 110% sono stati uno shock positivo per l’edilizia: hanno dato un impulso importante al settore e rappresentano un’occasione da non perdere per riqualificare il patrimonio esistente. Non solo cappotti, serramenti e pompe di calore, ma sarà coinvolto tutto il mondo delle costruzioni. D. A fine 2021 qual è il vostro obiettivo? R. A fine 2021 vorremmo registrare una crescita sul fatturato minimo del 15%. Come sappiamo, dopo ogni crisi c’è una ripartenza: sicuramente sarà un processo graduale, ma anche le associazioni di categoria sono concordi nell’affermare che nei prossimi anni il trend nazionale sarà in crescita. Non torneremo certo ai livelli ante 2008, anni d’oro per l’edilizia, ma cresceremo ogni anno, con una stabilizzazione per tutti gli attori del mercato. Nei prossimi dieci anni, invece, il mio desiderio è quello di aprire un secondo stabilimento Locatelli.

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Imprese SPEKTRA

CANTIERI SMART CON LA TECNOLOGIA L’azienda, che fa parte del gruppo americano Trimble, offre un workflow integrato di soluzioni hardware e software, capace di rivoluzionare l’intero ciclo di vita di un progetto. E si propone come un partner hi-tech per imprese e professionisti di Franco Saro

L

a tecnologia accompagna la vita di tutti ed è ancora più necessaria per le imprese. Senza tecnologia un’azienda non può più competere neppure nei Paesi in via di sviluppo, figuriamoci in Italia. Seppur con ritardo, ma con un trend irresistibile, la tecnologia è ormai entrata anche in cantiere. Strumenti sofisticati servono a costruire secondo le nuove regole dell’edilizia, che prevedono una progettazione che passa attraverso un sistema digitalizzato. È di questo che si occupa Spektra, spiega a YouTrade il general manager Massimo Combi. Domanda. Che azienda è Spektra? Risposta. È una società di Trimble, multinazionale americana quotata al Nasdaq, che da 40 anni promuove soluzioni tecnologiche dedicate al mondo delle costruzioni, delle infrastrutture e dell’agricoltura. Nel settore delle costruzioni offriamo un workflow integrato di soluzioni hardware e software, capace di rivoluzionare l’intero ciclo di vita del progetto. Siamo un vero e proprio partner tecnologico per imprese e professionisti: dalla pianificazione alla gestione, dal rilievo alla progettazione, dalla realizzazione all’as built fino al mantenimento dell’opera abbiamo le soluzioni giuste per trasformare ogni lavoro con successo. D. Come si è evoluto il lavoro in cantiere? R. Negli anni c’è stata una vera e propria trasformazione per chi ha voluto coglierne i frutti. Oggi si può scegliere di lavorare in totale autonomia, non dovendosi necessariamente più affidare a figure esterne all’impresa. Si può lavorare senza la materializzazione di picchetti di riferimento, senza ingombranti fili tesi, calcoli con il teorema di pitagora e la bindella. La gestione del cantiere a 360 gradi è virtuale. Si lavora più velocemente, con più precisione, ottimizzando tempi e costi. Lo scambio delle informazioni è immediato. Operazioni che venivano fatte da due o più persone oggi vengono svolte semplicemente e in autonomia da un’unica figura. D. È lecito parlare di digitalizzazione del cantiere? R. È doveroso. Oggi si parla di rilievi e di progettazione 3D. La gestione della condivisione delle informazioni può avvenire su piattaforme cloud e tutti gli attori coinvolti possono fruire rapidamente dei dati per la gestione e il controllo. In Italia si inizia a parlare di Bim e a brevis-

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Massimo Combi

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simo tutte le figure coinvolte nella realizzazione di un’opera dovranno abituarsi non solo a parlarne, ma a lavorare con un metodo integrato di progettazione, basato su un modello informativo, dinamico e interdisciplinare. Tale modello, condiviso e in continua evoluzione, contiene dati su geometria, materiali, struttura portante, caratteristiche termiche e prestazioni energetiche, impianti, costi, sicurezza, manutenzione, ciclo di vita, demolizione e dismissione. D. In Italia il Bim tarda a essere utilizzato? R. Sì. Purtroppo, al di là di alcune realtà strutturate che si sono predisposte in tal senso già da tempo, la maggior parte delle imprese temporeggia, come spesso accade in Italia. Entro il 2025 tutte le imprese saranno costrette ad adeguarsi alle richieste normative, per cui consigliamo di cominciare sin da subito ad organizzarsi, perché il processo di adeguamento delle procedure richiede tempo. È una vera e propria transizione che non ci si può permettere di gestire nel modo e nei tempi sbagliati. D. Come siete arrivati a questo grado di eccellenza? R. I punti di forza che ci contraddistinguono sono l’eccellenza dei nostri prodotti in termini di qualità, precisione e durata, assieme al supporto tecnico inteso come affiancamento in cantiere e formazione. La nostra presenza è costante, fino a quando non siamo certi che il cliente abbia raggiunto una buona indipendenza con la strumentazione e con il software. Inoltre, abbiamo un ottimo centro assistenza interno, che ci consente di intervenire immediatamente in caso di riparazioni, fornitura di pezzi di ricambio, installazioni. Inoltre, molto importante, offriamo un servizio di noleggio che ci consente di fronteggiare molto velocemente e puntualmente ogni esigenza specifica del cliente. D. È difficile investire in tecnologia in Italia? R. Le soluzioni tecnologiche sono molteplici ed economicamente affrontabili. Spektra facilita l’acquisto tramite finanziamento, leasing e noleggio operativo. Il noleggio puro, invece, offre la possibilità di poter usufruire di qualsiasi tecnologia, anche la più costosa, solo per il tempo necessario, investendo in piccole rate detraibili al 100%. Inoltre, quest’anno è in assoluto il momento più opportuno in cui decidere di investire, dato che attraverso il decreto Rilancio sono disponibili tutta una serie di iniziative, finanziamenti e agevolazioni fiscali, volte a favorire gli investimenti per la competitività in ottica 4.0. Con il Piano nazionale Impresa 4.0, per esempio, viene offerta alle aziende italiane la possibilità di cogliere le A p r i l e

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opportunità dell’innovazione e del digitale legate alla quarta rivoluzione industriale. Stesso discorso per il superbonus 110%, il sismabonus, ecobonus, bonus facciate… Opportunità forse irripetibili. D. Si trovano le competenze necessarie per riuscire a gestire la tecnologia? R. Le imprese si sono organizzate o si stanno organizzando in merito. Gli imprenditori sanno che se non si innovano, se non stanno al passo con i tempi, perdono la possibilità di essere competitivi. Il reale beneficio della tecnologia è materia nota agli imprenditori e a tutti le figure impegnate in cantiere: riduzione di costi e tempi, maggior precisione, migliore visibilità e vendibilità sul mercato e software che offrono la possibilità di La realtà aumentata arriva in cantiere. Sopra, Innovation Center Spektra

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Imprese Imprese e professionisti si confrontano con gli esperti Spektra

partecipare con ambizione di successo alle gare di assegnazione dei lavori più importanti. Poi, per chi ha desiderio di innovazione, ma non dispone delle competenze specifiche, sarà Spektra a farsi carico della formazione. D. Domanda inevitabile: il covid come ha impattato sulla vostra attività? R. La domanda è opportuna e fornisce la possibilità di far capire ancor di più a chi legge quanto sia importante la digitalizzazione. Al di là dell’oggettivo impatto emotivo che la pandemia ha avuto su tutti noi, Spektra è riuscita a lavorare molto bene fornendo l’assistenza necessaria ai propri clienti. Con la tecnologia il bello è proprio questo. In molti casi non è necessaria la presenza fisica. Siamo riusciti a supportare i nostri clienti anche da remoto, sfruttando le pause che ci sono state imposte, per focalizzarci sulla formazione ai clienti, sulla gestione dei progetti. Con la digitalizzazione, da remoto, si riesce a fare davvero molto. D. Perché avete deciso di puntare su di un Innovation Center? L’Innovation Center è un grande contenitore di stimoli. L’obiettivo è quello di affiancare tecnologicamente un’impresa, uno studio tecnico, un qualsiasi attore del mondo delle costruzioni. Mostriamo al cliente tutto il nostro potenziale tecnologico, le soluzioni che possono aiutarlo a crescere, a fargli migliorare l’idea di approccio al lavoro. Il nostro ospite si estranea per una giornata dal mondo a cui è abituato, non è più circondato dalle sue certezze, non è più nella sua routine. Si mette in gioco. Viene a conoscenza di tutte le novità tecnologiche, di tutte le possibili soluzioni adottabili. Il tutto ovviamente parte dalla fase più importante: l’ascolto delle esigenze di chi viene a trovarci. Nell’Innovation Center c’è così una crescita in entrambe le direzioni. Si parte dall’intero workflow di tutte le nostre soluzioni per arrivare alla definizione dell’implementazione dei metodi lavorativi nel caso specifico. D. Come è stato realizzato? R. Siamo partiti da un vecchio capannone oramai in disuso, con l’idea di creare un’area nella quale convogliare tutta la nostra conoscenza e quella dei nostri partner e poterla così trasferire agevolmente e professionalmente ai nostri clienti. La possibilità di ospitare il cliente nell’Innovation Center e avere sempre a disposizione gli strumenti e il personale tecnico di riferimento, per confrontarci sulle necessità di adeguarsi ai cambiamenti tecnologici in corso, è un grande vantaggio. Insieme guardiamo avanti nel tempo per stabilire dove la sua azienda dovrà collocarsi e che cosa dovrà fare per rimanere al passo coi tempi e aumentare la propria competitività. D. La realtà aumentata sarà utilizzata anche per l’edilizia?

