biAncoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 53 - agosto/settembre 2022 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione - € 10
In questo numero
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ISSN 2385-1708
Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Post. - Aut.Lombardia/01496/12.2014 - Bimestrale - Numero 53 - Agosto 2022
Tiziano Natura, amore e tempo nei suoi capolavori Antonio Canova Una storia d’amore e d’arte Art Basel Europa back to business Robert Doisneau Un dialogo con le possibilità della vita Passeggiando all’indietro Etruria di Centro
Pier Bertolo
La sincerità e la profondità delle sue sculture
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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
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L’Editoriale di Vincenzo Chetta
Art Basel 2022 Europa back to business
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Battistello Caracciolo Il Seicento napoletano
Giorgio Laveri Le sue opere al MIDeC
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Tiziano. Natura, amore e tempo nei suoi capolavori
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Antonio Canova Una storia d’amore e d’arte
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“Concretizzare sensazioni” Il movimento impressionista
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Oscar Ghiglia La sua vicenda artistica a Firenze
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Vite mai viste a Corte Palazzo Reale ospita il mondo animale
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Al di là dei limiti del significato. Amalia Pica a Roma
Complètement saoul de regarder! Robert Doisneau in dialogo con le “possibilità della vita”
Pier Bertolo La sincerità e la profondità delle sue sculture
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Elliott Erwitt A Milano, la grande retrospettiva
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Fotografe a confronto Dialoghi a distanza ravvicinata
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Rogen Ballen “Senigallia Città della Fotografia”
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Di Sturco ed il Gange Dieci anni lungo il fiume sacro indiano
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Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Etruria di Centro Street Art Introduzione ai percorsi del mito Eutòpia, nel cuore del “Vulcano Buono” [30ª puntata]
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In copertina: (Cover story)
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Over the Cover: Gianni Depaoli “Hope”. Degrado ambientale ed ecosostenibilità a Torino
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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e
53 ISSUE August / September 2022
Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione
ART FAIRS
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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali Paris+ par Art Basel. A Parigi, dal 20 al 23 ottobre Basel sceglie de Bellis. Il nuovo Director Art Fairs and Exhibition Platforms Waldraut Hool-Wolf. Un’anima profonda
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Il Bosone di Higgs. Conclusa la mostra di Giuseppe Portella a Vigevano
SPECIALS
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EXHIBITIONS
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PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it MANAGING EDITOR Daniela Malabaila
Nuovi misteri a Bomarzo. Le sculture di Cascella e Scarmiglia La Battaglia di Roncisvalle. Al suo antico splendore Pompeo Batoni. Prometeo e Atalanta a Lucca Il Real Infante. Il ritratto di marmo alla Reggia di Caserta Storia del Museo Torlonia. Il collezionismo di antichità Bruno Munari. Segni e disegni a Mantova Paesaggio, ritratto e natura morta. Un dialogo tra Ottocento e contemporaneo Pablo Picasso. Un’opera esclusiva a Palazzo Rhinoceros Cinquant’anni di SCHEMA. Una storia espositiva e culturale Christian Frosi. Una mostra a 10 anni dal ritiro Gianni Cella e Corrado Bonomi. Mostra diffusa a Cannobio
CONTRIBUTORS Giuseppe Carnevale, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. PHOTOGRAPHERS Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, S.Anzini, Jorit Aust, Ela Bialkowska Okno Studio, Luc Boegly, Chiara Cadeddu, Alessandro Calderoni, Stefano Casati, M.Coen, Lawrence Elizabeth Knox, Lorenzo de Masi, Daniele Molajoli, Lorenzo Palmieri, Markus Tretter. EDITORSHIP & DISTRIBUITION Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it
Adriano Attus a Milano. I suoi Numerismi alla Cesare Ponti Fantasmi e altri misteri. Nuovo capitolo del progetto “Fumetti nei Musei” del Ministero della Cultura Anri Sala a Bergamo. La sua arte in dialogo con Palazzo della Ragione
PRINTING 4 Graph s.r.l. Printed on certified paper FSC® C164091 (www.fsc.org)
Elena Mazzi. Tra territori e comunità
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Alfonso Femia. Al “Tavolo dell’Architetto” Alexandre Diop. Alla Galleria Poggiali, il suo racconto personale Nei nostri incubi. Dario Argento come icona POP Lena Herzog. Dare voce alle lingue in via di estinzione Polline. Opere ad hoc lungo il sentiero 083
BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta
Elisabetta Amoruso. Le sue opere come specchi in cui riflettersi
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BIANCOSCURO Art Magazine
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SHOP https://artshop.biancoscuro.it The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even l if unpublished are not given back. s Reg. Trib. Pavia n.4 of 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2022 Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the permission of the publisher.
BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 53 agosto / settembre 2022 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Giuseppe Carnevale, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, S.Anzini, Jorit Aust, Ela Bialkowska Okno Studio, Luc Boegly, Chiara Cadeddu, Alessandro Calderoni, Stefano Casati, M.Coen, Lawrence Elizabeth Knox, Lorenzo de Masi, Daniele Molajoli, Lorenzo Palmieri, Markus Tretter. REDAZIONE & DISTRIBUZIONE Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it STAMPA 4 Graph s.r.l. Stampato su carta certificata FSC® C164091 (www.fsc.org) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag SHOP https://artshop.biancoscuro.it L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non l utilizzati non verranno restituiti. s Registrazione al Tribunale di Pavia n.4 del 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2022. Tutti i diritti di riproduzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione dell’Editore.
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l’Editoriale di Vincenzo Chetta
C
lima rovente quello di questi mesi, non solo a causa dei mille “problemi” che sta affrontando l’umanità oggi (dalla crisi sanitaria a quella climatica, da quella economica a quella sociale, senza dimenticare guerre e politiche traballanti), anche nell’ambiente culturale c’è fermento. La ripartenza degli eventi d’arte in primavera ha smosso una situazione che stagnava da troppi mesi dando nuova linfa alle istituzioni private ed ai musei che hanno potuto riprendere la loro programmazione, mettendo in scena mostre e rassegne lasciate in standby ed aprendo le porte al grande pubblico; facendo ripartire l’economia delle fiere d’arte e di tutto l’indotto, con un conseguente periodo “d’oro” nel quale i collezionisti hanno potuto finalmente tornare a farsi consigliare l’artista sul quale puntare. Ne è stato un valido esempio l’ultima edizione di Art Basel, che è stata letteralmente presa d’assalto nonostante il caldo. Un giugno così rovente a Basilea non lo si vedeva da anni, non solo dal punto di vista meteorologico, ma anche sul termometro del mercato. Nelle prime giornate delle VIP Preview, giornate dedicate solo ai grandi collezionisti ed agli addetti ai lavori, l’opera “Spider” del 1996, un “ragno” da più di 3 metri di Louise Bourgeois, è stato venduto a 40 milioni di dollari. Molte le altre le vendite stellari, tra cui un’opera di Félix González-Torres a 12,5 milioni di dollari oppure un Marlene Dumas per 8,5 milioni di dollari. Di queste cifre infuocate, ne parlo meglio
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all’interno della rivisita nell’articolo dedicato. Inutile ripetere che visitare Art Basel è sempre un’emozione, anche se purtroppo mi sento di dare solo un “9” alla mia sezione da sempre preferita, Unlimited, anziché il classico 10 e lode. A mio parere personale è mancato un po’ l’effetto “WOW” all’ingresso del padiglione (se penso ad Unlimited 2021 mi torna in mente il profumo della casa di pane di Urs Fischer) in ogni caso lo stupore è stato poi recuperato al centro padiglione con l’installazione site-specific di Pistoletto “Porte Uffizi” proposto dalla galleria Continua e LGDR. Una struttura architettonica suddivisa in più spazi con, all’interno di ognuno, le opere di Pistoletto a creare un dialogo con i classici temi sociali: un invito a riflettere sul proprio coinvolgimento con questi sistemi nella vita di tutti i giorni. Molte altre le installazioni o le opere monumentali affascinanti, come l’opera di Liu Wei proposta da White Cube o l’installazione di Leonardo Drew nata da una collaborazione tra le gallerie Goodman, Lelong e Anthony Meier. In ogni caso il livello qualitativo ed espositivo è sempre molto alto e ancora oggi è possibile rivivere le emozioni di Unlimited e Art Basel tramite la nostra gallery fotografica e video sulle nostre pagine Facebook e Instagram (facebook.com/biancoscuroArtMagazine e instagram.com/biancoscuromag) Buona lettura, e se ci seguite anche sui social, buona visione!
Vincenzo Chetta
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Battistello Caracciolo Il Seicento napoletano di
Mario Gambatesa
È
stata inaugurata a Napoli, il 9 giugno scorso, la mostra intitolata “Il patriarca bronzeo dei Caravaggeschi” su Battistello Caracciolo, articolata tra il Museo di Capodimonte, Palazzo Reale e la Certosa di San Martino. Il percorso espositivo si snoda principalmente nella sala Raffaello Causa del Museo di Capodimonte, ubicato all’interno della reggia omonima, dove saranno esposte, fino al 2 ottobre 2022, ottanta tele dipinte dell’artista. Nato a Napoli nel 1578 e morto nella stessa città nel 1635, Giovanni Battista Caracciolo, detto Battistello, sarà uno dei protagonisti della stagione del naturalismo nella seicentesca Napoli, il cui maggior esponente è stato Caravaggio. Battistello Caracciolo viene “scoperto” nel 1915 da Roberto Longhi, che ne evidenzia subito il rapporto di “seguace” del Caravaggio, definendolo un “patriarca bronzeo dei Caravaggeschi”. È proprio il bronzo, la tonalità molto utilizzata dal Caracciolo, a Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello Adorazione dei Magi 1626, olio su tela, 160x260 cm. INV. SM 46 A destra: Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello Lot e le figlie 1625 circa, olio e tempera su tavola 182x123 cm.
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caratterizzare anche l’allestimento l’affresco a Palazzo Reale, raffiQUESTA è laLAconsegna VERSIONE FREE di della mostra. gurante delle chiavi Rivista A differenza di Caravaggio, il Bat-BIANCOSCURO della città. La seconda seded’Arte deltistello sarà un grande utilizzatore la mostra è a Palazzo Reale in ladel versione completa, del disegno oltre che artista abi- Trovi Piazza Plebiscito, in cui il CARTACEA o DIGITALE tuato ad affrescare ed incidere. In visitatore può ammirare la coin abbonamento e quest’ottica assume una partico- siddetta Sala del Gran Capitafierestorico, d’Arte. lare importanza il corridoio dei nelle no, unmigliori appartamento il disegni presenti in mostra, che cui soffitto è stato affrescato da Puoi abbonarti o richiedere unatracopia online: sottolinea questa grande differenBattistello probabilmente il za con il Caravaggio, conservati al 1610 ed il 1616 e che rappresenta artshop.biancoscuro.it National Museum di Stoccolma, una delle poche opere originadove sono stati portati alla fine li seicentesche del palazzo, più del Seicento dall’architetto Nico- volte modificato nel corso degli demus Tessin il Giovane, di ritorno >>> da un viaggio a Napoli. Tra i bozzetti è particolarmen- Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello te interessante quello sul primo Madonna Immacolata 1627, olio su tela, 135x228 cm. Roccadaspide (Salerno), Chiesa Viceré di Napoli, utilizzato per della Natività della Beata Maria Vergine
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biancoscuro <<< anni successivi. Il nome della sala QUESTA è LA VERSIONE FREE di deriva proprio dagli affreschi del soffitto che rappresentano le sto-BIANCOSCURO Rivista d’Arte rie del Gran Capitano Gonzalo Fernández de Córdoba (Generale Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE spagnolo), che divenne primo Viin abbonamento e ceré spagnolo di Napoli grazie a due vittorie sull’esercito francese. nelle migliori fiere d’Arte. La mostra si conclude nella terza Puoi abbonarti o richiedere una copia online: sede, la Certosa di San Martino fondata nel 1325, dove il percorso procede nella chiesa e nella galle- artshop.biancoscuro.it ria del Quarto del Priore. La Cappella di San Martino presenta la pala d’altare “San Martino e quattro angeli”, commissionata originariamente a Paolo Finoglio, ma giudicata dai certosini insoddisfacente. Venne chiamato quindi il Battistello, che già aveva eseguito un’opera nella Sala del Capitolo e che realizzò questa tela nel 1630 circa, lasciando estasiati i monaci. Un esposizione, quindi, che mette in evidenza alcune delle più importanti opere del Battistello, utilizzate dallo spettatore per vivere al meglio il viaggio nel l Seicento napoletano. s Sotto: Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello Adorazione dei pastori 1623/1626, affresco Cappella dell’Assunta, Napoli, Certosa di San Martino
Sopra: Francesco Curia Annunciazione 1596-97, olio su tavola
IL PATRIARCA BRONZEO DEI CARAVAGGESCHI:
Battistello Caracciolo (1578-1635)
09 giugno - 02 ottobre 2022 Museo e Real Bosco di Capodimonte / Palazzo Reale di Napoli / Certosa e Museo di San Martino, Napoli INFO T. +39 06 39967050 Museo e Real Bosco di Capodimonte Da giovedì a martedì 10.00 - 17.30 Palazzo Reale di Napoli Da giovedì a martedì 09.00 - 20.00 Certosa e Museo di San Martino Da giovedì a martedì 08.30 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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Tiziano Natura, amore e tempo nei suoi capolavori di
Rebecca Maniti
L’
importanza di una cultura globale è da ricercarsi anche nelle occasioni che le collaborazioni internazionali creano: grazie allo scambio culturale ed al prestito di “Ninfa e Pastore”, realizzata da Tiziano intorno al 1565, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna a Galleria Borghese di Roma, oggi (e fino al 18 settembre 2022) è possibile approfondire l’arte del Maestro veneto nella mostra dossier “Tiziano. Dialoghi di Natu-
ra e di Amore”, a cura di Maria Giovanna Sarti. Perché parlare di questi “dialoghi”? Osservando e mettendo in relazione l’opera di Vienna con quelle già presenti in Galleria Borghese, possiamo notare quel fil rouge che Tiziano segue per tutta la durata della sua attività artistica. Temi costanti sono: la natura, intesa come paesaggio ma anche luogo dell’agire umano; l’amore nelle sue diverse forme, divino, naturale, matrimoniale; ed il tempo, che scandisce la vita
Tiziano - Amor sacro e Amor profano 1514-15, olio su tela, 118x278 cm. Galleria Borghese, Roma Ph. M.Coen © Galleria Borghese
dell’uomo, ne regola il ciclo e lo assimila all’armonia dell’universo. Nella Sala XX della Galleria Borghese, possiamo osservare l’importanza di un buon allestimento, volto a far comprendere ancora di più le relazioni fra le diverse opere ed i loro temi. L’attuale disposizione di “Amor sacro e Amor profano” e di “Ve-
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nere che benda Amore” (posti benda Amore”. Attraverso il caQUESTA LAaccompagna VERSIONE FREE di uno di fronte all’altro) ha suggetalogo èche la mostra Rivista rito la collocazione della “NinfaBIANCOSCURO possiamo analizzare megliod’Arte i tre e pastore” lungo l’altro asse, or- dialoghi tra le opere esposte, in la versione completa, togonale al primo, che incontra Trovi cui ogni capolavoro viene studiao DIGITALE nella parete opposta “Le tre età toCARTACEA attraverso i temi della natuin abbonamento e Ad dell’uomo”. Per visualizzare im- ra, dell’amore e del tempo. migliori d’Arte. mediatamente le quattro opere nelle esempio e molto fiere brevemente, in in dialogo, e parte dell’esposizio- “Amor Sacro e Amor Profano” Puoi abbonarti o richiedere una copia online: ne, è stata prevista la presenza di possiamo notare l’importanza del pannelli colorati su cui poi sono paesaggio (natura), la presenza di artshop.biancoscuro.it allestite. Quasi a commento di un amore terreno e di uno celequesto dialogo, per congruenza ste (amore) e il concetto di tempo tematica o stilistica, si evidenzia- declinato sia come quello eterno, no in sala le tavole con “Adamo che come quello terreno legato ed Eva” di Marco Basaiti; i due alla vita della sposa. Questo tipo cantori pseudo giorgioneschi; gli di analisi è possibile con tutte le altri due Tiziano (il “Cristo fla- opere, ed è interessante sia da un gellato” ed il cosiddetto “San punto di vista puramente legato Domenico”, cronologicamente alla curiosità, che dal punto di contigui ai più tardi dipinti del vista accademico. Un evento che pittore presentati in mostra); ed il auguriamo possa essere il punto problematico dipinto raffigurante di partenza di analisi molto più “Venere, Amore e un satiro”, po- ampia, oltre che di ulteriori collal sto in relazione con “Venere che borazioni così felici. s A destra, in alto, due viste dell’esposizione “Tiziano. DIaloghi di Natura e di Amore” Ph. M.Coen © Galleria Borghese A destra: Tiziano - Ninfa e Pastore 1570-75, olio su tela, 149,6x187 cm. Kunsthistoriches Museum, Gemäldegalerie, Vienna Ph. Cohen, ©Galleria Borghese
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Antonio Canova Una storia d’amore e d’arte di
Mario Gambatesa
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Ciò che mi rende più impaziente è vedere l’effetto che l’opera produrrà sulle anime del pubblico.
”
Antonio Canova
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al 14 maggio scorso al 25 settembre prossimo, è possibile ammirare al nuovo Museo Bailo di Treviso, la grande e attesissima mostra “Canova gloria trevigiana” che riunisce più di 200 testimonianze canoviane, la maggior parte delle quali mai esposte al pubblico. Tra le novità di questa esposizione troviamo i due spettacolari gessi originali dello scultore, giunti al Museo di Treviso dopo essere stati sottoposti ad una lunga campagna di restauro. Si tratta di due opere di grandi dimensioni (141x280 cm.), che ti ritraggono due diversissimi soggetti: il primo realizzato dall’artista tra il 1787 ed il 1790 raffigurate “La morte di Priamo”; il secondo, datato al biennio immediatamente successivo, raffigurante “La danza dei figli di Alcinoo”. Entrambi in origine appartenenti alla Collezione Albrizzi, sono entrambi episodi ispirati alle vicende della guerra di Troia e all’epopea di
Antonio Canova Amore e Psiche stanti 1796 - 1800, gesso multiplo 1a1 Collezione privata, Veneto
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In alto: Luigi Querena Veduta notturna di Venezia dai giardini 1854, olio su tela In basso: Angelica Kauffmann Ritratto di Antonio Canova 1805 ca, olio su tela Collezione Privata
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Ulisse, attingendo all’Odissea e al II libro dell’Eneide. La relazione tra Canova e Treviso è tanto profonda quanto inedita. “Nato trevigiano”, a Possagno, è a Treviso che inizia il suo “mito” e la riscoperta critica della sua opera. Treviso celebrò per prima la morte del grande scultore, nel 1823 commissionò la realizzazione di un busto a Luigi Zandomeneghi e un componimento musicale al miglior musicista, Gioachino Rossini, per onorarne la memoria. In mostra si è potuto eccezionalmente ricreare l’ambiente programmato da Canova in Palazzo Papafava, dove il confronto >>> 19
biancoscuro <<< Antico/Moderno è portato alla sua QUESTA è LA VERSIONE FREE di massima essenza: “Apollo del BelBIANCOSCURO Rivista d’Artevedere” a confronto con il “Perseo trionfante”, e il “Gladiatore BorTrovi la versione completa, ghese”, altra opera celeberrima, a CARTACEA o DIGITALE confronto con il “Creugante”. in abbonamento e È il “teorema perfetto”. nelle migliori fiere d’Arte. Per la prima volta le opere vengono inoltre esposte sui loro baPuoi abbonarti o richiedere una copiasamenti online: originali restaurati per l’occasione. Restando alle sculartshop.biancoscuro.it ture eroiche, la mostra propone un inedito: il gesso preparatorio del Cavallo appartenente al famoso gruppo Il Teseo in lotta con il centauro di Vienna, esposto per la prima volta in una mostra. Per il corpo del centauro, Canova studiò un cavallo in fin di vita. Il percorso espositivo entra poi in temi dove il sentimento la fa da padrone, e dove emerge la modernità romantica: troviamo quindi le steli funerarie di Falier e Volpato, omaggio al defunto, ma soprattutto meditazioni sulla figura femminile afflitta, nel caso delle Maddalene e i gruppi gentili e amorosi come la famosissima scultura “Amore e Psiche”. InolSotto: Ludovico Lipparini In alto: Maschera funeraria di Antonio Canova tre, si possono ammirare diverse Lord Byron giura sul sepolcro di Markos Botsaris, 1822 opere canoviane inedite, rie1850, olio su tela Treviso, Museo Civico CANOVA GLORIA TREVIGIANA
Dalla bellezza classica all’annuncio romantico 14 maggio – 25 settembre 2022
Museo Bailo / Museo Santa Caterina, Treviso INFO T. +39 0422 658951 Museo Luigi Balio Da martedì a giovedì 10.00 - 18.00 Da venerdì a domenica 10.00 - 20.00 Museo Santa Caterina Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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merse durante la preparazione QUESTA è LA VERSIONE FREE di della mostra, come un busto con BIANCOSCURO Rivista d’Arteil “Ritratto di Antonio Canova” di Antonio D’Este. E ancora, vere Trovi la versione completa, reliquie, il calco della mano e la CARTACEA o DIGITALE maschera funeraria dell’artista. in abbonamento e Un corpus di lettere inedite e nelle migliori fiere d’Arte. il grande libro con 86 incisioni canoviane donate dal fratello Puoi abbonarti o richiedere una copiaGiambattista online: Sartori Canova a Treviso nel 1837. artshop.biancoscuro.it Una scultura delicata quella del Canova, un connubio tra amore e arte, che ci fa intendere ancora una volta, che le belle arti sono il Michelangelo Grigoletti - Susanna e i vecchioni, 1838, olio su tela l sentiero per l’eterna bellezza. s
CANOVA GLORIA TREVIGIANA. Dalla bellezza classica all’annuncio romantico Museo Bailo / Museo Santa Caterina, Treviso May 14- September 25, 2022
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he great exhibition “Canova glory of Treviso: from classical beauty to romantic announcement” arrives at the Bailo Museum, curated by Fabrizio Malachin, Giuseppe Pavanello and Nico Stringa, an exhibition that presents Canova and the beauty of antiquity, but also Canova as extraordinary contemporary romantic announcer. On display it was possible to exceptionally recreate the environment planned by Canova in Palazzo Papafava, where the Ancient / Modern dichotomy is brought to its maximum essence: Apollo of the Belvedere approached with the triumphant Perseus, and the Gladiator Borghese, another famous work, in comparison with Creugante. It is the ‘perfect theorem’. Antonio Canova (1757-1822) was the last great artist of the sovereign Venetian republic, known as the Serenissima, as well as being the first of the modern era. Antonio Canova is an artist whose work spanned two centuries — the second part of the eighteenth and the first two decades of the nineteenth — as well as two civilizations, this period being marked by dramatic events that changed both the geography and the history of Italy. Among them, the invasion of much of the Italian peninsula
by the French revolutionary forces under Napoleon, which led to the fall of the centuries-old Republic of Venice, and the exile of pope Pius VI, not to mention the wholesale appropriation of artistic masterworks, including those specified as a consequence of the peace Treaty of Tolentino of February 1797. For the Veneto region, and for Treviso specifically, there was the humiliation of a loss of sovereignty and of French government giving way to Austrian rule consequent to the international treaties ending the French invasion. This was “a time of folly” (“il tempo della pazzia”) wrote Canova himself in May of 1798, as he prepared to leave Rome, which was a that time governed by a Jacobin republic upheld by French occupationary forces, and return to his home-town of Possagno, 45 kilometres (28 miles) from Treviso. This first section of the exhibition documents this period using artefacts, many of them never previously exhibited, from the collections of the Treviso City Museums. Here we can see hints of the artistic innovations and social contexts of the new century. Examples include Giuseppe Bernardino Bison’s cycle of tempera-work, as well as the canvases by Giambattista Canal who, along with Giuseppe Borsato was responsible
for many examples of the decorative arts in churches and stately homes, as well as in townhouses in and around Treviso. Basilio Lasinio’s landscapes, featuring Napoleon’s Italian campaign, are not only masterworks of rare excellence, but also unique documents of a major historical period. Andrea Bon’s drawings of the Arch of Triumph erected in Treviso for the emperor Napoleon Bonaparte’s’ arrival in the city on 7 December, 1807 have never been exhibited before. In the centre of the space, we see a bronze featuring Napoleon as Mars the Peacekeeper (Bonaparte come Marte pacificatore). This is a smaller version of Antonio Canova’s 1806 marble statue of the emperor that is held at Apsley House in London. In 1808, the Righetti family was commissioned by Canova to create a bronze of this sculpture, which was to be installed in Milan, at the request of the viceroy, Eugène de Beauharnais. The task was completed the very next year, but the statue was not installed in the courtyard of Palazzo Brera until 1859. A number of smaller bronze versions of the statue were created in 1810: the one we see is, along with another that is currently in the Louvre in Paris, the only one that is l signed and dated. s
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“Concretizzare sensazioni” Il movimento impressionista a Villa Fiorentino di
Lucia Garnero
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naugurata il 1 giugno e aperta al pubblico fino al 4 settembre 2022, la Fondazione Sorrento ospita, a Villa Fiorentino, con 130 opere esposte, una mostra dedicata al movimento Impressionista dal titolo “Viaggio nell’Impressionismo: da Monet a Gauguin”. Per l’evento, la Fondazione si è avvalsa della collaborazione con alcune collezioni private che ha permesso di raccogliere importanti capolavori e contenuti inediti: dipinti, disegni, ceramiche, incisioni, opere grafiche, libri originali e materiali descrittivi. Nell’anno in corso ricorre infatti il 140° anniversario dal 1882, anno in cui Renoir lascia, con grande rammarico, Sorrento ed il Golfo di Napoli dopo esservi arrivato l’anno precedente, spinto dal mito del Gran Tour in Italia. L’allestimento stesso si propone in forma di viaggio che descrive con minuzia di particolari l’educazione artistica ai fondamentali di questo dirompente, quanto eccezionale, movimento. Straordinari paesaggi, scene di genere, ritratti, villaggi, abitazioni rurali e urbane: l’Impressionismo in mostra è teso a riprodurre nelle opere l’istante dell’impressione visiva: i dipinti sono eseguiti
Pierre-Auguste Renoir La bagneuse debout a mi-jambes acquaforte, 17x11 cm. Collezione privata
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all’aperto, en plein air, con la QUESTA è LA VERSIONE FREE di nuova tecnica agile e immediata. La mostra, che si articola nelle 3BIANCOSCURO Rivista d’Arte sezioni “Dall’Ecole di Barbizon ai fermenti dell’Impressionismo”, Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE “L’Impressionismo” e “L’eredità in abbonamento e dell’Impressionismo”, mira a fare >>>
nelle migliori fiere d’Arte.
