VerdEtà 79 - Aprile 2021

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LA RIVISTA PER I SOCI CHE TI INFORMA E TI CONSIGLIA

Pensionati

n° 79 | Bimestrale | Aprile 2021 www.pensionati.cna.it

n° 79

CULTURA E SPETTACOLO PROVE TECNICHE DI RIPARTENZA SPECIALE 5 X 1000 CNA IMPRESA SENSIBILE ONLUS PASSAPORTO VACCINALE IN ARRIVO UN LASCIAPASSARE

L'INCHIESTA LA GUERRA DEI VACCINI VERDETÁ n° 79 | 1


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n° 79 | Bimestrale | Aprile 2021

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Sommario EDITORIALE Paginatre di Filippo D'Andrea 3 ATTUALITÀ Passaporto vaccinale, lasciapassare per la normalità 4

FERMI ANCORA E SPET TACOLI CULTURA 00 ONLUS LE 5 X 10 SPECIA ESA SENSIBILE PR CNA IM CC IN A LE A R E R TO VA SS PA SS A PO U N LA SC IA PA IV O IN A R R

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STA L' IN C H IE IN I D EI VACC VERDETÁ

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SINDACALE Al via la stagione elettiva di CNA Pensionati 6 ATTUALITÀ Cultura e spettacolo, prove tecniche di ripartenza 8 L'INCHIESTA LA GUERRA DEI VACCINI? Vaccini, in attesa dei nostri 12 FOCUS Effetto Covid, nel 2020 nascite al minimo e record di decessi 16

Edizioni CNA

Sede ed amministrazione Piazza Mariano Armellini, 9A - 00162 Roma Tel. 06441881 - 0644188800 www.pensionati.cna.it

FOCUS Biden, Draghi e gli altri 18 I CONSIGLI DI SAMUELE 22

Direttore responsabile

LE NOSTRE RICETTE Orecchiette con cime di rapa, peperoni cruschi e mollica fritta 24

Direttore Editoriale

LA FINESTRA SUL CAVEAU Perchè i mercati finanziari fanno festa ai tempi della pandemia 26

Pietro Romano

Filippo D'Andrea (verdeta@cna.it)

SPAZIO DONNA Forza ragazze, tocca a voi 28

Redazione Coordinamento Livia Pandolfi

SPAZIO EPASA Inps, come ottenere la certificazione unica 30

Comitato di redazione Filippo D'Andrea, Giovanni Giungi, Pietro Romano, Livia Pandolfi, Jacopo Basili, Maria Rosa Battan, Andrea Battistoni, Giulio Cesare Brandini, Mario Filippello, Valter Marani, Antonio Mecca, Elena Pezzetta, Maria Francesca Picchio. Progettazione grafica e impaginazione Tiziana Barone (Albavision Srl) www.albavision.eu - info@albavision.it Photo Editor: Adolfo Brunacci (Albavision Srl) Stampa: Postel SpA Via Campobello 43 - 00071 Pomezia (RM)

Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 405/2006 dell’08/11/2006

IL RACCONTO Post fata resurgo 32 SALUTE PSICOLOGIA - Convivenza forzata GERIATRIA - Gli effetti a lungo termine del Covid DIETOLOGIA - Peccati di gola ERBORISTERIA - Erbe medicinali di primavera

34 36 38 40

SOCIETÀ Speciale 5x1000 CNA Impresasensibile Onlus 42 DAL TERRITORIO 44 LETTERE AL DIRETTORE 46 IL LIBRO DEL MESE 48 RELAX 49 PANTERE GRIGIE 50

2 | VERDETÁ 79 Din°questo numero sono state diffuse 204.800 copie - Stampato su carta riciclata


PAGINATRE

di Filippo D'Andrea

Care Lettrici e Cari Lettori , l’attualità è ancora dominata dai temi legati alla pandemia ed in particolare il dibattito si è ormai concentrato sull’efficacia dei vaccini per uscire dall’emergenza sanitaria. Tornano alla memoria le file nei corridoi delle scuole in tempi ormai lontani con la vaccinazione obbligatoria di intere generazioni che frequentavano le scuole elementari ed i camici bianchi che alla fine della fila aspettavano con il pennino in mano, per il vaiolo, oppure lo zuccherino colorato per l’antipolio. Oggi forse torna per un po’ la stessa ansia mista a speranza che ci accompagnava allora. Certo sapevamo che il vaccino era indispensabile ma come è noto si è sempre timorosi verso le cose che non si conoscono. Oggi che siamo adulti analizziamo con maggiore profondità il tema anche se la velocità e la superficialità dell’informazione a volte disorientano. Alcuni fatti, però, rimangono indiscussi come per esempio le diverse velocità, ancora una volta da parte delle Regioni, ad organizzare la campagna vaccinale come pure la scarsa trasparenza da parte delle Istituzioni comunitarie in materia di contratti con le case produttrici dei vaccini. Quindi oggi ci interroghiamo se la pericolosità di un vaccino che ha riempito le pagine dei giornali sia cosa reale oppure faccia parte di guerre commerciali inaudite di fronte ad una pandemia che continua a seminare morte in tutto il pianeta. La popolazione anziana è trattata diversamente da Regione a Regione, quindi in alcuni casi gli ultraottantenni non sono stati ancora chiamati mentre invece a volte i giovani si sono

offerti volontari per non disperdere vaccini rimasti disponibili in seguito a rinunce e scarsa organizzazione. Ebbene, il tema si riproporrà con tutta la sua forza nei mesi futuri visto che le filiere produttive italiane si stanno organizzando per produrre il vaccino nel nostro Paese per renderci autonomi entro la fine del corrente anno. Questo dato in realtà ci dice come la battaglia contro il Covid-19 sia ancora lunga, se ci stiamo attrezzando con la produzione del vaccino da qui alla fine dell’anno. Ciò lascia intendere che l’altalena delle chiusure andrà avanti con ripercussioni forti soprattutto sugli anziani costretti ormai da mesi ad interrompere le relazioni sociali. Tutte le nostre attività di Associazione si svolgono ormai da più di un anno in video e probabilmente per il secondo anno consecutivo saremo obbligati a rinviare la Festa Nazionale che è una grande occasione di incontro, discussione e soprattutto divertimento per i nostri associati. Certo quest’anno per noi è comunque impegnativo poiché sono iniziate le Assemblee territoriali per il rinnovo quadriennale del gruppo dirigente che si concluderà il 7-8 ottobre prossimi a Roma con l’Assemblea nazionale di CNA Pensionati. L’auspicio è quello di poter fare in presenza i nostri incontri che sono un importante momento di ascolto per l’elaborazione delle nostre Linee strategiche da sottoporre alle Istituzioni ma comunque abbiamo dimostrato, anche durante la pandemia, la forza di reazione dell’associazione per far sentire la vicinanza alle fasce di età più fragili. Filippo

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ATTUALITÀ

CON IL PASSAPORTO VACCINALE, IN ARRIVO UN LASCIAPASSARE PER LA NORMALITÀ PAOLA TOSCANI

Un passaporto vaccinale armonizzato, per assicurare una circolazione sicura e libera durante la pandemia. Mentre si fa strada anche in Italia l'idea di un lasciapassare tra le regioni in caso di restrizioni, il cosiddetto “Certificato verde” per il Covid-19 è in arrivo in Europa: sarà pronto infatti entro l’estate. Il lancio è previsto per il 1° luglio, come ha annunciato il commissario europeo all’Industria e capo della task force Ue per i vaccini, Thierry Breton. Il lancio è previsto per il 1° luglio, come ha 4 | VERDETÁ n° 79

annunciato il commissario europeo all’Industria e capo della task force Ue per i vaccini, Thierry Breton. Breton ne ha mostrato a fine marzo un prototipo e ha invitato i Paesi membri a scaldare i motori, superando difficoltà logistiche e di approvvigionamento, per dare concreta attuazione a un piano di immunizzazione che può contare su 420 milioni di dosi. Il certificato sanitario armonizzato, cartaceo e digitale, non sarà obbligatorio, ma chi ne sarà dotato potrà tornare a prendere un aereo, partecipare a un convegno


o entrare in un luogo pubblico. Dalla scansione del codice QR sarà possibile controllare in tempo reale se il titolare ha ricevuto il vaccino - e quale vaccino - o se è stato contagiato e dunque dotato di anticorpi. Il certificato vaccinale è in sostanza un’alternativa al test negativo al Covid-19 e chi ne sarà dotato potrà riprendere una vita normale. Anche laddove sussistano delle restrizioni. Con il procedere della campagna di vaccinazione nella Ue, il passaporto “sarà uno strumento per una riapertura ordinata” ha detto David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo. In sede europea è stato sollevato il tema delle garanzie per la protezione dei dati personali e medici e la necessità di eliminare il rischio di discriminazione per coloro che non risultano immunizzati. E visto che la priorità massima è la ripartenza, per accelerare l’iter di approvazione del provvedimento, gli eurodeputati hanno deciso di applicare la procedura d’urgenza. Entro la fine di aprile, Parlamento e Consiglio europeo assegneranno il mandato per iniziare l’iter interistituzionale, avviando il trilogo. Saranno così le tre istituzioni, Europarlamento, Consiglio europeo e Commissione europea ad adottare il regolamento, direttamente applicabile dagli Stati membri. Un iter accelerato per assicurarne la chiusura entro l’estate. In Italia alcune regioni hanno giocato d’anticipo. È il caso del Lazio, che dal 20 marzo ha messo a disposizione dei vaccinati la possibilità di scaricare dal sito un’attestazione. Allo stesso modo si è mosso il Veneto: chi ha ricevuto il siero potrà ottenere un documento che certifichi l’avvenuta immunizzazione. Il governatore della Sardegna, Christian Solinas, ha dal canto suo annunciato che quest’estate, chi vorrà sbarcare sull’isola via mare o via aereo dovrà esibire un certificato di negatività o di avvenuta vaccinazione. Guardando oltreoceano, anche New York si è fatta apripista per una riapertura in sicurezza. La megalopoli punta infatti a riaccendere le sue luci proprio grazie al passaporto vaccinale: sarà la chiave di ingresso per teatri, eventi sportivi e culturali. Il pass digitale è realizzato su una piattaforma IBM e l’app è basata su tecnologia blockchain per consentire il rispetto della privacy sulle informazioni sanitarie di chi la usa.

David Sassoli

L’arrivo per l’estate del passaporto vaccinale promette di dar fiato al turismo e a tutta la sua filiera, fiaccati da un anno di pandemia e messi in ginocchio dalla seconda Pasqua in bianco. Secondo una ricerca di CNA Turismo e Commercio il settore fino allo scoppio della crisi valeva oltre 230 miliardi di fatturato, il 13% del nostro prodotto interno lordo e il 15% dell’occupazione. La tutela della salute rimane ovviamente l’obiettivo primario, ma non in contrasto con una graduale ripresa delle attività. Per ridare fiato al comparto dell’ospitalità, è l’appello di CNA Turismo e Commercio, è il momento di cominciare a favorire gli spostamenti interni per chi è vaccinato o risulta negativo ai test molecolari. E tra poco, sarà in possesso del certificato vaccinale.

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SINDACALE

AL VIA LA STAGIONE ELETTIVA DI CNA PENSIONATI UNA PROVA DI DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE JACOPO BASILI

Il 2021, l’anno in cui speriamo di metterci per sempre alle spalle un’esperienza così traumatica come quella della pandemia, è anche l’anno della stagione elettiva per CNA Pensionati e per il sistema CNA nel suo complesso. Stiamo parlando cioè dell’appuntamento associativo più importante nell’arco di un quadriennio, dove verranno rinnovati tutti gli organismi dirigenti: dai delegati delle assemblee ai presidenti, dal livello territoriale al nazionale. Un vero e proprio momento partecipativo, che accompagnerà CNA Pensionati dall’ultima settimana di aprile fino alle battute conclusive dell’assemblea nazionale prevista il 7 e 8 Ottobre 6 | VERDETÁ n° 79

2021. Non è scontato che tutto ciò accada, nel rispetto degli statuti e delle regole di questa grande comunità di imprese, artigiani e pensionati. Abbiamo visto infatti come molte iniziative ed eventi, per esempio fiere internazionali come il Vinitaly o addirittura le Olimpiadi, sono ormai due anni che rimandano i propri avvenimenti in calendario. In un periodo così critico l’opportunità di “sospendere” questa importante occasione di confronto poteva risultare più che comprensibile, viste le oggettive difficoltà nell’accompagnare un processo così vasto, lungo e ramificato. E invece democrazia e partecipazione sono rimaste saldamente al centro della bussola che guida le scelte di CNA Pensionati. Perché la pandemia non è solo il dramma che ormai ci perseguita da oltre un anno e che immaginavamo impossibile nella nostra epoca, oppure la paralisi di tempo e spazio in cui siamo ancora bloccati, ma anche l’occasione per ripensare profondamente, alla radice, i connotati della società in cui viviamo ed in cui CNA Pensionati ambisce ad essere riconosciuta quale forza sociale a carattere nazionale. Citando l’illuminista napoletano Giambattista Vico “sembravano traversie ed eran in fatti opportunità”. Ovvero sono proprio i momenti di crisi l’occasione in cui si può veramente agire con successo per comprendere e chiarire le priorità su cui vale la pena investire tempo ed energie.


