"Agricoltura Alessandrina" novembre 2020

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COLDIRETTI ALESSANDRIA Anno 67° numero 10 16 NOVEMBRE Prezzo _2.00 www.alessandria.coldiretti.it Poste italiane spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

Covid, dal campo alla tavola misure per sostenere il #MangiaItaliano

Fauna selvatica, riaprire la caccia e intensificare azioni di contenimento

2020

Annata agraria, settore per settore bilancio tra luci e ombre



COLDIRETTI ALESSANDRIA Anno 67° numero 10 16 NOVEMBRE Prezzo _2.00 www.alessandria.coldiretti.it Poste italiane spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

2020

COVID: MODALITÀ DI ACCESSO AI NOSTRI UFFICI Il riaggravarsi della situazione epidemiologica rende necessario contingentare l’accesso fisico agli Uffici Coldiretti sull’intero territorio provinciale. Pertanto, pur mantenendo piena operatività, i nostri Uffici sono accessibili al pubblico ma previo appuntamento e per attività necessarie e urgenti che non possano essere gestite da remoto. Ovviamente, mascherina sempre obbligatoria.

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Covid, dal campo alla tavola misure per sostenere il #MangiaItaliano

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COLOPHON PERIODICO EDITO DA Impresa Verde Alessandria

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DIRETTORE AMMINISTRATIVO Roberto Rampazzo DIRETTORE RESPONSABILE Ilaria Lombardi GRAFICA, IMPAGINAZIONE Media srl

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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Daniela Colombini, Don Ivo Piccinini, Alberto Pansecchi, Gianni Mario Stoppini, Valerio Scarrone.

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FOTOGRAFIE Archivio Coldiretti

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REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE Corso Crimea 69 - 15121 Alessandria Tel. 0131 235891 - Fax. 0131 252144 RE G I S T R A Z I O N E TR I B U N A L E di Alessandria n.69 del 21.1.1953 STAMPA ST.G.R Confederazione Nazionale Coldiretti Federazione Provinciale Coldiretti Alessandria UFFICI PROVINCIALI Corso Crimea 69 - 15121 Alessandria Tel. 0131 235891 - Fax. 0131 252144 alessandria@coldiretti.it www.coldiretti.it/alessandria QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA twitter.com/@ColdirettiAL Coldiretti Alessandria Coldiretti Alessandria

COLDIRETTI ALESSANDRIA

Fauna selvatica, riaprire la caccia e intensificare azioni di contenimento

Speciale annata agraria, settore per settore bilancio tra luci e ombre

n.10 - Novembre 2020

#MANGIAITALIANO,

DAL CAMPO ALLA TAVOLA MISURE SALVA MADE IN ITALY

DECRETO RISTORI E RISTORI BIS,

FONDO PERDUTO ALLE ATTIVITÀ DI AGRITURISMO

POLITICA AGRICOLA COMUNE,

AGGIORNAMENTO SULL’ITER DELLA RIFORMA

SETTORE VITIVINICOLO,

MVV ELETTRONICO E SOSTEGNO ALLO STOCCAGGIO

SCHEDA TECNICA NOCCIOLO, IL DISERBO SOTTOFILA

FAUNA SELVATICA,

RIAPRIRE LA CACCIA E INTENSIFICARE AZIONI DI CONTENIMENTO

SPECIALE ANNATA AGRARIA, BILANCIO TRA LUCI E OMBRE

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QUADERNO DI CAMPAGNA,

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COLTIVA LA SALUTE,

FONDAMENTALE GESTIRLO CORRETTAMENTE

LA RIEDUCAZIONE RESPIRATORIA

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PATRONATO EPACA,

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SETTORE CEREALICOLO,

AIUTI AGLI UNDER 40 PER COMPETITIVITÀ DELLE AZIENDE

BOOM PER IL PROGETTO DI FILIERA GRAN PIEMONTE

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CONSIGLIERE ECCLESIASTICO,

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MERCATINO

LA RIFLESSIONE “PIÙ FORTI DEL VIRUS”


Editoriale | Il Presidente

ESSERE IN ‘ZONA ROSSA’ NON CI HA PERMESSO DI PORTARE AVANTI EVENTI GIÀ PROGRAMMATI

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QUANDO FARE UNA BUONA SPESA È QUESTIONE DI ETICA. STIAMO ATTENTI A CIÒ CHE FINISCE NEL CARRELLO, DALL’ETICHETTA TRASPARENTE ALLE CONDIZIONI DI LAVORO

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e parlavamo e ne avevamo paura di questa possibile seconda ondata ma in cuor nostro abbiamo tutti sperato che le cose potessero andare diversamente. E, invece, eccoci nuovamente a fare i conti con la salute, cosa più importante in assoluto, e con le scadenze. Un secondo lockdown, certamente un pochino più leggero, ma ugualmente drammatico per il Sistema Paese che, se da una parte ha ulteriormente messo in evidenza la strategicità del settore agroalimentare ne ha anche evidenziato tutte le storture. Quelle lungo la filiera, di cui parliamo spesso, dove situazioni drammatiche come quella che stiamo vivendo ne mostrano tutte le criticità, a partire dalla speculazione e dalla forbice dal campo alla tavola, che si allarga sempre più mentre noi agricoltori riusciamo a stento a chiudere in pari. In queste settimana abbiamo registrato con soddisfazione il boom di adesioni alla filiera Gran Piemonte, una sorta di scommessa che a livello regionale si è voluto intraprendere per incentivare non solo il comparto cerealicolo ma la produzione legata al frumento tenero, fiore all’occhiello della provincia alessandrina. Un segnale incoraggiante in un momento delicato dove i rapporti con l’industria virtuosa rappresentano le basi della competitività su cui si basa la sfida dell’agroalimentare: più Made in Italy sugli scaffali della grande distribuzione e più Made in Italy nel carrello dei consumatori invitati a scegliere veri prodotti tricolore da portare in tavola. Assieme a #lacampagnanonsiferma prosegue, ottenendo un crescendo di consensi, il #MangiaItaliano che ci ha portato direttamente alla divulgazione e promozione del documentario-denuncia per capire cosa si nasconde dietro alla lavorazione della nocciola turca. Mentre stavamo organizzando un incontro in presenza, seguendo scrupolosamente le regole anti contagio, è arrivato il nuovo DPCM che ci ha chiuso in zona rossa e quin-

di tutto è stato rimandato: ciò però non ci ha impedito di divulgare on line, in simultanea con tutte le federazioni provinciali del Piemonte, un “prodotto” destinato a far discutere a lungo dal titolo “Ne’ Tonda Ne’ Gentile”. Grazie a tutti coloro che lo hanno visto mentre, per chi ancora non lo avesse fatto, l’invito è quello di cliccare sul link che trovate in fondo a questo articolo per prenderne visione. Come già accaduto per “Rice to Love” che denunciava in Birmania la violazione dei diritti umani e l’accusa di “genocidio intenzionale” per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya per una manciata di riso, allo stesso modo le immagini che partono dalla lussuosa e luccicante Istanbul diventano un pugno nello stomaco man mano che ci si addentra nella periferia, dentro le tende dei raccoglitori di nocciole, perennemente condannati al nomadismo e ad un tasso di scolarizzazione praticamente inesistente. Solo vedendo e ascoltando quanto filmato dal regista Stefano Rogliatti e guardando gli occhi delle persone intervistate si può comprendere cosa ci sia dietro ai dolci che mangiamo: un lavoro molto rischioso, senza tutele, senza contratto e svolto in condizioni di sostanziale schiavitù. Senza tralasciare il fatto che, oltretutto, la nocciola turca è prodotta con metodi estremamente diversi e rischiosi per la salubrità, ne sono un esempio i metodi di raccolta in climi particolarmente umidi e, ancora di più, i sistemi di essiccazione molto rudimentali praticati addirittura lungo le principali vie di comunicazione, facendo concorrenza sleale alla nocciola prodotta nelle nostre colline. Abbiamo voluto portare alla luce quello che, spesso per comodo solo di certe industrie, non si vuole far emergere, ma riteniamo sia una denuncia necessaria per far comprendere ai principali acquirenti l’importanza di sostenere la produzione locale, attraverso un’equa remunerazione dei corilicoltori, del loro lavoro e dei valori racchiusi

Al centro la strategicità del settore alimentare e tutte le storture legate alla speculazione sul cibo

Mauro Bianco nel prodotto stesso. Dunque, valutiamo bene cosa mettiamo nel carrello della spesa, perché anche dietro ad un prodotto pubblicizzato e patinato si nascondono situazioni di grave sfruttamento. Sappiamo bene quanto sia importante a livello territoriale il settore corilicolo e quanto le previsioni lo considerino un sicuro investimento per i prossimi anni: è giusto che il consumatore sia informato di quanto sta accadendo nel mondo per essere messo in condizioni di scegliere da quale parte stare. Tutti possiamo fare la nostra parte, partendo proprio dal #MangiaItaliano che deve essere una priorità soprattutto per aiutare l’economia, locale e non, che sta cercando di sopravvivere, Covid permettendo.

Per poter visionare l’introduzione di Coldiretti Piemonte ed il documentario basta cliccare sul seguente link: https://www.youtube.com/playlist?list=PLkJHdyMq5FufdSKPnt-zPWE24OKRa8qLo


Editoriale | Il Direttore

RIPARTITE LE CONSEGNE A DOMICILIO DELLA SPESA E DEI PIATTI CUCINATI DAI CUOCHI CONTADINI

LA TENACIA DEL MONDO DEI CAMPI CHE NON SI FERMA E GUARDA AL FUTURO SFIDANDO NUMERI E CRISI ECONOMICA, PREPARANDOSI AD UN NATALE ALL’INSEGNA DEL KM0

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uesto non è l’editoriale di Natale, ci sarà ancora un numero del giornale e ci sarà un aggiornamento dei dati, i media continueranno a parlare di indice di contagio, di ospedali messi a prova di resistenza e di ricette per la ripresa del tessuto economico. Nel frattempo, in attesa che i numeri diventino un po’ più piccoli è importante sottolineare e apprezzare ciò che il territorio sta facendo per reagire a questa nuova, durissima prova. Non mi stancherò mai di ringraziare le nostre aziende, i nostri agricoltori che con fermezza e tenacia non si fermano e guardano al futuro trovando sempre nuove strade e idee. Il supporto di Coldiretti nei loro confronti è totale e assecondare questo spirito di innovazione è confortante in un momento così complicato. A causa del primo lockdown non siamo riusciti a maggio a festeggiare il primo compleanno del Mercato Coperto di via Guasco, tutto era pronto per inaugurare la “Pausa Pranzo a Chilometro Zero” e sono arrivate le disposizioni del nuovo DPCM che hanno imposto lo stop… nessuno però si è perso d’animo. Tutto è ripartito all’insegna dei piatti da asporto, della consegna a domicilio, dei pranzi cucinati dai cuochi contadini e portati direttamente a casa. Una macchina che non voglio peccare di presunzione dicendo perfetta ma sicuramente determinata a stare al fianco dei consumatori anche in questa nuova fase dell’emergenza, pensando anche nuove formule per un Natale all’insegna della territorialità sulla tavola confezionando, assieme ai consumatori, le strenne a seconda delle esigenze oppure regalando l’opportunità di conoscere luoghi e borghi delle campagne italiane con soggiorni e pranzi negli agriturismi di Terranostra Campagna Amica da utilizzare appena le regole lo consentiranno. Approfitto di queste righe per fare una riflessione anche sulla Giornata del Ringraziamento che quest’ano purtroppo non abbiamo potuto celebrare, nemmeno in forma “ridotta”, come avevamo

già organizzato e bloccato all’ultimo momento. Devo dire che è stato difficile comunicare l’impossibilità di trovarci per riflettere tutti insieme in una giornata che da settant’anni rappresenta un appuntamento importante per il mondo dei campi. Tutto è rimandato al 2021, nel frattempo ognuno a suo modo dirà Grazie per il raccolto ricevuto e per la nuova annata agraria, una preghiera del coltivatore recitata “uniti spiritualmente”, senza la possibilità di condividerla portando all’altare i doni della terra. Ironia della sorte, il tema che accomuna tutte le Giornate del Ringraziamento quest’anno è l’acqua, bene prezioso, oro blu, risorsa da custodire e non sprecare. In un territorio come quello della provincia di Alessandria sarebbe stato importante riflettere e pregare proprio su questo, mettendo insieme l’acqua bene primario, fonte di vita per l’uomo e l’agricoltura e l’acqua “matrigna” degli eventi alluvionali che porta paura e devastazione. La sintesi perfetta di tutte queste considerazioni le ha riassunte il nostro Consigliere Ecclesiastico provinciale, Mons. Ivo Piccinini, che ha intitolato la sua riflessione “Più forti del virus” sintetizzando perfettamente quello che dobbiamo ripeterci per uscire da questa crisi, anche se i numeri dei “nuovi” poveri stimati dalla Caritas sono in costante crescita. Per quanto nelle nostre possibilità l’impegno verso i più bisognosi non si è mai fermato, siamo al fianco delle strutture che offrono sostegno agli indigenti, dalla spesa sospesa al cibo fatto arrivare direttamente nelle mense, un braccio teso verso il prossimo, l’abbraccio grande della campagna, di chi non lascia indietro nessuno. Ovviamente poi, sul tavolo sono rimasti i grandi problemi di sempre che ancora non hanno trovato soluzione, nonostante l’impegno di Coldiretti a tutti i livelli non si sia mai allentato, mi riferisco in primis alla fauna selvatica e al contenimento

Vicino ai consumatori e ai “nuovi poveri”, quest’anno il Grazie dei Campi celebrato “spiritualmente”

Roberto Rampazzo del numero di cinghiali e alle continue sollecitazioni di Coldiretti in Regione per trovare soluzioni efficaci e concrete. Continua la progettualità per incentivare i progetti di filiera, dal boom del Gran Piemonte ai contratti con le industrie agroalimentari “virtuose” e la lotta all’italian sounding, soprattutto in un momento come questo scandito dall’impennata degli acquisti on line. Non bisogna dimenticare che acquistando beni alimentari online il rischio maggiore è quello di incorrere in prodotti di bassa qualità o addirittura contraffatti, con rischi potenziali per la salute. Anche in questo caso la differenza sulla qualità di quanto acquistato verrà fatta dal legame diretto con la terra o appartenere ad una rete strutturata di agricoltori come Campagna Amica.

