VivoGubbio - Numero 12 - 27 Maggio 2023

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Gli eletti e candidati del Movimento 5 Stelle ripetono spesso che Gubbio è inquinata, però non mancano mai a banchetti e buffet istituzionali o elettorali. Impossibile che il cibo di una città inquinata non sia inquinato. Dunque, siamo rassicurati perché staranno sicuramente bene a pancia piena.

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SABATO 27 MAGGIO 2023 ANNO II NUMERO 12 Quindicinale di informazione del territorio eugubino La Tramontana VivoGubbio L’ARIA EUGUBINA È PULITA : IL MONITORAGGIO E STUDIO DI UNIVERSITÀ LA SAPIENZA E CNR HA CONFERMATO I DATI REGISTRATI QUOTIDIANAMENTE DA ARPA . BUTTATI 173 MILA EURO, PIÙ LE SPESE DEI RICORSI, PER ACCONTENTARE I FANATICI DELL’AMBIENTALISMO E L’ESTREMA SINISTRA, CAVALCATI DAI POLITICI SEMPRE IN CERCA DI VOTI. ARPA PROSPETTA ESPOSTI E DENUNCE QUANTO CI COSTA LA CACCIA ALLE STREGHE

QUALITÀ DELL’ARIA A RISCHIO SOLO PER I RISCALDAMENTI BUTTATI 173MILA EURO

di MASSIMO BOCCUCCI

Arpa l’ha sempre detto: l’aria sul territorio eugubino è buona. L’università

La Sapienza di Roma e il Cnr l’hanno confermato nel monitoraggio e studio commissionato dalla Giunta Stirati che ha speso 173mila euro presi dall’asfittico bilancio comunale mantenuto da tasse e tariffe sempre più insostenibili. I cittadini già pagano con le tasse l’attività dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente per monitorare ogni giorno quel che respiriamo con cinque centraline fisse (unico caso in Italia) attivate al tempo di Orfeo Goracci sindaco e che vennero pagate dalle due cementerie. L’aria eugubina è talmente al sicuro che Cinzia Perrino, ricercatrice del Cnr, si è spinta a dire “vivrei qui anche subito”, così come ha garantito Silvia Canepari, docente de La Sapienza. Lo studio voluto dal sindaco Filippo Mario Stirati, dai LeD (Liberi e Democratici) e dal vicesindaco Alessia Tasso è andato avanti per un anno a partire dall’autunno del 2021 con 9 periodi di campionamento su 4 stagioni, ognuno della durata di 6 settimane, usando 20 stazioni di rilevamento, 400 campioni prelevati, 20mila analisi effettuate per confermare che i dati Arpa

LA CORTE DEI CONTI DELL’UMBRIA POTREBBE INTERVENIRE PER VERIFICARE LE SPESE CONTINUE CHE SERVONO SOLO PER ALIMENTARE IL CONSENSO DEI COMITATI AMBIENTALISTI E L’ESTREMA SINISTRA.

I DATI DEL MONITORAGGIO E STUDIO DI UNIVERSITÀ LA SAPIENZA E CNR HANNO CONFERMATO LA BUONA QUALITÀ DELL’ARIA COME REGISTRA ARPA QUOTIDIANAMENTE. L’ESPERTA CINZIA PERRINO : “VIVREI QUI ANCHE SUBITO”

sono coincidenti tra il 97 e il 99 per cento con quelli effettuati e che quelli ulteriori rilevati da La Sapienza e Cnr non evidenziano criticità.

RISCALDAMENTO E TRAFFICO. Il Pm10 sale d’inverno, con maggiori concentrazioni di polveri per gli effetti dei combustibili dal riscaldamento derivanti da legna e pellet, e ci sono gli effetti negativo dal traffico in zona piazza Quaranta Martiri e la variante della strada statale Pian d’Assino a ridosso dell’uscita Gubbio-Scheggia verso la Contessa. Fanno sicuramente danni gli impianti semaforici al borgo di Santa Lucia e che per lungo tempo hanno imprigionato la strada della Contesa. Sugli inquinanti di tipo metallico che possono venire da fonti diverse - anche da siti industriali - la professoressa Canepari ha sottolineato come i valori siano molto inferiori alla norma non destando alcuna preoccupazione.

STIRATI INSISTE. Stirati non si ferma, è in campagna elettorale per le regionali e insegue gli estremisti per cercare voti tra i comitati ambientalisti e la sinistra “goracciana”. Il sindaco per alimentare la caccia alle streghe sostiene che in questo anno di monitoraggio la Colacem non era in attività (non è vero: soltanto per un

Esposto alla Corte dei Conti e denuncia alla Procura, Arpa si mobilita

Sta per approdare sui tavoli della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica di Perugia il dossier Gubbio, ovvero le iniziative del Comune di Gubbio che ha deciso con la Giunta Stirati di promuovere un monitoraggio con studio a università La Sapienza di Roma e Cnr sulla qualità dell’aria nel territorio eugubino stanziando 173mila euro dal bilancio comunale. Questa iniziativa si sovrappone ai controlli istituzionali in capo all’organismo pubblico Arpa, pagato dai cittadini contribuenti e attivissimo sul territorio eugubino con il monitoraggio quotidiano ormai da lunghi anni attraverso cinque centraline acquistate al tempo di Orfeo Goracci sindaco con il contributo economico delle cementerie Barbetti e Colacem, che tutt’oggi si fanno carico della manutenzione. Per verificare se c’è danno erariale e se questa iniziativa ha risvolti elettoralistici si chiamano in causa la magistratura contabile e ordinaria con esposti e denunce. La stessa Arpa è pronta a mobilitarsi di fronte a una

sostanziale delegittimazione, visto oltretutto l’esito del monitoraggio-studio ulteriore promosso dall’Amministrazione Comunale a La Sapienza e Cnr che ha confermato in toto gli indicatori che già emergono quotidianamente dall’attività di Arpa. Se venisse configurato il danno erariale, i soggetti politico-istituzionali che hanno adottato gli atti potrebbero essere chiamati a rifondere di tasca propria al Comune i soldi spesi. In questo senso potrebbero essere chiamate in causa anche le spese legali sostenute per i ripetuti ricorsi del Comune a Tar e Consiglio di Stato sulle questioni ambientali (vedi l’impianto di telefonia a Padule) anche quando le possibilità di accoglimento sono minime. La magistratura potrebbe verificare se vengano decisi e servano per soddisfare le aspettative di comitati ambientalisti e di singoli cittadini, cavalcando eventuali istanze elettoralistiche e di gestione del consenso elettorale.

M. BOC.
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La centralina Arpa Foto Radicchi Gli impianti di Cementerie Barbetti Gli impianti Colacem a Ghigiano

periodo), auspicando possibili futuri monitoraggi sperando che a pagarli sia la Regione. I dati - anticipati da VivoGubbio - aprono la riflessione sul fatto che 173mila euro siano stati spesi non tanto per verificare l’impatto del Css sul territorio, quanto per monitorare l’attività delle cementerie quotidianamente controllate da Arpa che la Giunta Stirati delegittima palesemente schierandosi contro l’imprenditoria trainante del territorio. Il dato più negativo riguarda le ripercussioni del riscaldamento domestico: sarà interessante vedere se Stirati lancerà questo tipo di allarme e interverrà in prima persona per imporre regolamentazioni e divieti ferrei con ordinanze e controlli nelle case, anche nelle frazioni dove c’è l’elettorato più sensibile in chiave elettorale alle coalizioni di sinistra.

FANATICI COLPITI. Questo studio è il colpo più duro ai fanatici dell’ambientalismo, tra gli allarmismi lanciati anche da personalità come il professor Raniero Regni senza alcun riscontro oggettivo, e cavalcati dai politici sempre a caccia di voti al punto da spendere i soldi pubblici per ricorsi già persi in partenza, come quelli al Tar sul Css e sulla telefonia mobile a Padule, con le spese legali sempre a carico del bilancio comunale. Stirati intima spesso alla stampa di non parlare di soldi buttati via: invece il problema è proprio quello. Tanto che c’è chi pensa a esposti e denunce alla Corte dei Conti dell’Umbria per condurre verifiche approfondite.

Con Stirati si ritrova pienamente Alessia Tasso che ha sostenuto la validità dell’operazione e i soldi spesi dicendosi convinta che adesso i cittadini si sentono più tranquilli (perché con Arpa non lo sono?) fino a mettersi nella linea della continuità con Stirati nel puntare alla successione e nel prepararsi a fare ticket per diventare lei sindaco e lui consigliere regionale.

LE CONTRADDIZIONI. Stirati, che con i LeD, ha già aperto la campagna elettorale per se stesso alle regionali e per la conferma alla guida del Comune del movimento con Alessia Tasso candidata sindaco in pectore, ha prospettato un altro monitoraggio-studio perché in uno dei periodi presi in esame la Colacem aveva disattivato i forni e perché non era stato ancora utilizzato il Css, che peraltro secondo le normative europee e nazionali, con studi collegati, è ritenuto più salubre del pet coke utilizzato fin qui dalle cementerie a norma di legge. Oltretutto, sul Css di monitoraggi da parte de La Sapienza e del Cnr non ne sono stati fatti in nessuna parte d’Italia anche perché gli standard operativi delle cementerie garantiscono i migliori livelli di performance sul piano della salubrità dell’aria. Anche in questo caso si vedrà quali altri soldi verranno destinati per cavalcare ancora i comitati ambientalisti e nel timore di farsi scavalcare a sinistra nel duello rusticano con Goracci.