Puoi abbonarti o richiedere una copia online: A destra: Alfred Sisley La Seine à Suresne 1897, acquaforte – acquatinta, 33x44 cm. Collezione privata
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Sotto: Edgar Degas La danseuse chez le photographe acquaforte, 18,5x12,2 cm. Collezione privata
JOURNEY INTO IMPRESSIONISM From Monet to Gauguin Villa Fiorentino, Sorrento June 1 - September 4, 2022
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rom June 1 to September 4 2022, in the rooms of Villa Fiorentino, the exhibition “Journey into Impressionism, from Monet to Gauguin”, dedicated to the artistic movement born in France at the end of the 19th century. On exhibition there are 130 artworks, including watercolours, etchings, oils, inks on paper, photo-aquatints, woodcuts, lithographs, some unpublished from private collections. We are in 1882 when Renoir leaves Sorrento and the Gulf of Naples where he had arrived the previous year, driven by the myth of the Grand Tour. 140 years after this detachment, the exhibition intends to immerse the visitor on a journey that crosses the main pre-impressionist, impressionist and post-impressionist authors. It’s possible to admire artists, such as Monet, Manet, Degas, Renoir, Van Gogh, Courbet, Bonnard, Toulouse-Lautrec, Cézanne, Pissarro, Gauguin and many others.The exhibition, organized by the Fondazione Sorrento, is curated by Vincenzo Sanfo and Gabriele Acl cornero of Bridge Consulting. s
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Puoi
Paul Cézanne Autoportrait 1898, héliogravure, 23x16,3 cmCollezione privata Sotto: Paul Lacomte Paysage 1850, olio su tela, 55x48 cm.
VIAGGIO NELL’IMPRESSIONISMO
Da Monet a Gauguin conoscere ai visitatori, unitamen1 giugno - 4 settembre 2022 QUESTA è LAMaestri VERSIONE FREE di(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) te ai grandi come Monet, BIANCOSCURO Rivista d’Arte Degas, Renoir, Manet, Pissarro, Villa Fiorentino, Sorrento Desboutin, Cézanne, Bonnard, INFO Trovi la versione completa, Toulouse Lautrec, Courbet, CoT. +39 081 878 2284 CARTACEA o DIGITALE rot, Troyon, Sisley e Gauguin, info@fondazionesorrento.com in abbonamento almeno una sessantina di eartisti Tutti i giorni nelle fiere d’Arte. minori,migliori mai apparsi in Italia. 10.00 - 13.00 / 19.00 - 23.00 È stata allestita una sezione dediInquadra con il tuo smartphone abbonarti o richiedere una copia online: cata all’influenza dell’Impressioil codice QR per collegarti al sito nismo sulla pittura Napoletana. www.fondazionesorrento.com artshop.biancoscuro.it La mostra, prodotta e promossa dalla Fondazione Sorrento, è curata da Gilles Chazall, Vincenzo l Sanfo e Gabriele Accornero. s
“
Per un Impressionista dipingere la natura non significa dipingere il soggetto, ma concretizzare sensazioni.
”
Paul Cézanne
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BRUNO AZZINI azzini.bruno@yahoo.it
sopra
“LE STAGIONI” - “COLORIAMOCI”
2022, collage di juta con materiali di riciclo e tecnica mista su tela, 135x85x4cm.
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Oscar Ghiglia La sua vicenda artistica a Firenze di Vincenzo
Chetta
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ll’interno del Museo di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, è possibile seguire un percorso di ricerca molto interessante, incentrato sull’arte di Oscar Ghiglia, artista toscano formatosi con Giovanni Fattore, ma profondamente legato alle vicende europee del suo tempo (ne è segno la sua attitudine
ad accogliere le novità del momento, come la pittura di Cézanne). Nella mostra “Oscar Ghiglia. Gli anni di Novecento”, a cura di Leonardo Ghiglia, Lucia Mannini e Stefano Zampieri, fino al 13 settembre si potranno ammirare le opere prodotte negli anni del movimento artistico “Novecento”, sviluppatosi intorno alla figura di Margherita Sarfatti in nome di
un “ritorno all’ordine” che Ghiglia interpreta in chiave assolutamente personale. “Lo straordinario itinerario creativo di Oscar Ghiglia attraversa la prima metà del Novecento seguendo il pulsare degli eventi della storia, lungo le rotte di una pittura di grande fascino e originalità. Un percorso di quasi cinquant’anni durante i quali s’avvicendano diverse stagioni creative, e con esse i colori, la luce, la lunghezza delle ombre di un artista dal carattere difficile, avverso alla vita pubblica e al mondo delle esposizioni. - affermano i curatori Ghiglia, Mannini, Zampieri - Dedicare una mostra a Oscar Ghiglia nel periodo di NoveSopra: Oscar Ghiglia - Paulo al cutter 1919, olio su tela. Istituto Matteucci, Viareggio A sinistra: Oscar Ghiglia - Vecchio poncho 1924, olio su cartone. Collezione privata
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cento significa dunque innanzitutto QUESTA è LA VERSIONE FREE di ricollocare nella corretta prospettiva storica e critica la ricerca artisticaBIANCOSCURO Rivista d’Arte portata avanti da pittore nel corso Trovi la versione completa, degli anni Venti”. CARTACEA o DIGITALE L’esposizione propone oltre cinin abbonamento e quanta opere di Oscar Ghiglia, provenienti da prestigiose colle- nelle migliori fiere d’Arte. zioni private, tra le quali l’IstituPuoid’Arte abbonarti o richiedere una copia online: to Matteucci e la Galleria Moderna di Palazzo Pitti. La prima sala è dedicata agli anni artshop.biancoscuro.it della prima maturità dell’artista, quando si impone come sublime costruttore di splendide nature morte. Nella seconda sala l’accento è posto sulla profonda classicità che permea l’opera di Ghiglia, declinata in forma sintetica, luminosa e salda al tempo stesso, mentre nella terza sala è offerto uno sguardo sul nudo femminile, in dialogo con un Oscar Ghiglia disegno di medesimo soggetto Sindaco di Firenze, Dario NarLa camicia bianca o Donna che si pettina 1909, olio su tela dell’amico Amedeo Modigliani. della: “Opportuna la scelta di ofIstituto Matteucci_Viareggio Le ultime due sale aprono invece, frire una sorta di lettura di tutta A sinistra: Oscar Ghiglia - Tavola imbandita anche grazie a un allestimento l’opera di Ghiglia per temi e per 1908, olio su tela particolarmente evocativo fir- tempi, con quella sottolineatura Collezione privata mato dall’architetto Luigi Cu- alle opere incluse nel filone del pellini, al “realismo magico” intor- realismo magico che apre al funo a cui si raccolgono tanti artisti turo oltre l’apparenza delle cose e talogo completo che permette di negli anni Venti. al mistero da cui nasce e torna la apprezzare ancora di più l’arte di l Al riguardo si esprime anche il vita”. Accompagna la mostra il ca- Oscar Ghiglia. s OSCAR GHIGLIA
Gli anni di Novecento
07 aprile – 13 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Medici Riccardi, Firenze INFO T. +39 055 2760552 info@palazzomediciriccardi.it Da giovedì a martedì 09.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzomediciriccardi.it
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Vite mai viste a Corte Palazzo Reale ospita il mondo animale di
Daniela Malabaila
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a mostra “Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali”, visitabile fino al prossimo 16 ottobre presso i Musei Reali di Torino, ha l’intento di portare l’attenzione del pubblico (dai più piccoli agli adulti) sulle innumerevoli forme di vita che abitano il nostro pianeta, in particolare sul mondo animale. “La scelta degli animali deriva da
uno studio che evidenzia diverse chiavi di lettura - spiegano le curatrici Stefania Dassi e Carla Testore - Alcuni animali nella storia dell’arte e lungo l’evoluzione delle civiltà sono da sempre stati scelti e raffigurati per il loro marcato valore simbolico: i cani sono emblema di fedeltà e compagni durante le cacce del re e della Corte; l’ape, che vive in un alveare organizzato come un piccolo stato,
è simbolo di ingegno e operosità; la balena porta la rinascita emotiva; l’elefante, apprezzato per la sua intelligenza, rappresenta forza e sapienza. La mostra tocca anche il mondo dell’immaginazione, dando spazio a creature di fantasia selezionate per il valore poetico che è stato loro attribuito nel corso dei secoli, uno tra i tanti l’unicorno, simbolo di nobiltà, purezza e invincibilità. Dalle
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A sinistra: Stefano Bombardieri Omaggio a Colbert 2022, polistirolo e resina 232x265x840 cm.
Sopra: Nicola Bolla Struzzi 2003, carte da gioco, vetroresina, metallo 65x185x110 cm. 65x200x130 cm.
Sotto: Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo Il passo delle balene - opera di landscape 2019/2022, acciaio inox, marmo di Covelano, lavori sul manto erboso e getti d’acqua
creature mitologiche, come la chimera e il grifone, a quelle estinte, i Musei Reali espongono al pubblico anche dinosauri e draghi, da sempre di grande impatto nell’immaginario collettivo in virtù delle loro interpretazioni, che alludono ad emozioni forti”. In mostra più di 25 installazioni create da sedici artisti che hanno interpretato il mondo animale con il proprio linguaggio espressivo ed una speciale tecnica esecutiva: Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo, Maura Banfo, Nazareno Biondo, Nicola Bolla, Stefano Bombardieri, Jessica Carroll, Fabrizio Corneli, Cracking Art, Diego Dutto, Ezio Gribaudo, Michele Guaschino, Luigi Mainolfi, Gino Marotta, Mario Merz, Pino Pascali e Velasco Vitali.
Il percorso si snoda in parte nei Giardini Reali, elemento fondante dell’identità dei Musei Reali, nonché prezioso luogo
d’incontro e di socialità per cittadini e turisti. I visitatori possono ammirare le sculture immer>>>
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GIARDINI REALI 1. Bombardieri - Piazzetta Reale 2. Velasco - Corte d’Onore 3. Biondo - Giardino di Levante 4. Mainolfi - Terrazza 5. Albertelli e Abbaldo - Giardino di Levante 6. Merz - Giardino di Levante 7. Banfo - Mura 8. Cracking Art - Giardino del Duca 9. Caroll - Giardino del Duca 10. Gribaudo - Giardino del Duca
gendosi in uno zoo silenzioso e QUESTA è LA VERSIONE FREE di statico. L’esposizione si sviluppa anche tra le sale di Palazzo Reale,BIANCOSCURO Rivista d’Arte dell’Armeria e della Galleria Sabauda, dove il pubblico può sco- Trovi MUSEI la REALIversione completa, 11. Dutto - Manica Nuova, Atrio CARTACEA o DIGITALE prire le insospettabili connessioni 12. Cracking Art - Galleria Sabauda 13. Corneli - Galleria Sabauda in abbonamento e che legano le sculture contempo14. Bolla - Palazzo Reale 15. Pascali - Palazzo Reale migliori fiere d’Arte. ranee agli animali raffigurati nelle nelle 16. Velasco - Armeria Reale 17. Marotta - Palazzo Reale collezioni. 18. Biondo - Palazzo Reale 19. Guaschino - Palazzo Reale, Scaloneuna copia online: Puoi abbonarti o richiedere Un progetto che, oltre a perseguire obiettivi di ricerca e studio, 7 può, con la sua leggerezza, sen- artshop.biancoscuro.it 5 6 sibilizzare il pubblico sul tema della sostenibilità ambientale, 4 aprendo gli orizzonti della mente a vedere al di là del proprio 3 8 9 spazio personale e del proprio 14 comfort, per salvaguardare l’am17 l biente e tutte le sue creature. s 15 2 [1] Mappa delle opere di “Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali” [2] CRACKING ART - Rigeneramento 2009, polietilene 200x235x320 cm. / 65x84x114 cm.
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[3] Mario Merz Senza titolo (doppio igloo di Porto) 1998, strutture d’acciaio, fusione in alluminio, neon, fascine, Ø 800x580 cm. Collezione Merz, Torino [4] Fabrizio Corneli - Volpe 2001 ottone tagliato e verniciato, faro led, ombre, 245x153 cm. Fabrizio Corneli - Lepre 2001, ottone tagliato e verniciato, faro led, ombre, 265x160 cm.
ANIMALI A CORTE
Vite mai viste nei Giardini Reali
05 maggio - 16 ottobre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Musei Reali, Torino INFO T. +39 02 54912 Da martedì a domenica 9.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museireali.beniculturali.it
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Antonella Pecoraro NINNI
“L’emozione del colore nelle tele di “Ninni” che, pur partendo da soggetti reali, li trasfigura in un astrattismo più o meno marcato. È questa la sua forza espressiva dell’arte: meglio fermarsi alla realtà e apprezzarne le sfumature cromatiche o cercare nelle sfumature cromatiche la realtà?” Domenico Iacaruso
Ninni - TRAMONTO ROSSO - 2010, acrilico su tela, 40x50 cm.
Pecoraro Antonella
antonella@artecultura.net
GIULIANA MADDALENA fusari.gmm@gmail.com
VIRGOLA E SPIRALE - COMMA AND SPIRAL 2019, acrilici su tela, taglio, telaio a vista, 40x60 cm.
FUSARI Giuliana Maddalena Fusari
LUNA CALANTE - WANING MOON 2020, acrilici su tela, 1 vera perla rosa, 3 vere perle di fiume a dragone, 50x70cm.
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Pier Bertolo La sincerità e la profondità delle sue sculture di
Daniela Malabaila
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rtista novarese, classe 1960, Pier Bertolo vive pienamente il mondo dell’arte da più di quindici anni. Al suo attivo più di duecento mostre collettive, oltre che mostre personali e altre partecipazioni a manifestazioni artistiche, sia in Italia che all’estero. Il suo talento è stato notato anche nella sua ultima edizione del BAC Winter Edition 2021, il concorso invernale di BIANCOSCURO, grazie al quale ha vinto il Premio Copertina.
In copertina: L’amico Frizzy
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Ed eccola qui l’opera che ha convinto la Giuria critica già dalla prima selezione, attenzione confermata anche durante l’esposizione a Vernice Art Fair a Forlì, dove i giurati hanno potuto valutare l’opera dal vivo, così come hanno potuto osservare la risposta del pubblico verso “Pinocchio abbandona la Terra”. Non c’è stato visitatore che non si sia soffermato per uno sguardo, una foto, o a chiedere informazioni verso quella scultura che ha affascinato in egual modo (anche se con motivazioni dif-
ferenti), sia grandi che piccini. Pier Bertolo ha lavorato da sempre nella bottega del padre falegname, e proprio così ha affinato le tecniche con le quali traduce la sua fantasia e la sua curiosità di eterno fanciullo (seppur con una grande profondità nei concetti e nei temi trattati) in sculture e pitto-sculture di diversa foggia e dimensione. Durante il nostro ultimo incontro abbiamo potuto fargli qualche domanda per conoscerlo meglio. Daniela Malabaila: Congratula-
Sopra: Bicycle teams pitto-scultura, legno
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zioni Pier, la tua vittoria al BAC Winter Edition ha reso orgogliosi anche noi che ti seguiamo da qualche anno nell’ambito artistico: è un bel traguardo! Pier Bertolo: Grazie mille, già il fatto che voi mi seguiate mi rende orgoglioso, e poi il poter debuttare con un’intervista nel vostro bimestrale d’arte è ancora fonte di privilegio ed emozione per me. D.M.: Raccontaci, come è iniziata la tua carriera artistica? P.B.: Ho cominciato a fare qualche apparizione collettiva una quindicina di anni fa, sotto la spinta >>>
Pinocchio abbandona la terra 2020, legno, h.160 cm.
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Negli ultimi anni ha dato vita a diversi progetti, che lo hanno portato a creare serie di opere con argomento comune. Ecco allora la sua analisi della figura di Pinocchio, delle carte e della scrittura declinata attraverso sculture, pitto-sculture e opere grafiche. Spesso sono manufatti di grandi dimensioni, in scala 1:2; con un’attenzione notevole per i particolari, nel tentativo riuscito di adesione al vero, che riesce a rendere i suoi lavori dato di realtà. A questo si unisce la sua innata fantasia: il suo sguardo bambino addolcisce la concretezza del mondo, pur continuando a narrarla con i caratteri del vero.
”
Federica Mingozzi
<<< di alcuni amici che mi seguivano, da tempo. I primi oli su tela li ho esposti a Novara, ma la scultura è sempre stata un po’ la mia passione, soprattutto perché è con lei che libero la mia fantasia.
D.M.: Una passione che porti avanti con ottimi riscontri, cosa consiglieresti ad un giovane che si affaccia adesso in questo mondo? P.B.: Gli consiglierei di buttare fuori tutto quello che sente con le varie
Remington Standard - legno
Pier Bertolo è nato a Novara l’11 febbraio 1960. Da una quindicina d’anni è entrato a pieno titolo nel mondo dell’arte. Fin da piccolo ha lavorato in bottega da suo padre falegname. La scultura e tutti i tipi di lavorazioni lo hanno sempre affascinato e nel tempo ha acquisito una buona manualità che, unita alla sua fantasia e curiosità, lo ha portato a creare sempre opere nuove ed originali. ESPOSIZIONI 2014 - La mia prima personale - Centro Culturale Silos - Novara, Trio Circolo Culturale La Canonica - Novara. 2015 - Arte e sport, rassegna Arte a Palazzo - Borgomanero (NO), Segno e Materia - sala ex museo, Alfedena (AQ), Pensieri Concreti - galleria La Cisterna - Moschina Draga (Croazia), Siamo Arrivati al Dunque - Centro Culturale Silos - Novara. 2016 - L’Ingordigia - Sala Archi - circolo L’Ancellotti - Cesara (VB), Elementi unici - Ass.Cult. Labor Art - Piedimulera (VB). 2017 - Artista dell’anno - Centro Culturale Polifunzionale La Riseria Novara, Null’altro siamo che non parte del gioco - Palazzo Bellini - Comune di Oleggio (NO), Il mio Pinocchio - Villa Manzoni - Museo Etnografico Tornaco (NO), Pittosculture in libertà - Castello Litta - Sala Litta Gambolò (PV). 2018 - ll mia prima retrospettiva - Sale dell’Accademia del Broletto Novara, Ho fatto un giro dell’oca - Biblioteca Civica Mortara (PV),
tecniche che conosce e, soprattutto, di confrontarsi tanto con gli altri, senza paura, perché solo lavorando tanto e frequentando altri artisti, piano piano si cresce. D.M.: So che hai in programma diverse mostre, in quali prossimi eventi potremo ammirare dal vivo le tue opere questa estate? P.B.: Dal 10 al 20 luglio sono stato in Croazia, a Moschina Draga, con una personale, intitolata “Tra fantasia e realtà”, mentre dal 13 al 30 agosto sarò in Abruzzo, a Pescasseroli, con un’altra personale intitolata “Miscellanea emozionale”. A seguire, il 16/17/18 settembre esporrò a Novara in Casa Rognoni (Museo del giocattolo) con una personale intitolata “Espongo con piacere” e successivamente al Comune di Borgomanero, una solo
Pinocchio nella terra degli aironi - Sala della Cultura - Granozzo con Monticello (NO), Il gioco nell’arte di Pier Bertolo - Villaggio Azzurro Novarello (NO), The Grid - galleria Il Melograno - Livorno, Pinocchio e la stanza dei balocchi - Ristorante Le Colonne - Santa Maria Maggiore (VB). 2019 - Il mondo di Pier - Palazzo Esposizioni - Vigevano (PV), Le fantastiche Pipe - Sala dell’abbondanza, cortile del Cosmo - Cagli (PU), La rete - Palazzo Cusani, Milano, Gli Assi al Convento della Maddalena - Museo dei Sanniti - Convento della Maddalena - Castel di Sangro (AQ), e adesso giochiamo.... gli assi di Pier Bertolo - Castello Sangiuliani - Mede Lomellina (PV). 2021 - Il segno e la parola. La scrittura nel tempo - Palazzo Bellini - Oleggio (NO), Liberi di Volare - Associazione Arma Areonautica e Associazione Culturale San Cassiano - Mortara (PV). 2022 - Tra Fantasia e realtà - galleria La Cisterna - Moschina Draga (Croazia), Miscellanea Emozionale - Biblioteca Comunale - Pescasseroli (AQ), I Caramelloidi - Borgomanero (NO). Inoltre più di 200 collettive e partecipazioni alle fiere di: Arte Padova, Arte Genova, Art Parma fair, Paviart, Vernice Art fair Forlì e Art Market Budapest. INFO www.pierbertolo.it
bertolopierangelo
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Android Eukaliptus
Big Frut Android
Mister Tabù
show intitolata “I Caramelloidi”. D.M.: Grazie per averci raccontato di più su di te, verremo sicuramente a visitare le tue mostre, a presto! P.B.: Sono io che ringrazio voi, e grazie a tutta la Giuria Biancoscuro per questo premio che mi per-
mette di mettermi in luce e del quale sono veramente orgoglioso. Grazie!
conto appassionato direttamente dall’autore, è un’esperienza che fa comprendere quanto siano profonde ed attuali tutte le sue opere, un’occasione da non perdere visitando una delle mostre l dedicate alla sua Arte. s
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Ammirare dal vivo le sculture di Bertolo e avere magari l’opportunità di ascoltarne il rac-
... La scultura è sempre stata un po’ la mia passione, soprattutto per liberare la mia fantasia...