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Decreto Ristori / Ristori Bis

Risultato importante, in Gazzetta Ufficiale il Bonus salva Made in Italy da 600 mln

COVID, DAL CAMPO ALLA TAVOLA MISURE PER SOSTENERE IL #MANGIAITALIANO 6 “Per la prima volta si interviene in modo integrato dal campo alla tavola con un bonus Filiera Italia per l’acquisto di prodotti Made in Italy a sostegno della ristorazione che ha subito nel 2020 con l’emergenza Covid un taglio del fatturato del 48% che ha travolto a cascata anche l’industria alimentare e l’agricoltura italiana”. E’ quanto afferma il Presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, nel commentare l’avvenuta pubblicazione nell’ultima Gazzetta Ufficiale n.277 del Decreto che fissa “Criteri e modalità di gestione del Fondo per la filiera della ristorazione istituito ai sensi dell’articolo 58 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126”. Un risultato importante ottenuto nell’ambito della nostra campagna di mobilitazione #MangiaItaliano per sostenere l’intero sistema agroalimentare nazionale e per invitare i cittadini a privilegiare l’acquisto di prodotti alimentari Made in Italy per aiutare l’occupazione e l’economia del proprio territorio.

Al Fondo per la filiera della ristorazione per il 2020 sono stati stanziati 600 milioni finalizzati all’erogazione di un contributo a fondo perduto per l’acquisto, effettuato dopo il 14 agosto 2020, di prodotti di filiere agricole e alimentari, inclusi quelli vitivinicoli, anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima di territorio anche attraverso l’acquisto di prodotti in vendita diretta dalle aziende agricole. Il beneficiario è tenuto ad acquistare almeno tre differenti tipologie di prodotti agricoli e alimentari e il prodotto principale non può superare il 50% spesa totale sostenuta mentre il contributo non può mai essere superiore all’ammontare complessivo degli acquisti che non può essere inferiore ai 1.000 euro ne’ superiore a 10.000 euro (esclusa IVA). Del bonus potranno beneficiare non solo i ristoranti, le mense e chi svolge attività di catering su base continuativa (ossia coloro che forniscono pasti presso ospedali, scuole, industrie), ma anche gli agriturismi, le attività di catering e banqueting per eventi e gli alberghi che somministrano cibo.

Coldiretti: ottenuto esonero versamento contributi previdenziali in agricoltura sino a fine anno. Tutte le novità. I contributi sono concessi nei limiti previsti dalla normativa europea in materia di aiuti de minimis e de minimis agricolo anche con la finalità di contenere gli sprechi alimentari attraverso l’utilizzo ottimale delle eccedenze determinate anche dalla crisi di mercato. Nella lista dei prodotti sono compresi latte 100% italiano, prosciutto crudo DOP e prosciutto cotto 100% italiano, salumi vari da suino DOP e IGP da animali nati allevati e macellati in Italia, salumi non da carne suina (tacchino, bresaola, altro) da animali nati, allevati e macellati in Italia, formaggi DOP o da latte 100% italiano, olio extra vergine di oliva 100% da olive italiane e/o DOP, carne bianca da animali nati allevati e macellati in Italia, carne bovina, suina, ovicaprina, cunicola da animali nati allevati


Decreto Ristori / Ristori Bis e macellati in Italia, zuppe di cerali con verdure filiera e materia prima italiana, minestrone con verdure filiera e materia prima italiana, pasta secca con grano 100% italiano, riso da risotto con riso 100% italiano, preparati per risotti (alle verdure, ai funghi, ecc.) da materia prima italiana, passata, polpa e pelati di pomodoro 100% italiano, sughi pronti da materia prima italiana, verdure fresche o conservate in scatola o in vetro filiera e materia prima italiana, verdure conservate in scatola filiera e materia prima italiana formato

per mense, legumi in scatola (fagioli, lenticchie) filiera e materia prima italiana, macedonia di frutta o frutta sciroppata o frutta fresca da filiera e materia prima italiana, succo di frutta e purea di frutta filiera e materia prima italiana, crackers, pane e prodotti da forno da grano 100% italiano, vini DOP e IGP e aceti balsamici DOP e IGP. Intanto, per sostenere le imprese agricole duramente colpite a cascata dalle chiusure della ristorazione, “abbiamo chiesto e ottenuto il taglio del costo del lavoro con l’eso-

nero dal versamento dei contributi previdenziali in agricoltura protratto alla fine dell’anno” ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo, nel commentare lo stanziamento, con il decreto Ristori bis approvato dal Consiglio dei Ministri, di ulteriori 340 milioni di euro per garantire, anche per il mese di dicembre, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali delle imprese, operanti su tutto il territorio nazionale e appartenenti alle filiere agricole.

FONDO PER LA FILIERA DELLA RISTORAZIONE

Anche gli agriturismi tra i beneficiari a cura di Daniela Colombini

Con l’articolo 58 del Decreto Legge n. 104/2020 (cosiddetto Decreto Agosto) è stato istituito il Fondo Ristorazione, destinato all’erogazione di un contributo a fondo perduto in favore dei soggetti operanti nel settore della ristorazione. In particolare, la disposizione in oggetto è finalizzata all’erogazione di un contributo a fondo perduto destinato alle imprese in attività alla data di entrata in vigore del decreto in commento (14 agosto 2020), con codice ATECO 56.10.11 (ristorazione con somministrazione), 56.29.10 (mense) e 56.29.20 (catering continuativo su base contrattuale), per l’acquisto di prodotti di filiere agricole e alimentari, anche DOP e IGP compresi quelli vitivinicoli, della pesca e acquacoltura, al fine di valorizzare la “materia prima del territorio”. Con una modifica sostenuta da Coldiretti, durante l’iter di conversione del Decreto in Legge, il “bonus ristorazione” è stato esteso anche agli agriturismi con codice ATECO prevalente 56.10.12. “Attività di ristorazione connesse alle aziende agricole” e, limitatamente alle attività autorizzate alla somministrazione di cibo, 55.10.00 (alberghi) Per chiudere il quadro normativo attuale, la Conferenza Stato Regioni del 16 ottobre ha approvato il testo del Decreto attuativo Mipaaf, provvedimento che stabilisce i criteri, i requisiti e le modalità di erogazione del contributo a fondo perduto. Per l’erogazione del contributo in parola, il fondo ha una dotazione finanziaria pari a 600 milioni di euro per il 2020, che costituisce il limite di spesa complessivo. Per poter accedere al contributo, i soggetti beneficiari descritti in precedenza devono dimostrare di aver subìto un calo di fatturato e corrispettivi tra marzo e giugno 2020 di almeno tre quarti rispetto al medesimo periodo del 2019. Alle imprese che hanno avviato l’attività a decorrere dal 1° gennaio 2019 il contributo spetta anche in assenza del suddetto requisito

relativo alla riduzione di fatturato e dei corrispettivi. Per espressa previsione di legge, il contributo viene erogato nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa europea in materia di aiuti de minimis e non concorre alla formazione del reddito imponibile ai fini IRPEF ed alla formazione del valore della produzione netta ai fini IRAP. Definiti i potenziali beneficiari e i requisiti per accedere al fondo, dal Decreto Mipaaf abbiamo invece le seguenti linee guida per la presentazione delle domande, la cui data sarà fissata con un successivo provvedimento del Ministero. ENTITA’ DEL CONTRIBUTO Il contributo è concesso per l’acquisto, effettuato dopo il 14 agosto 2020 e dimostrato attraverso apposita documentazione fiscale, di prodotti agroalimentari. Il contributo per ciascun beneficiario potrà variare da un minimo di 1.000 euro, fino a un massimo di 10.000 euro, al netto dell’IVA. Il contributo, in ogni caso, non può mai essere superiore all’ammontare complessivo degli acquisti. REQUISITI RELATIVI ALL’ACQUISTO PRODOTTI AGROALIMENTARI Per accedere al contributo, il richiedente deve aver acquistato, dopo il 14 agosto 2020, prodotti agroalimentari (inclusi prodotti vitivinicoli, della pesca e dell’acquacoltura), anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima di territorio. L’ammontare degli acquisti non può essere inferiore ai 1.000 euro né superiore a 10.000 euro, esclusa l’IVA. Per rispondere al requisito della valorizzazione della materia prima di territorio il richiedente deve aver acquistato prodotti rientranti nelle seguenti categorie: i) prodotti da vendita diretta ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228; ii) prodotti ottenuti da filiera nazionale integrale dalla materia prima al prodotto finito. Ai fini dell’attuazione della presente misura agevolativa

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Decreto Ristori / Ristori Bis

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sono considerati prioritari gli acquisti di prodotti DOP e IPG e di prodotti ad alto rischio di spreco, questi ultimi riportati nell’allegato 1 del decreto. Il Soggetto beneficiario è tenuto ad acquistare almeno 3 differenti tipologie di prodotti agroalimentari e il prodotto principale non può superare il 50% della spesa totale. RICHIESTA DEL CONTRIBUTO L’impresa di ristorazione può presentare la domanda di contributo attraverso il portale della ristorazione (piattaforma web di Poste Italiane) o attraverso gli sportelli di Poste Italiane. Dovrà essere allegato alla domanda anche copia del versamento dell’importo di adesione all’iniziativa di sostegno, effettuato tramite bollettino di pagamento, fisico o digitale (l’importo sarà determinato con un successivo decreto ministeriale). Il soggetto beneficiario, inoltre, è chiamato a rilasciare un›autodichiarazione concernente: 1. gli aiuti complessivamente percepiti in regime “de minimis” nell’ultimo triennio, incluso l’anno della domanda; 2. il calcolo dell’ammontare del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2020 che deve essere inferiore ai tre quarti dell’ammontare del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2019 ovvero che il richiedente ha avviato l’attività a decorrere dal 1° gennaio 2019; 3. l’iscrizione dell’attività al registro delle imprese con codice ATECO prevalente; 4. l’insussistenza delle condizioni

ostative di cui all’articolo 67 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159; 5. ogni altra richiesta presente nella modulistica predisposta da Poste Italiane. L’impresa richiedente provvede altresì ad inserire sulla piattaforma della ristorazione, oppure a presentare presso gli sportelli postali i documenti fiscali (fatture e documenti di trasporto) che certificano l’effettivo acquisto e la consegna dei prodotti agroalimentari, anche non quietanzati. L’accettazione della domanda è subordinata alla verifiche di corrispondenza tra Partita IVA e Codice Ateco del richiedente e alla completezza del corredo documentale. ISTRUTTORIA E CONCESSIONE DEL CONTRIBUTO Previa verifica di completezza delle domande presentate, Poste Italiane trasmette al Ministero l’elenco dei potenziali beneficiari con specificazione del contributo da ciascuno richiesto corrispondente alle fatture presentate nella domanda. Il Ministero, nei limiti delle risorse disponibili e sulla base dei requisiti relativi all’acquisto di prodotti agroalimentari, con proprio provvedimento determina il contributo erogabile a ciascun beneficiario. Oltre all’importo minimo di 1.000 euro, saranno ripartite le risorse residue tra i Soggetti beneficiari, fino al raggiungimento del tetto massimo (10.000 euro). Qualora il totale dei contributi richiesti ecceda le risorse disponibili, il MIPAAF procederà alla determinazione della misura del

contributo concedibile in misura percentualmente proporzionale agli acquisti documentati. Il Ministero, sulla base dell’elenco definitivo dei soggetti beneficiari ottenuto dopo i controlli documentali e la registrazione al Registro Nazionale Aiuti (RNA) per la verifica del rispetto del massimale degli aiuti de minimis da parte di Poste italiane, autorizza la corresponsione di un anticipo pari al 90% del valore del contributo riconosciuto, che avverrà tramite bonifico effettuato da Poste Italiane. Entro 15 giorni dall’anticipo il soggetto beneficiario presenta a Poste Italiane, con le medesime modalità previste per la presentazione della domanda, quietanza di pagamento degli acquisti. Una volta acquisita tale documentazione, saranno emessi i bonifici a saldo del contributo concesso. Il Ministero, prima di autorizzare il saldo, verifica il rispetto del massimale degli aiuti «de minimis». CONTROLLI E SANZIONI Il Ministero, mediante il proprio Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), effettua a campione, nel limite minimo del 5% delle domande, le verifiche relative ai requisiti soggettivi e a quelli relativi ai prodotti acquistati. Il comma 8 dell’articolo 58 del decreto legge Agosto, prevede che l’indebita percezione del contributo, oltre a comportare il recupero dello stesso, è punita con la sanzione amministrativa pari al doppio del contributo non spettante.

Covid 19 - DPCM 03 novembre 2020 attività agricola per autoconsumo È consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione? Sì, la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale, integra il presupposto delle esigenze lavorative, contemplato per le zone “arancioni” e “rosse” dagli artt. 2 comma 4 lett. a), e 3, comma 4, lett. a), del DPCM 3 novembre 2020. Quindi la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo (quale ad. esempio quella di raccolta delle olive, conferimento al frantoio e successiva spremitura) sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.