La maggioranza si divide: LeD e Psi insistono Democratici e Scelgo Gubbio dicono basta

Democratici per Gubbio e Scelgo Gubbio hanno rotto gli indugi provando a dire basta alla caccia alle streghe, mentre i LeD e i Socialisti stanno ben piantati sul carro di Stirati, tra chi come Liberi e Democratici pensa a come garantirgli la successione e come portare l’attuale sindaco in Regione, e chi invece come il Garofano ha in testa solo la conservazione delle poltrone come da tradizione. I LeD blindano Stirati e Alessia Tasso, delegittimano nella sostanza Arpa nel motivare il ricorso allo studio che ha confermato i dati di Arpa. Ritengono l’operazione costata 173mila euro “fondamentale e imprescindibile nel restituire un quadro conoscitivo completo e integrato con il lavoro già svolto a livello istituzionale da Arpa, ma soprattutto efficace nel rendere comprensibili e conoscibili i dati, non soltanto agli addetti ai lavori”, tornando poi sulla questione del registro tumori. “Invitiamo l’Amministrazione Comunale a proseguire su questa strada di chiarezza e trasparenza e le cementerie Colacem e Barbetti a ripensare la loro partecipazione a un tavolo istituzionale per fare sintesi rispetto a un progetto di transizione ecologica delle loro attività industriali. Consideriamo seria e appropriata la proposta di sindaco e vicesindaco, elaborata grazie al supporto dell’ingegner Carrara, esperto di transizioni ecologiche di impianti industriali e protagonista di concrete soluzioni relative a cementifici in Italia”. Ma il tavolo che ora vogliono i LeD e Stirati è saltato quando lo stesso Stirati (ostaggio del movimento che lo sostiene) non ha voluto tenere fede all’impegno di rinunciare al ricorso al Tar contro l’autorizzazione della Regione per l’uso del Css nelle due cementerie e che poi peraltro il Comune ha perso sprecando altri soldi della collettività.

GAROFANO RAMPANTE. I Socialisti Civici Popolari giocano su più tavoli, prendendo le difese di Stirati sia sui soldi spesi che sulla raffica di controlli che agli occhi di molti fanno pensare a risvolti elettoralistici più che alle reali preoccupazioni non giustificate da alcun elemento. I Socialisti hanno scritto che i dati del monitoraggio-studio “dimostrano la bontà dell’aria di Gubbio: le ricercatrici hanno definito per nulla preoccupante il livello di inquinamento del nostro territorio che non presenta alcuna criticità”. Perché Arpa cosa dice da sempre? Per i Socialisti “non è assolutamente da ritenersi uno sperpero di denaro pubblici in

quanto dà ai cittadini importanti rassicurazioni su una questione estremamente tecnica e delicata, spesso fuorviata da allarmismi e paure”. Perché Arpa non rassicura i cittadini oltretutto con monitoraggi quotidiani? I Socialisti vanno oltre: “Ben vengano anche altri dati, rilevati su base scientifica e statistica, che possano contribuire a rasserenare la popolazione sullo stato di salute del nostro territorio. Ci riferiamo in particolare al ripristino del registro tumori su base comunale, che sollecitiamo da anni e il sindaco Stirati non ha mancato di ribadire”. Il Garofano cavalca di tutto di più, naturalmente anche a spese dei cittadini.

RICUCIRE GLI STRAPPI. Segnali diversi arrivano dai Democratici per Gubbio e Scelgo Gubbio mettono qualche paletto nel mostrare “la più chiara soddisfazione per aver visto la conferma di quella che è la nostra visione di gestione sostenibile delle tematiche ambientali, diametralmente opposta rispetto a quella dei soliti sciacalli politici di turno che, da professionisti del consenso a tutti i costi, hanno continuato a fomentare i dubbi pseudo-scientifici di alcune frange estremiste con una visione dogmatica e integralista dell’ambiente. È fondamentale ora portare avanti insieme a tutte gli attori il passo successivo, quello della ricucitura dei rapporti che la vicenda Css ha lacerato, quello della promozione del dialogo tra le parti socio-economiche, quello del coinvolgimento di tutti i soggetti per ottenere dividendi strategici per Gubbio, evitando qualsiasi azione che possa portare a un ulteriore inutile inasprimento della situazione”.

M5S VUOLE DI PIÙ. Anche il Movimento 5 Stelle, pronto ad allearsi con la sinistra alle elezioni del 2024, prende atto che i dati del monitoraggio-studio sono identici a quelli di Arpa, a chiede di “dare continuità allo studio in corso, prolungandolo per approfondire i dati in nostro possesso; coinvolgere altre istituzioni sanitarie per iniziare a valutare con precisione l’incidenza delle malattie sul nostro territorio, con particolare attenzione ai bambini. Iniziare ad agire concretamente, investendo sulla minimizzazione degli attuale agenti inquinanti, con un focus predominante di agevolare l’adozione di pannelli solari, cappotti isolanti e pompe di calore, rendendo inutile qualsiasi combustione”. I grillini non dicono chi dovrebbe pagare questi nuovi studi. M. BOC.

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UCCELLANI E MINELLI AMBIZIOSE SENZA FRENI

I DUE ASSESSORI SI CHIEDONO COSA FARANNO

L’ANNO PROSSIMO. PER ORA FANNO ALZARE

LE FIBRILLAZIONI IN GIUNTA E NELLA MAGGIORANZA

TRA POLEMICHE E VELENI. L’UNA È GIÀ IN CAMPAGNA ELETTORALE CON QUALCHE MOSSA CHE

FA DISCUTERE, L’ALTRA PER PROVARE A MANTENERE

IL POSTO CONFIDA SUL POTENTATO ECONOMICO

PROFESSIONALE DALLE FORTI RADICI FAMILIARI

di MASSIMO BOCCUCCI

Alessia Tasso si candiderà a sindaco nel 2024: dovrebbe succedere un cataclisma politico per farla desistere dal progetto che i LeD (Liberi e Democratici) sono pronti a lanciare per tenere in pugno la città e che prevede anche la candidatura di Filippo Mario Stirati in Regione. Sappiamo di Leonardo Nafissi e Vittorio Fiorucci in rampa di lancio: l’uno cerca di radunare un po’ di anime della sinistra a cominciare dal Pd, l’altro potrebbe essere il candidato del centrodestra condizionato come sempre dalle liste per le conclamate le difficoltà a renderle competitive. Lo scenario potrebbe riservare anche altre prospettive. Nella Giunta Stirati c’è chi farà un passo indietro pronto al ritiro (Gabriele Damiani), chi è orientato a farlo (Valerio Piergentili), chi in questa fase pensa solamente a completare il mandato (Rita Cecchetti: va precisato che non era lei in delegazione con i LeD a trattare nella sede del Pd in piazza Oderisi) e chi invece s’interroga su cosa farà domani (Giovanna Uccellani e Simona Minelli pur suscitando più di qualche critica e ilarità in Giunta e nella maggioranza).

QUANTE AMBIZIONI. Giovanna Uccellani, assessore alla Cultura e Commercio, ha confidato di chiedersi cosa farà da grande. L’am-

bizione di un candidatura a sindaco ce l’ha, ma per ora nessuno ci pensa nella sua lista Scelgo Gubbio (peraltro in smobilitazione) e tra gli alleati. Lei ambisce, ed è assolutamente legittimo, e si è tirata dietro le critiche per taluni comportamenti. Indimenticabile la storia delle sagre autorizzate come se dipendesse da lei e non dall’apposita commissione tecnica di cui Uccellani fa parte senza alcun potere decisionale. L’ultima mossa che ha originato qualche mugugno in ordine sparso risale all’ultimo 15 maggio: era presente sul portone di palazzo Pretorio dove di solito ci sono solo i dipendenti comunali preposti al controllo delle persone autorizzate a entrare per seguire l’Alzata dei Ceri dalle finestre del Comune. Lei invece dava indicazioni e intratteneva colloqui come una perfetta padrona di casa (nella foto). Non ci sono precedenti e qualcuno ha azzardato la battuta che fosse già in campagna elettorale approfittando anche di questa situazione.

POTERI FORTI. Simona Minelli, assessore ai Servizi sociali, continua a mettere in difficoltà Stirati che l’ha sempre difesa a spada tratta. Espressione di un potentato economico professionale con forti radici familiari, ha fin qui resistito a tutto, incurante di essere stata la causa scatenante dei pezzi persi dal sindaco strada facendo tra le dimissioni di Giordano Mancini (stimatissimo tanto che qualcuno sta pensando alla sua candidatura) e il siluro a Oderisi Nello Fiorucci nel rimpasto quando i Democratici per Gubbio hanno rivendicato un assessorato. Avevano tutti chiesto la testa della Minelli, ma Stirati ha resistito fino a indebolire la Giunta aprendo la strada pure alle diatribe interne (sempre più evidenti) e a qualche scandalo come le spese delle trasferte forzate a taluni seminari che Minelli e Uccellani hanno fatto in tandem non facendosi mancare nulla tra hotel, cibo e buon vino. Minelli farà di tutto per farsi ricandidare e puntare alla conferma nella prossima Giunta o un altro incarico remunerato, tipo la presidenza del Consiglio Comunale.

