Economia Magazine marzo

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Marina Bongiorno

UN MIX ENERGETICO CHE CI POSSA DARE AUTONOMIA

Rober ta Villa “DOTTORE, MA È VERO CHE...?”

Vittorio Emanuele Parsi

L’AVANZATA DELLE POTENZE AUTORITARIE

MENSILE DI MARZO 2022 - NUMERO 151 - € 3,00

Alessandra Gallone

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L’EDITORIALE

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TRANSIZIONE ENERGETICA

Stato e aziende di energia siano i primi investitori

Voglio esagerare, del resto essendo un industriale e facendo questo mestiere in Italia, sono un ottimista per definizione. Chiunque oggi fa impresa in Italia si trova d’accordo con le parole di Carlo Calenda, l’ex Ministro dello Sviluppo Economico oggi alla guida di Azione.

Al di là delle cariche istituzionali, Calenda è stato chiaro: «Senza l’intervento sugli extra profitti delle società pubbliche di energia, i piccoli si fermano». Del resto, se non vogliamo effettuare un ulteriore scostamento dal Bilancio, se non vogliamo investire in questa crisi i denari europei del PNRR, da qualche parte i fondi vanno rintracciati. E perché non andare a bussare a quelle società che, come Carlo Calenda ha sottolineato, “han fatto profitti in tempi di guerra”? E non ci si riferisce di certo alle sole ultime 4 settimane di invasione Russa in Ucraina quanto piuttosto agli ultimi 2 anni di pandemia e di un’economia globale che ha lavorato a singhiozzo. Io lo avevo detto in tempi non sospetti, cioè ben prima che “gli extra profitti” fossero quantificati in 40 miliardi. Perché più il Governo ritarda nel fare un intervento drastico e risolutivo, più pagheremo in futuro. E sì, perché se l’industria si ferma i costi sociali saranno immensi. Il problema riguarda da vicino tutti perché lo scenario di chiusure che si delinea ha un inevitabile effetto domino. Fabbriche chiuse, dipendenti in cassa integrazione, azzeramento dei consumi, mancato gettito fiscale alle casse dello stato. Allora mi sorge il dubbio, forse abbiamo sbagliato a usare il termine “industrie energivore” perché le fa sembrare realtà che producono chissà cosa. Forse era meglio renderle tangibili all’opinione pubblica. Con i costi energetici quintuplicati si fermano le aziende che fanno infissi, ceramiche, imballaggi di ogni materiale, bottiglie di vetro, ogni sorta di articolo in carta. Ma anche

pasta, conserve, sale. E così via. Il messaggio che non sembra passare è inoltre che la situazione emergenziale in cui versano le imprese non è il risultato di scelte aziendali errate, quanto l’assenza - da più di vent’anni - di una politica energetica e della preferenza di privilegiare accordi esterofili piuttosto che cercare un’indipendenza. Com’è possibile che siam passati dall’estrarre 20 miliardi di metri cubi di gas nel 2000 ai soli 3 miliardi di oggi. Il gas è ancora lì sotto ma noi non lo utilizziamo. Perché si è scelto attraverso un Referendum se dotarci o meno di energia nucleare? Con quali competenze il paese può prendere una tale decisione? Anche i fornitori di energia sono stati scelti in modo improprio, e chi meglio di un industriale può farlo notare. Nessun collega affiderebbe oltre il 40% della propria fornitura a un unico interlocutore, tanto più se quest’ultimo ha più volte dato segni di instabilità. E oggi? Oggi che l’attenzione al clima è tra le priorità di agenda a livello mondiale parliamo di rinnovabili. Di energia pulita. Una favoletta che ci piace raccontare senza però approfondire: i limiti paesaggistici, la soprintendenza, i movimenti ambientalisti, l’infrastruttura tecnologica inadeguata, i contratti di fornitura, l’assenza di un mercato energetico “libero” al 100%. Sono solo alcune degli ostacoli che mi vengono in mente. A investire in questo processo di rivoluzione energetica quanto mai necessario siano - come capofila società di energia e Stato. Le pmi faranno poi sempre la loro parte.

Paolo Agnelli 3


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LA SENATRICE Alessandra Gallone Un mix energetico che ci possa dare autonomia L’INTERVISTA Vittorio Emanuele Parsi L’avanzata delle potenze autoritarie TESTIMONIANZE DAL FRONTE In fuga dalla guerra MEDICINA Rober ta Villa “Dottore, ma è vero che ...?” L’ANALISI MMT Analisi macroeconomica e monetaria del conflitto COVER STORY Marina Bongiorno E-commerce , successo e sfide dopo la pandemia TECNOLOGIA Surfaces: ceramiche e non solo, una linea di lavorazione completa per un mercato premium TOP BUSINESS Gescoser inaugura nuova divisione AIR TECH «Ma essere imprenditori è sempre più difficile» GESTIONE RIFIUTI Gruppo Esposito i rifiuti diventano materiali edili sostenibili STORIE DI SUCCESSO Plinio Vanini Imprenditore a tutto campo, dalle auto alla terra LA RICETTA Caramelle patate e menta MOTORI • Nissan Townstar • BMW Serie 2 Active Tourer • Volkswagen Taigo

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ECONOMIA MAGAZINE® Rivista mensile di economia attualità costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 5 del 21/02/2013)

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Società editrice: Giornale di Bergamo® S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Direttore responsabile PAOLO AGNELLI Direttore editoriale FRANCESCO LEGRAMANTI Concessionaria pubblicità locale: Giornale di Bergamo® S.r.l. Via San Giorgio 6/n - 24122 Bergamo Tel. 035 678811 - Fax 035 678895 info@economiamagazine.com www.bergamoeconomia.it Stampatore: BOOST S.p.A. Via Alessandro Volta, 4, 24069 Cenate Sotto (BG) Abbonamenti: Tel. 035 678811 Costo: 25 euro per 10 mesi

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LA SENATRICE

ALESSANDRA

GALLONE UN MIX ENERGETICO CHE CI POSSA DARE AUTONOMIA

Ne ha fatta di strada Alessandra Gallone con il suo carattere intraprendente e determinato. Dal Comune di Bergamo è riuscita a costruirsi un percorso ricco di nuovi stimoli e conoscenze che l’ha portata fino al Senato della Repubblica. L’Onorevole ci ha rilasciato un’intervista esclusiva dove racconta della sua carriera, del suo impegno, della sua passione politica e della tragica e surreale situazione odierna, che fa trapelare il suo amore per l’Italia, per la sua Bergamo e l’entusiasmo che da sempre l’hanno contraddistinta. Qualche giorno fa si è celebrata la Festa della Donna e noi di Economia Magazine teniamo molto a dare voce al mondo femminile, che negli anni fortunatamente si affermano sempre più. Come ha influito l’essere 10

donna nella sua carriera? La politica mi ha sempre interessato, già da ragazzina ero curiosa di capire come si muovesse il mondo e nel ’95, anche grazie all’introduzione delle quote rosa in politica, mi venne data la possibilità di mettermi in gioco. Marzio Tremaglia, indimenticabile intelligenza politica bergamasca, mio mentore, mi propose di candidarmi per il Consiglio comunale di Bergamo, nella lista di alleanza Nazionale che aveva Franco Tentorio come candidato sindaco. Vinse Vicentini su Ilario Testa al ballottaggio e io venni eletta al primo colpo, all’opposizione. Sono stata la prima donna della destra a Bergamo, avevo solo 27 anni e una grande paura di sbagliare. Così è iniziato il mio percorso e quel primo mandato è stato l’inizio per la mia formazione: ho capito quanto mi piacesse mettermi

al servizio della mia Bergamo, trovando nuovi stimoli ogni singolo giorno. Uno dei miei obiettivi è sempre stato riuscire a realizzare la mia visione di una città femminile, perché una città a misura di donna è una città a misura di tutti: sicurezza, servizi, spostamenti, tempi e orari. Anche in politica è cosi: quando si devono proporre e approvare leggi che tutelino il mondo femminile, noi donne siamo generalmente tutte unite su un fronte comune, indipendentemente dal partito di appartenenza. Alle elezioni successive, quelle del ’99 vinse il centrodestra con Cesare Veneziani sindaco e io fui eletta ancora e poi nominata assessore all’istruzione, università e servizi per l’infanzia: fu per me il periodo di maggiore soddisfazione perché amministrare il proprio territorio e poter progettare e realizzare


per il bene comune non ha pari. Abbiamo realizzato il nuovo dimensionamento del sistema scuola bergamasco, abbiamo ristrutturato gli edifici, realizzato un nuovo asilo nido innovativo a Campagnola e rinnovato il Conservatorio e l’Accademia delle Belle Arti. Nel 2004, ricandidata e rieletta ancora in consiglio comunale nuovamente all’opposizione e dopo quattro anni venni candidata in Senato in quota del nascente Pdl (Popolo della Libertà) ed entrai in Parlamento durante il Governo Berlusconi. Nel 2014 ancora eletta in Consiglio Comunale (non c’è niente da fare quella per la mia città è una passione indissolubile!). Il resto è attualità. Oggi, dopo essere stata rieletta in Senato vincendo nel collegio uninominale di Bergamo e Valli che ha preso 174 mila preferenze, sono vice presidente del gruppo dei senatori di Forza Italia, responsabile nazionale del

NOME: Alessandra Gallone RUOLO:Senatrice della Repubblica, vice presidente senatori gruppo Forza Italia

settore formazione e del dipartimento ambiente del partito, segretario e capogruppo della commissione ambiente del Senato, capogruppo di Forza Italia nella commissione vigilanza Rai e nella 11


commissione di inchiesta contro gli eco-reati, oltre che commissario provinciale a Bergamo di Forza Italia. In questi ultimi anni non ci siamo fatti mancare nulla: da una pandemia mondiale ad un conflitto alle porte dell’Europa. Come sta incidendo la guerra in Ucraina sulla Politica italiana? Un’altra problematica accentuata da questo conflitto è l’aumento dei costi dell’energia: il prezzo di metano, elettricità e carburante è raddoppiato in pochi mesi. Che piani ha il Governo per gestire questa crisi che sta toccando da vicino tutte le famiglie e le aziende, già reduci da una tragica situazione di incertezza? Questa situazione così terribile sta unendo gli obiettivi comuni dei diversi 12

partiti, siamo tutti sulla stessa barca e c’è la volontà da parte di ognuno, pur nel rispetto delle diverse sensibilità, di remare nella stessa direzione. Il piano del Governo, in questo momento, è quello di stimolare e accelerare tutto ciò che concerne la realizzazione di un mix energetico che ci possa dare autonomia: dobbiamo spingere sull’energia rinnovabile, riaprire provvisoriamente le centrali a carbone e riprenderci il nostro gas per poterlo stoccare in un sistema comunitario. Serve anche spingere sulla ricerca sul nucleare pulito, infatti bisognerebbe informare le persone sul fatto che la tecnologia a fissione, che c’era un tempo, oggi è progredita ed è diventata a fusione, cioè priva di rilascio di scorie. Sono responsabile nazionale del dipartimento

ambiente e l’approccio che abbiamo noi di Forza Italia, come movimento liberale e riformista, è quello di un ambientalismo equilibrato, razionale, dove al centro ci sta l’intelligenza e l’ingegno dell’uomo che leghi la sostenibilità ambientale a quella economica; ciò sarebbe possibile soltanto in due modi, collegati tra loro: sostenendo il mondo dell’impresa, che è sinonimo di rinnovamento, e progredendo verso un governo delle innovazioni. Con un concetto chiave: la fiducia. Oggi le aziende, nell’ambito delle loro riconversioni, vorrebbero raggiungere un sistema di autoconsumo, cioè creare un sistema di comunità energetiche tra le imprese, e si dovrebbe favorire questo tipo di percorso, oltre che incentivare con interventi ben strutturati e duraturi

l’economia circolare per fronteggiare la scarsità delle materie prime, cosa che molte aziende, come quelle del Gruppo Agnelli, stanno già facendo da tempo. Bisogna avere il coraggio di bloccare dei progetti già riavviati e rivoluzionarli, perché ci troviamo in un periodo storico molto particolare in cui in pochi anni sono cambiate radicalmente le condizioni e si rischia di spendere soldi per iniziative già obsolete in partenza. Come responsabile nazionale del settore formazione di Forza Italia, il mio pensiero in questo momento va ai giovani che hanno l’opportunità di cambiare il mondo ma che ci riusciranno solamente se saranno in grado di governare l’innovazione a cui stiamo andando incontro. Ilaria De Luca


