Zootecnica International – aprile 2020 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze
Uova e ovoprodotti, le tendenze del settore Focus: Additivi La produzione di uova nei Paesi emergenti tra il 2007 e il 2017
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Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net
EDITORIALE Coronavirus (COVID-19), come tutti sanno, ha causato gravi perdite di vite umane e ingenti danni economici, abbiamo a che fare con un nemico ancora imprevedibile. Nel corso dei secoli, ciclicamente, sono avvenute altre pandemie ben più gravi, tra queste potremmo includere le guerre. Le cause sia pure diverse hanno matrici comuni: regressione culturale e sociale. Quando l’uomo perde di vista un po’ troppo i valori profondi della vita e il rispetto per gli altri, giungono problemi. COVID-19 ci ha colti impreparati. L’allarmismo e il panico diffusi dalla comunicazione errata hanno acceso la miccia di una recessione economica senza precedenti. Durante il periodo di “clausura”, la poca gente che si muove tra le vie delle città mostra negli sguardi paura, diffidenza: gli stessi sguardi dovevano circolare probabilmente anche durante le pesti riscontrate nelle precedenti epoche. Il progresso dell’era moderna, l’evoluzione della Scienza e delle Tecnologie non sono bastate a dare quelle consapevolezze interiori che aiutano a superare i momenti difficili. Purtroppo alla rapida crescita delle tecnologie non è seguita un’adeguata cultura, per esempio l’atteggiamento diffuso del pretendere tutto e subito distoglie dal pensare che i bioritmi dell’uomo sono gli stessi di migliaia di anni fa e non quelli di una Ferrari o di un treno ad alta velocità. I bioritmi erano già ben noti ad antiche civiltà orientali che fondavano l’equilibrio sull’armonia delle energie interiori. La decadenza culturale negli ultimi decenni ha favorito l’allontanamento da questo principio di armonia che coinvolge individuo e società. Tra le molteplici cause di questa recessione hanno influito non poco l’eccessivo consumismo, e il tanto conclamato globalismo. L’argomento è indubbiamente complesso e richiederebbe più spazio. Eventi come quello di “coronavirus” inducono a riflettere. Fondamentalmente mi sento ottimista nel credere nelle capacità dell’uomo di recuperare, proprio nei momenti critici, quelle energie interiori fondamentali per aspirare veramente a una nuova epoca migliore.
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SOMMARIO ATTUALITÀ................................................................................................4 LE AZIENDE INFORMANO.................................................................10 PRIMO PIANO
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Innovax® -ND-IBD tutela la salute degli animali e migliora la produttività........... 12 ClassyFarm, il sistema integrato di categorizzazione degli allevamenti............. 18
REPORTAGE
Uova e ovoprodotti, le tendenze del settore.................................................... 20
INTERVISTA
Avizoo, all’avanguardia nella produzione di pulcini........................................... 24
DOSSIER
Ottenere il massimo dai laboratori diagnostici ................................................ 28
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FOCUS ADDITIVI
La cura precoce dei pulcini di un giorno è la chiave per allevare polli sani e robusti.......................................................................................... 34 Lactobacillus acidophilus D2/CSL (CECT 4529)............................................. 38 Vitamina D3: a ogni metabolita la sua funzione................................................ 40 Ruolo della narasina nella salute intestinale del broiler.................................... 44
MARKETING
La produzione di uova nei Paesi emergenti tra il 2007 e il 2017........................ 46
MANAGEMENT
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Gestione e nutrizione nei climi caldi................................................................ 52
NUTRIZIONISTICA
La struttura ottimale del mangime per ovaiole................................................. 58
MARKET GUIDE................................................................................. 60 AGENDA................................................................................................ 63 GUIDA INTERNET............................................................................. 64
ATTUALITÀ
Una mappa genetica per il mais I cambiamenti climatici possono rappresentare un problema serio per le colture. Diversi ricercatori si sono impegnati a cercare delle soluzioni in ambito genetico per sviluppare colture più adatte ad affrontare i problemi climatici in varie aree del mondo. per poter assicurare un ampio livello produttivo per miliardi di persone che dipendono dal mais, come ha spiegato la stessa Randy Wisser. Le varietà esotiche di mais, che trovano poco spazio nelle coltivazioni, potrebbero essere un elemento chiave per migliorare le prestazioni della coltura in futuro anche perché rappresentano la “massima riserva di diversità genetica”, come ha sottolineato Jim Holland, altro ricercatore del team. Ci sono delle varietà che riescono ad affrontare meglio la siccità, gli allagamenti e i ristagni o a sopravvivere in un terreno con bassa quantità di azoto; sono varietà evolute fuori dagli Stati Uniti che hanno bisogno di un pre-adattamento prima della verifica finale. Randy Visser e il suo team hanno studiato a lungo questa materia: in un precedente lavoro avevano stabilito che servivano dieci anni di selezione genetica continua per adattare una varietà tropicale di mais a un clima più temperato. Oggi si cerca di ridurre i tempi e lo si fa con un progetto di ricerca che guarda al modo in cui il mais si adatta a un ambiente bersaglio, cercando contemporaneamente di formulare un modello di analisi predittiva per adattibilità. “Stiamo sequenziando il genoma e misurando tratti come il tempo di fioritura in una generazione. Da questo possiamo mettere a punto una tabella di ricerca che ci permetta di prevedere chi, nella generazione successiva, presenti i tratti migliori in base al profilo genetico. La tabella può essere personalizzata per prevedere in che modo gli individui si comporteranno in un particolare ambiente o luogo come il Delaware”. La ricerca è dell’University del Delaware, dove Randy Wisser e il suo team hanno mappato il genoma di varietà tropicali del mais per vedere come adattarlo ad altre situazioni climatiche. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Genetics. Se la ricerca avrà successo, si potrà tentare di contrastare gli stress derivanti da malattie e la siccità associati alla coltivazione del mais in un clima mutevole. È importante
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Pertanto, i selezionatori potrebbero far crescere una seconda generazione di mais in qualunque luogo fuori dal Delaware, ma predire ancora quali saranno i tipi più adatti all’ambiente di quello Stato. Così non servirà aspettare la fine della stagione, ma si potrebbe continuare a preadattare la popolazione per almeno una generazione in più all’anno, accorciando i tempi.
- attualità -
Fonte: Mangimi e Alimenti
ATTUALITÀ
COVID-19 e attività zootecniche, le linee guida del che per quanto attiene l’esigenza di garantire l’approvviMinistero gionamento di derrate alimentari, nonché la movimenta-
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zione degli animali nei territori sottoposti a restrizione.
Le direzioni generali della sanità animale e dei farmaci veterinari e la direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute hanno pubblicato una circolare con le linee guida sull’emergenza da COVID-19 in relazione alla sanità pubblica veterinaria e alla sicurezza alimentare. La nota è a tutela degli allevatori, degli operatori e dei veterinari stessi an-
Le direzioni del Ministero della Salute ribadiscono nella nota che “allo stato attuale non risulta alcuna evidenza scientifica della trasmissione del virus SARS-CoV-2, agente eziologico della malattia denominata COVID-19, dagli animali domestici all’uomo e attraverso gli alimenti. La sicurezza alimentare continua a essere garantita secondo le norme vigenti e pertanto eventuali richieste di certificazioni in tal senso e non previste sono da considerarsi inappropriate”. Nella circolare – inviata ai Prefetti e alle Regioni dalle Direzioni Generali Dgsaf (Sanità Animale e Farmaci Veterinari) e Dgisan (Igiene e Sicurezza degli Alimenti) – si specificano quali attività veterinarie, di sicurezza alimentare, produttive e zootecniche possono essere differite o meno nelle zone soggette a restrizione per SARS-Cov-2. Il testo completo è disponibile online sul sito del Ministero della Salute.
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ATTUALITÀ
AMR, Efsa e Ecdc: “tendenze positive nel settore animale” Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) hanno pubblicato un nuovo rapporto sulla resistenza antimicrobica nelle infezioni zoonotiche. Il rapporto – riferisce l’ECDC – “presenta alcune tendenze positive nel settore animale”. di terza generazione; nel Campylobacter ai fluorochinoloni e macrolidi. Sporadici i casi di infezione da Salmonella umana con resistenza ai carbapenemi. Nell’uomo, resta incoraggiante il declino generale della resistenza all’ampicillina e alle tetracicline nella Salmonella Typhimurium, una tendenza già osservata nel 2013-2018.
©merefelt
Animali produttori di alimenti
Resistenza alla ciprofloxacina Gli ultimi dati riferiti alle persone, agli animali e agli alimenti dicono che una grande percentuale di batteri della Salmonella sia multiresistente, cioè resistente a tre o più antimicrobici. Nell’uomo, la resistenza è comune in alcuni tipi di Salmonella. La resistenza alle alte concentrazioni di ciprofloxacina è aumentata complessivamente dall’1,7% (2016) al 4,6% (2018). Per i Campylobacter, 16 Paesi su 19 riportano percentuali molto alte o estremamente elevate di resistenza alla ciprofloxacina. Alte proporzioni di resistenza alla ciprofloxacina sono riportate anche nei
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batteri Salmonella ed E. coli degli avicoli. ECDC e EFSA rimarcano che la ciprofloxacina è una classe di antimicrobici classificata come CIA (Critically Important Antimicrobials) di fondamentale importanza per l’uso nell’uomo. Se i fluorochinoloni perdono la loro efficacia, l’impatto sulla salute umana potrebbe essere significativo.
Resistenza combinata ai carbapanemi Resta bassa invece la resistenza combinata – resistenza simultanea a due Cia – nella Salmonella ai fluorochinoloni e alle cefalosporine
- attualità -
Nel periodo 2014-2018, quasi il 25% degli Stati Membri ha visto aumentare l’indicatore di sensibilità a tutti gli antimicrobici in E. coli. Si tratta di un dato positivo – riferiscono le due organizzazioni scientifiche – poiché significa che i trattamenti con antimicrobici possono avere maggiori possibilità di successo. Un altro dato “importante” è che, nello stesso periodo, il 40% dei Paesi ha visto ridurre sia β-lattamasi (ESBL) che AmpC. Inoltre, la resistenza alla colistina non è stata rilevata nei polli da carne, tacchini e carne di pollo. “I risultati positivi negli animali da produzione alimentare sono incoraggianti perché sono un segnale di miglioramento” – rilevano ECDC e EFSA – le cui dinamiche andranno approfondite per comprendere i fattori che hanno determinato questo cambio di passo.” Fonte: Anmvi Oggi
ATTUALITÀ
Finanziato con l’otto per mille un progetto di sostegno all’avicoltura in Burkina Faso Finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il fondo dell’otto per mille dell’IRPEF devoluto dai cittadini alla diretta gestione statale, in Burkina Faso nasce il Centro Avicolo e agro-ecologico “NA TILGE”.
Una delle beneficiarie del progetto
Incubatrici e camere di schiusa
Il centro - il cui nome è stato scelto dagli stessi beneficiari del progetto e che nella lingua locale significa “ero in difficoltà e tu mi hai sostenuto” - fa parte di un progetto più ampio che vede come capofila TAMAT e si rivolge a 130 piccoli avicoltori e a 130 agricoltori delle famiglie vulnerabili di Loumbila, in Burkina Faso, un comune rurale a 37 km dalla capitale Ouagadougou. Il progetto vuole essere un sostegno all’avicoltura contrattuale e all’agro-ecologia familiare, con lo scopo di creare un’integrazione tra allevatori e agricoltori, facilitando anche l’accesso ai prodotti agroalimentari, al pollame e alle uova per la popolazione più povera e vulnerabile della zona, dando vita a una vera e propria filiera avicola e agroalimentare, che garantisce prodotti sani e buoni a prezzo equo. Durante la cerimonia di inaugurazione, svoltasi a novembre, sono stati mostrati i locali del centro: il centro riproduttori, il pozzo e il centro allevamento. Nella zona di allevamento riproduttori – un parchetto esterno (25x47 m) con un ricovero coperto (10x3 m, provvisto di mangiatoie, cassette/nido, posatoi) – sono state accasate 130 femmi-
ne di razza Harco di un giorno di vita. Queste sono state opportunamente vaccinate secondo le indicazioni dello zootecnico e una volta arrivate a maturazione potranno produrre a pieno ritmo le uova. I 15 maschi di razza locale saranno invece acquistati all’età di 4 mesi, già maturi, e saranno inseriti insieme alle femmine mature. Nel centro allevamento, suddiviso in quattro pollai, saranno messi ciclicamente i polli (ogni 60-70 giorni se si considera anche il vuoto sanitario) per una produzione stimata di 500 polli/mese. Il centro è stato dotato inoltre di una struttura coperta e coibentata suddivisa in: centro incubazione uova, magazzino, centro macellazione e ufficio. Per il funzionamento delle attività avicole e di agro-ecologia, è stata prevista la costruzione di un forage (pozzo profondo 70-80 m) per garantire la disponibilità di acqua durante tutto l’anno, con uno chateau d’eau e 4 bacini di circa 25 mc e pompa fotovoltaica automatica e manuale. Le zone non interessate dal centro avicolo sono state invece destinate alla coltivazione.
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Fonte: Tamat.org
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ATTUALITÀ
Nelle galline ovaiole scoperto un gene legato alla resistenza ossea La resistenza ossea delle galline ovaiole potrebbe essere migliorata grazie alla scoperta di un gene chiave. biologica che risulta fondamentale per mantenere ossa sane e che può essere rilevante anche per altre specie.
Studio generazionale I ricercatori hanno esaminato in dettaglio una regione del DNA di pollo che era già nota da studi precedenti per essere direttamente connessa al rischio di fratture ossee. Per fare ciò, hanno preso in esame generazioni di galline, osservandone il livello di attività nei geni e la forza e resistenza delle ossa.
Nelle ali le ossa variano in forza e resistenza a causa di alcune differenze genetiche. I ricercatori hanno fatto delle ricerche e individuato i fattori che influenzano la forza e la resistenza ossea e che potrebbero migliorare la salute delle galline ovaiole. Nello specifico, gli scienziati hanno scoperto un gene direttamente legato alla qualità delle ossa: una novità che potrebbe essere molto importante per la selezione in quanto le ovaiole sono spesso a rischio di osteoporosi, soprattutto in fase di deposizione.
Il team è stato in grado di individuare un gene chiave, chiamato cistationina β-sintasi (CBS) e cioè un enzima che catalizza la condensazione tra serina e omocisteina per formare la cistationina e che viene associato a ossa di migliore qualità. Durante lo studio è emerso che le galline, con una versione particolare del gene, presentavano ossa con elevato contenuto di minerali e reticolazione della proteina del collagene, suggerendo che questi fattori potrebbero essere importanti per le differenze nella qualità delle ossa. Lo studio, pubblicato su Genetics Selection Evolution, è stato condotto in collaborazione con alcuni ricercatori della Svezia, Spagna, Germania, Repubblica Ceca e Cina.
La scoperta effettuata da un team di ricercatori dell’Istituto Roslin ha evidenziato l’importanza di una molecola
Fonte: The Roslin Institute
Avicoli: anagrafe zootecnica prorogata a dopo il 30 aprile per la registrazione in BDN Considerate le problematiche oggettive connesse allo svolgimento delle attività per le forti restrizioni sanitarie in vigore finalizzate al contenimento e alla gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della salute ha deciso che la funzionalità della procedura di registrazione in BDN delle movimentazioni a partire dal modello 4 informatizzato dell’Anagrafe Zootecnica Avicoli sarà implementata, salvo eventuali ulteriori restrizioni, dopo il 30 aprile, in data che sarà comunicata. Fonte: www.sivempveneto.it
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ATTUALITÀ
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LE AZIENDE INFORMANO
Nuovo caricatore ML180: design efficiente e igienico Il nuovo caricatore ML180 di Moba, disponibile in commercio, è stato appositamente progettato per la selezionatrice Omnia PX180. Il caricatore soddisfa i requisiti del mercato offrendo una gestione delicata delle uova, un design igienico e una buona accessibilità. Può caricare 180 casse per ora.
Con l’introduzione della serie Omnia PX, Moba ha fissato un nuovo standard nel settore per quanto riguarda tre importanti obiettivi per i produttori di uova: efficienza, igiene e sicurezza alimentare. Tenendo presente la necessità della clientela di disporre di una gamma completa di prodotti, nel 2018 Moba ha introdotto Omnia PX180 e oggi lancia il nuovo caricatore. ML180 può caricare 180 casse all’ora su sei file. Offre tutto ciò che ci si aspetterebbe da un caricatore Moba come la delicata gestione delle uova, elevati standard di igiene e la possibilità di configurazione in base alle proprie esigenze.
Elevati standard di igiene Il caricatore ML è costruito in modo tale da renderlo completamente lavabile. La costruzione aperta consente di pulire ogni parte della macchina in modo rapido e semplice: è necessario solo sollevarne i coperchi. In questo modo vengono rispettati elevati standard di igiene, riducendo i tempi di pulizia, rendendo l’operazione il più efficiente possibile.
Configurazione in base alle singole esigenze
Tocco delicato
Un altro vantaggio del caricatore ML180 è che può essere configurato per esigenze specifiche.
Il caricatore viene posizionato all’inizio della linea di selezionatura. Spostare le uova dai vassoi sui rulli è un processo critico: le uova devono essere trattate delicatamente per evitare crepe e garantire prodotti di prima categoria. Moba produce questo tocco delicato sfruttando il principio del “caricamento a velocità parallela”.
