Recupero di composti bioattivi da germe e crusche di grano duro deoleato
D. Naviglio1* - v. Nebbioso1 - a . savastaNo1 - a . PerroNe1 - M. gallo2
D. MoNtesaNo3 - M.g. MiaNi4 - P. trucillo5
1 Dipartimento di Scienze Chimiche Università degli Studi di Napoli Federico II
2 Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, Università degli Studi di Napoli Federico II
3 Dipartimento di Farmacia, Università degli Studi di Napoli Federico II
4 Casillo Next Gen Food srl - Via Sant’Elia Z.I. - 70033 Corato - Bari
5 Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale, Università degli Studi di Napoli Federico II
*email: naviglio@unina.it
Parole chiave: economia circolare, sottoprodotto, grano, antiossidanti, polifenoli, recupero scarti
SOMMARIO
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo alternativo a quello dell’economia lineare e si basa sulla capacità di riutilizzare, recuperare o riciclare i materiali di scarto ottenuti nelle diverse fasi produttive, o addirittura sul prevenirli. In particolare, il recupero degli scarti provenienti dal settore agro-alimentare, oltre a ridurre l’impatto ambientale, offre la possibilità di estrarre diversi composti bioattivi, come gli antiossidanti, utilizzabili in altri settori produttivi. Nel presente lavoro vengono riportate prove preliminari di estrazione da materiale di scarto (frazioni molitorie derivanti dalla molitura del grano) fornito dall’azienda Casillo Next Gen Food srl per il recupero di composti antiossidanti, effettuando il confronto fra tre tecniche estrattive: macerazione, macerazione assistita da ultrasuoni ed estrazione con Naviglio estrattore.
per via del loro comprovato effetto benefico sulla salute e sulla prevenzione di diverse malattie nell’uomo. In particolare, dal frumento sono stati ottenuti estratti ricchi di antiossidanti, mediante l’uso di solventi tra cui acqua, etanolo, metanolo e miscele acqua/etanolo e acqua/metanolo [7, 8]. Alcuni studi hanno anche riportato l’attività antiossidante del germe di grano sgrassato tostato [9, 10], oli di germe di grano [11] e idrolizzati proteici di germe di grano [12].
In particolare, il germe di grano sgrassato (Defatted Weat Germ, DWG) è il principale sottoprodotto del grano nel processo di estrazione dell’olio di germe; esso contiene molti ingredienti nutrizionali, come proteine, carboidrati, vitamine del gruppo B, pigmenti e minerali, e alcuni microcomponenti funzionali [13, 14]. Tuttavia, in letteratura si riportano pochi studi sistematici riguardanti il Weat Germ (WG), specialmente dal punto di vista del contenuto e contributo alle at-
tività antiossidanti complessive. Infatti, data la natura complessa dei fitochimici, la loro attività antiossidante dovrebbe essere valutata e validata tramite saggi accettati dalla comunità scientifica.
La lavorazione della cariosside del grano, una cui schematizzazione è riportata in Fig. 1a, ha come obiettivo la produzione di farina e di semole di grano. Purtroppo, non tutto il seme può essere utilizzato nell’alimentazione umana, ma alcune parti di esso vengono in genere considerate come dei sottoprodotti di lavorazione. Tuttavia, attualmente sono in fase di sviluppo alcuni processi volti a considerare questo tipo di sottoprodotto come una risorsa al pari di una materia prima, nell’ottica di sviluppo di una economia circolare in sostituzione di quella lineare (come dalle indicazioni fornite dall’European Green Deal Priorities 2019-24, source: https://ec.europa.eu/info/stra tegy/priorities-2019-2024_en).
convegni
L’importanza della fumigazione con gas tossici
L’ambientalismo ideologico che pervade una parte del mondo politico europeo e dell’opinione pubblica rischia di riavvolgere il corso della storia riportando la comunità dell’Europa ai tempi dell’antico Egitto o del Medioevo, quando non esistevano rimedi alle infestazioni di
topi, insetti, di macro e microorganismi che attaccavano le derrate alimentari, e quando i mezzi di trasporto terrestri e navali diffondevano malattie letali anche per l’uomo.
Recenti episodi avvenuti all’interno dell’Unione Europea rivelano infatti come si stia formando la convinzione che prodotti per la fumigazione come fosfina o fluoruro di solforile siano problemi, quando invece il problema è pensare che la chimica sia il male, che i prodotti siano dannosi.
Di questa deriva ideologica sui prodotti, dell’eccellenza italiana in fatto di professionisti preparati all’uso dei gas, e della triplice sicurezza dei gas, si è parlato in occasione di un convegno, organizzato in marzo a Campi Bisenzio (Fi), dalle 11 aziende italiane specializzate nella fumigazione con gas tossici che fanno parte di IFA, l’associazione Imprese Fumigatrici Associate che tutela e promuove le aziende e i chimici che ci lavorano, e che racconta i vantaggi applicativi dei gas tossici.