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L’INTERVISTA

L’AVANZATA DELLE POTENZE AUTORITARIE VITTORIO EMANUELE PARSI: «PER L’OCCIDENTE “EVITARE IL NAUFRAGIO” È POSSIBILE. NEL LUNGO PERIODO GLI OBIETTIVI DI RUSSIA E CINA NON POSSONO COESISTERE»

Professore ordinario di Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove dirige ASERI, l’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali, Vittorio Emanuele Parsi è anche capitano di fregata della riserva selezionata della Marina Militare, e dal mare ha tratto l’ispirazione per il suo ultimo libro, dal titolo “Titanic. Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale” (Il Mulino), in cui riflette sulla possibilità, per l’Occidente, di evitare l’impatto con l’iceberg delle diverse sfide globali che ne minano la stabilità, per non fare la fine del transatlantico britannico. Professore, dal 24 febbraio una cosa è chiara: dopo l’invasione russa dell’Ucraina il mondo non sarà più quello di prima. Da quel giorno è stata sicuramente data un’accelerazione ad un cambiamento che però era già in atto. L’ordine internazionale liberale è in tensione da più di dieci anni. C’è una tendenza al consolidamento delle potenze autoritarie che si basa sulla contestazione delle fonti di legittimazione 14

dell’autorità politica che pensavamo consolidate. Vladimir Putin nel 2019 diceva che le democrazie sono obsolete, Xi Jinping che i diritti umani sono un’invenzione occidentale. È un attacco di tipo ideal-ideologico che continuerà, a prescindere dalla guerra in Ucraina, perché corrisponde al tentativo di sostituire le democrazie occidentali nella leadership del sistema. Cosa ci dice la storia e come la legge la Russia? Putin vive nel lutto per il crollo dell’Unione Sovietica, e da anni dichiara ufficialmente che il suo scopo è quello di ribaltare le conseguenze della fine della Guerra Fredda. Attenzione, però: la guerra risente di variabili


Foto Light&Magic Productions

NOME: Vittorio Emanuele Parsi RUOLO: Professore ordinario di Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove dirige ASERI, è anche capitano di fregata della riserva selezionata della Marina Militare

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Vittorio Emanuele Parsi durante l’intervista nel suo ufficio milanese Sotto la copertina del suo ultimo libro dal titolo “Titanic. Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale” (Il Mulino)

storiche ma si fa sul futuro, non sul passato. È sul “dove vogliamo andare” che tra gli attori non c’è concordia. Ecco perché noi in futuro avremo a che fare soprattutto con politiche di gestione della divergenza: è sempre più chiaro, infatti, che l’Occidente ha un orizzonte diverso - fatto di tutela dei diritti umani, di democrazia e di libertà - rispetto ad altre potenze globali. Come stanno reagendo la 16

NATO e gli Stati Uniti alle mosse russe? Gli Stati Uniti ci avevano allertato per tempo, avevano compreso bene i piani di Mosca. E al momento si stanno muovendo con responsabilità, evitando un allargamento del conflitto. Di certo agli USA interessa moltissimo che la NATO non si sfaldi e che non appaia inefficace, e che l’Unione Europea si rafforzi anche dal punto di vista militare. USA e UE hanno bisogno l’uno dell’altro.

Come si svilupperà l’asse Russia-Cina? La Cina vuole porsi al centro dell’economia globale prendendo il posto degli Stati Uniti, mentre la Russia con gli eventi degli ultimi giorni si dirige verso la costruzione di una zona economica e politica chiusa nella propria sfera di influenza. Sono due visioni che non possono coesistere nel lungo periodo. Al momento la Cina sostiene la Russia perché, per i cinesi, i costi di un potenziale indebolimento di questa sono maggiori dei costi della guerra. Ma non è detto che le cose non possano cambiare. Credo che questa sia una fessura entro cui l’Occidente possa lavorare e ottenere qualche risultato, senza farci illusioni ma senza darci per spacciati. Dopo l’aggressione dell’Ucraina, cosa resta del


Diritto Internazionale? La Russia ha deciso di violarlo in modo netto, ma resta. Noi continuiamo a cercare di costruire un mondo che sia sempre meno dominato dalla “legge della giungla” e sempre più regolato dalla “forza della legge”. Persino adesso che

i nostri principi sono violati esistono: sono quei principi che continuano a farci vedere il mondo in un certo modo. Quali trasformazioni per l’economia europea sul fronte dell’energia? L’UE ha annunciato che

intende ridurre già entro la fine di quest’anno la propria dipendenza dalle fonti energetiche russe di due terzi. Personalmente credo che l’unica soluzione nel lungo periodo rimanga l’uscita dal fossile. Perché la green economy forse costa di più, ma è l’unica

che si basa su fonti che possiamo controllare. Anche se non sarà azzerata, dobbiamo ridurre la quota di dipendenza energetica dagli altri, qualunque essa sia, soprattutto se è legata a paesi che costituiscono una potenziale minaccia. Daniele Cavalli

Fumo sull’aeroporto militare ucraino a Chuguev, nell’est del Paese

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TESTIMONIANZE DAL FRONTE

Svitlana

Foto Antonio Milesi

LE TESTIMONIANZE DELLE DONNE UCRAINE OSPITATE NEL SEMINARIO DI BERGAMO: «NON VOGLIAMO RESTARE PROFUGHE PER SEMPRE»

IN FUGA DALLA GUERRA Per incontrarle attraversiamo le scale e gli ampi locali del Seminario di Bergamo, in Città Alta, come in altre occasioni messo a disposizione di chi fugge da paesi più o meno lontani. 18

Fin dall’inizio di marzo qui sono arrivate decine di donne e diversi bambini in fuga dall’Ucraina invasa. Gli uomini no, nella maggior parte dei casi sono ancora al fronte, a combattere

nelle città assediate dai russi. Quello del Seminario è considerato, dalla Caritas Diocesana di Bergamo che coordina l’accoglienza, solo un luogo di transito, dal quale spostarsi appena

possibile negli appartamenti che le comunità di tutta la provincia hanno messo a disposizione di piccoli nuclei di persone per un arco di tempo che in questo momento appare indefinito.


Natalya

Natalya abitava a Kryvyj Rih, dove una base militare è diventata uno dei primi obiettivi colpiti dai missili russi. «Sono partita subito - racconta -, con i treni messi a disposizione per l’evacuazione». A Leopoli ha conosciuto Sasha: «Vivevo in un piccolo paesino - spiega la ragazza, il tono deciso nonostante i suoi 12 anni - Lì ho visto arrivare i russi con i carri armati. In questi giorni stanno bombardando il villaggio vicino al mio». Raccontano la resistenza del popolo ucraino e i ragazzi del posto che, pur non facendo parte dell’esercito, si organizzano in autonomia per fare la guardia al proprio villaggio. Quasi nessuna di loro parla inglese: anche le interpreti, alcune delle quali sono ucraine che lavorano da anni a Bergamo, si commuovono traducendo, mentre descrivono una geografia che conoscono molto bene e il pericolo che sta attraversando il loro stesso popolo. Un’altra donna, un’altra Natalya, di Mykolaïv, racconta: «All’inizio della

C’è una coppia di mezza età che fa colazione, una signora che piange, due bambini che mangiano pane e nutella ed altri piccoli che giocano nei corridoi. E soprattutto ci sono le donne, che raccontano un’esperienza in molti casi simile. Il cuore è ancora là, nel paese che hanno abbandonato in tutta fretta, incredule di aver dovuto lasciare improvvisamente le proprie case. Sono scappate nei primi giorni di guerra (le incontriamo alla metà di marzo, ndr), e dunque vengono tutte dalla parte centro-orientale dell’Ucraina: sono state necessarie 14-16 ore per attraversarla, e altrettante per raggiungere l’Italia. Le bombe le hanno viste e soprattutto sentite da lontano, è stata la paura del conflitto a spingerle a partire.

Natalya

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NOME: Don Roberto Trussardi RUOLO: Direttore della Caritas Diocesana di Bergamo

«ACCOGLIENZA SUL TERRITORIO, NELLE COMUNITÀ MA TUTTI GLI ALTRI BISOGNI NON SONO SCOMPARSI» guerra mia mamma era molto malata: ero rimasta lì per curarla. In poche ore, dopo lo scoppio dei combattimenti, è morta. Abbiamo celebrato il suo funerale velocemente, e poi ce ne siamo andati. Ma in quei giorni anche io sono dovuta scendere alcune volte nei bunker - ricorda -, e ho visto diversi palazzi distrutti. Mio marito mi ha detto di andare verso ovest: ho raggiunto Černivci, e da lì l’Italia. Lui, invece, è rimasto a combattere come volontario». «È importante che sappiate che noi non vogliamo fare le profughe a vita - tiene a sottolineare Svitlana - Noi stavamo bene nel nostro paese, nella nostra casa, e vogliamo ritornare al più presto in Ucraina». Daniele Cavalli 20

«La scelta della Chiesa di Bergamo di fronte al popolo ucraino in fuga è stata ancora una volta chiara - spiega don Roberto Trussardi, direttore della Caritas Diocesana di Bergamo - Abbiamo aperto le nostre porte in tempi rapidissimi e costruito una modalità di accoglienza diffusa, lungimirante e generosa». Come avete agito per rispondere all’emergenza? «Già l’1 marzo anche a Bergamo sono cominciate ad arrivare persone che scappavano dalla guerra. Le prime ad accoglierle sono state le suore di clausura del convento Matris Domini in via Locatelli, al quale si sono presto aggiunti gli spazi del Seminario, in Città Alta. Quest’ultimo rimarrà un “polmone” da cui le

persone si sposteranno sul territorio, nelle abitazioni messe a disposizione dalle varie comunità, in immobili di proprietà delle parrocchie o di privati: per ora (metà marzo, ndr) ne contiamo oltre 100, per un totale quindi di circa 500 posti. Il problema, però, è che gli arrivi previsti sono molti di più». Che indicazioni state dando a chi intende ospitare? «Siamo molto sinceri: non sappiamo quanto tempo durerà l’emergenza, se un mese, un anno, o di più. Per questo preferiamo abitazioni indipendenti, per non mettere in difficoltà le famiglie ospitanti. E poi cerchiamo di fare in modo che la comunità in cui si trovano (o quelle vicine) diano un contributo economico, per esempio

per le bollette o il vitto. Facciamo ciò che ci è possibile: almeno in questa fase, le comunità cristiane di Bergamo stanno sostenendo interamente le spese di persone che hanno bisogno di tutto». E non solo loro… «Dopo il Covid e l’Afghanistan, questa è un’emergenza che va a sommarsi a quelle che c’erano già, e che non sono scomparse. Tutte le persone hanno pari dignità, per cui la nostra decisione è quella di non ridurre in alcun modo, per esempio, l’accoglienza dei migranti in arrivo dall’Africa, né quella dei tanti senzatetto, poveri o tossicodipendenti che ogni giorno bussano alla nostra porta».



