EDITORIALE “Dove inizi sul mercato non è dove devi rimanere.” Jim Rohn
Internazionalizzazione. Riteniamo strategico facilitare la rete di scambi tra le imprese più sviluppate e strutturate nel mondo. Siamo convinti che attraverso la condivisione di asset e competenze si possano creare opportunità di business e di sviluppo specialmente in un mercato a forte vocazione internazionale. Gli investitori sono in cerca di qualcosa di più di una buona idea, vogliono entrare in un sistema che funzioni nel tessuto imprenditoriale reale: il franchising? Una formula di successo, in Italia e all’estero? Di sicuro continua a crescere ed è in crescita anche la presenza dei franchisor italiani all’estero. Se, oltre alle buone idee, necessita anche un sistema che funzioni nel tessuto imprenditoriale il franchising e i sistemi a rete propongono modelli di business consolidati per gli imprenditori che possono entrare a far parte di gruppi affermati in grado di mettere a disposizione dei franchisee esperienza, forza del brand, indirizzando così a risultati economici interessanti. Ma sicuramente il sistema franchising ha bisogno di un maggiore supporto anche sul fronte dell’internazionalizzazione. E se una parte di franchisor è interessata a sbarcare fuori confine è anche, però, spaventata per la mancanza dei servizi necessari ad intraprendere con successo l’avventura. Il problema attuale per i retailer italiani che vogliono svilupparsi all’estero non è quello della ricerca della location, ma è quello di trovare dei Master con esperienza nel mercato di riferimento. Quindi bisogna concentrarsi su questo aspetto promuovendo incontri b2b con imprenditori che vogliono investire nel Made in Italy, con aziende realmente italiane e presenti sul territorio nazionale, creando gruppi o consorzi di operatori che assieme si presentino nel mercato estero sfruttando al massimo le sinergie. La conoscenza e la divulgazione di informazioni quindi diventa fondamentale. Noi di AZ da sempre abbiamo creduto nella conoscenza e nell’informazione, come elemento determinante per lo sviluppo. In una informazione di qualità, obiettiva, ma soprattutto di approfondimento perché gli imprenditori che decidono di investire o i Master sono molto preparati e soprattutto molto esigenti. A loro necessita una informazione fatta di inchieste, di ricerca nel settore. E, se è vero che le opportunità sono molte è altrettanto vero che è necessario conoscerle creando l’occasione giusta per tanti aspiranti imprenditori di prendere in considerazione meglio il settore e le aziende di successo che vi operano da anni. Basta tutto questo? È importante… ma comunque non bisogna trascurare anche un altro aspetto determinante per lo sviluppo: serve un maggiore sostegno, da parte degli organi competenti, diretto alle imprese.
Fabio Pasquali Direttore responsabile f.pasquali@azfranchising.it
Aprile 2019
FOCUS
16 Tutto sull’arredo tra tradizione e innovazione
COMUNICAZIONE 70 Le potenzialità del marketing omnicanale
FINANZA & LEGALE
74
Performance e controllo della rete
OCCHIO ALLA LEGGE
34 “Ho scelto Piazza Italia perchè offre garanzie di successo”
80
L’inosservanza del patto di esclusiva può essere causa di nullità del contratto
SPECIALE
NOTE LEGALI
36
I trend 2019 per migliorare la produttività
84
La tutela dei segni distintivi del franchisor
EVENTI
48
Ritorna Mapic Italy e Mapic Food
LA PROPOSTA
30
Primigi soddisfa ogni esigenza
32 Mondadori Retail: una scelta consapevole
MARKETING
2
54
Come pubblicizzare il proprio brand attraverso i video
MARKETING EVENTI
56
Field marketing, quando il retail diventa format
TECH RETAIL
62
Retail: in store o back store…
NEW CONCEPT
66
Un punto di incontro dove si fa vendita
14 44
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INVESTI NEL BUSINESS. VESTI IL SUCCESSO. AFFILIATI ALLA PIU’ GRANDE CATENA ITALIANA DI CALZATURE, BORSE E ACCESSORI FASHION PER DONNA CENTINAIA DI PRODOTTI RIASSORTITI SETTIMANALMENTE OGNI COLLEZIONE E’ COMPOSTA DA CENTINAIA DI REFERENZE RIASSORTITE SETTIMANALMENTE IN BASE AL VENDUTO. I COSTI DI CONSEGNA/RITIRO DEI PRODOTTI PRESSO IL PUNTO VENDITA SONO A CARICO DI PRIMADONNA. MARGINE GARANTITO NESSUNA ROYALTY O QUOTA D’INGRESSO È RICHIESTA. IL MARGINE GARANTITO È FISSO E COSTANTE TUTTO L’ANNO ANCHE DURANTE IL PERIODO DI SALDI O DI PARTICOLARI PROMOZIONI. PRIMADONNA ACADEMY UNA VERA SCUOLA PENSATA E GESTITA PER TRASFERIRE, MEDIANTE CORSI DI FORMAZIONE OBBLIGATORI PER IL PARTNER ED IL SUO PERSONALE DI VENDITA, LE PRATICHE E LE CONOSCENZE COMMERCIALI INDISPENSABILI PER AVERE SUCCESSO. ASSISTENZA CONTINUA L’ASSISTENZA AL PARTNER INIZIA DALLA FASE DI SCELTA DELLA LOCATION E CONTINUA NELLE FASI DI PREAPERTURA ED APERTURA RESTANDO COSTANTE GRAZIE A VISITE PERIODICHE. FORMULA CONTO VENDITA NESSUNA PREOCCUPAZIONE DI RIMANENZE! LA MERCE RESTA DI PROPRIETÀ DI PRIMADONNA SINO ALLA VENDITA AL CLIENTE FINALE. IL PARTNER PAGA SOLO LA MERCE EFFETTIVAMENTE VENDUTA RIDUCENDO AL MINIMO IL RISCHIO D’IMPRESA, ANCHE IN PERIODO DI SALDI E PROMOZIONI.
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CLAUDIO ALESSI È IL NUOVO PRESIDENTE BATA EUROPE Claudio Alessi assume la carica di Presidente Bata Europe, la responsabilità diretta della gestione di Bata Western-Europe ed entra a far parte del Bata Executive Committee. Dopo aver gestito per oltre dieci anni un network di store Bata come franchisee, è entrato nell’organizzazione Bata nel 2001 e ha ricoperto numerosi ruoli con crescente responsabilità nel mondo fino al 2013: Retail Manager di Bata Thailandia e di Bata Indonesia, Managing Director di Bata Thailandia, di Bata Iberia e del Centro Sviluppo Prodotto Europa e Franchising Director per l’Europa. Dal 2013 al 2018 è stato Managing Director di Bata Colombia gestendo con risultati costantemente alti e migliorativi oltre 300 store e creando una solida struttura organizzativa, fulcro del brand nel continente Sudamericano. Da gennaio 2019 è Presidente Bata Europe e coordina tutte le business units Bata in Europa: Italia, Rep. Ceca, Slovacchia, Svizzera, Spagna e Franchising (domestico e internazionale).
Claudio Alessi
CIOCCOLATITALIANI APRE IN BAHRAIN E ALBANIA
Cioccolatitaliani - © Marco Varoli 2017
Continua l’espansione di Cioccolatitaliani, il format completamente dedicato al culto del cioccolato nato a Milano nel 2009 da un’idea dell’imprenditore Vincenzo Ferrieri, con l’inaugurazione di due nuovi punti vendita in Bahrain e Albania. Il gruppo conferma così la volontà di essere protagonista nei mercati esteri oggi decisivi per il successo del food retail a firma italiana. La famiglia Ferrieri, tuttora proprietaria unica di Cioccolatitaliani, ha saputo intercettare in anticipo sui tempi le enormi potenzialità dei food format di qualità. E in 10 anni ha sviluppato una rete di 37 punti vendita in Italia e nel mondo, tra diretti e franchising, esportando un modello vincente basato su un’offerta innovativa e supportato da una visione imprenditoriale lungimirante.
NASCE IBL FAMILY E ENTRA NEL GRUPPO BANCARIO IBL BANCA IBL Banca perfeziona l’operazione che la porta a detenere il 70% di Finanziaria Familiare S.p.A che cambia denominazione sociale in IBL Family S.p.A ed entra a far parte del gruppo bancario italiano IBL Banca, leader di mercato nei finanziamenti con cessione del quinto e con una storia ed un’esperienza di oltre novanta anni nel settore. IBL Family S.p.A sintetizza nel nome la mission strategica di essere al fianco delle famiglie. La Società potrà ora contare sulla cultura aziendale e sul supporto sinergico del gruppo bancario IBL Banca. In parallelo, Tecnocasa Holding S.p.A mantiene una partecipazione significativa del 30% in IBL Family S.p.A., che, con un nuovo nome, continuerà ad essere attiva, con ancora maggior forza, nel settore del credito alle famiglie e in particolare nel comparto della cessione del quinto dello stipendio e della pensione. 4
Mario Giordano IBL Banca e Oreste Pasquali Tecnocasa
NESTLÉ ITALIA, A MANUELA KRON LA DIREZIONE MARKETING CONSUMER COMMUNICATION Manuela Kron, Direttore Corporate Affairs del Gruppo Nestlé in Italia, assume anche la direzione della funzione Marketing Consumer Communication con un focus particolare sull’E-business. Con il nuovo incarico, Manuela dirige un team di circa 50 professionisti con l’obiettivo di sviluppare piani integrati di comunicazione, finalizzati al raggiungimento dei target di business. Manuela è entrata in Nestlé nel 2007 e, nel percorso professionale all’interno del Gruppo, ha saputo guidare con energia e innovazione il team a lei affidato, mantenendo sempre uno sguardo attento al mondo digitale e alle nuove richieste del mercato. Manuela ha alle spalle anche una solida esperienza nel marketing maturata in precedenti ruoli di Direzione Marketing e sviluppo di nuovi prodotti all’interno di aziende multinazionali.
Manuela Kron
SCATTA IL FRANCHISING PER I CAF Benvenuti nell’era del reddito di cittadinanza e scatta il business che ruota attorno ai Caf, i centri di assistenza fiscale che si occupano anche di raccogliere le pratiche per il reddito. Siccome però aprirne uno per la legge non è così semplice bisogna essere un sindacato allora ecco che scatta la corsa all’affiliazione: il trucco è agganciarsi a un centro già esistente e il gioco è fatto. Una sorta di franchising. Si diventa sportello, o punto di raccolta, che non è un centro vero e proprio ma ha a disposizione il software e il meccanismo della casa madre, tutto senza grandi spese e con guadagni sulle pratiche. A vedere gli annunci sul web l’idea è venuta a molti. Anche a chi si propone per l’affiliazione.
PRIMADONNA SBARCA A TEHERAN Partita dalla Puglia, ora ha quasi 400 negozi in tutto il mondo, da Ràtna a Parigi, da Palma di Maiorca fino, a breve, a Teheran. È una storia in crescendo quella di Primadonna Collection, nata a Bitonto, in provincia di Bari, nel 2001, da un’idea dell’imprenditore Valerio Tatarella, che proviene da una famiglia con cinquant’anni di attività nel settore delle calzature. Una delle scommesse vinte dall’azienda è quella del franchising: nel 2006 la società ha avviato il progetto, ampliando la propria rete di negozi. Non è un caso che la società abbia intrapreso da tempo anche un percorso di sviluppo all’estero, implementando la distribuzione sul canale diretto e su quello in affiliazione. Valerio Tatarella
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News. A MAGGIO A MILANO MAPIC FOOD La seconda edizione di MAPIC Food ha scelto come tema centrale la funzione sociale del Food&Beverage e le esperienze innovative ed emozionali dei consumatori. MAPIC Food, che si terrà a Milano dall’8 al 9 maggio, in concomitanza della Milano Food Week, offrirà agli esperti del settore F&B e del mercato immobiliare retail l’opportunità di analizzare come il food&beverage stia trasformando le destinazioni retail in piazze sociali e luoghi “lifestyle” e quali siano le sfide che il settore dovrà affrontare. MAPIC Food porrà l’accento su quali sono i valori chiave di cui i concept Food & Beverage hanno bisogno oggi e quale tipo di esperienza la gente vuole vivere con il food. Attraverso il tema centrale del programma “Il food: aggregatore sociale dell’era digitale”. A MAPIC Food è prevista la partecipazione di circa 2.000 delegati, tra cui 400 foodservice retailer e oltre 200 proprietà e gestori di centri commerciali, operatori travel e master franchisee provenienti da 50 paesi. MAPIC Food si svolgerà accanto a MAPIC Italy.
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GRUPPO TEDDY: IL BRAND CALLIOPE CONTINUA IL SUO SVILUPPO CON LA LINEA KIDS
IL MARCHIO TECNOCASA COMPIE 40 ANNI Correva l’anno 1979 quando, per distinguere la prima agenzia immobiliare che portava il nome di Tecnocasa, venne ideato il marchio che attualmente denota il primo franchising immobiliare nel panorama italiano ed europeo, fondatore dal Dott. Oreste Pasquali. “Mi sono cimentato da solo nella sua realizzazione per costruire quel segno distintivo per la prima agenzia immobiliare che allora gestivo direttamente - racconta il Presidente del Gruppo Tecnocasa Dott. Oreste Pasquali. Ho scelto il verde perché mi ispirava un senso di tranquillità, mentre la parola vera e propria nacque un giorno in cui, mentre riflettevo sul nome, mi venne in mente Ragazzoni, il pilota di formula 2 che correva allora sulla Tecno. Nacque così il termine “Tecnocasa”. Il nome mi piaceva perché, il prefisso “tecno”, - continua Oreste Pasquali - mi richiamava il concetto di tecnologia a supporto del lavoro e allo stesso tempo di preparazione tecnica, componente fondamentale per condurre la professione, allora come oggi”.
Continua lo sviluppo di Calliope, il marchio che rappresenta il glamour light nell’ambito del gruppo italiano del fast fashion Teddy. Il brand lancia la nuova linea Kids, bambino e bambina, dedicata alla fascia di età 3 -14+ che interesserà oltre 40 store in Italia e all’estero. Questo sviluppo fa seguito al lancio nel 2018 delle collezioni intimo e homewear che avevano dato ulteriore profondità all’offerta Calliope. Calliope Kids si caratterizza per il suo stile particolare: giocoso, smart-cool, fresco, facile, dal gusto italiano e con un tocco in più, esaltato dall’utilizzo di tessuti e tecniche di stampa innovative e originali. Una linea versatile adatta per il tempo libero, la scuola e anche per le occasioni speciali. Questa nuova collezione amplia ulteriormente la dimensione dei negozi Calliope che arriveranno così a disporre da 500 a 750 metri quadri di superficie di vendita netta.
I CENTRI COMMERCIALI E CROCE ROSSA ITALIANA INSIEME PER LA SOLIDARIETÀ Ha dato ottimi risultati l’iniziativa di charity e solidarietà, nata dalla collaborazione tra la Croce Rossa Italiana e i Centri Commerciali d’Italia associati al CNCC, con l’obiettivo di promuovere la cultura della cittadinanza attiva, utilizzando gli spazi di aggregazione dei centri commerciali e outlet. Sono state raccolte donazioni per € 400.000,00 dai centri commerciali, nonché € 75.000,00 dai Comitati CRI aderenti all’iniziativa. Mercoledì 6 marzo alle 12,00 a Roma presso la Sala Solferino del Comitato Nazionale della Croce Rossa Italiana si è tenuta la conferenza stampa conclusiva dell’iniziativa. La campagna, nata con lo scopo di promuovere i valori umanitari e aumentare il coinvolgimento della popolazione rispetto ai bisogni della propria comunità, ha visto coinvolti oltre 1.800 volontari e 218 Comitati CRI presenti nei 313 centri commerciali aderenti all’iniziativa.
Massimo Moretti con Flavio Ronzi
MESSAGGERIE LANCIA UN FRANCHISING PER PICCOLI EDITORI
BIRRA PERONI: RECORD DI PRODUZIONE Un anno da record per Birra Peroni. Nel 2018, per la prima volta nella sua storia, il birrificio italiano, nato nel 1846, ha superato quota 6 milioni di ettolitri prodotti, un aumento del 6,4% rispetto al 2017 quando la produzione si era attestata sui 5,6 milioni di ettolitri. In quattro anni, dunque, la produzione complessiva è aumentata del 19,46% a fronte di una riduzione della CO2 emessa dell’11,94%. Degli oltre 6 milioni di ettolitri prodotti nel corso dell’ultimo anno, più di 2,1 milioni sono stati destinati all’export (in aumento dell’11% rispetto al 2017) nei 71 mercati internazionali in cui Birra Peroni è presente con i suoi brand. Primo tra questi è la Gran Bretagna che assorbe circa il 60% delle esportazioni complessive. “Il record raggiunto nel corso dell’ultimo anno è un risultato storico per la nostra azienda” ha detto Roberto Cavalli, Integrated Supply Chain Director Italy and Europe di Birra Peroni.
Si chiama Ubik ed è la catena di librerie in franchising del gruppo Messaggerie. Per piccoli editori. Ubik offre una risposta sia concentrando su di sé una serie di servizi che alleviano i costi di gestione, sia fornendo la merce in conto deposito, permettendo alla libreria di pagare solo il venduto. L’obiettivo è arrivare ovunque, “creando un network capillare che offra risposte ai lettori in cerca di servizio e qualità”, spiega Tiberio Sarti, amministratore delegato del retail che fa capo alla famiglia Mauri-Ottieri. “La nostra linea si discosta da quella delle grandi catene che fanno riferimento a importanti gruppi editoriali, con format rigidi e standardizzati: siamo convinti che i librai debbano mantenere la propria identità e personalizzazione dell’offerta”.
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CARREFOUR INVESTE 400 MILIONI PER L’ESPANSIONE DEL BRAND L’ espansione della rete di vendita avverrà attraverso acquisizioni, nuovi franchising e sviluppo organico per rafforzare la presenza nelle principali regioni di business Lombardia, Piemonte, Lazio e consolidare la presenza nel Triveneto, in Emilia Romagna, Campania e Sardegna. Nell’e-commerce il piano prevede poi l’apertura di 4 hybrid stores, dopo quello di Paderno Dugnano (MI), a Milano, Torino e Roma. Il progetto include una revisione del modello iper, da anni in difficoltà per la crisi dei consumi di prodotti non alimentari. Non è prevista la chiusura di punti vendita ma la riduzione della superficie di vendita di 5 dei 51 presenti In Italia.
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BEST WESTERN COMPRA WORLD HOTELS Best Western Hotels & Resorts ha acquisito il brand alberghiero internazionale WorldHotels che vanta un portfolio di 300 hotel e resorts situati nelle principali destinazioni di tutto il mondo. Il brand WorldHotels, ha spiegato il gruppo, avrà “un ruolo fondamentale” nell’arricchimento dell’offerta del portfolio Best Western, grazie all’integrazione di nuovi segmenti upper-upscale e luxury, ovvero i più alti nella scala alberghiera. «C’è una straordinaria sinergia tra Best Western e WorldHotels. Unendo le forze in questa nuova partnership, svilupperemo un vantaggio competitivo per entrambe le aziende», ha dichiarato David Kong, presidente e ceo di Best Western Hotels & Resorts. Il marchio WorldHotels sarà tenuto distinto e manterrà la sua personalità, beneficiando parallelamente della piattaforma di e-commerce Best Western, di partnership globali, del programma di loyalty, del supporto di vendite e marketing, di un network di distribuzione globale.
SATISPAY SBARCA ANCHE SUI DISTRIBUTORI AUTOMATICI Satispay, il servizio di mobile payment che sta semplificando la vita a oltre mezzo milione di persone, estende la rivoluzione del suo modello anche al settore delle vending machine e annuncia l’avvio dell’integrazione del suo innovativo sistema di pagamento con i distributori automatici. La tecnologia messa a punto da Satispay grazie alla collaborazione con mcf88 è la soluzione che fa diventare smart i tradizionali distributori automatici, consentendo alla sua sempre più ampia community di pagare snack, bibite, medicinali, autolavaggi, lavanderia a gettoni e molti altri prodotti e servizi via app senza bisogno di monetine, contanti o carte di credito, in maniera semplice e veloce. Basta selezionare il prodotto desiderato, avvicinare il telefono al distributore e inquadrare il QR Code riconoscibile dal logo di Satispay posizionato a fianco della tastiera, selezionare l’importo, premere invio e ritirare l’articolo dopo la conferma del pagamento. L’importo verrà scalato direttamente dal budget settimanale impostato dal cliente sul suo profilo.
I 40 ANNI DEL “PANINO GIUSTO”
L’ITALIANA M-CUBE FA SHOPPING IN FRANCIA
Il panino può diventare uno dei simboli della cucina italiana e contribuire a migliorare l’alimentazione. Quella che sembrerebbe un’utopia è la visione e la missione del “Panino Giusto” che oggi compie 40 anni. Sotto la guida di Antonio Civita, Ad e della socia Elena Riva, marito e moglie, affiatati e impegnati nella realizzazione di un ideale comune. Il Panino Giusto è nato a Milano nel 1979 in un locale in corso Garibaldi e si è imposto nel tempo come fenomeno di costume. Scoperto da Elena e Antonio che lo frequentavano, è stato da loro rilevato nel 2010 dopo un periodo di rodaggio di sei anni in cui hanno gestito 15 locali in franchising. Con 33 milioni di fatturato lo scorso anno, 450 addetti, di cui il 38% stranieri, un’età media sotto i 25 anni e con il 90% di donne a capo dei locali, il Panino Giusto rappresenta una realtà interessante che ambisce a diventare un modello per la ristorazione in Italia e non solo.