In questo caso parliamo del capitale politicosindacale di una comunità di oltre 230.000 persone. D’altra parte il significato di "crisi" deriva dalla radice greca "krino", un verbo che si traduce come "separare", nel senso della facoltà di valutare, discernere e giudicare. CNA Pensionati, alla luce di tutto ciò, ha già da tempo predisposto una serie di documenti che assumono la fisionomia di vera e propria piattaforma programmatica in cui viene analizzato lo scenario attuale e vengono portate avanti tutta una serie di proposte e soluzioni - in particolare su assistenza, sanità e reddito pensionistico - che puntano ad incidere realmente nell’agevolare la vita quotidiana di pensionati ed anziani. Documenti che sono disponibili a tutti gli iscritti per essere consultati ed approfonditi. Basta utilizzare le proprie credenziali per entrare nell’area riservata del sito di CNA Pensionati: www.pensionati.cna.it Le tecnologie digitali durante questo anno sono entrate veramente nella vita di tutti noi. Il progetto Silver Italia di CNA Pensionati ha rivelato, con

un’alta confidenza statistica, come il 68,8% degli iscritti usi regolarmente internet, permettendo così di considerare gli attuali over 65 la prima “generazione silver digitale” nella storia del Paese. Una nuova vita digitale che sicuramente non scomparirà dopo la pandemia, anzi sempre di più impatterà sui comportamenti, i consumi e le relazioni tra le persone. Perciò dovremo considerare il digitale come un prezioso alleato, che accompagnerà tutti noi anche nel grande processo democratico della stagione elettiva di CNA Pensionati. Non disperiamoci comunque. Sicuramente ci sarà l’occasione di incontrarsi in presenza una volta che la campagna di immunizzazione sarà riuscita a vaccinare la totalità di anziani e pensionati. Nel frattempo però fatevi aiutare da parenti, amici o nipoti, ma - come ben sapete - se avete già consultato le pillole “I consigli di Samuele” (presenti sul sito e sulla nostra pagina Facebook) vedrete che non sarà così difficile partecipare e dire la propria confrontandosi con altre centinaia e migliaia di persone!

CALENDARIO STAGIONE ELETTIVA 2021 1. 22 Febbraio 2021 - Rapporti di rappresentatività e convocazione Assemblea Elettiva da parte della Presidenza Nazionale per il 7 e 8 Ottobre 2021 2. Entro fine Aprile 2021 - Direzione Nazionale convocata per nomina Collegio Elettorale 3. Primavera 2021 - Assemblee Territoriali per il rinnovo degli Organi territoriali e per la elezione dei delegati che andranno a comporre le corrispondenti Assemblee Regionali 4. Giugno/Luglio 2021 - Assemblee Regionali per il rinnovo degli Organi regionali e per la elezione dei delegati che andranno a comporre l’Assemblea Nazionale 5. Estate 2021 - Collegio Elettorale raccoglie le candidature «nazionali» e di conseguenza predisporrà la sua proposta per il Presidente Nazionale, per la Presidenza Nazionale e per la Direzione Nazionale (Articolo 6 lettera b comma 7 del Regolamento attuativo dello Statuto CNA Pensionati Nazionale) 6. 7-8 Ottobre 2021 - Assemblea Elettiva CNA Pensionati e chiusura del percorso congressuale.

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ATTUALITÀ

CULTURA E SPETTACOLI, PROVE TECNICHE DI RIPARTENZA DOPO IL LUNGO STOP VITTORIO DI GUILMI

Tra i settori dell’economia più colpiti dalle restrizioni imposte dal Covid-19 c’è quello della cultura, che ha risentito in maniera sensibile dell’impossibilità di organizzare spettacoli, concerti e proiezioni, con ricadute pesanti per artisti e operatori. 8 | VERDETÁ n° 79

A confermare il crollo dell’industria dell’intrattenimento, sono i dati dell’Osservatorio dello Spettacolo Siae relativi al 2020. Complessivamente, gli eventi sono diminuiti del 69%, gli ingressi hanno segnato un calo del 73%, la spesa al botteghino è scesa del 78% e la spesa


del pubblico ha avuto una riduzione dell’82%. Una filiera, quella dello spettacolo, fermata prima a marzo 2020 – quando sono stati chiusi al pubblico tutti i luoghi della cultura e annullati tutti gli eventi – poi da ottobre 2020, quando in considerazione dell’incremento dei casi sul territorio nazionale sono state nuovamente introdotte le stesse limitazioni disposte nei primi mesi dell'anno. Nel mezzo, una breve finestra tra maggio e settembre, quando erano stati parzialmente riaperti, gradualmente ed entro certe condizioni, i musei e gli altri luoghi della cultura. Tutto ciò ha determinato conseguenze spesso disastrose sui livelli occupazionali e gravi perdite per il settore dello spettacolo, che almeno in parte saranno ristorate con i fondi del Decreto Leggi Sostegni, che alla cultura ha stanziato un miliardo di euro. In particolare, analizzando i singoli comparti, il cinema e il teatro hanno registrato una diminuzione di oltre il 70% degli ingressi e, parallelamente, un calo della spesa al botteghino. Ancora più consistenti le perdite per il settore dei concerti, con una contrazione dell’83% degli ingressi, a cui corrisponde un crollo dell’89% della spesa al botteghino. Un anno da dimenticare anche per mostre ed esposizioni, una delle filiere più colpite dalla pandemia, con una riduzione del 78% degli ingressi e del 77% della spesa al botteghino. Un duro colpo per chi vive di cultura, in primis, ma anche per chi di cultura si nutre. Tuttavia, grazie alla tecnologia e alla intraprendenza di artisti e organizzatori, è possibile assistere ad eventi in streaming, ovvero in diretta su internet. E così molti eventi si sono trasferiti online, quasi tutti gratuiti, pur con tutte le differenze – soprattutto a livello emozionale – rispetto ad una fruizione in presenza. C’è quindi la possibilità di entrare virtualmente in un museo oppure in una galleria d’arte, oppure assistere a rappresentazioni teatrali in streaming. Molti cantanti, inoltre, soprattutto durante il primo lockdown, hanno regalato ai fan dirette sulle loro pagine social, nelle quali non sono mancate esibizioni e momenti di interazione, rigorosamente digitale, con il pubblico. Un modo per tenersi in contatto tra artisti e pubblico, ma anche accorciare, metaforicamente, le distanze

tra loro poiché i collegamenti spesso avvengono direttamente nelle case dei cantanti, che così aprono le porte ai fan. E c’è anche chi è andato oltre, aguzzando l’ingegno e la fantasia per reinventarsi. Come Lucia Martinelli, pianista, diplomata al Conservatorio e fondatrice dell’associazione “Musica nell’aria”, che a Milano già da cinque anni porta la musica fuori dalle sale da concerto, come ad esempio nei parchi pubblici, nei centri culturali e di aggregazione. Così, quando le limitazioni sono diventate più stringenti, ha pensato di organizzare dei concerti, confezionati su misura, portandoli a domicilio, direttamente davanti all’uscio delle abitazioni e nel pieno rispetto delle normative Covid. Ma quando si potrà tornare ad assaporare la cultura nei luoghi di sempre? I primi passi sono stati fatti il 26 aprile, quando sono state consentite le attività di ristorazione, sport e spettacolo, seppur con alcune limitazioni. Il Comitato Tecnico Scientifico ha infatti dato il via libera alle proposte del ministro della Cultura, Dario Franceschini, per la ripresa delle attività legate al mondo dello spettacolo, permettendo nelle zone gialle la riapertura di cinema, teatri e sale da concerto sia all’aperto che al chiuso, con l’aumento del pubblico ammissibile. Si è passati così dal 25% (inizialmente ipotizzato) al 50% dei posti occupabili in sala, con un innalzamento ad un massimo di 500 spettatori (prima erano 200) nelle sale al chiuso e di mille (prima erano 400) in quelle all’aperto. Il Comitato Tecnico Scientifico, inoltre, ha ammesso la possibilità che le Regioni autorizzino spettacoli ed eventi, con un numero superiore di spettatori, adottando misure di sicurezza aggiuntive. Tra le altre limitazioni rimane quella del coprifuoco, che, nel momento in cui scriviamo, viene confermato alle 22. Un paletto ulteriore e non da poco per cinema, teatri e concerti, che impone così spettacoli programmabili fino al tardo pomeriggio o al massimo alla primissima serata. Per quanto riguarda i musei, attualmente fruibili in zona gialla dal lunedì al venerdì, nel prossimo Decreto si punterà ad estendere l’apertura anche nel fine settimana. Primi, incoraggianti, segnali per un settore che ha voglia (e bisogno) di ripartire. VERDETÁ n° 79 | 9


l'inchiesta LA G VACCINI, IN ATTESA DEI NOSTRI pagine a cura di LIVIA PANDOLFI

Portare a casa la pelle, poi si vedrà. Sulle sedie arroventate dalla pandemia su cui siedono i leader europei è questa la linea ‘di guerra’ di metà primavera nel pieno di campagne vaccinali che (mentre scriviamo n.d.r.) incespicano, singhiozzano, cadono sugli ostacoli degli stop e and go delle Agenzie regolatorie dei farmaci, si rialzano e vacillano. E’ una tela di Penelope che però paga in vite umane tutte le revisioni dei Piani vaccinali che gli Stati europei sono costretti a fare ogni qualvolta il peso dell’opinione pubblica e 10 | VERDETÁ n° 79

dei rischi annessi alle somministrazioni vaccinali si fanno pesanti. E intanto chi più vaccina più vince. Gli Usa, innanzitutto, che pensano a se stessi in primis, ma anche Israele o il Regno Unito accusato di togliere dosi del controverso AstraZeneca al vecchio continente senza troppi complimenti. Su tutto l’ombra della Russia di Putin che offre il suo Sputnik non certo per sola generosità. Guerra dei vaccini dunque? Farmaci usati come armi negli equilibri geopolitici mondiali? O solamente una insostenibile


GUERRA DEI VACCINI debolezza europea – e italiana nel nostro caso nello scacchiere del mondo che ancora una volta si fa sentire? Lo chiediamo a Fabrizio Maronta, Redattore, consigliere scientifico e responsabile delle relazioni internazionali di Limes. Domanda. A quasi metà 2021 la pandemia si è trasformata da lotta per la vita a lotta per accaparrarsi più dosi di vaccino. Cosa sta succedendo? Risposta. Innanzitutto è chiaro che per i Paesi avere a disposizione quantitativi sufficienti di vaccino sia un fatto non solo sanitario ma anche economico. Chi prima esce fuori dalla pandemia prima recupera il terreno perduto anche dal punto di vista della ripresa. In generale lo tsunami della pandemia ha solo accentuato problemi già preesistenti incidendo su dinamiche in corso e inserendosi nella faglia della rivalità USA- Cina, oltre che nel triangolo di rapporti Usa-CinaRussia. Ma il tema è un altro.

Trump, con investimenti di miliardi di euro nella ricerca, e poi Biden con enormi finanziamenti pubblici, hanno messo il turbo rendendo possibile la diffusione massiva di un farmaco la cui progettazione e realizzazione necessita normalmente di un decennio. D. Possibile che l’Europa, composta da Stati ricchi e avanzati, non abbia potuto garantire tutto questo? R. In realtà nel vecchio continente abbiamo smesso di investire su questo asset produttivo. Abbiamo lasciato che i vaccini – come detto un farmaco molto particolare e complesso da

D. Quale? R. Quando scoppia un’epidemia di queste dimensioni, dopo il primo momento di assoluta sorpresa e la necessità di reggere l’urto sanitario in maniera efficiente – non a caso il numero di morti è stato molto alto ovunque anche nei paesi economicamente avanzati - si dimostra vincente chi è in grado di progettare e produrre un vaccino funzionante. E questo è possibile solo laddove esistono centri di ricerca all’avanguardia e intere filiere produttive ad alto livello per produrre un farmaco estremamente particolare. Negli Stati Uniti, ad esempio, tutto ciò è possibile grazie ad un eccezionale livello di ricerca scientifica e una fortissima capacità produttiva. Non a caso ora stanno immunizzando velocemente la popolazione. Negli Usa è successo che prima

Fabrizio Maronta VERDETÁ n° 79 | 11


l'inchiesta LA G produrre sia per la componente biologica che per i macchinari da utilizzare – fossero prodotti altrove, lasciando sul nostro territorio solo pezzi di produzione o stabilimenti buoni per l’infialamento per conto di altri. Insomma l’Ue, e anche i singoli Stati, non sono indipendenti e non hanno potuto prodursi il vaccino per conto proprio. Ha fatto eccezione il Regno Unito che, infatti, ha potuto usare massivamente il ‘proprio’ vaccino. D. AstraZeneca però non è solo inglese ma anche Svedese… R. In questo caso ha giocato un altro elemento di debolezza. La Commissione, come noto, ha gestito tutta la partita dei contratti pensando giustamente che il peso del blocco dei Paesi europei fosse più competitivo. Ma la Presidente Von der Leyen - e chi l’ha affiancata - ha fatto due errori.

troppa importanza al prezzo. Esattamente il contrario di Israele che per accaparrarsi grandi quantità di vaccino Pfizer ha pagato di più ma ha potuto immunizzare tutti molto velocemente. D. Siamo di nuovo caduti in una sorta di austerity del vaccino? R. In qualche modo sì. In realtà si voleva dimostrare che l’obiettivo dell’immunizzazione di massa fosse raggiungibile anche senza sperperare denaro pubblico. Questo però ha portato a puntare su AstraZeneca, che come noto costa molto nero dei vaccini con mRNA come Pfizer e Moderna, con tutti i problemi che si sono avuti dopo. Fra l’altro la società di AstraZeneca ha fatto il doppio gioco favorendo gli inglesi, migliori pagatori. E comunque si è comportata come se fosse inglese favorendo il Regno unito. D. C’è chi dice che questo vaccino sia stato boicottato dalle altre case farmaceutiche proprio perché meno caro… R. AstraZeneca ha fatto marchiani errori di comunicazione e leggerezza già nella fase sperimentale su cui si sono inseriti anche comportamenti ondivaghi delle autorità regolatorie nazionali che hanno scatenato confusione e panico. Ma in definitiva questo è un vaccino valido proprio come gli altri.

D. Quali?

D. Tutto quello che sta avvenendo come influisce sugli equilibri internazionali?

R. Ha agito con una miopia di fondo. Non solo ha negoziato consegne trimestrali, una cattiva idea quando si ha a che fare con la rincorsa a un virus terribile, perché si lasciano margini di consegna troppo laschi alle case farmaceutiche che sono pur sempre in un libero mercato. Ma poi ha dato

R. La pandemia è intervenuta su un equilibrio mondiale sostanzialmente teso, basato sulla rivalità Cina- Usa in campo militare, diplomatico ed economico. Oggi succede che ogni Paese si è fatto il suo vaccino e sta cercando di usarlo e di distribuirlo a chi non ce l’ha per allargare la sua

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GUERRA DEI VACCINI

sfera di influenza. In realtà molto dipende anche dalla qualità del vaccino. Ad esempio il Sinovac cinese ha, per stessa ammissione della Cina, scarsa efficacia (forse il 50%), e quindi si è rivelato uno strumento debole. Lo Sputnik, che sembrerebbe un vaccino valido, non ha in casa, ossia in Russia, la capacità produttiva per garantire le quantità sufficienti per chiunque lo chieda. E’ vero che i russi possono fare scelte diverse rispetto agli americani, ovvero far aspettare i propri cittadini e venderlo altrove, ma in sostanza non hanno la capacità produttiva su larga scala.