Decreto Ristori / Ristori Bis

Decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 - cosiddetto Decreto-legge “Ristori” Decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149 - cosiddetto Decreto-legge “Ristori bis” Esonero contributivo a favore delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura L’articolo 16 del D.L. 137 del 28/10/2020 (c.d. decreto Ristori) al fine di assicurare la tutela produttiva e occupazionale delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura e contenere gli effetti negativi del perdurare dell’epidemia da Covid 19 prevede un esonero per gli imprenditori agricoli professionali, per i coltivatori diretti, per i mezzadri e i coloni con riferimento alla contribuzione dovuta per il mese di novembre 2020, relativamente ai contributi previdenziali e assistenziali con esclusione dei premi dovuti all’INAIL, nella misura pari ad un dodicesimo della contribuzione dovuta per l’anno 2020. All’art. 21 del nuovissimo DECRETO-LEGGE del 9 novembre 2020, n. 149 (c.d. Ristori bis) l’esonero contributivo appunto riconosciuto agli imprenditori agricoli professionali, ai coltivatori diretti, ai mezzadri e ai coloni relativo alla contribuzione dovuta per il mese di novembre 2020 è esteso anche alla mensilità di dicembre 2020. Le attività per le quali è riconosciuto l’esonero sono identificate dai codici ATECO contenuti nell’allegato 3 del Decreto Legge Ristori bis e sono sostanzialmente le attività riconducibili alla macro classe 01 delle coltivazioni agricole, allevamenti di animali e produzioni connesse, alla macro classe 02 della silvicoltura e utilizzo aree forestali e alla macro classe 03 della pesca e acquacoltura, oltre alle attività di alloggio e ristorazione connesse alle aziende agricole (agriturismo) e tutta una serie di attività connesse alle attività principali agricole. L’Inps ha chiarito che attualmente non è in grado di rielaborare in tempo utile per il 16 novembre prossimo i modelli F24 dei lavoratori autonomi agricoli, per tenere conto dell’esonero

previsto per il mese di novembre, vista la scadenza imminente della rata da versare. Nel momento della pubblicazione di questo articolo siamo in attesa di una circolare INPS che dovrebbe autorizzare la rielaborazione degli F24 da parte dei soggetti interessati che potranno decurtare l’importo della rata del 16 novembre di un determinato importo a seconda della fascia di reddito, delle unità attive e della tipologia del lavoratore. Ad oggi inoltre sappiamo che dovrà essere utilizzata la medesima codeline, prevista all’origine dell’emissione delle 4 rate, pertanto si modificherebbe solo l’importo. Nella circolare dovrebbe essere inoltre chiarito che tale esonero potrà essere utilizzato indistintamente nella rata di novembre o gennaio. Alla luce delle novità introdotte dall’ultimo decreto, stante l’esonero contributivo previsto anche per il mese di dicembre, è auspicabile un ricalcolo sulla rata di gennaio che possa prevedere l’esonero di entrambe le mensilità. Inoltre, molto probabilmente, nella circolare sarà anche disciplinata la dichiarazione che i lavoratori autonomi dovranno rendere all’INPS (dopo la scadenza del 16 novembre e forse prima della scadenza di gennaio) relativamente al mancato superamento della quota di € 100.000,00 di aiuti percepiti di cui all’autorizzazione della CE nel quadro temporaneo di aiuti per il Covid-19. Per maggiori informazioni gli uffici della Coldiretti sono a disposizione per fornire tutti i necessari chiarimenti, in attesa di leggere quelli ufficiali da parte dell’Istituto Inps.

Contributo valido anche per gli agriturismi fino a 10mila euro per menu 100% italiani

Covid: scatta bonus a sostegno territorio per acquisto filiera vero made in italy Scatta il bonus di filiera per menu 100% Made in Italy nei ristoranti duramente colpiti dall’emergenza Covid a 10 anni esatti dal riconoscimento Unesco della dieta mediterranea come patrimonio immateriale dell’umanità. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che sarà possibile presentare le domande fino al 28 novembre 2020 attraverso il Portale www.portaleristorazione.it o presso gli sportelli degli uffici postali. Per la prima volta si interviene in modo integrato dal campo alla tavola con un bonus che a cascata sostiene, insieme alla ristorazione, anche l’industria alimentare e l’agricoltura italiana e contribuisce a salvare il patrimonio di prodotti nazionali alla base della dieta mediterranea che ha subito un duro colpo dal taglio del 48% dei consumi fuori casa degli italiani nel 2020, secondo l’analisi della Coldiretti. “Del bonus potranno beneficiare anche gli agriturismi per cui rappresenta un sostegno al Made in Piemonte e a tutte le

nostre strutture che mantengono vive le tradizioni locali proponendo piatti della cucina del territorio, prediligendo proprio l’acquisto di prodotti piemontesi, come d’altronde è alla base della filosofia dei nostri cuochi contadini”, afferma Stefania Grandinetti presidente Terranostra Alessandria. “Un investimento importante per l’economia, ma anche per la salute dei consumatori che possono avere maggior garanzie di acquistare e consumare prodotti davvero Made in Italy – affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. Il provvedimento, oltretutto, diventa operativo proprio il giorno del compleanno della dieta mediterranea che, secondo quanto riportato nella decisione del Comitato di valutazione per l’iscrizione dell’Unesco il 16 novembre 2010, è molto di più di un semplice regime alimentare e ha contribuito a far diventare nel mondo il cibo italiano sinonimo di salute”.

Sarà possibile presentare le domande fino al 28 novembre 2020 attraverso il Portale dedicato Al Fondo per la filiera della ristorazione per il 2020 sono stati stanziati 600 milioni finalizzati alla erogazione di un contributo a fondo perduto per l’acquisto, effettuato dopo il 14 agosto 2020, di prodotti di filiere agricole e alimentari, inclusi quelli vitivinicoli, anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima di territorio anche attraverso l’acquisto di prodotti in vendita diretta dalle aziende agricole. Il beneficiario è tenuto ad acquistare almeno tre differenti tipologie di prodotti agricoli e alimentari e il prodotto principale non può superare il 50% spesa totale sostenuta mentre il contributo va da 1.000 euro ai 10.000 euro (esclusa IVA).

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Decreto Ristori / Ristori Bis

Decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 - cosiddetto Decreto-legge “Ristori” Fondo perduto alle attività di agriturismo a cura di Daniela Colombini 10

In data 24/10/2020 e poi ancora in data 3/11/2020 sono stati emanati dal Consiglio dei Ministri due nuovi Dpcm contenenti misure per il contenimento della diffusione del Covid-19. Sulla base di queste disposizioni la recente ordinanza del Ministro della Salute, ha classificato la Regione Piemonte come territorio in cui si applicano le specifiche misure di contenimento per le aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (cosiddette “zone rosse”). Molte delle disposizioni hanno, quali conseguenze collaterali, forti penalizzazioni economiche sull’esercizio di alcune attività commerciali: ad esempio si ricorda che nelle zone “rosse” sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (e, quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi) mentre resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22:00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Successivamente al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive è stato emanato il Decreto Legge n. 137 del 28/10/2020 (cosiddetto Decreto Ristori) che all’art. 1 riconosce un contributo a fondo perduto ai soggetti maggiormente penalizzati. Attualmente con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Ristori bis, (Decreto Legge 149 del 9/11/2020) è stato anche ampliato l’elenco dei codici ATECO riferiti alle attività che possono beneficiare del nuovo fondo perduto. Il Decreto Ristori stabilisce che il contributo spetta ai soggetti che, alla data del 25 ottobre 2020, hanno la partita IVA attiva e che svolgono come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell’allegato 1 allo stesso decreto-legge. Siccome tra questi sono elencati i codici 56.10.12 e 55.20.52, potranno, conseguentemente, beneficiarne al ricorrere degli ulteriori requisiti previsti dalla norma e di seguito commentati, le imprese agricole che svolgono attività agrituristiche di ristorazione e/o alloggio. Il contributo non spetta ai soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 25 ottobre 2020. Il contributo a fondo perduto spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Al fine di determinare l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi si fa riferimento alla data di effettuazione dell’operazione. Il predetto contributo spetta anche in assenza del requisito del calo del fatturato ai soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nel predetto allegato 1 che hanno attivato la partita IVA a partire dal 1° gennaio 2019.

Sono previste distinte modalità per accedere al contributo in base alla circostanza che i destinatari dello stesso abbiano o meno già beneficiato del contributo a fondo perduto di cui all’articolo 25 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. Per i soggetti che hanno già beneficiato del contributo a fondo perduto di cui al citato articolo 25 che non abbiano restituito il predetto ristoro, il contributo è corrisposto dall’Agenzia delle entrate mediante accreditamento diretto sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato erogato il precedente contributo. Per i soggetti che non hanno presentato istanza di contributo a fondo perduto di cui all’articolo 25 del decreto-legge n. 34 del 2020 cit. il contributo è riconosciuto previa presentazione di apposita istanza esclusivamente mediante la procedura web. Il contributo non spetta ai soggetti la cui partita IVA risulti cessata alla data di presentazione dell’istanza. L’ammontare del contributo a fondo perduto: a) è determinato, per i soggetti che hanno già beneficiato del contributo a fondo perduto di cui al citato articolo 25 che non abbiano restituito il predetto ristoro, come quota del contributo già percepito. Le imprese agricole che svolgono attività agrituristiche di ristorazione (codice ATECO: 56.10.12) hanno diritto ad un contributo pari al 200 per cento di quello percepito in precedenza mentre per quelle che svolgono attività di alloggio (codice ATECO: 55.20.52) il contributo è pari al 150 per cento di quello già percepito; b) è determinato, per i soggetti che presenteranno per la prima volta l’istanza per il riconoscimento del contributo, come quota del valore calcolato sulla base dei dati presenti nell’istanza trasmessa e dei criteri stabiliti dalla norma. Per i soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 1° gennaio 2019, già percettori del contributo di cui al citato articolo 25, che svolgono come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nel più volte ricordato allegato 1, l’ammontare del contributo è determinato applicando le percentuali riportate nello stesso allegato agli importi minimi di 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate saranno definiti i termini e le modalità per la trasmissione delle nuove istanze e ogni ulteriore disposizione per l’attuazione della norma in commento. Per una meglio comprensione sulle modalità di applicazione della norma è comunque necessario attendere l’emanazione del citato provvedimento. Mentre per i molti dubbi già sorti sulla spettanza del beneficio si auspica che vengano pubblicati al più presto documenti di prassi esplicativi.


Pac

PAC 2020, EROGATI DALLA REGIONE TRAMITE ARPEA 113 MLN DI ANTICIPI Erogati dalla Regione complessivamente 113 milioni di euro di anticipi dei pagamenti della Pac, Politica Agricola Comune, previsti da Bruxelles per superare la crisi Covid 19. Arpea, l’Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura, ha liquidato a fine ottobre gli anticipi sino al 70% che fanno riferimento alle domande presentate nel 2020, erogando contributi a oltre 23.800 le aziende agricole piemontesi. Per la provincia

di Alessandria si tratta 3.489 beneficiari per complessivi € 16.453.677. Il via libera da Bruxelles al pagamento degli anticipi Pace e l’immediata liquidità alle aziende agricole rappresentano una boccata d’ossigeno per le aziende proprio in questi giorni in cui il comparto risulta nuovamente messo alla prova a causa delle conseguenze della seconda ondata di Covid-19.

PRIMO VIA LIBERA ALLA NUOVA PAC, ECCO LE NOVITÀ Primo via libera del Consiglio Ue al pacchetto della Politica agricola comune (Pac) post 2020 che dovrebbe entrare in vigore a gennaio 2023. Ora il Consiglio ha il mandato a negoziare con l’Europarlamento. La nuova Pac ha obiettivi più ambiziosi sull’ambiente anche se viene proposta una maggiore flessibilità agli Stati membri sul raggiungimento degli stessi. E’ previsto un contributo aggiuntivo per quegli agricoltori che vanno oltre i requisiti ambientali e climatici di base con l’introduzione di “schemi ecologici” nei quali rientrano agricoltura di precisione, agroforestale e agricoltura biologica. Agli schemi

ecologici dovrebbe essere riservato il 20% degli aiuti diretti il cosiddetto primo pilastro della nuova Pac. La percentuale destinata alle misure agroambientali sale al 30% per quanto riguarda lo Sviluppo rurale (secondo pilastro). Tutti gli agricoltori sarebbero comunque vincolati a standard ambientali più elevati; anche i più piccoli. E per sostenere questi ultimi verso la transizione di una Pac più green si adotterebbero controlli semplificati. Per i giovani è previsto un contributo per avviare l’attività fino a 100.000 euro. Tra le altre misure la possibilità per gli Stati di destinare l’1% dei pagamenti diretti per la

costituzione di fondi di mutualizzazione, la franchigia di 2.000 euro per azienda nel caso di applicazione della disciplina finanziaria, l’applicazione del capping alla singola persona giuridica titolare dell’azienda. Negli stessi giorni in cui era in corso il Consiglio agricolo anche il Parlamento Ue ha esaminato e approvato gli emendamenti alla proposta di riforma Pac. Bocciata a maggioranza la richiesta di rigettare totalmente la proposta della Commissione. L’Europarlamento ha votato a favore di una politica con ambizioni agricole, ambientali e sociali comuni a tutti i territori dell’Unione Europea, una politica che riconcilia econo-

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Pac

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mia e ambiente, per l’agricoltura europea e per le nostre zone rurali, una politica trasparente nella gestione dei fondi europei e capace di dimostrarne l’efficacia e misurarne i risultati che genera, una politica che non confonda la flessibilità necessaria con la rinazionalizzazione. Occorre salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui, con l’emergenza Covid -19, il cibo ha dimostrato tutta la sua strategicità per difendere l’Europa dalle turbolenze provocate dalla pandemia che ha scatenato corse agli accapar-

ramenti e guerre commerciali con tensioni e nuove povertà. Un obiettivo che può essere raggiunto solo garantendo un budget adeguato a sostegno degli agricoltori per fare fronte alle nuove sfide ambientali e climatiche e non dipendere dall’estero per cibo e bevande che sono diventati un elemento strategico per la ripresa economica dell’Ue. Serve una Pac forte, semplice ed efficace e con risorse adeguate per garantire la competitività delle imprese e consentire di svolgere un ruolo essenziale nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il

dissesto idrogeologico. Nell’ambito del dibattito ancora aperto sul Quadro Finanziario Pluriennale è pertanto necessario superare lo storico squilibrio nei fondi europei assegnati all’agricoltura italiana che si colloca al primo posto della classifica europea per valore aggiunto ma è la meno sostenuta tra quelle dei principali Paesi europei dove in vetta alla classifica ci sono al primo posto la Francia, seguita da Germania e Spagna. E’ necessario tenere conto delle differenze dei costi di produzione all’interno dell’Unione Europea per garantire la competitività delle imprese.