M-Cube Digital Engagement ha concluso un’ulteriore operazione di acquisizione nell’ottica di crescita avviata con la recente acquisizione della start up Stentle: la branch francese del gruppo, M-Cube France Digital Engagement, ha acquisito il 100% di Carlipa, storica azienda francese leader nel digital signage e multimedia communication solutions con sede a Parigi. L’azienda con a capo Anthony Verdureau è attiva sul mercato dal 2002 ed è diventata presto leader sul mercato francese per la comunicazione in-store: seguendo una crescita simile a M-Cube in Italia, oggi conta 12.000 punti vendita gestiti nel mondo per oltre 100 brand clienti tra cui spiccano grandi gruppi del mondo fashion luxury quali, tra gli altri, Louis Vuitton, Dior Couture, Richemont La Valle, Maison du Monde, Lacoste, Monoprix, Orpi. L’acquisizione di Carlipa è estremamente strategica per M-Cube, che allarga così il suo portfolio clienti nel settore fashion e luxury anche al mercato francese, ereditando le succursali operative di Carlipa a Shanghai e Hong Kong.
NELLE START UP ISRAELIANE UN PO’ DI MADE IN ITALY C’è anche un po’ di Italia nel più grande evento sull’innovazione del medio oriente organizzato a Gerusalemme da Ourcrowd una delle piattaforme di crowdfunding leader al mondo che ha raccolto quasi un miliardo di dollari dalla sua nascita 6 anni fa e che organizza questo appuntamento a cui quest’anno hanno partecipato un migliaio di investitori, 550 multinazionali e 460 venture capitalist che guardano a Israele, La missione italiana nasce da un’idea di Intesa Sanpaolo Innovation Center in collaborazione con la Camera di Commercio e Industria Israel-Italia per creare nuove sinergie tra le realtà tecnologiche presenti in Israele attraverso diverse forme di partnership sia finanziarie che tecnologiche. La delegazione italiana composta da aziende (Gfelti, Natlive, Malinverno metalli, Propa group, Wm capital, Irtop, Tecnoenergy, Fpt-Cnh, Csi, Creostudios,Wsense) attive in diversi settori.
Anthony Verdureau
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ALDI FESTEGGIA IL PRIMO ANNO IN ITALIA E RAFFORZA LA RETE
DELIVEROO: LO SBARCO IN 5 NUOVE CITTÀ ITALIANE
ALDI, multinazionale attiva nel settore della Grande Distribuzione Organizzata, compie a marzo il suo primo anno di attività in Italia. Il primo marzo 2018 il brand ha inaugurato i suoi primi punti vendita in Italia, dando il via a una lunga e fruttuosa relazione di fiducia non solo con i propri clienti, ma anche con le comunità in cui opera, offrendo opportunità lavorative nel massimo rispetto degli standard di benessere dei lavoratori. ALDI è riuscito a creare in soli 12 mesi una rete di presenze di 51 punti vendita situati in 6 regioni del Nord Italia - Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige e Veneto – dove ha generato un importante impatto occupazionale, permettendo l’assunzione di oltre 750 collaboratori nei punti vendita, ai quali si aggiungono gli oltre 300 della sede operativa e i 230 del centro logistico.
Deliveroo continua l’espansione e arriva in 5 nuove città italiane. Dopo il successo riscosso nelle 34 città nelle quali il servizio è già presente, la piattaforma leader dell’online food delivery è infatti attiva anche a Palermo, Trieste, Cesena, Forlì e Ravenna. “Siamo orgogliosi ed entusiasti di essere arrivati in queste città, che offrono un’ampia e variegata offerta gastronomica. Non vediamo l’ora di collaborare con i nostri nuovi ristoranti partner per consentire loro di raggiungere nuovi clienti e far crescere il loro business” afferma Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo Italia. “Siamo certi – ha aggiunto Sarzana - che i consumatori apprezzeranno la qualità e la comodità del nostro servizio e gusteranno a domicilio i piatti della ricca cucina tipica locale e le specialità di cucine straniere presenti sulla nostra piattaforma”.
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ELENA MIRÒ INAUGURA CON JAMILCO DUE NUOVE BOUTIQUE A SAN PIETROBURGO Elena Mirò conquista San Pietroburgo e inaugura in città due nuove boutique, rispettivamente nel centralissimo Grand Palace, il primario centro commerciale situato a pochi minuti dalle principali attrazioni cittadine, e lungo il Bolshoy Prospect, la caratteristica e frequentata strada che attraversa il quartiere Petrogradskij. I due negozi saranno ispirati al nuovo store concept del brand di Piazza della Scala in Milano, espressione di italianità e caratterizzato da un design elegante e ricercato, realizzato utilizzando materiali premium e cromatismi caldi e luminosi che favoriscono la sensazione di comfort ed inclusività. Il design propone dettagli ispirati alla figura architettonica dell’arco, come archetipo della cultura artistica italiana, che torna in espliciti riferimenti al design dei maestri architetti del dopoguerra.
FRANCESCO PANDOLFI, NUOVO CEO DI THUN SPA Per proseguire il piano di espansione, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di nominare Chief Executive Officer Francesco Pandolfi, cui sarà affidato il compito di guidare l’ulteriore sviluppo dell’Azienda grazie alla profonda esperienza da lui maturata in ruoli di vertice all’interno di realtà multinazionali. THUN infatti ha in progetto un ulteriore balzo verso il futuro, tramite un consistente piano strategico che guarda avanti, spingendosi fino al 2024. Al centro, come sempre nella visione dell’Azienda, le persone, la qualità dei prodotti e la storia del brand, ma anche solidi piani triennali che aiuteranno a raccogliere le sfide del mercato internazionale e della digitalizzazione, con l’obiettivo di rendere l’azienda sempre più competitiva.
L’OBIETTIVO DI FRIGERIO VIAGGI PER IL 2019: AUMENTARE LA REDDITIVITÀ Si è tenuto l’appuntamento annuale di Frigerio Viaggi alla presenza di 150 professionisti di viaggi in rappresentanza di oltre 80 punti vendita e Travel Planner in tutta Italia. Il 2019 rappresenta un anno chiave per il Gruppo che festeggia ben 3 anniversari: 70 anni della Divisione Trasporti (fondata nel 1949), 45 anni di Frigerio Viaggi (la prima agenzia è stata aperta nel 1974) e 20 anni di Frigerio Viaggi Network (l’avvio del franchising risale al 1999). Nel 2018 Frigerio Viaggi srl (5 agenzie di proprietà) ha realizzato un fatturato totale di 76 milioni di euro, registrando un incremento positivo pari al 12% di crescita rispetto al 2017. Per quanto riguarda le agenzie affiliate, nel 2018 si è registrato un incremento positivo del 3% sul fatturato Leisure realizzato con gli operatori contrattualizzati dal Network. “L’obiettivo per il 2019 non deve essere solo quello di mantenere un trend di crescita positivo” commenta Simone Frigerio, Direttore Commerciale del Gruppo “ma deve anche e soprattutto essere quello di incrementare la redditività”.
102 ATTIVITÀ PER IL GRAN SHOPPING MONGOLFIERA Con l’apertura di Rossosapore, “pizzetteria” tradizionale napoletana rivisitata in chiave moderna, salgono a 102 le attività presenti nel Gran Shopping Mongolfiera di Molfetta, sul podio dei centri commerciali più grandi di Puglia. “Siamo molto soddisfatti”, commenta il direttore Domenico Mele. “È un momento estremamente positivo per la nostra struttura. Abbiamo altre aperture in programma entro giugno, ma soprattutto siamo in procinto di far partire i lavori per l’ampliamento del centro, che aggiorneranno il layout del Gran Shopping”. Il restyling si completerà entro il 2019. Prevista anche l’inaugurazione di una “dog area”, uno spazio riservato agli amici a quattro zampe, aree dedicate all’allattamento, oltre a nuovi arredi per piazza Onda e piazza Nave, che vedranno ampliare anche i posti a sedere. “Shoptainment, ovvero shop ed entertainment.
Francesco Pandolfi
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LA TECNOLOGIA NEC AL SERVIZIO DELLE IMPRESE NEC Display Solutions Europe ha annunciato l’ultima generazione di display professionali UHD entry-level Serie E. Progettati per garantire semplicità di utilizzo ed ottime performance ad un prezzo molto competitivo, la nuova Serie E è perfetta per una vasta gamma di applicazioni, dalle sale riunione, al retail al settore hospitality. La nuova serie prevede un MediaPlayer integrato per la riproduzione di contenuti in UHD nativo, un’interfaccia USB da 10 W per alimentare device esterni come Raspberry Pi ed uno scheduler di riproduzione che consente di programmare contenuti auto-play.n. Come con le precedenti gamme, la nuova Serie E è disponibile in formati da 32” FHD e 43“, 50’’, 55” e 65’’ in risoluzione UHD, di fatto offrendo la soluzione perfetta per ogni tipo di contesto. Inoltre, ogni apparecchio può essere monitorato e comandato attraverso il software NEC NaViSet Administrator 2, permettendo di individuare e risolvere qualsiasi problema prima di renderlo visibile al pubblico.
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NASCE L’ACETO DI MELOGRANO BIO Da De Nigris, azienda leader nella produzione di aceti, arriva una novità che offre un contributo alla dieta di chi compie attività sportiva e perfetta per affrontare anche la necessaria remise en forme prima dell’estate: l’Aceto di Melograno. Si tratta di un nuovo “aceto da bere”, la categoria di prodotti bio creata da De Nigris che nel 2017 ha portato sugli scaffali MelaMadre®, l’unico capace di unire le virtù dell’aceto-madre con quelle del puro succo di mele da coltivazione biologica. Un vero e proprio alleato del nostro benessere quotidiano eletto Prodotto dell’Anno nel 2018. La nuova referenza ha caratteristiche analoghe: anche in questo caso si tratta di un aceto bio, non filtrato, non pastorizzato e naturalmente senza glutine, capace di coniugare gusto e salute.
PHONUP: NUOVO CONCETTO DI FRANCHISING Phonup è presente sul mercato dal 2013 e conta 47 store fra Italia, Gran Bretagna, Brasile e India. La distribuzione del marchio in Italia è nelle mani di Gian Luca lannacone, imprenditore attivo da anni nel mercato della Country Manager Italia telefonia. Il concetto di franchising, portato avanti dalla nuova sede di Bologna, è differente rispetto a quello dei competitors: non vuole essere vincolante e direttivo, ma mira a valorizzare la partnership con l’imprenditore. Esistono principalmente due formule di affiliazione: Store e Point. La prima è una formula che consente di riprodurre fedelmente il format della casa madre e il fatturato medio si aggira sui 250.000 euro annui. Il Point è la soluzione per coloro che già possiedono un negozio specializzato e vogliono incrementare le possibilità di business, inserendo la parte relativa alle riparazioni in sede e/o la vendita dei telefoni usati e rigenerati.
OBIETTIVO AMBIZIOSO DI ESPANSIONE PER BOBBLE BOBBLE
MONDADORI PENSA A PROGRAMMI DI MEMBERSHIP PREMIUM
Bobble Bobble è in espansione e sempre alla ricerca, oltre che di collaboratori, anche di giovani imprenditori che abbiano voglia di aderire al progetto e di aprire punti vendita in Italia e all’estero. Quest’anno l’azienda prevede di raddoppiare i risultati del 2018. Oggi è il primo e unico franchising italiano di questo prodotto e il secondo nel mondo. Il primo è Bubbleology, marchio inglese con 35 punti vendita fra Gran Bretagna e Stati Uniti. L’obiettivo è di diventare il primo brand bubble tea, come fatturato e numero di attività aperte in franchising, entro il 2020. Per aprire un nuovo store completo di ogni necessità è sufficiente un investimento iniziale di circa 15 mila euro che, secondo i dati, viene ripagato nel giro di 4 mesi.
Mondadori apre alla terza fase della sua vita digitale. Dopo l’acquisizione dei siti Banzai nella primavera 2016 e la loro implementazione nelle attività di Segrate, ora il digitale vale una raccolta pubblicitaria lorda di circa 40 milioni di euro, che corrisponde al 32% di tutte le inserzioni. Si è giunti così a una sorta di maturità che permette di spingersi oltre pensando a programmi di membership premium. Il gruppo guidato dall’a.d. Ernesto Mauri e presieduto da Marina Berlusconi si concentra perché i propri periodici diventino «brand fortemente verticali con numeri da mass market», secondo la definizione di Andrea Santagata, chief digital officer dei Periodici Italia mondadoriani nonché chief innovation officer di tutto il gruppo.
VALLEVERDE: FATTURATO IN CRESCITA E SUCCESSO DEL PROGETTO KIDS Valleverde, brand icona della moda comoda italiana, continua a cavalcare la crescita e miete successi anche con la linea Kids. In controtendenza rispetto al mercato, l’azienda guidata da Elvio e Paolo Silvagni continua a segnare importanti segni più con il fatturato: nel 2018 Valleverde ha chiuso a 16 milioni (andando oltre la previsione di 15) con un +18,5% rispetto ai 13,5 milioni del 2017. Numeri trainati dal mercato italiano, che rappresenta per il brand più del 90% del proprio giro d’affari, a testimonianza della forte richiesta del prodotto Valleverde da parte del consumatore. In questo contesto si inserisce anche il grande successo della nuova linea Valleverde Kids, che esordisce nei negozi in questa stagione Primavera Estate 2019: la brand extension del marchio va dai primi passi agli 11 anni.
Palazzo Niemeyer, Sede Mondadori
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News Comunicazione. LO CHEF BRUNO BARBIERI È IL NUOVO TESTIMONIAL DI EASYCOOP
LA PIZZA SURGELATA MADE IN FRIULI PROTAGONISTA SULLA BBC
Bruno Barbieri, punta di diamante della cucina italiana, autore di numerosi libri e protagonista di programmi televisivi di successo, è il nuovo testimonial di EasyCoop. Con questa collaborazione, il brand inaugura “EasyCoop, easy life.”, la nuova campagna di comunicazione volta a raccontare tutta la comodità, la freschezza e la qualità del servizio. La campagna - multisoggetto e multiformato - si declinerà sui principali mezzi ATL: affissioni, radio, cinema e web. L’accordo prevede anche attività BTL, che saranno rese note successivamente. In tutti i casi, la campagna sarà veicolata soltanto nei territori coperti dal servizio, ovvero: Emilia-Romagna, Veneto e Roma (area metropolitana), per un bacino complessivo di quasi 7 milioni di persone.
Nel Regno Unito spopola la pizza surgelata Made in Italy e il popolare programma di BBC “Inside the Factory”, che mostra ai sudditi di Sua Maestà come nascono i prodotti industriali, non poteva non venire nel nostro Paese per raccontare i segreti delle pizze sottozero vendute sul mercato britannico. E per farlo ha scelto la Roncadin di Meduno (PN), azienda di oltre 500 persone ai piedi delle Dolomiti Friulane che dal 1992 produce prelibatezze per la grande distribuzione nazionale e internazionale. La puntata di un’ora, intitolata semplicemente “Pizza”, è andata in onda il 5 marzo su BBC Two e sarà online su BBC iPlayer per un mese (visibile però solo agli utenti del Regno Unito). “Per noi è motivo di orgoglio rappresentare l’industria alimentare italiana in ambito internazionale, per di più su una televisione prestigiosa come la BBC” – spiega l’amministratore delegato Dario Roncadin.
Chef Bruno Barbieri
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THEFORK LANCIA IL NUOVO SPOT TV CON LUCA ARGENTERO TheFork torna in tv con una nuova campagna tabellare che vede come testimonial Luca Argentero. La produzione e la post produzione sono state curate da Perigeo Associati mentre la regia è stata affidata a Gian Abrile, che ha iniziato la sua carriera come art director, per poi curare la regia di campagne pubblicitarie di molteplici brand; il D.o.P. è stato Umberto Ottaviani. Le creatività sono state scritte da Alessandro Mannucci, autore e conduttore con una vasta esperienza in ambito radiofonico, televisivo e pubblicitario. La tabellare va ad affiancarsi a una pianificazione di telepromozioni concentrate nel preserale e nel prime time dei principali canali nazionali, da RAI a Mediaset a SKY, la 7 e Discovery Network, dove ancora una volta TheFork si pone come soluzione al problema di trovare un ristorante per coppie, amici, gruppi con diverse esigenze alimentari.
Luca Argentero
/ NEWS COMUNICAZIONE /
FIESTA LANCIA IL NUOVO SPOT SULLE NOTE DI RAFFAELLA CARRÀ La campagna viene pianificata sulle principali emittenti tv e sul web, con tre contenuti inediti che vivranno in esclusiva in rete. Fiesta torna on air con uno spot tutto nuovo, sulle note di un pezzo intramontabile della musica italiana: “Fiesta” di Raffaella Carrà. “Basta un morso e torna la festa” è il claim che contraddistingue l’intero concept della campagna: è infatti il gusto unico di Fiesta a dare il via a un’irresistibile festa dai toni pop, un vero e proprio spettacolo di gusto in grado di accendere di entusiasmo qualsiasi momento della giornata.
IN UNO SPOT L’IRONIA DEI BAMBINI A FAVORE DELL’INTEGRAZIONE “L’integrazione è così semplice che la capirebbe anche un bambino”. Così recita la nuova campagna di Pubblicità Progresso a sostegno del progetto “Le nostre città invisibili” di Acra. Firmata da Acqua Group e Bedeschi Film, la campagna punta a far riflettere sulla necessità di imparare a vivere in una società capace di far convivere le diverse identità culturali che la abitano. Protagonisti del primo spot sono dei bimbi di 5-6 anni che, in un contesto multi-etnico, con fresca ironia giocano a fare gli adulti replicando i luoghi comuni usati dagli adulti nel vivere quotidiano. Parole che per i bambini sono senza significato perché, per loro, vivere con coetanei di diverse culture e nazionalità è la normalità. I bambini hanno già interiorizzato come sta cambiando il mondo e, dunque, non hanno bisogno che gli venga insegnato il concetto di integrazione perché per loro è una cosa semplice e naturale dal momento che la diversità è una ricchezza.
PAN DI STELLE, ON AIR IL SECONDO SPOT FIRMATA DA ARMANDO TESTA Sulle note di A million Dreams, le animazioni poetiche che ormai sono entrate nel cuore di tutti i consumatori raccontano, attraverso la sua voce, il sogno dolcissimo di un bambino. Il bimbo sa che tutti i bambini sognano un grande amico, ma lui vuole il più speciale, l’unico capace con un gesto di raccogliere tutte le stelle del cielo: il nonno. I sogni più fantastici dell’universo sono quelli che ognuno di noi ha dentro davvero: un messaggio bello ed importante che è ancora più bello ascoltare lasciandosi avvolgere dal profumo del cacao, delle nocciole, del latte fresco, pregustando un morso al biscotto più buono dell’universo. Sempre di più un brand che non parla solo della bontà dei suoi prodotti, ma che vuole essere vicino alle persone dando messaggi valoriali e rilevanti. Con un pizzico di sogno, e con la magia di un cielo dove le stelle non si spengono mai.
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Tra nuove tecnologie e tradizione il settore dell’arredamento in Italia presenta ancora oggi ottime prospettive di guadagno
TUTTO SULL’ARREDO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE Il merito è anche degli imprenditori e delle reti franchising che hanno saputo reinventarsi creando format dinamici ed in grado di incontrare i trend di mercato
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econdo le stime sui risultati preconsuntivi elaborati dal Centro Studi Federlegno Arredo Eventi, la produzione della filiera italiana del legno arredo registra nel 2018 una variazione positiva, nonostante i timori sia per gli eventi geopolitici esterni che avrebbero potuto penalizzare le nostre esportazioni, sia sul versante interno relativamente alla possibile instabilità politica. Il dato complessivo del settore legno arredo ha registrato una produzione 2018 in aumento dell’1,8% rispetto al 2017. I segnali di avvio per il 2019, a causa delle previsioni al ribasso dell’economia, rimangono invece incerti e volatili soprattutto per quanto riguarda le valutazioni dell’export per quasi tutti i settori. L’AMERICA E LA CINA I MERCATI IN CRESCITA
USA e Cina, i mercati più promettenti per potenziale di crescita e dimensione, presentano per l’Italia sbocchi particolarmente interessanti per i prossimi anni. La quota italiana sull’intero import è del 2,5% per gli USA (primo importatore al mondo) e del 18,4% per la Cina; due mercati molto diversi, ma accomunati dall’interesse per la qualità e il posizionamento dei prodotti più che per la convenienza rispetto ai concorrenti. Tornando all’anno appena concluso, il quadro complessivo dei consumi in Italia è stato positivo, +0,7% come rilevato da Istat, benché resti inferiore alle altre principali economie (USA e Canada in primis) e in generale non abbia recuperato i valori ante-crisi: dal 2007 i consumi di mobili ed elettrodomestici segnano ancora un delta del -12,5% nonostante la ripresa a partire dal picco negativo del 2015. Si tratta di un cambiamento ormai strutturale nella domanda che difficilmente potrà recuperare tale gap: secondo Istat il potere di acquisto delle famiglie, negli ultimi 10 anni, si è ridotto infatti in modo netto e anche la loro capacità di risparmio con effetti diretti sui consumi di beni durevoli. Complessivamente per il macrosistema arredamento i segnali positivi sono arrivati sia dal mercato interno, con un aumento della produzione destinata al mercato nazionale del + 3,1% rispetto al 2017, sia dall’export che ha mantenuto un segno positivo costante che si stima intorno allo 0,8%.
