Maggio 2022

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FUTURO

San Nicola e l'acqua

SAPERE

I 60 anni del CIHEAM Bari

L’ACQUEDOTTO - 2022 - N.3

Premio AQP "Water for life"

ARTE

ORIZZONTE AMBIENTE DIREZIONE CONDIVISA



LA PRIMA ACQUA | L’Editoriale

In chiusura di Expo Dubai la “Water week”, la 52a “Giornata mondiale della Terra” sul tema “Investi nel nostro pianeta”, i Goals dell’Agenda 2030 per la sostenibilità, la guerra e il quadro geopolitico postpandemia. Sono gli elementi indissolubilmente intrecciati di un percorso unitario che nel racconto di questo numero si amplificano l’un l’altro, attraversando un cammino comune fatto di responsabilità, condivisione, progettualità, ricerca di soluzioni globali agganciate all’azione individuale. Tutti e ciascuno, nel proprio piccolo, chiamati in prima linea ad agire, sotto la spinta della Green Generation che con maturità imprime ritmo al metronomo del domani. La transizione ecologica rappresenta uno dei 6 pilastri del progetto europeo Next generation Eu ed è uno degli elementi cardine del PNRR, cui sono attribuite circa il 37,5% delle risorse assegnate al nostro Paese per circa 72 miliardi di euro. In questo contesto, il Cda di Acquedotto Pugliese ha dato il via sul territorio, con esemplare accelerazione, ad un programma d’interventi da 50 milioni di euro, rivenienti dai fondi React-EU e PNRR per il recupero idrico, portando avanti il risanamento delle reti. Ma l'azione non può rimanere solo appannaggio di Istituzioni ed aziende. Di fronte alle sfide è la sfera individuale a doversi vestire di proattività. Nelle parole dello scrittore Andri Snær Magnason, che ha ricevuto il premio AQP “Water for life”, riecheggia l’invito alla contaminazione laterale dei saperi e sensibilità, perché la scienza fa ed indica l’orizzonte ma anche un libro, un film, una canzone, un semplice messaggio o un piccolo gesto possono insieme costituire la differenza. Ed è questo il tempo giusto per farla.

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SOMMARIO

FU T URO - pag. 1 2

» A RT E CULTU R A B EL L E Z Z A - p a g . 2 6

» S A P E R E - pag. 32


L’ACQUEDOTTO | 2022 |

Sommario

N.3

4 AMBIENTE Earth Day 2022

9 AMBIENTE Planet or plastic?

12 FUTURO Intervista a Andri Magnason

18 FUTURO La missione della Puglia a Dubai

22 10 IN CONDOTTA Premio AQP "Water for life"

24 IL CONTAGOCCE 5000 metri cubi di acqua a Manduria

26 ARTE CULTURA BELLEZZA San Nicola e l'acqua

31 sott'acqua Le operazioni pulizie fognaria

32 SAPERE I 60 anni del CIHEAM Bari

38 parole come gocce » A M B I E NT E pa g . 4

"Acqua, una biografia" di Giulio Boccaletti

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LA TERRA NON SI SALVA


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DA SOLA

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a chiamano la Giornata della Terra, ’Earth Day, è la più grande manifestazione ambientale del pianeta che ogni anno coinvolge fino a un miliardo di persone in ben 192 Paesi del mondo. Se ne è discusso anche in Puglia, il 22 aprile scorso. Tra gli eventi più rilevanti quello con la Coldiretti: un'iniziativa per il contrasto all'inquinamento e di sensibilizzazione attraverso un'esposizione di piante anti smog e di fiori commestibili. Gli alberi e la vegetazione in generale rappresentano un grande patrimonio capace di contrastare l'inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici. Con questo obiettivo saranno piantati 446mila alberi entro il 2024 nella città metropolitana di Bari e nei 41 comuni in cui vivono più di 1.224.756 abitanti. Sono stati spiegati anche gli obiettivi

della misura del PNRR per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano che presenta una dotazione complessiva di 330 milioni di euro. Una spinta positiva è arrivata dalla conferma nel 2022 del Bonus verde che ha permesso di creare 2,6 milioni di metri quadrati di verde nelle città fornendo ossigeno e aria pulita a oltre mezzo milione di persone ogni giorno e di piantare 100mila nuovi alberi e organizzare 5400 nuovi terrazzi con piante e fiori in abitazioni, uffici e condomini. La Puglia può contare su 623 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione, oltre a 245mila ettari di aree naturali protette, di cui il 75,8% rappresentato da parchi nazionali – del Gargano e dell’Alta Murgia – e l’8,3% da aree naturali e riserve naturali marine. Le province che presentano la più alta percentuale di territorio soggetta a protezione – aggiunge Coldiretti


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Puglia – sono quella di Foggia (51,5%) e Bari (27,7%), dove in questi luoghi protetti la varietà vegetale comprende 2.500 specie. La Puglia è la seconda regione più bio d’Italia, con 266mila ettari coltivati e 9380 operatori, una incidenza del 20% delle superficie biologiche sul totale – aggiunge la Coldiretti regionale – dove sono aumentati nel 2010 i consumi familiari di alimenti biologici. La Giornata della Terra rappresenta un modo semplice per coinvolgere anche i giovani partendo dallo slogan di quest’anno: “Investire nel nostro Pianeta”, un invito ad avere tutti uno sguardo lungo e lungimirante, nello spirito che ha ispirato da sempre questa giornata. E non è un caso che proprio durante le manifestazioni del 22 aprile Coldiretti Puglia evidenzi un dato: oìltre settemila giovani in Puglia hanno scelto di costruirsi un futuro da imprenditori agricoli investendo nella terra, dalla coltivazione all'allevamento, dall'agriturismo alle vendite dirette fino alle bioenergie e all'economia