Può essere realizzato con configurazione destra e sinistra, adattandosi al layout della linea di selezionatura.
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La sezione di disimpilamento può essere posizionata sia sul lato di destro che sul sinistro, così come i nastri di alimentazione.
- le aziende informano -
LE AZIENDE INFORMANO
È possibile equipaggiare l’ML180 con Easy Lift di Moba, per un facile modo di caricare le pile di vassoi sul nastro di alimentazione, o col depallettizzatore MR50.
Regno Unito, Germania, Francia, Stati Uniti, integrata da agenti e distributori, Moba è sempre vicina ai propri clienti.
Queste due soluzioni, riguardo l’automazione aggiuntiva, si traducono in totale efficienza sia oggi, che in futuro.
L’azienda si sta evolvendo da produttore di macchine per l’imballaggio delle uova a realtà tecnologica che sviluppa sistemi integrati di alta qualità per il settore. Supporta i propri clienti con soluzioni intelligenti che garantiscono massimo rendimento, riduzione dei costi e utilizzo efficiente di risorse quali energia, acqua e nutrizione animale.
Informazioni sul gruppo Moba Fondata nel 1947, Moba è il principale produttore mondiale di sistemi integrati di alta qualità per la selezionatura, l’imballaggio e la lavorazione delle uova. Con sede a Barneveld, nei Paesi Bassi, Moba dispone di un dipartimento di sviluppo prodotto con circa 100 dipendenti e una fabbrica per la produzione degli impianti. L’azienda dà lavoro a 850 persone in totale.
Ogni giorno, i sistemi di Moba trattano circa un miliardo di uova in tutto il mondo.
Grazie alla sua rete globale di vendita e assistenza che comprende uffici in Giappone, Cina, Malesia, Dubai,
Biochem, Davide Bertarelli nuovo Responsabile tecnico e commerciale per l’Italia Davide Bertarelli, esperto professionista del settore dell’alimentazione animale, prima di entrare in Biochem ha ricoperto due posizioni tecniche presso Granda Zootecnici s.r.l. e Morando S.p.A., dove era responsabile della gestione del sistema qualità e del supporto tecnico alla produzione e alle vendite. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Medicina Veterinaria presso l’Università di Torino, dove ha concentrato le sue ricerche sulla salute degli animali e sul tema della sicurezza alimentare.
Biochem ha annunciato l’assunzione di Davide Bertarelli come nuovo Responsabile tecnico commerciale dell’azienda per l’Italia. La Biochem è un’azienda a conduzione familiare, riconosciuta a livello globale come un produttore affidabile di additivi per l’alimentazione animale che opera in oltre 60 paesi in tutto il mondo. L’assunzione di Bertarelli rientra nella strategia aziendale volta a rafforzare la sua presenza sul mercato italiano.
Con un’ampia esperienza nel settore della nutrizione animale, Davide Bertarelli è responsabile delle linee di prodotti per allevamento e aziende di Biochem. “Il reclutamento di professionisti esperti del settore dell’alimentazione animale, come Davide, è estremamente importante per il nostro costante successo”, ha affermato Niels Otto Damholdt, Direttore vendite Europa centrale di Biochem.
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Feed Safety for Food Safety®
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Innovax®-ND-IBD tutela la salute degli animali e migliora la produttività Innovax®-ND-IBD è un vaccino veterinario usato per l’immunizzazione dei polli contro la malattia di Newcastle (ND), la Bursite Infettiva (IBD) e la malattia di Marek (MD).
A dimostrazione della validità di Innovax ® -ND-IBD sono stati condotti studi per esaminarne l’efficacia quando inoculato in ovo sia in animali SPF (Specific-pathogen-free) che in broiler con anticorpi materni (MDA+).
Studi su animali SPF
Servizio Tecnico MSD
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Efficacia contro la malattia di Marek: le uova di pollo SPF sono state vaccinate in ovo (0,05 ml) con almeno una dose di Innovax ® -ND-IBD al 19° giorno di incubazione. Al gruppo di controllo è stato inoculato solo il solvente per vaccini aviari cellulo-
- in primo piano -
associati. Gli animali sono stati sottoposti a challenge a 7 giorni di età con un ceppo particolarmente virulento del virus della malattia di Marek (ceppo RB1B). Sono stati poi monitorati per 70 giorni, sottoposti a necroscopia per la ricerca di lesioni riconducibili alla malattia di Marek. Alla fine del periodo di osservazione (Grafico 1) è stata stabilita e calcolata la percentuale di protezione (RPP). La schiudibilità complessiva è stata >93%. L’89,7% degli animali vaccinati con Innovax ® -ND-IBD è risultato protetto contro MD, il vaccino ha pertanto soddisfatto il test di immunogenicità 2-4-3 come descritto in Farmacopea Europea, Monografia n. 0589 (RPP ≥80%).
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Challenge a 7 giorni Innovax®-ND-IBD
0 Challenge a 4 settimane OOI Innovax®-ND-IBD
Challenge a 4 settimane OOI Solvente di controllo
0 Challenge a 8 settimane DOI Innovax®-ND-IBD
Challenge a 8 settimane DOI Solvente di controllo
Grafico 1 – Efficacia nei confronti della malattia di Marek.
Grafico 2 – Efficacia nei confronti della malattia di Newcastle.
Immunità per malattia di Newcastle e sua durata: le uova di pollo SPF sono state vaccinate in ovo (0,05 ml) con almeno una dose di Innovax® -ND-IBD al 19° giorno di incubazione. Al gruppo di controllo è stato inoculato solo il solvente per vaccini aviari cellulo-associati. I gruppi degli animali vaccinati e di controllo sono stati sottoposti a challenge per via intramuscolare a 4 o 8 settimane di età con 105.0 DL50 del virus della malattia di Newcastle (vNDV) ceppo Herts Weybridge 33/56. Gli animali sono stati monitorati per 14 giorni, fino al decesso, per i segni clinici correlati all’infezione da NDV. Alla fine del periodo di osservazione è stata calcolata la RPP (Grafico 2). La schiudibilità complessiva è stata >93%. Sia il gruppo sottoposto a challenge a 4 settimane che quello a 8 settimane hanno evidenziato una protezione >90%, in conformità con la richiesta della monografia. Questo studio conferma l’insorgenza dell’immunità per ND a 4 settimane e una durata dell’immunità di almeno 8 settimane dopo la vaccinazione con almeno una dose di Innovax® -ND-IBD.
Immunità per la malattia di Gumboro: le uova di pollo SPF sono state vaccinate in ovo con una dose di Innovax® -ND-IBD (0,05ml) al 19° giorno di incubazione. Al gruppo di controllo è stato inoculato solo il solvente per vaccini aviari cellulo-associati. I singoli gruppi di animali sono stati sottoposti a challenge, 2 o 3 settimane post-vaccinazione, con 30 CID50 del virus della malattia di Gumboro (IBDV) altamente virulento (vvIBD) CS89. Dopo il challenge, gli animali sono stati monitorati per 10 giorni per valutare i segni clinici o i decessi dovuti alle lesioni da IBD. Alla fine del periodo di osservazione, i polli sopravvissuti sono stati sottoposti a eutanasia e a esame istologico per valutare le lesioni alla borsa di Fabrizio. La RPP è stata stabilita per ciascun gruppo (Grafico 3). La schiudibilità di tutti i gruppi è stata del 90%. Il test è risultato valido poiché il 100% degli animali dei gruppi di controllo mostrava segni clinici e aveva un punteggio delle lesioni della borsa ≥3. Ciò dimostra che gli animali sono stati sottoposti a challenge con una dose molto elevata, in conformità con quanto richiesto dalla monografia. Nei gruppi di animali vaccinati non sono stati osservati
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lesioni della borsa ≥3. Ciò dimostra che gli animali sono stati sottoposti a challenge con una dose molto elevata, in conformità con i requisiti della monografia. Nei gruppi di animali vaccinati non sono stati osservati segni clinici durante i 10 giorni di osservazione e nessuno ha presentato punteggi di lesioni della borsa ≥3. Il livello di protezione in questi gruppi era pari al 100%, a dimostrazione di una protezione completa 8 settimane dopo la vaccinazione.
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Challenge a 2 settimane Challenge a 2 settimane Innovax®-ND-IBD Solvente di controllo
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Grafico 3 – Efficacia nei confronti della malattia di Gumboro Inizio dell'immunità.
segni clinici durante i 10 giorni di osservazione e nessuno ha presentato punteggi di lesioni della borsa ≥3. Il livello di protezione in questi gruppi era pari al 100% in linea con quanto previsto dalla monografia per i vaccini vivi contro la malattia di Gumboro (>90%). È stato effettuato un ulteriore studio per verificare la durata dell’immunità: le uova di pollo SPF sono state vaccinate in ovo (0,05 ml) con una dose di Innovax® -ND-IBD al 19° giorno di incubazione. Al gruppo di controllo è stato inoculato solo il solvente per vaccini aviari cellulo-associati. Otto settimane dopo la vaccinazione gli animali sono stati sottoposti a challenge con 150 CID50 del virus della malattia di Gumboro ceppo CS89. Dopo il challenge, gli animali sono stati monitorati per 10 giorni per valutare i segni clinici o i decessi dovuti a IBD. Alla fine del periodo di osservazione, i polli sopravvissuti sono stati sottoposti a eutanasia e a esame istologico per valutare le lesioni della borsa di Fabrizio e, inoltre, è stata calcolata la percentuale di protezione (Grafico 4).
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Innovax®-ND-IBD è stato somministrato in ovo a polli da carne MDA+ a 18 giorni di incubazione in un incubatoio commerciale, come richiesto per lo studio sulla sicurezza in campo. Per valutare ulteriormente l’efficacia del vaccino in campo, i polli sono stati portati in laboratorio per essere sottoposti a challenge con vvMD, vND e vvIBD. Efficacia contro la Marek: dopo la vaccinazione in ovo nella prova di campo per testare la sicurezza, i due gruppi di broiler sono stati sottoposti a challenge con vvMD: • un gruppo è stato vaccinato con Innovax®-ND-IBD in ovo; • un gruppo è stato vaccinato in ovo con il solo solvente per vaccini aviari cellulo-associati (gruppo di controllo). All’ottavo giorno di età i polli sono stati sottoposti a challenge con ceppo vvMDV RB1B. Gli animali sono stati monitorati per 69 giorni e, al termine del periodo di osservazione, i sopravvissuti sono stati sottoposti a eutanasia ed esame necroscopico per ricercare le lesioni tipiche della malattia di Marek. Alla fine del periodo di osservazione (Grafico 5) è stata stabilita e calcolata la percentuale di protezione (RPP). Il 91,2% degli animali vaccinati con Innovax®-ND-IBD è risultato protetto contro MDV. Questo 100
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Grafico 4 – Efficacia nei confronti della malattia di Gumboro Durata dell'immunità.
La schiudibilità di tutti i gruppi è stata >85%. Il test è risultato valido, dato che nel gruppo di controllo il 100% degli animali mostrava segni clinici e aveva un punteggio delle
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Studi di campo effettuati su broiler MDA+
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Grafico 5 – Efficacia nei confronti della malattia di Marek in broilers MDA+.
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significa che Innovax®-ND-IBD soddisfa il test di Immunogenicità 2-4-3 come descritto in monografia n. 0589. Efficacia per malattia di Newcastle: le uova di broiler MDA+ sono state vaccinate in ovo con Innovax ® -ND-IBD a 18 giorni di incubazione. Al gruppo di controllo è stato inoculato solo il solvente per vaccini aviari cellulo-associati. Sono stati effettuati prelievi di sangue al 1° giorno di vita per determinare il livello di MDA per NDV (in ELISA e HI). Sono stati testati i campioni di siero per tutta la durata dello studio per assicurarsi che il titolo di MDA fosse sceso a livelli tali da non essere più protettivo prima che fosse effettuato il challenge per NDV (Tabella 1). Il challenge è stato effettuato a 46 giorni di età, per via intramuscolo, utilizzando 105.0 DL50 del ceppo virulento Herts Weybridge 33/56 della malattia di Newcastle (vNDV). Gli animali sono stati monitorati per 14 giorni per evidenziare gli eventuali segni clinici correlati all’infezione da NDV o la morte. Alla fine del periodo di osservazione è stata stabilita la percentuale di protezione (Grafico 6). Percentuale relativa di protezione (RPP)
100
91,7
I sistemi Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.
75
50
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0
0
Challenge a 46 giorni Innovax®-ND-IBD
Challenge a 46 giorni - Solvente per vaccini aviari cellulo-associati
Grafico 6 – Efficacia nei confronti della malattia di Newcastle in broilers MDA+.
I livelli di MDA erano sufficientemente bassi per un challenge efficace, poiché il 100% degli animali del gruppo di controllo ha evidenziato segni clinici o mortalità. È stato dimostrato un livello significativo di protezione (P<0,001), 100
Percentuale relativa di protezione (RPP)
100
Nuovo ventilatore MagFan costruito in materiale composito, motore a variazione di velocità con inverter, trasmissione in presa diretta, portata d’aria fino a 70.000 mc/h a 0 Pa e con risparmio energetico fino ad un massimo del 70%.
75
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25
0
0 Challenge a 46 giorni Innovax®-ND-IBD
Challenge a 46 giorni - Solvente per vaccini aviari cellulo-associati
Grafico 7 – Efficacia nei confronti della malattia di Gumboro in broilers MDA+.
- aprile 2020 -
15
IN PRIMO PIANO
Tabella 1 – Titoli sierologici di MDA per NDV (HI ed ELISA) a 0, 22 e 39 giorni. Titoli sierologici per NDV
Vaccinazione
T=0
T=22
T=39
Valutazione sierologica per NDV log2 titoli HI e animali positivi/negativi Titolo
Pos/neg
6.2
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Innovax ® -ND-IBD No vaccinazione
Titolo
Pos/neg
Titolo
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2.7
13/11
2.0
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0.8
0/24
Valutazione sierologica per NDV Log2 titoli ELISA e animali positivi/negativi Titolo
Pos/neg
14,3
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Innovax ® -ND-IBD No vaccinazione
in quanto il 91,7% degli animali vaccinati è risultato protetto contro NDV nel gruppo degli animali MDA+. Efficacia contro la Bursite Infettiva: le uova di broiler MDA+ sono state vaccinate in ovo con Innovax ® -ND-IBD a 18 giorni di incubazione. Al gruppo di controllo è stato inoculato solo il solvente per vaccini aviari cellulo-associati. I campioni di sangue sono stati raccolti a un giorno di età per determinare il livello di MDA nei confronti di IBDV con un test ELISA basato sulla VP2 (specifico per la proteina contenuta nel vaccino). Sono stati testati i campioni di siero per tutta la durata dello studio per assicurasi che il ti-
Titolo
Pos/neg
Titolo
Pos/neg
11.7
24/0
11.4
21/3
11.2
23/1
9.0
0/24
tolo di MDA fosse sceso a livelli tali da non essere più protettivo prima che fosse effettuato il challenge per IBDV. I test sierologici per IBD (VN ed ELISA VP2) hanno evidenziato un calo maggiore del titolo negli animali non vaccinati. I broiler vaccinati con Innovax® -ND-IBD sono i primi che hanno dimostrato una risposta immunitaria attiva alla vaccinazione, già a 36 giorni (Tabella 2). Gli animali vaccinati e i controlli (non vaccinati) sono stati sottoposti a challenge a 46 giorni di età con 30 CID50 IBDV CS8, virus molto virulento di IBD (vvIBD) mediante goccia nell’occhio. Dopo il challenge, gli animali sono stati monitorati per 11
Tabella 2 – Titoli sierologici (VN ed ELISA per VP2) di MDA per IBDV a 0, 21 e 36 giorni. Titoli sierologici per IBDV
Vaccinazione
T=0
T=21
T=36
Valutazione sierologica per IBD log2 titoli VN e animali positivi/negativi Titolo
Pos/neg
12.6
25/0
Innovax ® -ND-IBD No vaccinazione
Titolo
Pos/neg
Titolo
Pos/neg
8.0
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6.8
24/0
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5.8
22/1
Valutazione sierologica per IBD log2 titoli VP2 in ELISA e animali positivi/negativi Titolo
Pos/neg
15.1
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Innovax ® -ND-IBD No vaccinazione
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Titolo
Pos/neg
Titolo
Pos/neg
12.7
24/0
11.3
21/3
12.8
23/0
10.0
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giorni per evidenziare eventuali segni clinici o decessi dovuti a IBDV. Alla fine del periodo di osservazione i polli sopravvissuti sono stati sottoposti a eutanasia ed è stato eseguito l’esame istologico della borsa di Fabrizio. È stata stabilita la percentuale di protezione per ciascun gruppo (Grafico 7). Il challenge ha avuto successo in quanto il 100% degli animali del gruppo di controllo (non vaccinati) era positivo per l’IBD, dimostrando che i livelli di MDA erano sufficientemente bassi per un challenge efficace. È stato dimostrato un livello significativo di protezione (P<0,001), poiché il 100% degli animali vaccinati è risultato protetto contro IBD.