PER L’ARREDAMENTO CRESCE LA PRODUZIONE
L’arredamento in senso stretto vede crescere il valore della produzione complessiva del 2% e le esportazioni dell’1,6% trainate soprattutto dagli USA, diventati il 2° mercato in assoluto. Il sistema ufficio colma il calo delle esportazioni, che flettono rispetto a un 2017 particolarmente esaltante, con il mercato interno, che assorbe un aumento del 2,9% della produzione italiana (842 milioni di euro su una produzione totale superiore a 1,3 miliardi di euro). Anche per l’arredo bagno si registrano analoghe tendenze, con un mercato finale in crescita anche per il contributo delle importazioni. Il sistema illuminazione con 2,2 miliardi di euro consolida il valore della produzione rispetto al 2017, nonostante la flessione delle esportazioni, per un aumento delle vendite sul mercato interno che si attestano a 1,4 miliardi di euro (+5,7%). In generale si evidenzia una riduzione dell’impatto delle importazioni di prodotto finito, soprattutto dalla Cina, con il mercato interno che si rivolge maggiormente al prodotto nazionale.
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LE IMPRESE DEL SETTORE IN ITALIA
Secondo gli ultimi dati le imprese che operano nel settore arredo legno sono 29mila. Il fatturato medio è attorno ai 2 milioni di euro e le più grandi non arrivano al mezzo miliardo. Eppure la capacità innovativa e creativa delle aziende italiane dell’arredo-design riesce sempre a catalizzare l’attenzione del mondo. Se i numeri del settore sono da leadership mondiale, con l’Italia sul podio dei maggiori produttori ed esportatori di mobili, i numeri delle aziende sono invece meno incoraggianti, al confronto di quelle dei gruppi internazionali. Moltissimi marchi di grande fama e lunga storia hanno fatturati che viaggiano tra i 15 e i 30 milioni. Solo una ventina supera i 100 milioni, spesso grazie al consolidamento di diverse realtà all’interno dello stesso gruppo. Un elemento di riflessione arriva dalla classifica delle prime 15 imprese del settore in base ai fatturati, realizzata da Pambianco. La top 15 presenta alcuni cambiamenti rispetto al 2017, segno di un settore che, nonostante i ritardi sul fronte manageriale e gestionale, si è messo in movimento, con nuovi attori che emergono e i “big” che si scambiano le posizioni anche grazie al dinamismo sul fronte societario. Tornando alla classifica dei 15 gruppi principali dell’arredamento italiano, la performan-
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ce migliore in termini di incremento percentuale è quelle di Poltronesofà (+22%), che conferma anche nel 2017 il trend positivo che contraddistingue il marchio di living di fascia media, al centro di una strategia coerente e capillare in termini di comunicazione e di distribuzione. Tuttavia è il segmento alto di gamma ad aver registrato nel complesso i risultati migliori. Crescono, infatti, a duplice cifra i ricavi del Gruppo B&B Italia (+16%), impegnato in acquisizioni (Arclinea) e nuove licenze (quella con Luigi Caccia Dominioni), Poliform (+13% il fatturato aggregato 2017) e Minotti (+15%). Solo due i segni meno, peraltro di entità limitata: Natuzzi (-1%) ed Estel (-3%). Tra le aziende produttrici di cucine, Scavolini domina ancora la classifica per valore con 215 milioni di euro ma la crescita più sostanziosa in termini è stata messa a segno da Veneta Cucine (+11%) e da Stosa (+14%) che proseguono il trend positivo degli ultimi anni puntando, nel primo caso sulla personalizzazione dell’offerta e nel secondo caso sulla proposta di livello alto.
LA CURIOSITÀ
QUANTO GLI ITALIANI SONO DISPOSTI AD INVESTIRE PER LA CASA SMART Per smart home si intende una casa dotata di prodotti collegati in rete per il controllo, l’automazione e l’ottimizzazione di funzioni quali la temperatura, l’illuminazione, la sicurezza, o l’intrattenimento, sia da remoto sia tramite un sistema separato all’interno della casa stessa. Su questo argomento la Doxa ha realizzato una indagine per conto di Findomestic. Il 52% degli intervistati si dichiara pronto a investire in dispositivi smart per la propria abituazione: il 20% investirebbe fino a 500 euro, il 16% investirebbe tra 500 e 1.000 euro, il 12% investirebbe tra 1.000 e 2.000 euro in questi dispositivi, mentre solo il 4% sarebbe disposto a investirci oltre 2.000 euro. Il 33% si dichiara “non interessato” ai dispositivi smart dedicati all’abitazione, mentre il 15% non ha ancora preso una posizione in merito. Tra coloro che vorrebbero investire in dispositivi “smart” dedicati alla propria abitazione, il 53% investirebbe in dispositivi dedicati alla regolazione della temperatura (termostato, climatizzatore); il 47% in lampade e lampadine; il 46% in telecamere; il 43% in sensori per porte e finestre e il 38% in una caldaia. Il 37% è disposto a investire in videocitofoni o serrature, il 37% in prese elettriche, il 31% in grandi elettrodomestici e il 26% in piccoli elettrodomestici. Il 23% investirebbe
in pulsanti automatici, il 22% in dispositivi per fumi e allagamenti e il 19% in purificatori, estrattori d’aria e cappe. Meno interessanti per gli intervistati risultano gli oggetti per la sicurezza dei bambini (13%), per gli animali domestici (9%) e per l’assistenza agli anziani (8%). Il 59% degli interessati al tema smart home possiede (16%) o sarebbe interessato ad acquistare (43%) un assistente virtuale, ossia un dispositivo che può dialogare con le persone allo scopo di fornire informazioni o compiere determinate operazioni (es. Amazon Echo, Google Home..). Tra coloro che ne possiedono già uno, l’11% lo trova molto utile, mentre il 5% si è pentito dell’acquisto. Tra chi sarebbe intenzionato ad acquistare uno smart speaker, il 13% pensa di acquistarlo perché rappresenta il futuro, mentre il 31% intende posticipare l’acquisto a quando avrà una casa smart e in grado di interagire con questo dispositivo. Il 10% non aveva mai sentito parlare di questi dispositivi, ma si è dichiarato interessato al loro acquisto in fase di intervista. Tra coloro che non sono interessati all’acquisto di un assistente virtuale (31%): il 9% non ne aveva mai sentito parlare, mentre il restante 23% li conosce ma non ha intenzione di acquistarli. Fonte: Indagine Doxa realizzata per Findomestic.
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NUOVE APERTURE PER KASANOVA E NATUZZI Kasanova ha una previsione di 20 grandi store con un impiego totale di 100 nuovi addetti. Le regioni interessate sono Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Puglia. Natuzzi, che apre 10 nuovi negozi con 30 persone totali, punta sul progetto Natuzzi new customer experience per ridurre i tempi di decisione del cliente finale e aumentare il tasso di conversione degli ordini.
Kasanova
‘Design economy’. Come spiega il report “Design economy” il nostro Paese mantiene un ruolo di leadership nel design. A cominciare dal numero di imprese attive: 29 mila, più delle circa 26 mila tedesche e francesi, delle oltre 21mila inglesi, delle 5mila spagnole. Con 4,3 miliardi di euro di fatturato del design, pari allo 0,3% del Pil, l’Italia è seconda tra le grandi economie europee dopo il Regno Unito (7,8 miliardi), davanti a Germania (3,8), Francia (2,1) e Spagna (1,1). In Europa, un addetto nel design su sei è italiano e in tutto possiamo contare su oltre 48 mila lavoratori del settore (il 16,6% del totale Ue). Dati in evidente crescita soprattutto negli ultimi cinque anni, in piena crisi: +1,5% per occupazione e +3,6% per fatturato. Siamo sul podio anche considerando il fatturato per addetto, che in Italia è di circa 90 mila euro. Meglio del valore medio comunitario (87.255 euro). Superano il fatturato per addetto italiano solo quello spagnolo (oltre 100mila euro per addetto) e del Regno Unito (oltre 137mila euro). L’Italia si colloca seconda per numerosità di brevetti di design, in ben 22 delle 32 categorie aggregate previste nella classificazione ufficiale Locarno risulta essere prima, seconda o terza. IL DESIGN COME PROBLEM SOLVING
Natuzzi
ITALIANI UN POPOLO DI CREATIVI: L’IMPORTANZA DEL DESIGN
Il design si conferma una delle più solide strategie anticrisi: delle oltre 179.000 imprese europee di design una su sei parla italiano, perché il design è un marchio di fabbrica del made in Italy e contribuisce all’attrattività dei nostri prodotti a livello internazionale. Ed è anche grazie al design se il made in Italy è oggi il terzo marchio più conosciuto al mondo. Symbola ha avviato dal 2017 un osservatorio sul settore con il rapporto
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Il design non è legato solo all’estetica ma anche alla capacità di risolvere problemi complicati, che vale oro nella complessità contemporanea: dall’ideazione di nuovi prodotti all’individuazione di nuovi mercati, fino alla ricerca di nuovi significati. Ieri come oggi la creatività è l’infrastruttura immateriale del made in Italy, non è un caso se la cultura del design è più forte dove ci sono imprese protagoniste del made in Italy. Il design è strategico anche per sviluppare una nuova generazione di prodotti che nel segno della bellezza rispondano ai dettami dell’economia circolare: efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità, riutilizzabilità. DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA ITALIANA DELLE IMPRESE DI DESIGN
Le imprese italiane di design si concentrano soprattutto là dove è più alta la produzione di made
in Italy, a conferma del ruolo strategico che il design assume nel rapporto tra ideazione e produzione. Sono maggiormente presenti in Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Marche. In testa alla classifica delle province italiane per peso delle imprese del design sul totale nazionale troviamo Milano (con una incidenza dell’11,6%), quindi Torino (6,6%) e Roma (5,6%), che da sole accolgono più di un quarto della base produttiva del comparto. Seguono Bologna (2,7%), Firenze (2,6%), Napoli, Bergamo e Padova (tutte al 2,5%), Treviso, Vicenza, Modena e Brescia (tutte al 2,4%) e Como (2,3). La provincia di Fermo si colloca in prima posizione nella graduatoria per incidenza delle imprese del design sul totale delle attività provinciali, con un valore pari all’1,32%. Seguono Como (con una quota dello 0,95%), Modena e Lecco (0,65%), Milano (0,62%), Torino e Vicenza (0,58%). In termini di specializzazione si osserva dunque la sovrapposizione territoriale tra imprese del design e della manifattura. Nelle top twenty delle province italiane per incidenza del valore aggiunto e dell’occupazione delle imprese del design sul totale nazionale Milano è prima sia per incidenza del valore aggiunto (il 20,6% della ricchezza prodotta dalle attività del design), che per incidenza
di occupati (pari al 16,4%). Seconda posizione in entrambe le graduatorie per Torino, con una incidenza del valore aggiunto del 7,6% e una incidenza dell’occupazione del 7,2%; terza per Roma, rispettivamente con il 6,5% e il 6,3%. NEL SETTORE ARREDO E OGGETTI CASA L’ITALIA È SECONDA NELLA CLASSICA DI BREVETTI PER DESIGN
Le performance del nostro Paese vanno oltre il fatturato e la specializzazione: l’Italia è uno dei leader anche nei brevetti, a dimostrazione dello
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stretto legame tra design e innovazione. Il Registered Community Design, lo strumento comunitario di registrazione dei progetti e disegni in ambito industriale, vede il nostro Paese secondo dopo la Germania. L’Italia si colloca tra i primi tre Paesi per numero di brevetti di design in ben 22 delle 32 categorie aggregate previste nella classificazione ufficiale Locarno. Siamo infatti primi per numero di brevetti in 4 categorie (cibo e alimenti; articoli di ornamento; strumenti musicali, loghi). Il nostro Paese è al secondo posto in 8 categorie (tessile; articoli da viaggio; tessili artificiali; arredamento; articoli per la casa; impianti pubblicitari e insegne; impianti sanitari, di riscaldamento e condizionamento; apparecchi di illuminazione) e al terzo posto in 10 categorie (articoli per la pulizia; pacchetti e contenitori; orologeria; mezzi di trasporto; macchinari; strumenti fotografici, cinematografici e ottici; stampa e macchine per ufficio; articoli per la caccia e la pesca; costruzione ed elementi per le costruzioni, macchine per la preparazione di cibi). Un sistema, quello del design italiano, altamente qualificato che ha risposto alla crisi mettendo in campo specializzazione e creatività. Supportato dalla “sapienza” della nostra manifattura e da una solida rete di formazione, entrambe capaci di attrarre talenti a livello internazionale.
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COME LE TECNOLOGIE HANNO INFLUENZATO L’ARREDO CASA
L’arrivo in Italia dei grandi Over The Top (OTT) con gli smart home speaker Google Home e Amazon Echo rivoluziona il mercato della casa connessa, che raggiunge un valore di 380 milioni di euro nel 2018, in crescita del 52% rispetto al 2017, portando investimenti in termini di comunicazione e marketing senza precedenti in ambito smart home e spingendo le vendite degli
A MILANO IL SALONE DEL MOBILE Edizione numero 58 per il Salone del Mobile di Milano: vetrina d’eccellenza della qualità, dell’innovazione e della creatività del settore dell’arredamento e appuntamento irrinunciabile per gli addetti ai lavori, ma non solo, attratti dall’ampia offerta merceologica e dal ricco carnet di appuntamenti e progetti. Cinque le manifestazioni, a cui si aggiunge un format espositivo completamente nuovo, che si svolgeranno in contemporanea, presso il quartiere Fiera Milano a Rho, da martedì 9 a domenica 14 aprile con apertura agli operatori tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.30, e nelle giornate di sabato e domenica anche al pubblico. Il Salone Internazionale del Mobile e il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo – suddivisi nelle tipologie stilistiche Classico, Design e xLux, offerta quest’ultima ampliata e presente, per la prima volta, anche nel padiglione n. 4 – scenderanno in campo con le
altri oggetti connessi, soprattutto legati al riscaldamento e all’illuminazione. Il trend di crescita del mercato italiano è paragonabile o addirittura superiore a quello dei principali paesi europei, anche se in termini assoluti il divario da colmare è
biennali Euroluce e Workplace3.0, e con il SaloneSatellite. Al suo debutto, S.Project che si propone come uno spazio trasversale dedicato ai prodotti di design e alle soluzioni decorative e tecniche del progetto d’interni. PER SAPERNE DI PIÙ: Il Salone del Mobile Milano è presente in rete con il sito web www.salonemilano.it e con i canali social (Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn, Pinterest, YouTube e Flickr), permettendo di scoprire tutte le informazioni, novità e anteprime sulla manifestazione del 2019. Gli hashtag ufficiali per seguire la 58a edizione sono: #SaloneDelMobile #Milano #SaloneDelMobile2019 #iSaloni #Euroluce. Al fine di agevolare la visita in fiera sarà possibile scaricare gratuitamente sul proprio device la App Salone del Mobile. Milano 2019 (disponibile per i dispositivi iOS Apple e per Android).
ancora ampio. Insieme al mercato crescono anche il livello di conoscenza e la diffusione degli oggetti connessi nelle case degli italiani: il 59% ha sentito parlare almeno una volta di casa intelligente e il 41% possiede almeno un oggetto smart,
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un ruolo di primo piano ma perde terreno in termini di quote di mercato (dal 70% del 2017 al 50% di quest’anno). Un ruolo importante, infine, continua a essere giocato dalle startup che sviluppano soluzioni di “casa connessa”: si moltiplicano le collaborazioni con i grandi player e continuano a crescere i finanziamenti erogati dagli investitori istituzionali. Sono 141 le nuove imprese censite a livello internazionale, di cui 102 finanziate, per un totale di 1,5 miliardi di dollari di investimenti raccolti. Sono alcuni dei risultati della ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. LA CRESCITA DEL MERCATO ITALIANO
con le soluzioni per sicurezza (come sensori per porte e finestre) in prima posizione. Il boom degli assistenti vocali ha favorito soprattutto i retailer online e offline, che insieme incidono per il 40% del mercato (in crescita del 160% rispetto al 2017), a scapito della filiera tradizionale – produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori – che mantiene
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Il mercato italiano delle soluzioni per la Smart Home cresce molto rapidamente nel 2018, con un ritmo paragonabile o addirittura superiore a quello dei principali paesi europei. In termini assoluti, però, l’Italia si colloca davanti solo alla Spagna (300 milioni di euro, +59%), mentre è ancora ampio il divario con Germania (1,8 miliardi, +39%), Regno Unito (1,7 miliardi, +39%) e Francia (800 milioni, +47%). La quota maggiore di mercato è legata alle soluzioni per la sicurezza, che vale 130 milioni di euro, pari al 35% del mercato. In seconda posizione troviamo la principale novità del 2018, gli smart home speaker, che oltre a generare vendite per 60 milioni di euro (16% del mercato), hanno direttamente o indirettamente trainato buona parte della crescita complessiva. Di poco inferiori le
vendite degli elettrodomestici, pari a 55 milioni di euro e al 14% del totale, fra cui spiccano le lavatrici – connesse, controllabili via App e dotate in alcuni casi anche di assistente vocale – che continuano a trainare le vendite del comparto. Si allarga l’offerta (alcuni produttori hanno già più di metà della gamma “connessa”), ma l’utilizzo delle funzionalità smart è un’abitudine solo per il 25% degli utenti che posseggono un elettrodomestico connesso (in crescita rispetto al 15% del 2017). Caldaie, termo-
stati e condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione incidono per il 12% del mercato (circa 45 milioni di euro), con un incremento dovuto alla crescente integrazione con gli assistenti vocali e alla possibilità per il consumatore di ottenere benefici importanti in termini di risparmio energetico e comfort. Tra le rimanenti soluzioni spiccano con una crescita del +50% le soluzioni per la gestione dell’illuminazione (lampadine connesse). ARREDAMENTO: CON IL FRANCHISING SI GUADAGNA DI PIÙ
Il settore dell’arredamento ha dimostrato grande innovazione negli ultimi anni. Anche i franchising di arredamento hanno saputo cogliere i cambiamenti del mercato e creare format interessanti con ottime prospettive di guadagno e soddisfazione personale per gli imprenditori che decidono di affiliarsi. Una rete in franchising nel settore dell’arredamento è in grado di offrire innumerevoli vantaggi, tra questi un know how maturato in decenni di esperienza, formazione, assistenza e consulenza che permettono anche a chi non ha esperienza di aprire un negozio di arredamento con successo. I negozi di arredamento in franchising sono inoltre in grado di offrire
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prodotti di qualità ed a prezzi accessibili grazie alle economie di scala. Il franchisee che apre un negozio di arredamento potrà contare anche sulle campagne di marketing a livello nazionale e sulla popolarità acquisita dal brand. Per aprire un negozio di arredamento sono solitamente necessari spazi piuttosto ampi, condizione che può essere vincolante nell’avvio di questa attività. Negli anni i format franchising di arredamento sul mercato sono aumentati ed alcuni sono davvero originali ed interessanti. Chi desidera aprire un negozio di arredamento può infatti offrire sia una gamma completa di articoli che specializzarsi in un determinato settore (divani, bagno, camera da letto, accessori casa, mobilio su misura, ecc). COME APRIRE UN NEGOZIO IN FRANCHISING DI ARREDO
Fino ad un po’ di anni fa arredare casa con un arredamento ricercato o elementi di design era una fortuna che non tutti potevano concedersi. Oggi, con l’avvento delle catene commerciali e con la diffusione dei brand di design, avere un arredamento ricercato o possedere oggetti di design è alla portata di molte più persone. Il numero di insegne e di marchi di arredamento e di design è aumentato con il trascorrere del tempo: ecco perché aprire un negozio di arredamento e design in franchising potrebbe essere un’idea di successo per un progetto imprenditoriale. Non tutti i negozi di arredamento ed i marchi sono uguali. L’offerta è davvero variegata: si va infatti dalle ultime novità in ambito di design fino ai negozi di arredamento classico, in arte povera, in stile country o shabby chic, con frequenti commistioni tra questi stili. Il mondo dell’arredo è davvero molto articolato: per questo sarà necessario, innanzitutto, di focalizzarsi su uno stile o su una tipologia di arredo. Il franchising da questo punto di vista costituisce un grosso aiuto. Sono infatti molti i marchi tra cui scegliere in questi settori. Non sono richiesti requisiti particolari, come titoli di studio o altro. In realtà anche in questo settore sarebbe consigliata un’esperienza seppur. In genere il franchisor che si sceglie offre una formazione preapertura e
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un’assistenza continuativa. Per quanto riguarda invece gli aspetti burocratici, per l’apertura di un negozio di arredamento è necessario: aprire una partita IVA, iscriversi alla Camera di Commercio locale, inviare la comunicazione unica per l’inizio dell’attività al comune di ubicazione del negozio. Spesso il franchisor indica anche il numero di addetti necessari a seconda della dimensione del negozio. Un fattore importante è quello della scelta del locale per il negozio: soprattutto per i punti vendita di arredamento, è necessario considerare una superficie molto ampia, possibilmente con più vetrine e collocata in una zona di forte passaggio. Anche per questo aspetto di solito le indicazioni del franchisor sono molte chiare.