Foto Antonio Milesi

MEDICINA

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ROBERTA VILLA “DOTTORE, MA È VERO CHE...?” Roberta Villa, famosa divulgatrice scientifica sempre informata su tutto e attiva sui social per chiarire qualsiasi dubbio riguardante la medicina, ha deciso di rispondere a qualche nostra domanda posta da alcuni lettori e ci ha raccontato in esclusiva le novità riguardo i suoi attuali impegni lavorativi. Dopo tanti sacrifici la situazione pandemica sembrava finalmente essersi stabilizzata abbastanza da pianificare la graduale uscita dallo stato di emergenza, invece ora ci sentiamo dire che potremmo essere all’inizio della quinta ondata. Cosa ne pensa? In questo momento non sappiamo ancora se si

tratti di una nuova ondata o di un aumento dei casi che non produrrà gravi danni, soprattutto grazie alla elevata copertura vaccinale italiana volta soprattutto alle persone più anziane e fragili. Sono invece piuttosto preoccupata per i 7 milioni di italiani non vaccinati che non hanno avuto prima d’ora la malattia perché rimangono del tutto suscettibili ad una variante che, sebbene meno aggressiva della variante delta, ha di per sé una pericolosità associabile al ceppo originario che ha colpito Bergamo nel 2020. È però molto più contagiosa per cui, soprattutto su chi non ha ricevuto almeno tre dosi di vaccino, potrebbe provocare danni gravi. In questo ultimo periodo sta poi prendendo piede la sottovariante Omicron BA2, che si diffonde ancora più facilmente. Per chi non ha nessuna protezione il rischio quindi non è trascurabile. La gente si chiede perché vengano allentate le misure proprio in un momento in cui il virus sta circolando così velocemente. La risposta è che il peso economico e sociale ormai si fa sentire,

non c’è più consenso da parte della popolazione a mantenere le misure in vigore finora, e l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin ha di nuovo ribaltato l’ordine delle priorità. In effetti, è vero che, con una variante così contagiosa, le misure di distanziamento previste in precedenza servono a poco. Non condivido però la proposta di eliminare le mascherine FFP2 nei luoghi pubblici al chiuso, prima fra tutti la scuola, perché rappresentano l’unico strumento con cui ancora ci si può proteggere. Il mio consiglio è quindi di mantenerle, almeno nei luoghi a maggior rischio. Anche se l’occupazione dei letti di terapia intensiva o il numero di decessi è lontano dall’incubo della primavera 2020, infatti, sono ormai evidenti i danni provocati da questo virus all’organismo, talvolta anche nelle forme lievi. Oltre alla sintomatologia del long Covid, che ostacola la ripresa delle attività in una significativa quota di pazienti, sta emergendo un rischio più elevato di molte altre malattie cardiovascolari,

respiratorie e neurologiche. Per questo conviene ancora fare il possibile per non contagiarsi. Stiamo passando da una gestione collettiva della pandemia, in cui vengono imposte misure comuni, ad una situazione in cui ognuno dovrà proteggere a livello individuale se stesso e i propri cari. La protezione vaccinale anche dopo la terza dose sembra ormai inefficace contro la sottovariante Omicron BA2 e un quarto richiamo non sembra essere la soluzione a seguito dei dati riportati finora. Cosa ci può dire a riguardo? È importante precisare che il vaccino non è diventato inefficace, anzi, continua a proteggerci piuttosto bene dalle forme gravi che possono portare alla terapia intensiva. Nel tempo cala parzialmente l’efficacia nel prevenire l’infezione e la malattia, ma la terza dose è ancora in grado di ridurre di oltre il 70% il rischio di ospedalizzazione e oltre il 90% quello di decesso. Quindi, questa nuova “ondata” è dovuta alla somma di 3 fattori: 23


la nuova sottovariante Omicron più contagiosa, il tempo trascorso dalla terza dose, che molti hanno ricevuto ormai in autunno e il calo delle difese che tutti mettiamo in atto con i nostri comportamenti. La quarta dose ha una sua utilità come richiamo nei pazienti più fragili che ne avevano ricevuto subito una terza per completare il ciclo primario. Ripetere il trattamento sulla popolazione generale, e poi magari farlo ancora tra pochi mesi, oltre a non essere sostenibile dal punto di vista economico, pratico e sociale, sembra possa essere poco utile, perché in ogni caso la protezione sembra svanire rapidamente. Spero nell’arrivo di nuovi vaccini, possibilmente ad ampio spettro e con una maggiore durata di azione più efficaci. Nel frattempo possiamo contare sui pochi a n t i c o r p i monoclonali che mantengono efficacia c o n t r o omicron e su antivirali in grado di bloccare non solo

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l’evoluzione della malattia ma anche la replicazione del virus, e di conseguenza la sua contagiosità. “Dottore ma è vero che…?” è il suo nuovo libro. Vuole parlarcene? Questo libro nasce dall’esperienza dell’omonimo sito, voluto e prodotto dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, che anni fa, prima della pandemia, ha voluto creare uno strumento di comunicazione attiva al pubblico, volto a contrastare la disinformazione nel campo della medicina e della sanità, tramite risposte basate sulla scienza alle domande più comuni che i cittadini pongono ai propri medici. Il libro è nato dalla richiesta di qualche mese fa da parte dell’editore Chiarelettere di selezionare alcune risposte riguardo a Covid, e aggiungerne altre nei confronti delle domande ancora più frequenti. È da poco diventata direttrice responsabile di Uppa. Ci vuole raccontare questa nuova esperienza? Sono molto emozionata per l’opportunità che Lorenzo Calia mi ha offerto proponendomi il ruolo di direttrice responsabile di Uppa: rivista, sito ma soprattutto community nata dalla volontà di pediatri, psicologi e pedagogisti di fornire una fonte d’informazione indipendente e basata sui risultati della ricerca scientifica, che aiuti i giovani genitori ad orientarsi nella loro grande avventura. Ilaria De Luca


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L’ANALISI MMT

ANALISI MACROECONOMIC A E MONETARIA DEL CONFLITTO

Non entreremo nel merito dell’attacco subìto dal popolo ucraino da parte della Russia. Ai civili va tutto il nostro sostegno e lasciamo agli esperti di geopolitica l’analisi delle 26

vicende drammatiche in corso. Il nostro commento prende in esame alcune variabili macroeconomiche e monetarie la cui lettura risulta (purtroppo) più evidente in tempi di guerra

che di pace. La drammatica essenzialità a cui si riduce il dialogo tra fronti opposti svela il reale meccanismo di funzionamento della macroeconomia.

Import/export: chi è più ricco? La Modern Money Theory spiega come la ricchezza di un paese risieda anche nell’importazione di beni reali a fronte di beni finanziari, ovvero in cambio di moneta. Al contrario un paese che vende i propri beni reali in cambio di moneta è uno paese che si impoverisce. La narrazione mainstream spinge invece per una massimizzazione delle esportazioni per aumentare il profitto delle grandi aziende, ma non necessariamente un vantaggio per la collettività. La Russia negli ultimi anni ha venduto all’estero le sue risorse naturali - gas e petrolio - in cambio di asset finanziari per crearsi una riserva monetaria, soprattutto in dollari. Ebbene oggi questi dollari, che sono semplici bit nel computer della FED americana, non possono essere utilizzati perché bloccati. Oggi per la Russia CONTINUA A PAGINA 28


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della Russia al “benessere” reale globale è sicuramente importante, dato che perdere il godimento di quei beni è di fatto un danno economico per i paesi che se ne riforniscono.

quei dollari non valgono nulla, pur essendosi privata di beni reali per ottenerli. Solo in una condizione estrema, come quella di un conflitto, emerge la stupidità delle politiche orientate alle esportazioni. Che cos’è che rafforza una valuta? È la sua richiesta La sanzione relativa al blocco dei conti in dollari della Russia presso la FED ha significato per quel paese non poter più acquistare rubli per favorire l’apprezzamento del rublo a fronte dell’indebolimento sui mercati monetari. Il rublo si è dunque svalutato in maniera vertiginosa. La decisione di Putin di far pagare ai paesi “ostili” gas e petrolio russi in rubli, va nella direzione di rafforzare

«La situazione finanziaria attuale russa ci dimostra nei fatti quanto affermano da anni gli esponenti della MMT»

Deficit: se è possibile per la difesa è sempre possibile Quando si parla di spese militari la parola deficit non è mai un tabù. Sparisce il tema delle “coperture” che invece è sempre l’ostacolo di fronte all’esigenza di una maggiore spesa pubblica per scuola e sanità. La tenuta dei conti pubblici non è più un baluardo. Di fronte all’urgenza di difenderci da una minaccia, alcuni tabù si rivelano per ciò che sono sempre stati: una narrazione. Stefano Sanna, Rete MMT

la valuta nazionale accrescendone la domanda. Risorse reali/beni finanziari Prendiamo in esame ora il contributo della Russia al PIL mondiale: seppure da un punto di vista finanziario la Russia abbia un contributo pari “solo” al 2%, in termini di risorse reali vale l’11% del petrolio, il 17% del gas naturale, il 19% della produzione mineraria e l’11% della produzione di grano. Visto dal punto di vista dei beni reali il contributo

Macroeconomia al servizio della collettività. 28

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COVER STORY

Foto Antonio Milesi

E-COMMERCE, SUCCESSO E SFIDE DOPO LA PANDEMIA «Il punto fondamentale a cui un’azienda come la nostra deve prestare attenzione non sono i numeri del fatturato, ma i cambiamenti in corso nell’economia internazionale, che dobbiamo essere sempre in grado di comprendere per essere pronti a dare la nostra risposta, una risposta efficace. D’altronde, come diceva un detto, “l’azienda nasce domani”». Guarda avanti Marina Bongiorno, proprietaria della BongiornoWork leader nella distribuzione di abbigliamento da lavoro e dispositivi di protezione, e, 32

con il business dell’azienda di Treviolo ben piantato nel mondo dell’e-commerce, segue con attenzione due sfide del mondo postpandemia. «Le abitudini dei clienti sono cambiate - spiega - i lunghi mesi di restrizioni e la comodità di ricevere la merce direttamente a casa hanno introdotto trasformazioni che resteranno. È vero, noi abbiamo mantenuto aperto il nostro show-room, ma il cuore del nostro lavoro è online, con l’e-commerce, che vogliamo sviluppare e adattare sempre più

alle esigenze del cliente. A breve prevediamo di attivare una app, ma in generale sono sempre in corso miglioramenti da parte del nostro team sul fronte del marketing, della comunicazione, della gestione della piattaforma web. D’altronde - continua - gli ultimi studi dell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, riferiti al 2021, hanno mostrato che in Italia non sono solo cambiati i comportamenti


MARINA BONGIORNO: «I COMPORTAMENTI DEI CLIENTI SONO CAMBIATI, CONTINUA LA CRESCITA DEGLI ACQUISTI ONLINE»

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«Filiera più corta a causa delle sfide nel commercio internazionale, guardiamo all’Europa Continentale» di acquisto, ma è maturata anche la consapevolezza sull’importanza di progettare un percorso di vendita e di relazione fondato sull’integrazione e sulla collaborazione tra canali fisico e online. Sempre secondo l’Osservatorio, prima dell’emergenza sanitaria il 70% dei rivenditori e grossisti non era organizzato per le vendite online, mentre nel 2020 l’e-commerce a livello europeo ha raggiunto il valore di 757 miliardi di euro, con una crescita del 10 per cento rispetto al 2019. Nel 2021 in Italia

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gli acquisti online valgono 39,4 miliardi di euro (+21% rispetto al 2020)». Bongiorno descrive lo stesso show-room come qualcosa che va oltre il normale punto vendita: «È un luogo - spiega - che può ospitare il primo contatto tra il cliente e un prodotto (una calzatura, un dispositivo di protezione…) che il cliente vuole osservare dal vivo, toccare con mano, e di cui soprattutto vuole apprezzare la qualità grazie ad un’assistenza competente. Chi viene da noi “compra”