R. In sostanza direi di sì. Anche perché c’è poco da fare, non possiamo bloccare le esportazioni dei vaccini prodotti in terra europea senza entrare in una pericolosa spirale: ammesso di aver oggi la “ricetta” dei vaccini necessari se poi le case farmaceutiche, che usano i nostri siti, ci tolgono la possibilità di produrre non avremo poi nessuna arma contro le varianti. E torniamo così alla questione principale che vale non solo per i vaccini ma per il nostro futuro.

D. Si potrebbero usare gli impianti europei o attivarne altri…

R. Dobbiamo renderci indipendenti per le filiere produttive complesse e strategiche, come quella dei conduttori e semiconduttori, per dirne una. E’ questa la mission dell’Europa nel futuro. Oggi la pandemia ha accelerato un processo in corso: un riassetto globale delle filiere, appunto, strategiche. Da quella sanitaria - che ha mostrato tutta la sua importanza - a quella dell’intelligenza artificiale, quella digitale e così via. Asset questi che devono essere riportati nei perimetri dei grandi blocchi in competizione. E quindi il blocco Nato non può dipendere dalla Cina così come dalla Russia e viceversa. Si pensi alle mascherine,

R. Per produrre un vaccino servono i bioreattori, gli impianti di infialamento e molto altro. Tecnologie e macchinari che necessitano tempi lunghi per essere resi operativi. Attualmente gli impianti europei sono impegnati per AstraZeneca perciò i due vaccini entrerebbero in contrasto. D. Quindi chi ci aiuterà a avere le giuste dosi per sconfiggere la pandemia, ci salveranno di nuovo gli americani come nel 1945?

D. Quale?

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l'inchiesta D. Una riflessione finale: come mai noi europei non abbiamo saputo proteggere gli anziani? R. Un po' siamo stati presi alla sprovvista perché pensavamo di essere al sicuro e che scenari come quelli del Covid19 fossero verosimili solo nei film di Hollywood. In realtà molto è anche dipeso dal modello sanitario che ci eravamo costruiti in società sempre più anziane: RSA pensate come alberghi e non come (anche) presidi sanitari per persone fragili o sistemi sanitari come quello lombardo lontani dal territorio e dipendenti dai soli ospedali. Tutto questo va ripensato per evitare in futuro tragedie come quella in corso.

un esempio semplice. Sono servite ma non le avevamo perché dipendevamo dalle produzioni low cost cinesi. Nel prossimo decennio questo non dovrebbe succedere più, o comunque molto meno. D. E l’Italia? R. Draghi è stato molto chiaro: siamo dalla stessa parte di sempre: in occidente. Una parte del mondo che resterà a lungo più forte e economicamente potente. Ma il nostro futuro dipenderà largamente da noi, dalla nostra capacità di riformare questo Paese in modo efficiente. 14 | VERDETÁ n° 79


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FOCUS

EFFETTO COVID: NEL 2020 NASCITE AL MINIMO E RECORD DI DECESSI L’Istat: “Come se fosse sparita una città grande quanto Firenze”

VITTORIO DI GUILMI

Tra i tanti effetti negativi della pandemia, come prevedibile c’è stato il peggioramento della dinamica demografica nel nostro Paese. Nel 2020, infatti, l’Istat ha registrato un massimo storico di decessi dal secondo dopoguerra e, come se non bastasse, un nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia. Complessivamente, nel 2020 in Italia sono morte 16 | VERDETÁ n° 79

746.146 persone: quasi 112mila in più rispetto al 2019 (+17,6%), oltre 100mila in più (+15,6%) rispetto alla media 2015-2019, quando i decessi registrati erano stati in media pari a 645.619. Rispetto al totale 2020, i morti accertati per Covid-19 sono stati circa 76mila, ovvero il 10,2% dei decessi totali ed è assai probabile che il dato sia sottostimato.


abitanti, la Sardegna è invece il fanalino di coda con un rapporto fermo a 5,1. In tutti i mesi del 2020, ha evidenziato ancora il report dell’Istat, si sono registrati valori percentuali inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019, ad eccezione di febbraio con il 4,5% in più. Il calo delle nascite si è accentuato nei mesi di novembre e soprattutto di dicembre (-10,3%), il primo mese in cui si possono osservare eventuali effetti della prima ondata pandemica.

Un eccesso di mortalità che ovviamente ha inciso soprattutto sulla popolazione anziana, senza dubbio la fascia anagrafica più esposta al rischio del contagio. Per quanto riguarda gli under 49, invece, il tasso di mortalità ha registrato addirittura un decremento, con ogni probabilità dovuto ai vari lockdown che hanno ridotto gli incidenti stradali e gli infortuni sul lavoro. Effetti sulla spesa pensionistica A sorridere, in questo quadro così desolante, è soltanto l’Inps. L’aumento di decessi tra la fascia di popolazione in età avanzata ha infatti prodotto, inevitabilmente, la cancellazione di numerose pensioni ed effetti diretti sulla cosiddetta spesa pensionistica. Il Corriere della Sera recentemente ha addirittura calcolato il "risparmio" sul bilancio dell’Istituto di previdenza sociale, sulla base dei dati ufficiali resi noti dall’Istat e dall’Istituto Superiore di Sanità. Una stima che ammonterebbe a 1,11 miliardi di euro per il 2020 e, in proiezione, a 11,9 miliardi di euro per il decennio 2020-2029.

Siamo sempre di meno Il nuovo record di poche nascite e l’elevato numero di decessi hanno aggravato ulteriormente la dinamica naturale negativa che caratterizza da anni il nostro Paese. Alla fine dell’anno scorso la popolazione residente in Italia risulta inferiore di quasi 384mila unità rispetto all’inizio dell’anno. “Come se fosse sparita una città grande quanto Firenze”, è l’immagine a cui ricorre l’Istat per fotografare l’impatto che ha avuto l’epidemia da Coronavirus in Italia, amplificando la tendenza al declino di popolazione in atto già dal 2015. Il deficit di sostituzione naturale tra nati e morti nel 2020 ha infatti raggiunto -342mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648mila), quando l’influenza spagnola con un saldo negativo di oltre 600mila unità tra nascite e decessi nel 1918, contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni dei decessi registrati in quell’anno. Nel complesso, al 31 dicembre 2020 i residenti in Italia sono 59.257.566 persone, in calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente.

Il calo delle nascite Altro record negativo del 2020 è quello relativo al numero delle nascite. Ebbene, sempre secondo lo studio condotto dall’Istituto Nazionale di Statistica, il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia registrato nel 2019 è stato di nuovo superato nel 2020. I nuovi nati sono stati appena 404.104, quasi 16mila in meno rispetto al 2019 (-3,8%). La cartina geografica delle nascite mostra un calo generalizzato in tutta Italia, più accentuato al Nord-Ovest (-4,6%) e al Sud (-4,0%). La provincia autonoma di Bolzano si colloca al primo posto con 9,6 nati ogni 1000 VERDETÁ n° 79 | 17


FOCUS

BIDEN, DRAGHI E GLI ALTRI. ETÀ, SAGGEZZA E POTERE, UN RAPPORTO LUNGO QUANTO LA STORIA DELL’UMANITÀ JACOPO BASILI

Mario Draghi 18 | VERDETÁ n° 79

È interessante constatare come il connubio tra saggezza ed età, continui ad essere inossidabile, anche se viviamo in una delle epoche storiche in cui l’innovazione ed il futuro sono sempre più pervasivi ed occupano costantemente la vita quotidiana di ognuno di noi. Una vera certezza. La riscontriamo prima di tutto nella responsabilità di governo: Biden, Putin e ora il nostro Draghi. Tutti accomunati da un lungo percorso nelle istituzioni il cui potere culmina alla fine nella guida del proprio Paese. Il riconoscimento del ruolo pubblico della saggezza costruita nel tempo attraversa dunque tutte le latitudini (e anche le diverse sfaccettature ideologiche e politiche). Ma saggezza molto spesso è sinonimo anche di stato di crisi. Sembra che solo chi abbia attraversato decadi di esperienza possa essere considerato degno e capace di risolvere i problemi. Biden, secondo alcuni, era l’unico candidato in grado di ristabilire il "check and balance" di poteri negli USA dopo la stagione trumpiana. Putin secondo altri ha ripristinato l’onore della Russia dopo il più tragico evento geopolitico del XX secolo (per opinione dello stesso presidente russo), ovvero il crollo dell’URSS. Draghi, invece, sembra rappresentare come una sorta di arbitro super partes richiamato al potere per rimediare alle


profonde divisioni della politica italiana, ancora più esacerbate nel contesto di crisi pandemica in cui tuttora siamo impantanati. E l’attuale Presidente del Consiglio, da buon saggio, spera - come da sue dichiarazioni pubbliche - che “le future delusioni non siano uguali all’entusiasmo dell’insediamento”. D’altra parte, questa relazione feconda tra età, saggezza e potere, è una solida costante nella storia. La costituzione d’Atene - e la sua riforma in senso democratico - venne redatta da uno dei “sette sapienti” dell’antichità, ovvero Solone. E proprio per superare un periodo di profonda crisi. Il nobile ateniese ormai anziano, alla fine di questo titanico lavoro osteggiato da molte e diverse fazioni, si definiva appagato perché considerava tale diffusa insoddisfazione la prova dell’imparzialità della sua opera. Come non ricordare poi la figura del sapiente per antonomasia, cioè Socrate? Non solo il vero fondatore della filosofia per l’accezione che la tradizione occidentale dà a questa branca del sapere, ma un cittadino (anche lui ateniese) attivo nella politica della polis e che per salvaguardare i valori comunemente accettati di giustizia e legalità - dopo essersi difeso nel processo come raccontato nella famosa apologia che porta il suo nome - accetta comunque la sentenza di condanna per empietà e corruzione dei giovani, suicidandosi così dopo aver ingurgitato la cicuta, invece di cogliere l’opportunità di scappare e di commutare la pena in esilio come suggerito e supplicato dai suoi discepoli. Nel mondo latino viene facile rievocare, in particolare, due figure entrambe rivestite di un’aurea di sapienza filosofica: Seneca, che svolse il ruolo di precettore dell’imperatore Nerone e che lo guidò sotto i suoi primi anni di buon governo, cadde successivamente vittima della repressione di Nerone stesso proprio quando l’imperatore abbandonò e rifiutò la saggezza dei consigli del pensatore latino, deviando così verso la pazzia. Marco Aurelio, l’imperatore filosofo con cui si concluse il periodo aureo dell’Impero con la cosiddetta pax romana, è conosciuto anche per la redazione di un testo scritto in greco: "Ta eis eauton" tradotto: “A te stesso”, dove l’anziano

imperatore consiglia il lettore con tutta una serie di precetti, regole ed esercizi stoici, per evitare che dentro ognuno di noi prenda il sopravvento la collera, l’ignoranza e la paura. Ma prendiamo ora in considerazione il mondo orientale: è presente la stessa correlazione tra età, saggezza e potere? Non può che venirci subito in mente la straordinaria figura di Confucio. Per non scomodare poi, quasi fosse una blasfemia, il percorso spirituale di un certo principe indiano dal nome Siddharta Gautama, che solo in tarda età - una volta raggiunta la completa illuminazione verrà conosciuto come Buddha. Tornando al grande pensatore cinese, attraverso l’intero arco della sua rocambolesca vita riuscì ad elaborare un complesso sistema di dottrina etica e di insegnamenti morali, conosciuto in seguito proprio con il termine confucianesimo, che mirava alla costruzione delle fondamenta indispensabili per conseguire una comunità umana organizzata, prospera ed armoniosa. Un pensiero forgiato in una turbolenta epoca d’instabilità politica e di guerre civili, che solo quando fu anziano e dopo un periodo di esilio, verrà accettato come pietra angolare su cui basare, ieri come oggi, le regole di fondo che governano ancora la Cina. La curiosità è che i personaggi storici considerati

Confucio VERDETÁ n° 79 | 19


come il più alto esempio di saggezza nelle tre culture “classiche” citate (indiana, cinese e grecoromana) - rispettivamente Buddha, Confucio e Socrate - sono vissuti quasi contemporaneamente a cavallo dello stesso periodo, il VI ed il V secolo Avanti Cristo. Proviamo ora ad avvicinarci ai nostri tempi. Quali altre figure ci vengono in mente? Oppure dobbiamo reputare la modernità come refrattaria al rapporto finora descritto tra saggezza ed età? Forse è proprio questa una delle principali caratteristiche che ci distanzia dall’antichità? Non proprio. Per esempio i reali della Gran Bretagna possono essere considerati una suggestiva smentita, in particolare le regine! Partendo da Elisabetta I, passando per la regina Vittoria, fino all’attuale Elisabetta II. Tutte e tre donne che hanno assunto il potere da giovanissime e lo hanno condotto con sapienza fino a tarda età, definendo tra l’altro con il proprio nome le rispettive epoche. Oppure pensiamo al filosofo Immanuel Kant, pensatore che a cavallo tra il 1700 e 1800 ha determinato i canoni dell’età moderna, compresi quelli dei rapporti tra le diverse nazioni attraverso un avveniristico testo intitolato “Per la pace perpetua”, in cui prevede ed auspica una federazione tra gli Stati europei per debellare per sempre il pericolo della guerra! Inoltre, proprio da

Regina Elisabetta 20 | VERDETÁ n° 79

Immanuel Kant

anziano, concluse il ciclo fondamentale della sua riflessione filosofica, conosciuto sotto il nome di criticismo, con la “Critica del Giudizio” scritta alla veneranda età - per l’epoca - di 66 anni. Avvicinandoci ai nostri tempi, i tre politici considerati come i veri fondatori dell’Europa unita dopo il dramma della seconda guerra mondiale sono il francese Robert Schuman, il tedesco Konrad Adenauer e l’italiano Alcide De Gasperi: tutti e tre ancora una volta accomunati dall’assunzione dei più alti incarichi di governo proprio da ultra-sessantenni. Concludendo, non sempre l’associazione tra saggezza e buon governo è stata così lineare. Infatti, il rischio della degenerazione di una “vecchiaia al potere” è un fenomeno non così raro, che ha attraversato tutte le epoche e tutte le culture. Per fare degli ultimi esempi e molto distanti tra loro, basti pensare all’imperatore romano Tiberio che abbandonò letteralmente la responsabilità di governo per ritirarsi e sollazzarsi nelle depravazioni della sua villa a Capri. Oppure il grande timoniere Mao Tse-tung che per tornare ad un ruolo attivo nel governo della Cina fece sprofondare il Paese nella furia giacobina causata dal potere concesso alla “banda dei quattro” durante la rivoluzione culturale degli anni ’60 del XX secolo. La storia dunque rimane sempre maestra di vita, anche per gli anziani.