Azienda leader nel segmento biancheria di fascia medio alta
FAZZINI PORTA IL CONCETTO DELLA MODA NEL LETTO Intervista a Marco Fazzini, amministratore dell’azienda: “non intendiamo aprire molti negozi, ma pochi e ben curati, per cui il franchisee non viene mai lasciato solo”
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Marco Fazzini
L’
azienda è stata fondata nel 1976 da Stefano Fazzini, ma dopo la prematura scomparsa nel 1992, è stata condotta dalla moglie Maria Alberta Zibetti, che ha portato creatività e colore, introducendo negli anni il concetto di moda nel letto,
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cioè rinnovando stagionalmente le collezioni in linea con le tendenze del mondo moda. Nel 2000 dopo la laurea in Filosofia e master in gestione PMI è entrato il figlio Marco, e nel 2007 dopo un master in marketing il figlio Paolo. Da metà anni 2000 l’azienda si è concentrata sul puntare alla visibilità del marchio, affinandone l’identità. Nel 2010 apre un corner alla Rinascente Duomo e, più o meno, in quel periodo arriva a servire circa 700 clienti plurimarca in Italia. Dal 2015 sono partiti due nuovi progetti: la licenza in esclusiva del marchio del lusso La Perla Home, e il progetto Retail, partito dal Flagship store di Milano via PonteVetero. Oggi Marco Fazzini è amministratore dell’azienda. Quali sono i punti di forza che hanno determinato il successo del brand?
“L’azienda è snella, poiché le fasi di lavoro sono esternalizzate, pur mantenendo la produzione in Italia, nel distretto tessile a nord di Milano; l’azienda è anche solida, ben inquadrata dalla società
di informazione commerciale. In questo contesto di buona struttura aziendale si è innestato un prodotto fresco e giovane, che mantiene l’impronta italiana ma al passo con la cultura del presente”. Che peso economico ha l’arredo casa per l’intero comparto arredamento?
“Purtroppo il tessile per la casa incontra più difficoltà nella valorizzazione; è difficile trasmettere il valore intrinseco dei prodotti ai consumatori. Il mondo biancheria per la casa è un po’ a sé rispetto al resto del comparto arredo, basta vedere la rara partecipazione alle fiere del mobile, o sempre le rare situazioni di sinergia commerciale; si potrebbe fare sicuramente di più per inserire il mondo tessile nel settore arredamento. Nelle nostre collezioni esiste una parte più minimale, vicina al mondo del Design italiano”. Prodotti di alta qualità: Sono adattabili alla formula del franchising?
“Il nostro progetto retail è tra i pochissimi esistenti tra i marchi italiani. Dato che il mondo riconosce all’Italia un plus nella ricerca di questo settore, crediamo che ci possa essere uno sviluppo interessante. Il nostro posizionamento è medio alto, ma alla portata di spesa delle famiglie italiane. Un nostro negozio monomarca è dotato di uno studio di design, tra colori materiali e visual merchandising tale da distinguerlo da un tradizionale negozio plurimarca. Questo pensiero di fondo, studiato e applicato in 12 negozi, fa evitare di commettere errori nei quali il commerciante da solo può cadere”.
Paolo Fazzini, Maria Alberta Zibetti e Marco Fazzini
tipo di promozione più idonea da fare sul territorio. Ha tutta la protezione dell’azienda affinché il progetto vada bene con soddisfazione reciproca”. Perché affiliarsi al vostro brand?
“Serietà dell’azienda, in termini di distribuzione del prodotto; soprattutto, non intendiamo aprire molti negozi, ma pochi e ben curati, per cui il franchisee non viene mai lasciato solo”.
Perché avete scelto il franchising e quali sono i
Quali progetti futuri?
vantaggi che offre il sistema?
“Siamo a 12 negozi, abbiamo l’obiettivo di aprirne circa 3 all’anno per arrivare a circa 22 negozi attivi, nei centri storici delle principali città italiane o nei centri commerciali tripla A”.
“Il marchio Fazzini ha aumentato di molto la visibilità nel mercato italiano negli ultimi anni, diventando leader nel segmento biancheria di fascia medio alta. Il nostro franchisee ha vantaggi finanziari e soprattutto ha un unico fornitore con cui interagire quindi può concentrarsi a fare il suo principale lavoro che è vendere; in ogni caso il franchisee sceglie l’assortimento di prodotto e il
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La primavera/estate del brand total look per bambini: è più di un concetto, è uno stile di vita, fatto di divertimento e spensieratezza
PRIMIGI SODDISFA OGNI ESIGENZA Importante è, inoltre, la parte più tecnica, per sostenere e assecondare i primi passi dei piccoli, grazie anche al Primigi System, che prevede una serie di accorgimenti a garanzia della qualità, della sicurezza e della comodità
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l Total Look Primigi è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza, dai primi mesi alla scuola, per giocare e muoversi, in casa e all’aria aperta, in ogni stagione. E per la PE 2019 il brand ha realizzato una nuova linea dedicata ai Teenagers. Le reginette dello stile della linea di Primigi Junior, 7-14 anni, si vestono di capi iconici, dal design pulito, ma impreziositi da grafiche d’effetto tridimensionali e giochi di sovrapposizioni e trasparenze, oppu-
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re privilegiano la costruzione e la cura dei capi, in nuance basiche e con disegni semplici ed essenziali. I maschietti invece guardano al mondo del racing, espresso perfettamente dai toni vibranti del bianco, del nero e del rosso. Una collezione versatile e ricercata, sviluppata su volumi leggermente over, nuovi block color geometrici, melange dai blends rinnovati e stampe high-density. Oppure si rifanno alle assolate spiagge di Miami, con la capsule
La linea Teenager
collection “Miami Dreams”, la cui palette di colori è composta da bianco, grigio acidato, verde, royal e nero. Gli outfit si contraddistinguono per ricercatezza e modernità, grazie ai giochi di nervature, stampe fotografiche macro con tocchi di rubber print e piazzamenti inaspettati. LE COLLEZIONI PER BABY E KIDS
Le collezioni abbigliamento BABY (6-24 mesi) e KIDS (3-6 anni) si differenziano a seconda dell’occasione d’uso ma soprattutto sono legati da un unico filo conduttore che ha ispirato la creazione dei capi: freespirit. È più di un concetto, è uno stile di vita, fatto di divertimento e spensieratezza. Tre sono le linee: Everyday - Per l’abbigliamento di tutti i giorni la parola chiave è comfort, per un look disinvolto, senza rinunciare allo stile. Per le piccole sfide quotidiane delle bambine entrano in scena i colori accesi come il giallo, il lime, il rosa shock e l’azalea mescolati al bianco e nero. La palette dei capi per i bambini, invece, è composta dai toni del blu, bianco, giallo e grigio, misti a righe su maglie e t-shirt. City - La linea “City”, per le bambine, introduce
la primavera con il pensiero già rivolto al sole e al mare. Jersey stretch, tencel lavati, plisse’ multicolor e candidi macramè rendono questo tema l’ideale per un tocco fashion anche per le occasioni più casual. I bambini seguono la voglia di caldi viaggi tropicali con i colori del blu, rosso e bianco e stampe di squali e animali marini. Trendy - Il tema “Trendy” rientra nella voglia di freschezza e leggerezza dell’estate, resa, per le bambine, con top e abiti senza maniche stampati con colori midtone. Non può mancare, infine, un tocco di eleganza. L’ultima linea della collezione predilige, per le bambine, un tema profumato di fiori e tanto verde. Iridescenze, argento, voile leggeri, pizzo sangallo e fresche stampe floreali si fondono in un pacchetto delicato, ma d’impatto. Gli ometti non sono da meno: l’eleganza delle righe fa da leit motiv. Camicie bianche e azzurre, giacchette e gilet spiccano nella loro classica ma folgorante semplicità. Capi che permettono una grande libertà di movimento e comodità, senza rinunciare allo stile. LE CALZATURE: RITORNO ALL’ESSENZA
Con le scarpine, poi, Primigi, risponde a qualunque tipo di esigenza per tutte le fasce di età. Cinque diversi temi compongono la nuova collezione: Sporty Chic con sneakers e sandali performanti e confortevoli, Bloom dal gusto romantico, elegante e moderno, Summer Camp ’19, ricco di modelli, divertenti decorazioni come fenicotteri, frutti, frange in rafia, perline e ruches per le bambine e stampe camouflage, tela jeans e pellami dai toni caldi per i bambini. Linee pulite, tagli essenziali e raffinatezza sono, poi, i caratteri della linea Bon Ton e, infine, le vacanze estive ispirano ciabattine e mocassini di Fun Holiday dalle tonalità marine. Il blu, dall’oltremare al royal, passando dall’azzurro, è infatti il leitmotiv della P/E 2019 firmata Primigi. Importante è, inoltre, la parte più tecnica, per sostenere e assecondare i primi passi dei piccoli, grazie anche al Primigi System, che prevede una serie di accorgimenti a garanzia della qualità, della sicurezza e della comodità, gli stessi da 40 anni ai piedi dei bambini.
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La forza del marchio e la posizione sul mercato che ad oggi rende il brand leader nella vendita
MONDADORI RETAIL: UNA SCELTA CONSAPEVOLE Giovanni D’Avanzo, titolare di una libreria a Andria e successivamente di un secondo Mondadori Bookstore a Margherita di Savoia ha in programma nell’imminente futuro l’apertura in primavera di un terzo punto vendita
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na laurea in Giurisprudenza con specializzazione in Diritto Internazionale, nel contempo ha sempre lavorato nella libreria di famiglia e alla fine del percorso di studi ha scelto di seguire la sua passione e continuare la tradizione. Giovanni D’Avanzo, titolare di una libreria a An-
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dria e successivamente di un secondo Mondadori Bookstore a Margherita di Savoia, in primis ha innovato arredamento e spazi in modo da generare il concept distintivo: una libreria open space per offrire al cliente una esperienza d’acquisto differente.
È necessario seguire dei corsi di formazione? Se si su quali aspetti?
“La formazione più importante dovrebbe essere improntata sulla gestione contabile aziendale, sul marketing e la visibilità del prodotto”. Quali sono in termini economici i numeri per chi come lei vorrebbe aprire uno store Mondadori?
“Per entrare a far parte della rete Mondadori si acquisisce il marchio attraverso un fee d’ingresso. Come per tutti gli altri marchi in Franchising, bisogna rispettare un format che prevede arredi e insegna omogenei per tutti i punti vendita”. Che consiglio darebbe ad un nuovo affiliato? Giovanni D’Avanzo
Quando è entrato in contatto con il brand?
“La mia libreria nasce nel 1972 e dal 2010 abbiamo scelto di affiliarci a Mondadori Retail”. Dove ha aperto i punti vendita?
“La prima libreria è stato aperta ad Andria. Successivamente, nel 2017, abbiamo aperto un secondo Mondadori Bookstore a Margherita di Savoia”. Quali sono state le principali motivazioni che l’hanno spinta a scegliere Mondadori Retail?
“Innanzitutto la forza del marchio e la posizione sul mercato che ad oggi ci rende leader nella vendita. L’insegna Mondadori e la riconoscibilità del brand da parte dell’utente finale”. In che modo la casa madre lo ha sostenuto?
“Una rete di agenti sempre in contatto con l’affiliato per l’assistenza sulle problematiche quotidiane. Assortimento libri in conto estimatorio di quasi la totalità degli editori in distribuzione. Assistenza marketing con constanti campagne sconto a supporto della vendita e dell’acquisizione di nuova clientela. Organizzando eventi culturali e musicali da sempre, ho avuto la possibilità di avere al mio fianco un ufficio eventi, il quale supporta l’affiliato con la proposta e la pianificazione di eventi”.
“Principalmente chiunque volesse aprire uno store Mondadori, dovrebbe avere di base la passione per questo mondo: fare il libraio comporta molti sacrifici in termini di tempo e pazienza. La nostra è una missione e un lavoro che ti regala molto dal lato umano e professionale: amo definire la libreria come un “universo”; ogni libro è un mondo, costituito da personaggi, luoghi, storie differenti tra loro, ed è compito del libraio guidare il lettore alla scoperta di tutto questo. È sempre una grande soddisfazione quando un cliente ritorna ed è felice perché hai consigliato un libro che è piaciuto ed è pronto per una nuova esperienza di lettura. In molti casi il libraio diventa confidente, psicologo, amico… o semplicemente un uomo o una donna che ti risollevano il morale, rendendoti migliore una giornata altrimenti monotona. Il lavoro più importante è concentrarsi sulle nuove generazioni: loro rappresentano il futuro e i nostri futuri clienti; bisogna essere sempre in contatto con il loro mondo, molto differente dal nostro, ma che ugualmente ha bisogno di essere ascoltato”. I suoi progetti futuri?
“L’apertura in primavera di un terzo Mondadori Bookstore”.
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Un meccanismo vincente che l’azienda ha ideato e divulgato
“HO SCELTO PIAZZA ITALIA PERCHÈ OFFRE GARANZIE DI SUCCESSO” Giuliano Gangarossa che, insieme alla sua famiglia, è titolare del punto vendita di Piazza Italia di Catania mira ad una espansione dell’azienda
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opo il liceo ha subito intrapreso il percorso di studi di Economia Aziendale all’interno della Facoltà di Economia dell’Università di Catania. Poco tempo dopo ha contemporaneamente affiancato la sua famiglia nella digitalizzazione di alcuni processi fondamentali delle aziende fonda-
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te dai genitori. Nel febbraio del 2015 ha deciso, insieme ai fratelli, di intraprendere una nuova avventura, aprendo il primo punto vendita di abbigliamento, scommessa andata a buon fine e che gli ha permesso di rendersi autonomo in termini sia lavorativi che economici dalla famiglia di ori-
È necessario seguire dei corsi di formazione?
“È necessario sostenere una adeguata formazione. Sicuramente un imprinting manageriale consente un più rapido raggiungimento degli obiettivi”. Quali sono in termini economici i numeri per chi come lei vorrebbe aprire un punto vendita Piazza Italia?
“Una Società a Responsabilità Limitata, cinque collaboratori di fiducia, grande impegno quotidiano e 250mila euro di capitale proprio”. Che consiglio darebbe ad un nuovo affiliato?
gine e di estendere l’attività lavorativa oltre i confini catanesi. Giuliano Gangarossa, oggi, è titolare, del punto vendita di Piazza Italia di Catania.
“Ad un nuovo affiliato consiglierei di restare molto a contatto col personale di supporto fornito da Piazza Italia, così da poter più velocemente carpire ed entrare a far parte di quel meccanismo vincente che l’azienda ha ideato e divulgato”. I suoi progetti futuri...
“Internazionalizzare le mie aziende”.
Quando è entrato in contatto con il brand Piazza Italia?
“La mia famiglia ed io siamo entrati in contatto per la prima volta con il brand nel novembre del 2005 dopo l’apertura del C.C. Etnapolis a Belpasso”. Dove ha aperto i punti vendita?
“Abbiamo aperto il punto vendita nel cuore del centro storico di Catania, in Via Umberto I, al numero 13, all’interno di un ex cineteatro degli anni Venti”. Quali sono state le principali motivazioni che l’hanno spinta a scegliere Piazza Italia?
“La conquista da parte dell’azienda di una posizione di leadership nel suo segmento di mercato che le ha permesso di affermarsi come brand, quindi le garanzie di successo che questa offre”. In che modo la casa madre lo ha sostenuto?
“Trasferendoci il Know-How e con un piccolo capital contribution, azioni molto utili quando, come nel nostro caso, si sostiene un investimento importante in termini economici e di immagine su una location unica come quella di un ex cineteatro di pregio storico”.
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/ SPECIALE /
Benessere lavorativo: tecnologia, formazione, inclusione e ripensamento degli spazi
I TREND 2019 PER MIGLIORARE LA PRODUTTIVITÀ Welfare aziendale, smartworking, uffici flessibili e confortevoli, formazione sempre più digitale. Per prepararci al futuro del lavoro è necessario sviluppare una cultura del benessere in azienda
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/ SPECIALE /
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ar stare bene le persone al lavoro sarà una priorità per le aziende nel 2019 e negli anni a venire. Sentirsi accettati, motivati e sicuri di sé sono le condizioni che permettono alle persone di esprimere tutto il proprio potenziale, di crescere assieme all’organizzazione di cui fanno parte. Per questo le strategie aziendali puntano a innovare in questo ambito, grazie agli sviluppi della tecnologia in materia di connettività, intelligenza artificiale e big data. “Le organizzazioni vincenti nei prossimi anni saranno quelle in grado di aumentare il benessere totale delle persone e quindi la loro capacità e volontà di dare un contributo straordinario alla propria azienda e alla società, in modo coerente con il proprio potenziale” spiega Giuseppe Geneletti, Head Smart Working di Methodos, società di consulenza specializzata nell’affiancare le imprese nei processi di change management organizzativo e culturale.
Per stare bene al lavoro le persone devono poter essere se stesse, sentirsi bene sul luogo di lavoro e sviluppare le proprie capacità. È su queste tre macro-aree che si concentreranno nell’immediato futuro le maggiori innovazioni. Sviluppare una cultura del benessere e preparare le persone al futuro del lavoro saranno gli obiettivi prioritari. Per quanto riguarda il primo obiettivo, far sì che le persone in azienda si sentano se stesse, ci sono varie azioni che le organizzazioni possono mettere in campo: Il primo passo è valorizzare la diversità con politiche attive e autentiche di inclusione. Fondamentale anche intraprendere programmi e iniziative che aumentino nelle persone la consapevolezza del proprio ruolo e valore per l’azienda. Infine, occorre sfruttare l’opportunità che oggi esiste, grazie all’introduzione del welfare aziendale e all’evoluzione dello smart working, di offrire ai dipendenti servizi e contratti persona-
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/ SPECIALE /
lizzati, in funzione delle loro specifiche esigenze di conciliazione tra lavoro e vita privata. Stare bene nel proprio posto di lavoro è un altro tema che si sta affermando sempre di più. Non è necessario un grande investimento monetario o un restyling totale per creare un ottimo posto di lavoro. L’importante è agire sulla flessibilità.
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Come guida alla riprogettazione degli spazi di lavoro Methodos consiglia il libro The Elemental Workplace di Neil Usher (LID Publishing, 2018), che individua gli elementi per la creazione di un ufficio orientato al benessere delle persone: luce naturale, connettività, spazio sufficiente e suddiviso per gli scopi di lavoro (postazione primaria, spazio per concentrarsi, aree per incontri informali e formali), possibilità di controllare il microclima (illuminazione, riscaldamento, rumore), opportunità di ristoro, comfort, inclusività, servizi igienici eccellenti e spazi di archiviazione personali. Si tratta di una varietà di elementi facilmente regolabili da valutare secondo un approccio basato sulla persona, come nel modello Employee Journey Experience di Methodos. Aiutare le persone a coltivare talenti e sviluppare competenze è il terzo fronte sul quale le imprese si impegnano sempre di più. Negli anni a venire crescerà certamente il valore attribuito e atteso dalla formazione. Cominceranno a diffondersi gli strumenti di individuazione in tempo reale dei dipendenti con un basso engagement e quindi a rischio. Le imprese si orienteranno sempre di più a offrire percorsi formativi chiari e personalizzati, con un peso crescente delle soft skills. Le persone fruiranno dei corsi sempre più on-demand,
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in funzione del proprio profilo sia per contenuti, sia per le modalità di accesso e distribuzione. E questa formazione coinvolgerà non solo i dipendenti, ma anche i candidati più interessanti e le figure con contratti atipici, che non rientrano nel perimetro formale aziendale, ma aumentano sempre di più numericamente e costituiscono parte integrante del processo produttivo. I contenuti saranno sempre più digitali, fruibili da smartphone e tablet, con maggiore utilizzo di modalità innovative come la gamification, la realtà virtuale e aumentata e i wearables.
MOBILITÀ
Sempre più professioni ormai prevedono frequenti trasferte durante l’anno e spesso si incappa in sgradevoli incidenti come furti, perdita di bagagli, ecc.. Ci sono idee semplici e digitali per tenere sempre sotto controllo il proprio bagaglio, come i porta badge intelligenti con tecnologia QR GPS.