ACCORDO RISORSE SVILUPPO RURALE 2021-2022, 3,92 MILIARDI DI EURO ALL’ITALIA In riferimento al negoziato sulle risorse della Politica Agricola Comune 2021-2027, il 10 novembre scorso è stato raggiunto l’Accordo di compresso tra negoziatori del Parlamento e Presidenza del Consiglio sul prossimo bilancio a lungo termine Ue (QFP) e sul Next Generation EU (NGEU). Per i Programmi di sviluppo rurale delle future annualità 2021 e 2022 sono previste due differenti disponibilità finanziarie: 1. risorse Next Generation: tali risorse ammontano a 925,1 milioni di euro (di cui 275 milioni per il 2021 e 650,1 milioni nel 2022) a cui si potrà aggiungere la quota di cofinanziamento nazionale. A riguardo, la percentuale di contribuzione Ue sulle Misure NGEU potrà arrivare ad un massimo del 100%. 2. risorse sviluppo rurale per annualità 2021 2202: pari a 2,99 Miliardi di cui 1,64 Miliardi nel 2021 (comprensivo della quota di anticipo di 298 milioni) e 1,35 nel 2022. A tali risorse si aggiunge la quota di cofinanziamento nazionale pari al 50% che consente di raddoppiare la disponibilità. Complessivamente l’importo disponibile (QFP + NGEU) per i Programmi di sviluppo rurale regionali e nazionali è pari 3,92 Miliardi di euro per le due annualità 2021 e 2022, di cui: 1,92 miliardi nel 2021 e 2 miliardi nel 2022 a cui si sommano la quota di cofinanziamento nazionale. Nell’ipotesi di cofinanziamento nazionale del 50% le risorse com-

plessive raddoppierebbero a quasi 8 miliardi di euro per lo sviluppo rurale negli anni 2021 e 2022. Per quanto concerne in modo specifico le risorse del Next Generation EU, è prevista la seguente ripartizione: − almeno il 37% deve essere riservato da ciascuno Stato membro a Misure ambientali, climatiche e gestione dell’acqua, benessere animali e cooperazione Leader. − almeno il 55% deve essere utilizzato da ciascuno Stato membro per il sostegno Giovani agricoltori; Investimenti (in particolare in filiere corte e mercati locali; efficienza delle risorse, Agricoltura di precisione, innovazione; sicurezza sul lavoro; energie rinnovabili, bioeconomia; ITC nelle zone rurali). Sono inoltre previste variazioni in merito ai tassi di cofinanziamento per singole misure delle risorse NGEU, con la percentuale di contributo sugli investimenti innalzata sino al 75%. Per i giovani agricoltori è definito l’innalzamento fino a 100mila euro del contributo, rispetto agli attuali 70mila euro. Tali misure dovranno essere comprese nell’ambito delle risorse NGEU. l regolamento QFP e l’accordo interistituzionale approvati devono ora essere formalmente adottati dal Parlamento europeo e dal Consiglio, presumibilmente entro la fine dell’anno per la relativa applicazione a inizio 2021.

RIPRISTINO TERRENI ALLUVIONATI: INDICAZIONI IN ARRIVO DALLA REGIONE La Regione Piemonte ha trasmesso due comunicazioni nelle quali sono state fornite alcune prime indicazioni relative alle modalità da applicare, da parte delle imprese agricole, per poter attuare tempestivamente gli interventi di ripristino dei terreni “alluvionati”. Dalla lettura si rileva la possibilità, nel rispetto delle disposizioni del D. Lgs. n. 152/2006, di attivare interventi di ripristino dei fondi danneggiati, attraverso una serie di attività quali: · selezione e raggruppamento del materiale accumulato (tenendo separati terra e detriti, rami e tronchi e le varie tipologie di rifiuti veri e propri), · movimentazione nell’ambito dell’azienda stessa o per il conferimento a cooperativa/consorzio di cui si è soci in vista del deposito temporaneo, · deposito temporaneo in attesa di successivo allontanamento.

A fronte di quanto sopra si ritiene, in ogni caso, opportuno: · predisporre una puntuale documentazione fotografica che attesti lo stato del fondo prima dell’intervento di ripristino; · verificare con il Comune interessato la possibilità di intervento · effettuare una specifica comunicazione, via PEC, ai Settori della Regione competenti; · informare il Comune prima di avviare i lavori di ripristino. La Regione ha infine previsto, su sollecitazione di Coldiretti, la possibilità di richiedere delle assegnazioni straordinarie/supplementari di carburante agricolo agevolato, per le lavorazioni di ripristino e/o ricoltivazione; la richiesta va inoltrata via PEC a (servizidisviluppo@cert.regione.piemonte.it) utilizzando il mod. UMA 14 ed impegnandosi a comunicare (via PEC) con 7 giorni di anticipo la data di effettivo inizio lavori.


Settore Vitivinicolo

MVV ELETTRONICO DA GENNAIO: ISTRUZIONI PER L’USO Con Decreto del 30 ottobre 2020 sono state stabilite le disposizioni applicative in merito al documento MVV elettronico, che diventerà obbligatorio dal 1° gennaio 2021 per gli scambi intracomunitari dei piccoli produttori di vino non titolari di deposito fiscale e per i trasporti di prodotti vitivinicoli effettuati su territorio nazionale da e verso stabilimenti promiscui, ad eccezione delle uve. Per i trasporti di prodotti vitivinicoli che si svolgono interamente sul territorio nazionale è invece consentito utilizzare i documenti MVV cartacei emessi nel rispetto delle disposizioni previste dal Decreto n° 7420 del 2 luglio 2013, ma dal 1° gennaio 2021 non sarà più possibile utilizzare i documenti di accompagnamento cartacei prestampati DAA (ex DOCO). Infine il Decreto conferma la possibilità di utilizzare, per i trasporti dei prodotti vitivinicoli confezionati che si svolgono interamente sul territorio nazionale, un “documento” generico emesso ai fini fiscali (quindi i tradizionali DDT - bolle accompagnamento) ma a condizione che riporti la designazione del prodotto trasportato a norma delle disposizioni UE e nazionali e le altre indi-

cazioni essenziali come di seguito specificato: • numero di riferimento che individua univocamente il documento; • data di redazione, nonché data di inizio trasporto se diversa dalla data di redazione; • nome, indirizzo, partita IVA e/o codice fiscale dello speditore; • nome, indirizzo, partita IVA e/o codice fiscale del destinatario; • nome, indirizzo e partita IVA e/o codice fiscale del cedente e/o del cessionario se diversi dai soggetti di cui ai punti c e d; • luogo di destinazione della merce se diverso dall’indirizzo del destinatario; • designazione del prodotto trasportato a norma delle disposizioni UE e nazionali; • quantità di prodotto trasportato; • descrizione dei colli. Il “documento” suddetto può essere utilizzato anche per i trasporti di vini confezionati fino a 60 litri (es. taniche e damigiane) ceduti da una cantina o punto vendita a un provato consumatore per il proprio uso famigliare purché il quantitativo non

sia superiore a 3 hl. In questo caso occorre scrivere sul documento “destinato esclusivamente al consumo famigliare del destinatario”. La telematizzazione del documento potrà semplificare e agevolare alcune operazioni evitando la convalida ecc., tuttavia ancora una volta la troppa fretta, ancora in un periodo di emergenza quale l’attuale rischia di ingenerare disagi da assolutamente evitare. Vedremo se ci saranno slittamenti ma già sin da ora Coldiretti propone ai soci supporto informativo e formativo proprio sul tema “documenti di trasporto - istruzioni per l’uso”. Per ulteriori informazioni gli uffici Provinciali e Zonali Coldiretti Alessandria sono a disposizione. Se sarà necessario si potranno organizzare anche momenti di confronto on-line, webinair.

PROMOZIONE VINO: BANDO REGIONALE OCM PAESI TERZI La Regione Piemonte ha approvato il Bando per la presentazione dei progetti regionali e multiregionali in merito alla Misura Promozione del vino sui mercati dei Paesi terzi nell’ambito dell’OCM Vino - annualità 2020 e 2021. Gli Uffici Coldiretti stanno raccogliendo le manifestazione d’interesse per le iniziative di ogni singolo produttore. Il Bando Regionale e multi Regionale piemontese: RISORSE - La dotazione finanziaria complessiva è di euro 9.764.131,00, ripartita in varie coperture dei progetti regionali e multiregionali. PRODOTTI INTERESSATI le seguenti categorie di vini confezionati: • vini a denominazione di origine protetta; • vini ad indicazione geografica protetta; • vini spumanti di qualità; • vini spumanti di qualità aromatici; e)vini con l’indicazione della varietà.

I progetti non possono riguardare esclusivamente i vini con indicazione varietale e/o i vini spumanti di qualità e vini spumanti di qualità aromatici, senza indicazione geografica. DURATA E TERMINI - I progetti presentati nell’ambito dei suddetti bandi hanno durata massima di 9 mesi con la seguente tempistica: • I soggetti beneficiari che non richiedono l’anticipo realizzano le attività a decorrere dal 1° aprile 2021 al 30 agosto 2021 ed entro tale data presentano domanda di pagamento completa. • I soggettibeneficiaricherichiedonol’anticiporealizzanoleattivitàdal1°aprile2021al31dicembre 2021 e presentano domanda di pagamento completa entro il 28 febbraio 2022. I progetti multi regionali dovranno essere presentati entro il 30-11-2020 mentre quelli regionali entro il 2-122020

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Settore Vitivinicolo

VINO: SOSTEGNO ALLO STOCCAGGIO

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È in esame un provvedimento di stoccaggio privato per i vini a DO e IG. Il budget disponibile è limitato a circa 9,5 milioni di euro derivanti da parte delle economie della misura di riduzione delle rese. Si profilano importi di premio pari a 0,06 euro per ettolitro di vino per giorno di stoccaggio per i vini a DO e 0,04 euro per i vini a IG. La proposta prevede la presentazione di domande a sportello per quantitativi minimi fissati a 300 hl e massimi a 5000 hl. Lo stoccaggio dovrà essere di 6 o 9 mesi e il pagamento potrà essere a saldo alla fine del periodo o anticipato previa fidejussione. La bozza presenta due criticità, il click day e soprattutto il volume minimo di ettolitri da sottoporre a stoccaggio che escluderebbe le piccole cantine. Coldiretti ha pertanto richiesto sia al Ministero che alla Regioney, in appoggio dell’istanza, la riduzione del quantitativo minimo da 300 hl a 100 hl. Prossimamente vi aggiorneremo sugli sviluppi della misura. Vino: esoneri previdenziali contributivi Il cosiddetto “Decreto Agosto” è ora Legge 126, in vigore dal 14 ottobre. Relativamente al settore vitivinico-

lo si leggono alcuni interventi, che vanno a recuperare le somme non spese considerando il flop della distillazione di crisi e delle misure di contenimento delle rese. L’insuccesso dei suddetti interventi è dovuto al fatto che ancora una volta non si è voluto tenere conto delle effettive differenze tra rese e costi di produzione nelle varie viticolture tricolori. Adottando il criterio della “media” come sempre, i viticoltori delle Regioni che contano su rese molto elevate hanno trovato più conveniente produrre appieno, mentre i viticoltori in aree collinari come la nostra hanno dovuto rinunciare all’aiuto perché non avrebbe coperto neppure i costi di produzione della quota di uve non prodotte. L’articolo, introdotto in fase di conversione del decreto Agosto, estende ora l’esonero previdenziale contributivo, alle imprese del settore vitivinicolo, attingendo dalle economie residue per attuazione dell’intervento di riduzione volontaria della produzione di cui sopra pari a 61,34 milioni di euro. Una parte di queste risorse, circa 9,5 milioni, verrà invece destinata a misure di sostegno per i vini a denominazione di origine e a indicazione geografica.

VINO: ATTENZIONE ALLE NOVITÀ Per le imprese vitivinicole in aggiunta ai provvedimenti orizzontali ristori e ristori bis si intravede questa situazione: • Sostegno ai settori indirettamente colpiti dal blocco attività (quindi ristoranti fermi vino non venduto – intervento a chi forniva vino , come altri prodotti). • Vanno nel calderone sgravio contributi previdenziali i 55 milioni di economie avute causa il

flop della misura riduzione rese. • Si profila un intervento sullo stoccaggio finanziato con 10 milioni. Aiuto di 6 centesimi/per giorno per ettolitro con minimo 200 hl per 6-9 mesi, ma Coldiretti sta chiedendo di abbassare il minimo. Sarebbero esclusi i vini in corso di invecchiamento. • La scadenza per le domande OCM promozione potrebbe posticiparsi di almeno 15 gg.

