POMEZIA-NOTIZIE
Novembre 2021
TOMMASO ROMANO E GIOVANNI AZZARETTO L’ATTRAZIONE DELL’ALTROVE NELLA POESIA DI
CORRADO CALABRÒ di Manuela Mazzola L volume, L’attrazione dell’altrove nella poesia di Corrado Calabrò (Thule – Spiritualità & Letteratura, Pagg.403), a cura di Tommaso Romano e Giovanni Azzaretto, è composto da un’interessante e approfondita intervista di Fabia Baldi che svela la vita e il pensiero del poeta ed una seconda parte da recensioni ai suoi volumi, composte da critici e artisti vari. I volumi sono: Prima attesa 1960, Agavi in fiore 1976, Vuoto d’aria 1979, Presente anteriore 1981, Mittente sconosciuta 1984, Deriva 1990, Il sale nell’acqua 1991, Vento d’altura 1991, La memoria dell’acqua 1991, Rosso d’Alicudi 1992, Le ancore infeconde 2001, Blu Maratea 2002, Qualcosa oltre il vissuto 2002, Una vita per il suo verso 2002, A luna spenta 2003, Poesie d’amore 2004, La stella promessa 2009, T’amo di due amori 2010, Dimmelo per SMS 2011, Pass word 2011, Rispondimi per SMS 2013, Mi manca il mare 2013, Mare di luna 2016, Quinta dimensione 2018, L’altro 2020, Ricorda di dimenticarla 2006.
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Calabrò si è laureato con Lode in Giurisprudenza all’Università di Messina; è magistrato e Presidente onorario del consiglio di Stato dal 2008. Dal 1960 pubblica i suoi lavori in tutto il mondo; ha vinto numerosi premi letterari e riconoscimenti e nel luglio del 2018 l’Unione Astronomica Internazionale, ha dato all’ultimo asteroide scoperto il nome di Corrado Calabrò con la motivazione di aver rigenerato la poesia aprendola, come in sogno, alla scienza. E allora cos’è l’altrove? Potrebbe rappresentare un luogo che simboleggia l'assenza dell'empirico, del quotidiano, del banale e che ricorda un desiderio o una speranza, forse, di fuga. Per il poeta, però, l’altrove è molto di più della sua stessa definizione: “Non era solo un altrove spaziale, era un altrove anche temporale”. Infatti, quando Calabrò viveva nella magnifica terra di Calabria, il desiderio dell’altro nasceva proprio dall’osservazione delle navi che si allontanavano dallo stretto verso Oriente. Nel suo poetare c’è il desiderio di andare oltre lo spazio e il tempo alla ricerca di un finito e infinito. Nella sua indagine personale parte sempre da se stesso e dal suo rapporto con la realtà. “La poesia cerca di dire in modo indiretto, allusivo, ma non finto, quello che attinge all’inesplicabile voce dell’inconscio, per aiutarci così a disvelare la suggestione dell’essere, dell’altro noi stessi che è in noi. È un tentativo di trait d’union tra l’esistere e l’essere”. Pertanto, la poesia è la chiave che apre la porta dell’altrove. Corrado canta i suoi versi “realizzando un superamento di significato”. In un istante il poeta e il lettore, il musicista e l’ascoltatore, il pittore e il contemplatore sono un tutt’uno per il tratto di tempo in cui entreranno in risonanza. Manuela Mazzola