Mandano segnali a Rocco Girlanda

C’È UN PROGETTO CIVICO TRASVERSALE CHE STA VENENDO AVANTI E PENSA COME CANDIDATO SINDACO ALL’EX PARLAMENTARE

E SOTTOSEGRETARIO DI STATO. IN FERMENTO PER UN PROGETTO CIVICO ANCHE

L’ASSOCIAZIONE RINASCIMENTO EUGUBINO

Non è in campo, ma potrebbe scendere in campo. Rocco Girlanda assicura che non ci pensa, però c’è chi pensa a lui. La città è inguaiata con tutti gli indicatori economici in profondo rosso, le risorse comunali prigioniere dei vecchi bubboni in piedi da anni come il Puc di San Pietro, le progettualità che finiscono in chiacchiere e le solite guerre ideologiche vetero comuniste sull’ambientalismo per arraffare voti nell’estrema sinistra nella battaglia contro le cementerie che garantiscono posti di lavoro e ricchezza in un territorio depresso. C’è chi lavora a una svolta. L’associazione Rinascimento Eugubino, con Renzo Menichetti presidente, si è già mobilitata attorno a un progetto civico che sta gettando le basi, e viene dato per molto attivo anche l’ex sindaco Diego Guerrini che potrebbe organizzare un’ulteriore movimento civico pronto a sostenere un candidato in grado di imprimere il cambiamento. In questo percorso potrebbe essere coinvolto anche qualche partito e l’interesse è apparso in molte realtà associative, del volontariato

e del mondo del lavoro. Il nome di Girlanda trapela, anche se il diretto interessato è assorbito da pesanti impegni professionali, e per il momento si limita a far sapere che non ha alcuna intenzione di candidarsi. COSA PUO’ SUCCEDERE. Girlanda vanta un percorso politico ad altissimi livelli (mai raggiunti da nessuno in città), ricordandone il ruolo di parlamentare e sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture, nonché segretario del CIPE (il portafoglio del Governo), con un impegno forte per la città in varie direzioni, soprattutto su viabilità (a lui si devono la concretizzazione della Gubbio-Mocaiana, la Perugia-Ancona, i finanziamenti della Mocaiana-Bivio Pietralunga, il finanziamento per il completamento fino a Montecorona) e varie opere pubbliche in città (prima di tutto l’intero finanziamento per la ristrutturazione della chiesa di Santa Croce della Foce). La sua indiscutibile esperienza e i rapporti bipartisan allacciati in tutti questi anni potrebbero portare Gubbio in un’altra prospettiva rispetto alla stagnazione e alla continuità che nella crisi economica generale sta danneggiando la città, rimasta pesantemente indietro fino a vedere i giovani costretti a cercare altrove le proprie prospettive. Chi pensa a lui continua nel dire che è l’unico in grado di far uscire Gubbio da stagnazione ed emergenza economica. Ma lui ringrazia, sorride ed insiste nel dichiararsi totalmente indisponibile. M. BOC.

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VIGNOLI, FAMIGLIE CONTRO IL COMUNE

di MASSIMO BOCCUCCI

Gli abitanti di Vignoli se la sono legata al dito tra polemiche, contenziosi legali, esposti e denunce. L’ordinanza comunale è impietosa: abbattere le abitazioni. Qualcuno ha cominciato, altri si sono opposti. Ora c’è una proroga di 6 mesi ma la faccenda è aperta tra i contenziosi legali e la volontà di vedere la magistratura in azione affinché faccia chiarezza. Tutto nasce da una vicenda allucinante che si trascina dal 2013 quando a Vignoli, frazione a est tra Dondana e Torre Calzolari, un’alluvione ha provocato una frana che ha lasciato segni pesantissimi con un dissesto idrogeologico mai sanato e che i residenti infuriati ritengono originato dall’incuria sui terreni di proprietà comunale, in un’area oltretutto con vincolo paesaggistico. Il Comune ha disposto la demolizione ma una famiglia ha deciso di non mollare, opponendosi in tutte le sedi nel ricordare i lunghi anni passati tra promesse, piani di ripristino, stanziamenti previsti e poi tolti, atti notarili e procedure controverse.

FURIBONDI. “Noi non ci arrendiamo e non capiamo perché bisogna demolire gli immobili esistenti che sono il frutto di sudori e sacrifici di emigrazione all’estero”, evidenzia una famiglia che non si sogna di lasciare Vignoli, nell’antichità crocevia del corridoio bizantino che a suo tempo contava chiese dedicate a Sant’Angelo, San Pietro, San Lorenzo, San Biagio e San Rocco, tanto da essere collocata nell’atlante geografico dello storico Adolfo Barbi anche come Val de Santi. Quel vasto territorio andava da Branca ad Alfiolo con la presenza di numerose abitazioni e con il tempo si è trasformato in una zona invivibile.

C’È CHI RESISTE ALL’ORDINANZA PROROGATA DI SEI MESI CHE PREVEDE LA DEMOLIZIONE DELLE CASE DOPO LA FRANA PER L’ALLUVIONE DEL 2013 . I RESIDENTI DELLA FRAZIONE VIVONO UN INCUBO TRA PROMESSE, PIANI E FINANZIAMENTI REVOCATI

RETROSCENA. I residenti ricordano come dal Comune la questione sia passata di mano a più funzionari e dirigenti, con un rimpallo di documenti tra palazzo Pretorio e la Regione. Era stato annunciato alle famiglie un intervento pilota unico in Italia con la delocalizzazione su terreni di proprietà comunale e non distanti dalla frana, mentre di fatto si è poi provveduto ad acquistare i terreni da privati, fino ad arrivare al 2021 quando la Regione ha deliberato lo stanziamento di 520mila euro per Vignoli tra i provvedimenti per le zone alluvionate. È cambiata però la strategia: Regione e Comune hanno proposto come unica soluzione la delocalizzazione con acquisto di terreni da privati, sebbene il Comune ne abbia di proprietà ed edificabili, e la realizzazione di nuovi edifici con i bonus. C’è di mezzo anche una convenzione che il Comune ha indotto a firmare, con l’aggiunta di ulteriori spese per attivare una fideiussione assicurativa a garanzia totale dell’ente, e le coppie sono state spinte a stipulare un atto notarile di separazione dei beni. Ci sono finite in mezzo le esortazioni a ricorrere alle possibilità di legge, tra il superbonus e altre agevolazioni, ma c’è chi resiste ed è pronto a continuare la battaglia.

Comunicazioni e segnaletica con strafalcioni ridicoli

Gubbio città del turismo: lo dice spesso e volentieri la Giunta Stirati. Questo presuppone una maggiore attenzione nella comunicazione, sennò si finisce per fare brutte figure. Le comunicazioni e la segnaletica comparse nelle giornate dei Ceri sono

una brutta testimonianza. Gli strafalcioni che durante il periodo ceraiolo si stanno registrando suscitano commenti ironici sui social. Serve una maggiore attenzione. Serve chiedere scusa, più che giustificare, per non ripetere certi errori.

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STIRATI E I LED CERCANO LO SCONTRO SOCIALE

Il sindaco Filippo Mario Stirati e LeD (Liberi e Democratici) hanno sferrato attacchi concentrici alla libertà di stampa, fino a intimidire i giornalisti, dopo le anticipazioni di VivoGubbio e de il Messaggero sulla relazione finale del monitoraggio-studio commissionato a università La Sapienza e Cnr spendendo 173mila euro dal bilancio comunale. Dalla querelle si sono tenuti fuori gli alleati Scelgo Gubbio, Socialisti Civici Popolari e Democratici per Gubbio. I LeD hanno deciso di ergersi a paladini del “portare avanti azioni di tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente sostenendo studi scientifici rigorosi, quale quello relativo al monitoraggio sulla qualità dell’aria con la consulenza dell’università La Sapienza e con il Cnr. Parlare di soldi buttati via è un’offesa per la città e per il diritto dei cittadini a vedersi tutelati nel rispetto del bene primario della salute”.

LE CONTRADDIZIONI. È noto che alla tutela della salute pensano le strutture sanitarie (nonostante la politica ci metta le mani facendo spesso grossi danni) e gli organismi pubblici di controllo come Arpa, pagata con i soldi dei cittadini e che monitora la qualità dell’aria sul territorio eugubino ogni giorno con cinque centraline, peraltro a suo tempo pagate dai privati come volle l’allora sindaco Orfeo Goracci che i LeD inseguono sul terreno delle contraddizioni e della caccia ai voti. I LeD come Stirati delegittimano di fatto Arpa: perché spendere 173mila euro di soldi pubblici in un altro monitoraggio-studio quando ci sono già gli strumenti di controllo e tutela quotidiana già pagati dai cittadini? Perché spendere soldi pubblici in ricorsi ideologici e a scopi elettoralistici che oltretutto fin qui sono stati tutti persi? Forse per accontentare i “goracciani” e i grillini giustizialisti e protettori delle cause popolari a fasi alterne?