• Si chiedono fondi aggiuntivi per le misure Piano Nazionale di Sostegno (promozione, investimenti, ecc) per la prossima campagna 2021. • Proroga dichiarazione raccolta uve dal 15 al 30 novembre. Scadenza 15 dicembre dichiarazione produzione vino. Si potrà anche integrare o modificare la dichiarazione iniziale del 15 novembre.


tecnica

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a cura di

Alberto Pansecchi

scheda nocciolo n°62 15

Il diserbo sottofila

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Scheda

 Differenti strategie  L’erba non è sempre il nemico  La competizione con il nocciolo  Alternare le sostanze attive Anche se l’impegno più gravoso per il corilicoltore è rappresentato dal controllo dei polloni e, qualora effettuata a mano, dalla potatura, un’altra voce che interviene in misura sensibile sui bilanci di fine campagna è costituito dalla gestione della fascia di terreno “sottofila”. La ricerca, negli ultimi anni, ha messo a disposizione sempre più armi per svolgere questa importante operazione. Anche se i principi attivi registrati sulla coltura sono via via diminuiti, si è assistito ad un costante aumento delle attrezzature meccaniche dedicate a questa operazione. Non tutte le nuove attrezzature si sono dimostrate efficaci e adatte al nocciolo e anche se in futuro la gestione meccanica delle infestanti costituirà la migliore delle opportunità, oggi occorre ancora combinare l’impiego di mezzi chimici e mezzi meccanici attraverso strategie sempre più efficaci.

L’importanza del controllo delle infestanti La competizione tra nocciolo ed erbe infestanti assume connotazioni e risposte differenti in funzione di molteplici fattori. Una discriminante importante è costituita dallo stadio di sviluppo del noccioleto stesso. Differenti sono infatti le scelte se ci si trova nella fase di allevamento dell’impianto o se si è già raggiunta la fase di maturità. Durante i primi anni di sviluppo delle piantine, l’erba costituisce un pericoloso antagonista sia per l’accaparramento dei nutrienti, sia per la sottrazione di acqua alla coltura. È questa una fase cruciale per lo sviluppo dei giovani noccioli e la competizione con l’erba può causare ritardi nella formazione delle piante di almeno un anno e, in casi più gravi, mortificarne definitivamente lo sviluppo vegetativo. Successivamente, la principale motivazione del controllo chimico delle infestanti sui filari riguarda l’ostacolo alle operazioni di raccolta.


Scheda

tecnica

I vantaggi del controllo delle infestanti

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Il controllo dell'erba nella fila ha diversi vantaggi soprattutto quando ci si trova durante le fasi di allevamento del giovane impianto:  permette una gestione più precisa della nutrizione minerale eliminando la competizione tra erba e la pianta;  Evita la sottrazione di acqua a favore delle erbe che, in questa fase, risultano molto più performanti rispetto al nocciolo;  I costituisce una misura profilattica nei confronti di alcune malattie come ad esempio la batteriosi (Xanthomonas).

Lavorazione, diserbo o inerbimento? Le erbe infestanti non costituiscono sempre un pericolo per la coltura ma questo dipende dallo stadio di sviluppo raggiunto dal noccioleto. Quando ci si trova nelle prime fasi di sviluppo e di formazione della pianta, le lavorazioni costituiscono la migliore delle strategie possibili rendendo disponibili a seguito di ogni intervento, sia gli elementi minerali che l’acqua. Una volta raggiunta la maturità produttiva, le erbe perdono la caratteristica di “competitor” per la nutrizione e assumono quello di possibile ostacolo alla raccolta. In questo caso il problema non è la loro presenza ma il loro sviluppo e obiettivo del corilicoltore è quello di mantenerle ad una taglia bassa durante l’intero periodo delle raccolta. Normalmente questo risultato lo si ottiene attraverso sfalci meccanici o attraverso l’uso di erbicidi nella fase immediatamente precedente la caduta a terra dei frutti. Il fattore discriminante nella scelta in questa fase tra sfalcio è diserbo è costituito anche dal metodo di raccolta disponibile in azienda: con macchine raccattatrici l’erba, purché bassa, non costituisce limitazione mentre se si raccoglie “per aspirazione” il terreno deve essere sgombro dalle erbe infestanti.

Pre o Post-emergenza? La tendenza generale, negli ultimi anni, è stata quella di utilizzare meno, o addirittura di non utilizzare più del tutto, diserbanti pre-emergenza divenuti troppo costosi, e di ripetere in stagione applicazioni con sostanze attive sia sistemiche che di contatto efficaci sulle erbe già sviluppate. La questione del diserbo può diventare complessa se ci troviamo di fronte a un'invasione di erbe perenni e dicotiledoni resistenti. Occorre redigere un vero e proprio piano di diserbo di almeno due anni, definendo la priorità con cui ogni categoria di specie deve essere distrutta. Nessun singolo prodotto, infatti, è efficace contro tutte le infestanti e la sequenza dei prodotti deve tener conto della loro efficacia sulle specie da distruggere per prime e su quelle da eliminare in una seconda fase e, in tutti i casi, della loro selettività nei confronti della coltura. Un programma razionale di controllo delle infestanti dovrebbe normalmente combinare erbicidi di pre-emergenza e prodotti di post-emergenza. Questo tipo di sequenza permetterebbe di mantenere le file il più pulite possibile riducendo il numero di applicazioni durante l'anno.

La scelta dei principi attivi L’elenco dei principi attivi erbicidi utilizzabili nella coltura si sta ogni anno riducendo, creando da un lato l’esigenza di utilizzare al meglio i pochi rimasti attraverso strategie sempre più accorte e professionali e dall’altro di utilizzare le sostanze attive già utilizzabili per i trattamenti spollonanti anche per il controllo delle infestanti dicotiledoni. Tra le sostanze ancora utilizzabili per il diserbo della fascia sottofila dei noccioleti, rimangono quelle con contestuale azione spollonante, Carfentrazone e Piraflufen etile, quelli ad azione preventiva di preemergenza, Oxifluorfen, Pendimetalin, Orizalin, Isoxaben e Diflufenican, e quelle ad azione selettiva sulle monocotiledoni, Fluazifop-p-butile, Propaquizafop e Quizalofop-p-etile. Un discorso a parte deve essere fatto per il Glifosate che pur avendo un’ottima efficacia sia su mono che su dicotiledoni, pur avendo costi di utilizzo molto bassi e pur costituendo il prodotto più sicuro a livello ambientale e tossicologico, può essere, se mal distribuito, pericoloso per la coltura a causa del suo possibile assorbimento attraverso la sottile corteccia dei noccioli.


Attualità

DAL 1° NOVEMBRE È RIPARTITO IL DIVIETO DI ABBRUCIAMENTO La L.R. n. 15 del 2018, “Legge quadro in materia di incendi boschivi”, com’è noto ha introdotto il divieto di abbruciamento del materiale vegetale per tutto il periodo compreso tra il 1° novembre ed il 31 marzo dell’anno successivo. Su pressante richiesta della Coldiretti, sostenuta da molte amministrazioni comunali, la Regione ha successivamente previsto la possibilità di derogare da tale divieto, e ciò a fronte di una specifica ordinanza emessa da parte dei Sindaci delle aree interessate ed alle seguenti condizioni (L.R. n.

3 del 2020): • per un massimo di 30 giorni, anche non continuativi, per i comuni montani; • per un massimo di 15 giorni, anche non continuativi, per le aree di pianura. Restano comunque valide, anche in presenza di deroga, le condizioni previste dall’articolo 182 del Decreto Legislativo 152/2006 (quantitativo massimo giornaliero 3 metri steri ad ettaro, attività da effettuare nel luogo di produzione). Non è comunque prevista la possibi-

lità di derogare nelle seguenti situazioni: • dichiarazione di massima allerta per rischio di incendi boschivi; • nel caso di raggiungimento delle soglie di inquinamento atmosferico stabilite dall’Accordo di Programma per l’adozione coordinata e continuativa di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano, corrispondenti al livello di allerta di 1° livello “ARANCIONE” nei comuni nei quali vige tale ordinanza.

APPROVATI INTERVENTI PER DANNI DA CIMICE ASIATICA Nella seduta della Conferenza Stato-Regioni di ieri, 5 novembre, è stato raggiunto un accordo per la ripartizione delle risorse destinate a far fronte ai danni provocati dalla cimice asiatica. Le domande di indennizzo erano state presentate dalle imprese agricole entro il 18 luglio scorso in applicazione dell’art. 5 del D.Lgs. 102/2004. Il plafond disponibile, ammontante a complessivi 110 milioni di euro, deriva dallo stanziamento definito dalla Legge di Bilancio 2020 e dal successivo Decreto Legge

Rilancio, tale plafond è stato così assegnato: • Emilia Romagna: 63 milioni di euro • Veneto: 32,4 milioni di euro • Piemonte: 6,8 milioni di euro • Lombardia: 4,1 milioni di euro • Friuli Venezia Giulia: 3,7 milioni di euro I primi 70 milioni di euro dovrebbero essere trasferiti dal Ministero delle Politiche agricole alle Regioni entro il 31 dicembre 2020, ulteriori 20 milioni entro febbraio 2021 e la restante quota di 20 milioni entro febbraio 2022.

INAIL: POSTICIPATO IL CLIK DAY BANDO ISI 2019-2020 L’INAIL con propria specifica nota ha precisato che la pubblicazione delle regole tecniche per l’inoltro delle domande on line relative all’Avviso ISI Agricoltura è stata differita dal 10 novembre inizialmente previsto al 21 dicembre 2020; le regole tecniche per l’inoltro delle domande contengono tra l’altro, la data prevista per il clik day per cui il loro differimento comporta di fatto uno slittamento anche di tale data.

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Fauna

selvatica

Dal 3 novembre sospesa precauzionalmente l’attività venatoria: così non va bene

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FAUNA SELVATICA: RIAPRIRE LA CACCIA E INTENSIFICARE AZIONI DI CONTENIMENTO “E’ fondamentale che le azioni di contenimento della fauna selvatica continuino anche in provincia di Alessandria. Anzi, devono diventare maggiormente efficaci alla luce dell’aumento degli incidenti e dei danni provocati dai cinghiali, ma anche del rischio che questi ultimi possano diffondere epizoozie. Nonostante, infatti, il Piemonte rientri fra le cosiddette «zone rosse», gli interventi riconducibili ai piani di contenimento dei cinghiali si possono regolarmente realizzare”. E’ quanto affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo, nel commentare il provvedimento regionale che, dal 3 novembre ovvero da quando il Piemonte rientra tra le zone rosse per l’emergenza Covid, ha precauzionalmente sospeso l’attività di caccia. A seguito dei nuovi casi di Peste Suina Africana (PSA) in Germania la Commissione europea ha pubblicato la Decisione di Esecuzione (UE) 2020/1645 che inserisce alcune parti della Sassonia alla lista delle zone da cui è vietata la movimentazione di suini e materiale germinale a fini

di scambi intracomunitari fino al 31 gennaio 2021. “Proprio a fronte di questa situazione anche legata alla Peste Suina, la sospensione della caccia rischia di generare problematiche ancora maggiori che vanno ad acuire il proliferare continuo del numero di animali selvatici con l’inasprirsi delle criticità e dei rischi collegati - continuano Bianco e Rampazzo -, motivo per cui chiediamo che venga riaperta la caccia al cinghiale. Fino ad oggi, come abbiamo già evidenziato durante il Consiglio di Coldiretti Piemonte dello scorso 15 ottobre al governatore, Alberto Cirio, ed al vicepresidente, Fabio Carosso, i piani di contenimento messi in atto non sono stati sufficienti e così è insostenibile andare avanti per gli imprenditori agricoli, ma anche per i cittadini la cui sicurezza non è assolutamente preservata. Auspichiamo, quindi, che quanto prima la Regione possa fare chiarezza, in quanto la situazione venutasi a creare, già attualmente, risulta insostenibile”. Oltre a mettere a rischio la sicurezza sulle strade e intorno alle abitazioni, con un drammatico bilancio di per-

Situazione critica tra aumento degli incidenti, dei danni e rischio diffusione epizoozie dite di vite umane, gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli e sterminano gli animali allevati, ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. A fronte di ciò ed in considerazione anche della necessità di contenere il proliferare della fauna selvatica, in primis i cinghiali, le regioni Piemonte e Lombardia hanno chiesto al Governo di consentire l’esercizio di questa attività. Parallelamente la Regione, a seguito anche di un pronunciamento della Prefettura di Torino, ha ribadito che gli interventi, anche di abbattimento, riconducibili a piani di contenimento approvati e motivati da ragioni di urgenza, non costituiscono attività venatoria e sono pertanto consentiti.

COVID: PRANDINI HA INCONTRATO MATTARELLA AL QUIRINALE “Settecentoquarantamila aziende agricole e stalle restano al lavoro, nonostante le gravissime difficoltà causate della pandemia, per garantire l’approvvigionamento alimentare agli italiani in un momento drammatico per il Paese”. Lo ha dichiarato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini che insieme al segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo è stato ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “L’emergenza Covid ha dimostrato tutta la strategicità del cibo per difendere il Paese dalle turbolenze dei mercati ed è dunque necessario – ha continuato Prandini – che le risorse del Next Generation EU possano sostenere la competitività dell’agroali-

mentare italiano”. “Abbiamo illustrato al Capo dello Stato i progetti della Coldiretti che puntano all’innovazione, alla digitalizzazione, alla gestione delle risorse idriche e alla rigenerazione delle filiere produttive fino alle bioenergie” ha precisato Prandini. “Serve un piano strategico per l’internazionalizzazione necessaria per sostenere la ripresa del Made in Italy nel mondo. Siamo grati al Presidente per l’attenzione riservata alle difficoltà delle imprese e dei cittadini duramente provati dalla pandemia con l’impegno – ha concluso Prandini – nella difesa della salute e dell’interesse economico del Paese”.