COME CONCRETIZZARE IL BENESSERE LAVORATIVO
L’Employee Journey Experience è un modello che analizza una serie di punti di contatto che il dipendente ha con l’organizzazione così da migliorare ogni singolo momento dell’esperienza lavorativa, sin da quando la persona esce di casa la mattina. I cosiddetti “touch point” di questo modello sono: mobilità; orari di lavoro; spazi e strumenti di lavoro individuali; spazi e strumenti di lavoro condivisi; ristorazione, confort e personalizzazione; archivi/paperless; welfare&benefit.
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/ SPECIALE /
ORARIO DI LAVORO
Orari di lavoro – Alcuni di noi ormai hanno solo un vago ricordo di tornelli, badge e timbrature. Eppure per molti ancora oggi questa è la realtà, e diciamocelo, il badge al collo ormai non è poi così trendy. Ecco quindi una soluzione per coloro che passano il badge: una cover adesiva da attaccare allo smartphone e personalizzare con logo dell’azienda per tenere il tesserino sempre a portata di …smartphone. SPAZI E STRUMENTI DI LAVORO INDIVIDUALI
Che l’open space sia ormai diventato lo spazio di lavoro quotidiano della maggior parte dei lavoratori non è più una novità. Abbiamo quindi pensato a una soluzione per tutti coloro che lavorano alla propria scrivania ma che si trovano in spazi aperti e hanno bisogno di concentrazione: cuffie acoustic noise cancelling.
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/ SPECIALE /
SPAZI E STRUMENTI DI LAVORO CONDIVISI
Anche la formazione oggi è in continua evoluzione, e le interminabili aule frontali di otto ore sfidano anche il più attento e diligente dei partecipanti. È per questo che molte aziende stanno ripensando le modalità di apprendimento e sono sempre in cerca di modalità innovative e digitali per fare aula. Proponiamo quindi, un esempio di desk modulari per un restyling delle aule di formazione.
RISTORAZIONE
Avere a cuore la salute dei dipendenti e poter contribuire a uno stile di vita salutare è un obiettivo spesso professato dalle aziende. Un’idea già applicata in molti settori è quella di far trovare frutta fresca quotidianamente in ufficio. Un esempio di servizio di questo tipo:
COMFORT E PERSONALIZZAZIONE
Lavorando con aziende che hanno cambiato o stanno cambiando modi di lavorare, emerge sempre di più la necessità di applicare il principio dell’activity based working nella riorganizzazione degli spazi. Secondo tale principio, le persone sono chiamate a scegliere la postazione di lavoro in base alle attività da svolgere nell’arco della giornata; da questo derivano, oltre che efficienza nell’uso degli spazi, anche maggiori occasioni di scambio di informazioni e un lavoro meno sedentario. Abbiamo notato però, che spesso le persone si ritrovano a girare da una parte all’altra del piano o dell’edificio con pc, telefono, tablet, blocco appunti, ecc… in braccio. Un organizer leggero può essere un regalo molto utile a tutti gli smart workers. Ecco un esempio:
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/ SPECIALE /
ARCHIVIAZIONE/PAPERLESS
PER TUTTI
Il claim “go paperless” è un tema molto sentito da tante aziende che della sostenibilità ambientale fanno il loro cavallo di battaglia. È una sfida piuttosto complicata quella di abbandonare la carta, in quanto richiede di scardinare vecchie abitudini dure a morire. Aiutare le persone in questo passaggio non è semplice ma la tecnologia ci offre sempre dei validi aiuti. Un ottimo esempio è il tablet Fire HD 8 di Amazon, un’alternativa economica ai tablet più noti che permette di prendere appunti in maniera digitale evitando sprechi di carta.
Fringe benefit card spendibile in più di 100 store online.
PER GLI AMANTI DEL FITNESS
Fitbit versa.
PER I PIÙ ATTENTI ALLA PELLE
– Generalmente le idee rispetto al welfare non mancano mai alle aziende e in giro si trovano le soluzioni più creative. Eccone di seguito un paio. Welfare&benefit
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/ LE SCHEDE /
Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.
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Del Mare 1911
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Piazza Italia Kids
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Igi&Co
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Primigi
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Nau!
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Piazza Italia
* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor
/ LE SCHEDE /
/ LE SCHEDE /
PROFUMI PER IL CORPO, PROFUMAABBIGLIAMENTO TORI AMBIENTE, COSMETICI ED ACCESSORI UOMOPER LA CURA DEL CORPO E DEL VISO Ragione sociale: Del Mare 1911 SpA - Indirizzo: Via Mecenate Ragione sociale: Aymara Italia srl -1980 Indirizzo: Ghiviz75 20138 Milano - Anno di fondazione: - Annovia partenza zani, 61 – 55041 Pianore Annovendita di fonfranchising: 2019 -Capezzano Punti vendita diretti:(LU) 12 - -Punti dazione: partenza franchising: 2010vendita - Punti affiliati: 0 -1995 Punti- Anno vendita diretti (estero): 1 - Punti vendita diretti: 6 - Punti vendita affiliati: 2 - Punti ven affiliati (estero): 0 dita diretti (estero): 1 - Punti vendita affiliati (estero): 2
COSA COSACERCHIAMO CERCHIAMO
Ragione sociale: Reda Retail S.p.a. - Gruppo IMAC Spa Indirizzo: Via Menocchia, 27 -63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 152
COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL P.V. (IN MQ):
DA 50 A 100
PUNTO VENDITA: 100-120 MQ SUPERFICIE MEDIA 30MQ PUNTO VENDITA:
BACINO D’UTENZA:
DA 10MILA A 50MILA ABITANTI
50.000 (MINIMO) BACINO D’UTENZA: BACINO DI UTENZA: SUPERIORE A ABITANTI 50MILA ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRO STORICO, ZONA UBICAZIONE OTTIMALE: COMMERCIALE PEDOUBICAZIONE OTTIMALE: CENTRI COMMERCIALI,ALTA CENTRI NABILITÀ STORICI E STRADE AD ELEVATO AFFLUSSO PEDONALE. NON RICHIESTA ESPERIENZA NEL SETTORE:
CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI
ESPERIENZA NEL SETTORE:
NON RICHIESTA
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):
ADDETTI DA 1 A 3
INVESTIMENTO INIZIALE:
DA ¤ 400 A ¤ 700/MQ
FATTURATO MEDIO ANNUO:
¤ 5.000/MQ
PERSONALE RICHIESTO PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):2/4 (COMPRESO IL TITOLARE):
1/2
¤75.000 – ¤80.000 INVESTIMENTO INIZIALE: (ARREDAMENTO ¤1200 AL ESPERIENZA NEL SETTORE: AUSPICATA MA NON NECESSARIA MQ; PROGETTAZIONE E ALLESTIMENTO ¤6000; FORNITURA INVESTIMENTO INIZIALE DA: 100-120 MILA EUROMERCE INIZIALE ¤25.000) FATTURATO MEDIO ANNUO: FATTURATO MEDIO ANNUO: 7000 200.000 EURO/MQ
COSA OFFRIAMO COSA OFFRIAMO Diritto all’uso del Brand e Concept store. Gestione CRM Prodotti cosmetici per il viso, il corpo e profumatori per eTessera Fedeltà. Ingegnerizzazione dei processi interni ed la casa realizzati con ingredienti naturali e dalle preesterni tramite software gestionali. Esclusività di zona. Forstazioni eccellenti. Erbario Toscano offre supporto nella mazione Iniziale e continuativa su prodottiallestimento e tecniche di venscelta della location, progettazione, e ardita. Pubblicità a livello nazionale. Coordinamento attività di redamento del punto vendita; formazione del personale marketing. Indirizzo di visualcommerciale merchandising. pre-apertura, assistenza e visual merchandising per tutta le durata del contratto. Attività di direct marketing coordinata invio di newsletter ai clienti COSAcon CHIEDIAMO fidelizzati. Materiale POP e campagne istituzionali. FEE D’INGRESSO: 10.000 EURO
COSA CHIEDIAMO
COSA OFFRIAMO Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’ope ning del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.
COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:
¤ 50.000
PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:
LEASING
FEE D’INGRESSO:
NESSUNA
ROYALTIES: NESSUNA NO FEE D’INGRESSO:
ROYALTIES:
NESSUNA
DURATA DEL CONTRATTO 5 ROYALTY: (IN ANNI):
DURATA CONTRATTO (IN ANNI):
6
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
NO 3 ANNI
Giovanni Mantriota tel: 334.9455497 Tel. 0584-969660 email: g.mantriota@delmare1911spa.com e-mail: commerciale@erbariotoscano.it web: www.delmare1911spa.com web: www.erbariotoscano.it
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CALZATURE E ACCESSORI
Ufficio sviluppo Tel. 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it
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// LLEE SSCCHHEEDDEE //
VENDITA DI DI OCCHIALI OCCHIALI DA DA VISTA, VISTA, VENDITA DA SOLE, LENTI A CONTATTO, DA SOLE, LENTI A CONTATTO, LIQUIDI EE SOLUZIONI, SOLUZIONI, ACCESSORI ACCESSORI LIQUIDI Ragione sociale: sociale: NAU NAU Spa Spa -- Indirizzo: Indirizzo: via via S. S. ee P. P. MazMazRagione zucchelli,77- -21043 21043- -Castiglione CastiglioneOlona Olona(Va) (Va) -- Anno Anno di di zucchelli, fondazioneattività: attività: 2004 2004 -- Anno Anno di di partenza partenza del del franfranfondazione chising:2007 2005- -Punti Puntivendita venditatotali: totali:167 140- -Punti Puntivendita vendita chising: diretti: 91 85- -Punti Puntivendita venditaaffiliati affiliatiininItalia: Italia:60 55 - - Punti Punti diretti: vendita all’estero: 10 vendita all’estero: 16
COSA CERCHIAMO COSACERCHIAMO CERCHIAMO COSA
ABBIGLIAMENTO Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto Campano di Nola, Lotto D1 - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 161 160 -- Punti Punti vendita vendita affiliati affiliati in in Italia: Italia: 126 83 - Punti vendita affiliati all’estero: 48 55
COSA COSA CERCHIAMO CERCHIAMO PUNTO VENDITA:
DA 300 A 1.200
BACINO D’UTENZA:
DA 20.000 ABITANTI IN SU
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRO COMM.LE/PARCO COMM.LE/ STAND ALONE/CENTRO STORICO
PUNTOVENDITA: VENDITA: PUNTO
80/100MQ MQ 80/100
BACINOD’UTENZA: D’UTENZA: BACINO
70.000ABITANTI ABITANTI(MINIMO) (MINIMO) 70.000
ESPERIENZA NEL SETTORE:
NON RICHIESTA
UBICAZIONEOTTIMALE: OTTIMALE: UBICAZIONE
CENTRISTORICI STORICIDI DICITTÀ CITTÀ CENTRI CENTRICOMMERCIALI COMMERCIALIDI DI OOCENTRI MEDIE E GRANDI DIMENSIONI MEDIE E GRANDI DIMENSIONI
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):
IN BASE AL BUDGET
ESPERIENZANEL NELSETTORE: SETTORE: ESPERIENZA
NONRICHIESTA RICHIESTA NON
INVESTIMENTO INIZIALE:
€ ¤ 300/MQ PER GLI ARREDI
PERSONALERICHIESTO RICHIESTO PERSONALE (COMPRESOILILTITOLARE): TITOLARE): (COMPRESO
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FATTURATO MEDIO ANNUO:
€ ¤ 3.500/MQ
INVESTIMENTOINIZIALE: INIZIALE: INVESTIMENTO
100.000 ¤¤ 100.000
FATTURATOMEDIO MEDIOANNUO: ANNUO: FATTURATO
DA¤¤ 5.000 5.000AA¤¤ 10.000 10.000 DA ALMQ, MQ,IN INRAPPORTO RAPPORTO AL ALL’UBICAZIONE DEL PV E ALL’UBICAZIONE DEL PV E DEL BACINO DI UTENZA DEL BACINO DI UTENZA
COSA OFFRIAMO COSAOFFRIAMO OFFRIAMO COSA Unsupporto supportoampio ampioche cheva vadalla dalla comunicazione comunicazione ee marmarUn keting,alla allaricerca ricercadel del personale personale ee alla alla formazione. formazione. InInketing, vestiamo ilil 5% 5% del del fatturato fatturato sulle sulle persone persone nel nel nostro nostro vestiamo centro didi formazione, formazione, dove dove organizziamo organizziamo corsi corsi mirati mirati centro a formare dei venditori completi, preparati ed entusiaa formare dei venditori completi, preparati ed entusiasti. Il mix della formazione prevede sia delle giornate in sti. Il mix della formazione prevede sia delle giornate in aula, con approfondimenti specifici e tecniche di vendi aula, con approfondimenti specifici e tecniche di vendi ta, che giornate in negozio, dove i neo assunti vengono ta, che giornate in negozio, dove i neo assunti vengono affiancati dai più esperti. Inoltre mettiamo a disposi affiancati dai più esperti. Inoltre mettiamo a disposi zione un supporto dedicato per scegliere la miglior lozione un supporto dedicato per scegliere la miglior location. cation.
COSA COSA OFFRIAMO OFFRIAMO Formula conto vendita con Margine Fisso e garantito in ogni fase commerciale e reso totale delle rimanenze finali. Studio di fattibilità, Business Plan dettagliato e relativo progetto strutturale. Formazione iniziale e relativo supporto visual pre e post apertura. Gestione personalizzata dei riassortimenti settimanali. Materiale POP e campagne istituzionali.
COSA COSA CHIEDIAMO CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:
NON RICHIESTA
ROYALTY:
NON RICHIESTE
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5
COSA CHIEDIAMO COSACHIEDIAMO CHIEDIAMO COSA FEE D’INGRESSO: FEE D’INGRESSO:
¤ 10.000 ¤ 10.000
ROYALTY: ROYALTY:
5% 5%
DURATA DEL CONTRATTO DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI): (IN ANNI):
5, RINNOVABILE 5,ARINNOVABILE SCADENZA SENZA AULTERIORI SCADENZA SENZA COSTI ULTERIORI COSTI
Gianluca Nolli Gianluca Nolli Tel. 0331-86.12.33 Tel. 0331-86.12.33 e-mail: franchising@nau.it e-mail: franchising@nau.it web: www.nau.it web: www.nau.it
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Tel. +39 081.3123111 / Fax: +39 081.3123022 Tel. +39 081.3124000 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it info@franchising@piazzaitalia.it e-mail: e-mail: l.caracci@piazzaitalia.it email: l.caracci@piazzaitalia.it web:www.piazzaitalia.it www.piazzaitalia.it web:
/ LE SCHEDE /
// LLEE SSCCHHEEDDEE //
ABBIGLIAMENTO, CALZATURE E ACCESSORI BAMBINO/A 0-14 ANNI
ABBIGLIAMENTO E SCARPE DA DONNA, BORSE CALZATURE BAMBINO E ACCESSORI
Ragione sociale: Piazza Italia S.p.a. - Indirizzo: Palazzina Piazza Italia - Interporto Campano di Nola, Lotto D1 - 80035 Nola (Na) - Anno di fondazione attività: 1993 - Partenza del franchising progetto kids: nov. 2011 - Punti vendita diretti con reparto kids: 150 - Punti vendita affiliati con reparto kids: 103 - Punti vendita affiliati all’estero con reparto kids: 39
Spa Ragionesociale: sociale:PRIMADONNA Reda Retail S.p.a. Ragione SPA -- Gruppo Indirizzo:IMAC S.P. 231 - Indirizzo : via Menocchia, 27 - di63062 - Montefiore Km 5,2 70032 Bitonto (Ba) - Anno partenza del frandell’Aso (Ap) Anno di fondazione attività: 1976 Anno chising: 2006 - Punti vendita diretti: 152 - Punti vendita di partenza franchising: Punti vendita diretti: affiliati: 241 - Punti Vendita2008 totali:- 393 3 - Punti vendita affiliati: 373 - Punti vendita affiliati all’estero: 37 PUNTO VENDITA:
COSA CERCHIAMO PUNTO VENDITA:
150/250 MQ
BACINO D’UTENZA:
20.000 ABITANTI
UBICAZIONE OTTIMALE:
CENTRO COMM.LE/PARCO COMM.LE/ STAND ALONE/CENTRO STORICO
ESPERIENZA NEL SETTORE:
NON RICHIESTA
PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):
2 + TITOLARE
INVESTIMENTO INIZIALE:
€ 300/MQ
FATTURATO MEDIO ANNUO:
€ 3.000/3.500 AL MQ
No
COSA CERCHIAMO
COSA CERCHIAMO 100 MQ (+ 40 PER DEPOSITO)
BACINO D’UTENZA: PUNTO VENDITA:
35MILA DA 100ABITANTI A 250 MQ
UBICAZIONE OTTIMALE: BACINO D’UTENZA:
STRADE PRINCIPALI, DA 10.000 A 50.000 CENTRI ABITANTI COMMERCIALI CENTRO CITTÀ, CENTRO NON RICHIESTA CENTRO COMMERCIALE, STORICO, VIE COMMERCIALI IN MEDIA 3/4 FULL TIME EQUIVALENTI NON RICHIESTA
UBICAZIONE OTTIMALE: ESPERIENZA NEL SETTORE: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO TITOLARE): ESPERIENZAILNEL SETTORE: INVESTIMENTO INIZIALE: PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):
INVESTIMENTO INIZIALE:
COSTO ARREDI 400 - 500 DA 1 A 3 AL ML* (LINEE DI ARREDO: ECONOMY/ LUXURY) *RIFERITO ALLA SUPERFICIE DA ¤ 400 A DELL’AREA ¤ 700/MQ ESPOSOTIVA
FATTURATO MEDIO ANNUO:
VENDITA ¤ 4.800/MQ
FATTURATO MEDIO ANNUO:
N t
E
DA 6MILA A 10MILA € AL MQ VENDITA
COSA OFFRIAMO
COSA OFFRIAMO
COSA OFFRIAMO
COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:
NON RICHIESTA
ROYALTY:
NON RICHIESTE
DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):
5 RINNOVABILI
C
Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita graAssistenza in loco in fase di apertura. Assistenza dutuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandirante contratto. Layout del punto vendita realizzato sing. ilSoftware di gestione gratuito. Comunicazione da dall’ufficio progettazione leader internazionale in tv, Primadonna radio, stampa,Spa. web,Formula redaziocommerciale conto/vendita reso totale dell’invennali, affissioni. Iniziative percon comunicare l’opening del duto con Fidelity un margine costante tutto l’annegozio. Cardcontributivo ed azioni di direct marketing con no, assistenza formazione. Un concept originale e di invio di sms e edem ai clienti fidelizzati. grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual pre e post apertura. Formazione iniziale 2 settimane, COSA CHIEDIAMO riassortimento merce settimanale.
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¤ 50.000 FIDEJUSSIONE BANCARIA: COSA CHIEDIAMO PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO: FEE D’INGRESSO:
LEASING NO
FEE D’INGRESSO: ROYALTY:
NON RICHIESTA NO
ROYALTIES: ZONA IN ESCLUSIVA:
NON RICHIESTE DA VALUTARE IN FUNZIONE DEGLI ABITANTI 6 NESSUNA
DURATA CONTRATTO (IN ANNI): CONTRIBUTI PUBBLICITÀ NAZIONALE: DURATA CONTRATTO (IN ANNI):
Tel. +39 081-3123111 / Fax: +39 081.3123022 e-mail: info.franchising@piazzaitalia.it l.caracci@piazzaitalia.it web:www.piazzaitalia.it
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Tel. 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.primigi.it Tel. 080-3751575/800-141207 Fax. 080-3756049 e-mail: franchising@primadonna.it Facebook: Primadonna Collection web: www.primadonnacollection.com
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In programma a Milano dall’8 al 9 maggio. Attesi circa 50 exhibitor, 500 retailer e 2.200 partecipanti
RITORNA MAPIC ITALY E MAPIC FOOD Intervista a Francesco Pupillo, Deputy Director Mapic: “i retailer italiani continuano ad esercitare un appeal straordinario a livello internazionale e l’espansione internazionale costituisce la migliore strategia per superare le difficoltà legate alla contrazione dei mercati nazionali”
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a quarta edizione di Mapic Italy, in programma a Milano dall’8 al 9 maggio, sarà ricca di novità e contenuti, rispecchiando il momento di importante cambiamento che l’industria retail sta attraversando. Facendo seguito a quanto già fatto nel 2018 – dichiara Francesco Pupillo, Deputy Director MAPIC – anche quest’anno avremo non uno, ma due eventi che si terranno parallelamente in due hall contigue a MiCo: il Mapic Italy dedicato a tutti i player del mercato immobiliare commerciale, italiani ed internazionali, interessati a sviluppare il proprio business in Italia; ed il Mapic Food, evento invece a vocazione internazionale dedicato ai
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brand della ristorazione commerciale e volto a favorire l’incontro dei brand con gli operatori del settore della ristorazione, gli operatori travel (concessionari degli spazi commerciali in stazioni ed aeroporti), le proprietà ed i gestori di siti commerciali nonchè gli investitori interessati ad entrare nel capitale dei brand per favorirne lo sviluppo. Avremo quindi due programmi di conferenze distinti che permetteranno ai partecipanti di approfondire sia i trend più attuali del mercato retail in Italia che i trend del settore della ristorazione commerciale, proprio in considerazione dell’importanza crescente che il food&beverage sta assumendo nel settore retail.