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Immagina il WEB come una grande rete: fili invisibili connettono smartphone di tutto il mondo e custodiscono innumerevoli informazioni. Cerca sul tuo smartphone l’icona a forma di mondo o di pianeta. Questa applicazione si chiama BROWSER e consente di navigare nella rete di informazioni e contenuti Internet. Clicca sulla lente d’ingrandimento. Vuoi conoscere il meteo di oggi nella tua città? Scrivi, ad esempio, “meteo Milano” e seleziona il contenuto che vuoi leggere tra i numerosi risultati della ricerca. Cliccando sui tre puntini in alto a destra puoi aprire una nuova PAGINA ed effettuare altre ricerche in parallelo; il simbolo della stellina ti consente invece di salvare le pagine preferite. Il web è uno strumento potentissimo di conoscenza e condivisione. Ma può anche rivelarsi pieno di insidie e minacce, per questo è importante farne buon uso!

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CNA Pensionati

Le nostre ricette

Orecchiette con cime di rapa, peperoni cruschi e mollica fritta Ricetta lucana di nonna Ninetta

RICETTA PER 4 PERSONE INGREDIENTI Gr. 600/700 di rape Gr. 350 orecchiette (possibilmente pasta fresca) Gr. 200 Mollica fritta da pane raffermo n. 5/6 Peperoni cruschi 1 spicchio di aglio Olio evo Sale q.b.

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PREPARAZIONE Lavare le rape e lessarle in acqua abbondante, a metà cottura aggiungere la pasta. Nel frattempo in un’altra padella antiaderente, soffriggere la mollica con un filo di olio. In un altro tegame con olio bollente, soffriggere l’aglio e “passare“ i peperoni cruschi nell’olio facendo attenzione a non bruciarli e lasciandoli rossi e croccanti. Mettere poi da parte i cruschi Scolare la pasta con le rape e sistemarla in una pirofila Aggiungere l’olio con l’aglio (dove precedentemente si sono passati i cruschi Spolverare la mollica fritta ed aggiungere i peperoni cruschi

Il piatto è pronto... buon appetito!

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LA FINESTRA SUL CAVEAU

PERCHÉ I MERCATI FINANZIARI FANNO FESTA AI TEMPI DELLA PANDEMIA? CLAUDIO DI DONATO

Scorrendo i listini azionari e le quotazioni delle materie prime negli ultimi 12 mesi sembra che i mercati finanziari abbiano ignorato la profonda crisi provocata dalla pandemia. Eppure nell’anno alle spalle la contrazione dell’economia globale non ha precedenti, tant’è vero che autorevoli economisti l’estate scorsa prevedevano che le Borse avrebbero impiegato tre anni per tornare ai 26 | VERDETÁ n° 79

livelli pre-Covid. Invece i principali indici mondiali, e non solo, in meno di tre mesi hanno recuperato le perdite e a inizio aprile hanno segnato i nuovi massimi storici. Il record spetta alla Borsa di Hanoi con un balzo del 130% ma da Wall Street (+73%) fino alla piazza di Milano (+43%) le performance sono di assoluto rilievo. E che dire del rialzo del 240% del legname, del +150% della carne di


maiale alla Borsa di Chicago e del +100% della soia? Com’è possibile che i mercati finanziari facciano festa in tempi di pandemia? Fare confronti con le crisi più recenti è improprio. Nel 2008 l’epicentro era stato proprio il sistema finanziario, nel 2011 il debito pubblico di alcuni Paesi dell’area euro. La profonda recessione causata dal Covid è completamente diversa. Intanto dagli Stati Uniti all’Europa, dalla Cina al Sud America i governi hanno messo mano al portafogli per sostenere imprese e famiglie facendo esplodere il debito pubblico senza che ciò abbia provocato la reazione negativa degli investitori. L’economia globale è stata come ibernata in attesa che le campagne vaccinali facciano passare la tempesta ma l’intervento degli Stati e delle banche centrali ha prodotto alcuni effetti. La contrazione forzata dei consumi ha innescato una crescita record dei risparmi. Solo in Italia un aumento di 100 miliardi di euro. Negli Stati Uniti in meno di un anno la quota di risparmio è raddoppiata sfiorando i 2.200 miliardi. Gran parte di questa abbondante liquidità è parcheggiata su conti correnti e su strumenti a basso rischio come i titoli di Stato e le obbligazioni. Ma una piccola parte si è indirizzata verso forme di investimento con un maggiore profilo di rischio. Un anno fa erano molti a prevedere un futuro assai incerto per Bitcoin ma la più famosa delle criptovalute in 12 mesi è schizzata da 8.500 a 57mila dollari. Ma l’eccesso di liquidità e la ricerca di investimenti con tassi di ritorno interessanti non spiegano tutto. Anche alcuni effetti della pandemia hanno contribuito all’impennata dei mercati. Molte persone chiuse in casa per le misure di contenimento hanno deciso di investire in Borsa ciò che non potevano forzatamente spendere per vacanze e ristoranti. Nei mesi scorsi sono state scaricate alcune decine di milioni di app per il trading online per avvicinare i piccoli risparmiatori al mondo della finanza: le condizioni prevedono un deposito minimo (anche 100 euro) e zero commissioni sulle operazioni per rendere attraenti tali piattaforme di investimento. Il trend dei mercati tuttavia riflette anche alcuni rapidi e profondi cambiamenti legati alla

pandemia. I settori dell’information technology con colossi come Microsoft e Google, il settore sanitario e il consumer discretionary (beni di consumo non essenziali) hanno registrato notevoli performance in quanto molti investitori sono convinti che la pandemia abbia accelerato le trasformazioni delle nostre abitudini che la tecnologia iniziava a imporre come lo shopping online e lo smart working. La sfida ora sarà adattare il sistema produttivo e il mercato del lavoro a una nuova e diversa realtà.

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SPAZIO DONNA

FORZA RAGAZZE, TOCCA A VOI

MARIA ROSA BATTAN, Vicepresidente Nazionale CNA Pensionati

Amanda Gorman

Recentemente ad un convegno dove si analizzava il valore e il percorso delle aziende guidate da donne si rilevava che, nel nostro territorio veneto solo il 10,65% delle aziende era guidato da una donna. Veniva sottolineata la necessità di investire in un futuro maggiormente rappresentato da imprese femminili, importante non solo per una questione di equità ma di sostenibilità, considerato il fatto che principalmente le imprese femminili sono maggiormente resilienti e attualmente investono maggiormente in innovazione. Questa affermazione mi ha fatto tornare alla mente alcuni recenti ricerche e studi fatti da università 28 | VERDETÁ n° 79

inglesi e americane che si occupavano di come vivono il nostro tempo e cosa immaginano per il prossimo futuro le giovanissime donne. Le ragazze. Credo che queste analisi si possano calare anche alla nostra realtà, visto che gli strumenti di comunicazione che attualmente disponiamo annullano non solo le distanze ma avvicinano molto usi e costumi dei giovani in particolare. Il vantaggio maggiore di una giovane nata in occidente rispetto a colei che nasce in oriente o africa è quella di avere garantita la scolarità, strumento e arma potente e indispensabile verso l’autodeterminazione e l'indipendenza. Sempre con maggiore frequenza infatti, cadono


Greta Thudenberg

i tabù che vedono indirizzare le ragazze verso studi umanistici a favore di studi economici e scientifici. Sta emergendo in alcuni paesi, la scelta di alcuni genitori (direi discriminatoria) che sostengono e privilegiano la scelta di dare qualità alla scolarizzazione delle figlie in quanto ritenute più determinate e con maggior profitto scolastico rispetto ai figli maschi. Chi vende oggetti per bambini e genitori, inoltre, ha verificato un cambiamento nella richiesta del prodotto. La tipologia che riguarda gli oggetti per bambine è diversificata rispetto a quella dei bambini che rimane unica, senza cambiamenti. Fare pubblicità per ‘vendere’ alle bambine diventa quindi difficile perché esse hanno identità e interessi molteplici, mentre per i bambini valgono sempre l’interesse per il calcio e i videogiochi. Faccio queste considerazioni per capire come stia diventando più tradizionale il ruolo dei ragazzi rispetto alle molteplici affermazioni del percorso di cambiamento in atto delle nuove ragazze. Il cambiamento del mondo femminile procede in modo veloce e non esiste un progetto unico e definito. Il dibattito oggi è diviso tra assecondare, ammirare o giudicare (come?) sia Greta Thudenberg che Amanda Gorman, ventenne poetessa afro americana e come mai siano

diventate figure mondiali portavoce di sentimenti condivisi da tantissime persone e interessi. Certo è che la scena mondiale testimonia questo cambiamento appartenente a due ragazze che vivono lontanissime ma entrambe, come si diceva, portatrici di culture forti e condivisibili anche dai ragazzi di gran parte del pianeta. Perché il riferimento iniziale con l’imprenditoria del territorio piccolo come Treviso, quello in cui vivo, e queste valutazioni sul ruolo delle ragazze? Perché in entrambi i casi la ragazza/donna diventa il punto centrale del dibattito culturale ed economico sul quale sentiamo sempre più spesso rivolgere l’attenzione e invocare riconoscimenti. E’ importante rilevare questo e non continuare solo sul tema della parità. Forse alcune di noi ancora non hanno un equilibrio paritario ed è per questo dobbiamo impegnarci tutte, ma per le ragazze che guardano il futuro lo scenario è cambiato. Esse si riconoscono più facilmente nelle risposte alle interviste di Greta o Amanda. Alla domanda: “pensi di poter cambiare il mondo?”. Da sola? “Oddio, no. Magari con tutte le altre ragazze certo che possiamo”. Noi tifiamo per voi. VERDETÁ n° 79 | 29


SPAZIO EPASA-ITACO Cittadini e Imprese

INPS, ECCO COME OTTENERE LA CERTIFICAZIONE UNICA 2021 AGNESE TOMASI

Scaricare la CU è molto importante perché serve a fare la denuncia dei redditi o a conservare questo documento fiscale anche per chi non ha bisogno di farla. Avere nel cassetto la CU, infatti, è fondamentale sia in caso di un eventuale controllo sia per calcolare le soglie di reddito necessarie per numerose prestazioni per quali, ad esempio, serve l’Isee. Ci sono diversi modi per ottenerla e non serve necessariamente passare per la rete e avere un computer e una stampante a disposizione. Vediamo perché.

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Come fare se si ha un Pc e ci si può collegare a Internet L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale chiarisce ai pensionati e agli assistiti che hanno percepito prestazione a sostegno del reddito (cassa integrazione Naspi ecc) che chi è già in possesso di PIN, anche ordinario, può scaricare e stampare la Certificazione Unica 2021 dal sito www.inps.it, accedendo ai Servizi Fiscali presenti all’interno della propria area personale “MyINPS” o attraverso il seguente percorso di navigazione: “Prestazioni e servizi”>“Servizi”>“Certificazione


unica 2021 (Cittadino)”>(codice fiscale e PIN). Si ricorda che dal 1° ottobre 2020 l'Istituto non rilascia più nuovi PIN. Gli utenti possono accedere al servizio anche tramite: • credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di secondo livello o superiore; • la Carta Nazionale dei Servizi (CNS); • la Carta di Identità Elettronica (CIE) 3.0. CU anche dal telefonino È possibile visualizzare e scaricare su dispositivi mobili la propria Certificazione Unica anche tramite l’apposito servizio “Certificazione Unica”, disponibile all’interno dell’applicazione “INPS mobile”, scaricabile gratuitamente per i sistemi operativi Android e iOS. Per chi non ha dimestichezza con la rete Un problema molto sentito, in particolare dai pensionati che non hanno confidenza con la rete, è proprio quello di ottenere la certificazione unica anche cartacea. L’Istituto, proprio per questo, tiene a chiarire che, al fine di assicurare il più ampio livello di accesso al servizio, mette a disposizione ulteriori modalità alternative per agevolare l’acquisizione della Certificazione Unica 2021, descritte in dettaglio nella circolare n. 44 del 15 marzo 2021: • servizio di rilascio cartaceo mediante accesso alla Struttura territorialmente competente, esclusivamente su prenotazione; • spedizione tramite posta elettronica certificata e posta elettronica ordinaria, previa richiesta all’indirizzo: richiestacertificazioneunica@postacert.inps. gov.it e richiestacertificazioneunica@inps.it; • attraverso i servizi offerti da Patronati, Centri di assistenza fiscale e professionisti abilitati all’assistenza fiscale; • mediante richiesta di spedizione al domicilio del titolare o dell’erede di soggetto titolare, chiamando il numero verde dedicato 800 434 320 oppure il contact center multicanale ai numeri 803 164 da telefono fisso e 06 164 164 da rete mobile; • chiamando il numero 0039-06 164 164 per

chiedere la spedizione della CU ai pensionati residenti all’estero; tramite il servizio di Sportello Mobile per coloro che non hanno la possibilità di avvalersi dei canali fisici e telematici: il servizio prevede l’invio di apposita comunicazione da parte dell’Inps a particolari categorie di utenti che possono così contattare un operatore chiamando un apposito numero telefonico nell’orario indicato nella comunicazione stessa; presso i Comuni e altre pubbliche amministrazioni che abbiano sottoscritto un protocollo con l’Inps per l’attivazione di un punto cliente effettivamente operativo.