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R. La realtà aumentata è già utilizzata nel mondo dell’edilizia. La progettazione architettonica ha da sempre un forte legame con le tecnologie digitali, ma è soprattutto negli ultimi anni che il modo di progettare è drasticamente cambiato, grazie ai vantaggi offerti dalla realtà aumentata ai professionisti dell’edilizia: strumento che rende possibile l’inserimento di una serie di elementi reali all’interno dell’ambiente di progettazione e una visualizzazione realistica. Diversamente dalla realtà virtuale, che porta l’utilizzatore all’interno di un mondo virtuale, la realtà aumentata sovrappone le informazioni aggiuntive a ciò che l’utilizzatore vede nel mondo reale. Trimble ha soluzioni che consentono di avere a portata di mano tutte le fasi del ciclo di vita del progetto, aiutando l’identificazione a priori di criticità, per ridurre i costi e incrementare l’efficienza. I vantaggi per i progettisti e i costruttori consistono nel poter controllare e simulare in maniera realistica le fasi di costruzione e le prestazioni dell’edificio riuscendo a correggere eventuali errori ancora prima che essi si verifichino, condividendo tra di loro in cloud tutte le informazioni necessarie a cooperare nel migliore dei modi. Inoltre, potrà essere fatta una presentazione del progetto all’utente finale, per «vedere» qualcosa di più concreto ed esplicativo di una semplice planimetria bidimensionale. Sempre nel decreto Rilancio troviamo il Piano Transizione 4.0 nel quale si fa riferimento a software e sistemi che consentono l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni aggiuntive. Per cui, anche in questo caso, abbiamo misure a sostegno delle imprese per gli investimenti in nuove tecnologie, software in realtà aumentata inclusi. D. Proporre strumenti di precisione significa investire in tecnologia. Come? R. Uno strumento non è un semplice oggetto fine a sé stesso. O, meglio, dovrebbe essere acquistato all’interno di una mentalità di workflow, ossia di un processo di lavoro. Gli strumenti possono essere interconnessi, possono essere veicoli di informazioni gestibili dall’ufficio e devono essere usati nell’ottica di tassello di gestione dell’intera produttività dell’opera. Spesso uno strumento di precisione è gestito da un software che si interfaccia anche con altri strumenti. Per cui si parla di investimento tecnologico ogni qualvolta si riesca a informatizzare un processo. Uno strumento può essere funzionale alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione delle procedure, alla scelta di strategie operative che portano a raggiungere un determinato obiettivo. A p r i l e

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Imprese EDILIZIA

COPERTURE, NASCE IL GRUPPO ONDURA La nuova realtà si basa sulle sinergie tra Onduline, Alwitra e Cb e comprende ricavi sviluppati da 32 filiali che operano direttamente in più di cento Paesi. Obiettivo: offrire soluzioni efficienti per la protezione degli edifici dall’acqua, dall’aria e dal vento di Paolo Calieri

Sotto, Patrick Destang

C’

è un nuovo protagonista di livello internazionale per il mondo dell’edilizia: Ondura. È uno specialista internazionale in impermeabilizzazione e coperture, ma in realtà la sua presenza è già affermata. Si tratta, infatti, di un gruppo internazionale di nuova costituzione, specializzato in sistemi di impermeabilizzazione e protezione delle costruzioni, nel cui slogan «Protection above all» è sintetizzata la mission aziendale. Ma Ondura riunisce anche sotto il proprio controllo tre aziende leader nei rispettivi settori: Alwitra (sistemi di impermeabilizzazione a elevata qualità per tetti piani), Cb (membrane e schermi per copertura e facciate e accessori per coperture) e Onduline (soluzioni leggere da copertura). I

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sistemi di impermeabilizzazione proposti dalle aziende del Gruppo sono sviluppati, infatti, per proteggere gli edifici dall’acqua, dall’aria e dal vento. LA GENESI Le premesse di questo nuovo gruppo risalgono al 2017 quando il fondo Naxicap ha rilevato la proprietà gruppo Onduline. Sotto la nuova gestione guidata da Patrick Destang è stato sviluppato un ambizioso piano strategico per creare un gruppo altamente specializzato nel settore dei sistemi di impermeabilizzazione degli edifici, sfruttando la capillare presenza internazionale di Onduline in 32 paesi. A dicembre 2019 è stata acquisita l’azienda tedesca Alwitra, specializzata in sistemi di impermeabilizzazione per tetti piani a elevate prestazioni. Il gruppo ha recentemente comA p r i l e

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Davide Torelli, direttore generale di Onduline Italia

pletato l’acquisizione dell’azienda polacca Cb nel dicembre 2020, uno dei principali produttori europei nel settore delle membrane e schermi da coperture e facciate. IL MANAGEMENT Ondura è guidato da Patrick Destang, che allo stesso tempo ricopre la posizione di Ceo di Onduline. Con circa 2 mila dipendenti, Ondura è una realtà internazionale altamente specializzata con un fatturato di 350 milioni di euro, sviluppato da 32 filiali che operano direttamente in più di cento Paesi. Il gruppo beneficia di una consolidata presenza industriale a livello globale con 13 stabilimenti distribuiti in nove Paesi diversi, al servizio di oltre 20 mila clienti in tutto il mondo. Le cinque soluzioni principali dell’azienda comprendono le lastre ondulate destinate a coperture e sottocoperte di tetti a falda, impermeabilizzazioni sintetiche destinate ai tetti piani, coperture traslucide in policarbonato e poliestere, membrane traspiranti e schermi flessibili per coperture e facciate e un’ampia gamma di prodotti e accessori complementari. LA BRANCH ITALIANA «Siamo onorati e lieti di poter prendere parte alla nascita di questa importante realtà industriale, che ci vede protagonisti a livello mondiale e che indubbiamente porterà anche a livello nazionale, per noi in Italia, indiscutibili vantaggi», commenta Davide Torelli, direttore generale di Onduline Italia. «Sicuramente avremo la possibilità di ampliare la nostra offerta, con proposte complete e sinergiche in grado di soddisfare le sempre più esigenti richieste che arrivano dal mercato. Nuovi prodotti e sistemi di elevata qualità si andranno ad affiancare alle tradizionali soluzioni della gamma Onduline, portando al contempo un notevole valore aggiunto al nostro costante lavoro di promozione di soluzioni sempre più performanti. Far parte del nuovo gruppo Ondura ci riempie di orgoglio e sarà, altresì, per tutti i nostri collaboratori fonte di nuova e ancora più forte motivazione: un trend virtuoso che si ripercuoterà positivamente verso tutti i nostri clienti e partner, nella prospettiva di un futuro pieno di reciproco sviluppo e successo». A p r i l e

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Imprese GEOPLAST

LA GRIGLIA VERDE PIACE ALL’AMBIENTE Geocross, una pavimentazione di nuova concezione per la riqualificazione di aree verdi non utilizzate, pensata per la realizzazione di piste di decollo di aeroplani, ma anche per aree carrabili in generale. Non necessita di lavori di scavo o sbancamento e mantiene la permeabilità di Paolo Calieri

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A p r i l e

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C

onvertire aree verdi in zone fruibili e carrabili, mantenendo sempre i principi di permeabilità e biodiversità che la natura ci impone: è la sfida di Geoplast, con le sue soluzioni rivolte a un pubblico eterogeneo che guardano a un modello di sviluppo sostenibile. Forte dell’esperienza maturata nella progettazione e produzione di soluzioni per la stabilizzazione e il consolidamento di aree verdi, Geoplast ora propone Geocross, una griglia di nuova concezione mirata alla riqualificazione di aree verdi non utilizzate, pensata specificatamente per la realizzazione di piste di decollo di aeroplani e aree carrabili in generale. La posa è innovativa, perché non necessita di alcuna attività preliminare di scavo o sbancamento, con relativa e onerosa movimentazione del terreno di riporto: è sufficiente stendere e poi pressare al suolo le griglie utilizzando un rullo costipatore. GEOMETRIA OTTAGONALE Con la sua geometria ottagonale, Geocross copre circa il 60% dell’area interessata, mantenendone così la permeabilità, e grazie alla modalità di posa dall’alto, in caso di cedimento del terreno o di applicazione su un manto erboso morbido, garantisce sempre l’accessibilità e la carrabilità, con ripartizione uniforme dei carichi determinati dal transito dei mezzi. I fori ottagonali realizzati in

L'applicazione della griglia Geocross

ogni singola griglia, oltre a contribuire all’elasticità e all’alleggerimento dell’elemento, facilitano il drenaggio delle acque meteoriche, evitano ristagni d’acqua e permettono all’erba di crescere al loro interno, contribuendo al consolidamento del terreno di sostegno. Con una capacità di carico di 100 tonnellate per metro quadrato, Geocross è in grado di resistere al passaggio dei veicoli e degli aerei più pesanti e, grazie a una texture puntinata, consente un’elevata aderenza anche in caso di pioggia. Il sistema, inoltre, è garantito per essere installato in qualsiasi condizione climatica e in ogni tipologia di terreno. Assicura un’alta redditività grazie ai bassissimi costi di manutenzione e mantiene inalterata la capacità drenante del suolo, migliorando la resilienza delle aree urbane soggette a intervento.