Entro il 2050 si dovrà garantire a 9 miliardi di persone alimenti e prodotti sicuri, oltre ai requisiti fitosanitari a merci per 17 mi-
fumigazioni in transito (strada, fluviale, ferrovia), che i prodotti siano facilmente asportabili (non contact application), che siano applicate pratiche atte a garantire la sicurezza di ambiente e persone, e infine che i residui di fosfina vengano posti in contenitori a tenuta dopo la fumigazione. Su questo ultimo punto, UPL ha replicato fornendo una proposta di modifica del concetto, in modo che risultasse una pratica sicura e rispettosa della normativa vigente in termini di rifiuti e smaltimento. Tutti gli altri punti
dimostrano che, attraverso l’informazione tecnico-scientifica oggettiva e un approccio che considera l’interazione prodotto-professionista, non c’è ragione di dubitare su efficacia, sicurezza e sostenibilità ambientale dei gas tossici. Ma è corretto definirli tali? “GAS è un acronimo che significa Garantire Ambiente e Alimenti Sicuri”, conclude Bernini, auspicando che la dizione “tossici” non sia alibi per marginalizzare il ruolo di questa chimica alleata dello sviluppo sostenibile.
cereali
Wheat Initiative sostiene il coordinamento globale della ricerca sulle colture
Lo scorso aprile a Varanasi, in India, si è svolto il G20 organizzato dall’Agricultural Chief Scientists (MACS-G20)
La presentazione del lavoro della Wheat Initiative (WI) ha posto l’accento sull’importanza della cooperazione e del coordinamento nella ricerca per affrontare le sfide che minacciano la sicurezza alimentare globale, fornendo un esempio del valore della ricerca collaborativa. L’obiettivo è di migliorare la produzione di grano sostenibile in condizioni di maggiore stress climatico e l’accesso alle tecnologie migliori e più sicure in allevamento, agronomia, nutrizione delle piante e protezione da agenti patogeni e parassiti. Tali fattori essenziali devono essere implementati attraverso un quadro scientifico. Sono stati delineati i programmi della WI tra cui l’Alliance for Wheat Adaption to Heat and Drought (AHEAD) e la Wheat Initiative Crop Health Alliance (Watch-A), il 10+
Wheat Genomes Project, l’International Wheat Genome Sequencing Consortium (IWGSC), così come l’International Wheat Yield Partnership (IWYP).
Si è concluso che la Wheat Initiative è un’organizzazione vitale che coordina la ricerca sul grano in tutto il mondo. Tuttavia, è l’unica iniziativa del G20 per il miglioramento delle colture, sebbene il miglioramento e la diversità siano fondamentali per affrontare le sfide poste dalla crisi climatica. Dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs), i punti 2 (Fame Zero), 12 (Consumo e produzione responsabili) e 17 (Partnership per gli obiettivi) possono trovare una soluzione quando il coordinamento globale è supportato. Esiste un gran numero di altri cereali con un potenziale di miglioramento e questi potrebbero migliorare la diversità e contribuire a garantire la sicurezza alimentare.
macinazione
Macinazione e setacciatura differenziale per diversificare la funzionalità della farina
In uno studio canadese apparso su Food Research International, i semi di legumi (piselli, lenticchie) e cereali (orzo, avena) sono stati prima macinati in farine integrali, poi setacciate in farine grossolane e fini.
Le dimensioni delle particelle dei tre flussi di farina generati seguivano un ordine decrescente di grossolano>intero>fine, coerente con l’osservazione al microscopio elettronico a scansione (SEM). Tra le quattro colture, i tre flussi di farina hanno mostrato lo stesso ordine di rango fine>intero>grossolano nel contenuto di amido e amido danneggiato, ma l’ordine opposto nel contenuto di ceneri e fibre alimentari totali. Pertanto, quelle proprietà funzionali correlate all’amido presenti nella farina, come L* (luminosità), cambiamento di entalpia di gelatinizzazione dell’amido (DELTAH) e durezza del gel, seguivano lo stesso ordine di fine>intero>grossolano. Al contrario, il contenuto proteico dei tre flussi di farina non variava nei piselli e nelle lenticchie, ma mostrava un andamento grossolano>intero>fine in orzo e avena, il che potrebbe spiegare in parte le proprietà schiumogene ed emulsionanti comparabili dei tre flussi
Struttura multiscala e proprietà digestive dell’amido di crusca di diverse granulometrie
In una ricerca cinese apparsa su Food Chemistry, la struttura multiscala (granulare, molecolare, cristallina, lamellare ed elicoidale) e la proprietà digestiva dell’amido della crusca di frumento di diverse granulometrie, tra cui scala vegetale (1110 mum), tissutale (235 mum, 83 mum ) e cellulare (19 mum), sono state studiate e confrontate con l’amido di farina di frumento. La macinazione della crusca su scala tissutale ha ridotto la dimensione dei granuli dell’amido di crusca, ma non ha modificato la sua struttura molecolare, lamellare, cristallina ed elicoidale.