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green, tanto che nascono in media 18 nuove imprese giovani al giorno. "Con la crisi provocata dall'emergenza sanitaria e gli effetti della conflitto in Ucraina - evidenzia Coldiretti - il settore agricolo è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, con le aziende condotte da giovani che si sono dimostrate anche le più resilienti, con un aumento medio dei redditi del 5,9%, mentre quelli delle aziende over 35 sono diminuiti dell'1,3%". La Giornata della Terra è stata quindi un modo non solo simbolico per riflettere insieme, agire, proporre idee e soluzioni, confrontarsi sulle problematiche del pianeta che vanno dal riscaldamento globale, all'inquinamento di aria, acqua e suolo, dalla distruzione degli ecosistemi all'esaurimento delle risorse non rinnovabili. Anche in Italia quest’occasione, dopo due anni in cui le iniziative in presenza sono state condizionate dall’emergenza sanitaria, si sono registrate numerosi eventi e progettualità, ac-

Flora e fauna sono quel patrimonio che in prima linea contrasta l’inquinamento. Di questo si è discusso durante la Giornata mondiale della Terra. Un appuntamento per discutere di cambiamenti climatici. (Nelle foto di Mimmo Castellaneta la zona umida a Gioia del Colle).

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compagnate da campagne sulla sostenibilità, sul riciclo, dibattiti sulla conservazione delle risorse naturali, la protezione di boschi umidi e protezione delle specie minacciate. Centinaia le iniziative realizzate in tutte le regioni, da Nord a Sud del Paese e significativa la platea di ospiti che ha animato la terza maratona multimediale di 13 ore denominata “#one people, one planet”, organizzata da Earth Day Italia e Movimento dei focolari, che ha raggiunto significativi risultati in termini di coinvolgimento di esperti, referenti istituzionali, artisti, semplici cittadini. Un grande evento mediatico - trasmesso in live streaming su RaiPlay e in differita su Vatican News - per una grande festa mondiale, che dalla Nuvola di Fuksas di Roma ha lanciato un forte messaggio di speranza e una importante chiamata all'azione

per la tutela del Pianeta. Un grande spettacolo e un grande laboratorio di dialogo che ha saputo attraversare gli infiniti mondi dell'arte e della cultura, dello sport e dello spettacolo, dell'educazione e del divertimento, della scienza e dell'innovazione, dell'attualità e del dibattito, per ritrovare il senso pieno della vita, dalle radici culturali che ci caratterizzano al futuro che unisce. Fra i panel proposti uno sguardo significativo lo si è avuto con quello denominato "Ponti sul Mediterraneo": ambiente, solidarietà, lavoro raccontati dalle testimonianze e dalle parole di chi vive il Mediterraneo; il mare non è sufficientemente grande per dividere, ma neanche così piccolo da unire. Ecco perché si gettano ponti, ecco perché nel Mediterraneo si ritrovano i pericoli dei nostri tempi, ma anche le risorse per poterli superare.

2 YEARS 2 WEEKS 2 DAYS - Homeless, Fearless, Borderless L’artista di origini lucane Ciriaca+Erre, nella Giornata Mondiale della Terra, ha avviato il suo ultimo e più sfidante progetto creativo, culturale e di crescita personale, che la vedrà letteralmente superare a piedi confini geografici, sociali ed intimi. “Elevare la vita stessa ad opera d’arte, abbandonando tutto per tornare ad abitare il nostro pianeta, la nostra vera casa”: e’ questo il senso dei viaggio intrapreso, un cammino della durata di 2 anni, 2 settimane e 2 giorni. Un viaggio allo stremo delle forze fisiche e mentali, come artista, donna e madre, percorrendo un cammino a ritroso nella storia umana, ispirata dalle incognite del quotidiano attraversando città, comunità, luoghi noti e periferie più estreme. Un viaggio senza confini che - partito da Matera e dopo le prime tappe in Puglia - arriverà in Europa ed Asia, maturando un’esperienza unica, tutta da vivere e da raccontare.


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Planet or plastic?

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mmagini evocative e di forte impatto, che hanno accompagnato un percorso suggestivo ed intenso, offrendosi agli occhi di centinaia di visitatori, con particolare attenzione al pubblico dei più giovani: è “Planet Or Plastic”, la mostra fotografica internazionale prodotta da National Geographic, organizzata da Cime e ospitata dal Teatro Margherita a Bari. Ha rappresentato in modo tangibile la testimonianza delle gravi conseguenze ambientali dovute all’eccessivo utilizzo della plastica nell’ambito della nostra vita quotidiana. Nel mondo, infatti, ogni anno circa 8 tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nei mari e negli oceani, causando effetti sconvolgenti per l’intero ecosistema. 71 fotografie divise in 6 sezioni tematiche dedicate al materiale plastico hanno saputo colpire occhi e cuore di ciascuno, centrando l’obietti-

vo della sensibilizzazione diffusa e stimolando all’azione individuale. Più di 18.000 visitatori di cui 5.000 studenti in tre mesi di apertura hanno puntato l’attenzione sulle immagini e le installazioni che, partendo dalla storia della plastica, ne hanno analizzato pregi e difetti, rendendo tangibile tutta l’intensità del problema. Il percorso espositivo è stato curato da Marco Cattaneo, Direttore di National Geographic Italia – con una selezione ragionata e mirata fra gli scatti dei più grandi fotoreporter del National Geographic. Il tutto è stato accompagnato da un lavoro fotografico artistico intitolato “Soup”, letteralmente zuppa, con la firma della pluripremiata artista britannica Mandy Barker, la quale ha da sempre il merito di coniugare arte e scienza indagando con il supporto di autorevoli scienziati e ricercatori gli

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AMBIENTE

La mostra, curata dal direttore scientifico del National Geographic Italia, Marco Cattaneo e allestita presso il Teatro Marcgherita di Bari dal 2 dicembre 2021 al 20 marzo 2022, si compone di 71 fotografie divise in 6 sezioni tematiche che approfondiscono il materiale plastico, partendo dalla sua storia.

