Trentino Industriale ottobre-novembre 2022

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Anni impegnativi per il settore agroalimentare

Gli imprenditori della Sezione Alimentazione si raccontano

DUEMILATRENTINO

Transizione Sostenibile: missione, obiettivi e attività Il luogo della grande impresa Presentato “il T”, in edicola dal 3 novembre

SPECIALE TERRITORIO ASSOCIAZIONE

Periodico bimestrale di informazione e cultura | Poste italiane S.p.A. | Sped. in a.p. | D.L. 353/2003 /conv.in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Trento | Diffusione gratuita | Contiene I.R.

ANNO 63 · N°05 OTTOBRE NOVEMBRE
2022

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sommario

rubriche 10 speciale duemilatrentino 14 copertina 26 speciale territori 37 aziende 49 associazione 61 education 63 finanza 64 internazionalizzazione

editoriale 7 Sostenibilità: quale ruolo vogliamo giocare? il punto 9 Un’alleanza per la transizione sostenibile speciale duemilatrentino 10 Missione, obiettivi e attività 11 La dimensione economica della sostenibilità 12 La dimensione ambientale della sostenibilità 13 La dimensione sociale della sostenibilità copertina 14 Anni impegnativi per l’agroalimentare 17 Un prodotto da gustare 19 Le confetture green di Menz&Gasser 21 Tecnomed, sanità sostenibile e di eccellenza 23 120 anni di soddisfazioni speciale territori 26 Il luogo della grande impresa 29 Il circolo virtuoso dell’innovazione 31 Tecnopal: flessibili, rapidi e green 34 Guardando al futuro. Sempre

aziende

37 Al servizio delle aziende 39 Nozze d’oro per Zanetti 42 Un tempo nuovo della mobilità del paese 45 La Persona al centro del percorso di cura associazione 49 Presentato “il T”, in edicola dal 3 novembre 51 Un’occasione unica per progettare il futuro 52 PNRR Cosa accade in Trentino? 56 La leadership di cura 58 Giovani per un mondo inclusivo 59 Lavori in corso education 61 In rete per la robotica e le STEM finanza 63 Pillole di Finanza d’Impresa internazionalizzazione 64 Le nuove opportunità dell’export

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Direttore Responsabile

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Comitato di Redazione Martina Togn

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editoriale

Sostenibilità: quale ruolo vogliamo giocare?

Più volte ho avuto occasione di ribadire che noi abbiamo due asset: il nostro Ambiente e le nostre Intelligenze. Gli italiani danno il meglio di sé stessi durante le emergenze. I trentini non fanno eccezione. Questa della sostenibilità e della “Transizione Sostenibile” è una vera e propria emergenza. A livello ambientale, sociale ed economico. Abbiamo scelto di attribuire il titolo di “Transizione sostenibile” al secondo intervento del progetto “Duemilatrentino – Futuro Presente”, aperto lo scorso anno dalla nostra Associazione con un lavoro sulla “Centralità dell’individuo e della qualità della vita”, perché sapevamo che ci avrebbe permesso di andare al cuore della nostra identità e delle nostre potenzialità. Insieme ai nostri imprenditori, ai testimoni delle parti sociali, ai rappresentanti delle istituzioni, dei mondi della ricerca e della formazione, abbiamo messo in luce i nostri punti di forza e i nostri punti di debolezza, per poi tracciare le coordinate possibili della rotta per lo sviluppo del nostro territorio: tra un anno, tra dieci, e ancora più in là. Solo conoscendo bene dove si è si può decidere dove si vuole andare. Siamo consapevoli del ruolo trainante della sostenibilità: quale parte vogliono assumere il Trentino e le sue imprese, in questo scenario così fragile e problematico?

Le premesse rimangono a grandi linee le stesse dalle quali era partito il nostro ragionamento lo scorso anno: il Trentino non può più considerarsi un territorio trainante a livello europeo. Secondo la Fondazione Nord Est, nella classifica europea della ricchezza, Trento perde 24 posizioni tra il 2000 e il 2019. Bolzano ne perde solo 7. Guardando al dato specifico del Pil pro capite della nostra Provincia, nello stesso arco temporale, la crescita si aggrappa a un timido, molto timido, +2,3%. Un dato insoddisfacente anche in termini relativi: gli altri territori italiani immediatamente comparabili mostrano infatti dati sensibilmente migliori. La Lombardia è al +4.8%, il Veneto a +4,6% l’Emilia-Romagna a +3,7%. Bolzano, con il +18,1%, corre ancora, anche se mai come la regione dell’Oberbayern: territorio tedesco a vocazione manifatturiera simile al nostro Nord Est, che registra un aumento del 27%.

La situazione non è diversa da quella che descrivevamo in questi stessi luoghi un anno fa. Ma si è aggravata, e sappiamo bene perché: nuove emergenze hanno preso il posto dell’emergenza pandemica divenuta nuova normalità. La guerra (dovremmo sempre ricordarci di dire: le guerre), e insieme la tempesta perfetta che sta portando gas ed elettricità a valori pari anche a dieci volte quelli del 2019.

Non sapevamo che questo nostro secondo lavoro sarebbe uscito a ridosso di un appuntamento elettorale nazionale: sapevamo però che questo progetto, che si completerà con il terzo atto dedicato alla Società Trentino 5.0 nel primo semestre del 2023, si sarebbe concluso alla vigilia delle elezioni provinciali. Divenendo, crediamo, materiale utile per la pianificazione delle strategie di governo di chi si candida a guidare la provincia di Trento.

Si è trattato di un processo corale, aperto al contributo dei principali fra gli stakeholder del territorio, perché i destinatari di questo impegno saranno in ultimo esattamente le persone che abitano il nostro territorio. Che ha il diritto di coltivare l’ambizione di riacquisire e consolidare un ruolo di leadership: all’interno dell’economia italiana e non solo.

La crescita sostenibile non può essere elemento di compromesso, ma priorità nell’elaborazione di qualsiasi idea di sviluppo territoriale.

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Un’alleanza per la transizione sostenibile

Da qualche tempo oramai siamo costretti a fare i conti con un contesto emergenziale in continuo divenire, nel quale problemi che fino a pochi anni fa nemmeno avevano un nome reclamano soluzioni inedite. Attualmente, il problema principale per le nostre imprese associate è l’aumento vertiginoso dei prezzi di gas ed energia. Una situazione alla quale la nostra Associazione si è dedicata con ogni risorsa, con l’obiettivo di abbattere l’impatto degli aumenti sulle imprese associate, ottenendo risultati per niente scontati: tra ottobre 2021 e settembre 2022, la convenzione con Confindustria Trento ha permesso di ridurre il prezzo del gas del 38% rispetto al mercato di riferimento, facendo risparmiare alle aziende, aderenti al gruppo d’acquisto, complessivamente 1,7 milioni di euro. Ora che le imprese fanno fatica anche solo a trovarlo, il gas, l’Associazione si è attivata per individuare fornitori, anche fuori dall'Italia, in grado di garantire continuità nell’erogazione fino alla fine dell’anno, ed è al lavoro per il 2023. Abbiamo infine concorso alla presentazione di varie iniziative per il contenimento della spesa energetica, come credito di imposta, abbattimento degli oneri di sistema, Gas release ed Electricity release.

Sappiamo bene tuttavia che oggi non basta essere in grado di dare risposte immediate all’emergenza: il futuro non è più quello di una volta. Dobbiamo essere capaci di immaginare il cambiamento che sarà, di trovare risposte alle domande che ancora dobbiamo pronunciare. Anche a questo livello ci stiamo muovendo come Associazione. Lavorando, in questa partita, per accelerare la transizione sostenibile del Trentino: potenziando la produzione energetica da fonti rinnovabili, anche attraverso la creazione di nuove comunità energetiche per l’autoproduzione di elettricità.

È, questa, una delle aree di intervento che presentiamo proprio nell’ambito della nostra iniziativa “Duemilatrentino”, e nello specifico in questo secondo tempo dedicato appunto alla “Transizione sostenibile”, titolo e oggetto della nostra Assemblea annuale. Una necessità alla quale siamo chiamati, tutti, senza distinzione: vecchi e giovani, “in azione per la sostenibilità”. Viene da qui, dall’idea di un’alleanza fra generazioni, lo “Youth in action for sustainability”: il nuovo premio che la nostra Associazione ha scelto di dedicare agli allievi delle scuole del territorio e che assegneremo in occasione della nostra Assise. Coinvolgiamo i ragazzi perché siamo convinti che occorra anche la loro capacità di sognare strade inconcepibili. Perché se è vero che “se puoi immaginarlo, è reale”, per avere la migliore fra le realtà possibili, c’è davvero bisogno dell’immaginazione di tutti noi.

il
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punto
Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento

Missione, obiettivi e attività

Il secondo step dell’iniziativa “Duemilatrentino”, dedicato alla Transizione Sostenibile, riconferma e approfondisce le istanze promosse con l’avvio del progetto.

A UN ANNO

dalla presentazione dei risultati del lavoro sul primo atto del progetto “Duemila trentino – Futuro Presente”, dedicato alla “Cen tralità dell’individuo e della qualità della vita”, Confindustria Trento presenta i contenuti del se condo focus tematico: “Transizione sostenibile”. Quale ruolo – ci si è chiesti – attuale e prospetti co, vogliono assumere a riguardo il Trentino e le sue imprese? L’Associazione, con il supporto di Sparkasse e l’affiancamento professionale di The European House - Ambrosetti, ha dunque opera to, attraverso incontri di approfondimento sui

temi al centro dell’iniziativa (anche in logica di “sistema”) con rappresentanti delle Istituzio ni, dell’imprenditoria e del mondo del lavoro, della ricerca e della formazione; indagini tra le imprese associate a Confindustria Trento sui temi di volta in volta affrontati; la creazione di una sezione del sito web di Confindustria Trento per la divulgazione dell’iniziativa presso l’opinione pubblica e campagne di comunica zione dedicate. Per questo specifico ambito te matico, le analisi del Tavolo di Lavoro si sono sviluppate attraverso: l’approfondimento dello scenario di riferimento rispetto al ruolo della sostenibilità per lo sviluppo socio-economico dell’Italia e del Trentino all’interno dello scena rio post-pandemico; l’elaborazione di un indice multifattoriale (Tableau de Bord) sul grado di sostenibilità del Trentino, finalizzato ad analiz zare il relativo posizionamento in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale rispetto agli altri territori italiani; l’approfondi mento dei fattori di attrattività e delle oppor tunità percepite dagli stakeholder del territorio, raccogliendo il punto di vista e le indicazioni del sistema imprenditoriale trentino (con una indagine ad hoc) e dei rappresentanti delle Isti tuzioni, della formazione e ricerca e delle parti sociali (in colloqui riservati one-to-one); l’identi ficazione di idee progettuali per lo sviluppo del settore manifatturiero e del sistema-Trentino (“progetti bandiera”), con la definizione di un portafoglio di iniziative di sistema da avviare nel medio-lungo termine e in grado di fare leva sulle caratteristiche di eccellenza del territorio. Ne è nato un nuovo volume, in forma di Posi tion Paper, disponibile a quanti desiderino con dividere il nostro lavoro.

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2022 10 speciale duemilatrentino
spec. duemilatrentino

La dimensione economica della sostenibilità

Il Trentino risulta essere uno tra i territori italiani con maggior disparità salariale. L’influenza economica della classe media si è affievolita. Un possibile rimedio? L’ecosistema dell’innovazione.

ANALIZZANDO

alcuni indica tori si vuole testare in che modo il territorio produce valore ag giunto sfruttando in maniera ef ficiente le risorse disponibili nel rispetto di vincoli ambientali e sociali. Uno degli indicatori presi in esame riguarda la misurazione della disuguaglianza economica, ottenuta come la deviazione stan dard dal reddito medio: il Tren tino al quintultimo posto, risulta essere uno tra i territori con mag gior disparità salariale in Italia.

La grande ricchezza che il nostro territorio offre, avendo uno degli indici più alti di valore aggiunto per abitante, risulta essere pola rizzata verso alcune classi sociali. L’equità del territorio e quindi la coesione sociale viene princi palmente garantita grazie ai pa trimoni accumulati dalle genera zioni precedenti. Un andamento simile viene riscontrato anche a livello mondiale in quasi tutte le economie avanzate o emergenti: la ricchezza prodotta risulta esse re in mano a pochi, come non era mai stato nella storia dell’uomo.

La crescita delle disuguaglianze è un fenomeno che sta condizio nando in primis la classe media: uno studio Ocse (The Squeezed Middle Class) uscito nel 2019, sot tolinea come negli ultimi 30 anni la quota di cittadini appartenenti

alla classe media è scesa dal 64% al 61%. In tutta l’area Ocse i redditi della classe media sono appena più alti oggi rispetto a dieci anni fa. In particolar modo l’influenza economica della classe media e il suo ruolo di “centro di gravità economica” si sono affievoliti. Questo comporta una rottura del cosiddetto ascensore sociale, che crea frustrazioni sempre più profonde tra le classi più basse le quali non hanno più speranza di “elevarsi” grazie all’istruzione e allo sviluppo di competenze personali. Ed è a questo punto che i dati sul mercato del lavoro rafforzano la questione: in Trentino il grado di difficoltà di reperimento di lavoratori qualificati è tra i più alti in Italia (quartultimo posto). Unito ad un sistema della formazione che mostra un’incidenza tra le più alte in termini di laureati ma inferiore alla media nazionale per quanto riguarda i laureati in discipline Stem. Inoltre, in Provincia il gap di genere dei laureati nelle stesse discipline è pari al 10,7 p.p. a favore della quota maschile, ne anche paragonabile al vicino Alto Adige che registra un 2,3 p.p. Negli ultimi dieci anni le infrastrutture digitali intese come accesso alla banda ultra-larga, risultano essere essenziali per lo sviluppo competitivo di un territorio. I dati Infratel 2021 sulla percentuale delle unità immobiliari coperte dalla banda ultralarga posizionano il nostro territorio tra le ultime regioni in Italia: sicuramente l’orografia rende più difficile l’infrastruttu razione rispetto ad altre regioni, ma riteniamo che il livello raggiunto fino ad ora non sia sufficiente per un territorio voca to all’innovazione come il nostro. Gli ultimi dati previsionali emessi da Open Fiber fanno ben sperare, attestando che entro la fine del 2023 verranno cablati tramite banda ultra-larga la quasi totalità dei comuni trentini. Il Trentino dimostra una dinamicità tecnologica molto spinta: la Provincia si posiziona nella parte alta della classifica per spesa in R&S delle imprese in settori ad alta tecnologia. Inoltre, eccelle sopra tutte le regio ni per incidenza di start-up innovative, in continuo aumento rispetto al 2019. L’ecosistema dell’innovazione trentina risulta essere di altissimo livello, ed è proprio da questa best practice che si deve partire per provare a ridurre il divario con gli altri territori sugli indicatori visti precedentemente.

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2022 11
di DANIELE BERTI, Centro Studi, Confindustria Trento

La dimensione ambientale della sostenibilità

Il Trentino guadagna la 1° posizione su 4 KPI. La raccolta differenziata e l’economia circolare mitigano la mancanza di un inceneritore. Il tema acqua restituisce performance contrastanti.

L'ARTICOLO

si propone di accompagnare il lettore in una breve analisi del posizionamen to della Provincia autonoma di Trento rispetto alle Regioni italiane in merito alla sostenibilità ambientale. Il set di indicatori preso in esame guarda alla capacità del sistema di gestire in modo efficace ed efficiente le risorse e i servizi per cittadini e imprese, garantendo la tutela del territorio e promuovendo pratiche responsabili nel settore produttivo. Il Trentino guadagna la prima posizione assoluta su 4 KPI dei 25 ana lizzati (16%) e la top 5 in 11 KPI (44%). Passando in rassegna una tematica di eccellenza, i rifiu ti, lo scenario provinciale è caratterizzato dalla mancanza di un inceneritore entro i confini e il bisogno di doversi affidare ai territori limitrofi per sopperire a questa necessità. Questi ingredienti hanno generato l’humus per fetto con cui si è raggiunta una raccolta diffe renziata dei rifiuti urbani molto spinta (76.7%, contro il 65% dell’obiettivo Ue al 2035). L’opi nione pubblica e politica dibattono da tempo sull’esigenza di chiudere il ciclo dei rifiuti entro i confini provinciali, un argomento urgente, con cui si garantirebbe indipendenza nella gestione dei rifiuti e si ridurrebbero le importanti movi mentazioni degli stessi. Sull’aspetto prevenzione, le imprese trentine si distinguono per un discre to ricorso alla simbiosi industriale - lo scarto di lavorazione per un’azienda, diventa materia prima per un’altra - generando un duplice be neficio di prevenzione nella formazione dei ri fiuti e di generazione di materia prima. Questo virtuosismo conduce a un’ottima performance sull’utilizzo di materie prime seconde (2° posto). Gli indicatori analizzati hanno permesso di individuare anche le criticità del territorio. Il

Trentino non supera mai la quattordicesima posizione se non per 2 KPI (8% sul totale), in cui si posiziona penultimo. L’acqua è, a titolo di esempio, una tematica che restituisce perfor mance provinciali contrastanti. Se da una parte l’abbondanza della risorsa permette di generare molta energia pulita, consentendo un rapporto positivo tra le quote di energia da fonti rin novabili sui consumi totali finali di energia e un alto valore di potenza efficiente lorda rin novabile per abitante (3° e 4° posto rispettiva mente), dall’altra questa abbondanza sminuisce lo straordinario valore della risorsa acqua, che, anche a causa di una forte presenza di attività agricole e di itticoltura nel territorio, consegna valori elevati di utilizzo di acqua pro-capite (349 contro la media nazionale di 212 l ab-1 d-1). Alla luce degli ultimi eventi siccitosi, sempre più frequenti negli anni, si dovrebbe ripensare agli usi dell’acqua, riducendo, in primis, gli sprechi e provvedendo, in secundis, a non fare affida mento sul solo idroelettrico ma a diversificare le fonti di energia rinnovabili, puntando maggior mente su fotovoltaico e biomasse, quest’ultimo anche per sfruttare la legna, di cui il territorio è ricco. Normalizzando e aggregando i dati di ogni KPI, il Trentino si posiziona in prima po sizione assoluta nell’analisi della dimensione ambientale della sostenibilità, con un punteggio di 59/100, davanti all’Alto Adige (57/100) e alla Basilicata (50/100).

