Italia Ornitologica Gennaio 2020

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DIDATTICA & CULTURA

I Padri dell’Ornitologia italiana

Alfredo Brandolini (Ravenna 15.2.1892 - 6.3.1965) di ROBERTO BASSO e ANGELO BLANCATO foto ARCHIVIO CIVICO MUSEO DI STORIA NATURALE DI JESOLO

A

lfredo Brandolini nacque a Ravenna e visse sempre nella Bassa, ove trascorse tutti i suoi settantatré anni. Discendente da una famiglia benestante di possidenti terrieri che gli poterono garantire le risorse necessarie per i suoi studi e per finanziare le sue passioni, dopo aver frequentato il liceo classico si laureò brillantemente all’università di Bologna in agraria e sin da giovane fu attratto dal variegato mondo delle scienze naturali, in particolare l’ornitologia e la botanica. Già all’età di quattordici anni incominciò ed arricchì nel tempo una importante collezione tassidermico-ornitologica che, attraverso una costante ricerca e indagine conoscitiva, riuscì a rendere una tra le più importanti del Ravenna-

Fu attratto dal variegato mondo delle scienze naturali, in particolare l’ornitologia e la botanica

te e dell’Emilia, collezione ricca di insolite ed accidentali catture. Compì anche numerose spedizioni a scopo di ricerca e raccolta in molte regioni italiane, del Nord, Centro e Sud Italia, fatta eccezione per le località dell’arco alpino. Rimase particolarmente affascinato dalla Sardegna ove si trat-

Ingresso del Museo dedicato ad Alfredo Brandolini in località Sant’Alberto di Ravenna

Copertina del raro catalogo della collezione ornitologica Brandolini, pubblicato nel 1961 di 183 pagine

tenne a lungo. Fece anche una spedizione scientifica nel centro Africa ed in particolare trascorse tre mesi in Eritrea. Ben presto si trovò ad aver costituito una collezione, in continua crescita, di oltre 1000 esemplari, preparati dai più valenti tassidermisti dell’epoca nonché scrupolosamente corredati da dati morfologici. In questa collezione spiccano anche diversi esemplari affetti da anomalie della colorazione del piumaggio e teratologiche; nella ricerca di questi insoliti e rari soggetti dedicò molto tempo ed energia, scrivendone poi con grande rammarico quando, giungendo troppo tardi alla fonte, apprendeva che erano stati oggetto di utilizzo alimentare anziché scientifico. Raccolse anche molte uova, nidi e pulli che abbinò ad ogni specie; con pazienza e meticolosità riuscì progressivamente a costituire una biblioteca ed emeroteca tematica in cui erano presenti i più importanti lavori pubblicati dall’inizio dell’800 sino alla seconda

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