A sinistra il polo logistico di Treviolo (Bg) Sopra la home page dell’E-commerce bongiornowork.com

la nostra serietà aziendale: siamo riconosciuti come realtà che garantisce un filo diretto con i migliori brand dell’abbigliamento antinfortunistico del mondo, e abbiamo l’obiettivo di “vestire la gente che lavora” tenendo conto anche del gusto, dello stile e della qualità del Made in Italy, della funzionalità ma anche dell’eleganza». Non sono previsti ampliamenti o aperture di nuovi presidi fisici: «La maggior parte dei nostri clienti acquista sul web perché conosce già i marchi e la loro qualità, perchè

sono nomi noti o perché li ha già utilizzati» spiega Marina Bongiorno, che lancia una novità: «Il punto vendita diventerà un mezzo per mostrare il prodotto, che però magari viene poi ordinato sulla piattaforma online e consegnato a domicilio. Il futuro sarà lo showroom virtuale, in grado di dare la possibilità di vedere e conoscere i nostri prodotti da remoto in modo innovativo: il valore aggiunto, però, rimarrà l’assistenza, ovvero tutta quella serie di servizi che sono a disposizione del 35


cliente e che cercano di andare incontro alle sue esigenze: chat diretta per la richiesta di informazioni, gestione coordinata dei tempi di consegna e molto altro». Accanto all’attività interna c’è poi da confrontarsi con i cambiamenti radicali che hanno subito una brusca accelerazione nei due anni di Covid soprattutto per quanto riguarda la logistica e le catene di distribuzione del commercio internazionale, utilizzate da Bongiorno Antinfortunistica per vendere in tutta Italia e all’estero. «La filiera si è accorciata, e la dimensione dei nostri scambi è sempre più europea - commenta Marina Bongiorno - È in tedesco la prossima traduzione della nostra piattaforma di e-commerce: prevediamo di rafforzare il nostro rapporto con la Germania, ma guardiamo con interesse anche a Norvegia, Svezia e 36

Bongiorno veste il tuo lavoro

Danimarca, che sono molto attente alla protezione del lavoro, amano la qualità e non deprezzano». A pesare l’aumento dei costi di trasporto, la crescita del prezzo dell’energia, ma anche i nuovi equilibri geocommerciali. «Sta diventando troppo costoso e complesso lavorare con lo stesso approccio di prima con il mercato orientale, per esempio, anche se ci manterremo aperti a tutti conclude Marina Bongiorno - è una questione legata

«Guardiamo con interesse anche a Norvegia, Svezia e Danimarca che sono molto attente alla protezione del lavoro, amano la qualità e non deprezzano» alle dinamiche di mercato: il Pakistan ha il monopolio della produzione di jeans, il Bangladesh del cotone, l’India della tecnologia, la Cina un po’ di tutto. Obiettivo delle grandi

potenze, prima tra tutte la Cina, è il controllo degli snodi del commercio globale e in particolare dei porti. È per questo che noi guarderemo sempre di più all’Europa».



SURFACES TECNOLOGIA

CERAMICHE E NON SOLO, UNA LINEA DI LAVORAZIONE COMPLETA PER UN MERCATO PREMIUM A CENATE La storia di Surfaces, di Cenate, inizia nel 1986 come Gloxi, società specializzata nella realizzazione di prodotti abrasivi a legante magnesiaco per la lavorazione della pietra. Da allora l’azienda è cresciuta, sia trasformando la propria gamma di prodotti, che attraverso acquisizioni mirate, proponendosi oggi come leader mondiale nella fornitura di soluzioni per la lavorazione di materiali di alta gamma ad uso residenziale: flooring, rivestimenti da parete, countertop per cucine, bagni e non solo. L’azienda è guidata dal Presidente Gaetano Maffei, socio fondatore del Gruppo, e dall’Amministratore Delegato Pierluigi Dinelli,

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che è entrato a far parte di Surfaces ad inizio 2019. Come nasce l’idea di lanciarvi in questo settore? La Gloxi nasce nel 1986, producendo utensili abrasivi tradizionali, basati sull’utilizzo di carburo di silicio a legante magnesiaco, per la levigatura e lucidatura delle superfici in pietra naturale. I nostri clienti erano soprattutto in Italia, con un mercato situato principalmente nel nord, ma anche con business interessante in Sud America e Medio Oriente dove soluzioni così lavorate erano particolarmente gradite. Ad inizio degli anni 2000 l’azienda era ancora una tipica PMI italiana, con un’organizzazione


GROUP NOME: Gaetano Maffei RUOLO: Presidente e socio fondatore del Gruppo

NOME: Pierluigi Dinelli RUOLO: Socio e Amministratore Delegato del Gruppo

Foto Antonio Milesi

semplice, dove i 3 soci fondatori facevano praticamente tutto. In quegli anni, avviene una vera e propria rivoluzione nel nostro settore: i produttori di Ceramica italiani, per la maggior parte situati a Sassuolo, iniziano a produrre prodotti innovativi, per formati, design e qualità delle finiture, prodotti che hanno l’aspetto del marmo, del granito, del legno. Noi siamo i primi ad introdurre sul mercato utensili di nuova generazione per poter lavorare questi materiali, utensili di maggiore qualità, utilizzando diamante sintetico a legante resinoide. Questi nuovi prodotti si

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adattano meglio di quelli tradizionali a queste nuove superfici seguendone perfettamente il profilo, lavorando benissimo sia in termini di taglienza e durata che in termini di capacità lucidante. Sono stati anni molto intensi per la nostra ricerca e sviluppo guidata da Giuseppe Rota, ma alla fine abbiamo avuto la soddisfazione di creare prodotti completamente diversi da quanto fosse disponibile sul mercato, e di costruire internamente un know-how su queste applicazioni che ancora oggi non ha eguali. A livello tecnico, quali sono le applicazioni principali e le tecnologie più interessanti a cui fate ricorso? Il segreto è proprio nella formula, negli ingredienti con cui i nostri utensili vengono prodotti. Prima di noi nessuno utilizzava il diamante sintetico per processi di lappatura e levigatura. In ogni macchina lappatrice che viene utilizzata dalle Ceramiche per queste lavorazioni, ci sono diverse serie di teste equipaggiate con utensili abrasivi che progressivamente lavorano la mattonella. Le prime portano la piastrella grezza allo spessore desiderato, quelle centrali levigano e quelle finali lucidano, il tutto in un intervallo di pochi minuti. Ovviamente su questi macchinari sono installati diversi utensili nelle varie posizioni, con diverse geometrie e diverse granulometrie di diamanti, che consentono la lavorazione progressiva; così si realizzano prodotti finemente customizzati per ogni esigenza e applicazione. E’ diventato chiaro a tutti gli operatori del comparto che queste nuove ceramiche avevano diversi vantaggi in termini 40

di manutenzione, di versatilità, di peso e non solo. Oggi possiamo produrre materiali antigraffio, antimacchia, anti sdrucciolio per esempio. Possiamo definirla una “super” ceramica. Sappiamo che l’anno scorso avete ottenuto

il 2020 caratterizzato dal Covid, ma effettivamente abbiamo performato, meglio delle nostre stesse aspettative. La nostra crescita è stata sia organica che inorganica. Per quanto concerne la prima, ci siamo concentrati sullo sviluppo internazionale, la Spagna, Nord America e

ad utilizzo residenziale: le pietre naturali di pregio, le pietre sintetiche, i quarzi ed il vetro. Negli anni abbiamo potenziato il Gruppo con l’unità commerciale e distributiva dedicata alla ceramica a Sassuolo, Adi di Thiene, RBM di Asti, No Coat di Bologna, International Chips di Domodossola, Luna

«Prima di noi a nessuno era mai venuto in mente di poter utilizzare il diamante sintetico nei processi di lappatura e levigatura»

un record di fatturato in controtendenza rispetto a tante aziende. Le circostanze alla base di questo successo e la filosofia che vi ha portato a diventare un gruppo tanto solido? Il 2021 è stato un anno positivo per tutto il comparto, ovviamente dopo

Sud America. Per quanto concerne la seconda abbiamo accelerato il nostro percorso di acquisizioni, iniziato alcuni anni fa, con l’obiettivo di allargare la nostra gamma di soluzioni diventando un “champion” non solo nella Ceramica, ma in tutti i materiali di alta gamma

Abrasivi di La Spezia e più recentemente, Vincent di Thiene acquisita dal Gruppo Tyrolit e Terminator, azienda con sede in California, vicino a San Francisco. Tutte aziende eccellenti nella propria specialità ma che non avevano la penetrazione nel mercato e la dimensione, da sole,


e in Corea del Sud. Il nostro è un know how interamente italiano ma quello che a noi importa è la vicinanza al cliente, ai suoi impianti produttivi, e al suo ideale di prodotto. Importa servirlo al meglio, quotidianamente, importa essere sempre al suo fianco. Vi preoccupa la situazione nazionale e internazionale e le conseguenze inevitabili sulle attività economiche? La crisi colpisce sia direttamente che indirettamente, per via dell’aumento dei costi energetici, della logistica e soprattutto, per noi, dei prezzi delle materie prime, che è un processo costante ormai da circa 12 mesi a questa parte. Abbiamo lavorato per cercare di attutire questi impatti, purtroppo riuscendoci solo parzialmente, ma sono soprattutto i nostri

clienti del mondo della Ceramica ad essere i più colpiti per i costi energetici; sul tema ci auspichiamo che possano essere introdotte per loro misure dedicate da parte delle istituzioni competenti per non vedere vanificato il percorso di crescita successivo al Covid. Le aziende rischiano, per via dei costi produttivi troppo elevati, nonostante un portafoglio ordini elevatissimo, di non poter produrre a normale ritmo perdendo di conseguenza una quota di mercato importante che sarà presa da qualcun altro, considerato che al momento, fuori dall’Europa, questo tipo di problema non esiste.

per potersi sviluppare in un mercato odierno sempre più globale. Nel 2015 abbiamo aperto le porte al mondo del Private Equity, nel quale abbiamo trovato un partner eccezionale che ci potesse supportare in questo percorso espansivo, consentendoci di far entrare nel Gruppo diverse eccellenze italiane e diversi imprenditori di talento e spessore. Oggi possiamo contare su filiali commerciali in USA, Brasile, Spagna, Portogallo, Russia, India e unità produttive in diversi siti italiani, in Cina

A sinistra Gaetano Maffei, nella foto in alto la sede di Cenate

Quali obiettivi per il futuro? Puntiamo a crescere tanto all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e in Sud America, e a proseguire nel nostro percorso di M&A, che è diventato un percorso programmatico, strutturato, ben pianificato. Puntiamo alla diversificazione, abbiamo tante soluzioni su diversi materiali e tante collaborazioni eccellenti da sviluppare. Abbiamo introdotto applicazioni interessanti nel segmento del vetro basso emissivo, non dimenticandoci che il 2022 è l’anno internazionale del Vetro come stabilito dall‘Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Abbiamo soluzioni per il settore dell’alta moda, per l’aerospaziale e la meccanica; forniamo ad esempio gli utensili per la lavorazione dei dischi in Carbo-ceramico della Brembo, collaborazione che ci onora in modo particolare. Ci sono veramente tante applicazioni. Siamo diventati una media multinazionale per l’absolute finishing di superfici di qualità che ha in sé tutto quello che occorre per competere ma che soprattutto fa lavorare assieme con obiettivi comuni imprenditori diversi, con una ricchezza impareggiabile in termini di creatività e spirito d’iniziativa, persone che insieme mandano avanti questo progetto: una cosa non comune per la PMI italiana. 41


TOP BUSINESS

Foto Light&Magic Productions

NOME: Francesco Lico RUOLO: Production manager

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GESCOSER

INAUGURA NUOVA DIVISIONE AIR TECH «MA ESSERE IMPRENDITORI È SEMPRE PIÙ DIFFICILE»