L’aiuto del Patronato Epasa Itaco Chiunque voglia avvalersi dell’aiuto del Patronato può collegarsi al sito www.epasa-itaco.it, il Patronato del sistema CNA, e trovare l’ufficio più comodo cliccando su ricerca “sede vicina”. Sarà possibile parlare con operatori esperti in grado di aiutare chi ne abbia necessità.

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IL RACCONTO

POST FATA RESURGO ELINA MEDEA Rimasi immobile fra la polvere della banchina mentre il treno riprendeva sbuffando la sua corsa verso paesi ancora più a sud. Ero senza fiato, lo stomaco serrato, le mani tremanti che stringevano l’unica valigia che mi ero trascinata dietro. “Sei tornata al punto di partenza” mi pungolò una vocina maligna, occupante indesiderata di qualche angolo della mia testa. “Ti sbagli” la rimbeccai. “Sono qui per mettere a posto le cose, per correggere il percorso…” Il primo passo fu quello più duro, poi mi avviai veloce verso l’uscita e sbucai sullo stradone assolato e deserto che divideva in due le campagne. L’aria era immobile e il frinire delle cicale tanto intenso da sovrastare per un attimo ogni pensiero, il cielo blu cobalto privo di nuvole e i filari di grano dorato che crescevano silenziosi e si estendevano per miglia in ogni direzione. “Il tempo non esiste” pensai con un nodo in gola, avviandomi lungo lo stesso sterrato che vent’anni prima mi ero lasciata alle spalle senza voltarmi. Il sole era cocente, il soprabito troppo pesante e a ogni passo affondavo coi tacchi per metà nel terreno pietroso. Mi fermai dopo poche centinaia di metri e piantai la valigia al centro della strada, cercando di ricompormi. La aprii e ne soppesai il contenuto cercando di deglutire il nodo che tentava di soffocarmi da quando ero scesa da quel treno. Le mie cose, almeno quelle che mi ero portata dietro dalla vita precedente, scappata da un matrimonio che mi aveva depersonalizzata, resa dipendente e schiava, ridotta all’ombra di me stessa, mi apparvero in tutta la loro miseria. Avevo ammucchiato delle camicette e dei jeans, forse due gonne e un paio di Nike, svuotato la beauty coi trucchi fra gli slip e infilato 200 euro fra le pagine di un libro. Fissai per qualche istante 32 | VERDETÁ n° 79

quella che d’un tratto ai miei occhi divenne robaccia, solamente un impiccio, e scossi la testa disgustata. «Non mi serve niente di tutto questo» mormorai alla strada che mi si srotolava davanti potente, vasta, libera. Come risposta le cicale frinirono più forte, io respirai a fondo e finalmente mi calmai. Tutto quello che non doveva essere, non era più. Avevo mollato la presa, liberato i fantasmi e compreso che non avevo vissuto altro che illusioni. Il silenzio delle notti senza sonno, dei giorni trascorsi a fissare in lontananza il profilo di una fontana, domandandomi se lasciarmi affogare in poche dita d’acqua avrebbe potuto in qualche modo lenire il dolore insopportabile che mi dilaniava, erano finiti. Senza perdere altro tempo, tirai fuori dalla valigia le scarpette da ginnastica e mi liberai di quelle laccate, lasciandole cadere fra la polvere; sfilai anche il soprabito e mi assicurai le banconote nel reggiseno. Abbandonai tutto in mezzo alla strada e mi sentii subito più leggera. Il paese che sorgeva oltre i filari di grano distava parecchio, ma io non avevo fretta. Ero ansiosa di raggiungerlo, tuttavia sapevo che il percorso da compiere valeva quanto la meta e da quel momento in poi ne assaporai ogni passo: divenne il mio pellegrinaggio. Avevo lasciato cadere la valigia e poco più avanti mi sfilai gli orecchini e la collana, e così l’orologio, e mentre quelle cianfrusaglie senza valore cadevano fra le pietre, immaginai di strapparmi dalle carni decine di chiodi, di vomitarne a fiotti, tutti i chiodi che negli anni avevo ingurgitato senza capire, fino a quando l’aria era diventata rovente nei polmoni, insopportabile dentro, ogni ricordo distorto, ogni illusione, paura, dubbio, ogni immane sforzo di comprensione che avevo compiuto e che mi era rimasto conficcato dentro


avvelenandomi l’anima. Finalmente mi liberavo. Perché dopo il miracolo della rinascita, dopo essere uscita dal baratro freddo e nero della depressione, la strada mi portava dalla donna che ero e che avevo boicottato per una vita che, alla fine, non era mai stata la mia, per una vita che, alla fine, mi aveva rifiutata e nella quale, a distanza di tempo e nel pieno delle mie facoltà, non mi sarei mai più riconosciuta. Raggiunsi la pompa di benzina alle porte del paese quando il sole era un disco perfetto a picco sulla mia testa. Ero fradicia di sudore, spettinata, e quando cercai il mio riflesso nella vetrina della tavola calda mi sorpresi nell’accorgermi che stavo sorridendo. Allora sorrisi più forte ed entrai. Dietro al bancone ci ritrovai Bon, forse più grigio, ma grasso e con le sopracciglia cespugliose come me lo ricordavo. «Buongiorno bella signora» mi salutò, osservandomi. «Come posso aiutarla?» Per un attimo temetti che non mi venisse fuori la voce, e invece risposi con scioltezza. «Può cominciare col darmi un tramezzino e una bottiglietta d’acqua naturale.» «Sissignora. Vuole accomodarsi?» Dissi di no e abbassai lo sguardo a fissarmi le scarpe. Il cuore aveva preso a martellarmi nel petto, il ricordo di me che da ragazzina scappavo da me stessa e dal giudizio che tutte quelle persone timorate di Dio avrebbero potuto muovermi contro, mi fece veramente tenerezza. Solo tenerezza, nessun dolore. La ragazzina in fuga, la moglie maltrattata dal marito narcisista, la larva umana accartocciata sulla panchina del cortile della clinica riabilitativa non esistevano più; al loro posto c’era una donna libera, pronta a riprendersi il suo ultimo pezzo per tornare intera. «Bon, lei non si ricorda di me» iniziai, alzando lo sguardo sull’omone e cercando i suoi occhi. «Sono passati vent’anni, ma sono la figlia del pastore Armeno, Hirene, e sto cercando Vera. Ho saputo della morte di sua madre, ho saputo anche che diversi anni fa lavorava alla scuderia. Potreste dirmi se abita ancora nei dintorni?» Contro ogni previsione, Bon mi concesse un enorme sorriso e annuì. «Certo che la signora dei cavalli abita ancora a Red Stone. Diamine, la scuderia è sua e anche

la tenuta. Ha rilevato tutto. Ha fatto un gran lavoro. Organizza escursioni, arrampicate, esplorazioni…» «Dove posso trovarla?» lo interruppi, senza fiato. «Sempre alla scuderia. Eh, bella signora, non mi sono certo dimenticato di lei. Neanche Vera, immagino.» Avvampai e sorrisi. Lasciai una banconota sul bancone, lo ringraziai e scappai prima che il mio tramezzino fosse piastrato perché non potevo aspettare. Non misi piede nel paese, mi inerpicai diretta lungo il sentiero che portava alla tenuta senza neanche guardare le indicazioni, affidandomi ai ricordi. Percorsi quasi di corsa la via che si diramava fra gli alberi e sbucai improvvisamente di fronte al cancello di ferro che la delimitava. Lo trovai spalancato e il prato che costeggiava il sentiero scintillava sotto gli spruzzi degli innaffiatori. Il sole era accecante, il blu del cielo e lo smeraldo dell’erba mi abbagliarono, ma non mi fermai. Oltrepassai l’ingresso e mi sentii riempire di grazia, quasi iniziai a correre. Il recinto utilizzato per addestrare i cavalli era ancora sul lato est della tenuta e allora, per fare prima, abbandonai il sentiero e attraversai il prato chiedendomi quanti anni fossero passati dall’ultima volta che l’avevo fatto. Una donna atletica, coi capelli rossi cortissimi teneva le briglie di un cavallo pezzato. Si accorse della mia presenza e si riparò gli occhi dal sole cercando probabilmente di capire chi fossi. Pochi istanti e lasciò cadere le briglie del cavallo per corrermi incontro.

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SALUTE

Psicologia

CONVIVENZA FORZATA LA PANDEMIA HA UNITO O DIVISO? CHIARA VOLPICELLI, Psicologa

Introduzione Il periodo della pandemia, con il susseguirsi delle restrizioni alla libertà individuale e ai momenti di gioiosa socialità, rappresenta un momento di grande importanza per osservare noi stessi e le relazioni che intratteniamo, con occhi nuovi. Alcune interessanti ricerche scientifiche condotte nel corso del 20201 ci mostrano come, la prolungata e forzata condivisione degli spazi, insieme alla drastica riduzione delle possibilità di dedicarsi ad attività “altre” rispetto alla coppia, portino ad un acuirsi delle tensioni tra i partner. 34 | VERDETÁ n° 79

Per una coppia che vive insieme da molti anni, come nel caso di pensionati, i rischi sono maggiori. Se da un lato ci sono ormai abitudini di convivenza consolidate dall’altra il compagno di viaggio diviene scontato e a volte percepito di ostacolo al proprio benessere. Che cosa I limiti imposti dall’esterno alla piena espressione delle potenzialità dell’essere umano agiscono quindi come spinta rivelatrice, come catalizzatore di dinamiche già presenti


all’interno della relazione e della convivenza. Dopo un’iniziale e piacevole “riscoperta” di nuovi momenti di condivisione di coppia che prima della pandemia trovavano espressione fuori di casa (colazione al bar con gli amici, gite fuori porta nel fine settimana, corsi di ginnastica e momenti di relax fuori casa,…) diventa più evidente che non possiamo trovare nella relazione a due la piena soddisfazione di tutte le parti della nostra personalità. Improvvisamente, anche le convivenze più durature e consolidate rischiano di renderci insofferenti o di perdere in energia. Perché? 1. L’essere umano è un “animale sociale” e ha bisogno di un più grande numero di stimoli rispetto a quelli che un’altra persona, da sola, gli può fornire; 2. Molti pregiudizi sono associati alla parola “solitudine”: nel linguaggio comune, essa viene spesso confusa con “isolamento”, ma la radice latina della parola ci rimanda ad un orizzonte ben diverso. “Sollus” significa “che da sé forma un tutto, un intero”, un universo che è completo in sé stesso e che, in certi momenti, può incontrare l’altro per il piacere di farlo. La solitudine non è quindi sinonimo di abbandono, inutilità o separazione dagli altri, ma piuttosto un’opportunità di scoprire nuove cose, di fare conoscenza con nuovi aspetti di sé stessi. Nel momento in cui non teniamo a mente questi due punti, rischiamo di fare confusione e di mettere su noi stessi e sul nostro partner delle aspettative. Spesso inconsciamente, iniziamo a forzarci in situazioni a due quando, in verità, sentiremmo pressante il bisogno di stare da soli o di fare un’attività diversa in compagnia di altre persone. Parallelamente, poi, ci aspettiamo che il partner risponda alla totalità dei nostri bisogni di socialità o di riconoscimento, anche quando, magari, lui/lei avrebbe voglia di dedicarsi ad altro. Il problema delle aspettative, positive o negative che siano, è che non sono realistiche. Esse non si sviluppano a partire da un’analisi oggettiva della

realtà, ma da quella che noi immaginiamo, più o meno consapevolmente, che la realtà debba essere. E questo, sia verso noi stessi, sia verso gli altri. Proprio perché non realistiche, le aspettative deludono. Si continua a proiettare sul partner a qualsiasi età e seppur ci raccontiamo che ormai non ci aspettiamo più niente dall’altro accade che in fondo a noi stessi sia presente quella speranza che qualcosa di diverso accada anche da “molto” adulti. Come fare, quindi, per ritrovare un equilibrio sano? 1. Spostare il focus su me stesso/a: di cosa avrei davvero voglia o bisogno in questo momento? Quali soluzioni, proposte o attività posso mettere in piedi in totale autonomia dal partner per soddisfare questo mio bisogno? Il semplice fatto di immaginare e realizzare soluzioni creative per far fronte alle nostre necessità individuali, accresce il sentimento di autostima e di autoefficacia. 2. Accettazione serena della realtà delle cose che non dipendono direttamente da me. L’altro non ha la possibilità di soddisfare tutti i nostri bisogni di essere umano, tutte le parti della nostra personalità: è importante imparare a riconoscere e verbalizzare il nostro bisogno individuale e, parallelamente, apprendere ad accettare ciò che l’altro ci dà per come viene, senza giudizio. Conclusione La pandemia, dunque, non unisce né divide ma, con tutte le sue restrizioni, difficoltà, insofferenze e dolori, ci porta anche degli aspetti “buoni” per noi, delle occasioni importanti per focalizzarci e per riscoprire chi è l’essere umano. Chi sono io, di cosa ho bisogno, come mi relaziono al mondo.

1 Arpino, B., Pasqualini, M., Bordone, V., Solé-Auró, A. (2020). Indirect consequences of COVID-19 on people’s lives. Findings from an on-line survey in France, Italy and Spain. Bellani, D., Vignoli, D. (2020), Does love laugh at locksmiths? Partnership quality during the lockdown in Italy, France and Spain. Some descriptive findings.

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SALUTE Geriatria

GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE DEL COVID, COME USCIRNE DOMINGA SALERNO, Geriatra

La pandemia da COVID-19 continua ad avere conseguenze importanti. Il COVID-19 rappresenta una sfida non solo sul piano della salute fisica, ma anche sullo stato psicologico. Per alcuni pazienti aver superato la malattia ha consentito un graduale ritorno alla normalità, tuttavia per altri le conseguenze a lungo termine dell’infezione continuano ad essere presenti 36 | VERDETÁ n° 79

dando origine a quella che è stata definita sindrome post-COVID 19, ovvero “l’insieme delle manifestazioni tardive che si presentano dopo un’infezione da Sars-Cov-2”. I pazienti cronici presentano sintomi che durano più di 12 settimane dopo la fase acuta della malattia e la negativizzazione dei test virologici coinvolgono sistemi multipli di organi.