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2022 12 speciale duemilatrentino
di GIANLUIGI SALVAGNO, Economia d’Impresa, Confindustria Trento

La dimensione sociale della sostenibilità

Il Trentino vanta performance eccellenti in tutti gli indicatori analizzati, guadagnandosi i primi posti per il tasso di occupazione femminile, il gender gap e il welfare aziendale.

ANDIAMO

qui ad analizzare il posizionamen to della Provincia autonoma di Trento rispetto alle Regioni italiane in merito alla sostenibilità sociale. Il set di indicatori preso in esame ri guarda la capacità di garantire le condizioni di benessere degli individui in un’ottica di ridistri buzione equa delle risorse tra la popolazione. Il Trentino vanta performance eccellenti su tutti i 25 indicatori analizzati: in 6 indicatori è leader nazionale (24%), in 19 è nella top 5 (76%) e nei rimanenti 6 KPI non performa mai peggio del la 13° posizione. Nell’ultimo anno, l’inflazione è diventata una tematica delicata, con le famiglie italiane che, secondo dati Istat di agosto, han no subito un aumento dell’8.4% dei prezzi al consumo su base annua (9.5% in Trentino). In questo scenario, il coefficiente di GINI, che mi sura quanto la ricchezza (intesa come la somma di reddito e patrimonio) risulti omogeneamente distribuita tra la popolazione, restituisce il qua dro di un territorio equo (2° posto in classifi ca). A supporto di questa tesi, i dipendenti con paga bassa (retribuzione oraria inferiore a 2/3 di quella mediana sul totale dei dipendenti) sono inferiori rispetto alle altre regioni (1° posto) con un conseguente potere di acquisto che permette di assorbire con efficacia la spesa media mensi le per le abitazioni (2° posto), nonostante l’alto costo degli affitti rispetto alla media italiana. Nell’analisi della sostenibilità sociale è impor tante esaminare un tema attuale come la parità di genere, al centro delle politiche di Ue e Ita lia e quinto obiettivo dell’Agenda 2030. A tal proposito, la Provincia presenta un importante tasso di occupazione femminile e un limitato gender gap nel tasso di occupazione (2° posto per entrambi). Anche il part-time involontario

femminile è abbastanza circoscritto (8° posto) a favore di una maggior conciliazione dei tempi vita-lavoro (4° posto). Quest’ultimo indicatore prende in considerazione sia il tempo che il dipendente utilizza per la propria genitorialità, sia quello per il tempo libero. Il welfare, oggigiorno, ha un ruolo centrale nel rapporto dipendente-impresa, con un peso pari se non maggiore a quello attribuito al salario. A riprova, il fenomeno della great resignation, ge nerato in seguito all’emergenza coronavirus, ha coinvolto un gran numero di giovani di tutto il mondo, i quali hanno lasciato il lavoro, stanchi di un’attività poco gratificante e non adeguata mente retribuita, alla ricerca di nuovi stimoli e, spesso, privi di certezze. L’attenzione al dipen dente e al territorio ha mosso molte imprese trentine a diventare società benefit (2° posto) e sono numerose le imprese che migliorano il be nessere lavorativo (10° posto), soprattutto preve dendo contratti di welfare aziendale (1° posto). Nonostante il quadro tracciato, il fabbisogno delle aziende trentine di manodopera non è in teramente coperto e il gap, accentuato dalla crisi pandemica, continua ad aumentare. Normalizzando e aggregando i dati di ogni KPI, non ci stupiamo di ritrovare il Trentino in pri ma posizione assoluta nell’analisi della dimen sione sociale della sostenibilità, con un punteg gio di 80/100, davanti all’Alto Adige (65/100) e all’Emilia-Romagna (62/100). (db e gs)

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2022 13
speciale duemilatrentino

Anni impegnativi per l’agroalimentare

Intervista a Elio Pisoni, presidente della Sezione Alimentazione.

NELLE

sua veste di Presidente della Sezione, e dal suo osservato rio quale imprenditore che espor ta in varie parti del mondo, ci può parlare della situazione che sta attraversando il settore?

Sono trascorsi più di due anni dal mio insediamento, e posso afferma re che sono stati senza dubbio mol to intensi. A poche settimane dalla mia elezione siamo stati travolti dalla pandemia, che tuttora non ci dà tregua, e poi è subentrata la grave crisi che sta riguardando tutti i fattori produttivi e in particolare quelli energetici. Inoltre la guerra nel cuore dell’Europa, sta delinean do nuovi equilibri geopolitici, che si ripercuotono anche sui mercati internazionali. Il settore che rap presento - nonostante le difficoltà che le aziende si sono trovate ad af frontare - ha retto bene, registrando addirittura in alcuni casi incremen

ti di fatturato, che in parte hanno limitato l’impatto dell’impennata dei costi. Posso affermare con orgoglio che le nostre imprese sono state accomunate dal coraggio di accettare le sfide e fino ad oggi il settore ha mantenuto un positivo equilibrio. La filiera tuttavia soffre, come molti altri settori, dell’aumento dei prezzi non solo di materie prime ed energia, ma anche di tutti gli oneri legati alla lo gistica. Per molti mesi l’industria alimentare è riuscita a far fronte a tutti i rincari, limitando le ricadute sul cliente finale, ma è evidente che tale situazione non potrà prolungarsi e si sta diffondendo una grande preoccupazione per il futuro, anche in ragione dell’instabili tà politica e della forte esposizione finanziaria del nostro Paese. La situazione, quindi, non è certo rassicurante, ce lo confermano an che le stime Istat; a luglio l’inflazione tendenziale è rimasta elevata a +7,9% seppur in lieve diminuzione rispetto al mese precedente grazie al calo dei beni energetici, ma il “carrello della spesa” ha rag giunto un +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984. Fortunatamente sono buone le notizie che arrivano dall’export extra Ue, che confermano l’apprezzamento internazio nale per la qualità e salubrità dei nostri prodotti.

Parliamo della sua Sezione, delle attività e azioni concrete svi luppate per superare le difficoltà di quest’ultimo periodo. Si tratta senza dubbio una Sezione solida, che vede realtà di eccel lenza dell’industria alimentare sul mercato nazionale e internazio nale. Nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo ha saputo crescere sia numericamente, che in termini di valore generato. Questo è senza dubbio un segnale positivo a conferma del fatto che Confin dustria Trento ha saputo stare al fianco delle proprie aziende, aiu tandole concretamente. Le iniziative portate avanti sono davvero molte: oltre ai tradizionali momenti d’incontro, abbiamo ritenuto importante organizzare dei webinar di approfondimento dedicati alla filiera Alimentare, quali ad esempio la nuova disciplina sulla cessione dei prodotti agricoli e alimentari, le strategie di approvvi gionamento da adottare a fronte dell’instabilità dei mercati relativi alle commodities, la nuova normativa dell’etichettatura nutriziona le dei prodotti alimentari (NutrInform Battery), le “Società Benefit”, oltre a vari aggiornamenti tecnici su tematiche quali il rinnovo del

14 copertina
copertina
di CLAUDIA CAMPREGHER e EDUARD MARTINELLI, Confindustria Trento

CCNL, il cosiddetto “tempo tuta”, lo stop all’uso di prodotti monouso, l’etichettatura ambientale degli imballaggi. Fondamentale la presenza di nostri rap presentanti al Tavolo UNI/PdR “Prodotto Km zero” e nella nuova Commissione vinacce. Grazie alle si nergie messe in campo con Federalimentare ed altri partner istituzionali, siamo riusciti a sottoscrivere convenzioni e partnership a favore delle aziende associate.

Ci può dare un suo commento sulla vendem mia 2022? La sua azienda è produttrice di Tren to Doc, oltre che esponente storico del mondo della distillazione. Nel complesso l’annata è stata positiva, in quanto caratterizzata da uno stato sanitario dell’uva molto buono. Condizioni ottimali sin dalla fioritura che - nel nostro caso - non ha subìto danni da gran dine (come accaduto a maggio in alcune aree del Trentino, in particolare in Val di Cembra), all’epoca vendemmiale che stiamo vivendo in questi giorni. Annata connotata soprattutto da una prolungata fase siccitosa, che ha anticipato i tempi della ma turazione e della vendemmia, soprattutto rispetto al 2021. Temperature sopra la media e stress idrico hanno ridotto la vigoria della pianta ed inciso sulla quantità di uva e sulle dimensioni dell’acino, legger mente più piccolo rispetto alla media. Quindi uve sane, con una sostanziale assenza di malattie fungi ne ma rese un po’ più basse. Gli ultimi giorni han no visto una sensibile riduzione delle temperature e qualche fenomeno piovoso, che hanno leggermente rallentato la maturazione finale ed hanno contribu ito soprattutto ad aumentare sensibilmente i livelli di acidità delle uve. L’acidità è un elemento fonda mentale per avere basi spumanti ideali dal punto di vista chimico ed organolettico. Per questo motivo le uve destinate alle basi spumante TrentoDoc (Char donnay in primis) sono le prime ad essere raccolte quando si dà il via alla campagna vendemmiale. Sia sotto il profilo qualitativo che quello quantita tivo si prospetta un’ottima annata, che darà molte soddisfazioni agli enologi di cantina e, tra circa 3 anni, agli amanti delle bollicine di montagna, il TrentoDoc.

Abbiamo già accennato agli aumenti dei costi delle materie prime, packaging, del personale, quali soluzioni vede per il prossimo futuro?

Ci aspetta senza dubbio un autunno molto com plicato, le incognite che gravano sulla nostra eco nomia sono allarmanti: il caro energia, l’esplosione dei prezzi, un ipotizzato piano di razionamento del gas naturale, il conflitto in Ucraina e un possibile peggioramento del Covid stanno minacciando la serenità di famiglie e imprese. Tutti devono essere consapevoli che questi aumenti non possono certo essere assorbiti interamente dalle aziende, sarebbe impossibile sopravvivere. Nei prossimi mesi saremo costretti quindi ad adeguare i listini prezzi, pur sa pendo che questo genererà disagio a tutti i consu matori. La situazione sta diventando insostenibile, servono interventi politici forti ed urgenti per fer mare la corsa dei prezzi. Nessuna impresa può sop portare incrementi di 5 o 7 o 10 volte il costo di un fattore produttivo nel giro di poche settimane. Stia mo lottando per continuare a garantire lavoro ai nostri collaboratori, per rispettare gli impegni con i clienti e per generare valore per la comunità, ma ci sentiamo lasciati soli. Serve fare presto, per non perdere il patrimonio industriale che ha sempre ga rantito il benessere del nostro Paese. Secondo i dati pubblicati dal centro studi della Cgia di Mestre si stima in circa 106 miliardi di euro il costo aggiun tivo che le imprese italiane subiranno quest’anno a causa dei rincari. Sono cifre insostenibili. Confindu stria Trento sta aiutando molto gli Associati tramite il Consorzio Assoenergia ed il Gruppo di Acquisto, ma serve un cambio di modello a livello nazionale. Come la gran parte dei settori, anche le aziende ali mentari stanno investendo per perseguire l’obiettivo dell’autonomia energetica e della sostenibilità, che sono divenute necessità ineludibili. Il futuro che ci attende passa necessariamente attraverso l’innova zione e la capacità di fare sistema. Quindi fare parte di una famiglia, come quella di Confindustria, sarà indispensabile per poter affrontare i cambiamenti. Molte sfide attendono noi imprenditori per il pros simo futuro, ma sono certo che tra preoccupazione ed incertezza emergerà anche una forte volontà di reazione e di responsabilità verso il territorio.

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Nonostante il caldo record, la vendemmia 2022 si è chiusa bene. Ci si aspetta un grande vino. A preoccupare però il costo dell’energia che incide su tutta la filiera degli approvvigionamenti.

un’annata da record, ma niente paura per la vendemmia 2022. Le temperature sopra la me dia e la siccità prolungata di quest’estate rischiava no di recare gravi danni al comparto vitivinicolo trentino, mettendo sotto stress tutto il settore agri colo del territorio, che ha dovuto far fronte a una stagione anomala e straordinaria. Ciò nonostante, la vendemmia 2022 si è chiusa bene, consentendo agli agricoltori e agli imprenditori trentini di por tare a casa una buona materia prima per quantità e qualità. A raddrizzare la situazione ci hanno pensato le piogge di fine estate ma, soprattutto, lo stato di salute del sistema agricolo nostrano, fatto di coltivazioni moderne e strutturate, unito alla professionalità degli enologi, la loro sapienza, l’esperienza. Gli investimenti sostenuti in passa to – per rinnovare gli impianti di irrigazione e rendere la produzione delle campagne sempre più indipendente dai capricci climatici – hanno mostrato la loro efficacia, quest’anno più che mai. Il Trentino, non è un caso, ha sofferto meno di al tre zone del nord Italia. E nonostante rappresenti da un punto quantitativo una piccola parte del mercato nazionale, sotto il profilo della qualità la provincia di Trento è tra i protagonisti principali. Annate come questa, che hanno visto altre regioni patire maggiormente le conseguenze della siccità, sottolineano questo ruolo.

Martina Togn, titolare del Gruppo Gaierhof, con ferma l’esito positivo dell’annata in corso. “Diffi cile generalizzare – spiega – ma nell’insieme sia mo soddisfatti. Alcune uve hanno sofferto di più, altre meno. Eravamo preoccupati prima dell’ar rivo delle piogge, a fine agosto. Poi c’è stata una forte ripresa, meglio delle aspettative. Abbiamo concluso una buona vendemmia con un buon prodotto, se pensiamo anche alle difficoltà che

hanno incontrato altre regioni del nord. L’approv vigionamento idrico ha tenuto e l’irrigazione ha permesso di gestire l’emergenza. Questo ci porrà in vantaggio rispetto ai competitors delle altre re gioni”. Un 2022 soddisfacente, quindi. A preoccupare non sono la qualità del vino e dei distillati ma i costi dell’energia. “L’aumento dei costi energetici – continua Martina Togn – rap presenta la vera incognita. Tutti abbiamo diffi coltà. E inoltre, si fa fatica a reperire il vetro per l’imbottigliamento. Non avevamo mai assistito ad aumenti come questi e a difficoltà così pesanti nel reperire materie prime per il confezionamen to. Difficile prevedere ora come andrà il mercato.

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Martina Togn

Dovremo necessariamente aumentare il prezzo del prodotto sul consumatore finale, ma non sia mo in grado di sapere come reagirà”. Dello stesso parere è Stefano Fambri, direttore di Nosio Spa - Gruppo Mezzocorona. “Per la nostra azienda la situazione commerciale è molto buona ma va te nuto conto che i costi, non solo di produzione ma anche di bottiglie, etichette, tappi, per non parlare di quelli energetici e dei trasporti, sono letteralmente esplosi. È in difficoltà tutta la filiera degli approvvigionamenti dei materiali del setto re vitivinicolo. Speriamo in interventi significa tivi e di portata complessiva, a livello europeo e nazionale, per ridurre l’impatto di questa ondata di rincari, che rischia di erodere ancora di più il potere d’acquisto delle famiglie e delle persone. Il settore vitivinicolo è comunque un comparto solido e strutturato, per cui guardiamo al futuro con prudenza ma anche con fiducia, forti dei ri conoscimenti internazionali dei nostri vini e del successo del Trentodoc, che sta promuovendo al meglio tutto il Trentino”. Per quanto riguarda il raccolto, anche per Fambri la qualità della mate ria non è in discussione.