Conclusioni Sulla base dei protocolli di studio delineati nella Farmacopea Europea, Innovax ® -ND-IBD, somministrato in ovo, ha evidenziato una protezione pari ai livelli richiesti contro vvMDV e contro vNDV con inizio dell’immunità a 4 settimane e durata della stessa di almeno 8 settimane. Innovax® -ND-IBD ha evidenziato una protezione del 100% in seguito a challenge con vvIBD a 2 e 3 settimane, in accordo con l’insorgenza dell’immunità registrata a 3 settimane. A 8 settimane, Innovax® -ND-IBD ha dimostrato nuovamente una protezione del 100% contro vvIBD, indicando una durata dell’immunità di almeno 8 settimane. Quando è stato somministrato in ovo, in un incubatoio commerciale, ha dimostrato di proteggere animali MDA+ contro vvMDV, vNDV e vvIBD, dopo che gli MDA erano diminuiti a livelli tali da non essere più protettivi.
Image: Fotolia - © Minerva Studio
IN PRIMO PIANO
- aprile 2020 -
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©The Elrod Group
IN PRIMO PIANO
ClassyFarm, il sistema integrato di categorizzazione degli allevamenti La Direzione della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della salute ha implementato un sistema informatizzato, denominato ClassyFarm, che consente la categorizzazione dell’allevamento in base al rischio, basandosi su metodi armonizzati e scientificamente validati nel rispetto della massima trasparenza. ClassyFarm è il risultato di un progetto tutto italiano, voluto e finanziato dal Ministero della Salute e realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna con la collaborazione dell’Università di Parma. Inserito nel portale nazionale della veterinaria (www.vetinfo.it), ClassyFarm consente la rilevazione, la raccolta e l’elaborazione dei dati relativi alle seguenti aree di valutazione: • biosicurezza; • benessere animale; • parametri sanitari e produttivi;
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• alimentazione animale; • consumo di farmaci antimicrobici; • lesioni rilevate al macello. Si tratta di uno strumento efficace per rafforzare la prevenzione delle malattie animali e la lotta all’antibiotico resistenza e rendere più efficiente il controllo ufficiale da parte delle Autorità competenti, ma nello stesso tempo offre agli allevatori le condizioni per migliorarsi e tendere all’eccellenza. La nuova piattaforma elabora i dati raccolti dall’autorità competente durante lo svolgimento dei controlli ufficiali, quelli messi a disposizione da sistemi già in uso e quelli
- in primo piano -
IN PRIMO PIANO ®
ORIGINAL dell’autocontrollo resi disponibili dall’operatore, su base volontaria, e inseriti a sistema dal veterinario aziendale. In questo contesto il veterinario rappresenta l’interfaccia tra operatore e autorità competente e affianca e supporta l’operatore nelle scelte strategiche di gestione dell’allevamento per migliorare le condizioni di sanità e benessere animale, anche sulla base del livello di rischio rilevato da ClassyFarm nelle varie aree di valutazione dell’allevamento. L’adesione al sistema resta volontaria. Gli allevamenti censiti in BDN che scelgono di non aderire saranno comunque categorizzati in base al rischio, considerando almeno i dati derivanti dall’attività del controllo ufficiale e dai sistemi informativi già in uso. Restano esclusi solo quelli per autoconsumo o familiari.
ATTREZZATURE AVICOLE
»VARIA CON NIDO CENTRALE« PRODUTTORE DI ATTREZZATURE AVICOLE DAL 1961!
Tutti i dati resi disponibili sono convertiti, attraverso coefficienti scientificamente validati, in un indicatore numerico che misura il livello attuale di rischio dell’allevamento stesso. A garanzia della massima trasparenza, le modalità di calcolo dei coefficienti utilizzati per la determinazione del livello di rischio degli allevamenti ai fini della loro categorizzazione sono rese pubbliche. Per registrarsi il veterinario aziendale che intende utilizzare il sistema deve avere alcuni requisiti (aver frequentato il corso per medico veterinario aziendale, compreso il modulo integrativo ClassyFarm; aver compilato e inviato a FNOVI la dichiarazione sul conflitto d’interesse ed essere iscritto all’elenco dei Medici Veterinari Aziendali) e deve seguire un percorso di registrazione. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito web del sistema. In questo modo ClassyFarm, con tutte le garanzie sulla riservatezza del dato, permette la visualizzazione delle informazioni aggregate per aree geografiche e per tipologia di allevamento, favorendo un circuito virtuoso basato anche sull’emulazione di best practices; ciò a vantaggio dell’interesse economico dello stesso allevatore e, soprattutto, a tutela dei consumatori per quanto riguarda la salubrità e qualità degli alimenti prodotti. Inoltre, la categorizzazione del rischio degli allevamenti secondo regole uniformi e fondate consente alle autorità competenti una programmazione dei controlli efficace e mirata, con risparmi evidenti per la pubblica amministrazione, sia in termini di risorse finanziarie che umane, e riduzione degli oneri per gli operatori conformi alla normativa in termini di minor frequenza dei controlli ai quali sono assoggettati. Alla luce di tutto questo ClassyFarm non è solo l’occasione di conformarsi alla recente normativa europea in materia di Animal Health Law e di Official controls, ma costituisce anche un’opportunità per gli allevatori più piccoli, che possono avere così una visione del proprio “status”. Fonti: Ministero della Salute, ClassyFarm.it
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dal nido centrale! Raccolta delle uoeva automaticamente.
Le uova vengono raccolt
ni piano! Eccellente veduta su og stretti garantiscono un I nastri della pollina ottimo scorrimento! ianto fino al centro è La profondità dell’imp quanto un braccio! cessibile! Griglia di appoggio ac il benessere Nidi che garantiscono degli animali! e! a su richiesta del client Essiccazione della pollin GmbH & Co. KG
D-47665 Sonsbeck/Germany • Dassendaler Weg 13 Telefon +49 (0) 2838 912-0 • Fax: +49 (0) 2838 2791 www.specht-tenelsen.de • info@specht-tenelsen.de Carmen Lanzellotti +49 02838 912 0 lanzellotti@specht-tenelsen.de Hans Theo Ten Elsen GSM: +49.173-8 79 65 82
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REPORTAGE
Uova e ovoprodotti, le tendenze del settore Valorizzazione, tracciabilità, sicurezza e miglior gestione dei processi con la timbratura in allevamento Si è tenuto il 31 gennaio scorso, durante Fieragricola, il convegno su “Uova e ovoprodotti: i trend del settore e le nuove sfide della tracciabilità”, all’interno del programma di iniziative di Unaitalia – Unione nazionale filiere agroalimentari, carni e uova – per la valorizzazione della filiera avicola italiana. Il meeting ha fatto il quadro sul mercato delle uova e degli ovoprodotti in Italia per poi soffermarsi sulla tracciabilità, anche alla luce della risoluzione – fortemente sostenuta da Unaitalia – sull’obbligo di timbratura delle uova in allevamento, approvata in Commissione Agricoltura alla Camera a gennaio 2019. La timbratura delle uova in allevamento è già una realtà in molti Paesi europei, per esempio in Germania e in Olanda dove viene adottata praticamente da tutti gli operatori, non perché esista un obbligo di legge, ma semplicemente perché offre maggiori certezze – sia alle aziende che ai consumatori – sulla tracciabilità delle uova e quindi sulla sicurezza alimentare. È stato il mercato stesso ad adottare questa buona pratica e a renderla un fattore strutturale del modello
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- reportage -
REPORTAGE
produttivo. Unaitalia si sta battendo affinché diventi obbligatoria in Italia, nell’auspicio che sia presto considerata una pratica comune anche al di là delle evoluzioni legislative. Molti segnali che arrivano dai consumatori fanno intendere che è questa la direzione da seguire.
Ruggero Moretti ha illustrato in dettaglio l’andamento economico del settore per poi affrontare il tema della tracciabilità con la timbratura delle uova in allevamento. La sua panoramica sulla produzione delle uova in Italia ha preso in esame gli ultimi dati che, per il 2019, indicano una sostanziale stabilità dei livelli produttivi con un dato presunto di 12 miliardi e 250 milioni. Considerando le previsioni e la proiezione sull’intera annualità di import ed export, il consumo dovrebbe essere di 12 miliardi e 650 milioni di uova, circa 209 uova pro-capite, includendo anche la quota ovoprodotti, mentre nel 2018 è stato di 208. Le cifre indicano che c’è un incremento maggiore nella Grande Distribuzione Organizzata – si parla di un 2,5-3% di consumo – mentre si è verificata una sostanziale stabilità o un lieve calo della quota relativa agli ovoprodotti. I prezzi risultano in ripresa, dopo i forti cali della primavera scorsa; già in estate ci sono stati segnali positivi costanti a partire dal mese di agosto, anche se si è rilevata una carenza produttiva, forse imputabile alla riconversione dei sistemi di allevamento, oppure in seguito ad atteggiamenti più virtuosi delle aziende o ai maggiori controlli. La carenza non si è verificata solo Italia, ma anche all’estero, con una ripresa nel mese di gennaio 2020. Dai dati sugli allevamenti in Italia, rilevati in base alla banca dati nazionale dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, risulta che il 54,5% è ancora in sistemi convenzionali, gli allevamenti a terra contano per il 35,2, all’aperto per il 4,6 e il biologico per il 5,6. La quota di uova allevate a terra richiesta nella GDO è di circa l’80%, mentre la produzione nazionale è divisa al 50% in gabbia e al 50% a terra. Tali numeri offrono
Lara Sanfrancesco, Direttrice di Unaitalia e Ruggero Moretti, Gruppo Moretti, Presidente del Comitato Uova Unaitalia
©Unaitalia
Ha aperto il convegno Lara Sanfrancesco, Direttrice di Unaitalia – l’Associazione che rappresenta quasi la totalità della produzione di carne bianca in Italia e anche una quota consistente del settore uova – che ha introdotto l’intervento di Ruggero Moretti, Presidente del Comitato Uova e dell’EEPA – European Egg Processors Association, l’Associazione europea che riunisce i produttori di ovoprodotti.
degli spunti di riflessione se comparati ai dati sui sistemi di allevamento. Per quanto riguarda la situazione a livello europeo, come fornita dalla Commissione europea e relativa a tutti i Paesi membri, il primo produttore è la Francia seguita da Germania, Spagna, Italia e Gran Bretagna. I dati sugli allevamenti non si discostano molto da quelli italiani: un po’ più bassa la quota in gabbia, più alta quella in free range e più ridotta la percentuale a terra, perché in Europa sono più diffusi i sistemi in voliera. Sono ancora molti gli allevamenti in gabbia anche se il mercato continua a chiedere uova a terra e si dovrà quindi procedere presto alla riconversione. Il totale degli spazi ovaiole in Europa è di 417 milioni. Le fluttuazioni dei prezzi in tutto il settore risentono dei rapporti europei coi Paesi terzi, un esempio su tutti l’Ucraina: il Paese aveva ottenuto condizioni particolarmente favorevoli con la possibilità di esportare uova e ovoprodotti senza dazi. L’impegno preso inizialmente di adeguarsi all’Europa entro tre-cinque anni non è stato poi rispettato e i produttori europei stanno facendo pressione per la concorrenza sleale, dati gli standard produttivi completamente diversi.
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REPORTAGE
È stata poi la volta di Vittorio Roberti di Fattoria Roberti, i primi che hanno adottato la timbratura nel proprio centro imballaggio. Fattoria Roberti rappresenta l’esempio di una realtà produttiva che crede nella valorizzazione del prodotto, nella tracciabilità e che ha quindi accolto con favore la procedura.
2,00
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Evoluzione prezzi uova in natura €/kg
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2015
2016
2017 gennaio-giugno
2017 luglio-dicembre
Gabbia Fonte: CUN uova
L’Influenza Aviaria rappresenta un fattore destabilizzante per la produzione europea e l’attenzione deve essere massima per prevenire epidemie e situazioni critiche: la situazione è molto migliorata rispetto agli ultimi passaggi del virus in Italia perché sono state rese obbligatorie le dogane danesi, il lavaggio dei mezzi di trasporto in automatico in ingresso e tutte quelle procedure atte a migliorare gli standard. Ruggero Moretti ha poi introdotto il tema della timbratura in allevamento, dopo un breve excursus tracciato da Lara Sanfrancesco sull’iter della proposta in parlamento. Unaitalia ne è stata la promotrice a livello ministeriale con l’audizione alla Camera tenutasi l’anno scorso: da sempre l’Associazione sostiene questa buona pratica come elemento di forte differenziazione, di valorizzazione del prodotto e di capacità di anticipazione del mercato. Nelle sue parole conclusive Moretti traccia gli orientamenti del settore: “Sta cambiando il mercato, ma anche il modo di lavorare delle aziende; la richiesta di uova a terra all’80% nella GDO è un’indicazione ben precisa di
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2018
2019
2020 gennaio
A terra
FIERAGRICOLA, VERONA 31 GENNAIO 2020
cosa desidera il consumatore. Bisogna far capire alla distribuzione e al pubblico che l’uovo a terra implica dei costi in più. È fondamentale per gli allevatori conoscere e anticipare le richieste di mercato perché gli investimenti sono cospicui, e il rischio di sbagliare è dietro l’angolo. La timbratura resta un fattore determinante in futuro: più avrà diffusione, più diventerà automatica su pressione di un mercato progressivamente orientato alla completa tracciabilità e alla sicurezza del prodotto.”
Vittorio Roberti ha parlato della propria azienda: “Siamo allevatori dagli anni 60 e abbiamo intrapreso un sistema di tracciabilità sin dall’inizio per garantire la tutela del consumatore e fornire una reale verifica fin da tempi non sospetti. La nostra è una filiera integrata verticalmente e a ciclo chiuso con una gestione totalmente interna: mangimificio, centro imballaggio, e Società Castello per la produzione, sia con propri allevamenti che con soccide. Si tratta di un concetto di lavoro particolare, in linea con quelli che sono gli argomenti introdotti da Ruggero Moretti. Come siamo arrivati a parlare di timbratura all’origine in tutti gli allevamenti? Nel 1991 abbiamo realizzato il primo allevamento a terra, un progetto avveniristico per il mercato
PRODUZIONE DELLE UOVA DA CONSUMO PER TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO Aperto; 4,6%
Biologico; 5,6%
Gabbia; 54,5%
Terra; 35,2%
Fonte: Dati Banca dati nazionale – IZS Teramo
- reportage -
FIERAGRICOLA, VERONA 31 GENNAIO 2020
REPORTAGE
italiano. Questo ha cambiato il modo di concepire le cose: oggi c’è un’indiscussa sensibilità verso il benessere animale, la tracciabilità; il consumatore vuole sapere come vive e cosa mangia l’animale, come è garantito nella tracciabilità di quel prodotto e addirittura, con che packaging viene distribuito. Dal 2000 abbiamo cominciato a seguire la normativa che prevede la timbratura obbligatoria negli allevamenti, la certificazione dei centri imballaggio, del mangimificio e di tutta la filiera e non abbiamo mai smesso.” Vittorio Roberti scende poi nel dettaglio illustrando le varie problematiche che possono verificarsi sul campo: “Se la timbratura non può essere eseguita, in situazioni particolari, bisogna attivare un iter credibile che testimoni la reale difficoltà del momento, dimostrando con segnalazioni e indicazioni come saranno timbrate le uova in quel caso eccezionale, in modo che la tracciabilità non venga mai compromessa. Sicuramente l’impegno viene ripagato in termini di maggiore trasparenza, riconosciuta anche durante i controlli: le uova sono tutte tracciate, ben identificate, seguono delle procedure corrette, con una perfetta tracciabilità anche nei cambi di lavorazione. Con la timbratura delle uova in allevamento si riesce anche a gestire meglio il processo produttivo in ogni fase e percorso. La nostra azienda ha parecchi allevamenti, ma tutti seguono la nostra mission aziendale di “Farm Family” che opera nel rispetto del benessere animale, della qualità e della sicurezza. Dopo i casi di Aviaria abbiamo selezio-
nato piccoli allevamenti, soccide lontane dai grandi centri produttivi soprattutto per quello che riguarda l’alternativo, il biologico e gli allevati all’aperto.” Secondo Roberti, le difficoltà sono soprattutto di tipo commerciale in quanto gli oneri sono totalmente a carico dell’azienda, il consumatore non viene informato a sufficienza, mentre le politiche dei prezzi degli acquirenti lasciano pochi spazi. Ecco dunque l’importanza di fare sistema e agire in qualità di filiera, anticipando i futuri orientamenti legislativi e di mercato senza il rischio di restare ai margini. La timbratura resta il mezzo più sicuro per garantire la tracciabilità, il consumatore e per salvaguardare l’azienda nei momenti difficili. È poi intervenuto Vincenzo Aliotta di Ovorider, azienda che dal 2004 fornisce una vasta gamma di prodotti di alta qualità e tecnologia per tutte le fasi della lavorazione delle uova, attrezzature per la selezione e per la raccolta, sistemi di sgusciatura, palettizzatori, impianti per la pastorizzazione e per la produzione dell’uovo in polvere e numerosi accessori. Gli impianti di Ovorider soddisfano le esigenze di grandi aziende strutturate, ma anche di realtà medio-piccole, nonché di produttori locali. Nell’occasione sono stati presentati i sistemi di stampa per le uova in allevamento, illustrandone le caratteristiche, la semplicità di istallazione e di uso, la vasta gamma di possibilità offerte e il servizio di assistenza che accompagna l’allevatore dall’inizio fino alla piena operatività.