Gli effetti a lungo termine si possono manifestare anche in soggetti con sintomatologia lieve. I sintomi principali riportati sono un senso profondo di stanchezza (astenia), difficoltà a respirare profondamente e dolori diffusi, problemi cardiaci, disturbi della memoria, perdita del gusto e dell’olfatto, rash cutanei. Nei casi di pregressa polmonite si può riscontrare il persistere di un quadro radiologico di fibrosi polmonare. Due tamponi negativi non vogliono dire che il corpo è guarito: anche mesi dopo l’infezione da SarsCov-2 alcuni pazienti continuano a presentare sintomi. Possono svilupparsi anche disturbi nuovi, mai manifestati prima della malattia, come labilità emotiva, disturbi dell’umore, ansia ed insonnia. Un adeguato programma di riabilitazione personalizzata respiratoria e motoria, l’introduzione di supporti nutrizionali a base di vitamine e aminoacidi associati ad un corretto stile di vita, rappresentano l’approccio proposto dai medici, in attesa di ulteriori studi. È importante anche la gestione dei disturbi della sfera psichica di questi pazienti, molti dei quali presentano un vero e proprio disturbo posttraumatico da stress. Secondo gli studiosi, l'ansia causata dall'isolamento sociale e dall'incertezza che circonda la pandemia potrebbe accentuare i disturbi, ma non è la causa primaria.

allenare la memoria con rebus e parole crociate, cucinare, consentirà di riposare la mente dalle sollecitazioni esterne, non sempre positive. Per farlo, occorre saper adattarsi in modo flessibile alle condizioni di vita a cui si è esposti. L’OMS dichiarava la solitudine come malattia del nostro tempo già prima della pandemia: alcuni studi rivelano come la mancanza di relazioni sociali sia un fattore di rischio importante sulla mortalità; molti scienziati, infatti, affermano che uno strumento di cura fondamentale è la relazione tra esseri umani. Negli ultimi decenni l'avvento delle tecnologie digitali e della possibilità di comunicare a distanza ha cambiato il nostro concetto di socialità. Sebbene l’evoluzione tecnologica abbia ridotto le occasioni di stare insieme e relazionarsi con l’altro, in questa situazione di emergenza potrebbe consentire di mantenere i punti di riferimento ed i legami sociali, in attesa di un ritorno alla normalità. Al momento parlare di effetti a lungo termine è difficile per il fatto che la pandemia è in corso da poco più di un anno, dunque occorreranno molti studi prima di poter raggiungere risultati scientificamente validi, ma risulta essenziale attivare percorsi di presa in carico e di cura per supportare i cittadini e superare questo momento storico.

La diffusione dell’epidemia da COVID-19 ha creato fin dall’inizio una situazione di emergenza che si è evoluta rapidamente. L’incertezza e l’instabilità derivate dalla malattia, dalle restrizioni e dall’isolamento sociale, hanno creato una situazione senza precedenti, con impatti psicologici sulla popolazione, anche quella definita non a rischio, davvero rilevanti. Prendersi cura della propria salute psicologica diventa dunque prioritario. Una risposta potrebbe essere quella di porsi piccoli obiettivi quotidiani, organizzando in modo pratico le giornate. Dedicare del tempo ad attività piacevoli, come ad esempio fare attività fisica, leggere un libro, VERDETÁ n° 79 | 37


SALUTE

Dietologia

PECCATI DI GOLA LUCA LOTITO, Biologo Nutrizionista

I peccati di gola sono davvero la “bestia nera” per la nostra linea? Siamo sicuri che rinunciare a tutti i cibi che piacciono aiuti a restare in forma? Si deve rinunciare a qualsiasi dolce o altra golosità? In realtà, purché gli strappi vengano fatti con equilibrio non fanno male, ma aiutano il nostro umore. Purtroppo negarsi i piaceri della tavola è rischioso in quanto può creare uno stato di insoddisfazione che può spingere a sabotare una dieta o a esagerare in abitudini alimentari non salutari. Soprattutto in questo periodo in cui la pandemia in atto ci ha costretti a rinunciare alla convivialità, a ridurre l’attività fisica, a perdere il lavoro o nel migliore di casi a trasformare il nostro in smartworking, sono aumentati i livelli di stress e questo ha portato in molti casi a sfogare le frustrazioni sul cibo. 38 | VERDETÁ n° 79

Per arginare tutto ciò cerchiamo di riscoprire il piacere di mangiare: partiamo con il portare nei piatti colore, allegria, genuinità e molta, molta fantasia. Bisogna divertirsi anche a tavola, reinventare gusti e sapori in modo da dare una nuova veste a ciò che mangiamo. Ad esempio il sale pur aumentando il ristagno di liquidi non va eliminato del tutto: nell’acqua di cottura della pasta impariamo ad usare il sale marino integrale che ha più sali minerali e un sapore più deciso in modo da poterne usare meno. Invece sulle carni e insalate sostituiamolo con un cucchiaino di due diverse erbe aromatiche e il sapore sarà assicurato. Non rinunciamo del tutto al dolce, perché spesso farlo diventa demoralizzante e induce ad abbuffate compensatorie. Se prepariamo il nostro dolce preferito a casa al posto dello


zucchero comune utilizziamo puree di frutta fresca oppure stevia che hanno analogo o maggiore potere dolcificante e quindi ridurremo in tal modo l’apporto glucidico e calorico della nostra prelibatezza. Inoltre, è sempre meglio consumare il dolce nella prima parte della nostra giornata in modo da avere la possibilità di “bruciarlo” durante la stessa. Anche un buon bicchiere di vino è concesso, ha solo 50 calorie ed è ricco di antiossidanti soprattutto se rosso. Naturalmente i superalcolici andrebbero aboliti. I formaggi sono un altro miraggio per molte persone a dieta, ma anche loro hanno lati positivi: contengono calcio che è indispensabile per tutte le reazioni biochimiche del sistema nervoso centrale. Eliminarli vorrebbe dire aumentare il rischio di osteoporosi e rallentare il metabolismo. Che dire poi di hamburger e patatine fritte? Se cotti bene e preparati con ingredienti di qualità possono essere un buon pasto bilanciato che deve però essere consumato una volta ogni tanto. Dunque in quest’ottica i “peccati di gola” appaiono un po' meno peccaminosi. È corretto essere a dieta ma dobbiamo intendere quest’ultima come

uno stile di vita corretto, sano ed equilibrato che soddisfi le esigenze fisiologiche dell’organismo, gli aspetti psicologici e relazionali attraverso l’appagamento dei sensi, il rispetto della tradizione e dei ritmi di vita quotidiana. È importante vivere, godere del cibo e dei momenti di compagnia. È sbagliato vivere di soli sacrifici, giudicare il cibo come buono o cattivo, sano o insano, o fare gli eremiti per non cadere in tentazione. Come possiamo allora conciliare sana alimentazione e peccati di gola? Prendiamo coscienza del tipo di sgarro che vogliamo effettuare: un biscotto grande o due cubetti di cioccolato sono un peccato piccolo (100 calorie); una fetta di dolce, una coppetta piccola di gelato (150 gr) o una fetta di focaccia rappresentano un peccato medio (fino a 300/400 calorie); un pranzo fuori o una cena fuori sono un peccato grande (dalle 1000 alle 2000 calorie in più). Una volta fatto ciò cerchiamo le corrette sostituzioni: un peccato piccolo dovrà essere compensato con la rinuncia di 30g di pane o di un cucchiaio di olio; uno medio sostituisce un pasto come la colazione o il pranzo; infine uno grande necessita di un compromesso con l’aumento dell’attività fisica come ad esempio un paio di ore di camminata. In conclusione è sempre comunque meglio non eccedere con i peccati di gola e come dicevano gli antichi “in media stat virtus”. VERDETÁ n° 79 | 39


SALUTE

Erboristeria

ERBE MEDICINALI DI PRIMAVERA GENNARO SPORTIELLO, Fitopreparatore

“Ed ecco sul tronco si rompono gemme: un verde più nuovo dell’erba che il cuor riposa: il tronco pareva già morto, piegato sul botro. E tutto mi sa di miracolo.” Questo è l’inizio della poesia dedicata alla primavera di Salvatore Quasimodo. Poche pennellate e già siamo in tema. Il miracolo della resurrezione della natura all’arrivo della bella stagione. In inverno la terra è fredda, intorpidita, come prigioniera di un incantesimo. Tutto è buio, gelo e morte. Ma a un certo punto ecco il miracolo. La luce, il tepore e la vita spazzano via l’inverno e il suo alito gelido. Questa rigenerazione non è solo materiale, ma anche spirituale. Un nuovo inizio dove la forza e l’energia originari sprigionano il 40 | VERDETÁ n° 79

loro vigore. Una resurrezione vera e propria. I romani, che come noi erano testimoni dell’evento che si rinnova ogni anno, il primo maggio facevano sacrifici alla dea Maia che presiedeva fecondità e abbondanza. A lei era dedicato il mese di maggio, da “maius”. Quanto ad aprile deriva sempre dal latino “aperire”. L’intera natura si apre all’esterno, coinvolgendo anche noi del regno animale. Lo stesso giorno, il primo maggio, i celti festeggiavano la vittoria del Sole sulle Tenebre. Ci si abbandonava a canti e balli che culminavano con la cacciata di morti. Insieme con streghe e demoni erano rimandati a forza negli inferi, regno delle oscurità.


Erbe medicinali Grazie al clima più mite sono molte le piante curative che crescono in questo periodo. Per esempio ortica, malva, tarassaco, asparago, spinacio selvatico, borragine, melissa, piantaggine, prezzemolo selvatico, borsa del pastore e molte altre. Vediamone alcune. Ortica - Dalle foglie urticanti e per questo conosciuta da tutti. L’infuso delle foglie allevia i reumatismi. Utile in caso di gambe e piedi gonfi, ritenzione idrica, accumulo di liquidi nei tessuti. Favorisce la digestione. Sambuco - I fiori si raccolgono in primavera, mentre le bacche a fine estate. Una tisana dei fiori riduce raffreddore, tosse, asma. Ha proprietà lassative e combatte le emorroidi. I fiori seccati hanno la capacità di rendere morbidi i tessuti e danno sollievo alle infiammazioni. Borragine - Ha bei fiori celesti e contribuisce a far calare la febbre alta e il raffreddore. Erba diuretica e depurativa. Tarassaco - Detto anche dente di leone. Le foglie si raccolgono in primavera-estate e sono depurative del fegato, diuretiche e agevolano i reni. Sono antiossidanti. Melissa - Le foglie si raccolgono in primavera e hanno proprietà antispasmodiche, specie se riguardano emicranie e nevralgie. Sono digestive e coadiuvano la secrezione della bile. Asparago - Allo stato selvatico è più piccolo e esile di quello coltivato. Diuretico ma sconsigliato per chi soffre di infiammazioni alle vie urinarie e ai reni. Ricco di vitamine A B C.

Raccogliere le erbe C’è chi preferisce comprarle al mercato (meglio se da coltivazioni biologiche), chi acquista i ritrovati per curare malanni e malesseri, in farmacia o erboristeria, altri invece amano raccogliere le piante in campi e prati. In questo caso c’è bisogno di qualche precauzione. Prima di tutto si deve sapere quando è “il tempo balsamico”. Quando conviene cogliere la pianta. Spesso coincide con il momento in cui è massima la presenza di principi attivi. Non sempre perché in alcuni casi potrebbe essere nocivo. I fiori si prendono appena prima della fioritura, mentre le foglie è meglio staccarle in piena crescita. Le radici in autunno, approfittando della pausa della brutta stagione. Una cosa essenziale riguarda il luogo in cui raccogliere le piante. Assicurarsi che nei pressi non ci siano campi coltivati (a causa dei pesticidi). Evitare la vicinanza di strade, officine, fabbricati, fogne e altre fonti di inquinamento. Infine informarsi sulle leggi che disciplinano la raccolta. Ci sono specie che è vietato prendere, altre solo in alcune zone. É ugualmente importante entrare in sintonia con la natura. Fra noi esseri umani e il mondo vegetale esiste un vincolo forte, potente. Camminare in una foresta, un bosco o un semplice parco cittadino aiuta a migliorare l’umore e ridurre la tensione. A contatto con erbe e alberi ci si scopre più veri, più puri. Si entra in relazione con l’universo e con i suoi misteri, i suoi segreti. Sembra quasi di poterli vedere, toccare. Ma è solo un’illusione. Contentiamoci di respirare aria pulita e cogliere qualche piantina medicinale.

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SOCIETÀ

UN 5X1000 DI SUCCESSO... IL CASO CAMPANIA NORD Il 5x1000 è una forma di sostegno che lo Stato destina alle organizzazioni che operano in vari settori: assistenza sociale, ricerca scientifica, onlus. Pertanto può essere gratuitamente devoluto dal contribuente nella dichiarazione dei redditi. CNA ImpresaSensibile Onlus è l’associazione no profit di riferimento di CNA che sostiene principalmente progettualità nel Paese, attraverso azioni mirate e definite insieme agli enti partner individuati su tutto il territorio nazionale. Ad esempio con CNA Campania Nord e APS Amici di Peter Pan (Organizzazione no-profit di Napoli) continua l’impegno di CNA ImpresaSensibile Onlus anche nel 2021. Il progetto, partito lo scorso gennaio, denominato “RICOMINCIAMO INSIEME con CNA” è composto da due macro-azioni progettuali molto importanti:

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LOTTA AI NUOVI BISOGNI causati dall’emergenza sanitaria Covid-19 con la Teleassistenza e disbrigo pratiche per le persone fragili, anziane, in difficoltà; • ARTI E MESTIERI con artigiani di CNA rivolto a 15 giovani in condizione di povertà educativa ed a rischio di esclusione sociale; La raccolta fondi 5x1000 sta quindi permettendo, anche in Campania, di poter far fronte a vecchi e nuovi bisogni sociali e di venire incontro ad esigenze sia delle persone giovani che degli anziani. L’importanza della raccolta fondi 5x1000, soprattutto quest’anno difficile a causa della pandemia, è fondamentale per continuare a sostenere vecchie e nuove generazioni su questo territorio come in tutta Italia. Qui alcune foto dei nostri giovani beneficiari dei progetti. E grazie ancora per il tuo sostegno!