Speciale

annata agraria

UNO SGUARDO GENERALE: BILANCIO TRA LUCI ED OMBRE Durante l’annata agraria 2020 il comparto agricolo, così come tutti i settori economici nazionali, sono stati pesantemente condizionati dalla pandemia da Covd-19. Il settore primario, a differenza di altri, ha potuto proseguire l’attività durante la fase del lockdown, ma non per questo è stata sottratta dalle difficoltà che hanno contraddistinto il quadro economico nazionale, europeo e globale. L’andamento climatico, inoltre, ha contribuito a compromettere la produzione di alcuni settori. Positiva è stata l’annata per la produzione di uova e per la frutticoltura, complice la scarsa produzione di alcuni principali competitor internazionali e i segnali di ripresa per le produzioni estive. In difficoltà l’intera zootecnia da carne, così come quella da latte. Torna su livelli normali la produzione corilicola, su cui grava però l’incertezza del mercato. Tutto sommato stabile l’andamento del comparto cerealicolo in termini produttivi: buoni risultati sia per il mais che per il riso, con la raccolta di quest’ultimo purtroppo condizionata anche dall’evento alluvionale di inizio ottobre. Un’annata particolare per il pomodoro da industria,

alle prese con una campagna di raccolta condizionata dall’andamento climatico, con un raccolto comunque di buona qualità. Non pienamente soddisfacente, invece, l’annata per le patate, con il segmento del fresco in difficoltà per l’elevata concorrenza nazionale ed estera; buoni riscontri, invece, per il prodotto destinato all’industria di trasformazione. Continua, invece, l’andamento negativo per la produzione apistica piemontese. Per il settore florovivaistico un’annata agraria negativa, soprattutto nella prima parte, limitata dal blocco delle vendite durante il lockdown. Per il settore vitivinicolo è stata un’annata all’insegna dell’imprevedibilità con una commercializzazione, soprattutto nella prima metà dell’annata, condizionata dal lockdown e dal blocco dell’export; una vendemmia 2020 con una produzione normale e tra il buono e l’ottimo in termini di qualità. Ancora segnali di crescita arrivano dalle produzioni biologiche. Di seguito l’analisi dettagliata dei singoli settori.

SETTORE CEREALICOLO L’annata agraria ha portato, nel settore cerealicolo, differenti risultati sulle colture principali. Per quanto riguarda i cereali autunno-vernini si sono riscontrati risultati meno soddisfacenti rispetto all’annata precedente, a causa di un autunno con abbondanti precipitazioni che hanno compromesso, in parte, la germinabilità delle colture di frumento e orzo, portando svariate aziende a

ricorrere alle risemine durante i primi mesi dell’anno. I primi tre mesi del 2020 sono stati caratterizzati da clima mite, con precipitazioni quasi assenti che hanno ostacolato l’accrestimento e lo sviluppo dei culmi, fattori fondamentali per il raggiungimento del maggior numero di spighe a metro quadro. Nel mese di marzo, in alcuni areali, causa stress manifestato dalle piante per caren-

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Speciale

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annata agraria

za idrica, si è reso necessario l’intervento con irrigazioni di soccorso. Dalla fioritura alla maturazione della granella, al contrario, si sono ripetute piogge abbondanti che hanno ostacolato l’allegagione della pianta e agevolato il proliferale di patologie fungine, quali ruggini e fusariosi, con conseguente compromissione sia della resa che della qualità delle cariossidi con una perdita produttiva del 20% rispetto ad un’annata regolare. Nonostante le varie problematiche sopracitate, per i frumenti coltivati in filiera, le qualità organolettiche delle cariossidi richieste dai mulini per la produzione delle farine panificabili, hanno dimostrato valori ap-

prezzabili, a conferma della validità di tali iniziative, nonché opportunità che garantiscono e valorizzano sia le produzioni che il lavoro degli agricoltori. Decisamente positiva l’annata del mais. I mesi di marzo ed aprile hanno permesso di effettuare semine precoci grazie a terreni in tempera. Successivamente, tra i mesi di maggio e giugno, si sono registrate precipitazioni che, su molti areali, hanno raggiunto i 300 mm permettendo uno sviluppo fisiologico ottimale, sia a livello radicale che fogliare, riducendo la necessità di interventi irrigui nelle prime fasi che anticipano la fioritura. A seguire, nel mese di luglio, le irrigazioni sono

iniziate in un’epoca in cui il mais era già con la spiga in formazione consentendo così di ridurre gli interventi, con conseguente diminuzione del costo annuo di tale pratica. Le raccolte hanno confermato produzioni elevate e superiori rispetto all’annata precedente, con ottima sanità della granella caratterizzata dall’assenza di muffe ed umidità ridotta, fattore che permette di ottenere una riduzione dei tempi delle operazioni di essicazione. Su alcuni areali del cuneese e dell’alessandrino, purtroppo a causa di avversità atmosferiche quali vento e grandine, le produzioni sono state compromesse.

SETTORE RISICOLO Con il mese di ottobre sono terminate le operazioni di raccolta del riso in tutte le province piemontesi. Il protrarsi nelle trebbiature è dovuto alle molte semine tardive che hanno contraddistinto l’annata, in particolare per il clima non favorevole durante la raccolta. Eventi atmosferici che hanno raggiunto il culmine con l’evento alluvionale interessando parte del territorio piemontese e parte del territorio lombardo. L’annata, complessivamente, è da considerarsi buona per quanto riguarda le produzioni ottenute, come pure per le rese alla lavorazione, con alcuni gruppi varietali che hanno raggiunto addirittura risultati eccellenti. Generalmente non ci sono stati particolari problemi di attacchi fungini (brusone ed elmintosporiosi) e la maggior parte delle aziende ha potuto ridurre al minimo gli interventi fitosanitari, con un unico trattamento o addirittura nessuno. Tuttavia, la coltura del riso ha dovuto convivere con un’abbondate presenza di erbe infestanti resistenti, soprattutto di giavoni, ciperacee e alisme, sfuggite ai trattamenti specifici. Si tratta di un fenomeno che si è accentuato ulteriormente rispetto allo scorso anno a causa delle resistenze sviluppatesi nel tempo e per i pochi diserbanti ora utilizzabili. Questo problema

sta diventando molto grave sino a costringere, in alcuni territori, a dover gioco forza impostare una sorta di rotazione colturale, pena la perdita grave di produzione. Nel 2020 la superficie coltivata a riso in Italia ammonta a 227.750 ettari. In crescita del 3,5% rispetto a un anno fa (con 7.723 ettari in più). Sono aumentate le coltivazioni di tondo (+24,4%), in particolare di Selenio (+23,9%), mentre stanno perdendo quota le coltivazioni di Lungo B (-19,8%). Per quanto riguarda il riso biologico, nel 2020, la superficie certificata bio è stata di 12.780 ettari, in crescita del 2,9% rispetto alla precedente annata. Il mercato, al momento, è ancora alle prime battute ma vive un clima d’incertezza a causa delle grosse oscillazioni di prezzo da un anno all’altro. I primi segnali sono comunque positivi, con la quotazione dei risoni tendenzialmente al rialzo. Continua, nel frattempo, ad arrivare in Europa prodotto d’importazione dai paesi del Sud - Est Asiatico. Il prodotto è immesso sul nostro mercato senza avere alcuna certezza di un’effettiva reciprocità per quanto riguarda gli standard qualitativi e sanitari, con il rischio di residui di sostanze attive che in Europa sono ormai proibiti da decenni.


Speciale

annata agraria

SETTORE VITIVINICOLO La vendemmia 2020 si è conclusa confermando quanto pronosticato sin dall’estate; la campagna si è rivelata all’insegna dell’imprevedibilità, sommandosi ad una situazione del mercato tenuta sotto scacco dalla pandemia. L’ampio margine di anticipo che si registrava in primavera con la ripresa vegetativa, di ben quindici giorni rispetto a una stagione normale, si perdeva in parte con i temporali di giugno, riducendolo agli inizi di settembre a una sola settimana. Le ulteriori piogge settembrine e il calo delle temperature, specie nelle ore notturne, faceva infine sfumare ogni vantaggio, riportando i tempi di maturazione a quelli di un’annata ordinaria. Il giusto caldo, insieme all’illuminazione diurna intensa e alternato al fresco notturno, ha favorito una maturazione lenta e regolare, e la conservazione della fragranza dell’uva, l’equilibrio della sua dotazione di zuccheri, l’acidità e il colore. Sotto il profilo delle rese l’annata è stata caratterizzata dall’incostanza e imprevedibilità. Dapprima si annunciavano tendenzialmente ricche, specie su talune varietà, tuttavia nelle ceste e nei tini il risultato a consuntivo è di una quantità appena normale. Ovviamente il raffronto non va fatto con la vendemmia dello scorso anno, contraddistinta mediamente

da un calo produttivo nell’ordine del 10-15%. Il 2020 passerà alla storia come l’anno del Covid, ma la vigna ha ripagato i produttori con una qualità elevata e diffusa. Tutte le varietà si sono espresse al meglio e i vini nuovi annunciano complessità di profumi, equilibrio e struttura, tali da assicurare grandi soddisfazioni ai nostri palati, anche ai più esigenti. Sempre sul filo dell’imprevedibilità, occorre analizzare il mercato e gli effetti negativi, attesi per le vendite, dovuti dalla pandemia da Covid-19. Non si può esprimere soddisfazione perché, specie all’estero,

si è invertita la tendenza di crescita verificatasi negli ultimi anni; ciò nonostante le perdite fino ad agosto si sono rivelate, per fortuna, meno pessimistiche delle previsioni iniziali. L’analisi del mercato rimane sempre di difficile lettura, a seconda delle fonti e dalle categorie e tipologie di prodotto che si prendono in considerazione. In ogni caso, nei primi otto mesi, sui mercati esteri si registra un calo intorno al 4-5% in valore. Tuttavia questo dato medio non rende giustizia a tutte quelle cantine che, a seconda della tipologia di canali di commercializzazione, segnano addirittura un - 30%. Il ca-

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Speciale

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annata agraria

nale Ho.Re.Ca. è quello che ha sofferto e sta soffrendo più degli altri e, in prospettiva, non sembra dare segnali evidenti di ripresa, considerando la seconda attuale ondata del virus. Per molte imprese la vendita diretta e l’e-commerce hanno rappresentato un buon paracadute. Quest’ultima tipologia di vendita, che in passato vedeva l’Italia in ritardo rispetto ad altri competitor este-

ri nel settore agroalimentare, nel 2020 ha segnato un balzo del 130% e nel 2021 le stime lo danno quasi raddoppiato. Certamente sta emergendo un cambiamento sostanziale della domanda interna, con una crescita del consumo familiare a scapito dei consumi extradomestici, esattamente all’opposto di quanto accadeva prima dell’emergenza. Il team dei tecnici Coldiretti ha segui-

to la stagione vegetativa nei vigneti, assicurando una puntuale consulenza. Coldiretti ha inoltre ottenuto deroghe e proroghe per fare fronte all’impatto della pandemia, richiedendo di introdurre nuovi interventi e di modificare quelli esistenti a misura della piccola e media impresa, specie per quanto attiene la promozione, leva indispensabile per la ripartenza.

SETTORE CORILICOLO

Per il comparto corilicolo il 2020 è stato, dal punto di vista produttivo, dopo due annate particolarmente critiche, positivo. Al momento non vi sono ancora dati certi in merito alla produzione complessiva, ma è plausibile che si siano raggiunti nuovamente i livelli di un’annata ordinaria. Lo scorso anno, invece, era stato caratterizzato da un raccolto nettamente inferiore, addirittura con un crollo produttivo nell’ordine del 40 - 50 % dovuta principalmente ad una forte “cascola”. Possiamo invece affermare che le nocciole raccolte in quest’ultima annata hanno una discreta/buona qualità, accompagnata da una buona pezzatura. L’inverno mite ha favorito la ripresa vegetativa, per poi passare a una primavera con frequenti precipitazioni e a una estate particolarmente calda e afosa, accompagnata da rovesci temporaleschi improvvisi e, purtroppo in alcuni casi da grandinate sparse. L’insieme di tutti questi fattori ha creato le condizioni per una buona produzione e per una raccolta iniziata addirittura con 15 giorni di anticipo ai primi di agosto. Rispetto agli anni passati si sono riscontrate anche minori problematiche legate alle cimici e in particolare a quella asiatica. Per cercare di contenere questo parassita sono in corso prove sperimentali e studi specifici. In particolare si sta percorrendo la strada della lotta biologica, mediante l’utilizzo in pieno campo di antagonisti parassitoidi locali ed esotici (ovvero non presenti in natura nel nostro ambiente). Nel corso del 2020 si è finalmente concluso l’iter ministeriale che ha autorizzato i primi rilasci in natura della “Vespa samurai” (Trissolcus japonicus), avvenuti in 100 siti sul territorio piemontese in zone naturali definite “corridoi ecologici”. Oltre a

questo parassitoide esotico, nel 2020 sono proseguiti i rilasci di esemplari di Anastatus bifasciatus, altro insetto antagonista delle cimici, già presente in commercio, in quanto spontaneamente presente in natura nel nostro ambiente e rilasciato per la prima volta in Piemonte da Coldiretti Cuneo nel 2019. Questi rilasci hanno il compito di accrescere la presenza di parassitoidi al fine di aumentare la percentuale di parassitizzazione delle uova della cimice asiatica. Dalle analisi effettuate successivamente ai rilasci è emersa la presenza anche di un terzo parassitoide presente nel nord Italia, il Trissolcus mitsokurii, sempre di origine asiatica che seppur lentamente sta contribuendo alla parassitizzazione delle ovature della cimice. Parallelamente continuano anche le prove della lotta “simbionticida” in pieno campo, sfruttando “l’effetto accessorio” di alcuni fertilizzanti fogliari da parte dell’Università di Torino, con risultati molto incoraggianti. Per tutta la stagione agraria inoltre sono continuati i monitoraggi dei tecnici Coldiretti mediante frappage alle prime ore dell’alba per verificare la presenza delle cimici e all’installazione di trappole per il monitoraggio degli spostamenti e della presenza sul territorio degli adulti e dei giovani della cimice asiatica. Tuttavia, a fronte di buoni risultati in campo, sin dalle prime battute della campagna di commercializzazione il mercato non ha dato ai produttori le risposte attese dopo due annate complicate. Se la scarsità del raccolto 2019 aveva portato a un aumento dei listini, nettamente superiori a quelli dell’annata precedente, le prime quotazioni del prodotto 2020 hanno segnato un tonfo significativo del prezzo.


