Coscienza Storica N. 12

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La nominazione logica, ossia la determinazione, nasce dal thauma di fronte alla creazione divina. La meraviglia filosofica consiste nella constatazione della differenza ontologica tra il prodotto divino e quello umanamente possibile. Distinguere le cose del mondo dando loro un nome significa affermare la differenza ontologica tra ciò che è per potenza divina e ciò che è per volontà umana. Da questa distinzione ontologica nasce il filosofare, l‟attività distinguente del logos razionale. Nominare è commisurare la potenza di sé, la propria umana potenza, dalla potenza di Dio. da questa considerazione nasce la fede ontologica, cioè il rispetto e la credenza, nella esistenza di e nella differenza da Dio. La constatazione della potenza di Dio è congiunta alla possibilità della propria potenza. Circoscrivere il pensiero alla sola considerazione della propria potenza, ossia della sola datità della propria presenza, e dunque considerarsi come immagine separata dal suo modello eterno, è ciò che Agostino indica come appartenenza alla “città dell‟uomo”, alla realtà di Cesare, cioè la polis. La esclusiva considerazione della dimensione della presenza dell‟uomo in termini di realtà politica costituisce i contenuto della filosofia in senso greco. Filosofare significa rapportare l‟immagine dell‟uomo agli altri uomini, anziché a Dio, ossia costituire l‟essenza umana come auto-rivelazione di sé a se stesso attraverso gli altri. La grammatica del politico consiste infatti nella distinzione del potere di Sé da quello dell‟Altro. La fondazione filosofica della presenza di Sé nella relazione con l‟Altro si stabilisce attraverso la rimozione dell‟Origine divina, ossia dell‟uomo come immagine di Dio, come sua creazione. La filosofia assumendo la sola ed esclusiva immagine anziché l‟Origine di sé nasce orfana, e nomina il mondo a partire non da Dio ma dal niente. Questo peccato originale del pensiero filosofico consiste col parricidio metafisico della rimozione dell‟arché, dell‟Eterno, a favore del solo presente, della esclusiva presenza ontica dell‟uomo nel tempo che è presente. Pensare razionalmente, cioè in modo logico, equivale a pensare la presenza, cioè il presente, l‟ente, in maniera assoluta, cioè universale, come se fosse l‟unica dimensione del tempo. la logica dilata la presenza facendola diventare unica, ossia universalizzandola. Universalizzare la presenza significa farla derivare da sé stessa e perpetuarla, ossia che prima e dopo della presenza ci sia Niente. Dio, l‟Origine, come Niente. Il razionalismo greco è dunque in essenza nichilismo. Pensare l‟uomo come origine dal Niente, se esalta la creazione umana e la

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