NOME: Chiara Elisabetta Esposto Andrilli RUOLO: Amministratore unico

GesCoSer è nata sei anni fa dalla collaborazione tra Francesco Lico e Chiara Elisabetta Esposto Andrilli. Attrezzati per la realizzazione di carpenterie leggere e assemblaggio industriale, si muovono anche nel settore della filtrazione e dell’oleodinamica, e proprio a questo proposito Chiara Elisabetta Esposto Andrilli ci

ha offerto una panoramica sulla neonata divisione AIR TECH, finalizzata dedicata alla produzione di speciali impianti di filtraggio aria. Ci parlate un po’ della vostra neonata divisione AIR TECH? La nuova divisione è nata lo scorso anno da una collaborazione tra progettista e Gescoser : in

poche e semplici parole, la produzione è nata proprio perché Marcon (main brand) cercava un partner per la produzione, che è stata quindi trasferita presso il nostro stabilimento, e che provvede alla realizzazione, l’installazione e la certificazione di impianti e macchine sulla base del progetto realizzato dal main brand. Dopo un periodo di 43


transizione durato circa 6 mesi, necessario per il trasferimento di disegni e know how, abbiamo iniziato a realizzare macchine e impianti per il trattamento dell’aria a livello industriale; questi impianti sono finalizzati al trattamento dei fumi derivanti da saldatura, puntatura, taglio laser e plasma; i nostri congegni aspirano tutto ciò che non deve finire nei polmoni dell’operatore né in atmosfera. Realizziamo impianti di qualsiasi tipo, sia piccoli e mobili, dotati di braccio per postazioni di saldatura e puntatura, sia su misura per ogni esigenza del cliente. Di Partenza viene eseguito un sopralluogo e progettiamo il tutto tramite un nostro collaboratore, proprietario del main brand Marcon. Quando il progetto arriva in officina, ci occupiamo della realizzazione ex novo, e una volta completato consegniamo e 44

Unità filtrante mobile UTF-9

collaudiamo, completando anche tutto il lavoro relativo a burocrazia e certificazioni ambientali. Abbiamo anche impianti di dimensioni importanti: ad esempio stiamo realizzando, per un’azienda del bellunese, un Classe 18, ossia un impianto a 18 cartucce a carbone con filtri. Il numero di cartucce varia ovviamente in base alle necessità di aspirazione. Il prossimo step sarà il trattamento aria negli ambienti agricoli, dove spesso è necessario mantenere determinati

livelli di temperatura e umidità. Ulteriore servizio che viene offerto al cliente è la rigenerazione delle cartucce esauste: quando va sostituita una cartuccia a carbone attivo, disporne crea alcuni problemi in quanto il carbone attivo va correttamente smaltito. Ha un proprio codice CER e deve seguire in adeguato iter di smaltimento. Devono essere effettuate analisi per capire cosa questo carbone abbia trattenuto, e non tutti hanno la possibilità di rispettare

correttamente questo iter, anche per questioni di importanti aggravi di costo; di conseguenza abbiamo iniziato a offrire un servizio di rigenero delle cartucce a carbone attivo: quando la cartuccia è esausta, viene svuotata e rigenerata con nuovo carbone. Riconosciuta da parte del main brand Marcon la nostra professionalità in partnership, oggi siamo a tutti gli effetti ufficialmente costruttori e distributori. Stiamo vivendo (di nuovo) CONTINUA A PAGINA 46



«Si continua a preferire la crescita dell’assistenzialismo invece di sostenere chi crea ed offre lavoro»

un periodo particolare, in cui la crisi energetica e delle materie prime gioca un ruolo cruciale. Qual è il vostro punto di vista, essendo a contatto con questo settore? Diventa sempre più difficile fare l’imprenditore. Per quanto ovviamente i clienti sappiano della situazione che è uguale per tutti, se io ricevo una richiesta di preventivo oggi è quasi certo che nel giro di un paio di giorni il prezzo delle materie prime sarà già lievitato. Abbiamo dovuto accordarci con i nostri clienti chiedendo loro ordini programmati e da confermare secondo precise scadenze, in modo da poter portare a casa il materiale al prezzo odierno senza andare incontro a ulteriori aumenti. Lo stesso vale per gli interventi di manutenzione delle cartucce: qui il pagamento viene anche dilazionato grazie a una finanziaria di 46

fiducia, perché il prezzo del carbone è aumentato in maniera veramente drammatica e mi aspetto ulteriori rialzi. La situazione geopolitica contingente, è stato detto da più parti, potrebbe costituire un input per Paesi come l’Italia per rendersi più indipendenti e orientati a energie e combustibili puliti. Cosa ne pensate e che prospettiva avete? State guardando al futuro in questo senso? Non sono fiduciosa perché gli imprenditori e i lavoratori italiani, il popolo che sta fuori dai palazzi, vorrebbero cambiare e sono stanchi di questa situazione, situazione che però fa molto comodo a chi invece occupa quei palazzi. Sono una dei numerosi imprenditori che ha motivi di rancore non solo verso questo governo, ma anche verso i precedenti che hanno altrettante responsabilità. Si continua

a preferire la crescita dell’assistenzialismo invece di sostenere chi crea ed offre lavoro, sostenere ed agevolare l’entrata nel mondo del lavoro di nuova forza e agevolare l’uscita di chi ha già ampiamente dato tanto, e chi è nella posizione di legiferare su tutto quello che concerne le politiche del lavoro spesso non ha neanche la minima idea di che aria si respiri in un’azienda. Non ci vorrebbero chissà che provvedimenti fantascientifici, basterebbe mettere al posto giusto un imprenditore o un commercialista, una persona che sappia, che conosca la realtà che va a regolamentare. Invece, si continua a trasmettere ai giovani l’idea che andando all’università si impara tutto quello che c’è da sapere per affrontare il mondo del lavoro, e non si investe su un’alternanza scuola lavoro ben fatta e che tenga

conto della domanda e dell’offerta. Gli studi sono alla base della formazione, ma senza delle reali guide professionali rischiamo di creare un popolo di formati ma solo sui libri. È diventato un problema sociale oltre che politico ed economico. Che ruolo potrebbe giocare la vostra nuova divisione in questo processo? Premesso che quello che facciamo già rientra nell’ambito della sostenibilità ambientale e della tutela della salute dell’operatore, perché ci occupiamo appunto di purificare l’aria che viene reimmessa all’esterno, al momento è difficile dirlo. Certo: mi ricollego a quanto detto prima, per dire che, se il governo fornisse misure adeguate affinché tutte le aziende potessero andare in quella direzione in modo coordinato, si potrebbe fare il salto di qualità. Arianna Mossali


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GRUPPO ESPOSITO

I RIFIUTI DIVENTANO MATERIALI EDILI SOSTENIBILI È Made in Bergamo la tecnologia che trasforma i rifiuti in materiali certificati per l’edilizia. Una vera e propria svolta nel campo della sostenibilità e del recupero che ha trovato la più recente applicazione nell’innovativo impianto di smaltimento inaugurato a febbraio ad Ariano Irpino (AV), il primo di questa tipologia del Mezzogiorno. La struttura

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gestirà lo smaltimento di 30mila tonnellate di rifiuti derivanti dallo spazzamento stradale provenienti da diverse aree del Sud Italia per trasformarli in materiali edili sostenibili come sabbia, ghiaia e ghiaietto. L’impianto è stato progettato dal Gruppo Esposito con sede a Lallio, alle porte di Bergamo, da sempre realtà leader a livello internazionale nella

progettazione, realizzazione e gestione di tecnologie per il recupero dei rifiuti. Committente di questa nuova operazione è Balestrieri, la holding specializzata in servizi per il recupero ambientale, che ha scelto proprio il Gruppo bergamasco per realizzare le soluzioni tecnologiche che governano l’impianto. Alla base vi è un vero e proprio brevetto messo a punto dal

Nella foto a destra Ezio Esposito, fondatore del gruppo orobico. Sotto l’impianto di Ariano Irpino (AV)


«L’impianto smaltirà 30mila tonnellate di rifiuti l’anno grazie a una soluzione brevettata dall’azienda orobica»

Gruppo Esposito e che sfrutta un processo denominato Soil Washing finalizzato al recupero di materiali inerti, estremamente utile anche per la bonifica dei terreni. «Siamo stati la prima realtà in Europa - ha spiegato Ezio Esposito, fondatore del Gruppo orobico - ad aver compreso le potenzialità di riciclo dei rifiuti da spazzamento stradale, progettando e realizzando il primo impianto di recupero e trattamento dedicato già nel lontano 2004. Ovviamente da allora la tecnologia si è ulteriormente evoluta e dedicata anche a diverse altre tipologie di rifiuto, tracciando una prospettiva fondamentale nel contesto del trattamento dei rifiuti verso una direzione sempre più sostenibile». «In Italia il quantitativo nazionale prodotto di terre da spazzamento ammonta a circa 421 mila tonnellate ogni anno (Dati ISPRA 2020), il doppio rispetto al dato del 2015 - ha dichiarato Fulvio Roncari, Consigliere Delegato Assorem (Associazione di categoria dei soggetti operanti nel segmento del Recupero), Presidente A2A Ambiente SpA - Questa è una buona notizia perché ogni tonnellata di rifiuto trattata in questo impianto viene sottratta alla discarica, generando ritorni economici e soprattutto ambientali. Tuttavia, il quantitativo stimato dall’ultimo Rapporto Italia del Riciclo 2021 sulla produzione di terre da spazzamento sul territorio nazionale supera 1,2 milioni di tonnellate all’anno. Quindi, sostanzialmente, la quantità di rifiuto che dovremmo essere in grado di trattare in questo Paese è tre volte superiore. C’è ancora molto da fare». Su questa operazione è intervenuto anche il Vice Presidente della Regione Campania con delega all’ambiente Fulvio Bonavitacola: «Si tratta di un impianto di grande interesse perché utilizza tecnologie molto innovative e affronta un tema, talvolta trascurato, come quello dei rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade. Mi auguro possa rappresentare un vero e proprio modello di riferimento per il futuro». Gruppo Esposito sta già lavorando alla costruzione di altri tre impianti per il recupero delle terre di spazzamento, (e due al recupero dei rifiuti spiaggiati) che vanno ad aggiungersi ai dieci già attivi sul territorio nazionale. Soluzioni destinate ad espandersi, visti i risultati e la crescente sensibilizzazione riguardo l’argomento, con la visione che i rifiuti possono essere, se opportunamente trattati, non un problema, ma una risorsa per l’ambiente e la collettività. 49


STORIE DI SUCCESSO

PLINIO VANINI Foto Light&Magic Productions

IMPRENDITORE A TUTTO CAMPO, DALLE AUTO ALLA TERRA

Quando e come è nato il Gruppo, quali le maggiori tappe evolutive? Nasce nel 1965 dal garage con compravendita di auto usate fondato da mio padre Arrigo in Valtellina; assume il nome Autotorino a fine anni ‘70 quando si specializza nelle vetture usate “fresche” dei dipendenti Fiat, acquistate proprio a Torino, da cui il nome. Alla sua scomparsa, nel 1985, mi trovo a condurre l’azienda nonostante avessi voluto 50

diventare veterinario. Cercai di potenziare un indirizzo già sperimentato da lui: la vendita di fuoristrada e auto giapponesi, anche solo una o due per volta (quello che mi potevo permettere) acquistandole da importatori diretti. Sono quindi passato a importarle dalla Germania nell’87, creando la base di passi successivi: acquistare il terreno su cui ho inaugurato la sede attuale nel ’91, il passaggio a concessionario ufficiale

di più Case, l’apertura delle prime filiali a Lecco e Como, una strutturata presenza web. Come avete gestito questa evoluzione? Con un modello di gestione modulare, credendo in persone e tecnologie. Impostammo un backoffice centralizzato che potesse provvedere a erogare e controllare tutti i processi legati alle filiali, dove ci si poteva così dedicare pienamente alla relazione

con il cliente. Un modello organizzativo innovativo, da allora in continua evoluzione, oggi capace di un controllo just-in-time dell’azienda, prevedendo i flussi. La visione uscì dallo schema classico da concessionario, consolidandoci anche in controtendenza del mercato; nel 2015 questo ci permise di rilevare il Gruppo Malvestiti, passando da una decina a 34 concessionarie. L’acquisizione di Autostar in Friuli nel 2019 e del ramo


Mercedes-Benz di Autocentauro in Piemonte lo scorso anno sono stati gli ultimi passi della crescita di un’azienda che rappresenta 38 anni della mia attività.