STRATEGIA GREEN DA MEZZO SECOLO Fin dai primi anni Settanta Geoplast ha percepito le grandi potenzialità

che anno dopo anno ha innovato e presentato sul mercato sistemi di

dei polimeri, investendo in un modello di business unico, focalizzato

costruzione realizzati con polimeri riciclati.

sull’economia circolare e sul riciclo delle materie plastiche. Una grande

«Ragioniamo sempre in ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed

intuizione è stata, inoltre, sviluppare e stampare componenti e sistemi

economica», spiega Mirco Pegoraro, Ceo di Geoplast. «La nostra

in plastica rigenerata per il settore Building & Construction, con

mission è dare nuova linfa a prodotti plastici a fine vita come arredi,

l’aspirazione di garantire un futuro più sostenibile alle nuove generazioni.

attrezzature e beni di largo consumo. Rispetto ai componenti plastici

Le materie plastiche sono resistenti, durevoli, impermeabili, leggere,

utilizzati in diversi settori come l’automotive o l’arredo, la qualità e le

facili da modellare e riciclabili: tutte proprietà chiave per i materiali da

prestazioni dei nostri prodotti è superiore e garantisce un ciclo di vita

costruzione. Costruire dallo scarto plastico è la filosofia di Geoplast

utile molto lungo, in linea con le esigenze del mercato edilizio».

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Imprese MUOVIAMOCI

Software? Sì, ma non basta

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l Wms (Warehouse management system) è un software che viene installato nelle aziende al fine di facilitare e/o migliorare i processi logistici del magazzino. Con le agevolazioni previste da Industria 4.0 numerose aziende in questi ultimi anni hanno optato per l’installazione del software. In alcuni casi il risultato non ha portato a evidenti benefici operativi, mentre in altre occasioni i tempi per raggiungere un livello di regime sono stati molto lunghi. Le cause dell’insuccesso o dell’insoddisfazione dimostrata dalle aziende che hanno scelto questa soluzione tecnologica non sono da attribuirsi al software in particolare, bensì a una scarsa riorganizzazione dei processi logistici. Per cercare di ovviare a queste spiacevoli situazioni l’azienda dovrebbe fare un approfondito studio per mettere in evidenza tutti quei momenti in cui il processo fisico e il processo contabile devono essere perfettamente allineati. Il percorso di studio deve partire dalle fasi di accettazione, quando il materiale arriva in azienda. In tale fase i prodotti free pass devono essere prontamente caricati nella piattaforma software per renderli disponibili alla vendita o alla produzione. Diversamente, quando si prevede un controllo qualitativo in ingresso, deve essere dichiarata la presenza del materiale, ma la non disponibilità al suo uso. Altra rac-

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comandazione è la codifica del materiale, che deve essere chiara, univoca, flessibile. La scelta del supporto su cui rappresentare il codice è frutto di valutazioni sul medio lungo termine. Per esempio, l’adozione di un codice a barre a matrice consente in un unico codice di avere anche informazioni utili alla tracciabilità, come il numero seriale o il lotto. Una volta accettati e controllati i materiali devono essere stoccati. In tal caso è necessario definire le regole di ubicazione della scorta (per rotazione, per peso, per famiglia, eccetera). L’ubicazione rende necessaria la mappatura, ognuna deve essere univocamente identificata sia che essa sia destinata allo stoccaggio che al prelievo. Il processo di prelievo deve essere organizzato al fine di rendere veloci le operazioni, così

che il Wms può fornire anche algoritmi di routing necessari per minimizzare i percorsi di prelievo degli operatori. Infine, c’è il consolidamento del prodotto prelevato e la preparazione per lo spostamento (materie prime e semilavorati) o per la vendita (prodotti finiti). In questa fase devono essere prodotte correttamente tutte le etichette necessarie per la spedizione. Ultima, ma non per importanza, la gestione dei resi. Il Wms fornisce delle soluzioni per il reintegro dei materiali, ma spetta all’azienda decidere quali regole applicare per i materiali che ritornano dal cliente (riparazione, rivendita, sostituzione). Da queste considerazioni appare evidente che l’installazione di un Wms è il risultato di uno studio dettagliato sul proprio processo logistico aziendale, dove la migliore soluzione prevede da un lato un adattamento del processo alle regole del sistema informativo e dall’altro una personalizzazione del software alle specificità dell’azienda. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)

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L’edilizia va alla carica L’installazione di colonnine per erogare energia alle auto plug-in è un’opportunità per il settore. Elettrizzante

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fianco degli incentivi legati all’acquisto delle auto elettriche, il Quadro strategico nazionale per i combustibili alternativi (decreto legislativo 16 dicembre 2016, n. 257) contempla il Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati a energia Elettrica, il Pnire, al fine di rendere l’elettrico, un sistema di mobilità efficiente e accessibile. Recentemente, la Legge 11 settembre 2020, n. 120 ha convertito, con modificazioni, il decreto Legge 16 luglio 2020, n. 76, che contiene misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale. In particolare, riprende nuovamente l’articolo 57 (Semplificazione delle norme per la realizzazione di punti e stazioni di ricarica di veicoli elettrici). In questo articolo è definita e disciplinata la realizzazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici in apposite aree di sosta, sia pubbliche che private. In buona sostanza, il Pnire, che regola la strategia di sviluppo di una rete pubblica di alimentazione, contempla

anche l’edilizia come tassello essenziale per la sua diffusione. Un’importante incentivo alla diffusione di una mobilità elettrica, che prende avvio dall’autorimessa di casa, per proseguire nella quotidianità degli utenti (lavoro-attività commerciale-turismo), divenendo un’opportunità per costruttori, proprietari, e perché no, per distributori di materiali per l’edilizia. Obbligo d’installazione di punti di ricarica Alla normativa citata precedentemente si aggiunge il decreto Legislativo n. 48 del 2020, in vigore dall’11 giugno, che recepisce le direttive europee sulla prestazione energetica nell’edilizia e sull’efficienza energetica, modificando il Dlgs 192 del 2005. Puntare allo sviluppo della rete di ricarica nel settore della mobilità elettrica: è questo uno dei punti cardine del decreto. In particolare, introduce precisi obblighi per integrare le tecnologie per la ri-

carica di veicoli elettrici, in edifici residenziali e non. Il provvedimento stabilisce l’obbligo di inserire tecnologie per la ricarica dei veicoli elettrici negli edifici di nuova costruzione, in quelli sottoposti a ristrutturazione importante e negli edifici non residenziali dotati di più di dieci posti auto. Da gennaio 2025 negli edifici non residenziali dotati di più di venti posti auto dovrà essere installato almeno un punto di ricarica. Tuttavia, occorre attendere un decreto del ministero dello Sviluppo economico che dia attuazione a tali obblighi. Ciò non toglie che ci si debba preparare per affrontare un mercato ricco di occasioni (consulenza e vendita). Investire nelle colonnine Investire in questo settore rappresenta un modo intelligente, redditizio e alternativo per contribuire a una importante rivoluzione energetica, laddove una maggiore consapevolezza dei consumi, e un impegno comune contro il cambiamento climatico, renderanno possibile un maggiore ricorso alle fonti rinnovabili. Perché investire in questa direzione? Quali vantaggi? I benefici nell’offrire un’infrastruttura di ricarica, per una qualsiasi azienda, potrebbero essere sintetizzabili nei seguenti punti: aumento della fedeltà del personale, innovazione nei servizi per clienti e visitatori, adozione di incentivi nazionali/regionali e rafforzamento dell’immagine aziendale. I vantaggi per il privato sono la comodità di un punto di ricarica principale, la garanzia di una ricarica rapida e sicura, la semplicità ed economicità nell’utilizzo e la possibilità di accedere alla detrazione fiscale del 110% per le spese sostenute per l’installazione di un punto di ricarica. In conclusione, la diffusione crescente delle auto elettriche, offre prospettive incoraggianti verso una maggiore sostenibilità ambientale nel mondo dei trasporti e rappresenta un’opportunità stimolante di business su cui investire.