MAGISTRATURA. La Corte dei Conti dell’Umbria potrebbe porsi queste domande promuovendo un’approfondita indagine - con documenti e testimonianze come avvenuto per altre vicende del passato - per capire cosa c’è realmente dietro questa strategia politicamente motivata dalla tutela della salute dei cittadini già tutelati e garantiti dal sistema sanitario e di prevenzione pubblico. I LeD fanno campagna elettorale sulla pelle degli eugubini tutti i giorni, specie adesso che manca un anno al rinnovo dell’Amministrazione Comunale e vogliono continuare a tenere le mani sulla città eleggendo un altro sindaco e mandando quello attuale in

Regione. Potere per il potere, nella lotta a sinistra di cui Gubbio soffre da oltre trent’anni tra personalismi, carrierismi, strapuntini e vitalizi. La città paga un prezzo altissimo alla quiete sociale e allo sviluppo perché l’attività politica preferita dai LeD, nel solco dei modelli del passato (anche quelli che hanno leso l’immagine e l’onorabilità della città con i cittadini a subirne le conseguenze), continua a essere quella dell’attacco scriteriato a chi produce economia e a chi fa informazione.

COSA FARANNO. C’è curiosità di sapere se una giovane candidata sindaco in pectore come Alessia Tasso, 33 anni, vicesindaco ingegnere con una carriera bene avviata nella pubblica amministrazione e ambizioni da dirigente pubblico, possa davvero diventare l’erede e candidarsi ad amministrare Gubbio con quest’Armata Brancaleone intrisa di ideologia e livore sociale. Alessia Tasso è figlia dei LeD, perfino imparentata coi LeD, e non sappiamo quanto tutto questo giovi al suo stile e alle sue prospettive personali e politiche. Se Leonardo Nafissi, altro candidato sindaco in pectore, punta a riunificare la sinistra, mettendo assieme LeD e Pd (fratelli coltelli: i LeD sono nati proprio da transfughi del Pd), e magari pure il Movimento 5 Stelle che ha virato a sinistra e ormai più poltronaro di quelli che ha indicato come il male assoluto per trent’anni (cioè i vecchi partiti, compreso il Pd e derivati), i chiari di luna non promettono nulla di buono.

CHE CORAGGIO. “C’è una strategia politico-aziendale portata avanti in città per contrastare tutti coloro che, non piegandosi a interessi di parte, chiedono semplicemente che la salute delle persone venga rispettata e tutelata”: ci vuole un bel coraggio da parte dei LeD a parlare di strategie fuori dalla loro, chiarissima a tutti, che si traduce nella lotta di classe e nello sperpero di denaro pubblico visto che oltre ai soldi sprecati per i tarli ambientalisti con risvolti elettoralistici ci sono quelli del Puc di San Pietro, la discarica di Colognola (a proposito di ambiente che per i LeD è solo quello che gli fa comodo) e la Gubbio Cultura e Multiservizi Srl. I LeD dicono di rispondere “solo ai cittadini”: evidentemente solo ai cittadini che li votano e non a tutti, perché la città ha bisogno di pace sociale per la crescita, l’occupazione, il progresso e l’apertura mentale e non per le battaglie di retroguardia. Chiedere che “con forza venga detto agli eugubini quali sono le fonti di finanziamento alla base degli organi di informazione eugubini”, come scrivono i LeD, significa irrompere nelle attività private e professionali. Sono i LeD e Stirati a dover giustificare come spendono i soldi pubblici, non i privati a rispondere delle proprie attività. È per questo che esiste la Corte dei Conti: controlla solo loro e non certo i privati, che per fortuna spendono come vogliono i loro denari dovendo rispondere solamente a se stessi.

Duello rusticano tra i sindaci per entrare in Regione

Cosa non si fa per acchiappare i voti. Il duello a distanza per le elezioni regionali è già decollato tra i due sindaci potenziali rivali, pronti a contendersi il posto giocando non soltanto in casa propria. Il sindaco eugubino Filippo Mario Stirati in pieno clima ceraiolo e col Gubbio in campo per i playoff ha deciso di andare in trasferta accettando l’invito a Umbertide a una cena elettorale tra intimi per le Comunali di una delle liste civiche in campo.

Il sindaco gualdese Massimiliano Presciutti ha deciso invece di passare la serata allo stadio Barbetti per seguire Gubbio-Recanatese dei playoff.

Ci ha ironizzato sopra il Messaggero nella rubrica “Foglie 2023”, a cura di Italo Carmignani. Stirati e Presciutti si erano ritrovati anche a uno dei tanti appuntamenti ceraioli, oltre che sugli spalti del Barbetti in campionato: ormai il duello è cominciato ed è partito da lontano.

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Stirati ospite a Umbertide
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“ENERGIA IN PERIFERIA” PER SUPPORTARE LE FAMIGLIE

INIZIATIVA PER AIUTARE 80 FAMIGLIE EUGUBINE ATTRAVERSO IL SOSTEGNO DIRETTO AL PAGAMENTO DELLE UTENZE CON UN PERCORSO DI EDUCAZIONE

E CONSAPEVOLEZZA ENERGETICA CHE PERMETTA

AI BENEFICIARI DI RIDURRE I PROPRI CONSUMI

Si chiama “Energia in periferia” l’iniziativa promossa su scala nazionale da Fondazione Banco dell’energia per supportare le famiglie a rischio di povertà energetica residenti nelle zone periferiche delle città. Il progetto, realizzato sul territorio umbro grazie al contributo di Jti Italia, tra i principali player del mercato italiano del tabacco e da sempre in prima linea sui temi della sostenibilità, darà supporto a 80 famiglie nel Comune di Gubbio (più 80 di Gualdo Tadino) attraverso il sostegno diretto al pagamento delle utenze e con un percorso di educazione e consapevolezza energetica che permetta ai beneficiari di ridurre i propri consumi. L’iniziativa prevede anche l’istituzione di uno sportello formativo sulle tematiche dell’energia e del risparmio energetico a Città di Castello

SCENARIO. Il progetto s’inserisce in uno scenario preoccupante sul fronte della povertà energetica per tutto il tessuto nazionale: la vulnerabilità economica e sociale delle famiglie che rischiano di non poter accedere a un paniere minimo di beni e servizi energetici, infatti, si è aggravata sempre di più con l’incremento dei prezzi dell’energia. Il rapporto dell’Oipe (Osservatorio italiano sulla povertà energetica) sulla povertà energetica delle regioni italiane nel 2021 segnala un’incidenza media del fenomeno del 6,7 per cento in Umbria, ponendola al decimo posto sul territorio italiano. Un dato ancor più rilevante se contestualizzato su base nazionale: secondo i dati Istat 2021, infatti, il 7,5 per cento delle famiglie italiane vive in povertà assoluta (con un andamento tendenzialmente crescente negli ultimi 15 anni) e cioè non ha risorse sufficienti per procurarsi beni e servizi considerati essenziali. Una condizione di precarietà che minaccia di allargarsi sempre di più: il rischio di povertà o esclusione sociale riguarda infatti il 25,4 per cento e il fenomeno della povertà energetica segue la stessa ten-

denza a un’incidenza crescente, arrivando a oggi a riguardare l’8,5 per cento delle famiglie italiane (fonte Oipe).

SOLUZIONI. In questo quadro drammatico, che spinge a trovare soluzioni a breve oltre che medio termine per supportare nell’immediato le persone che già vivono situazioni di grave difficoltà e per scongiurare il rischio di un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione nel fenomeno, il progetto “Energia in periferia” mira a fornire un sostegno concreto, coinvolgendo non solo il Banco dell’energia, ma anche enti non profit, soggetti accademici e aziende private, in un’ottica di networking che permetta di dare un contributo tangibile e duraturo alle comunità delle periferie colpite. “Energia in periferia” Umbria ha visto la collaborazione, oltre che di Banco dell’energia e Jti Italia, anche di Banco Alimentare e Adiconsum, dell’Unione nazionale consumatori e delle associazioni Caritas Gubbio e Banco di solidarietà Gualdo Tadino.

ULTIMA FASE. L’iniziativa vedrà poi una fase finale dedicata a misurare l’impatto e l’efficacia del progetto attraverso un questionario di monitoraggio demografico, mirato ad analizzare il tessuto sociale in cui il programma si inserisce e a effettuare una valutazione dei risultati. Le informazioni raccolte in forma anonima saranno utilizzate dal Banco dell’energia per produrre, con il supporto dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica, una fotografia del contesto in cui l’iniziativa si è sviluppata e dell’impatto generato, perché diventi una best practice replicabile in altri contesti di fragilità.

Teatro Romano, contano solo gli incassi Equivoco sulla segnaletica

Proteste, polemiche, veleni e sciatteria. Fa sempre discutere il piazzale nell’area archeologica del Teatro Romano adibito a parcheggio a pagamento tutti i giorni 24 ore su 24. Si aspettano risposte gli operatori economici della zona che hanno affidato all’avvocato Mario Bruto Gaggioli Santini il compito di indurre l’Amministrazione Comunale a rivedere la scelta di trasformare quel piazzale non asfaltato, sopraffatto dalle buche, in un parcheggio quotidiano rispetto all’iniziale formula di attivarlo solamente nei giorni prefestivi e festivi, come peraltro specificato nella gara d’appalto poi aggiudicata alla Sis di Corciano.