NOME: Plinio Vanini RUOLO: Presidente Gruppo Autotorino, costruito con capacità di impresa, visione del futuro, serietà e correttezza come valori fondanti

Quali le scelte vincenti, oggi? Puntare su tre asset fondamentali: clienti, persone e innovazione sono pilastri del modello di business. Con la nostra Academy interna formiamo per 24 mesi di percorso i neo-entranti specializzandoli e certificandoli nei settori vendita e postvendita Segue poi un percorso continuativo di professionalizzazione delle competenze. Grazie alla tecnologia abbiamo sviluppato piattaforme che consentono di migliorare la gestione commerciale e il servizio e la relazione al cliente, arrivando a realizzare - tramite il nostro reparto ricerca e sviluppo - un algoritmo che lavora sull’intelligenza artificiale robotizzata per avere valutazioni dell’usato in tempo reale da un database sempre aggiornatissimo. Stiamo lavorando a un progetto molto ambizioso, di evoluzione della relazione con il consumatore finale, ma è ancora riservato. Interpretiamo infatti la nostra missione attraverso un approccio tecnologico dal “tocco umano”. Quali i marchi, quante le sedi, i collaboratori e dove siete presenti? Autotorino rappresenta ufficialmente 8 Gruppi Automotive: BMW, Mercedes-Benz, Toyota, Hyundai, KIA, Stellantis (con i brand Jeep, Alfa Romeo, Fial, Lancia, Abarth) Mitsubishi e Subaru. Le nostre 62 filiali, con oltre duemila persone coinvolte, coprono un territorio di 5 regioni e 23 province, che parte da Torino e arriva a Udine

L’azienda fondata dal padre nel 1965 e sviluppata da Plinio Vanini dal 1985, trasformandola nel gruppo italiano di riferimento, con 62 concessionarie in tutto il Nord Italia.

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e Trieste, passando per Lombardia, Emilia e Veneto. Quali i valori distintivi di Autotorino? Un senso di comunità molto sentito, in cui lo spirito e l’approccio di servizio al cliente è una differenza percepibile dal pubblico. Due anni fa siamo partiti con un progetto che ha coinvolto mille collaboratori, per definire insieme il nostro bagaglio di valori comuni e i prossimi tre, cinque o dieci anni: trasparenza, spirito di squadra, voler dare sempre il meglio sono i tratti che ci identificano. Siamo persone che non solo lavorano per un progetto comune, ma ne sono ambasciatori dei valori. Questo approccio ci ha permesso di essere riconosciuti, dall’indagine dell’Istituto tedesco di qualità e finanza ITQF e de La Repubblica, come unica concessionaria italiana

tra le migliori 300 aziende nazionali in cui lavorare. Parliamo di auto: quanto “pesa” la garanzia? È difficile vendere marchi con due anni di garanzia, mentre altri ne offrono sette e ora perfino otto? Sul tema c’è una battaglia da parte dei costruttori per conquistare maggiori quote sul mercato. Oggi, 52

con qualità di prodotti molto elevata, le scelte del cliente non si rivolgono esclusivamente sulla garanzia. Autotorino dal 2017 privilegia un aspetto strettamente legato alla fiducia ed alla sicurezza, per il cliente, di effettuare veramente il giusto acquisto: che siano nuove o usate, ogni auto venduta è accompagnata dalla formula “Soddisfatto o Rimborsato”: se entro

15 giorni o 1500 km dal ritiro non combacia con le aspettative, si può rendere la vettura acquistata e restituiamo tutto l’importo. Sono 150.000 le auto così vendute, lo 0,3% circa delle vetture sono state restituite e circa 1 cliente su 2 ha poi deciso di riacquistare presso le nostre sedi. Nuove formula di vendita?

Parliamo di soluzioni di mobilità, con un approccio “all-inclusive”: il nostro modello ha sempre messo al centro il cliente, a cui proponiamo non solo la vendita di una vettura, ma un ventaglio completo di servizi. Dalla formula d’acquisto alle tutele assicurative, pacchetti di manutenzione o di garanzie aggiuntive, oggi anche con soluzioni mirate per chi sceglie di “guidare

lontano dalle ideologie e dal fervore del momento. L’offerta di modelli deve poter rispondere a esigenze e stili concreti di mobilità: il termico, l’ibrido e l’elettrico possono e devono convivere, servendo segmenti definiti di utenti e concorrendo ai traguardi ambientali che stanno a cuore a tutti.

elettrico”: si definisce il tutto in un canone mensile veramente ‘chiavi in mano’, per poter dare un valore certo alla spesa per la propria mobilità, senza più alcuna scadenza da tenere in mente. A tutto pensiamo noi, con i nostri programmi di relazione.

Fiorida”, realtà unica che definire agriturismo è riduttivo. Come è nata? Da un’idea semplice: partire dalla terra per arrivare ai prodotti e al consumatore finale, rispettando l’ambiente e il benessere animale. In sé racchiude una filiera completa, corta e genuina, arricchita dai migliori contributi enogastronomici del territorio valtellinese. Tutto si ispira a questo, dall’allevamento alle colture, dalla trasformazione allo spaccio-vendita, sino alla ristorazione che con La Preséf ha ricevuto una Stella Michelin, che non per caso arriva appunto partendo sempre dalla materia prima.

Quali gli effetti pratici della transizione energetica e come la affronta il Gruppo? Si può subirla o esserne parte attiva: noi siamo per la seconda. Sarà un percorso molto lungo fino a che non ci saranno tecnologie adeguate e opportune politiche energetiche; le quote di mercato del puramente elettrico cresceranno lentamente. Sono convinto che si debba adottare un approccio

Infine, oltre le auto: conosciamo da tempo “la


PLANETEL HOUSE

NASCE IL NETWORK DEDICATO ALLE AGENZIE IMMOBILIARI. UN SERVIZIO PER I PROFESSIONISTI DEL REAL ESTATE CHE DESIDERANO SUPPORTARE I LORO CLIENTI NELLA SCELTA E NELL’ATTIVAZIONE DELLA LINEA TELEFONICA E INTERNET.

MARIO TRUFFI Responsabile network Planetel House

Planetel S.p.A. Via Boffalora, 4 24048 Treviolo (BG) Tel. 035.204070 info@planetel.it www.planetel.it

Gli agenti immobiliari ricoprono un ruolo importante nella vita delle persone: chi desidera acquistare una casa vuole lavorare con qualcuno di cui ha massima fiducia, perché quello di cui ha bisogno non è solo di trovare un immobile che risponda a determinate caratteristiche, che sia sicuro e garantito. Quello che l’acquirente cerca è un luogo in cui possa stare bene: il luogo da chiamare “casa”. La fiducia dei propri interlocutori è per l’agente immobiliare un capitale prezioso, che può essere messo a frutto in ottica di servizio al cliente. Come? Ad esempio con un’attività di consulenza per l’attivazione delle utenze -luce, acqua, gas, Internet-, che vada dal supporto burocratico all’individuazione dei fornitori più vantaggiosi o performanti. In questa prospettiva, intermediare tra domanda e offerta immobiliare significa anche consigliare la migliore soluzione disponibile per la linea Internet in fibra ottica. Senza contare che, sempre più spesso, la disponibilità di una linea superveloce rappresenta per il cliente un fattore decisivo per la scelta della nuova abitazione o dell’ufficio. “Lo sviluppo della tecnologia in ambiti come quelli del lavoro e della scuola, oltre che nel vasto universo dell’home entertainment – spiega Mario Truffi, responsabile network Planetel House – ha imposto a tutti, o quasi, di avere nella propria abitazione

una connessione super veloce e super stabile. Il mercato propone molte soluzioni, diverse sia per prezzo che per contenuti e, spesso, l’utente può sentirsi confuso quando si tratta di fare una scelta di questo tipo. Ecco allora che il consulente immobiliare che già lo ha affiancato nella scelta della casa gli viene in aiuto, suggerendogli Planetel come operatore di fiducia per l’attivazione della linea Internet -. Per questo Planetel ha ideato e sviluppato il network House: il servizio riservato ad agenzie e agenti immobiliari che permette ai professionisti del settore di completare la loro offerta, dando al cliente una consulenza preziosa per risolvere dubbi sulle utenze legate al business o alle attività domestiche. Un progetto che va a braccetto con la rete dei Planetel Point, i punti vendita selezionati pronti ad offrire consulenza sul territorio. Continua Mario Truffi: “Abbiamo scelto di offrire uno spazio legato alla competenza e al rapporto diretto: sia il network Point, che il nuovissimo network House offrono a chi preferisce ancora dialogare con il venditore uno spazio legato alla competenza e al rapporto diretto”. Il risultato? Un cliente soddisfatto, che avrà voglia di condividere la sua esperienza. E si sa, il passaparola è importantissimo. Molto più importante della pubblicità.


L’ESPERTO

POLITICA MONETARIA

DAL COVID ALLA GUERRA IN UCRAINA A distanza di due anni dall’avvento del Covid, la guerra in Ucraina. Per banche, imprese e famiglie il credito è uno strumento imprescindibile per far fronte alle sfide sempre più difficili in contesti nei quali prevale l’insicurezza. Rispetto a un mese fa lo scenario è decisamente cambiato. Si ipotizzava una situazione positiva, nonostante i rincari dell’energia e delle materie prime. Si prevedeva una ripartenza dopo due anni critici a causa del Covid. Ora invece, con la guerra in corso occorre rivedere le chiavi di lettura di quanto sta accadendo nel mondo. Il contesto all’interno del quale gli attori del mercato del credito si trovano ad agire è senz’altro fluido. Alla tematica di come governare la fase di uscita dalla pandemia e la regolamentazione dopo i provvedimenti emanati durante quel periodo si è sommato lo shock dell’incremento delle materie prime ed ora l’aumento dei costi dell’energia che è la prima conseguenza della guerra in atto. Questa 54

situazione produce danni a livello trasversale, dalla semplice falegnameria, al ristorante ed alle aziende più strutturate. I settori più interessati sono turismo, mobilio, moda e lusso. Poi c’è il settore agricolo: stiamo parlando del granaio d’Europa. Però, anche in questo caso, non si comprende l’aumento dei prezzi delle materie prime agricole, visto che in questo momento si vende il prodotto dello scorso anno. Gioca evidentemente un ruolo la speculazione. C’è poi di pari passo un altro aspetto più roseo che è quello ripresa: come sostenere le nostre aziende che possono trainare il rilancio? Con l’incremento del costo delle materie prime e del costo dell’energia, potrebbe rivelarsi strategico ripianificare le voci di costo riferibili alla pianificazione delle opere inserite nel Pnrr. I budget dei progetti pianificati nelle scorse settimane con la partenza dei bandi dovranno essere rivisitati adeguandoli casomai per assicurare l’adeguatezza finanziaria di alcuni interventi.

Il tutto nel rispetto dei tempi di realizzazione indicati che nel Piano sono imprescindibili. Adesso siamo in una fase di cautela e aspettativa: il “timing” è vitale: quanto dureranno le ostilità tra Russia e Ucraina? Sarà una tragedia momentanea o perdurerà nel tempo? Può sembrare inverosimile ma dipende soprattutto da noi, dalla nostra

capacità di opporsi a traumi improvvisi e dalla nostra avvedutezza. Senza tante velleità. Quello che si può dire è che ci siamo trovati nel giro di un paio d’anni di fronte a due avvenimenti sconvolgenti come la pandemia e la guerra, difficili da prevedere. La politica monetaria da una parte cercherà di rallentare l’inflazione, dall’altra quella di non deprimere i titoli acquistati a suo tempo. C’è comunque un importante fattore di ottimismo che è rappresentato dalla ripresa in atto nel corso del 2021: la proattività delle nostre imprese hanno spinto il Bel Paese a un più 6% di Pil, un risultato eccezionale. Segno che il nostro sistema imprenditoriale è estremamente vitale. Ora il conflitto e le misure restrittive adottate dalla Nato mettono a repentaglio alcuni mercati e alcuni settori, ma il nostro tessuto imprenditoriale è composto soprattutto da PMI che vuol dire poter contare su una grande capacità di adattabilità e competenza per reindirizzare le produzioni, i mercati di rifornimento e di sbocco. Ma le aziende non possono essere lasciate da sole, necessitano di efficaci politiche economiche e di una grande attenzione nel sostenere i loro processi produttivi.