effetti devastanti della plastica con l’obiettivo di provocare una forte reazione nello spettatore. L’effetto è stato presto dimostrato, la sequenza di scatti ha proposto stimoli in successione e con grande ritmo lasciando aperte riflessioni ed interrogativi, che hanno trovato spazio di approfondimento anche nelle sessioni didattiche a cura di AQP Water Academy Young, con numerosi laboratori dedicati agli studenti e realizzati da Acquedotto Pugliese in collaborazione con l’Assessorato alle politiche educative del Comune di Bari. Una settimana di formazione che, a partire dal più generale tema della sostenibilità, è stata incentrata principalmente sulla conoscenza del valore inestimabile dell’acqua: una delle molecole più semplici ma, allo stesso tempo, la più sorprendente. I laboratori hanno rappresentato un’immersione non scontata alla scoperta dei segreti dell’oro blu, con l’obiettivo di scoprire tutte le affascinanti proprietà dell’acqua per comprendere fino in fondo quanto essa sia preziosa e quanto sia importante proteggerla e riutilizzarla.

Un percorso ricco di esperimenti dal vivo ed esilaranti gag con i partecipanti, che ha aiutato tutti a conoscere e a riflettere sul tema, con un programma descrittivo su leggi fisiche e chimiche diventate, quasi per magia, divertenti, semplici e accessibili invitando tutti a cambiare i propri stili di vita in chiave sostenibile. Oltre al percorso fotografico, in contemporanea c'è stata “Archeoplastica” – un’esposizione originale e significativa di reperti di plastica rinvenuti sulle spiagge pugliesi e risalenti agli scorsi decenni – e dalla proiezione del documentario “Il tesoro nascosto delle Isole Tremiti” prodotto da National Geographic e realizzato in questa meravigliosa area paesaggistica pugliese. Grande valore anche al documentario di National Geographic “Punto di non ritorno” del regista premio Oscar Fisher Stevens e dell’attore premio Oscar e Messaggero della Pace per conto dell’ONU Leonardo Di Caprio, con un affascinante resoconto sui drammatici mutamenti che si verificano oggi in tutto il mondo a causa dei cambiamenti climatici.


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I laboratori di AQP Water Academy Young

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"WATER FOR LIFE"

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FUTURO

Nella Giornata Mondiale dell'Acqua 2022 la delegazione della Puglia a Expo 2020 Dubai si è ritrovata sul palco del Padiglione Italia per "Water for Life: AQP Award", un premio per la sostenibilità promosso da Acquedotto pugliese. L'evento è stato condotto dalla giornalista Carmen Lasorella.

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ndri Snær Magnason, scrittore, poeta, drammaturgo, comunicatore scientifico nonché primo vincitore del nuovo premio “WATER FOR LIFE”, istituito da Acquedotto Pugliese nel 2022 e celebrato - con la sua prima edizione - in occasione della “Water Week” nel prestigioso contesto della Esposizione Universale EXPO Dubai. Presso il Padiglione Italia, che ha accolto in sei mesi due milioni di visitatori proponendosi con il claim “la bellezza che unisce le persone”, la giornalista Carmen Lasorella ha avuto occasione di incontrarlo in un dialogo aperto confrontandosi con lui sulla sua storia, i suoi progetti, le sue riflessioni sul domani in tema di ambiente, sostenibilità, cura del pianeta, bellezza e approccio multiculturale e intergenerazionale nella gestione delle problematiche ambientali. Andri, qual è oggi la tua emozione a Dubai? Tu vieni da un Paese molto diverso dove do-

mina la presenza del ghiaccio, l’Islanda, certo non una terra sabbiosa come questa. È vero, vengo da un posto direi opposto a quello che oggi ci sta ospitando, ma sono sempre stato curioso di conoscere gli Emirati Arabi e visitare in particolare Dubai, perché in qualche modo questo posto esemplifica molte fra le più grandi sfide attuali che stiamo affrontando come umanità. Questo Paese in grande accellerazione vive oggi la necessità di passare in ottica di transizione da una “economia petrolifera” ad una “economia solare”. L’orizzonte di 30 anni è forse un orizzonte possibile per prefigurare uno scenario diverso. Ma le basi si possono e si devono mettere oggi. Ci sono molte cose che meritano attenzione, a partire dalle scelte compiute in campo di architettura, design e cultura, che hanno reso e rendono questo un luogo rispettoso e innovativo. Qui ritroviamo il fulcro della sfida, così come avviene in Islanda. Viviamo in un mondo interconnesso, motivo per cui se i ghiacciai si sciolgono in Islanda il riflesso che ne consegue


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è che la palma procederà velocemente in direzione sott'acqua ed è il motivo simbolico per sottolineare che ogni cosa ha bisogno di trovare il suo specifico equilibrio. Questo è il tuo ultimo libro sul tempo e sull'acqua, dentro vi è una narrazione particolare in cui spieghi ciò che nel tempo potrebbe essere la vita di un ragazzo nato oggi. Tutto può cambiare sul pianeta se non facciamo le cose giuste nei tempi giusti, se non abbiamo le giuste attenzioni, il giusto rispetto e la giusta sensibilità, senza rinviare cio’ che dobbiamo con responsabilità fare subito e senza indugi. È la nostra generazione che è chiamata a fare la differenza, adesso. Faccio un esempio: noi pensiamo ancora che l'anno 2000 sia il futuro perché siamo sempre stati cresciuti con la consapevolezza che il 2000 sarebbe stato qualcosa che doveva rappresentare “IL” futuro e poi in un battibaleno è arrivato l’anno 2020 ed io penso veramente che quando uno scienziato dice “2080 o 2100” ci sembra surreale comprenderlo e pertanto non ci relazioniamo correttamente con questo orizzonte. Eppure arriva in un attimo. Usiamo esempi molto semplici: il tuo esempio