Nella zona sono sempre più convinti che l’unica soluzione sia ri-

volgersi alla Procura della Repubblica di Perugia e alla Soprintendenza per chiedere una verifica e accertare eventuali incongruenze. Di sicuro è un’incongruenza la segnaletica: quella verticale nel parcheggio esplicita che la fascia oraria a pagamento 24 ore su 24, mentre il parcometro riporta come fascia oraria dalle 8 alle 20. Il gestore e i vigili urbani fanno finta di nulla. Il Comune e la Sis sono talmente presi dal fare cassa che neanche si sono accorti dell’incongruenza che spiazza quanti parcheggiano. Fa fede la segnaletica verticale, stando al codice della strada, ma sicuramente può trarre in inganno quanto riportato sul parcometro.

MA. GI.
A. PET.
L’INIZIATIVA PAGINA 9 V G

CERI PIÙ LONTANI

DALL’UNESCO DOPO LE CRITICHE DELLA RETE

di MASSIMO BOCCUCCI

Apre inquietanti scenari il documento tenuto nascosto sulle prospettive dell’inserimento dei Ceri nella Rete che riunisce le feste con le grandi macchine a spalle nell’elenco dei beni immateriali dell’Unesco. Gramas sta per rete delle Grandi macchine a spalla e in un documento inviato al presidente dell’Università dei Muratori, Giuseppe Allegrucci, ai sindaci delle città della Rete, al sindaco Filippo Mario Stirati e a Patrizia Nardi, responsabile tecnico-scientifico progetto Unesco, ha fatto sapere che non avrebbe partecipato alla festa del 15 maggio 2023. “Abbiamo molto riflettuto sulle dinamiche degli ultimi mesi - scrive Gramas -, da quando lo scorso anno eravamo tornati ancora una volta a Gubbio, dopo la parentesi irricevibile nella relazione con il sindaco Stirati, con i nostri migliori propositi di collaborazione e constatiamo che, nonostante gli intenti di proseguire lavorando finalmente insieme sul progetto di estensione di candidatura, nulla è cambiato”.

UN LUNGO SILENZIO. Gramas rivela che “abbiamo purtroppo constatato con amarezza che, nonostante i buoni propositi, non si è ancora riusciti a riavviare il processo: siamo rimasti al nostro pur significativo incontro dell’ottobre 2022 , nel quale c’erano in presenza e da remoto tutti i componenti del direttivo di Gramas e soprattutto la dottoressa Nardi, nel corso del quale ci sembrava fossero stati chiariti tutti i punti oscuri, in cui si erano stati presi accordi chiari e dove erano state anche tracciate le linee guida delle azioni da mettere in atto per fare in modo che le comunità potessero ricominciare a dialogare e lavorare tutte insieme. La dottoressa Nardi aveva individuato, insieme al presidente Allegrucci, anche un possibile ambito d’intervento condiviso, il progetto sul saper fare artigiano sulle Mani Maestre e a dicembre ci eravamo scambiati gli auguri ribadendo ancora una volta i nostri propositi, vostri e nostri. La presidenza di Gramas vi aveva invitati ad essere presenti a gennaio all’evento-conferenza per il decennale del riconoscimento Unesco a Nola (28 gennaio), ma purtroppo l’ invito, sia formale che per le vie brevi, è rimasto senza risposta. Un lungo silenzio fino al 24 marzo, che obiettivamente

UN DOCUMENTO TENUTO NASCOSTO APRE INQUIETANTI SCENARI. CADUTI NEL VUOTO I RIPETUTI ANNUNCI DEL SINDACO STIRATI SULL’INSERIMENTO DELLA FESTA

TRA I BENI IMMATERIALI CON LE FESTE

DELLE GRANDI MACCHINE A SPALLE

non ci siamo saputi spiegare. Quindi ci arriva l’invito per la festa. Onestamente, non crediamo sia opportuno partecipare perché la nostra partecipazione a questo punto non avrebbe senso, considerato che ci sembra che poco sia cambiato nei rapporti tra le nostre comunità. Registriamo, sinceramente, disinteresse e poca attenzione alle comunità della Rete e allo stesso progetto di estensione, per cui riteniamo che non sia utile la nostra presenza, anzi potrebbe innescare aspettative che noi non ci sentiamo, in questa situazione, di sostenere. Siamo rimasti alla pec del vostro sindaco nella quale ci aveva comunicato, a febbraio dello scorso anno, di non volere più interlocuzioni con noi. Dall’anno scorso mai un incontro per chiarire le posizioni, mai una telefonata, eppure ci arriva oggi dal Comune l’invito a partecipare. Con tutta onestà, crediamo sia opportuno capire in che direzione si voglia veramente andare.”

LAVORARE INSIEME. “Noi la nostra buona volontà l’abbiamo dimostrata tantissime volte - segue la lettera di Gramas -. La dottoressa Nardi ci ha spronati di continuo in questi anni, abbiamo dato tutto il nostro apporto possibile, il coordinamento tecnico-scientifico da lei diretto vi ha coinvolti in tutti i progetti importanti che in questi anni la Rete ha messo in atto, il vostro Comune è stato inserito dalla dottoressa nella mailing list degli invitati del Comune di Bethlehem alla cerimonia di inaugurazione della mostra al Peace Center e non abbiamo ricevuto neanche una mail di incoraggiamento, vista la difficile situazione in cui abbiamo operato. Probabilmente, in questo nostro tortuoso percorso, è stata sottovalutata la necessità dell’impegno necessario a sostenere un progetto di Rete, che dovrebbe essere attivo, continuo e da parte di tutti, comunità, soggetti istituzionali, coordinamento tecnico-scientifico. Se siamo una Rete, dobbiamo dimostrare di saper lavorare insieme, altrimenti non c’è niente che possa convincere nessuno e convincere soprattutto l’Unesco della capacità di riuscire a mettere insieme delle buone pratiche condivise, oggi e nel futuro. E questo non è una cosa facile se non c’è, appunto, l’impegno solidale, convinto e leale di tutti”.

Con i Ceri Piccoli si chiude un periodo di forti emozioni

Toccherà come da abitudine ai ceraioli più piccoli chiudere il quadro degli appuntamenti della Festa dei Ceri 2023. Venerdì 2 giugno si chiuderà un mese davvero intenso, che ha visto la città di Gubbio scuotersi dal torpore per tornare a vivere appieno i giorni più lunghi e attesi dell’anno. Anche il meteo, all’interno di un mese di maggio davvero complicato, ha “benedetto” i ceraioli che hanno potuto godere di giornate belle e soleggiate sia il 15 maggio che domenica 21, quando i Ceri Mezzani hanno regalato

emozioni e qualche buon colpo di scena (da anni non si assisteva a tante cadute tutte assieme, ma la festa è stata grande e i ceraioli non si sono persi d’animo). I Ceri Piccoli ricalcheranno al solito il programma del 15 maggio, con orari un pò più ritardati al mattino, ma con lo stesso entusiasmo travolgente. Sarà una giornata indimenricabile per i capodieci Emanuele Coldagelli, Mattia Pascolini e Lorenzo Fiorini, così come per i capitani e le altre figure della festa.

R. BAR.
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V

Contessa, cantiere a pieno regime Le imprese vogliono fare presto e bene

Ci mettono anima e corpo le imprese impegnate nei lavori di rifacimento del viadotto Contessa e all’interno della galleria. Non sono loro il problema, anzi hanno tutta la volontà di fare presto e bene. Le attività vanno spedite. Nel cantiere per il ripristino strutturale del viadotto sono state attuate le operazioni di smontaggio delle travi del vecchio impalcato dell’opera. Dopo l’allestimento del cantiere, la prima fase ha riguardato la rimozione della pavimentazione. A seguire è stata avviata la demolizione delle solette. Completata questa attività sulle prime tre campate lato Marche, è pianificato lo smontaggio delle travi tagliate e rimosse con speciali mezzi meccanci. Contemporaneamente, è proseguita la demolizione delle solette sulle altre campate e l’idrodemolizione superficiale delle spalle e delle pile, che saranno risanate e rinforzate.

IL PROGRAMMA. Entro il mese di luglio l’impalcato esistente sarà completamente demolito e sarà quindi avviata la fase di costruzione del nuovo impalcato in acciaio. In parallelo ci sono i lavori di ripristino strutturale e idraulico della galleria adiacente, dove il programma prevede la realizzazione della parte strutturale da eseguirsi in assenza totale di traffico. Per contenere al minimo il periodo di chiusura, le lavorazioni erano state sospese in attesa della chiusura del viadotto e quindi del tratto stradale che comprende anche la galleria. I lavori rientrano nell’ambito del piano di riqualificazione della strada statale 452 della Contessa, avviato da Anas a partire dal 2019, in seguito alla presa in gestione dell’infrastruttura ex regionale. Nell’ambito dello stesso piano Anas ha realizzato anche i lavori di risanamento della pavimentazione sull’intero tracciato, rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale e bonifica delle piazzole di sosta, ultimati nel 2020.