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Foto Light&Magic Productions

EVENTI

NELLE CANTINE BERLUCCHI IL VENTENNALE DEL ROTARY CLUB SARNICO E VALLE CAVALLINA e servizio nei confronti della comunità e del mondo. Il Club è costantemente interessato all’importanza degli impegni sul territorio e internazionali di lungo periodo e alle risposte immediate in base alle esigenze che si creano. Uno

Lunedì 14 marzo, nella splendida cornice dell’azienda Guido Berlucchi, è stato celebrato il ventennale del Rotary Club Sarnico e Valle Cavallina, ammesso ufficialmente nel Rotary International il 26 febbraio 2002. Ha così avuto inizio un percorso condiviso di amicizia 56

dei progetti internazionali riguarda l’assegnazione di borse di studio a medici del Ghana, specializzandi all’Ospedale Papa Giovanni XXII per un corso di perfezionamento in cardiochirurgia pediatrica. Il Club ha voluto celebrare il ventennale di costituzione simboleggiando la vicinanza al popolo ucraino attraverso la donazione ai presenti di candele con i colori dell’Ucraina. Inoltre, attraverso il Distretto, il ricavato della serata è stato interamente devoluto al fondo di solidarietà ai rifugiati ucraini. La visita nelle cantine ha permesso di entrare nel mondo del Franciacorta, illustrato CONTINUA A PAGINA 58


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dal socio Arturo Ziliani con la relazione dal titolo «Il bilancio di sostenibilità di un’azienda leader, nel suo settore, in Italia: “Guido Berlucchi & C. S.P.A.”». Oltre ad essere l’azienda che ha inventato la Franciacorta, ed essere stata premiata miglior cantina dell’anno, Berlucchi è anche la più sostenibile e la più attenta alla salvaguardia dell’ambiente. Tra i numerosi ospiti, il Governatore del Rotary Edoardo Gerbelli, i Presidenti rotariani dell’Orobico 2 e i soci del Club Sarnico e Valle Cavallina. Federica Sorrentino

Il Presidente del Club Riccardo Rovelli insieme ad Arturo Ziliani

«Il Rotary Club Sarnico e Valle Cavallina festeggia il ventennale della sua costituzione celebrando l’eccellenza della premiata azienda Berlucchi» 58


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Foto Light&Magic Productions

EVENTI

PANATHLON CONFERMA STANGA ALLA PRESIDENZA

Nella tradizionale cornice della SAPS Agnelli si è svolta l’assemblea annuale del Panathlon Club “Mario Mangiarotti” Bergamo, i cui soci hanno potuto godere e apprezzare ancora una volta la squisita ospitalità offerta da Baldassarre Agnelli, padrone di casa 60

ma presente anche in veste di vicepresidente del sodalizio, e dalla perfetta organizzazione del Cooking Lab. Al termine della sua relazione all’assemblea, Gianluigi Stanga, il quale due anni or sono aveva

raccolto il testimone dall’attuale governatore lombardo del Panathlon, Attilio Belloli, è stato confermato alla presidenza per il secondo biennio consecutivo. Rielezione plebiscitaria da parte dei soci del sodalizio sportivo per il dirigente ciclistico che resta alla guida per il biennio 2022-2023, dopo avere gestito i primi due anni di mandato resi difficili dalla pandemia, che ha costretto a rinunciare ai tradizionali appuntamenti annuali e alle iniziative di cultura sportiva solitamente proposti nei programmi annuali. Nel suo discorso all’assemblea del Panathlon, Stanga ha

ricordato l’importanza di essere riusciti a proporre, in collaborazione con la Clinica Quarenghi e il Coni Provinciale, il tradizionale premio Angiolino Quarenghi, mentre, solo nel 2021, è stato possibile assegnare il premio Fair Play. Il presidente rieletto ha ribadito l’impegno, con la fine dell’emergenza sanitaria, di tornare a dedicarsi ad alcune iniziative di carattere sociale che sono uno dei fondamenti della missione nel Panathlon. Nel corso della serata, Gianluigi Stanga, insieme al vicepresidente del Panathlon Club “Mario CONTINUA A PAGINA 62



Mangiarotti” Bergamo e al Governatore Attilio Belloli, hanno conferito la medaglia del Panathlon International ai familiari di Gherardo Noris, scomparso nell’estate 2021. Gherardo Noris, ingegnere, è stato una delle figure di riferimento per lo sci non solo a Bergamo, ma in tutta la Lombardia e a livello nazionale. Dal 1985 era presidente dello Sci Club Libertas Goggi, dove sono passati Fausto Radici, Paola e Lara Magoni, Roberto Spampatti fino a Sofia Goggia. Federica Sorrentino

Antonio Noris, figlio dell’ingegnere Gherardo Noris

«Il Panathlon Club, riunito in assemblea alla SAPS Agnelli, ha riconfermato Gianluigi Stanga alla presidenza per il biennio 2022-2023» 62


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LA RICETTA

PREPARAZIONE 20 min

COTTURA 2 min

DOSI 2 PERSONE

DIFFICOLTÀ

●●●●●

BOLLE RESTAURANT

CARAMELLE, PATATE E MENTA Il raffinato Bolle Restaurant di Lallio, simbolo di qualità delle materie prime e di maestria nell’abbinamento degli ingredienti, ci apre le porte per una rubrica dedicata alla cucina. Lo chef Marco Stagi è originario di Bergamo e ha 30 anni ma, nonostante la giovane età, vanta di grande esperienza ai fornelli, sia in Italia che all’estero, e di un curriculum di prim’ordine nel settore 64

gastronomico. Si è diplomato alla scuola alberghiera di San Pellegrino, iniziò a lavorare all’Osteria della Brughiera dove rimase per 3 anni imparando le basi della cucina, si trasferì poi al ristornate Piazza Duomo di Alba per 5 anni dove crebbe tantissimo diventando il cuoco che è ora. Gli anni decisivi per la sua carriera furono quelli trascorsi in Belgio, all’Hof Van Cleve, uno dei ristoranti a tre stelle Michelin più prestigiosi

al mondo. Tornò successivamente in Italia e lavorò per qualche tempo come souschef a Casa Perbellini a Verona, l’ultima tappa del suo attuale percorso l’ha riportato a Bergamo per esibire il suo talento nel ristorante firmato Agnelli. Il capo della brigata di cucina Bolle ha deciso di condividere con noi le sue esclusive ed equilibrate ricette, portando sulle nostre tavole la sua arte culinaria, ricca di colori, profumi e sapori.


PREPARAZIONE

01. 02. 03. 04. 05.

Bollire le patate, setacciarle e condirle con sale pepe e menta fresca sminuzzata Impastare la pasta fresca e creare i ravioli a forma di caramella (come da foto) Stemperare il caprino con del latte a freddo Cuocere le caramelle per 2 minuti in acqua abbondantemente salata, mantecare con burro e parmigiano Fare degli spuntoni di caprino sul piatto di fianco ai ravioli e chiudere con la salsa al sugo di arrosto

GLI INGREDIENTI ● ● ● ● ● ●

4 patate medie 10 foglie di menta 100 g di caprino 50 g fondo di carne Latte, Burro e Parmigiano q.b. Per la pasta: 500 g di farina 00, 400 g di tuorli

Marco Stagi CHEF

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MOTORI

TOWNSTAR

Foto Light&Magic Productions

È UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER SISTEMI DI SICUREZZA, CONNETTIVITÀ E DI ASSISTENZA ALLA GUIDA, DA AUTOVETTURE DI LIVELLO SUPERIORE

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Nissan è un costruttore con diverse peculiarità: la sua esperienza spazia dalle auto compatte - un nome su tutte: Micra - alle medie,

fino alle supersportive che hanno corso e vinto dai rally a Le Mans, continuando con la Formula E. Ma nella tradizione del marchio che 67


una volta si chiamava Datsun, ci sono molte escursioni in altri settori. Fuoristrada per esempio, con la mitica Patrol costruita sin dal 1951, e tante altre. Da non sottovalutare anche i veicoli funzionali, come multispazio e monovolume - qualcuno ricorda Serena e Vanette? fino ai commerciali leggeri e agli autocarri. L’accenno alla Formula E ci porta anche al mondo dei veicoli 68

elettrici, nel quale Nissan è stata tra i pionieri con Leaf e proponendo mezzi commerciali a batteria come e-NV200. Oggi disponibile in alternativa al motore termico sulla gamma Townstar: monovolume “Combi” che in versione commerciale è chiamato “Van”. Nissan Townstar Combi, tutto nuovo, è lungo 4486 mm, largo 1860 e alto 1838: ideale per le famiglie anche

numerose disponendo di versione a sette posti, e in quella a cinque il bagagliaio è da 775 litri (1030 al tetto) che raggiungono, sempre fino al tetto ben 2800 ribaltando gli schienali posteriori e addirittura 3500 ripiegando anche quello del passeggero. L’abitacolo offre comfort da autovettura, dalla qualità dei rivestimenti di sedili e portiere, alla console centrale, alle finiture

del cruscotto. Buona l’accessibilità per le porte posteriori scorrevoli e tanto spazio. La configurazione meccanica è con motore a benzina da 1,3 litri, a quattro cilindri e con 16 valvole: eroga 96 kW-131 CV a 5000 giri e coppia massima di 240 Nm a 1600, abbinato al cambio a sei rapporti con trazione anteriore; consuma 6,4 l/100 km e raggiunge i 183 km/h. L’alternativa


Il portellone che funge da copertura in caso di pioggia è utilissimo, come le portiere posteriori scorrevoli facilitano l’accesso all’abitacolo.

accanto alla quale i fari sono molto curati. Le prese d’aria razionalizzano il flusso aerodinamico attorno al paraurti e alle ruote anteriori, riducendo la resistenza e i consumi. Townstar Van, che avrà anche il passo maggiorato (la lunghezza sale a 4910 mm e l’altezza a 1844), stato pensato per le esigenze professionali di versatilità, praticità, spazio e capacità di carico. Ampie porte scorrevoli laterali facilitano le operazioni, ma in alternativa si può avere con portellone a doppio battente 60/40 con apertura di 180° o singolo portellone posteriore. La capienza è di 3,9 metri cubi: può ospitare fino a due europallet e trasportare 800 kg, con peso trainabile di 1500 kg. L’ampia zona di carico comprende uno spazio dedicato a un vero e proprio ufficio di bordo: caratteristiche che unitamente alle doti strutturali e unite a sistemi non frequenti nella categoria, come il parcheggio automatico - comodissimo in città - permettono di “rendersi utile” in ogni

tipo di impresa. Come ha simulato “Economia Magazine” durante la prova, ambientando le immagini nel cantiere GMG Centro Edile dove si stanno realizzando nuove residenze in classe A4, trasportando un’intera squadra. La vettura ci è stata messa a disposizione dal Gruppo Carmeli, concessionaria e service ufficiale Nissan, oltre che Nissan Business Center. Al volante ci si trova bene per la posizione rialzata e comoda: la leva del cambio è a portata di mano e precisa da utilizzare; la plancia è razionale con comandi fisici e a sfioramento sul display centrale, ben raggiungibili. La guida urbana si avvantaggia per la buona visibilità: l’Around View Monitor è presente su un veicolo di questa tipologia, le telecamere riproducono una vista dall’alto dello spazio attorno a 360°, facilitando le manovre di parcheggio e in passaggi angusti. Buona l’aderenza fuori città: non eccessivo il rollio, considerando categoria e misure. Aumentando l’andatura su strade tortuose, lo

