POMEZIA-NOTIZIE
Novembre 2021
stato “un poeta idealista, almeno fino alle soglie del Duemila”; arciere spietato e sarcastico lo è divenuto dopo e, allora, neppure il dramma della malattia, neppure i mesi di cura radiologica, sono riusciti a spegnere la sua sete di giustizia. In questo secondo saggio, tra le tante opere di Martiniello, Crecchia approfondisce le ultime: Aktìs, Le cavallette, Il formichiere, Lo sparviero, che “raccoglie la summa del suo pensiero morale, sociale, politico ed estetico e conferma il suo impeto lirico quando le condizioni soggettive o oggettive sono tali da intenerire, commuovere o rattristare il suo animo”. Nell’ultimo capitolo, il critico accosta Martiniello a Dante, dimostrando come entrambi ricorrono agli animali per descrivere gli attori nefasti dei rispettivi tempi: del medioevo per Dante, dei nostri giorni per Martiniello. Domenico Defelice
AA. VV. INVISIBILI FILI Società Editrice L’Aperia, 2021, pagg. 80, s. i. p. Curata da Vanna Corvese, questa piccola antologia contiene per lo più buoni versi di dieci poeti e poetesse (Silvana Cefarelli, Anna Cimicata, Vanna Corvese, Salvatore D’Ambrosio, Maria Luisa De Camillis, Anna Maria Guarriello, Pasquale Lombardi, Tiberio Madonna, Rosanna Marina Russo, Marina Sirianni), nei quali gli “Invisibili fili” del titolo sembrano siano i drammi e le ansie procurati dalla pandemia; non in tutti, naturalmente, ma nella maggioranza essa è esplicita, in qualcuno latente. Quasi tutti i versi sono di produzione recente, tra il febbraio 2020 e l’aprile 2021, il periodo più nero, cioè, di questa nostra battaglia contro un nemico invisibile e potente che ha messo in ginocchio tutto il mondo. Per Silvana Cefarelli viviamo “Come in un sortilegio”, perché “uno sgraziato pipistrello/avvia la fatale pandemia”. Anna Cimicata confessa: “Mi basterà un sorriso/quando incontrerò/gli amici./Vorrei vederlo/da vicino,/quel sorriso/senza mascherina:/entrerà nel mio cuore/scalderà l’anima/invaderà il corpo”. Vanna Corvese, alla quale si deve la Premessa, ci ricorda che in “questo giorno che non finisce mai” siamo costretti a vivere “a distanza di sicurezza” e che la “morte/ (…) porta via persone/senza conforto”: “In questa liturgia/del Covid diciannove/un abbraccio/è una comunione differita/con nostalgia/di voci, di sguardi”. Salvatore D’Ambrosio, prima ci conforta con le
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splendide immagini primaverili della “voce contadina/Che come neve di ciliegi in fiore/Cade leggera e lenta” e della “collina/Un orizzonte rosa” che “Parlava già di rinascita”, per poi, anche senza nominare specificatamente il virus, accennare alle tante persone care che non ci sono più (la nonna, per esempio), alle medicine (metaforiche e reali: “Ma le medicine sai/Prese senza rispetto/Delle prescritte dosi/Fanno male”, all’Altrove (“il viaggio solitario/Che dobbiamo subire”. Maria Luisa De Camillis “guarda/il figlio morto./Senza lacrime/lo accarezza/con amore/infinito”; figlio “andato via troppo presto/per seguire/i suoi arcobaleni”. Anna Maria Guarriello accenna al timore persino di incontrarci, oltre che di abbracciarci: “Vorrei poterti incontrare/vorrei poterti toccare/ma non so/la direzione”; “Quanto ci manca/un incontro/un abbraccio/ma forti fili invisibili/ci legano”. Nei versi di Pasquale Lombardi aleggia la nostalgia al montare dolce dei ricordi e “Corona e altare”, afferma, è “la mia capanna/di paglia sulle colline”. Rosanna Marina Russo ci ricorda, infine, che “si corre/coi volti mascherati/dimenticati dai luoghi chiusi/mentre l’acqua tiepida del cielo/aspetta silenzi”. Domenico Defelice
TITO CAUCHI EDIO FELICE SCHIAVONE LUCIA SCHIAVONE Il Poeta Pediatra (1927-2016) La Restauratrice Scultrice Editrice Totem 2021, Pagg. 73, € 15,00 È una raccolta di recensioni delle opere del poeta, nonché pediatra, Edio Felice Schiavone, scomparso recentemente e della figlia Lucia. Isabella Michela Affinito scrive nell’introduzione: “In questa nuova avventura monografica, il professore Tito Cauchi ha seguito attentamente il filo conduttore passante per le tre generazioni d’una stessa distinta famiglia nell’ambito territoriale pugliese, tra la provincia di Foggia e Bari; nel dettaglio tra Torremaggiore quale luogo natio di Nonno Nicola e suo figlio Edio Felice, e Andria dove è nata la nipote Lucia negli anni ‘70”. Dunque, tre generazioni unite nell’arte: il nonno scultore, il figlio poeta e la nipote, scultrice, laureata in Beni Culturali, specializzata nel restauro di opere lignee. Schiavone in cinquanta anni di attività ha pubblicato numerose sillogi poetiche ed è presente in diverse antologie e molti calendari da tavolo bifronti