CNA Impresasensibile ONLUS Associazione di Promozione Sociale

SOSTIENI I NOSTRI PROGETTI CON IL TUO

5X1000

Come si può destinare il 5x1000?

CNA RIMINI Primo miglio Acceleratore di Startup Responsabili Promozione della cultura e della responsabilità sociale delle imprese

CNA BOLOGNA Un respiro in vacanza Sostegno per iniziativa ludica e ricreativa rivolta a pazienti in ossigenoterapia

CNA CAMPANIA nord

I modelli per la dichiarazione dei redditi CU, 730 e REDDITI contengono uno spazio dedicato al cinque per mille, in cui puoi firmare ed indicare il codice fiscale di CNA Impresasensibile ONLUS

97223510583

Ricominciare Insieme Contrasto alla povertà educativa e all’abbandono scolastico

nella sezione relativa al “Sostegno del volontariato e delle Onlus”

BURUNDI Sala multi uso ORFANOTROFIO DI MUTWENZI Migliorare l’accesso e l’ambiente nell’educazione prescolastica e primaria

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Piazza M. Armellini, 9A- 00162 Roma

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DAL TERRITORIO

FRIULI VENEZIA GIULIA I SINDACATI DEI PENSIONATI FANNO SQUADRA Delineata una strategia comune tra le sigle SpiCgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil assieme ai lavoratori autonomi del Capla FVG, che assieme rappresentano oltre 200mila aderenti I sindacati dei pensionati dei lavoratori dipendenti (Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil) e dei lavoratori autonomi del Capla FVG (Coldiretti Pensionati, 50&Più-Confcommercio, FipacConfesercenti, Cia-Anp, Confartigianato-Anap, Cna Pensionati e Anpa-Confagricoltura), in rappresentanza di oltre 200mila aderenti, si sono incontrati per delineare una strategia comune che li vedrà impegnati a lavorare in maniera unitaria. L’obiettivo delle rappresentanze sindacali è quello di affrontare alcune questioni che stanno penalizzando in maniera particolare la fascia delle persone anziane, situazione che si è appesantita a causa della pandemia. I sindacati dei pensionati hanno già fatto il punto

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su alcune questioni prioritarie, come vaccini, case di riposo e sanità territoriale. Argomenti che saranno approfonditi nei prossimi giorni e serviranno a presentare un documento unitario alla Regione e in particolare all’Assessorato alla Salute. Istituzioni dove i pensionati di Cgil, Cisl, Uil e Capla, intendono avviare un confronto più incisivo che porti quanto prima a risposte veloci e concrete anche in riferimento al Piano regionale per la non autosufficienza dove, pur tenendo conto della pandemia, la proposta della Riforma del sistema ha visto pochi sviluppi dal 2019. I rappresentanti dei pensionati hanno avviato questo nuovo percorso unitario, consapevoli che i problemi degli anziani potranno avere un riscontro più forte con una platea che esprime 200mila soci e attraverso una più stretta collaborazione nell’affrontare problematiche dove priorità e convergenze sono punti comuni tra tutte le sigle sindacali. CNA Pensionati FVG – www.cnapensionatifvg. it – pensionati.fvg@cna.it - 0432 616920


DAL TERRITORIO

VENETO VENEZIA È MANCATO ADELINO BROZZOLA Il 25 gennaio ci ha lasciato Adelino Brozzola a 96 anni decano dei nostri artigiani è stato una delle anime della CNA veneziana sin da quando vi si iscrisse fra i primi nel lontano 1972. L’associazione, ai quei tempi, si trovava ancora nei vecchi uffici di Campo S. Polo Nino poi contribuì ad aprire la sede di Marghera nel 1976, e nel 1982 quella provinciale a Mestre. Fra i promotori del consorzio Artigianfidi di Venezia e della cooperativa artigiana Serenissima, fece parte degli organismi dirigenti sia di CNA Provinciale che della sua categoria, quella degli auto riparatori. Dal 1997 al 2005 è stato Presidente provinciale e regionale di FNAP CNA (poi CNA Pensionati). Arrivando anche a far parte della Direzione Nazionale. Ancora oggi faceva parte del collegio dei garanti della CNA Metropolitana. “Con Nino se ne va un pezzo di storia della CNA di Venezia, che lui ha contribuito a fondare” ha detto il segretario metropolitano Renato Fabbro nel suo ricordo il giorno dei funerali. “Se ne va un esempio di dedizione disinteressata, sempre schietto, autorevole onesto, altruista e coerente” Ciao Nino.

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LETTERE AL DIRETTORE

G

entile Direttore, sono un pensionato e associato CNA da molti anni. In occasione dell'acquisto di un televisore, avendo saputo del "bonus" di acquisto e volendone approfittare, mi sono rivolto telefonicamente al CAF per avere l'ISEE. Ho specificato che avrebbero potuto trasmettermelo via e-mail. Ed ecco il "mostro" burocratico in azione: mi hanno risposto che ci sarebbero voluti dai 7 agli 8 giorni. Inaudito! Così ho effettuato l'acquisto senza bonus. Al fine di migliorare i servizi CNA, venendo incontro anche alle esigenze dei soci, non si potrebbe, in occasione della Dichiarazione dei Redditi, predisporre anche sia l'ISEE che un facsimile di modello 101 ex INPS (con evidenziate le - alte - trattenute)? Pagando per il servizio, naturalmente.

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Le chiedo di valutare la fattibilità della mia proposta e, con l'occasione, saluto cordialmente. Antonio Avoguadra ----------------------------------------Gentile Signor Avoguadra, la ringrazio per la sua segnalazione che provvederò ad inoltrare al direttore del CAF al fine di poter migliorare il servizio. Le segnalo che per ottenere l’Isee occorre attivare una procedura che coinvolge l’Inps (DSU) e quindi i tempi purtroppo dipendono essenzialmente da questo. Chiederò tuttavia delucidazione considerando che oggi gli strumenti consentono maggiore velocità, ma devo riconoscere purtroppo che a causa della pandemia il personale lavora a ranghi ridotti. Cordiali Saluti Filippo D’Andrea


LETTERE AL DIRETTORE

C

aro Direttore, ho 72 anni, sono andato in pensione a luglio del 2016 con 26 anni di contributi da lavoratore autonomo e mi hanno erogato Euro 448,00 mese, dopo una serie di ricorsi l'Inps l’ha aumentata a Euro 517,00. Quando ho compiuto 70 anni l'hanno portata a Euro 637,00 praticamente una decina di Euro in meno della pensione sociale che percepisce una persona della stessa mia età senza aver versato contributi. Ora mi chiedo valeva la pena pagare i contributi sia quelli diretti che quelli da reddito? Penso sia giusto che ci sia una pensione sociale, è segno di civiltà ma chi ha versato dei contributi come il sottoscritto perché deve avere una pensione così bassa e addirittura anche se per poco inferiore? Per giunta vivo da solo e pagate le bollette, il condominio e le medicine mi resta ben poco per vivere. Questa situazione non è una cosa marginale ma riguarda qualche milione di italiani, con il Covid si erogano miliardi di sostentamento a destra e a manca ma di noi nessuno ne parla. Cordiali saluti Massimo Fiorucci

LA SILHOUETTE: Alla numero 4. Le altre si escludono per i seguenti particolari: 1 indice mano sinistra, 2 parte posteriore cappello, 3 capelli nuca, 5 lato destro giacca. I S O L E ■ C O L O N

A ■ M A N C A N T I ■

R E E ■ D O R S O ■ S

A S ■ L E M B O ■ I C

■ T R A M P O L I N O

U ■ A R M E N I ■ S G

M A R A I N I ■ P E L

I D I ■ A D O R A T I

D A T A R I ■ A U T O

A M A T E ■ F I L I ■

U S I ■ M E S S I N A

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V ■ S T O N A T U R A

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T A V O L A ■ G ■ N O

A L A R I ■ R O M A N

T A R E ■ S U ■ A V I

O ■ O ■ D E M O N I O

Filippo D’Andrea

G E N O V A ■ C A P O

80 IL NEGATIVO: Alla numero 3. S M E S A T A P L A G A M

C I T A R E E M U L A R E

I S E R T O R A M I N O M

M O R T I F I C A T I D O

O G N I F A T I C A M E R

G I A N I C O L O R E S I

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S C O R D A T O N I N O F

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D E N A R I R A P T U S N

A L I M O N E N A T I A D

T A L E C A M E R E T T A

SOLUZIONE DEI GIOCHI DI 78PAG. 49

O P E R O S O T E L A I O

B A R ■ D ■ G ■ B A S C O

R I N N O V A M E N T O ■

79

A A ■ A M E B A ■ T E L L

C ■ ■ M E N E G H E L L O

----------------------------------------Gentile Signor Fiorucci, comprendo il suo disappunto perché in realtà il nostro sistema di welfare presenta alcune lacune. Va detto però che sotto il profilo della tutela garantita in Costituzione siamo tra i primi Paesi al mondo. Come lei giustamente sottolinea in un Paese civile non bisogna lasciare indietro nessuno. Per questo il nostro sistema si fonda su due importanti principi: tutela del lavoratore attraverso la previdenza e per i meno fortunati con il pilastro dell’assistenza. Chi, come lei, ha lavorato ha dato un contributo al Paese versando quanto richiesto così come accade ai lavoratori in attività per sostenere la spesa pensionistica di chi ha già lasciato la propria attività. Invece chi per svariati motivi, disabilità o altre ragioni, non ha potuto, oppure non è riuscito a svolgere un’attività lavorativa, è prevista una forma di mantenimento che comunque difficilmente

raggiunge i livelli di una pensione minima. Naturalmente può accadere in alcuni casi che avvenga un cumulo di assegni percepiti a diverso titolo e quindi in questo caso può accadere quanto da lei sottolineato. Noi da sempre sosteniamo nelle nostre proposte la necessità di garantire un reddito pensionistico minimo che sia dignitoso ed adeguato agli standard europei. Nelle prossime settimane, in occasione dei tavoli di lavoro con il Ministero del Lavoro tale questione sarà da noi riproposta con forza a partire dal suo caso. Occorre comunque sottolineare che l’emergenza sanitaria, divenuta vera emergenza economica per gran parte dei lavoratori autonomi rimasti senza reddito e per i giovani in cerca di prima occupazione, ha spostato di molto la graduatoria delle priorità anche se confidiamo nella capacità dell’attuale Governo di accogliere le richieste che vengono dal mondo dei pensionati che così tanto hanno contribuito allo sviluppo del nostro Paese.

C O M U N E L L A ■ L I U

O F F R I R S I ■ L E E ■

■ I ■ ■ C E B E T E ■ ■ V

VERDETÁ n° 79 | 47 dialettiche.

B D ■ F A C E T E ■ I C I

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IL LIBRO DEL MESE

LA VERITÀ SUL CASO HARRY QUEBERT FILIPPO D'ANDREA La storia raccontata dall’autore cattura sin dalle prime pagine l’attenzione del lettore. Si tratta di un giallo che coinvolge nella trama con continui colpi scena fino all’ultima pagina. La vicenda narra di un giovane scrittore di successo, Marcus Goldman , che dopo il primo libro non riesce a trovare nuovi spunti per rispondere alla pressione dell’editore e del suo pubblico. Quindi decide di consultare il suo vecchio maestro e scrittore di gran successo, Harry Quebert, per avere qualche buon consiglio durante un week end da trascorrere lontano dalla metropoli. In realtà, invece, viene coinvolto in un susseguirsi di eventi dopo il ritrovamento del corpo di una ragazzina di 15 anni uccisa trent’anni prima e ritrovata proprio nel giardino di Quebert.

48 | VERDETÁ n° 79

Marcus, quindi, si ritrova ad aiutare il suo mentore travolto dall’indignazione dell’opinione pubblica essendo il maggiore indiziato a causa di una burrascosa relazione con la quindicenne che nel corso delle indagini finisce sulle pagine di tutti i giornali. In modo geniale il giallo ci conduce con il fiato sospeso attraverso avvenimenti rocamboleschi facendoci vivere il clima ed i paesaggi della provincia americana, tratteggiando i diversi personaggi in modo così efficace da trasportare il lettore fino a rivivere le emozioni dei luoghi, le ansie ed i timori dei protagonisti, ciascuno con i propri segreti custoditi lungo tutti i trent’anni passati. Il libro è risultato nei primi posti delle classifiche per diversi anni ed ha ispirato anche una miniserie divenuta famosa nel 2019 .


CRUCIVERBA A CHIAVE 1

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Nelle due colonnine bordate si leggerà un proverbio (4, 6, 6, 10). ORIZZONTALI: 1. Sono ricurvi in punta - 3. Pregiato legno - 8. Rimproverato - 14. Nemico delle donne - 16. Manca all’avventato - 18. Immortalati - 19. Una presa d’acqua per l’irrigazione - 20. Giovane donna che cuce - 21. Prodotto anticrittogamico - 22. Ingegnoso espediente - 24. Il divo di “Toro scatenato” - 26. Simbolo del cobalto - 27. Prefisso per Dio - 28. Aspetto di roccia - 30. Semi aromatici - 31. Combatte le frodi (sigla) - 32. Iniziali di Einstein - 34. Concludono i viaggi - 35. Il padre di Ilio - 36. Il nome di Brindisi - 38. Molto magro e debole - 39. Terribile e gravissimo - 43. Striscia lento - 44. Imbattersi involontariamente - 46. Soffiare appena - 48. Fiori… di Parma - 49. Coppiere sull’Olimpo - 51. Assenza di malizia - 53. Pianta saponaria - 54. Terra sterile - 56. Cotti nell’acqua - 58. Libro di Paolo Volponi - 59. Stabilimento tessile. VERTICALI: 2. Nominare nel testo - 3. Offesi e avviliti - 4. Un colle di Roma - 5. Sportello di legno - 6. L’io del papa - 7. Il pittore Tamburi - 8. Dimenticato - 9. Città del Belgio - 10. Metallo dei platinoidi - 11. Un seme delle carte - 12. Uguale identico - 13. Attivo, solerte - 14. Salario - 15. Corona poetica - 17. Pianta nell’agrumeto - 21. Frequenta il Prater - 23. Antica città nordafricana - 25. Il nome di Toti - 26. Piccola stanza - 29. Posti, luoghi - 33. Imitare cercando di eguagliare - 34. Un gioco di carte 36. Improvviso impulso aggressivo - 37. Regione terrestre - 40. Chi lo fa danneggia - 41. Relativa alle terre d’origine - 42. Scheletro metallico di un automezzo - 45. Il nome di Bixio - 47. Restituiti - 48. Si pianta girandola - 50. Una come Giunone - 52. Articolo maschile plurale - 54. Si chiamò ut - 55. Iniziali di Leoncavallo - 57. Nella vela.

