Coscienza Storica N. 12

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pace”,444 ricordando il passo della Civitas Dei in cui si tratta della pax augusta. 445 Ma ciò che è più interessante per noi è la chiara consapevolezza della assimilazione del monoteismo teologico-politico col “principio monarchico della filosofia greca […] adottato dalla Chiesa durante la sua espansione nell‟Impero romano”, 446 per cui la posizione di Agostino sarebbe nella continuità con la teologia trinitaria dei padri greci, e nella rottura con la teologia politica ellenistico-giudaica, il cui “concetto propagandistico” fu secondo Peterson “adottato dalla Chiesa”, pur essendo sostanzialmente un corpo estraneo, giudeo e pagano. L‟ammissione non è da poco, anche se come suggerita dalla dialettica del discorso ed estorta come una confessione grave ma esimente da altre più gravi e incombenti sciagure come il neo-cesarismo hitleriano di quegi anni. Da essa, però, divrebbero discendere alcune conseguenti considerazioni di ordine teoretico e morale, relative all‟impianto ideologico che fa da sfondo non soltanto all‟idea di Chiesa nel mondo, ma a quella di Stato del mondo. Se, infatti, il connubio ibrido tra universalismo statalistico pagano e cattolicesimo cristiano avvenne in nome della pace, ossia dell‟ordine mondano “possibile ai mortali”, tale finalismo irenico non potrebbe giustificarsi, non sulla base di una empirica verifica di inefficacia del pactum scieleris tra Chiesa e Stato, come si evidenzia nel riferimento agostiniano all‟età di Augusto evocato dal Peterson, ma sulla indicazione molto più significativamente pregnante di CD XIX, 17 in cui si distingue nettamente tra la “pace terrena”, intesa come “l‟accordo degli umani interessi nel settore dei beni spettanti alla natura degli uomini soggetta al divenire”, e la “vera e unica pace della creatura ragionevole”, indicata nella “unione sommamente ordinata e concorde di avere Dio come fine e l‟un l‟altro in lui”, già in questa terra. A quale pace, dunque, si riferiva la Chiesa romana alleandosi all‟Impero? Solamente la prima prospettiva poteva ingenerare l‟errore di considerare storicamente possibile il connubio teologico-politico, ma se questa fu la prospettiva di Eusebio, non è la prospettiva escatologica di Agostino. Essa, nondimeno, non costituì la frattura decisiva all‟interno dell‟ecumene ecclesiale cristiano, dal momento che la Chiesa,

444

E. Peterson, Der Monotheismus, tr. it. cit., pag. 70. Agostino, CD, III, 30. 446 E. Peterson, Loc. cit., pag. 71. 445

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