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di vita, i tuoi esempi di famiglia per spiegare che siamo di fronte a un problema molto grande ma è necessario avere la giusta attenzione, altrimenti se non lo facciamo ne pagheremo tutti le conseguenze. Una delle sfide mentre scrivevo il libro era quella di sentirmi come se il problema fosse più grande del linguaggio che provavo ad utilizzare ed a mettere in campo; tu non puoi semplicemente prendere gli elementi scientifici e raccontare di nuovo i dati nella loro essenza oggettiva sempre nello stesso modo. I dati devono essere intrecciati in altri contesti è un pò come fra le nonne e le nipoti, a volte gli scienziati non riescono a trovare le parole giuste. Ci vogliono più sensibilità. Io ho avuto il privilegio di incontrare uno scienziato che mi ha invitato a scriverne uno! Uno scienziato – leader in Germania – che mi ha in qualche modo scosso. La mia prima reazione è stata quella di dirgli che non credevo di avere l’autorevolezza di scrivere in merito ad un tema così grande, allo stesso modo con cui non mi sarei sentito di dare consigli medici non essendo io un medico. Lui mi ha fatto riflettere dicendomi che la prospettiva era completamente diversa e che andava ribaltata, perché questo è un problema che tocca tangibilmente ciascuno di noi,

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L'ambiente è un unicum interconnesso che genera riflessi a prescindere dalle latitudini. Nella foto il tratto di deserto tra Dubai e Abu Dhabi.

in qualità di persone, di cittadini singoli, come professionisti indipendentemente dall’ambito in cui si esprime la nostra aziona quotidiana. E questo sarebbe stato mio “dovere” - come cittadino e come scrittore del tempo di oggi – prendendo la mia posizione ed esprimendola con la mia forza e presentandola con le mie parole e il mio punto di vista. Ho riflettuto a lungo su tutto ciò ed alla fine ho pensato che fosse come un punto di svolta per me, il dovermi mettermi a servizio di una causa raccontandola con i miei strumenti. Spesso per cambiare paradigma nella cultura, nella scienza e nella società servono proprio storie, canzoni, poesie, danza, musica, arte. In una parola un approccio multiculturale. Certo, io non posso pensare che un libro cambi tutto, mentre invece un movimento che si rafforza con 10 – 100 -1000 libri, canzoni, produzioni artistiche questo sì che potrà fare realmente la differenza, aprendo la nostra mente e spingendoci all’azione. È così che possiamo cominciare a parlare in modo diverso e alla fine diventeremo incapaci di tornare al vecchio modo di pensare e di essere. Oggi hai ricevuto un premio speciale sull'acqua “Water for life”. E proprio nell'acqua si ri-

trova l'inizio di tutto… Duemilaseicento anni fa Talete, un vecchio filosofo diceva le stesse cose ma le persone – nonostante lo scorrere del tempo ed il progresso delle conoscenze – spesso continuano a non avere la giusta attenzione nei confronti dell’acqua. Quella della risorsa idrica è una delle sfide che sto cercando di sottolineare: se fossimo culturalmente distaccati dall'essenza dell'acqua – e questo anche solo esplorando la sua “santità” perché una volta in molte culture l'acqua era considerata davvero santa – non abbracceremmo tutto secondo una sfera esclusivamente razionale. Rispetto alla natura, ad esempio, tutte le piante e le creature servono, tutto è utile ma gli umani continuano a usare la natura senza rispetto, e senza rispetto sprechiamo ogni giorno le cose che abbiamo sotto i nostri occhi, le prendiamo, le scartiamo. Potremmo continuare a lungo, ma proviamo a prendere un’altra parola: la pace. È una parola che tutti conoscono ovunque, e che ricercano, ma non abbiamo pace per esempio in questo momento in Europa, abbiamo un cielo scuro sopra di noi e quindi dobbiamo muoverci davanti a questo obiettivo per affrontarlo pur non essendo così


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facile. Ci sarebbe bisogno di così tanto tempo. Nel tuo libro si parla del Dalai Lama. Sì, dopo averlo incontrato per due volte. Sono rimasto in entrambi i casi sbalordito dalla sua forza, la forza di un uomo di Pace, quella che non ti fa odiare il nemico, quella che ti fa contenere l'impulso istantaneo di contrattaccare, quella che ti fa combattere più efficacemente con modi pacifici e ovviamente quella stessa forza-motore capace di ispirare le persone in tutto il mondo grazie a carisma e leadership. Lui è riuscito a mantenere questa forza morale in circostanze estremamente difficili e se ti chiedi oggi quale sia la risposta ad un attacco come quello che stiamo vivendo non puoi che dire: “va esercitato il dialogo”, un'altra parola molto importante. Penso veramente che gli eventi recenti ci stiano ricordando che ci sono stati momenti nella storia in cui non era scontato che un italiano un francese un tedesco e un inglese potessero sedersi intorno al tavolo e parlare insieme. Era qualcosa considerata estremamente difficile ma poi la storia ci ha insegnato cosa si è fatto, abbiamo costruito l'Unione Europea! Solo dialogo e comunicazione aprono i confini e solo il cambiamento culturale e la comprensione reciproca possono aiutarci in questa impresa, anche se difficile. Lo stesso concetto che possiamo applicare in merito allo stress del cambiamento climatico, perché di fronte ad un problema così o tutti vincono o tutti perdono! Tu sei un esperto di cambiamento climatico, puoi dirci in poche parole cosa è assolutamente necessario fare subito dal tuo punto di vista? Ciò che è assolutamente necessario è decarbonizzare il prima possibile ed in modo molto radicale per aumentare in scala l'energia solare ed eolica perché non possiamo rimanere senza energia per re-naturalizzare i luoghi, per recuperare aree che sono andate perdute, quindi