*Professore associato in Tecnologia dell'Architettura, Politecnico di Milano

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Nuove sistemi di fissaggio Dalla riqualificazione alla prefabbricazione: e il settore cresce

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S PEC IA L E Sistemi a secco TECNICA COSTRUTTIVA

LA NUOVA EDILIZIA A TRAZIONE 4X4 Una villetta costruita dal lunedì al giovedì con solo quattro addetti. Possibile? Sì, a patto di utilizzare il sistema off site. Cioè di puntare tutto su una progettazione digitale accanto a materiali prefabbricati. Che, a differenza di un tempo, oggi hanno aumentato la qualità di Federico Della Puppa

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i sono vari filmati su YouTube dedicati ai sistemi costruttivi a secco, alla prefabbricazione e, in generale, ai sistemi produttivi off site. Questi video, girati per la maggior parte con la tecnica del timelapse, sono utilizzati per mostrare i veri tempi di cantiere. Quanche anno fa, quando si parlava di riqualificazione energetica off site, c’era un video molto visto e condiviso che riprendenva i tempi di cantiere di una rigenerazione energetica di un complesso di sei alloggi a schiera olandesi. In soli 12 giorni l’intervento era completamente realizzato. In questo periodo un altro video sta girando molto sui social, ma riguarda in questo caso la costruzione di una intera abitazione in Italia: una classica villetta a due piani, realizzata in soli quattro giorni, unico requisito aver gettato la platea. Ma l’altro grande elemento di riflessione è che il cantiere in questione vede coinvolti solo quattro addetti specializzati. Quattro addetti per quattro giorni. Ci sono varie riflessioni che si possono fare su questi numeri. La prima è che l’edilizia off site permette una ottimizzazione del cantiere in grado di ridurre i tempi, che sono tecnicamente tempi di assemblaggio, equiparando l’edilizia e il prodotto edile a un prodotto industriale, esattamente come i prodotti industriali usano le catene di montaggio di fordiana memoria. La seconda è che i costi del cantiere diventano giocoforza minori sotto vari punti di

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vista, primo fra tutti quello dell’utilizzazione dei ponteggi e degli altri allestimenti necessari al processo costruttivo. La terza, forse anche più rilevante, è che un’edilizia di questo tipo punta non solo a ottimizzare i tempi, ma anche a garantire prestazione in opera che nessun cantiere «umido» potrà fare, perché i sistemi prefabbricati e a secco escono dalla fabbrica con prestazioni statiche ed energetiche predeterminate. Dunque garanzia di sicurezza e di risultati. IL TOCCO DIGITAL Ma vi è una quarta riflessione che va posta all’attenzione. Un processo produttivo che punti sulla prefabbricazione, con sistemi off site e a secco, prevede una forte integrazione tra componente progettuale, architettonica e ingegneristica, molto avanzata, dove gli strumenti Cad, Cam e Bim sono alla base dell’operatività ma, soprattutto, della competitività del sistema in rapporto ai risultati finali attesi. Storicamente la prefabbricazione e tutto il mondo dei sistemi produttivi a secco hanno contribuito nel tempo a modificare l’idea del cantiere e la sua stessa gestione. Ma oltre alle fasi di cantiere in sé, evidenziano la necessità di una più forte e radicata interrelazione tra tutti i soggetti della filiera, tra chi propone prodotti, soluzioni e componenti e chi, invece, progetta gli edifici. Tra chi monta e utilizza quei prodotti e sistemi e chi deve venderli e trasportarli, fino a chi gestisce il cantiere e organizza la logistica. La produzione off site

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S PEC IA L E Sistemi a secco Andamento prefabbricazione 2018-2019 var. % FATTURATO

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VALORE DELLA PRODUZIONE

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MARGINE OPERATIVO LORDO

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Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

trinseca affidata nell’immaginario collettivo al mattone e al cemento. La prefabbricazione è sempre stata associata più ad un’edilizia di emergenza che a una edilizia «per sempre». Ma l’evoluzione moderna della prefabbricazione e quella recente dei sistemi a secco beneficia sempre più dell’aumento dell’attenzione verso le questioni legate all’ecologicità e alla sostenibilità. Oltre al fatto che i sistemi a secco si basano sulla prefabbricazione e, dunque, sono prodotti e sistemi che puntano sull’assemblabilità, sulla maneggevolezza, sulla capacità di essere elementi giuntabili con facilità. Al punto che le case in legno, tipiche esponenti della prefabbricazione alto di gamma, sono diventate un veicolo per dimostrare che costruire off site non solo garantisce la qualità del costruito, ma soprattutto garantisce i tempi di consegna e realizzazione, i costi di produzione e anche la sostenibilità e l’ecologicità di quanto realizzato.

sposta il cantiere in fabbrica, riorganizza i processi utilizzando le migliori tecnologie, garantendo efficienza e, dunque, velocità, ma anche sostenibilità dell’intero processo costruttivo. Anche perché un edificio realizzato off site può essere in futuro smontato, recuperando i vari elementi che lo compongono, creando fino dall’idea progettuale un percorso di vera economia circolare. Nel nuovo come nel recupero. RADICI ANTICHE La produzione prefabbricata e a secco, che oggi chiamiamo off site, in realtà non è una novità. Nasce dalle colonizzazioni britanniche del sedicesimo e diciassettesimo secolo in India e negli altri paesi del Commonwealth e si è poi propagata negli Stati Uniti, a causa della forte richiesta di realizzare insediamenti in tempi rapidi. Con la progressiva industrializzazione e meccanizzazione dei cantieri si è poi diffusa anche in Europa, culturalmente meno propensa a questi sistemi produttivi, spesso legati a usi di scarsa qualità costruttiva, anche in ragione di un uso molto intensivo fatto nell’Europa dell’Est. È indubbio che la prefabbricazione in Italia abbia da sempre scontato alcune derive culturali difficili da sradicare e i sistemi a secco siano stati visti come sistemi che non garantivano quella robustezza in-

Sistemi prefabbricati - Andamento del fatturato delle principali aziende del settore

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

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QFAST SIGILLA. PROTEGGE. UNISCE. PIÙ COMPETIZIONE L' attenzione verso questi sistemi costruttivi è anche certificata dall’aumento competitivo delle aziende che operano in questi settori. Secondo le indagini annuali realizzate dal Centro Studi YouTrade sui bilanci aziendali, il settore della prefabbricazione, che in questa sede per semplicità utilizziamo come sintesi dell’andamento del comparto costruzioni a secco, dal 2014 al 2019 ha avuto un incremento di mercato molto significativo, uscendo dalle secche della crisi con una velocità di crescita dei fatturati aziendali di molto superiore a quella media dell’edilizia. Il settore, infatti, è passato da pesanti andamenti negativi nel 2014 e nel 2015 a crescite del 5,5% nel 2016, del 8,5% nel 2017, del 9,5% nel 2018 arrivando alle due cifre di crescita, pari a +14,5%, nel 2019. In termini di valore aggiunto la performance nel 2019 è stata di +12,2%, segno di una solidità del rapporto tra vendite e produttività, con un valore del margine operativo lordo medio del campione di aziende analizzate del 6,7% contro il 5,7% dell’anno precedente e, dunque, in aumento del 35%. E con un valore positivo e in aumento anche degli utili netti, fissati all’1,7% in percentuale sul fatturato nel 2019, ma in sostanza triplicati rispetto all’anno precedente, segno della fine di una fase di recupero delle negatività post crisi e dei successivi investimenti attuati dalle aziende. Anche altri indicatori evidenziano lo stato di salute ottimo del settore, uno stato che migliora nel cash flow e anche nel ritorno sul capitale proprio investito (Roe) pari nel 2019 al 4,5%. LA PERFORMANCE È di tutta evidenza che i sistemi costruttivi a secco, dei quali il comparto della prefabbricazione è uno dei segmenti principali, rappresentano oggi un settore molto importante per lo sviluppo dell’industriualizzazione edilizia e dell’attenzione al tema delle performance sia dal punto di vista prestazionale dei prodotti e delle soluzioni, sia dei tempi e delle modalitò stesse di lavoro e di gestione del cantiere. I vantaggi sono legati alle garanzie di tempi e costi di costruzione, dei ridotti impatti in termini di ambiente, sia durante l’utilizzazione degli edifici che in fase finale, nel futuro, nella loro demolizione o meglio smontaggio e recupero dei materiali stessi. Ecco dunque che il cartongesso, il legno, l’acciaio, i sistemi a secco, la prefabbricazione spinta di pareti, tetti e quant’altro, che non richiede materiali umidi e malte, ma soprattutto manodopera altamente specializzata e una filiera produttiva integrata e non improvvisata. Richiede soggetti che non inventano in cantiere le soluzioni, ma definiscono già nelle fasi di progetto tutto quanto è necessario fare, grazie alla tecnologia digitale, al Cad, al Cam, al Bim, agli strumenti innovativi di gestione del cantiere, come ad esempio nei Constructible Process, dove l’integrazione è a tutti i livelli, dal progettista al produttore di materiali, dall’addetto al direttore lavori. Un’organizzazione tale che quattro persone possono montare un’intera villetta a due piani, completamente finita, in quattro giorni. E il quinto giorno riposarsi.

