POMEZIA-NOTIZIE
Novembre 2021
MILIARDI FACILI FRA TANTO MALCOSTUME E MISERIA ATTORNO di Leonardo Selvaggi I ILIARDI che piovono dall’alto, la divina Provvidenza favorevole ai divi del calcio. Tutto quello che si fa, seguendo norme di correttezza e i sentimenti fondamentali che possono ravvisare la vita di tutti, rimane sempre tartassato: patimenti continui, sfortune, solitudini in una società scomposta, egoista, arrivista che si muove secondo istinti belluini. I divi del calcio che sfolgoreggiano sulle arene, variopinti, sobbalzando come attratti da forze magnetiche, scontrandosi e inalberandosi, spinti dalle urla dei tifosi, idoleggiati da fragorosi richiami di ovazione, eccitati da folle estasiate dalle tribune e vaneggianti. Clamori che erompono dando ad ogni individuo furori di esaltazione che paiono vento di tempesta, che si frangono, si ammassano, travolgono, perso ogni controllo razionale. Voci osannanti come ondate di belve inferocite nell’aria immota, dallo stadio delle Alpi di Torino arrivano sotto le case. L’altezza del divismo smantella il giusto rapporto fra i campioni e il pubblico, provoca reazioni sconsiderate, perdita di senso della misura, l’istintivismo si fa dominante e assalta. Il divismo mette antagonismi insensati tra i tifosi, che spesso si trovano in scontri, scompigli, in invasioni di campo, accatastamenti micidiali. Il divismo ha per piedistallo masse di miliardi, squilibri economici e tanta povertà
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che langue. Gli stadi come infiammati si fanno informi, spersonalizzati, infatuati da grandezze inconsistenti. II Occorre livellare questi gloriosi campioni nazionali, sradicare i tanti scandali insorti, portati subito nell’ombra. Una remunerazione per giocata, anche se notevole, ma non affondare questi fortunati nell’empireo dei miliardi. Denaro a valanga che va sperperato in vizi, lussuria, in estrosità e stravaganze, deridendo e pestando i miseri storditi e nullificati da irrazionalità ostinate in tempi cosiddetti evoluti che potrebbero avere modi e mezzi per ragionevoli ridimensionamenti. Ancora giungle retributive diffuse, sempre maledette e mai eliminate, come se il denaro dovesse riconoscere figli di varia provenienza, intelligenze superiori. Si tratta di antichi recinti privilegiati, solo con arbitrio e prepotenza incancreniti. Giusto considerare le mansioni diversificate, i tanti livelli di responsabilità e di preparazione, non remunerazioni che sanno gli sperticati sbalzi senza giustifiche portando a formazioni classiste, a divari inconcepibili. Denaro sottobanco, dispensato a piene mani e pensioni che non permettono la sopravvivenza. Denaro esorbitante che passa per tutte le forme di perversione, pieno di cocaina, sventolato in nottate di bagordi, in malcostume che deformano la psiche, portandola ad alienazioni, ai più sofisticati edonismi distruttivi dei principi più elementari della morale. La remunerazione data come manna caduta dal cielo non fa lavorare con dignità e impegno, dà solo prosopopea e vacue glorificazioni. La ricompensa va rapportata con una certa proporzionalità ai meriti, alle capacità, alla diversità del lavoro. In questo modo non si crea odio, conflitti. Una giusta commisurazione non porta l’uomo ad essere ingordo, insensibile, superbo, distaccato entro l’intero contesto sociale. Davanti ai miliardi i tifosi si sentono vanificati, folli sobillatori. III Scissioni e sperequazioni, assenza collaborativa, vanità a non finire, lusso, incomprensioni.