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è molto ovvio cosa deve essere fatto. Quando parlo con i giovani dico loro che non importa in quale campo scelgano domani di operare o ad esempio cosa ci si dice fra genitori e figli o nei propri campi professionali specifici vuoi in qualità di ingegnere, o di professore o stilista di moda o cuoco, agricoltore o architetto. Non importa qual è o quale sarà la tua professione ed il tuo campo disciplinare oggi ed in futuro, perché ogni singola professione deve essere rivoluzionata nel prossimi 30 anni: rifiuti di moda, rifiuti alimentari, abitudini agricole, abitudini culturali… ogni tipo di tecnologia sarà investito dal cambiamento e cambierà. Non importa pertanto cosa scegli e cosa fai ma è importante l’atteggiamento con cui lo farai: questo problema è centrale in quasi ogni singolo settore (dall'architettura, all’'edilizia, dai trasporti, all’alimentare). Un’ultima parola sulla Puglia. Sei stato lì, conosci questa regione del Sud, apprezzi molto queste persone. Hai ricevuto questo premio da una società di servizi pubblici, un'azienda di servizi idrici. Cosa significa questo per te oggi a Dubai nel contesto della Esposizione Universale? Rispetto allo scenario ambientale, le società di servizi idrici hanno ovviamente enormi responsabilità trattandosi di aziende che hanno l’assoluta necessità di pensare in cicli di centinaia di anni perché non possono semplicemente sfruttare le risorse per 30 anni ed oltre. Penso a cosa ci sia dentro la cultura degli acquedotti soprattutto in Italia andando indietro fino al vecchio Impero Romano italiano, che ci dice molto sul pensiero a lungo termine e su come qualcosa che fai oggi possa durare centinaia di migliaia di anni. È il momento giusto per fare e per cambiare. In fondo sto pensando anche un po’ a mio nonno, che lavorava per i servizi idrici in Islanda, e mi dico: “oggi sarebbe stato orgoglioso di me!”.

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La missione istituzionale pugliese a Dubai

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i è conclusa con un grande successo la missione istituzionale della Regione Puglia ad Expo Dubai 2022. Durante le giornate di partecipazione, inserite all’interno della “Water Week” sono stati numerosi e significativi i momenti istituzionali, con dibattiti e confronti, incontri e protocolli d’intesa siglati che hanno avallato la visione di un futuro di collaborazione. La delegazione, guidata dagli assessori allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, e all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, ha visto la partecipazione di 17 imprese, i 5 atenei pugliesi, Acquedotto Pugliese, le 2 Autorità portuali, ASSET, Pugliapromozione e Fondazione Notte della Taranta, presentandosi e radicandosi in un mercato estremamente interessante e in costante crescita. L’Expo è stata vetrina e occasione preziosa per le piccole e medie imprese pugliesi dei settori moda, arredo, design, hi-tech e meccanica; per l’Acquedotto Pugliese, con le sue strategie mirate alla tutela e valorizzazione della risorsa acqua; per il sistema universitario e della ricerca, che ha gettato le basi per partnership

finalizzate all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità dei processi; per le Autorità portuali pugliesi, impegnate in un percorso verso la transizione ecologica e il potenziamento del ruolo dei nostri porti. L’Asset ha presentato a Dubai i Giochi del Mediterraneo Taranto 2026, occasione in cui la Puglia diventerà centro di accoglienza e scambio culturale tra atleti dello specchio di mare in cui occupa ormai una posizione di rilievo. Pugliapromozione e Fondazione Notte della Taranta hanno infine riportato la Taranta a Dubai e consolidato i rapporti turistico-culturali con gli Emirati Arabi Uniti. Incontrando in un fitto calendario autorità e istituzioni locali, la Regione Puglia ha potuto siglare importanti accordi strategici per la valorizzazione e la promozione delle pmi, per il lancio delle ZES e delle Zone Franche doganali, per lo scambio di competenze in materia di innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico. Una missione stimolante e ricca che ha permesso di integrare le diversità, avvicinare le culture, stringere in un legame indissolubile tradizione e innovazione, costruire legami di collaborazione e favorire l’unità tra i Paesi.


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Acqua come bene comune e valore condiviso. Per Acquedotto Pugliese (AQP) una missione, iniziata 120 anni fa, cui tener fede ogni giorno guidati da un concreto piano della sostenibilità, con chiari obiettivi ed azioni da intraprendere da qui al 2024. A testimonianza ed a condivisione di questa cultura dell’acqua, dopo l’anteprima ad Expo Dubai, è partita ad aprile la campagna di comunicazione di AQP sulla sostenibilità. Al centro il recupero ed il riutilizzo dell’acqua utilizzata nella quotidianità della vita. A far da sfondo l’agro di Ostuni (BR) dove un milione e cinquecentomila metri quadri di campagne, pari a 150 ettari coltivati in prevalenza ad uliveto ed in parte a seminativo e pascolo, sono irrigati grazie all’impianto di affinamento avviato all’esercizio da AQP nel 2008 e da allora sempre più migliorato. Da ultimo, a maggio 2019 sono stati ultimati lavori di potenziamento per un importo di 10,2 milioni di euro. Il depuratore di Ostuni rientra in un progetto più ampio, sostenuto da tavoli tecnici per la valorizzazione di 53 siti, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle acque da riutilizzare per l’irrigazione o altri scopi.

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Una prima assoluta. “Water for life” è il premio internazionale per la sostenibilità ambientale assegnato da Acquedotto Pugliese (AQP) il 22 marzo in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, presso l’Esposizione Universale ad Expo Dubai. A riceverlo Andri Snær Magnason, per il suo impegno nell'illustrare l'impatto del cambiamento climatico. “Il Premio – sostiene il Presidente di AQP, Domenico Laforgia – nasce dalla volontà di valorizzare e dare impulso a tutte le iniziative, frutto dell’ingegno e dell’impegno di personalità, istituzioni e associazioni, che possano contribuire a diffondere concretamente e nel quotidiano la cultura dello sviluppo sostenibile”. Quest’ultimo, con le buone pratiche in ambito produttivo, economico, ambientale e socio-culturale, costituisce un obiettivo imprescindibile per Acquedotto Pugliese, in coerenza con l’Agenda Onu 2030.