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fonda trasformazione che obbliga i brand, i punti vendita ed i centri commerciali a reinventarsi, i retailer italiani continuano ad esercitare un appeal straordinario a livello internazionale e l’espansione internazionale costituisce la migliore strategia per superare le difficoltà legate alla contrazione dei mercati nazionali”. Quali le differenze con Mapic Cannes
Francesco Pupillo
In termini numerici i retail italiani che spazio occupano nel panorama internazionale?
“I retailer italiani giocano un ruolo di primo piano nel panorama internazionale. L’Italia è per tradizione uno de principali paesi per numero e qualità dei brand. I brand italiani sono presenti in tutto il mondo ed è sempre interessante notare la capacità dei retailer italiani, anche di recente creazione, ad espandersi a livello internazionale. La forte richiesta di brand italiani a livello internazionale è testimoniata dall’importante presenza di brand italiani a Cannes (con oltre 360 rappresentanti di brand italiani su un totale di 2.100 retailer), nonché dalla costante presenza di insegne italiane nelle nostre manifestazioni regionali, gli eventi Mapic che abbiamo lanciato in Russia, India e Cina e che hanno visto negli ultimi anni la partecipazione di brand quali Illy, OVS, Calzedonia, Nau, Camomilla solo per fare alcuni nomi. Tale rilevanza è probabilmente ancora più marcata nel settore Food&Beverage, dove i brand italiani continuano ad essere ricercatissimi. Basti pensare al caso di Eataly, solo per citare forse il più celebre, già presente in diverse capitali mondiali. Ma il trend è confermato da moltissimi brand della ristorazione italiana che stanno espandendosi rapidamente in nuovi mercati. Si pensi ad esempio ai brand del gruppo Cigierre, a Rossopomodoro o ancora a Cioccolati Italiani solo per fare alcuni nomi che hanno recetemente aperto in nuovi mercati. Lo scorso anno, per la prima edizione di Mapic Food a Milano abbiamo avuto oltre 200 operatori del settore della ristorazione e proprietà di siti commerciali internazionali in provenienza da 50 paesi, attratti dalla presenza di numerosi brand italiani. Pertanto, sebbene il settore retail stia attraversando un periodo di pro-
“Mapic Italy rappresenta un perfetto complemento a Mapic Cannes. Cannes è l’evento leader a livello internazionale dedicato al mercato immobiliare commerciale, con oltre 8500 partecipanti in provenienza da 80 paesi. Rappresenta quindi la vetrina internazionale per eccelenza che permette a proprietà e gestori di siti commerciali italiani di mostrare a retailer ed investitori internazionali progetti di sviluppo e location disponibili in Italia. La presenza a Cannes è quindi fondamentale per i player italiani, tenuto conto che oltre l’80% degli investimenti nel comparto immobiliare retail italiano sono di provenienza estera. Cannes è altresi’ importante per i brand italiani in quanto permette loro in tre giorni di avere una panoramica completa delle opportunità di sviluppo a livello internazionale e di entrare in contatto con tutti i principali player a livello globale. Al tempo stesso però la presenza di operatori di oltre 80 paesi a Cannes non permette ai player internazionali, nei soli tre giorni dell’evento, di dedicare la totalità del proprio tempo alle opportunità offerte dal mercato italiano. Ecco quindi che Mapic Italy offre la possibilità di un approfondimento con una visione completa e più granulare delle opportunità offerte dal mercato italiano, permettendo inoltre una partecipazione all’evento anche allargata ad operatori di dimensione più regionale e locale che magari non sono ancora maturi pronti per la vetrina internazionale. Al tempo stesso abbiamo notato che diversi player affaciatisi di recente sul mercato, hanno scoperto il mondo Mapic attraverso l’evento di Milano e hanno voluto poi fare il salto verso i mercati internazionali partecipando a Cannes. I due eventi quindi convivono e si autoalimentano risultando perfettaente sinergici”. Qualche anticipazione sulle presenze importanti e sugli appuntamenti in programma?
“2.200 partecipanti sono attesi a MAPIC Italy (www.mapic-italy.it) e MAPIC Food. Tra gli
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exhibitors di Mapic Italy vi saranno tutti i principali player del mercato immobiliare commerciale italiano: Carrefour Property, Ceetrus, IGD, Aedes, Svicom, Klepierre, Multi, Eurocommercial solo per fare alcuni nomi. Tra le novità avremo la presenza per la prima volta come exhibitor di BNP Paribas, SCC, Pradera e la novità Kuwait Petroleum alla ricerca di brand da inserire negi spazi commerciali delle stazioni di servizio. Un’altra importante novità sarà l’ingrandimento dell’area dedicata all’innovazione (la digital lounge) con una decina di exhibitors presenti. In totale aspettiamo circa 50 exhibitor e 500 retailer. Per quanto attiene invece alla parte dedicata a Mapic Food, aspettiamo circa 40 exhibitor tra i quali i principali brand italiani (Cigierre, Cir Food, Cibiamo, C House, Cioccolati Italiani, Rinaldini) ma anche brand internazionali in forte espansione come Casual Dining Group e Chicken Cottage (UK), Paulaner e Nordsee (GER), Esquire Coffee (IRL). Sono attese delegazioni dal Sudamerica e dall’Asia oltre alla presenza dei maggiori operatori internazionali del settore della ristorazione (tra i quali il gruppo Amrest) e dei principali operatori di aeroporti e stazioni ferroviarie (HMS host e Lagardere tra i più importanti). Oltre 40 concept internazionali verranno presentati nel corso di sessioni di presentazioni interattive durante l’evento. In totale circa 400 rappresentanti di brand della ristorazione commerciale sono attesi a Milano per l’evento che si terrà quest’anno in concomitanza della Milano Food City week. I programmi di conferenze saranno estremamente ricchi e vedranno la partecipazione di alcuni dei più importanti esperti del settore. In particolare, il programma di Mapic Italy metterà l’accento sulla crescente importanza dell’integrazione tra canale fisico e canale digitale nel retail e sull’esperienza offerta al cliente quale elemento essenziale per generare traffico nei luoghi del commercio, con una sessione dedicata al leisure che vedrà tra gli speaker UCI Cinema, Tradelab, Dedem e Spazio Futuro. Avremo poi la consueta sessione di overview sul mercato co-organizzata con il CNCC ed una sessione dedicata alle problematiche di stringente attualità che i retailer italiani si trovano a dover affrontare in un mercato estremamente comptetitivo (tra le quali il dibattito in corso sulle aperture domenicali).
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Il programma di Mapic Food sarà altrettano ricco e stimolante. La tematica centrale del programma sarà “FOOD: THE SOCIAL GLUE OF THE DIGITAL ER A”, e metterà l’accento sugli aspetti di socializzazione ed esperienza che il food permette di creare all’interno delle retail destination. Il programmma vedrà coinvolti speaker di rinomanza internazionale e abborderà i temi dell’incidenza del food nelle performance dei siti commerciali, la trasformazione del Food Delivery market con il fenomeno delle dark kitchen, l’esplosione dei concept di caffetteria, nonché l’interesse crescente da parte dei fondi di private equity per i brand della ristorazione commerciale”. Quali sono i nuovi trend del mercato sia italiano che internazionale?
“L’industria retail tradizionale sta attraversando oggi un momento di profondo cambiamento, un cambio di paradigma. La rivoluzione digitale ha impattato in maniera profonda il settore, portando all’emersione di nuove abitudini di consumo da parte del cliente finale e di nuovi modelli di business. Oggi il consumatore non va più in un punto vendita o in un centro commerciale solo per far shopping, ci va per vivere un’esperienza da condividere con amici e familiari. Cio’ ha portato a due cambiamenti maggiori nel settore retail: la crescente integrazione tra online e offline (multicanalità) e l’importanza dell’esperienza on-site, con il conseguente incremento di spazio dedicato alle attività food e leisure nonché le attività di servizi alla persona (si stima che nei prossimi 10 anni la metà delle superfici dei siti commerciali sarà dedicata a queste attività). Mapic ha già messo questi due fenomeni al centro dei suoi eventi (tanto a Cannes quanto nei diversi eventi regionali). E la prossima edizione di Mapic vedrà un forte accento sul leisure (con un summit dedicato), sul nuovo retail mix e sul nuovo concetto di creazione di lifestyle places. I player del settore immobiliare commerciale si stanno oramai trasformando in creatori di nuovi spazi di vita, di luoghi sociali integrati in contesti urbani in cui il commercio e lo shopping rappresenteranno solo una delle attività fruibili”.
MiCo, Milano Congressi 8–9 Maggio 2019
L’evento dedicato al mercato immobiliare commerciale italiano
mapic-italy.it
Registrandoti a MAPIC Italy potrai accedere a
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Sette consigli del nostro esperto per rendere efficace la vostra promozione
COME PUBBLICIZZARE IL PROPRIO BRAND ATTRAVERSO I VIDEO Fin dal primo secondo la video pubblicitĂ deve essere interessante per chi la guarda. Ăˆ importante individuare un elemento che possa invogliare nei primi due secondi a proseguire la visione di Mattia Nicoletti*
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ealizzare un video oggi sembra essere molto semplice. È sufficiente avere uno smartphone per avere potenzialmente una qualità dell’immagine elevata. Tuttavia ci sono numerose regole da seguire se si desidera raggiungere un livello semi-professionale. Questa premessa per sottolineare il fatto che se l’obiettivo di un’azienda è quello di comunicare brand, prodotti e servizi con delle pubblicità video è importante affidarsi a dei professionisti. Se poi i video devono veicolati su Facebook bisogna adottare ulteriori accorgimenti per fare in modo che le performance siano soddisfacenti. La lunghezza dei video
Le pubblicità video su Facebook dovrebbero avere una durata non superiore ai 15 secondi (è lo stesso social network a consigliarlo). Questo perché la soglia di attenzione di chi utilizza i social è piuttosto bassa e solo in casi limite trascorre più di mezzo minuto su un contenuto video. Attirare l’attenzione dal primo secondo
Fin dal primo secondo la video pubblicità deve essere interessante per chi la guarda su Facebook. È importante individuare un elemento che possa invogliare nei primi due secondi a proseguire la visione.
L’importanza delle specifiche e del formato
Quando si realizza una pubblicità video per Facebook, prima di tutto bisogna rispettare le specifiche tecniche e poi bisogna avvantaggiarsi del formato. Quelli che hanno più visualizzazioni sono i verticali (formato stories) in 9:16, e quello quadrato, perché occupano il 78% in più di spazio di quelli orizzontali classici e quindi sono più visibili. Ad ogni buon conto, poiché Facebook evolve continuamente, è utile consultare le dimensioni dei formati e le specifiche. Il mobile prima di tutto
Il 65% dei video vengono visti su smartphone e tablet, di conseguenza pensate il video tenendo conto della dimensione ridotta degli schermi. E questo vale per ciò che si vuole mostrare e per la dimensione del testo che si vuole inserire nel video. Queste sono solo alcune regole da tenere in considerazione se si vuole realizzare una pubblicità video su Facebook (anche su Instagram), ma seguendole potrà essere più semplice incrementarne le performance.
*Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment
Mostrare il brand. Immediatamente
Secondo una ricerca di Facebook le persone che vedono un video in cui il logo aziendale appare nei primi 3 secondi si ricordano il 23% in più del brand di quelli che vedono un video con un logo che appare dopo 3 secondi. Studiare un titolo coerente con l’oggetto della pubblicità
L’algoritmo di Facebook collega il target con il testo inserito nella pubblicità. È quindi fondamentale oltre ad interessare, utilizzare dei termini che sono connessi ai prodotti e servizi pubblicizzati. Attenzione all’audio
L’audio di un video pubblicitario può essere essenziale come strumento di vendita. La maggior parte dei video su Facebook vengono però fruiti senza audio. Di conseguenza se nel video vengono spiegati i vantaggi del prodotto si può ovviare all’“audio off ” inserendo dei sottotitoli.
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VisibilitĂ , consapevolezza del brand e aumento delle vendite
FIELD MARKETING, QUANDO IL RETAIL DIVENTA FORMAT Cosa sta accadendo di nuovo nei punti vendita e quali sono gli strumenti utilizzati per ingaggiare il consumatore e creare esperienze di Massimo Melis
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redo che ognuno di noi abbia avuto modo di osservare che la tendenza del retail sia quella di offrire ai consumatori esperienze memorabili. Le aziende vogliono raccontare la loro storia e visione del mondo guidando per mano i propri consumatori. Vivere un’esperienza divertente, emozionante, assieme ad un brand di nostro interesse consolida l’affezione al marchio e consente alle aziende di iniziare una nuova storia con i propri clienti; una storia fatta di informazioni, di parole, di immagini, di cose e accompagnata dall’attivazione di quanti più sensi possibile. Field marketing
Vediamo prima il contesto in cui si svolge l’oggetto dell’articolo di oggi. Il field marketing è un’attività di marketing in prossimità del consumatore che prende luogo “on field”, sul terreno, in o out door. Tipicamente, le attività in door si svolgono all’interno di centri ed esercizi commerciali; quelle out door in luoghi di grande aggregazione, flusso e concentrazione del target: aeroporti, stazioni, piazze, spiagge, grandi outlet. Le attività sono quelle di brand engagement, sales promotion, lanci e sampling di prodotto e i tipici obiettivi quelli di brand visibility, awarness, sell in & out. I benefici del marketing on field sono diversi; oltre quelli di visibilità, consapevolezza del brand e di
aumento delle vendite appena citati, possono riguardare la creazione sul luogo di data base di lead e prospect profilati con più o meno dettagli. Inoltre, il coinvolgimento del consumatore on site, soprattutto se associato a campagne media e di social managament, crea flussi di post sui social, immagini, video, commenti, partecipazione a contest e discussioni. Per questo è sempre più raro che le attività field siano realizzate stand alone. Ormai sono sempre precedute, accompagnate e succedute da campagne di merchandising, social, app, ATL e da avvedute azioni commerciali (contest, sconti, coupon, benefit).
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Perché un’attività di field marketing sia efficace è necessario che sia ben pianificata nei dettagli e nei tempi, a valle di un attento studio del concept di comunicazione. Bene, visto il contesto in generale, vediamo cosa sta accadendo di nuovo nei punti vendita e quali sono gli strumenti utilizzati per ingaggiare il consumatore e creare esperienze. Beacon network
Interessante il beacon network, meglio conosciuto come Bluetooth Low Energy (BLE) application, consente di capire esattamente dove si trovano i consumatori all’interno del punto vendita e fornire loro un’esperienza personalizzata. Il beacon permette di inviare i messaggi in prossimità, informazioni, contenuti multimediali (foto, video, coupon, questionari, etc.) a tutti gli utenti che si trovano nel raggio d’azione; dialoga con loro e consente di ottenere anche dei feedback. Come ad esempio accade allo store di Milano di M Collective, una piattaforma distributiva per stilisti, designer e piccole aziende di moda. Realtà aumentata e virtuale
In preparazione delle vendite, come ad esempio sta facendo L’Oreal, la RA consente di visualizzare esattamente come espositori, prodotti e merchan-
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dise saranno disposti nel punto vendita; perfino in 3D. Il consumatore/utente, invece, scaricando preventivamente un app dedicata, attraverso la RA può godere di contenuti aggiuntivi, informazioni, immagini, video, solo puntando con uno smart device i prodotti o i brand predisposti a tale utilizzo. IKEA, retailer svedese, propone al consumatore l’uso di visori per entrare virtualmente in una stanza arredata potendo posizionare, scegliere e personalizzare ogni singolo oggetto. Format
Sebbene negli ultimi anni abbia navigato in acque agitate, accusato di un uso eccessivo della sensualità, un format store e una shopping experience non nuovi tuttavia interessanti sono quelli di Abercrombie & Fitch. Il mondo Abercrombie è coinvolgente, tra colori, profumi, musica, immagini, video, vestiario ed eleganti arredamenti e finiture, più che in uno store sembra di partecipare ad una festa. Nello store di Parigi Champs Elysees, come in quello di New York o di Milano, i consumatori affezionati al brand vengono accolti all’ingresso da modelli e modelle dove - dopo una sorta di benvenuto, quasi una selezione, come se si stesse entrando nel privé di un famoso lounge bar - un selfie è spesso d’obbligo. Passato l’ingresso esterno e un meraviglioso por-
/ MARKETING/EVENTI / si fondano senza soluzione di continuità. I prodotti si possono esporre e raccontare attraverso l’interazione con il consumatore, che, attraverso dei touch screen integrati all’espositore del prodotto reale, o dei visori, sceglie quale direzione deve prendere lo storytelling. Il prodotto c’è ma è sostenuto e accompagnato da video, contributi multimediali, racconti sulla storia del brand e sull’utilizzo del prodotto, esperienze sensoriali visive, olfattive, tattili. Il partecipante, immerso nel mondo del suo brand preferito o aspirato, può virtualmente o realmente indossare abiti e complementi, realizzare delle esperienze di prodotto, inserite anche in contesti e mood non reali ma aderenti ai valori del brand, che rimbalzano in tempo reale e divertente sui social attraverso foto o video clip. La prova di un prodotto diventa un’esperienza da ricordare e condividere. Non solo, il consumatore evolve in opinion leader, può indirizzare, suggerire, richiedere, diventa un credi contenuti. dei di servizi. Siamo in eepoca di user generated taleatore interno, i clienti vengono investiti dai profumi gozio ei capi vestiario, colorati ben posizionati, content, dove il consumatore, partecipante, eau de toilette tipici del brand e da musiche deep e il sontuoso arredamento in stile coloniale sono crea i CONCLUSIONI contenuti da sapientemente poter condividere nel luogo house ad alta energia. Non a caso: l’olfatto è ancovalorizzati da luci posizionate. Il dove si Il target non è più sollecitato passivamente dalsvolge l’esperienza e con il suo sul web network. rato alle emozioni e alla memoria da radici propersonale è motivato, gentile, efficiente e assolule informazioni dai contenuti relativi a brand tamente e fonde. Un odore, unae fragranza, possono evocare in target. Da parte mia, sono di mezz’età AZ © RIPRODUZIONE VIETATA prodotti; oggi è lui stesso a richiedere a gran voce ricordi e situazioni vissute perfino nei primi anni e ho una figlia di 17 anni che apprezza il brand, la definizione e personalizzazione dei prodotti della nostra vita. dopo mezzora di permanenza in uno store AberLa musica altrettanto; alcuni generi possono accrombie esco divertito ma come ubriaco a causa compagnare qualsiasiDI nostro momento della giordella musica per me alta, dei persistenti inebrianti LA CARTA IDENTITA’ nata, come il jazz. Altri sono perfetti per ogni profumi e delle luci che passano dal soffuso all’indiverso stato d’animo. Esiste un momento per la tenso senza soluzione di continuità. Il punto è che musica classica che certo non è lo stesso di quelalla fine sono colui che acquista perché detiene il un’agenzia di live communication con a Roma lo in cuiComunicando ascoltiamo l’hipEventi hop e èuna musica può portafoglio, ma non houffici davvero l’età ;).e Milano, che oltre 14 occasioni, anni supporta grandi aziende ricordarcidapersone, riportandoci a un e multinazionali in progetti di comunicazione cross mediale ed eventi. L’agenzia dispone di risorse interne dedicate allo sviluppo creaesatto passato momento. Una volta dentro il ne-
tivo, alla produzione (contenuti multimediali e scenografie) e al project management, e propone team di lavoro formati di volta in volta in funzione dello specifico e necessario linguaggio del progetto.
Massimo Melis
MASSIMO MELIS, Live Communication Project MassimoManager Melis - Per oltre un decennio si dedica alla valorizza& Strategy massimomelis1964@gmail.com zione e riqualificazione di luoghi e destinazioni a beneficio di Per oltre unimmobiliari, decennio sifinanziarie, dedica alla territori. valorizzazione e riqualifica-entra aziende Successivamente zione di luoghi e destinazioni a beneficio di aziende come Project & Strategy Manager nelle agenzie di immobimarketing liari, finanziarie, e territori. Successivamente entra come Project esperienziale di live communication a supporto della realizza& Strategy Manager nelle agenzie di marketing esperienziale e zione di nuovi format di comunicazione cross mediale dedidi live communication a supporto della realizzazione di nuovi cati alle multinazionali. Da oltre 15 annidedicati insegnaalle e porta la sua format di comunicazione cross mediale multinatestimonianza professionale marketing e comunizionali. Da oltre 15 anni insegnanei e master porta ladisua testimonianza cazione delle business universitarie come quelledelle di Luiss, professionale nei master school di marketing e comunicazione LUMSAschool e Tor universitarie Vergata. business come quelle di Luiss, LUMSA e Tor Vergata. È anche docente di corsi di preparazione alla certificazione UNI11483 Professional of Communication.