Tuttavia, la macinazione su scala cellulare ha causato una distruzione delle regioni cristalline e della doppia elica, con un aumento della digeribilità dell’amido. Inoltre, rispetto all’amido di farina di frumento, l’amido di crusca di frumento aveva maggiore resistenza e minore digeribilità, che erano correlati con le sue lamelle più sottili, maggiore proporzione di doppia elica e un frattale compatto. Lo studio evidenzia l’effetto della struttura supramolecolare sulla digeribilità dell’amido di crusca e contribuisce all’applicazione dell’amido di crusca.
panificazione
Aggiunta di acqua ad alta temperatura nell’impasto con farina di riso
Lo studio giapponese pubblicato su Journal of Food Processing and Preservation ha analizzato l’effetto dell’acqua calda su proprietà reologiche dell’impasto, alveolatura e proprietà sensoriali del pane. I ricercatori si sono concentrati sull’effetto addensante della
gelatinizzazione dell’amido e hanno sviluppato un metodo per produrre pane con farina di riso senza additivi, aumentando la temperatura dell’acqua a 50/80°C, che è risultata più efficace nel migliorare l’alveolatura. Negli impasti preparati con acqua a 68° e 70°C,
che presentava un’eccellente alveolatura, le fluttuazioni dipendenti dalla frequenza dei moduli di immagazzinamento e di perdita erano minori, mentre i valori del coefficiente di perdita maggiori. Gli impasti hanno mostrato qualità sensoriali più favorevoli a tem -
perature più elevate rispetto a quelli contenenti acqua fredda.
I risultati hanno evidenziato che un adeguato controllo della temperatura dell’acqua aggiunta durante la preparazione migliora la qualità del pane senza glutine prodotto con farina di riso.
Composizione del glutine e qualità di cottura del frumento
Il contenuto e la composizione di proteine e glutine sono importanti per la qualità di cottura delle farine di frumento. L’obiettivo di uno studio tedesco pubblicato su Cereal Chemistry era fornire una caratterizzazione completa di 82 farine di frumento per analizzare l’influenza della composizione proteica sui parametri reologici e di qualità della panificazione. Sono stati determinati composizione proteica, comportamento di gelatinizzazione dell’amido, nonché i parametri reologici (microfarinografo, aggregazione del glutine, estensibilità) e di cottura. La matrice di correlazione non ha mostrato correlazioni significative tra la composizione del glutine e il volume della pagnotta. I parametri del test di aggregazione del glutine hanno consentito una previsione del contenuto di glutine, gliadina e glutenina con un errore quadratico medio assoluto della convalida incrociata di 7,5, 6,0 e 3,2 mg/g, utilizzando la regressione dei minimi quadrati parziali. La temperatura di gelatinizzazione dell’amido ha avuto un effetto sull’aggregazione del glutine. Il test di aggregazione del glutine era adatto per
prevedere il contenuto di glutine, gliadina e glutenina. La mancanza di correlazioni tra composizione proteica e volume della pagnotta indica che la qualità della panificazione è il risultato di una complessa combinazione di diversi parametri.
I risultati dimostrano che le miscele di farina possono raggiungere un’eccellente qualità di panificazione anche se gli indicatori di qualità come la proteina grezza o l’estensibilità sono bassi.
pasta
Effetti della laminarina
In una ricerca cinese pubblicata su LWT - Food Science and Technology, l’amido di frumento (WS) è stato combinato con più concentrazioni di laminarina (LM) per studiare i cambiamenti nella sua microstruttura, struttura e digeribilità, e la sua
applicazione per migliorare le proprietà di cottura e consistenza dei noodle di grano. Una bassa concentrazione di LM (2%, g/100 g) ha ridotto la cristallinità e il grado di ordine di WS, ma un’alta concentrazione ha avuto l’effetto opposto.
Miglioramento della collosità della pasta surgelata
In un articolo cinese uscito su LWT - Food Science and Technology è stata studiata la relazione interna tra i componenti del glutine e la collosità superficiale dei noodle cotti surgelati (FCN) durante la produzione. Sono state determinati con-
di glutine: 86,55%) e struttura secondaria ordinata di FCN ricotti e resistere al danno reticolo glutinico causato dalla precottura. L’aggiunta di gliadina potrebbe favorire la formazione della membrana del reticolo glutinico, migliorare l’esten-
sistenza, collosità superficiale, grado di gelatinizzazione, stabilità termica, solfidrile libero, distribuzione del peso molecolare delle proteine, struttura secondaria, superficie e microstruttura interna degli FCN.
I risultati hanno mostrato che l’aggiunta di glutenina potrebbe rafforzare la spina dorsale del reticolo glutinico, diminuire il contenuto di sulfidrile libero (1,81 mumol/g) dei noodle precotti, aumentare il grado di gelatinizzazione (89,71%), aggregazione proteica (macropolimeri
sibilità (distanza di trazione: 0,0212 m) degli FCN, resistere al danno del reticolo glutinico durante il congelamento per avvolgere più strettamente le particelle di amido e diminuire la collosità (3,60 N) di FCN ricotti. Il glutine ha combinato i vantaggi della glutenina e della gliadina per rafforzare il reticolo glutinico e ridurre la collosità.