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CONDOTTA



il contagocce 5000 È il numero di metri cubi di acqua che ogni giorno potranno essere depurati dal nuovo impianto che sorgerà a Manduria. Il Consiglio Comunale ha approvato la variante di destinazione urbanistica dell’area di Masseria Marina, dove sorgeranno le trincee drenanti. Il nuovo impianto consentirà anche il riuso a fini irrigui nel rispetto degli stringenti limiti di legge che il Testo Unico ambientale impone, con l’ultra-affinamento delle acque reflue che saranno destinate agli agricoltori. Al massimo della sua potenzialità sarà in grado di fornire nella stagione irrigua (da marzo a settembre) sino a 10.000 metri cubi di acqua al giorno, che sarà utilizzata da tutti i contadini afferenti alle aree del Consorzio di Bonifica dell’Arneo che ha già dato la sua disponibilità a ricevere questo enorme volume di acqua, pari ad oltre 1,7 miliardi di litri di acqua all’anno che, nel corso dei mesi irrigui, potranno essere riutilizzati senza più ricorrere alle acque di pozzo.



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Bari torna ad abbracciare San Nicola


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e acque del mare uniscono. Le acque del mare abbracciano, lambiscono terre diverse, aggregano culture e popoli. Le acque del mare sono quel “comune denominatore” che rende vicino ciò che sembra distante. San Nicola è senza dubbio la figura che meglio rappresenta e interpreta questa funzione “unificatrice” del mare: la sua storia ci racconta proprio questo abbraccio tra popoli lontani, uniti nel culto del Santo invocato come protettore da coloro che ogni giorno e in ogni tempo solcano le onde del mare. “Soprattutto nell’Europa del Nord, dove l’economia del mare è particolarmente sviluppata, da sempre la devozione verso San Nicola – racconta Padre Gerardo Cioffari, Direttore Centro Studi Nicolaiani – è forte e radicata. Quasi tutte le capitali hanno nella zona mercantile una chiesa dedicata al Santo. Anche la stessa Lega Anseatica – che fu un'alleanza di città che nel tardo medioevo e fino all'inizio dell'era moderna mantenne il monopolio dei commerci su gran parte dell'Europa

settentrionale e del Mar Baltico – aveva scelto San Nicola come suo patrono”. Proprio questa portata senza confini del suo culto, fanno di Nicola il “santo della chiesa condivisa”, capace di unire cristiani, ortodossi e protestanti in una devozione comune. Il legame con l’acqua non si ferma al mare. C’è un altro segno forte, avvolto dal mistero: la Manna di San Nicola. È l’acqua che si forma nella tomba del Santo e che si formava già nella Basilica di Mira. Dibattuta l’origine del liquido: trasuda dalle ossa del santo oppure si tratta di un fenomeno chimico analogo a quello di una condensazione vaporosa che fuoriesce dal marmo che custodisce le reliquie? “Sono due opinioni che hanno sempre viaggiato in parallelo nel corso della storia – spiega Padre Gerardo Cioffari – ma ciò che conta è il “beneficio spirituale”, visto che molti fedeli hanno affermato di averne ricevuto consolazione”. Il liquido della Santa Manna che si raccoglie in un anno è pari a circa mezzo litro, visto che il blocco alla base è leggermente scosceso verso il centro, il che ne permette


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San Nicola il santo dell’acqua che unisce non solo i cristiani. Una grande festa per tornare alla normalità dopo due anni di Covid. Una festa cominciata col corteo storico, proseguita con la tradizionale processione a mare e l’esibizione delle frecce tricolori.

appunto la raccolta. Sono diversi i termini utilizzati per descrivere la “manna”: nel corso dei secoli è stata descritta come “oleum” oppure “unguentum” (i russi dicono myro, e i greci myron). Eppure, si tratta di acqua. Lo dice un documento del Laboratorio di Chimica Generale dell’Università di Bari datato 4 luglio 1925. In quella occasione, quasi cento anni fa, furono analizzati due campioni della manna, uno datato 1910 e l’altro 1925. Nella stessa indagine, fu analizzato anche un campione dell'acqua esterna, che si raccoglie durante l'alta marea o per infiltrazione di pioggia nella Chiesa, per capire se il liquido della manna avesse una eventuale origine “esterna”. I risultati furono abbastanza eloquenti: l’acqua esterna risultò torbida, di colore giallo-bruno, con un residuo fisso di gr. 1 ,038 per litro. L’acqua della manna, invece, restituì due risultati quasi analoghi per entrambe i campioni, sia

quello del 1910 che del 1925. Nel primo caso, il campione del 1910 fece registrare una densità a 12° di gr 1,000 per litro, con un residuo fisso di gr. 0,04 per litro. La manna del 1925 registrò una densità a 12° di gr. 1,0013 per litro e un residuo fisso di gr. 0,048 per litro. In definitiva, l’indagine scientifica del 1925 si chiuse con il seguente risultato: “La Manna di S. Nicola è un’acqua quasi pura che non è in relazione colle acque d'infiltrazione dell'ambiente esterno all’arca del Santo”. “Ad ogni modo – ribadisce Padre Gerardo Cioffari – la Santa Manna è una reliquia che esprime il suo valore proprio attraverso la devozione popolare diffusa, piuttosto che per l’origine “scientifica” del liquido”. Del resto, il liquido che si raccoglie annualmente – come detto, pari a circa mezzo litro o poco più – viene “diluito” con altra acqua naturale, per poter essere distribuita ai fedeli in boccettine disponibili nella Sala delle Offerte. Segno che

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ARTE CULTURA BELLEZZA

Dalla tomba di San Nicola è stato prelevato il liquido sacro, la Manna, raccolto in un’ampolla e poi mostrato ai fedeli. Un miracolo che quest’anno invoca la pace, nel nome di San Nicola.

il “miracolo” non è nelle proprietà organolettiche dell’acqua, ma nella capacità del cuore di leggere la “manna” come simbolo di una devozione capace di rinnovarsi nel tempo attraverso i valori della carità che hanno animato il carisma di Nicola, con un occhio di particolare attenzione verso le esigenze degli ultimi.