“Registriamo un deciso aumento produttivo ri spetto allo scorso anno, che era stato molto scarso,

e un alto livello qualitativo delle uve. Il 2022 può essere annoverato tra le annate migliori per la vendemmia e sicuramente, grazie al lavoro degli enologi, i consumatori potranno trovare sui mer cati vini davvero eccellenti. Va sempre ricordato il grande impegno dei soci del Gruppo Mezzaco rona per la sostenibilità e in particolare l’otteni mento nel 2022, per la settima volta consecutiva, della Certificazione ministeriale SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale per la Produzione Integrata), che ribadisce l’attività aziendale a favore della sal vaguardia dell’ambiente e della salubrità dei pro dotti. Voglio anche segnalare con soddisfazione che si è ultimato il Progetto Musivum del Gruppo Mezzacorona, con la presentazione degli ultimi due vini di eccellenza della prestigiosa collezione, il Marzemino Trentino Doc Superiore 2017 e il Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva 2016”. Come la produzione di vini, anche il comparto della distillazione evidenzia gli stessi elementi positivi e le stesse criticità. “Abbiamo trascor so un’estate con gli occhi puntati verso il cielo – spiega Mauro Dolzan, sesta generazione delle distillerie Villa De Varda di Mezzocorona – per il rischio dovuto alla siccità, ma poi ha iniziato a piovere contribuendo a salvare la stagione. Pur riservandomi di assaggiare il prodotto, quando sarà pronto, per dare giudizi definitivi, posso dire che la qualità delle uve portate in cantina è ottima. Abbiamo iniziato a distillare con anti cipo e siamo fiduciosi del prodotto a cui stiamo lavorando. Guardiamo al futuro con ottimismo. La nostra azienda attraversa una fase di rinnova mento sia per quanto riguarda il modo con cui vogliamo porci al cliente, la narrazione cioè del nostro prodotto e della nostra storia di famiglia, sia per quanto riguarda le etichette. Ne stiamo facendo di nuove e stiamo avviando importanti collaborazioni con altre distillerie italiane e stra niere. Stiamo inoltre cambiando la linea di pro duzione, sia la parte dell’imbottigliamento, sia la parte che della refrigerazione della grappa. Siamo ottimisti, come dicevo, ma non possiamo trascu rare l’aumento dei costi energetici. Nella fase di distillazione, la nostra è un’attività che richiede

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Mauro Dolzan

molta energia e siamo concentrati sulle modalità con cui far fronte a queste difficoltà”. Ottime uve anche per le Distillerie Bertagnolli, come conferma l’amministratore delegato Riccar do Ravasio. “Registriamo una qualità eccellente della materia prima portata in cantina. L’anda mento climatico ci aveva a lungo preoccupato du rante l’estate, ma l’uva è maturata bene, il frutto non è stato bruciato dal sole e con l’arrivo delle precipitazioni, a fine estate, la situazione è molto migliorata, perfino oltre le aspettative. Non ci pre occupa il prodotto e non abbiamo dubbi sull’alto profilo qualitativo delle bottiglie che produrre mo. Siamo fiduciosi ma attendiamo l’andamento del mercato. L’aumento dei costi del gas rimane il problema principale e pesa sul nostro lavoro nella fase della distillazione. Non vediamo in tal senso buone prospettive.

Per la prima volta, quest’anno, ricorreremo alle scorte, che abbiamo in abbondanza, allo scopo di distillare di meno e ridurre la spesa di approv vigionamento energetico”. Una scelta, questa, che si traduce anche in una forma di tutela verso i consumatori: “Non vogliamo che gli aumenti dei costi si riflettano esclusivamente sul prezzo finale alla bottiglia”.

Per Distillerie Trentine Sas, Fabio Andreis ripor ta un quadro simile. “Dobbiamo la qualità del raccolto di quest’anno alla lungimiranza di chi ci ha preceduto – spiega – che ha investito nel mi glioramento e nell’ammodernamento delle cam pagne. Una gestione intelligente, che ha premiato. Abbiamo raccolto uve di ottima qualità. A causa dell’andamento climatico, le prime vinacce sono arrivate con anticipo rispetto agli anni precedenti e la distillazione è cominciata prima. Ci aspet tiamo un grande prodotto finale in bottiglia. Ma l’aumento dei costi energetici ci impedisce di sta re sereni. Un aumento mai visto, che si tradurrà inevitabilmente sul prezzo finale al consumatore. Fronteggiamo anche enormi difficoltà a reperire vetro. Un problema che abbiamo recentemente risolto grazie alle forniture che ci garantisce Vetri Speciali, un’azienda trentina. In un momento in cui gli altri fornitori ci hanno abbandonati, Vetri

Speciali ha fatto davvero la differenza”. Gli stessi problemi si presentano anche in casa Marzadro. “A fine vendemmia – spiega Alessan dro Marzadro – produciamo normalmente circa il 30% in più del nostro fabbisogno per fare ma gazzino. Quest’anno credo che non lo faremo. Ab biamo magazzino a sufficienza e per contrastare l’aumento dei costi non metteremo in produzio ne questa quota parte. Fortunatamente veniamo da un’annata molto positiva: chiudiamo i primi otto mesi del 2022 con un incremento del 30% cir ca rispetto al 2021. Siamo davvero soddisfatti, ma teniamo gli occhi puntati sul mercato e su quello che accadrà. Dovremo necessariamente aumenta re il prezzo finale del prodotto, circa il 3% sul costo della bottiglia. Un aumento molto ridotto, con controbilancia solo in piccola parte la cresci ta dei costi che dobbiamo sostenere. La qualità delle uve che abbiamo portato in cantina è co munque ottima. Faremo tutte le nostre bottiglie e completeremo la nostra gamma di prodotti”.

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Alessandro Marzadro

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Le confetture green di Menz&Gasser

La responsabilità verso il territorio è al centro delle politiche del Gruppo: le strategie aziendali premiano la sostenibilità in ogni aspetto dell’impresa con headquarter a Novaledo.

a Novaledo: lo stabilimento dove i dipendenti sono incoraggiati a recarsi al lavoro in bicicletta. Non tutti, quelli che abitano più vi cini all’azienda, in un raggio di 15 km. E siccome l’azienda è fortemente radicata sul territorio, sono ben 54 i collaboratori che Menz&Gasser ha coin volto nel progetto e-bike, per raggiungere a pedali il proprio ufficio. “Nel corso di un anno – rac conta Francesca Pezzini, responsabile marketing del Gruppo Menz&Gasser, leader nel settore delle confetture – abbiamo percorso complessivamente 32mila km equivalenti a 5.300 kg di CO2 risparmia ti”. L’orientamento green di Menz&Gasser, azien da tutta italiana, tra i pochissimi grandi player del settore che non ha partecipazioni estere e non dipende da fondi di investimento, interessa ogni aspetto dell’impresa: “Per noi – continua France sca Pezzini – la sostenibilità è un credo comune: un’idea, un convincimento, un modo di vedere

le cose che indirizza la nostra quotidianità, dai gesti più piccoli a quelli più impattanti, assieme a tutte le attività e strategie aziendali”. In effetti, guardandosi attorno, nello stabilimento di Nova ledo in Valsugana si vedono anche le colonnine per la ricarica elettrica delle automobili. Ma non è solo questo. Tutta la struttura industriale, com pletamente rinnovata con una serie di interventi messi in campo dal 2002 a oggi, è costruita come un modello di sostenibilità. “Nel 2016 – prosegue la responsabile marketing – è entrato in funzione l’impianto a biomassa legnosa, che viene alimen tato con il cippato prodotto esclusivamente da segherie collocate in un raggio di 35 chilometri dall’azienda. Parallelamente, lo stabilimento si è dotato di pannelli fotovoltaici sulla copertura e tutta l’illuminazione esterna e interna utilizza fonti di luce a led. L’impegno che abbiamo soste nuto per l’efficientamento energetico dei capan

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noni, degli uffici e delle linee produttive ha com portato investimenti per circa 11 milioni di euro”. Un modo per difendersi dall’inflazione causata dall’attuale crisi economica e geopolitica? Solo in parte, risponde Pezzini. “Dobbiamo far fronte all’aumento dei costi nei trasporti e nell’acquisto della materia prima. Una fase di grande difficoltà, che preoccupa molto la nostra azienda come tutti gli altri protagonisti del settore”. L’ammoderna mento dello stabilimento si è svolto di pari passo con la realizzazione di altre misure green: una missione sostenibile, quella di Menz&Gasser, che penetra ogni comparto del business. “Adottiamo le stesse logiche anche nel packaging, scegliendo materiali in linea con le nostre politiche”. Perfino la gomma delle calzature dei dipendenti viene ri ciclata: “Quando sono consumate, raccogliamo le scarpe anti-infortunistiche dei nostri collaborato ri in un apposito contenitore in azienda e poi le ricicliamo. Abbiamo un contratto con una società del settore che viene a ritirarle. Dopo la consegna, escono da Novaledo e vengono riutilizzate per realizzare materiali plastici destinati alle strutture ricreative dei parchi giochi dei bambini”. L’area industriale di Novaledo è il fiore all’oc chiello di Menz&Gasser, dove l’azienda conserva l’headquarter del Gruppo e dove si svolge la mag gior parte della produzione. Vi sono però altri due siti. Quello italiano, recentemente acquistato dalla multinazionale Unilever a Sanguinetto, nei pressi di Verona. E quello asiatico, operativo dal 2019, dove Menz&Gasser produce esclusivamente per la domanda locale. Non si tratta, quindi, di un sito destinato a incrementare le vendite in Europa o in Italia: “Lo scopo è guadagnare quote di mercato in Asia, dove abbiamo ottime aspetta tive di crescita”. Complessivamente, Menz&Gasser impiega 550 dipendenti con un fatturato di oltre 200 milioni di euro. Nel 2003 fatturava 20 milioni, nel 2009 quasi 65, nel 2018 oltre 150. Un percorso di crescita che non si fermerà. Le previsioni del Gruppo mirano a raddoppiare personale e fattu rato entro il 2027. Primo produttore di confetture in Italia, primo produttore di monoporzioni dol ci in Europa, Menz&Gasser esporta in 50 Paesi

del mondo e realizza il 50% del proprio fattura to all’estero. Al timone del Gruppo c’è Matthias Gasser, terza generazione della famiglia, che ha saputo traghettare l’azienda verso una dimensio ne industriale internazionale, mettendo al centro la responsabilità verso il territorio: una sostenibi lità nelle politiche sociali ed etiche, di sicurezza alimentare, di salute e sicurezza sul lavoro e di tutela dell’ambiente. “Lavorare in modo respon sabile significa per noi – conclude Francesca Pezzini – garantire allo stesso tempo benefici per l’azienda e per il territorio delle comunità che ci ospitano. Con i nostri impianti, produciamo ogni anno 8.800 MWhE di energia elettrica e 34.700 MWhTH di energia termica da fonti rinnovabi li, risparmiando 10.400 tonnellate di CO2 e 3.300 tonnellate di gasolio”. Dalle scelte strategiche più importanti alla quotidianità, ora anche i dipen denti dello stabilimento di Sanguinetto vanno al lavoro in bicicletta. L’azienda sta iniziando a re plicare quanto fatto a Novaledo nello stabilimen to veronese, coinvolto nel progetto di mobilità sostenibile con ulteriori 15 e-bike. (adb)

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120 anni di soddisfazioni

Un anniversario importante per Ferrari Trento, brand dai fatturati record noto in tutto il mondo, che da sempre crea valore aggiunto per l’intero territorio trentino e che ora punta sulla cultura della sostenibilità.

LA

sostenibilità aziendale come obbiettivo condiviso e come va lore trasversale, che orienta ogni ambito e settore dell’impresa: l’an niversario numero 120 di Ferrari Trento celebra soprattutto questa visione. Una visione, quella della famiglia Lunelli, che considera il business non la sola priorità. Ac canto ce ne sono altre: il rispetto dell’ambiente, la genuinità del prodotto, la salubrità del posto di lavoro, il legame con il territorio. “Crediamo che un’azienda come la nostra – spiega Matteo Lunelli, Presidente e ceo di Ferrari Tren to e amministratore delegato del Gruppo Lunelli – debba crescere

creando benessere, sicurezza e bellezza per la comunità e per il territorio che ci ospita. Dobbiamo creare valore aggiunto non soltanto per noi, per i nostri dipendenti e collaboratori, ma anche per tutti i nostri stakeholder”.

In questo senso diventa importante una cultura della sostenibi lità, che trovi applicazione a 360 gradi su più fronti, in dialogo fra loro, dentro e fuori dell’azienda. Il 2022, l’anno in cui Ferrari Trento compie 120 anni, è stato festeggiato con il raggiungimen to della Carbon Neutrality, ottenuta con certificazione di Clima te Partner, società internazionale specializzata nella valutazione di problemi di impatto climatico, secondo il “Greenhouse Gas Protocol Corporate Accounting and Reporting Standard”, uno dei più noti metodi internazionali. L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla riduzione delle emissioni, con la realizzazione di un parco fotovoltaico sul tetto della cantina e mediante l’acquisto di energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili, unite a un’attività di compensazione con crediti carbonici certificati. “Ma questo – precisa Matteo Lunelli – è solo uno degli aspetti

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La famiglia Lunelli premiata dal presidente di Confindustria Trento Manzana e dal direttore generale Busato

che mostrano il nostro impegno per la sosteni bilità. Per quanto riguarda il Trentodoc, mi fa piacere ricordare che nel 2017 abbiamo raggiunto la certificazione biologica di tutti i nostri vigne ti di proprietà. Un percorso partito da lontano, quando, nei primi anni 2000, abbiamo comin ciato a fare i primi test per condurre coltivazioni biologiche e biodinamiche nelle nostre Tenute. Per quanto riguarda il rapporto con i fornitori, circa 600 famiglie trentine impegnate ogni anno a conferire a Ferrari Trento la materia prima, ab biamo diffuso un protocollo di viticoltura soste nibile di montagna (il “Vigneto Ferrari”), che tutti devono rispettare. Parallelamente, operiamo con un team di 10 esperti agronomi che forniscono consulenza ai conferenti. Questo significa non soltanto garanzia di un prodotto sostenibile, vi sto il rispetto degli standard che adottiamo, ma anche la certezza, per chi lavora nelle campagne, di operare in un ambiente sano. Dal nostro pun to di vista la sostenibilità è anche economica e sociale, nei confronti della comunità in cui ope riamo. Da 120 anni utilizziamo solo uve coltivate in Trentino e creiamo un prodotto che porta il nome della nostra città, Ferrari Trento; in Italia e all’estero siamo da sempre ambasciatori del no stro territorio”.

Se possibile, quando gli skills dell’offerta di la voro lo consentono, anche il personale del Grup po Lunelli risponde alla volontà di valorizzare il Trentino. “Cerchiamo di riportare in Trentino i talenti che sono andati all’estero”, spiega il pre sidente. “Il direttore generale del Gruppo è Si mone Masè , un trentino che ha maturato gran di esperienze nel mondo. Così come il direttore marketing di prodotto e innovazione, Patrick Si moni , anche lui un trentino che ha operato per molti anni fuori dal territorio, e il direttore Trade Marketing Stefano Medici , manager trentino che lavora con noi da tanti anni. Inoltre, vantiamo un rapporto di lungo corso con la Fondazione Edmund Mach, una realtà importante sul territo rio, dove hanno studiato mio cugino Marcello, il nostro Chef de Cave Ruben Larentis , il responsa bile delle nostre aziende agricole Luca Pedron e

tanti dei nostri collaboratori in cantina e in cam pagna”. La terza generazione della famiglia Lu nelli – accanto a Matteo anche i cugini Marcello, Camilla e Alessandro – festeggia quindi i 120 anni dalla prima bottiglia tenendo fede ai valori della tradizione e guardando avanti con grande fiducia e aspettativa: “Celebriamo questo traguar do senza dimenticare il passato, orgogliosi della nostra storia, ma con lo sguardo rivolto al futuro. L’obbiettivo è continuare a crescere, puntando specialmente sui mercati internazionali. Se, infatti, questi 120 anni sono stati costellati da grandi riconoscimenti e soddisfazioni, che han no caratterizzato tutta la storia di Ferrari Trento, proprio il 2021 e il 2022 rappresentano le annate migliori, annate da record, sia in termini di fat turato, marginalità e numero di bottiglie vendute, sia in termini di riconoscimenti e visibilità all’e stero. Dal 2011 a oggi, da quando cioè si è con cluso il passaggio generazionale, il fatturato del Gruppo Lunelli è più che raddoppiato. Ne siamo molto orgogliosi. Ci aspettiamo di crescere anco ra e significativamente, guadagnando quote mag giori all’estero. In questa direzione, si è rivelata una strategia vincente l’accordo quinquennale di partnership con la Formula 1, di cui siamo di ventati bollicina ufficiale, presente su tutti i podi dei Gran Premi, nei momenti conviviali e nelle migliori aree di ospitalità dei circuiti”. (adb)

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Il luogo della grande impresa

Cavallini, lei rap presenta l’Alto Garda e Ledro, Valle dei Laghi, territorio sicu ramente vivace per l’imprendi toria. Ce lo potrebbe descrivere? Certamente. Innanzitutto faccio una precisazione ormai di rito: quando si nomina l’Alto Gar da spesso viene associato alla sua componente turistica, ma è necessario tenere a mente che questo è il territorio della gran de impresa trentina. Il triangolo Riva del Garda – Arco – Rovereto è di fatto la spina dorsale dell’in dustria provinciale, ovvero quel distretto che simboleggia ancora il potenziale propulsivo delle nostre aziende, esempio per tutti quando si parla di capacità di fare impresa. Andando più nel lo specifico vediamo imprese molto variegate per genere e di mensioni, operano infatti nella chimica, nella carta, nei traspor ti, nella metalmeccanica ovvia mente, nell’alimentare e anche le case di cura, recente novità tra le associate a Confindustria Trento.

Se il 2021 è stato l’anno della ri partenza, il 2022 sembra essere quello delle grandi incertezze. Cosa sta succedendo? Ci aspetta un autunno e un in verno caratterizzato da grandi

preoccupazioni: gli aumenti letteralmente esponenziali dei costi energetici stanno minacciando concretamente la stabi lità delle nostre aziende. La prospettiva di noi imprenditori è sempre quella dell’ottimismo e della fiducia nel futuro, ma in questo caso ci stiamo giocando non solo i bilanci, ma anche la tenuta sociale dei nostri territori. Stiamo cercando ovviamente di reagire, ma l’intero comparto industriale ha bisogno di so luzioni di sistema rapide ed efficaci.

Parlando proprio di soluzioni sistema, un esempio virtuo so, almeno nel metodo, potrebbe essere rappresentato dal lavoro svolto con i comuni di Riva del Garda e Arco in ter mini di sostenibilità. Ci potrebbe raccontare?