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INTERVISTA
Avizoo è costantemente impegnata verso la riduzione dell’impatto ambientale. Dopo gli investimenti nella produzione di energia da fotovoltaico e la realizzazione di un moderno impianto di Trigenerazione, anche il nuovo investimento nelle due sale di incubazione otterrà, rispetto alle precedenti incubatrici di vecchia generazione, un risparmio energetico del 40% per uovo incubato a cui si aggiunge il recupero del calore eccedente generato dal ciclo di incubazione
Avizoo, all’avanguardia nella produzione di pulcini Avizoo, azienda specializzata nella riproduzione, incubazione e selezione avicola, opera nel mercato dal 1959 e ha contribuito alla storia dell’avicoltura italiana. Nella sua sede di Longiano (FC) abbiamo incontrato Stefano Pollarini, Socio Amministratore dell’azienda, e Giovanni Ferrara, Direttore Generale, con i quali abbiamo parlato dell’evoluzione di cui l’azienda è stata protagonista negli ultimi dieci anni. Grazie a un fatturato complessivo di 24 milioni di euro, di cui 3,4 in export in cinque nazioni, Avizoo negli ultimi anni ha potuto investire in settori cruciali quali il miglioramento tecnologico, la formazione del personale, le certificazioni di qualità, il benessere animale e la sostenibilità ambientale. “Il fatturato – precisa Giovanni Ferrara, Direttore Generale di Avizoo – è comprensivo dei proventi della conduzione agricola di oltre 1.000 ettari di terreno e del fotovoltaico che produciamo negli allevamenti e nell’incubatoio, dove siamo autosufficienti per oltre il 50%. L’azienda produce 3,5 MW complessivi di energia che consentono una riduzione annua di CO2 ambientale, pari a 1.665 tonnellate”. La filiera produttiva Avizoo gestisce direttamente 100.000 mq di allevamenti con oltre 300.000 riproduttori dalla fase di pollastra alla deposizione. L’incubatoio di Longiano ha una
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INTERVISTA
capacità produttiva di 4 milioni di posti uova. Ogni anno sul controllo di produzione vengono svolte 15.000 analisi, sia all’interno dell’incubatoio che presso gli allevamenti. Oltre che sul rafforzamento delle garanzie sanitarie, Avizoo ha investito molto anche sulle persone: i 200 dipendenti negli ultimi tre anni hanno frequentato 4.100 ore in corsi di formazione, di cui il 30% non obbligatori per legge, ma richiesti dall’azienda per migliorare il livello di tutti gli operatori aziendali.
Le certificazioni volontarie di qualità Il fiore all’occhiello di Avizoo sono però le certificazioni volontarie di qualità. “Coerentemente all’impegno aziendale volto al continuo miglioramento della qualità del pulcino prodotto – prosegue Ferrara – Avizoo ha conseguito a partire dal 2011 una serie di importanti certificazioni volontarie, ISO 9001 e QS, che attestano la costanza qualitativa e sanitaria espressa dal sistema produttivo aziendale. Dopo mesi di preparativi abbiamo conseguito la Certificazione di prodotto del pulcino Avizoo, che garantisce il Benessere animale nell’Incubatoio, nelle fasi di incubazione e selezione avicola, secondo requisiti più restrittivi rispetto alla normativa vigente, riferita a quattro valori distintivi documentati dall’Ente certificatore S.G.S. Il primo di questi punti è che il pulcino Avizoo è al naturale, non è sottoposto ad alcun trattamento antibiotico, neppure in deroga: nell’archivio di farmaco sorveglianza del Ministero, infatti, non sono presenti ricette con antibiotici destinate all’incubatoio. Il secondo punto riguarda le uova, che sono disposte in cestelli di schiusa con superficie sanificata. Il terzo punto è relativo al mantenimento dei pulcini in condizioni confortevoli dalla nascita alla consegna in allevamento. I pulcini non sono stressati in fase di lavorazione perché tutte le attrezzature utilizzate sono studiate al fine di ridurre lo stress postnascita: nella fase successiva alla schiusa, a inizio e fine lavorazione, controlliamo a campione il picco glicemico dei pulcini, che è stato individuato come parametro indicatore della condizione di benessere dell’animale. Nei locali adibiti alla sosta dei pulcini e durante il trasporto verso l’allevamento di destinazione, inoltre, si regolano in continuo la temperatura e i livelli di anidride carbonica ambientale per assicurare il costante mantenimento delle migliori condizioni di benessere. Infine, il quarto punto della certificazione garantisce che tutto il personale operante in incubatoio è formato e aggiornato sul benessere animale e l’igiene nelle fasi di lavorazione. Gli operatori,
Separatore – Investire nella moderna tecnologia è parte integrante della strategia aziendale attenta al benessere animale e alla qualità del pulcino entrambi rivolti a supportare la clientela verso qualificate partnership per la produzione antibiotic-free
in base alla loro funzione, partecipano a sessioni periodiche di formazione in materia di igiene, biosicurezza, buone pratiche di lavorazione e benessere animale.” In una delicata fase di mercato, nella quale emergono nuove esigenze nel modo di produrre il pollo, come i sistemi antibiotic-free, “la Certificazione volontaria di prodotto contribuirà a dare più visibilità alla qualità produttiva del sistema Avizoo e a valorizzare e differenziare il nostro pulcino rispetto al mercato”.
Il business di Avizoo “Abbiamo due aree di business: una industriale, legata al pulcino bianco, e una free-range e rurale, che è un mercato antico, nel quale operiamo con successo da tanti anni: siamo l’unica azienda che può consegnare pulcini dalla Sicilia al Friuli – ci racconta Stefano Pollarini, proprietario dell’azienda. Nel mercato rurale forniamo gli svezzatori, con razze che hanno caratteristiche in funzione del prodotto da portare sul mercato: razze colorate pesanti, adatte allo svezzamento veloce, o razze che sono più tardive ma utili per fare il polletto; il nostro assortimento è completo. Per l’industria invece siamo integratori per i gruppi strutturati o fornitori diretti di piccole e medie aziende, a questo proposito nell’ultimo anno abbiamo promosso la produzione di un pollo a lenta crescita, in grado di creare nuove opportunità produttive per le filiere che hanno la necessità di differenziarsi sul mercato e soddisfare le richieste di un consumatore sempre più esigente. Ultimamente ci siamo impegnati anche
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INTERVISTA
come indipendenti e abbiamo conquistato un’ampia fetta di clienti. Questo successo è anche il frutto di un’assistenza post-vendita agli allevatori che siamo gli unici a fornire. Avizoo infatti non solo effettua numerose visite ai pulcini in arrivo, ma fornisce anche assistenza agli allevatori sull’avvio delle prime giornate, che sono quelle essenziali per i risultati del ciclo”.
Sale di incubazione - Avizoo investe costantemente in tutto il sistema produttivo, in particolare negli ultimi anni ha completamente aggiornato il processo di lavorazione del pulcino, ha introdotto un innovativo sistema di disinfezione delle uova mediante raggi UVC e rinnovato due nuove sale di incubazione, una nel 2019 e l'altra nel 2020
nella vendita di uova, di cui abbiamo una buona quota di export: quello che non serve al nostro sistema, viene esportato in altri Paesi, come Grecia e Belgio.”
I cambiamenti degli ultimi anni
LE CERTIFICAZIONI DI AVIZOO
Negli ultimi dieci anni Avizoo ha subito una profonda trasformazione. “Siamo entrati in un processo di evoluzione costante – riprende Ferrara – allargando il numero dei clienti, aprendoci a quei mercati che per noi erano meno accessibili. Con gli anni abbiamo dimostrato di essere fornitori veramente affidabili, siamo emersi sul mercato
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Anno
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2019
Certificazione
Cosa certifica
Descrizione
Sistema di gestione per la qualità
Incubazione di uova da cova e produzione di pulcini di 1 giorno
for food
Sistema di gestione igienico-sanitaria
Standard richiesto dalla G.D.O. tedesca nel rispetto di requisiti igienico - sanitari
IT/CT/20190020 STP:005/238
Benessere del pulcino
Benessere animale nell’incubatoio di uova da cova, nelle fasi di incubazione e selezione avicola, secondo requisiti più restrittivi rispetto alla normativa vigente
ISO 9001:2015
QS. Quality scheme
Organo di Controllo
L’aumento del fatturato è una conseguenza dell’ottima reputazione dell’azienda. Nel processo di trasformazione degli ultimi 10 anni hanno giocato un ruolo decisivo gli investimenti con le più moderne tecnologie disponibili; sugli allevamenti, per esempio, sono stati investiti 9,6 milioni di euro, in incubatoio 6 milioni. “Abbiamo investito nel momento in cui la concorrenza era statica e si appoggiava alle grandi aziende per l’incubazione. In quel momento abbiamo aumentato il distacco, perfezionando un Metodo Avizoo sulla qualità della produzione e sulla fornitura di servizi. Per fare un esempio, Avizoo effettua visite veterinarie su circa il 20% dei pulcini consegnati; il nostro veterinario si preoccupa di seguire i pulcini nell’accasamento, controlla i parametri fondamentali della pulcinaia, valuta se un pulcino viene accasato nelle giuste condizioni: è questo che fa la differenza sul mercato. Molte aziende medio-piccole non possono contare su un servizio sanitario costante; la nostra consulenza invece permette al cliente di valutare parametri dettati dagli studi più aggiornati riguardo il layout della pulcinaia, il tipo di attrezzatura, le condizioni ambientali, la forma fisica del mangime per ottenere la pulcinaia ideale.
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INTERVISTA
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©Chokniti Khongchum
DOSSIER
Ottenere il massimo dai laboratori diagnostici
Rebecca P. Wilkes, DVM, PhD, DACVM (Virology and Bacteriology/Mycology) Animal Disease Diagnostic Lab, Purdue University College of Veterinary Medicine
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Il rilevamento delle malattie infettive viene solitamente effettuato tramite l’isolamento del patogeno o della risposta immunitaria che stimola. Le metodiche diagnostiche sono molte e non esistono metodi standardizzati tra i vari laboratori diagnostici (tranne che per i test NAHLN). I risultati vengono paragonati tra i laboratori con difficoltà, anche per le diverse metodiche, i ceppi o i patogeni usati, in particolare per i test sierologici. Inoltre, con l’introduzione delle metodiche molecolari, che sono notevolmente sensibili, bisogna interrogarsi sui risultati positivi e sul loro significato. Coltura Per rilevare i patogeni esistono diversi metodi. Il primo (storicamente considerato quello di riferimento) è la coltura, che è una vera coltura per batteri e funghi e un isolamento per i virus.
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DOSSIER
La cosa importante da considerare, per questa metodica, è la vitalità del microrganismo. Se il campione clinico non è stato gestito correttamente, non rileveremo alcun microrganismo con questa metodica. Inoltre, se cerchiamo di isolare un batterio, è importante far sapere al laboratorio quale microbo si stia cercando. Si usano terreni speciali per determinati microrganismi, come il Mycoplasma. Un buon campionamento è fondamentale per la coltura; il rilevamento di flora ambientale contaminante infatti non favorisce la diagnosi. La cosa interessante della coltura è che si tratta di una metodica piuttosto aspecifica. Occorrono i terreni giusti (per batteri o funghi) oppure le uova /o colture cellulari (per i virus) per trovarli; comunque, non tutti crescono in vitro, oppure alcuni sono difficili da coltivare, quindi altre metodiche sembrano migliori. Poi, l’isolamento virale può richiedere settimane per dare evidenze, e, come per i batteri la sua identificazione richiede ulteriori passaggi, come l’uso di anticorpi specifici, che si legano al virus, oppure la microscopia elettronica.
Microscopia elettronica (EM) Un altro modo per rilevare i virus è la microscopia elettronica. La disponibilità di questo metodo calando: molti laboratori non la usano più, perché hanno a disposizione strumenti vecchi e il costo e la manutenzione dei nuovi è notevole. Alcuni laboratori dipendono dalle strutture universitarie che forniscono ancora questo servizio, ma con lunghi tempi di diagnosi e costi per il cliente elevati. A differenza della coltura, i microbi non devono restare vitali per la microscopia elettronica. Come la coltura, questo metodo non è specifico (può rilevare molti diversi virus), viene solitamente usata per trovare virus associati con forme enteriche, ed è utile in questa situazione perché questi virus sono di solito eliminati in notevoli quantità (106 particelle virali per rilevarli con EM) e molti di loro sono difficili da coltivare in vitro. In ogni caso, ormai le metodiche molecolari hanno sostituito la microscopia elettronica per individuare i virus.
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DOSSIER
Nodo
Essere umano
Clade
Topo lunghezza del ramo Radice
Ramo Mosca
Figura 1 – Analisi filogenetica.
Rilevamento degli antigeni
Rilevamento genetico
Il rilevamento degli antigeni consiste nel trovare le proteine del patogeno. Tale metodo è solitamente specifico, perché si usano gli anticorpi, specialmente i monoclonali, che si legano a una capsula specifica. Se si usano invece i policlonali, questi possono reagire con patogeni diversi. Il beneficio dei policlonali è che più difficilmente si perdono i patogeni, se, ad esempio, c’è stato un cambiamento dell’epitopo che copre anticorpi monoclonali. Il patogeno non deve essere vitale per questa metodica. Metodi di rilevamento dell’antigene includono test con anticorpi fluorescenti, immunoistochimica ed ELISA. In genere, ELISA è più frequentemente usata per il rilevamento degli anticorpi piuttosto che degli antigeni, ma un antigene ben noto ELISA è il BVDV ACE ( cattura antigenica ELISA) per trovare le PI animali. I pro e contro di qualsiasi rilevamento antigenico non vengono qui elencati.
La reazione della catena della polimerasi (PCR) richiede vari cicli di amplificazione di una regione target del genoma del patogeno. I primer (piccoli pezzi di DNA complementare) sono disegnati per legarsi al patogeno che interessa (e teoricamente a nessun altro). Quindi questa metodica trova solamente ciò che state specificamente cercando nel campione (metodo specifico). I primer sono anche necessari perché avvenga la reazione, poiché la polimerasi del DNA richiede che il primer venga “impressionato” e inizi la sintesi del DNA. La polimerasi del DNA produce solamente parti di DNA complementare, cosi, se un patogeno è a RNA (ad esempio virus a RNA), il materiale genetico deve essere convertito in DNA prima di poter effettuare la PCR; questa operazione viene detta RT (reverse transcription, cioè trascrizione inversa). I nucleotidi liberi (A, T, C, G) vengono inclusi nel mix e aggiunti al
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DNA del patogeno. I cicli di reazione prevedono la separazione del DNA a doppia elica in singola (denaturazione), il successivo legame dei primer al DNA complementare del patogeno, se presente nel campione (accoppiamento), e l’estensione dei primer da parte della DNA polimerasi (allungamento). Ciascuno di questi passaggi richiede una temperatura differente, il che costituisce il motivo per cui la reazione viene effettuata nel termociclo (cicli con tempi e temperature diverse). L’amplificazione di una porzione del genoma del patogeno, con ciascun ciclo di PCR (ogni ciclo produce una quota doppia), è il risultato. Poiché questa metodica è molto sensibile, è importante che il laboratorio prenda le necessarie precauzioni e usi controlli adeguati, per prevenire o rilevare contaminazioni tra i campioni, onde evitare risultati falsi positivi.
PCR convenzionale La PCR convenzionale ha diversi nomi: PCR tradizionale, PCR su base gel e PCR finale. Sostanzialmente questo metodo viene usato per visualizzare il prodotto della PCR alla fine del ciclo. Dai diversi cicli di amplificazione deriva una grande serie di prodotti evidenziati nel gel. In base a dove ci si aspetta che i primer leghino il genoma del patogeno, sappiamo quanto prodotto dovrebbe derivarne. Includiamo una scala di DNA nel gel, per determinare la dimensione della banda del prodotto della PCR. Occasionalmente avviene qualcosa di inatteso, amplifichiamo, ad esempio, un prodotto non specifico (quindi non il patogeno che cercavamo), ma che ha le stesse dimensioni di quanto ci si aspettava. Quindi, idealmente, useremo una
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metodica aggiuntiva (come la sequenziazione) per confermare che prodotto è realmente quello che ci aspettiamo. La sequenziazione viene analizzata in seguito.