E oggi gli ultimi hanno il volto di chi fugge dalla guerra dai toni quasi fratricidi che si consuma proprio nella terra tanto devota al culto di San Nicola. I paradossi della storia, affidati al silenzio di una preghiera ecumenica che abbraccia popoli, storie, culture, fedi, nel nome dell’acqua.


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OPERAZIONI PULIZIA FOGNARIA, UN SERVIZIO ESSENZIALE Spesso invisibile, ma essenzionale per le nostre giornate: è l'attività di sanificazione della rete fognaria. Il servizio di Acquedotto Pugliese si sviluppa su circa 12mila chilometri di rete con 650 stazioni fognarie di sollevamento. Le attività consistono nell'ispezione, nel lavaggio, nella disostruzione, lo spurgo e la pulizia ininterrotta h24. Ciclicamente, a inizio primavera e inizio autunno, squadre di operatori specializzati svolgono anche le attività di derattizzazione e disinfezione della rete ispezionando tutti i pozzi di accesso seguendo un fitto piano di interventi. Tra gli obiettivi vi è anche il monitoraggio della riproduzione degli insetti non autoctoni e quindi potenzialmente dannosi. "Il servizio viene svolto ciclicamente ma 24 ore su 24 è attivo il numero verde per le segnalazioni", ha spiegato Piervito Lagioia manager STO Bari e BAT di AQP. "È fondamentale riceverle poichè ci permettono di mappare gli spostamenti degli animali e di intervenire in modo tempestivo". Il numero verde per le segnalazioni è l'800 735 735. Le attività di pulizia e sanificazione vengono svolte in sinergia tra AQP e amministrazioni locali attraverso ordinanze comunali specifiche. Molto però gioca il senso civico: "È importante l'uso che si fa della fogna pubblica. Nelle condutture abbiamo persino trovato un set di posate - ha spiegato ancora Lagioa - insieme a palloni, bottiglie e altri oggetti. Tutto ciò può creare ostruzioni e sversamenti sulle strade. Un piccolo errore di un cittadino può provocare delle ricadute". Quando si parla di acqua il gioco di squadra diventa quindi fondamentale.

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CIHEAM, la storia lungo 60 anni di progetti


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Dall’agricoltura sostenibile in generale, alla sicurezza alimentare passando per l’ uso efficiente delle risorse naturali, adattamento ai cambiamenti climatici, gestione integrata delle aree costiere, empowerment delle donne, pesca e acquacoltura. Ecco il CIHEAM Bari che lavora in più di 20 paesi mediterranei, africani e asiatici e ha centinaia di partenariati con istituzioni, università, società civile e imprese.

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nvestire nel nostro Pianeta condividendo e adattando la conoscenza ai bisogni del territorio è l'obiettivo del CIHEAM Bari, sede italiana del Centre International de Hautes Études Agronomiques Mediterranéennes, Organizzazione intergovernativa con sede principale a Parigi. Il lavoro di ricerca svolto dal 1962 dal Centro di Bari è improntato principalmente sulla gestione delle risorse idriche, del suolo e sull’agricoltura biologica. Quest'anno ricorre il 60esimo anniversario dalla fondazione e la progettualità sviluppata sul territorio potrebbe portare la Puglia a diventare un modello a livello mondiale. Il CIHEAM Bari è un centro di formazione postuniversitaria, ricerca scientifica applicata e progettazione di interventi in partenariato sul territorio nell'ambito di programmi di ricerca e cooperazione internazionale.

L'Istituto di Bari, uno dei quattro centri operativi del CIHEAM (Bari, Montpellier, Chania e Zaragoza), è stato, con quello di Montpellier, il primo a essere fondato. Una ricorrenza rilevante, quella dei sessant'anni, in un momento in cui la corretta gestione delle risorse del Pianeta è ormai una sfida non più prorogabile. In tale occasione, un'area del campus sarà intitolata a Cosimo Lacirignola,

Cosimo Lacirignola


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direttore dell’Istituto di Bari dal 1987 al 2016 e Segretario Generale del CIHEAM dal 2013, prematuramente scomparso nel 2018. Il suo contributo è stato fondamentale per lo sviluppo del territorio. Dal 2006 al 2010 è stato anche presidente della Fiera del Levante e, in precedenza, funzionario della Commissione Europea e consigliere dell'ex ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno. Nicola Lamaddalena

Illustrando lo spirito del Centro, il direttore aggiunto del CIHEAM Bari, Nicola Lamaddalena, sottolinea come le idee non possano essere calate dall'alto in un territorio diverso da quello in cui sono state elaborate. Senza formazione e adattamento alle caratteristiche peculiari del luogo (e della cultura), ogni idea rischia di essere fallimentare. "L'attività principale si svolge nel Bacino del Mediterraneo – spiega – in tutti i 13 Paesi che fanno parte del CIHEAM. Nel Sud circa l'80% della risorsa idrica è utilizzata in agricoltura. L'acqua è un problema cruciale. Se si vuol cercare di risparmiare acqua bisogna agire in agricoltura. Esiste infatti un forte problema di sbilancio tra domanda e offerta. La popolazione cresce, il clima cambia, le abitudini ali-

mentari variano. La popolazione aumenta e, di conseguenza, la richiesta di acqua e cibo. Dunque è assolutamente importante ottimizzarne il consumo”. A impattare in modo violento sulla diminuzione di acqua disponibile sono l'inquinamento, il cambio climatico e i problemi di tipo geopolitico. “I Paesi che si trovano in un'area a monte spesso intercettano l'acqua ostacolando il consumo per quelli che invece si trovano a valle. Pensiamo ai grandi conflitti del Nilo, del Giordano, del Tigri e dell'Eufrate: sono conflitti nati per l'acqua. La modalità con cui queste problematiche vanno affrontate richiede un approccio