”
Pier Bertolo
Pier Bertolo in posa con la sua opera “Assi”
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Hope
ecosostenibilitàl Degrado ambientale ed ecosostenibilità. La solo exhibition di Gianni Depaoli di V Vincenzo incenzo C Chetta hetta di
“
Hope, una vasta e composita raccolta di installazioni e opere recenti: una sorta di esposizione antologica, ecosostenibile e a scopo sociale per la ricerca, particolarmente attuale e dalla forte carica espressiva. Il titolo della mostra, messaggio di buon auspicio per rinascita.
Sullo sfondo: “Afrodite”, 2020, tronco castagno, schiuse di ovature marine, 250x100 cm.
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l 12 luglio scorso, presso Sala Trasparenza del Palazzo della Regione Piemonte, a Torino, si è inaugurata una importante rassegna dedicata all’artista internazionale Gianni Depaoli:“Hope”. Questa mostra intitolata alla speranza di una nuova ripartenza dopo questi anni difficili sotto ogni punto di vista (sanitario, sociale, economico, ambientale), vede in esposizione alcune delle opere più significative di Depaoli, sotto la cura di Mark Bertazzoli, che così commenta: “Una sorta di esposizione antologica, ecosostenibile e a scopo sociale per la ricerca, particolarmente attuale e dalla forte carica espressiva. Il titolo della mostra, messaggio di buon auspicio per una “rinascita” a lungo attesa, si pone in continuità con la rassegna tenutasi nel 2020 presso il MACIST di Biella, che già aveva proposto un primo nucleo di opere inedite, attinenti al nuovo indirizzo intrapreso dall’artista piemontese.” Gianni Depaoli è un artista concettuale, trasforma elementi organici marini in creazioni materiche affascinanti che rievocano il vissuto del pianeta. Le sue opere hanno il compito di sensibilizzare sul tema del degrado ambientale e trasmettere sensazioni di nuova vita, o di un ritorno alla vita, senza mai però intraprende-
Sopra: “Gimme Shelter” Rimando alla celebre canzone dei Rolling Stones. Una campana di vetro, fortemente crepata su un lato, che custodisce al suo interno una preziosa e intatta “schiusa di ovatura”. L’uomo, attraverso l’antropizzazione selvaggia e tutto ciò che essa comporta, sta incrinando irrimediabilmente il fragile equilibrio dell’ambiente, minacciando al contempo la natura e l’umanità stessa. Sotto: Gianni Depaoli e la Dott.ssa Viola Erdini, Presidente Fondazione Edo ed Elvo Tempia per la lotta contro i tumori, durante la presentazione della mostra “Hope”
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biancoscuro L'opera "Hockey stick" è il sunto della mostra “Hope”. Il termine grafico della mazza da hockey è stato reso popolare dal climatologo Jerry Mahlman, per descrivere lo schema mostrato dalla ricostruzione di Michael Mann e rappresenta l'andamento del clima negli ultimi 2000 anni.
re atti di denuncia, ma semplicemente mostrando al fruitore il ritratto di quello che accade, e che accadrà. Si batte per questa causa da oltre vent’anni, con numerose installazioni e mostre. Oggi più che mai possiamo tutti comprendere quanto sia necessario fare nostri i temi della sostenibilità ambientale per cercare di limitare i danni già fatti al pianeta che abitiamo, sempre più secco e caldo a causa delle azioni intraprese dall’uomo, in nome di un benessere illusorio. La mostra “Hope”, terminata lo scorso 29 luglio, è stata organizzata da Fondazione Tempia di Biella, che dal 1981 si occupa di prevenzione dei tumori, cura, assistenza dei malati e ricerca sul cancro, alla quale Depaoli ha donato la nuova collezione “Anime Silenziose 2.1”, composta di 49 opere numerate, per una raccol-
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ta fondi a favore della ricerca sul cancro. Lungo il percorso espositivo abbiamo potuto lasciarci coinvolgere da “Porzione di mare”, “Acque sporche”, “Afrodite”, “Abisso rosso_Challenger 10.994”, “Suture”, “Occhi”, “Estinzione”, “Resilienza”, “Spiedino di mare”, “Plastic fish”, “Pesca industriale”, “Electric pulse fishing”, “Profumo di pesce” oltre a due opere inedite e particolarmente significative: “Seminare sul nulla non dona buoni frutti” e “Gimme Shelter”. Per creare le sue opere, Depaoli usa inchiostri e pelli di cefalopodi trattati per la conservazione e manipolati per indagare e trasformare la materia, scoprirne bellezza e trasparenza. Concludo con le parole della storica dell’arte Maria Flora Giubilei, già direttrice della Galleria d’Arte Moderna Genova Nervi: “L’ultima frontiera della storica
trash art, quella che Depaoli ha ribattezzato organic trash art, che sollecita l’attenzione nei confronti del materiale meno gestibile da parte di un artista, quello del rifiuto più “rifiutato” perché organico. Depaoli li trasforma in testimonianze che hanno la concretezza del reperto, in racconti che dalle profondità marine giungono sin sulla terraferma per incontrare gli stenti di pescatori l non globalizzati”. s Gianni Depaoli - Altre mostre in corso... Stanze delle meraviglie a Villa Giulia Verbania 59. Biennale di Venezia Arte Padiglione Nazionale Grenada Presso Giardino Bianco Art Space, Via Giuseppe Garibaldi 1814, Castello, Venezia. Congiunti, premiato a Cannes durante Festival del Cinema e conseguenti mostre con l’opera Profumo di mare Fondazione Castello Sforzesco Visconteo Novara, settembre. Torre delle Arti Bellagio - lago di Como. Palazzo della Cancelleria Apostolica della Santa Sede, Roma.
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Sopra: “Profumo di pesce”, 2019, vasetti in vetro, inclusione di profumi di pesce, legno, 70x60 cm. Sotto a sinistra: “S.O.S.”, 2020, tecnica mista su legno marino, pelle e inchiostro di calamaro, ovature, metacrilato, 75x45 cm. Sotto: Gianni Depaoli, in occasione della mostra “Hope” ha creato e donato la nuova collezione “Anime Silenziose 2.1”, composta di 49 opere numerate, per una raccolta fondi a favore della Fondazione Tempia di Biella, che dal 1981 si occupa di prevenzione dei tumori, cura, assistenza dei malati e ricerca sul cancro.
Gianni Depaoli (1961). Artista materico, vive e lavora a Candia Canavese in un ex magazzino frigorifero, ribattezzato dall’artista Museo “Menotrenta”. Dal 2007 partecipa a mostre e installazioni sul degrado ambientale e umano, progetti itineranti sostenuti da musei e da Enti Istituzionali: Mare Nero Museo di Bergamo, Allarme Ambiente Museo di Scienze Genova, Rossomare Galleria di Arte Moderna di Genova, Biennale ItaliaCina, Biennale Venezia Padiglione Italia, Fondazione Piaggio, G.A.M. Genova, Ambasciata Monaco ospitano le sue opere. La nuova sperimentazione lo porta dal 2012 a utilizzare un materiale nobile organico, “le pelli e l’inchiostro dei pesci e cefalopodi”, che seleziona in Asia Sud Orientale e Nord Europa dove ha fatto esperienza. Premiato in numerose manifestazioni tra le quali la Biennale di Asolo, GemLucArt Montecarlo; invitato al Museo del Porto di Portofino con un’opera site-specific. Quando non è impegnato nel suo studio, si dedica alle sue altre passioni: legge libri d’arte, si rilassa dipingendo e ascoltando musica. È possibile contattarlo scrivendogli all’indirizzo di posta elettronica arte@giannidepaoli.it o Facebook e Instagram.
www.giannidepaoli.it Instagram.com/ giannidepaoli Facebook.com/gianni.depaoli.773
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Waldraut Hool-Wolf Un’anima profonda
L’
artista svizzera Waldraut Hool-Wolf afferma: “L’arte è la dipendenza della mia vita”. Questa frase è forse sufficiente per comprendere quanto si doni nel creare le sue opere, quanto di lei e del suo vissuto, dei suoi sentimenti e pensieri, si possa ritrovare nelle sue profonde creazioni. Molte le esposizioni a cui ha preso parte, in Svizzera a Zurigo, alla SwissArtExpo Art Festival e all’Euroairport durante Art Basel; in Italia a Ferrara, Genova, Tiepolo, Milano, Verona, Monreale, Palermo, Casacanditella (Chieti) e al The Jambo Street & Pop Art di Bologna. Successi anche in Germania, Austria, Spagna, Belgio, Regno Unito, oltre che in America, dove ha esposto a Walls Miami, New York e Washington DC. La sua carriera artistica è dunque
internazionale e vanta una buona critica (che l’ha premiata in diverse occasioni) oltre al successo con il pubblico. In questa pagina possiamo osservare entrambe le sue espressioni artistiche, con mezzi e tecniche differenti, sia in “Lady of the Hat” che nei due dipinti “The traces of memorie that never go away” e “Just a kiss in love forever”, notiamo subito come riflettano movimento, potenza, energia, possiamo dire anche coraggio: azioni e sentimenti forti, così come è forte l’urgenza di Waldraut di esprimersi e mostrare al pubblico l la propria anima. s w.hool@sunrise.ch w.hool_artist_wwdesign_art whoolwolf www.wwdesign.ch
Sopra: The traces of memorie that never go away 2021, tecnica mista su legno, 61x80 cm. Depending on the influence of light, the colors change and reflect the artwork In basso a sinistra: Just a kiss in love forever 2021, tecnica mista su legno, 61x80 cm. Depending on the influence of light, the colors change and reflect the artwork Sotto: Lady of the hat 2013, metallo, 3kg, 40x44cm. Depending on the influence of light, the colors change and reflect the artwork
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Tina Lupo
- www.tinalupo.it -
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Elisabetta Amoruso Le sue opere come specchi in cui riflettersi
“D
ecisamente originale e interattiva, indubbiamente insolita e fuori dal comune”, così la descrive la critica Anna Soricaro durante l’esposizione per il Premio Brera. Formatasi al liceo artistico di Firenze, ha poi frequentato alcuni corsi all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, sullo studio corpo-spazio-mente e psicoterapeutica artistica. Un passato da ballerina con formazione in danza classica e contemporanea, cura personale per la musica e il cinema, Elisabetta Amoruso è un’artista a tutto tondo, una pittrice e performer toscana che attualmente lavora e opera a Monaco di Baviera. Nota distintiva del suo operato è l’utilizzo frequente di codici QR scannerizzabili dagli spettatori che mostrano video di sue performance e digital art dove i suoni e la musica giocano un ruolo fondamentale trasportando le sue emozioni oltre la tela. “I codici QR sono il mezzo con cui io e lo spettatore interagiamo, non lo costringo a vedere un video, è lui che sceglie di aprirlo, sceglie di
ascoltarmi, sceglie di vedermi; è inoltre un modo per avere una sorta di simbolo distintivo che rende il quadro contemporaneo”, così si racconta Elisabetta alla Dott. sa Leonarda Zappulla, durante l’intervista per “I Narratori del Nostro Tempo” di Vittorio Sgarbi, progetto su cui sta attualmente lavorando. I suoi quadri sono autoritratti dove mostra le sue emozioni in modo nudo e crudo, la sua vita segnata da numerosi avvenimenti negativi conferisce alle sue opere una nota malinconica e struggente, ma sempre con una scelta cromatica romantica quasi onirica, in netta contrapposizione col dolore che esprimono le tele. Un segno forte e nervoso, lontano dalla formazione accademica, abbandona la cura per concentrarsi all’impatto, all’essenza, al sentimento e alla forza dei colori, sempre primari e brillanti che mescola direttamente sulla In alto: Certe macchie non le lavi via tecnica mista acrilico su tela + contenuto performativo tramite scan QRCode, 50x70 cm. A sinistra, dall’alto verso il basso: Mi guardo ma non mi vedo 2022, tecnica mista acrilico su tela +contenuto performativo tramite scan QRCode, 100x80 cm. Odette 2022, tecnica mista acrilico su tela + contenuto performativo tramite scanQrCode, 50x70 cm.
tela in modo istintivo. Lei stessa sostiene che il suo intento è rendere i suoi lavori degli specchi dove le persone possano guardarsi e sentirsi comprese e meno sole nel loro dolore. Attualmente espone la sua personale all’interno della Biennale di Asti, ma negli ultimi anni ha partecipato a diverse esposizioni e concorsi nazionali ed internazionali a Budapest, Berlino e Milano, prenderà parte inoltre al Tour Biennale d’Europa a Parigi, Barcellona, Londra e Venezia; inoltre è stata pubblicata su diversi cataloghi d’arte tra cui il manuale “España top Art Selection” per il mercato spagnolo. La sua ricerca è solo all’inizio e il suo obiettivo è includere sempre più elementi come la scultura e la fotografia, ma anche suoni, odori e l’uso del suo corpo che possano coinvolgere sempre più l gli spettatori. s
elisabettaamoruso@virgilio.it elisabettaamoruso ElisabettaAmorusoArtist elisabetta-amoruso.jimdosite.com
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Nuovi misteri a Bomarzo Le sculture di Cascella e Scarmiglia di
Flavio Ennante
U
n luogo mistico come il Sacro Bosco di Bomarzo, incontra l’arte contemporanea di Tommaso Cascella e Sandro Scarmiglia, nella mostra “Capsula del Tempo”, a cura di Serena Achilli. La mostra nasce dall’iniziativa congiunta tra il Sacro Bosco e l’Associazione Culturale Arte e Benessere di Bomarzo, ed anticipa un [1]
denso programma di eventi per il cinquecentenario della nascita di Vicino Orsini che ricorrerà nel 2023. Le sculture di Cascella e Scarmiglia si confrontano dunque in uno dei luoghi più suggestivi d’Italia, questo giardino surreale, straordinario e disorientante creato da Vicino Orsini nel 1552 (“Sol per sfogare il core”, dando inizio alla co[1] Opera di Tommaso Cascella Ph. Alessandro Calderoni [2] Opera di Sandro Scarmiglia Ph. Alessandro Calderoni [3] Orco Bomarzo. Ph. Sacro Bosco Parco dei Mostri
struzione di uno dei luoghi più enigmatici del Rinascimento), con opere in ferro e cemento che ripropongono proprio lo spaesamento che ogni visitatore può avvertire e subire nel Sacro Bosco di Bomarzo, attraversando così un ponte temporale che si riconnette direttamente a questo luogo. Questa mostra crea dunque un nuovo mistero e, con un cortocircuito temporale, fa proprio il messaggio cifrato lasciato dall’Orsini: creazione e mistero che si incontrano, un universo parallelo e fantastico sospel so nello spazio e nel tempo. s
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CAPSULA DEL TEMPO
16 luglio - 23 ottobre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Sacro Bosco di Bomarzo, Viterbo INFO T. +39 0761 924029 info@parcodeimostri.com Tutti i giorni Fino al 31 agosto 08.30 - 19.00 Dal 1 settembre 8.30 - tramonto
Mauro Andrenacci mavro-pitturart.webnode.it mavro_andrenacci
“Sezione” - 2022 - tecnica mista su tela - 100x120 cm.
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La Battaglia di Roncisvalle Un ritorno al suo antico splendore di
Mario Gambatesa
C
i sono volute 20.000 ore di lavoro e 25 persone, per un totale di 7 anni, per restaurare il grande arazzo quattrocentesco raffigurante la Battaglia di Roncisvalle, conservato al Museo Nazionale del Bargello. Restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure, il frammento di arazzo (4 metri per 5), fu tessuto da una manifattura dell’area franco-fiamminga, realizzato sul finire del XV secolo. L’arazzo, tagliato su tutti i lati, è un frammento di un panno verosimilmente lungo più di 10 metri: fa
parte del ciclo di arazzi con “Storie di Carlo Magno e di Orlando”, sotto forma di un complesso intreccio di cavalli e cavalieri, la fase iniziale dello scontro di Roncisvalle tra cristiani e saraceni narrato nel poema epico
la Chanson de Roland. Realizzata prevalentemente in lana e seta, l’opera si trovava, al momento in cui sono iniziati i lavori, nel 2013, in un pessimo stato di conservazione a causa del materiale pulverulento presente sulla superfi-
[1] Particolare dell’operazione di consolidamento delle trame [2] La “Battaglia di Roncisvalle” prima del restauro, fermata sul supporto dipinto [3] La “Battaglia di Roncisvalle” dopo l’operazione di pulitura per immersione: sono visibili le ampie lacune [4] La “Battaglia di Roncisvalle” dopo l’intervento di restauro
[2]
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cie, dei tagli, delle lacerazioni e soprattutto delle grandi lacune della struttura tessile. L’apparente completezza dell’opera, era infatti offerta da una tela rigida che, applicata sul retro, era stata dipinta in corrispondenza delle lacune. Il restauro ha interessato in primo luogo la rimozione del supporto e dei rammendi che creavano deformazioni e tensioni alla struttura tessile. Parallelamente è stata eseguita una prima pulitura attraverso una capillare macro-aspirazione dello sporco presente su tutta la superficie, che imbruniva i toni e rendeva le fibre secche e inaridite. Dopo aver cucito interamente [5] Particolare di una lacuna in corrispondenza del personaggio di Gondebue, prima del restauro [6] Particolare di una lacuna in corrispondenza del personaggio di Gondebue, dopo il restauro
l’opera su un supporto di rete rigida è seguita la pulitura per immersione acquosa recuperando idratazione e vivacità cromatica. Successivamente si è passati alla fase di consolidamento integrativo attraverso il reinserimento degli orditi e delle trame, dove mancanti. Così facendo è stato possibile restituire all’arazzo la tenuta meccanica ed il recupero estetico delle zone reintegrate. L’intervento è terminato con l’immissione a cucito di una tela di lino sul retro dell’arazzo, la foderatura e la predisposizione di un sistema di fissaggio indispensabile per essere esposto nella Sala dell’Armeria al Museo Nazionale del Bargello. Un lavoro tecnicamente complesso e minuzioso, che ha riportato al suo antico splendore l un gioiello di arte tessile. s
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ESTER CROCETTA
STATUS NATUS fili di acciaio e resina epossidica, uovo in resina verniciata, seme di Geditsia Triacanthos
estercrocett
estercrocetta.it
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Pompeo Batoni
Prometeo e Atalanta a Lucca di
Ettore Tiretto
D
ue dipinti molto importanti per la città di Lucca, per la sua storia e per la sua cultura, sono ammirabili nella mostra gratuita “Prometeo e Atalanta. Pompeo Batoni torna a Luc-
ca” fino al 2 ottobre 2022 nella Chiesa di San Franceschetto, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che le ha recentemente acquistate proprio con lo scopo di restituirle al territorio.
Queste due opere sono una testimonianza importante della passione per i temi mitologici di Pompeo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787), per lo più conosciuto come ritrattista, oltre che prove notevoli della sua prima maturità, quando era diviso tra gli studi condotti a Roma e le committenze della sua città natale (queste opere furono realizzare per il marchese Lodovico Sardini, tra il 1740 e il 1743), cui rimase sempre profondamente legato. La mostra è corredata da un l catalogo a cura di Liliana Barroero. s
PROMETEO E ATALANTA
Pompeo Batoni torna a Lucca 18 giugno – 02 ottobre 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Chiesa di San Franceschetto, Lucca Da venerdì a domenica 10.00 - 19.00 Pompeo Batoni - Minerva infonde l’anima alla figura umana modellata in creta da Prometeo Pompeo Batoni - Atalanta piange Meleagro morente
THOMAS WELTI WWW.WELTI-ART.CH
NEXT PRESENTATION 24/28.08.22 SWISSARTEXPO ZURICH SBB EVENT HALL, ZURICH
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BIANCOSCURO Serena - 2021, bronzo, 87x53 cm.
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Il Real Infante
Il ritratto di marmo alla Reggia di Caserta di
Flavio Ennante
N
ei primi mesi del 2021, nei depositi del Complesso vanvitelliano, fu ritrovato il ritratto in marmo di un neonato a grandezza naturale, opera di Giuseppe Sanmartino, identificato con il Real Infante Carlo Tito di Borbone, primogenito maschio del re Ferdinando IV e di Maria Carolina d’Austria. Sottoposta ad un accurato restauro nei laboratori del museo, l’opera è la ragione per l’organizzazione della mostra “Il Piccolo Principe. Giuseppe Sanmartino alla Reggia di Caserta”, visitabile nella Cappella Palatina. L’esposizione raccoglie opere di varia natura, legate ai giorni che videro la nascita dell’erede al trono del Regno di Napoli. Il progetto espositivo, a cura di Valeria Di Fratta e Tiziana Maffei, è stato definito con il contributo scientifico di Rosanna Cioffi, Riccardo Lattuada, Pierluigi Leone de Castris e Anna Maria Rao. Sono esposte ventisei opere d’arte provenienti da musei italiani e collezioni private, tra cui opere di prestigiosi artisti del Settecento come
Liani, Celebrano, Diano, Fischetti e Batoni, del quale sarà esibita l’Allegoria della morte dei due figli di Ferdinando IV e Maria Carolina, mentre una sezione
digitale mostra opere conservate presso l musei esteri. s
IL PICCOLO PRINCIPE
Giuseppe Sanmartino alla Reggia di Caserta 27 maggio - 11 settembre 2022 Reggia di Caserta INFO T. +39 0823 448084
Lunedì e da mercoledì a domenica 8.30 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.reggiadicaserta.cultura.gov.it
Girolamo Pompeo Batoni Allegoria della morte dei due figli di Ferdinando IV e Maria Carolina 1780, olio su tela, 175x288 cm.