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IL CONTROTELAIO FACILE E VELOCE Il nuovo supporto con traverse a giorno Orchidea Easy facilita il corretto posizionamento dei pannelli di cartongesso e l’applicazione nel più breve tempo possibile. È già montato e pronto all’uso e le traversine hanno una micropunzonatura per il fissaggio delle lastre di Veronica Monaco

È

ancora più facile da installare e da trasportare: il nuovo controtelaio con traverse a giorno Orchidea Easy di Fibrotubi rinnova la tradizionale lastra metallica piena con una nuova linea di soluzioni studiate per facilitare il corretto posizionamento dei pannelli di cartongesso e l’applicazione nel più breve tempo possibile. Con una portata di 80 chilogrammi e uno spessore a parete finita di 100 millimetri, Orchidea Easy supporta qualsiasi modello di porta scorrevole, in legno fino a 44 millimetri e in cristallo da 8-10-12 millimetri. Le misure disponibili riferite alla luce netta di passaggio sono 60-70-8090-100 cm di larghezza per 210 centimetri di altezza. SCORREVOLEZZA Il telaio è già montato e pronto all’uso e, in più, tutte le traversine presentano una micropunzonatura per aiutare il fissaggio del cartongesso e fori per il corretto fissaggio delle viti. Inoltre, la guida-timone che tiene in linea la porta è autocentrante e i carrelli abbinati alla traversa hanno ruote con circonferenza più ampia, per una maggiore scorrevolezza e silenziosità. Orchidea Easy è disponibile anche nella versione Slide, con telaio in kit da montaggio, e in versione anta doppia, componibile con due ante singole e kit anta doppia.

I DETTAGLI TECNICI 1.

Le alette a dente apribili, poste

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permettono

traversa, l’aggancio

facilitato degli stipiti. 2.

Le staffe distanziatrici poste sulla traversa superiore permettono di centrare e fissare agevolmente i profili in cartongesso da 75 millimetri.

3.

Tutte le traversine sono state studiate e prodotte con

micropunzonatura

per facilitare il fissaggio del cartongesso, inoltre, i ganci posti sulle traversine consentono un fissaggio rapido. 4.

In corrispondenza di ogni traversina orizzontale del telaio, vi è un foro che permette di identificare la giusta posizione per il fissaggio delle viti

Applicazione di Orchidea Easy

nella lastra in cartongesso una volta che queste abbiano già ricoperto le traversine. 5.

Le dime poste alla base del telaio sono apribili a 180 gradi per il centraggio del telaio con i profili del cartongesso da 75 millimetri.

6.

All’insegna della praticità la guida-timone che tiene la porta in linea è autocentrante e può essere agganciata anche a scatto a pochi istanti.

7.

I carrelli abbinati alla traversa, hanno ruote con circonferenza più ampia, per una maggiore scorrevolezza e silenziosità.

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COMFORT

IL SILENZIO È SU MISURA Si chiama Isolmant 4you il sistema di riqualificazione che modula la propria tecnologia sui bisogni e le necessità di ciascuno: combina l’innovazione per l’isolamento acustico con le peculiarità delle migliori lastre in cartongesso. È Voc free e in linea con i Cam di Paolo Calieri

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no scarso isolamento acustico all’interno della propria casa è non solo fastidioso, ma ora più che mai insopportabile con il maggior numero di ore passate nella propria abitazione causa virus. La riqualificazione acustica degli spazi domestici, insomma, è diventata necessaria. Ma deve anche essere personalizzata: Isolmant, per questo, ha studiato una serie di tecnologie che possono essere combinate tra di loro per creare soluzioni ad hoc. Il benessere, in sintesi, deve essere sempre più su misura per essere efficace. Ed è quanto propone il nuovo sistema a secco Isolmant 4you, che rivoluziona il concetto di riqualificazione modulando la propria tecnologia sui bisogni e le necessità di ciascuno. Più di una semplice gamma di prodotti, si tratta di un insieme di tecnologie efficaci per creare soluzioni per ogni ambiente e intervento di ristrutturazione, combinando l’innovazione per l’isolamento acustico di Isolmant con le peculiarità delle migliori lastre in cartongesso. MASSIMA EFFICIENZA Un sistema a secco unico, efficiente, sostenibile, salubre, che non solo garantisce risultati eccellenti e duraturi nel tempo in termini di comfort acustico, ma che presenta anche numerosi vantaggi per gli applicatori, grazie alla sua velocità e semplicità di applicazione per interventi rapidi che non richiedono opere di demolizione. Le soluzioni della gamma Isolmant 4you sono Voc free e in linea con i requisiti previsti dai Criteri ambientali minimi: • IsolGypsum Special, il salvamuro universale: un prodotto dalle caratteristiche uniche che risana le pareti sia acusticamente sia termicamente, un’unica soluzione per una ristrutturazione globale A p r i l e

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Isolamento termico, sistemi di costruzione che privilegiano l’assemblaggio di elementi prodotti lontano dal cantiere, tempi di realizzazione che si riducono... La nuova era passa attraverso efficienti soluzioni di fissaggio. Come testimonia la Top 10 del settore

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I T A di Federico Della Puppa

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ltre 22 mila piante e 560 metri quadrati di verde. No, non stiamo parlando di un parco cittadino o di un tradizionale giardino botanico, magari appannaggio di qualche università. Questi numeri si riferiscono al più grande giardino verticale d’Europa, situato nell’area settentrionale della Spagna, a Santander, all’interno di un edificio in passato adibito alla lavorazione del tabacco, oggi riadattato a spazio multiuso, al servizio della comunità locale. Il progetto del giardino verticale The Living Wall, che trae ispirazione dalle texture lussureggianti caratteristiche delle opere del pittore astrattista Jackson Pollock, e frutto della collaborazione tra lo studio Fda Architects e Urban Therapy (startup dell’Università di Siviglia) si avvale di un sistema nascosto che regola ogni aspetto necessario a mantenere in vita il verde: dalla regolazione della temperatura all’irrigazione, incluso il sistema di drenaggio che ricicla e riutilizza l’acqua raccolta. Questo esempio serve per introdurre un tema che, da tempo, ha messo silenziosamente le radici, ma che con lo scoppio della pandemia ha finalmente fatto capolino nell’attuale dibattito sul mondo costruito, ricontestualizzando il tema stesso del giardino: il verde per interni, il green indoor. Insomma, chiusi nelle nostre case, a loro volta magari inserite in contesti rigidamente urbanizzati, ci siamo accorti di ciò che ci mancava forse più di tutto, ovvero il contatto con la natura.

LA CORRELAZIONE Non è un caso, perché una vastità di studi sul tema supporta la tesi di come il nostro stato di salute sia correlato alla presenza o meno di elementi naturali all’interno nostro vivere quotidiano. Per esempio, quando inseriamo un po’ di natura (in questo caso, di verde botanico) nelle nostre case contribuiamo a migliorare la qualità dell’aria grazie all’azione di filtraggio delle sostanze inquinanti svolta dalle piante, capaci persino di mitigare la temperatura interna e l’inquinamento acustico, ma anche di ridurre i livelli Dott.ssa Sonia Santella, Green Indoor di stress causati dallo smart work. designer e docente IDI Lo stesso discorso si applica di conseguenza a uffici e scuole, dove il verde contribuisce a migliorare i livelli di concentrazione. Infine, un ulteriore ambito di applicazione che è doveroso citare è quello del retail e degli spazi commerciali, dove la presenza di zone

175


bioCasa verdi non ha solo una motivazione estetica, ma anche di business, perché invita a soffermarsi più a lungo nei luoghi dello shopping, grazie alla sensazione di benessere capace di infondere nei visitatori. Per conoscere più da vicino questo settore, YouTrade si è rivolto a Italian Design Institute, ente di alta formazione con sede a Milano, che propone un corso dedicato a formare la figura di Green Indoor Designer, attraverso il contributo di docenti qualificati. Tra questi, la dott.ssa Sonia Santello, green designer e docente di Italian Design Institute. Domanda. Che cosa si intende con l’espressione Green Indoor? Risposta. Green indoor vuol dire coltivare in casa o altri luoghi al chiuso delle specie botaniche adatte a crescere con luminosità diffusa e non esposte alla luce del sole diretta. In particolare, ci si riferisce a piante di origine tropicale, che provengono da climi caldi e umidi, dove ricevono luce filtrata dalla vegetazione alta. Quindi la casa si presenta come un ambiente adatto, con una temperatura mite e costante. D. Quali sono i precursori o gli esperti a cui si fa riferimento? R. Generalizzando possiamo menzionare i viaggiatori inglesi che a partire dalla seconda metà del Settecento si recarono in Cina per scovare specie botaniche rare che venivano riportate in patria a bordo di navi e poi trasferite nelle serre. Tra queste, la più emblematica si trova nei famosi Kew Gardens (un esteso complesso di serre e giardini ubicati tra Richmond upon Thames e Kew, a circa 10 chilometri a sudovest di Londra, ndr). Successivamente, il collezionismo botanico

SE IL GREEN DESIGN ENTRA NELLA RIVENDITA

17 6

Il Verde Indoor è un settore davvero trasversale, che coinvolge

D. Secondo voi, esiste una potenzialità nel mondo della

numerose professionalità, da quelle specializzate nella progettazione

rivendita edile specializzata che sceglie di avvalersi di un

del verde, come green urbanist e garden designer, agli architetti,

collaboratore esterno o interno specializzato nel campo del

designer di interni e visual merchandiser. Oggi ogni professionista

Green Indoor design?