PCR real time Questa è una variazione della PCR convenzionale. Invece di usare un gel per rilevare il prodotto della PCR alla fine della reazione, incorporiamo una sonda fluorescente nella reazione per trovarlo. Questa sonda, se intatta, non produce fluorescenza: la sonda intatta ha una marca fluorescente in un terminale e un relativo blocco nell’altro terminale, che annulla la fluorescenza. Come i primer, la sonda DNA è complementare al DNA del patogeno ed è progettata per legarsi al suo DNA. L’aggiunta di una sonda alla reazione PCR aumenta la specificità del test, perché ora ci sono tre pezzi di DNA complementare che si devono legare al patogeno, anziché solo due. Quando la polimerasi si estende dai primer, prende con sé anche la sonda e la legge nella sequenza. Ciò risulta in una fluorescenza (perché la marca fluorescente viene ora separata
dal terminale bloccante), che viene rilevata dal sistema. Pertanto è possibile rilevare l’amplificazione in tempo reale, non appena si forma il prodotto della PCR. C’è comunque sempre una quota di sonde che non restano intatte, e ciò crea alcune fluorescenze di fondo. Il sistema sottrae automaticamente, durante la lettura, tale quota dell’impostazione di base e viene determinata una soglia limite per ogni campione, ovvero il punto in cui viene considerato positivo. Se ci sono molti patogeni nel campione, ci saranno molte sonde spezzate dalla polimerasi, il che si traduce in un aumento della fluorescenza, rispetto a quando ci sono poco patogeni nel campione, ed è anche più veloce (pochi patogeni richiederanno più tempo per produrre la fluorescenza necessaria a raggiungere la soglia). Ovviamente, se il patogeno non è nel campione, la sonda non verrà spezzata, e vedremo solamente una fluorescenza di fondo (generalmente appare come una linea piatta). Il ciclo PCR in cui la fluorescenza passa la soglia, viene detto ciclo soglia (Ct). Un valore inferiore di Ct rappresenta più patogeni nel campione; i valori Ct oltre 35 sono generalmente considerati dubbi/sospetti (e potrebbero non
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DOSSIER
essere riproducibili, perché rappresentano solamente una piccola quota di DNA patogeno nel campione). L’importanza di mettere un valore Ct elevato dipende da ciò che si richiede al test. Ad esempio, se il test viene utilizzato per la sorveglianza in un gruppo clinicamente sano di animali, un valore Ct superiore o uguale a 35 potrebbe essere significativo. Il rilevamento di patogeni non significa necessariamente che essi siano la causa della malattia: potrebbero essere dei secondari, o un isolamento incidentale. In genere, comunque, un Ct basso è un risultato significativo. La PCR real time può essere usata per determinare copie di un campione del patogeno, ma occorre poi fare una curva standard, che solitamente non viene eseguita in diagnostica animale.
Sequenziamento Esistono due metodiche principali per il sequenziamento: Sanger e Next Generation. Sanger è disponibile da più tempo e viene usata per sequenziare i prodotti PCR che solitamente derivano da PCR convenzionale. Questo metodo richiede anche i primer ed è assai utile se si sa cosa si sta cercando nel campione. Viene comunemente usato per sequenziare geni o porzioni di patogeni ed è il metodo usato più spesso in diagnostica veterinaria. La sequenziazione può essere usata per batteri speciali difficili da identificare con le prove biochimiche (o Maldi Tof). Può essere usato anche per differenziare infezioni da vaccini vivi modificati o per malattie derivanti da vaccini vettori, differenziandoli da ceppi selvaggi di campo. Una volta che si è ottenuta la sequenza, determiniamo, usando un database statale di sequenze note (Blast), le sequenze ottenute. Sequenziare è anche utile per tracciare dati di epidemiologia molecolare; per fare questo usiamo anche analisi filogenetiche che paragonano sequenze multiple.
Analisi filogenetica Gli alberi filogenetici vengono usati per valutare come le sequenze siano correlate (correlazione tra diversi organismi). Visto che sequenziare è diventata una pratica frequente nei laboratori diagnostici, la necessità di paragonare le sequenze e prepararsi a interpretare gli alberi filogenetici sta aumentando. È importante comprendere che non esiste un solo metodo o albero corretto. I metodi usati forniscono anche interferenze; alcuni vengono considerati più accurati di altri, ma diverse metodiche sono comunque accettabili scientificamente. La chiave è
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arrivare a produrre un albero con radici comuni, che si chiamano cladi (vedi Figura 1), che siano riproducibili. I cladi sono gruppi di organismi che includono un antenato singolo e tutti i discendenti (per i nostri scopi, si tratta delle sequenze correlate). La riproducibilità dei cladi può essere determinata usando il metodo trappola bootstrap, che stima la probabilità di dividere un albero e la relativa correttezza (ovvero che membri di quel clade siano sempre parte dello stesso). La percentuale (ovvero il valore bootstrap) di probabilità che sia vicino al ramo a esso connesso è importante: maggiore è il numero di nodi (che rappresentano gli avi comuni del clade), meglio è (idealmente se superiore al 75% e oltre) . Occorre un albero in linea con i dati e che si avvicini il più possibile a quanto si è visto in passato, se siamo interessati a conoscere l’evoluzione di un virus o di un batterio. Un’altra cosa da valutare, in un albero filogenetico, è la lunghezza dei rami. Essa rappresenta la quota di variazioni tra un antenato e i suoi discendenti (o, nel nostro caso, la quota di variazioni nucleotidiche): maggiore è la lunghezza, maggiore è il numero di variazioni nucleotidiche. Una chiave è fornita dal numero di variazioni nucleotidiche per sito. La maggioranza di questi varia in modo inapparente (senza variazioni nel rapporto amminoacidi/proteine); così la lunghezza di un ramo non rappresenta per forza variazioni antigeniche, ma solo delle variazioni nucleotidiche. Quindi, solo perché si rilevano variazioni che risultano in un nuovo clade nucleotidico, non significa che i vaccini usati non siano proteggenti. Le variazioni antigeniche sono valutate tramite strumenti differenti.
Sequenziazioni di nuova generazione (NGS) Si tratta della nuovissima tecnica molecolare che rivoluziona la diagnostica medica. Questo metodo di sequenziazione varia dal Sanger, perché non richiede primer per le reazioni di sequenziamento e profili di DNA sequenziati in parallelo, nemmeno uno solo per singola reazione. Così, teoricamente, sarebbe possibile sequenziare tutti gli acidi nucleici di un dato campione secondo la cosiddetta metagenomica shotgun o profonda. NGS è più spesso usata per sequenziare genomi di batteri o virus isolati da campioni clinici, o per sequenziare genomi umani, animali o vegetali (WGS). WGS è una tecnica usata dalla FDA e dal Dipartimento di Stato per valutare l’epidemiologia genetica di casi di patogeni di origine animale negli alimenti. La valutazione dei genomi umani sta portando a una medicina di precisione, che si adatta alla composizione
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DOSSIER
genetica del singolo individuo. Nel caso del rilevamento dei patogeni, la metagenomica è molto utile per rilevare organismi; la complicazione sta nel determinare se questi nuovi organismi siano patogeni e responsabili di forme cliniche di campo. Inoltre, visto che non occorrono primer per la NGS, non occorre avere test specifici per tutti i microrganismi presenti sulle liste disponibili. Comunque, per fare un vero test di metagenomica, bisogna spendere diverse centinaia di euro. La quota di DNA o RNA patogeno in un campione (in particolare da un campione di tessuto con diverse cellule animali) è piccola rispetto alla quota di acido nucleico animale: sono quindi necessari milioni di letture di sequenziazioni per trovare il patogeno. Un approccio per ridurre i costi con NGS sta nell’incorporare i primer PCR nel flusso di ciclo: ciò limita la metodica al rilevamento dei soli patogeni per i quali è stato incluso il primer, ma, significativamente, riduce anche il numero di letture necessarie a rilevare il patogeno, e quindi riduce anche i costi. Questo approccio consente comunque ancora il rilevamento di un vasto numero di patogeni in un singolo campione, rendendola così una tecnica assai utile
per test multipli. I test multipli PCR vengono frequentemente usati in campioni di tessuti con patogeni, ma sono limitati a pochi target. Inoltre, a differenza di NGS, con la sola PCR non si ottiene alcun dato di sequenziamento, che va fatto tramite una reazione di sequenziamento. NGS è utile perché aree che normalmente sarebbero state target di sequenziamento Sanger, possono ora essere incorporate nel test. In tal modo se si esegue un solo test, rilevare e caratterizzare il tutto viene fatto in una sola volta. Quindi NGS target equivale a PCR multiple con sequenziazione su steroidi. NGS target possono essere eseguite in soli due giorni una volta ricevute dal laboratorio. Mentre lavoravo a UGA, abbiamo sviluppato un pannello di rilevamento dei patogeni nelle vacche e nei piccoli ruminanti; speriamo di incorporare questo tipo di test nella pratica quotidiana di laboratorio e di sviluppare in futuro ulteriori pannelli. Bibliografia disponibile su richiesta Dagli Atti della Midwest Poultry Federation Convention 2019
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FOCUS ADDITIVI
Lactobacillus acidophilus D2/CSL (CECT 4529): storia, sicurezza, efficacia (1985-2020) I lattobacilli sono i batteri lattici che, nel mondo, hanno guadagnato la maggiore popolarità, tanto è vero che i termini “fermenti lattici” e lattobacilli sono spesso ritenuti sinonimi. I lattobacilli sono impiegati per stabilizzare l’ecosistema microbico intestinale degli animali, cioè per prevenire le comuni disbiosi.
A. Giardini – CSL
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Per disbiosi – o disbatteriosi – s’intende un’alterazione indesiderabile del microbiota intestinale, risultante dallo sbilanciamento tra batteri “protettivi” (lattobacilli in primis) e batteri “nocivi” (Ducatelle et al., 2014). I segni clinici di disbatteriosi nel pollo includono l’assottigliamento della parete intestinale e l’emissione di feci fluide e collose per la presenza di residui indigeriti (Huyghebaert et al., 2011). Una buona condizione intestinale (o gut health) è quindi la premessa di un’efficace processo di digestione e di assimilazione, base della produttività animale. Nei volatili domestici, le specie autoctone di lattobacilli, come Lactobacillus acidophilus, colonizzano il tratto gastro-intestinale subito dopo la nascita, ponendosi in un
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FOCUS ADDITIVI
rapporto di simbiosi con il pulcino. I lattobacilli intestinali abbassano il pH delle ingesta e producono una gamma di metaboliti in grado d’inibire la crescita dei batteri putrefattivi e patogeni. Di qui l’importanza di conservare, o di ripristinare, le condizioni di equilibrio fisiologico del microbiota intestinale dei volatili – o eubiosi – mediante la regolare somministrazione di lattobacilli probiotici di origine pollo.
In generale, i gruppi di animali trattati hanno evidenziato miglioramenti significativi in ordine a: • composizione del microbiota intestinale; • morfologia intestinale (per es., altezza dei villi); • efficienza digestiva (ICA, riduzione bottoncini anali nel pulcino, ecc.); • produttività zootecnica (carne, uova); • qualità delle uova (qualità del guscio, unità Haugh);
Storia del ceppo D2/CSL
• % uova vendibili (meno scarti: uova sporche, rotte, ecc.);
Nel 1985 il Centro Sperimentale del Latte (CSL) isola 74 ceppi di batteri lattici (LAB) dalle feci di un pollo “ruspante”. I primi test in vitro di questi LAB permettono di selezionare 19 ceppi di lattobacilli promettenti per l’impiego probiotico. La scelta del ceppo Lb. acidophilus D2/CSL sugli altri 18 ceppi pre-selezionati è dovuta alle sue caratteristiche superiori in termini di: 1) attività acidificante; 2) adesione all’epitelio intestinale; 3) resistenza alla bile; 4) resistenza al monensin; 5) resa industriale (recupero di UFC postliofilizzazione).
• ambiente: riduzione dei composti azotati volatili e dell’umidità fecale.
Sicurezza del ceppo D2/CSL Lb. acidophilus è un microrganismo assolutamente apatogeno, sicuro per gli animali, la salute umana e l’ambiente. L’EFSA, infatti, include L. acidophilus nella lista positiva delle specie QPS. Inoltre il ceppo D2/CSL non dimostra alcuna resistenza agli antibiotici di importanza umana e veterinaria elencati dall’EFSA.
Studi di efficacia in vivo Lactobacillus acidophilus D2/CSL (CECT 4529) è oggi un additivo per mangimi, autorizzato nella UE per l’ovaiola (Reg. UE n. 2015/38), per il broiler (Reg. UE n. 2017/2275), per il cane e per il gatto (Reg. UE n. 2018/1558), e può essere somministrato attraverso il mangime e l’acqua di abbeverata. Il prodotto è liofilizzato, in polvere, con una concentrazione cellulare ≥ 50 miliardi UFC/g. Dal 1993 al 2020, ben 16 studi scientifici su broiler e ovaiole (di cui 13 pubblicati e 3 resi pubblici in un convegno) hanno valutato l’efficacia dell’additivo in termini di produttività zootecnica (quantitativa e qualitativa), di incidenza del trattamento sul microbioma e sul metaboloma intestinale del pollo, nonché di morfometria intestinale e di risposta immunitaria.
Considerazioni In ogni gruppo di volatili allevati non esiste un soggetto con uno stato di salute identico a quello di un altro. La presunta “normalità” include infatti oscillazioni di ogni funzione organica considerate “non patologiche”. Tale instabilità riguarda ancor più la popolazione microbica del tratto digerente che, dopo avere colonizzato il pulcino, va incontro a continue variazioni, ovvero a “sbilanciamenti”, dovuti alla competizione tra i microrganismi conviventi in ogni habitat digestivo (ingluvie, intestino tenue, appendici ciecali). Fattori quali lo stato fisiologico del soggetto, le variazioni della formula alimentare, gli stress, i trattamenti antimicrobici, ecc., modulano infatti la competizione tra specie microbiche, favorendo la crescita di determinate popolazioni intestinali a discapito di altre, sino a creare patenti situazioni di squilibrio e d’infiammazione intestinale. Poiché il microbiota intestinale gioca un ruolo fisiologico chiave nel preservare l’animale in buona salute e nell’integrare le funzioni immunitarie e digestive, ogni perturbazione che lo riguarda incide negativamente sul benessere, sulla sanità, sulla digestione e sulla produttività dell’animale (Dominguez-Bello e Blaser, 2008). L’uso di Lactobacillus acidophilus D2/CSL è una via naturale, effettivamente “biologica”, per migliorare il benessere intestinale dei volatili e la loro efficienza digestiva in un’avicoltura “antibioticfree”. Se ne avvalgono gli indici zootecnici quantitativi e qualitativi. Ma l’eubiosi, la salute intestinale e l’efficienza digestiva sono altrettanto evidenziate dalla migliore consistenza fecale e dalla diminuzione dei metaboliti tossici delle putrefazioni intestinali, che possono riverberarsi in positivo sulla qualità dell’ambiente di allevamento.
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La bibliografia è disponibile su richiesta
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FOCUS ADDITIVI
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Una tendenza che sta diventando una necessità Negli avicoli i rischi per la salute riguardano soprattutto il tratto digestivo: disbatteriosi, parassiti, malassorbimento, malattie di origine alimentare. La composizione del microbiota intestinale è un fattore decisivo per la salute dell’intestino, ma nei pulcini giovani non è né stabilita, né equilibrata. Il miglioramento genetico ha comportato periodi di ingrasso più brevi e quindi una minore durata della vita complessiva dell’animale, quindi vi è la necessità di una sempre maggiore attenzione al microbiota dei pulcini il piú presto possibile. I potenziali rischi per la salute
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FOCUS ADDITIVI
È noto che i prodotti contenenti lattobacilli sono molto adatti a questo scopo in quanto mostrano un tasso di replicazione rapido e una colonizzazione veloce del tratto intestinale. Negli ultimi anni è stato ampiamente testato, in prove di campo, un integratore alimentare contenente batteri lattici (B.I.O.Sol, Biochem Zusatzstoffe). L’obiettivo principale di queste prove era di confermare l’affidabilità e la costanza dei risultati ottenuti con l’uso di questo supplemento somministrato nell’acqua di bevanda nei primi tre giorni. In un test effettuato in un allevamento di polli da carne nella Germania nordoccidentale, in due siti da 45.000 polli da carne (Ross 308) ciascuno, il prodotto è stato valutato per 5 cicli di ingrasso di 42 giorni (con riduzione del numero di animali al giorno 28). I siti per il gruppo di trattamento e per quello di controllo sono stati cambiati dopo ogni ciclo. Per tutti i cicli, gli animali del gruppo trattato hanno mostrato una mortalità
minore durante la prima settimana (Ø -31%) e un miglioramento nell’aumento di peso giornaliero (Ø + 3,25%) durante il periodo di ingrasso di 42 giorni (Grafico 1 e 2).
Mortalità al 7° giorno (%)
2,0 Controllo Trattamento 1,5
1,0
0,5
0,0
1
2
3
4
5
Ciclo d’ingrasso
Grafico 1 – Effetto di B.I.O.Sol (Trattamento) sulla mortalità dei polli da carne durante la prima settimana di vita in 5 cicli di ingrasso successivi rispetto agli animali non trattati (Controllo) (Frisch et al., 2019). Accrescimento giornaliero (gr./soggetto)
devono essere eliminati in quanto il ciclo è troppo breve per una successiva compensazione, mettendo a rischio prestazioni e profitto. La colonizzazione precoce dell’intestino con batteri benefici è un fattore chiave nel favorire la stabilizzazione del microbiota intestinale sia per prevenire i disturbi digestivi che i cali nelle prestazioni. L’uso di probiotici nei mangimi per avicoli è una pratica diffusa e idonea a questo scopo; i probiotici sono noti per ridurre gli agenti patogeni, migliorare la digeribilità, favorire l’assorbimento dei nutrienti e agire in modo positivo sulla morfologia e sul sistema immunitario dell’intestino: i probiotici possono essere un eccellente supporto sanitario negli allevamenti antibiotic-free, oggi sempre più diffusi.