MARIO ZAMMIT - LEWIS Mario Zammit-Lewis
alimarcpb@gmail.com
mariozammitlewis
“The river Girl” - 2020, olio su tela, 65x90 cm.
YouTube: Mario R. Zammit-Lewis
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Storia del Museo Torlonia Il collezionismo di antichità di
Mario Gambatesa
L
e Gallerie d’Italia (in Piazza Scala a Milano) e Museo di Intesa Sanpaolo, presentano la mostra “I Marmi Torlonia. Collezionare Capolavori. The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces”: 96 marmi della Collezione Torlonia (la più
importante raccolta privata di statuaria classica) in una grande esposizione che, con cinque nuove opere restaurate, inaugura il programma espositivo mondiale della Collezione. La mostra, aperta dal 25 maggio scorso fino al 18 settembre 2022, nasce da un accordo tra la Fon-
dazione Torlonia e il Ministero della cultura, con la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Statua di caprone in riposo marmo greco, 1,32x0,60 m. ©Fondazione Torlonia Ph.Lorenzo de Masi
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Paesaggio di Roma. QUESTA è LA VERSIONE FREE di La genesi della Collezione Torlonia si deve alla passione per ilBIANCOSCURO Rivista d’Arte collezionismo di antichità della Famiglia Torlonia, che trova Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE il suo compimento nella Fonin abbonamento e dazione istituita con lo scopo di preservare e promuovere “l’eredità nelle migliori fiere d’Arte. culturale della Famiglia per l’umaPuoi abbonarti o richiedere una copia online: nità” da tramandare alle generazioni future. Il percorso inizia con una spettacolare evocazione del artshop.biancoscuro.it Museo inaugurato dal Principe Alessandro nel 1875, collocato in via della Lungara, dove le 620 sculture erano esposte in 77 sale. Il maestoso sarcofago consolare dalla via Ardeatina accoglie i visitatori, con un gruppo di togati romani, negli spazi di grande respiro delle Gallerie, dove trova la sua ideale collocazione il colossale Dace prigioniero (simile agli esemplari del Foro di Traiano) accanto ai ritratti di Domiziano e di Antino, recentemente restaurati, parte della celebre galleria dei 122 busti della Collezione. Andando avanti si posso ammirare i marmi provenienti dalla bottega dello scultore Bartolomeo commercio di sculture antiche. da 112 pezzi, già esposto a Roma, Cavaceppi (1716–1799), che Il percorso espositivo termina con dialogherà con la scultura della testimoniano la sua grande e ap- una sezione interamente dedicata “Leda con il cigno”: in entrambe passionata attività di restauro e ai restauri, dove l’Ercole composto le opere saranno visibili immagini delle diverse fasi dell’intervento di pulitura, per raccontare le sfide che deve affrontare il restauro contemporaneo. Grazie a un accordo sottoscritto con la Fondazione, ed in virtù delle radici greco-romane del Marchio, Bul>>> In alto: Statua di divinità, c.d. Hestia Giustiniani marmo pario, h. 2 m. Collezione Torlonia ©Fondazione Torlonia Ph. Lorenzo de Masi Collezione Torlonia Grande tazza con Fatiche di Ercole durante il restauro, Elena Cagnoni ©Fondazione Torlonia Ph. Lorenzo de Masi
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biancoscuro <<< gari ha contribuito come main sponsor al restauro delle opere già esposte nella Mostra Capitolina, che sono state riportate al loro originario splendore dopo uno scrupoloso lavoro di studio presso i Laboratori Torlonia.
Una mostra, dunque, che mette in luce delle opere di unica fattura, ed inoltre riesce a far comprendere a pieno la necessità del restauro e tutta la conoscenza che si riesce a ricavare grazie a tali inl terventi conservativi. s
Sopra: Statue di Satiro e Ninfa replica del gruppo dell’Invito alla danza Collezione Torlonia ©Fondazione Torlonia Ph. Lorenzo de Masi A destra: Vecchio da Otricoli su busto moderna marmo lunense, h.0,75 m. ©Fondazione Torlonia Ph. Lorenzo de Masi
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Collezionare Capolavori
25 maggio - 18 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Gallerie d’Italia, Milano INFO T. 800 167619 info@gallerieditalia.com Da martedì a domenica 9.30 - 19.30 Giovedì 09.30 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.gallerieditalia.com
Paola
ESPOSITO p.expo_art p.expo_art
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE
ALKIMIA 2021, plexiglas e marmoOrdina la versione cartacea o PDF su
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Bruno Munari
ANASTASIA YANCHUK
Segni e disegni a Mantova di
Rebecca Maniti
“
Quanti segni ci sono per fare i disegni? Che importanza ha il segno per il disegno?
”
Bruno Munari
A
lla Galleria Corraini di Mantova tornano gli “Scarabicchi” di Bruno Munari, insieme a opere, serigrafie e prodotti editoriali esclusivi come il menabò originale di “Prima del disegno” (una collana creata da Munari per Corraini negli anni ‘90) che arricchiscono il percorso della mostra interamente dedicata al suo segno. Per Munari, alla radice del progetto e del disegno, i segni sono le prime formulazioni di un pensiero da ricombinare in infinite variazioni, come quelli tracciati e raccontati nella sopracitata collana, e come gli scarabocchi che illustrano “Favole al telefono” di Gianni Rodari, che mostrano le possibilità espressive di una scrittura primaria e automatica. Così come nelle tappe precedenti a Milano, e Bologna, nello spirito della sperimentazione e della creatività che ha sempre contraddistinto il lavoro di Bruno Munari, la mostra è arricchita da un dialogo tra gli Scarabicchi ed altre forme di improvvisazione: quelle della musica e della danza, insieme al coreografo e ballerino Virgilio Sieni ed al musicista Paolo Fresu, che racconta la sua esperienza:“L’input In questa pagina, due opere di Bruno Munari Courtesy Galleria Corraini
NATI
MAGNOLY febbraio/marzo 2020 tecnica mista 60x60x3,5 cm.
vero è stato riflettere sul senso dello “scarabocchio” inteso come manualità e attività gestuale, luogo di confine tra la creatività di un artista e il gesto che ognuno di noi può fare quando è annoiato. Il gesto però non è mai casuale, ha sempre un riferimento a un pensiero che rappresenta quello che siamo. Questo processo è molto simile a quello che succede con la musica, quando io suono qualcosa rappresento quello che sono, la musica è la fotografia esatta del mio essere. Il gesto poi è suono, non c’è un suono senza gesto, non c’è l inizio di processo creativo senza gesto”. s
SCARABICCHI
Segni e disegni di Bruno Munari 01 giugno - 26 agosto 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto)
NAKED FEELINGS ottobre 2021 tecnica mista 60x60 cm.
Galleria Corraini, Mantova INFO T. +39 0376 322753 galleria@corraini.com Da martedì a sabato 9.00 - 13.00 / 16.00 - 19.00
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Paesaggio, ritratto e natura morta Un dialogo tra Ottocento e contemporaneo di
Daniela Malabaila
“
L’opera d’arte è creatura che non può appartenere soltanto al suo possessore ma, in certo modo, a tutti che possono trarne diletto e ammaestramento, è datrice di felicità e fattrice di progresso, appartiene all’umanità.
P
aesaggio, ritratto, natura morta: sono tre dei generi più frequentati dagli artisti di ogni tempo, punti fermi che accompagnano da secoli la storia dell’arte, al di là di movimenti e correnti. La mostra “Tra Ottocento vigezzino e arte contemporanea. Paesaggio, ritratto, natura morta” indaga proprio questi tre temi, instaurando un dialogo aperto tra l’Ottocento ed il contemporaneo.
”
Giuseppe Pellizza da Volpedo
Aperta al pubblico fino al 4 settembre presso gli spazi di Casa De Rodis, a Domodossola, è organizzata da Collezione Poscio (Collezione fondata da Alessandro e Paola Poscio, specializzata in pittura di fine ‘800 - inizio ‘900) e Fondazione Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, ed è curata da Giorgio Caione. Paola Poscio così ci racconta la rassegna: “La mostra nasce dalla convinzione del profondo legame tra passato e presente e vuole essere
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Puoi
la storia dell’arte nel suo divenire, QUESTA è LA VERSIONE FREE di consapevoli che il gusto e l’estetica BIANCOSCURO Rivista d’Artesono variabili imprescindibili di ogni tempo e società.” Trovi la versione completa, Lungo il percorso espositivo troCARTACEA o DIGITALE viamo i capolavori dei Maestri in abbonamento e vigezzini (cuore della Collezione nelle migliori fiere d’Arte. Poscio): Alfredo Belcastro, Camillo Besana, Stefano Biotti, abbonarti o richiedere una copiaEnrico online: Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara, Loartshop.biancoscuro.it renzo Peretti Junior, Gian Maria Rastellini e Giacomo Rossetti. In dialogo con loro, le opere contemporanee di Stefano Anchisi, Cornelia Badelita, Romina Bassu, Hubert Blanz, Enzo Cucchi, Antonio De Luca, Marlin Dedaj, Özgür Demirci, Otto Dix, Serena Gamba, Piero Gilardi, Gioberto Noro, Alessandro Gioiello, Sea Hyun Lee, Robert Mapplethorpe, Mary McIntyre, Aldo Mondino, Fabio Roncato, Marcus Schaller. Vallate, alpeggi >>>
un colloquio aperto e libero da schemi prefissati. Le opere esposte indagano sulla possibilità di evocare i modelli del passato conferendo loro vita nuova e forme attuali. È infine uno spunto per riflettere sul concetto di continuità dell’arte, pur nella sua relatività, per contemplare A sinistra: Giovanni Battista Ciolina Controluce olio su tela, 42,5x56 cm. Collezione privata Markus Schaller Figure 1996/1997, scultura in ferro, h. 135 cm. Collezione privata. Courtesy Meb Arte Studio Sopra: Alessandro Gioiello Volto #8 2018, collage (stampe Fine art su carta Hahnemühle), 37,5x33 cm. A destra: Piero Gilardi Cachi 1986, poliuretano espanso, 50x50 cm. Collezione privata. Courtesy Meb Arte Studio
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QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte. Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it <<< e montagne dipinti en plein air si confrontano con polaroid, paesaggi scomposti e ricomposti fatti di circuiti, microchip e immagini ottenute da scatti satellitari. “Ancora oggi, visitando gli studi degli artisti e le mostre di arte contemporanea, ci si trova di fronte (insieme a molteplici ed eterogenee categorie di lavori) a opere che vengono definite e raccontate come paesaggio, ritratto, natura morta. Esse condividono la caratteristica di
attraversare i secoli permettendo di unire sponde spesso considerate eccessivamente distanti come l’Ottocento e il contemporaneo. A questa mostra il compito di costruire un piccolo, ma significativo, ponte.”, spiega Caione, e visitando la mostra possiamo affermare che l’intento è perfettamente riuscito: epoche diverse che si connettono grazie all’arte, possiamo vedere con i nostri occhi il collegamento (“come un piccolo pon-
te”) che si crea lungo il percorso espositivo, sia esso tematico, l simbolico od emotivo. s In alto a sinistra: Romina Bassu Il silenzio è d’oro 2013, acrilico su tela, 40x30 cm. Collezione privata. Courtesy Meb Arte Studio In alto a destra: Gian Maria Rastellini Sognando 1891, olio su tela, 65,5x94 cm. Collezione privata A sinistra: Enzo Cucchi Dalla serie “Il Vesuvio è il padre di tutte le nuvole del mondo” 1994, matita e carboncino su carta 23x30,5 cm. Collezione privata. Courtesy Meb Arte Studio
TRA OTTOCENTO VIGEZZINO E ARTE CONTEMPORANEA Paesaggio, ritratto, natura morta 02 luglio - 04 settembre 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Casa De Rodis, Domodossola INFO T. +39 347 7140135 info@collezioneposcio.it Venerdì 15.00 - 19.00 Sabato e domenica 10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.collezioneposcio.it
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Pablo Picasso
Un’opera esclusiva a Palazzo Rhinoceros di
Ettore Tiretto
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Pablo Picasso Le peintre et son modèle en plein air 1963 olio su tela 81x65 cm. Collezione Intesa Sanpaolo
a Fondazione Alda Fendi – Esperimenti propone un dipinto del 1963 mai esposto nella Capitale e normalmente non visibile al pubblico: “Le peintre et son modèle en plein air” di Pablo Picasso, proveniente dalla collezione Intesa Sanpaolo Gallerie d’Italia - Milano. Prosegue così l’omaggio al genio malagueño che anticipa il 2023, “anno picassiano” nel cinquantenario della scomparsa del pittore, dopo la precedente esposizione de “Giovane donna” proveniente dall’Ermitage. Il dipinto è presentato al pubblico in una mostra intitolata “Picasso va, Picasso arriva”, allestita presso gli spazi espositivi di Rhinoceros gallery fino al 16 ottobre 2022. Il percorso espositivo si svolge attraverso tutti i piani e attraversa l’intero palazzo. La Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, con Raffaele Curi che ne traccia la linea artistica, dissemina e diffonde le sue interferenze in una piattaforma espositiva multimediale. Arti visive e performative riuniscono le due patrie e le due anime dell’artista: lungo
il percorso espositivo, si apre una finestra sul Café de Flore di Parigi, mentre i colori picassiani della Spagna accarezzano i volti degli spettatori. Si intrecciano e si fondono così le due anime di Picasso e i suoi due Paesi, Spagna e Francia, che il prossimo anno saranno uniti nella celebrazione dei 50 l anni dalla morte dell’artista. s
PICASSO VA, PICASSO ARRIVA 10 giugno - 16 ottobre 2022 Rhinoceros gallery, Roma INFO T. +39 06 6797434 Da martedì a domenica 11.00 - 24.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.rhinocerosroma.com
SVETLANA BORISOVA “… Svetlana proviene dal Nord della Siberia, la culla dello sciamanesimo che fu primariamente una pratica femminile: ella fa riferimento a quella precisa pratica magica in cui la donna funge da medium tra il naturale ed il sovrannaturale…” Prof. Angelo Crespi
La Notte della Luna Piena - 2020, olio su tela, 100x100 cm.
svetlana@triadeconsulting.it
svetlanaborisova2814
artistsvetlanaborisova
svetlanaborisova.com
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In queste pagine: alcune viste della mostra Ph. Ela Bialkowska Okno Studio
Cinquant’anni di SCHEMA Una storia espositiva e culturale di
Mario Gambatesa
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l Centro per l’arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta, dall’11 giugno scorso fino al prossimo 9 ottobre, un’ampia selezione di opere originali e documenti d’archivio, per ricordare il 50° anniversario della Galleria Schema, spazio di ricerca delle neoavanguardie nazionali e internazionali a Firenze, nella ricorrenza del centenario di nascita del suo fondatore, l’artista Alberto
Moretti. La Galleria Schema fu inaugurata a Firenze nel febbraio del 1972 con una mostra antologica del gruppo di architetti radicali di Superstudio. Sin dall’apertura, Schema, spazio di ricerca fortemente orientato alla promozione delle neo avanguardie nazionali e internazionali, si è contraddistinta per le audaci proposte espositive contribuendo, attraverso la propria produzione editoriale, al rinnovamento dei consueti
strumenti di informazione e di comunicazione artistica. Si tratta della prima mostra museale interamente dedicata all’attività sperimentale della galleria e all’opera concettuale e antropologica dell’artista. Ideata da Stefano Pezzato, responsabile di collezioni e archivi del Centro Pecci, e realizzata dal museo in collaborazione con Raul Dominguez, co-fondatore di Schema e direttore di Fonda-
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zione Alberto Moretti/Galleria Allan Kaprow. La sezione interQUESTA è LA VERSIONE FREE di Schema di Carmignano, la monazionale include opere originali Rivista d’Arte stra fa seguito alle recenti espo-BIANCOSCURO dei maggiori protagonisti della sizioni del Centro Pecci dedicate Conceptual Art: le azioni fotola versione completa, all’architettura radicale, di cui Trovi grafiche di John Baldessari, il CARTACEA o DIGITALE Schema è stata in realtà una for- racconto immaginario di Les Lete cassa di risonanza in Italia nei vine,inle abbonamento immagini ed i testie“pubnelle migliori fiere d’Arte. primi anni Settanta. blicitari” di Dan Graham e le riIl percorso espositivo si articola flessioni e installazioni di Art & Puoi abbonarti o richiedere unaanche copia online: in diverse sezioni, partendo tro- Language. Sono presenti viamo quindi le visioni di Super- lavori di artisti affermati come, SCHEMA 50 artshop.biancoscuro.it studio, Ugo La Pietra e Gianni Joseph Beuys, Sol LeWitt, Ben UNA GALLERIA FRA LE NEO-AVANGUARDIE (1972-1994) Pettena, a significative ricerche Vautier ed i “poveristi” Giulio 11 giugno - 09 ottobre 2022 concettuali tra cui spiccano opere Paolini, Giuseppe Penone, Gil(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) di Vincenzo Agnetti, Ketty La berto Zorio. Fra gli artisti in moCentro per l’arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato Rocca e Giuseppe Chiari, in mo- stra anche Dorothee Von Winstra sono documentati interventi dheim, Dorothea Rockburn, INFO T. +39 0574 531915 controversi e unici di Gino De Anna Oppermann, Dennis OpDominicis e Jannis Kounellis, penheim e Luciano Bartolini. Da mercoledì a domenica 11.00 - 20.00 di Vettor Pisani, Luigi Ontani e Si tratta quindi di un importante Inquadra con il tuo smartphone della compagnia Il Carrozzone; capitolo espositivo degli ultimi il codice QR per collegarti al sito ma anche memorabili azioni soli- 50 anni, che mette a confronto www.centropecci.it ste di Vito Acconci e Urs Lüthi, il passato con il presente, con oniriche performance di Joan Jo- visioni innovative che diventanas, Terry Fox e Chris Burden, no al tempo stesso una premessa l un happening ideato e diretto da per il futuro. s
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Christian Frosi Una mostra a 10 anni dal ritiro di
Flavio Ennante
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a GAMeC di Bergamo presenta una mostra dedicata all’artista milanese Christian Frosi, a dieci anni dal suo ritiro dal mondo dell’arte. “La Stanza Vuota”, mostra a cura di Nicola Ricciardi, sarà visitabile sino al 25 settembre, ed è la prima esposizione museale dedicata a Frosi, che durante la sua attività ha collezionato diverse esperienze eccellenti. L’inizio del percorso di Frosi è facilmente documentabile e coincide con la conclusione degli studi a Brera nel 1999, mentre le sue ultime tappe professionali sono, a partire dal 2012, sempre meno rintracciabili. Da quell’anno, seppur non ci sia un momento preciso, Christian Frosi smette di essere un artista: sceglie di
non produrre, di non partecipare, di sottrarsi alla storia dell’arte, alle sue circostanze e ai suoi attori. Frosi si è lentamente
e inesorabilmente reso irraggiungibile, troncando qualsiasi comunicazione con il mondo dell’arte. Prima di ciò lo si è potuto seguire nelle sue numerose mostre personali sia in Italia che all’estero e con la partecipazione ad alcune delle collettive che hanno finito per definire gli artisti italiani della sua generazione. GAMeC ha raccolto, e presenta per la prima volta insieme, oltre 30 opere, realizzate in poco più di dieci anni di attività, che raccontano la transitorietà, elemento costante della sua produzione artistica. Il percorso di Tutte le immagini sono: Christian Frosi - La Stanza Vuota Veduta dell’installazione - GAMeC, Bergamo, 2022. Ph. Lorenzo Palmieri Courtesy GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
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CHRISTIAN FROSI . LA STANZA VUOTA GAMeC, Bergamo June 10 - September 25,è2022 QUESTA LA VERSIONE
FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte withdrawing ve exhibitions that have come to defi-
en years after from the art world, from June 10, 2022, GAMeC in Bergamo focuses on Christian Frosi (Milan, 1973) with the solo show “La Stanza Vuota”, curated by Nicola Ricciardi. On the occasion of this first museum exhibition of his work after so many years, GAMeC has brought together over 30 works to display, produced in a little over ten years of activity, describing the sense of transience: a constant element in his artistic production. The exhibition path includes works that have become iconic, such as the cloud of foam produced for his first solo show in Milan (Foam, 2003) and other lesser known works, all articulated according to principles of precariousness, fleetingness, and evanescence, which also characterized the artist’s early career. The start of Frosi’s career is easily documentable and coincides with the conclusion of his studies at Brera in 1999, while since 2012, his professional development has been ever less traceable. In that year, although in no precise moment, Christian Frosi ceased to be an artist: he chose not to produce, not to participate, to subtract himself from the history of art, the art scene and its players. Frosi slowly but surely made himself unreachable, cutting off all communication with the art world, for no obvious reason joining the ranks of the dropouts, of those who, in Alexander Koch’s definition, “at given moment X were locatable in the field of art, and at moment Y, later in time, were no longer so.” Frosi’s moment X coincides with numerous solo exhibitions both in Italy and abroad and with his participation in some of the collecti-
ne the Italian artists of his generation:
Trovi lafirst versione completa, from the Turin Triennial, curated byCARTACEA Francesco Bonami and Carolyn o DIGITALE Christov-Bakargiev (2005), to Sindroin abbonamento e me Italiana, la jeune création artistique nelle migliori fiere d’Arte. italienne at the Magasin - Centre National d’Art contemporain in Grenoble (2010), to Fuoriclasse, the exhibition at the Galleria d’Arte Moderna in Milan curated by Luca Cerizza and dedicated to the students of Alberto Garutti. His moment Y, however, coincides with the present day. The decision to focus on Frosi after almost ten years of silence and inaccessibility, stems first of all from the need to remember, protect and preserve his work so that we can continue to observe, contextualize, and perhaps better understand the artist. The second reason lies in the will to interpret his invisibility in the light of an artistic and social present in which one is called upon to always be there, in which silence is an increasingly impervious and rare choice. Observing these practices helps us to understand the countless nuances that disappearance and emptiness may take on in art, which in the case of Christian Frosi find compensation in his enigmatic and transient production, capable of dominating the Italian scene for ten years and which is now presented at GAMeC. La Stanza Vuota is accompanied by a publication, published by Lenz Press and GAMeC, bringing together the work of Cristian Frosi with the human and artistic vicissitudes of other famous dropouts over the last 50 years: from Marcel Duchamp to Agnes Martin, and from Lee l Lozano to Charlotte Posenenske. s
Puoi abbonarti o richiedere una copia online:
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mostra comprende lavori diventati iconici, come la nuvola di schiuma prodotta per la prima personale a Milano (“Foam”, 2003), e altri meno conosciuti, tutti costruiti attorno a principi di precarietà, fuggevolezza, evanescenza, che ritroviamo anche nella carriera dell’artista. Frosi ha utilizzato diversi materiali e tecniche per creare installazioni, sculture, video, lavori sonori, rifacendosi al luogo e alle caratteristiche degli spazi in cui doveva agire, e proprio questa sua caratteristica lo collega idealmente all’artista protagonista di un’altra mostra di GaMeC ospitata a Palazzo della Ragione, quella di Anri Sala. >>> 61
biancoscuro <<< “La Stanza Vuota” si completa di una pubblicazione, edita da Lenz Press e GAMeC, che inquadra il lavoro di Christian Frosi in relazione alle vicende umane e artistiche di altri celebri dropout (coloro che, nella definizione di Alexander Koch: “In un
determinato momento X sono stati localizzabili nel campo dell’arte e in un momento Y, successivo nel tempo, non lo sono stati più”) degli ultimi cinquant’anni: da Marcel Duchamp ad Agnes Martin, da Lee Lozano a Charlotte Posel nenske. s
CHRISTIAN FROSI La stanza vuota
10 giugno – 25 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) GAMeC, Bergamo INFO T. +39 035 270272 biglietteria@gamec.it Lunedì e da mercoledì a venerdì 15.00 - 19.00 Sabato e domenica 10.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.gamec.it
Christian Frosi La Stanza Vuota Veduta dell’installazione - GAMeC, Bergamo 2022 Ph. Lorenzo Palmieri Courtesy GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
LOREDANA BOLDINI
Loredana Boldini - “CIN CIN” - 2021, acrilico su tela, 50x60 cm.