Lasciando un attimo da parte la stringente attualità, risulta chiaro un crescente bisogno di ripensare i nostri territori per adottare, tutti, pratiche di sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – che producano impatti misurabili. In que

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Intervista a ROBERTO CAVALLINI, Delegato del Territorio Alto Garda e Ledro, Valle dei Laghi. ROBERTO di FEDERICO PESSOT, Comunicazione Istituzionale, Confindustria Trento
speciale territori

sta direzione l’Associazione ha già preso parte a due partite di grande interesse. La prima è sicuramente l’aver partecipato alla costruzione dell’Agenda strategica per la mobilità 2025 per il comune di Riva del Garda. Un documento che ha proprio l’obiettivo di proporre un nuovo modello di mobilità per l’Alto Garda e Ledro in grado di arrivare a un sistema di infrastrutture compatibili con il percorso di transizione soste nibile. Parliamo quindi di far dialogare imprese, istituzioni e cittadini per trovare soluzioni che non vedano la sola gomma, sia per i trasporti privati che per il traffico pesante, come unica soluzione di spostamento di merce e persone. Su Arco invece abbiamo lavorato molto con l’amministrazione locale per risolvere l’annoso problema delle rilevazioni acustiche sopra so glia provenienti dalla zona industriale. Anche in questo caso la predisposizione al dialogo si è rivelata la strada vincente: da una parte le imprese hanno compreso l’importanza della te matica e messo in atto investimenti in merito, dall’altra la pubblica amministrazione ha con cesso tempi ragionevoli per portare a termine la messa in regola.

In generale credo che, anche grazie all’aiuto dell’Associazione, anche con questi esempi con creti stiamo portando vanti una grande crescita culturale che avrà benefici per tutti.

Ha parlato molto di dialogo, esiste anche un Tavolo delle Categorie. In questo caso quali sono le tematiche sui cui si sta riflettendo? Breve premessa, la sostenibilità del territorio non deve essere solo vista nei termini delle emissio ni di Co2 e inquinamento, ma anche nella sua dimensione sociale. Ecco perché uno dei temi che risultano più urgenti nelle nostre agende è quello di trovare i giusti equilibri all’inter no del sistema residenziale dell’Alto Garda, il quale risulta fortemente influenzato dal mer cato immobiliare legato al turismo stagionale. Come industriali, infatti, ci scontriamo con un problema di attrattività influenzato anche dal fatto che quando i nostri lavoratori, nonostante

garantiscano stabilità e ricadute costanti sul ter ritorio, devono fare i conti con prezzi abitativi decisamente alti e i molti casi con la difficoltà a trovare materialmente un luogo in cui vivere. L’industria e il nostro territorio non possono assolutamente rinunciare a queste persone. Ov viamente non bisogna generare dinamiche di scontro tra i vari settori, ma anche in questo caso il dialogo costruttivo all’interno del Tavolo delle Categorie deve essere una via da percorre re per identificare le più adeguate compatibilità.

Un’ultima domanda, in termini di crescita e sviluppo che consiglio si sentirebbe di dare a tutte le imprese presenti nell’Alto Garda, Le dro e Valle dei Laghi?

Non posso sicuramente ignorare la mia espe rienza personale, per cui il consiglio che mi sen to di rivolgere alle nostre aziende è di vedere i mercati internazionali come un’opportunità da non ignorare in nessun modo. Siamo un terri torio in grado di mettere sul mercato prodotti d’eccellenza e soluzioni uniche nel loro gene re, non possiamo accontentarci di limitare le nostre attività di vendita unicamente a livello locale ed italiano. Operare nei mercati esteri significa intanto crescita, ma anche valorizzare ancor di più i nostri prodotti perché inseriti in un’arena competitiva più ricca e stimolante. Nei fatti un valore strategico per l’azienda a cui non si dovrebbe rinunciare.

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Il modello Bauer: sostenibilità a 360°

L’indissolubile legame tra innovazione e tradizione è il segreto del successo di Bauer, storica azienda trentina che da oltre 90 anni delizia i consumatori con i rinomati dadi da brodo e insaporitori. Una best practice quella di Bauer, che racconta la passione e il rispetto per le origini del mestiere e per l’artigianalità, ma che al contempo adotta tecnologie e misure all'avanguardia volte a garantire il nuovo che avanza e un futuro sostenibile alle nuove generazioni. Come? Anticipando i tempi. Con scelte coraggiose e pionieristiche, molto rigorose, anche quando queste non apparivano importanti come oggi. Una su tutte le tante certificazioni e il riconoscimento degli altissimi standard qualitativi raggiunti, ma non solo...Attenzione e rispetto per il territorio, per le risorse e dunque per i consumatori, l’ambiente e per un futuro che sia di tutti. Il risultato è da un lato la soddisfazione e la fedeltà dei consumatori derivata dall’alta qualità dei prodotti e dalla loro spiccata naturalità; dall’altro il benessere dei collaboratori, sostenuti dalle politiche aziendali inclusive e rispettose promosse da Bauer e il sempre rinnovato impegno per l'ambiente Ecco perché riferita a Bauer

possiamo parlare di sostenibilità a 360°, intesa in un’ottica di Responsabilità Sociale di Impresa, che si fonda su 4 Valori Condivisi, la cui rispondenza è certificata dall’Organismo di certificazione CSQA secondo il Disciplinare volontario di prodotto “Valore Condiviso”.

1. Risparmio energetico ed impatto ambientale del sito di produzione, che ha consentito a Bauer di conseguire il livello Gold nella certificazione LEED Italia NC 2009, la quale attesta l’eco-sostenibilità degli edifici. La sede Bauer e le politiche energetiche introdotte negli anni, hanno consentito a Bauer di raggiungere l’autonomia energetica per la maggior parte dei propri consumi, acquistando per la restante parte energia pulita.

2. Risparmio energetico ed impatto ambientale dei prodotti di punta. I prodotti Bauer hanno, infatti, ottenuto la certificazione PEF (Product Eniviromental Footprint) rilasciata da CSQA, la quale registra l’impronta ambientale dei prodotti nell’arco dell’intero ciclo di vita, dalle materie prime, alla produzione, all’uso e alla gestione finale dei rifiuti, ai fini del miglioramento dell’impatto stesso.

3. Conciliazione famiglia –lavoro. L’attenzione costante alla qualità della vita ed al benessere dei collaboratori

e dei loro familiari ha portato Bauer al conseguimento della certificazione Family Audit nel 2016 rilasciata dalla P.A.T. per le politiche di conciliazione famiglia-lavoro e welfare aziendale e al suo rinnovo per il secondo triennio.

4. Claim indicati sulle confezioni di prodotto SEMPRE certificati. I prodotti Bauer possiedono caratteristiche nutrizionali e organolettiche garantite e sono volti a soddisfare le crescenti richieste di sicurezza alimentare, legalità, specificità salutistiche. Vantano inoltre importanti certificazioni quali IFS Food Co e Global Safety Food Standard, rilasciate da CSQA. Nonché, per i prodotti appartenenti a linee specifiche, anche claim in etichetta quali Senza Glutine, Bio e Qualità Vegan Così, grazie alla genuinità e alla naturalità dei prodotti, alla trasparenza e garanzia di sicurezza, nonché alla costante innovazione, Bauer è oggi tra i primi tre player nazionali nel mondo dei dadi da brodo e degli insaporitori.

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Il circolo virtuoso dell’innovazione

Per l’azienda di Pietramurata è l’anno dei record: fatturato e produzione crescono ancora, gli investimenti in “Industria 4.0” danno già risultati importanti.

del Sarca, fondata nel 1974 e da sempre legata alla galassia del Gruppo Beretta, è ormai una realtà storica nel panorama della metalmeccanica trentina. Un’azienda che della dinamicità ha fatto la sua forza: ad oggi conta circa 140 dipendenti, che si distinguono per ave re un’età media poco superiore ai 40 anni. Da Pietramurata le attività dell’impresa si articola no lungo due direttrici principali: da una parte la produzione di componenti in legno di noce per carabine e calci di fucili per uso sportivo e da caccia, dall’altra lo stampaggio di caricatori in lamiera per pistole. Per queste due categorie di prodotto Meccanica del Sarca è l’unico forni tore globale per tutte le aziende del gruppo con sedi produttive in Italia, Finlandia, Spagna, USA e Turchia. Nella pratica questo significa posse

dere uno dei più grandi magazzini in Europa di sbozzati in noce destinati alla produzione di armi fa fuoco.

Dal 2006, a questa particolare attività di approv vigionamento e lavorazione delle parti in legno viene dedicata minuziosa attenzione: gli anda menti sul mercato della materia prima vengo no studiati e monitorati nel dettaglio al fine di ottimizzare al meglio i costi e massimizzare la qualità nel momento dell’acquisto. Rivolgendo si ad un mercato di nicchia – quello degli sboz zati in noce – Meccanica Del Sarca si occupa della gestione del magazzino di questo specifico materiale per tutto il Gruppo Beretta, collezio nando all’incirca 500 mila pezzi provenienti principalmente da Turchia, Georgia, Azerbaijan ed USA. Meccanica del Sarca ha sviluppato nel

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MECCANICA

tempo esperienza e competenza nel gestire la selezione e l’acquisto del legno di noce, distin guendo tra cinque diverse categorie di legno in base al livello di pregio con notevoli differenze in termini di valore, che, tra il livello più basso e quello più alto, arriva ad un rapporto maggio re di 1 a 100.

Sul piano della crescita, l’azienda dell’alto Gar da sta registrando numeri sicuramente positivi e incoraggianti: “Quest’anno prevediamo di fat turare circa 20 milioni di euro – spiega Alber to Danese , general manager di Meccanica del Sarca -, sarebbe il nostro record assoluto, di so lito oscilliamo tra i 15 e i 18 milioni. Cifre che tradotte sul piano produttivo corrispondono ad una stima per il 2022 di circa 240 mila pezzi in legno e 1,3 milioni caricatori in lamiera lavorati in un anno. Anche questo sarebbe un record”. Performance che attestano la trasformazione or mai compiuta da realtà artigiana ad una dimen sione inequivocabilmente industriale, anche se rimangono all’attivo produzioni esclusive non in serie di alto pregio. Una metamorfosi certifi cata anche da diversi e ingenti investimenti in ambito “Industria 4.0”, messi in cantiere a par tire dal 2018 ed ancora in evoluzione e sviluppo.

Nello specifico, ad oggi, su sei progetti avviati – alcuni con il Competence Center del Trivene to (Smact) altri con quello lombardo (Made) ed altri ancora con la PAT– ne sono stati portati a termine 3, e altri tre sono in fase di esecuzione. Sul piano generale questo ha permesso l’arric chimento tecnologico dello stabilimento, che in altre parole significa maggiore automazione e maggior controllo qualitativo dei processi, dan do così una decisa spinta verso l’alto alla pro duttività e alla riduzione degli sprechi di produ zione. Proponendo un esempio, grazie a questi finanziamenti e alla stretta collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler (Fbk), Meccanica del Sarca ha avviato un progetto di ricerca e sviluppo il quale ha permesso la realizzazione di un tomografo industriale che, guidato da un software di intelligenza artificiale, è in grado di analizzare la materia prima ancor prima di essere lavorata. In particolare, questa tecnolo gia è capace di esaminare la matrice legnosa in profondità individuando automaticamente la presenza di eventuali difetti, ma soprattut to quantificare il loro impatto potenziale sul la produzione, fornendo le informazioni utili per ridurre al minimo gli scarti di lavorazione. “Solo grazie a questo specifico investimento – ag giunge Danese - siamo riusciti a dimezzare gli scarti di produzione, che, nel concreto, signifi ca ridurre drasticamente lo spreco aumentando parallelamente i margini in modo significativo”. Inoltre, lo stesso tomografo industriale, grazie ad un ulteriore componente software sviluppata su misura, può tracciare le venature del legno nei loro minimi dettagli e giudicare in maniera accurata il loro livello di pregio.

“Nonostante questi importanti balzi in avanti, questi per noi sono solo i primi passi – con clude Danese -, il nostro approccio continuerà ad essere quello del miglioramento continuo, passo dopo passo, secondo la logica incremen tale della Lean Manufacturing, con l’obiettivo di portare la nostra produzione ad un livello di efficienza ogni giorno maggiore di quella del giorno precedente”. (fp)

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Tecnopal: flessibili, rapidi e green

L’impresa familiare, con sede in Valle di Ledro, si colloca tra le prime 15 realtà a livello nazionale. A fare la differenza la capacità di rispondere alle esigenze del cliente in tempi rapidissimi.

ripete più volte, rimarcando lo con orgoglio: “Tutto il legna me che lavoriamo, partendo di rettamente dal tronco, proviene da fonti sicure e certificate Pefc e l’intero processo produttivo av viene nel rispetto di precise nor mative e protocolli”.

Francesco Cellana , che assieme ai fratelli Walter e Flavio , gesti sce Tecnopal, impresa familiare fondata nel 1989 dal padre Dani lo e dedicata alla produzione di ogni tipologia di pallets, imbal laggio e carpenteria in legno con sede a Tiarno di Sotto in Valle di Ledro, ci tiene a sottolineare

l’attenzione alla qualità, la professionalità e la serietà su cui si basa l’intero asset aziendale. “Ciò che ci contraddistingue è la capacità di rispondere alle specifiche esigenze del cliente con la massima flessibilità. Non solo realizzando prodotti custom made, ma facendolo anche in tempi rapidissimi. Utilizziamo solo macchinari ad alta tecnologia e nel 2017 abbiamo inve stito in una linea produttiva totalmente automatizzata che ci permette di rispondere con prontezza anche agli ordini piu’ urgenti”. Nei 16mila mq (6mila mq coperti e 10mila scoperti) che compongono lo stabilimento produttivo, le linee di pro duzione (una dedicata ai semilavorati e tre agli imballaggi in legno) lavorano annualmente 30mila mq di legname. Un dato che unito a quello di 300 clienti attivi, distribuiti per la mag gior parte fra Nord e Centro Italia, Svizzera e Germania ed a un fatturato di 14 milioni di euro (dato 2021) fa di Tecnopal una delle prime 15 realtà a livello nazionale nel proprio setto re. “Produciamo per il 90% imballaggi in legno per le industrie

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LO di GENNY

del settore farmaceutico e alimentare – spiega Cellana –. Si tratta di due settori particolari che richiedono uno specifico trattamento sul pro dotto finito finalizzato alla prevenzione di muf fe e funghi superficiali. Il legno viene inserito in appositi forni, per un lasso di tempo che va dalle 48 alle 72 ore. In questo modo l’umidità in sita nel materiale viene fatta scendere al di sotto del 15% impedendo così la formazione di queste sostanze e agenti dannosi da un punto di vista estetico. Un processo analogo avviene anche per gli imballaggi destinati ad uscire dall’Unione Europea. Questi ultimi vengono sottoposti ad appositi trattamenti termici per l’eliminazione di agenti patogeni che, sfruttando l’imballaggio come mezzo di trasporto e sostentamento, una volta giunti in altri paesi, potrebbero interfe rire in modo dannoso con l’ecosistema locale. Non utilizziamo prodotti chimici, ma anche in questo caso impieghiamo il calore dei forni che, grazie all’elevata capienza, ci permettono di ste rilizzare 5500 pallets alla volta”. Un’attenzione per l’ambiente che contraddistin gue Tecnopal lungo tutto il processo produttivo. La materia prima, costituita da legname prove niente da foreste dove i tronchi vengono taglia

ti in base a programmi di prelievo pensati per la salvaguardia dell’ambiente, viene lavorata nell’ambito di un sistema di economia circolare. Gli scarti di lavorazione vengono utilizzati per rifornire la caldaia che riscalda i capannoni e alimenta i forni oppure venduti ad aziende lo cali. “In questo modo riusciamo a valorizzare una materia prima, pulita e completamente rin novabile come il legno – osserva Cellana. E ag giunge – Abbiamo recentemente investito anche in un impianto fotovoltaico da 450 Kw, che, ol tre a promuovere l’utilizzo di energia pulita, si è rivelato preziosissimo di fronte ai costi triplicati se non quadruplicati dell’energia elettrica. Gra zie a questo investimento abbiamo raggiunto un risparmio del 35-40% sulle falde più produt tive. Stiamo risentendo comunque moltissimo della crisi energetica che va a sommarsi anche all’aumento spropositato del costo delle materie prime. Basti pensare ai chiodi il cui prezzo, dal periodo post Covid ad oggi, è aumentato del 325%. Per incrementare ulteriormente il rispar mio energetico abbiamo partecipato a uno dei bandi della Pat, finanziati con le risorse Fesr, per investimenti in impianti fotovoltaici. Que sto ci permetterà di aumentare ulteriormente la potenza di ulteriori 200 Kw”.

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Consumo
prestazioni

Guardando al futuro. Sempre

Nei suoi ormai cinquant’anni di storia, Santoni Vetri ha costantemente dimostrato di saper interpretare i tempi, cambiando e innovando. La crisi energetica rappresenta la nuova sfida.