80 Controllo Trattamento
72,5
65
57,5
50
1
2
3
4
5
Ciclo d’ingrasso
Grafico 2 – Effetto di B.I.O.Sol (Trattamento) sull’aumento di peso giornaliero medio dei polli da carne in 5 cicli di ingrasso successivi di 42 giorni ciascuno rispetto agli animali non trattati (Controllo) (Frisch et al., 2019).
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FOCUS ADDITIVI
La globalizzazione delle strutture commerciali è stata la causa dell’ampliamento della finestra temporale intercorrente fra la schiusa e l’accasamento dei pulcini. La cura dei pulcini e la fornitura di integratori alimentari e di nutrienti benefici per la salute dovrebbero iniziare già in incubatoio. Quando si tratta di somministrare probiotici, i sistemi di distribuzione del mangime e acqua che lavorano a temperature tra i 30 e i 33 °C fino a 72 ore non sono ideali in quanto a igiene. Un’opzione possibile è il metodo di applicazione spray. È stata anche dimostrata la compatibilità dei probiotici con alcuni vaccini, rendendo un vaccino e un probiotico applicabili in un solo passaggio. Una variante del tutto nuova e rapida dell’applicazione spray classica è l’uso di gel in gocce. Questa tecnologia, piuttosto recente, presenta vari vantaggi: simile allo spray, si tratta di un gel morbido che viene fatto ricadere sui pulcini mentre vengono trasportati alle cassette. A differenza dello spray a base d’acqua, piuttosto grossolano, il gel elimina diversi problemi: • evita di bagnare le piume, riducendo l’ipotermia; • impedisce la dispersione di batteri (probiotici) tramite la nebulizzazione;
dei villi rispetto ai controlli, indicando l’effetto positivo della somministrazione precoce dei lattobacilli sullo sviluppo dell’intestino in una fase successiva del ciclo vitale.
Figura 3 – Indagine istologica sulla lunghezza dei villi mediante colorazione ematossilina-eosina (HE).
In conclusione, l’approccio di fornire lattobacilli nei primi giorni di vita è uno strumento utile per supportare la creazione precoce del microbiota intestinale desiderato e per stimolare lo sviluppo intestinale.
• non sono necessarie attrezzature particolarmente costose; • assunzione orale eccellente, che è verificabile visivamente.
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Per fornire in modo efficace soluzioni probiotiche,, Biochem ha deciso di sviluppare un nuovo dispositivo gel (HatchGel SP). Esso é il primo gel completamente conforme alla legislazione europea sui mangimi; inoltre, è l’unico nel suo genere che supera la mera funzione di vettore per probiotici e vaccini per coccidiosi. Ingredienti innovativi e una composizione ben studiata forniscono micronutrienti con effetti prebiotici, che offrono un ulteriore impatto positivo sullo sviluppo intestinale. In un test recente è stata analizzata la morfologia intestinale dell’ileo di polli da carne maschi (Ross 308). Gli animali, nei due gruppi di trattamento, hanno ricevuto B.I.O.Sol in acqua di bevanda fino al terzo giorno. Il secondo gruppo di trattamento ha inoltre ricevuto B.I.O.Sol in gel (HatchGel SP) il primo giorno. L’indagine istologica sulla lunghezza dei villi nell’ileo è stata effettuata mediante colorazione ematossilina-eosina (HE) (Figura 3) in campioni ileali prelevati da soggetti di 23 giorni. I risultati hanno mostrato che gli animali trattati con B.I.O.Sol presentavano valori numericamente più alti nella lunghezza
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Controllo
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B.I.O.Sol
HatchGel SP + B.I.O.Sol
Grafico 4 – Lunghezza dei villi nell’ileo dei polli da carne al 23° giorno di età dopo il diverso trattamento a 1-3 giorni di età (Mezzi, DS, n = 8) (Frisch et al., 2020).
Oltre alla possibilità di applicazione del prodotto nell’acqua di bevanda, vi è l’uso del gel che consente di generare un impatto positivo già in incubatoio, durante il trasporto e nelle prime ore in allevamento. I possibili vantaggi di un supporto precoce alla salute intestinale dei polli da carne si traducono in una riduzione dei tassi di mortalità nella prima settimana di vita e in un miglioramento delle prestazioni per l’intero ciclo di vita dell’animale.
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FOCUS ADDITIVI
Vitamina D3: a ogni metabolita la sua funzione È noto che la Vitamina D3, il COLECALCIFEROLO, sia un micronutriente essenziale, necessario per la corretta calcificazione delle ossa, ma anche per lo sviluppo e la stabilità dello scheletro.
La Vitamina D3 regola l’omeostasi del Calcio e del Fosforo nel sangue, incrementando l’assorbimento sia a livello intestinale che renale quando la concentrazione nel sangue è bassa; viceversa, la vitamina D3 promuove la riduzione dell’assorbimento intestinale e incrementa l’escrezione a livello renale.
via, dal momento che gli animali sono allevati in ambienti al chiuso, il processo biochimico appena descritto non avrà mai modo di attivarsi e sarà pertanto fondamentale che l’animale assuma la quantità corretta di Vitamina D3 dalla dieta.
Nei monogastrici una carenza di Vitamina D3 si manifesta in uno scarso sviluppo osseo-scheletrico, perdita di peso, riduzione dell’ingestione ed elevata mortalità.
Vitamina D3 e poi…
Fonti di Vitamina D3 Susanna Lolli - Technical Marketing Manager Istituto Delle Vitamine - Dsm, Segrate (MI) susanna.lolli@dsm.com
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La Vitamina D3 può essere prodotta a livello endogeno attraverso i raggi ultravioletti dal precursore 7-8D-DEIDROCOLESTEROLO, un processo che avviene sulla pelle. Tutta-
- focus additivi -
Dopo l’ingestione, la Vitamina D3 o COLECALCIFEROLO è assorbita a livello intestinale insieme ai grassi grazie alla presenza degli acidi grassi biliari. La Vitamina D3 è biologicamente inattiva e attraverso il sistema linfatico viene trasportata al fegato e infine depositata nel tessuto adiposo. Per passare dalla forma inattiva a quella attivata, necessita di due idrossilazioni (Figura 1).
FOCUS ADDITIVI
• Prima idrossilazione nel fegato. Dal COLECALCIFEROLO al CALCIFEDIOLO (25-(OH)-D3 o 25-Idrossicolecalciferolo – Hy-D ®); • Seconda idrossilazione nel rene. Dal CALCIFEDIOLO (25-(OH)-D3 o 25-Idrossicolecalciferolo) al CALCITRIOLO (1,25-Diidrossicolecalciferolo), cioè la forma ormonale della Vitamina D3.
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Le idrossilazioni sia nel fegato che nel rene sono controllate da un meccanismo feedback in funzione dei livelli nel sangue di calcio e fosforo e sotto l’azione ormonale del paratormone (PTH).
Uso in alimentazione animale L’inclusione di Vitamina D3 e dei suoi metaboliti è regolamentata dall’EFSA che impone il limite massimo a 5000 U.I./kg mangime per i polli da carne e 3200 U.I./kg mangime per le galline ovaiole. Il dosaggio massimo di 25-IDROSSICOLECALCIFEROLO (Hy-D®) è di 4000 U.I./ kg mangime. È da ormai diversi anni che Hy-D® è disponibile e impiegato nei mangimi per monogastrici a diverse concentrazioni, a seconda della specie e del momento fisiologico. Noti e comprovati sono i benefits sulle performance degli animali: in animali da carne, l’additivo supporta lo sviluppo osseo e migliora le performance (es. ICA) e il benessere degli animali (minore incidenza di lesioni plantari). Mentre per quanto riguarda le ovaiole, includere Hy-D®, sin dalla fase della pollastra, significa investire su future ovaiole ben strutturate a livello scheletrico, gusci più resistenti e cicli di deposizione più lunghi. Quando Hy-D® è usato come fonte di Vitamina D3, la sua concentrazione nel plasma cresce rapidamente, rimanendo costantemente a disposizione dell’organismo. Infatti, in presenza di ipocalcemia, Hy-D® viene idrossilata nel fegato in CALCITRIOLO (1,25- DIIDROSSICOLECACIFEROLO), un ormone secosteroide che è la forma biologicamente attiva della Vitamina D3. In normali condizioni di calcemia, addizionare regolarmente il Calcitriolo nella dieta potrebbe attivare permanentemente l’assorbimento del calcio a livello intestinale e ridurne l’escrezione a livello renale, con il rischio che la concentrazione di calcio nel sangue superi i livelli di tolleranza per l’organismo e porti all’ipercalcemia, i cui effetti sono talvolta irreversibili. In tale condizione, i cristalli di calcio si depositano nei tessuti molli, con formazione di
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Zootecnica International offre un’ampia panoramica sull’avicoltura con notizie, approfondimenti, interviste, tendenze di mercato e articoli tecnici e scientifici. Edita in tre lingue, italiano, russo e inglese, è diretta a tutti gli operatori della filiera avicola: allevatori, produttori di uova, case di selezione, incubatoi, mangimifici, aziende di lavorazione e trasformazione di carne avicola e di uova.
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FOCUS ADDITIVI
PELLE
PELLE
DIETA
7-deidrocolesterolo
Hy•D®
7-deidrocolesterolo
Vitamina D3
Vitamina D3
FEGATO
FEGATO
25-idrossi-D3 (forma circolante)
25-idrossi-D3 (forma circolante)
RENE
RENE
1,25-diidrossi-D3 (forma attiva)
1,25-diidrossi-D3 (forma attiva)
PRINCIPALI ORGANI BERSAGLIO INTESTINO
Assorbimento Ca e P
OSSO
Rigenerazione
RENE
Riassorbimento Ca e P
SISTEMA IMMUNITARIO Stimolazione
calcinosi nei reni, nel cuore e in altri organi, che compromettono la loro funzione fisiologica. Viceversa, in miche, questo 1,25-(OH)2-D3 la riattivazione conseguente scheletro.
condizioni ipocalceeccesso di offerta di potrebbe provocare di Ca dalle ossa con indebolimento dello
Il Calcitriolo è un composto molto potente, coinvolto in molte funzioni metaboliche, in un intervallo di dosaggio molto ristretto, da 2 a 3 mcg; è pertanto molto sottile la linea che separa il dosaggio tossico da quello benefico. Per questo motivo il meccanismo di idrolisi dev’essere controllato dalle reali esigenze dell’organismo ospite, al fine di garantire che il livello massimo tollerabile di Calcitriolo non possa mai essere superato. Se 1,25-(OH)2-D3 viene fornito direttamente all’animale tramite l’alimentazione, la sua concentrazione potrebbe andare oltre la soglia ac-
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tuire il Calcitriolo con il 25-IDROSSICOLECALCIFEROLO (Hy-D®) con risultati eccellenti sulla schiudibilità. Gli autori di questi lavori hanno ipotizzato che probabilmente il Calcitriolo non viene trasferito adeguatamente dalla madre all’uovo fecondato, come invece avviene totalmente con 25-IDROSSICOLECALCIFEROLO (Hy-D®).
CELLULE
Differenziazione e proliferazione
cettabile, condurre a una tossicità subclinica o persino clinica, con conseguente inibizione della crescita, perdita di peso, riduzione o perdita dell’appetito o infine mortalità elevata. Diversi studi hanno inoltre mostrato una correlazione negativa tra il Calcitriolo e lo sviluppo embrionale del pulcino e con alterazioni delle performance sia nei riproduttori sia nei nati. Gruppi di riproduttori alimentati costantemente con Calcitriolo hanno mostrato una diminuzione della schiudibilità, un’incidenza elevata di crescita embrionale anormale (ad es. embrioni anomali con mandibole superiori difettose dopo 28 settimane di 1,25-(OH)2-D3). Gli embrioni interessati hanno mostrato una grave ipocalcemia e un rallentamento significativo dell’ossificazione della tibia, indicando una scarsa mobilitazione di Ca dal guscio. Altri autori hanno utilizzato lo stesso protocollo sperimentale ma provando a sosti-
- focus additivi -
Conclusioni La vitamina D3 è essenziale per garantire la salute dell’apparato scheletrico e il suo corretto sviluppo. Ricerche recenti indicano un effetto diretto di alcune fonti di Vitamina D3, come ad esempio il 25-(OH)-D3, sulla formazione delle cellule muscolari e rappresenta, insieme all’attività del sistema immunitario, è certamente punto di partenza per ulteriori indagini di ricerca. 25-IDROSSICOLECALCIFEROLO (Hy-D®) è considerata la forma circolante di vitamina D3 prodotta nel fegato e 1,25-DIIDROSSICOLECACIFEROLO è la forma attiva di vitamina D3 prodotta nel rene. In condizioni fisiologiche normali, la trasformazione di 25-(OH)-D3 in 1,25- (OH)2-D3 nel rene rappresenta un meccanismo rigorosamente controllato che garantirà che il Calcitriolo venga rilasciato solo quando è necessario all’animale, ciò significa quando il livello di Ca nel plasma è basso e non supera la soglia di tossicità con rischio di compromettere le funzioni fisiologiche e conseguentemente le performance degli animali. Un uso ottimale e sicuro delle fonti di vitamina D3 nei mangimi sembra essere una strategia equilibrata per ottenere il pieno potenziale da questo micronutriente essenziale.
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FOCUS ADDITIVI
Ruolo della narasina nella salute intestinale del broiler La coccidiosi è, a livello globale, una delle minacce più costose per la produzione avicola. La prevenzione della coccidiosi è, pertanto, fondamentale per proteggere l’integrità intestinale e l’efficace assorbimento dei nutrienti da parte del broiler. ale per proteggere l’integrità intestinale del broiler, garantendone performance di crescita ottimali.
Introduzione La coccidiosi è una patologia molto costosa pertanto, per mantenere un ottimale livello di integrità intestinale e garantire una buona profittabilità della produzione avicola, è necessario ricorrere al continuo utilizzo profilattico dei coccidiostatici (Chapman, 2009). La narasina è un coccidiostatico ionoforo. Gli sporozoiti dei coccidi accumulano gli ionofori all’interno della loro membrana con conseguente incontrollato afflusso di ioni sodio al loro interno. I parassiti non sono più in grado di rimuovere il sodio in eccesso e muoiono in seguito al grave squilibrio energetico e osmotico (Smith et al., 1981). La narasina è un coccidiostatico ionoforo. Questo articolo illustra il ruolo della narasina nel mantenere la salute intestinale del broiler e le sue caratteristiche specifiche, che la rendono unica rispetto agli altri ionofori, facendo della narasina il coccidiostatico ide-
Efficacia dei coccidiostatici Jeffers (Jeffers et al., 1988; 1988b) e Ruff (Ruff et al., 1980) nei loro lavori hanno dimostrato l’efficacia della narasina nei confronti di tutte le specie di coccidi patogene per i
Tabella 1 – Riassunto dei risultati di studi condotti in condizioni commerciali di campo confrontando narasina a 60 e 80 ppm con monensina a 100 ppm. Numero totale di broilers
Media del peso vivo (kg) al termine dello studio*
Media ICA al termine dello studio*
Narasina 60 ppm
100.264
1,758ab
2,01a
Narasina 80 ppm
99.607
1,766 a
1,97a
Monensina 100 ppm
107.763
1,729b
1,99a
Trattamento
Giuseppe Colnago, Iberia & Italy Poultry Brand Manager, Elanco Italia S.p.A. PM-IT-20-0064
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*Lettere differenti indicano differenze statisticamente significative (P<0,05)
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FOCUS ADDITIVI
I risultati di alcuni studi (Collier et al., 2008; Lanckriet et al., 2010) confermano l’efficacia della narasina nei confronti delle infezioni da coccidi e infezioni secondarie sostenute da Clostrium perfringens (Tabella 2). Tabella 2 – Efficacia di alcuni ionofori nella riduzione dell’incidenza di lesione necrotiche macroscopiche (Lesion score≥2) in broiler infettati sperimentalmente con coccidi e C. perfringens.* Percentuale di animali con lesioni
Trattamento
polli; risultati basati su dati di mortalità, accrescimento corporeo, conversione alimentare e punteggio delle lesioni. In questi lavori, gli animali trattati con la narasina hanno mostrato performance uguali o migliori rispetto agli animali trattati con un altro ionoforo, la monensina. Jeffers (Jeffers et al., 1988c) in un altro lavoro eseguito in condizioni di allevamento commerciale ha confrontato le prestazioni di broiler trattati con narasina o monensina. I risultati dello studio, riportati nella Tabella 1, mostrano che il peso medio al macello era significativamente più elevato per gli animali trattati con narasina a 60 o 80 ppm rispetto a quelli trattati con monensina a 100 ppm.
Sinergismo tra narasina e nicarbazina Utilizzando in combinazione diversi ionofori con la nicarbazina, si scoprì (Callender e Jeffers, 1980) che l’associazione di narasina e nicarbazina possedeva una potente azione sinergica. In seguito a questa scoperta Elanco sviluppò una miscela sinergica 1:1 di narasina e nicarbazina registrandola con il nome commerciale di Maxiban®, che i produttori di broiler di tutto il mondo hanno rapidamente e ampiamente individuato come coccidiostatico di scelta.
Ulteriori benefici della narasina per la salute del broiler Oltre all’attività coccidiostatica, numerosi articoli scientifici descrivono altri benefici della narasina. L’enterite necrotica, sostenuta dal Clostrium perfringens tipo A, è una patologia importante per il broiler. Il controllo di questa patologia dipende da un’ampia serie di condizioni, compreso la riduzione di infezioni intestinali predisponenti come la coccidiosi (Al-Sheikhy et al, 1980).