loredana@loredanaboldini.it
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www.loredanaboldini.it
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Gianni Cella e Corrado Bonomi QUESTA è LA VERSIONE FREE di Mostra diffusa a Cannobio BIANCOSCURO Rivista d’Arte di Vincenzo
Chetta
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Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e Canno- nelle d’Arte. site-specific, fronte migliori a un gioco fiere dell’intelligen-
a Città di evidenziando conbio ospita, fino al 24 za e dell’arte che svela paradossi e vergenze, differenze ed unità di l abbonarti o richiedere unasucopia online: settembre Puoi la mostra delle personali poetiche. s contraddizioni, ovvero verità sé intenti diffusa “Corrado Bo- stessi e sulle cose del mondo”, afartshop.biancoscuro.it nomi, Gianni Cella. ferma Parachini. Riflessioni Plastiche. Il gioco Guardando al titolo della mostra, delle cose che diventano Arte”. possiamo comprendere quanto Con la cura di Fabrizio Parachi- sia giusto parlare di “riflessioni”, ni, questa rassegna è un vero e perché il lavoro dei due artisti naproprio dialogo tra alcuni luoghi sce sempre da riflessioni su speciemblematici dell’abitato di Can- fici temi della condizione umana, nobio e le opere tridimensionali ma anche perché la realizzazione di Bonomi e Cella, interpreti di una mostra diffusa richiede una di un post-concettualismo e di riflessione sul luogo prescelto, sul un concettualismo ironico che suo tessuto urbanistico, culturale utilizza una figuratività ed una e sociale. I linguaggi espressivi narrativa di immediata lettura per dei due artisti si intrecciano tra veicolare riflessioni profonde e loro, nelle diverse installazioni sostanziali sia sull’umanità attuale che sull’arte che ne è da sempre Alcune immagini della mostra: Corrado Bonomi - Roseto espressione. “In tutte queste installazioni c’è Gianni Cella - Caos primigenio certamente una sottile ironia, ma Gianni Cella - Fratelli Marx anche una sfacciata sincerità, Sotto: Corrado Bonomi - Aeroplanone e il sorriso che esse provocano non ha nulla a che fare con una risata sguaiata, al contrario, è il segno della sorpresa che si prova di CORRADO BONOMI, GIANNI CELLA. RIFLESSIONI PLASTICHE.
Il gioco delle cose che diventano Arte 18 giugno – 24 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) mostra diffusa, Cannobio INFO info@cannobiocultura.it Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.riflessioniplastiche.it
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Adriano Attus a Milano I suoi Numerismi alla Cesare Ponti di
Ettore Tiretto
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l primo appuntamento di Banca Cesare Ponti Art Projects è la mostra personale di Adriano Attus, artista e Direttore Creativo de Il Sole 24 Ore: “Numerismi”. L’evento celebra i 150 anni di attività della Banca Cesare Ponti, nella sua storica sede di Milano, fino al 28 ottobre 2022. L’esposizione, a cura di Rosa Cascone, con il Patrocinio del Comune di Milano, è un progetto inedito realizzato in collaborazione con l’As-
sociazione Culturale Anabasi, affiancata dall’expertise del team arte di Pavesio e Associati with Negri-Clementi. La mostra è composta da una selezione di lavori esemplificativi della produzione di Attus, con opere delle serie “Neometrie” e “Numerage”, accanto a installazioni site-specific eseguite per l’occasione. Tra queste l’opera “150”, appositamente creata per celebrare l’anniversario della nascita di Banca Cesare Ponti, e la serie
“Planetario Numerico”, presentata al pubblico in formato cartaceo e digitale NFT, fruibile su schermi. Concepito strettamente in relazione al contesto della Banca, il percorso espositivo offre una fruizione inconsueta delle opere e del luogo, non solo per i clienti di Cesare Ponti, ma anche per i visitatori che avranno eccezionalmente la possibilità di percorrere questi preziosi spazi e la mol stra, con visita su prenotazione. s A sinistra: Adriano Attus Circles, dalla serie Neometrie 2018-2022, tessere di carta stampate su cartoncino, montaggio su lastra d’acciaio verniciata a polvere, 72x72x3 cm. Courtesy Galleria L’Affiche - Milano Adriano Attus - Labyrinth, dalla serie Neometrie, 2018-2022, tessere di carta stampate su cartoncino, montaggio su lastra d’acciaio verniciata a polvere, 80x80x3 cm. Courtesy Galleria L’Affiche - Milano Sotto: Adriano Attus Planetario Numerico 2021, acrilico su cartoncino
NUMERISMI
Mostra personale di Adriano Attus 07 maggio - 28 ottobre 2022 Banca Cesare Ponti, Milano INFO eventi@bancaponti.it prenotazione obbligatoria Lunedì, mercoledì e venerdì 14.45 - 16.15 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.anabasi.art
Rosanna Carlini rcsinclair68@yahoo.it cr_rosannacarlini virtualgallery.biancoscuro.it/rosanna-carlini
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- Omaggio a Monica - 2022, olio su tela, 30x40 cm. Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it
Armanda Verdirame
Sito archeologico 2022 composizione grafica su tela di Lucia Mazzilli e installazione con vari elementi di terracotta su specchio, 100x100x50 cm.
armandaverdirame@libero.it
ROSA MARIA FALCIOLA
BROKEN SPACE 1 2020, acrilico e penna china, 20x30 cm.
falciola@rosamaria-falciola.it
rosamariafalciolaart
rosamaria.falciola.35
www.rosamaria-falciola.it
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Giorgio Laveri Le sue opere al MIDeC di
Daniela Malabaila
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l Museo Internazionale del Design Ceramico e la Galleria d’arte Ottonovecento, presentano la mostra “L’oro di Giorgio”, una selezione di 40 opere del periodo gigantista dell’artista internazionale Giorgio Laveri. Il Vicesindaco e Assessore alla cultura e turismo Mario Iodice commenta appassionato: “Siamo molto contenti di poter ospitare al MIDeC le opere dell’artista Giorgio Laveri, collaborando con la locale Galleria d’arte Ottonovecento. Il nostro Museo di Palazzo Perabò è uno scrigno prezioso della tradizione ceramica e dell’identità territoriale, ma deve essere sempre pronto a intercettare le nuove tendenze del design contemporaneo e la sua missione è quella di coniugare passato e presente, in costante proiezione verso il futuro”. Con questo intento di dialogo tra
epoche, tecniche e stili diversi, il MIDeC diventa la location ideale per accogliere le opere di Laveri, opere che provengono dai nostri ricordi, dal presente e dall’immaginato, e che giocano con noi per svelare il loro prezioso segreto, che non è solo nell’oro utilizzato per rifinire le
opere, ma è nel messaggio che vogliono trasmettere. Il temperino, la matita, la caffettiera, il rossetto, il dado: la quotidianità degli oggetti scolpiti viene ingigantita, dilatata fino a pervadere il mondo dei nostri desideri, quello della preziosa finzione dell’arte, l del cinema, dell’oro. s
Sopra: Tita - 2017, ceramica smaltata con interventi al terzo fuoco in oro zecchino, 61 cm.
L’ORO DI GIORGIO GIORGIO LAVERI
08 luglio – 21 agosto 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MIDeC, Cerro di Laveno Mombello INFO T. +39 0332 625551
Sotto: Rino - 2017, ceramica smaltata con interventi al terzo fuoco, 16x38x23 cm.
Da martedì a giovedì 10.00 - 12.30 Venerdì e sabato 15.00 - 20.00 Domenica 10.00 - 13.00 / 14.30 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.midec.org
L’Artista Giorgio Laveri a fianco della sua famosa opera “Truka” Ph.Chiara Cadeddu
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Fantasmi e altri misteri
Nuovo capitolo espositivo del progetto “Fumetti nei Musei” del Ministero della Cultura di
Rebecca Maniti
È
arrivato anche a Torino, ai Musei Reali, il nuovo capitolo espositivo del progetto del Ministero della Cultura, guidato dal Ministro Dario Franceschini, nato per avvicinare i più giovani (ma non solo) ai luoghi della cultura italiani tramite la matita e le storie di alcuni dei più celebri e promettenti fumettisti nazionali: “Fantasmi e altri misteri” è in scena alla Galleria Sabauda fino all’11 settembre ed
espone le tavole più spaventose di venti brillanti autori italiani. Curata da Mattia Morandi, Chiara Palmieri e Simona Cardinali, la mostra si ispira al fumetto di Lorena Canottiere, “Io più fanciullo non sono”, ambientato proprio nei Musei Reali, che vede come protagonista il Principe Eugenio di Savoia-Soissons, il “filosofo guerriero”, come lo definì Rousseau, e colto collezionista d’arte, che contribuì ad arricchire le stanze dei Musei Reali. Lorena Canot-
tiere così commenta: “Il passato, nei musei, è solamente la superficie. Appena oltre esiste uno spazio in cui il passato diventa presente e futuro allo stesso tempo. La magia fu diventare Eugenio, essere lui e dunque vivere come presente e futuro un’epoca che continuava ad essere il passato rispetto al mio quotidiano. È questo l’invito che ci offrono i musei, sempre”. Il Ministro Franceschini: “Questo progetto, oltre a raccontare i musei con un nuovo linguaggio
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RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it
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e lasciare libera la fantasia di alcuni tra i migliori fumettisti italiani, dimostra anche come investire sulla tutela e sul passato possa essere un’occasione per dare maggiore impulso alle industrie culturali e creative e ai giovani artisti. Un progetto innovativo al quale il Ministero tiene molto”. Dopo le prime mostre all’Istituto Centrale per la Grafica, al Santuario di Ercole Vincitore di Tivoli, al Lucca Comic & Games 2021, e dopo l’approdo dei 52 autoritratti degli autori dei fumetti agli Uffizi, continua così il racconto della contemporaneità del patrimonio italiano attraverso la Nona arte. Un approccio interessante l che merita di venir replicato. s In queste pagine, alcune viste della mostra “Fantasmi e altri misteri” allestita presso la Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino
FANTASMI E ALTRI MISTERI Fumetti in mostra
17 maggio - 11 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Musei Reali di Torino - Galleria Sabauda, Torino INFO T. +39 011 19560449 Da martedì a domenica 9.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museireali.beniculturali.it
Igor Grigoletto w w w . i g o r g r i g o l e t t o . i t Grigolettoarte
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“Lacquared glass Il 2020” - 2021 - smalti su vetro - 20x20 cm.
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Anri Sala a Bergamo La sua arte in dialogo con Palazzo della Ragione di
Ettore Tiretto
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ino al 16 ottobre, presso Palazzo della Ragione a Bergamo, è possibile immergersi nella mostra dedicata a Anri Sala, il celebre artista di origini albanesi la cui ricerca indaga le fratture nell’ambito del linguaggio, della sintassi e della musica, favorendo dislocazioni creative che generano nuove interpretazioni della storia e soppiantando vecchie finzioni e narrazioni con dialoghi meno espliciti e più equilibrati. Questo è il quinto anno conse-
cutivo che GaMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo “abita” questa prestigiosa sede, e lo fa con un progetto espositivo davvero coinvolgente: “TRANSFIGURED”. Sala ha interpretato il contesto architettonico del Palazzo della Ragione “non come un semplice contenitore, ma come un organo attivo” e qui, partendo dalla sua più recente installazione audio-visiva, “Time No Longer”, attiva un intenso dialogo con l’iconica Sala delle Capriate. Per l’artista ogni spazio fisico può
portare con sé valori e memorie che, di volta in volta, l’interazione con l’opera d’arte può riattivare. Nel caso della Sala delle Capriate, tale dinamica trova un ulteriore sviluppo in relazione alla storia secolare dell’edificio (il primo Palazzo Comunale d’Italia, trasformato in Palazzo di Giustizia Sopra. Anri Sala - Transfigured Veduta dell’installazione - Palazzo della Ragione | GAMeC, Bergamo, 2022 Ph. Lorenzo Palmieri Courtesy GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Copyright Anri Sala by SIAE 2022
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ANRI SALA. TRANSFIGURED Palazzo della Ragione, Bergamo - June 10 - October 16, 2022
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or the fifth year in a row, GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo returns to the prestigious Palazzo della Ragione, the beating heart of the old town, with a new exhibition by Anri Sala, the celebrated Albanian-born artist, who has created a thoughtful dialogue with the iconic Sala delle Capriate based on his most recent film and sound installation: Time No Longer. Adopting an operating method exploited previously on other occasions, Sala interprets the architectural context “not as a mere container but as an active organ.” In the artist’s view, every physical space may enshrine values and memories that, from time to time, interaction with the artwork may reactivate. In the case of the Sala delle Capriate, this dynamic is further developed (with a sort of amplification of the effect) in relation to the centuries-old history of the building—the first municipal palazzo in Italy, then transformed into the Palace of Justice under the Republic of Venice—and the ancient frescoes it contains. Projected onto a 16-meter long suspended screen, Time No Longer focuses on the image of a record player floating in a space station. Anchored only to the electrical power cable, the turntable plays a new arrangement of Quartet for the End of Time: the composition by French musician Olivier Messiaen, considered to be his most famous musical work,
composed in captivity. During World War II, Messiaen (1908-1992) was captured in Verdun and taken prisoner in a German camp. It was during this time that he wrote Quartet for the End of Time, presenting it for the first time in 1941—together with three other musicians who had also been imprisoned—before an audience of only prisoners and guards. In particular, for the creation of Time No Longer, Sala drew inspiration from the quartet’s only solo movement, “The Abyss of the Birds,” written for clarinet and played by his Algerian comrade and musician Henri Akoka. The dimension of solitude and constraint of Henri Akoka’s clarinet is echoed by the story of Ronald McNair’s saxophone. In 1986, McNair, one of the first black astronauts to reach space and a talented professional saxophonist, planned to play and record a solo on board the Space Shuttle Challenger. This would have been the first original piece of music recorded in space had the spacecraft not disintegrated just seconds after liftoff, tragically killing all the astronauts on board. A technological jewel, the shuttle thus displayed all its tragic fragility, evoking the vulnerability of Messiaen’s prisoner status. In collaboration with musician André Vida, and sound designer Olivier Goinard, Anri Sala thus creates a duet between two instrumental voices: a performance without a performer where the clarinet merges at times with the saxophone, uniting
two moments distant in history and time, but joined by a profound sense of solitude and at the same time one of determination and great will. The musical composition constitutes a soundtrack of intention, alluding to McNair’s planned but never executed recording. The suspended film and the darkness of the Sala delle Capriate evoke the absence of light and gravity in the universe, the dimension of emptiness in which the record player floats. In the room, the darkness is interrupted at times by flashes of light from lamps positioned to the back of the screen which, following the rhythm of the music, light up the room and, along with it, the paintings and frescoes on the walls. The figures portrayed—among others the Virgin Mary and the city’s patron saints Alexander and Vincent as well as the figure of Justice, and in particular the four minstrel angels who, while intent on playing their instruments (a viola, a cornet, a flute and an organ) appear to dialogue with the four musicians from the Quartet for the End of Time—thus testify to a humanity that exists no more, linking various timeframes, crossing the past, present, and future. Adrift in boundless space, as 16 dawns and 16 sunsets follow on from one another, the record player thus finds a way to remain anchored to time and history, even though it too is a prisoner of its own solitude, l just like McNair and Messiaen. s
con l’avvento della Repubblica di Venezia) e agli antichi affreschi in esso contenuti. Proiettato su uno schermo flottante lungo 16 metri, “Time No Longer” si concentra sull’immagine di un giradischi galleggiante in una stazione spaziale. Ancorato al solo cavo elettrico
di alimentazione, il giradischi riproduce un nuovo arrangiamen-
to di “Quartet for the End of Time” (una composizione realiz>>>
A destra: Anri Sala Time No Longer, 2021 Immagini UHD a tre canali generate al computer e suono a tre canali, colore Durata: 13 min Courtesy Marian Goodman Gallery Ph. Markus Tretter
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biancoscuro <<< zata dal musicista francese Olivier Messiaen, considerata la più celebre opera musicale composta in prigionia) con la collaborazione del musicista André Vida e del sound designer Olivier Goinard. Nella sala il buio è interrotto da bagliori di luce provenienti dal re-
tro dello schermo che, seguendo il ritmo della musica, illuminano la sala e, insieme a essa, i dipinti e gli affreschi disposti sulle pareti, rendendoli parte attiva e collegando temporalità diverse che attraversano il passato, il prel sente, e il futuro. s
ANRI SALA
TRANSFIGURED
10 giugno – 16 ottobre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo della Ragione, Bergamo INFO T. +39 035 270272 biglietteria@gamec.it Da martedì a venerdì 11.00 - 18.00 Sabato e domenica 10.00 - 20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.gamec.it
Anri Sala Time No Longer, 2021 Immagini HD a quattro canali generate al computer e suono a cinque canali, colore schermo traslucido, altoparlanti che generano impulsi, luci dinamiche Durata: 13 min Courtesy Marian Goodman Gallery Ph. Lawrence Elizabeth Knox
GIORGIA PEZZOLI
Triptico - 2008, incisione su metallo e carta di cotone, 63x53 cm.
Giorgia Pezzoli
www.pgiorgia.wixsite.com/finicio
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Elena Mazzi
Tra territori e comunità di
Rebecca Maniti
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l Parco Arte Vivente di Torino presenta “Di rame, cera, ferro, glicini e ghiaccio. Elena Mazzi: 10 anni di paesaggi olfattivi, laboratori e conversazioni”, mostra personale dell’artista Elena Mazzi. Realizzato con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Regione Piemonte, Città di Torino, l’evento è a cura di Marco Scotini e sarà visitabile sino al 23 ottobre prossimo, fruibile anche con la partecipazione (su prenotazione) a laboratori come “La città delle api” a cura di AEF Attività Educative e Formative del PAV e ai workshop con l’artista stessa. Elena Mazzi vuole costruire relazioni tra i territori a rischio e le comunità che li abitano, ecco dunque che per questa rassegna ha creato appositamente “Smellscapes”, un progetto centrato sulla dimensione olfattiva e la cultura
DI RAME, CERA, FERRO, GLICINI E GHIACCIO
Elena Mazzi: 10 anni di paesaggi olfattivi, laboratori e conversazioni 15 giugno – 23 ottobre 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) PAV - Parco Arte Vivente, Torino INFO T. +39 011 3182235
materiale, botanica e gastronomica territoriale, per creare essenze che funzionino come rappresentazioni partecipative e alternative del territorio. La produzione di profumi, che mette a valore materiali organici e non organici, spesso non convenzionali, è resa possibile dalla preziosa collaborazione di alcune maestranze del territorio. Le opere di Elena Mazzi ci sollecitano a pensare un nuovo rapporto ecologico tra natura, cultura e mondo attraverso soluzioni poetiche ed estetiche davvero eterogenee: nella mostra convivono infatti installazioni, film, opere luminose, create con fibre tessili frutto di materiali riciclati, cera d’api o raffinati assemblaggi di oggetti (di scarto) trovati l nel tessuto cittadino. s
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[1] Elena Mazzi - Smellscapes Laboratori per la produzione di essenze di quartiere, 2022, materiali misti, dimensioni variabili. Realizzato in collaborazione con le Attività Educative e Formative del PAV [2] e [4] Elena Mazzi in collaborazione con Rosario Sorbello - En route to the South 2017-2020, arnie, telaietti in cera, legno, metallo, audio, acrilico su muro Courtesy gli artisti e Galleria Ex Elettrofonica, Roma [3] Una vista della mostra @ PAV - Parco Arte Vivente, Turin Courtesy PAV - Parco Arte Vivente, Turin
Venerdì 15.00 - 18.00 Sabato e domenica 12.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.parcoartevivente.it
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Elisabetta
BOSISIO IN SILENZIO encausto, fusione di cera d’api e pigmenti su legno 2019, 70x100 cm.
info@elisabettabosisio.it www.elisabettabosisio.it
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Alfonso Femia QUESTA è LA VERSIONE FREE di Al “Tavolo dell’Architetto” BIANCOSCURO Rivista d’Arte di
Flavio Ennante
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Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte.
o scorso 29 aprile si è raccontare solo il nostro modo di Puoi abbonarti una copia aperto ufficialmente il lavorareo erichiedere le nostre opere, pensiadecimo appuntamento mo sia un’occasione per trasferiartshop.biancoscuro.it della rassegna “Il ta- re la necessità di un cambio di volo dell’architetto”, paradigma che metta al centro la serie di mostre temporanee che la generosità e la responsabilità vede protagonisti celebri architet- dell’architettura”, dichiara Alfonso ti, collettivi e studi di architettu- Femia. La curatrice della mostra, ra del panorama contemporaneo Laura Andreini, racconta: “Coninternazionale. Fino al 5 ottobre, trasto e Tempo (il giusto tempo), il loggiato interno del Museo No- associati alla figura della Balena, vecento ospita la mostra “Archi- sono i due temi cardine alla base del tettura e Generosità”, un proget- pensiero di Alfonso Femia. Il Conto che esplora il mondo intimo e trasto di un animale che pur mamprogettuale di Alfonso Femia e mifero vive negli abissi del mare, e dei suoi Atelier(s), a partire dal- il Tempo - il giusto tempo - perché la rappresentazione della Balena. emerge solo quando è necessario. Un “Con questa mostra non vogliamo percorso di immersioni e risalite, di
online:
RNL - Urbagreen Île-De-France © Ph. S.Anzini Sotto: Les Docks Marsiglia © Ph. Luc Boegly
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riflessioni e pensieri e della loro esternazione solo quando pronti a manifestarsi sotto forma di disegni, di architetture e di parole”. All’interno della mostra troviamo modelli e maquette in ceramica, oltre al Bestiario Mediterraneo ideato da Alfonso Femia nel
In questa pagina: schizzi. Atelier(s) Femia
2011 in occasione del progetto delle OGR di Torino e realizzato dal Maestro ceramista Danilo Trogu. Sono esposti preziosi anche momenti “Inside The Whale”: le persone che “fanno” lo studio, le mani nella loro straorl dinaria muta espressività. s
ALFONSO FEMIA
Architettura e Generosità 29 aprile – 5 ottobre 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Novecento, Firenze INFO T. +39 055 286132 Lunedì, martedì e mercoledì 11.00 - 20.00 Venerdì, sabato e domenica 11.00 - 20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museonovecento.it
COR FAFIANI
Snake Habitat - 2018, acrilico su tela, diametro 70 cm.
