Esclusivo / Mafia dei Nebrodi
L’INVESTITURA DA BO DI ANTONIO FRASCHILLA FOTO DI ROSELENA RAMISTELLA
L
a mafia ha messo le mani su un fiume di denaro di fondi europei destinati alla pastorizia siciliana. Sui terreni arroccati nei Nebrodi e per cifre milionarie. E seguendo questo fiume di soldi sporchi gli inquirenti hanno ritrovato anche una lettera, inviata dal carcere dal boss di Centuripe, riconducibile alla famiglia mafiosa Santapaola, che indica un suo rampollo come nuovo reggente e uomo di fiducia. Un documento davvero singolare che L’Espresso ha letto in esclusiva e che dimostra come negli anni Duemila vadano ancora avanti le cose in questo spicchio di Paese lontano dai riflettori mediatici e spesso anche dallo Stato: una lettera su carta che ha sorpreso anche gli investigatori, perché di solito questo tipo di comunicazioni vengono bruciate non appena sono state lette dagli interessati. Invece in questo caso, nonostante il boss concludendo il documento chieda espressamente di bruciare tutto, la lettera è stata ritrovata intatta. Tutto accade nelle contrade tra Enna e Centuripe. La Guardia di Finanza di Nicosia, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Caltanissetta Pasquale Pacifico, nel luglio del 2020 entra a casa di alcuni componenti della famiglia dei Conti Taguali. Il mandato della Procura di Caltanissetta riguarda una mega indagine per l’accaparramento di fondi europei in terreni pubblici affidati in maniera illegittima proprio a questa famiglia. Indagine nata dopo la firma del protocollo Antoci, che prende il nome dall’ex presidente del Parco dei Nebrodi: protocollo diventato poi legge dello Stato che, in soldoni, prevede l’obbligo della richiesta di certificazione antimafia per l’affitto di terreni pubblici di qualsiasi valore e per conseguente richiesta di contributi. I Conti Taguali, i cui componenti hanno diversi guai con la giustizia anche per fatti di mafia, dopo le nuove norme si erano subito messi in allarme, visto che dal 2012 al 2017 hanno avuto affidati dall’Azienda pubblica silvopastorale di Troina ben 1.181 ettari di terreno (su un totale di 4.200 gestiti dall’Azienda comunale). Insomma, un quarto di tutti i terreni pubblici. E grazie a questa concessione a canoni frazionati sotto la soglia dei 150 mila euro (soglia fissata fino al Antonio Fraschilla 2015 come necessaria per chiedere la certiGiornalista ficazione antimafia, adesso con il protocol78
30 ottobre 2022
Vista di una vallata sui Nebrodi in Sicilia
lo Antoci è stata tolta) hanno ottenuto contributi comunitari per 3 milioni di euro. L’indagine, il mese scorso ha portato all’arresto dell’ex responsabile dell’Azienda silvopastorale e di diversi componenti delle famiglie dei Nebrodi che avevano intestato a prestanome migliaia di ettari di terreni per continuare a incassare i contribuiti. Ma nelle pieghe di questa indagine è saltata fuori la lettera del boss, che ha aperto uno squarcio su quello che accade ancora in queste contrade e sulla presenza costante della mafia. Nel portafoglio di uno degli indagati è stata trovata la lettera che ha come mittente il boss Gianni Galati Massaro: attualmente in carcere per scontare una condanna definitiva per 416 bis, il reato di associazione mafiosa,