Lasalocid 70 ppm
14,3
Salinomicina 70 ppm
19,2
Maduramicina 5 ppm
23,1
Narasina 70 ppm
7,4
Controllo non medicato, infettato
60,7
Controllo non medicato, non infettato
0
*Adattato da Lanckriet et al. (2010)
Alcuni autori (Novoa-Garrido et al., 2006) hanno evidenziato nei cechi di broiler la presenza di C. perfringens ed erosioni allo stomaco muscolare. Hanno evidenziato una relazione tra l’aumento della presenza di C. perfringens e la gravità delle lesioni a livello di stomaco muscolare. Altri autori (Kaldhusdal et al., 2012) hanno dimostrato che è possibile ridurre la gravità delle lesioni allo stomaco muscolare includendo la narasina nel mangime. Da ultimo la narasina, aggiunta da sola o in combinazione con la nicarbazina (Maxiban®) nella razione alimentare, non produce effetti negativi sulla performance degli animali. Tutto ciò è stato ed è di grande aiuto ai produttori di broiler per proteggere l’Integrità intestinale dei loro animali.
Conclusioni La narasina, utilizzata da sola o in associazione con la nicarbazina in Maxiban®, possiede un’eccellente efficacia coccidiostatica unita ad altri benefici che fanno di lei il coccidiostatico ideale per la protezione dell’integrità intestinale degli animali. Questi benefici comprendono performance di crescita ottimali, riduzione delle lesioni derivanti dalle infezioni secondarie da C. perfringens e assenza di effetti secondari negativi. La narasina aiuta i broiler a esprimere pienamente il loro potenziale genetico e aiuta i produttori avicoli a ottimizzare i loro profitti.
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©Fao
MARKETING
La produzione di uova nei Paesi emergenti tra il 2007 e il 2017 Hans-Wilhelm Windhorst L’autore è Direttore Scientifico del WING all’Università Veterinaria di Hannover e Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania
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Parte 2 – Lo sviluppo della produzione di uova In questa seconda parte viene analizzato l’impatto che le scorte di galline ovaiole hanno avuto sullo sviluppo della produzione di uova nei Paesi emergenti (EMC).
- marketing -
MARKETING
La prima parte dell’analisi ha mostrato che le galline ovaiole nei Paesi emergenti sono aumentate di 1,2 miliardi di esemplari tra il 2007 e il 2017. Si è trattato di una crescita notevolmente più rapida che a livello globale, il che indica il ruolo importante di questo gruppo di paesi nella dinamica dell’industria mondiale delle uova. Un ruolo decisivo lo hanno giocato i paesi asiatici, in particolare del sud-est asiatico e dell’Asia orientale. La dinamica era ovviamente strettamente collegata allo sviluppo della popolazione e di una classe media in crescita con un potere d’acquisto crescente. Non tutti gli EMC sono riusciti a espandere le scorte di galline ovaiole. I problemi politici ed economici, nonché la modifica della leggi europee
Tabella 7 – Sviluppo della popolazione e produzione di uova nei Paesi emergenti tra il 2007 e il 2017 in confronto alle dinamiche globali (Fonte: database FAO; calcoli dell’autore). 2007 Regione EMC Mondo Percentuale EMC (%)
Popolazione (mil.)
Produzione uova (1.000 t)
4.635,8 6.706,4
41.934 59.581
69,1
70,4
2017 EMC Mondo Percentuale EMC (%)
5.146,6 7.550,3
54.661 74.489
68,2
73,4
sull’allevamento di galline ovaiole a partire dal 2012, sono stati i principali fattori che hanno determinato il calo del numero di galline ovaiole in diversi paesi emergenti. In questa seconda parte si analizzerà quale impatto ha avuto la dinamica delle scorte di galline ovaiole sullo sviluppo della produzione di uova nei Paesi emergenti.
- aprile 2020 -
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MARKETING
Figura 2 – La produzione di uova nei Paesi emergenti nel 2017. Tabella 8 – I quindici Paesi emergenti con la maggior produzione di uova tra il 2007 e il 2017 (Fonte: database FAO; correzioni dell’autore). 2007
2017
Produzione (1.000 t)
Percentuale (%) rispetto alla produzione mondiale
Cina India Messico Russia Brasile Indonesia Ucraina Turchia Iran Nigeria Polonia Rep. Corea Thailandia Colombia Pakistan
21.833 2.947 2.291 2.122 1.779 1.175 807 795 703 553 547 544 539 498 479
36,6 4,9 3,8 3,6 3,0 2,0 1,4 1,3 1,2 0,9 0,9 0,9 0,9 0,8 0,8
15 Paesi
37.612
EMC World
Paese
Produzione (1.000 t)
Percentuale (%) rispetto alla produzione mondiale
Cina India Messico Brasile Russia Indonesia Turchia Ucraina Malesia Argentina Pakistan Colombia Iran Rep. Corea Thailandia
27.022 4.848 2.772 2.547 2.484 1.527 1.205 887 858 813 803 799 782 715 690
36,3 6,5 3,7 3,4 3,3 2,0 1,6 1,2 1,2 1,1 1,1 1,1 1,0 1,0 0,9
*63,1
15 Paesi
48.752
*65,4
41.934
70,4
EMC
54.661
73,4
59.581
100,0
World
74.489
100,0
Paese
* la somma non aumenta per l’arrotondamento
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MARKETING
La produzione di uova nei 37 Paesi emergenti è aumentata dai 41,9 milioni di tonnellate del 2007 ai 54,7 milioni di tonnellate del 2017, con un aumento del 30,3%. Nello stesso periodo, la produzione mondiale di uova è cresciuta del 25,0%, passando da 59,6 milioni a 74,5 milioni di tonnellate. I Paesi emergenti hanno condiviso l’85,5% nella crescita della produzione mondiale. La crescita più veloce dei Paesi emergenti ha determinato un aumento del 3,0% del loro contributo alla produzione mondiale di uova (Tabella 7).
Le cinque nazioni che seguono sono cresciute dal 17,3% del 2007 al 18,9% del 2017; l’India ha guadagnato l’1,6%, la Turchia lo 0,3%. Nella Tabella 9 sono indicati i quindici Paesi emergenti con il più alto aumento assoluto e relativo della loro produzione di uova tra il 2007 e il 2017. I quindici paesi leader hanno contribuito per l’87,8% alla crescita totale del gruppo. La posizione straordinaria di Cina e India è evidente: i due paesi, da soli, hanno contribuito con 7,1 milioni di tonnellate, pari al 55,7%, alla crescita dei Paesi emergenti e al 47,6% alla crescita mondiale. Dieci dei quindici Paesi leader si trovano in Asia, un dato che conferma nuovamente le straordinarie dinamiche di questo continente. I più alti tassi di crescita relativa nel gruppo EMC si sono verificati in Bangladesh, Oman, Vietnam e negli Emirati Arabi Uniti: le quattro nazioni hanno più che raddoppiato il loro volume di produzione. Tassi di crescita relativa molto alti si sono registrati anche in Argentina, Malesia e Cile. Oltre ai dieci paesi asiatici anche quattro paesi dell’America centrale e dell’America del sud si
Un’analisi dettagliata della composizione e della classifica dei quindici Paesi emergenti nella produzione di uova rivela alcuni cambiamenti notevoli (Tabella 8). Non ci sono stati mutamenti nelle prime sei posizioni, a eccezione della Russia e del Brasile che si sono scambiate di posto; le posizioni successive, però, sono considerevolmente cambiate. La Turchia ha sorpassato l’Ucraina; la Malesia, che non compariva nella lista del 2007, si è classificata nona nel 2017. La Colombia è salita dal 14esimo al 12esimo posto, il Pakistan dal 15esimo all’11esimo e l’Argentina, che non compariva nella lista del 2007, è in decima posizione nel 2017. Il contributo alla produzione mondiale di uova di molti Paesi emergenti è cambiato considerevolmente nella decade analizzata. Nonostante l’aumento della produzione cinese di 5,2 milioni di tonnellate, la Cina ha comunque perso lo 0,3% del suo volume nel 2007 a causa del notevole aumento dei volumi di produzione che si sono verificati in altre nazioni.
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©Quang Nguyen Vinh
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sono classificati tra i quindici principali Paesi emergenti, dando prova delle buone dinamiche attualmente in atto nell’industria delle uova in questo subcontinente. Non tutti i Paesi sono stati in grado di espandere la produzione di uova. La Tabella 10 individua i cinque Paesi emergenti che hanno registrato una diminuzione del proTabella 9 – I quindici Paesi emergenti con il più alto aumento assoluto e aumento relativo nella produzione di uova tra il 2007 e il 2017 (Fonte: database FAO; calcoli dell’autore). Maggiori aumenti assoluti Paese
1.000 t
Maggiori aumenti relativi Paese
% 177,4 144,0 138,6 120,9 83,7 80,2 67,9 67,5 65,9 64,5 61,2 60,6 59,8 55,7 53,7
Cina India Messico Turchia Malesia Argentina Russia Indonesia Pakistan Bangladesh Vietnam Colombia Rep. Corea Perù Filippine
5.189 1.900 480 410 382 370 362 353 324 314 309 301 171 158 157
Bangladesh Oman Vietnam Emirati Arabi U. Argentina Malesia Cile Pakistan Arabia Saudita India Perù Colombia Israele Qatar Egitto
15 Paesi
11.180
15 Paesi
-
EMC
12.727
EMC
-
Mondo
14.908
Mondo
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prio volume di produzione. Tre di loro sono situati nell’Europa orientale. La tendenza negativa è da attribuire al divieto del 2012 di installare gabbie convenzionali per le galline ovaiole e alla conseguente obbligatoria trasformazione di questi allevamenti in sistemi alternativi. Tabella 10 – I cinque Paesi emergenti con il più alto calo nella produzione di uova tra il 2006 e il 2016; dati in 1.000 t (Fonte: database FAO). Paese
Calo assoluto (1.000 t)
Calo relativo (%)
Nigeria Ungheria Bulgaria Rep. Ceca Sudafrica
43 24 18 9 5
7,7 15,1 24,6 9,2 1,2
5 Paesi
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I principali risultati di questa seconda parte possono essere riassunti come segue. Parallelamente alla notevole crescita degli allevamenti di galline ovaiole, la produzione di uova nei 37 Paesi emergenti ha mostrato una dinamica straordinaria. Confrontando la crescita della popolazione con le dinamiche della produzione di uova, il parallelo è evidente. Se l’India e alcuni altri Paesi dell’Asia meridionale e sudorientale fossero in grado di aumentare il loro consumo pro capite di uova al livello della Cina, una tale dinamica cambierebbe notevolmente l’attuale configurazione dell’industria delle uova nei Paesi emergenti, così come documentata nella Figura 2.
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MaxibanTM, ElancoTM e la barra diagonale sono marchi registrati da Elanco o sue affiliate. Usa i farmaci in modo responsabile. Š2019 Elanco PM-IT-19-0160
Elanco Italia S.p.A. Via dei Colatori, 12 - 50019 Sesto Fiorentino (FI) e-mail: team_elanco@elanco.com - aprile 2020 -
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MANAGEMENT
Gestione e nutrizione nei climi caldi La termoregolazione è la capacità dei soggetti di regolare la loro temperatura corporea in varie condizioni ambientali. I tacchini usano diversi meccanismi fisiologici e comportamentali per mantenere la loro temperatura corporea. durre gli effetti del calore intervenendo sulle pratiche di allevamento e nutrizionali per migliorare il benessere dei soggetti e ridurre l’impatto sulle prestazioni.
Ventilazione Aumentare le velocità di ventilazione e abbassare le impostazioni del termostato nelle ore più fredde della giornata per ridurre il calore latente e consentire ai soggetti di riprendersi dalle alte temperature. Accertarsi che tutti i ventilatori siano funzionanti, che le cinghie siano in ottime condizioni e che non vi sia polvere nei corpi dei ventilatori. Ridurre al minimo gli ostacoli che possono far calare il flusso d’aria: tagliare la vegetazione intorno ai capannoni, pulire le lamelle e le aperture di sfiato per rimuovere l’accumulo di polvere, mantenere schermi e deflettori puliti da polvere e piume. I ventilatori sospesi devono essere diretti in modo che l’aria fluisca fra i soggetti. Il movimento dell’aria li raffresca rimuovendone il calore corporeo. Il caldo (generalmente sopra i 27 °C) può avere un effetto deleterio sulle prestazioni del gruppo. L’effetto dell’alta temperatura può essere aggravato da un’umidità elevata. Inoltre, i soggetti non abituati alle alte temperature possono trovare difficoltà a adattarsi al caldo.
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Nelle aree dove sono comuni estati calde, l’accasamento dovrebbe essere progettato funzionalmente per ridurre al minimo la probabilità di stress da calore. Questo studio fornisce consigli pratici agli allevatori per ri-
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Nella stagione calda è essenziale che i sistemi di allarme siano perfettamente funzionanti e impostati correttamente. Prestare attenzione quando si modificano le impostazioni assicurandosi che siano appropriate per la differenza di temperatura diurna e notturna; potrebbero essere necessarie impostazioni separate per il periodo diurno e per quello notturno. Testare i sistemi di supporto vitale prima del posizionamento e successivamente ogni settimana. Controllare i sistemi di allarme, verificare e attivare i generatori automatici,
MANAGEMENT
testare la ventilazione di emergenza (chiusura delle tende ecc.)
Raffreddamento evaporativo Ogni estate testare tutti i sistemi di nebulizzazione e raffrescamento per evaporazione prima dell’uso. Gli ugelli di nebulizzazione/umidificazione possono ostruirsi; tubature e tubi possono crettarsi; a seconda del sistema, devono essere tenuti puliti/asciutti per evitare che un elevato carico microbiologico si diffonda in allevamento quando vengono utilizzati. Il gocciolamento degli ugelli riduce la potenza della nebbia con conseguente calo della capacità di raffrescamento del sistema e creazione di zone bagnate. Fare attenzione se ciò accade e procedete a riparare se necessario. I sistemi di nebulizzazione devono operare seguendo le raccomandazioni dei tecnici dell'assistenza, secondo le impostazioni di temperatura e timer. Controllare le condizioni di stoccaggio delle uova.
Acqua Bisogna monitorare il consumo giornaliero di acqua per verificare potenziali problemi. I serbatoi principali dovrebbero idealmente essere situati all’interno del capannone o isolati; se situati all’esterno, vanno dipinti di bianco e schermati con materiale di protezione. Assicurarsi che tutti gli abbeveratoi siano funzionanti. Regolarne l’altezza e verificare il livello dell’acqua ogni settimana; aumentare il livello dell’acqua se necessario. Garantire libero accesso all’acqua fresca in tutto il capannone fornendo abbeveratoi sufficienti per il numero di soggetti e adeguati ai tassi di crescita. Nella stagione calda possono essere necessari degli abbeveratoi in più. Il raffrescamento dell’acqua a temperature più basse aiuterà anche la termoregolazione dei soggetti. Idealmente, l’acqua dovrebbe essere raffrescata a una temperatura inferiore a 25 °C; livelli superiori a 25 °C comporteranno una riduzione del consumo. L’acqua può essere raffrescata risciacquando le linee di distribuzione, aggiungendo ghiaccio ai serbatoi principali
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MANAGEMENT
Metodi di dispersione di calore
Azioni comportamentali e fisiologiche
Radiazione - perdita di calore per irraggiamento su superfici circostanti più fredde Convezione: perdita di calore per aumento naturale dell’aria calda Conduzione - trasferimento di calore per contatto con una superficie più fredda Evaporazione - perdita di calore dalle superfici respiratorie
Ricerca di zone ombreggiate / più fresche Riduzione dell’attività Soggetti ansimanti Dispiegamento delle piume Vasodilatazione Calo nel consumo di mangime
o alterando le linee d’acqua, indirizzandole lungo la base dei cuscinetti di raffrescamento. Prendere in considerazione l’uso di elettroliti per ridurre lo stress dei soggetti nei momenti critici, utilizzando pacchetti di elettroliti con vitamina C stabilizzata. • Con un livello di calore eccessivo (> 85 °F/29 °C) utilizzare gli elettroliti durante le ore diurne e l’acqua fresca durante la notte. • Al trasferimento dei soggetti all’accrescimento utilizzare gli elettroliti 24 ore prima del trasferimento. • Al carico dei soggetti per la macellazione utilizzare gli elettroliti 24 ore prima del carico.
Orario di lavoro Evitare di trattare o spostare i soggetti nelle ore più calde della giornata. Se necessario, operazioni come la movimentazione, la pesatura, la vaccinazione, la rimozione delle deiezioni e il trattamento della lettiera, dovrebbero essere effettuate nelle ore più fresche della giornata. Evitare l’affollamento dei soggetti in allevamento.
Nutrizione L’assunzione e la digestione dei mangimi possono aumentare la temperatura corporea fino al 7%. Va considerata la sospensione dell’alimentazione nelle ore più calde con compensazione nelle ore più fresche. Effettuare la distribuzione del mangime nelle ore più fresche della giornata.