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Il concetto di punto vendita è del tutto rivoluzionato. Uno store efficiente deve essere un hub connesso, al centro di un ecosistema unico in cui confluiscono dati di diverso tipo
RETAIL: IN STORE O BACK STORE‌ AffinchÊ i dati vengano classificati, utilizzati e condivisi in modo efficace con le parti interessate, il brand deve disporre di strumenti adeguati che consentano di offrire ai clienti il non-plus-ultra della customer experience
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ell’era del commercio unificato, dove gli universi online e offline convergono e i touchpoint nel percorso di acquisto sono sempre più numerosi, è fondamentale cogliere ogni opportunità di vendita e di crescita massimizzando l’efficienza delle soluzioni retail, in-store e back-store. A sostegno di questo processo Cegid, continua il suo lavoro di ricerca per fornire risposte concrete alle continue sfide e che il settore propone, e presenta lo showroom del futuro dove si potranno toccare con mano le innovazioni per i retailer di domani.
cui confluiscono dati di diverso tipo: il traffico di clienti, ovviamente, ma anche una gestione corretta della merce (disponibilità dei prodotti, acquisti, spedizioni e resi) e l’elaborazione di informazioni dettagliate sul percorso di acquisto online e offline. Affinché tutti questi dati vengano classificati, utilizzati e condivisi in modo efficace con le parti interessate, il brand deve disporre di strumenti adeguati che consentano di offrire ai clienti il nonplus-ultra della customer experience.
COME SARÀ IL NEGOZIO DEL FUTURO
Un vero e proprio hub, completamente connesso e smart. Nel settore retail i consumatori continuano a dettare sempre nuovi standard, con clienti alla costante ricerca di esperienze gratificanti e personalizzate, sempre più connessi e in grado di accedere rapidamente a un’enorme quantità di informazioni. Per soddisfare aspettative di questo livello e farsi trovare sempre un passo avanti rispetto alle richieste dei consumatori, è ormai chiaro che il concetto di punto vendita debba essere del tutto rivoluzionato. Uno store efficiente deve essere un hub connesso, al centro di un ecosistema unico in
COME CAMBIA L’ESPERIENZA DEI CONSUMATORI NEGLI STORE In passato i nostri acquisti avvenivano nelle piccole botteghe sotto casa: avevamo ben a mente il nome del proprietario, che a sua volta conosceva le nostre abitudini ed era un perfetto assistente per i nostri acquisti. Oggi, grazie all’avvento delle nuove tecnologie, anche i negozi possono ambire ad avere un rapporto di fiducia e duraturo con i propri clienti. Ciò a cui puntano le grandi aziende, con l’aiuto delle tecnologie digitali, è porre il consumatore al centro di una vera e propria esperienza. In quello che resta uno snodo fondamentale nella relazione fra azienda e cliente, il negozio diventa un vero e proprio luogo da vivere, in grado di offrire un’esperienza sempre più unica al consumatore. Esperienziale, immateriale ed emozionale:
sono queste le parole chiave per lo store del futuro. L’obiettivo è quello di mettere al centro il consumatore immergendolo tra design e tecnologia, in spazi accoglienti e flessibili, che diventano mutevoli e parlanti grazie all’utilizzo di nuove tecnologie. Il momento fondamentale su cui concentrarsi non è più solo quello dell’acquisto, ma tutto il percorso associato alla customer experience. Il cliente non compra più per necessità, ma per soddisfare un desiderio, alla costante ricerca di prodotti sempre più personalizzati. Grazie alla digital transformation, l’omnicanalità arriva anche negli store ed il consumatore avrà quindi la possibilità di avere a portata di mano un vero e proprio assistente.
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OMNICANALITÀ: IL DIGITALE È LA CHIAVE VINCENTE Negozio fisico ed e-commerce si fondono in una sola parola: omnicanalità. Per il consumatore si prospetta un’esperienza multicanale, con la possibilità di acquistare i prodotti sia attraverso il negozio fisico che in quello online in modo parallelo. Un enorme vantaggio per i consumatori, ma anche per l’azienda che, entrando in possesso dei dati dei propri clienti, ha la possibilità di instaurare un rapporto di fiducia e duraturo con il consumatore, attraverso l’utilizzo di tutti i touchpoint digitali. L’omnicanalità nel retail: come cambia il brand Dal crosschannel il passo è breve per arrivare a elaborare le prime strategie omnichannel, che si caratterizzano per dare al cliente non solo la possibilità di effettuare un’esperienza di acquisto attraverso i vari canali, combinandoli, ma offrendogli una vera e propria esperienza integrata e dinamica, in cui può instaurare un dialogo continuo e coerente con il Brand. Per questo motivo, nell’era dell’omnicanalità, ogni canale deve rappresentare nello stesso modo l’azienda, comunicare i medesimi valori, rimanendo coerente nell’approccio al consumatore e rispettando un’unica strategia di marketing, declinata per i diversi canali ma con un unico tone of voice. L’online non va a sostituire lo store fisico ma anzi,
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lo supporta nelle vendite in quanto va a migliorare la customer experience. Inoltre, per alcuni Brand come quelli di abbigliamento ed accessori, il negozio continua ad avere un ruolo di fondamentale importanza per il consumatore e il digitale serve soprattutto per rafforzare il suo legame con l’azienda. L’omnicanalità nel retail: come cambia il consumatore A cambiare è lo stesso consumatore che diventa un prosumer: è proattivo, si informa bene prima di comprare, conosce il prodotto e il servizio, compara i prezzi sui diversi canali e solo dopo sceglie la modalità di acquisto più comoda e vantaggiosa. Cambiando l’approccio del consumatore, per il Brand diventa indispensabile conoscere ogni possibile customer journey e assumere un approccio dinamico, raccogliendo, grazie ad applicazioni e tecnologia-in-store, più dati possibili sui clienti e trasformandoli in informazioni per capire come avviene la decisione di acquisto, la scelta del canale e anche prevedendo come evolveranno i comportamenti della propria base clienti. Aumentare la profilazione è l’arma vincente per intercettare il consumatore sul canale corretto e seguirlo fino al momento dell’acquisto, rendendo ogni momento di contatto con il Brand un’esperienza coinvolgente ed emozionale.
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UN ECOSISTEMA EFFICIENTE
IMPLEMENTARE SMART HUB COMPLETAMENTE
PER INCREMENTARE IL VALORE
CONNESSI DIVENTERÀ A BREVE LA NORMA
In aggiunta ad un’esperienza utente ottimale offerta al cliente, la trasformazione digitale dei negozi fisici mette lo staff di vendita in condizione di produrre ancora più valore. Grazie a dispositivi mobili innovativi che migliorano il flusso e la gestione di tutte le operazioni del punto vendita, i retailer possono davvero raggiungere il loro pieno potenziale. Questi strumenti aumentano l’intelligenza emotiva della relazione con gli shopper, consentendo agli addetti alle vendite di offrire competenze pertinenti e utili sulla base delle maggiori informazioni sulle abitudini del cliente, dalla modalità di consegna preferita ai prodotti più acquistati. Molti professionisti internazionali del retail sono sempre più interessati a scoprire come aumentare il valore del loro business, alimentare le conversioni in-store e ovviamente contribuire alla crescita della loro azienda.
Questa vision è la conseguenza naturale dell’unificazione dei canali online e offline, in particolare per quanto riguarda il controllo degli stock, per alimentare una relazione continuativa e senza soluzione di continuità con i clienti in ogni fase del percorso di acquisto. Cegid Innovation Store, inoltre, mette in evidenza soluzioni quali il pagamento mobile, il checkout e la gestione dello stock tramite RFID e la possibilità di analizzare le interazioni dei clienti in merito all’esperienza di acquisto su social network o altri canali digitali, oltre che i prodotti identificati o acquistati.
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UN PUNTO DI INCONTRO DOVE SI FA VENDITA Il caso Usereserva.com a Rio de Janeiro in Brasile, abbigliamento multimarca al maschile, è un esempio di brand giovane che è riuscito a costruire un bel successo grazie allo stile dei prodotti, ma ancor di più grazie allo stile e ai valori del brand stesso: dinamismo, innovazione, ma anche attenzione all’ambiente e alla società di Fabrizio Valente*
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sereserva.com è il nuovo concept lanciato dal gruppo Reserva con l’obiettivo di comunicare in modo forte l’identità dell’insegna, legata alla socialità e a un lifestyle giovane, dinamico, ma anche attento alla natura e alla società. L’assortimento è centrato sul mondo maschile, con capi di abbigliamento, scarpe e accessori, e un mix di Brand che vanno da Nike agli italiani Superga e Moleskine a Reserva. Cross-canalità
Il concept è uno showroom in cui è esposta solo una selezione di prodotti, che oltretutto non sono in vendita, ma dove i clienti possono scorrere i cataloghi digitali per esplorare tutto l’assortimento e, grazie a una gestione centralizzata e digitalizzata del magazzino, verificare la disponibilità di modelli e taglie. E’ possibile acquistare un capo dal sito Reserva e riceverlo dove si preferisce entro tre ore. Sul sito si accede anche alla possibilità di personalizzare molti prodotti, dalle T-shirt ai body per neonati, dalle borse fino ai cuscini. Coinvolgimento attivo
Il cartello che si nota all’ingresso dichiara in modo esplicito il posizionamento: ‘Punto di vendita: no. Punto di incontro!’. Il negozio è stato progettato con l’obiettivo di far sentire i clienti a casa propria. Grazie a una serie di partnership è presente una caffetteria, una barberia e un’area di svago con un flipper vintage. Attenta alle novità del mercato, Reserva è stata la prima azienda di
abbigliamento in Brasile ad accettare pagamenti in bitcoin e anche la prima che invita i clienti ai cui piacciono gli arredi del negozio a scaricarsi i disegni tecnici dal sito e costruirseli da soli. Greentailing
La Brand philosophy promuove il consumo consapevole e la sostenibilità: le consegne vengono effettuate in modo ecologico, con le biciclette. Il negozio è stato progettato con grande attenzione alla naturalità e alla sostenibilità: il pavimento è in legno grezzo e la porta di ingresso è realizzata in maniera da sfruttare al massimo la luce naturale. La costruzione ha utilizzato la struttura precedente per evitare sprechi, pitture luminose per risparmiare sull’illuminazione, che comunque utilizza luci a basso consumo (LED).
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Caso tratto dalla ricerca internazionale di Kiki Lab – Ebeltoft Group, Retail Innovations 13 Usereserva.com – Brasile, Rio de Janeiro Un luogo d’incontro dove trascorrere piacevolmente del tempo ascoltando musica con gli amici fra caffè, barbieri, flipper e un assortimento Millennial, che viene provato per poi essere acquistato on-line. Area chiave Emotional Retail Tendenze complementari Coinvolgimento attivo - Cross-canalità Greentailing - Negozio etico Info chiave • Lifestyle store cross-canale • 2016: lancio nuovo concept store • 230 mq • 20 Brand Reserva • 2004: lancio Brand abbigliamento maschile • 2007: lancio Brand donna e bambino • 2008: apertura primo negozio • 65 negozi monomarca diretti • 8 negozi monomarca in franchising • 1.400 negozi multi-Brand in Brasile
Negozio etico
Reserva ha creato 1P5P, un programma sociale nato con l’obiettivo di alleviare, almeno in parte, il problema di 52 milioni di brasiliani che ogni giorno non sanno se riusciranno a mangiare qualcosa. In partnership con alcune ONG, per ogni prodotto venduto, Reserva dona 5 pasti a chi ha fame in Brasile. Questo programma è responsabile per il ritiro e la consegna di pasti dove necessario. Dal 2016 il programma ha consentito di donare oltre 7 milioni di pasti. Reserva è un Brand giovane che è riuscito a costruire un bel successo grazie allo stile dei prodotti, ma ancor di più grazie allo stile e ai valori del Brand: dinamismo, innovazione, ma anche attenzione all’ambiente e alla società. Con quest’ultimo concept si propone ai clienti una fruizione diversa dello spazio-negozio, che diventa un luogo d’incontro, che attribuisce più importanza alle esperienze che ai prodotti. Una scelta coraggiosa e un investimento di Branding che l’azienda ha realizzato volentieri per fidelizzare i propri clienti e attirarne di nuovi.
*Founder e AD di Kiki Lab – Ebeltoft Italy
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Un’ampia offerta di eventi dedicati al mercato immobiliare commerciale per accompagnarti nello sviluppo del tuo business a livello globale!
8,500 partecipanti 2,000 retailer 2,200 sviluppatori 13-15 Novembre 2019 Cannes
1,000 investitori
16-18 Aprile 2019 Mosca
8-9 Maggio 2019 Milano
8-9 Maggio 2019 Milano
Retail Forum 25-26 Sett. 2019 Mumbai
www.mapic.com
26-27 Nov. 2019 Hong Kong
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I negozi diventano sempre più ibridi. Si può comprare on-line e ritirare in store; si può sceglie in negozio ma acquistare on-line; si può acquistare in rete ma, se l’oggetto non corrisponde alle aspettative, restituire in negozio
LE POTENZIALITÀ DEL MARKETING OMNICANALE Sfrutta contemporaneamente tutti i punti di contatto tra brand e clienti, sia fisici sia virtuali, integrandoli tra loro per migliorare ed arricchire l’esperienza di Stefania Giuseppetti
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e abitudini dei consumatori si sono evolute alla velocità del digitale, tanto da generare l’indipendenza spazio/temporale e l’emancipazione dalle forme tradizionali di interazione: la rete oltrepassa ogni confine della vita reale e il concetto di on-line e off-line sfumano l’uno nell’altro. Ai nuovi comportamenti d’uso da parte dei consumatori le aziende rispondono con lo sviluppo di nuovi servizi. Infatti, l’utilizzo dei dispositivi mobili e la ri-E-voluzione di modalità di vita “connected life” hanno radicalmente cambiato i paradigmi di consumo e i processi di selezione e di acquisto. LA DISSOLUZIONE DEI CONFINI TRA ECONOMIA TRADIZIONALE E DIGITALE
Non occorre trovarsi in uno spazio determinato per essere raggiunti o compiere una specifica azione, perché qualsiasi atto si svincola dal luogo e si diffonde dappertutto. E così i negozi diventano sempre più ibridi. Si può comprare on-line e ritirare in store; si può sceglie in negozio ma acquistare on-line; si può acquistare in rete ma, se l’oggetto non corrisponde alle aspettative, restituire in negozio. Ci troviamo di fronte a un consumatore perfettamente a suo agio tra canale fisico e virtuale, muovendosi quindi, con familiarità e autonomia in uno spazio senza luogo né tempo, un universo fatto di attività on-line e off-line.
La dissoluzione dei confini tra economia tradizionale e digitale non comporta l’abbandono delle altre forme di comunicazione tradizionali, anzi si avverte la necessità di integrare i due mondi sfruttando le caratteristiche positive di ognuno. IL MODELLO OMNICANALE
Le strategie di canale adottate dalle imprese nel corso della storia riflettono questa necessità continua di adattamento, passando progressivamente da una scelta monocanale (come ad esempio le aziende brick-and-mortar caratterizzate dall’utilizzo di un negozio fisico), ad una multicanale (con diversi canali potenzialmente in competizione tra loro), per giungere fino al modello omnicanale, ovvero alla fusione tra marketing tradizionale e digitale. Dal commesso al connesso, dall’ingresso in store al click on-line, in cui la dimensione umana e quella tecnologica s’incontrano per creare nuove forme di emozione, curiosità e divertimento. La tecnologia ha un ruolo fondamentale nel consentire tali comportamenti, in quanto rappresenta la base su cui avvengono le interazioni tra impresa e cliente in modo coerente e senza interruzioni tra un canale e l’altro. Il marketing omnicanale, infatti, sfrutta contemporaneamente tutti i punti di contatto tra brand e clienti, sia fisici sia virtuali, integrandoli tra loro per migliorare ed arricchire l’esperienza. Ed è così che l’on-line, il tanto temuto killer dei negozi fisici, sta mostrando dinamiche di convergenza con l’off-line. A questo punto è evidente che bisogna avere un’unica visione del cliente, che consenta di
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riconoscerlo con le sue preferenze e abitudini di acquisto, sia che utilizzi un dispositivo mobile, sia che acquisti on-line o che entri in negozio. OMNICANALITÀ: UNA NECESSITÀ PER LE IMPRESE E NON SOLO UN’OPZIONE ALTERNATIVA
Il percorso verso l’omnicanalità si sta dimostrando sempre più una necessità per le imprese e non solo un’opzione alternativa: saper intercettare il cliente ed i suoi bisogni, ovunque egli preferisca, è una competenza ed una sfida per le aziende, che implica un cambiamento a livello culturale, organizzativo, operativo e strategico.
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Le azioni che avvengono nel mondo reale e in quello virtuale generano dei flussi comunicativi che sono in grado di innescare quei meccanismi di diffusione virale che vanno oltre l’atto di acquisto, oltre la funzionalità del prodotto o del servizio: nascono con le aspettative e continuano nei ricordi. Chi prima era solo un destinatario delle campagne di marketing e comunicazione oggi ne diventa sempre più protagonista. Riuscire a coinvolgere il consumatore, attraverso un’offerta sempre più personalizzata e appagante, significa costruire un rapporto di profonda lealtà. L’efficacia della comunicazione sarà decisa dal grado d’influenza che le azioni on-line producono off-line e vice versa. Lo smartphone è in molti casi lo strumento principale che consente la fusione omnicanale dell’esperienza di acquisto; ed è proprio lo smartphone il luogo attraverso il quale il retailer – in cambio di prodotti e servizi di qualità, affidabili e altamente personalizzati – possono ottenere dati e informazioni dai consumatori. Perché maggiore sarà la capacità di conoscere e comprendere i bisogni ed i desideri del cliente, maggiore sarà la probabilità di fornirgli le giuste risposte nei tempi e nei modi più idonei.