In futuro, l’effetto sinergico di glutenina e gliadina sarà ancora studiato per regolare la collosità superficiale e la qualità commestibile degli FCN.
mangimi
Cambiamenti nelle proprietà termomeccaniche del mangime sulla produzione di pellet
A causa della crescente domanda di cibo, la disponibilità di ingredienti ricchi di amido, come i cereali per i mangimi, la cui superficie può essere utilizzata per la produzione di alimenti, dovrebbe diminuire. A sua volta, si prevede un aumento dell’uso di co-prodotti, provenienti dall’industria alimentare e dei biocarburanti. Tuttavia, questi co-prodotti sono ricchi di fibre e possono influire negativamente sulla produzione di pellet, riducendone la qualità e aumentandone i costi energetici. Le proprietà termomeccaniche del mangime sono considerate importanti per i processi di agglomerazione, ma la relazione con la composizione del mangime e il ruolo nella produzione di pellet è poco conosciuta.
Il fine di un lavoro olandese apparso su Journal Article era di indagare l’effetto dell’inclusione di co-prodotti fibrosi nei mangimi sulle loro proprietà termomeccaniche e sugli effetti nella produzione
di pellet. I trattamenti di ammostamento sono stati formulati per contenere 700 g/ kg di pastone base, costituito da farina di soia, mais e olio di soia, a cui sono stati aggiunti 0-300 g/kg di panello di palma, polpa di barbabietola da zucchero, paglia di frumento e amido di mais nativo, secondo uno schema di miscelazione a quattro componenti. I trattamenti sono stati preparati in duplicato, condizionati tramite un condizionatore monoalbero e compattati con un palettizzatore ad anello (diametro del foro della matrice di 6 mm). Sono stati documentati la qualità del pellet, la capacità produttiva e il consumo specifico lordo di energia meccanica per Mg. La deformabilità della miscela di mangime è stata valutata aumentando il contenuto di umidità di un campione di pastone a 150 g/kg, seguito da compressione a 10 MPa e aumento della temperatura di 4°C/minuto, utilizzando il Phase Transition Analyzer (PTA, Wenger Manufacturing, Sabetha,
KS, US). L’inclusione di paglia di grano ha aumentato la deformabilità del pastone. È stato osservato che l’inclusione di amido di mais nativo e coprodotti fibrosi aumenta la qualità del pellet rispetto alla miscela di base. La deformabilità del pastone alla temperatura del compattatore è stata correlata con la densità apparente (r=-0,83, P<0,001). La resistenza alla compressione del pellet è stata associata alla deformabilità del pastone (r=0,78, P<0,001), ma è stato osservato che questa associazione è influenzata dalla paglia di grano. La deformabilità del materiale è stata correlata con la capacità produttiva (r=-0,85, P<0,001) e il consumo di energia (r=0,80, P <0,001).
L’inclusione di co-prodotti fibrosi influisce sulla qualità del pellet in una relazione non lineare e aumenta la qualità del pellet in modo simile all’inclusione dell’amido di mais nativo. La deformabilità del pastone di mangime potrebbe fornire un indicatore della qualità del pellet, ma il meccanismo sottostante richiede ulteriori studi. La pellettatura di pastoni di mangime con una maggiore deformabilità aumenta i costi energetici della produzione di pellet, a causa del comportamento durante la compattazione. Le proprietà termomeccaniche dei pastoni svolgono un ruolo significativo nel processo di produzione dei pellet.
le T1 naturalmente contaminato da micotossine; mangime T2-basale + bentonite, estratto di cardo e lievito, vitamina E e colina; mangime T3-alimento basale + bentonite, estratto di cardo, scorza di lievito e silimarina; mangime T4-basale + bentonite ed estratto di alghe. Sono state valutate le prestazioni (aumento di peso, assunzione di mangime, conversione del mangime) a 7, 14, 21, 28 giorni. A 28 giorni, una porzione del digiuno è stata raccolta in due polli per replica per
studiare la morfologia intestinale. È stato valutato il peso di ventriglio, proventricolo e intestino totale. I dati ottenuti sono stati analizzati utilizzando il programma statistico SAS (9.3). Con l’uso di qualsiasi adsorbente studiato, le prestazioni e il peso del fegato sono migliorati in tutti i periodi valutati. Pertanto, l’inclusione di adsorbenti migliora le prestazioni dei polli da carne quando il mangime è contaminato da micotossine.
Sostituzione dell’insilato di mais con l’erba medica nelle diete dei bovini
L’insilato di mais è la fonte predominante di foraggio raccolto meccanicamente per la produzione mangime per bestiame negli Stati Uniti a causa dell’alto rendimento. In alternativa, a causa dei tagli multipli all’anno e del costo annuale inferiore, l’uso di erba medica può aumentare le opportunità di spargimento del letame, copertura del suolo perenne, habitat per gli im -
pollinatori e maggiore sequestro del carbonio.
L’obiettivo di uno studio americano su Journal of Animal Science era determinare il valore nutrizionale dell’erba medica quando si sostituisce l’insilato di mais nelle diete dei bovini in crescita. Centosessantacinque bovini di razza Angus [326±51 kg di peso corporeo (BW)] sono stati bloccati dal BW iniziale e assegnati in modo casuale a uno dei 28 gruppi presso l’allevamento dell’Università del Minnesota. I gruppi sono state assegnate in modo casuale ai trattamenti dietetici.