c.fafiani@gmail.com
corfafiani
Cor Fafiani
www.corfafiani.com
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Al di là dei limiti del significato La Capitale ospita “articolate interpolazioni” di
Lucia Garnero
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a Fondazione Memmo di Roma presenta, in programma da martedì 12 aprile a domenica 16 ottobre, “Amalia Pica. Quasi”, prima mostra personale in Italia di Amalia Pica, artista argentina, classe 1978, il cui lavoro è presentato in istituzioni pubbliche e private in tutto il mondo. La mostra, a
cura di Francesco Stocchi, rappresenta un nuovo capitolo della sua ricerca artistica, incentrata sull’analisi delle strategie attuate nella comunicazione e, più in generale, sul ruolo del linguaggio. Nella sua prima personale in Italia, Pica presenta il risultato dei soggiorni nella Capitale, iniziati a partire dal 2019, durante i quali collabora con artigiani esperti nel-
la lavorazione del vetro e si appassiona al teatro delle marionette, traendone grande ispirazione. Il corpus di sculture inedite proposte rappresenta una prosecuzione della serie Catachresis (2011-2012), in cui la figura retorica della catacresi (su cui Pica ha iniziato a riflettere dopo la suggestione ricevuta dalla lettura de I detective selvaggi di Rober-
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Puoi
L’insieme di sculture e installazioQUESTA è LA VERSIONE FREE di ni prodotte per la mostra si situa BIANCOSCURO Rivista d’Artein questa linea: mobili, scarpe, bottiglie e utensili vengono asTrovi la versione completa, semblati tra loro per conferire CARTACEA o DIGITALE l’illusione di quasi-personaggi, in abbonamento e teatralmente disposti nello spazio, nelle migliori fiere d’Arte. a parete, sospesi, collocati a terra. È questa identità ibrida, frutabbonarti o richiedere una copiatoonline: di articolate interpolazioni, a generare una commistione tra artshop.biancoscuro.it oggetti e forme antropomorfe o animali in grado di suggerire, al contempo, staticità e moto. Il cinetismo è suggerito dalle possibilità che queste strutture hanno di prendere forma attraverso la loro “quasi” somiglianza con la figura umana. Ponendone a titolo proprio l’avverbio che esprime una condizione non pienamente raggiunta, Quasi allude allo stadio intermedio delle sculture realizzate dall’artista, frutto di innesti paradossali e incongruenti, attraverso i quali riesce tuttavia a suggerire figure e anatomie dotate l di una grazia inaspettata. s
to Bolaño) diviene funzionale a un’estensione della parola al di là dei limiti del suo significato. Tali estensioni rivelano le possibili continuità tra linguaggio e immagine nella definizione del reale, in modo tale da fornire, nel tentativo di agire come forma di resistenza all’interno della società, numerose opportunità di espressione creativa. Con l’esplorazione del potenziale proprio di una dimensione giocosa interpolata all’abilità di ricontestualizzare semanticamente oggetti familiari, l’artista ricrea un contesto narrativo asciutto e leggero in cui la quotidianità si mescola e confonde con la possibilità di stabilire nessi linguistici con le opere.
Le immagini in queste pagine sono: Amalia Pica - (Quasi) Catachresis, 2022. Mixed media, variable dimensions Courtesy the artist and Fondazione Memmo. Ph. Daniele Molajoli
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biancoscuro AMALIA PICA. Quasi Fondazione Memmo, Rome April 12 - October 16, 2022 (Check the opening on the site)
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QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte
ondazione Memmo presents Quasi, Amalia Pica’s first solo exhibition in Italy, running fromTuesday 12 April to Sunday 16 October 2022. The exhibition, curated by Francesco Stocchi, represents a new chapter in the Argentinean artist’s practice, focusing on the analysis of the strategies implemented in communication and, more generally, on the use of language. For the exhibition at Fondazione Memmo, Amalia Pica presents a body of new sculptures, a continuation of the Catachresis series, focusing on the rhetorical device. A catachresis is a figure of speech by which we name things using metaphors. These are often connected to the human body. The extension of a word beyond the limits of its meaning reveals how language and images can interact, contributing to the definition of reality. The results comprise hybrid figures, a blend of objects in anthropomorphic or animal forms, thus “quasi” personalities. Quasi alludes to the intermediate stage of the artist’s sculptures, the outcome of paradoxical and incongruent grafts, through which Pica nevertheless manages to suggest figures and anatomies endowed with an unexpected grace. The artist had the opportunity of becoming acquainted with Rome, its narratives and its artisanal heritage, thus l staging a new stage in her work. s
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Le immagini in questa pagina sono: Amalia Pica - (Quasi) Catachresis, 2022, mixed media, variable dimensions Courtesy the artist and Fondazione Memmo. Ph. Daniele Molajoli
AMALIA PICA Quasi
12 aprile - 16 ottobre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fondazione Memmo, Roma INFO T. +39 06 68136598 info@fondazionememmo.it Da mercoledì a lunedì 11.00 - 18.00 Chiuso il martedì Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.fondazionememmo.it
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PINO NANIA
15/8 - serie Cromater 2022, collage, acrilico e segmenti in metallo, 45x80 cm.
naniap@alice.it
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Alexandre Diop QUESTA il è LA FREE di Alla Galleria Poggiali, suoVERSIONE racconto personale BIANCOSCURO Rivista d’Arte di
Daniela Malabaila
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lexandre Diop è un artista franco-senegalese, classe 1995, cresciuto a Parigi, vissuto a Berlino e attualmente di base a Vienna, città che lo ha profondamente segnato. Diop si racconta attraverso la sua prima mostra alla Galleria Poggiali di Milano: “La Symphonie du Ghetto: Volume One. Natural Born Killer”, inaugurata lo scorso giugno e aperta fino al 19 settembre. Il progetto di questa mostra è basato sulla vita dell’artista, ed è di fatto il primo volume del suo vissuto nel ghetto parigino nel quale è cresciuto e con il quale ha dovuto confrontarsi, sia per il contesto intorno a lui, sia come artista afrodiscendente: i suoi lavori sono dunque anche delle risposte al contesto sociale nel quale vive, possiamo dire che sfrutta la sua arte come strumento utile a far comprendere all’altro ciò che prova. La serie di opere in mostra da Poggiali è composta da undici lavori su carta che rappresentano una sorta di flusso di coscienza nel quale ripercorre le domande che più lo angosciano e, al tempo stesso, stimolano la sua ricerca. Diop si muove tra pittura e scultura concentrandosi sulla presenza fisica dei materiali assemblati e amalgamati nei suoi collages. Possiamo comprendere
la sua urgenza di espressione artshop.biancoscuro.it ed il tipo di pensieri che lo circondano anche solo con la prima opera che apre la serie in mostra, “La Danse du Ventre”, che raffigura una donna come una icona,
simbolo di vita e di maternità, con la quale l’artista riflette sul senso di mettere al mondo un figlio in una società come quella di oggi, e sulla vita che avrà a seconda del luogo nel quale nascerà e
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LA SYMPHONIE DU GHETTO: Volume One. Natural Born Killer Galleria Poggiali, Milano June 08 - September 19, 2022
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crescerà. Dopo questo splendido appuntamento in Italia, potremo rivederlo a novembre nella sua prima mostra in una istituzione pubblica, la Kunsthalle Krems, in Austria, seguita dalla sua prima mostra personale istituzionale negli Stati Uniti presso il Rubell l Museum di Miami, Florida. s A sinistra: Alexandre Diop The Golden Spoon Borns 2022, tecnica mista su carta, 100x70 cm. Series: Symphony of the Ghetto Ph. Jorit Aust. Courtesy the Artist In alto: Alexandre Diop L’Ambivalent Fasciste ... 2022, tecnica mista su carta, 100x70 cm. Series: Symphony of the Ghetto Ph. Jorit Aust. Courtesy the Artist A destra: Alexandre Diop Du Respect pour nos Anciennes 2022, tecnica mista su carta, 100x70 cm. Series: Symphony of the Ghetto Ph. Jorit Aust. Courtesy the Artist
ith a new series of works on paper, Alexandre Diop, presents a heterogeneous symphony telling the story of people, both mythical and real, in search of redemption. This narration is deeply tied to the life story of Alexandre Diop born to a French mother and Senegalese father and raised in Paris. La Symphonie du Ghetto: Volume One. Natural Born Killer is Diop’s first show in Italy. The show serves as an introduction to Diop’s personal story and interpretation of the ghetto, a project that the artist has been working on for some time. The eleven works on paper represent a stream of consciousness in which he retraces the questions that disturb him most and, at the same time, stimulate his research. His works are responses to the social context he inhabits, frequently due to being an artist of African descent based in Europe, and his experience growing up with an immigration background in Paris, who moved first to Berlin and then to Vienna,
where he lives and works. Central to the exhibition is Diop’s exploration of historical vs contemporary ideas of femininity and womanhood, contextualized by the often matriarchal and matrifocal society models prevalent across Africa and the Diaspora. The work that opens the series shows a pregnant woman as a symbolic icon of life and maternity in which the artist, partially at least, transfigures himself, reflecting on the meaning of having a son or a daughter in today’s society, which demands constant compromises. The work considers how humanity essentially aspires for freedom and shuns repression. Simultaneously, it presents a reflection on what it means to be born with or without privileges. The works feature a succession of historic figures such as the australopithecine Lucy discovered in Ethiopia in 1974 and dated 3.2 million years ago, interspersed by portraits of figures the artist chose to represent his interpretation of the ghetto, a tribute to a life filled with l challenges and marginalization. s
ALEXANDRE DIOP LA SYMPHONIE DU GHETTO:
Volume One. Natural Born Killer 08 giugno – 19 settembre 2022 Galleria Poggiali, Milano INFO T. +39 02 72095815 Da martedì a sabato 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.galleriapoggiali.com
TOVE ANDRESEN
MARIO ZAMMIT - LEWIS Mario Zammit-Lewis
alimarcpb@gmail.com
mariozammitlewis
“Nude – Remake” - 2020, olio su tela, 50x70 cm.
YouTube: Mario R. Zammit-Lewis
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Nei nostri incubi
Dario Argento come icona POP di
Rebecca Maniti
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ino al 26 settembre, sarà possibile visitare la mostra “Il guardiano dei nostri incubi” presso il Museo Nazionale del Cinema (nella Mole Antonelliana) di Torino. A cura di Domenico De Gaetano IL GUARDIANO DEI NOSTRI INCUBI
01 giugno - 26 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Nazionale del Cinema, Torino INFO T. +39 011 8138 5639 Lunedì, mercoledì, giovedì e domenica 9.00 - 20.00 Venerdì e sabato 9.00 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museocinema.it
(Direttore del Museo Nazionale del Cinema), Marcello Garofalo, Elisabetta Sgarbi, una raccolta di 21 tavole tratte dal numero monografico di LINUS dedicato a Dario Argento e pubblicato in occasione di “Dario Argento - The Exhibit”, la grande mostra presente al Museo Nazionale del Cinema fino al 16 gennaio 2023. Le tavole esposte (donate al Museo) con un allestimento originale e molto cinematografico, narrano, con stili differenti propri a ogni autore ed autrice, e danno vita ad altrettante visioni contemporanee di Dario Argento e delle sue opere, capaci di coinvolgere il visitatore e di attirarlo a compiere un passo più in là, verso quell’universo onirico in cui il cinema di Argento invita ogni spettatore ad l affacciarsi e immergersi. s
In alto: due viste della mostra Sopra: Alice Iuri - Illustrazione A sinistra: Massimo Giacon Tavole di Massimo Giacon
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Sudario Brando Giuseppe Pollicelli Disegni di Sudario Brando su testi di Giuseppe Pollicelli
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Lena Herzog
Dare voce alle lingue in via di estinzione di
Ettore Tiretto
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i è appena conclusa la possibilità di visitare l’installazione immersiva in realtà virtuale di Lena Herzog a Ca’ Foscari Zattere, ma è ancora possibile, fino al 30 settembre, lasciarsi coinvolgere da “Last Whispers: Immersive Oratorio for Vanishing Voices, Collapsing Universes and a Falling Tree” grazie all’installazione site-specific di immagini tratte dal progetto, esposta nel cortile principale di Ca’ Foscari. Lena Herzog è una fotografa e artista americana, multidisciplinare e concettuale; il suo approccio nasce dall’intersezione tra arte e scienza, intese sia come oggetto di studio che come processo. Nei lavori a stampa utilizza tecniche fotografiche tradizionali, contemporanee e sperimentali, mentre per i progetti multimediali l’artista impiega tecnologie all’avanguardia nel suono, nell’installazione immersiva e nella
realtà virtuale. Questo suo progetto è incentrato sulla tematica dell’estinzione di massa delle lingue. Ogni due settimane il mondo perde una lingua, a una velocità maggiore di quella dell’estinzione di alcune specie. Ad oggi, delle 7.000 lingue superstiti sulla Terra, solo 30 sono usate dalla maggioranza della popolazione. Si stima che almeno la metà delle lingue
attualmente parlate sarà estinta entro la fine del secolo, altre fonti prevedono tempi di sparizione ancor più rapidi. Quest’estinzione è, per definizione, silenziosa, perché è proprio il silenzio la forma che essa assume. Last Whispers dà voce a ciò che è stato ridotto al silenzio: mentre affoghiamo nel rumore delle nostre voci, siamo circondati da l uno sconfinato oceano di silenzio. s
A destra: mappa e screenshot dal video dell’installazione (con animazione, video e composizione originali)
LAST WHISPERS
Immersive Oratorio for Vanishing Voices, Collapsing Universes and a Falling Tree 21 aprile – 30 settembre 2022
Palazzo Ca’ Giustinian / Ca’ Foscari, Venezia Tutti i giorni 08.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.unive.it
Giancarlo
PASSARELLA Giancarlo224 Giancarlo Passarella giancarlopassarella@mac.com
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE
DURA MINGA versione cartacea o PDF su 1976, stampa su Ordina tela,la 100x70 cm.
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Polline
Opere ad hoc lungo il sentiero di
Rebecca Maniti
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ell’ambito della terza edizione di “Sentieri d’Arte”, a cura di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, in provincia di Como e precisamente a Centro e ad Alta Valle Intelvi, il 6 agosto verrà inaugurata la mostra “Polline”. Con le opere di Simone Berti, il duo Caretto/Spagna e Jonathan Vivacqua, l’esposizione si snoda lungo un percorso circolare che coinvolge il sentiero basso del Monte Generoso, il sentiero botanico di ERSAF e la strada agro-silvo-pastorale del Barco dei Montoni, passando per uno dei più estesi boschi di maggiociondolo (un piccolo albero deciduo) delle Alpi. Le opere che possiamo ammirare sono state realizzate appositamente per questi luoghi di transito, protagonisti anche durante la Seconda Guerra Mondiale, proprio per la loro conformazione. “Polline” rientra nelle iniziative del Progetto MARKS, rea-
lizzato a valere sul Programma di Cooperazione V-A Interreg Italia-Svizzera 2014/2020, progetto a cura di Regione Lombardia e Canton Ticino. Il titolo di questa mostra diffusa fa riferimento a quel reciproco scambio che s’instaura tra le opere e il contesto naturale, attraverso una sostanza impalpabile, simile allo “spirito vitale” che i greci rintracciavano nella potenza del mondo naturale, come è il polline per la vita di tutte le forme viventi. Il senso dell’arte, come queste inavvertibili cellule, è rintracciabile in ciò che si manifesta in modo impercettibile e aereo, afferrabile solo grazie a un impulso di ispirazione estetica che mostra l’invisibile. Una mostra molto coinvolgente, grazie alla quale possiamo anche visitare dei luoghi naturali unici, arricchiti da questo progetto espositivo originale e l ben integrato con il luogo. s
In alto: Simone Berti - Progetto per Polline, 2022 Jonathan Vivacqua - Progetto per Polline, 2022 Sotto: Alessandro Ferri Albero magico per Sentieri d’Arte 2021
POLLINE
Simone Berti, Caretto/Spagna, Jonathan Vivacqua
06 agosto – 20 novembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) mostra diffusa, Centro e Alta Valle Intelvi INFO T. +39 375 7380671 servizi@valleintelviturismo.it Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.valleintelviturismo.it
MARIA CAVAGGIONI maria.cavaggioni@gmail.com Maria Cavaggioni
maria.cavaggioni
“Ripensandoci” 2021 - olio su tela - 60x70 cm.