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tecnico e gestionale” sostiene ancora Lamaddalena, sottolineando l'importanza del confronto. “Se inseriamo una nuova tecnologia in un Paese e non la accompagniamo con un modello di governance non otteniamo alcun risultato. Noi in Istituto ci occupiamo infatti anche della formazione. La tecnologia non può essere trasferita; va adattata e l'adattamento va fatto con i partner. Non trasferiamo mai un progetto così com'è: studiamo e discutiamo i problemi del territorio oggetto di intervento e insieme troviamo soluzioni, condividendo le esperienze”. Nicola Lamaddalena fornisce alcuni esempi concreti: “In Egitto, dove l'unica fonte è il Nilo, gli agri-

coltori prendono acqua attraverso i canali utilizzando sistemi a pelo libero. Il che rende le produzioni di grano molto alte, ma c'è un eccesso di acqua che finisce nei canali di drenaggio che poi viene trasferita nel resto dei distretti e riutilizzata. La qualità di quest'acqua di riutilizzo è molto bassa. Insieme alla Fao abbiamo svolto un progetto per mettere a punto dei prototipi di distribuzione dell'acqua in modo calibrato, attraverso tubi forati, che aumentano l'efficienza. In via sperimentale siamo arrivati a una riduzione dell'acqua di drenaggio del 50%. Sui campi egiziani siamo riusciti a ridurre del 30% lo spreco di acqua”. Dobbiamo pensare al meccanismo di irriga-

Alcune immagini storiche degli anni '70


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zione come a un bicchiere d'acqua: è possibile riempirlo fino a certo punto, dopodiché va tutto sprecato. Allo stesso modo ogni campo, e ogni coltura, ha bisogno di un quantitativo preciso di acqua, superato il quale si perde efficienza, come nel caso dei campi egiziani. “A Taranto – racconta Lamaddalena – abbiamo fatto uno studio sulla vite da tavola. Gli agricoltori utilizzano circa 5mila mq/ettaro di acqua con punti di eccesso e punti di crisi. Il nostro studio ci ha permesso di appurare che ne bastano 3.700 mq/ettraro”. Tra i vari progetti messi a punto nel CIHEAM Bari, c'è stato anche il contributo allo sviluppo degli “acqua card”, cioè idranti che funzionano

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con scheda elettronica. “Abbiamo sviluppato il microprocessore, molto diffuso nei sistemi di distribuzione di acqua in pressione, e abbiamo adattato questa tecnologia al prelievo di acqua dalla falda. Si imposta il volume di acqua da poter prelevare sulla scheda. Questa apparecchiatura consentirebbe di risolvere il problema del sovrasfruttamento della falda effettuando anche un controllo sulla qualità poiché l'apparecchio è collegato a un rilevatore di salinità. Quando si supera un certo livello di salinità si ferma il prelievo. Se fosse diffusa potrebbe contribuire a creare un modello di gestione della falda che al momento nel mondo non esiste. La Puglia potrebbe diventare così un modello di corretta gestione".

dall'archivio fotografico del CIHEAM

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Parole come gocce ACQUA. UNA BIOGRAFIA AUTORE: GIULIO BOCCALETTI EDITORE: MONDADORI PAGINE: 480 EURO: 28,00

La storia della relazione complicata e conflittuale tra acqua e uomo, all’interno della quale si intersecano le dinamiche complesse della politica e dell’economia. Il vero problema è capire “cosa scegliamo di fare”, perché in un clima che sta cambiando rapidamente, le scelte “consapevoli” sono un presupposto fondamentale per capire cosa fare e come farlo. È quanto racconta nel suo ultimo libro Giulio Boccaletti, uno dei massimi esperti di sostenibilità ambientale. “ACQUA. UNA BIOGRAFIA” (Mondadori, marzo 2022) è un interessante viaggio lungo la storia, per capire in che modo l’acqua, il più potente agente in grado di trasformare l’ambiente attorno a noi, abbia di fatto plasmato la civiltà umana lungo i millenni. Eppure nel XX secolo questo equilibrio si è rotto: illudendosi di poter “controllare l’acqua”, l’uomo ha modificato molti equilibri che duravano da millenni. Nel 1970, un quinto dell’acqua piovana veniva trattenuta, per metterla al servizio dei territori, dello sviluppo o dell’industria. Abbiamo imparato a comportarci come se l’acqua fosse un “diritto” nella nostra vita quotidiana e non, piuttosto, un dono generoso della natura. E che si fa oggi che questo equilibrio vacilla paurosamente, con siccità e alluvioni che sono due facce di una stessa medaglia? E ora che le infrastrutture stanno mostrando tutti i propri limiti? E che sarà del Sud Italia con un clima sempre più simile al Nord Africa? Domande complesse, che trovano risposta nelle responsabilità dei singoli, delle istituzioni e della politica. E che il libro di Boccaletti aiuta a comprendere.



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CI PRENDIAMO CURA DELLA NOSTRA ACQUA

Ogni giorno ci prendiamo cura del nostro acquedotto, bene prezioso per la comunità. Nel tuo abitato stiamo realizzando, con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, un grande progetto per migliorare il servizio, ridurre le perdite e ottimizzare le pressioni idriche. PER INFO:

Stiamo lavorando per l’acqua, stiamo lavorando per te.

www.aqp.it

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