La dieta di controllo era composta da (su base s.s.) 50% di insilato di mais, 19,25% di chicchi di mais, 19,25% di mais ad alta umidità, 7% di trebbie essiccate e 4,5% di integratore liquido (controllo dell’insilato di mais, controllo CS). Per le diete con fieno di erba medica (AH), AH ha sostituito l’insilato di mais al 33 (AH 33), 66 (AH 66) o 100% (AH 100). Le misurazioni
aziende
Zanin, garanzia per l’essiccazione e lo stoccaggio dei cereali
Fondata nel 1956, Zanin da sempre interpreta e sviluppa la tecnologia delle macchine e degli impianti per il settore agroalimentare, prima dedicandosi alla produzione di impianti per l’essiccazione dei bachi da seta e poi, sotto la spinta dei soci fondatori, ampliando la gamma nelle tecnologie di essiccazione e di stoccaggio dei cereali, spingendosi nella realizzazione di impianti completi
attraverso la proposta di sistemi per la pulitura di cereali, legumi, frutta secca e spezie, e di macchine per la movimentazione. Un percorso di crescita che non si è mai interrotto e prosegue oggi con lo sviluppo della tecnologia delle malterie e della tostatura di cereali e legumi. Una capacità tecnica e tecnologica testimoniata anche dai numerosi brevetti.
di ricambi e servizi di manutenzione, retrofit, rappresentanti circa il 15% dei volumi di vendita.
Innovazioni recenti
L’evoluzione progressiva legata alle distintive capacità tecniche aziendali e al know-how tecnologico ha trovato riscontro anche nel progetto delle malterie, una tecnologia per la germinazione e tostatura di orzo, avena, riso, mais, canapa, legumi... per ottenere malto o semi germogliati utilizzati nei settori del food e beverage, in cosmetica e farmaceutica.
Industria 4.0
Il processo di digital transformation parte dai processi di gestione interna,
interessando poi le modalità di gestione e controllo della funzionalità delle macchine e degli impianti forniti (tra i quali, i sistemi SCADA per la supervisione operativa di processo sugli impianti oppure i sistemi di CMMS Maintenance Management Platform in fase di sviluppo).
Sostenibilità
Lo sviluppo tecnologico e prestazionale di macchine ed impianti realizzati si è accompagnato nel tempo ad un’attenzione alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di agenti inquinanti in ambiente. Il tutto per rendere la tecnologia Zanin in grado di accompagnare l’impegno per una sostenibilità ambientale globale.
macchine
PLP Systems e i suoi sistemi innovativi di coating
Specializzata in ricerca e sviluppo di macchinari e tecnologie per le industrie alimentari, mangimistiche, pet food, prodotti chimici e calcestruzzo, PLP Systems con un focus sui sistemi di dosaggio liquidi, con più di 40 anni di esperienza, è una delle società con più valore tecnologico aggiunto a livello internazionale, non solo nella gestione di liquidi, ma anche per polveri, sistemi di coating , grassatura, microdosaggio, omogeneizzazione e spruzzatura. In questi ultimi anni ha diffuso il suo know-how e le sue tecnologie ad un pubblico ancora più ampio, frutto dell’elevata qualità delle sue tecnologie, personalizzate secondo le necessità del cliente, così come grazie all’esperienza pregressa garantita per ogni settore in cui opera.
Per il 2023, l’obiettivo è impegnarsi ancora di più sul fronte della sostenibilità, espandendo la propria tecnologia e ricerca, portando nuove innovazioni e idee, migliorando e aumentando i vantaggi economici e produttivi dei clienti, e mettendo in mostra alcuni dei macchinari più
recenti di PLP in varie fiere: Solids a Parma, Cipeu Zaragoza, Victam Latam a San Paolo (Brasile), Vietstock Expo & Forum a Ho Chi Minh (Vietnam), Cibustec a Parma, Prod & Pack a Lione (Francia). Al VIV di Bangkok (Tailandia), è stato esposto Mass Spin Coater, il sistema rivoluzionario, brevettato, per il trattamento e la ricopertura di additivi su prodotti solidi.
Moderni sistemi di coating e test plant
Un’area importante per PLP è il processo di rivestimento, utilizzato in più settori: rivestimento di post-pellet per mangimi, rivestimento di semi, fertilizzanti, patatine, chips e snack nel settore alimentare. L’aziend ha sviluppato un impianto di prova continuo per rivestimenti nella sua officina, in grado di riprodurre la capacità delle richieste e di ridurre al minimo la differenza di risultati tra una prova di laboratorio e una reale. Dopo aver affrontato le sfide poste per seguire una grande varietà di progetti, è riuscita ad acquisirne un’ampia conoscenza.
Ricopertore a pale con sistema PSPA, serie MT (PLP Systems).
riolis, MSC è in grado di identificare la velocità di consegna di massa di prodotti solidi (pellet, farine e crocchette). Ciò consente un controllo proporzionale per l’aggiunta di dosi di additivi per il processo.