ecologica, è elettrica: con batteria da 44 kWh, potenza di 90 kW e 245 Nm di coppia istantanea, promette 285 km di autonomia; evoluto il sistema di gestione con raffreddamento degli accumulatori. Il caricatore in dotazione è da 11 kW e opzionale da 22: con il secondo si può ricaricare da 0 all’80% in 42 minuti. La versione a benzina si distingue per il look aggressivo della calandra, 69


sterzo che trova la sua miglior destinazione in ambito urbano (non per niente il nome significa “stella della città”), può mostrare la tendenza a riallineare in modo repentino. L’abitacolo è silenzioso: i vetri sono spessi e l’isolamento acustico è spiccato, contribuendo al comfort in viaggio, con buona efficacia del climatizzatore bizona con bocchette posteriori. Infatti in due punti Townstar mostra la netta superiorità rispetto al segmento: la ricchezza delle dotazioni di serie e i contenuti di sicurezza, specialmente per le assistenze alla guida. Tra dotazioni (come 70

ricarica wireless del telefono, connessione Andriodi/Apple e sistema E-Call), e opzioni con vari pacchetti, gli Adas arrivano a 20: tra questi, Nissan ProPILOT regola accelerazione, frenata, fermata e ripartenza, mantenendo Townstar nella corsia di marcia, utile in autostrada; frenata di emergenza con riconoscimento di pedoni e ciclisti, sistema di parcheggio automatico, cruise control intelligente, stabilità assicurata dal Side wind assist che protegge dalle raffiche di vento laterali e al Trailer sway assist che stabilizza il traino. Il nuovo Townstar,

così come tutta la gamma dei multispazio e commerciali leggeri Nissan, è coperto da garanzia europea di 5 anni o 160 mila km (8 anni o pari km per le versioni elettriche) comprendente anche la copertura dei paraurti, la verniciatura e l’assistenza stradale, per muoversi (e lavorare) con tranquillità. Made in France: Townstar, primo modello europeo con il nuovo logo Nissan, è realizzato sulla piattaforma CMF-CD dell’alleanza NissanRenault-Mitsubishi, ed è costruito nello stabilimento transalpino di Maubeuge. Nicola D. Bonetti

CREMONA Via Milano, 18 CURNO (BG) Via Dalmine, 2 S.ZENO NAVIGLIO (BS) Via A. Diaz, 22 Tel. 030 7724011 gruppocarmeli.concessionarienissan.it



MOTORI

BMW SERIE 2

La seconda generazione di questa particolare vettura nasce con doppia personalità: la compatta multispazio unisce la funzionalità allo stile modaiolo. Riprende l’assetto 72


Foto Light&Magic Productions

Active Tourer

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rialzato dal mondo delle crossover e guarda al futuro con dettagli esterni e interni dalla futuribile ammiraglia iX: come il doppio rene sul frontale e il doppio schermo in plancia. La nuova, anzi, tutta nuova Serie 2 Active Tourer non è una sport utility, rispetto alle quali ha elevata funzionalità e versatilità, mentre rafforza la dinamica che la rende più grintosa, migliorando il piacere di guida. Gli ingombri esterni crescono di poco: mentre in proporzione si allargano più le carreggiate. Nella vista laterale il parabrezza più inclinato e le maniglie a filo migliorano l’aerodinamica. Sono sono stati rinnovati oltre il 90% dei componenti i motori termici: il Diesel con nuovi pistoni, pompa di raffreddamento e turbina, 74

i benzina con il sistema a doppia iniezione. Due le declinazioni del tre cilindri a benzina di 1,5 litri: 218i con 100 kW-136 CV e 220i da 115-156, cui si aggiungono i 14 kW del motore elettrico a 48 V che supporta anche il 4 cilindri 2 litri della 223i da 150 kW e 204 CV a cui si aggiungono i 14 kW del motore elettrico. Tutte le ibride sono dotate

di cambio automatico a doppia frizione con sette marce, in cui è inserita anche l’unità elettrica. Solo per le 223i è prevista la trazione integrale xDrive. Il parco ed efficiente 4 cilindri 2 litri Diesel da 110 kW-150 CV, oggetto di questa prova di Economia Magazine, in versione 218d Luxury, chiude le motorizzazioni disponibili al lancio.

BMW Serie 2 Active Tourer in versione 218d Luxury, durante il test, guidata da Edoardo Ranzini, direttore Confimi Apindustria


Potenza

150 CV

Accelerazione 0-100 km/h

8,8 Secondi

Coppia

360 Nm

Adeguati all’ultima generazione tutti i dispositivi di aiuto alla guida ma, soprattutto, implementato il sistema operativo System 8, aggiornabile online senza dover passare in officina, come sulla nuovissima ammiraglia iX. Alla quale si è ispirata per la calandra e il grande display che “arreda” gli interni. Semplificato il listino, con dotazioni ricche sin dall’allestimento d’accesso. L’approccio per la prova inizia entrando con facilità: l’auto è alta 171 mm da terra, che giova anche alla posizione di guida, rialzata, per controllare meglio il traffico. Se l’aspetto non è da crossover lo è però l’assetto, lo sterzo diretto e dinamico, e lo spazio a bordo. Il test di Economia Magazine è l’occasione per presentare un’iniziativa in collaborazione tra la due realtà, come ci raccontano i responsabili. Edoardo Ranzini, direttore Confimi Apindustria Bergamo, sui drive test per categorie specifiche, con un modello di auto valido: «Le aziende associate, e in particolare gli imprenditori che le guidano, sono sensibili alle novità dal mondo dei motori. Stiamo 75


realizzando iniziative come drive test nelle imprese, che possano soddisfare le loro esigenze in termini di mobilità, accanto a momenti di socializzazione che appaghino hobby e interessi degli imprenditori. Siamo certi che sapranno cogliere le opportunità messe a loro disposizione con questa sinergia». Abbiamo chiesto a Daniele Pagani, direttore Lario Bergauto, l’importanza del balzo stilistico, di qualità e contenuti del nuovo modello, dopo che il precedente aveva già avuto un ruolo nel mercato business e flotte: «L’evoluzione tecnica e stilistica permette alla nuova BMW Serie 2 Active Tourer di soddisfare le esigenze di una più ampia platea di utilizzatori, apprezzando le migliorate doti di guida, la nuova impostazione di interni, infotainment e l’estetica che la distacca dalla precedente, rendendola gradevole e attuale. 76

LARIO BERGAUTO Via Campagnola 50 Tel. 035 4212211 BERGAMO Corso Carlo Alberto 114 Tel. 0341 27881 - LECCO Via Brescia 78 Tel. 035 830914 GRUMELLO DEL MONTE www.lariobergauto.bmw.it www.mobility.it

«Gli interni sono di qualità, con il volante multifunzione dal quale gestire le impostazioni dei due display: strumentazione e infotainment»

Le formule commerciali proposte proseguono con combinazioni praticamente infinite tra opportunità finanziarie e di servizi, adattandosi alle esigenze aziendali. Si passa infatti dal leasing con durata, anticipo e riscatto personalizzabili a piacimento, al noleggio a lungo termine, fino al leasing operativo con scelta dei servizi aggiuntivi o al finanziamento, con o senza maxirata finale». Ricche le dotazioni: l’allestimento “base” è di fatto premium con cambio automatico, fari

full-led, Adas, clima bizona, navigatore, doppio display e altro ancora sono già compresi. Il comportamento dinamico è eccellente: il motore spinge con buona progressione e assetto neutro, migliorato dall’allargamento delle carreggiate, non fa rimpiangere la trazione posteriore. In condizioni di scarsa aderenza lavora meno il controllo di trazione. Perfetta in autostrada e divertente sul misto, si conferma un’autentica BMW. Nicola D. Bonetti


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NUOVO SUV COUPÉ

VOLKSWAGEN TAIGO

Sportiva, urbana ma anche robusta: con la sua forma molto personale, la nuova Volkswagen Taigo si fa notare già al primo sguardo. Abbiamo provato la nuova vettura 78

della casa automobilistica tedesca, messa gentilmente a disposizione dalla concessionaria Volkswagen Bonaldi - Gruppo Eurocar Italia, nella splendida cornice della frazione


79 Foto Light&Magic Productions


Vall’Alta di Albino. Ispirato ai SUV coupé delle classi superiori, il design della Taigo è arricchito da una prospettiva laterale che si distingue per le linee molto precise e nette che, insieme ai cerchi di grandi dimensioni e alle pannellature del passaruota dimensionate di conseguenza, sottolineano il forte carattere della vettura. Lo sbalzo posteriore si presenta volutamente maggiorato, a sottolinearne la funzionalità. Il design è

80


dunque da coupé, ma le misure sono da compatta, con i suoi 4,26 metri di lunghezza la vita in città è facile e priva di stress. É il passo di 2.566 mm a garantire una buona abitabilità a bordo per tutti i 5 passeggeri, mentre la capacità del bagagliaio è pari a ben 438 litri. La fanaleria è a Led sia all’anteriore che al posteriore e sfoggia un’accattivante firma luminosa. Molto scenografico il Led “coast to coast” che caratterizza

il retro dell’auto. La Taigo può anche essere equipaggiata con i nuovi fari a Led Matrix IQ.Light, una tecnologia presa dai modelli alto di gamma della casa tedesca. Una volta saliti a bordo ritroviamo lo stile delle ultime Volkswagen. Il display centrale sfrutta comandi a sfioramento e cursori sensibili al tocco, una tecnologia che troviamo anche su Tiguan e Passat. I sistemi infotainment si basano sull’ultima generazione di piattaforma

modulare di infotainment MIB3, che include Online Control Unit (eSIM) e App-Connect Wireless (a seconda dell’allestimento). La versione del Climatronic con superfici touch essenziali (disponibile a richiesta) si integra senza soluzione di continuità nel moderno look dei grandi display. L’unità di comando dispone di comandi touch e cursori sensibili al tocco. In generale si percepisce che l’abitacolo è stato pensato anche per le famiglie dimostrandosi

molto solido e altrettanto versatile. Taigo offre di serie su tutta la gamma l’IQ.Drive Travel Assist: un dispositivo che sfrutta un nuovo Cruise Control predittivo con regolazione automatica della distanza in considerazione dei limiti di velocità e i dati sul percorso del sistema di navigazione. Nella lunga lista di dispositivi troviamo anche il controllo perimetrale Front Assist con frenata d’emergenza City e il mantenimento della corsia. L’auto è accreditata

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dunque della guida autonoma di livello 2, con la gestione delle diverse funzioni tramite i comandi sul volante. Volkswagen Taigo è disponibile in due allestimenti: Life e R-Line con quest’ultimo dallo stile più sportivo e con un equipaggiamento più completo. Molto ricca la dotazione di serie che prevede i cerchi in lega da 16 pollici, fari a Led, Digital Cockpit, infotainment Ready2Discover da 8 pollici e Travel Assist. La R-Line ha di serie i cerchi in lega da 17 pollici, i sedili sportivi, interni ed esterni R-Line, il tetto panoramico apribile elettricamente e i sensori di parcheggio anteriori e posteriori. Per quanto riguarda le motorizzazioni, la Volkswagen Taigo propone tre motori turbo benzina a iniezione diretta che trasmettono la coppia motrice alle ruote anteriori. Il 1.0 TSI da 95 CV e 175 Nm di coppia massima 82

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è associato a un cambio manuale a 5 rapporti; il 1.0 TSI da 110 CV e 200 Nm può invece essere accoppiato a un cambio manuale a 6 rapporti o a un automatico doppia frizione DSG a 7 rapporti. Al vertice della gamma c’è il quattro cilindri 1.5 TSI da 150 CV e 250 Nm, dotato di gestione attiva dei cilindri ACT e associato a un cambio DSG a 7 rapporti. La velocità massima è pari rispettivamente a 183 km/h, 191 km/h e 212 km/h. Alessandro Belotti


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