del mondo del Design dovrebbe possedere conoscenze che lo

R. Lavorare in questo settore, oggi, significa avere una formazione

spingano ad abbracciare una direzione più green, quindi perché

a 360 gradi, che tenga conto anche e soprattutto dei nuovi trend

no? anche chi si occupa di consulenza all’interno della rivendita

del design. E il Verde Indoor non esula da questi, anzi. Anche in

specializzata, spiega a YouTrade Tania Sette, referente di Italian

considerazione del fatto che sempre più committenti, sia a livello

Design Institute.

pubblico che privato, concepiscono lo spazio, come abbiamo

Domanda. Se esistono casistiche, come si interfacciano

detto prima, in un’ottica più confortevole. L’esperto di verde indoor

queste professionalità con quelle inerenti alla filiera edile?

non è solo un appassionato di natura e piante, è un vero e proprio

Risposta. Oggi sono davvero tante le aziende che offrono i loro

professionista della progettazione, specializzato nella qualità degli

prodotti e soluzioni per progetti di architettura indoor e outdoor,

spazi, dell’aria interna, della corretta illuminazione degli ambienti,

per edifici direzionali, commerciali, medicali, grandi infrastrutture,

come anche della scelta del colore con cui tinteggiare le pareti.

musei, complessi residenziali o centri pubblici. Esiste tutto un settore

Inoltre, sempre più aziende e studi di architettura necessitano di una

di proposte di finiture e materiali pensati per la sostenibilità, dai

consulenza fondamentale nella progettazione del verde che, dunque,

pavimenti ai complementi d’arredo, dall’arredo bagno al lighting

potrà essere una competenza specifica richiesta anche all’interno

design, giusto per citarne qualcuno, che vanno di pari passo con il

del mondo della rivendita edile, attraverso la collaborazione con

trend del verde indoor.

professionisti del settore.

A p r i l e

2 0 2 1


divenne moda e altre serre magnifiche furono imitate nel resto dell’Europa e non solo, a corredo dei grandi parchi cittadini. Il collezionismo botanico ebbe una rapida diffusione e si affermò in piccola e grande scala. D. Quali sono le origini geografiche del Green Indoor? R. Gli antichi popoli orientali furono molto abili nel ricreare in casa paesaggi domestici, attraverso terrari e cassette di legno in cui allestivano boschetti in miniatura che imitavano la naturalità esterna. D. Qual è il peso di questo settore in Italia? R. L’interesse per il verde domestico è in crescita soprattutto in seguito alla pandemia che ha reso gli spazi dell’abitare centrali, luoghi in cui oggi si svolgono più attività ricreative rispetto al passato. Il giardinaggio domestico è tra queste. Il trend si afferma e continua a evolversi contaminando molti aspetti della vita privata e commerciale delle società a livello mondiale. D. Quali professionalità del mercato coinvolge questo settore? R. Arredatori, architetti, green designer, vivaisti che hanno implementato l’offerta di piante da interni per soddisfare la crescente domanda. D. Quali sono le soluzioni che adesso vanno per la maggiore e quali, invece, si stima siano le più promettenti per il futuro? R. Le soluzioni tecnicamente più complesse sono le cosiddette pareti verticali, che necessitano di interventi non improvvisati, con vasche modulari e materiali che sostituiscono l’utilizzo di terra per permettere la coltivazione di specie che hanno bisogno di crescere

in un substrato umido: si parla di piante che in natura crescono in habitat ombreggiati. Inoltre, i pannelli con licheni stabilizzati fanno tendenza e consentono di decorare la casa con un tocco naturale, oltre ad avere capacità fonoassorbenti. Il giardinaggio in ambienti chiusi predilige specie botaniche tropicali, di facile coltivazione, alcune molto resistenti e adatte a crescere in vasi e contenitori, con ridotta luminosità. D. In questo settore esiste una filiera distributiva? R. Vivai e aziende di design che realizzano strutture in cui far crescere in verde domestico, privilegiando sia l’aspetto estetico che quello e funzionale.

D. Italian Design Institute offre il corso di Green Indoor: di

R. Tutti i corsi, i master, le specializzazioni, le experience e i percorsi

che cosa si tratta?

annuali organizzati da Italian Design Institute mirano a formare figure

R. È un corso specifico in Green Indoor volto a formare una

professionali nel settore design, puntando sulla specializzazione. La

figura professionale altamente qualificata, con competenze nella

necessità ormai crescente dell’uomo di introdurre soluzioni di verde

progettazione del verde d’interni. La specializzazione si propone di

indoor negli spazi da lui occupati ha portato l’istituto a delineare un

trasmettere metodi di lavoro, oltre che specifiche conoscenze nel

percorso formativo che potesse fornire le competenze necessarie

settore di riferimento, grazie al know how messo a disposizione da

per rispondere a questo bisogno. Ogni percorso formativo è stato

professionisti del campo attraverso la trattazione di un programma

concepito per rispondere alla crescente domanda da parte delle

didattico specifico, strutturato in modo tale da sviluppare tutte

aziende, che cercano sul territorio risorse altamente qualificate e

le fasi della realizzazione di un progetto di verde indoor, così da

con un bagaglio di esperienza pregressa. Quindi, la nostra risposta

risultare vincente. Il percorso, del quale esiste anche una versione

si basa sulla qualità dei contenuti e l’ampiezza dell’offerta formativa,

totalmente online, si struttura in diverse fasi, che comprendono sia

grazie a docenti dall’alto profilo professionale e umano, riconosciuti

lezioni propedeutiche su piattaforma online che lezioni frontali in

e affermati professionisti nel loro settore.

full immersion e una fase di project work. Il programma è articolato

D. Quali sono i candidati ideali?

e affronta gli argomenti compresi nelle seguenti macro aree: Verde

R. Non solo gli studenti del settore design e delle materie di

architettonico, Verde pensile, Verde parietale, Giardino verticale,

progettazione e architettura, ma anche gli appassionati e i

Piante da Interni.

professionisti che vogliono ampliare le proprie conoscenze

D. Quali motivi hanno spinto Italian Design Institute a

e competenze o specializzarsi in alcune branche del design,

formulare e proporre questi corsi?

apprendere i nuovi trend e i nuovi tool utilizzati.

A p r i l e

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HOME AUTOMATION digital house

CASA SMART, IL MERCATO PRONTO AL RADDOPPIO

l

e mode sono mode. E passano. Ma i numeri sono numeri, e restano. Certo, non sono neutri, vanno interpretati. Ma spesso i dati hanno una forza autonoma e riescono a farsi comprendere anche da chi è sordo. Un esempio è l’ultimo Rapporto Smart Home Internet of Things nelle case italiane curato dal Centro Studi di Tim, che analizza mercati e impatto economico della trasformazione e della sicurezza digitale, dal 5G alla cybersecurity. Secondo questa ricerca il mercato italiano della digital home è raddoppiato in breve tempo e non ha intenzione di fermarsi. Nel 2020 il mercato della smart home in Italia è stato stimato in circa 566 milioni di euro. Ma per il 2021 la crescita media annua è previsto tocchi il 26%, mentre nel 2023 il fatturato delle aziende del settore dovrebbe superare 1 miliardo di euro. Cifre che dovrebbero far rizzare le orecchie a chi vende materiali per edilizia ma, magari, anche accessori per la casa. Certo, non tutte le componenti della smart home devono finire sugli scaffali dei rivenditori di materiali. Ma forse dovrebbero prepararsi a fornire assistenza, servizio e, why not? consulenza per chi costruisce o riqualifica un’abitazione. I dispositivi più venduti, al momento, sono gli smart speaker (+59% nel 2019, +11% nel 2020) tipo Alexa, Google Assistant o Apple HomePod. Ma il fatto è che questi dispositivi si portano dietro un’infinità di funzioni. Per esempio, gli elettrodomestici smart piccoli e grandi regolabili da remoto, i dispositivi di controllo e connettività locale, come gateway e hub, prese di corrente smart e comandi vari per tapparelle, termostato, impianto di sicurezza con telecamere e sensori, per non parlare di televisori smart e console per i videogiochi. Insomma, un mix tra elettronica e gestione delle attività domestiche, un terreno di mercato grigio tutto da conquistare. Tanto che in campo sono scesi i big, da Bosch a Ikea, da Philips ai giganti dell’elettronica asiatica. Ma spazio per le aziende italiane ce n’è, a cominciare da quelle attive nel sistema casa, per esempio tutto il comparto dell’arredo. E se a questo si aggiunge che, secondo le ultime indicazioni, oltre il 50% delle aziende continuerà a utilizzare lo smart working, con la necessità quindi di una connettività domestica, le premesse ci sono tutte. Per esempio, c’è chi ha già messo in vendita talking furniture, cioè mobili integrati da un tag che consente di interagire con una app per attivare memoria dati, servizi di manutenzione, ecommerce. Insomma, mobili connessi per chi lavora da casa. Un altro esempio? Enel X ha appena lanciato una piattaforma basata su un termostato smart, che integra il sistema vocale Amazon Alexa: serve a gestire caldaia e riscaldamento, ma è anche un hub IoT per controllare più dispositivi. ata V