Rivestimento continuo a doppie pale, serie MT
La tecnologia MT è ottimale quando si devono rivestire grandi quantità di pro-
dotto con grassi, oli, digest, additivi liquidi come enzimi, spezie, olio, antibiotici, vitamine e coloranti.
Il sistema viene utilizzato in combinazione con un sistema tecnologico di spruzzatura motorizzato, chiamato MicroSMOG , che garantisce un rivestimento perfetto del prodotto.
Le pale interne del miscelatore sono inclinabili e garantiscono un elevato rendimento della macchina.
Consente di applicare additivi e ingredienti dopo i processi meccanici e termici evitando di rovinare le proprietà fisiche ed eliminando il pericolo della contaminazione incrociata in linea, riducendo inoltre i consumi di additivi liquidi con un conseguente risparmio economico.
PLP Systems si trova a Lugagnano Val d’Arda (a un’ora da Milano), ma offre supporto in tutto il mondo grazie all’aiuto di agenti sparsi in tutti i principali Paesi del globo.
Si consolida la collaborazione tra il Pastificio Rummo e la Cusinato
Dal 1964 Cusinato Giovanni progetta, realizza e installa in tutto il mondo macchinari e impianti per lo stoccaggio e il trasporto di pasta e altri prodotti granulari. Quasi sessant’anni di esperienza maturati grazie alla continua ricerca e sviluppo per rendere macchinari e impianti sempre più performanti e innovativi, esempio di eccellenza del Made in Italy. Nel corso degli anni, l’azienda è diventata sinonimo di affidabilità, qualità e soddi-
sfazione dei clienti: dall’analisi accurata delle necessità nasce la soluzione ottimale dal punto di vista progettuale, esecutivo e dei tempi di realizzazione, volta alla piena soddisfazione delle aspettative inziali.
Uno degli ultimi progetti è l’ampliamento dell’impianto di stoccaggio per il Pastificio Rummo in Campania. Le due aziende iniziano la collaborazione nel 1990 con l’installazione di un primo impianto.
Sonde di temperatura per cuscinetti
Il surriscaldamento dei cuscinetti è uno dei principali fattori di rischio di esplosioni causate da polveri nei macchinari che lavorano in ambienti esplosivi. Verdi offre una vasta gamma di sonde di temperatura con certificazione Atex, CSA, IECEx..., da abbinare a sistemi di monitoraggio compatibili. Le sonde vengono utilizzate dove è necessario rilevare la temperatura dei cuscinetti per evitarne il surriscaldamento. Oltre a scongiurare il verificarsi di condizioni di pericolo,
il monitoraggio della temperatura serve anche per evitare costosi fermi macchina per la loro sostituzione.
Le sonde della serie WDB8 si avvitano direttamente nella sede del cuscinetto al posto dell’ingrassatore e ognuna è dotata a sua volta di un ingrassatore per consentire la lubrificazione del cuscinetto senza doverla smontare. Quelle della serie ADB8 si fissano come le WDB8, sono regolabili in profondità e sono disponibili in diverse lunghezze: 50, 100, 200 e 300 mm. Questa caratteristica permette di rilevare la temperatura alla migliore distanza possibile. Infine, le WDB7, con fissaggio a capocorda, servono per rilevare la temperatura delle superfici, si fissano direttamente su motori, riduttori o basamenti di macchinari. Tutte le sonde possono essere collegate ad un PLC o ad una unità di controllo idonea per essere installata in ambiente Atex quale T400 Elite o W400 Elite. Possono essere dotate di diversi tipi di termistori, quali NTC e Pt100 che servono per il monitoraggio in continuo della temperatura, mentre PTC e Contatto hanno la soglia di intervento fissa da 60° a 90°C. A seconda delle esigenze ogni cliente può abbinare il tipo di termistore alla serie di sonda che ritiene più idonea.
Oltre alle sonde di temperatura, Verdi commercializza altri prodotti con certificazione Atex, come rilevatori di sbandamento per nastri, indicatori di rotazione, rilevatori induttivi, indicatori di livello e anche le unità di controllo per la gestione di tutti questi dispositivi in ambiente Atex.
La forza della semplicità
La selezionatrice ottica serve per separare prodotti di diverso colore o forma all’interno di un flusso di prodotti costante. Azienda nuova e flessibile alla costante ricerca di soluzioni tecnologiche innovative, specializzata in sistemi di visione avanzati, nel 2019 3U Vision crea una squadra di eccellenza con l’obiettivo di ridefinire gli standard qualitativi. Operando trasversalmente in più ambiti dell’industria alimentare, le selezionatrici ottiche sono diventate parte indispensabile delle linee di lavorazione, considerando le diverse sfide che le aziende affrontano, quali dover garantire la sicurezza, essere sostenibili per l’ambiente, garantire la qualità dei prodotti e l’assenza di allergeni, e rispettare le varie regolamentazioni. La tecnologia delle selezionatrici ottiche 3U Vision aiuta ad affrontare tali sfide: permette di mantenere costante l’efficienza nella produzione, ridurre gli sprechi, mantenere elevati standard qualita-
tivi e garantire la sicurezza alimentare, individuando e rimuovendo contaminati, patogeni, detriti, corpi estranei e altri materiali indesiderati.