IN QUANTO

impresa energi vora e gasivora anche la Santo ni Vetri di Arco sta risentendo in modo determinante degli aumenti vertiginosi dei costi di elettricità e gas. Gli importi delle ultime bollette, rispetto a quelli di inizio anno sono triplicati e le prospettive per i prossimi mesi sono tutt’altro che rosee. “È un periodo complesso e lo stiamo vivendo piuttosto male” afferma Sandro Santoni , proprietario e amministratore dell’azienda di famiglia nella quale è entrato nel 1976 e che da allora cura con dedizione, interpretando i tempi e cogliendo i cambiamenti. “In

parte – prosegue – siamo riusciti ad assorbire questo eccezio nale incremento, ma purtroppo non è bastato e siamo stati costretti a rivedere i prezzi finali dei prodotti”. In attesa di sa pere quali misure saranno varate a livello governativo, Santoni insieme al figlio Daniele , con lui ai vertici dell’azienda, sta valutando una serie di possibili interventi da attuare subito in autonomia. Fra questi la possibilità di implementare una “produzione concentrata” con lo scopo di ridurre in modo si gnificativo i consumi. “La nostra attività – spiega – è composta da due cicli produttivi: uno diurno e uno notturno. Durante quest’ultimo i macchinari lavorano in autonomia sui mate riali assemblati di giorno. Stiamo ragionando sulla possibilità di concentrare in un solo ciclo notturno la lavorazione dei materiali di almeno due cicli diurni con una conseguente si gnificativa riduzione del consumo di energia elettrica”. Questa soluzione che verrà implementata nelle prossime set timane, anche con l’installazione di un impianto fotovoltaico, va ad affiancarsi, sempre in un’ottica di contenimento dei co

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sti e di ottimizzazione della produzione, all’ac quisizione, conclusasi lo scorso mese di luglio, da parte di Santoni Vetri di Sametec, la società che l’impresa arcense aveva fondato nel 2005 insieme a un’impresa veneta, dedicata alla pro duzione di vetro stratificato. “Era un passaggio obbligato dopo l’uscita di Metalvetro dalla so cietà – commenta Santoni – ma la crisi energeti ca ci ha fornito una motivazione in più”.

La storia di Santoni Vetri ha inizio nel 1973 quando il padre di Sandro, Mario , acquista dal la vedova di un vetraio di Arco l’attività del ma rito. Da questo momento l’impresa di famiglia conosce uno sviluppo costante. Nel 1979 nasce la Società Santoni Vetri, nella quale ricopre un ruolo importante anche il fratello Elio che ri marrà in azienda fino al 1997, e il business si amplia. Al lavoro di vetreria si affianca quello di stratificazione e in epoca più recente la proget tazione e la realizzazione di prodotti di design.

Dal 2012 Santoni Vetri inizia una collaborazione con il designer Luca Degara . Da questo sodali zio nasce un nuovo brand: Vetrogiardini. L’idea è quella di realizzare un prodotto da esterno allo stesso tempo funzionale ed elegante. Nasce così una collezione che inaugura la prima serie al mondo di sedute ornamentali per l’esterno in vetro strutturale. Il nuovo marchio viene presen tato a fiere ed eventi come il Salone del Mobile di Milano e i suoi prodotti dalle linee essenziali incontrano il gusto del pubblico riscuotendo su bito un enorme successo.

Tre modelli vengono selezionati per il progetto Quirinale Contemporaneo. Una mostra d’arte permanente, presso la residenza del presiden te della Repubblica, voluta da Sergio Matta rella , per rappresentare, attraverso i 68 oggetti esposti (36 opere d’arte e 32 prodotti di design) l’eccellenza italiana in campo artistico dell’era repubblicana. Il successo è planetario e subito iniziano ad arrivare richieste dall’estero. Clienti, residenti in paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi, India o America, desiderano accaparrarsi una di quelle sedute discrete ed eleganti made in Italy. Forte e autentico rimane però il legame

con il territorio in cui l’azienda è nata e cresciu ta. “La maggior parte dei clienti della vetreria – spiega – sono della zona mentre per i lavori di stratificazione ci contattano un po’ da tutto il Nord Italia. Siamo un gruppo formato da una quindicina di persone, una realtà familiare at tenta al dettaglio e alla qualità del prodotto che viene seguito in tutte le fasi di realizzazione. È questo a renderci speciali, il nostro punto di forza nel perseguire grandi obiettivi e nell’af frontare le difficoltà come quelle contingenti al periodo attuale”.

Ne è prova il fatturato che, tranne una parentesi di rallentamento nel 2020, è in aumento costan te. “Nel 2021 abbiamo registrato un incremento del 15% rispetto al 2019 e anche quest’anno il fatturato è in aumento, ma lo sono anche i costi e lo sono in modo inquantificabile, perciò al momento non è possibile azzardare previsioni. Per ora possiamo solo mettere in atto le misure che stiamo approntando e vedere cosa ci riser veranno i prossimi mesi”. (gt)

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Al servizio delle aziende

Gabrielli&Partner, società di consulenza, accompagna le aziende ad affrontare le complessità moderne, migliorandone la competitività sul mercato. “Garantiamo al cliente la certezza del risultato”.

nati per affiancare le aziende e aiutarle a crescere in qualità e quantità. Non solo fat turati maggiori, ma soprattutto fatturati migliori: ciò che crea valore e serve per sviluppare un’azienda su basi sicure e con solidate nel tempo”. Davide Ga brielli spiega così il suo successo. L’azienda, che ha fondato nel 2008, ha mosso i primi passi in Valle di Fiemme in un piccolo ufficio con qualche dipendente. Oggi, protagonista sul mercato, conta 50 collaboratori distribuiti su quattro sedi: Trento, Bolzano, Brescia e Bergamo. È questo il ri tratto di Gabrielli&Partner, una società di consulenza che accom pagna le aziende ad affrontare le complessità moderne, miglioran do la competitività sul mercato. “Aiutiamo le imprese – continua Gabrielli, amministratore delega to – a capire che cosa sono e che cosa non sono, costruendo pro getti sostenibili per loro e per le persone che vi lavorano”.

Gabrielli&Partner si rivolge a im prese prevalentemente italiane, molte delle quali lavorano all’e stero, e che necessitano un cam bio di passo. “Quando la crescita aziendale è avvenuta in modo non ordinato e richiede una ri organizzazione, quando l’impre sa deve comprendere quali siano

i propri mercati e i propri valori di riferimento, quando ha bisogno di definire la propria identità o quando ci si prepara al delicato passaggio da una generazione all’altra, allora inter veniamo noi”.

La strategia di intervento è concreta e operativa: “Garantia mo al cliente la certezza del risultato, siamo sicuri di quel che facciamo e come operiamo”. Coerentemente con questa aspettativa, Gabrielli&Partner subordina una quota variabile del proprio compenso al raggiungimento del risultato finale, impostando fin dal principio un rapporto stretto di fiducia con le imprese. Il team di Gabrielli è altamente specializzato e vanta una lunga esperienza. Tra i collaboratori vi sono prin cipalmente ex manager e consulenti con percorsi professionali di lungo corso, che provengono da settori industriali diversifi cati e diverse aree geografiche. La strategia di intervento segue un metodo preciso. Di qui la concretezza di Gabrielli&Partner. “Quando un’azienda si rivolge a noi – sottolinea il fondatore

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aziende
"SIAMO

– interveniamo per singole fasi di processo. In primo luogo, facciamo un’analisi approfondi ta dell’impresa, che può richiedere fino a tre o quattro mesi: posizionamento sul mercato, li vello di organizzazione interna, valutazione del grado di sostenibilità (non soltanto ambientale), rapporti con l’esterno (reale percezione dell’im presa da parte dei competitors e da parte dei clienti), analisi della concorrenza nel settore di riferimento e ogni altro parametro che contri buisce a definire fin nel più piccolo dettaglio la carta di identità dell’impresa. Poi, completato il quadro, facciamo emergere i punti di forza dell’azienda in modo oggettivo. Mettiamo da parte, cioè, le soggettività e le opinioni perso nali che, talvolta, condizionano la capacità di costruire strategie di sviluppo efficaci. Quindi, individuati i punti di forza, scegliamo le azioni concrete e operative per far crescere l’azienda, identificandole sulla base dell’identità aziendale.

Siamo specialisti nel far comprendere ai nostri clienti la vera identità del loro business e, sulla base di questa, quali debbano essere le azioni strategiche di sviluppo per far crescere l’azien da, rispecchiando i valori identitari. Giunti al termine del processo, accompagniamo il cliente verso il risultato finale, passo dopo passo, fino al raggiungimento della meta. Differentemente da tanti nostri competitors, non ci fermiamo a

fornire le indicazioni su come procedere, ma seguiamo la traduzione concreta di quanto sta bilito nella realtà di tutti i giorni, dando concre tezza agli obbiettivi che ci eravamo posti”. L’elemento identitario dell’azienda e le risorse umane sono al centro di ogni ragionamento. “Siamo diversi dalle altre società di consulen za perché non vogliamo che l’imprenditore ri nunci al proprio sogno, né alla squadra che ha costruito negli anni. Al contrario, vogliamo far crescere l’azienda proteggendone e valorizzan done l’identità”.

Un lavoro difficile, quello di Gabrielli&Partner, che richiede, nel dialogo con il cliente, grandi doti di equilibro e sensibilità nel proporre so luzioni al tempo stesso innovative e conserva tive: “La nostra promessa – conclude Gabrielli – è quella di essere dei consulenti diversi, pro fessionisti costantemente aggiornati e capaci di affiancare gli imprenditori nella delicata fase di evoluzione che il mercato richiede. Lo facciamo con attenzione ma, allo stesso tempo, con la necessaria determinazione per non permettere alle persone di subire la naturale resistenza al cambiamento”. (adb)

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Nozze d’oro per Zanetti

L’azienda di Pergine Valsugana ha festeggiato a metà settembre i cinquant’anni di attività nel corso di un appuntamento aperto a dipendenti, partner, fornitori, clienti e istituzioni.

400 ospiti hanno preso parte al grande evento organiz zato a Pergine Valsugana per fe steggiare il 50° anniversario di Zanetti Srl, azienda trentina pro duttrice di facciate continue in vetro e alluminio e di un’ampia gamma di rivestimenti esterni e serramenti, in ambito residen ziale, industriale e commerciale. Per festeggiare il grande traguar do, Zanetti ha organizzato infatti un appuntamento, ospitato negli spazi esterni della sede in viale dell’Industria a Pergine Valsuga na, aperto a dipendenti, fami gliari e amici, clienti e fornitori provenienti da tutta Italia e ai massimi vertici politici della Pro vincia autonoma di Trento e di Confindustria Trento che hanno potuto condividere la storia e i valori dell’azienda.

“Un grande traguardo del quale siamo molto orgogliosi – spiega l’amministratore delegato Alber to Zanetti –. Cinquant’anni rap presentano la solida base su cui ogni giorno costruiamo il nostro futuro, che è anche quello dei no stri clienti, dei nostri dipendenti, dei nostri partner e del nostro territorio. Siamo orgogliosi dei nostri 50 anni di attività e dei traguardi importanti raggiunti. Un ringraziamento speciale va a tutta la squadra Zanetti, a tutte le

persone che hanno contribuito alla nostra storia di successo”. La serata è stata un’occasione immancabile per riflettere sul passato e sul presente dell’azienda, ma anche per guardare al futuro. Così, Alberto Zanetti racconta gli ingredienti del succes so: “Sono convinto che un’azienda debba mettersi in gioco e migliorare, investendo nelle persone e nell’innovazione tecno logica. Come Zanetti, grazie all’esperienza maturata in 50 anni di attività e alla squadra di competenze creata, siamo riusciti a coniugare flessibilità costruttiva e produttiva con l’industria lizzazione, capacità e potenza produttiva che gli investimenti fatti negli ultimi anni ci hanno permesso.”

L’impresa nasce dalla visione di Alfonso Zanetti , che la fondò nel 1972. Da allora, Zanetti Srl è cresciuta in modo esponenzia le fino a diventare punto di riferimento per la progettazione e realizzazione di facciate continue in vetro e alluminio, investi menti esterni e serramenti, senza perdere di vista l’obiettivo di raggiungere la massima soddisfazione del cliente. “Una cosa che mi ha insegnato mio padre – continua Zanetti – è stare

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OLTRE Foto di Luca Pinter Il presidente di Confindustria Trento Manzana (a sin.) premia Alfonso e Alberto Zanetti

con i piedi saldi per terra e dare valore alle re lazioni professionali ma non solo, a dare valore a tutte le persone che ogni giorno contribuisco no con il loro operato al successo dell’azienda” Alberto Zanetti parla dunque di una vocazione al rapporto umano trasferita negli anni da suo padre Alfonso e madre Natalina ai figli Alberto e Donatella che ne hanno fatto la loro visio ne e cultura aziendale. Così Donatella Zanetti , responsabile delle risorse umane dell’omonima azienda, in un’intervista dedicata racconta “Ab biamo 50 anni di esperienza che guidano la no stra visione imprenditoriale. Portiamo da sem pre passione, innovazione e competenza tecnica in tutto ciò che facciamo. Insieme alla nostra squadra continueremo a crescere come azien da, a adattare un buon sistema di valori e a raggiungere grandi livelli di competenza, profes sionalità e presenza nei mercati internazionali”. Apprezzamento per la storia dell’azienda e

per la sua capacità di fare innovazione è stato espresso dal presidente della Provincia autono ma di Trento Maurizio Fugatti e dall’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli . Fugatti ha sottolineato in particolare quanto l’a zienda abbia investito negli anni offrendo an che opportunità occupazionali a molte persone. Il presidente ha confermato infine l’impegno della Provincia a sostenere il tessuto produttivo, nel quadro degli interventi che saranno decisi anche a livello nazionale. All’evento sono in tervenuti anche il presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana e il direttore generale dell’Associazione, Roberto Busato . Molte le occasioni in cui i dipendenti hanno espresso il proprio apprezzamento per i nu merosi risultati ottenuti, per il positivo clima aziendale e per la prospettiva di molti altri tra guardi importanti in futuro.

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Foto di Luca Pinter

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Un tempo nuovo della mobilità del paese

Nel nuovo Piano Industriale del Gruppo FS ammontano a 7 miliardi di euro gli investimenti sulle infrastrutture del Trentino-Alto Adige. Al centro passeggeri, logistica e riqualificazione urbana.

SONO

ben poche le aziende nel mondo che stanno portando avanti un piano da oltre 190 miliardi di euro di investimenti entro i pros simi 10 anni. Tra queste c’è FS Italiane con il Piano industriale 2022 – 2031 che rimarca il ruolo centrale che Ferrovie avrà nella sfida di modernizzazione dell’Italia incidendo 2-3 punti percentuali l’anno sul Pil (tra i 30 e i 45 miliardi). Le infrastrutture miglioreranno la competitività del Paese e saranno il perno del sistema sosteni bile dei trasporti. Questo è, infatti, il tempo nuo vo della mobilità: innovazione, digitalizzazione, connettività, valorizzazione delle persone, sono le parole chiave del Piano. I suoi fattori abili

tanti. Che andranno abbinati a una riorganizza zione – che comprende circa 40mila assunzioni – con una profonda revisione della governance in quattro poli di business: Infrastrutture, Pas seggeri, Logistica e Urbano. Ogni polo ha una propria missione, ma il progetto è unico: rende re la mobilità merci e quella collettiva passeg geri più efficace, semplice e sostenibile, rivitaliz zando le città e i territori e sostenendo attività produttive e turismo.

Gli investimenti del Pnrr È il punto decisivo dello sviluppo sostenibile del Paese. Che, in termini ferroviari, significa collegare il Sud Italia alla rete AV, oltre a raf forzare dei nodi strategici come, in Trentino, il quadruplicamento della linea ferroviaria Fortez za-Verona, opera che consentirà l’accesso da Sud alla Galleria di Base del Brennero e che per metterà di potenziare l’asse Verona-InnsbruckMonaco. Oppure il Terzo Valico che, una vol ta completato, renderà il porto di Genova più competitivo di Rotterdam, collegandolo effica cemente ai mercati del centro Europa e facen do risparmiare 4-5 giorni di navigazione. Questi sono solo alcuni esempi di opere che FS dovrà realizzare per utilizzare la parte più ampia delle risorse del Pnrr.

Gli obiettivi del piano I ricavi del Gruppo FS nel 2031 sono previsti in crescita a circa 22,5 miliardi di euro e l’Ebitda a 3,9 miliardi, con una crescita media annua (Cagr), nell’arco di piano, rispettivamente pari al 6,9% e all’8,2%.

Risultati finanziari a parte, il Piano industriale intende imprimere un’accelerazione agli inve

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di MASSIMO BRUNO, Chief Corporate Affairs Officer di Ferrovie dello Stato Italiane Massimo Bruno

stimenti e dare maggiore certezza all’esecuzione delle opere. FS ha l’obiettivo di rendere le infra strutture del Paese sempre più moderne, inter connesse e resilienti e i servizi di mobilità cali brati sulle diverse esigenze dei clienti. Il Gruppo intende promuovere un trasporto collettivo multimodale, e più sostenibile anche in ambito urbano, raddoppiare la quota di trasporto merci su ferrovia, contribuire alla transizione ecolo gica non solo rendendo più attrattivo l’uso del treno ma anche autoproducendo da fonti rinno vabili almeno il 40% del fabbisogno energetico.

L’evoluzione

dell’azienda

Le persone sono il principale fattore abilitante del piano insieme alla tecnologia digitale che consentirà, con piattaforme ad hoc, di ottimiz zare processi aziendali complessi: dalla logistica al monitoraggio delle infrastrutture fino a cre are le condizioni per una mobilità passeggeri smart e integrata, con un biglietto unico, orari sincronizzati, informazioni in tempo reale. Per far questo, entro il 2031 il polo passeggeri inve stirà soltanto in Italia 15 miliardi. C’è inoltre il progetto di estensione della fibra su tutti i circa 17 mila chilometri di rete ferroviaria fino alle 2.200 stazioni. Questo permetterà di aumentare la connettività anche in aree poco servite. Altro tema rilevante sono le sinergie di sistema che la nuova organizzazione faciliterà. Per esempio, Rfi e Anas potranno trovare opportunità di in tegrazione tra linee ferroviarie (circa 17mila km) e strade (32mila km), facendo ottimizzazioni ed economie di scala. L’integrazione sarà anche fare in modo che un viaggiatore impieghi per arrivare da Napoli a Bari due ore ma poi trovi una coincidenza con un servizio o un parcheg gio dove lasciare la macchina: già oggi FS ge stisce 84 parcheggi, l’obiettivo è arrivare a 250 con migliaia di colonnine per auto elettriche e spazi per lo sharing. Fondamentale anche il polo logistica per rendere più competitivo il settore merci e raggiungere i target europei, ov vero aumentare la quota dell’11% di merci che attualmente viaggia su ferro. Per raddoppiare

le 43 milioni di tonnellate merci, movimentate nel 2021 da Mercitalia, sono previsti quasi 2,5 miliardi di investimenti in nuovi terminal fer roviari intermodali.