Autotreni intrappolati nella viabilità alternativa

Gli effetti collaterali dei lavori sulla strada statale numero 452 della Contessa continuano a preoccupare e aumentano le problematiche, soprattutto per gli eugubini che utilizzano la via alternativa del Bottaccione verso Scheggia e la Flaminia per recarsi oppure rientrare dall’entroterra pesarese e la riviera. Sulla vecchia Flaminia, da Pontericcioli alle porte dell’abitato di Scheggia, si assiste a scene vergognose con autotreni, bilici, camion pesanti liberamente in transito che intasano la viabilità perché in alcuni tratti, specialmente in prossimità delle curve nella zona del ponte a botte, non riescono a passare formando lunghe code con le auto intrappolate. Gli scenari sono da tregenda e le segnalazioni sono insistenti con proteste e anatemi lanciati mettendo sotto tiro Anas, Regione Umbria e soprattutto la Giunta Stirati per non aver studiato un piano alternativo efficace né aver destinato risorse economiche per creare le condizioni diversificate per il traffico delle auto.

LIMITAZIONI. Non c’è stata neanche l’intelligenza di vietare il transito sulla vecchia Flaminia a mezzi di eccessiva lunghezza

e pesantezza, proprio perché le caratteristiche della strada non permettono la scorrevolezza e anzi si determinano potenziali pericoli. C’è chi pensa a esposti denunce alla Procura della Repubblica per sollecitare l’intervento della magistratura affinché venga fatta chiarezza sulle modalità di predisposizione e gestione della situazione originata dal programma di rifacimento del viadotto che fino al 2019 era stato dichiarato da Anas sicurissimo e i soliti lavori interni alla galleria. Sono mesi che si evidenzia, anche con le pressioni degli operatori economici della zona e di altri soggetti, che si poteva studiare un piano alternativo verificando la possibilità di una modalità diversa per i lavori come avviene in altri casi, ovvero il rifacimento del viadotto senza interdire completamente il traffico. La magistratura potrebbe intervenire..

A. PET.
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SONGWRITING CAMP FA INCONTRARE I GIOVANI MUSICISTI

PROGETTO UNICO NEL SUO GENERE REALIZZATO DALL’IDEA DI CLAUDIA FOFI, MICHELE MENICHETTI E PAOLO CECCARELLI . L’INIZIATIVA, FINANZIATA DAL COMUNE, È ORGANIZZATA

DALL’ ASSOCIAZIONE ARCHÈ INSIEME

ALL’INFORMAGIOVANI E IN COLLABORAZIONE CON LA SCUOLA DI MUSICA AL FONDINO E L’ASSOCIAZIONE UMBRIA IN VOCE

di EMANUELE GIACOMETTI

Bello sapere che a Gubbio c’è un progetto unico nel suo genere. L’idea è di Claudia Fofi, Michele Menichetti e Paolo Ceccarelli. Si chiama Songwriting Camp ed è nato nel 2021 grazie a un finanziamento del Comune, organizzato dall’associazione Archè insieme all’Informagiovani e in collaborazione con la scuola di musica Al Fondino e l’associazione Umbria in Voce. Questo progetto ruota intorno alla composizione di canzoni originali coinvolgendo i partecipanti in tutta una serie di esperienze e percorsi formativi: scrittura, arrangiamento, produzione musicale, live, seminari con esperti. Giunto alla seconda edizione, ha atti-

rato molti interessati anche da Perugia, Bastia Umbra e Montone fino all’ingresso dell’entroterra marchigiano da Cagli e Cantiano.

INCONTRI. La mission è far incontrare giovani musicisti, per creare musica originale con il supporto di professionisti. La produzione musicale è un modo per creare in libertà, per potersi esprimere o fare nuove amicizie. Il Songwriting Camp è prima di tutto, infatti, un progetto dal forte valore educativo rivolto alla fascia d’età da 16 a 35 anni e chi vuole può avvicinarsi e trovare la propria dimensione. La prima edizione 20212022 ha visto la nascita del gruppo Collettivo Vivo, cioè ragazzi (eugubini e non) che hanno realizzato il primo album “Ritagli”, suonato sul palco del Mei (Meeting etichette indipendenti) di Faenza. In questi due anni per acquisire esperienza i giovani artisti hanno incontrato il cantautore Alessandro Fiori, Benedetta Alessi frontwoman dei Melancholia, il cantautore Lorenzo Kruger frontman dei Nobraino e il trio spoken word-beatbox dei Mezzopalco. Gli eugubini del gruppo sono Leonardo Merli, Claudia Marsili, Leonardo Pugno, Antonio Riccardini, Alex Vispi, Martino Tordoni, Marco Bonelli, Stefani Dimitrievska, Matteo Vispi, Demetrio Ambrogi, Giacomo Farneti, Lorenzo Gaggioli e Pepita Francia.

COLLETTIVO VIVO. Il gruppo sta crescendo e ha registrato il nuovo album Ouch!, che verrà presentato in anteprima il 14 luglio a Villa Anita a Sigillo, nel programma di Umbria in Voce, e poi per il trentennale di Gubbstock il 2 agosto al Teatro Romano. Il progetto per potersi svilluppare e consolidare dovrebbe integrare dei finanziamenti, perciò in questo periodo il gruppo sta promuovendo un crowdfunding attraverso Produzioni dal Basso, un sito specializzato. I fondi che verranno raccolti serviranno alla distribuzione dell’album nelle piattaforme digitali, al progetto grafico, la promozione e l’organizzazione dei concerti live, in particolare per le varie spese anche logistiche e i diritti.

Enzo Giovannini ci ha fatto divertire

Colto e intelligente, brillante e padrone delle scene. Di tutto e di più era Enzo Giovannini, per lunghi anni protagonista sul palcoscenico con il gruppo teatrale “Città di Gubbio”, fin dalla guida di Sauro Clementi del quale poi la compagnia prese il nome. Se n’è andato in punta di piedi a 97 anni, lucido fino all’ultimo, circondato all’affetto dei familiari, con i figli Massimo, Simonetta, Tiziana e Daniela, con la nuora, i generi, i nipoti Federica, Andrea, Maddalena, Caterina e Giovanni, e la pronipote Giulia. Enzo era un autentico mattatore, formando con Graziella Alimenti Sannipoli una coppia di attori straordinari che ha fatto divertire più di una generazione. Lo si ricorda volentieri in “Beniamino Ciofetta appaltatore”, commedia di Artemio Giovagnoni riproposta in dialetto eugubino per raccontare la storia del proprietario benestante di una piccola impresa edile sposato con Cesira (l’indimenticabile Graziella) che ha una giovane amante alla quale sta ristrutturando un quartierino con l’aiuto di due mano-

vali. Quanto teatro, quante serate divertenti e gradite dal pubblico che faceva la fila a vederlo recitare con passione e versatilità. “Lezione d’amore” e “Il contrattino” (di Artemio Giovagnoni), “Non ti pago” (di Eduardo De Filippo), “Bertoldo a corte” (di Massimo Dursi), “Il settimo si riposò” (di Samy Fayad), “Arsenico e vecchi merletti” (di Joseph Kesselring): questi alcuni titoli di un vissuto teatrale che ha dato molto alla città e ha dato l’opportunità ai giovani di avvicinarsi all’arte della recitazione. L’eredità è stata raccolta dal Teatro della Fama e dal gruppo teatrale “Carlo Nardelli”, oltre all’esperienza a Semonte portata avanti da Marino Cernicchi anche nella memoria della figlia Ylenia. Enzo ha recitato con la generazione eugubini di fenomeni, da Graziella Alimenti Sannipoli al maestro Piero Radicchi e Giuliano Traversini. Hanno fatto la storia del teatro eugubino, continueranno a farla.

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M. BOC.
I ragazzi del Collettivo Vivo Foto Marianna Riccardini

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CASA DELL’ACQUA IN ARRIVO A BRANCA E IN VIA FONTEVOLE

Il Comune di Gubbio avrà 63mila euro dalla Regione Umbria, che verranno destinati alla realizzazione della Casa dell’acqua a Branca. Un importo che, nell’ambito di una serie di interventi per la salvaguardia e la tutela delle risorse idriche, grazie al lavoro del Settore

ambiente garantirà a Gubbio un contributo mirato a finanziare azioni concrete per la riduzione dell’uso della plastica. Alla Casa dell’acqua di Branca se ne affiancherà una anche in via Fontevole, dopo quelle già installate a Mocaiana, a Padule, e in via Beniamino Ubaldi, tutte finanziate grazie a fondi Auri o della Regione.

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QUESTO GUBBIO HA FATTO

IL MASSIMO . NEL FUTURO

C’È IL DERBY COL PERUGIA

C’È

DA RESISTERE ALLE SIRENE DI MERCATO

di ROBERTO BARBACCI

È stato bello sognare, anche solo per qualche sera. Perché davvero a Gubbio c’è chi ha sperato che la stagione, da bella qual era, potesse rivelarsi addirittura indimenticabile. Un’annata che i rossoblù di Piero Braglia hanno vissuto in prima linea, pronti a battagliare su un ogni campo, ma che in una manciata di minuti è evaporata quando il traguardo del secondo turno della fase nazionale play-off era davvero a portata di mano. A Chiavari invece la delusione è stata grande: il 2-0 dell’andata s’è rivelato alla stregua di una grande illusione, spazzata via dall’avvio furente della formazione di casa (avanti 2-0 dopo 9’) che ha letteralmente sparigliato le carte. Il risveglio finale, col rigore di Vazquez che ha tenuto in vita le speranze eugubine fino al triplice fischio, è servito semmai ad aumentare i rimpianti. Per quanto visto nel doppio contro con l’Entella, l’uscita di scena del Gubbio è parsa pure esagerata. Si sapeva però che c’erano squadre meglio attrezzate, e l’uscita di scena per infortunio di Arena dopo il primo turno (oltre alle squalifiche di Signorini e Morelli) ha finito per far pagare un conto salato a Di Gennaro e compagni.