Con una gamma di modelli da 1 a 8 scivoli, disponibile anche su telaio bianco, Optica offre la soluzione per la selezione di cereali, sementi, caffè, legumi. Può essere integrata nelle linee di produzione esistenti, grazie al sistema di connessione IOT 4.0 tramite protocollo OPC UA, garantendo una transizione senza soluzione di continuità. Optica è una selezionatrice ottica di ultima generazione che utilizza la tecnologia brevettata 3U Vision per identificare e separare i prodotti in modo preciso. È la soluzione per i prodotti alimentari dove è necessario mantenere i più elevati standard di qualità e aumentare i profitti. Optica monta una tecnologia avanzata multispettrale a 4 lunghezze d’onda brevettata 3U Vision con RGB a colori ed infrarosso (NIR) tutto nello stesso sensore 4K e i sistemi SWIR (InGaAs). Inoltre, monta LED multifrequenza con lenti focalizzanti a spettro piatto che riproducono lo spettro della luce solare. Questo insieme di tecnologie consente il rilevamento della minima variazione di colore, concentra la luce solo nei punti necessari e permette di raggiungere alti valori di illuminazione e basso consumo. Il passo elettrovalvole da 3,6 mm, presente nelle selezionatrici 3U Vision, garantisce portate orarie per scivolo elevate, senza rinunciare alla precisione, producendo uno scarto concentrato, tra le principali richieste per i prodotti di alto valore.
Linee per pasta, couscous e snack pellet
Dal 1984 il fondatore di Tecalit , Pietro Guidolin, ha raggiunto importanti risultati tecnici e tecnologici grazie alla lungimiranza e alla capacità dei collaboratori. Con il supporto dei figli, Pierpaolo, ingegnere industriale presso l’Università di Padova, e Adriano, tecnologo alimentare presso l’Università di Udine, l’azienda continua a crescere, orgogliosa di offrire impianti completi per produzione di pasta (corta, lunga a nido, formati speciali, instant, fresca e gluten free), cous cous e snack pellet. Impianti apprezzati per l’affidabilità tecnica e tecnologica,
prodotti
Pasta Garofalo e il packaging riciclabile
Pastificio Garofalo presenta il nuovo packaging composto per il 30% da plastica riciclata, ottenuta dal riciclo chimico dei rifiuti da imballaggi plastici. L’azienda è la prima nel settore a utilizzare la plastica riciclata ottenuta dal riciclo chimico, che permette di ottenere l’olio di pirolisi dalla decomposizione dei polimeri che compongono i tradizionali rifiuti da imballaggi in plastica, convertendoli nella materia prima utilizzabile per produrre plastica, equivalente ad un materiale vergine. Un processo diverso da quello meccanico, che apre possibi-
lità di riciclo inedite per frazioni di rifiuti ad oggi difficili da riciclare come la plastica da raccolta domestica. Una lavorazione al momento costosa e un materiale di limitata disponibilità. Un progetto che il pastificio di Gragnano ha scelto di sostenere in virtù dei benefici che ne derivano, tra cui la riduzione dell’utilizzo di risorse fossili riutilizzando materiali già in circolazione, perseguendo gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: 7 (Energia pulita e accessibile), 12 (Consumo e produzione responsabili) e 15 (La vita sulla terra).
L’innovazione è prevista per 5 formati di pasta con l’intenzione di estenderla ad altri prodotti e di aumentare la percentuale di materiale plastico riciclato ogni anno di più, con l’augurio che il sostegno aziendale a questo processo di riciclaggio ne determini una crescente disponibilità.
E il pastificio ha anche aderito al progetto Impatto Zero di LifeGate per contribuire a compensare le emissioni di CO2 generate dalla fabbricazione e commercializzazione del packaging primario dei
analisi
Estrazione
ecologica della fumonisina nel mais
Come emerso durante l’edizione 2023 della Giornata del Mais, convegno organizzato dal CREA di Bergamo, il 2022 è stato un anno siccitoso e le condizioni climatiche avverse hanno favorito la diffusione di funghi e lo sviluppo di micotossine nel mais. Durante il monitoraggio del contenuto di micotossine in granella effettuato dal CREA, in cui sono stati testati 193 campioni raccolti da 28 centri di stoccaggio, è emerso che nel 26% dei campioni l’aflatossine B1 (generata
dal fungo Aspergillus flavus) ha superato i 20 ppb (µg/kg), un livello che impedisce l’utilizzo per fini mangimistici. La fumonisina, causata da Fusarium verticillioides, è stata ritrovata nel 65% dei campioni a un tenore superiore ai 4.000 µg/kg, limite per il mais destinato al consumo alimentare. Pertanto, è fondamentale verificare costantemente il contenuto di micotossine nei cereali e nei sottoprodotti destinati all’alimentazione umana e animale. Con i nuovi kit ELISA di R-Biopharm per l’analisi di fumonisina, RidascreenFast Fumonisin ECO (R5603) e Ridascreen Fumonisin ECO (R3411), l’estrazione del campione diventa semplice ed ecologica, grazie all’uso del solvente a base d’acqua. Il primo è fornito in formato da 48 pozzetti, richiede tempi di incubazione di 8 minuti ed è adatto per mais, mangimi, orzo, avena, segale, soia, frumento e cereali da colazione. Il limite di rilevazione (LOD) è ≤0,6 mg/kg nei cereali e nella soia mentre è <0,25 mg/kg nei mangimi. Il secondo, invece, ha un formato da 96 pozzetti, richiede tempi di incubazione di 45 minuti ed è stato sviluppato per l’analisi di mais e mangimi con LOD pari a 0,03 mg/kg nei cereali e 0,04 mg/kg nei mangimi.