Speciale

annata agraria

SETTORE APISTICO L’annata apistica 2020 conferma l’andamento negativo che interessa il settore in questi ultimi anni. Le ormai consuete anomalie climatiche che interessano questo ultimo decennio hanno determinato l’ennesima scarsa produzione di miele, con una media produttiva per alveare che si aggira sui 15/20 kg. Le produzioni medie che si registravano 10 anni fa si attestavano sui 40 kg/alveare; oggi, a fronte di una ridottissima produzione, l’apicoltore deve ricorrere ad interventi di nutrizione per soccorrere le colonie in deficit alimentare anche durante la stagione produttiva; quest’aspetto aggrava ulteriormente l’economia di un settore in piena crisi. Le produzioni di inizio primavera, con i mieli di tarassaco e ciliegio, si attestano sui 5 kg medi per alveare, numeri che rientrano nella normalità per le raccolte di aprile, caratterizzate da alveari ancora poco popolosi e condizioni climatiche instabili. Nel mese di maggio il raccolto dell’acacia si mantiene sulle pessime medie delle scorse stagioni, attestandosi sui 5kg e per giunta con caratteristiche più simili ad un millefiori. Solo la produzione estiva del castagno o del millefiori di alta montagna raggiunge un livello di sufficienza con 10/15 kg di miele per alveare.

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Registriamo, inoltre, la quasi completa assenza di melata, importante produzione estiva che interessa i mesi di luglio e agosto. Solo la fioritura dell’edera, priva d’interesse commerciale nel mercato dei mieli e caratteristica di fine agosto e settembre, ha offerto una produzione di nettare e polline ottimale, consentendo alle colonie di api di rinforzarsi prima del difficile periodo invernale. Si aggrava quindi la crisi del settore apistico, mettendo a rischio la sopravvivenza di un comparto,

che riveste del mondo agricolo un ruolo determinante per l’impollinazione delle colture agrarie e il mantenimento della biodiversità. Unica nota positiva è rappresentata da un rinnovato interesse dei consumatori per il miele italiano, che ha determinato un rialzo dei prezzi sul mercato rispetto allo scorso anno, anche se insufficiente a rianimare il settore vista la penuria di prodotto. (fine prima parte continua sul prossimo numero)


Quaderno

di campagna

ADEMPIMENTI: È FONDAMENTALE GESTIRE CORRETTAMENTE IL QUADERNO DI CAMPAGNA 24

Il Quaderno di Campagna Particolare attenzione dev’essere posta nella gestione degli obblighi di condizionalità, quali ad esempio la corretta gestione dell’armadietto dei prodotti fitosanitarie la detenzione dei Registri aziendali (Quaderno di Campagna, Registro dei fertilizzanti,ecc.), per i quali occorre controllarne la corretta compilazione e aggiornamento. Il Quaderno di Campagna è un adempimento normativo obbligatorio per tutte le aziende agricole che vendono i propri prodotti sui vari canali commerciali aziendali e che utilizzano prodotti fitosanitari per la difesa delle proprie colture agrarie. Il Quaderno di Campagna può essere pertanto paragonato alla “carta d’identità” delle produzioni aziendali, il documento da cui si possono e si devono ricavare tutti i dati sul processo produttivo seguito dall’azienda agricola per produrre quel determinato prodotto fresco o lavorato. Tale Quaderno è un registro informatico o cartaceo, al cui interno si devono trovare: • identificazione dell’azienda (anagrafica aziendale); • suddivisione delle colture aziendali in ettari e suddivisione dei lotti aziendali (ad esempio un’azienda che coltiva 50 ettari di mais dovrà suddividere tra mais da insilato e da granella e le varie semine effettuate su tutti i 50 ettari); • indicazione delle fasi fenologiche delle colture aziendali (semina, trapianto, fioritura e raccolta); • indicazione di ogni trattamento effettuato, specificando dove è stato effettuato, il prodotto fitosanitario uti-

lizzato, la quantità di prodotto utilizzato e il motivo (avversità) per cui è stato utilizzato. Il Quaderno si può compilare mantenendo i lotti separati (scelta molto consigliata) oppure cronologicamente specificando sempre molto bene la superficie su cui sono state effettuate le operazioni in campagna. Il Quaderno deve sempre essere aggiornato e presente in azienda; dev’essere compilato direttamente dal titolare aziendale, se del caso richiedendo la consulenza per la compilazione, con l’accortezza di segnalare il trattamento al massimo entro 30 giorni dalla sua effettuazione (entro 7 giorni per le aziende aderenti alla lotta integrata del PSR, Misure 10.1.1 e 11.1). L’obbligo di detenzione in azienda è di tre anni e occorre anche tenere copia delle fatture di acquisto dei prodotti fitosanitari acquistati. È obbligatorio che il Quaderno sia firmato dal titolare aziendale oppure da chi ha eseguito i trattamenti fitosanitari (contoterzista oppure dipendente/famigliare), in quanto chi ha effettuato il trattamento (che dev’essere in possesso del cosiddetto “patentino”) è responsabile del trattamento. In ogni caso, soltanto chi è in possesso del patentino può acquistare, trasportare, miscelare, effettuare il trattamento e poi smaltire la confezione del prodotto fitosanitario. Diventa così fondamentale che il dato registrato sia l’equivalente di quanto si ha ancora in azienda (giacenze) oppure prodotto tra i rifiuti pericolosi (contenitori esausti); per questo motivo è fondamentale

Novembre è il mese in cui si portano a termine gran parte delle attività produttive e si apre la stagione delle operazioni di preparazione per le attività della prossima campagna agraria. ed obbligatorio avere un luogo/armadio in cui contenere i prodotti fitosanitari e contenitori per lo stoccaggio dei rifiuti aziendali che devono essere smaltiti annualmente tramite apposite ditte autorizzate. I prodotti fitosanitari devono obbligatoriamente essere detenuti in un luogo/armadio chiuso a chiave, lontano dalla portata dei bambini e di chiunque non sia in possesso del patentino. La dimensione del luogo di stoccaggio deve essere scelta sulla base della dimensione aziendale e dei quantitativi di prodotti acquistati. L’armadio dev’essere in materiale ignifugo, chiuso a chiave o con lucchetto, avere vasche di contenimento per eventuali perdite/fuoriuscite, essere sistemato in un luogo sicuro e lontano da fonti di calore, adeguate aperture per l’aerazione e segnalato da apposita cartellonistica di pericolo. Per info su patentino fitosanitario contattare la Segreteria INIPA (0131.235891 int.622), mail alessandria@inipanordovest.it

REGISTRATORE TELEMATICO

Obbligo dal 2021, installare l’apposito dispositivo per evitare sanzioni Si ricorda che dal 1° gennaio 2021 è obbligatorio memorizzare e trasmettere telematicamente i corrispettivi giornalieri all’Agenzia delle Entrate tramite l’utilizzo di un “registratore telematico”. Si invitano pertanto i soggetti obbligati a dotarsi e ad installare l’idoneo dispositivo. Sono interessati da questa disposizione tutti coloro che devono certificare le operazioni attive poste in essere con soggetti privati. Sono pertanto obbligati gli imprenditori agricoli

in regime normale IVA, tutte le imprese agrituristiche, tutte le imprese che prestano servizi connessi all’attività agricola, tutte le imprese (anche in regime forfettario Iva) che trasformano i propri prodotti aziendali e/o che commercializzano prodotti di terzi nei limiti di cui all’art. 2135 del codice civile. Sono invece escluse le imprese in regime di esonero o in regime forfettario ai sensi dell’art. 34 del Dpr 633/’72 che vendono a privati solo prodotti agricoli non trasformati della propria azienda.


Coltiva

la salute

COLTIVA LA TUA SALUTE TEMA DEL MESE:

LA RIEDUCAZIONE RESPIRATORIA

La Rieducazione Respiratoria è la terapia di supporto indicata in quasi tutte le patologie dell'apparato respiratorio, quali: bronchite cronica ostruttiva, asma bronchiale, enfisema polmonare, insufficienza respiratoria, bronchiectasia, fibrosi polmonare, cifoscoliosi, sclerosi laterale amiotrofica, apnea ostruttiva notturna. La Rieducazione Respiratoria è finalizzata ad aumentare l’autonomia della capacità funzionale respiratoria nel Paziente, favorendo il ripristino dei meccanismi fisiologici di pulizia delle vie respiratorie. La Rieducazione Respiratoria è rivolta a bambini, adolescenti, adulti e anziani e può essere indicata: - In fase pre-operatoria: per preparare Pazienti a rischio (soggetti anziani, fumatori, obesi, affetti da precedenti malattie respiratorie) a interventi chirurgici programmati in chirurgia toracica e chirurgia dell’addome - In fase post-operatoria: per interagire con le cure mediche, accelerando i processi di risoluzione delle affezioni respiratorie acute e limitando i danni delle patologie croniche. La Rieducazione Respiratoria prevede Esercizi di:  Coordinazione respiratoria: per insegnare a respirare correttamente, sfruttando al meglio i movimenti, al fine di compiere il minor lavoro possibile  Respirazione diaframmatica: per riallenare i muscoli respiratori, migliorandone la forza e la resistenza, al fine di aumentare il livello di ventilazione e la resistenza allo sforzo fisico  Fisioterapia toracica: per rimuovere l'eccesso di secrezioni delle vie aeree, riducendo la resistenza al flusso aereo e il lavoro respiratorio e migliorando l'ossigenazione (aerosol terapia, drenaggio autogeno, drenaggio posturale)  Ricondizionamento fisico: per aumentare il metabolismo della muscolatura scheletrica. Gestione Crisi Asma Bambini Nell'ambito dell'attività di Rieducazione Respiratoria, è attivo un percorso dedicato alla gestione delle crisi d'asma dei bambini da parte dei genitori, che vengono istruiti sulle modalità da mettere in atto per prevenire ed affrontare in modo corretto ed efficace il verificarsi di queste situazioni. www.gruppocdc.it

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Patronato Epaca

IN ARRIVO LE ISTRUZIONI INPS SULL’ESONERO CONTRIBUTIVO Il budget disponibile per il 2020 è di 426,1 milioni. Ecco i settori per i quali si applica l’agevolazione dalla coltivazione di cereali all’allevamento alla ristorazione. 26

Dopo la pubblicazione del decreto interministeriale in Gazzetta Ufficiale il 20 ottobre, l’Inps emana una circolare con modalità e istruzioni per la presentazione delle domande per accedere all’esonero straordinario dal versamento dei contributi previdenziali assistenziali a carico dei datori di lavoro, dovuti per il periodo dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020. Si tratta del decreto del Ministro del Lavoro di concerto con i ministri delle Politiche agricole e delle Finanze che attua l’art. 222, comma 2, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 con le misure per il rilancio delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole, dell’allevamento, dell’ippicoltura colpite dall’emergenza Covid 19. Il budget disponibile per il 2020 è di 426,1 milioni. Il decreto spiega che i versamenti della contribuzione riferita ai periodi retributivi oggetto dell’esonero già scaduti e non ancora versati, sono sospesi fino alla data di definizione delle domande. Se i contributi relativi al periodo considerato (1° gennaio-30 giugno 2020) sono stati già versati possono essere compensati con i contributi futuri a carico del datore di lavoro. I settori per i quali si applica l’agevolazione sono: coltivazione di cereali, coltivazioni agricole associate all’al-

levamento animale e attività mista, coltivazione di spezie, piante aromatiche e farmaceutiche, coltivazione di fiori in piena aria e in colture protette, coltivazione di uva, coltivazione di altre colture permanenti (inclusi gli alberi di Natale), riproduzione di piante, allevamento di bovini e bufale da latte, produzione di latte crudo, allevamento di bovini e bufalini da carne, allevamento di cavalli e altri equini, allevamento di cammelli e camelidi, allevamento di ovini e caprini, allevamento di suini, pollame, conigli, animali da pelliccia, altri animali, bachicoltura, apicoltura, pesca in acque marine e lagunari e servizi connessi, in acque dolci e servizi connessi, acquacoltura in acqua di mare, salmastra o lagunare e servizi connessi, in acque dolci e servizi connessi, commercio all’ingrosso di sementi e alimenti per il bestiame (mangimi), piante officinali, semi oleosi, patate da semina, commercio all’ingrosso di fiori e piante, commercio al dettaglio di fiori e piante, commercio al dettaglio ambulante di fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti, servizi di gestione di pubblici mercati e spese pubbliche, attività di ristorazione connesse alle aziende agricole, attività di alloggio connesse alle aziende agricole, cura e manutenzione del paesaggio inclusi parchi giardini e aiuole.