Art Fair
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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali International fairs, exhibitions and exhibitions
Italia
MiArt 14-16 aprile 2023 www.miart.it
BERGAMO Bergamo Arte Fiera 13-15 gennaio 2023 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 3-5 febbraio 2023 www.artefiera.it
FORLI’-CESENA Vernice ArtFair 3-5 marzo 2023 www.verniceartfair.it
Arte Forlì Contemporanea 25-27 novembre 2022 www.fieracontemporanea.it
Milano Scultura 9‑11 settembre 2022 www.milanoscultura.com MONTICHIARI (BS) Expo Arte 25-26 febbraio 2023 www.expoarteweb.it PADOVA Arte Padova 11-14 novembre 2022 www.artepadova.com
ROMA Roma Arte in Nuvola 17-20 novembre 2022 www.romaarteinnuvola.eu
TORINO Artissima 4-6 novembre 2022 www.artissima.art
Europe
AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair october 27-30, 2022 www.affordableartfair.com BARCELONA (ES) Loop Fair november 15-17, 2022 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) Art Basel june 15-18, 2023 www.artbasel.com
Flashback 4-6 novembre 2022 www.flashback.to.it Liste Basel june 12-18, 2023 www.liste.ch
PARMA ArtParma 1-2 e 7-8-9 ottobre 2022 www.artparmafair.it PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305
VENEZIA La Biennale di Venezia 23 apr. - 27 nov. 2022 www.labiennale.org
GENOVA Arte Genova 10-13 febbraio 2023 www.artegenova.com
Rhy Art Salon Basel june, 2023 www.rhy-art.com BERLIN (DE) Berlin Art Week september 14-18, 2022 www.berlinartweek.de
PAVIA PaviArt 30 apr. / 1 mag. 2023 www.paviart.it MILANO Mia Photo Fair 20-23 marzo 2023 www.miafair.it
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Pavia Art Talent 26-27 novembre 2022 www.patpavia.it
VERONA ArtVerona 14-16 ottobre 2022 www.artverona.it
Positions Berlin september 15-18, 2022 www.positions.de
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BRUXELLES (BE) Art Brussels april 20-23, 2023 www.artbrussels.com Brafa jan.29-feb.22, 2023 www.brafa.be CHESTER (UK) Chester Arts Fair november, 2022 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (DE) Art Cologne november 16-20, 2022 www.artcologne.com GENEVE (CH) Art Genève january 19-22, 2023 www.artgeneve.ch KARLSRUHE (DE) Art Karlsruhe may 4-7, 2023 www.art-karlsruhe.de
INNSBRUCK (AT) Art Innsbruck october 27-30, 2022 www.artfair-innsbruck.com
LONDON (UK) Frieze London october 12-16, 2022 www.frieze.com London Art Fair january 18-22, 2023 www.londonartfair.co.uk MADRID (ES) Arco Madrid february 22-26, 2023 www.ifema.es/arco-madrid
ISTANBUL (TR) CI contemporary istanbul – 20 GENNAIO september2019 19-23, 2022 O FIERA INNSBRUCK contemporaryistanbul.com
rincipale A
11.00 – 1900 – 1700
LISBOA (PT) Arco Lisboa may, 2023 www.ifema.es/arco-lisboa
CAPE TOWN (ZA) Investec Cape Town Art Fair february 17-19, 2023 investeccapetownartfair.co.za CHICAGO (US) Expo Chicago april 13-16, 2023 www.expochicago.com
Art Madrid february, 2023 www.art-madrid.com
DUBAI (AE) Art Dubai march 3-5, 2023 www.artdubai.ae
MARBELLA (ES) Art Marbella november 4-14, 2022 www.marbellafair.com
HONG KONG (CN) Art Basel Hong Kong march 23-25, 2023 www.artbasel.com
MONTE-CARLO (MC) Art Monte-Carlo july, 2023 www.artmontecarlo.ch PARIS (FR) Paris+ par Art Basel october 20-23, 2022 www.artbasel.com Art Paris march 30-april 2, 2023 www.artparis.com
A INTERNAZIONALE CONTEMPORANEA | 19°– 21° SECOLO
World
VIENNA (AT) Vienna Contemporary september 22-25, 2022 www.viennacontemporary.at ZURICH (CH) Art International Zurich october 13-16, 2022 www.art-zurich.com
Affordable Art Fair august 4-7, 2022 www.affordableartfair.com LOS ANGELES (US) LA Art Show february 15-19, 2023 www.laartshow.com MELBOURNE (AU) Affordable Art Fair september 1-4, 2022 www.affordableartfair.com MEXICO CITY (MX) Zona MACO february 8-12, 2023 www.zonamaco.com
MIAMI BEACH (US) Art Basel Miami Beach december 1-3, 2022 www.artbasel.com NEW DELHI (IN) India Art Fair february 9-12, 2023 www.indiaartfair.in NEW YORK (US) ArtExpo NewYork march 30-april 2, 2023 www.artexponewyork.com SHANGHAI (CN) Shanghai Art Fair november 18-20, 2022 www.theshanghaiartfair.com SINGAPORE (SG) Affordable Art Fair november 18-20, 2022 www.affordableartfair.com TOKYO (JP) Art Fair Tokyo march, 2023 www.artfairtokyo.com TORONTO (CA) Art Toronto october 27-30, 2022 www.arttoronto.ca VANCOUVER (CA) Art! Vancouver may 4-7, 2023 www.artvancouver.net Per visualizzare l’elenco completo aggiornato inquadra con il tuo smartphone il codice QR e collegati al nostro sito ufficiale: w w w.b ian c o s c u ro.it /ar t -fai r s
nsbruck.com
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Art Basel 2022 Europa back to business Di Vincenzo Chetta
Il piazzale di Art Basel 2022 “Out of Sight” , omaggio a Lawrence Weiner
È [1]
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stata una grande edizione quella di Art Basel 2022 a Basilea, che si è conclusa domenica 19 giugno, dopo una settimana di ottimi affari in tutti i settori. Tornata al consueto calendario, di nuovo con la forte connessione con la Biennale Arte di Venezia (“Lo vedi a Venezia, lo compri a Basilea”), abbiamo vissuto sulla nostra pelle il fermento che ha generato in tutto il mondo dell’Arte, ed in tutte le sezioni tematiche nelle quali sono suddivisi gli spazi della Fiera che accolgono la grande Art Basel. Dato che la sensazione di affollamento potrebbe essere “falsata” dalle abitudini pandemiche, ci rifacciamo anche ai dati razionali per raccontare la fiera d’arte più importante del mondo. 289 le gallerie internazionali presenti, rappresentanti 40 diversi Paesi, tra loro c’erano 19
[1] “Louise Bourgeois” Hauser and Wirth [2] Jan Dibbets “R R Variations, 2018”
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partecipanti per la prima volta, tra cui: Jahmek Arte Contemporanea di Luanda; Galleria OH da Dakar; Galleria Athr da Diriyah, Al-’Ula e Jeddah; Proyectos Ultravioleta dal Guatemala; Edouard Montassut di Parigi; Veda da Firenze; Ceysson & Bénétière con spazi in Parigi, Lione, Saint-Etienne, Koerich e New York; Mariane Ibrahim da Chicago e Parigi; Galerie Maria Bernheim da Zurigo e Londra, e Ivan Galleria da Bucarest. Sono stati più di 70.000 i visitatori, tra di loro sono stati tanti anche i grandi collezionisti ed i volti noti (Mera Rubell, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Uli Sigg, Hans Ulrich Obrist per citarne alcuni). E se abbiamo >>>
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[3] Vista dello stand “Lisson Gallery” [4] Vista dello stand “Gagosian” [5] Leonardo Drew “Number 341”, 2022 [6] Stano Filko “Environment S.FILKLINIC. DEATHS.F”, 2006 [7] Art Basel - l’ingresso di Unlimited [8] Stephan Balkenhol “Break The Bank”, 2022 [9] Liu Wei “Dimension”, 2021 [3]
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parlato di grandi collezionisti non possiamo non citare le grandi vendite ufficiali, come quella di Hauser & Wirth del ragno “Spider” a 40 milioni di dollari, creatura creata da Louise Bourgeois (cifra superiore anche ai record d’asta per l’artista); o come l’iconica opera luminosa di Félix González-Torres, “Untitled (Tim Hotel)”, del 1992, venduta da David Zwirner a 12.5 milioni di dollari o il Baselitz ceduto a 8 milioni di dollari. Da citare anche la vendita di un olio di Joan Mitchell a 16.5 milioni di dollari nelle prime ore, dalla Galleria Pace; mentre le opere di Boetti sono state vendute per la prima volta da Ben Brown con una cifra di 2.5 milioni di dollari. “Siamo stati nuovamente lieti di accogliere il mondo dell’arte internazionale a Basilea a giugno - afferma Marc Spiegler, Global Director di Art Basel - Quest’anno abbiamo assistito a una forte partecipazione di collezionisti e curatori non solo da tutta Europa, ma anche dalle Americhe e dall’Asia. La domanda repressa e l’eccellente qualità dell’offerta hanno portato a vendite vigorose a tutti i livelli del mercato e per tutta la durata della fiera. Questo spettacolo dimostra davvero l’importanza degli eventi di persona come piattaforma per incontri culturali vivaci.” Fondata nel 1970 da galleristi di Basilea, Art Basel ospita oggi le principali mostre d’arte al mondo per l’arte moderna e contemporanea, con sede a Basilea, Miami Beach, Hong Kong e la neonata Parigi. Definita dalla città e dalla regione ospitante, ogni mostra è unica, il che si riflette nelle gallerie parte-
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cipanti, nelle opere presentate e nel contenuto della programmazione parallela prodotta in collaborazione con le istituzioni locali per ogni edizione. Quest’anno, per la prima volta, il 16 giugno Art Basel ha ospitato la sua prima Unlimited Night, con un programma di spettacoli speciali di Ari Benjamin Meyers e Nora Turato ed un evento con l’artista vincitore del Grammy Award Chance the Rapper. Un evento nell’evento, come è già solita organizzare attraverso nuove piattaforme digitali e nuove iniziative come The Art Basel e UBS Global Art Market Report, Intersections: The Art Basel Podcast e The BMW Art l Journey. s [10] Folkert de Jong “The Shooting...1st of July 2006”, 2006 [11] Huang Yong Ping “American Kitchen and Chinese Cockroaches”, 2019 [12] Michelangelo Pistoletto “Porte Uffizi” [13] Juan Muñoz “Three chinese”, 1999 [14] Art Basel - Magazine sector [15] Vista dello stand “Galerie Lelong & Co.” [15]
Paris+ par Art Basel Al Grand Palais Éphémère dal 20 al 23 ottobre 2022
di Vincenzo
L’
Chetta
edizione inaugurale di Paris+ par Art Basel riunirà, al Grand Palais Éphémère, 156 importanti gallerie francesi e internazionali per presentare opere d’arte eccezionali. Dalle presentazioni curate di capolavori del XX secolo, agli stand personali di artisti emergenti, Paris+ par Art Basel presenterà una vetrina globale di altissima qualità, saldamente radicata a Parigi e nella sua scena culturale. Al corposo numero di gallerie francesi (61) si uniranno espositori provenienti da tutta Europa, Africa, Asia, Nord e Sud America e Medio Oriente, inclusi diversi partecipanti per la prima volta a qualsiasi mostra di Art Basel, come Galerie Anne Barrault, Christian berst art brut, Magnin-A, Salle Principale e We Do Not Work Alone da Parigi; Efremidis e Heidi di Berlino; Galerie Cécile Fakhoury con spazi ad Abidjan, Dakar e Parigi; LC Queisser di Tbilisi; Diciassette da Londra; Galleria Chris Sharp di Los Angeles; e la Galleria Tim van Laere di Anversa. Clément Delépine, Direttore, Paris+ par Art Basel, afferma: “Sono davvero onorato di annunciare l’eccezionale elenco di espositori che prenderanno parte all’edizione inaugurale della nostra fiera a Parigi. La composizione dell’elenco delle gallerie riflette il nostro impegno nel creare una mostra che sia specifica per la città ospitante e abbia una forte risonanza globale.” “Le gallerie selezionate per il nostro debutto a Parigi incarnano la lunga tradizione di Art Basel di contrapporre opere storiche di alta qualità a materiale d’avanguardia - afferma Marc Spiegler, Global Director, Art Basel - Ugualmente im-
portante per noi, le gallerie che rendono così dinamica la Parigi di oggi sono presenti in gran numero, in molti settori di mercato, conferendo a questa mostra una personalità singolarmente parigina”. La fiera si estenderà oltre il Grand Palais Éphémère attraverso un programma di collaborazioni con istituzioni culturali di Parigi tramite “Sites”, dedicato a progetti artistici che si svolgono nel cuore di Parigi. Per la sua prima edizione, “Sites” si svolgerà in luoghi simbolo della città, tra cui il Jardin des Tuileries - Domaine national du Louvre, dove saranno esposte 25 sculture e installazioni, nonché Place Vendôme, Musée national Eugène-Delacroix e Chapelle des Petits-Augustins des Beaux-Arts de Paris. Conversations è il progetto curato da Pierre-Alexandre Mateos e Charles Teyssou, situato nella suggestiva Bal de la Marine, una barca attraccata di fronte alla Tour Eiffel. Conversations fornirà una piattaforma per dialoghi dinamici tra le figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura più ampia sfera. Per l’elenco completo di eventi e gallerie l visita: parisplus.artbasel.com s
Grand Palais Éphémère
Art Basel sceglie de Bellis
V
incenzo de Bellis, attualmente curatore e direttore associato presso il Walker Art Center, è stato nominato per la nuova posizione di Director Fairs and Exhibition Platforms. Nel suo nuovo ruolo, de Bellis supervisionerà le varie edizioni di Art Basel a Basilea, Parigi, Hong Kong e Miami Beach. Riportando direttamente al Direttore globale Marc Spiegler, de Bellis svolgerà un ruolo fondamenta-
le nello sviluppo futuro di Art Basel e estenderà la sua presenza in nuovi mercati attraverso attività complementari al core business dell’allestimento delle principali fiere d’arte del mondo. “Durante i miei vent’anni nel mondo dell’arte, ho sempre accolto, apprezzato e cercato nuove sfide - afferma Vincenzo de Bellis - Sono onorato di unirmi ad Art Basel e non vedo l’ora di lavorare a stretto l contatto con Marc Spiegler”. s
Vincenzo de Bellis
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isaliti sul Velimana valicarono l’Appennino Tosco-Emiliano, arrivando a planare sopra le fertili dune toscane e i territori dei mitici Rasna. Il giallo, il verde, l’azzurro, i colori di quella centrale e fertile terra, si specchiavano nello sguardo di Eleda. Eve, essendo una ricercatrice biomedica, era incantata dalla turca Mariac seduta di fronte a lei, aveva gli occhi di colore diverso, uno azzurro e l’altro di un nero profondo. Pensava: “L’evidenza mi indica che è un’ibrida, ma è risaputo dalla ricerca che ormai tutti lo siamo, sotto le apparenti sembianze morfologiche, a parte alcuni isolati popoli tribali...”. La giovane Mariac, deposta la bevanda calda sul sedile del Velimana, con aria rilassata iniziò un discorso, spezzando il legame ipnotico che si era creato tra le due: “Odiernamente in Turchia, come in India, quasi mai le divisioni linguistiche hanno un’equivalenza a quelle etniche. In un lontano passato invece questo era una realtà, naturalmente a parte le eccezioni delle prime contaminazioni...”. Si era creato un’imbarazzante nuovo silenzio, rotto solo dall’atterraggio in una strana area, in cui migliaia di lumache ricoprivano le piante presenti, Emiri spiegò che la zona aveva un particolare geomagnetismo e si trovava al di sotto dell’Ara Etrusca della Regina. Eleda, senza nulla dire, si era già incamminata lungo quell’ancestrale sentiero, mentre Mariac Kayak, giunta di fronte al luogo dedicato a Voltunma, introdusse la civiltà Etrusca (Villanoviana): “I Rasna, Rasena – Annesad (così gli Etruschi chiamavano se stessi) volendo intendere una maturità a livello di assetto politico, pienezza giuridica e istituzione di Stato. Alla fine degli anni ‘70, l’archeologo Massimo Pallottino, affermò che il termine Rasena equivaleva al latino “Populos”, semplicemente una “ragione di identità”, poi confermata successivamente dal tedesco linguista etruscologo Helmut Rix.” Attorno al X secolo a.C. inventarono il concetto di un nuovo modo di abitare, che superava la modalità dei piccoli villaggi sparsi di tradizione prestorica e protostorica, indicarono la strada verso il concetto di città. Tra il IX e il I secolo a.C., essi erano il “Popolo” più esteso territorialmente di una Proto-Italia preromana, primo esperimento di un’unità nazionale, con una propria lingua e un’unica cultura. Questi luoghi furono messi in luce con un primo studio a Pisa tra il 1616 e il 1619 d.C. dallo storico scozzese Thomas Dempster, nel periodo in cui era sotto rifugio del granduca Cosimo II di Toscana, il quale gli commissionò una ricerca sulle antiche popolazione del territorio, per legittimare il potere Mediceo e la superiorità della civiltà Etrusca rispetto a quella Romana. Nel 1620 Thomas consegnò sette libri in latino sull’Etruria Reale,ma vennero pubblicati solo dopo 100 anni, a Firenze, da un conte britannico, Thomas Coke. Egli li ritrovò nel 1719, acquistandoli dall’allora
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Grano in Etruria di Centro © Photo by Adele Arati
”
Il 10 luglio 2017, dopo 50 giorni di studi presso la Fondazione a Parma, era giunto il momento per i personaggi di questo lungo racconto, di involarsi per un nuovo viaggio e approfondire il cuore della cultura Etrusca. L’undici luglio 2017 iniziarono i “Traveloguess” e si ricreò il Team di Ricerca: tutto era pronto per ripartire.
[30ª puntata]
Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere
Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Etruria di Centro
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proprietario Antonio Maria Salvini, dando così inizio all’ufficiale ricerca storica Etrusca. Nel 1724 ebbe luce anche un’edizione fiorentina a cura di Filippo Buonarroti, che gli aggiunse note critiche di correzione e la corredò di 93 tavole illustrative, poi, nel 1785, Monsignore Mario Guarnacci scrisse il volume “Origini italiche o siano Memorie istorico-Etrusche sopra l’antichissimo regno d’Italia”, edito da Paolo Giunchi, confermando le origini indigene italiche. Eve, di fronte all’Ara di Voltunma (sui colli di Tarquinia), comprendendone l’importanza storica legata anche alla genomica, introdusse un particolare discorso (dopotutto, già nel 1552 d.C,. il principe Pier Francesco Orsini aveva già anticipato molti contenuti con il suo percorso iniziatico artistico, ideando a Bomarzo il “Sacro Bosco”). I primi genomi antichi furono presentati tra il 2010 ed il 2014 e, nel 2015, fu completato il campionamento del Genoma Wide, di Neanderthal, dei Denisoviani e di un individuo di 4.000 anni fa della Groenlandia. In questo 2017, Svante Paabo e colleghi, presso l’istituto Max Planck per l’antropologia evoluzionistica di Lipsia (dove il Prof. David Reich collaborò dal 2007 al 2013, con Nadin Rohland, Matthias Meyer e Qiaomei Fu) studiarono il Dna degli arcaici. Con i dati che avevano in mano potevano ricostruire le trasformazioni delle popolazioni nei dettagli, rivoluzionando la comprensione del passato; in particolare, nel 2015 scoprirono che 5.000 anni fa la popolazione Nord Europea era stata ampiamente sostituita da una migrazione di massa dalle steppe Est Europee, che portò un’altra cultura e la lingua indoeuropea. Eleda, sempre più convinta della validità reale della leggenda di Tangir, cominciava a comprendere perché il primitivo “Popolo” proto Italico guidato da Lei, era sfuggito più volte e 26.000 anni fa era tornato con una sua parte. Nonostante tutto, alla fine furono assorbiti nella mescolanza nel Genoma Wide, anche se tutt’oggi sopravvivono al suo interno. L’Ara di fronte a Lei ed il suo sottosuolo sembravano avere la potenza di volerlo fare riemergere: migliaia di lumache con il guscio a conchiglia la circondavano, come un esercito pacifico difensivo. Tutto sembrava collidere con le ricerche pubblicate in “Le scienze di aprile 2013”, che confermavano che gli Etruschi si erano sviluppati come Popolo a sé stante fra quelli che abitavano da secoli l’Italia centrale e di cui, in genere, le genti toscane odierne non sono i loro diretti discendenti, anche se tutt’oggi sequenze di DNA Etrusco circolano nella località di Murlo, nel Casentino e nell’area di Volterra, come fu illustrato su “PLos ONE” da un team guidato da Guido Barbujani dell’Università di Ferrara e David Caramelli dell’Università di Firenze. Come abbiamo ipotizzato nell’articolo precedente, l’Etruria Padana non è stata solo l’ultimo baluardo di una cultura paritaria (in seguito assorbita dal patriarcato), ma fu anche il suo inizio, come attestarono i reperti raccolti dopo la metà dell’800 dall’archeologo parmense Luigi Pigorini. La storia delle sue origini si perde nel Paleolitico per giungere all’età del ferro, ed è seppellita sotto a migliaia di ettari di argille, stratificata dalle tribù aborigene italiche della preistoria (per comprendere questo sotto strato, più avanti dovremo tornare di nuovo indietro e andare all’apice delle sue radici). Eleda non più così disorientata sull’origine etrusca, sedendosi su un masso megalitico dell’Ara della Regina, domandò: “Ma cosa ha portato i Proto Villanoviani a spostarsi più al centro dell’ancestrale territorio Italico, lasciando le terre Padane?” Ara della Regina, Etruria di Centro © Photo by Adele Arati
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Eve rispose: “Oggi sappiamo che l’agricoltura si era sviluppata (non nata) più di 12.000 anni fa nel Medio Oriente, da popolazioni parecchio differenziate di comuni antenati, che si rimescolarono tra loro più volte lungo le direzioni di propagazione della cultura agricola. Qui nasce l’equivoco delle prime supposizione Anatoliche dell’origine etrusca da parte degli storici dell’antica Grecia.” Purtroppo solo alla fine del 2013, Eske Willerslev e colleghi pubblicarono i dati del Genoma Wide dei fantasmi dell’umanità, quella popolazione agricola che ritroviamo solo frammentata nell’attuale DNA. Sapendo che l’agricoltura nacque più di 30.000 anni fa in Italia, si conferma l’origine Italica Indigena dell’agricoltura e la presunta leggenda di Tangir di cui abbiamo già parlato. “Arriviamo all’apPunto che chiedevi, a differenza delle terre nere Ucraine, come il territorio Anatolico di 12.000 anni fa, il suolo del granaio padano richiede l’utilizzo di particolari trattamenti e cambi di culture, per ottenerne una costante fertilità. A questo problema andarono incontro i popoli antichi stanziali, che poi si ricongiunsero con quelli di ritorno dall’emigrazione avvenuta millenni fa, inducendoli a cambiare zone di coltivazione.” Si può definire, grazie alla comparazione di oggetti archeologici e le ultime ricerche sul DNA antico, che i terramaricoli fondarono la cultura Proto Villanoviana e, per motivi alimentari, alla fine dell’età del Bronzo valicarono l’Appennino Tosco Emiliano, raggiungendo nei luoghi di centro Italia altre famigliari tribù indigene, erigendo così le fondamenta della cultura Etrusca. Quel mondo chiamato “Villanoviano” e dal valore poi dominante nell’Italia centrale, mantenne anche valori prettamente Terramaricoli Padani. Il costituire l’Etruria significava anche reagire a nuove ondate migratorie patriarcali, che avevano lo scopo di appropriarsi di nuovi territori per accaparrarsi nuove risorse minerarie di cui il territorio è ancora ricco. Eleda, risalita sul Velimana, fissando l’immagine delle acque geotermali di quei luoghi, incominciava a comprendere: “Agricoltura intensiva, che diede vita alle strutture sociali organizzate umane, proprio come avvenne anche nella più recente cugina civiltà Maya (dall’altra parte del mondo) in cui, attraverso offerte votive nei Chenote e comunicando con l’infra-mondo, rinascevano a nuova vita e portavano le piogge ai campi coltivati. Qui troviamo la stessa antichissima radice, inventarono la Vasca Votiva delle Terramare di Noceto, prima di prendere la decisione di emigrare più al centro-sud...” Telepaticamente, Mariac si connesse al pensiero di Eleda: “I primi Etruschi impararono a conoscere le proprietà minerali dei terreni vulcanici termali e come trattarli; dopotutto la tradizione proto agricola dei popoli primitivi Italici risale a 30.000 ac, a Bacinello, in Toscana…” Conoscenza portata nel lontano spazio-tempo nelle terre Euro Asiatiche e giunta anche in Anatolia. Nelle campagne circostanti il sito di Gobekli Tepe, ad un certo punto della Storia, una mutazione genetica permise la trasformazione del grano selvatico nella varietà di grano che conosciamo oggi, come avvenne in Italia. Tale trasformazione rese i chicchi più digeribili a causa di una minore quantità di glutine e una migliore robustezza che difficilmente poteva essere strappato via dal vento, e questo causò la mutazione A dei gruppi sanguinei 0. Tutto ciò ha permesso agli archeologi di ipotizzare che la civiltà di Gobelki Tepe, 12.000 anni fa, fu tra le prime ad utilizzare l’agricoltura per espandere l’aggregazione umana a scopi sociali e per l’interazione con altri territori, come lo fu nella Sito termale, Etruria di Centro © Photo by Adele Arati
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Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale, le parti culturali sono vere e il reale si unisce all’intreccio del Filo virtuale della Fantasia Crea_R_ Evolutrice. Una Linea aKa, presente in ogni mia opera, dove tutto ebbe un 00_R_Inizio, in questa saga artistica Fanta-ma-Scientifica, per il bene comune Finito-ma-Infinito, in memoria del Popolo_00. Testi liberamente tratti dai miei futuri Romanzi Artistici Fanta-ma-Scientifici. <Opere d’art’è di Scrittura CreAttiva, aaParole con apPunti, Tavole AlgoRitmiche d’artiStà>
[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO
penisola Italica in tempi più ancestrali. Le civiltà del remoto passato, nonostante la loro distanza temporale e territoriale, erano unite da una parte di genoma fantasma, una cultura stanziale agricola, delle statuine femminili e delle architetture con simbologie taurine. Esse condividevano la civiltà del suono matematico delle acque: antichi saperi andati dimenticati o cancellati dalla Storia recente. Tangir, 26.000 anni fa, tornando nella patria madre mediterranea, aveva seminato la civiltà agricola ed i suoi popoli si erano estesi ovunque, fondando e unendosi anche alla civiltà Sumera. Ora lasciamo il Neolitico, il Mesolitico e parliamo di ProtoStoria, l’Età dei Metalli che va dal 3.500 a.C. al 750 a.C. Nel periodo finale del Bronzo (1200 a.C.) e per tutto il periodo del Ferro (900 – 750 a.C.), troviamo la civiltà Etrusca. Nel frattempo i lontani cugini Maya (750 a.C.) continuavano la tradizione della Pietra: è risaputo a livello storico che il periodo di transizione fra l’Età della Pietra e quella dei Metalli, apparve in momenti e tempi diversi, ed anche questo aveva una sua ragione migratoria. Queste informazioni sono importanti per comprendere la cultura etrusca e visitarla da vicino. Solcati i confini tra le regioni padane con quelle toscane ci aspettavano i Centri Etruschi e le loro meraviglie archeologiche, ancora non del tutto esplorate. 25 apPunto c): “Quindi se le visioniamo con un metodo scientifico, ossia determinato dalla compArazione e dalla ConfutAzione, ci apparirà la logica della CREAvoluZione dell’artè di vita.” Dal 23 settembre 2017 i giovani ragazzi dell’Istituto Sperimentale, raggiunsero il Team di ricerca e per Eleda iniziò l’insegnamento attraverso l’esplorazione dell’antica Etruria. L’obiettivo era CreaREvolvere nuove generazioni pensanti. Mariac aveva ragione nell’affermare che oggi quasi mai le divisioni linguistiche hanno un’equivalenza a quelle etniche, ma in un lontano passato invece questo era una realtà e le contemporanee ricerche scientifiche sciolgono il dubbio dell’origine Anatolica Etrusca dibattuta dai Greci. Alla fine tutti i nostri attori avevano una parte di ragione, ci aspettava il mondo culturale Etrusco. Adele Arati artiStà
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Complètement saoul de regarder! Robert Doisneau in dialogo con le “possibilità della vita” di
Lucia Garnero
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l Museo dell’Ara Pacis, nella meravigliosa cornice del Lungotevere nel centro di Roma, dal 28 maggio al 4 settembre, è possibile imbattersi in un’altra atmosfera, quella parigina, del centro e delle sue banlieue, immortalata da uno dei fotografi francesi più celebri e apprezzati nel nostro pa-
ese, Robert Doisneau. L’evento espositivo, a cura di Gabriel Bauret, è prodotto da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Silvana Editoriale. Insieme a Henri Cartier-Bresson, Doisneau è considerato uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del foto-
giornalismo di strada. Presenti in mostra oltre 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero, provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge. È in questo atelier che il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, ed è lì che si è spento nel 1994. Ad oggi, l’archivio di Montrouge, costituito da circa 450.000 nega-
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QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte.