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1. Design ed eccellenza artigianale per la nuova

edizione speciale di Beam Stick Nuance di Marc Sadler per Olev Design Lab. La sfera in vetro soffiato è realizzata con la particolare tecnica del balloton che impreziosisce la superficie con una trama a effetto sfaccettato e tridimensionale. All’interno due sorgenti luminose diffondono una luce soffusa o un deciso fascio verso il basso. La palette cromatica sceglie le tonalità ambra, bronzo, testa di moro per ambienti dal tocco raffinato. 2. Linea Light Group presenta Dama, nuova lampada portatile senza fili, versatile e colorata, perfetta per l’outdoor o per illuminare dettagli d’arredo. La forma squadrata e sottilissima di Dama ospita una batteria ricaricabile a Led con sensore che attiva l’apparecchio al passaggio della mano. 3. La collezione outdoor di Catellani & Smith accende giardini, terrazze e balconi con lampade che si integrano nella natura creando atmosfere magiche. Come frutti spontanei che crescono tra siepi e cespugli, i modelli della linea More sono disponibili a sospensione, appoggio o da terra. La linea Sypha richiama alla memoria il fusto allungato e robusto delle canne di bambù, mentre Medousê si mimetizza tra la vegetazione con le sue finiture verde o trasparente, ed è disponibile in due modelli da terra e uno per l’installazione a parete. 4. In occasione del suo 15esimo compleanno

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Regina

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Twiggy, la lampada disegnata da Marc Sadler per Foscarini, si fa ancora più flessibile e si arricchisce con l’evoluzione:Twiggy Elle. La nuova asta porta il diffusore ancora più lontano rispetto alla base, offrendo una maggiore libertà nella progettazione degli spazi e nel dialogo tra corpo luminoso e ambiente. Disponibile in diversi colori e nella nuova versione Wood, con il diffusore in rovere e la struttura in greige o nero. 5. String Mini è la novità firmata Rotaliana,

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YO U T R A D E

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illuminazione

IN SHOW punto di riferimento nella produzione di soluzioni illuminotecniche di design. La lampada completa l’iconica famiglia String con una soluzione facilmente adattabile a qualsiasi genere di contesto: oltre alle versioni da scrivania e da parete, comprende la versione da terra da utilizzare come lampada da lettura. La testa orientabile, stampata in materiale plastico, si impugna comodamente utilizzando il foro centrale. 6. La lampada Bonsai del brand italiano Myyour richiama nella forma gli alberi in miniatura tipici dell’antica arte giapponese della potatura e della cura delle piante. Un punto luce che piace a grandi e piccini, che aggiunge un tocco di simpatia agli ambienti. Per l’illuminazione si può scegliere tra una strip Led 4,8W o una luce Rgbw a batteria. 7. Specializzata dal 2007 in sistemi di illuminazione a tecnologia Led per esterni e interni, L&L Luce&Light ha aggiunto di recente a catalogo Berica, applique biemissione dal design essenziale e dallo spessore estremamente ridotto. Per una perfetta integrazione con la parete d’installazione la versione con primer presenta un trattamento che rende la superficie del frontale adatta ad essere dipinta con la stessa pittura utilizzata per la parete d’appoggio o eventualmente rivestita con la carta da parati. 8. Il proiettore Robin, disegnato da Matteo Thun per iGuzzini, ha vinto il premio di design Red Dot nella categoria Lighting Systems. Ideale per gli ambienti retail e hospitality&living, il proiettore per binari a bassissima tensione è caratterizzato da massima flessibilità di movimento e rotazione e può essere installato sul binario Superrail anche nella parte superiore, combinando luce d’accento e luce generale continua nella parte sottostante. 9. Il marchio giapponese di light design Ambientec presenta Turn+, contemporanea lanterna portatile disegnata da Nao Tamura. Grazie al sensore a sfioramento integrato e a due tipologie di segmenti Led, basta un semplice tocco per regolare la luce in quattro diverse gradazioni. Ricaricabile e portatile, fornisce fino a 500 ore di luce, e può essere utilizzata anche in esterni in quanto impermeabile. 10. Luce con doccia integrata per Royal Midas di Keuco: in base all’ora del giorno e all’umore, la luce può essere impostata o oscurata all’infinito tra 6500 kelvin (luce diurno) e 2700 kelvin (bianco caldo). Si aziona in modo intuitivo tramite un interruttore posizionato nella stanza e il coefficiente di protezione IP 65 garantisce la protezione totale alla penetrazione di corpi solidi, liquidi da gocce, vapori, spruzzi e getti d’acqua in qualsiasi direzione.

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ZAPPING IN ARRIVO ISOLMANT GREEN GENERATION

Secondo i dati diffusi a inizio 2020 dalla Commissione Europea, l’edilizia è responsabile del 42% del consumo energetico finale di tutta la Ue e del 35% delle emissioni totali di gas serra. Un settore energivoro e inquinante, che può avere un ruolo cruciale nel combattere il cambiamento climatico e nel rendere le città più resilienti e sostenibili. Proprio per questo Isolmant, attiva da oltre 40 anni sul mercato dell’isolamento acustico e termico, ha da sempre come obiettivo il benessere e il comfort abitativo delle persone che negli edifici vivono e lavorano, con lo sviluppo di soluzioni sempre più green ed eco-friendly, come la nuova gamma Isolmant

Eugenio Canni Ferrari

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Green Generation, in produzione entro la fine del 2021. «Già oltre dieci anni fa abbiamo sviluppato la nostra fibra FibTec, la cui produzione si basa sul riciclo di Pet derivato dalle bottigliette in plastica per bevande. Una fibra che viene lavorata e utilizzata in tanti prodotti, dalla gamma Perfetto, il nostro fiore all’occhiello per l’isolamento acustico delle pareti, alle soluzioni per la correzione acustica isolspace, fino ad arrivare alle nostre fibre XF1, XF2 e XF3, componenti essenziali dei nostri prodotti accoppiati per l’isolamento acustico sottomassetto», spiega l’amministratore delegato, Eugenio Canni Ferrari. «Stiamo poi lavorando in maniera importante anche allo sviluppo di Isolmant Special per elaborare una versione che sostituisca i polimeri di origine fossile con altri derivati da riciclo di materiale di altra origine. Entro il 2021 tutto questo porterà alla produzione di una specifica gamma denominata Isolmant Green Generation che andrà ad affiancare quella esistente, mantenendone le elevatissime qualità tecniche e applicative, per dare una scelta in più ai nostri clienti».

NUOVE TENDE PLISSETTATE PER FAKRO FAKRO OFFRE NUMEROSE VARIETÀ DI TENDE PLISSETTATE, IN DIVERSE VARIANTI CROMATICHE, PER GARANTIRE OMBREGGIAMENTO E PRIVACY ANCHE IN MANSARDA. TRA LE SOLUZIONI SPICCA LA NUOVA TENDA PLISSETTATA APF, CHE ABBINA LA POSSIBILITÀ DI REGOLARE L’ENTRATA DELLA LUCE SOLARE A UNA RICERCATA FINITURA ESTETICA, FACILE DA ABBINARE ALL’ARREDAMENTO CIRCOSTANTE. LA TENDA APF HA UNA PLISSETTATURA CON STRUTTURA A NIDO D’APE REA-

LIZZATA IN MATERIALE AD ELEVATA CAPACITÀ DI ASSORBIMENTO, IN GRADO DI PROTEGGERE LA MANSARDA DAL SURRISCALDAMENTO E DAI RAGGI UV E GARANTIRE UN OTTIMO LIVELLO DI ISOLAMENTO TERMICO. ALL’INTERNO DELLA PLISSETTATURA, INOLTRE, È POSIZIONATA UNA PELLICOLA IN ALLUMINO PER PERMETTERE IL COMPLETO OSCURAMENTO DEL VANO A TENDA CHIUSA E LA MASSIMA PRIVACY AGLI OCCUPANTI. GRAZIE ALLA PRESENZA DI GUIDE LATERALI IN ALLUMINIO, INOLTRE, È POSSIBILE BLOCCARE LA TENDA A QUALSIASI ALTEZZA. IL SISTEMA DI APERTURA TOP-DOWN PERMETTE INOLTRE DI MOVIMENTARE L’ACCESSORIO SIA DALL’ALTO VERSO IL BASSO CHE VICEVERSA. LA TENDA APF È GESTIBILE MANUALMENTE E SI ADATTA A TUTTI I MODELLI DI FINESTRA DA TETTO FAKRO.