Le ricadute sul Trentino Alto Adige Oltre 7 miliardi di euro di investimenti sulle in frastrutture del Trentino-Alto Adige sono infine previsti dal Piano industriale. Tra le opere infra strutturali ferroviarie in conclusione per il 2031 rientrano la galleria di base del Brennero, i lotti prioritari del progetto di quadruplicamento del la linea Fortezza – Verona, la realizzazione della galleria ferroviaria del Virgolo, la variante della Val di Riga e l’elettrificazione della linea Trento – Bassano. Saranno molto valorizzati i servizi lo gistici: nel 2031 gli investimenti aumenteranno di oltre il 60% (rispetto al 2022) in Trentino-Alto Adige. Circa il settore mobilità, tra il 2022 e il 2031 saranno investiti, nelle due Province Au tonome, quasi 90 milioni di euro permettendo di aumentare l’offerta e tra Bolzano e Brennero. Confermato anche l’impegno del Gruppo FS per la riqualificazione urbana per un complessivo di circa 0,5 milioni di mq di aree che saranno valorizzate.

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La Persona al centro del percorso di cura

Policura, progetto del Gruppo Gpi, promuove una nuova idea di sanità in cui pubblico e privato lavorano in modo integrato. Molte le collaborazioni sul territorio. Ora anche una convenzione con Confindustria Trento.

CORRISPONDERE

al diritto alla salute delle persone, offrendo servizi sanitari su misura e dia gnosi integrate multi-disciplinari di qualità e a prezzi accessibili: è questo l’impegno primario alla base del progetto dei poliambula tori Policura.

Un percorso orientato a una nuo va idea di sanità, non alternativa a quella pubblica ma integrata: una sanità che mette al centro la persona e valori quali prevenzio ne, salute e qualità della vita. Il primo centro medico Policu ra nasce nel 2014 a Rovereto, in zona Millennium Center: 280mq dipinti di bianco e azzurro, nove ambulatori che ospitano medici specialisti e odontoiatri, oltre a una sala adibita a panoramiche dentali e TAC. Ben presto, nel 2015, Policura apre i battenti an che a Trento, in Via dei Solteri: oltre 450mq di spazi suddivisi tra ambulatori per la medicina polispecialistica e l’odontoiatria, cui si aggiungono una zona adi bita ai trattamenti riabilitativi e una palestra. Il progetto Policura è un’iniziativa del Gruppo Gpi: multinazionale nata in Trentino con oltre 7mila dipendenti, spe cializzata in tecnologie e servizi dedicati alla sanità, al sociale e alla Pubblica Amministrazione. Grazie agli oltre 30 anni di espe

rienza maturata da Gpi in qualità di osservatore privilegiato sui mercati di riferimento, Policura è riuscita a mettere a punto una proposta di servizi di qualità e a prezzi sostenibili, ottimiz zando i processi di gestione, senza intaccare il livello di cura, e integrando i servizi in ottica Digital Health, ossia con i sistemi informatici di telemedicina, telecontrollo, telemonitoraggio. Nei poliambulatori l’elevata qualità di macchinari e strumentazio ne è complementare alla relazione che si crea con il paziente, che è punto cardine della filosofia Policura: al centro del per corso di cura è la persona, non la prestazione, non la malattia. Policura è un luogo sicuro e accogliente: accedere è semplice, il personale amministrativo è formato e disponibile all’ascolto, il personale medico è altamente specializzato e lavora in team, gli spazi sono gradevoli. La visita diventa un piacevole momento di scambio. Policura non è convenzionato con il sistema sani tario nazionale: punta invece all’attivazione di convenzioni con enti, mutue, sindacati e grandi aziende, in un’ottica di welfare territoriale di qualità. Policura sceglie di essere vicino al territo rio in cui è nata e cresciuta. Per questo, sin dalle origini, siamo accanto alle realtà locali, associazioni sportive per lo più, con l’obiettivo di sostenere le attività sociali che generano impatto

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positivo sul territorio. Quest’anno, per la prima volta, Policura ha attivato una convenzione an che con Confindustria Trento. Grazie a questo ac cordo, tutte le famiglie e i dipendenti delle azien de associate a Confindustria, possono recarsi nei centri Policura di Trento e di Rovereto e fruire a un prezzo vantaggioso, con tempi d’attesa quasi nulli, di tutte le prestazioni erogate dai centri. L’obiettivo della convenzione è fornire una rispo

sta immediata ai bisogni delle famiglie, avendo cura della relazione con la persona, della salute e del benessere. La direzione sanitaria dei Poliam bulatori è stata affidata a Michele Pizzinini, Spe cialista in Scienze dell’Alimentazione, in Diabe tologia e Malattie del Ricambio, a Paolo Stoffella, Medico Chirurgo Specialista in Odontoiatria e a Enrico Stoffella, Odontoiatra. Responsabile delle strutture è Sara Manzana

Dalle cure odontoiatriche alle consulenze ostetriche

Gli ambulatori Policura offrono le seguenti prestazioni:

• Cure odontoiatriche: otturazioni, cure canalari, impianti dentali e protesi mobili e fisse

• Trattamenti ortodontici: apparecchi dentali fissi, mobili e invisalign

• Ablazione tartaro

• Visite ortopediche e infiltrazioni

• Visite medico sportive per l'idoneità agonistica e non

• Trattamenti di fisioterapia e tecarterapia, riabilitazione funzionale e rieducazione posturale

• Trattamenti osteopatici

• Visite dermatologiche, piccole asportazioni, crioterapia

• Visite allergologiche e prick test

• Visite oculistiche

• Visite neurologiche

• Visite dietologiche e diabetologiche con l’elaborazione di diete personalizzate

• Valutazioni e trattamenti di logopedia

• Valutazioni e interventi di psicomotricità

• Corsi pre e post parto e consulenze ostetriche

• Colloqui psicologici individuali, di coppia e famigliari

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Il complesso mondo

delle aziende familiari

Cosa sono le aziende a conduzione familiare?

Le aziende familiari risultano eterogenee e questo rende difficile la loro definizione. Tuttavia, durante gli anni e sulla base della nostra esperienza, abbiamo potuto identificare tre elementi principali che accomunano tutte le aziende a conduzione familiare:

1. La “cultura” che esprime il grado di impegno profuso dai componenti della famiglia per raggiungere gli obiettivi aziendali, ovvero il grado di sovrapposizione che c’è tra i valori della famiglia e quelli dell’azienda.

2. L’“esperienza” che rappresenta il grado di commistione di più generazioni nella gestione aziendale e quanto effettivamente ciascuna dia un concreto contributo.

3. Il “potere” che si riferisce al grado di intensità con cui i

familiari siano coinvolti nella proprietà e gestione; quindi, se sono da ritenere coinvolti solamente in maniera formale oppure se vi è un impegno attivo.

Un momento critico per questo tipo di aziende è sicuramente il passaggio generazionale.

Vediamo insieme cosa influisce positivamente durante questa fase così delicata.

Cosa facilita il passaggio generazionale nelle aziende familiari?

Durante le nostre consulenze, abbiamo notato come siano due i fattori che maggiormente facilitano la successione ed entrambi riguardano caratteristiche del discendente:

Il capitale umano del successore si rifà, da un lato, al titolo di istruzione del discendente (capitale umano generico) e, dall’altro lato, alla sua motivazione e alla sua esperienza

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in azienda (capitale umano specifico). Maggiore è il capitale umano del successore, più alta è la probabilità che questi sia in grado di definire obiettivi che rispondano al meglio ai cambiamenti ed all’evoluzione del contesto in cui il l’impresa familiare è inserita. Il capitale sociale del discendente è rappresentato dalla quantità e dalla qualità di relazioni che il successore è riuscito e riuscirà ad instaurare con gli attori sociali interni ed esterni all’azienda. Tali relazioni devono essere spiccatamente caratterizzate da fiducia, altruismo e cooperazione. In questo modo, il capitale sociale fornisce un network che favorisce la scoperta di opportunità, la diffusione di informazioni cruciali e la corretta distribuzione delle risorse. La consapevolezza su questi fattori positivi che influenzano il passaggio generazionale nelle aziende familiari è fondamentale ma non sempre così chiara. Per questo, nei casi di successo, risulta sempre importante sviluppare un percorso di consulenza e formazione ad hoc per poter supportare al meglio il passaggio tra presente e futuro dell’azienda.

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Presentato “il T”, in edicola dal 3 novembre

Il quotidiano autonomo del Trentino Alto-Adige/Südtirol intende costruire un nuovo spazio di informazione locale, concorrendo a ristabilire il principio fondamentale del pluralismo.

digitale, web e social: si chiama “il T”, quotidiano au tonomo del Trentino-Alto Adige Südtirol, il progetto editoriale non profit promosso dalla Fondazio ne Synthesis. Un’iniziativa che ri sponde all’obiettivo di costruire un nuovo spazio di informazione locale, concorrendo a ristabilire, nella Provincia di Trento, il prin cipio fondamentale del pluralismo. La Fondazione ha come soci fon datori Confindustria Trento e Co operazione Trentina (che ne sono anche promotori), Ance Trento, As sociazione Albergatori (Asat) e Asso ciazione Artigiani. Il quotidiano intende mettere a disposizione della cittadinanza un luogo di confronto, nell’ambi to del quale contribuire alla co struzione di un discorso pubblico di qualità, e dove poter esprime re e misurare le opinioni con obiettività, laicità e trasparenza.

“Cultura e informazione sono le basi su cui poggia, e si sviluppa, una buona democrazia – ha spiegato Fausto Manzana, presidente della Fondazione -. Il T vuole favorire la costruzione di cultura di cittadinanza, attenta ai diritti e ai doveri; vuole mettere al centro la responsabilità individuale e collettiva, rivitalizzando in tal modo la nostra Autonomia; vuole concorrere alla formazione di una classe dirigente all’altezza delle sfide che ci attendono. Guarda a una comunità sostenibile, che intenda la diversità come risorsa generatrice di potente valore aggiunto, che aspiri a ridurre le disu guaglianze e le distanze, che interpreti l’inclusione come motore di una comunità basata sulla solidarietà”.

“La cooperazione trentina – ha affermato Roberto Simoni, vicepre sidente della Fondazione – ha affrontato fin da subito il vuoto di pluralismo informativo aperto con la chiusura del Trentino. La no stra è una proposta culturale, in linea con i valori della solidarietà e della partecipazione propri della cooperazione.”.

Il nuovo quotidiano uscirà a 40 pagine e sarà in edicola tutti i giorni, tranne il lunedì. Il sito web avrà invece una copertura di sette giorni su sette.

La redazione del nuovo quotidiano sarà composta da venti tra giornaliste e giornalisti, più il direttore, Simone Casalini. “Questo progetto – ha dichiarato – è un atto di coraggio, il desi derio di costruire un nuovo modello di informazione locale che sappia guardare anche al mondo. Il T intende rompere alcuni schemi consolidati del racconto quotidiano, innovando i lin guaggi e dando profondità ai temi - economia, politica, cultura, società - che sono centrali nel discorso pubblico. Vuole essere anche un contributo alla declinazione di una nuova stagione dell’Autonomia che è un abito giuridico e un tratto storico-cul turale essenziale del dna trentino. Anche se questa evidenza si è progressivamente persa negli ultimi anni”.

All’interno della redazione, la divisione per genere sfiora il 50%, mentre gli under 35 coinvolti nella nuova esperienza sono otto, per un’età media di 39 anni. Due i fotografi. I collaboratori legati al nuo vo giornale saranno una quarantina. La sede della redazione, ope rativa entro fine settembre, è a Trento, in via Maccani 108. Il nuovo quotidiano sarà in edicola a partire dal 3 novembre 2022.

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Un’occasione unica per progettare il futuro

15 luglio scorso è stato sigla to l’Accordo di partenariato tra la Commissione europea e il nostro Paese che definisce la cornice strate gica di riferimento per la program mazione della politica di coesione per il settennato 2021-2027. L’atto orienterà enormi investimenti e ri sorse nei prossimi anni: più di 75 miliardi di euro, di cui circa 43 miliardi di contributo europeo e il resto di cofinanziamento nazionale, che saranno distribuiti su 48 pro grammi operativi (ad esempio Pon, Por Fesr, Por Fse). Si tratta della cifra più alta mai assegnata all’Italia, cir ca il 22% in più rispetto al ciclo di programmazione precedente 20142020. Questa è anche una scommes sa sulla capacità dell’amministra zione pubblica, di trasformarsi e recuperare efficienza nella gestione delle risorse, è il messaggio che si coglie dalle parole della Commissa ria europea alle Politiche regionali Elisa Ferreira in occasione della firma dell’accordo. Per fare alcuni esempi a livello locale, parliamo dei fondi che verranno utilizzati nei prossimi programmi operativi provinciali Fesr e Fse+ (quest’ultimo approvato l’8 agosto). Ricordiamo che la Provincia autonoma di Tren to ha già pubblicato i primi due bandi Fesr, cofinanziati appunto con risorse europee. Il primo per supportare gli investimenti innova

tivi nelle Pmi trentine, il secondo per agevolare l’installazione degli impianti fotovoltaici, combinati a sistemi di accumulo e finalizzato, in via prioritaria, all’autoconsumo delle unità locali delle imprese trentine e, secondariamente, alla condivisione dell’energia elettrica rinnovabile prodotta tramite gruppi di soggetti che agiscono colletti vamente (le cosiddette Comunità energetiche). È bene ricordare che si tratta di risorse aggiuntive rispetto a quelle del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, con il suo pacchetto di investimenti complessivi da 220 miliardi di euro, costituisce una grande occasio ne di rilancio per tutto il Paese. Infatti gli investimenti previsti dal Pnrr hanno l’obiettivo di rilanciare l’economia italiana per renderla più digitale, dinamica, sostenibile e inclusiva.

Da sin.: Mario Dorighelli, Roberto Busato, Barbara Fedrizzi, Fausto Manzana e Alessandro Santini

Una delegazione dell'Associazione composta dal Presidente Fausto Manzana, da Barbara Fedrizzi, Presidente della Piccola Industria, Mario Dorighelli, Presidente di Assoenergia e dal Direttore Roberto Busato, ha preso parte all'Udienza del Santo Padre durante l’Assemblea di Confindustria 2022 a Roma. Per l'occasione il Santo Padre ha dedicato un appassionato discorso a tutto il

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Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza e ai Fondi strutturali, nel settennato 2021-2027 saranno messi a disposizione della crescita più di 75 miliardi di euro, distribuiti su 48 programmi operativi. IL di GIANLUCA FEDRIZZI, Finanza Agevolata, Assoservizi, Confindustria Trento
L’Udienza del Santo Padre all’Assemblea di Confindustria 2022
mondo imprenditoriale.

PNRR Cosa accade in Trentino?

In un’intervista con Laura Pedron, dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia autonoma di Trento, il punto sulla situazione in regione.

AMMONTA

a 1,509 miliardi di euro il plafond di risorse del Pnrr assegnato al Trentino, al 6 settembre 2022, nell’ambito degli interventi promossi per rilanciare il territorio all’insegna di un’eco nomia più digitale, dinamica, so stenibile e inclusiva. Se 939 miliar di sono stati destinati al bypass ferroviario di Trento, ammonta a 570 milioni l’importo rimanen te per la realizzazione degli altri interventi compresi nelle sei mis sioni del Piano (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultu ra e turismo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrut ture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione).

“Il Pnrr – spiega Laura Pedron,

dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico, ricer ca e lavoro della Provincia autonoma di Trento – rappresenta un’opportunità importantissima per il territorio che dobbiamo cogliere al meglio. Sono tre – precisa – i filoni attraverso i quali verrà declinato. Il primo riguarda progetti promossi dallo Stato anche a carattere sovraterritoriale. Si tratta di grandi opere infra strutturali come il bypass ferroviario o la ciclovia del Garda. Il secondo comprende progetti presentati da enti territoriali rivolti alla riqualificazione e all’ammodernamento di strutture pubbli che come scuole, asili, musei, teatri. Il terzo invece è dedicato a iniziative di innovazione promosse da soggetti privati, che acce deranno direttamente ai fondi messi a bando a livello nazionale.

Quali le ricadute per il territorio e le imprese trentine? “L’impatto per il territorio sarà enorme. Ci troviamo di fronte ad una grande opportunità che, se riusciremo a cogliere al meglio, da qui al 31 dicembre 2025, data di scadenza prevista per la realizzazione dei progetti finanziati con i fondi del Pnrr, ci per metterà di rilanciare il tessuto economico e sociale del Trentino. Se, nel caso dei fondi messi a disposizione a livello nazionale, le imprese sono chiamate in causa direttamente come soggetti attivi e propositivi, è importante ricordare che esse giocheran no un ruolo chiave anche nell’esecuzione dei progetti promossi dallo Stato e dagli enti territoriali, che a partire dai primi mesi del 2023, con l’avvio della fase di realizzazione, daranno il via a ricadute significative per tutto l’indotto”.

