CULTURA Storia
a cura di Giovanni Longu
mail: glongu@sunrise.ch
Immigrazione italiana 19701990 39. Donne in cammino
L
a Giornata internazionale dei diritti della donna, o Festa della donna, che si celebra ogni anno l'8 marzo, in Svizzera è preceduta abitualmente dalla pubblicazione di dati significativi da parte dell’Ufficio federale di statistica. Il bilancio tracciato quest’anno è in larga parte positivo, ma evidenzia anche alcuni campi in cui le donne sono ancora penalizzate. Si pensi, per esempio, alle disparità salariali tra i sessi, all’aumento della povertà che incide particolarmente sulle donne sole con figli, alla scarsità di donne nel management superiore. Comparativamente alle donne sviz zere, si può ritenere ragionevolmente che quelle immigrate si trovino ancor più penalizzate, anche se spe cialmente le donne italiane residenti da molti anni in questo Paese hanno certamente beneficiato dei progressi compiuti dalle donne svizzere negli ultimi cinquant’anni. È spiegabile questo divario?
una mentalità consolidata e diffusa tra gli immigrati secondo cui i prota gonisti dell’emigrazione/immigrazione erano gli uomini e le donne erano subalterne, seguivano le loro orme, li accompagnavano e spesso li serviva Le donne immigrate negli anni no. Quando poi ai compagni o ai mariti si aggiungevano figli, difficil Settanta e Ottanta mente riuscivano a trovare il tempo Per rispondere all’interrogativo, è op per pensare a sé stesse, curare am portuno ricordare che agli inizi degli icizie, studiare, imparare le lingue, anni Settanta, quando le donne sviz apprendere o migliorare una profes zere avevano da poco ottenuto il di sione, occuparsi di politica, coltivare ritto di voto a livello federale, la con hobby. dizione delle donne immigrate (e di quelle italiane in particolare perché ne Quella mentalità, purtroppo, si è con costituivano la grande maggioranza) servata a lungo e ha ritardato l’avvi era ancor più difficile e penosa. Infatti, cinamento delle donne italiane im come ricordato in un precedente migrate ai livelli non solo delle donne articolo (cfr. L’ECO del 3.2.2021), se svizzere, ma anche degli stessi con per le donne svizzere erano chiari gli nazionali immigrati. Negli anni Settan obiettivi e i mezzi da mettere in ta e Ottanta il distacco era notevole in campo per raggiungerli, per le donne molti campi, salvo nel settore occupa immigrate (sia pure con molte ecce zionale, perché le donne immigrate lavoravano addirittura più degli uomi zioni) non lo erano affatto. Il divario con gli uomini era dovuto ni, perché oltre al lavoro che svolge non solo ai noti ostacoli esterni all’im vano in fabbrica o nei laboratori a loro migrazione (xenofobia, incomunicabi incombeva gran parte dei lavori lità, emarginazione, ecc.), ma anche a domestici, educativi e assistenziali. 8
/mercoledì 3 marzo 2021
Si è scritto che le donne immigrate vivevano anche «ai margini dell’asso ciazionismo» ed effettivamente erano sempre poche le donne che parte cipavano alle assemblee, prendevano la parola in pubblico, rivestivano fun zioni dirigenti. La loro «assenza» non era dovuta solo alla scarsa formazione (circa il 70% di esse aveva solo la licenza elementare), ma anche al fatto che l’associazionismo (ad eccezione di poche associazioni di tipo assisten ziale, ecclesiale e simili) e le cariche sociali sembravano prerogative ma schili. Molti presidenti di associazioni, ritenendosi forse insostituibili, veniva no sistematicamente rieletti (salvo poi a lamentare l’assenza dei giovani e rimproverare le donne che non si facevano avanti). Difficoltà familiari Negli anni Settanta e Ottanta vennero realizzate alcune indagini sulle donne immigrate, evidenziandone il disagio, la solitudine, la nostalgia, i rischi di depressione. A risentirne erano in primo luogo le dirette interessate, ma