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il tuo business 24 - 25 - 26 ottobre 2019
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Il franchising può, sia agevolare, sia pregiudicare il rendimento delle aziende protagoniste, in base a come viene gestito da entrambi gli attori e in base alle ragioni per le quali è stato scelto per svolgere impresa
PERFORMANCE E CONTROLLO DELLA RETE La fondamentale importanza di forme di controllo e determinazione delle performance in una rete commerciale è essenziale e non sempre c’è la dovuta consapevolezza di Mirco Comparini
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ome ben noto il franchising permette di soddisfare esigenze di flessibilità e allo stesso tempo di controllo attraverso rapporti di collaborazione tra franchisor e franchisee, che tendono (e dovrebbero tendere) ad un fine comune di sviluppo del sistema basandosi sul senso di comunità, e che si fonda proprio sulle interdipendenze e sulla collaborazione di soggetti indipendenti, generando competitività in loro favore. La competitività è legata a doppio filo alla strategia organizzativa e alla performance che, appunto migliorandole, permettono di aumentare ancora la competitività evitando sprechi di energie e scegliendo dove e come dirigere le forze. Da tale contesto giungono ulteriori possibilità per sviluppare nuove strategie organizzative le quali, a loro volta, produrranno maggiori vantaggi competitivi e di performance, generando un circolo virtuoso. È, poi, lo studio della performance e dei bilanci nel tempo che permetterà di sviluppare una sempre migliore strategia organizzativa. Il franchising può, teoricamente e in presenza di “serietà” degli attori, portare una crescita rapida con un investimento ridotto rispetto a stessa ana-
loga attività di impresa, considerata la possibile suddivisione del capitale investito tra diversi soggetti (franchisor e i franchisee), ma questo aspetto è, come ben sappiamo, alquanto complesso e delicato proprio per l’approccio comportamentale e imprenditoriale che ambedue gli attori adottano nell’interpretazione del loro ruolo. Di certo è che un franchising ben impostato e ben gestito crea valore, cioè, genera “valore di mercato del capitale economico e, quindi del patrimonio”, strumento di valutazione delle capacità gestionali del management e strumento di valutazione di tutto il complesso aziendale. È una delle più importanti informazioni aziendali che interessano tutti gli stakeholder ed è particolarmente attinente al tema “investimenti-investitori”, siano essi attivi, siano essi passivi, tema che, per motivi di tempo e spazio, non possiamo ampliare, ma che non possiamo evidenziare essere strettamente collegato al tema “performance nel franchising”. Non tutti sono a conoscenza che il franchising è influenzato dagli effetti di due teorie di impresa: la “teoria dell’agenzia” e la “teoria della scarsità delle risorse”. Le due teorie sostengono, in modo comple-
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mentare e non competitivo, che “adottare il franchising porta l’azienda ad avere performance migliori rispetto all’adozione della metodologia “a catena”. La “teoria dell’agenzia” sottolinea le difficoltà del controllo di gestione, a causa della complessità dell’allineamento degli obiettivi centrali e locali, sia nelle catene che nel franchising. Per far convergere questi diversi obiettivi è necessario adottare delle strategie, tra cui gli incentivi economici e l’analisi delle performance finanziarie, che sono forse lo strumento più importante per la redditività di entrambe le parti della catena aziendale. La “teoria della scarsità delle risorse”, afferma che le imprese utilizzano il franchising per accedere alle risorse critiche, necessarie per crescere rapidamente e creare perciò economie di scala. Queste ultime possono ridurre notevolmente i costi e quindi migliorare le prestazioni. Le risorse potenzialmente scarse sono: capitale, capacità di gestione e informazioni locali. Molti economisti sostengono che le aziende che sviluppano il franchising basandosi sulle due teorie, riusciranno ad ottenere prestazioni superio-
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ri, perché o costruiranno economie di scala per superare la scarsità di risorse o allineeranno gli obiettivi tra franchisor e franchisee per evitare la mancanza di informazioni. Ovvio, quindi, che l’analisi delle prestazioni sia assolutamente utile per chi opera in franchising (più per i franchisor), in quanto necessaria per la strategia organizzativa. Pur in presenza di molte teorie, pochi studi hanno esaminato i meccanismi con i quali il franchising influenza le prestazioni dei franchisor. Certo, è noto che un vantaggio dato dal franchising sia quello che aiuti le prestazioni del franchisor nel raggiungere rapidamente una massa critica necessaria a competere in maniera efficace, ma è anche noto che uno svantaggio consista nel fatto che il franchising possa influenzare negativamente le prestazioni dei franchisor perché i suoi franchisee possono gestire le loro attività in modo difforme dalle indicazioni fornite dal franchisor e possono tendere ad obiettivi diversi (“teoria dell’agenzia”). Pertanto, il franchising può, sia agevolare, sia pregiudicare il rendimento delle aziende prota-
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goniste, in base a come viene gestito da entrambi gli attori e in base alle ragioni per le quali è stato scelto per svolgere impresa. È chiaro anche (come sostenuto da molti economisti) che il franchising non possa essere utilizzato come leva che consenta di migliorare le proprie prestazioni o per risolvere problemi di crisi aziendali, sarebbe estemporaneo. Infatti, il franchisor deve valutare la sua impresa relativamente ai fattori che rendono il franchising più o meno attraente e, pertanto, sviluppare una politica che consenta di raggiungere agli obiettivi aziendali e le esigenze operative per raggiungerli. Tra questi, uno dei principali, se non il principale,
è quello dato dalla performance economica che si inserisce in un più vasto concetto di “performance aziendale” e sono gli stessi franchisee ad essere i primi influenzati da questi fattori in quanto la loro redditività e lo sviluppo della loro impresa dipendono proprio da questi elementi, considerando anche che assumono il ruolo di investitori di propri capitali assumendosi anche il rischio conseguente. Un consolidato pensiero della dottrina (non di origine italiana) afferma che “l’utilizzo del franchising come strumento finanziario non è costoso [per i franchisee] […], perché lo svantaggio in termini di allocazione del rischio esogeno può essere compensato
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da un maggiore controllo diretto sull’investimento”. È la stessa “posizione” del franchisee che consente allo stesso di percepire una minore variabilità. Intanto, perché conosce maggiori informazioni circa il proprio impegno, i propri sforzi e le proprie competenze, ma anche perché ciò rende il suo rischio minore rispetto anche agli investitori passivi, in quanto ha più probabilità di recuperare il suo investimento nel caso di fallimento del franchisor. Ovvio, quindi, che le “performance” siano l’ufficiale segnale dell’andamento della catena-rete, ma anche dei singoli punti vendita che ne fanno parte. Per raggiungere e mantenere il necessario vantaggio competitivo, una catena-rete con più unità deve raggiungere la massima efficienza possibile del sistema complessivo e, di conseguenza, di ciascuna unità. Per analizzare l’efficienza di tutti i punti vendita e del complesso della rete, le tecniche sono molte (su AZ Franchising in passato abbiamo trattato il tema della “Business Combination”), tra queste, una è quella di utilizzare (da parte del titolare della rete-catena) i dati di ciascuna unità di business, distinguendo le unità più efficienti da quelle che non lo sono e poi, una volta analizzate tutte, provvedere ad una redistribuzione
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dei fattori produttivi (il personale o i capitali) per permettere alle unità più performanti di migliorare ulteriormente, mentre, per le unità inefficienti vengono fissati degli obiettivi di miglioramento basati sui risultati delle unità efficienti. Ovviamente, le analisi di performance sono utili alla, definiamola, “gestione centralizzata”, ottenendo importanti benefici, sia in termini economici, sia motivazionali (verso le risorse umane), nonché, in termini prospettici avendo la possibilità di direzionare investimenti redditizi verso unità efficienti per ulteriori crescite. Gli obiettivi dell’analisi sono quelli di identificare, affrontare ed eliminare situazioni che potrebbero creare delle prestazioni mediocri in unità inefficienti e sottolineare la necessità di valutare le risorse scarse e di usarle in modo efficiente. In conclusione, l’analisi della performance permette all’azienda di capire la sua situazione, fissare gli obiettivi e di conseguenza adottare delle misure migliorative o correttive. Gli obiettivi aziendali ottenibili dopo la discussione di un’analisi di questo tipo sono: 1. obiettivi di costo (che incidono sul prezzo al consumatore); 2. flessibilità (dell’azienda a fini di adattamento al mercato); 3. qualità (del prodotto, con benefici all’azienda); 4. velocità (nel raggiungere il cliente con il prodotto); 5. affidabilità (o “buon nome”). L’analisi di performance, quindi, aiuta l’azienda a capire “dove e come” stimolare la crescita in ambito economico, finanziario e patrimoniale per poter mettere in pratica i miglioramenti necessari per raggiungere gli obiettivi di performance. Questo è (una parte di) quello che in un sistema di franchising deve essere ben presente, altrimenti, come sostengo decisamente “un franchising senza controlli è un network di acrobati sul filo e senza rete”.
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Lo ha stabilito una Sentenza del Tribunale Milano, (sez. V, 17/01/2019, n.425)
L’INOSSERVANZA DEL PATTO DI ESCLUSIVA PUÒ ESSERE CAUSA DI NULLITÀ DEL CONTRATTO Una clausola di grande rilevanza, poiché assume un forte peso specifico, in un contratto di franchising. L’inadempimento di un simile patto appare dunque serio e idoneo a titolare la risoluzione del contratto di Paolo Fortina e Cristina Corsano*
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ll’interno del regolamento negoziale cui afferisce la tipologia dell’affiliazione commerciale, il patto di esclusiva è una clausola di grande rilevanza poiché assume un forte peso specifico nell’equilibrio sinallagmatico: essa costituisce infatti una maggior prospettiva di guadagno per il Franchisee ed incide sulla misura economica della controprestazione che questo rende. L’inadempimento di un simile patto appare dunque serio e idoneo a titolare la risoluzione del contratto. Il giudice del Tribunale ordinario di Milano si è recentemente pronunciato in un giudizio avente ad oggetto, tra le altre, l’accertamento dell’inadempimento del Franchisor del patto di esclusiva stipulato con il Franchisee, ivi per cui dichiarare risolti i contratti di franchising conclusi inter partes così che nulla era dovuto per alcun titolo all’affiliante. Nello specifico, un’agenzia immobiliare sita in Roma, citava in giudizio l’affiliante, domandando al Tribunale l’accertamento negativo di un credito vantato da questa, la quale lamentava un recesso illegittimo dell’affiliata.
Per quanto qui interessa, tra le parti intercorreva un rapporto di affiliazione commerciale (Franchising) nel settore dell’intermediazione immobiliare, instauratosi tramite una serie di stipule di cui l’affiliata ne domandava la nullità ovvero, in subordine, che se ne accertasse la risoluzione per inadempimento contrattuale dell’affiliante. Alla base delle domande attoree venivano posti una serie di inadempimenti del Franchisor, che andavano dalla mancata consegna delle copie del contratto e delle informative di cui all’art. 4
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della l. 129/2004, all’inadeguata formazione ed al mancato rispetto della zona di esclusiva da parte dell’affiliante: secondo l’affiliata, infatti, in una via adiacente alla propria sede, si trovava un’agenzia facente parte del gruppo societario controllante l’affiliante, il che avrebbe determinato la violazione del patto di esclusiva circa lo sfruttamento di una determinata zona della città di Roma di cui all’art. B1 del contratto di Franchising. Invero, l’affiliante risultava controllata per oltre il 90% da un’altra società a sua volta integrata in un gruppo societario operante nel medesimo settore dell’intermediazione mobiliare. Nel pronunciarsi, il giudice, richiamando dapprima l’evidente rilevanza economica di un tal genere di clausola all’interno del regolamento con-
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trattuale dell’affiliazione commerciale e ritenendo significativa la circostanza dedotta dall’affiliata circa la presenza nella sua zona di esclusiva di un’altra agenzia con insegna diversa ma pur facente parte di un gruppo societario controllante la società affiliante, ha ravvisato l’inadempimento del Franchisor qualificandolo come serio e idoneo a titolare la risoluzione del contratto: questi, attraverso una cattiva distribuzione della rete commerciale ha infatti determinato una lesione delle disposizioni pattizie che lo vincolavano ad un affiliato violando così la clausola di esclusiva. Così si è espresso il Giudice: “Il contratto di affiliazione commerciale, del resto, non costituisce negozio di mero scambio, che vede il pagamento di royalties come contropartita allo sfruttamento di una certa formula ed immagine commerciale, la sua natura, al contrario è fortemente caratterizzata dalla collaborazione. Si tratta, cioè di una tipologia in cui l’affiliante, per il tramite delle filiali, ottiene una maggior penetrazione territoriale per la vendita dei suoi prodotti o servizi, a fronte dell’ottenimento di una formula commerciale collaudata da parte dell’affiliato: entrambi perciò mirano ad instaurare un rapporto collaborativo di durata volto a generare reciproci profitti. Un siffatto rapporto, ancor più rispetto ad un contratto di mero scambio, deve essere improntato alla buona fede ex art 1175 c.c. e 1375 c.c., nel momen-
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to genetico, ma ancor più in quello funzionale, che implica l’obbligo dell’affiliante a predisporre una rete commerciale equilibrata sul territorio al fine di garantire, da un lato, nel proprio interesse, una più efficace penetrazione dello stesso, dall’altro, nell’interesse di controparte, onde evitare una concorrenza intestina tra affiliati. Ciò è confermato dall’art 4, lettere d ed e della L. 129/2004, il quale prevede tra gli obblighi dell’affiliante quello di consegna della lista degli affiliati e la comunicazione annuale sulle variazioni. Questo ancor più ove siano stati stipulati patti per lo sfruttamento in via esclusiva di una zona territoriale: in tal caso il Franchisor deve garantire lo sfruttamento al proprio affiliato, impedendo che il medesimo bacino di clienti venga attinto da parte di altri franchisee. Tale obbligo vale anche nell’ambito di un gruppo di società. Cioè l’obbligo di esclusiva e, più in generale, la prevenzione di concorrenza interna, deve intendersi riferito al gruppo, interamente considerato.” Nello specifico, il giudice ha quindi ritenuto priva di pregio l’argomentazione dell’affiliante circa la diversità soggettiva tra essa stessa e l’altra agenzia seppure con insegna differente (ma ricordiamo afferente al gruppo societario controllante il Franchisor) o comunque non idonea a vincere una responsabilità di gruppo, in forza del princi-
pio della corretta gestione societaria evidenziato dall’art 2497 c.c., anche in forza di una lettura di buona fede. Infatti, come evidenziato sempre dal Giudice “al di là della diversità di insegna, l’esercizio nello stesso settore presuppone un knowhow comune all’intero gruppo che è stato sviluppato ed esteso alle società satellite; pertanto l’azione concorrenziale esercitata da tale agenzia nella zona di esclusiva dell’affiliata non costituisce concorrenza esterna, perpetrata lecitamente da altra rete, traducendosi piuttosto in una lotta intestina al medesimo circuito e condotta con le stesse armi, per accaparrarsi l’ultimo immobile disponibile in zona, mentre l’affiliante percepisce due volte le royalties.” Nel caso di specie, appare dunque sensata la decisione del Tribunale di Milano nel qualificare la condotta del Franchisor quale violazione del patto di esclusiva, ciò comportando un inadempimento grave e la risoluzione del contratto con suo addebito ovvero l’inesistenza di alcun credito da questo vantato nei confronti dell’affiliata cui pretestuosamente si imputava un recesso illegittimo dal contratto di franchising.
*Avvocato, NL Studio Legale
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La salvaguardia si attua in primo luogo “a monte”, attraverso apposite disposizioni contrattuali
LA TUTELA DEI SEGNI DISTINTIVI DEL FRANCHISOR Se nonostante queste cautele il franchisee si rende ugualmente inadempiente in ultima istanza si può ricorrere all’autorità giudiziaria di Alessandra Sonnati*
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ell’ambito di un sistema in franchising il marchio e l’insegna rivestono un’importanza fondamentale: marchio e insegna sono infatti i primi elementi che consentono al consumatore l’individuazione dei beni che vuole acquistare e di ciascun punto vendita in franchising che tali beni offre in vendita. Diventa quindi importante per il franchisor in primis impedire l’uso del marchio da parte di non aventi titolo ed in particolare evitare l’uso da parte di soggetti non appartenenti alla rete di segni distintivi idonei ad ingenerare confusione tra il pubblico. La registrazione è la prima forma di tutela del marchio nel franchising. Il titolare del marchio registrato ha infatti diritto di vietare a terzi l’uso: • •
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di un segno identico al marchio registrato per prodotti o servizi identici; di un segno identico o simile al marchio registrato, per prodotti o servizi identici o affini, se proprio a causa dell’identità o somiglianza fra i segni e dell’identità o affinità fra i prodotti o servizi, possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico; di un segno identico o simile al marchio registrato per prodotti o servizi anche non affini, se il marchio registrato gode di rinomanza e se l’uso del segno senza giusto motivo con-
sente di trarre indebitamente vantaggio dal carattere distintivo o dalla rinomanza del marchio o reca pregiudizio agli stessi. E dopo? Nel corso della vita del contratto sorge l’esigenza da parte del franchisor di evitare l’uso del marchio da parte di affiliati che non rispettano gli standard qualitativi voluti dalla casa-madre. Il cliente infatti ha una vaga percezione di cosa sia il franchising e del fatto che ogni unità è indipendente. Per tale ragione, l’uso dei segni distintivi da parte di franchisees che operino al di sotto degli standard comuni può avere come effetto diretto quello di screditare l’immagine dei segni distintivi che contraddistinguono il prodotto (o servizio) offerto dalla rete presso il pubblico, e, dunque, di danneggiare non solo l’affiliante, ma tutta la catena. La salvaguardia dei segni distintivi si attua in primo luogo “a monte”, attraverso apposite disposizioni contrattuali. Fondamentale ad esempio sarà dettagliare gli obblighi del franchisee in costanza di contratto sia con riferimento alle modalità di uso del marchio e dell’insegna che con riferimento al rispetto delle procedure e degli standard dell’affiliante. La tutela non sarebbe poi completa senza l’inserzione nel contratto di clausole che consentano all’affiliante il controllo su tutte le fasi dell’attività
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del franchisee, anche attraverso ispezioni periodiche, in modo tale che sia sempre verificato il corretto adempimento da parte del franchisee delle sue obbligazioni contrattuali nonché senza la previsione delle sanzioni di volta in volta applicabili (penali/risoluzione del contratto). Nonostante queste cautele, può tuttavia verificarsi che il franchisee si renda ugualmente inadempiente. È allora necessario andare a verificare cosa succede e come regolarsi in questi casi. Allontanare il franchisee potrebbe infatti non essere la soluzione a soluzione migliore, soprattutto nei casi di inadempimenti di minore importanza. Prima di avviare azioni legali potrebbe quindi essere consigliabile tentare una risoluzione bonaria della controversia. Ad esempio si potrebbe iniziare con l’invio di una diffida con cui intimare la sospensione immediata della violazione. Solo se la diffida non esplica i suoi effetti o se la violazione è tale da pregiudicare l’immagine dei segni distintivi del franchisor e quindi da non consentire la prosecuzione del rapporto si potrà fare ricorso all’autorità giudiziaria. Infine, terminato il contratto, può verificarsi il caso dell’(ex) franchisee che continui ad utilizzare
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i nomi ed i segni distintivi dell’affiliante, noncurante della cessazione del contratto. Tale comportamento non solo è illegittimo ma può altresì essere fonte di grave pregiudizio per l’affiliante ed in generale per la rete. Anche in questo caso sarà importante definire contrattualmente quali sono i comportamenti che l’affiliato deve tenere successivamente alla cessazione del contratto (ad esempio astenersi immediatamente dall’uso sotto qualsiasi forma del marchio; rimuovere le insegne, restituire all’affiliante ogni materiale recante il marchio e così via). Nonostante quanto precede, potrà comunque sorgere in capo all’affiliante l’immediata esigenza di impedire ogni ulteriore utilizzo dei suoi segni distintivi da parte dell’affiliato o dell’(ex) affiliato. Tale esigenza può essere soddisfatta attraverso il ricorso all’inibitoria che consiste in un ordine da parte del giudice all’(ex) affiliato di astenersi da ogni ulteriore uso del marchio e di ogni altro segno distintivo dell’affiliante. *Avvocato - Frignani e Associati Studio Legale
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UP & DOWN La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate.
PROFESSIONE CASA / www. p ro fe ssi o ne casa . i t Bocciata la sezione Franchising del sito Professione Casa. Nonostante il bottone abbia una posizione rilevante e il contenuto sia bene organizzato graficamente in una parte testuale, in una gallery video e nel form di richiesta informazioni, non si trovano le informazioni essenziali alle quali i potenziali franchisee sono interessati. Il bottone dovrebbe parlare in primo luogo del motivo per cui è stato cliccato, ovvero di Franchising. Troppo dispersivo.
BACIO NERO / www. b a ci o ne ro.co m Il sito Bacio Nero si aggiudica l’Up grazie ad una sezione Franchising esaustiva dove è possibile trovare la scheda informativa per i futuri affiliati, i punti di forza dell’azienda e altre informazioni utili. È interessante che il form di richiesta maggiori informazioni esegua una segmentazione degli utenti per Format a cui sono interessati e che richieda la cifra di investimento, ciò dimostra un’attenzione ai desideri dell’affiliato.
BOTTEGA VERDE / www. b o tte g ave rd e. i t Non è sufficiente la pagina franchising del portale Bottega Verde: le informazioni sono organizzate principalmente in forma testuale e per questo possono risultare dispersive e difficili da cogliere anche se di fondo si trovano risposte interessanti sul progetto in franchising. Il consiglio è organizzare tutte le informazioni in una scheda che metta in risalto i punti essenziali per l’affiliato. Bene la parte sui “no” del brand ad un investimento oneroso. Rimandato.
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LA YOGURTERIA / www. l ayo g ur te r i a .i t È promossa con appena sufficiente la sezione franchising del sito La Yogurteria. Il bottone franchising è facilmente individuabile e al suo interno si trovano risposte di rilievo: l’investimento iniziale minimo, la storia dell’affiliante, a quanto ammontano le royaltes, il fee d’ingresso e altro. Un valore aggiunto è la parte dedicata all’esperienza degli affiliati in essere mentre è da migliorare il form di richiesta informazioni.
WJCON / www.w j co n.co m Il bottone Franchising si trova nel menù corporate del sito ufficiale dell’azienda di cosmetici Wjcon. Il contenuto è scarso e non è possibile avere alcuna informazione reale sul progetto dell’azienda in franchising. C’è un modulo di compilazione per maggiori informazioni e una infografica sui numeri dell’azienda in generale.
IL PULCINO LAVASECCO / www. i l p ul ci no l ava se cco. i t Il bottone franchising del “Pulcino Lavasecco” è articolato in tre sezioni: know-how, allestimenti e formazione. Sicuramente è da valutare positivamente il fatto che il progetto in franchising sia affrontato su più piani e che si possano trovare informazioni interessati sull’azienda e sulle sue proposte di allestimento in franchising. C’è da aggiungere una pagina dedicata ai numeri come il fatturato medio, l’investimento iniziale e così via. Inoltre non sono chiare le modalità di affiliazione.
• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere
• Modalità di affiliazione • Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati • Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività • Presenza di esclusiva di zona • Storia dell’affiliante • Un conto economico medio • Il fatturato minimo conseguibile
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AGENDA 2019 APRILE 2019 4-6 // EXPO FRANQUICIA Madrid, Spagna 5-6 // INTERNATIONAL FRANCHISE SHOW LONDON Londra, Inghilterra 6-7 // THE FRANCHISE SHOW 2019 Chantilly, U.S.A 27-28 // THE FRANCHISE SHOW 2019 Chicago, U.S.A
MAGGIO 2019 8-9 // MAPIC ITALY – MAPIC FOOD Milano, Italia 18-19 // THE FRANCHISE SHOW 2019 Houston, U.S.A 22-23 // RETAIL TOMORROW 2019 Tortona, Italia 30/05 - 01/06 // INTERNATIONAL FRANCHISE EXPO New York, U.S.A
GIUGNO 2019 18-20 // FRANCHISE MARKETING LEADERSHIP CONFERENCE Atlanta, Georgia
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MENSILE - ANNO XXI - N. 04 APRILE 2019 DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Pasquali f.pasquali@azfranchising.it CONTATTI TEL. 02/46.77.81 email: info@azfranchising.com UFFICIO ABBONAMENTI abbonamenti@azfranchising.it STAMPA Arti Grafiche Boccia Via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno DISTRIBUTORE PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia S.r.l. 20134 Milano IMPAGINAZIONE Adasto - www.adasto.com
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