Si sente parlare tanto di Pnrr e meno dei fondi strutturali a disposizione di Regioni e Province Autonome che rappre sentano però una fetta importante dei finanziamenti com plessivi. Ogni sette anni infatti Regioni e Province autono me presentano alla Commissione europea la loro proposta, mediante “Programmi operativi regionali” – POR, su come “spendere” le risorse europee in arrivo. Ogni Regione/P.A. presenta 3 POR: uno riguardante l’agricoltura (FEASR), uno i finanziamenti alla formazione (FSE) e uno dedicato agli investimenti per le imprese (FESR).

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Laura Pedron

“Il 15 luglio scorso è stato siglato l’Accordo di par tenariato tra la Commissione europea e il nostro paese che definisce la cornice strategica di riferi mento per la programmazione della politica di coesione per il settennato 2021-2027. L’atto oriente rà enormi investimenti e risorse nei prossimi anni: più di 75 miliardi di euro, di cui circa 43 miliardi di contributo europeo e il resto di cofinanziamento nazionale, che saranno distribuiti su 48 programmi operativi (tra i quali i POR FEASR, POR FESR, POR FSE). Si tratta della cifra più alta mai assegnata all’I talia, circa il 22% in più rispetto al ciclo di program mazione precedente 2014-2020. La quota destinata al Trentino che andrà a sommarsi a quella del Pnrr ammonta a 653 milioni di euro (130 milioni in più rispetto alla programmazione 2014-2020). Queste risorse saranno destinate prevalentemente a finan ziare interventi incentrati sulla transizione ecologi ca, la digitalizzazione e l’innovazione dei processi produttivi e la competitività delle PMI.

Nell’ambito dei fondi strutturali quali sono le principali opportunità rivolte direttamente alle imprese trentine?

“Diverse sono le iniziative già avviate o in fase di progettazione. Tra queste i due bandi (pubblicati rispettivamente a maggio e a luglio) finanziati con fondi europei FESR, relativi agli investimenti in novativi nelle Pmi trentine e agli interventi in im

pianti fotovoltaici. Quest’ultimo in particolare ha riscontrato un enorme successo con 172 progetti già presentati per un valore di 43 milioni di euro e un contributo di 16 milioni di euro”.

“Sono diversi i progetti in cantiere. La priorità andrà ai temi delle rinnovabili e al caro bollette, ma è ancora tutto in fieri. A inizio 2023 è prevista l’uscita del nuovo “Bando Manager” seguito da quelli rivol ti allo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali. Sul portale di Trentino Sviluppo sarà disponibile a breve un nuovo servizio rivolto alle aziende che accedendo al sito potranno trovare tutte le infor mazioni riguardanti i bandi in corso. Attraverso gli strumenti della LP 6/1999 finanzieremo anche progetti relativi a teleriscaldamento, biomasse ed energie rinnovabili.

Mi preme sottolineare l’importanza della partecipa zione a più opportunità di finanziamento possibili. Non solo perché queste rappresentano, com’è ovvio, un forte motore di sviluppo e crescita, ma anche perché i fondi assegnati alle regioni e province au tonome sono tutti a fondo perduto in quanto è lo Stato a farsi carico del debito. Questo vuol dire che ogni territorio pagherà la sua quota di debito indipendentemente dalle risorse di cui avrà usu fruito. Se riusciremo ad assicurarci una buona fetta di questi fondi e a realizzare con essi interventi di valore per il territorio daremo un senso al debito che andremo a restituire”. (gt, gf)

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Starpool il benessere al centro

Starpool è un’azienda italiana che da oltre 45 anni progetta e realizza soluzioni innovative per la salute e il benessere, capaci di offrire alle persone autentici benefici e favorire l’armonia tra corpo e mente.

Nasce nel 1975 in Val di Fiemme, ai piedi delle Dolomiti trentine, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, dall’intraprendenza di Ardelio Turri, padre dell’attuale amministratore delegato, Riccardo, con l’obiettivo di diffondere una vera e propria cultura del benessere, fondata sull’innovazione tecnologica, la ricerca scientifica e una cura sartoriale dei dettagli. Starpool progetta e realizza soluzioni wellness che mettono al centro l’individuo e i suoi obiettivi di salute, combinando prodotti dal design esclusivo, servizi professionali e metodi

di utilizzo attestati dalla ricerca scientifica. Nel creare percorsi wellness completi e funzionali l’azienda si pone come obiettivo il raggiungimento della dimensione ideale di un benessere personale, da sperimentare non solo in spa, ma anche in luoghi del vivere quotidiano, dove il design è al servizio delle esigenze individuali, rendendo il benessere una pratica piu accessibile e una conquista quotidiana.

Core business dell’azienda sono il Commercial Wellness, con soluzioni innovative che nascono dal know-how maturato nel mondo Hospitality e sono oggi in grado di soddisfare le esigenze di segmenti differenti come quello delle aziende, delle palestre, dello sport professionistico, del mondo beauty ed Healthcare; e il Private Wellness, che porta tutta la professionalità dei prodotti

Starpool nel contesto domestico, affinché il Wellness diventi una buona abitudine quotidiana, sempre più accessibile.

Starpool progetta e realizza ambienti esclusivi che rispondono a ogni esigenza di spazio, stile e benessere con oltre 20.000 configurazioni possibili, mettendo a disposizione l’esperienza di quasi 50 anni con servizi di consulenza, ingegnerizzazione, formazione ed assistenza.

Tutti i prodotti nascono dal reparto interno di Ricerca e Sviluppo e sono caratterizzati da una componente tecnologica all’avanguardia, che li rende efficaci, efficienti e sostenibili.

Grazie al Metodo Starpool, le soluzioni realizzate dall’azienda trentina sono validate dalla ricerca scientifica e garantiscono i loro benefici grazie a percorsi e metodi di utilizzo. Alla base di tali percorsi

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il DNA Starpool: calore, acqua e riposo. «Una formula dalle origini antiche che è la vera essenza di ogni nostro progetto», come spiega il CEO Riccardo Turri. Da qui l’azienda ha approfondito negli anni un concetto di benessere in senso olistico, che coinvolge tutti gli aspetti della vita delle persone – la salute, la forma fisica, l’attitudine allo stare bene, la serenità mentale – sostenendo l’importanza e la necessità di promuovere una cultura del benessere basata sulle esigenze individuali di ognuno. Il metodo sp.a_system, basato su test scientifici, si inserisce in questo processo, offrendo la possibilità di effettuare un’esperienza wellness corretta e su misura, accompagnando l’utente in percorsi dagli effetti certificati. Sono sei le collezioni Starpool dal design esclusivo e ricercato: Sweet Collection, Soul Collection, Glamour Collection, Classic

Collection, I.Con Collection e Shade Collection. Ad esse si affiancano le soluzioni Signature, che si sviluppano attraverso progetti interamente customizzati, dallo studio alla realizzazione, e rispondono a esigenze uniche che richiedono soluzioni altrettanto originali e un’ingegnerizzazione ad hoc

Completano la gamma le soluzioni per il mondo beauty e i prodotti di Health Innovation, vere e proprie innovazioni che abbracciano i temi della salute e offrono i loro benefici in relazione alla gestione dello stress, la cura del sonno, il recupero e la performance sportiva, la longevità. Prodotti sostenibili e sistemi tecnologicamente performanti contribuiscono a definire il livello qualitativo di ogni realizzazione Starpool. I software permettono di ridurre i consumi energetici dei prodotti e di migliorare e automatizzare le loro funzioni; una

tecnologia al servizio dei clienti che accresce la connettività ad una rete telematica sempre più sofisticata e, al tempo stesso, facile da utilizzare. La gestione di spa e aree Wellness, dalla temperatura degli ambienti ai tempi di accensione e spegnimento, e la manutenzione predittiva da remoto garantiscono un monitoraggio costante dei consumi e una ottimizzazione dei costi di gestione. Per rendere il benessere sempre più accessibile e smart. Europa, Medio ed estremo Oriente sono i principali mercati di riferimento.

Starpool è direttamente presente in circa 30 Paesi al mondo, tra cui Europa, Arabia Saudita, Australia, Cina, Egitto, India, Indonesia, Israele, Kazakistan, Malesia, Romania, Singapore, Thailandia, UAE e USA. All’estero sono state aperte 4 filiali in costante contatto con l’headquarters di Ziano di Fiemme e portano la firma Starpool progetti spa in oltre 80 Paesi.

Via Stazione, 25 38030 Ziano di Fiemme (Trento) - Italy T: +39 0462 571881 @Starpool.it @Starpool.Official #starpool info@starpool.com www.starpool.com

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La leadership di cura

Nel corso di un incontro dell'HR Group presso il Mart di Rovereto, una riflessione che richiama al coraggio di una trasformazione culturale che riguarda la vita di ciascuno nella sua interezza.

IL

contesto attuale, ai tanti elementi di comples sità riassumibili nell’acronimo Vuca (Volatile, In certo, Complesso, Ambiguo), ha aggiunto il tema della vulnerabilità. Sicuramente la pandemia ci ha trovati non solo impreparati ma ci ha fatto scoprire fragili, indifesi, confrontati con la morte. Questo confronto, faccia a faccia, con la gran de negazione della contemporaneità - il limite ultimo, la malattia, la solitudine - ha messo in crisi una “società senza dolore” (B. Chul Han), la sciando i singoli come naufraghi sull’orlo dell’a bisso. Sono queste evidenze che richiamano alla responsabilità della cura, di sé, degli altri, del mondo. E proprio questo toccare fisicamente il limite che ci impone di esplorare un concetto, ma soprattutto una postura che spesso diamo per scontata e che se apre ad una costellazione di significati che sono spesso detti – sostenibilità, benessere… - ma quanto praticati?

“Cura” parola antica che compare come protago nista nelle “Fabule” di Igino, scrittore romano del I sec a.C. e ripresa molti secoli dopo da Heid deger per descrivere la natura dell’umano. Narra la “fabula” che Cura, mentre attraversava un corso d’acqua scorse del fango cretoso e co minciò a dargli forma (era un’artista). La vide e la raggiunse sul posto di lavoro. Cura, Pigmalione ante litteram, gli chiese di infondere lo spirito a quella forma. Quando si presentò il problema di dare un nome a quella creatura iniziò una disputa fra i due perché ciascuno voleva dare il proprio nome vive indicandone la paternità/ma ternità e si intromise anche Terra rivendicando i propri diritti visto che l’essere creato era fatto di fango. Come arbitro della disputa fu chiamato Saturno (dio del tempo) che così sciolse i nodi “tu Giove, poiché hai dato lo spirito, alla morte

riceverai lo spirito; tu Terra, poiché hai dato il corpo riceverai il corpo. Ma poiché fu Cura che per prima diede forma a questo essere, fintan to che esso vivrà lo possiede cura. Poiché però la controversia riguarda il suo nome, si chiami homo, poiché è fatto di humus.” Quindi, seguen do la saggezza di Saturno, il tempo della vita nel suo svolgersi e dipanarsi per essere una vita buona richiede un percorso ininterrotto di cura, che non è liberazione dal male (malattia), guari gione ma attenzione, manutenzione, sviluppo, rinascita, ri-parazione come nell’arte del Kinstugi. Noi umani nello scorrere del tempo siamo tutti Kinstugi. Ma le sfumature di atteggiamento verso la cura sono molteplici e implicano diversi gradi di responsabilità che J. Tronto identifica come: • “L’interessarsi ha qualcosa, qualcuno che com porta il riconoscere la necessità della cura, in teressarsi ai problemi, informarsi, provare una distante solidarietà ma senza ricadute sul pia no della prassi • prendersi cura che significa agire o fare in modo che i bisogni dell’altro vengano soddi sfatti, anche fornendo mezzi materiali (welfare) • prestare cura significa occuparsi direttamente, ingaggiandosi personalmente nell’azione di fronte all’altro • ricevere cura consiste nel riconoscere al de stinatario della cura il diritto di esplicitare i propri bisogni in modo da poter ricevere aiu to. se questa fase del processo di cura viene bypassato, se non c’è ascolto e dialogo, si può scadere nel paternalismo o nell’inutilità reale di alcuni servizi, innescando pericolose catene di fraintendimenti.

Tronto scriveva nel 1994 “l’interessarsi a, e il prendersi cura di, sono i doveri di chi detiene

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di MARIA GIOVANNA GARUTI, senior partner di Ismo

il potere (es. lo Stato), mentre il prestare cura e ricevere cura sono lasciati ai meno potenti e spes so, i primi sono associati agli uomini piuttosto che alle donne”. Il processo della cura richiede di perseguire un equilibrio molto delicato per mantenersi lontani sia dalla freddezza intellet tuale che dal maternage oppressivo che diviene una vischiosa forma di controllo. Affinché l’equi librio possa darsi, la curva dell’altro prende le mosse dalla curva di sé il famoso “conosci te stesso” socratico. Allenare la propria capacità di autoanalisi, di fare silenzio dentro di sé acco gliere l’altro, riconoscere i propri bias per non diventarne schiavi, sostenere l’ansia della possi bile non risposta… conoscere le proprie ferite ci rende buoni “guaritori”.

La leadership di cura è dunque avere potere di cura (inteso come possibilità e volontà) verso di sé e verso gli altri che ci riconoscono questo pote re in quanto ascoltati e compresi, gli altri infatti hanno spesso altre sensibilità e bisogni e vanno trattati come vorrebbero essere trattati loro non come vorremmo essere trattati noi. È un lavoro continuo e difficile che va oltre l'apprendimento di singole skills ma chiama sulla scena il corag gio di una trasformazione culturale che riguarda la vita di ciascuno nella sua interezza. È difficile essere gentili sul posto di lavoro e autoritario in famiglia o viceversa, essere aperti con i propri amici e feroci con i nemici: chi sono i barbari? Forse è necessario rivedere, rivoluzionare i mo delli culturali che hanno plasmato le nostre men ti la nostra psiche, il nostro spirito occidentali. Per questo occorre il grande coraggio di non pen sarsi in assoluto i migliori, distaccarsi da certezze illusorie ma rassicuranti. La conoscenza diaman

tina e categorizzata dovrebbe cedere il passo alla Sapienza fluida consapevole di sé in situazione. Come il funambolo che ad ogni passo adatta la postura del piede, del corpo e del bilanciere per proseguire il suo cammino verso la meta. Il fu nambolo e coraggioso perché sta nella situazione di ciò che non è eliminabile, la paura del vuoto, della caduta, dell’ignoto.

L’equilibrio richiede di frequentare il disequili brio, la possibilità di contraddirsi la vista focaliz zata ma tutti i sensi allertati per cogliere i segni e repentini e mutevoli del contesto. Evolvere impli ca adattamento e creatività ad un tempo. La Sa pienza antica può aprire l’orizzonte futuro: “Ciò che si oppone converge e dei contrari bellissima armonia” (Eraclito Fr.11).

• Ispirandoci a tale riflessione, la leadership di cura, gentile, accogliente, dovrà rendersi re sponsabile di:

• ascolto umile e paziente delle parole, dei si lenzi e dei non detti che si propagano nell’or ganizzazione;

• attenzione a connettere le differenze per trova re cammini di senso comuni. Offrire orienta menti e testimoniarli con la propria concreta presenza ed azione;

• decisioni aperte alla loro revocabilità, aggiu stamento, adattamento in funzione della mo bilità del contesto: dimostrare “sicurezza” non significa negare l’approssimazione, nasconde re l’aleatorietà degli eventi ma mettersi in gio co rispetto ad essi;

• apertura al tempo della festa nel lavoro. Non la gamification competitiva ma lo spazio del dialogo, della convivialità, della bellezza; un tempo ri-creativo.

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Il workshop al quale è intervenuta Giovanna Garuti, senior partner di Ismo, era intitolato “Il ruolo HR nel periodo post-Covid”. Attraverso alcune delle opere d’arte esposte al museo MART, Garuti ha aiutato il gruppo di Hr presenti a dare forma alle emozioni e a pensieri nuovi che permettessero di guardare “oltre” l’ordinario per definire il futuro di una “leadership di cura”.

Giovani per un mondo inclusivo

Il Gruppo GI ha aperto le porte delle imprese a ragazze e ragazzi che durante la vita hanno affrontato momenti di difficoltà e che ora desiderano rimettersi in gioco.

ABBIAMO

sempre paura di ciò che non conosciamo o di cui sappiamo poco; la pandemia ci ha costretti ad abituarci ad un contesto sociale ed economico imprevedibile ed in continuo “cambiamento”. Tuttavia, ha an che stimolato una maggiore at tenzione a chi ci sta vicino e ad una presa di coscienza del nostro ruolo nella società. Da questa riflessione nasce il progetto “I Giovani per i Giovani”, iniziati va nata in occasione del 50° An niversario dalla fondazione del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento, orientata al tema della “sostenibilità sociale” e “dell’inclusione”. Il significato stretto del termine “inclusione” consiste nel “sentirsi accolti e inseriti in un’organizzazione”; in passato questo è stato spesso circoscritto a specifici e limitati ambiti della società, mentre il progetto dei Giovani Imprendito ri ha voluto applicarlo al mondo del lavoro.

In tale senso, i Giovani si sono avvicinati al mondo delle Asso ciazioni no profit e delle Coope rative Sociali ed hanno aperto le porte delle loro imprese a ragaz ze e ragazzi che durante la loro vita hanno affrontato momenti di difficoltà e che ora desiderano rimettersi in gioco.

Concetti del “fare insieme” e della “diversità come valore da pre servare” sono stati il volano che hanno portato alla realizzazione del progetto, presentato un anno fa, nel mese di settembre 2021. Nell’immaginario collettivo, realtà quali l’industria e le organiz zazioni no profit, son distanti per mission, obiettivi e modo di agire, ma in verità presentano elementi comuni che aspirano all’attenzione per la dimensione umana dei lavoratori, all’inte resse della comunità, alla promozione dell’individuo e all’inte grazione sociale dei cittadini.