TORNA IL DERBY. La prima stagione di Braglia sulla panchina eugubina s’è chiusa con la sensazione che di più fosse oggettivamente impossibile fare. Una squadra che adesso dovrà resistere alle sirene di mercato per i suoi pezzi pregiati (Arena su tutti, ma non solo), ma che avrà una motivazione in più per presentarsi carica e tirata a lucido nella prossima annata: dopo due stagioni appena tornerà infatti il derby della provincia contro il Perugia, rovinosamente retrocesso dalla B, peraltro gravato dai dubbi legati anche alla costruzione del nuovo stadio (il Grifo potrebbe addirittura optare di venire a giocare al “Barbetti” durante i lavori). Sarà un campionato particolare, da affrontare con tutte le pedine al proprio posto. La base di partenza è solida, ma l’estate (quindi il mercato) dovrà rivelarsi all’altezza del lavoro svolto negli ultimi 12 mesi, provando a implementare un organico che qualche buona certezza ha saputo offrirla. A patto che restino tutti, da Braglia a Mignemi.

Emi Basket Gubbio, il sogno continua Contro Macerata e Pesaro in palio c’è la Serie C

C’era gente fuori assiepata intorno alla Polivalente, costretta suo malgrado a provare a intravedere qualche azione dalle porte d’emergenza del palazzetto. Sugli spalti per loro non c’era più posto: oltre 800 persone (alcune salite anche da Marsciano) avevano già stipato all’inverosimile le tribune, perché nessuno voleva perdersi lo spettacolo che solo una gara 3 di finale può offrire. Finale che l’Emi Basket Gubbio ha fatto sua, conquistando il titolo regionale in coda a un’annata davvero densa di soddisfazioni (primo posto in regular season, vittoria finale nella sempre selvaggia corsa play-off), ma che pure il meglio potrebbe ancora offrirlo. Perché adesso c’è da emigrare nelle Marche per tentare di rendere la stagione unica e irripetibile: contro Macerata e Real Pesaro in palio c’è l’unica slot promozione in Serie C, sebbene non è da escludere che per ognuna delle tre formazioni rimaste ci possa essere l’opportunità di salire di categoria anche attraverso il ripescaggio.

SOGNARE SI PUÒ. “La nostra vittoria più bella è stata vedere la Polivalente piena come poche altre volte lo si era visto negli ultimi anni”, ammette Pierangelo Belbello, presidente felice e (giustamente) orgoglioso di una

società che continua a fare passi da gigante. “Aver conquistato il titolo regionale è una soddisfazione enorme, da condividere con un’intera comunità che ci ha sostenuto sempre con forza e che nel momento del bisogno non c’ha fatto mancare nulla. Il colpo d’occhio con tutta quella gente sugli spalti ci ha riempito il cuore, ma è chiaro che sull’onda dell’entusiasmo generato dalle vittorie vogliamo continuare a inseguire il nostro sogno”. Una vittoria dedicata a Giovanni Pierotti, di cui nei giorni scorsi ricorreva il primo anniversario della scomparsa, preludio a un’altra appassionante rincorsa che vedrà il via domenica 28 maggio alle 18 contro Macerata, nella prima gara del triangolare, con i ragazzi di coach Marco Martina chiamati a partire subito col piede giusto. “Il livello è sempre più alto, le marchigiane sono squadre attrezzate che hanno tanti giocatori di provata esperienza, alcuni anche abituati a giocare in categorie superiori. Ma noi vogliamo giocarcela senza paura, consapevoli però che serviranno due prestazioni eccelse per intensità e concentrazione. Perché se stacchi la spina 2’ nessuno ti perdona nulla”. Nessuno però vuol smettere di sognare: una promozione in C nell’anno del cinquantenario avrebbe un valore inestimabile. R. BAR.

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La festa dell’Emi Basket Gubbio
L’ ELIMINAZIONE PER MANO DELL’ENTELLA NON CANCELLA QUANTO DI BUONO S’È VISTO NEL CORSO DELLA STAGIONE. ORA PERÒ
Capitan Fiorucci e il presidente Belbello Solo applausi per i giocatori rossoblù

LA DOTTRINA NELLA STORIA

LO STRANO ALBERO DELL’EDEN DISTINZIONE FRA PECCATO E REATO

Il frutto proibito che mangiarono Adamo ed Eva, condannando l’intero genere umano all’allontanamento da Dio e alla morte, non era una mela, come erroneamente pensano in molti. L’identificazione con la mela è dovuta forse al fatto che in latino malus indica sia il sostantivo melo (l’albero) sia l’aggettivo malvagio, cattivo, perverso. In realtà, l’albero da cui disgraziatamente mangiarono i nostri progenitori è sconosciuto alla botanica. Nella Bibbia viene infatti indicato come “l’albero della conoscenza del bene e del male” e rappresenta l’unico vero limite che la creatura uomo, vertice della creazione, ha ricevuto da Dio stesso: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire» (Gn 2, 16s). Conoscere ciò che è davvero bene e ciò che è davvero male per l’uomo non può che essere prerogativa di Dio. L’uomo esiste grazie all’atto creatore di Dio, che lo trae dal nulla allo splendore dell’essere non per un puro caso o per un capriccio, ma per un fine ben preciso: renderlo felice e partecipe della stessa vita divina. Il bene e il male non sono dunque stabiliti dall’uomo in base al suo personale criterio di giudizio. Non sono “conosciuti” dall’uomo, nel senso di “stabiliti” da lui. Ecco perché l’uomo può nutrirsi da qualunque albero da frutto, tranne da quello della “conoscenza del bene e del male”. La sua libertà o il suo giudizio non possono modificare l’ordine morale della realtà. Sarebbe come pensare di mangiare del veleno solo perché si è convinti che faccia bene allo stomaco. Allo stesso modo, posso pure convincermi che un peccato sia un bene, ma per l’anima resta un veleno…

Proprio perché il voler stabilire autonomamente ciò che è bene e ciò che è male è una conseguenza diretta del peccato originale, l’uomo non riesce quasi mai a sottrarsi a questa tentazione. Soprattutto con l’epoca moderna l’uomo ha radicalizzato questa ambizione di porsi come criterio di giudizio di tutta la realtà. In fondo, Satana proprio su questo atto di superbia fece leva per far cadere Adamo ed Eva quando disse: «Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male» (Gn 3, 5). Anche per questo, forse, è sempre stata spietata e virulenta la lotta del laicismo contro la Chiesa, soprattutto in ambito morale, con la solita accusa di voler imporre uno stato confessionale. Ebbene, molti dimenticano che la distinzione fra peccato e reato è prerogativa dei paesi di sana tradizione cattolica. Un conto, infatti, è il dovere della Chiesa di ricordare all’uomo ciò che è peccato agli occhi di Dio e un altro conto è pensare che ciò che è peccato debba anche essere considerato reato dalla legislazione civile. Andando a spulciare dati e fatti storici si scopre che la realtà è ben diversa da come tanti laicisti la raccontano. Basti pensare, tra gli infiniti esempi possibili, alla doverosa depenalizzazione dei rapporti omosessuali tra adulti consenzienti. Come ricorda Vittorio Messori, la prima nazione a decriminalizzare gli atti tra persone dello stesso sesso fu la Francia, nel 1810. La seconda l’Italia, nel 1886. La terza la Polonia nel 1932. Guarda caso, tre Paesi di lunga tradizione cattolica. L’anglicana Gran Bretagna si decise al passo solo nel 1967, e l’anno dopo la Germania comunista. Un altro Paese «socialista», la Jugoslavia, vi giunse nel 1977. La luterana Norvegia nel 1972. Ultimo, Israele, nel 1988.

Le cose che ci salvano: incanto del fluire quotidiano

Le pagine di questo racconto curioso bizzarro si svelano in un susseguirsi di dolcezza e di rara finezza narrativa che permette, al lettore concentrato, di cogliere le fitte e affascinanti trame di una quotidianità ammaliante che, al di là dell’ordinario fluire dei giorni, si trasforma in un incanto in grado di trascinare la mente e il cuore. La storia ha come protagonista Gea, una giovane ragazza che vive in un condominio affacciato sui Navigli di Milano che, da tutti, è considerata stravagante e fuori dal comune: ha pochi e pittoreschi amici con i quali è, però, in grado di intrattenere una rete fitta di relazioni straordinariamente umane e intense, ama circondarsi di vecchi oggetti che conserva gelosamente per aggiustarli e garantirgli una vita nuova in una dinamica di personale economia circolare che, per la protagonista, è ormai diventata un modo di vivere consolidato. Conserva un amore particolare per la solitudine che non viene, da lei, percepita come un sentimento negativo, ma come riflessione e

arricchimento del proprio mondo interiore. L’universo perfetto e pacifico di Gea sta, tuttavia, per essere sconvolto da un cambiamento che richiederà il supporto della sua ristretta cerchia di sostenitori, dalla vicina ottantenne all’energica proprietaria della tavola calda che si trova sotto al suo appartamento. Alla protagonista si presenterà l’occasione di salvare dalla chiusura il vecchio negozio di un rigattiere, nella consapevolezza di poter, finalmente, concretizzare la missione della sua vita: salvare le cose, salvando se stessa.