mercati
Il 2022 è stato un anno complesso per il settore agroalimentare. L’aumento dei costi delle materie prime, assieme alla forte siccità che ha colpito l’Europa, hanno messo a dura prova il comparto che ha utilizzato anche le tecnologie digitali per affrontare le nuove sfide. In Italia il mercato è cresciuto, arrivando a superare i 2 miliardi di euro, con una crescita del +31% rispetto al 2021. Aumenta anche la superficie coltivata con soluzioni 4.0, dal 6% del 2021 all’8% nel 2022. Il 65% del valore del mercato è composto da macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature. In crescita del 15% anche i sistemi di monitoraggio da remoto di coltivazioni, terreni e infrastrutture.
Secondo le aziende agricole utilizzatrici, tra i fabbisogni più soddisfatti dalle soluzioni di Agricoltura 4.0 spiccano quelli legati all’efficienza, con la riduzione dell’impiego dei principali input produttivi. Più della metà delle aziende implementa più di una soluzione: in media ne
vengono adottate tre per ciascuna, dato in crescita rispetto al 2021 (+21%). Spostandoci sul fronte delle aziende di trasformazione agroalimentare, l’82% ha utilizzato o sperimentato almeno una soluzione digitale. Di queste, quasi la metà ne ha implementate quattro o più in contemporanea, registrando un aumento del 30% rispetto al 2020. E sono soprattutto la tracciabilità alimentare, la produzione, la logistica e il controllo della qualità (sia della materia prima che del prodotto finito) le aree dove le aziende stanno innovando. Questi sono alcuni risultati della ricerca realizzata dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, presentata lo scorso marzo durante il convegno “Da adozione a valorizzazione: la sfida dello Smart agrifood”.
“L’innovazione tecnologica e digitale applicata ai processi della produzione
L’Agricoltura 4.0 italiana sfonda il muro dei 2 miliardi di euro nel 2022
notizie
Miglioramento genetico per la competitività dell’agricoltura
Assosementi accoglie la pubblicazione del Position Paper sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) presentato a marzo da Cl.uster A.grifood N.azionale, in collaborazione con CREA e AssobiotecFederchimica.
Eugenio Tassinari, presidente di Assosementi, ritiene che le TEA siano indispen-
sabili per consentire all’agricoltura italiana di rimanere competitiva, assicurando qualità e sostenibilità delle produzioni in uno scenario di crescente incertezza.
“L’auspicio è che presto venga introdotto un quadro normativo chiaro, che non preveda una diversa regolamentazione per varietà ottenute attraverso l’utilizzo delle TEA nei casi in cui queste risultino analoghe a quelle ottenute mediante metodi di breeding tradizionali o attraverso processi naturali. Riteniamo fondamentale l’adozione del Position Paper, che sottolinea l’importanza di una valutazione dei prodotti TEA basata su elementi scientifici e non emozionali. Precluderne le possibilità di sviluppo e di utilizzo sarebbe un grave errore e a pagarne il prezzo sarebbero i produttori primari e le piccole e medie imprese sementiere, che da tempo hanno bloccato i loro programmi di ricerca a causa di questa incertezza normativa. Il settore è pronto a raccogliere la sfida, ma attende di poter sperimentare in campo questi strumenti, bloccati da una legislazione che li accomuna erroneamente agli OGM” conclude Tassinari.
Francese confermato presidente Associazione Industrie Risiere Italiane
Per la quinta volta Mario Francese è stato rieletto dall’Assemblea dei soci di AIRI, che ha mantenuto inalterata la composizione del Consiglio uscente. Una decisione che rafforza la coesione del fronte industriale in un momento di difficolt à per il settore.
Nato a Vercelli, Francese è dal 1994 l’AD del gruppo Euricom, una delle societ à più importanti nel settore del riso a livello globale. Dopo aver ricoperto molteplici ruoli di responsabilit à nelle principali istituzioni del settore, oggi è anche vicepresidente di FERM, Federazione
delle Industrie Risiere Europee con sede a Bruxelles.
Passaggio di testimone alla vicepresidenza, dove Marco Invernizzi della Riso Invernizzi di Novara prende il posto di Giovanni Vignola, che rimarrà come membro del Consiglio di presidenza.
La riconferma della governance di AIRI garantisce continuit à alle iniziative assunte nel passato e consente all’associazione di proseguire unita nell’attivit à mirata alla salvaguardia del settore risiero industriale e della risicoltura nazionale.