IL NEGATIVO A quale delle quattro vignette numerate corrisponde esattamente il negativo che vedete riprodotto in alto?

SOLUZIONI DEI GIOCHI A PAG. 47 ??

GIOCHI TRATTI DAL MENSILE

VERDETÁ n° 79 | 49


PANTERE GRIGIE PIETRO ROMANO PER FARLA FINITA CON IL TIRO ALL’ANZIANO Un complicato calcolo del “Corriere della Sera” sulla base dei morti e della media pensionistica ha stabilito – ritengo con più di qualche approssimazione - che l’Inps nei prossimi dieci anni risparmierà circa 12 miliardi di euro “grazie” al surplus di anziani morti nel 2020. In questa informazione a fare specie – per essere educati - sono l’arido cinismo di un calcolo simile e la titolazione scelta da diversi mezzi di comunicazione per diffonderla. Una titolazione gaglioffa. Un esempio per tutti: in un sottotitolo è stato scritto che “Gli effetti dell’epidemia di Covid nel 2020 produrranno un bilancio positivo sui conti dell’Inps”. Vergognoso che a una emergenza sanitaria gravissima, che si è portata dietro a sua volta una emergenza socio-economica molto pesante, si possa accostare il termine “positivo”. Naturalmente nel silenzio dell’Ordine dei giornalisti, che pure è tanto occhiuto su altre presunte offese a ogni categoria possibile e immaginabile. Gli anziani, i vecchi, evidentemente non hanno diritto a nessuna tutela. Nemmeno nel linguaggio usato nei loro confronti. Come non c’era un piano sanitario per proteggere i più deboli, in particolare quelli che vivono in residenze dedicate o passano con più probabilità per centri di cura, ossia anziani e vecchi, così mediaticamente (e politicamente?) sono descritti, e sentiti, come un peso. E senza che nessuno s’inalberi, nemmeno quanti in veneranda età ancora continuano a rivestire cariche di tutto rispetto. La realtà è che l’epidemia è arrivata al culmine di un crescendo che già da tempo metteva gli anziani nel mirino. Ovviamente gli anziani qualunque. Dagli elevati costi sanitari passando per gli importi pensionistici e finendo al diritto di voto ogni occasione si dimostrava buona per attaccare i diritti degli anziani. In attesa, magari, di lederli. Non ce n’è stato bisogno, perché è intervenuta la pandemia, una pandemia – va sottolineato – a cui ha dato una mano l’imprevidenza dei governi di (quasi) tutto il mondo. A un anno e passa dallo scoppio della pandemia, a esempio, nelle residenze per anziani la situazione rimane praticamente la stessa dello scorso anno. E poco o niente sono stati i letti aggiuntivi nei reparti di massima allerta sanitaria. Senza chiamare a patetiche rivolte, allora, è tempo che gli anziani e i vecchi prendano coscienza di essere nel mirino. E si difendano come possibile. Le armi – per carità niente fucili e bastoni – le armi come capacità di far pressione e lobby non mancano. L’importante è che si comprenda l’urgenza d’intervenire.

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LE SEDI CNA PENSIONATI Sedi Regionali

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VAL D'AOSTA-Aosta PIEMONTE-Torino LIGURIA-Genova LOMBARDIA-Milano FRIULI V.G.-Udine VENETO-Marghera EMILIA R.-Bologna TOSCANA-Firenze MARCHE-Ancona UMBRIA-Perugia LAZIO-Roma ABRUZZO-Pescara MOLISE-Campobasso CAMPANIA-Napoli PUGLIA-Bari BASILICATA-Potenza CALABRIA-Catanzaro SICILIA-Palermo SARDEGNA-Cagliari

Corso Lancieri di Aosta 11/F Via Millio 26 Via San Vincenzo 2 - 1° piano Via Marco D'Aviano, 2 Via Verona 28 int. 1 Via della Pila 3/B-1 Via Rimini 7 Via Luigi Alamanni 23 Via Sandro Totti 4 Via A. Morettini 7 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Cetteo Ciglia 8 C.da Colle delle Api - Z.I. Via G. Porzio 4-C. Dir. ISOLA G 8-13° p. Via Nicola Tridente 2/Bis Via Isca del Pioppo 144 - Pal. Pino Via Lucrezia Della Valle 19 - II° piano Via Francesco Crispi 72 Viale Elmas 33

11020 10141 16121 20131 33100 30175 40128 50123 60124 06128 00154 65128 86100 80143 70125 85100 88100 90133 09123

0165-31587 011-19672111 010-5959171 02-36512030 0432-616911 041-921715 051-2133211 055-212121 071-286091 075-5009056 06-570151 085-4326919 0874-482021 081-7501065 080-5486931 0971-50148 0961-792484 091-582833 070-273728

Sedi Provinciali

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Agrigento Alessandria Ancona Arezzo Ascoli Piceno Asti Avellino Bari Belluno Benevento Bergamo-Gorle Biella Bologna Imola Bolzano Brescia Brindisi Cagliari Iglesias Caltanissetta Campobasso Carrara-Avenza Caserta Catania Catanzaro Chieti Como Cosenza Cremona Crotone Cuneo-Borgo S. Dalmazzo Enna Bassa Fermo Ferrara Firenze Foggia Forlì Frosinone Genova Gorizia-Gradisca d'Isonzo Grosseto Imperia-Sanremo Isernia

Via Imera 223/C Via Gramsci 59/A Via Umani 1/A - Baraccola Via Carlo Donat Cattin 129 Viale Indipendenza 42 Corso Alfieri 412 Via Serafino Soldi 9-11 Via Nicola Tridente 2/Bis Via S. Gervasio 17 Viale Mellusi 36 Via Roma, 85 Via Repubblica 56 Via Aldo Moro, 22 Via Pola 3 Via Milano 68 Via Orzinuovi, 3 Via Tor Pisana 102 Viale Elmas 33 Via Antonio Gramsci 1/3 Via Alcide De Gasperi 14 C.da Colle delle Api - Z.I. Viale G. Galilei 1/A Via Carlo Santagata 19 Piazza dei Martiri 8 Via Italia 19 Via Valera 22 Viale Innocenzo XI 70 V.le Giacomo Mancini-Pal. SOIMCO Via Lucchini 105 Via Firenze 34 Via Cuneo 52/I Via Emilia Romagna 3 Via Salvo D'Acquisto 123 Via Caldirolo 84 Via Luigi Alamanni 31 Viale XXIV Maggio 44 Via Pelacano 29 Via Mària 51 Via San Vincenzo 2 (Torre S.V.) Viale Trieste 31 Via Birmania 96 Via Acquasciati 12 Corso Garibaldi 221

92100 15121 60131 52100 63100 14100 83100 70125 32100 82100 24020 13900 40127 40026 39100 25125 72100 09123 09016 93100 86100 54031 81100 95031 88100 66100 22100 87100 26100 88900 12011 94100 63900 44100 50123 71121 47100 03100 16121 34072 58100 18038 86170

0922-595511 0131-253506 071-286081 0575-3291 0736-42176 0141-596000 0825-783345 080-5486908 0437- 954411 0824-317489 035-285111 015-351121 051-299204 0542-632611 0471-546777 030-3519511 0831-517035 070-274681 0781-24721 0934-681382 0874-482021 0585-85291 0823-442552 095-7465294 0961-709580 0871-42371 031-276441 0984-21376 0372-442211 0962-62199 0171-268019 0935-1980109 0734-600288 0532-749111 055-3245008 0881-772070 0543-770111 0775-8228219 010-545371 0481-93335 0564-4711 0184-500309 0865-26721

L’Aquila Avezzano La Spezia Latina Lecce Livorno Lucca Macerata Mantova Matera Messina Milano Modena Napoli Novara Nuoro Tortolì-Ogliastra Oristano Padova Palermo Parma Pavia Perugia Pesaro Pescara Piacenza Pisa-Ghezzano Pistoia Pordenone Potenza Prato Ragusa Ravenna Reggio Calabria Reggio Emilia Rieti Rimini Roma Civitavecchia Rovigo-Borsea Salerno Sassari Olbia-Gallura Savona Siena Siracusa Teramo Terni Torino Trani-BAT Trapani Treviso Trieste Udine Varese Venezia-Marghera Verbania Vercelli Verona Vibo Valentia Vicenza Viterbo Viterbo

C. Dir. Strinella 88-via Pescara, 2/B Via Bruno Buozzi 31 Via Padre Giuliani 6 Viale P. L. Nervi 258/L Via Brunetti 8 Via Martin Luther King 15 Via Romana 615/P-Arancio Via Zincone 20 Via L. Guerra 13 Via degli Aragonesi 26/A Via Maddalena 108 Via Marco D'Aviano, 2 Viale Corassori 72 Corso Umberto I° 109 - 2° p. Viale Dante Alighieri 37 Via Napoli 14 Zona Industriale Baccasara Via Canalis 29 Via Croce Rossa 56 Via Rosolino Pilo 20 Via La Spezia 52/a Viale Montegrappa 15 Via A. Morettini 7 Via Degli Abeti 90 Via Cetteo Ciglia, 8 Via Coppalati, 10 (Loc. Le Mose) Via Carducci 39 Via Enrico Fermi 2 Via Nuova di Corva 82 Via Isca del Pioppo 144/A Via Zarini 350/C Via Psaumida 38 Viale Randi 90 Via Nicolò Da Reggio 7 Via Mameli 15/G Piazza Cavour 54 P.le Leopoldo Tosi 4 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Togliatti 7 Via Alleati Combattenti d'Europa 9/D Corso Vittorio Emanuele 75 Z.I. Predda Niedda Nord Str. 18 BIS Via Vittorio Veneto 15 Via Paleocapa 22/8 Via Simone Martini 18 Via Carso 33 Via Francesco Franchi 25/B Via Lungonera Savoia 126 Via Millio 26 Via Piccinni 4 Via Venere 20 Viale della Repubblica 154 Piazza Venezia 1 Via Verona 28 int. 1 Via Bonini 1 Via della Pila 3/b-1 Via San Bernardino 31/c Via Guicciardini 20 Via Perlar 12 Via P.E. Murmura 56 Via G. Zampieri 19 Via I° Maggio 3 Via I° Maggio 3

67100 67051 19125 04100 73100 57128 55100 62100 46100 75100 98122 20131 41124 80138 28100 08045 08048 09170 35129 90139 43100 27100 06129 61100 65128 29100 56010 51100 33170 85100 59100 97100 48100 89128 42123 02100 47923 00154 00053 45030 84123 07100 07026 17100 53100 96100 64100 05100 10141 76125 91100 31100 34123 33100 21110 30175 28922 13100 37100 89900 36100 01100 01100

0862-61750 0863-414499 0187-598080 0773-605994 0832-256117 0586-267511 0583-4301100 0733-27951 0376-368742 0835-387744 090-661848 02-26142543 059-7476771 081-455165 0321-399564 0784-200264 0782-622913 0783-211188 049-8062211 091-6110688 0521-227211 0382-433111 075-505911 0721-4260 085-8430880 0523-572230 050-876111 0573-9211 0434-598141 0971-50148 0574-5784 0932-686144 0544-298511 0965-22853 0522-356488 0746-251082 0541-760211 06-570151 0766-546882 0425-21413 089-2583108 079-262751 0789-26910 019-801942 0577-260511 0931-64299 0861-23941 0744-206711 011-19672111 0883-480171 0923-593221 0422-3155 040-3185511 0432-616911 0332-285289 041-925925 0323-52385 0161-251687 045-4951425 0963-592429 0444-569900 0761-303312 0761-2291

Sedi ESTERE

Sedi ESTERE

Germania Colonia - Burgmauer 18 – 50667 GERMANIA (EE) - Tel 0049.221124761 Germania Mannheim - Augusta Anlage 10 - Tel. 0049.62216530968 Germania Solingen - Talstrasse 3 – 42697 GERMANIA (EE) - Tel. 0049.2123803240 Svizzera San Gallo - Unterer Graben 1 – 9000 SVIZZERA Tel. 0041.712237692 Francia Nizza - Rue Michel Ange 12 – 6100 FRANCIA Tel. 0033.981108543 Belgio Liegi - Chaussee Churchill 81 – 4420 BELGIO - Tel. 0032.42356700 Spagna Alicante - Plaza San Cristobal 2, Planta 1 , Puerta 1 03002 Alicante (Spagna). Tel. 0034.865716972

Australia Sidney Wollongong Coolatai Cescent 1 – 2176 - AUSTRALIA - Tel. 0061.287860888 Australia Melbourne - Grantham ST 57 – 3055 AUSTRALIA - Tel. 0061.393879126 Canada Toronto - 654 Bloor ST. Mississauga - Canada - Tel. 0019.058503611 USA New York - Myrtle Avenue – Glendale 65-54 – 11385 STATI UNITI - Tel. 001.7183865212 Brasile San Paolo - Av. Sao Luiz 50 - 2 Andar CJ 21-A - Brasile - Tel. 0055.1132562455 Argentina Buenos Aires - Calle 45 Uff 5 B 1068 – 1900 ARGENTINA - Tel. 0054.2214588948

VERDETÁ n° 79 | 51


TANTI VANTAGGI UNA SOLA CARD

VIVI LA VITA!

CNA PENSIONATI È UN MONDO DI PASSIONI 52 | VERDETÁ n° 79 VANTAGGI ED OPPORTUNITÀ. ENTRA ANCHE TU.


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