Robert Doisneau Fox-terrier au Pont des Arts, Paris, 1953 © Robert Doisneau Nella pagina precedente: Robert Doisneau L’Information scolaire, Paris 1956 © Robert Doisneau Sotto: alcune viste del percorso espositivo
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tivi, è conservato con grandissima cura dalle due figlie che, spinte da un immutato entusiasmo e affetto per il padre, accolgono con grande disponibilità le richieste di editori e musei di ogni dove. Undici sezioni ad articolare il percorso all’Ara Pacis: Concierges (1945-1953), Enfances (19341956), Occupation et Libération (1940-1944), L’Après-Guerre (1945-1953), Le Monde du travail (1935-1950), Le Théâtre de la rue, Scènes d’intérieur (1943-1970), Mode et Mondanités (1950-1952), Portraits (1942-1961), Une certaine idée du bonheur (1945-1961), Bistrots (1948-1957). Visitare queste sezioni permette di cogliere il piglio attento del fotografo che, nell’attesa dell’evento che “crea” l’immagine, coglie l’istan-
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te dell’ordinario e ne ritrae in fotografia, con grande meraviglia, il carattere straordinario. La gran parte degli scatti raccolti in occasione di questo evento espositivo appartengono al periodo più fecondo del fotografo, dall’inizio degli anni Trenta alla fine degli anni Cinquanta; fatta eccezione per la sezione Occupation et Libération e L’Après-Guerre, per loro natura circoscritte in un tempo specifico, la percezione di fronte alla gran parte degli scatti è quello di foto senza tempo, perché al centro vi è quell’oggetto dell’umanesimo che è la persona, le persone: l’interazione tra esse, la loro goffaggine, la loro dignità. Lo stesso Doisneau ne parla: “Mi piacciono le persone per le loro debolezze e difetti. Mi trovo bene con la >>> 97
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ROBERT DOISNEAU
28 maggio - 4 settembre 2022 gente comune. Parliamo. [...] È una mettendosi al servizio della foto(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) QUESTA LA VERSIONE cosa molto fraterna”. grafia è “come un artigiano”, FREE nella di Museo dell’Ara Pacis, Roma d’Arte Doisneau si rende, secondo unaBIANCOSCURO pratica quotidianaRivista della rappreINFO sua stessa definizione,“pêcheur sentazione dell’esistenza e della T. +39 06 06 08 la versione completa, d’images”, pescatore d’immagini, Trovi continua “condivisione di sguarinfo.arapacis@comune.roma.it CARTACEA o DIGITALE capace di aspettare il momento da di”. Uno sguardo, il suo, capace Tutti i giorni 9.30 - 19.30 in abbonamento e immortalare, di scorgerlo e rico- di vedere le cose nella loro sostanmigliori fiere d’Arte. noscerlo, evidenziando la “perfetta nelle za, senza possederle o cambiarle. Inquadra con il tuo smartphone imperfezione” che connota alcu- Ne emerge un’affascinante mescoil codice QR per collegarti al sito www.arapacis.it Puoi abbonarti o richiedere una copia online: ni angoli di realtà, della società e lanza tra ironia e malinconia, tra dell’umanità tutta. distacco e affetto, con un’unica, artshop.biancoscuro.it La conoscenza e la frequentazione costante parola d’ordine, che lo di Jacques Prévert e Robert Gi- stesso artista pronuncia nel descriraud aprono Doisneau allo sguar- vere l’arte dello scatto: “Regarder, A destra: Robert Doisneau do poetico e alle scorribande dei regarder, jusqu’à en être comLe baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 bistrot e della banlieue di Parigi. plètement saoul de regarder!”, © Robert Doisneau Entrambe le esperienze ricordano “Guardare, guardare, guardare; finSotto: Robert Doisneau - Mademoiselle Anita a Doisneau le arti di empatia e ché lo sguardo non sarà totalmente cabaret « La Boule Rouge », rue de Lappe, Paris, l 1950 © Robert Doisneau leggerezza, di cui si rende maestro inebriato, ubriaco dal guardare!” s
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A
ROBERT DOISNEAU Museo dell’Ara Pacis Exhibition space, Roma May 28 - September 4, 2022 (Check the opening on the site)
collective exhibition at Museo dell’Ara Pacis on the famous French photographer, through more than 30 monochrome silver salts prints from the collection of the Atelier Robert Doisneau in Montrouge. in this atelier, he printed and archived his images for over fifty years, and it was there that he passed away in 1994, leaving a legacy of 450,000 negatives. The shot of the young couple kissing, indifferent to the crowds of passers-by and the traffic on the Place de l’Hôtel de Ville in Paris, is one of the best-known photographs in the world. With Henri Cartier-Bresson, Doisneau is considered one of the founding fathers of French humanist photography and street photojournalism. With his lens, he captures the daily lives of the
men and women who populate Paris and its suburbs, with all the emotions of the gestures and situations in which they are engaged. The exhibition is divided into 11 sections: Concierges (1945-1953), Enfances (1934-1956), Occupation et Libération (1940-1944), L’Après-Guerre (1945-1953), Le Monde du travail (1935-1950), Le Théâtre de la rue, Scènes d’intérieur (1943-1970), Mode et Mondanités (1950-1952), Portraits (1942-1961), Une certaine idée du bonheur (1945-1961), Bistrots (19481957). The multitude of characters and stories that populate Doisneau’s work translates into an artistic attitude and a philosophy of life; indeed, it is an expression of an empathetic gaze, which even becomes tenderly involved when he photographs lovers and children. “I
like,” he said, “people for their weaknesses and flaws. I get on well with ordinary people. We talk. We start talking about the weather and little by little we get to the important things. It’s a very brotherly thing, and it’s great to shine a light on those people who are never in the spotlight.” “The photographer should be like blotting paper, he should let himself be penetrated by the poetic moment. His technique should be like an animal function, it must act automatically”. The exhibition, curated by Gabriel Bauret, is promoted and produced by Roma Culture - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo and Silvana Editoriale Project. Supported by Zètema Progetto Cultura. Catalogue by Silvana Editoriale. Radio l partner Dimensione Suono Soft. s
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Elliott Erwitt - France, Paris, 1989 © Elliott Erwitt
Elliott Erwitt A Milano, la grande retrospettiva di
“
Daniela Malabaila
Se le mie immagini aiutano qualcuno a vedere le cose in un certo modo, probabilmente è a guardare le cose con più leggerezza. Tutto è serio, ma può anche non esserlo.
L
e sale del Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospitano una importante retrospettiva dedicata ad Elliott Erwitt, uno dei più importanti fotografi del Novecento, ancora oggi membro attivo della Magnum Photos. L’esposizione, curata da Biba Giacchetti, organizzata dal Mu-
”
Elliott Erwitt seo Diocesano in collaborazione con SudEst57 e col patrocinio del Comune di Milano, presenta le immagini più iconiche affiancate ad altre meno note, sia in bianco e nero che a colori. Quest’ultime sono quelle che Erwitt aveva deciso di utilizzare per i suoi lavori editoriali, istituzionali e pubblicitari, toccanti diversi temi della vita, dalla politica al socia-
le, dall’architettura al cinema e alla moda, tutti declinati dal suo sguardo curioso e leggermente ironico, ma sempre rappresentati come appaiono nella realtà. “Anche quest’anno - dichiara Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano - il Museo Diocesano propone per il periodo estivo una mostra di fotografia, aprendosi alla
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città anche in orario serale e offrenQUESTA è LA VERSIONE FREE di do nel gradevole spazio del chiostro BIANCOSCURO Rivista d’Arte diverse attività culturali”. “Elliott ed io - afferma Biba Giacchetti - salutiamo con entusiasmo Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE questa retrospettiva che il Museo in abbonamento e Diocesano ha voluto dedicargli. Elliott è molto legato a Milano, cit- nelle migliori fiere d’Arte. tà dove trascorse l’infanzia fino Puoi abbonarti o richiedere una copia online: alla partenza per gli Stati Uniti a causa delle leggi razziali. La selezione delle immagini in mostra, molte artshop.biancoscuro.it delle quali mai esposte a Milano, è stata curata da me in stretta collaborazione con Elliott, come ogni progetto che lo riguarda”. Il percorso espositivo ripercorre l’intera carriera dell’autore americano ed offre uno spaccato della storia e del costume del Novecento, attraverso la sua tipica ironia, surreale e romantica. I ritratti di personaggi famosi, i bambini, gli animali, gli innamorati, ma anche diverse le vicende della gente comune dei tanti Paesi che visitava come fotoreporter: l’obiettivo di Erwitt ha colto momenti e situazioni che si sono iscritte nell’immaginario collettivo come l vere e proprie icone. s Elliott Erwitt - France, Provence, 1955 © Elliott Erwitt Elliott Erwitt - USA, Wilmington North Carolina, 1950 © Elliott Erwitt
ELLIOTT ERWITT 100 fotografie
27 maggio – 16 ottobre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano INFO T. +39 02 89420019 Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.chiostrisanteustorgio.it
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Fotografe a confronto Dialoghi a distanza ravvicinata di
Mario Gambatesa
L
e due perle dell’Oltrarno fiorentino, Villa Bardini e il Forte Belvedere, a Firenze, dal 18 giugno al 2 ottobre 2022, ospitano la grande mostra “Fotografe! Dagli Archivi Alinari a oggi”. L’esposizione, curata da Emanuela Sesti e Walter Guadagnini, viene presentata e promossa dalla Fondazione Alinari per la Fotografia e dalla Fon-
dazione CR Firenze, in collaborazione con il Comune di Firenze. Si tratta di un nuovo ed ambizioso progetto espositivo, che ha per protagoniste assolute le fotografe di ieri e di oggi e che unisce le sale delle due sedi ospitanti in un unico itinerario, ricco e suggestivo, che affianca opere originali degli Archivi Alinari a produzioni contemporanee. Partendo dagli esiti della ricerca negli Ar-
chivi Alinari, il progetto espositivo crea un percorso che intreccia e ripropone in maniera sincronica una storia che dalla fotografia delle origini attraversa il Novecento e arriva ai giorni nostri, affiancando i primissimi procedimenti fotografici e i vari tentativi che nel corso dei secoli hanno portato alle sperimentazioni contemporanee. La mostra non segue quindi un andamento cronologico, ma
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è costruita per analogie, diffeè LA VERSIONE FREE di renze, suggestioni, per temiQUESTA e generi, primo tra tutti il ritrattoBIANCOSCURO Rivista d’Arte fotografico, mettendo insieme in un unico percorso fotografie e fo- Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE tografe nate in epoche, luoghi e in abbonamento e contesti sociali diversi. In mostra si possono ammirare nelle migliori fiere d’Arte. vintage prints, album e negativi abbonarti o richiedere una copia online: dagli Archivi Alinari, Puoi opere provenienti dalle diverse collezioni di oltre quaranta fotografe, in mol- artshop.biancoscuro.it ti casi inedite, a partire da quelle delle prime dagherrotipiste degli anni ‘40 dell’Ottocento, come la francese Bernardine Caroline Théodora Hirza Lejeune (Parigi, 1824-1895) del fondo Oggetti Unici che è stato restaurato, catalogato e digitalizzato nel 2021 anche grazie al sostegno della Fondazione CR Firenze. Le stampe originali di Julia Margaret Cameron, Dorothea Lange, Margaret Bourke-White, Lu>>> A sinistra: Helene Magdalena Hofmann Tre uomini alzano i cappelli in segno di saluto Gorizia, post 1904, aristotipia alla gelatina, 100x140 mm. Archivi Alinari, Firenze Sotto: Francesca Catastini Blinding an Anatomist with My Bare Hands 2016, stampa a getto d’inchiostro, 60x84 cm. ©Francesca Catastini Courtesy OstLicht Gallery, Vienna
Sopra: Bettina Rheims - Madame Jacquot (ritratto dell’attrice Charlotte Rampling) Parigi, 2009, stampa digitale, 417x295 mm. Archivi Alinari, Firenze
Un’immagine dell’allestimento della mostra “Fotografe!” al Forte Belvedere, con le opere di Alba Zari Ph. Stefano Casati
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biancoscuro <<< cia Moholy, Maria Mulas, Ketty QUESTA è LA VERSIONE FREE di La Rocca, Lisetta Carmi, Diane Arbus, Bettina Rheims, per ci-BIANCOSCURO Rivista d’Arte tarne solo alcune, si confrontano con le produzioni di dieci autri- Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE ci italiane, Eleonora Agostini, in abbonamento e Arianna Arcara, Federica Belli, Marina Caneve, Francesca Ca- nelle migliori fiere d’Arte. tastini, Myriam Meloni, Giulia Puoi abbonarti o richiedere una copia online: Parlato, Roselena Ramistella, Sofia Uslenghi, Alba Zari, rappresentanti della più giovane ge- artshop.biancoscuro.it nerazione, nata dopo il 1980, che va affermandosi in questi anni sia sul piano nazionale che su quello internazionale. La presenza delle autrici contemporanee costituisce un ulteriore momento di riflessione che investe le pratiche artistiche odierne, a partire dal rapporto con il passato e con la memoria, siano esse individuali o collettive, all’interno di un mondo in continuo mutamento, dove anche i ruoli sociali e i paradigmi ad essi l legati sono in costante divenire. s Germaine Krull - Ballerina javanese 1930 ca., stampa alla gelatina ai sali d’argento, 159x192 mm. Archivi Alinari, Firenze
Sopra: Marion Wulz Ritratto di Wanda Wulz in tenuta da motociclista 1930-1932 ca., stampa b/n ai sali d’argento con stampante Lambda Durst da negativo alla gelatina, bromuro d’argento su vetro, 180x130 mm. Archivi Alinari, Archivio Marion Wulz, Firenze
FOTOGRAFE!
Dagli Archivi Alinari a oggi 18 giugno - 02 ottobre 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Villa Bardini / Forte di Belvedere, Firenze INFO T. +39 055 294883 Da martedì a domenica 10.00 - 20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.villabardini.it
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FLORA
FRAGMENT
acrylique mixte sur toile Création originale FLORA
Gestion des droits de reproduction de représentation pour les Oeuvres Flora Castaldi - Boutet www.adagp.fr Flora Castaldi Artiste présentée par Galerie MULTI ART EVENTS BY Wendy Lauwers Monaco - MULTI ART GALLERY Principauté de MONACO www.multiart.events ART RIVIERA TOUR Monaco, Singapore, Dubai, New York, Miami, Paris, Belgique
www.newartpromotion.it/flora
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Rogen Ballen è LA VERSIONE FREE di “Senigallia Città QUESTA della Fotografia” BIANCOSCURO Rivista d’Arte di
Flavio Ennante
Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e ell’ambito di “Senigallia Città gnum Photos e fondò Photography proveniente dalla collezione personale fiere d’Arte. della Fotografia”, progetto che nelle House,simigliori è formato circondato dalla fo- dell’artista. Il Sindaco della città, Massi-
N
si distingue per la realizzazione di eventi espositivi originali di alto livello dedicati all’arte fotografica, a Palazzo del Duca e a Palazzetto Baviera, è visitabile la mostra personale del fotografo Roger Ballen, “The Place of the Upside Down” a cura di Massimo Minini. Promossa dalla Regione Marche e dal Comune di Senigallia, in collaborazione con la Galleria Massimo Minini e la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, la mostra di Roger Ballen sarà l’unica quest’anno in Italia ad essere presente sia in un museo pubblico che alla 59. Biennale Arte di Venezia, dove rappresenta il Sud Africa con le sue immagini retroilluminate che raffigurano sagome ricavate con un procedimento “dada-calcografico” dalla polvere depositata sulle finestre di un ex manicomio femminile. Roger Ballen, nato a New York, ma attivo da oltre quarant’anni in Sud Africa, è uno dei fotografi più interessanti nel campo artistico internazionale, figlio di Adrienne Ballen che lavorò alla Ma-
tografia dei più grandi Maestri.
mo Olivetti: “Siamo onorati di ospitare la
provenienti dalla collezione di Massimo Minini, dalle serie Outland (2000), Shadow Chamber (2005), Boarding House (2009) e Asylum of the Birds (2014). A Palazzetto Baviera invece è esposta una selezione di 12 scatti a colori, inediti e
Duca e Palazzetto Baviera, che negli ultimi anni hanno accolto opere di fotografi fondamentali nella scena artistica internazionale con produzioni sempre originali e votate alla ricerca ed alla diffusione della l cultura fotografica”. s
A Palazzo Duca un nucleo di opere nelle prestigiose sale di Palazzo del Puoi abbonarti o del richiedere una copiamostra online:
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A destra: Roger Ballen Divided self, 2007 In basso, da sinistra verso destra: Roger Ballen - Closeted, 2014 Roger Ballen - Engagement, 2014
ROGER BALLEN
The Place of the Upside Down
14 aprile - 2 ottobre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo del Duca / Palazzetto Baviera, Senigallia INFO T. +39 366 6797942 circuitomuseale@comune.senigallia.an.it Da giovedì a domenica 17.00 - 23.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.feelsenigallia.it
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Di Sturco ed il Gange Dieci anni lungo il fiume sacro indiano di
Ettore Tiretto
F
ino al 19 settembre, all’Università Bocconi di Milano, si può visitare la personale di Giulio Di Sturco, titolata “Ganga Ma” (Madre Gange), in partnership con la Podbielski Contemporary gallery, progetto di collaborazione tra MIA Fair e BAG-Bocconi Art Gallery. Le immagini proposte sono il risultato di una ricerca fotografica durata dieci anni sul fiume Gange, nel quale Giulio Di Sturco ha documentato gli effetti dell’inquinamento, dell’industrializzazione e dei cambiamenti climatici: 2.500 miglia, dalla fonte nell’Himalaya in India, al delta nella Baia di Bengal in Bangladesh, raccontando come si trovi sospeso tra crisi umanitaria e disastro ecologico. Una mostra che oggi più che mai troviamo attuale anche alle nostre latitudini. “Ho pensato a un progetto espositivo per l’Università Bocconi - afferma Fabio Castelli, ideatore e direttore di MIA Fair - che coniughi a uno standard altissimo di qualità, una profonda riflessione su un tema fondamentale: gli effetti dell’inquinamento sulla sopravvivenza del pianeta”. Le fotografie di Ganga Ma spaziano dalla banalità del quotidiano a una condizione quasi surreale, che dobbiamo tutl ti comprendere per limitare i danni. s
“
Se Ganga vive, vive anche l’India. Se Ganga muore, muore anche l’India.
”
Vandana Shiva
Giulio di Sturco - Ganga Ma @ Podbielski Contemporary Giulio di Sturco - Bhairab Railway Bridge, Bangladesh @ Podbielski Contemporary
GIULIO DI STURCO Ganga Ma
11 aprile – 19 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Università Bocconi, Milano Da lunedì a venerdì 09.00 - 20.00 Sabato 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.miafair.it
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T r A t e e r t S T r A t e e Str
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Eutòpia
Un’installazione immersiva e un museo dedicato alla street art nel cuore del “Vulcano Buono” di
Flavio Ennante
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Eutòpia - Spettacoli ed eventi serali
a un “Vulcano Buono”, iconica opera progettata da Renzo Piano, nasce oggi una delle più grandi arene di container d’Europa. Eutòpia, nome del progetto della “Container Arena”, è anche un’opera monumentale per impatto architettonico e per innovatività della proposta artistica e culturale che caratterizza la seconda vita della piazza. La “Container Arena - Eutòpia” non è solo questo: se la parte centrale è destinata a spettacoli ed eventi, gli oltre 1.700mq che ne costituiscono il “guscio” sono un museo dinamico di Street Art dove artisti internazionali e locali, diretti da Foll.ia* e guidati da un filo conduttore comune, si esibiranno nel tempo, sovrapponendo le proprie opere per sperimentare nuove forme d’arte “sospesa”. Ad inaugurare la parte artistica sono i lavori del duo francese Tito & Mulk, e dello street artist ucraino Alex Maksiov, che hanno realizzato due dipinti ispirati alla ricerca contemporanea di “Meraviglia”. “Eutòpia è un progetto destinato ad essere unico nel suo genere – spiegano i fondatori di Foll.ia – e non solo per i numeri ambiziosi che caratterizzano gli spazi e le installazioni. È un ambiente ideale e reale che sveste l’anima commerciale di Vulcano Buono per trasformarlo in un polo d’attrazione sociale e culturale. Chi
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Tito & Mulk
Alex Maksiov
viene qui non cerca più soltanto un’esperienza di shopping. Chi arriva nella nuova piazza è attratto da un palinsesto artistico-culturale aperto e gratuito, sempre fruibile e in continua evoluzione. E tutto questo esiste grazie alla lungimiranza delle attività commerciali che, insieme, hanno investito in un concept che non ha precedenti, trasformando uno spazio vuoto in un monumento polifunzionale e sostenibile”. Eutòpia: è un’installazione semi-permanente composta da 48 container navali assemblati destinati alla dismissione, che diventano il fulcro del progetto, trovando una nuova vocazione. Disposti in modo da integrare nell’architettura esistente un “anfiteatro”, danno vita ad uno spazio polifunzionale, delle dimensioni di piazza Plebiscito a Napoli. Eutòpia è a ideata e prodotta da Foll.ia, con la guida della set designer Carlotta Orioli, realizzata secondo un sistema costruttivo che garantisce flessibilità, autonomia, sostenibilità e che risulta legato l all’interporto e alla sua storia. s
Tito & Mulk
Alex Maksiov
Tito & Mulk
Inquadra il QR con il tuo smartphone per maggiori info su Eutòpia www.eutopiavulcano.com o Facebook.com/vulcanobuon no Instagram.com/vulcanobuo
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“Broken” 2021, Fotografia digitale, 38x50 cm.
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“BIANCOSCURO” è un’associazione culturale nata nel 2013. Tra i suoi progetti di promozione artistica il BIANCOSCURO Art Contest (artcontest.biancoscuro.it) che mette in palio importanti premi acquisizione, la copertina, mostre personali, collettive e monografie in formato e-Book con possibilità di stampa. BIANCOSCURO Rivista d’Arte è distribuita in Italia e all’estero in importanti manifestazioni artistiche e fiere internazionali, inoltre è diffusa tramite PressReader, leader mondiale per la distribuzione di riviste su crociere di lusso, hotel 5 stelle e centri benessere; ed EBSCO, leader nel mondo per la fornitura di riviste ad Accademie, Università, Musei, librerie e biblioteche. Naturalmente è consultabile anche sul nostro portale ufficiale (www.biancoscuro.it) e sui nostri social Facebook ed Instagram.
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