ESONERI UNDER 40: PRECISAZIONI INPS PER CHI HA GIÀ VERSATO Pubblicato un messaggio Inps con le precisazioni relative ai lavoratori autonomi agricoli sul pagamento della prima rata ed emissione del nuovo “Dettaglio F24 Esercizio: 2020” a seguito del riconoscimento del beneficio dell’esonero under 40. L’Inps spiega che il contribuente che abbia versato l ‘importo elaborato prima della concessione dell’esonero può compensare l’eccedenza tra l’importo versato e quello indicato nel prospetto rielaborato con quanto deve versare per le successive rate. Per richiedere la compensazione è necessario inviare alla Struttura territoriale di riferimento la specifica istanza disponibile nella “Comunicazione Bidirezionale” del “Cassetto previdenziale Autonomi in Agricoltura” denominata: Compensazione versamento in eccesso rata Emissione 2020 a seguito riconoscimento esonero under 40”.


Patronato Epaca

Grazie all’assistenza del Patronato Epaca i primi riconoscimenti e indennizzi

INFORTUNIO SUL LAVORO DA INFEZIONE DA CORONAVIRUS Con le disposizioni introdotte la scorsa primavera in piena emergenza sanitaria dovuta alla prima ondata di contagi, l’Inail ha esteso la tutela infortunistica ai lavoratori che hanno contratto l’infezione da COVID-19 sul posto di lavoro. Viene, quindi, riconosciuto e di conseguenza indennizzato come infortunio sul lavoro il contagio da coronavirus avvenuto durante lo svolgimento della attività lavorativa. Per accertare il diritto all’indennizzo l’Inail ha stabilito due criteri. Il criterio della “presunzione” utilizzato prevalentemente per il riconoscimento degli infortuni del personale medico e della sanità che “presume” che l’infezione è stata contratta nell’ambiente di lavoro. Il criterio “dell’onere della prova” utilizzato per le altre categorie di lavoratori dipendenti ed autonomi, tra i quali rientrano i Coltivatori Diretti, che devono dimostrare e documentare che il contagio è avvenuto mentre svolgevano l’attività lavorativa. I Coltivatori Diretti hanno continuato a lavorare senza interruzioni anche nel periodo di massima emergenza e di chiusura totale del paese assicurando la produzione e la fornitura dei prodotti alimentari alla collettività. Questo li ha anche esposti al rischio di contagio tant’è che alcuni casi di contagio da coronavirus si sono registrati, in provincia, anche tra i coltivatori diretti. Una volta venuto a conoscenza dei casi il Patronato EPACA è intervenuto per fornire l’assistenza necessaria e per inoltrare le denunce di infortunio seguendo poi passo a passo l’iter amministrativo e medico-legale della pratica. Attraverso una meticolosa e documentata ricostruzione dei viaggi e dei contatti di lavoro avuti nei giorni precedenti il contagio e stato possibile, per alcuni casi, dimostrare, in sede di contenzioso medico-legale, che il contagio da COVID-19 è avvenuto in occasione di lavoro e questo ha portato, al riconoscimento dell’infortunio. E’, quindi importante sia per la propria sicurezza sia per documentare all’Inail, in caso di presentazione della denuncia di infortunio, che l’infezione è avvenuta in occasione di lavoro, tenere “tracciati” gli spostamenti e i contatti di lavoro conservando la documentazione (scontrini vari, documentazione di consegna prodotti, pedaggi auto-

stradali, ecc.) per evitare che una parziale o insufficiente descrizione delle attività lavorative svolte, possa dar luogo al mancato riconoscimento dell’infortunio stesso. In caso di contagio per avere tutti i chiarimenti necessari e per avere l’assistenza medico-legale si invitano gli associati a rivolgersi agli Uffici Epaca.

L’infezione da Covid-19 è riconosciuta infortunio sul lavoro

COSA FARE SE SI È STATI CONTAGIATI DA COVID-19?

Rivolgersi agli Uffici Epaca – con tutta la documentazione medica del caso - per verificare la possibilità di inoltrare la denuncia di infortunio. Per l’inoltro della denuncia di infortunio invitiamo gli associati, sia per la loro sicurezza, sia per documentare all’Inail che l’infezione è avvenuta in occasione di lavoro a tenere “tracciati” gli spostamenti e le attività che vengono svolte nei prossimi giorni conservando, ad esempio: gli scontrini di pedaggio autostradale (per viaggi effettuati per lavoro),le fatture, le ricevute, gli scontrini, ecc. rilasciati per acquisti di attrezzature e/o prodotti agricoli di qualsiasi genere necessari per lo svolgimento della attività; i documenti di consegna merci ai fornitori ogni altra documentazione utile a dimostrare gli spostamenti, le attività di lavoro svolto, i contatti avuti con ad es. fornitori, con rappresentanti, con grossisti, con clienti, ecc.

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Attualità

UNA PROGETTUALITÀ DI FILIERA INNOVATIVA PER PRODUZIONI 100% MADE IN PIEMONTE 28

Boom per “Gran Piemonte”, arrivato a 300mila quintali di frumento tenero “Gran Piemonte“ è realtà con l’arrivo a 300 mila quintali di frumento tenero, ovvero circa 5 mila ettari seminati. E’ quanto afferma Coldiretti Piemonte che, con il Consorzio Agrario del Nord Ovest, ha lanciato questo progetto di filiera, nello scorso mese di agosto, con l’obiettivo di rilanciare il comparto del frumento tenero piemontese. Il Piemonte è particolarmente vocato alla produzione di frumento tenero con una superficie di circa 84 mila ettari tra tutte le province, da quella di Alessandria con oltre 34 mila ettari e più di 2 milioni di quintali di produzione a quella di Torino con 19500 ettari e più di 1 milioni di quintali, da Cuneo con 17 mila ettari

e 934 mila quintali ad Asti con oltre 9 mila ettari e 540 mila quintali fino alle province del Piemonte orientale con 4 mila ettari e 240 mila quintali. “Il territorio alessandrino ha accolto con entusiasmo questa nuova sfida, abbiamo voluto scommettere su questa progettualità innovativa e, grazie alle imprese che ci hanno creduto, ora possiamo concretamente vedere il frumento seminato nei campi di tutte le province piemontesi che durante l’inverno verrà curato in varie fasi fino poi ad arrivare alla trebbiatura – spiegano Mauro Bianco e Roberto Rampazzo, Presidente e Direttore Coldiretti Alessandria -. Diventerà l’ingrediente fondamentale di ottimi lievitati, di pane e di prodotti da forno ve-

Seminati circa 5mila ettari diventerà l’ingrediente principe di ottimi prodotti da forno ramente 100% Made in Piemonte e preparati da agroindustrie nazionali del settore dolciario. Ancor più in questo momento storico, in cui la pandemia ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza, è necessario investire sui progetti di filiera che garantiscono la tracciabilità ai consumatori e una prospettiva di reddito alle imprese”.

Aziende agricole con dipendenti, fornitura gratuita mascherine chirurgiche Il Comitato di Gestione dell’E.B.A.A., l’Ente Bilaterale Agricolo della Provincia di Alessandria di cui fa parte anche Coldiretti, nel periodo di emergenza sanitaria, ha deliberato di fornire gratuitamente per l’anno 2020, n. 20 mascherine chirurgiche per ogni dipendente agricolo/florovivaista. Ora, stante la ripresa e il perdurare dell’emergenza epidemiologica da Covid, E.B.A.A mette a disposizione delle aziende agricole/datori di lavoro ulteriori mascherine. La richiesta deve essere presentata dall’Azienda all’E.B.A.A. di Alessandria, a mezzo

del Modello DPI COVID che potete ottenere (anche via mail) chiedendolo agli Uffici Zona Coldiretti. Le aziende, se ancora non l’hanno fatto, sono invitate ad inoltrare il modulo in quanto il Comitato di Gestione ha prorogato al 31 dicembre 2020 la data utile per la presentazione, dando anche la possibilità di presentare un secondo e un terzo modulo, come deliberato nella seduta del 29 ottobre 2020 dal Comitato. Per ulteriori informazioni e invio dei moduli gli uffici Coldiretti Alessandria sono a disposizione.

AUMENTATE LE RISORSE PER L’OPERAZIONE 4.1.1 BANDO 2020 In relazione al Bando 2020 dell’Operazione 4.1.1 (Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole – interventi a seguito dell’emergenza pandemica Covid-19) con D.G.R. n. 30-2220 del 06/11/2020 è stato approvato un incremento delle risorse pari a € 3.235.986,63 che porta la dotazione complessiva dell’intervento a € 5.235.986,63, così suddivisi: • € 3.524.121,43 per le aree di pianura e collina; • € 1.711.865,20 per le are di montagna. A seguito dell’aumento delle risorse, con D.D. n. 792 del 12/11/2020 sono state approvate le nuove graduatorie. - Nelle aree di pianura e collina le nuove domande ritenute ammissibili e finanziabili sono 74, quelle con punteggio di priorità 14 punti o superiore; in tali aree, le domande comples-

sivamente ritenute ammissibili e finanziabili sono 152 stante le 78 relative alla prima approvazione della graduatoria e le 74 approvate con la nuova determina, sul totale delle domande presentate sono ancora 348 le domande ammissibili ma non finanziabili. - Nelle aree di montagna le nuove domande ritenute ammissibili e finanziabili sono 61, quelle con punteggio di priorità di 5 punti o superiore, complessivamente le istanze ritenute ammissibili e finanziabili sono 95 stante le 34 relative alla prima approvazione della graduatoria e le 61 ammesse con la nuova graduatoria; in area montana tutte le domande di sostegno presentate hanno trovato copertura finanziaria. Per tutte le istanze ammissibili e finanziabili è prevista la relativa fase di istruttoria.


Consigliere Ecclesiastico

PIU’ FORTI DEL VIRUS Charles de Foucauld (fratel Carlo di Gesù) religioso, esploratore e santo, nato nel 1858 a Strasburgo e morto assassinato il 1° dicembre 1916 a Tamanrasset (Algeria). Benedetto XVI lo beatificò il 13 novembre 2005. Padre Andrea Mandonico, della società delle missioni africane e vice postulatore della causa di beatificazione di fratel Carlo di Gesù, scrive: “ho l’impressione che frère Charles sia più famoso che conosciuto...” Fratel Carlo, il 1° dicembre 1916, poche ore prima di essere assassinato, scrisse in una lettera indirizzata alla cugina, che tanta parte ebbe nella sua conversione, Maria de Bondy: “quando si può soffrire e amare si può molto, si può il massimo che è possibile in questo mondo. Si sente che si soffre, ma non si sente sempre che si ama... ma il buon Dio non respingerà chi va a Lui”. Rileggendo questa lettera ho pensato a tutte le sofferenze

che ci stanno piovendo addosso. Se siamo chiamati a soffrire – siamo tutti impauriti, fragili, frastornati, senza certezze, colpiti nella relazione – siamo chiamati anche ad amare. Siamo chiamati a rendere feconda anche la sofferenza. Se ci viene chiesto il distanziamento per tutelare la salute, siamo però chiamati a condividere le prove e affrontarle uniti spiritualmente. Chi è garantito materialmente non può assolutamente abbandonare chi ha perso tutte le sicurezze. Soffrire si, ma amare. Anche la prova ci farà crescere e impareremo che l’amore vince sempre. I santi non passano mai sulla terra senza lasciare tracce. E non ci ferma neppure il virus, perchè ritroveremo solo quello che avremo donato. Come ci insegna il beato fratel Carlo di Gesù Don Ivo Piccinini

L’emergenza ha annullato il “Grazie” provinciale

“L’ACQUA, BENEDIZIONE DELLA TERRA” E’ questo il tema del 2020 che unisce tutte le Giornate dedicate al Ringraziamento. Un messaggio dedicato all’acqua: un dono, il primo fra tutti, che deve indurci a ringraziare Dio, “dal momento che tale imprescindibile risorsa rappresenta la vita che continua a vivificare”. Riflettere sull’acqua significa andare “alle radici della nostra convivenza sociale”, un tema di grande attualità per il nostro tempo: la vera sfida è fare in modo che l’acqua non venga sprecata e non diventi un problema, come spesso è avvenuto nella storia. Purtroppo l’emergenza sanitaria in corso impone lo

stop a manifestazioni e momenti di aggregazione e pertanto abbiamo dovuto annullare quanto Coldiretti Alessandria aveva programmato per celebrare il suo “Grazie dei Campi”, un appuntamento che ogni anno coinvolge imprenditori agricoli e famiglie, una ricorrenza fatta di sentimento, condivisione e riflessione al termine dell’annata agraria. Confidando di lasciarci presto alle spalle questa difficile crisi, fortificati nella fede e nella carità fraterna, l’appuntamento per dire “Grazie” sarà al 2021.

La Federazione Provinciale di Coldiretti Alessandria, in particolare la Zona di Alessandria, esprime sentite condoglianze alla famiglia Marchisio per la scomparsa del caro

La Federazione Provinciale di Coldiretti Alessandria, in particolare la Zona di Novi Ligure, è vicina a Stefano e Marco Moro per la perdita della cara mamma

Socio di Bergamasco

Fondatrice dell’azienda agricola “Da Pina”

Pietro

Giuseppina Grosso

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Mercatino

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