Negli ultimi 12 mesi, circa 15 aziende hanno accolto ragazzi volenterosi, ma con un passato difficile e, attraverso stages ope rativi, tutoraggio e trasferimento di competenze, sono stati resi protagonisti nella creazione di piccoli prodotti, nella proget tazione e realizzazione di packaging, nella gestione di servizi, nello sviluppo di laboratori legati al settore alimentare, facendo così emergere attitudini e talenti rimasti nascosti ma meritevoli di essere riconosciuti e valorizzati.

Il Progetto “i Giovani per i Giovani” è partito come un esperi mento, ma si è rivelato un’esperienza estremamente arricchente, non solo dalle persone che ne erano destinatarie, ma anche per gli stessi Giovani Imprenditori che lo hanno promosso, tanto da decidere di ripeterlo anche nei prossimi anni rendendolo strutturale.

Se vogliamo costruire una società inclusiva, dobbiamo elimina re ogni forma di discriminazione e dare spazio a tutti, perché nessuno può cambiare il passato ma, se supportato, può riac quistare fiducia in sé stesso e decidere di migliorare il proprio futuro.

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Lavori in corso

Nell’ultimo anno, il Tavolo Appalti è stato chiamato a fronteggiare, dopo la pandemia, l’eccezionale rincaro dei prezzi dei materiali da costruzione, dell’energia e dei carburanti.

Tavolo Appalti provinciale rappresenta la sede principale in cui si trattano le questioni di interesse generale in materia di contratti pubblici sul territo rio trentino. Costituisce una sorta di cabina di regia, nella quale si confrontano la parte pubblica (Provin cia, Consiglio autonomie locali, Consorzio comuni, Agenzia provinciale Contratti pubblici) con la parte privata (Associazioni imprenditoriali, Organizzazio ni sindacali, Ordini professionali): si presentano i dati di attività (statistiche sugli appalti, gare in pro gramma), si discute dei rapporti con la disciplina statale, si formulano proposte, si forniscono e si ri cevono chiarimenti, si pianificano iniziative e eventi. I contratti pubblici rappresentano indubbiamente anche uno dei principali “termometri” dello stato di salute dell’autonomia trentina: l’esercizio della competenza legislativa primaria in materia da parte della Provincia è infatti sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale per la verifica del rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni/Province Autonome. Il Tavolo Appalti, in altre parole, di fatto tenta di mitigare la rigidità (in parte fisiologica) del sistema appalti, favorendo il dialogo e la sintesi tra visioni e prospettive ontologicamente contrapposte. Confindustria Trento svolge un ruolo importante al Tavolo: rappresenta le imprese associate nei con fronti del soggetto regolatore, delle stazioni appal tanti e della parte sindacale e promuove, sempre in modo propositivo e costruttivo, istanze di sempli ficazione della disciplina e di valorizzazione della funzione centrale degli operatori economici nel si stema degli appalti pubblici. Il delegato al Tavolo Appalti di Confindustria Trento è Marco Lorenz, Larentis Lorenz Srl. Nell’ultimo anno, oltre alle or dinarie attività e al contributo fattivo alle perenni riforme alla disciplina, il Tavolo è stato chiamato a fronteggiare, dopo la pandemia, l’eccezionale rin

caro dei prezzi dei materiali da costruzione, dell’e nergia e dei carburanti. “È la sfida principale che stiamo affrontando – conferma Lorenz – e, davanti a una situazione che non si è mai verificata su questa scala, almeno in tempi recenti, sono state necessa rie misure inedite e una più intensa sinergia con la Pubblica Amministrazione: in questo, Confindustria ha fatto la sua parte e continuerà a farla”. Il Tavolo Appalti comprende anche articolazioni che trattano dal punto di vista tecnico tematiche specifiche, alcu ne di natura temporanea (ad esempio per definire il testo di linee guida) e altre permanenti, come il Tavolo del Prezzario, che – per Confindustria Trento – è coordinato da Fabio Dandrea, Holländer Idro termica Pohl Franco Srl. “Il 2022 è stato un anno impegnativo – ci spiega Dandrea - con un aggiorna mento straordinario del Prezzario su alcuni capitoli eseguito tra aprile e giugno per mitigare gli aumenti delle materie prime, soprattutto su acciaio, materie plastiche e vetro. Il nuovo metodo di lavoro utilizza to, con sotto-tavoli tecnici dedicati a singoli materiali, ha dato buoni risultati e verrà mantenuto anche per il futuro, ma come Confindustria crediamo possa essere reso ancora più efficiente e abbiamo già pre sentato una nostra proposta in tal senso. Il lavoro di aggiornamento per il 2023 non è ancora terminato e proseguirà per adeguare i prezzi delle materie prime attualmente sottostimate. Rimaniamo sempre dispo nibili a valutare tutte le richieste provenienti dagli Iscritti in merito a sezioni o voci dell’Elenco Prezzi che si ritengano non adeguate al mercato”.

informazioni

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Servizio Appalti Confindustria Trento appalti@confindustria.tn.it T 0461 360007
IL Per
a cura del SERVIZIO APPALTI di Confindustria Trento
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In rete per la robotica e le STEM

Il valore strategico delle partnership tra Scuole e tra Scuole e Aziende, nel caso della collaborazione tra la Scuola Primaria di Borgo Valsugana e l’Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti di Trento.

le esperienze più interes santi e generative di risultati tali da essere considerati esempio eccellente di un sistema scolasti co all’avanguardia come quello trentino, che sa cogliere il valore di progettualità condivise con il mondo delle imprese, ne risalta una vissuta nel corso dell’Anno scolastico 2021-2022 da studenti e studentesse dell’Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti di Trento e della Scuola Primaria di Borgo Valsugana. L’incontro e la colla borazione tra i due istituti, è nato nell’ambito della quinta edizio ne di Eureka! Funziona! gara per ‘piccoli inventori’, che ha visto la partecipazione di ben 13 istituti comprensivi provenienti dall’in tera Provincia di Trento. Tra que sti Borgo Valsugana con le classi 5A e 3C. In occasione dell’evento finale del progetto, organizzato da Confindustria Trento presso la sede del Buonarroti, i giovanissi mi studenti delle scuole primarie hanno presentato con passione e impegno i loro progetti tecnolo gici, soddisfatti e orgogliosi delle loro creazioni. Nel ricco program ma dell’evento, grande interesse ha riscosso la visita preparata per loro ai laboratori tecnico-scienti fici dell’Istituto e l’incontro con studenti e studentesse dei diversi indirizzi di studio. Particolare en

tusiasmo ha suscitato inoltre l’incontro con le due squadre di Robotica del Buonarroti, vincitrici delle gare nazionali Robocup 2022 ed in partenza per le finali europee in Portogallo (trasfer ta supportata da numerose aziende associate a Confindustria Trento). I ragazzi hanno saputo coinvolgere ed emozionare i bambini di Eureka, facendo leva sulla loro naturale curiosità per il modo in cui le cose funzionano ed è così che, in forma del tutto spontanea, è nata una proficua collaborazione tra Isti tuti. Grazie ai contatti tra l’insegnante Marco Stradi dell’istituto di Borgo e Alberto Franzaroli, professore del Buonarroti, la classe quinta della primaria di Borgo ha quindi partecipato nel corso del mese di giugno ad alcune lezioni di coding presso il Buonarroti, impegnandosi in laboratori creativi ed esperienziali sulle competenze digitali. Gli studenti sono andati davvero alla scoperta dei linguaggi in formatici per l’utilizzo di robot. Per grandi e piccoli l’esperienza di ‘peer tutoring’ è risultata particolarmente significativa e mo tivante, ricca di stimoli e soddisfazioni. L’Istituto Comprensivo di Borgo Valsugana, condividendo gli stessi obiettivi della rete Staar nell’ambito della robotica educativa e dell’implementa zione delle nuove tecnologie nella didattica, vuole offrire una nuova opportunità per la quale non solo gli studenti imparano a scrivere programmi per i robot (coding), ma si cimentano nella loro costruzione fisica, risolvendo problemi relativi alla fisica e alla matematica. Con la realizzazione di attività di Co

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2022 61 education
TRA
education
di MARIA CRISTINA POLETTO, Area Education e Formazione, Confindustria Trento

ding s’intende avvicinare gli alunni al linguaggio della programmazione, ponendo l’attenzione sul processo logico, seguendo procedure (algoritmi) create da loro, costruendo e verificando ipotesi per giungere a soluzioni adeguate. Il pensiero logico e computazionale aiuta la didattica in quanto favorisce la realizzazione di ambienti di apprendimento in grado di coniugare scienza e tecnologia, teoria e laboratorio, studio individua le e studio cooperativo. “Ancora una volta, so

stiene Laura Zoller, dirigente del Buonarroti, si conferma che offrire fin dalla scuola primaria esperienze di creatività ed ingegno può rivelarsi grande occasione di scoperta dei propri talenti e delle proprie attitudini. Conoscere e sperimenta re sono elementi imprescindibili per un efficace e corretto orientamento. Ed a questo obiettivo possono certamente contribuire in modo molto significativo le alleanze tra scuole e tra scuole e territorio. Eureka!!!”

"Eureka! Funziona!" e "Tu Sei" al via

Continua l’impegno di Confindustria Trento nei progetti di sistema con le Scuole, cha anno dopo anno si rinnovano e raggiungono ambiziosi traguardi.

Con il Progetto Eureka! Funziona! ogni anno Confindustria Trento offre la possibilità a circa cinquecento studenti delle classi 3, 4 e 5 delle scuole primarie del Trentino di cimentarsi in una “Gara di costruzioni tecnologiche per piccoli inventori”, offrendo ai bambini l’opportunità di utilizzare l’“invenzione” come uno strumento per imparare e mettere alla prova la loro creatività e capacità di innovazione.

Il progetto Tu Sei, dedicato invece alle scuole secondarie di primo e secondo grado, avvia la quindicesima edizione. 10.371 studenti, 248 partecipazioni di Istituti scolastici, 272 partecipazioni di aziende, per un totale di 236 realizzazioni sono i numeri raggiunti dal Progetto, che è esempio riconosciuto di provata eccellenza di rapporto tra la Scuola e l'Impresa, basato su modelli innovativi che hanno l’obiettivo di accorciare la distanza di questi mondi ed aiutare i giovani a valorizzare il proprio talento e a far sentire la propria voce. I Progetti, realizzati con la partnership di numerose aziende associate, hanno, tra gli altri, l’obiettivo di offrire agli studenti opportunità di orientamento per la scelta sul futuro percorso formativo e lavorativo, avvicinandoli alla cultura tecnica e scientifica.

Confindustria Trento è costantemente impegnata in una strategia “permeata di futuro”, che mira a rafforzare il collegamento tra le imprese e il mondo della scuola e dell’università, a qualificare il sistema educativo attivando percorsi formativi che creino le competenze necessarie al mondo del lavoro e alla società e a facilitare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di contribuire concretamente alla crescita delle nuove generazioni e allo sviluppo di una nuova cultura d’impresa, indispensabili per operare all’interno del sistema economico e sociale in continua evoluzione.

Alla fine del nuovo anno scolastico, siamo certi che avremo ancora una volta evidenza dell’eccellenza che caratterizza i risultati delle collaborazioni tra Scuola e Impresa sul nostro Territorio, in sintonia con le trasformazioni che ci accompagneranno verso un “Trentino 5.0”.

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Pillole di Finanza d’Impresa

Conflitto russo-ucraino e caro energia: le principali misure finanziarie a sostegno delle imprese danneggiate dalla crisi in atto, tra Fondo Centrale, Sace e Simest.

Centrale di Garanzia: Sezione Speciale

A partire dal 30 agosto e fino al 31 dicembre 2022, il Fondo Centrale può concedere garanzie, fino al 90%, su finanziamenti in favore di imprese diret tamente o indirettamente danneggiate dal con flitto e dalle sue conseguenze, come il rincaro dei prezzi di materie prime e fattori di produzione, l’incremento delle spese energetiche, entro un li mite di €. 5 milioni di importo massimo garantito e su finanziamenti con durata massima di 8 anni. L’importo non dovrà essere superiore al 15% fattu rato medio degli ultimi 3 esercizi ovvero 50% dei costi sostenuti per l’energia negli ultimi 12 mesi. Tale limite può essere derogato qualora non sia sufficiente a coprire le esigenze di liquidità dell’a zienda.

Garanzia Sace SupportItalia

Operativo anche un ulteriore nuovo strumento, previsto dal DL Aiuti, per sostenere la liquidità delle imprese, di qualsiasi dimensione, danneg giate dalla crisi in atto, attraverso la garanzia di Sace e la controgaranzia dello Stato, su finan ziamenti rilasciati dagli istituti di credito, con o senza concessione di un fido, destinati a ottenere liquidità per sostenere costi del personale, co sti relativi a canoni di locazione o di affitto di ramo d’azienda, investimenti, capitale circolan te per stabilimenti produttivi e attività impren ditoriali localizzati in Italia. Il limite di importo dei finanziamenti ammonta al maggiore fra il 15% del fatturato annuo totale medio in Italia degli ultimi 3 esercizi e il 50% dei costi sostenuti per fonti energetiche nei 12 mesi precedenti la richie sta di finanziamento

Per essere ammissibili alla garanzia Sace, i finan ziamenti dovranno avere una durata totale non

superiore a 8 anni, con preammortamento fino a 36 mesi. Le percentuali di copertura variano dal 60% all’80%.

Simest: finanziamenti con quote a fondo per duto per le imprese esportatrici Attivo dal 20 settembre un nuovo strumento Si mest per fronteggiare gli impatti negativi sulle imprese esportatrici derivanti dalle difficoltà o rincari negli approvvigionamenti a seguito della crisi in atto in Ucraina. Si tratta di finanziamenti della durata di 6 anni di cui 2 di preammor tamento, a tasso zero, con importi fino a 1,5 milioni ed una quota a fondo perduto fino al 40%, in regime di Temporary Crisis Framework (Sezione 2.1), nel limite massimo di € 400mila per impresa. I finanziamenti, per spese finaliz zate ad investimenti in Italia e all’estero, sono ri servati ad imprese che abbiano una quota di approvvigionamenti da Ucraina, Federazione Russa e/o Bielorussia.

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FONDO
finanza
a cura dell’AREA FINANZA D’IMPRESA di Confindustria Trento

Le nuove opportunità dell’export

A breve in Vallagarina la IX edizione dell’Export Day Trentino Export, che dopo tre anni torna a celebrarsi in presenza. Il mantra: guardare a nuovi mercati.

VENERDÌ

21 ottobre, nella cornice della Canti na Vivallis di Nogaredo, si svolgerà il IX Export Day di Trentino Export; momento di incontro per tutte le aziende associate e non al Consorzio per affrontare le tematiche inerenti l’internazio nalizzazione e le migliori soluzioni per affron tare i mercati esteri. Anche in tempi di pande mia, di inflazione e di carenza di materie prime l’export rimane un punto di forza fondamentale dell’economia trentina: nel 2021 sono stati ven duti all’estero beni e servizi per un valore di 4.402 miliardi di euro, rispetto ai 3.448 miliar di dell’anno precedente, circa il 26% in più. In particolar modo in tempi di crisi è importante ampliare il raggio d’azione della propria azien da e guardare a nuovi mercati. Questo sarà il filo conduttore dell’evento che ormai giunto alla sua nona edizione, si pone come fondamentale occasione di incontro e confronto per le azien

de che lavorano sui mercati esteri o che hanno intenzione di approcciare questi. La mattina avrà una impronta plenaria con speciali focus Paese su Corea del Sud e Brasile, interventi dei partner di Trentino Export, casi aziendali ed in terventi istituzionali. Al termine della mattinata, l’Export Day 2022 di Trentino Export entrerà nel vivo grazie alla presenza di dieci referenti esteri del Consorzio che daranno la possibilità alle aziende interessate di avere incontri di consu lenza personalizzati ed approfonditi. Grazie ai referenti di Trentino Export ci sarà la possibilità di avere consulenze one to one sui principali Paesi di esportazione del Trentino quali Germa nia, Austria e Svizzera, ma anche su altri mer cati europei come Francia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Russia, Belgio e Portogallo. Sarà inol tre possibile ottenere informazioni su mercati più lontani ed emergenti, come Brasile, Messi co, Colombia e Corea del Sud, nonché sui Paesi dell’area del Golfo Persico, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar e Bahrain, recentemente oggetto di una missione commerciale organiz zata da Trentino Export, Confindustria Trento e Provincia Autonoma di Trento. Per Barbara Fedrizzi , presidente di Trentino Export e Presi dente del Comitato Piccola Industria di Confin dustria Trento “dopo tre anni torna il nostro Ex port Day. Purtroppo a causa della pandemia il nostro evento annuale è stato di anno in anno rimandato ma finalmente il 21 ottobre tornerà ed in presenza. Il momento politico ed econo mico come tutti sappiamo è delicato ma non per questo non bisogna pensare al futuro della nostra economia e delle nostre aziende. Non mi stancherò mai di dirlo: dalle crisi spesso posso no nascere nuove opportunità”.

TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2022 64 internazionalizzazione
internazionalizzazione
di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export

INVESTIRE IN MODO CHIARO E TRASPARENTE.

Con le linee di gestione GP Benchmark, GP Quantitative e GP Private, puoi affidare il tuo patrimonio ad un gestore, il quale sceglierà gli strumenti finanziari su cui investire e l’esecuzione delle relative operazioni.

La selezione degli investimenti viene effettuata avendo cura di offrire linee di gestione di portafogli che promuovono, fra l’altro, il rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e di genere, nonché delle buone pratiche di governo societario.

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