La finezza narrativa espressa dall’autrice di questo romanzo custodisce un esempio della rara bellezza delle storie che descrivono la semplicità del quotidiano di ognuno di noi: Gea è una contemporanea Amelie, la stessa del film di Jean-Pierre Jeunet, attratta dalla semplicità e dalla poesia delle piccole cose che rappresentano, più spesso di quanto si pensa, l’unica occasione per trovare respiro, pace e serenità.

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LA
IL ROMANZO DI LORENZA GENTILE SUL POTERE MAGICO DEGLI OGGETTI CHE SOLLEVA L’ESISTENZA
ROCCA
a
LUIGI
Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI
cura di
GIRLANDA

Fin dai tempi più antichi Cingoli, in provincia di Macerata, questo luogo è meglio conosciuto come il Balcone delle Marche per la sua posizione su una collina, 600 metri sopra il livello del mare. Un luogo romantico che da secoli incanta i visitatori grazie alla splendida veduta panoramica sulle mura castellane, da cui la vista spazia su gran parte del territorio marchigiano con la cornice naturale del mare Adriatico e del monte Conero. Inserito nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia, Cingoli con i suoi vicoli e palazzi fa tornare indietro nel tempo: la Collegiata di Sant’Esuperanzio, dedicata a uno dei patroni del posto, è l’edificio

Cingoli, il Balcone delle Marche Come ti Cucino Sano

religioso più importante del territorio, seguito dal duomo realizzato dai resti di un antico luogo di culto dedicato al Santissimo Salvatore, andato distrutto nel XVII secolo. Dalla storia alla natura, il Balcone delle Marche è anche l’ottima base per bellissime escursioni, come sul lago di Cingoli situato a pochi passi dal centro e ritrovo ideale per lunghe passeggiate e per cogliere l’occasione di visitare il Museo del Lago suddiviso in tre aree tematiche. Con i suoi 10mila abitanti, Cingoli gode di una posizione invidiabile. Un tesoro tutto da scoprire che lo classifica tra i borghi gioiello d’Italia.

CIAMBELLONE FIORI DI ZUCCA E CIOCCOLATO FONDENTE

Il ciambellone è un dolce tipicamente nostrano con una storia umilissima che viene dalla tradizione contadina del centro Italia. Oggi è diventato un dolce da colazione, ma un tempo era consumato durante i banchetti e le domeniche in famiglia o addirittura come torta da matrimonio. Onnipresente durante le feste che seguivano la trebbiatura o la vendemmia, per questo viene spesso accompagnato da un buon bicchiere di vino ed era chiamato “il dolce delle folle” perché di facile preparazione, economico e quindi diffuso nelle occasioni di convivio a tutti i livelli sociali. Una torta che unisce le persone, un livellatore sociale che

RICETTA

• Uova 3

• Farina 00 300 gr

• Zucchero di canna o eritritolo

180 gr

• Yogurt bianco 250 gr

• Olio di semi di girasole 130 ml

• Lievito per dolci 16 gr

• Gocce di cioccolato fondente

30 gr

• Fiori di zucca 50 gr

• Acqua q.b.

cambia nome a seconda della zona. A Perugia lo chiamano “torcolo” e viene preparato in occasione delle celebrazioni di San Costanzo mentre a Gubbio si chiama “ciambelotto”, tipico di questo periodo in cui si può trovare in ogni casa. Ho deciso di unirlo ai fiori di zucca, tra gli alimenti più amati del periodo oltre che per l’aspetto estetico anche per il sapore delicato, indice della natura light, con poche calorie e alta digeribilità derivata dal fatto che sono costituiti per il 95 per cento da acqua. Un vegetale di stagione che dà un tocco di originalità a questo dolce protagonista delle giornate primaverili.

PROCEDIMENTO

• Sminuzzare i fiori di zucca e scottare velocemente in padella con poca acqua e un cucchiaio di zucchero, tenere da parte.

• Mescolare le uova e lo zucchero con le fruste elettriche.

• Unire lo yogurt bianco e successivamente l’olio di semi di girasole.

• Aggiungere la farina un po’ alla volta, continuando a mescolare.

• Aggiungere il lievito per dolci, i fiori di zucca e infine le gocce di cioccolato, amalgamare il tutto.

• Versare l’impasto in uno stampo a ciambella ben unto e infarinato.

• Cuocere in forno ventilato preriscaldato a 170° C per circa 45 minuti.

• Lasciare intiepidire prima di sfornare.

• Decorare con fiori di zucca glassati e cioccolato fondente.

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a cura di LORENZO DIAMANTINI All’insolito
a cura di CLAUDIA BOCCUCCI
posto

David di Donatello, impronta eugubina con Roberto Lioli

Al David di Donatello, riconoscimento cinematografico assegnato dall’Accademia del Cinema Italiano, successo nell’edizione 2023 come “Miglior compositore” del pianista Stefano Bollani per il film “Il pataffio” del regista Francesco Lagi. In questo riconoscimento c’è l’impronta eugubina di Roberto Lioli. Lo stesso prestigioso compositore nel suo profilo di Facebook gli ha reso omaggio: “Il suono così vivo delle musiche de Il Pataffio è merito di Roberto Lioli che lo ha registrato, missato, accudito e di Stefano Cappelli che ha curato il mastering. Siamo un team da parecchi anni e parecchi dischi! Vi ringrazio tanto per la cura e il talento che ci mettete”. L’eugubino Roberto Lioli occupa un ruolo di rilievo nella musica

italiana. Ha fondato nel 2015 l’etichetta discografica Encore Jazz, è ingegnere del suono presso la Casa del Jazz e la Fonderia delle Arti, nonché fonico di Stefano Bollani. È nota la sua carriera di sound engineer accanto a grandi nomi del jazz italiano e internazionale, primo tra tutti Stefano Bollani. Con l’etichetta fondata si rivolge a un pubblico di appassionati e cultori, che ama il disco in quanto oggetto fisico e il dettaglio del suono che è al centro del suo lavoro. Uno degli obiettivi di Encore Jazz – ha raccontato – è affiancare una collana in vinile ad ogni nostra produzione discografica. Vi è la possibilità di downlod digitale del catalogo attraverso i vari digital stores, per favorirne una diffusione a largo raggio. MA. GI.

Vita da ceraioli, settant’anni sotto il Cero per Stefano Battistelli e Tonino Scavizzi

Due foto legate in una dallo scorrere del tempo, una storia ceraiola a tinte azzurre fortissime. È la storia di due amici da sempre, che il Cero ha unito ancora di più Stefano Battistelli e Tonino Scavizzi, entrambi sangiorgiari doc. Due foto unite dal filo della storia personale: settant’anni sotto il Cero, oggi come ieri. Imprenditore l’uno, artigiano l’altro. Battistelli il “Boccio” è stato Capodieci del Cero di San Giorgio nel 1989, insieme a Ubaldo Orlandi di Sant’Ubaldo e Giovanni Belardi (Budelone de Bartoletto) di

Sant’Antobio, con Ubaldo Alunno (Pepolo) Primo Capitano e Giovanni Pierotti (Buricchio) Secondo Capitano. Antonio “Tonino” Scavizzi è un maestro artigiano del ferro. Negli anni ’60 ha cominciato a lavorare, insieme ad altri giovani, come apprendista nella bottega di produzioni artigianali in ferro battuto di Maestro Guido Lunani. Nel 1989 ha fondato la Artigianato Ferro Artistico con altri due soci, con i quali ha condiviso grande passione e abilità realizzativa. C. BOC.

VIVOGUBBIO ARRIVA NELLA TUA CASSETTA DELLA POSTA

Tutti i numeri di VivoGubbio vengono consegnati direttamente nelle abitazioni e nelle attività pubbliche, riuscendo così a offrire una copertura ampia di tutto il comprensorio comunale e dando l’opportunità a tutta la cittadinanza di poter ricevere comodamente la copia della rivista direttamente nella cassetta della posta. Qualora però qualcuno abbia notato di non aver ricevuto la propria copia, può contattare la redazione all’indirizzo redazione@vivogubbio.com comunicando il proprio indirizzo.

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Centralino Comunale 075.92371

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Pronto Soccorso 075.9270744

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Guardia Medica 075.9239468

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Gubbio Soccorso 075.9277779

Misericordia Gubbio 340.3859797

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Vigili del Fuoco 075.9273722

Vigili Urbani 075.9273770

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IAT 075.9220693

Servizio Taxi 075.9273800

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Guardia di Finanza 075.9273789

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Curia Vescovile 075.9273980

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Chiuso in redazione: Lunedì 22 Maggio 2023

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Il prossimo numero è in uscita

ACI Soccorso Stradale PAGINA 18 VARIE V G
10 GIUGNO 2023
SABATO

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Dopo la rivoluzione dei primi veicoli a metano liquido, con il full electric si introduce un nuovo concetto di mobilità e di logistica sostenibile Con LC3 nasce il trasporto pesante di prossimità no limits.

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