Condizioni dei soggetti Assicurarsi che il peso corporeo e le condizioni degli avicoli siano ottimali prima dell’inizio della stagione calda, in modo che le femmine abbiano riserve adeguate se consumano meno. Ciò si ottiene verificando che stiano in una
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traiettoria di peso corporeo positiva da 22 settimane fino al fotoperiodo; deve poi essere regolata la densità dell’alimentazione se l’aumento di peso non rispetta l’obiettivo desiderato.
Qualità del guscio d’uovo Con i soggetti in iperventilazione durante lo stress da calore aumentano le emissioni di gas CO2 tramite i polmoni. Una riduzione della CO2 nel sangue origina un aumento del pH del sangue, oppure questo diventa alcalino provocando la cosiddetta alcalosi respiratoria. Un pH del sangue più elevato comporta una riduzione degli ioni di calcio e carbonato trasferiti dal sangue alla ghiandola del guscio (utero), con conseguente guscio d’uovo sottile e debole. L’aumento della quantità di calcio nella dieta non risolverà il problema, tuttavia è stato dimostrato che ripristinare l’equilibrio acido basico con l’integrazione di cloruro di potassio o bicarbonato di sodio migliora la tolleranza allo stress da calore. Il soggetto espelle più elettroliti durante la stagione calda, e quindi possono essere necessari livelli di sodio più elevati (aumentati dallo 0,02% allo 0,03%). Il rapporto clorosodio dovrebbe aumentare tra 1:1 e 1,1:1 in condizioni climatiche calde. Il bilancio elettrolitico target (equivalenza del bilancio molare di Na++K+-Cl-) dovrebbe essere compreso tra 240 e 250 m Eq/kg.
Strategie nutrizionali Nei climi caldi si deve adottare una strategia nutrizionale adeguata per i riproduttori, i cui punti chiave sono: • Regolare i livelli nutrizionale specifici per garantire un’assunzione sufficiente di nutrienti, di vitamine e di minerali chiave. • Concentrarsi sulla formulazione dietetica per ridurre il calore associato alla digestione. • Prendere in considerazione l’uso di additivi anti-calore.
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MANAGEMENT
• Porre attenzione alla qualità fisica dell’alimentazione che è importante per mantenere i consumi e ridurre lo stress da calore.
stagione calda. Le proteine deriva te da fonti animali mostrano valori di incremento del calore più elevati rispetto alle fonti proteiche vegetali.
Consumo di alimenti Monitorare attentamente il consumo di mangime durante la stagione calda; l’assunzione di mangime può ridursi fino al 30% in condizioni di temperature elevate. Adeguare i livelli delle specifiche nutrizionali della dieta per garantire l’assunzione regolare di nutrienti chiave. I nutrienti fondamentali sono: aminoacidi digeribili, energia, calcio, sodio e fosforo.
Approccio alla formulazione
La formulazione con aminoacidi digeribili piuttosto che proteine grezze è un mezzo per evitare un'eccessiva assunzione proteica. È stato inoltre dimostrato che formulare un profilo aminoacidico ideale determina un uso più efficiente degli aminoacidi in ambienti più caldi. Rapporti più elevati di arginina/lisina sono associati a miglioramenti della tolleranza al calore.
Il consumo di mangime cala durante lo stress da calore e quindi si riduce anche l’assunzione di vitamine e oligominerali. L’uso di livelli più alti di vitamine, fornite come pacchetto integrativo supplementare, può essere utile in periodi strategici. È importante cercare di anticipare i periodi di stress termico e attuare i cambiamenti dietetici prima dell’arrivo della stagione calda. È preferibile aumentare l’assunzione di micronutrienti prima dell’inizio dello stress da calore e mantenerla durante il periodo caldo. È utile quantificare il
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Il contributo energetico dell’amido ha un incremento di calore più elevato (il calore associato alla digestione) per unità di energia rispetto ai lipidi (grassi). Aumentare il contributo energetico con l’aggiunta di olio nelle diete ridurrà la produzione di calore corporeo e il carico di calore sul soggetto.
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Un’assunzione insufficiente di aminoacidi digeribili è uno dei motivi principali della perdita di produttività durante la stagione calda, tuttavia è necessario evitare un eccesso di proteine grezze. Il metabolismo delle proteine grezze alimentari, se fornite in eccesso, comporta un dispendio energetico significativo da parte del soggetto per deamminare il maggior tasso di azoto. Ridurre al minimo l’eccesso di proteine grezze diminuisce il carico metabolico sul soggetto durante lo stress da calore: un calo delle proteine alimentari grezze di appena lo 0,5% (mantenendo la densità di aminoacidi digeribili) consente una migliore produzione durante la
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MANAGEMENT
grado di riduzione dell’assunzione di mangime durante il periodo di stress e calcolare l’eccesso di micronutrienti per compensare tale riduzione. Il calore genera radicali liberi come O2•- e HO• che possono danneggiare le membrane cellulari inducendo la perossidazione lipidica degli acidi grassi polinsaturi all’interno della membrana. Queste reazioni producono calore, contribuiscono al fallimento della termoregolazione e aumentano la temperatura corporea durante lo stress da calore. Alcune vitamine agiscono come antiossidanti prevenendo gli effetti dannosi dei radicali liberi. Le vitamine chiave da considerare sono: E, A, C e il complesso delle B. Tutte queste vitamine sono considerate benefiche per i soggetti in condizioni di stress da calore e per il sistema immunitario, specialmente se usate in combinazione. Gli oligominerali forniti in forma organica sono considerati più biodisponibili delle forme inorganiche. Le forme organiche di zinco, manganese, rame e selenio sono gli oligoelementi chiave da prendere in considerazione. L’uso di formulazioni nutrizionali ‘estive’ dovrebbe includere quanto segue:
Tabella 1 – Riepilogo delle specifiche nutrizionali di una dieta “standard” e di una “specifica per climi caldi” per riproduttori.
Gamma di temperatura
Energia
Unità
Standard
Climi caldi
°C
21 - 32
>32
Fahrenheit
71 - 90
>91
Kcals/lb
1280
1316
Kcals/kg
2820
2900
MJ/kg
11,8
12,2
Amino Acidi Digeribili Lisina
%
0,74
0,84
Metionina
%
0,37
0,42
M+C
%
0,61
0,67
Triptofano
%
0,16
0,17
Treonina
%
0,53
0,57
Arginina
%
0,77
0,87
Calcio
%
2,8
2,9
Fosforo disponibile
%
0,38
0,41
• compensare la minor assunzione di mangime; • diminuire le proteine grezze: utilizzare fonti proteiche vegetali; • formulare a livelli di amminoacidi digeribili; • integrare con grassi/oli - il valore di incremento del calore dei lipidi è inferiore a quello dei carboidrati e induce un “effetto di raffrescamento” sui soggetti;
quello ambientale aumentando lo stress. Fornire una forma di alimentazione ottimale, in modo coerente, aiuterà a consumare meglio con compensazioni nei periodi più freschi del giorno o della notte.
• usare livelli elevati di micronutrienti chiave: vitamina e oligoelementi.
Numerosi additivi aiutano a ridurre gli effetti dello stress da calore; per approfondire consultare i professionisti nutrizionali e i veterinari locali in merito alle disposizioni del posto. L’aspirina (acido acetilsalicilico) è considerata un fattore antistress da calore per il suo effetto di vasodilatatore del flusso sanguigno diretto alle estremità del corpo. Una combinazione di acido acetilsalicilico, acido ascorbico, cloruro di potassio e bicarbonato di sodio ha dimostrato di prevenire lo stress calore, causa di un calo delle prestazioni.
Di seguito è riportato un esempio di una specifica nutrizionale relativa a una dieta per riproduttori in climi caldi confrontata con una dieta standard. Questa specifica è consigliata in zone con estati molto calde, con temperature costantemente elevate durante il giorno e la notte.
Qualità fisica del mangime La qualità fisica può avere un effetto significativo sul modo in cui il soggetto affronta le condizioni climatiche calde. Una buona qualità fisica consente di consumare i mangimi in modo efficiente senza spendere una quantità eccessiva di energia. La scarsa qualità fisica del mangime tende ad avere l’effetto opposto. Il soggetto spende più energia e genera calore cercando di rifornirsi dei nutrienti di cui ha bisogno e questo calore si va ad aggiungere a
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Additivi
La betaina ha proprietà osmotiche che aiutano a mantenere l’omeostasi del corpo; un’aggiunta di 2 kg/MT ha comportato benefici sulla produzione di uova e sulla qualità del guscio in condizioni stress da calore. Fitochimici come il licopene e il resveratrolo provocano effetti antiossidanti regolando le risposte pro-infiammatorie o quelle anti-infiammatorie.
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NUTRIZIONISTICA
La struttura ottimale del mangime per ovaiole Esiste nella pratica una struttura ottimale del mangime per galline ovaiole? Questa domanda riguarda effettivamente tutti coloro che si preoccupano, da molto tempo, di nutrire al meglio possibile le galline ovaiole. Oggi questo è un argomento di grande attualità.
Lohmann Tierzucht
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Per rispondere alla domanda, potremmo osservare la gallina mentre si alimenta in “condizioni naturali”: cerca, becca quà e là, razzola, sceglie – e lo fa continuamente. Per chi produce mangime ciò potrebbe significare che alla gallina piace cercare nel proprio mangime e, se necessario, farlo in modo selettivo. Il nutrizionista non vuole tuttavia permettere alle galline di farlo, in quanto queste dovrebbero deporre ogni giorno un uovo di ottima qualità. Bisogna quindi trovare il miglior compromesso possibile fra evitare il consumo selettivo del mangime e garantire la migliore assunzione di nutrienti.
- nutrizionistica -
In base al comportamento naturale di assunzione del cibo delle galline, il nutrizionista potrebbe giungere rapidamente alla conclusione che una farina ben strutturata sarebbe la soluzione ottimale; ecco perché questa è la forma più diffusa al mondo di mangimi per ovaiole. Si vuole evitare l’alimentazione selettiva e quindi la struttura della farina deve essere la più omogenea e uniforme possibile. Tuttavia, deve anche avere una struttura interna e una certa tenuta per supportare o promuovere l’attività dello stomaco muscolare, requisito fondamentale per una digestione stabile e sana dell’ovaiola. Ciò significa
NUTRIZIONISTICA
che dobbiamo evitare farine eccessivamente polverizzate che non risultano molto appetibili per gli avicoli. Passando la farina al setaccio con maglie da 0.5 mm, non dovremmo trovare un eccesso di questa frazione, anche se sicuramente non esiste mangime senza particelle fini. Assicurare l’omogeneità del mangime significa anche evitare il più possibile particelle troppo grandi che di solito riguardano il grano macinato grossolanamente o il carbonato di calcio che le galline richiedono soprattutto dopo la metà del ciclo di deposizione. Le galline amano questa frazione di mangime, ma ciò non garantisce loro una dieta equilibrata: dipende dall’omogeneità del mangime che può essere “un po’ più fine o più grossolano”, ma dovrebbe sempre comunque avere la stessa struttura in ogni nuova consegna, altrimenti le galline potrebbero non gradire. Come già accennato, questo obiettivo – a seconda della tecnologia di macinatura e miscelazione utilizzata per la produzione di mangimi – non è sempre così facile da raggiungere. Si ripropone dunque il solito quesito se fornire un mangime in pellet o sbriciolato. In questo caso l’alimentazione selettiva non è più possibile, in quanto ogni pellet o granulo contiene tutti i nutrienti in forma compatta.
©Lohmann Tierzucht
Sembra logico e la domanda successiva è: come si produce un buon pellet? Come sempre, nella produzione di mangimi, le materie prime devono essere prima macinate. Per un buon pellet, ogni tecnico, nell’impianto di lavorazione, cercherà di raggiunge la macinatura più fine possibile.
fine che può essere rimossa mediante setacciatura. Tuttavia, di solito viene lasciata nel mangime e consegnata in allevamento. Nel suo percorso fino al becco della gallina, il pellet o lo sbriciolato sono esposti a copiosi stress meccanici con conseguente sfarinatura. Gli animali sono riluttanti a cibarsi di questa parte fine, ma essa contiene nutrienti particolarmente importanti. Un’altra caratteristica del mangime in pellet è che non è possibile utilizzare calcio carbonato granulare come base fondamentale per ottenere un’ottima qualità del guscio perché danneggerebbe gli impianti di lavorazione. Il pellet offre all’animale la possibilità di assumere il mangime in modo rapido e semplice, ma presenta anche degli svantaggi. Con la farina le galline trascorrono molto tempo per alimentarsi e ne hanno meno da utilizzare per esplicare comportamenti indesiderabili come beccare le piume e cannibalismo. Sulla base di queste spiegazioni diventa chiaro come non sia affatto facile produrre la qualità ottimale di mangime per ovaiole alle condizioni date dall’impianto di lavorazione o con l’impianto di miscelazione esistente. In ogni considerazione e pianificazione futura, tuttavia, dovrebbe essere sempre messa in primo piano l’esigenza della gallina e non la tecnologia attualmente esistente in azienda. Ogni drastico cambiamento nella struttura del mangime deve essere evitato, specialmente tra la fase pollastra a quella in deposizione. Qualsiasi variazione strutturale ostacola il necessario incremento di consumo e ciò vale soprattutto in questo stadio della vita delle galline. Se qualcosa va storto nel consumo in questo momento ci saranno probabilmente degli effetti a lungo termine e spesso irreversibili. Va detto infine che il mangime lascia spesso il mangimificio in una struttura e in un equilibrio ottimali, ma non arriva nelle stesse condizioni al becco della gallina. Ulteriori stress meccanici e separazioni delle frazioni possono portare a notevoli variazioni di assorbimento dei nutrienti. Questo è da evitare, poiché gli animali oggigiorno hanno una capacità di consumo limitata e depongono uova con pause molto brevi, ogni giorno, per molte settimane. Ogni carenza ha un effetto immediato sulla produzione della massa di uova e sul peso corporeo e viene quindi associata a perdite in resa.
La farina viene quindi pressata in pellet, il che significa passare per un’ulteriore trafilatura. Durante la successiva sbriciolatura per rompere il pellet, si produce una farina
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AGENDA 2020 22 ~ 23 giugno
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Venezia Per informazioni: World Academy of Science, Engineering and Technology Link evento: waset.org/organicagriculture-and-poultry-farmingtechnologies-conference-in-june-2020in-venice Web: waset.org
9 ~ 11 luglio
VICTAM Asia and VIV Health & Nutrition Asia 2020 Trade show & forum focusing on feed, pharma & genetics in the animal protein production Bitec, Bangkok, Tailandia Per informazioni: Panadda Kongma Tel.: +662 670-0900 Ext. 204 Email: panadda@vnuexhibitionsap.com Zhenja Antochin Tel.: +31(0)6 8379 9693 Bangkok International trade and Exhibition Centre (BITEC) 88 Bangna-Trad Road, Bangna, Prakanong, Bangkok 10260 Tailandia Tel.: +66 (0) 2 726 1999 e +66 (0) 2 366 9797 Fax: +66 (0) 2 726 1939 (Sales Office) Web: www.bitec.net
16 ~ 20 agosto
World's Poultry Congress 2020 Palais de Congrès Parigi, Francia Per informazioni: Email: wpsafrance@wpsa.fr Web: www.wpcparis2020.com
31 agosto ~ 2 settembre
Per informazioni: Tel.: +33 (0)2 23 48 28 80 Fax: +33 (0)2 23 48 28 81 Email: info@space.fr Web: uk.space.fr
16 ~ 18 settembre
XXXII International Poultry Science Symposium WPSA Polish Branch Hotel Krasicki Lidzbark Warminski, Polonia Per informazioni: Email: wpsa2020@uwm.edu.pl Web: www.wpsa.pl
VIV-MEA International trade show from feed to food for the Middle East and Africa
7 ~ 9 ottobre
ADNECAbu Dhabi National Exhibition Centre Khaleej Al Arabi Street, Abu Dhabi, Emirati Arabi
Per informazioni: Mr C. Garcés Narro Universidad Cardenal Herrera CEU C/Tirant Lo Blanc, 7 46115 Alfara del Patriarca Valencia, Spagna Email: cgarces@uchceu.es
Per informazioni: VIV worldwide VNU Exhibitions Europe P.O.Box 8800 – 3503 RV Utrecht, Paesi Bassi Tel.: +31 (0) 30 295 2999 Email: viv.mea@vnuexhibitions.com Abu Dhabi National Exhibitions Company Khaleej Al Arabi Street – P.O. Box 5546Abu Dhabi, Emirati Arabi Tel.: 800 23632 and international: Tel.: +971 (0) 2 444 6900 Fax: +971 (0) 2 444 6135 Web: www.adnec.ae
7° Mediterranean Poultry Summit Cordova, Spagna
21 ~ 22 ottobre Poultry Africa
Kigali Convention Centre Kigali, Rwanda Per informazioni: Mr. Jean Baptiste Musabyimana Abusol Ltd. Email: jeanbapti@yahoo.fr
17 ~ 20 novembre 10 ~ 12 agosto
33° Poultry Science Symposium on 'Pre and probiotics, nutrition, veterinary and production perspectives'
EuroTier 2020
15 ~ 18 settembre
Hannover Exhibition Grounds Hannover, Germania
Rue Maurice le Lannou - CS 54239 35042 Rennes Cedex, Francia
Per informazioni: Web: www.eurotier.com/en/contact
SPACE 2020
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Edizione italiana Anno XXXI • Aprile 2020
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