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PROGETTO CERAMICA CON MAPEI Mapei lancia Progetto Ceramica, nuovo tool gratuito a supporto della progettazione delle soluzioni di posa, che permette di orientarsi nella scelta di adesivi e stuccature secondo Uni 11493-per piastrelle in ceramica. Lo strumento, di facile utilizzo, consente di calcolare in quattro semplici passaggi il consumo previsto dei prodotti Mapei e ottenere la corretta prescrizione dei materiali da inserire a capitolato. Una volta effettuato l’accesso all’area MyMapei, è necessario inserire l’ambiente, scegliere la destinazione d’uso, selezionare il tipo di supporto e il tipo e la dimensione delle piastrelle e quindi le prestazioni attese e il colore dell’adesivo e della stuccatura. Una volta ottenuto il risultato finale è possibile salvare il progetto e condividere via email la voce di capitolato con i link alle pagine di prodotto e i consumi.

LE, E LAURENT BOOKMATCH CHE SI ISPIRA AL MARMO NERO MARQUINA. GRAZIE AL DESIGN CLASSICO E ALLA SOBRIETÀ CROMATICA, L’EFFETTO DI QUESTE COLLEZIONI AIUTA A CREARE UNA SERIE DI MOTIVI GEOMETRICI CHE ALLEGGERISCONO LE PARETI, PORTANDO ARTE E DESIGN ALL’INTERNO DI OGNI AMBIENTE.

PROGRESS PROFILES, BATTISCOPA AD ALTEZZA VARIABILE

Wavelengths

LE NUOVE CERAMICHE DI PORCELANOSA IL BOOKMATCH È LA NUOVA TENDENZA DELL’INTERIOR DESIGN CHE PREVEDE LA SOVRAPPOSIZIONE DI RIVESTIMENTI E PAVIMENTI, PER CONFERIRE UN SENSO DI CONTINUITÀ AGLI AMBIENTI E GIOCARE CON MOLTEPLICI COMBINAZIONI, ALTERNANDO PIASTRELLE DI COLLEZIONI DIVERSE. PER RISPONDERE A QUESTA NUOVA TENDENZA, PORCELANOSA HA POTENZIATO LA SUA COLLEZIONE DI SUPERFICI CERAMICHE EFFETTO MARMO. TRA I PRODOTTI SPICCANO LE SERIE DOLOMITI BOOKMATCH E BALTIC BOOKMATCH, CHE RIPRODUCONO LA LUCENTEZZA E LA TEXTURE DEL MARMO NATURA-

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Progress Profiles presenta Promultiskirt Square e Round, modelli brevettati di battiscopa dotati di pre-incisioni sul retro e sul fronte (non visibili) che permettono di scegliere l’altezza più adatta alle proprie esigenze: da 10, 8 o 6 centimetri, in abbinamento perfetto o a contrasto rispetto al pavimento. Realizzato in resina vinilica espansa, il profilo è disponibile in bianco, nero, argento o nelle tonalità bianca, grigia e Hawana del rovere. I due modelli sono dotati di bordi dal design differente: moderno ed essenziale quello squadrato di Promultiskirt Square, classico e morbido quello a becco di civetta del modello Round. Lo spessore di 14 millimetri assicura inoltre una copertura perfetta della zona perimetrale e protegge i rivestimenti dallo sfregamento con mobili o attrezzi per la pulizia. Altamente resistenti all’acqua, agli agenti chimici e all’umidità, sono rivestiti con una pellicola in Pvc. Entrambi possono essere ancorati alla parete con supporti

in plastica, da fissare tramite l’apposita clip, o applicando il sigillante impermeabile Proband Fix. Per una perfetta messa in opera, infine, l’azienda mette a disposizione anche tappi di chiusura, raccordi esterni e spigoli interni per entrambe le varianti.

NUOVA PORTA RAPIDA DI HÖRMANN PIÙ VELOCITÀ ED EFFICIENZA ENERGETICA CON LA NUOVA PORTA RAPIDA A IMPACCHETTAMENTO F 6010 HÖRMANN PER APERTURE FINO A 6 METRI IN ALTEZZA E LARGHEZZA. IDEALE PER UN UTILIZZO ESTERNO, QUESTA CHIUSURA È CONTRADDISTINTA DA SINGOLI MODULI CON PROFILI DI PROTEZIONE ANTIVENTO ZINCATI E UN MANTO PIEGHEVOLE IN TESSUTO ANTISTRAPPO, CHE SI RIPIEGA IN MODO COMPATTO DIETRO L’ARCHITRAVE, OCCUPANDO IL MINIMO INGOMBRO ALL’INTERNO DEL CAPANNONE. PER UNA MAGGIORE VISIBILITÀ È POSSIBILE L’INSERIMENTO DI FINESTRATURE IN GRADO DI FAVORIRE L’INGRESSO DELLA LUCE NATURALE. LE OTTIME PERFORMANCE ENERGETICHE SI CONIUGANO CON UNA VELOCITÀ D’APERTURA FINO A 1,0 M/S E CHIUSURA FINO 0,5 M/S, SISTEMI BREVETTATI DI SICUREZZA PER RIDURRE IL RISCHIO DI LESIONI A PERSONE O COSE, GUIDE LATERALI DI PROTEZIONE IN PVC ANTIUSURA E UN’ESTETICA VIVACE E ATTUALE, GRAZIE AI CINQUE COLORI DI SERIE (GIALLO ZINCO, ARANCIONE PURO, ROSSO CARMINIO, BLU GENZIANA E GRIGIO AGATA) E AI SEI COLORI SPECIALI A RICHIESTA (AVORIO CHIARO, BLU CIELO, VERDE OPALE, GRIGIO ANTRACITE, NERO INTENSO E BIANCO PURO). PER TONALITÀ PERSONALIZZATE È POSSIBILE COMBINARE DIVERSI COLORI SIA PER IL MANTO CHE PER GLI ELEMENTI LATERALI E I RIVESTIMENTI; SI PUÒ INOLTRE PREVEDERE LA SOVRASTAMPA DI SCRITTE O LOGHI AZIENDALI.

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IL 69% DEGLI ITALIANI HA AUMENTATO L’USO DELLO SMARTPHONE Complici i vari lockdown, nel 2020 gli italiani sono rimasti molto di più a casa. Ma non hanno rinunciato a usare lo smartphone: il 69% degli utenti ha incrementato l’uso rispetto all’anno precedente, secondo una ricerca del Politecnico di Milano. Per questo il mercato del Mobile advertising è lievitato del 9% a quota 1,9 miliardi di euro. Sui dispositivi mobili, indicano i dati della ricerca, gli italiani hanno passato in media 77 ore al mese, l’83% del tempo totale trascorso online, con un aumento del 29% rispetto a un anno prima. Attenzione, però, alla usabilità dei siti, non sempre ottimizzati per smartphone: la percentuale di chi dichiara di aver dovuto, spesso o qualche volta, cambiare sito web o app per problemi di usabilità è diminuita dallo scorso anno, passando da 51% a 41% per i siti e da 46% a 39% per le app, ma rimane sempre alta.

HIGH TECH ECCO IL BANCOMAT CON RICONOSCIMENTO FACCIALE

I sistemi di pagamento sono in evoluzione. E, come ormai avviene da qualche anno, molte novità arrivano dall’Asia. La Ocbc Bank di Singapore, per esempio, ha predisposto la funzionalità di riconoscimento facciale per alcuni sportelli bancomat (Atm) della città-Stato. Per utilizzare lo sportello automatico con funzionalità biometrica, insomma, basterà avvicinare il proprio volto allo sportello, senza bisogno di una card e di digitare il codice. Insomma, proprio la funzionalità che da qualche anno è predisposta sugli iPhone. Al momento il servizio è limitato a interrogazioni sul saldo, ma presto si aggiungeranno il prelievo dei contanti, il versamento in contanti, operazioni di trasferimento fondi, ricariche di carte prepagate e pagamento di bollette.

AMAZON APRE A BERGAMO CON IL BUILDING MANAGEMENT SYSTEM Amazon aprirà un altro centro di distribuzione a Cividate al Piano, in provincia di Bergamo. Il nuovo sito logistico permetterà al colosso dell’ecommerce di creare, entro tre anni dall’apertura, 900 posti di lavoro a tempo indeterminato, che si andranno ad aggiungere agli oltre 9.500 già creati dell’azienda in Italia. Il lancio del centro comporterà un investimento di oltre 120 milioni di euro che si aggiungeranno ai 5,8 miliardi di euro già investiti da Amazon in Italia negli ultimi dieci anni. Il centro di distribuzione sarà

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dotato della tecnologia Amazon Robotics e sarà operativo entro il prossimo autunno. L’edificio sarà gestito dal Bms (Building Management System), un sistema che permette una gestione intelligente dell’utilizzo e della manutenzione dell’immobile.

CONFINDUSTRIA: CI VUOLE UN E-COMMERCE EUROPEO Secondo la vicepresidente di Confindustria per l’internazionalizzazione, Barbara Beltrame le piattaforme digitali di e-commerce rappresentano i nuovi canali di vendita, ma l’Italia è molto indietro rispetto a molti Paesi europei «nonostante abbia un potenziale veramente elevato». L’idea di Confindustria è quella di sostenere la digitalizzazione delle imprese e «puntare sull’e-commerce e lavorare su una piattaforma di commercio elettronico europea che possa contrastare i giganti americani e asiatici». Insomma, ci vorrebbe una Amazon europea. YO U T R A D E

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